AZIONE 22..D – SITI PILOTA "SETTORI DEGLACIALIZZATI" M ME ET TO OD DII P PE ER R LLA AS SO OR RV VE EG GLLIIA AN NZ ZA AD DE EII S SE ET TT TO OR RII A AF FO OR RT TE E IIN NS ST TA AB BIILLIIT TÀ À IIN NA AM MB BIIE EN NT TE EG GLLA AC CIIA ALLE E – CAASSI SI D DII S ST TU UD DIIO O IIN N PIIE EM MO ON NT TE E SCHEDE TTE ECNICHE DI VALUTAZIONE DELLE METODOLOGIE IMPIEGATE Gennaio 2013 Indice Introduzione Pag.1 Analisi geomatiche per la ricostruzione dell’evoluzione dei ghiacciai e delle aree recentemente deglacializzate in Piemonte Pag.2 Allegati Pag.8 Allegato 1- Fotogrammetria aerea Allegato 2- Fotogrammetria terrestre Allegato 3- GNSS Allegato 4- LiDAR Allegato 5- Telerilevamento INTRODUZIONE Lo specifico contributo del CNR-IRPI all’azione 2D ha riguardato l’applicazione di un’ampia gamma di tecniche geomatiche a settori scelti dell’ambiente glacializzato piemontese. Obiettivo delle attività realizzate è stata la messa a punto di metodologie scientifiche, tecniche ed economiche per la sorveglianza di settori a marcata dinamicità geomorfologica. Alla base della scelta di questo approccio, è stata la considerazione della necessità di individuare e definire metodi d’indagine da impiegarsi ad una scala intermedia tra quella regionale (oggetto delle azioni 1A-C) e quella puntuale (vedasi azioni 2A-C), ovvero alla scala del bacino glaciale. In molti casi, infatti, soprattutto in un contesto di cambiamento climatico che limita la possibilità di fare riferimento al quadro passato delle dinamiche geomorfologiche, non sono noti a priori quali siano i settori a rapida evoluzione, maggiormente predisposti all’instabilità. Al fine di riconoscere con tempestività eventuali segnali dell’insorgere di situazioni d’instabilità, è necessario dunque dotarsi di strumenti e metodi che consentano di seguire, con dettaglio adeguato, l’evoluzione nel tempo di aree relativamente ampie. Qualora le condizioni di rischio oggettivo lo richiedano, le aree in rapida evoluzione identificate mediante l’approccio descritto nel presente rapporto potranno poi divenire l’oggetto di indagini di dettaglio e di monitoraggio strumentale specifico, secondo le indicazioni emerse dalle azioni 2A-C. L’obiettivo sopra indicato è stato perseguito attraverso la scelta, la calibrazione e la validazione di strumenti geomatici che rispondessero ai seguenti requisiti: 1) applicabilità in condizioni ambientali estreme; 2) idoneità per studi a carattere multitemporale; 3) capacità di indagare areali sufficientemente ampi; 4) costi contenuti. Nel presente rapporto, le diverse metodologie utilizzate vengono descritte ed analizzate in modo critico in relazione agli obiettivi del progetto, al fine di offrire elementi utili a quanti (tecnici, amministratori, ricercatori) si trovino a confrontarsi con problematiche analoghe a quelle affrontate dal progetto GlaRiskAlp. Le attività descritte sono state possibili grazie alla collaborazione con il GeoSitLab (Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Torino), sotto il coordinamento del dott. Luigi Perotti, che ha curato la parte generale del presente rapporto. I dott. Marco Bacenetti, Stefania Bertotto ed Elisa Damiano hanno partecipato alla raccolta, trattamento, elaborazione ed analisi dei dati, in collaborazione con Franco Godone, ed hanno redatto le schede tecniche allegate. 1 Analisi geomatiche per la ricostruzione dell’evoluzione dei ghiacciai e delle aree recentemente deglacializzate in Piemonte In questi ultimi anni si sta assistendo ad una serie di rapide innovazioni nel campo della Geomatica (Figura 1), ovvero lo studio del territorio con metodi di natura prettamente informatica. Questo insieme di strumenti e metodologie che ormai possono essere definite come un supporto permanente alle “Scienze” che studiano il territorio, ha introdotto cambiamenti radicali nelle metodologie di studio del paesaggio, prevalentemente in relazione all’impiego dei dati digitali in campo applicativo. L’aspetto più innovativo riguarda l’integrazione e l’utilizzo di dati, siano essi digitali, oppure “cartacei”, provenienti dalle più svariate fonti, al fine di completare e migliorare, se possibile, l’interpretazione statica ed evolutiva dei vari aspetti geologici del territorio. Le discipline che fanno un largo uso della Geomatica sono oramai moltissime, anche