24 Lunedì 4 giugno 2012 25 Lunedì 4 giugno 2012 CULTURA&SPETTACOLI ASTRONOMIA IL FENOMENO, ECCEZIONALE, SARÀ VISIBILE LA PROSSIMA VOLTA L’11 DICEMBRE 2117. COSA SUCCEDE L’INTERVISTA DEL LUNEDÌ IL PROGETTO «GLORIA» PER STUDIOSI E STUDENTI Un neo sul Sole I nostri militari con foglie di fico ogni cento anni Gli occhi P al cielo grazie al web di GINO DATO er offrire al pubblico globale una copertura completa dell’evento, gli astronomi del progetto europeo «GLORIA» hanno organizzato tre spedizioni osservative in alcuni fra i luoghi più favorevoli per seguire per intero il fenomeno. Muniti di telescopi solari robotizzati, trasmetteranno la diretta web dell’intero transito visto da Cairns (Australia), da Sapporo (Giappone) e da Tromsø (Norvegia). La diretta sarà visibile in streaming a partire dalla mezzanotte, oltre che sul sito del progetto (www.gloria-project.eu), anche qui sulle pagine di Media INAF. Il team di «GLORIA» ha anche messo a punto due attività didattiche destinate agli insegnanti e agli studenti che intendano divertirsi con la meccanica celeste. Sul sito del progetto sono infatti disponibili tutte le istruzioni per sfruttare il transito al fine di misurare la distanza Terra-Sole e calcolare la latitudine del proprio luogo di osservazione. IL PAMPHLET «PERCHÉ SIAMO COSÌ IPOCRITI SULLA GUERRA?» A colloquio con il generale Fabio Mini Mercoledì mattina avverrà il «transito di Venere» M igliaia di anni fa il re dell’Alto Egitto portò la guerra al re del Basso Egitto con quello che si chiama un «pretesto»: le rane del rivale, pur distanti migliaia di chilometri, lo disturbavano. Le rane, secondo i potenti della terra spesso vestiti da agnelli, continuano a gracidare. E i «pretesti» per fare le guerre non mancano, nelle relazioni tra i popoli come in quelle tra le persone. Anzi, a sentire il generale di corpo d’armata Fabio Mini, in ogni conflitto c’è sempre l’ipocrisia di un pretesto. È la provocatoria tesi sostenuta nel saggio Perché siamo così ipocriti sulla guerra?, che l’alto ufficiale, dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 comandante della forza internazionale di pace a guida Nato in Kosovo, ha licenziato per i tipi di ChiareLettere. Generale, il titolo del suo saggio è già un interrogativo. sia è diventata necessaria e la menzogna è diventata un sistema nel momento in cui si sono stabiliti codici e principi che limitavano il ricorso alla guerra. Il modo migliore per aggirare ed eludere tali limiti è stato proprio quello di mentire sulle vere intenzioni e di nascondere i veri motivi delle guerre fingendo di essere soggetti a un sopruso o a una limitazione inaccettabile, fingendo ipocritamente di essere vittime costrette a una reazione piuttosto che attori e fautori di violenza». Le rane continuano a «gracidare» ancor oggi che la razionalità e le forme di comunicazione smascherano o mettono a nudo i pretesti? «Gracidano più che mai, anzi la sofisticazione dei mezzi di manipolazione delle coscienze e delle informazioni ricorre a pretesti sempre falsi e incredibili. L’incredibilità è essa stessa un modo di rendere palese la falsità e quindi, in un certo senso, assolve in partenza chi vi ricorre. C’è quindi una forma sostanziale di connivenza fra l’ingannato e l’ingannatore e la complicità più drammatica si esprime nell’adesione ipocrita di chi deve combattere che è disposto a morire purché venga inganIN KOSOVO Soldato italiano nei nato». Balcani. Sopra, il generale Fabio Mini «Dobbiamo capirci. Alla base di ogni guerra c’è un motivo. Non esistono guerre totalmente immotivate, ma guerre che devono essere fatte per ragioni più o meno gravi e più o meno accettate dai contendenti. Anche i pretesti non sono sempre immotivati o irrazionali, semmai si può discutere sulla loro coerenza con la guerra che si vuole scatenare». E che c’entra allora l’ipocrisia? «L’ipocrisia, che è una forma d’inganno e che simula buoni sentimenti, rende il pretesto un mero atto formale per indurre alla guerra. L’ipocrisia diventa truffa quando induce a creare falsi pretesti per portare a una guerra che si vuole ad ogni costo per motivi innominabili. Diventa poi crimine quando il falso pretesto non tende a ingannare l’avversario, cosa lecita in politica come in guerra, ma a ingannare la propria popolazione e il proprio esercito». Qualche esempio nella storia umana. «I motivi