Accessori per la macro: verso nuove frontiere

Accessori per la macro:
verso nuove frontiere
A c u r a d i Va l e r i o Pa r d i
Il sistema Nikon offre le soluzioni per qualsiasi necessità richiesta dalla fotografia a distanza ravvicinata, macro e micro. Di seguito gli strumenti indispensabili per affrontare le condizioni di
scatto più disparate.
www.nital.it
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in
macroproblema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
Il perché degliil accessori
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in macro
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti e complicate
LLenti
’evoluzione
delle
basculaggio,
condella
luce fotografia.
laminare,
addizionali
da 52
62mm diemacrofotografia
diametro
Affascinante
perchéNikon
permette
di eingrandire
vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
per
della luce e della messa a fuoco.
fusione
deilalivelli
conal’uso
ilfuoco
digitale
Aiutiamo
Quest’ultima
inmessa
particolare
è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
le
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli
con
adobe
Photoshop™
il punto
suidiGcampo
SiFacciamo
definisce profondità
la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di
nitidezza sufficiente
per la visione umana
che,
come è noto, si “accontenta” facilmente.
L’alternativa
per la macrofotografia:
Helicon
Focus™
IlLenti
pianoaddizionali
a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce
una zona estesaleggi
primadell’ottica
e dopo questo
piano una sufficiente nitidezza, detta
Principio
diafunzionamento,
e postproduzione
I tubi di prolunga
“profondità
di campo a fuoco”.
L’estensione
questa
zona dipende
La
tecnica
di di
ripresa
a mano
libera da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
Altre
soluzioni
ripresa
e apertura del diaframma.
Le
Laformule
tecnicamatematiche
di ripresadefinitiva
supermettono
cavalletto di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
inSoffietto,
rapportosoluzione
a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
Quandograndi
si pensa
alla macrofotografia,
vengono
immediatamente
in mente
le eccellenti
troppo
si sovrappongono
e il soggetto
appare
confuso nei dettagli,
fuori
fuoco. ottiche
destinate
a questo
impiego,
una serie
di l’estrema
obiettivi innitidezza
grado di del
risolvere
i bisogni
principaIn
digitale
la messa
a fuoco
è critica,
causa
sensore
che non
ha la
li
della
fotografia
a
distanza
ravvicinata.
Nikon
propone
con
gli
obiettivi
Nikkor
un
ventaglio
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
di soluzioni estremamente vasto e completo. Si parte dal classico AF Micro-Nikkor 60mm
f/2.8D, accompagnato dalla nuova versione dotata di Motori Silent Wave SWM, AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED, per passare alle focali superiori con il AF-S VR Micro-Nikkor
105mm f/2.8G IF-ED e AF Micro-Nikkor 200mm f/4D IF-ED e all’ AF-S DX Micro NIKKOR
85mm f/3.5G ED VR per il formato DX. La serie si completa con gli ancora più specialistici
PC-E Micro NIKKOR 45mm f/2.8D ED e PC-E Micro NIKKOR 85mm f/2.8D decentrabili e bascula bili impiegabili anche nella tecnica Jumbo Multi Big Shot. Come primo biglietto da visita,
Nikon si presenta con una dotazione difficilmente eguagliabile, ma non si ferma qui. L’obiettivo, è e rimane, senza alcun dubbio, un elemento essenziale per la realizzazione di fotografie
di qualità,
masoggetto
in condizioni
di lavoro critiche,
un semplice
accessorio
fare ladidiffeUn
punto del
viene riprodotto
come unanche
cerchietto
di luce se
non giace può
sul piano
renza. aLafuoco.
macrofotografia
è propriodel
unodiaframma
di quei campi
in cui la
le sensazione
possibilità edilenitidezza.
facilitazioni
messa
Riducendo l’apertura
si migliora
Per offerte dalla possibilità
di accedereGeometrie
a una completa
di accessori
di scatto
nonché acapprofondire
vedere l’eXperience
ottiche selezione
e profondità
di campo nelle
fotocamere
cessori
anche
illuminazione,
reflex
digitali
© di
Marcello
Melis può fare la differenza tra la realizzazione della fotografia oppure la sua non riuscita.
Tuttii idiritti
dirittisono
sonoriservati.
riservati.
Tutti
Nessunaparte
partedidiquesta
questapubblicazione
pubblicazionepuò
puòessere
essereriprodotta
riprodotta
Nessuna
senzal’autorizzazione
l’autorizzazionescritta
scrittadell’autore
dell’autoreeedell’editore
dell’editore(Nital
(NitalS.p.A.)
S.p.A.)
senza
conqualsiasi
qualsiasimezzo
mezzodidiriproduzione,
riproduzione,meccanico
meccanicoooelettronico.
elettronico.
con
Nomieemarchi
marchicitati
citatinel
neltesto
testosono
sonogeneralmente
generalmentedepositati
depositatiooregistrati
registrati
Nomi
dallerispettive
rispettiveaziende.
aziende.
dalle
Questodocumento
documentoPDF
PDFèèun
unarticolo
articolo(eXperience)
(eXperience)della
dellanewsletter
newsletter
Questo
FeelNikon,
Nikon,edita
editada
daNital
NitalS.p.A.
S.p.A.
Feel
Comitato di redazione
Comitato
redazione
Un
puntodiMaio,
del
soggetto
viene riprodotto
come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
Giuseppe
MicheleDifrancesco,
Difrancesco,
MarcoRovere
Rovere
Giuseppe
Michele
Marco
messa
aMaio,
fuoco.
Riducendo l’apertura
del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
Progettazioneeevedere
impaginazione
approfondire
l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
Progettazione
impaginazione
LucaScarano,
Scarano,
Antonio
Fenuta,Melis
StefanoMancini
Mancini
reflex
digitaliAntonio
© Marcello
Luca
Fenuta,
Stefano
perAdvision
Advisionsrl
srlVerona.
Verona.www.ad-vision.it
www.ad-vision.it
per
www.nital.it
www.nital.it
3
22
www.nital.it
33
www.nital.it
www.nital.it
introduzione:
Il perché degli accessori
il problema della scarsa profondità di campo
in
macroil problema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in macro
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti
e complicate
L’evoluzione delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luce fotografia.
laminare,
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di
nitidezza sufficiente
per la visione umana
che,
come è noto, si “accontenta” facilmente.
L’alternativa
per la macrofotografia:
Helicon
Focus™
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce
una zona estesaleggi
primadell’ottica
e dopo questo
piano una sufficiente nitidezza, detta
Principio diafunzionamento,
e postproduzione
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione
questa
zona dipende
La tecnica di di
ripresa
a mano
libera da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le
Laformule
tecnicamatematiche
di ripresa supermettono
cavalletto di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
Un obiettivo
come l’AF-S
Micro-Nikkor
105mm
f/2.8G
IF-ED, descritto in un precedenluce
e la si considererà
unaVR
stella
correttamente
messa
a fuoco.
te eXperience,
può considerare
una
soluzione
completa
e di alto
livello per
la macrofotoOgni
soggetto è siotticamente
fatto da
puntini
di luce,
che vengono
riprodotti
come
cerchietti
grafia. Latanto
sua focale
consente
di avere
sufficiente
spaziodiper
una corretta
anluminosi,
più grandi
quanto
più lontani
dal piano
messa
a fuoco.illuminazione
Se questi sono
che a rapporti
ingrandimentoeprossimi
all’1:1,
la qualità
ottica
è eccellente
tutto il rantroppo
grandi sidisovrappongono
il soggetto
appare
confuso
nei dettagli,
fuori su
fuoco.
di distanze
coperto
da questo
obiettivo,
veloce edel
reattivo
e la che
presenza
dello
Ingedigitale
la messa
a fuoco
è critica,
causal’autofocus
l’estrema enitidezza
sensore
non ha
la
stabilizzatore
ottico VR
garantisce
ulteriore
nelessere
caso si
pratichi macrofotografia
grana
della pellicola,
quindi
il cerchioundiaiuto
diffusione
deve
considerato
più limitato. sul
campo, senza appoggiarsi a un treppiede adeguato. Sembra un’ottica completa, e per certi versi
si può
considerare proprio così, tuttavia nel caso si voglia, ad esempio, riprendere
Tutti
i dirittilasono
riservati.