se ancora molto legate alle scelte innovative e personali dei singoli ricercatori: dai Geologi ai Naturalisti, dagli Agrari ai Forestali ai Glaciologi, tutti campi di ricerca che si occupano in maniera più o meno diretta del territorio. Gli strumenti adatti, e già sperimentati ampiamente, sono in particolare il telerilevamento (sia ottico che radar), la fotogrammetria digitale, i Sistemi Informativi Territoriali (Geographic Information Systems (GIS), il GNSS (Global Navigation Satellite System) e il Laser Scanner. Questi sistemi, pur non potendo prescindere da una buona base informatica sia di tipo software che di tipo hardware, risultano adatti all’impiego costante all’interno dei progetti scientifici poiché permettono di ampliare le conoscenze sui fenomeni naturali attraverso un agevole passaggio di scala spaziale e temporale: • • • • • Il telerilevamento è una tecnologia basata sul campionamento della radiazione elettromagnetica la cui finalità è quella di acquisire ed interpretare dati sulla natura degli oggetti presenti sulla superficie terrestre. La fotogrammetria (oggi digitale) consente di effettuare misure geometriche di un oggetto attraverso una sua ricostruzione tridimensionale ottenuta sfruttando il concetto di stereoscopia propria del processo visivo umano. Il Laser Scanner consente l’acquisizione di dati geometrici tridimensionali tramite scansione a raggi laser LiDAR (Light Detection And Ranging – Laser Scanner). Il sistema di posizionamento globale GNSS permette il posizionamento di punti con estrema precisione sulla superficie terrestre. Un GIS, infine, è un sistema completo per l’analisi dei dati provenienti dalle varie fonti sia digitali sia “analogiche” tradizionali e che rappresenta la base operativa per la raccolta, l’analisi e l’interpretazione dei dati provenienti dagli strumenti innovativi propri della Geomatica. In particolare, il vero passo avanti della ricerca in campo geologico, riguarda la prospettiva di integrare i tradizionali dati di terreno con quelli “digitali”, per ottenere interpretazioni e 2 rappresentazioni del territorio sempre più “reali”. L’utilizzo di questi strumenti impone però alcune considerazioni circa i metodi di produzione ed interpretazione dei dati rispetto alle più classiche e tradizionali modalità operative ed inoltre risulta indispensabile il ruolo della formazione all’uso di queste moderne tecnologie, aspetto che purtroppo in molti casi è fortemente sottovalutato, con il risultato di utilizzare dati e rappresentazioni “errate” rispetto alla realtà da analizzare. La prospettiva è quindi quella, essenziale, di una ricerca molto attenta a definire il contesto ambientale in cui si opera, in modo da favorire in seguito l’individuazione degli strumenti più appropriati e delle tecniche di analisi e produzione dati più favorevoli per le diverse situazioni ambientali. Accanto ad un input fortemente scientifico di dati e di conoscenze, bisogna però tenere in considerazione un output di tipo applicativo ma che mantenga nello stesso tempo il tipico “rigore scientifico”. Non bisogna perdere di vista l’analisi qualitativa del dato e, ove possibile, quella quantitativa, affiancando ad una rappresentazione “reale”, un approccio cartografico di tipo “rigoroso” necessario e indispensabile per le considerazioni applicative. Figura 1. Schema dei metodi e strumenti geomatici applicati. 3 Dati La recente disponibilità di nuovi dati digitali (satellitari, aerei, LiDAR, ecc.), utili sia per cartografia di base che tematica, rendono possibile un’integrazione delle conoscenze acquisite nell’ambiente glaciale con informazioni di carattere quantitativo sull’entità e sulla distribuzione areale dei movimenti planimetrici ed areali. Le diverse tipologie di dati analizzate e confrontate contengono inoltre informazioni utili alla valutazione dello stato di attività dei corpi glaciali e delle aree ad essi adiacenti a diverse scale spazio-temporali. In realtà la disponibilità di dati digitali è iniziata negli anni ’70 ma il loro vero utilizzo è avvenuto in maniera continuativa solo a partire dal nuovo millennio: • • • • • le immagini satellitari sono disponibili a partire dagli anni ’70; le aerofotografie coprono soprattutto gli ultimi 50 anni, con diverse scale nominali di riferimento; i dati di posizionamento GNSS