Spettrografi guide camera slit grating camera Boller & Chivens Spectrograph T120 - Asiago collimatore X nucleo galassia righe in emissione della galassia 3500 Å 8000 Å λ righe spettrali del cielo stella stella M57 slit l Asiago Faint Object Spectrograph and Camera (AFOSC) righe di cielo λ Nucleo della galassia Elenco di spettrografi-imagers tipo FOSC DFOSC @ 1.54m Danish telescope (Chile) EFOSC2 @ 3.5m NTT-La Silla (Chile) ALFOSC @ 2.5m NOT (Canary Islands, Spain) DOLORES @ 3.5m TNG (Canary Islands, Spain) SCORPIO @ BTA 6m telescope (Russia) NTT SLITLESS l IMMAGINE PRISMA OBIETTIVO Long Slit 1D spectroscopy 2D spectroscopy Image Velocity field FWHMs map INTEGRAL FIELD SPECTROSCOPY MPFS @SAO 6m Matrice di 16x16 microlenti pseudo-slit Fascio di fibre ottiche 256 spettri Righe di cielo Continuo e righe d'emissione dell'oggetto osservato 4300 λ 6800 Spettroscopia Multi-Object (MOS) 1 mini-slits 2 3 4 5 6 pinholes 1 pinhole 2 3 pinhole 4 5 6 λ Spettro del Sole ad alta risoluzione spettrale ECHELLE SPECTROGRAPH λ Spettrografi guide camera slit grating camera Boller & Chivens Spectrograph collimatore T120 - Asiago Schema ottico dello spettrografo Boller & Chivens (B&C) costruito dalla Perkin Elmer e montato al fuoco Cassegrain del telescopio riflettore Galileo di 122 cm dell'Osservatorio Astrofisico di Asiago. Lo spettrografo è composto da una fenditura (o slit) a larghezza regolabile, uno specchio fuori-asse che funge da collimatore, un grating a riflessione e un sistema ottico o lente di camera che focalizza gli spettri sul CCD. Il collimatore ha lunghezza focale 810 mm, la lente di camera 188 mm. La combinazione collimatorecamera funge da focal reducer e riduce la focale del telescopio di un fattore 4.3, portando il rapporto di apertura da f/10 a f/2.3 e la scala spaziale da 17.2 arcsec/mm in corrispondenza della slit a 74 arcsec/mm sul rivelatore. Il rivelatore è una camera CCD Andor iDUS 512×2048 pixel, ogni pixel ha una dimensione di 13.5×13.5 μm e la scala spaziale lungo la slit è di 1 arcsec/pixel. La guide camera è un EMCCD Andor iXon 1024×1024 px, ogni pixel ha una dimensione di 9×9 μm. X nucleo galassia righe in emissione della galassia 3500 Å 8000 Å λ righe spettrali del cielo In figura è riportata un'immagine della galassia NGC 4214 (a sinistra) con disegnata sopra la slit, e il suo spettro (a destra) ottenuto con lo spettrografo B&C del 122 cm di Asiago. Lo spettro ha due dimensioni: l'asse della dispersione (in orizzontale) e l'asse spaziale (cioè lungo la slit, in verticale). La striscia brillante al centro corrisponde allo spettro del nucleo della galassia, mentre le strisce orizzontali, parallele, sono regioni della galassia, a più bassa brillanza superficiale. Sono ben visibili righe spettrali in emissione, prodotte da gas ionizzato, ed estese quasi da un lato all'altro della galassia. Si tratta di righe di idrogeno, ossigeno, azoto, zolfo, etc. tipiche di regioni di formazione stellare. Sovrapposto allo spettro della galassia c'è lo spettro del cielo, che illumina tutta la slit uniformemente (e non solo parzialmente come la galassia in questione) e contribuisce al dato finale in termini di intensità di fondo e righe spettrali, molto spesso prodotte da lampade artificiali (mercurio, sodio). In questo spettro, la lunghezza d'onda cresce da sinistra a destra, da circa 3500 Å a circa 8000 Å. Lo spettro è stato ottenuto con il grating da 300 tratti/mm. stella stella M57 slit l In figura (a sinistra) è riportata un'immagine della nebulosa planetaria (M 57) inquadrata dalla telecamera di guida del telescopio 122 cm di Asiago. La striscia nera in orizzontale è la slit dello spettrografo, che taglia a metà la nebulosa. Lo spettro (a destra) è ruotato in modo da mostrare la corrispondenza fra slit e righe spettrali. La nebulosa mostra righe in emissione di vari elementi chimici, alcune concentrate nell'anello, altre con intensità distribuita anche internamente. La striscia verticale a sinistra delle righe spettrali è lo spettro della stella a sinistra della nebulosa, la cui luce passa parzialmente attraverso la slit. Al centro dello spettro, è visibile, anche se molto debole, lo spettro della nana bianca. Asiago Faint Object Spectrograph and Camera (AFOSC) Foto dello strumento AFOSC agganciato al fuoco Cassegrain del telescopio Copernico da 182 cm dell'Osservatorio di Padova (Istituto Nazionale di Astrofisica) Parti interne di AFOSC: ruote portafiltri e grism (in alto) e portaslit (in basso) Tabella con informazioni sullo strumento: numero del grism, lunghezza d'onda centrale, dispersione e risoluzione spettrale, e infine intervallo di lunghezza d'onda. Efficienza