Nessuna
parte soggetto
di questa pubblicazione
essere riprodotta superiori all’1:1, ovvero con dimensioni, sul
un piccolo
a rapportipuò
di ingrandimento
senza
dell’autore
dell’editore (Nital
S.p.A.)
pianol’autorizzazione
del sensorescritta
superiori
allee dimensioni
reali
del soggetto, la questione si complica. Con
con qualsiasi mezzo di riproduzione, meccanico o elettronico.
l’obiettivo
in
oggetto,
si
può
ricorrere
ai
moltiplicatori
di focale Teleconverters, AF-S TC-14E
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati
II, AF-S
TC-17E
II e AF-S TC-20E III, che consentono così di spingersi fino ad ingrandimenti
dalle
rispettive
aziende.
2:1, ma
con le altre
del sistema
Nikon, questi moltiplicatori non si possono utiQuesto
documento
PDF è ottiche
un articoloMicro
(eXperience)
della newsletter
Feel
Nikon,inoltre
edita da2:1
Nitalpuò
S.p.A.risultare ancora un rapporto d’ingrandimento insufficiente. In queste
lizzare;
circostanze, l’utilizzo di accessori per macrofotografia adeguati, possono risolvere adeguaComitato
redazione
Un
puntodidel
soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
tamente
l’esigenza.
Giuseppe
Maio,
Michele Difrancesco, Marco Rovere
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, siRipresa
“accontenta”
facilmente.
alla minima
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo
nellocon
spazio.
L’occhio
distanza
un’ottica
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente
nitidezza,
55mm a circa
45cm detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Utilizzando un obiettivo
grado di arrivare
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio macro
di luceindall’obiettivo,
che
rapporto
inizia a di
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si al
vedrà
come1:2
unsipuntino
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco. isolare meglio il soggetto.
stesso risultato
si può
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono Lo
riprodotti
come cerchietti
ottenere
con
un’ottica
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
standard e lenti addizionali
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli,
fuori fuoco.
o tubi di prolunga.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
messa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire
l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
Progettazione e vedere
impaginazione
reflex
digitaliAntonio
© Marcello
Luca Scarano,
Fenuta, Melis
Stefano Mancini
per Advision srl Verona. www.ad-vision.it
www.nital.it
www.nital.it
3
24
www.nital.it
Un punto del soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
messa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire vedere l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo
nelle fotocamere
Applicando
dei tubi di
reflex digitali © Marcello Melis
prolunga si raggiunge il
rapporto 1:1
35
www.nital.it
www.nital.it
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in
macroil problema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in macro
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti
e complicate
L’evoluzione delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luce fotografia.
laminare,
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa aMontando
fuoco che èil considerabile
55mm sul
di
nitidezza
sufficiente
per
la
visione
umana
che,
come
è
noto,
si
“accontenta”
soffietto
PB-6 sifacilmente.
supera
L’alternativa per la macrofotografia: Helicon Focus™
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo
nello spazio. L’occhio
abbondantemente
il
attribuisce
una zona estesaleggi
primadell’ottica
e dopo questo
piano una sufficiente
nitidezza, detta
rapporto 1:1
Principio diafunzionamento,
e postproduzione
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione
questa
zona dipende
La tecnica di di
ripresa
a mano
libera da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le
Laformule
tecnicamatematiche
di ripresa supermettono
cavalletto di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco. PB-6 e prolunga PB-6E.
Il campo inquadrato
è
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti
come cerchietti
piùSe
di un
paiosono
di
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa dia poco
fuoco.
questi
millimetri.
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli,
fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta
senza l’autorizzazione scritta dell’autore e dell’editore (Nital S.p.A.)
con qualsiasi mezzo di riproduzione, meccanico o elettronico.
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati
dalle rispettive aziende.
Questo documento PDF è un articolo (eXperience) della newsletter
Feel Nikon, edita da Nital S.p.A.
Con il soffiettto PB-6
alla massima escursione
Comitato
redazione
Un
puntodidel
soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non
giace
sul piano
focale
permette
di di
Giuseppe Maio, Michele Difrancesco, Marco Rovere
messa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione
di nitidezza.
Per
evidenziare
particolari
approfondire
vedere
l’eXperience
Geometrie
ottiche
e
profondità
di
campo
nelle
fotocamere
altrimenti
invisibili.
Si
noti
Progettazione e impaginazione
reflex
digitaliAntonio
© Marcello
la profondità di campo
Luca Scarano,
Fenuta, Melis
Stefano Mancini
per Advision srl Verona. www.ad-vision.it
sempre più ristretta
www.nital.it
www.nital.it
3
26
www.nital.it
Un punto del soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
messa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire vedere l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
reflex digitali © Marcello Melis
37
www.nital.it
www.nital.it
introduzione:
Lenti addizionali
il problema della scarsa profondità di campo
in
macroil problema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti
e complicate
L’evoluzione delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luce fotografia.
laminare,
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di
nitidezza sufficiente
per la visione umana
che,
come è noto, si “accontenta” facilmente.
L’alternativa
per la macrofotografia:
Helicon
Focus™
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce
una zona estesaleggi
primadell’ottica
e dopo questo
piano una sufficiente nitidezza, detta
Principio diafunzionamento,
e postproduzione
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione
questa
zona dipende
La tecnica di di
ripresa
a mano
libera da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le
Laformule
tecnicamatematiche
di ripresa supermettono
cavalletto di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta
senza
dell’autore
e dell’editore
Fotol’autorizzazione
2: La gammascritta
di lenti
addizionali
Nikon (Nital
da 52S.p.A.)
e 62mm di diametro
con qualsiasi mezzo di riproduzione, meccanico o elettronico.
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati
dalle rispettive aziende.
Sono documento
il sistemaPDF
piùèsemplice
e pratico per
Questo
un articolo (eXperience)
delladiminuire
newsletter la minima distanza di messa a fuoco degli obiettivi
conseguenza,
aumentarne il rapporto di ingrandimento massimo. Si tratta
Feel
Nikon, editae,dadiNital
S.p.A.
li hanno il vantaggio di non andare a modificare l’apertura reale dell’obiettivo, per cui un’ottiintroduzione:
ca che ha un’apertura massima pari a f/2.8, la manterrà anche con le lenti montate. Un clasesempio pratico l’abbiamo
visto in occasione
dell’eXperience
Zoom-Nikkor AF-S
ilsicoproblema
della già
scarsa
profondità
di del
campo
VR DX 55-200mm f/4-5.6G IF-ED. Proprio per la semplicità d’uso, la relativa economicità e
in
macro
i risultati
qualitativi ottenibili, sono considerate come soluzione d’ingresso per il mondo del-
la macrofotografia.
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
Nikon ha 6un
modelli
di numero
lenti addizionali.
