UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI SIENA CENTRO DI GEOTECNOLOGIE Master di II livello in Geotecnologie per l’Archeologia Mappatura dei rinvenimenti archeologici a Blera descritti nel volume Blera. Topografia antica della città e del territorio di S. Quilici Gigli Definizione della Banca Dati associata, progetto Web Gis per la visualizzazione dei dati e proposta di salvaguardia e valorizzazione Dott.ssa Francesca Ventrone A. A 2005/2006 Indice Abstract PARTE I INQUADRAMENTO GENERALE Capitolo 1. Dalla distribuzione dei Beni Culturali lungo la via Clodia al progetto di salvaguardia e fruizione sostenibile dei siti archeologici di Blera 1.1 La Via Clodia 1 1.2 Inquadramento territoriale e archeologico 5 PARTE II METODOLOGIA Capitolo 2. Descrizione delle strumentazioni informatiche utilizzate 2.1 Backgroung dei prodottori GIS 9 2.2 Autodek MapGuide 10 2.3 Autodesk 3D Map 11 2.4 Gdl 2Kx 11 2.5 Gdl InfoMap & MetaData Server 12 Capitolo 3. Procedure utilizzate per la realizzazione del progetto di lavoro 3.1 Mappatura e digitalizzazione dei siti archeologici 14 3.2 Assegnazione del sistema di coordinate 17 3.3 Errori di digitalizzazione 21 3.4 Funzione di overlay topologico 24 PARTE III RISULTATI Capitolo 4. Dal progetto web gis alla proposta di salvaguardia e valorizzazione 4.1 Pagina Html 34 4.2 Eventuali miglioramenti e sviluppo del progetto di lavoro 46 4.3 Layout 47 Capitolo 5. Conclusioni 49 Figure 54 Tavole 58 I Bibliografia 59 II Abstract Negli ultimi anni è sempre più diffuso l’utilizzo di Sistemi Informativi Geografici applicati ai rinvenimenti archeologici con particolare riferimento alle attività di catalogo e di gestione del patrimonio culturale nazionale. L’evoluzione della tecnologia GIS facilita la produzione e l’uso condiviso della informazione geografica, i portali di web mapping consentono di pubblicare su web mappe e disegni integrandoli con mappe provenienti da fonti diverse e di sviluppare informazioni personalizzate. Il presente lavoro illustra la metodologia seguita per impostare il portale informativo, e le procedure informatiche utilizzate per la messa in opera non solo di un lavoro di cartografia tematica, gestibile con le procedure GIS, ma soprattutto la trasformazione del dato GIS in portale informativo a valenza geospaziale nell’ambito del Piano Territoriale Provinciale Generale PTPG della Provincia di Viterbo per quel che riguarda la fase analitica prima e progettuale poi, dei tematismi archeologici. L’Alpha Consult srl di Roma, che ha curato la parte GIS del PTPG per la Provincia di Viterbo, e collaborato alla redazione del piano, ha ritenuto inserire il lavoro del presente elaborato in un ottica di un ulteriore contributo alla conoscenza del territoro Provinciale e su tale base proporre un progetto di salvaguardia e fruizione sostenibile dei siti archeologici lungo il tridente Clodia, Cassia Antica (Francigena), ed Amerina. Il presente lavoro riguarda l’area della Clodia nel volume Blera, Topografia antica della città e del suo territorio foglio 143 IV NO VETRALLA. La nascita del progetto sul sito di Blera si inserisce all’interno di un percorso più ampio intrapreso da alcuni anni dall’ex Ufficio per la Catalogazione dei Beni Culturali, CCBC, ora sciolto e trasformato in servizio Banche Dati e Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Viterbo che promuove e coordina l’attività di catalogazione e gestione dei Beni Culturali. Circa 3000 unità (punti, linee e poligoni) di 27 comuni della provincia, sono inseriti all’interno dei diversi tematismi di archeologia del Web GIS provinciale curato dall’Alpha Consult srl di Roma. Il lavoro ancora oggi può considerarsi in itinere e nuove informazioni quotidianamente, vanno ad implementare quelle già esistenti. La scelta è ricaduta sulla cittadina di Blera e perchè costituisce uno dei siti attraversati dall’antica via Clodia, quanto per il fatto che l’antico tracciato etrusco conserva proprio qui uno dei percorsi più suggestivi, sia sotto il profilo paesistico sia sotto quello archeologico. Il lavoro eseguito durante lo stage ha spaziato dall’inventario e relativa mappatura dei siti archeologici alla creazione del geodatabase, dall’uso di operazioni spaziali quali la III funzione di overlay topologico sino alla pubblicazione del dato in Internet ed al suo inserimento in un portale informativo al servizio del PTPG provinciale. Il lavoro di ricerca è stato predisposto per una progressiva e migliore conoscenza storicoarcheologica per un territorio molto studiato ma poco documentato on-line, funzionale non solo alla ricerca archeologica, ma anche alla programmazione di interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Tutto questo è stato possibile grazie all’ausilio di un approccio metodologico che vede nella diffusione facile delle informazioni geospaziali strutturate in rete Internet e nello scambio dei dati tra studiosi e grande pubblico il successo di operazioni sul territorio che mirino al consenso come passo per la loro realizzazione operativa altrimenti poco probabile. La conseguente pubblicazione strutturata in portale che fa uso della tecnologia Web Gis come strumento per permettere servizi in rete si basa sulla tecnologia software avanzata che parte dalla preparazione del dato geostrutturato con l’utilizzo dell’ambiente di editing fornito dall’Autodesk Inc. che include: AutoCad per la parte vettoriale, Map 3D, per la parte di topologia e preparazione del dato per Internet, il programma applicativo GDL-Graphic Data Link sviluppato dall’Alpha Consult s.r.l., per la produzione del dato ed il collegamento alle basi di dati Autodesk MapGuide 6.3 come map Server, con l’applicativo Info Map & Metadata server dell’Alpha Consult di Roma per la gestione dei dati collegati al dato geografico in Internet e la preparazione del portale informativo, Macromedia Dreamweaver 8.0, per l’editing html, Global scape CuteFTP Pro 3.3, per il trasferimento dati sul server cartografico in rete Internet ed il pacchetto di Microsoft Office con Access quale DBMS per i temi con pochi dati ed SQL Server come database dell’ente provinciale IV PARTE I INQUADRAMENTO GENARALE Capitolo 1. Dalla distribuzione dei Beni Culturali lungo la via Clodia al progetto di salvaguardia e fruizione sostenibile dei siti archeologici di Blera 1.1 La via Clodia La via Clodia fungeva da asse viario intermedio dell’Etruria meridionale, con funzione di collegamento tra i vari centri etruschi dell’entroterra, come Cerveteri, San Giuliano, Blera, Norchia, Tuscania 1 L’antico tracciato etrusco con la conquista del territorio da parte dei Romani, divenne l’asse principale di penetrazione nella regione e contribuì alla diffusione della cultura romana nei territori etruschi dell’interno. Si assistette con la loro conquista alla sistemazione del tracciato poi, alla sua trasformazione in via pubblica come collegamento tra Roma e la Toscana. Fig.1 Ricostruzione schematica del tracciato della via Clodia tratto da: C. De Ruyt, La Cava di Castro. Route etrusque et troncon probable de la via Clodia 1 Vari sono i siti attraversati dalla via Clodia. I tracciati ipotetici fatti dai vari studiosi coincidono solo in parte 1 Fig. 2 Tracciato della via Clodia (Prof G. Bellezza – Unituscia e dal Dott. F. Ricci della Amministrazione provinciale di Viterbo), come graficizzati in Internet dall’Alpha Consult s.r.l.) Controversa è l’epoca della sua realizzazione, ma sembra che sia plausibile o il periodo intorno al 225 a. C. o più tardi, intorno al 183 a. C. La sua caratterizzazione di via interna ha consentito il mantenimento delle caratteristiche originarie. Tipiche a tale proposito le “tagliate” denominate anche “vie cave”, che sono profonde trincee scavate nel tufo per una notevole profondità, entro le quali la strada passa, mantenendo quasi costante la larghezza di m 4,10 consueta nelle vie consolari romane. La strada odierna che più ricalca il percorso della Clodia antica, è la Braccianese-Claudia, che si dirama dalla Cassia all’altezza di La Storta. 