comune di Bassano in Teverina - associazione Stelle Cadenti parole ed immagini di donne 8 marzo 2010 Mostra d'arte e fotografia di donne Scambio di testi e racconti dal mondo delle donne 8 MARZO 2010 ORE 17 sala conferenze Piazza Finzi BUON ANNO 2010 Freddo, gelo stanchezza, muore la speranza nel buio di questa fine d'anno di crisi, pensieri, timori, e dolore, lacrime guerre Non si ferma la vertiginosa discesa nella notte del mondo Luci, falsi specchietti per allodole infreddolite adornano strade e negozi senza scacciare l'ombra di gente ferita, negata speranza, chiuso il domani Ma ancora una volta l'annuncio e una stella che brilla lontana superando l'ombra, apre una piccola via una bimba attesa di vita che promette altra vita piccolo faro del mondo apre al lento lavoro di nascere ancora ancora cercare, ancora sperare, costruire finalmente insieme, un anno migliore Io spero che danzerai, spero che danzerai, spero che danzerai, spero che danzerai . Spero che non perderai mai il senso di meraviglia Sentiti sazia mangiando, ma non perdere mai quella fame Possa tu non dare mai per scontato neppure un singolo respiro E dio non voglia, amore, che io ti lasci mai a mani vuote Spero che tu ti senta ancora piccola, quando stai di fronte all’oceano Quando una porta si chiude, io spero che un’altra si apra Promettimi che darai a ciò in cui credi una possibilità di lottare. E quando ti si presenterà la scelta di star seduta in disparte, o di danzare, io spero che danzerai, spero che danzerai. Spero che non avrai mai paura delle montagne che vedi in distanza Non prendere mai il sentiero più facile Vivere può voler dire fare scelte, ma vale la pena di farle Amare può rivelarsi un errore, ma vale la pena di farlo Non lasciare che qualche inferno ti pieghi il cuore, ti lasci amareggiata. Quando ti senti vicina a mollare tutto, riconsidera, dai ai cieli sopra di te qualcosa di più di uno sguardo fuggevole. E quando ti si presenterà la scelta di star seduta in disparte, o di danzare, io spero che danzerai, spero che danzerai, spero che danzerai. Spero che tu ti senta ancora piccola, quando stai di fronte all’oceano Quando una porta si chiude, io spero che un’altra si apra Promettimi che darai a ciò in cui credi una possibilità di lottare. E quando ti si presenterà la scelta di star seduta in disparte, o di danzare, danza. Io spero che danzerai, spero che danzerai, spero che danzerai, spero che danzerai. Questo testo e la fotografia sono prese per tutte noi dal blog www.lunanuvola.wordpress.com di Maria G. Di Rienzo, che studia, raccoglie traduce storie di donne. Questa poesia, scritta per accompagnare la danza di Hwang Jin Yi, coreana, e cortigiana, poeta, danzatrice, cantante – i sijo erano pensati per essere cantati, non recitati – il suo nome “d’arte” era Myeongwol che significa Luna Splendente. Hwang Jin Yi era una gisaeng o ginyeo, e cioè un’intrattenitrice. Persona donna, proprietà del suo governo in una società lontana da noi, che le imponeva restrizioni e la incaricava dell' intrattenimento, ma la sua forza e la sua poesia hanno superato le barriere ed i limiti, dandoci questo dono che parla a tutte le donne che non si arrendono e continuano a vivere la loro vita riuscendo a guardare, a dare ai cieli sopra di noi più che uno sguardo sfuggevole... Oggi ci scambiamo parole, ci scambiamo sguardi sulle opere di altre donne, per affermare ancora una volta, non ostante tutto, non ostante limitazioni, violenze, regole che sviliscono le donne o le confinano in un immaginario non loro, che le donne ci sono, pensano, amano, realizzano cose, fanno bambini e li crescono, e intanto studiano, lavorano, progettano un mondo migliore. LE OPERE ESPOSTE ALLA MOSTRA: Il Libro Campo, di Mirella Bentivoglio, opera realizzata qui a Bassano in Teverina per la rassegna d'arte contemporanea Stelle Cadenti nel 1998. La fotografia di questo libro di terra, vicino alla terra è rimasta come un immagine che testimonia un gesto, mentre il libro realizzato a suo tempo è di nuovo tornato a mescolarsi alla terra, l'immagine racconta della magia di uno sguardo che sa vedere insieme il progetto ed il suo incontro con gli eventi, Il Filo del discorso, di Nicoletta Crocella Un manufatto antico, un arcolaio ed un filo di carta, che porta ad un quaderno di carta riciclata: il discorso che si costruisce dalle parole, dai gesti, e gli strumenti del lavoro femminile. Trono Dispettoso Mavi Ferrando – Un ironico Trono, con un dispetto sulla seduta, è questa coloratissima opera che ricorda le costruzioni infantili, aggiungendovi la poesia delle linee che caratterizzano le opere di Mavi, che lavora spesso col legno, tagliato in forme armoniose che sono un po' la sua firma, mentre crea personaggi