Con filettatura
da 52mm
troviamo
i modelli
No.0die
interesserà
limitato
di pixel. Sotto
una certa soglia
la si vedrà
come
un puntino
No.1,e rispettivamente
+0,7
e +1,5
diottrie e i modelli
e 4T, con le diottrie rispettivamenluce
la si considereràda
una
stella
correttamente
messa 3T
a fuoco.
te di soggetto
+1,5 e +2,9
e composti da
unda
doppietto
invece che
da una sola
lente,
garanOgni
è otticamente
fatto
puntini acromatico,
di luce, che vengono
riprodotti
come
cerchietti
tendo
così
prestazioni
ottiche
migliori.
Nel
diametro
con
filettatura
da
62mm
si
trovano
inveluminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
ce i modelli
e No.6T, anch’essi
costituiti
da doppietti.
la fuoco.
lunghezza fotroppo
grandiNo.5T
si sovrappongono
e il soggetto
appare
confusoRicordiamo
nei dettagli,che
fuori
di unalalente
addizionale
correlata
alle sue
diottrienitidezza
attraverso
relazione
FL=1000/D,
Incale
digitale
messa
a fuoco èè critica,
causa
l’estrema
dellasensore
che
non ha la
in
cui
FL
è
la
lunghezza
focale
della
lente
addizionale
e
D
è
la
diottria
della
stessa.
Quando
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
invece la lente addizionale viene montata su un obiettivo, la nuova focale che si ottiene segue questa relazione: FN=(FO*FL)/(FO+FL) in cui FN è la nuova focale ricercata, FO la focale dell’obiettivo e FL la focale della lente addizionale.
di una lente positiva da avvitare sulla parte frontale dell’ottica che abbinata alla focale nati-
Comitato
didel
redazione
Un
soggetto
viene riprodotto
come un
cerchietto
di luce
se non
giace sul piano
di otva punto
dell’obiettivo,
ne diminuisce
la lunghezza
focale.
Andando
però
a modificare
il sistema
Giuseppe Maio, Michele Difrancesco, Marco Rovere
messa
a fuoco.
Riducendo
diaframma in
si migliora
la sensazione
di nitidezza.
tico con
un elemento
nonl’apertura
calcolatodel
direttamente
fase di progetto
dell’ottica
stessa,Per
si può
approfondire
vedere
l’eXperience
Geometrie
ottiche
e
profondità
di
campo
nelle
fotocamere
incorrere
in
cali
qualitativi
più
o
meno
evidenti.
Ciò
sarà
di
norma
più
marcato
con
ottiche
di
Progettazione e impaginazione
reflex
digitali
©luminose
Marcello
Melis
Luca
Scarano,
Antonio
Fenuta,f/1.4
Stefano
natura
molto
o Mancini
f/2 ma chiudendo l’apertura del diaframma, si compensa ade-
Un punto del soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
messa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire vedere l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
reflex digitali © Marcello Melis
per
Advision srl Verona.
guatamente
il calowww.ad-vision.it
qualitativo generato dall’utilizzo delle lenti addizionali. Le lenti addiziona-
www.nital.it
www.nital.it
3
28
www.nital.it
39
www.nital.it
www.nital.it
introduzione:
I tubi di prolunga
ilA problema
della scarsa profondità di campo
differenza delle lenti addizionali, i tubi di prolunga non modificano lo schema ottico
dell’obiettivo
in uso, ma sono meno pratici da utilizzare e comportano il fatto di far lavorare
in
macro
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo in macro
l’obiettivo a distanze di ripresa per cui non è stato progettato in origine. In pratica i tubi di pronon fanno altro
che allontanare
l’obiettivo
dal piano
del sensore,
Macrofotografia,
unatecniche:
delle
specialità
più
affascinanti
e complicate
fotografia.
Llunga
’evoluzione
delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luceesattamente
laminare, come avviene quandoperché
si passa
da una di
messa
a fuoco
impostata
su infinito
quella minima
Affascinante
permette
ingrandire
e vedere
particolari
dei asoggetti
invisibilidell’obieta occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di
nitidezza sufficiente
per la visione umana
che,
come è noto, si “accontenta” facilmente.
L’alternativa
per la macrofotografia:
Helicon
Focus™
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce
una zona estesaleggi
primadell’ottica
e dopo questo
piano una sufficiente nitidezza, detta
Principio diafunzionamento,
e postproduzione
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione
questa
zona dipende
La tecnica di di
ripresa
a mano
libera da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le
Laformule
tecnicamatematiche
di ripresa supermettono
cavalletto di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
tivo (sempre
non siapiù
dotato
di lenti
flottanti
e messa
fuocoSe
interna!).
Prenluminosi,
tantoche
piùl’obiettivo
grandi quanto
lontani
dal piano
di messa
a afuoco.
questi sono
dendo
per
esempio
il
Nikkor
AF
35mm
f/2D,
è
evidente
come
il
passare
dal
simbolo
di
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco. infia 25 centimetri,
gruppo
ottico venga
avanti di del
diversi
millimetri.
Alloha
stesInnito
digitale
la messa ailfuoco
è critica,
causaspostato
l’estremainnitidezza
sensore
che non
la
so
modo,
interponendo
dei
tubi
di
prolunga
tra
ottica
e
corpo
macchina
è
possibile
allontagrana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
nare di distanze fisse (lo spessore del tubo di prolunga stesso) l’obiettivo, e permettere così di focheggiare a distanza più ravvicinata di quanto permesso dall’elicoide di messa a fuoTutti i diritti sono riservati.
co dell’obiettivo. In questo caso, per comprendere quale sarà il rapporto di ingrandimento otNessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta
tenuto
con il tuboscritta
di prolunga,
può utilizzare
questa relazione: I=(D+D1)/f – 1 in cui I indisenza
l’autorizzazione
dell’autore si
e dell’editore
(Nital S.p.A.)
ca qualsiasi
l’ingrandimento,
D è la lunghezza
tubo di prolunga, D1 è la distanza tra il bocchettone
con
mezzo di riproduzione,
meccanicodel
o elettronico.
Nomi
e marchiottica
citati nele testo
sono del
generalmente
o registrati
di innesto
il piano
sensore,depositati
altrimenti
detto anche tiraggio, e per tutte le Reflex
dalle
rispettive
Nikon
è pariaziende.
a 46,5mm e f è la focale dell’obiettivo utilizzato, ovviamente considerato con la
Questo documento PDF è un articolo (eXperience) della newsletter
messa
fuoco
Feel
Nikon,a edita
da impostata
Nital S.p.A. su infinito. Questa regola tuttavia considera D come la distanza misurata dal punto nodale posteriore dell’ottica in uso, un valore non sempre facilmente misuComitato
didel
redazione
rabile;
per
cui
senza questo
aggiustamento,
potrebbero
inferiori
al rapporto
Un
punto
soggetto
viene riprodotto
come uni risultati
cerchietto
di luce seessere
non giace
sul piano
di
Giuseppe
Michelereale
Difrancesco,
Marco
Rovere
di ingrandimento
fornito
dall’accoppiata
obiettivo
e tuboladisensazione
prolunga.di
Adnitidezza.
esempio,Per
utilizmessa
aMaio,
fuoco.