2 Riguardo al territorio oggetto di studio, il percorso della via Clodia nel tratto da Vallicelle-Ponte Piro 3 fino a Blera, anche se non conservato totalmente, può essere ricostruito con sufficiente certezza. La via correva in direzione Nord-Nord Ovest sul 2 Scapaticci 2000, pp. 1,2 Il pianoro delle Vallicelle è ubicato nel comune di Barbarano Romano, a S di Blera. Ponte Piro, invece, è il toponimo di Fosso Petrolo: tramite questo ponte, ad un arco, la via Clodia superava Fosso Petrolo 3 2 pianoro delle Vallicelle dove la strada, a basoli di selce o pietra calcarea, è conservata con le sue opere sostruttive e, in alcuni punti, con la crepidine. Il terrazzamento sostruttivo è a volte, costituito da grossi massi di pietra, a volte da blocchi di tufo, in altri punti da muri costruiti. La via appare sempre meno conservata mano a mano che scendeva al Fosso Petrolo. Oltre l'attuale strada per Barbarano, è visibile la traccia di due deviazioni: una verso il Biedano 4 , l'altra verso i colli dell'Ascoletana a costituire, forse, una deviazione della Clodia verso Tarquinia. Subito a Nord Ovest del piano di Petrola, la strada è stata in gran parte distrutta. Approssimandosi al Fosso di S. Serisia, la via cominciava a correre in una trincea tagliata nel tufo, visibile solo in parte ed era sostenuta da una cortina di tufi squadrati 5 . Al termine della discesa superava il Fosso Biedano tramite un ponte a tre archi, detto del Diavolo 6 . Di seguito verranno proposti alcuni progetti, riguardanti alcuni comuni della provincia di Viterbo attraversati dall’antica via Clodia 7 . Fig. 3 Antica città di Castro (vedi tav. 1) 4 Il Biedano è uno dei due torrenti che attraversa Blera. Il vallone del Biedano è profondo fino a 100 metri. Quilici Gigli 1976, pp. 282-285 6 La Clodia attraversa il Biedano mediante un ponte a schiena d’asino, a tre fornaci, detto ‘Ponte del Diavolo’, omonimo a quello assai più imponente visibile a Marziana (Roma) lungo la stessa via 7 Dal lavoro svolto da altri, sono state estrapolate le sole informazioni di interesse archeologico-naturalistico 5 3 Fig. 4 Parco archeologico di Tuscanica (vedi tav. 1) Fig. 5 Vulci (vedi tav.3) 4 1.2. Inquadramento territoriale e archeologico Antico centro di origine etrusca, Blera si sviluppa a circa 260 m. di altezza in una tipica condizione di sito difeso, su uno sperone di tufo allungato verso ovest e delimitato a nord dal fosso Biedano a sud dall'affluente Ricanale (toponimo derivato da Rio Canale). Due ponti databili al II secolo a.C. scavalcano i due corsi d’acqua e permettevano all’antica via Clodia di attraversare la cittadina. Un progressivo slittamento dell'abitato attraverso i secoli, ha fatto si che si sia disabitata la punta di questo promontorio, ove invece sorgeva l'abitato antico. Quest'ultimo era limitato, sui lati, dalle stesse scarpate del promontorio, che furono rafforzate con la costruzione di mura e terrazze, mentre non ugualmente percepibili sono i limiti trasversali. L'assenza di materiale fittile e la presenza di numerose tombe del periodo tardorepubblicano, al limite del promontorio, fa pensare che quella parte non sia stata abitata. Con molta probabilità le costruzioni iniziavano circa dalla zona ove si riscontrano le ultime tombe, distendendosi ampiamente nel pianoro. Si tratta di tombe a nicchia, ma la maggior parte, a causa del loro riutilizzo come stalle o rimesse agricole sono quasi irriconoscibili. 8 Il materiale fittile riconosciuto sul pianoro indica un'occupazione del sito già nell'VIII secolo a. C. Il materiale arcaico è poi particolarmente abbondante, in considerazione anche della continuità dell'abitato in epoca successiva. Si tratta per lo più di ceramica di impasto, specie grossi recipienti, e anche frammenti di bucchero. Materiale dell'epoca arcaica all'imperiale si riscontra per tutta la zona disabitata, giungendo fino alle prime case, anzi sotto una delle prime abitazioni del paese attuale, si riconoscono resti delle strutture in calcestruzzo. L'abitato in epoca etrusca doveva presentare una linea di difesa artificiale nella parte S del promontorio, ove mancava qualsiasi confine naturale. Attualmente rimangono resti di due fossati della città medievale, uno che segna l'inizio al N delle costruzioni attuali, l'altro, più a S, all'inizio della porta Roma. Quest'ultimo appare inglobato nell'abitato ed in parte è stato colmato; non è comunque riconoscibile nei caratteri originari. L'altro è probabilmente da riferire ad età medievale. L'antichità di questo fossato non si può escludere per il fatto che taglia un cunicolo e due siloi. La mancanza di altri elementi porta a pensare che la difesa dell'abitato di epoca etrusca ed il suo limite siano stati costituiti da questo fossato più settentrionale. L'abitato di età romana sarà stato più esteso verso S, come appaiono indicare i resti in calcestruzzo sotto il paese attuale, tuttavia non giunse ad occupare tutta l'area del paese medievale, dato che all'interno di questo non si sa del rinvenimento di una tomba 9 . Si può considerare definita, già almeno in epoca tardo-arcaica la viabilità generale, quale poi 8 Basta una passeggiata per rendersi conto dell’incuria in cui si trovano la maggior parte dei rinvenimenti archeologici 9 S. Quilici Gigli 1976, pp.157,158 5 permane nelle epoche successive, fino a quando non si innestarono, in parte modificandola, le strade connesse con la costruzione del Ponte della Rocca. È da supporre, anche se mancano elementi archeologici che lo convalidano, che fosse chiaramente definito l'asse di dorsale del promontorio. Rimane piuttosto dubbio se vi fosse un accesso a SE, si presume che vi fosse un ingresso alla città dalla zona centro meridionale mediante la convergenza di due strade che, da opposta direzione salivano, dopo aver percorso le necropoli lungo le pendici. Da settentrione si può pensare ad un accesso nella zona centrale tramite una strada secondaria a tornante. Lungo tutto il lato destro della strada, prima di arrivare al Ponte della Rocca, si aprono una lunga serie di arcosoli; essi testimoniano che la strada attuale ricalca il percorso della strada antica. I resti sono a circa 2 2,5 m. dal piano stradale attuale 10 . In epoca tardo-repubblicana, con la costruzione del ponte della Rocca, l'impianto della città subisce alcune sostanziali modifiche: viene aperta infatti una strada che scende fino al ponte.e con molta probabilità è la diretta prosecuzione dell'asse trasversale della città, che così viene a percorrere tutto il promontorio. Essa nella discesa, usufruiva del fondo naturale roccioso. La strada, nel suo primo tratto, è caratterizzata da una serie di nicchiette, loculi ed arcosoli. Essi si dispongono ai lati della strada, anche su quattro file e su più livelli. Ove le condizioni del terreno lo permettevano immediatamente sopra gli arcasoli, furono scavati dei loculi. La ristretta ampiezza di carreggiata induce a pensare che tale asse sia stato costruito in funzione della città, e, non abbia costituito la direttrice principale del traffico regionale, pur rispondendo allo scopo di alleggerire la via Clodia. Solo in questa prospettiva si può d'altronde spiegare la ridotta ampiezza anche della via del fondovalle rispetto a quella che si riscontra, subito dopo l'incrocio dell'asse prima descritto; già nel passaggio del ponte ove la via Clodia dopo questo sdoppiamento del percorso alternativo ritorna ai 4,10 m., caratteristici delle vie romane di grande comunicazione. Continuò ad essere usata, la strada che dal limite NO dell'abitato scendeva verso il fondovalle, certo con funzione secondaria. Le tombe che costeggiano questa strada si riferiscono ad un epoca di certo anteriore alla costruzione del ponte; i loculi scavati nelle banchine di alcune tombe e gli arcosoli, indicano che la via continuò ad essere in uso anche dopo l'apertura della strada in diretta connessione con il ponte. A causa dei crolli e dei cedimenti delle pareti rocciose, i monumenti versano in un cattivo stato di conservazione. Sul lato verso la valle, venendo dalla strada che si dirama da quella che scende al ponte della Rocca, rimangono tracce di un arcosolio e, sul lato a monte, 10 Per la descrizione di tutti i rinvenimenti archeologici di Blera si rimanda alla scheda descrittiva della pagina Html: www.alphaconsult.it/cgt. Per i siti si è soprattutto fatto riferimento al testo: Blera, Topografia antica della città e del territorio. 