1 IL CiELADO Organo Ufficiale della Unione Astrofili Tesino e

Editoriale
IL CiELADO
Anno 10-11, numero doppio 4- 2010 e 1-2011
Organo Ufficiale della
Unione Astrofili Tesino e Valsugana
c/o Biblioteca Comunale di Castello Tesino
Via Venezia 18
38059 Castello Tesino
Direttore:
Redazione:
Giancarlo Favero
Maria Rita Baldi
Michele Miconi
ANNO SOCIALE 2010-2011
ORGANI SOCIALI
CONSIGLIO DIRETTIVO 2010-2012
Presidente:
Vice-Presidente:
Segretario:
Tesoriere:
Consiglieri:
Claudio Costa
Michele Miconi
Maria Rita Baldi
Renzo Müller
Roberto Broccato
Claudio Buffa
Monica Roccon
Revisori Effettivi:
Michele Alberti
Marina Aru
Franca Nalin
Ermanno Dorigato
Sergio Menguzzato
Revisori Supplenti:
DIRETTORE DELL’OSSERVATORIO:
Giancarlo Favero
COMMISSIONI
Edilizia:
Michele Miconi
Informatica:
Roberto Broccato
Giorgio Ferrai
Michele Miconi
Telescopio:
Giancarlo Favero
Michele Miconi
SOMMARIO
Editoriale
Il cielo primaverile
Le News
Le mie prime immagini di Giove dal Celado
50 anni di strumentazione e fotografia
Istruzioni per l’uso della camera CCD
Verbali
Assemblea del 26 marzo
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IN COPERTINA
Giove ripreso al telescopio del Celado da Michel Jacquesson, astrofilo di Reims, Francia.
Cari Soci,
mentre mi appresto a scrivere queste righe siamo
prossimi alla fine del 2010. E' quindi giunto il momento di fare alcune riflessioni sulla nostra associazione e sull’Osservatorio Astronomico del Celado. Il numeroso afflusso di visitatori alla nostra
struttura del periodo post apertura ed estivo si è
andato via via diradando in questo autunno, soprattutto inizio inverno. Io credo che sia un fenomeno naturale dopo i primi momenti di curiosità
in attesa del periodo primaverile. Questo è da
sempre il momento dedicato dalle scuole di ogni
ordine e grado alle uscite didattiche a strutture
inerenti materie studiate a scuola: parchi naturali,
siti archeologici, città d’arte, visite a musei e anche a strutture come il nostro osservatorio. Dobbiamo anche dire che le continue nevicate di questo periodo non hanno certo invogliato le persone
a salire con i propri mezzi al Celado.
Resta comunque il fatto che anche i corsi di astronomia tenuti gratuitamente dal professor
Giancarlo Favero, il venerdì sera nella biblioteca di
Castello Tesino, sono stati poco frequentati. Avendo trattato il professore argomenti inerenti anche i programmi scolastici di scuola media e superiore mi sarei aspettato maggior partecipazione
soprattutto fra i giovani. Faccio quindi appello a
soci e simpatizzanti di rendere note ad amici e conoscenti le attività dell’UATV e la possibilità di visita all’osservatorio astronomico previa prenotazione presso l’APT di Castello Tesino. Spesso il passa
parola vale molto più di depliant o locandine che
troppe volte non vengono lette. Per chi crede poi
che l’astronomia sia materia solo per esperti si ricrederà sicuramente quando parteciperà alle nostre iniziative ed assisterà alle lezioni tenute dal
direttore dell’osservatorio.
Non si preoccupino comunque i visitatori se piove
o nevica perché la struttura, telescopio compreso
sono comunque visitabili e in caso di mancata apertura della cupola per cattivo tempo siamo in
grado di proiettare su schermo le immagini da noi
precedentemente registrate, commentarle assieme ai visitatori e rispondere alle loro domande.
Colgo l’occasione per porgere a tutti i soci e ai loro familiari i più sinceri auguri di buone feste e di
un felice anno nuovo in attesa di ritrovarci a marzo per una bicchierata in occasione dell’assemblea
annuale dei soci.
Claudio Costa
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Il cielo primaverile
Il signore degli anelli
Alzando la carta sopra la testa, dirigete la sua parte
alta verso nord, cioè verso Cima d’Asta, e la parte
bassa verso sud, cioè verso Grigno. In tal modo la
sinistra risulta diretta verso l’est (il Picosta) e la destra verso l’ovest (la Forcella di Pieve). Quasi allo
zenit (il punto sopra la vostra testa e allo stesso
tempo il centro della mappa) ci sono le 7 stelle del
Grande Carro, parte dell’Orsa Maggiore (UMa).
Il timone del Carro forma una curva che, prolungata
naturalmente, conduce inizialmente ad Arturo, stella
principale del Bootes (Boo), e poi a Spica, stella
principale della Vergine (Vir). Una terza stella di pri-
ma grandezza, a ovest delle altre due, è Regolo, la
stella principale del Leone (Leo).
Le altre stelle del cielo primaverile sono deboli e
formano costellazioni poco appariscenti. Ma osservando attentamente, vicino a Spica si nota un astro
molto brillante
di colore giallastro: non è
una stella ma
il pianeta Saturno, che al
telescopio
mostra un ricco sistema di
anelli.