Riducendo
l’apertura
del diaframma
si migliora
zando
un
obiettivo
da
55mm
di
focale
e
il
tubo
di
prolunga
Nikon
PK13,
da
27,5mm
di
spesapprofondire
vedere
l’eXperience
Geometrie
ottiche
e
profondità
di
campo
nelle
fotocamere
Progettazione e impaginazione
soreScarano,
si
ottiene:
I=[(27,5mm+46,5mm)/55]
– 1 ovvero 0,3 e non 0,5 che sarebbe il risultato
reflex
digitali
© Marcello
Luca
Antonio
Fenuta, Melis
Stefano Mancini
corretto
del punto nodale posteriore dell’obiettivo utilizzato, che dà, appunper
Advisiontenendo
srl Verona.conto
www.ad-vision.it
www.nital.it
www.nital.it
3
2
10
www.nital.it
to il rapporto di ingrandimento, 1:2. Per semplicità, quindi si può trovare il fattore di ingranintroduzione:
dimento semplicemente dividendo la lunghezza del tubo di prolunga per la lunghezza focain uso.della scarsa profondità di campo
ille dell’obiettivo
problema
in macro
I tubi di prolunga sono i modelli PK11A, PK12 e PK13,
rispettivamente da 8,14 e 27,5mm di spessore. Occorre fare
Macrofotografia, una delle specialità
più affascinanti e complicate della fotografia.
attenzione con le reflex digitali e con quelle che dispongono
Affascinante perché permette didiingrandire
e vedere
dei soggetti
invisibili a occhio
contatti elettrici
nelparticolari
bocchettone,
di usare esclusivamente
il
nudo; complicata per l’uso della modello
luce e della
messa
PK11A
e nona ilfuoco.
più vecchio modello PK11 che potrebbe
Quest’ultima in particolare è un fattore
critico, iincontatti
quantodella
la profondità
di campo è estremamente
danneggiare
fotocamera.
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
diNikon
nitidezza
di untrepunto.
In sostanza:
un punto
luminoso
viene sempre
riprodotto come
un
propone
modelli,
PK11a, PK12
e PK13,
con lunghezze,
rispettivamente
di 8mm,
cerchietto,
di
dimensioni
molto
piccole.
Il
diametro
di
questo
cerchio
rappresenta
“quanto
14mm e 27,5mm. Si possono utilizzare anche accoppiati, ma appare evidente, come con
piccolo”
desideriamo
sia lunga,
un cerchietto
luminoso accoppiati,
perché il nostro
sistema
percettivo
obiettivi di
focale piuttosto
anche utilizzandoli
non si riesca
ad ottenere
inocchio/cervello
lo
riproduca
come
un
punto.
grandimenti degni di nota. Sono quindi ideali per ottiche di lunghezza focale uguale o inferioFotografando
una stella
questa
riprodotta
come G,
unovvero
cerchioquelle
di luce
dall’obiettivo,
che
re a 100mm circa.
Inoltre,
con lesarà
nuove
ottiche Nikkor
senza
la possibilità
di
interesserà
un
limitato
numero
di
pixel.
Sotto
una
certa
soglia
la
si
vedrà
come
un
puntino
di
regolare meccanicamente il valore di diaframma, si otterrà al momento dello scatto, la chiuluce
si considererà
una stella
messa a fuoco.
suraeallavalore
minimo (f/16,
22 ocorrettamente
32 in base all’obiettivo)
senza possibilità di regolarlo. SoOgni
soggetto
è
otticamente
fatto
da
puntini
di
luce,
che vengono
riprodotti
cerchietti
no quindi indicati per tutte le ottiche AF e AF-D, nonché
ovviamente
con glicome
obiettivi
a mesluminosi,
tanto
più
grandi
quanto
più
lontani
dal
piano
di
messa
a
fuoco.
Se
questi
sono
sa a fuoco manuale AI e AI-S.
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Un punto del soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
messa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire vedere l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
reflex digitali © Marcello Melis
3
11
www.nital.it
www.nital.it
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in
macroil problema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
introduzione:
Aiutiamo la messa a fuoco
il problema della scarsa profondità di campo
in macro
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti
e complicate
L’evoluzione delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luce fotografia.
laminare,
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
SiI tubi
definisce
profondità
di campo
la zona attorno al
piano
di messaAFa G
fuoco
è considerabile
di prolunga
possono
essere utilizzati
Con
gli obiettivi
non che
è possibile
regolare
di
nitidezza
sufficiente
per
la
visione
umana
che,
come
è
noto,
si
“accontenta”
facilmente.
con
qualsiasi
obiettivo
della
serie
AI,
AIS,
il
diaframma
e
questo
rimane,
al momento
L’alternativa per la macrofotografia: Helicon Focus™
IlAFpiano
a fuoco è infatti otticamente solo unodello
ed èscatto,
limitatissimo
L’occhio
e AF-D
chiuso al nello
valorespazio.
più elevato,
attribuisce
a
una
zona
estesa
prima
e
dopo
questo
piano
una
sufficiente
nitidezza,
detta
rendendo
così
sconsigliabile
il
loro
impiego
Principio di funzionamento, leggi dell’ottica e postproduzione
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione
questa
zona dipende
La tecnica di di
ripresa
a mano
libera da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le
Laformule
tecnicamatematiche
di ripresa supermettono
cavalletto di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
inA rapporto
una grandezza
chiamata
cerchio diindiffusione,
che rappresenta
lo standard
differenzaa delle
normali riprese
fotografiche,
cui è la fotocamera
a modificare
il fuodiconitidezza
punto. Indel
sostanza:
unrispetto
punto luminoso
vieneinsempre
riprodottoècome
un
in base di
allaunposizione
soggetto
al fotografo,
macrofotografia
più concerchietto,
di dimensioni
piccole.
Il diametro
di questo
rappresenta
veniente modificare
la molto
posizione
della
macchina
finché cerchio
il soggetto
risulta “quanto
perfettapiccolo”
cerchietto
luminoso
perché
nostro sistema
mente a desideriamo
fuoco. Ciò hasiail un
vantaggio
di poter
impostare
unil preciso
rapporto percettivo
d’ingrandiocchio/cervello
lo riproduca
come un
mento e non variarlo
nel tentativo
di punto.
mettere a fuoco modificando la distanza obietFotografando
stella questa
sarà riprodotta
un cerchio
luce dall’obiettivo,
che
tivo/sensore.una
Operando
su treppiede
questa come
operazione
non di
è molto
pratica da eseinteresserà
un dispone
limitato numero
di pixel.per
Sotto
una certa
sogliaPG-2,
la si vedrà
come un
di
guire. Nikon
del supporto
messa
a fuoco
composto
da puntino
una rotaluce
e
la
si
considererà
una
stella
correttamente
messa
a
fuoco.
ia di 20cm su cui si può spostare liberamente un carrello su cui viene applicata la reflex.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta
senza l’autorizzazione scritta dell’autore e dell’editore (Nital S.p.A.)
con qualsiasi mezzo di riproduzione, meccanico o elettronico.
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati
dalle rispettive aziende.
Questo documento PDF è un articolo (eXperience) della newsletter
Feel Nikon, edita da Nital S.p.A.
Comitato
redazione
Un
puntodidel
soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
Giuseppe Maio, Michele Difrancesco, Marco Rovere
messa
a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire
l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
Progettazione e vedere
impaginazione
reflex
digitaliAntonio
© Marcello
Luca Scarano,
Fenuta, Melis
Stefano Mancini
per Advision srl Verona. www.ad-vision.it
www.nital.it
www.nital.it
3
2
12
www.nital.it
La possibilità di regolare l’attacco del treppiede e l’attacco alla fotocamera, consente di ottenere sempre
unsoggetto
bilanciamento
neutro come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
Un
punto del
viene riprodotto
messa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire vedere l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
reflex
digitaliper
© Marcello
Il supporto
la D-SLRMelis
può essere anche ruotato di 90° per permettere un facile passaggio
da un’inquadratura orizzontale a una verticale.
3
13
www.nital.it
www.nital.it
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in
macroil problema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti
e complicate
L’evoluzione delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luce fotografia.
laminare,
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di
nitidezza sufficiente
per la visione umana
che,
come è noto, si “accontenta” facilmente.