6 alcune tombe a camera. Si segnala la presenza di una tomba a semidado che risulta devastata da trasformazioni a seguito del suo riutilizzo. La strada alle falde del promontorio potè subire, in connessione con la costruzione del ponte, alcune rettifiche, forse anche con l'apertura di nuove tagliate. Anche lungo questa si aprono arcosoli dove sono state rinvenute epigrafi latine; al suo sbocco sul ponte della Rocca fu costruito in epoca tardo-repubblicana un sepolcro in funzione dominante. Sotto l'estrema propaggine nord-occidentale del colle occupato dall'antica città, è ancora in uso uno dei ponti dell'antica via Clodia. Il ponte della Rocca scende da SE a NO, scavalcando il fosso Biedano con un unico arco. Il ponte è di tufo e in opera quadrata; i blocchi sono disposti l'uno sull'altro in alternanza per testa e per taglio. I filari più bassi conservano traccia di un bugnato rustico. L'arco si imposta sul lato verso la città direttamente sulla balza del colle, che per questo è stata regolarizzata con un taglio in verticale sotto l'imposta, e con taglio in lieve scivolo al di sotto di questi. L'altra testata è costituita da un terrazzamento di blocchi che si fonda sempre sul tufo naturale, appena sopra il livello di fondo del fosso. Il ponte risulta ben conservato sul lato NE, mentre sull'altro, la rampa è ripresa da murature moderne. Il ponte viene comunemente considerato costruito nel II secolo a. C.; una tale datazione non può essere accertata con sicurezza dal momento che non offre sufficienti elementi per una determinazione cronologica, anche se la stessa, potrebbe trovare conferma nella situazione topografica della zona 11 Su tutto il pianoro rimangono cospicue tracce del sistema idrico costituito da una fitta rete di cunicoli, con funzione di drenaggio del colle, di fogna e di conserva d'acqua. I cunicoli sono scavati nel tufo (larghezza 50-60 cm., altezza 160-180) e coperti a volta. Alcuni presentano una rigola di servizio e si vedono molti dei cunicoli di drenaggio-fogna, che dal pianoro tendevano a scaricare l'acqua nel fondovalle. Si può prendere come esempio il modo in cui l'acqua veniva fatta confluire a valle senza corrodere le pendici. Sul ciglio roccioso è visibile un complesso sistema di cunicoli (sito 42). Si tratta di un sistema per convogliare le acque dalla sommità del pianoro a valle. L'acqua veniva così incanalata con vari cunicoli, scavati a diverse altezze, secondo i gradoni naturali del promontorio tufaceo. Questi ultimi, tramite pozzetti scavati nella roccia, erano collegati tra loro per lo scarico delle acque. Con questo sistema, che poi si poteva ripetere lungo tutta la scarpata, l'acqua scendeva fino a valle. Si può accogliere l'ipotesi che un tale sistema di drenaggio si sia originato in epoca etrusca e, che la lunga vita della città, abbia implicato una sua riutilizzazione, oltre a modifiche e ampliamenti. 11 S. Quilici Gigli, pp. 190-194 7 Sul pianoro si riconoscono alcuni vani a forma ogivale, scavati nel tufo, che si possono in genere interpretare come siloi, ed in un caso, per la presenza di un cunicolo che vi sbocca, come cisterna. Le mura che cingevano il pianoro sono conservate per tratti esigui e riferibili solo in parte ad epoca antica. Permangono per lo più sul versante meridionale a rafforzare la prima scarpata del promontorio. Si conservano in genere uno o due filari, al massimo tre, di tufo locale, e nel tratto più lungo, si può notare una disposizione dei blocchi per testa e per taglio. Le dimensioni (90x45x45 cm.) giungono anche a 200x65. Sul lato settentrionale le mura in peperino e tufo rosso, sembrano essere conservate al limite del promontorio, solo in due tratti. Del primo si conservano quattro assise. Le due file più basse appaiono in blocchi di peperino, sopra queste, si vede in un tratto, un blocco di tufo rosso. Nel lato meridionale i tratti visibili, sia pure discontinui, restituiscono piuttosto bene l'andamento della fortificazione: dal momento che questa è la fronte più esposta, si può ipotizzare che fosse continua e piuttosto poderosa. Minori elementi si hanno per una valutazione della fronte settentrionale, che essendo più scoscesa e meno esposta, poteva anche non presentare una difesa continua. Il tratto visto su questo lato, al limite del promontorio, fa supporre che anche quella parte, anche se non abitata in epoca antica, fosse compresa nella fortificazione. Le mura oltre che di difesa del promontorio è probabile che in alcuni tratti abbiano avuto la funzione di contenimento e di terrazzamento. Scopo che appare chiaramente nelle mura costruite successivamente, e delle quali è conservato un bel tratto nel lato meridionale, al limite NO dell'abitato antico, ove alle mura si accostano terrazzi in calcestruzzo. Qui si nota un poderoso muraglione di terrazzamento. I blocchi sono di rimpiego, in tufo locale e cementati. Esso si fonda direttamente sul banco di tufo della collina. La differenza nella tecnica di costruzione, notata nei vari tratti conservati delle mura, fa pensare a diversi interventi di restauro, che sorta certo a scopi difensivi, fu mantenuta in epoca successiva anche con la funzione di mantenimento del promontorio. É probabile che già l'abitato di epoca arcaica presentasse le scarpate rafforzate da mura. 8 PARTE II METODOLOGIA Capitolo 2 Descrizione delle strumentazioni informatiche utilizzate 2.1 Backgroung dei prodottori GIS La Scuola GIS di Denver ha visto tra i suoi allievi sia Jack Dangermond, fondatore e presidente della ESRI Inc. che Jim Meadlock fondatore e CEO per trenta anni della Intergraph Corporation, le due società leader storiche dei software GIS. La base di partenza della tecnologia GIS che nasce alla Scuola di Denver, considerava la struttura topologica costituita da punti, linee e superfici rappresentati informazioni tematiche spaziali identificabili come strutture di overlay tematici descritte da un proprio geodatabase separato per ogni tema 12 . Solo alla fine degli anni ‘90, con l’acquisizione da parte di Autodesk del softaware della società sud africana Automated Mapping 13 ha portato la struttura del dato topologico nel dwg (modificando la struttura originaria del dwg di AutoCAD 12), giustapponendo il menu di Map a quello storico/classico proprio di AutoCAD, lasciando per diversi anni le due strutture a convivere parallelamente sulle macchine degli utenti Autodesk. Quindi nei primi anni d’introduzione di AutoCAD Map il passaggio dal CAD al GIS non era un procedimento immediato e la conversione di oggetti del disegno e di features topologiche restava giustapposta sia nel dwg che nella mente dell’utente CAD. Per far crescere la cultura del CAD ad acquisire prima gli ambienti di AMFM Automated Mapping/facility Management (cioè unire all’oggetto grafico il database soprattutto nelle reti tecnologiche), e successivamente a padroneggiare le funzioni spaziali proprie dei sistemi GIS introdotte in Autodesk dall’acquisizione della società sud africana, sono stati necessari diversi anni