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Le News
9 miliardi di anni fa
Simulazioni al computer eseguite da ricercatori
dell’Osservatorio di Parigi, del CNRS (il CNR
francese) e del NAOC (Osservatorio Astronomico
Nazionale della Cina) suggeriscono che 6 miliardi
di anni fa il Gruppo Locale di galassie, di cui fa
parte la Via Lattea, sia stato sede di una collisione
cosmica. Il prodotto di questa collisione potrebbe
essere stata la galassia di Andromeda insieme
con le Nubi di Magellano, come è scritto in due articoli apparsi su Astrophysical Journal del 20 novembre e 10 dicembre.
Il Gruppo Locale comprende circa 40 galassie fra
le quali spiccano la nostra Via Lattea, M31 in Andromeda e M33 nel Triangolo. Finora molti astronomi erano convinti che M31 fosse il risultato della commistione di due galassie di massa minore,
un’ellittica e una spirale.
Nel tentativo di appoggiare questa ipotesi i suddetti ricercatori hanno simulato la collisione e con
questa l’evoluzione strutturale di M31, riproducendone proprietà come il disco di gas e polveri,
tipico di una spirale, la parte nucleare massiccia
simile a una galassia ellittica e altre caratteristiche
come giganteschi flussi di stelle vecchie.
La conclusione è che tutto può essere iniziato
meno di 9 miliardi di anni fa con un primo passaggio ravvicinato fra due galassie, una leggermente
più massiccia della nostra Via Lattea e una tre
volte meno massiccia. La fusione finale avvenne
meno di 6 miliardi di anni fa. Questa collisione potrebbe essere l’evento più importante avvenuto
nella storia del Gruppo Locale.
La collisione deve essere stata tanto violenta da
aver espulso gigantesche code di stelle e gas, di
massa equivalente a circa un terzo della Via Lattea. Questa espulsione sarebbe avvenuta sul piano principale della galassia di Andromeda, convogliando la materia verso la Via Lattea a circa 350
km/s e determinando la formazione, nelle vicinanze, delle due Nubi di Magellano che per tale motivo appaiono di forma irregolare, giovani e ricche
di gas. Questa ipotesi sarebbe compatibile con
l’attuale moto delle due nubi.
Se confermate, queste ricostruzioni sosterrebbero
l’ipotesi che la maggior parte delle galassie a spirale si sia formata dalla fusione di alcuni precursori e che molte galassie nane, come le Nubi di Magellano, siano il sottoprodotto di tali eventi.
Le simulazioni sono state eseguite con supercomputer cinesi e francesi, usando da 300 000 a
8 milioni di particelle comprendenti stelle, gas e
materia oscura. Alcuni dei calcoli sono durati fino
a 20 giorni e hanno generato fino a 23 Gigabite di
dati.
Inizio della simulazione, circa 9,3 miliardi di anni
fa
Dopo 1,5 miliardi di anni
Dopo 3,4 miliardi di anni
3
Dopo 4,2 miliardi di anni. Segnate dalla freccia le
stelle appena formate.
Dopo 6,8 miliardi di anni
Dopo 4,5 miliardi di anni. Le due galassie si fondono.
Dopo 9,3 miliardi di anni, cioè oggi
Dopo 6 miliardi di anni
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Tempesta di neve dalla
cometa Hartley 2
Durante il suo recente sorvolo del nucleo della
cometa Hartley 2, la sonda Deep Impact ha ripreso immagini di una coda di particelle fioccose di
ghiaccio d’acqua ed è penetrata in questo materiale eiettato da getti di diossido di carbonio provenienti dalle estremità del nucleo, che ha la forma di un birillo.
Secondo Michael A’Hearn, ricercatore principale
del gruppo che controlla la sonda, questa si è avvicinata alla cometa Hartley 2 durante una tempesta di ghiaccio d’acqua provenienete dal nucleo
che ne liberava un paio di tonnellate al secondo.
Allo stesso tempo molto vapore d’acqua sprizzava
dalla parte mediana del nucleo. È stata quindi la
prima volta che si sono osservati direttamente i
frammenti che si sospettava provenire dal nucleo
di una cometa durante il suo periodo di attività in
prossimità del Sole.
La natura e le dimensioni dei frammenti che lasciano i nuclei cometari in attività erano stati ipotizzati da numerosi studi osservativi (fra i quali
uno prodotto da Favero, De Donà, Sannevigo e
Sambo già apparso su questa rivista), ma in questo caso è stata definitivamente misurata una
massima dimensione dell’ordine di qualche centimetro. È vero però che tali grosse dimensioni sono state accertate solo in alcune comete, in accordo col fatto che altre sonde hanno mancato di
evidenziare particelle simili passando vicino ai nuclei di altre comete (Tempel 1, Wildt 2). Questo
probabilmente indica che ci sono differenti meccanismi coi quali i nuclei cometari si frammentano
in vicinanza del Sole. Probabilmente getti di diossido di carbonio riescono a frammentare il ghiaccio d’acqua liberandone grossi pezzi, mentre i getti di vapore d’acqua che si liberano dall’interno poroso dei nuclei cometari non hanno la forza di
frammentarne i materiali.
Un pianeta da un’altra
galassia
Un gruppo di astronomi europei ha scoperto un
pianeta che orbita intorno a una stella proveniente
da un’altra galassia ed entrata nella nostra Via
Lattea. Le osservazioni, compiute mediante il telescopio di 2,2 metri di diametro dell’Osservatorio
Europeo di La Silla, Cile, hanno rivelato un pianeta simile a Giove che gira intorno a una stella
prossima alla fine della sua vita e che potrebbe
quindi essere inglobato da questa. Questo sistema potrebbe offrire un esempio della fine possibile per il nostro Sistema Solare.