L’alternativa
per la macrofotografia:
Helicon
Focus™
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce
una zona estesaleggi
primadell’ottica
e dopo questo
piano una sufficiente nitidezza, detta
Principio diafunzionamento,
e postproduzione
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione
questa
zona dipende
La tecnica di di
ripresa
a mano
libera da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le
Laformule
tecnicamatematiche
di ripresa supermettono
cavalletto di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
Passare da un’inquadratura
verticale
unapunto.
orizzontale non è un problema con il Nikon PG2.
occhio/cervello
lo riproduca
comeaun
Inoltre,
l’ampio
appoggio
per
l’attacco
al
treppiede
lo rendono
una soluzione
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come
un cerchio
di luce estremamente
dall’obiettivo, che
valida ancheuncon
fotocamere
e sistemi
ripresa
piuttosto
pesanti
interesserà
limitato
numero
di pixel.diSotto
una
certa soglia
la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni
soggetto
otticamente
fatto dama
puntini
di luce,
vengono
riprodotti
Si tratta
di unoèstrumento
semplice
impagabile
sulche
campo,
quando
si è allecome
presecerchietti
con sogluminosi,
tanto
più
grandi
quanto
più
lontani
dal
piano
di
messa
a
fuoco.
Se
questi
sono
getti che possono volare via da un momento all’altro o per quelle situazioni in cui
è richiesta
troppo
grandi si sovrappongono
il soggetto
appare confuso
nei dettagli,
fuoricontinuamente
fuoco.
una riproduzione
di documenti die diversa
dimensione
ed è necessario
variare
Inla digitale
messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
distanzalasoggetto/fotocamera.
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta
senza l’autorizzazione scritta dell’autore e dell’editore (Nital S.p.A.)
con qualsiasi mezzo di riproduzione, meccanico o elettronico.
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati
dalle rispettive aziende.
Questo documento PDF è un articolo (eXperience) della newsletter
Feel Nikon, edita da Nital S.p.A.
Comitato
redazione
Un
puntodidel
soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
Giuseppe Maio, Michele Difrancesco, Marco Rovere
messa
a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire
l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
Progettazione e vedere
impaginazione
reflex
digitali
© Marcello
Melis
Luca
Scarano,
Antonio
Fenuta,
Stefano Mancini
L’ampia
escursione
e i movimenti
a cremagliera rendono le fasi di inquadratura e di messa a fuoper
srl Verona.
www.ad-vision.it
coAdvision
molto più
semplici
e precise
www.nital.it
www.nital.it
3
2
14
www.nital.it
introduzione:
Altre soluzioni
ilUtilizzando
problema
della scarsa profondità di campo
tubi di prolunga o, come vedremo in seguito, il soffietto, si porta a far lavorare
l’obiettivo
ben al di fuori delle specifiche per cui è stato progettato, con conseguenze anche
in
macro
molto evidenti sul fattore qualità. Un obiettivo viene concepito, anche quelli della serie Micro,
per dare il megliouna
in certe
situazioni.più
Ciòaffascinanti
si può semplificare
pensando
alle distanze che inMacrofotografia,
delle specialità
e complicate
della fotografia.
tercorrono tra
soggetto/ottica
ottica/sensore;
il primo
rapporto
sempreinvisibili
maggiore
rispetAffascinante
perché
permette die ingrandire
e vedere
particolari
dei èsoggetti
a occhio
to
al
secondo,
tuttavia,
se
si
allontana
molto
l’obiettivo
dal
piano
del
sensore,
con
l’interposinudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
zione di un certo
numero di
tubi
di prolunga
o quanto
tramitelaunprofondità
soffietto,dicicampo
si può ètrovare
a lavoraQuest’ultima
in particolare
è un
fattore
critico, in
estremamente
re con una
distanza
soggetto/obiettivo
pari a pochi millimetri e obiettivo/sensore invece delimitata,
causa
le ridotte
distanze di ripresa.
cisamente
volte
anchealdecine
centimetri.
Perche
riportare
il sistema
Si
definiscemaggiore,
profonditàcentimetri,
di campoalle
la zona
attorno
piano di messa
a fuoco
è considerabile
ottico
a
una
condizione
di
lavoro
più
vicina
a
quella
per
cui
è
stato
progettato
e
che
quindi ofdi nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
prestazioni
ottiche
migliori,
si può semplicemente
la posizione
rispetto
Ilfrepiano
a fuoco
è infatti
otticamente
solo uno ed èinvertire
limitatissimo
nellodell’ottica
spazio. L’occhio
al sensore, autilizzando
raccordo
Nikon
BR2Aquesto
che permette,
appunto,
di montare
l’obiettivo
attribuisce
una zonailestesa
prima
e dopo
piano una
sufficiente
nitidezza,
detta
sul bocchettone
di innesto
ottiche (della fotocamera o del soffietto così come dei tubi di pro“profondità
di campo
a fuoco”.
lunga) dalla parte
della lente
L’estensione
di questa
zonafrontale.
dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
L’anello BR2A si avvita alla parte frontale dell’obiettivo e consente di agganciare l’ottica invertita alla
fotocamera;
ciòviene
risulta
conveniente
quando
la distanza
ottica/sensore
quella
Un
punto
del soggetto
riprodotto
come
un cerchietto
di luce
se non giacesupera
sul piano
di soggetto/ottica
messa
a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire vedere l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
reflex digitali © Marcello Melis
3
15
www.nital.it
www.nital.it
Così facendo si ricrea il giusto rapporto tra le distanze dal lato frontale dell’obiettivo e dalla
introduzione:
parte posteriore. L’anello BR2A ha una filettatura di 52mm, ma tramite anelli di raccordo step
ilupproblema
profondità
di campo
è possibile montaredella
ottiche discarsa
qualsiasi diametro.
Nel caso di obiettivi
con attacco filtri da
62mm, Nikon dispone dell’anello BR-5 da utilizzare in unione al BR2A.
in
macroil problema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
introduzione:
Facciamo il punto sui G
il problema della scarsa profondità di campo
in macro
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti
e complicate
L’evoluzione delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luce fotografia.
laminare,
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
L’anello BR5
consente
montare
glicome
obiettivi
con diametro
filtri
di
nitidezza sufficiente
per la
visionediumana
che,
è noto,
si “accontenta”
facilmente.
L’alternativa
per la macrofotografia:
Helicon
Focus™
di inversione
Il piano a fuocodaè62mm
infattisull’anello
otticamente
solo unoottica
ed èBR2A
limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce
una zona estesaleggi
primadell’ottica
e dopo questo
piano una sufficiente nitidezza, detta
Principio diafunzionamento,
e postproduzione
“profondità di campo a fuoco”.
Anche in questo caso, l’utilizzo di ottiche Nikkor G, porta a qualche limite pratico.
L’estensione
di
questa
zona dipende
da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
La
tecnica
ripresa
a mano
libera
Con
questi di
obiettivi,
non
potendo
gestire meccanicamente il diaframma, si è costretti a lavoripresa e apertura del diaframma.
rare al valore minimo, spesso però poco utile per via dei valori di diffrazione elevato che crea
Le
formule
matematiche
di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
La
tecnica
di ripresa
supermettono
cavalletto
e per
la scarsa
luce che
lascia
passare e che rende molto difficoltosa la messa a fuoco.
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
Quando si lavora con l’ottica invertita, può diventare complesso cambiare i filtri, in
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
quanto occorrerebbe smontare l’obiettivo dal suo raccordo per il montaggio capocerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
volto. Nikon propone l’aggiuntivo BR3, che si aggancia al retro dell’obiettivo e conpiccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
sente d avere a disposizione una classica filettatura da 52mm, utile anche come picocchio/cervello lo riproduca come un punto.
colo paraluce oltre che per montare e smontare facilmente filtri di questo diametro.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
Nikon ha spazzato
l’obsolescenza
conpunto.
l’utilizzo dello stesso innesto F del bocchettone otocchio/cervello
lovia
riproduca
come un
tiche
dalla
prima
reflex
del
1959
alle
attuali
reflex
digitali.