e diverse versioni di AutoCad Map. Tuttavia, l’ulteriore acquisizione della società sempre di Denver, produttrice di MapGuide, specializzata in software GIS per Internet, da parte dell’Autodesk ha permesso di avere su AutoCAD la possibilità di un ambiente di editing vettoriale che non solo scrivesse il data base grafico proprio del CAD ma unisse il geodatabese proprio del mondo del GIS scrivendo la topologia di Map in shape file (.shp - formato di Arc View) ed in ultimo la possibilità di scrivere in formato sdf, vettoriale indicizzato e compresso, proprio dell’ambiente Internet, che permette all’utente della rete di scaricare a video non tutto lposhape file come avviene in Arc IMS ma solo la 12 Overlay è in americano lo strato di vernice che si da sul legno ed è un classico avere molti strati soprattutto nelle strutture di legno delle barche 13 Automated Mapping società del Sud Africa che si poneva- all’inizio degli anni ’90 in pieno aparteit- sul mercato Sud africano come società produttrice di cartografie tematiche digitali con funzionalità simili di ArcInfo per la topologia ed ad AutoCad per l’editing, con un software prodotto in Sud Africa e commercializzato fuori dagli Stati Uniti 9 parte indicizzata che corrisponde alle richieste della visualizzazione dell’utente. Queste potenzialità di editing sono state ulteriormente megliorate con la modifica dell’architettura della struttura del dwg che si è ulteriomente evoluto negli ultimi anni per accogliere le strutture di dati topologici e per Internet come precedentemente descritto. Pertanto, mentre il dwg storico dell’AutoDesk della versione 10 alla fine degli anni ‘80, accoglieva solo l’informazione collegata con la struttura dei blocchi, (che ArcView poi poteva importare poichè nata dopo), l’avvento di ArcView negli anni ’90 ha spinto l’Autodesk prima a far produrre ad ESRI , come applicativo di AutoCAD il software ArcCad che quando è nato era stato definito “il meglio dei due mondi”; poi, con la successiva guerra commerciale tra Autodesk ed ESRI, Autodesk si è attrezzata in house con le acquisizioni di società esterne ed è divenuto il terzo polo GIS. Autodesk Inc. ha di molto modificato ed evoluto l’offerta sia sul mercato del CAD -con acquisizioni analoghe a quelle descritte nel campo del GIS sia della SoftDesk Ink– (per le applicazioni architettoniche)- che dell’Immage Technology -produttore di CadOverlay – (per l’editing raster), che sul mercato del GIS offrendo prodotti dei desktop GIS quali Map 3D e Map Guide 6.3 open source. 2.2 Autodek MapGuide La carta archeologica per la mappatura dei siti di Blera risale al 1976 14 . Il lavoro è stato svolto utilizzando il softaware Autodesk MapGuide. che è un prodotto software composto da tre programmi: AutodeskMapGuide Author per gestire le modalità di vestizione dei temi delle cartografie da visualizzare in rete, Autodesk MapGuide Server per servire in rete i dati cartografici ed associare informazioni vettoriali e raster provenienti da diversi server sparsi sulla rete, infine Autodesk MapGuide Viewer per la visualizzazione delle carte in maniera fortemente interattiva attraverso il normale browser di rete. MapGuide consente perciò di pubblicare su web mappe o disegni, integrandoli con dati provenienti da fonti diverse, aumentando così il valore delle basi dati digitalizzate, attraverso lo sviluppo di applicazioni specialistiche nel campo web, finalizzate alla distribuzione delle informazioni in tempo reale. MapGuide consente la distribuzione di mappe e progetti su web, permettendo lo sviluppo, la gestione e la distribuzione di applicazioni GIS e disegni in Internet, ampliando l’accesso ai dati geospaziali e progettuali. In questa maniera viene semplificata la distribuzione dei dati riducendo i costi e allargando la condivisione dei dati cartografici. InfoMap server dell’Alpha Consult completa la 14 Quilici Gigli, 1976 10 distribuzione dei dati permettendo di interagire in maniera evoluta con i database collegati ai portali informativi. 2.3 Autodesk 3D Map 2005 Negli ultimi anni Autodesk, software leader nel disegno automatico, ha cercato di diversificare i propri impegni in aree diverse dal CAD. A causa della grande distribuzione di AutoCAD, una grande quantità di dati esistenti di cartografia digitale viene creata nel formato (dwg) proprio del CAD e quindi molti utenti che producevano cartografia digitale ricercavano un prodotto GIS che gestisse il formato proprietario. Nel tentativo di rispondere a questa esigenza, vennero aggiunte funzionalità di cartografia e analisi GIS ad AutoCAD (versione 2002), con la versione di AutoCAD Map principale software Autodesk per la creazione e la gestione di mappe. 2.4 GDL Graphic Data Link (Gdl 2Kx) GDL Graphic Data Link dell'Alpha Consult di Roma (sviluppatore registrato dell'Autodesk per i programmi GIS di desktop); come dice il nome collega il dato grafico con il record del database e facilita le operazioni di interrogazione. Guida alla realizzazione di progetti GIS e si propone di soddisfare le necessità degli utenti di Autodesk Map 3D nel creare e gestire dati topologici. Ha funzioni aggiuntive a quelle di AutoCAD tra le quale la possibilità di tracciare un profilo del terreno partendo da punti quotati o dalle curve di livello. Gdl permette di visualizzare sul disegno in base ai colori impostati dall’utente nelle relative tabelle di Access, le topologie di Autodesk Map 3D dei temi predefiniti definendo i colori delle aree a rischio dai valori dei campi del database; esporta le tabelle interne al dwg degli object data, attributi e topologie di Autodesk Map 3D in tabelle di Microsoft Access per ulteriori studi di modellistica sui dati o di statistica, i cui risultati possono ritornare come dati, testi o tratteggi colorati sul disegno. É possibile modificare le tabelle di Access dal disegno. I dati del disegno vengono esportati nelle tabelle esterne (coordinate, lunghezze, aree, colori, ecc.), per poterli modificare dal database; è possibile trovare gli oggetti del disegno che hanno determinati valori nelle tabelle esterne o nelle tabelle collegate a quelle che ne descrivono i dati grafici del disegno e viceversa trovano sul disegno, i dati selezionati nel database. 11 2.5 GDL InfoMap & MetaData Server È lo strumento per predisporre portali di informazione geografica in rete Internet. Guida il professionista ad utilizzare nel modo più produttivo e veloce il mondo del web GIS e a rendere evidenti le tabelle topologiche con interrogazioni guidate al database sul server. Gdl InfoMap & MetaData Server: è l'applicazione Server side di Alpha Consult srl che guida alla realizzazione di progetti web GIS; partendo da dati di AutoCAD Map, ESRI, MapInfo è di ausilio alla creazione guidata di interrogazione alle topologie monotematiche ed a quelle create come sovrapposizione di overlay tematici; è dotata di interrogazioni predefinite per disegnare cartografie di rischio idrogeologico e delle celle della Carta del Paesaggio; è una guida per iniziare a lavorare con il web GIS in modo strutturato; è uno strumento per simulare gli scenari di rischio in rete condividendo le informazioni disponibili; i dati delle topologie di AutoCAD Map vengono visualizzati sul web in base ai colori imposti dall'utente nelle tabelle di Access, SQL Server; permette di disegnare, inviare punti, linee e superfici al server, esportare gli oggetti disegnati georeferenziati sul PC Client: usato con Gdl Full ricostruisce in locale quanto disegnato sul server Internet. Le funzioni principali: sono guidate da menu/bottoni sequenziali nello svolgimento del progetto GIS; risultano molto immediate; semplici da usare anche per i non esperti di web o di GIS; includono e guidano i comandi più comuni di MapGuide; permettono di creare e modificare le tabelle di Access dal web; esportano