Negli ultimi 15 anni gli astronomi hanno scoperto
circa 500 pianeti in orbita attorno a circa 350 stelle
che si trovano nelle vicinanze del Sole, quindi
all’interno della nostra Via Lattea. Quello descritto
sarebbe un pianeta orbitante attorno a una stella
che, pur trovandosi ora entro la Via Lattea (a circa
2000 anni luce dalla Terra), proviene da un’altra
galassia che è stata cannibalizzata dalla nostra
galassia circa 6-9 miliardi di anni fa. Le galassie
sono solitamente così distanti che una scoperta
del genere non sarebbe stata possibile in mancanza dell’evento di cannibalismo segnalato.
Un’altra caratteristica di questo sistema è che la
stella centrale ha superato la fase di gigante rossa, che il nostro Sole attraverserà fra circa 7 miliardi di anni, e sta attualmente bruciando l’elio nel
suo nucleo, caso più unico che raro nella popolazione di stelle con pianeti osservate finora. Il pianeta è così vicino alla stella che la sua posizione
attuale può essere spiegata pensando che il pianeta sia stato frenato dai gas espulsi nella fase di
gigante rossa, sia caduto verso la stella e si sia
sistemato in un’orbita stretta al momento del diradamento dei gas espulsi.
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Le mie prime immagini di
Giove dal Celado
Michel Jacquesson
Sévigny-Waleppe, Reims, Francia
«Venga qui per usare il telescopio» mi avevo detto il
sindaco di Castello Tesino il 20 marzo 2010,
all’inaugurazione dell’osservatorio. «Certo» gli avevo risposto. E cosi, dopo una notte sul treno Parigi-Venezia,
mi trovo di nuovo nell’osservatorio il 5 ottobre. Ho portato la mia camera di ripresa e il mio computer, e sto
guardando con qualche ansietà il cielo, sperando che la
settimana nella quale devo essere qui mi permetterà di
fare delle immagini di Giove. L’indomani, il tempo è bello. Posso ammirare uno splendido sorgere del Sole sulle Dolomiti di Passo Rolle
La prima immagine
Il Sole sorge dietro il Coppolo.
Tutta la giornata il cielo è blu e anche la sera, quando
vado a piedi al ristorante «Al Cacciatore» per la cena, la
volta celeste è magnifica. «Tutto va bene» penso. Ma
quando usciamo del ristorante, due ore più tardi, c’è la
delusione: sono arrivate le nuvole!
Giovedi… Venerdi… Sabato mattina… sempre le nuvole. Devo tornare in Francia il lunedi e comincio a pensare che non potrò fare nessuna immagine!
Penso alla mia partenza l’indomani. Una sola bella notte d’osservazione: non è molto ma è meglio che niente!
Avevo sentito parlare di uno sciopero nei treni francesi
ma pensavo che non ci sarebbe stato nessun problema
col mio treno da Padova a Parigi. Guardo su Internet e
scopro con stupore che il treno dove ho prenotato una
cuccetta è cancellato ! Non so quando lo sciopero sarà
finito e a questo punto, l’unica soluzione è… rimanere
all’osservatorio. Grazie agli scioperanti: mi hanno permesso di osservare anche due belle notti lunedi e martedi!
Il « cacciatore » di immagini di Giove al lavoro
La domenica, il cielo è ancora chiaro la sera. Alcune
immagini… ma verso le ore 20, di nuovo le nuvole…
Una immagine di lunedi…
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... e una di martedi
Ho potuto prenotare una cuccetta nel treno di giovedi
14. La sera di mercoledi, il cielo è coperto di nuovo e
l’indomani, parto per Padova… ma questo treno non c’è
e dovrò ancora aspettare e infine tornare in Francia il
sabato… in aereo ! Per fortuna, ho potuto essere ospitato da amici che abitano vicino a Venezia.
Questo soggiorno mi ha permesso di vedere che
l’osservatorio del Celado ospita davvero un magnifico
strumento. Ho intenzione di venire ancora una volta
l’anno prossimo.
Ringrazio molto l’UATV e particolarmente il mio amico
Giancarlo Favero che ha fatto tanto per me durante
questo soggiorno.
50 anni di strumentazione
e fotografia
Giancarlo Favero
Aprendo la Sessione “Strumentazione e Fotografia” del
XLII Congresso dell’UAI, ho delineato il progresso che
queste tecniche hanno avuto nei 50 anni che sono trascorsi dal mio primo interessamento all’astronomia, avvenuto nel 1959. Infatti, confesso che non sono “astrofilo da sempre”, come dicono ormai tutti, ma solo da
quando avevo 14 anni.
L’evoluzione dei telescopi in questi anni ha avuto parecchie facce, più di quelle di un cubo, prima fra tutte la
grandezza dell’obiettivo. Negli anni Sessanta, come nei
precedenti 200 anni circa, il mondo aglosassone era
dominato dal rifrattore da 3-inch, un “quasi” 80 mm di
diametro. In Europa forse non ne eravamo degni e dovevamo accontentarci del 60 mm: ricordo che Roberto
Sannevigo ne aveva uno bellissimo della ditta Tasco. Io
avevo cominciato con ancora meno: un cannocchiale
Max, pubblicizzato su Topolino, il cui obiettivo era una
lente semplice di 50 mm di diametro (diaframmata a 25
mm) e che faceva 30 e 60X con due oculari raddrizzatori di immagine, in pratica 3 semplici lenti biconvesse.
Sui romanzi di Urania era allettante la pubblicità del
cannocchiale Jupiter della torinese ditta Alinari che però
costava quasi un piccolo stipendio. Ermanno Ignesti
aveva un rifrattore da 150 mm che era considerato il
massimo.