Ciò ha permesso
di continuareche
ad
Fotografando una stella questa sarà riprodotta
come
un cerchio
di luce dall’obiettivo,
utilizzare accessori
e obiettivi,
casi anche
moltosoglia
specifici,
corso
dei deceninteresserà
un limitato
numeroin
dialcuni
pixel. Sotto
una certa
la si creati
vedrà nel
come
un puntino
di
ni diestoria
di questo marchio.
Questo
lo considero
uno dei
maggiori plus di un sistema come
luce
la si considererà
una stella
correttamente
messa
a fuoco.
quello
Nikon. Tuttavia,
la continua
e l’innovazione
modificato
alcune
caratteristiche
Ogni
soggetto
è otticamente
fatto ricerca
da puntini
di luce, che ha
vengono
riprodotti
come
cerchietti
pensate
oltre
50
anni
fa.
Una
di
queste
è
proprio
la
trasformazione
della
ghiera
di regolazioluminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi
sono
ne del grandi
diaframma,
presente, da sempre
nelle appare
ottiche confuso
Nikon, e nei
chedettagli,
oggi invece,
ottiche G
troppo
si sovrappongono
e il soggetto
fuorinelle
fuoco.
con notevoli
dacausa
un alto,
come la nitidezza
possibilitàdel
di sensore
creare ottiche
perfettaInè scomparsa,
digitale la messa
a fuocobenefici
è critica,
l’estrema
che non
ha la
mente
tropicalizzate
o
migliorare
l’interfaccia
di
gestione
oltre
a
rendere
meno
frequenti
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato. problemi meccanici, ma dall’altro lato, in condizioni particolari e specifiche come nella macrofotografia, possono portare a qualche difficoltà di utilizzo. Ho scritto difficoltà e non impossibilità, perché c’è comunque una valida soluzione anche per queste ottiche. Pur possedendo alcune ottiche specifiche Micro Nikkor, apprezzo le possibilità creative di un’ottica luminosa e
performante come l’AF-S NIKKOR 50mm f/1.4G che, se sfruttata a dovere, sa coniugare la
morbidezza di resa alle aperture maggiori con la nitidezza che sa tirar fuori ai diaframmi intermedi. La costruzione con la lente frontale piuttosto infossata e il bisogno di ingrandimenti, ne
fanno un candidato eccellente per essere utilizzato invertito con l’anello BR2A, che si innesta
alla filettatura da 58mm di quest’ottica tramite un anello step-up da 52 a 58mm. Il problema,
come
abbiamo
già avuto
modo
di verificare,
è che
con l’ottica
inse
questa
posizione,
nondisi può
Un
punto
del soggetto
viene
riprodotto
come un
cerchietto
di luce
non giace
sul piano
regolare
il diaframma,
chel’apertura
rimane fisso
al valore disif/16.
messa
a fuoco.
Riducendo
del diaframma
migliora la sensazione di nitidezza. Per
La soluzionevedere
è un anello,
che montato
sulla
baionetta
dell’ottica
ne permette
la regolazione
approfondire
l’eXperience
Geometrie
ottiche
e profondità
di campo
nelle fotocamere
manuale
del©
valore
di diaframma.
Attualmente lo si può ordinare dal sito www.16-9.net all’inreflex
digitali
Marcello
Melis
dirizzo oppure dal produttore tedesco Novoflex con la sigla EOS/NIK NT.
Tutti
sono riservati.
Coni diritti
l’obiettivo
invertito la lente posteriore rimane molto esposta ad eventuali riflessi, inoltre
Nessuna
parte di questa
pubblicazione
può essere riprodotta
non è possibile
montare
filtri. Utilizzando
l’accessorio BR3 si protegge la lente da luci parassite
senza
l’autorizzazione
scrittafiltri
dell’autore
dell’editore con
(Nitalfilettatura
S.p.A.)
e si possono
montare
o altrieaccessori
da 52mm.
con qualsiasi mezzo di riproduzione, meccanico o elettronico.
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati
dalle rispettive aziende.
Questo documento PDF è un articolo (eXperience) della newsletter
Feel Nikon, edita da Nital S.p.A.
Comitato
redazione
Un
puntodidel
soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
Giuseppe Maio, Michele Difrancesco, Marco Rovere
messa
a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire
l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
Progettazione e vedere
impaginazione
reflex
digitaliAntonio
© Marcello
Luca Scarano,
Fenuta, Melis
Stefano Mancini
per Advision srl Verona. www.ad-vision.it
www.nital.it
www.nital.it
3
2
16
www.nital.it
3
17
www.nital.it
www.nital.it
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in
macroil problema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
introduzione:
Soffietto, soluzione definitiva
il problema della scarsa profondità di campo
in macro
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti
e complicate
L’evoluzione delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luce fotografia.
laminare,
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
SiTramite
definisce
profondità
la regolare
zona attorno
al pianodegli
di messa
a fuoco
l’anello
Novoflexdiècampo
possibile
i diaframmi
obietti
AF G che è considerabile
di
nitidezza
sufficiente
per
la
visione
umana
che,
come
è
noto,
si
“accontenta”
facilmente.
L’alternativa per la macrofotografia: Helicon Focus™
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
Si tratta di un
anello
che
dispone
di una
levetta
meccanica
di impostare
attribuisce
una
zona
estesa
prima
e dopo
questo
piano che
unaconsente
sufficiente
nitidezza, l’aperdetta
Principio
diafunzionamento,
leggi
dell’ottica
e postproduzione
tura
di
diaframma
desiderata.
Non
si
hanno
i
valori
specifici
(f/1.4,
f/2,
f/2.8,ecc.)
ma è fa“profondità di campo a fuoco”.
cile selezionare tutta
apertura,
un valore medio e tutto chiuso.
L’estensione
questa
zona dipende
La tecnica di di
ripresa
a mano
libera da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le
Laformule
tecnicamatematiche
di ripresa supermettono
cavalletto di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
Spostando la
si puònumero
selezionare
l’apertura
di diaframma
voluta
interesserà
unleva
limitato
di pixel.
Sotto una
certa soglia
la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni
soggetto
è otticamente
fattoida
puntinicercati.
di luce,Inoltre,
che vengono
riprodotti
come
cerchietti
Più che
sufficiente
ad ottenere
risultati
dato che
il valore
di diaframma
luminosi,
più grandi
più dilontani
dal piano
di messa
a fuoco.
Se questi
sono
lo si puòtanto
impostare
senzaquanto
soluzione
continuità,
facendo
riferimento
ai disegni
impresso
troppo
grandi
si sovrappongono
e il soggetto
appare
nei che
dettagli,
fuoco.il miglior
sull’anello
si può
trovare la posizione
per il valore
di confuso
diaframma
portafuori
ad avere
Inrapporto
digitale tra
la messa
a fuoco
è critica,
causa l’estrema
profondità
di campo
e nitidezza.
Problemanitidezza
risolto. del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
servonoaobiettivi
ultra specialistici
fotografare
soggetti di piccole
dimensioni,lol’importaninNon
rapporto
una grandezza
chiamataper
cerchio
di diffusione,
che rappresenta
standard
te
è
poter
contare
sui
giusti
accessori,
in
questo
caso
un’ottica
Micro
Nikkor,
il soffietto
PB-6
di nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto
come
une
un paio di flash
Nikon SB-600
gestiti
in wireless
dal flash
della fotocamera
impiegato come
comcerchietto,
di dimensioni
molto
piccole.