i dati del disegno nelle tabelle esterne (coordinate, lunghezze, aree, colori, etc.), per poterli modificare da Autocad e dal database trovano gli oggetti del disegno in Internet che hanno determinati valori nelle tabelle esterne o nelle tabelle collegate a quelle che descrivono i dati grafici del disegno on-line, viceversa trovano sul disegno i dati selezionati nel database in Internet portandoli al centro dello schermo, usato con DWGInfo permette di scaricare dall’archivio in locale la metainformazione del dato presente nel disegno e, se autorizzato, il file dei dati GIS. GDL InfoMap & MetaData Server, aggiungendo le funzionalità proprie del mondo web GIS., permette di compiere analisi spazioli on-line, in automatico, operando sulla sovrapposizione di overlay tematici con la seguente metodologia: 12 standardizza i tematismi ed i relativi codici dei poligoni in banca dati; guida alla scelta del tematismo progettuale; permette di scegliere dalla tabella dei tematismi il tema da disegnare; guida a disegnare sul piano giusto con colore preassegnato il bordo del poligono del tema scelto (per segnalare eventi on-line); guida a selezionare i valori dei centroidi codificati in banca dati; modifica i valori dei centroidi della topologia on-line; esporta in tabelle di database il predetto valore che caratterizza il testo del poligono disegnato on-line, con l'area relativa e l'ID assegnato in automatico da Map Guide, rendendo disponibili in Access le informazioni delle topologie disegnate dal Client; In tal modo un disegnatore diviene un esperto di web gis eseguendo le interrogazioni guidate in banca dati; potrà quindi espletare pratiche amministrative on-line sui dati del server cartografico. 13 Capitolo 3 Procedure utilizzate per la realizzazione del progetto di lavoro 3.1 Mappatura e digitalizzazione dei siti archeologici La fase iniziale di lavoro, è stata indirizzata alla mappatura dei siti archeologici di Blera Attraverso un nome utente e password è possibile accedere alla carta archeologica della Provincia di Viterbo contenente i siti archeologici mappati fino ad oggi. Foto 6 I siti nella provincia di Viterbo mappati in Internet Nell’elenco dei tematismi, sul lato destro, sono riportati insieme ai vincoli archeologici, e ai limiti comunali i rinvenimenti archeologici graficizzati in punti, linee, e poligoni. Naturalmente a seconda della necessità è possibile rendere visibili i vari layer. Nella toolbar in alto, cliccando sull’icona seleziona oggetti, è possibile selezionare gli oggetti cartografici come il limite comunale. Dopo aver individuato il comune di Blera, il passo successivo sarà quello di andare a posizionare i singoli rinvenimenti archeologici. Nel nostro caso con MapGuide si ha la possibilità di cambiare la scala dello zoom scelto, di spostare l’area di visualizzazione della mappa e di selezionare oggetti con dati associati. É possibile a seconda della scala visualizzare le seguenti cartografie: Carta ATP (-Azienda di Promozione Turistica- De Agostini) 1:250000 14 Carta fisica 1:100000 CTR 100000 IGM 1:25000 CTR 1:10000 Foto aerea Volo Italia 2000(volo effettuato nell’estate del 1999- 1:10000) Carta Catastale Per ogni oggetto inserito viene compilata la rispettiva scheda descrittiva Fig. 7 Provincia di Viterbo con la finestra di selezione degli oggetti 15 Fig 8 Sito archeologico mappato (Ponte della Rocca) e la rispettiva scheda descrittiva Fig. 9 Ponte della Rocca 16 3.2 Assegnazione del sistema di coordinate Dopo aver eseguito l’inventario e la relativa mappatura dei rinvenimenti archeologici, con il softaware Autodesk 3D Map sono stati importati dal database i dati relativi ai poligoni e alle polilinee disegnati precedentemente in Internet. Dalla toolbar utilità scegliendo dal menu a tendina map, tools, import from Autodesk MapGuide, si arriva a selezionare il file di interesse (nel nostro caso quello riguardante i poligoni) Fig. 10 Importazione di un file da Autodesk 3D Map Dalla tabella SDF import_Poligoni_VT_Ambiente.sdf tramite l’opzione import to layer bisogna riportare il nome del file (poligoni); in seguito rendendo attivo il flag assign to object data table e cliccando su si andrammo a riempire i campi table name. e in field definition i campi field name e type. Fig 11 Importazione di un file Sdf 17 Fig. 12 Definizione di un oggetto della tabella Dal momento che le coordinate degli oggetti mappati in Internet sono espresse in coordinate geografiche (latitudine e longitudine) bisogna convertirle nel sistema di riferimento appropriato UTM 33 . Per assegnare il sistema di coordinate: utilità, map tools, assign global coordinate system. Con questo primo passaggio si andrà ad inserire in code il sistema di coordinate in cui sono gli oggetti mappati LL84 (WGS84 datum, latitudinelongitudine) e in seguito dopo il salvataggio si procede alla successiva chiusura del file. Fig. 13 Procedura per l’assegnazione del sistema di coordinate Con l’apertura di un nuovo file e ripetendo la procedura poc’anzi descritta, (vedi fig. 13) in code, andrà inserito il sistema di riferimento UTM 33N (il sistema in cui si vuole convertire il file). Cliccando su select drawings si andrà a selezionare il file poligoni in 18 coordinate LL84. A questo punto, per importare il file nel nuovo sistema di coordinate (UTM 33) bisogna procedere nel modo seguente (vedi fig.successiva). Fig. 14 Comando project workspace Dopo la selezione del comando project workspace si procede alla definizione di una query. Cliccando con il tasto destro su drawings quindi attach si andrà a prendere il file poligoni LL84. Si procede con la query nel seguente modo: current query, e successivamente con il tasto destro define si andranno a selezionare tutti gli elementi presenti nel file poligoni. Dalla finestra define query of attached drawing cliccando su location poi all e in query mode selezionando draw si esegue la query tramite il tasto execute query. In questo modo tutti gli oggetti importati nel nuovo disegno avranno il sistema di coordinate in UTM 33. Fig. 15 Definizione della query 19 Tutto il procedimento di importazione e di assegnazione delle coordinate finora descritto è stato fatto anche per gli elementi lineari La situazione è diversa per gli elementi puntuali; questo perchè, mentre per le linee e i poligoni si hanno dei file vettoriali Sdf (formato di Autodesk MapGuide), per i punti invece, tutte le informazioni sono contenute nel database. Per questo, prima di passare alla conversione del sistema di riferimento, si è fatto ricorso al software GDL. - Graphic Data Link dell'Alpha Consult di Roma. Tramite il modulo Gdl ed il collegamento del file MDB (Microsoft database), si importa la tabella degli elementi puntuali: utilità carica dati da file Access. Fig 16 Importazione di un file di Access da Autodesk MapGuide Il passo successivo sarà quello di impostare il sistema di riferimento così come è stato fatto per i poligoni e per le polilinee ( fig. 13, 14). Alla fine bisogna importare i tre file finora creati (poligoni polilinee punti UTM33N) tramite il comando project workspace. 