Alcune riviste di bricolage (Sistema Pratico, Costruire)
spiegavano come realizzare un telescopio riflettore, e
così barattai la mia raccolta di francobolli (due raccoglitori dell’Italia e uno internazionale) con i dischi e gli abrasivi per fare un riflettore da 170 mm, massimo diametro consentito dallo spessore (17 mm) del disco che
sarebbe diventato lo specchio. Si trattava di un diametro piuttosto importante per l’epoca, superato solo da
quello di alcuni astrofili dentisti che potevano permettersi un 300-400 mm.
Oggi gli astrofili usano rifrattori, spesso apocromatici,
che vanno dai 100 ai 150 mm di diametro, più spesso
riflettori, spesso catadiottrici, che partono da un minimo
di 125 mm (il glorioso Newton da 114 mm sta scomparendo) per superare i 600 mm anche in mano ad astrofili non proprio ricchissimi. Si è quindi verificato un raddoppio dei diametri in 50 anni e una decisa diminuzione
del costo rispetto alle disponibilità economiche individuali. Quest’ultimo aspetto è stato esaltato negli ultimi
anni dall’apertura del mercato cinese.
Altre due facce del problema riguardano la montatura e
i moti. All’epoca, specie nel campo dell’autocostruzione,
dominava la montatura altazimutale non motorizzata del
tipo Texereau, antesignana dell’attuale Dobson. Anzi,
costruttori italiani come Recla, Marcon e Vigorelli avevano elaborato montature originali del tutto simili a quelle che i giovani d’oggi credono essere esclusive di questa epoca. Dopo aver iniziato con un rifrattore da 120
mm (ora alla Specola Cidnea), il mio maestro Guido
Ruggieri era passato a un Newton da 250 mm su montatura altazimutale tedesca, il tutto costruito da Virgilio
Marcon. Le montature più elaborate avevano un’asta filettata sulla quale l’azione di un dado consentiva di effettuare a mano minuscoli movimenti micrometrici di
puntamento e di inseguimento. Solo gli strumenti più
sofisticati erano in montatura equatoriale e solo pochissimi, i più costosi, erano dotati di motorizzazione. Un rifrattore Zeiss di 90 mm in montatura equatoriale motorizzata costava come un piccolo appartamento.
Sulle montature equatoriali di quegli anni erano sempre
presenti cerchi graduati in AR e D che consentivano il
puntamento degli astri con le coordinate, ma gli astrofili
dell’epoca conoscevano così bene il cielo da puntare
molto spesso gli oggetti “a occhio” o tramite allineamenti di stelle.
La vite senza fine del moto orario spartano degli astrografi degli anni Sessanta – banalmente obiettivi fotografici da ritratto scovati nei mercatini delle pulci – era
azionata da una ruota da biciclette sui cui raggi le dita
suonavano come su un’arpa. L’astrofotografo usava
come otturatore un ombrello aperto o una paletta da
ping pong fatta ruotare da una lunga asta.
Oggi le montature sono quasi sempre di tipo equatoriale motorizzato, controllate da software sofisticati e
hanno memorizzati enormi repertori di oggetti. Le moderne montature altazimutali hanno anche il derotatore
di campo per effettuare lunghe pose. Quanto agli automatismi oggi non ci sono limiti: focalizzazione elettrica,
correzione elettronica del periodismo (PEC), puntamento automatico (GOTO), stazionamento della montatura
mediante GPS ecc.
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Con i telescopi di 50 anni fa si osservavano gli stessi
oggetti che si osservano oggi: Luna, Sole, pianeti, ammassi, ma anche nebulose e galassie, che allora erano
comodamente visibili perfino dall’interno delle città. Le
osservazioni scientifiche avevano generalmente due
aspetti collegati fra loro: erano prevalentemente visuali
e la loro registrazione consisteva in stime o in disegni.
C’erano anche pochi provetti astrofotografi, specializzati
nella ripresa di grandi campi stellari e interessati alla
scoperta e allo studio di stelle variabili, asteroidi o comete.
Oggi la ricerca dispone di elementi ottici innovativi e
sfrutta sensori la cui sensibilità consente di ottenere
spettri del Sole e delle stelle, come risulta dalla relazione di Fulvio Mete. Il progresso più cospicuo e imprevedibile compiuto dall’astrofilia in questi 50 anni ha riguardato infatti la registrazione delle immagini. Allora erano
relativamente pochi gli astrofili avanzati che usavano la
fotografia chimica, eventualmente assistita dal raffreddamento (come Everet Kramer in USA) o
dall’ipersensibilizzazione con idrogeno (di cui mi occupai nel 1973). La fotografia di quegli anni seguiva i rudimenti ammanniti dal genovese Francesco Gianni e
dal palermitano Amleto Pezzati, mutuati dai francesi De
Vaucouleurs e Texereau. La tipica immagine acquisita
con una comune macchina fotografica era la rotazione
intorno alla Stella Polare, a cui si aggiungeva l’immagine delle costellazioni con posa di 10 secondi, tale da
non rivelare la rotazione terrestre. Solo pochi usavano
astrografi e pochissimi fotografavano con riflettori di alcune decine di centimetri di diametro, come facevano il
prof. Giuliano Romano e il suo collaboratore Marino Perissinotto. Il tipico tempo di posa per realizzare una fotografia di un corpo celeste, per esempio la nebulosa
M42, era di una decina di minuti e per le galassie erano
abituali pose dell’ordine di un’ora.
