poveri pensieri e grande amore

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MARIA VINCENZA CAIRO
POVERI PENSIERI
E GRANDE AMORE
Prefazione di
Lara Pasquini
Edizioni Helicon
Nel sogno
Nel sogno giuoca l’anima,
la realtà: ombra irraggiungibile!
La felicità rincorre
un’ombra
che compare e scompare,
il vento non esiste.
L’amore vero è aria
di mattino,
della primavera eterna.
La neve su un
colle lontano,
che solo solo
raggiunge il pensiero,
quanto il sole
ha sciolto la neve
l’acqua scorre:
il rumore ci addormenta
in un sogno felice.
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Quel viso si chiama Roma
A lla mia nonna
Una sera di fine Estate
sono approdati nella mia casa
era una sera di festa
il viso del maestro
rispecchia Roma
i suoi occhi due fari
di un grande porto
la grandezza del suo cuore
è Alessandria d’Egitto
lei la regina di Sabba
la Cherubina
anch’ella regina
tutta la luce dell’universo
brilla tra le mie mure.
Nonna ti ricordi di quando sono nato
da quella sera ti ho amato
era il nostro primo appuntamento
il mio amore sempre aumenta
da quando sono nato
sento che anche tu mi hai amato.
Anche se adesso la vita ti sembra dura
non devi avere paura
perché insieme a te io sarò.
Gorka.
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Una stella che non tramonta
Pomeriggio d’Aprile
pensierosa parlavo all’aria
gocce di cristallo cadevano
posandosi su’ fiori
musica di cielo
di piante di foglie coro di fantasia
tace allo spuntare d’una stella.
Nella luce del giorno
fulgida si ferma innanzi
ai miei gradini, incerta
timida scesi a salutarla
modesto, umile, perfetto il suo apparire
vidi gemme vere nel suo sorriso
abbagliarono i miei occhi
del creato del divino.
a ogni sorriso quella luce radiosa
ogni lacrima asciugherei con un bacio
svanirebbe la diffidenza
pure il peccato
tutto il mondo vedrebbe apparire
quella stella, rimanendone lusingato.
Sotto i suoi raggi, la povertà
diventa oro
felice di avere avuto questo onore
è rimasta tanta luce nel giardino
della mia dimora
la godo fino alla stagione del tramonto
Tu Regina del cielo! Tu Regina delle stelle!
Tu Fata del giorno! Proteggici divina MADONNA!
Se potessi cambiare il mondo
a ognuno darei una ricchezza
libertà d’amare non sciocchezze
di società inferiore
di ogni donna
farei la sua figura
di ogni lingua la sua dolcezza
ogni sentimento quella schiettezza.
Ogni cuore la sua bontà
non ci sarebbe più gente meschina
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D’Annuzio al battesimo dell’isola
Padrino di un sogno senza tempo
verità di passato
amore di acqua
amore di natura
nel fiume scorreva un gran flusso d’acqua
d’Estate si assecca:
ma il verde ondeggia tra le due sponde.
Ruscello: tu fantasia dell’onda
tu Isola della mia infanzia
sento ancora il rumore dell’acqua
sento ancora le cicale che cantono.
In un pezzetto del fiume: nell’acqua morta
stavano i pesci con le rane
amici di un tempo lontano.
D’annunzio: battezzò nell’Arno
l’Isola di Progne
io nei sogni: invito D’annunzio
ad essere padrino
battezzare la mia Isola
trastulli di bambini
dove il mito sono discorsi di fanciulli.
Gli uccelli cantano ancora:
lì giocarono i miei figli
godendo la purezza della natura
concerti di rondini
ninna nanna di alberi verdi
cantilena dell’acqua
castelli di pietra
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viuzze di sabbia
odore di ulice
passeggiata mattutina.
Il battello dove s’imbarcavano
i miei bambini era una tinozza di gomma.
Sogni senza tempo!
Verità di ieri.
Storia di domani
Natura di cristalli: sogniamo?
Festa di battesimo nell’aria pulita!
Isola: tu mondo sulla terra!
Tu acqua!
Tu mamma!
Tu vita!
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