20 Fig. 17 Selezione dei file e successiva query 3.3 Errori di digitalizzazione In ambiente Autodesk 3D Map e con l’ausilio del softaware Gdl, all’apertura del file dei comuni del Lazio e successivamente a quello del comune di Blera è stato inserito il grigliato della carta tecnica regionale (CTR 10000) tramite raster impostazioni Fig. 18 Inserimento di un’immagine raster 21 Con il modulo Gdl dal menu raster inserisci da grigliato si andranno a selezionare i numeri dei fogli della CTR riguardanti il comune di Blera. Fig. 19 Inserimento del grigliato della CTR Allo stesso modo si carica la carta archeologica che si andrà a sovrapporre alla carta tecnica regionale. Fig. 20 Inserimento di un’immagine 22 Tramite il comando e l’individuazione di due punti è possibile anteporre le due carte . L’allineamento tra la carta tecnica e quella archeologica è stato fatto per avere una ulteriore precisione nel posizionamento dei rinvenimenti: in questo modo infatti, è stato possibile confrontare e correggere gli elementi sia puntuali, sia lineari sia poligonali precedentemente disegnati in Internet e che risultavano avere una collocazione diversa o non precisissima rispetto agli oggetti riportati nella carta archeologica del 1976. Purtroppo, con il softaware MapGuide durante il posizionamento degli oggetti in Internet si creano alcuni inconvenienti: è opportuno riportare degli esempi. Durante la graficizzazione di aree di grandi dimensioni (necropoli o aree di frammenti fittili) non è possibile dare al disegno un dettaglio elevato poichè il softaware non permette, durante la digitalizzazione, di modificare la scala e la finestra di visualizzazione. La conseguenza è che si è costretti a lavorare a scale molto più alte a discapito di una maggiore precisione con la successiva creazione di errori. Si formano dei piccoli poligoni all’interno delle aree che non vengono riconosciti come parte della stessa entità archeologica. Si è proceduto alla correzione delle aree che riportavano questo tipo di errore. Fig. 21 Errore di digitalizzazione in Internet 23 3.4 Funzione di overlay topologico In questo paragrafo verrà trattato l’uso di operatori spaziali quali la funzione di overlay tra i comuni della provincia di Viterbo e il grigliato della carta tecnica regionale e un successivo overlay, tra il risultato della precedente operazione e tutti i rinvenimenti archeologici della Provincia finora mappati. Prima si procede all’importazione dei file contenenti i limiti dei comuni, i siti archeologici e il grigliato, poi alla creazione della topologia. Per l’importazione dei file con il modulo Gdl (primo passaggio) si procede nel modo seguente: Fig. 22 Importazione di un file Fig.23 I file importati (limiti comunali, grigliato e siti archeologici) 24 Con il passaggio successivo, tramite la finestra workspace (Topologies, create), si creeranno le topologie relative ai comuni e al grigliato CTR 10:000 Fig. 24 Crazione e definizione delle topologie dei comuni (CC) e del grigliato (Grid) Successivamente si passa all’oparazione di overlay vera e propria tramite l’operazione di intersection. Fig. 25 Operazione di overlay tramite il comando intersect 25 Il risultato sarà la creazione di un nuovo layer che conterrà la sovrapposizione tra il grigliato e i comuni della Provincia (Grid_CC) Fig. 26 Analisi di overlay tra comuni e grigliato Allo stesso modo si crea la topologia tra il risultato dell’overlay precedente (grid_CC) con i siti archeologici (il risultato sarà la tabella Grid_CC_Siti) 26 Fig. 27 Operazione di overlay tra siti, comuni e grigliato CTR 10:000 (Grid_CC_Siti) Si esporta il database per le successive elaborazioni: (dalla toolbar database, esporta object data in un database esterno) Fig. 28 Esportazione in un database esterno In ambiente Access si svolgeranno tutte le operazioni di query. Qui avrò tutti i file precedentemente importati. Si andrà a selezionare Overlay Grid_CC. Nella tabella si andranno ad aggiungere due nuove colonne (tavoletta e comune) cliccando dalla toolbar design. Si crea la query (queries, create query in design view) 27 Fig. 29 Aggiunta dei campi tavoletta e comune Selezionando le tabelle TPMCNTR_CC e TPMCNTR_Grid è possibile fare la query mediante la quale saranno riempiti i campi vuoti di tavoletta e comune, con l’aggiunta di nuove informazioni. Andrà perciò selezionato il tipo di query da esegire tramite il tasto query dalla toolbar Fig. 30 Selezione della query di aggiornamento 28 Fig. 31 Esecuzione della query Fig 32 Risultato finale (riempimento dei campi comune e tavoletta) La tabella Overlay_Grid_CC conterrà l’informazione relativa al comune e al numero di tavoletta della carta tecnica regionale in cui si trova un determinato rinvenimento archeologico. Dal momento che la tabella Overlay_Grid_CC_Siti contiene in un unico campo (in Grid_CC_ID) le informazioni relative sia al grigliato sia al comune essa andrà scomposta: si andranno ad aggiungere due colonne che saranno riempite con le informazioni relative al comune e alla tavoletta. 29 Fig.33 Query di aggiornamento della tabella Overlay_Grid_CC_Siti Fig. 34 Risultato della query Nella tabella Poligoni bisogna aggiungere il campo ID ricavabile tramite una query con la tabella della topologia dei siti (TPMCNTR_Siti) mettendo in relazione il campo handle. Ora il campo ID della tabella poligoni corrisponde al campo siti_ID della tabella Overlay_Grid_CC_Siti. In questo modo si ottiene il collegamento tra i poligoni disegnati in AutoCAD e tutte le informazioni contenute nella tabella Overlay_ Grid_CC_Siti. In quest’ultima tabella si andranno ad aggiungere tutti gli altri campi presenti nel database (gli stessi della scheda descrittiva esempio label, toponimo etc...). 30 Fig. 35 Query di aggiornamento del campo ID Fig. 36 I nuovi campi creati Prima di riempire i record creati bisogna che si definisca nella tabella Overlay_ Grid_CC_Siti il campo key. Il campo key è un codice identificativo che si crea automaticamente con MapGuide durante il disegno in Internet e che perciò è già presente nel database. Esso ci permetterà con una successiva query di importare tutti i dati per la compilazione dei campi appena ceati. 31 Fig. 37 Query di aggiornamento Fig. 38 Query di aggiornamento della tabella Overlay_Grid_CC_Siti per l’aggiunta di nuovi campi In questo modo con la funzione di overlay e con le query in Access, si è riusciti a definire in quale tavoletta della CTR e in quale comune vanno a ricadere i siti finora mappati nella provincia di Viterbo collegandoli poi, alle informazioni contenute nel database. 32 Fig. 39 Collegamento tra i dati ricavati dalle operazioni di overlay e query con il database Fig. 40 Database con alcuni dei principali record 33 PARTE III RISULTATI Capitolo 4. Dal progetto web gis alla proposta di salvaguardia e valorizzazione 4.1 Pagina Html L’ultima parte del progetto ha previsto la pubblicazione del dato in Internet. Ciò è stato realizzato con i softaware Global scape CuteFTP Pro 3.3 e Macromedia Dreamweaver 8. Con il primo sono stati trasferiti i dati sul server cartografico in rete Internet mentre con Dreamweaver 8 è stata creata la pagina Html Fig. 41 Home page del sito www.alphaconsult.it/cgt Sul lato destro sono stati elencati i vari comuni della provincia di Viterbo attraversati dall’antica via Clodia, a sinistra i vari progetti finora realizzati. Sia i comuni che i progetti andranno collegati con la mappa posta al centro della pagina. Per trasferire i dati relativi all’area archeologica di Blera da Autocad 3D Map in Internet si utilizza dalla toolbar utilità il camando Export to Autodesk MapGuide. Naturalmente prima di questo procedimento, bisogna controllare che gli elementi puntuali, lineari e poligonali siano nel sistema di riferimento UTM 33 (si rimanda al cap. 3). A questo punto, con il modulo MapGuide Author, per la visualizzazione in legenda degli elementi puntuali, 34 lineari e poligonali si andranno a creare dei nuovi layer. Per il procedimento si rimanda alle figure in sequenza Fig.42 Creazione di un nuovo layer puntuale Fig. 43 Passaggio successivo per la creazione di un nuovo layer puntuale 35 Fig 44 Definizione dello stile di visualizzazione dei punti Il procedimento esplicato nelle tre figure precedenti deve essere fatto anche per linee e poligoni Fig.45 Legenda in Internet 36 A questo punto dopo il salvataggio della legenda della mappa si passa in Internet; prima vanno creati gli Sdf dalla toolbar utilità .Per ora si procede con gli elementi areali. Fig, 46 Creazione del file Sdf poligonale Nella pagina