La risoluzione della classica Kodak TriX era dell’ordine
del centinaio di micrometri e se si voleva usare un’emulsione a grana più fine si doveva pagare lo scotto
della bassa sensibilità, per cui si era costretti ad adottare tempi di posa proibitivi, tali che la turbolenza atmosferica avrebbe impastato in maniera irrecuperabile i
particolari lunari e planetari. Nella fotografia il massimo
fu raggiunto negli anni Settanta all’Osservatorio S. Vittore, sui colli di Bologna, dove un gruppo di astrofili,
Vacchi, Sassi e Sette, ai quali si aggiunsero poi Pancaldi, Goretti, Colombini e Pansecchi, usavano un 420
mm prima per fotografare di tutto, poi per concentrarsi
sull’astrometria e sulla scoperta di asteroidi.
Oggi solo pochi astrofili indecisi non usano ancora un
qualche tipo di CCD, che ormai si trova nelle cineprese
e nelle macchine fotografiche. Il confronto fra queste
due tecniche mette in risalto il gigantesco passo in avanti fatto dagli astrofili. La risoluzione dei CCD è scesa
ai 5 m circa e la loro sensibilità è così elevata che i
tempi di posa sono ridotti a frazioni di secondo, permettendo sia di congelare istanti di ottimo seeing, sia di effettuare filmati dai quali scegliere i fotogrammi migliori.
Esempi di queste applicazioni saranno forniti dalle relazioni di Lorenzo Comolli e di Enrico Stomeo. Con i moderni CCD non occorre superare il minuto per registrare
dettagli incredibili. Anzi, se registrando M42 si vuole
evitare di mandare in blooming il Trapezio, non bisogna
superare la decina di secondi.
Ancora più differenti sono i tempi per vedere i risultati
ottenuti in cielo con le tecniche di 50 anni fa e quelle di
oggi. Nelle fasi di sviluppo, fissaggio e lavaggio del negativo allora trascorrevano alcune decine di minuti e solo il prof. Romano visionava la pellicola ancora bagnata
per verificare l’eventuale apparizione di una Nova nella
sua sorveglianza sistematica della Via Lattea. Per asciugare la pellicola e ottenere stampe guardabili doveva passare ancora una mezza giornata. Oggi, basta
qualche secondo per scaricare sul monitor del PC
l’immagine dalla camera CCD e si può valutare subito il
risultato e decidere se ripetere o meno la posa.
Un’altra differenza strabiliante fra fotografia chimica e
digitale sta nell’estrazione di dati scientifici dalle immagini registrate. Per ricavarli dalle fotografie si dovevano
sottoporre i negativi a misure mediante densitometri di
vario tipo, come quelli escogitati da Francesco Cerchio.
Ora, ogni pixel delle immagini CCD ha il suo contenuto
quantificato, tanto che se lo si consulta più volte si ottiene sempre lo stesso numero, con qualche problema
per le premesse dell’analisi statistica dei dati. Nelle misure densitometriche dei negativi si potevano discriminare alcune decine di livelli di grigio, dopo di che il rumore della traccia diventava confrontabile con la differenza tra i livelli. Ora la quantificazione solitamente a 16
bit permette di ottenere 65 536 livelli che, soggetti
all’incertezza di Poisson, danno sempre un rapporto
segnale-rumore pari a 256.
Un altro elemento di confronto tra fotografia chimica e
digitale riguarda il colore. Le foto a colori basate sulle
pellicole negative subivano tremendamente le conseguenze di bagni di sviluppo più o meno freschi e di
stampe più o meno sapienti, tanto che se si portava in
due laboratori differenti lo stesso negativo si ottenevano
due stampe che non si somigliavano. Le diapositive offrivano una soluzione migliore, anche perché erano uniche e senza confronto. Ma se si ripetevano pose identiche con la stessa fotocamera caricata con materiali fotografici differenti si rimaneva stupefatti dalle differenti
dominanti cromatiche che caratterizzavano ognuno.
Ora con i CCD si è ancora soggetti alla matrice sensibile o ai filtri usati in combinazione con un CCD in bianco
e nero, ma la standardizzazione è più vicina. Di questo
si occupa Enrico Bernieri, che mette a punto
l’argomento.
L’elemento più stupefacente delle moderne immagini
elettroniche riguarda probabilmente l’enorme possibilità
di elaborazione. Dalle pellicole chimiche si potevano ottenere, a prezzo di molte ore di camera oscura, solo
stampe su carte di gradazione differente, alcune mascherature (per esempio la masque flou, oggi unsharp
masking), la linearizzazione mediante la formula di Seidel del piede della curva caratteristica, il tracciamento
delle isofote e poco altro. Anche grazie all’errata esecuzione ottica del Telescopio Spaziale Hubble, oggi
l’astrofilo dispone di un’infinità di algoritmi che modificano le immagini elettroniche e che permettono di estrarne tutto il significato scientifico. Ma è la possibilità
di riprendere molte immagini, addirittura filmati, di un
certo soggetto (v. relazioni di Comolli e di Stomeo) e di
combinarli nel modo migliore che ci ha avvicinato ai limiti teorici dell’ottica (e forse ce li ha fatti superare nel
caso delle riprese planetarie).
Negli anni Sessanta mi ero reso conto che, per registrare quello che vedevo col mio Newton da 355 mm, avrei
dovuto fotografare con un telescopio da 1,5 m, per cui
avevo optato per l’osservazione visuale. Fino al 1992,
quando verificai le prestazioni delle prime camere CCD:
da allora non ho più osservato visualmente, se non per
verificare la turbolenza della serata, dopo di che ho
sempre ripreso immagini CCD.
