Storia la del Carnevale a cura di Aloisio Bonfanti Una storia più che secolare è nelle radici del Carnevale lecchese, con re Resegone e regina Grigna sul trono effimero della settimana grassa. Era il 1884 quando un gruppo di “bontemponi” pensò di vivacizzare la sonnolenta vita della città di provincia con la novità di re Resegone munito di corona e scettro. Regina Grigna arriverà dopo, e per i primi anni verrà interpretata da un giovane travestito da donna. Era, infatti, ritenuta sconveniente per una rappresentante del gentil sesso una pubblica esibizione carnevalesca. Il Carnevale lecchese accompagna il periodo della bella époque. Sfila con il suo corteo di maschere, tra coriandoli e stelle filanti, nelle vie del vecchio borgo. Si spegne, però, nei primi anni del secolo Novecento e viene completamente dimenticato nella tragedia delle due grandi guerre mondiali. Riemerge negli anni ’50 grazie ad un comitato sostenuto dall’Unione Commercianti e dall’Associazione Pubblici Esercizi. Un’edizione memorabile è stata quella del febbraio 1953. La settimana grassa si aprì con la nomina di re Resegone (Gianni Scotto) e di regina Grigna (Anita Guglielmetti) e si concluse il sabato pomeriggio con il grande corteo di carri allegorici e gruppi mascherati. Vi fu anche il festival dei bambini e la serata del dilettante condotta da Walter Marcheselli della Rai Tv. Il Carnevale lecchese venne poi organizzato dall’Elma. Per eleggere la regina Grigna si fece un referendum. Nel febbraio 1958 vi furono 16 carri, 7 gruppi mascherati, 7 bande. La sfilata si svolse mentre nevicava e vi furono problemi notevoli, tanto che l’Elma decise di continuare ad organizzare solo il Carnevale dei ragazzi. Il Carnevalone è ritornato in grande stile nel 1996. Entra nella tradizione la cerimonia di consegna delle chiavi della città a re Resegone da parte del sindaco, nel pomeriggio di domenica d’inizio della settimana grassa. Quest’anno il Carnevalone lecchese è alla 15^ edizione, dopo il suo rilancio, che ha portato anche alla grande sfilata del sabato pomeriggio, che muove in fondo a viale Turati. Come noto re Resegone e regina Grigna sono affiancati dal gran ciambellano, che consegna al monarca il testo dell’editto da leggere ai “fedeli ed amati sudditi”. Re Resegone e regina Grigna sono ormai nella storia delle “monarchie carnevalesche” a livello nazionale. La maschera più antica di Verona e d’Italia sarebbe il papà del Gnoco, risalente al 1533. A Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo, c’è re Giocondo che risale alla seconda metà del 1500. A Novara c’è re Biscottino, a Varese re Bosino ed altri ancora. Lecco nel primo decennio del Duemila ha, invece, ancora mantenuto lo scettro di lunga sega di re Resegone e la gigantesca stella alpina di regina Grigna. La denominazione voluta dai bontemponi del 1884 è stata azzeccata: scelsero, infatti, fra le montagne più note e caratteristiche del territorio lecchese, appunto dal Resegone alla Grigna. Una volta il Carnevale era animato anche da cene goderecce: la più famosa fra fine Ottocento ed inizio Novecento era quella dello scomparso ristorante Borsino di via Roma, nel tratto compreso tra piazza Garibaldi e piazza XX Settembre. Il menu presentava i piatti più noti della cucina nostrana, lariana e valligiana. Chissà che anche questa tradizione abbia una stagione di rilancio con la nuova fase del Carnevalone, che viene organizzato quest’anno per la prima volta dalla neonata Associazione Lecchese Turismo Manifestazioni, da poco costituita. Sarebbe sicuramente una cena da re. LTM LECCHESE | TURISMO M A N I F E S TA Z I O N I www.ltmlecco.it 3 carnevalone libretto.indd 3 29-01-2010 16:01:19