Html, cliccando sul progetto di Blera si accede all’elenco dei rinvenimenti archeologici. Fig. 47 Elenco dei rinvenimenti archeologici a Blera 37 Il collegamento tra i siti e la mappa è stato fatto per ogni singolo rinvenimento attraverso il softaware Macromedia Dreamweaver 8 in congiunzione con MapGuide; i primi elementi ed essere collegati sono quelli areali. Per ogni oggetto (in MapGuide) sono state prese le coordinate in latitudine e longitudine, la scala di visualizzazione e il rispettivo handle riportando il tutto nella pagina Html. Con le coordinate si definisce la posizione del rinvenimento archeologico, con la scala lo zoom di visualizzazione e con l’handle la selezione dell’oggetto di interesse. Bisogna ricordare che ogni volta che in Autocad 3D Map viene disegnato un oggetto, automaticamente, viene creato un handle; esso è di particolare importanza poichè è l’identificativo dell’oggetto stesso. Dalla home page, cliccando sui rinvenimenti archeologici, per ogni singola entità è possibile accedere alla scheda descrittiva Fig. 48 Elenco dei rinvenimenti nella pagina Html con coordinate, scala ed handle Con il tasto preview posto in alto, nella toolbar, si accede all’elenco e da qui, cliccando su un rinvenimento viene visualizzata la rispettiva scheda descrittiva. 38 Va sottolineato che la scheda trova la sua origine in ambiente Gdl Info Map & Metadata server. . Fig. 49 Visualizzazione di un’evidenza archeologica di tipo poligonale 39 Fig. 50 Scheda descrittiva di una entità poligonale Dopo aver realizzato il collegamento tra l’elenco e gli elementi areali presenti nella mappa, anche per le linee si va a creare l’Sdf. Bisogna però ricordare che quando è stata effettuata la sovrapposizione tra la carta tecnica e quella archeologica, tramite il comando , si sono apportate delle modifiche a quelle linee che avevano una ubicazione diversa da quelle riportate nella carta archeologica del 1976. Proprio per questo le linee ‘spostate’ risultano avere un nuovo handle. Dopo l’importazione del file delle polilinee in ambiente Autocad 3D Map, cliccando sulla linea spostata e dalla tastiera del computer, tramite il comando list, è possibile visualizzare il nuovo handle così come riportato nelle figure successive 40 Fig. 51 Selezione di una linea e comando list Fig. 52 Valore di handle riferito alla linea selezionata nella figura precedente Manualmente, nel database, tale handle è andato a correggere quello esistente. A questo punto si procede con la creazione dell’Sdf (utilità, map, tools, import from Autodesk to Map Guide) e, tramite il campo key, si fa una query tra il file delle linee modificate e quello precedente alle modifiche. In quest’ultimo file si andranno ad aggiungere i seguenti campi: key, label, tipo_presenza, toponimo, descrizione, autore, titolo, anno, note, nome_inserimento. Il passo successivo sarà il trasferimento dell’Sdf in Internet tramite il softaware Global scape CuteFTP Pro 3.3. Da qui il collegamento tra l’elenco dei siti e le rispettive entità lineari (tramite identificazione delle coordinate, scala e inserimento dell’handle). 41 Fig. 53 Selezione di un elemento lineare 42 Fig. 54 Scheda descittiva di un elemento lineare Si passa agli elementi puntuali. Per questi non necessita la creazione dell’Sdf, poichè per i punti, a differenza di linee e poligoni esiste già un file grafico. Così si procede ad importare il database da Access Fig. 55 Importazione del fille dei punti dal database Anche per gli elementi puntuali sono state apportate delle correzioni; si procede come esplicitato alle pagine 40,41. Dopo l’Sdf, tramite il campo key, si fa una query tra il file dei punti modificati e quelli precedenti alle modifiche Si procede perciò al collegamento tra i siti elencati e i rispettivi elementi puntuali 43 Fig. 56 Selezione di un elemento puntuale Fig. 57 Scheda descrittiva dell’elemento puntuale Dalla pagina Html, a sinistra, è possibile visualizzare gli altri progetti realizzati per il comune di Monte Romano, Tuscania, Vulci e Castro. In realtà da questi lavori sono state 44 estrapolate le sole informazioni di interesse archeologico-naturalistico. Dopo aver scontornato in Autocad 3D Map l’area di interesse e, dopo aver riconosciuto i punti di interesse archeologico, per ogni comune menzionato in precedenza, è stato fatto il collegamento con la mappa nello stesso modo in cui si è preceduto per l’area archeologica di Blera, dalla legenda della mappa alla creazione degli SDF, al collegamento vero e proprio. Fig. 58 Progetto dell’area archeologica di Vulci 45 4.2 Eventuali miglioramenti e sviluppi del progetto di lavoro Da pochi mesi vengono mappati direttamente in Internet, con MapGuide i rinvenimenti archeologici di alcuni comuni della provincia di Viterbo. Va specificato che il progetto di lavoro sul sito di Blera è ancora in fase sperimentale. 1. La fase iniziale del lavoro di stage è stata indirizzata alla digitalizzazione dei dati in Internet poi si è passati in ambiente Autodesk Autocad 3dMap per ricontrollare i siti e fare le opportune correzioni (vedi cap. 3.1). In realtà se si fosse anteposto il secondo passaggio al primo avremmo risparmiato in termini di tempo. 2. La funzione di overlay topologico poteva essere realizzata anche per gli elementi lineari e puntuali. (ciò non è stato fatto a causa dei ritardi con cui tali dati sono pervenuti) 3. Sono stati mappati i dati di Blera relativi a ricognizioni archeologiche fatte alla fine degli anni ‘80. Con ricognizioni relative ad anni più recenti o con l’ausilio di GPS sarebbe stato possibile un raffronto tra i dati. 46 4.3 Layout Tavola 1. Mappatura dei rinvenimenti archeologici lungo la via Clodia con particolare riferimento al sito di Blera Innanzitutto bisogna impostare la pagina di layout con la relativa scala: dal tasto destro di layout, page setup menager Fig. 59 Impostazione della pagina di layout All’interno del layout è stata inserita la seguente cartografia: Cartagrafia generale Inquadramento generale con tutti i siti della Provincia mappati (al centro) Foto aerea Volo Italia 2000 Area archeologica di Blera con i siti mappati con Autodesk MapGiuide, la relativa legenda e l’elenco dei rinvenimenti (a sinistra, in alto) Carta tecnica regionale 1:10000 Antica città di Castro e cenni storici (a destra, in alto) Carta tecnica regionale 1:10000 Vulci con la relativa legenda e cenni storici (a sinistra, in basso) Carta tecnica regionale 1:10000 Parco archeologico di Tuscania con la relativa legenda e cenni storici (a destra, in basso) 47 Tavola 2. Blera: analisi delle emergenze archeologiche, definizione della banca dati associata, progetto web gis per la visualizzazione e proposta di recupero e valorizzazione Cartografia impiegata: Foto aerea Volo Italia 2000 Area archeologica di Blera con i siti mappati con Autodesk MapGuide con la relativa legenda e l’elenco dei rinvenimenti Carta tecnica regionale 1:10000 con le evidenze archeologiche e relativa didascalia. Percorsi turistici con i punti di interesse. 