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Istruzioni per l’uso della
camera CCD
Marina Campestrin
Accensione di camera e computer
Inserire la spina nera nella presa di corrente rossa
(alimentazione di camera e ruota portafiltri).
Assicurarsi che la spina USB con pomello rosso
sia SCONNESSA dal computer ASUS. Avviare il
computer. Quando il computer è acceso, inserire
la spina USB con pomello rosso (porta alta).
Avvio dei programmi di gestione della camera
CCD
Per controllare la camera CCD è necessario aprire due programmi, le cui icone sono presenti sul
Desktop:
- SAO Image (visualizza le immagini riprese)
- SBIG Control (gestisce tutte le operazioni della
camera).
Programma SAO Image
Aprire il programma e spostarne la finestra nella
parte destra dello schermo. I comandi di controllo
delle immagini sono riportati sulla banda superiore.
Programma SBIG Control
Aprire il programma e spostarne la finestra nella
parte sinistra dello schermo.
Premere il tasto Connetti CCD. Nel riquadro Stato CCD si può leggere che cosa sta facendo la
camera. Attendere che la connessione sia OK.
Nel riquadro Osservatore scrivere il proprio cognome, che comparirà poi nei file salvati.
Impostazione temperatura
La camera CCD va raffreddata scegliendo una
temperatura di circa 30-35°C inferiore a quella esterna (che può essere letta sul pannello di controllo della cupola in Sala Comandi).
L’andamento del raffreddamento è mostrato dalla
temperatura e dall’efficienza (percentuale della
potenza di alimentazione della cella Peltier) che
appaiono sotto il riquadro della temperatura scelta. Mentre la temperatura si sta abbassando, la
potenza utilizzata è del 100 %. Se continua a essere del 100 % anche una volta raggiunta la temperatura scelta, allora significa che quest’ultima è
troppo bassa. Conviene quindi scegliere una temperatura più alta. In genere è meglio che la potenza impiegata per mantenere la temperatura desiderata non superi l’85-90%. Se è inferiore, si può
abbassare ulteriormente la temperatura.
Ripresa delle immagini
Tutte le immagini riprese vengono salvate in formato FITS e si trovano in Risorse del computer –
Disco D – SBIG.
Sulla parte destra della finestra del programma
SBIG sono a disposizione 5 righe, in cui si possono compilare/selezionare le istruzioni da dare alla
camera e alla ruota portafiltri, che verranno poi
eseguite in sequenza. In ciascuna riga, la spunta
a inizio riga indica che quella riga di comandi verrà eseguita premendo il tasto Esponi. In caso di
più righe spuntate, verranno eseguti in sequenza i
comandi in ciascuna riga, a partire dall’alto. In
ogni riga vanno specificati:
Tipo di immagine: Object, Bias, Dark, ecc. (per
riprendere un corpo celeste scegliere Object)
Ripetizioni: si può decidere quante volte far ripetere l’esecuzione dell’istruzione data nella riga
Nome oggetto: si scrive il nome del corpo celeste
ripreso (che comparirà nel file header)
Tempo di esposizione: indicare il tempo di posa
in secondi (posa minima 0,12 s)
Filtro: si può scegliere uno dei 5 filtri da fotometria (U, B, V, R, I) con la ruota A, oppure 3 filtri interferenziali con la ruota B (H-alfa, Ossigeno III,
Luminanza)
Salva: se il quadratino è spuntato, il file viene salvato nell’apposita cartella IMA (in realtà tutti i file
vengono comunque salvati nella cartella SBIG in
modo che resti la storia di quello che è stato fatto). All’inizio, quando si migliora il fuoco, non
spuntare questa casella.
A questo punto si può premere Esponi e
l’immagine viene ripresa come programmato.
Messa a fuoco
Dopo la ripresa della prima immagine, occorre di
solito migliorare il fuoco. Premere quindi nel riquadro principale del programma il tasto Messa a
fuoco e si aprirà la relativa finestra.
In questo nuovo riquadro premere Prendi coordinate e quindi selezionare l’immagine presentata
dal programma SAO Image (cliccare sulla sua
banda blu), dove si identifica con il cursore la stella su cui concentrarsi per la messa a fuoco. Attenzione: se nel riquadro compare la scritta fit non
riuscito, occorre concentrarsi su un’altra stella
perché quella considerata è troppo debole per
questa operazione. Oppure bisogna aumentare il
tempo di posa.
Per modificare la messa a fuoco si utilizzano, nel
programma di controllo del telescopio Autoslew, i
comandi del riquadro Focus. Il criterio da seguire
per la messa a fuoco è rendere minimi i due numeri che rappresentano la FWHM in x e in y, oppure di rendere massimo il conteggio ADU.
Disconnessione
Per spegnere la camera CCD, bisogna anzitutto
riportarla alla temperatura iniziale, scegliendo
Spegni raffreddamento. È necessario seguire
per un po’ il raffreddamento, verificando il raggiungimento della temperatura ambiente.
Scegliere infine Disconnetti e chiudere i due programmi. Staccare la spina nera.
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Verbali
VERBALE N. 1/2011
Della seduta del Consiglio Direttivo UATV, riunitosi presso la Biblioteca Comunale di Castello Tesino, mercoledì 19 gennaio 2011 alle ore 20:30,
per trattare il seguente
Ordine del giorno:
1.
Comunicazioni del Presidente
2.