fantastici, situazioni surreali, ambientazioni delle sue opere assolutamente affascinanti. Costante- variante Nedda Guidi - Una piccola opera per raccontare che non tutto è fermo, e non tutto si muove.... Fotografia da Negative incursion Rula Halawani, artista palestinese La fotografia mostra, in negativo, il modo di relazionarsi tra l'esercito occupante e l'occupato Libro/collage – Bianca Madeccia Una coloratissima idea di libro per raccontare per immagini Libro Cuore – Angela Marchionni Una storia ironica, con la voglia di un sorriso... Israele ha diritto di difendersi, di Miriam Marino, Un pannello tragico, che denuncia la pretesa di”difendersi” versando un mare di sangue, la Kefia è ferita, le parole stesse grondano Sangue. Miriam con questo pannello di notevole impatto ancora una volta denuncia la violenza e la mistificazione che accompagna gli atti di guerra di Israele, e la connivenza di chi sta a guardare Dipinto su carta riciclata – Grazia Marino la festa dei colori, la capacità di immaginare un paesaggio fantastico Surreale-irrealtà Regina Silveira Due piccoli giochi di immagini tridimensionali a descrivere l'irrealtà Libro di note – Alba Savoi Un sovrapporsi di fogli sempre più piccoli,con in disegno che diminuisce in proporzione: la magia dell'uso di una tecnica, la fotocopiatrice, per creare un'opera emozionante. Intrecci su carta a mano – Anna Uncini La carta fatta a mano, con la competenza e l'amore di chi vive nel “luogo” dove la carta da secoli viene fatta, Fabriano, intrecciata con trame di fili che raccontano di rammendi, di riunioni, di intrecci... Fotocollage – AnneMarie Vogit 3 opere per raccontare la scrittura della natura – della cultura – della scienza Un profilo di donna madre – Graziella.... appeso sulla parete in fondo indefinito, sfumato (la donna non è soltanto madre) Ho ricevuto molti auguri per l'8 marzo, posso dire che li trovo incongrui? Non c'è nulla da augurare, specie da parte dei maschi, ma da impegnarsi a creare un mondo più umano, meno rapinoso e violento, in cui la vita delle donne non sia oggetto di sopraffazione e violenza, ed in cui ci sia uno scambio tra persone, che della differenza riconoscono la ricchezza, e non vogliono ridurre nessuna e nessuno a succube dell'altro: Auguri si dice per un compleanno, per una nascita, non per una giornata di lotta e di impegno, che dovrebbe essere soltanto un punto di tutto un anno, di tutti gli anni, in cui si costruisce un mondo più giusto, delle relazioni umane felici, INVECE DI FARMI GLI AUGURI, DATTI DA FARE!, comincia a cambiare, a diventare una persona capace di ascolto, dicomunicazione, di incontro, di rispetto... Alle altre donne invece vorrei dire tutto il mio amore, la mia fiducia nella nostra forza, nella capacità di cambiare ogni giorno la nostra vita, trovando soluzioni felici, di incontro e di scambio. Non amo le feste con pizza e magari annesso spogliarello maschile, perché non amo le feste di un giorno che divengono consumismo per arricchire i gestori dei locali, ed a noi lasciano 364 giorni senza gioia e senza allegria, senza desideri o divertimento. Le lascio a loro, queste inutili feste, io ho altro da fare. Può essere carino giocare, lasciarsi andare, ridere insieme guardando qualche bel fusto che si spoglia e balla per noi, ma non mi va che questo divenga la proposta per l'8 marzo, non su questo è nato, ma sul rifiuto dello sfruttamento, della sofferenza, del dolore. Per ricordare come richieste normali possono divenire causa di brutalità, di morte atroce, mentre noi vogliamo che il giorno cominci e che il sole continui a splendere. VOGLIAMO ANCHE LE ROSE! e per ora, eccovi le mimose... Da “Ci ragiono e scrivo” di Nicoletta Crocella­ edizioni Stelle Cadenti pag103/104 8 MARZO Data, ricorrenza, festa? Mi piacciono le mimose grappoli di sole primavera speranza di nuova luce (Il fuoco si è spento sul rogo Di vergini fanciulle rinchiuse E sul capo di Safia non cadranno le pietre Di una insensata condanna) Potere sul corpo delle donne, sorvegliate condannate, punite lo sguardo malato che le accompagna disconosce la realtà che afferma ogni passo: la forza delle madri, la fermezza dei sogni normali di fanciulle offese, che possono camminare oltre verso altri giorni. Dietro gli occhi abbassati da pretesa modestia imposta a forza lampi di luce raccolgono sprazzi di cielo Le donne costruiscono un altro mondo insegnano dove è precluso il sapere pensano, parlano e seminano tracce di paziente conoscenza. di terra e di piante magia di forza e potere di vita. Spaventato ogni uomo che teme la forza dell'altra, costruisce gabbie e barriere per contenere ciò che non capisce e gli sfugge, perché un incontro è possibile soltanto dove c'è libertà ed ascolto.