della guerra sostenuti da pretesti coerenti con i motivi dichiarati sono veramente pochi. Alcune guerre hanno usato ragionevoli pretesti per nascondere i veri motivi della guerra, ma in massima parte si è assistito alla fabbricazione di falsi pretesti che nascondevano agli stessi combattenti i motivi non dichiarati e non dichiarabili e perfino illegittimi e illegali per la guerra. L’ipocrisia ha aiutato e reso perfino istituzionale questo processo manipolatorio ai danni degli stessi cittadini e degli stessi combattenti». Quindi, generale, non esistono guerre giuste o motivate, per esempio, da una sopraffazione dell’altro? «Queste guerre sono esistite e il grande progresso civile degli ultimi due secoli è stato proprio quello di escludere dal quadro di legittimità internazionale le guerre di sopraffazione, l’aggressione ingiustificata, il sopruso, la colonizzazione, la rapina violenta delle risorse altrui, la negazione dei diritti fondamentali dei popoli come l’accesso all’indipendenza o alla democrazia. Paradossalmente l’ipocri- Perché oggi, in questa particolare congiuntura mondiale, le guerre sembrano ai più così lontane? «Perché l’ipocrisia è più raffinata, coinvolgente e necessaria al ricorso alla guerra. Un grande contributo a questo allontanamento della percezione collettiva della guerra è stato dato dall’uso e dall’abuso del concetto opposto: la pace. Anche qui si è verificato il paradosso che la maggiore sensibilità moderna per i valori della pace ha portato l’ipocrisia a far uso di essa per mascherare ogni altro motivo. “Quando la guerra ha motivi inconfessabili, viene chiamata operazione umanitaria”. Questo aforisma non è mio, ma lo trovo veramente appropriato». Una domanda che credo si sarà posto tante volte, una domanda che spero non sia anch’essa un atto di ipocrisia da parte di chi la formula: quale deve essere l’atteggiamento corretto ed equilibrato di un militare di fronte alla guerra? «L’atteggiamento più equilibrato ed eticamente corretto per un militare è quello di rinunciare all’ipocrisia: prima di tutto, deve rinunciare a farsene promotore e smetterla di mentire agli uomini che si mandano in guerra. Poi deve verificare quanto le missioni militari siano giustificate e utili, quanto sia necessario l’uso della forza indiscriminata, quanti e quali siano gli interessi che si trova a difendere e di chi siano i profitti della guerra. I militari hanno questa capacità di analisi e hanno il dovere di dichiararla apertamente ai responsabili politici. Se in ogni caso saranno mandati in guerra, ci andranno e faranno il loro dovere senza cadere nella trappola dell’ipocrisia, pienamente coscienti di essere corresponsabili. Senza alibi o foglie di fico». di ANTONIO LO CAMPO M ercoledì prossimo il Sole si alzerà con un neo in volto. Non riguarderà la sua superficie, ma ciò che apparirà alla visione della nostra stella nelle prime ore del 6 giugno. Il piccolo cerchietto nero, che apparirà delle dimensioni di un trentesimo rispetto al suo diametro apparente, si sposterà lentamente sul disco solare fino a toccarne il contorno. Pochi minuti prima delle sette (ora italiana), questo fenomeno astronomico, assai raro, sarà finito: il dischetto avrà già «transitato» davanti al disco solare. Non capiterà più in tempi brevi: Gli scienziati la chiamano anche «goccia nera». Nel ‘900 non è mai successo. Chi potrà vederlo, dove e come? l’ultima volta era capitato al 2004, la prossima occasione sarà dell’11 dicembre 2117... Il piccolo neo (o «goccia nera» come battezzato in passato), che passerà davanti al Sole, è il pianeta Venere, la «stella del mattino», una di quelle che notiamo brillare maggiormente ad occhio nudo nel cielo stellato. Il fenomeno, detto «transito di Venere», è dovuto al perfetto allineamento fra il Sole, Venere e la Terra, con le orbite dei due pianeti attorno alla nostra stella leggermente inclinate l’una rispetto all’altra. L’occasione quindi è da non perdere, anche se sarà visibile dall’Italia solo nelle sue fasi finali: per osservare il «transito di Venere» dall’Italia occorrerà infatti aspettare il sorgere del Sole, a fenomeno in corso già da alcune ore. Le regioni più favorevoli per l’osservazione diretta saranno quelle del Nord-est, ma bisognerà essere «mattinieri»; a Trieste, per esempio, dove il Sole sorgerà alle 5.17, lo spettacolo durerà quaranta minuti