Relazione di Cassa
3.
Controllo Convenzione tra UATV e Comune Castello, per firma definitiva
4.
Chiarimenti
sulla
gestione
dell’Osservatorio
5.
Varie ed eventuali
Presenti: Costa Claudio– Baldi Maria Rita - Muller
Renzo - Broccato Roberto - Miconi Michele - Buffa
Claudio – è presente il prof. Favero Giancarlo Direttore dell’Osservatorio.
Assente giustificato: Comite Giacomo.
1.
Comunicazioni del Presidente: Il Presidente prof. Claudio Costa comunica che il Sindaco di Castello Tesino ha riferito che
l’Amministrazione comunale intende completare la
struttura dell’Osservatorio del Celado apponendo
delle sporgenze in rame sul muro esterno e una
tettoia in rame o plexiglas sulla porta d’entrata,
onde evitare che pioggia e neve possano causare
umidità all’interno dell’edificio. La segnaletica
stradale richiesta per indicare la presenza
dell’Osservatorio è stata sistemata secondo la
normativa consentita e quanto prima sarà sistemata definitivamente la stanga sulla strada di accesso all’Osservatorio stesso.
Il Presidente chiede di poter trattare a questo punto, quanto previsto al n. 3 e 4 all’odg, alla presenza del Direttore dell’Osservatorio sig. Giancarlo
Favero. Sentito il parere positivo dei consiglieri, si
procede come richiesto.
2.
Controllo Convenzione tra UATV e Comune Castello, per firma definitiva:
Viene letta attentamente la bozza di Convenzione
tra Comune di Castello Tesino e UATV alla quale
vengono apportate alcune precisazioni sulla competenza tra i firmatari della Convenzione stessa,
per quanto riguarda le spese ordinarie e straordinarie relative all’Osservatorio e alle adiacenze esterne. Il Comune si fa carico dell’ultimazione dei
lavori richiesti (v.di verbale dd 7.09.2010) e pertinenti la struttura. Deve essere fatta una verifica se
l’impianto del contenitore del gas è a norma. Verrà data formale disdetta alla ditta Daldoss per la
manutenzione ordinaria dell’ascensore, considerata troppo frequente (mensile), perche si ritiene
troppo onerosa.
3.
Chiarimenti
sulla
gestione
dell’Osservatorio: per evitare incomprensioni nella
gestione delle attività dell’Osservatorio si concorda che le chiavi della struttura sono in mano del
Sindaco, quale proprietario dell’immobile, e, a titolo sperimentale nel prossimo semestre, del Direttore che si fa carico di tutto ciò che riguarda la
conduzione complessiva delle iniziative e del Presidente dell’UATV. Gli utenti che sono in grado di
utilizzare gli impianti vi accedono solo chiedendo
le chiavi al Direttore, comunicandogli la loro presenza all’Osservatorio. Consiglieri dell’UATV e
Soci che ne siano autorizzati, collaboreranno nelle
serate in cui vi sarà un considerevole afflusso di
visitatori, nella gestione della Cassa.
4.
Relazione di Cassa: la disponibilità attuale
nel c/c presso la Cassa Rurale vede un saldo avere di € 1.742,03. Pagamenti da fare: fattura MFC
Fiaschi Marco da richiedere, tesseramento UAI
2011, prossimamente saranno emesse fatture
Daldoss e Tecnodata, entrambe semestrali.
5.
Varie ed eventuali: nessun altro argomento viene trattato, la seduta è tolta alle ore 23:00.
Il Segretario
Maria Rita Baldi
Il Presidente
Claudio Costa
VERBALE N. 2/2011
Della seduta del Consiglio Direttivo UATV, riunitosi presso la Biblioteca Comunale di Castello Tesino, lunedì 7 marzo 2011 alle ore 20:30, per
trattare il seguente
Ordine del giorno:
1.
Comunicazioni del Presidente
2.
Relazione di Cassa
3.
Utilizzo Osservatorio
4.
Preparazione Assemblea Ordinaria Soci
UATV (bilanci – candidature)
5.
Programma attività per l’estate 2011
6.
Varie ed eventuali
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Presenti: Costa Claudio – Baldi Maria Rita – Muller Renzo – Miconi Michele – Broccato Roberto.
Assenti giustificati: Comite Giacomo – Buffa Claudio.
1.
Comunicazioni del Presidente: il Presidente comunica che è finalmente stata firmata in
data 1 febbraio 2011 la Convenzione tra l’UATV e
il Comune di Castello Tesino, secondo gli accordi
definiti nell’ultimo CD dd.19.01.2011.
Sono ora da esaminare alcune fatture relative ad utenze dell’Osservatorio.
-Gabo Gas: da controllare esattezza della fattura
e delle relative letture fatte a contatore. E’ da concordare il prezzo del gas che sembra elevato. Per
il contratto con la ditta, si ritiene che debba essere
il Comune a firmarlo, all’UATV pagare il consumo
effettivo del gas.
-Elettricità: sarà compilato il modulo di contratto.
-Daldoss: si delibera di contattare il responsabile
di zona per rivedere il contratto riguardo la frequenza mensile di controllo per manutenzione che
a ns. avviso sembra eccessiva.
-Tecnodata: si delibera di dar corso al pagamento
semestrale dell’utenza internet.