Il diametro
di questo
cerchio rappresenta
“quanto
mander
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta
senza l’autorizzazione scritta dell’autore e dell’editore (Nital S.p.A.)
con qualsiasi mezzo di riproduzione, meccanico o elettronico.
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati
dalle rispettive aziende.
Questo documento PDF è un articolo (eXperience) della newsletter
Feel Nikon, edita da Nital S.p.A.
Comitato
redazione
Un
puntodidel
soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
Giuseppe Maio, Michele Difrancesco, Marco Rovere
messa
a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire
l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
Progettazione e vedere
impaginazione
reflex
digitaliAntonio
© Marcello
Luca Scarano,
Fenuta, Melis
Stefano Mancini
per Advision srl Verona. www.ad-vision.it
www.nital.it
www.nital.it
3
2
18
www.nital.it
Un punto del soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
Per raggiungere i più alti rapporti di ingrandimento il soffietto rimane l’unica strada percorrimessa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
bile. Nikon propone il modello PB-6, ultimo frutto di un’evoluzione che si è protratta per deapprofondire vedere l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
cenni. Il risultato è uno strumento pratico, robusto e versatile. Il soffietto funziona con lo stesreflex digitali © Marcello Melis
so principio dei tubi di prolunga, solo che offre la possibilità di regolare l’allungamento sen3
19
www.nital.it
www.nital.it
za soluzione di continuità, da un minino di 48mm a 208mm, che aumentano fino a 438mm
introduzione:
con la prolunga PB-6E.
il problema della scarsa profondità di campo
in
macroil problema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in macro
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti
e complicate
L’evoluzione delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luce fotografia.
laminare,
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di
nitidezza sufficiente
per la visione umana
che,
come è noto, si “accontenta” facilmente.
L’alternativa
per la macrofotografia:
Helicon
Focus™
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce
afunzionamento,
unaPB-6
zonaoffre
estesa
primadell’ottica
e doposenza
questo
piano una
sufficiente
detta
Il soffiettodi
Nikon
un allungamento,
soluzione
di continuità,
da nitidezza,
48 a 208mm
Principio
leggi
e postproduzione
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione
questa
zona dipende
La tecnica di di
ripresa
a mano
libera da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le
Laformule
tecnicamatematiche
di ripresa supermettono
cavalletto di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di
nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
conclusioni
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente
messa
a fuoco.
La prolunga
PB-6E
permette di raddoppiare
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini
di
luce,
che
l’allungamento delvengono
soffiettoriprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
La prolunga
troppo
grandiBP-6E
si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
schema,
alcune
configurazioni
ottiche
con i luminoso
rispettivi ingrandimenti
diNello
nitidezza
di un
punto.
In sostanza:
un punto
viene sempreraggiungibili
riprodotto come un
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
L’impiego diununlimitato
soffietto,
graziedialla
suaSotto
particolare
costruzione,
di eliminare
posinteresserà
numero
pixel.
una certa
soglia la sipermette
vedrà come
un puntino
di
sibilieflessioni
sull’asse una
ottico
provocate
da un numero
luce
la si considererà
stella
correttamente
messaeccessivo
a fuoco. di tubi montati tra di loro e
di limitare
il peso
e l’elevata leva
unvengono
nutrito numero
di accessori
metalOgni
soggetto
è otticamente
fattoche
da provocherebbero
puntini di luce, che
riprodotti
come cerchietti
lici
collegati
alla
baionetta
del
corpo
macchina,
oltre
all’innegabile
vantaggio
di
meglio
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi gestisono
re i rapporti
piùe appropriati
con estrema
facilità.
Nel caso
deifuoco.
soffietti, non
troppo
grandid’ingrandimento
si sovrappongono
il soggetto appare
confuso
nei dettagli,
fuori
il corpo
macchina
a sostenere
gli causa
accessori
ad essonitidezza
collegati,del
masensore
come avviene
Insarà
digitale
la messa
a fuoco
è critica,
l’estrema
che nonper
hai lula
minosi
teleobiettivi,
sarà
il
soffietto
stesso
a
“tenere”
insieme
obiettivo
e
corpo
macchina.
Il
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
soffietto PB-6 infatti dispone di attacco per il treppiede che può scorrere sulla rotaia a sezione prismatica per trovare il miglior punto di bilanciamento. Proprio la presenza del supporto
del soffietto e della rotaia, possono creare qualche difficoltà nel montare la reflex al soffietto stesso, essendo questo stato progettato ancora quando le fotocamere non avevano impugnature ergonomiche come quelle odierne. La parte posteriore del PB-6, quella con l’innesto
per la baionetta delle reflex, può essere ruotata di 90° per evitare che l’impugnatura della fotocamera vada a sbattere contro il soffietto stesso mentre la si ruota per completare l’accoppiamento. Ovvero, la fotocamera va montata in verticale, dopodichè può essere riportata in
posizione orizzontale. Fanno eccezione alcuni corpi di reflex particolarmente voluminosi, comepunto
la Nikon
F5, le prime
D1, D1H
D1X,
D2, D2x,
D2Hs
o l’ammiraglia
D3 anUn
del soggetto
vienedigitali
riprodotto
comeeun
cerchietto
di D2H,
luce se
non giace
sul piano di
messa
a fuoco.
Riducendo
si migliora
la sensazione
di nitidezza.
Per del
che nelle
declinazioni
D3sl’apertura
e D3x, ladel
cuidiaframma
parte inferiore
va a sbattere
contro
alcune parti
approfondire
vedere
l’eXperience
e profondità
di campo
nelle fotocamere
soffietto. Come
soluzione,
NikonGeometrie
propone iottiche
distanziali
PB-6D, che
allontanano
il soffietto dalreflex
digitali
© Marcello
Melispuò essere utile utilizzare anche un tubo di prolunga PK11a opla rotaia
sottostante,
inoltre
pure PK12 per distanziare leggermente la reflex dal corpo del soffietto.
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta
senza l’autorizzazione scritta dell’autore e dell’editore (Nital S.p.A.)
con qualsiasi mezzo di riproduzione, meccanico o elettronico.
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati
dalle rispettive aziende.
Questo documento PDF è un articolo (eXperience) della newsletter
Feel Nikon, edita da Nital S.p.A.
Comitato
redazione
Un
puntodidel
soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
Giuseppe
Michele
Difrancesco,
Marco Rovere
Alla massima
estensione
sil’apertura
messa
aMaio,
fuoco.
Riducendo
del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
raggiungono
i
438mm
approfondire
vedere
l’eXperience
Geometrie
ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
Progettazione e impaginazione
reflex
digitaliAntonio
© Marcello
Luca Scarano,
Fenuta, Melis
Stefano Mancini
per Advision srl Verona. www.ad-vision.it
www.nital.it
www.nital.it
3
2
20
www.nital.it
3
21
www.nital.it
www.nital.it
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in
macroil problema della scarsa profondità di campo in macro
introduzione:
Queste levette possono essere anche bloccate in posizione per mantenere il diaframma al vaintroduzione:
lore di chiusura impostato, oppure, utilizzando l’apposita presa per lo scatto flessibile doppio,
sulla parte superiore
dellascarsa
standarta anteriore,
è possibile chiudere
il diaframma prima
ilposto
problema
della
profondità
di campo
dello scatto facendo uso di questo accessorio.
in macro
Macrofotografia,
unatecniche:
delle specialità
più affascinanti
e complicate
L’evoluzione delle
basculaggio,
macrofotografia
condella
luce fotografia.
laminare,
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo;
complicata
della luce e della messa a fuoco.
fusione
dei livelliper
conl’uso
il digitale
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata,
ridotte
distanze
di ripresa.