48 Capitolo 5. Conclusioni La predisposizione del portale informativo su Blera ha permesso di avere un supporto online per le scelte di pianificazione per la valorizzazione dei beni archeologici inventariati. Infatti l’applicazione web GIS oltre ad avere una funzione puramente informativa, offre la possibilità di organizzare la conoscenza finalizzata alla ricerca archeologica e del patrimonio culturale permettendo la simulazione di scenari per organizzare la conservazione, la valorizzazione e la fruizione dei beni. Il processo conoscitivo intrapreso per Blera, parte dall’inventario del singolo manufatto per archiviare l’insieme di strutture complesse; il percorso seguito dall’individuazione dei siti sino alla restituzione in forme geometriche delle molteplici entità che lo configurano ed ha costituito la base di un approccio per la valorizzazione dell’area e della sua riprogettazione. La Tav 1. illustra il sistema della via Clodia e le aree approfondite nella fase d’inventario e di mappatura GIS. Inserisce l’intervento su Blera nel complesso del paesaggio circostante e rimanda alla tavola di piano per gli approfondimenti e per lo studio della trasformazione dei Beni Culturali in una risorsa viva in grado di trasformare il territorio ed attrarre risorse economiche per la conservazione dei beni archeologici da restituire come patrimonio alla popolazione. Fig.60 Legenda (tav. 1, 2) 49 La Tav.2 descrive sinteticamente gli interventi che si propongono di inserire nel PTPG della Provincia per quel che concerne la metodologia operativa dei progetti di valorizzazione archeologica. Fig. 61Legenda (tav. 2) In tal modo prende forma il recupero del territorio, già di per se vincolato ma in stato di abbandono, complesso unitario di grande pregio che ha una grande vocazione alla valorizzazione turistica. Attraverso la messa a disposizione di tutti gli strumenti didattico-didascalici, di sistemi di accesso e avvicinamento che non contrastino con la corretta conservazione dell’ambiente, il presente progetto di valorizzazione e fruizione dell’area archeologica di Blera individua tracciati d’interesse e percorsi di visita con punti di sosta nei pressi di quelle aree che ricalcano antichi fasti della civiltà etrusca. Gli interventi tesi a garantire la fruizione nella conservazioone e nella messa in sicurezza dei luoghi, si rivolgono ai siti che possono essere considerati di maggior attrattiva turistica, pur non compromettendo la conservazione dei beni. 50 Rinvenimento 47 Sul ciglio roccioso si notano due assise di muro in blocco di tufo. Nel primo filare i blocchi sono messi per taglio, nel secondo sono disposti per testa e per taglio Fig.62 Punti di interesse Le aree di sosta sono posizionate nei pressi di quei siti che maggiormente ricalcano le antiche vestigia Fig. 63 Area di sosta Pertanto un sistema informativo geografico, inteso come contenitore di informazioni e strumento di correlazione e gestione dei dati, diviene funzionale non solo alla ricerca archeologica, ma anche alla programmazione degli interventi necessari alla tutela ed alla conservazione del patrimonio culturale. Dalla fase iniziale del lavoro di stage rivolto alla documentazione dei beni è apparsa chiara sin da subito la necessità di rendere queste informazione fruibili ed al supporto della pianificazione. Con questo lavoro si è tentato di delineare una via di sviluppo consapevole di una ricerca storica e archeologica puntando al vincolo obiettivo della pubblicazione del dato in Internet, ma non solo. In tal modo è possibile con una semplice connessione avere informazione sui rinvenimenti, è possibile posizionarne altri, qualora ci fossero ulteriori scoperte, ma soprattutto impostare una politica di intervento al fine della conservazione e valorizzazione. Nel futuro si prevede la prospettiva di poter sviluppare e integrare iniziative come questa in un quadro armonico di sviluppo della Provincia che permetta di ottenere maggiori vantaggi dello sviluppo economico di aree oggi marginali ma dotate di alte potenzialità, per una fruizione storico-ambientale consapevole e rispettosa del nostro patrimonio culturale. 51 Fig 64 Tavola 1 52 Fig. 65 tavola 2 53 Figure Figura 1 Ricostruzione schematica del tracciato della via Clodia tratto da: C. De Ruyt, La cava di Castro. Route etrusque et troncon probable de la via Clodia Figura 2 Tracciato della via Clodia (Prof G. Bellezza – Unituscia e dal Dott. F. Ricci della Amministrazione provinciale di Viterbo), come graficizzati in Internet dall’Alpha Consult s.r.l.) Alpha Consult s.r.l.-) Figura 3 Antica città di Castro Figura 4 Parco archeologico di Tuscanica Figura 5 Vulci Figura 6 I siti nella provincia di Viterbo mappati in Internet Figura 7 Provincia di Viterbo con la finestra di selezione degli oggetti Figura 8 Sito archeologico mappato (Ponte della Rocca) e la rispettiva scheda descrittiva Figura 9 Ponte della Rocca Figura 10 Importazione di un file da Autodesk 3D Map Figura 11 Importazione di un file Sdf Figura 12 Definizione di un oggetto della tabella Figura 13 Procedura per l’assegnazione del sistema di coordinate Figura 14 Comando project workspace Figura 15 Definizione della query Figura 16 Importazione di un file di Access da Autodesk MapGuide Figura 17 Selezione dei file e successiva query Figura 18 Inserimento di un’immagine raster Figura 19 Inserimento del grigliato della CTR Figura 20 Inserimento di un’immagine Figura 21 Errore di digitalizzazione in Internet Figura 22 Importazione di un file Figura 23 I file importati (limiti comunali, grigliato e siti archeologici) Figura 24 Crazione e definizione delle topologie dei comuni (CC) e del grigliato (Grid) Figura 25 Operazione di overlay tramite il comando intersect Figura 26 Analisi di overlay tra comuni e grigliato 54 Figura 27 Operazione di overlay tra siti, comuni e grigliato CTR 10:000 (Grid_CC_Siti) Figura 28 Esportazione in un database esterno Figura 29 Aggiunta dei campi tavoletta e comune Figura 30 Selezione della query di aggiornamento Figura 31 Esecuzione della query Figura 32 Risultato finale (riempimento dei campi comune e tavoletta) Figura 33 Query di aggiornamento della tabella Overlay_Grid_CC_Siti Figura 34 Risultato della query Figura 35 Query di aggiornamento del campo ID Figura 36 I nuovi campi creati Figura 37 Query di aggiornamento Figura 38 Query di aggiornamento della tabella Overlay_Grid_CC_Siti per l’aggiunta di nuovi campi Figura 39 Collegamento tra i dati ricavati dalle operazioni di overlay e query con il database Figura 40 Database con alcuni dei principali record Figura 41 Home page del sito www.alphaconsult.it/cgt Figura 42 Creazione di un nuovo layer puntuale Figura 43 Passaggio successivo per la creazione di un nuovo layer puntuale Figura 44 Definizione dello stile di visualizzazione dei punti Figura 45 Legenda in Internet Figura 46 Creazione del file Sdf poligonale Figura 47 Elenco dei rinvenimenti archeologici a Blera Figura 48 Elenco dei rinvenimenti nella pagina Html con coordinate, scala ed handle Figura 49 Visualizzazione di un’evidenza archeologica di tipo poligonale Figura 50 Scheda descrittiva di una entità poligonale Figura 51 Selezione di una linea e comando list Figura 52 Valore di handle riferito alla linea selezionata nella figura precedente Figura 53 Selezione di un elemento lineare Figura 54 Scheda descittiva di un elemento lineare Figura 55 Importazione del file dei punti dal database Figura 56 Selezione di un elemento puntuale 55 Figura 57 Scheda descrittiva dell’elemento puntuale Figura 58 Progetto dell’area archeologica di Vulci Figura 59 Impostazione della pagina di layout Figura 60 Legenda (tav. 1, 2) Figura 61 Legenda (tav. 2) Figura 62 Punti di interesse Figura 63 Area di sosta Figura 64 Tavola 1 Figura 65 Tavola 2 56 Tavole Tav.1 Mappatura dei rinvenimenti archeologici lungo la via Clodia con particolare riferimento al sito di Blera Tav.2. Blera: analisi delle emergenze archeologiche, definizione della banca dati associata, progetto web gis per la visualizzazione e proposta di recupero e valorizzazione 57 58 Bibliografia F. Alberti, Storia di Bieda, Roma, 1822 F. Castagnoli, G. Colonna, S.Quilici Gigli, in Quaderni di Topografia Antica dell’Università di Roma, 6, 1974 G.F. Gamurrini, A. Cozza, A. Pasqui, R. Mengarelli L'Etruria e la Sabina in Forma Italiae, Firenze,1972 S. Quilici Gigli, Blera, Topografia antica della città e del territorio, Mainz am rhein, 1976, pp. 158-206 L. Ricciardi, Recenti scoperte a Blera e nel suo territorio in Antiqua, Roma 1987, pp. 4268 L. Santella. Blera e il suo territorio, Viterbo 1981 M. G. Scapaticci, in AAI - NT III14, 2000 pp.1,2 59