quantica di uno dei grism di AFOSC righe di cielo λ Nucleo della galassia Esempio di spettro ottenuto con AFOSC: la dispersione è in verticale, l'asse spaziale in orizzontale. Si vede il nucleo della galassia Mrk 6 com righe in emissione. Elenco di spettrografi-imagers tipo FOSC DFOSC @ 1.54m Danish telescope (Chile) EFOSC2 @ 3.5m NTT-La Silla (Chile) ALFOSC @ 2.5m NOT (Canary Islands, Spain) DOLORES @ 3.5m TNG (Canary Islands, Spain) SCORPIO @ BTA 6m telescope (Russia) NTT Schema ottico di EFOSC2, attualmente montato al New Technology Telescope (NTT) di ESO-La Silla, il quale mostra l'allineamento collimatore-camera che permette di inserire grism o filtri a scelta per fare in modo che lo strumento produca spettri oppure immagini. Struttura interna di SCORPIO, il riduttore di focale del telescopio russo di 6m. Il piano focale del telescopio si trova in basso, il piano focale della camera invece in alto, dove viene montato il CCD. Si notano all'interno, la ruota delle slit, la ruota dei filtri, il collimatore e la camera. La combinazione collimatore/camera riduce il rapporto focale del telescopio da f/4 a f/2.6. SLITLESS l Esempio di spettroscopia senza fenditura (slitless). Questa immagine è ottenuta con l'utilizzo di un grism. Da ogni sorgente (qui in colore blu) si genera uno spettro (qui in colore arancione). Gli spettri sono sufficientemente corti da non sovrapporsi molto. Si noti come le sorgenti stellari producono spettri continui, mentre le sorgenti di gas ionizzato (è visibile l'anello della SN1987A) producono spettri a righe d'emissione. Di fatto, l'immagine della SN1987A si ripete a varie lunghezze d'onda corrispondenti alle righe spettrali in emissione. IMMAGINE Immagine di un'area di cielo ottenuta con un telescopio Schmidt. PRISMA OBIETTIVO La stessa area di cielo osservata con il telescopio Schmidt dotato di prisma obiettivo. Il prisma scompone la luce delle sorgenti inquadrate producendo spettri a bassa dispersione. Non essendoci fenditura, la larghezza degli spettri (ortogonalmente alla dispersione) dipende dall'estensione angolare delle sorgenti stesse, quindi nel caso delle stelle dipende dal seeing. Long Slit Al centro l'immagine di una galassia. La striscia nera rappresenta la fenditura di uno spettrografo long-slit. Tutte le sorgenti di luce in corrispondenza della fenditura producono uno spettro. In particolare è mostrato lo spettro di una stella al bordo della fenditura. L'esempio mostra quella che è la principale limitazione della spettroscopia a fenditura lunga quando si osservano oggetti estesi come nebulose e galassie. 1D spectroscopy 2D spectroscopy Image Velocity field FWHMs map Confronto fra la spettroscopia long-slit (1D) e la spettroscopia integral-field (2D): una galassia a spirale è osservata con i due metodi. La spettroscopia long-slit permette di avere informazioni solo in una direzione spaziale, quella della fenditura, che è una finestra molto stretta (ad esempio 2'' x 480''). In funzione della distanza dal centro della galassia si può misurare la brillanza superficiale, la velocità radiale e la larghezza delle righe (FWHM). La spettroscopia integral-field permette invece di mappare una sorgente estesa in regioni da 1'' x 1'' (o meno) da ciascuna delle quali ottenere uno spettro. Con il dato integral-field si può ricostruire l'immagine della galassia a qualsiasi lunghezza d'onda, la curva di rotazione diventa il campo di velocità e il profilo radiale della FWHM diventa la mappa delle FWHM. Per coprire una sorgente estesa con uno spettrografo long-slit bisogna spostare la fenditura parallelamente a se stessa: questa tecnica è chiamata long-slit scanning. Essa richiede molto tempo di osservazione e quindi non è una tecnica efficiente. D'altra parte la fenditura è lunga alcuni arcmin, mentre l'area inquadrata da un'unità integral-field molto raramente arriva a coprire 1 arcmin. INTEGRAL FIELD SPECTROSCOPY Tre diversi modi di realizzare la spettroscopia integral-field: 1) Sul piano focale del telescopio è collocata una matrice di microlenti. Ogni microloente osserva una porzione di cielo e mette a fuoco l'immagine sul reticolo, che a sua volte produce uno spettro. Per evitare la sovrapposizione degli spettri sul detector, la matrice di microlenti è inclinata rispetto alla direzione della dispersione. 2) Sul piano focale del telescopio è collocata una matrice di microlenti. Dietro ogni microlente c'è una fibra ottica che trasporta la luce verso il reticolo. Le fibre sono riallineate a formare la cosidetta pseudoslit. Gli spettri sono tutti paralleli e allineati sul detector. 