Da contatti col Sindaco di Castello Tesino, il Presidente comunica che è stato assicurato che verranno effettuati i lavori da noi richiesti sulla struttura Osservatorio: saranno sistemati canali più adeguati alla dispersione dell’acqua piovana al posto
degli attuali; sarà posizionata sopra il portone
d’ingresso una tettoia protettiva (m 4 X 1,80); sarà
presa in considerazione l’asfaltatura della strada
di accesso e della parte del piazzale antistante
l’Osservatorio, per mantenerne nel tempo la necessaria stabilità non garantita dall’attuale fondo a
ghiaia pressata. Per il prossimo inverno è previsto
nel contratto per lo sgombero della neve anche
l’apertura di tale strada di accesso e del piazzale
suddetto. Verrà messo a punto il sistema di resistenze elettriche per l’eliminazione della neve dalla cupola. Sarà infine posizionata una stanga a
protezione dell’accesso all’Osservatorio stesso.
Per quanto riguarda lo spostamento dell’encoder
per consentire lo spostamento di una scala con
ringhiera ad uso in sicurezza degli osservatori che
altrimenti non potrebbero utilizzare il telescopio, il
CD concorda di studiarne la soluzione più appropriata.
Il Presidente propone inoltre di fare richiesta agli
organi competenti, di passare l’UATV come Associazione di promozione sociale senza scopo di lucro. Il CD prende atto e approva.
rà possibile l’acquisto di altri accessori per il telescopio secondo il suggerimento del Direttore
dell’Osservatorio, dopo aver risolto i pagamenti
delle utenze ancora in sospeso.
3.
Utilizzo Osservatorio: visto l’impiego abbastanza frequente della struttura Osservatorio, il
Direttore prof. Giancarlo Favero chiede di poter utilizzare la struttura, qualora non in uso da altri utenti, per fare osservazioni e ricerche proprie, secondo quanto previsto dal tariffario del regolamento in uso. Il CD approva.
4.
Preparazione Assemblea Ordinaria Soci
UATV (bilanci – candidature): si ratifica la data del
26 marzo p.v. fissata per lo svolgimento
dell’annuale Assemblea generale dei soci che si
svolgerà a Castello Tesino, presso la Biblioteca
Comunale di Castello Tesino alle ore 20:00. Prima
dello svolgimento dell’Assemblea il CD si troverà
a preparare il materiale necessario. Prevedendo
di dover procedere all’elezione di un membro del
CD a seguito dimissioni della Sig.ra Roccon Monica, il Presidente raccomanda di chiedere la disponibilità di persone che possono raggiungere la
nostra zona in tempi brevi, vista la necessità di
collaborazione per le attività dell’Osservatorio. Il
CD prende atto.
5.
Programma di attività per il 2011: Il Presidente indica come possibili tre o quattro conferenze da organizzare per l’estate prossima e finanziabili eventualmente con il contributo del Sistema
Bibliotecario Lagorai. Il CD approva.
6.
Varie ed eventuali: Il prof. Favero sta approntando il giornalino dell’UATV la cui edizione
avverrà con l’equinozio di primavera. Nessun altro
argomento viene trattato, la seduta è conclusa alle ore 22:30.
Il Segretario
Maria Rita Baldi
Il Presidente
Claudio Costa
2.
Relazione di Cassa: presenti il tesoriere e
la segretaria, si comunica la situazione di Cassa
alla data odierna che vede un saldo a ns. credito
del c/c Cassa Rurale di 1.855,86 euro. Continua
l’assistenza dello studio Pentadati di Telve per
quanto
riguarda
la
gestione
fiscale
dell’associazione. Vedremo prossimamente se sa-
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Ai soci dell’UATV
Oggetto: invito all’Assemblea Ordinaria del
2011 presso la Biblioteca comunale di Castello Tesino.
Egregi Soci,
il Consiglio Direttivo dell’UATV ha deliberato di
convocare l’Assemblea Ordinaria che chiuderà
l’Anno Sociale 2010, presso la Biblioteca comunale di Castello Tesino. L’Assemblea è indetta in prima convocazione per il giorno 25 marzo
2011, ore 09:00, ed in SECONDA CONVOCAZIONE per il 26 marzo 2011, alle ore 20:00, con
il seguente Ordine del Giorno:
1.
Comunicazioni del Presidente
2.
Nomina del Presidente, del Segretario
dell’Assemblea e del collegio elettorale
3.
Surroga di un consigliere del CD in sostituzione del consigliere dimissionario Roccon Monica
4.
Apertura seggio elettorale e procedimento
lavori
5. Bilancio consuntivo dell’UATV per l’anno
2010, relazione dei Revisori dei Conti
6.
Relazione morale del Presidente
7.
Relazione del Direttore dell’Osservatorio
8.
Programma per il 2011
9.
Bilancio preventivo 2011 e definizione della
quota sociale 2011
10. Varie ed eventuali.
Il Consiglio Direttivo dell’UATV si augura che tutti i
soci in regola con la quota sociale 2010 vorranno
essere presenti a questo importante appuntamento, al quale sono invitati anche i relativi familiari.
Eventualmente, i soci che non l’avessero ancora
fatto, potranno regolare la loro posizione versando
la quota per il 2010 (15 Euro).
Vi stimoliamo inoltre a invitare alla serata anche
altre persone interessate all’astronomia e alle
scienze di cui si occupa l’UATV, specialmente di
estendere l’invito a persone residenti nei Comuni
della Valsugana.
Saranno in discussione temi di notevole interesse
per l’UATV e per LE ATTIVITÀ PRESSO
L’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DEL CELADO.
Per chi lo desidera, seguirà un momento di incontro conviviale.
Nella speranza di potervi salutare personalmente,
vi porgo un cordiale arrivederci.
Il Presidente
Claudio Costa
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