più che a Cagliari, dove il sorgere del Sole è previsto solo per le 5.57. Ma, attenzione: l’osservazione dal vivo richiede cautela. Anche se il Sole sarà basso sull’orizzonte, sarà fondamentale non osservarlo mai direttamente, ma solo attraverso vetri protettivi specifici per proteggere gli occhi. Proprio come per un’eclisse di Sole. Qual buon vento porta Venere a fare una passeggiata davanti al Sole? Come ci spiegano in dettaglio gli scienziati dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), si tratta di un evento che avviene secondo uno schema che si ripete SFUGGENTE PUNTINO A sinistra e sotto, due immagini del «transito di Venere» sulla faccia del Sole. Sopra, uno schema dell’allineamento Sole-Venere-Terra ogni 243 anni, con coppie di transiti a 8 anni l’uno dall’altro - come già avevano calcolato gli astronomi del XVII secolo -, distanziate a loro volta da intervalli interminabili di 121,5 anni e 105,5 anni. E se l’ultimo passaggio è avvenuto nel 2004, l’intero ‘900 è stato saltato: per il transito precedente occorre risalire fino al 1882! Il «transito di Venere» davanti al Sole, per gli astronomi è anche un’occasione rara per studiarne l’atmosfera e per collaudare e affinare le tecniche utilizzate nello studio dei pianeti extrasolari, cioè quelli che orbitano attorno ad altre stelle. Anche nella scoperta Giappone, negli alberi tracce di misterioso evento cosmico Un volume di Donato Ogliari, abate del monastero di Noci na guida teorico-pratica nei meandri delle coordinate esistenziali. Questo è Tempo e spazio. Alla scuola di san Benedetto (edizioni La Scala, euro 10), ultima fatica editoriale di Donato Ogliari, abate del monastero benedettino Madonna della Scala di Noci (Bari). Un «volumetto», lo definisce umilmente lo stesso autore nella sua introduzione; un libro che invece ha una potenza introspettiva strabiliante e insieme discreta, capace di mettere in crisi certezze esistenziali e stili di vita rapportandoli alla Regola di San Benedetto. La prospettiva di quest’opera è infatti comportamentale, più che speculativa. Spaziando con disinvoltura tra la filosofia morale e teoretica, la dogmatica, la patristica, la teologia e la letteratura classica e contemporanea, con citazioni che oscillano tra Esiodo e sant’Agostino, il cardinal Martini e Kundera o Cesare Pavese, U l’autore illustra - con scrittura piana e altamente divulgativa - la differenza della percezione del tempo e dello spazio fuori e dentro un monastero benedettino. La trattazione prende spunto da due domande. La prima: perché la Regola di San Benedetto dopo quindici secoli continua a ispirare la vita di uomini e donne? Che senso dunque ha oggi vivere in monastero? Qual è la sua attualità? La seconda domanda è quella di fondo: come riscoprire l’autenticità del tempo e dello spazio, cioè dei momenti che viviamo e dei luoghi in cui viviamo? La risposta al doppio quesito è la grande provocazione di questo libro ed è fornita alla luce della «saggezza antica e sempre nuova» - dice Ogliari - della Regola benedettina. La risposta è che bisogna trascendere queste categorie e andare oltre il relativismo, l’individualismo, la frammentazione esistenziale. I fisici insegnano che il tempo si può misurare, ma non af- SPIRITUALITÀ Il monastero della Madonna della Scala a Noci. A sinistra l’abate Donato Ogliari ferrare. L’autore cavalca questo paradigma, dimostrando che l’uomo più vuole assoggettare il tempo e più ne diventa soggetto, schiavo. Il tempo per l’uomo contemporaneo diventa una prigione, un nemico e non un alleato; il tempo è tiranno, non basta mai perché è vissuto in maniera accelerata e dunque genera solo insoddisfazione. Il tempo vissuto in fretta impone la logica del «tutto e subito», perde di vista la memoria ma anche l’attesa per il futuro. E non è questione di finora unica sonda spaziale europea ad esplorare Venere, spiega: «La tecnica dell’osservazione del transito permette non solo di individuare nuovi pianeti extra-solari, ma anche di studiarne la composizione. Ecco allora che poter assistere al “transito di Venere” ci permette di verificare questa tecnica da vicino, all’interno del nostro sistema solare, offrendoci così l’opportunità di un test straordinario». Occhi puntati su Venere anche dal Cile, ma tramite la Luna. Dalla cordigliera delle Ande, un team guidato da Paolo Molaro dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste utilizzerà lo strumento HARPS, montato sul telescopio da 3.6 metri dell’ESO, dedicato allo studio dei pianeti extra-solari, per eseguire misure di righe spettrali catturando la luce del transito riflessa dalla Luna. Un’osservazione analoga, verrà compiuta anche dallo spazio, con gli strumenti del Telescopio Spaziale Hubble, che si girerà verso la Luna e fotograferà sulla sua superficie l’alone grigiastro che circonderà la proiezione di Venere. Si tratta dell’atmosfera di Venere (già studiata con le sonde robot) che viene attraversata dai raggi solari. Ma confrontando questi dati certi con quelli che Hubble produrrà, sarà possibile verificare se le osservazioni con il telescopio spaziale sono affidabili e se possono essere utilizzate per determinare la composizione chimica delle atmosfere dei pianeti extrasolari. E quindi comprendere meglio se su quel pianeta sia possibile lo sviluppo di forme di vita. In «Tempo e spazio. Alla SCIENZA UNA SCOPERTA NEGLI ANELLI DEI TRONCHI, EDITA SU «NATURE» scuola di san Benedetto», riflessioni dall’interno della vita monastica. Sulla scia della «Regola» benedettina Nel 774-775 dopo Cristo una tempesta radioattiva Nel chiostro l’ora s’è fermata tra il già e il non ancora di ONOFRIO PAGONE di pianeti extra-solari infatti, ciò che i telescopi osservano è il transito dei pianeti davanti alle stelle che li ospitano. Giuseppe Piccioni, ricercatore presso l’INAF-IAPS di Roma e responsabile dello spettrometro VIRTIS a bordo della sonda «Venus Express» dell’ESA, prima e «GLORIA» è un progetto che ha lo scopo di coinvolgere i cittadini nella ricerca scientifica. Il progetto è guidato dall’Universidad Politécnica di Madrid e coinvolge 13 Istituti scientifici di 8 paesi (per l’Italia, l’INAF) che, attraverso un’interfaccia web, daranno accesso gratuito e aperto a una collezione crescente di telescopi robotici. Il «transito di Venere» è il primo di una serie di trasmissioni in diretta di eventi astronomici che verranno organizzate per promuovere l’astronomia e l’e-science al pubblico. Inoltre, per coinvolgere gli studenti delle scuole superiori, è stato predisposto materiale didattico associato alle trasmissioni. Nel caso del «transito di Venere», gli studenti delle scuole superiori saranno invitati a misurare la distanza Terra-Sole usando le immagini del transito acquisite dal team di «GLORIA». [a. lo campo] ritmi, perché se anche si vivesse con più lentezza, perseverando nella dimensione laica (immanente) il tempo scorre e basta, fugge e non basta mai. Invece nella dimensione monastica (trascendente) il tempo compiuto coincide con l’eternità, il tempo scorre tra il già e il non ancora; il tempo è un ponte con l’Eter no. La Regola benedettina imprime ritmi interiori al tempo: ritmi personali e comunitari attraverso una rigida scansione della giornata tra la preghiera e il lavoro. L’organizzazione del tempo in monastero è basata sulla consapevolezza del valore dell’Eterno: «Il monaco non evade dal tempo, ma lo abbraccia e lo trasfigura». La comunità monastica è a sua volta lo spazio, il luogo, del tempo vissuto con Dio. Per questo Ogliari fa entrare il lettore in monastero e lo conduce in un viaggio nei vari ambienti: dalla chiesa al chiostro, dalla cella all’infermeria, dal refettorio alla sala di ricreazione, dalla portineria alla foresteria. Lo spazio del monastero è evocativo di significati e ogni ambiente corrisponde per analogia alla Regola del fondatore. La provocazione forte di Ogliari è la sua tesi di monastero-comunità come società ideale, che vive al passo coi tempi (non disdegna internet, telefonini, tv e giornali) ma vive il tempo in dimensione verticale, vive più intensamente dando valore a ciò che fa. Questo libro è una testimonianza di vita: è un contributo a recuperare il senso possibile della vita sociale in direzione comunitaria, dove il bene è comune, e cioè di tutti e per tutti. ra il 774 e il 775 dopo Cristo la terra fu investita da una quantità abnorme di raggi cosmici emessi da qualche misterioso evento astronomico di enorme intensità: le tracce sono state trovate da ricercatori giapponesi negli anelli della sezione di tronchi di alberi. Negli anelli corrispondenti agli anni 774 e 775 - spiega Fusa Miyake dell’Università di Nagoya, che ha pubblicato i risultati sulla rivista «Nature» - si nota rispetto agli anelli adiacenti un tasso di carbonio 14 (isotopo del carbonio prodotto dai raggi cosmici quando attraversano in grande concentrazione l’atmosfera terrestre) superiore dell’1,2%. Una percentuale 20 volte superiore a quella riscontrabile in conseguenza di attività solare particolarmente intensa. I rilevamenti dell’équipe giapponese su due antichi cedri, spiega «Nature», sono coerenti con quelli compiuti dagli scienziati statunitensi, che su alberi in Nord America ed Europa alcuni anni fa misurarono, con metodi meno precisi, un tasso di carbonio 14 superiore di circa il 7,2% nello spazio dei dieci anni fra il 775 e il 785 d. C. Cosa abbia prodotto l’irraggiamento, tuttavia, non è ancora noto, non è stato localizzato dagli astronomi. L’unica certezza è che una simile quantità di raggi cosmici non può essere stata prodotta dal Sole. «Solo due fenomeni conosciuti possono aver cambiato così l’intensità dei raggi cosmici in un solo anno: l’esplosione di una supernova (cioè l’esplosione catastrofica di una stella giunta al termine del suo ciclo vitale, ndr) o una tempesta di protoni», emessa da una massiccia eruzione sul Sole, stimano i ricercatori di Nagoya su «Nature». Ma nessuno dei due fenomeni è stato registrato dalle cronache umane né ha lasciato altre tracce naturali finora misurate. «Allo stato delle nostre conoscenze, dunque, non siamo in grado di stabilire le cause del fenomeno», conclude il prof. Miyake. F PASSATE IN RIVISTA di PASQUALE TEMPESTA Dalla storia del Sud al diritto al calcioscommesse l «Risorgimento e Mezzogiorno», rassegna di studi storici. Nell’editoriale, il direttore Giuseppe Poli, dopo aver osservato che l’anno appena trascorso «dedicato alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità ha ridestato l’attenzione sul Risorgimento, spesso considerato con una certa sufficienza dal più vasto pubblico», afferma che «intorno a quell’epoca storica il Comitato di Bari per la Storia del Risorgimento italiano ha prodotto risultati di notevole rilevanza storiografica come dimostrano i diversi convegni organizzati (…) e i volumi riguardanti la stampa dei relativi atti». Un’attività integrata dalla pubblicazione della rivista che «in oltre vent’anni ha profuso il suo impegno sullo studio di quel periodo, con specifico riguardo all’aria meridionale, efficacemente riassunto nel binomio cronologico-territoriale della sua intitolazione»; appunto, «Risorgimento e Mezzogiorno». Ricco, come sempre, il sommario delle rubriche: Saggi; Fonti, archivi e biblioteche; Note e discussioni; Recensioni. l «Sud in Europa», rivista di Diritto internazionale e comunitario. Il periodico diretto da Ennio Triggiani pubblica un «approfondimento» di Giuseppe Morgese su «La tutela della proprietà intellettuale su Internet nella Unione Europea». Dopo essersi soffermato ad illustrare le diverse fattispecie di «pirateria informatica» (quella cosiddetta «domestica», la contraffazione di contenuti multimedia ecc.), l’autore scrive, fra l’altro: «Non si può evitare di ricordare, però, che creatori e imprese titolari dei diritti di proprietà intellettuale sulle opere ‘piratate’ si trovano spesso nella difficoltà di individuare gli autori delle violazioni e di perseguire queste ultime in maniera efficace». E ciò anzitutto perché «la qualificazione della pirateria su Internet come reato, e l’applicazione di apposite sanzioni penali, è possibile di regola qualora l’attività abbia un fine di lucro, cosa che spesso non si rinviene…». A questo si aggiunge la sovrapposizione «di norme, nazionali e talvolta soprannazionali, che spesso prevalgono sulla tutela della proprietà intellettuale». l «Il Bari», mensile di informazione calcistica. La rivista diretta da Michele Antonucci pubblica il resoconto di Salvatore Lorusso su una «tavola rotonda» promossa dall’Unione giornalisti sportivi, dal Coni e da alcuni enti locali pugliesi su un argomento di scottante attualità: le vicende legate allo scandalo delle scommesse sportive. Sotto il titolo «Saprà guarire il calcio malato?», vengono riportati i pareri di autorevoli intervenuti del mondo calcistico e sportivo nazionale e territoriale. Fra gli altri, quelli di Antonello Valentini, direttore generale della Figc, di Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa, e del vice presidente nazionale del Coni, Luca Pancalli.