Azione Cattolica Verona | La Speranza del Domani

Azione Cattolica Verona | La Speranza del Domani...
Scritto da don Alessandro Martini
Lunedì 02 Novembre 2009 13:06
Commemorazione dei Fedeli Defunti, 2 novembre 2009
Il 1° novembre la solennità di Tutti i Santi e all’inizio di questa settimana la Commemorazione
dei Fedeli Defunti: sono momenti importanti per ogni comunità cristiana, che attraverso la
liturgia, è invitata a meditare sulla vita eterna. Proviamo anche come educatori e giovani di AC
a fermarci per qualche riflessione.
Partiamo dall’invocazione che eleviamo nella liturgia con le parole del salmo responsoriale - il
Signore è mia luce e mia salvezza
: sono parole che ci fa sperimentare in questi giorni, forse caratterizzati dalla tristezza, la
presenza di luce del nostro Dio. Egli è colui che ci guida attraverso i sentieri della vita e della
storia: invocare il nome del suo Figlio Gesù è invocare la salvezza; ascoltare la sua Parola è
sperimentare di avere una lampada che illumina i nostri passi; riceverlo nel pane eucaristico è
sperimentarne la forza nel cammino terreno.
Questa luce diventa necessaria soprattutto nei momenti di fatica: è quanto ha scoperto
Giobbe! Il “mio Dio”, dice Giobbe, mi prenderà per mano anche nella sofferenza: lui, sono certo,
mi accompagna anche sulla strada dell’ultima solitudine, nella quale nessun’altro mi può
accompagnare; egli cammina con me. Ne siamo certi anche noi, cristiani di oggi, perché anche
Gesù ha percorso questa strada: è disceso nel regno della morte, l’ha vinta ed è tornato per
accompagnare noi e darci la certezza che, insieme con Lui, un passaggio lo si trova.
L’immagine più bella quando si celebra un funerale è quella del Buon Pastore: egli, nella morte,
mi accompagna e con il suo “bastone e il suo vincastro mi dà sicurezza”, non ci fa “temere
alcun male”.
Papa Benedetto XVI, nella sua enciclica sulla speranza - “Spe salvi”, ci invita ad attendere
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Scritto da don Alessandro Martini
Lunedì 02 Novembre 2009 13:06
con “pazienza”, perseveranza e costanza l’incontro con Dio: per questo la nostra vita è un
camminare nella volontà del Padre e credere che anche noi possiamo raggiungere la vita
eterna! È una strada che stiamo percorrendo fin dal giorno del nostro battesimo. Con il
battesimo non solo siamo stati accolti nella Chiesa ma abbiamo ricevuto la possibilità di vivere
per sempre, nell’eternità. Anche questa è una certezza ma scopriamo, continua il Papa, come
in noi ci sia una contraddizione: da una parte, non vogliamo morire, soprattutto chi ci ama non
vuole la nostra morte; dall’altra, non desideriamo neppure continuare ad esistere per sempre
perché non siamo stati creati con questa prospettiva! Allora, cosa vogliamo veramente? Ci
viene spontaneo chiederci: che cos’è la “vita”? Cosa significa “eternità”? Di certo noi vogliamo
una sola cosa: “la vita beata”, la vita che è “felicità”. Lo desideriamo per questa esistenza
terrena e lo speriamo di quella futura, che ci attende dopo la morte. Ma non conosciamo questa
“vera vita” e tuttavia sappiamo, che deve esistere un qualcosa che noi conosciamo e verso il
quale ci sentiamo spinti. Questa è l’eternità, continua il papa nell’enciclica: l’eternità non è un
continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma un momento di gioia grande, in cui la
misericordia di Dio ci abbraccia e noi abbracciamo il nostro Dio. È il momento in cui ci
immergiamo nell’oceano dell’infinito amore, nel quale il tempo – il prima e il dopo – non esiste
più.
Non è stupendo tutto questo? Con le parole di Paolo diventiamo sempre più consapevoli che
le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibile sono eterne! Allora non esitiamo, cari
educatori, e ricordiamoci che la vita umana è un cammino! Non siamo fatti per stare qui per
sempre. La vita – prosegue l’enciclica - è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro
e in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della
nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza.
Gesù Cristo è la luce per eccellenza. Per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci
vicine – di persone che donano luce traendole dalla sua luce ed offrono così orientamento per
la nostra traversata. Sono le persone che conosciamo, sono i nostri cari defunti che ci hanno
preceduto, sono coloro che ancor oggi ci offrono un sostegno nei momenti della prova. Tra
queste persone risplende Maria che è per noi stella di speranza. Con lei ascoltiamo le parole di
Gesù: “Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me!” e a lei ci rivolgiamo: Santa Maria, Madre di
Dio, madre nostra, insegnaci a credere, sperare ed amare con te. Indicaci la via verso il suo
regno! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino, verso la vita senza fine,
quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il volto di Dio!
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