3) Sul piano focale del telescopio sono collocati degli specchietti metallici che sezionano l'immagine. Le varie sezioni sono riallineate a formare la speudoslit che diventa la finestra di entrata dello spettrografo. MPFS @SAO 6m Matrice di 16x16 microlenti pseudo-slit Fascio di fibre ottiche Schema ottico dello spettrografo integral-field MPFS montato al fuoco primario del telescopio BTA di 6-m in Russia. Nella figura a destra si vede la matrice di 256 microlenti, organizzate in un array di 16 x 16. Ogni lente inquadra un'area di cielo di 1''x1''. Le fibre ottiche sono da un lato collegate alle lenti dall'altro vanno a formare la pseudoslit che diventa la finestra d'entrata dello spettrografo. Nella figura in basso un'ingrandimento del fascio di fibre ottiche. 256 spettri Righe di cielo Continuo e righe d'emissione dell'oggetto osservato 4300 λ 6800 L'immagine è ottenuta con l'MPFS. Assomiglia molto a uno spettro long-slit, ma in realtà è un insieme di 256 spettri, ognuno dei quali proviene da una regione di 1'' x 1''. La lunghezza d'onda cresce da sinistra a destra. Si nota il continuo della galassia osservata, le righe in emissione, a forma di S per effetto della rotazione, e le righe di cielo. Analizzando ogni spettro e conoscendone la posizione (x,y) nella matrice di 16 x 16 microlenti, è possibile ricostruire un'immagine dell'oggetto osservato in qualsiasi dato misurato (ad esempio il flusso di una riga) o parametro calcolato (temperatura, densità, etc.). Per non confondere i pixel dello spettro integral-field con quelli dell'immagine ricostruita, questi ultimi sono stati chiamati spaxel. Spettroscopia Multi-Object (MOS) 1 mini-slits 2 3 4 5 pinholes 6 La spettroscopia long-slit non permette di osservare in un colpo solo un oggetto esteso, ma consente di osservare più oggetti se questi sono allineati lungo la fenditura. La spettroscopia integral-field è utilissima per oggetti estesi, ma ha un campo di vista relativamente piccolo. Nel momento in cui c'è bisogno di osservare più oggetti contemporaneamente, nessuno di questi due strumenti lo permette. La spettroscopia multi-object (chiamata anche MOS) è una soluzione efficace per questo caso: si tratta di applicare la spettroscopia a fenditura a molti oggetti, solo che stavolta la fenditura per ogni oggetto è molto corta (qualche decina di secondi d'arco). In pratica, si osserva un'area di cielo con il telescopio acquisendo un'immagine, sulla base della quale si costruisce una maschera su cui vengono disegnate le mini-slit in modo tale che ripuntando il telescopio ogni slit cade esattamente in corrispondenza degli oggetti che si intendono osservare. Di solito ogni maschera ha due fori circolari (pinhole) in corrispondenza di due stelle brillanti del campo di cielo da inquadrare e vengono usati per posizionare il telescopio con precisione. 1 pinhole 2 3 pinhole 4 5 6 λ Spettri MOS. Ogni striscia è uno spettro prodotto da una delle minislit centrate su un oggetto. Alcune slit sono posizionate per osservare solo il cielo: a causa del fatto che esse sono di solito lunghe pochi secondi d'arco, la sottrazione del cielo risulta molto complicata specie in caso di sorgenti estese. Per questa ragione si osservano regioni di cielo ad una certa distanza dagli oggetti: sono riconoscibili gli spettri 1, 3 e 5 in figura, che non contengono un oggetto. In questa immagine la lughezza d'onda cresce verso sinistra: si noti che a causa del fatto che le mini-slit non sono allineate, i range spettrali sono diversi. Questo è ben visibile osservando le righe di emissione del cielo che in ogni spettro sono in posizioni diverse. Due varianti del MOS. In alto a sinistra si vede lo schema di uno spettrografo multifibra. L'idea è simile a quella utilizzata per lo spettrografo integral-field, ma in questo caso le fibre sono posizionate sul piano focale del telescopio in modo da coincidere con gli oggetti da osservare. Anche in questo caso è necessario il pre-imaging, cioè l'acquisizione di un'immagine dalla quale dedurre le posizioni dei target da osservare. Il vantaggio delle fibre è che se ne possono posizionare molte (centinaia) e con relativa facilità. Lo svantaggio è che la fibra raccoglie la luce di tutta una sorgente estesa, come una galassia, quando essa è lontana, oppure tipicamente della parte centrale di essa, quando è più vicina, ossia manca l'informazione spaziale. La seconda possibilità consiste nell'usare il sistema multislit. In questo caso le fenditure si trovano su dei supporti scorrevoli. Il posizionamento risulta più semplice, ma la distanza fra le slit è fissa e quindi il sistema è meno flessibile. Spettro del Sole ad alta risoluzione spettrale ECHELLE SPECTROGRAPH λ