Fusionecausa
livelli lecon
adobe
Photoshop™
SiIl definisce
profondità
di
campo
la
zona attorno alVisibili,
piano sopra
di messa
a fuoco che
considerabile
distanziatore PB-6D consente di utilizzare
la manopola
delèmovimento
di
nitidezza
sufficiente
per
la
visione
umana
che,
come
è
noto,
si
“accontenta”
facilmente.
corpi
reflex
con
battery
pack
voluminosi
senza
della
cremagliera,
le
due
leve
per
la chiusura
L’alternativa per la macrofotografia: Helicon Focus™
Ilinterferire
piano a fuoco
è infatti otticamente
eddiaframma
è limitatissimo
nello
spazio. L’occhio
con la meccanica
del soffiettosolo
PB-6 unodel
al valore
di lavoro
attribuisce
una zona estesaleggi
primadell’ottica
e dopo questo
piano una sufficiente nitidezza, detta
Principio diafunzionamento,
e postproduzione
“profondità di campo a fuoco”.
Quando si monta
un obiettivo
soffietto,
diaframmi
possono
essere focale,
impostati
solo diretL’estensione
questa
zona sul
dipende
da idiversi
fattori:
lunghezza
distanza
di
La
tecnicaagendo
di di
ripresa
a mano
libera
tamente
sulla
dei
diaframmi dell’ottica, risultano quindi inadatti le ottiche auripresa
e apertura
delghiera
diaframma.
tofocus
della serie G, a meno
di non di
utilizzare
invertite
con la soluzione
proposta
Le
formule
calcolare
con precisione
l’estensione
della nel
zonaparagranitida,
La
tecnicamatematiche
di ripresa
supermettono
cavalletto
fo
precedente.
Due
levette
poste
alla
base
del
bocchettone
di
innesto
obiettivo
sulstandard
soffietto
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo
permettono
chiudere
impostato
il diaframma
primasempre
dello scatto,
utile anche
di
nitidezza didiun
punto. al
In valore
sostanza:
un punto
luminoso viene
riprodotto
come per
un
conclusioni
previsualizzare
la profondità
dipiccole.
campo. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
cerchietto,
di dimensioni
molto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura delOltre
diaframma.
alle due levette poste alla base della standarda,
Le formule matematiche
calcolare
precisione
l’estensione
della zona nitida,
si permettono
può utilizzarediuno
scatto con
flessibile
meccanico
per chiudere
il diaframma
in rapporto a una grandezza
chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
Il soffiettodesideriamo
può essere utilizzato
anche come
pratico sistema
utilizzando
l’acpiccolo”
sia un cerchietto
luminoso
perchédiil riproduzione,
nostro sistema
percettivo
cessorio
PB-6M
che
si
monta
alla
fine
della
rotaia
del
soffietto.
Questo
stand
dispone
di
un
occhio/cervello lo riproduca come un punto.
doppio
piano,
uno
opaco
e
un
secondo
opalino
traslucido
che
permette
l’illuminazione
del
Fotografando una stella questa sarà riprodotta come un cerchio di luce dall’obiettivo, che
soggetto anche
per trasparenza.
interesserà
un limitato
numero di pixel. Sotto una certa soglia la si vedrà come un puntino di
luce e la si considererà una stella correttamente messa a fuoco.
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che vengono riprodotti come cerchietti
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal piano di messa a fuoco. Se questi sono
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare confuso nei dettagli, fuori fuoco.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta
senza l’autorizzazione scritta dell’autore e dell’editore (Nital S.p.A.)
con qualsiasi mezzo di riproduzione, meccanico o elettronico.
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati
dalle rispettive aziende.
Questo documento PDF è un articolo (eXperience) della newsletter
Feel Nikon, edita da Nital S.p.A.
Comitato
redazione
Un
puntodidel
soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
Giuseppe Maio, Michele Difrancesco, Marco Rovere
messa
a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire
l’eXperience
Geometrie
e profondità
di campo
fotocamere
Poter previsualizzare
la profondità
di campoottiche
è essenziale
per verificare
chenelle
le parti
interessanti
Progettazione
e vedere
impaginazione
reflex
digitaliAntonio
©
Marcello
Melis
del Scarano,
soggetto
risultino
comprese
nell’area nitida della foto salvo ipotizzare, su soggetti fermi,
Luca
Fenuta,
Stefano Mancini
per
Advision come
srl Verona.
www.ad-vision.it
tecniche
quelle
descritte nell’eXperiece Estendere la nitidezza in macrofotografia
www.nital.it
www.nital.it
3
2
22
www.nital.it
Un punto del soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
messa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire vedere l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
reflex digitali © Marcello Melis
3
23
www.nital.it
www.nital.it
introduzione:
il problema della scarsa profondità di campo
in macro
Macrofotografia, una delle specialità più affascinanti e complicate della fotografia.
Affascinante perché permette di ingrandire e vedere particolari dei soggetti invisibili a occhio
nudo; complicata per l’uso della luce e della messa a fuoco.
Quest’ultima in particolare è un fattore critico, in quanto la profondità di campo è estremamente
limitata, causa le ridotte distanze di ripresa.
Si definisce profondità di campo la zona attorno al piano di messa a fuoco che è considerabile
di nitidezza sufficiente per la visione umana che, come è noto, si “accontenta” facilmente.
Il piano a fuoco è infatti otticamente solo uno ed è limitatissimo nello spazio. L’occhio
attribuisce a una zona estesa prima e dopo questo piano una sufficiente nitidezza, detta
“profondità di campo a fuoco”.
L’estensione di questa zona dipende da diversi fattori: lunghezza focale, distanza di
ripresa e apertura del diaframma.
Le formule matematiche permettono di calcolare con precisione l’estensione della zona nitida,
in rapporto a una grandezza chiamata cerchio di diffusione, che rappresenta lo standard
di nitidezza di un punto. In sostanza: un punto luminoso viene sempre riprodotto come un
cerchietto, di dimensioni molto piccole. Il diametro di questo cerchio rappresenta “quanto
piccolo” desideriamo sia un cerchietto luminoso perché il nostro sistema percettivo
occhio/cervello lo riproduca come un punto. L’aggiuntivo PB-6M viene proposto con due
tondi
removibili.
Il primo
in alluminio
Fotografando una stella questa sarà riprodotta fondali
come un
cerchio
di luce
dall’obiettivo,
che
un secondo
in vetro
opalino,
ideale di
interesserà un limitato numero di pixel. Sotto unagrigio
certae soglia
la si vedrà
come
un puntino
la retroillumiazione.
luce e la si considererà una stella correttamenteper
messa
a fuoco.
Il
PB-6M
monta all’estremità
anteriore
del
Ogni soggetto è otticamente fatto da puntini di luce, che sivengono
riprodotti come
cerchietti
binario del PB-6 e una volta agganciato può
luminosi, tanto più grandi quanto più lontani dal
piano di messa a fuoco. Se questi sono
essere utilizzato con il sistema in orizzontale
troppo grandi si sovrappongono e il soggetto appare
confuso
nei dettagli, fuori fuoco.
oppure
in verticale.
In digitale la messa a fuoco è critica, causa l’estrema nitidezza del sensore che non ha la
grana della pellicola, quindi il cerchio di diffusione deve essere considerato più limitato.
Un punto del soggetto viene riprodotto come un cerchietto di luce se non giace sul piano di
messa a fuoco. Riducendo l’apertura del diaframma si migliora la sensazione di nitidezza. Per
approfondire vedere l’eXperience Geometrie ottiche e profondità di campo nelle fotocamere
reflex digitali © Marcello Melis
www.nital.it
3
24
www.nital.it