sono acquisibili in maniera continua dagli anni ’90; la fotogrammetria digitale (terrestre ed aerea) è nata nel nuovo millennio; i DEM (Digital Elevation Model) ottenuti da interferometria, LiDAR, ecc., sono disponibili dagli anni ’90. Le risorse disponibili sul territorio piemontese sono state valutate sulla base della loro utilizzabilità specifica per l’analisi dell’evoluzione degli ambienti glacializzati. Sulla base dell’elaborazione ed interpretazione dei dati raccolti si è proposto di definire ed applicare criteri innovativi per stabilire lo stato di conservazione e dell’evoluzione delle masse glaciali e delle aree recentemente deglacializzate; queste azioni sono state realizzate attraverso l’utilizzo combinato di metodologie geomatiche. Durante le fasi preliminari di lavoro i dati riguardanti le aree di interesse del progetto sono stati organizzati all’interno di un Sistema Informativo Territoriale. Il Progetto - Elaborazione ed Analisi dati in aree glaciali e recentemente deglacializzate Durante la prima fase di questo progetto si è voluto valutare la disponibilità di risorse digitali e cartografiche presenti sul territorio valutandone la loro utilizzabilità specifica nel campo dell’analisi dell’evoluzione delle aree glaciali e periglaciali. A partire dall’elaborazione ed interpretazione dei dati raccolti si è inoltre cercato di definire ed applicare criteri innovativi per stabilire lo stato di attività dei ghiacciai e degli ambienti circostanti a diverse scale spazio-temporali; queste azioni sono state realizzate attraverso l’utilizzo combinato di geomorfologia e metodologie geomatiche. Nello specifico, la prima fase del lavoro ha previsto la predisposizione di un Sistema Informativo Territoriale di immagini telerilevate, foto aeree e dati cartografici di base e tematici da confrontare con dati di nuova acquisizione. L’obiettivo è stato creare una base 4 comune di riferimento di dati disponibili e operativamente utilizzabili per l’analisi glaciale (con riferimento all’utilizzo da parte di tecnici del settore). Procedure di analisi di metodologie di rilievo in ambiente glaciale, basate su tecniche geomatiche quali fotogrammetria, telerilevamento, GNSS, Laser Scanner (compresi i confronti multitemporali dei dati da essi derivati), sono state svolte a supporto delle altre fasi del progetto e a corollario dell’interpretazione dei dati. Sono state quindi definite, tre aree (Figura 2) sulle quali si è proceduto alle elaborazioni finali anche in base ai dati disponibili e di nuova acquisizione (es. LiDAR, Ortofoto, Immagini Satellitari). Figura 2. Localizzazione dei siti di studio e tecniche geomatiche impiegate. La scelta è stata dettata anche dall’esigenza di coprire un spettro di applicazioni completo nei confronti delle tematiche legate allo studio degli ambienti glaciale e periglaciale. I siti scelti offrono infatti la possibilità di applicare una o più metodologie di analisi attraverso strumenti e metodi propri della geomatica così come previsto dal progetto di convenzione. In tabella 1 sono riportate le elaborazioni effettuate: 5 METODOLOGIE IMPIEGATE TECNICA GEOMATICA UTILIZZATA DATI UTILIZZATI PRODOTTI OTTENUTI SCALA DI LAVORO Fotogrammetria aerea Fotogrammi voli: GAI 1954 Provincia di Torino 1975 Volo Ghiacciai 1983 IGM 1988 Regione Piemonte Volo Alluvione 2000 (2001) Comunità Montana Valle Orco 2005 Ortofoto DEM (Digital Elevation Model) 1:5.000 ÷ 1:25.000 Ghiacciaio: Ciardoney Telerilevamento Fotogrammetria terrestre Analisi DEM Analisi strutturali Coltop 3D Rilievo GNSS SITO GeoEye 0.5 m (data acquisizione 29-08-2010) QuickBird 0.5 m (data acquisizione 13-09-2010) Indici di vegetazione Classificazioni tematiche Creazione Ortofoto Multispettrali 1:5.000 ÷ 1:25.000 Ghiacciaio: Capra Ciardoney Mulinet Foto scattate sul terreno DSM apparati morenici/versanti 1:100 – 1.1.000 Ghiacciaio: Capra Ciardoney Hillshade map Slope map Aspect map Differenze Multitemporali 1:5.000 ÷ 1:10.000 Ghiacciaio: Ciardoney Analisi di stabilità versante 1:100 – 1.10.000 Ghiacciaio: Capra Ciardoney Carta Geomorfologica digitale di terreno Ricostruzione superficie del ghiacciaio 1:100 – 1.25.000 Ghiacciaio: Capra Ciardoney LiDAR DEM Regione Valle d’Aosta 10m LiDAR DSM close range photogrammetry CTR Ortofoto Tabella 1. Principali tecniche impiegate. 6 Conclusioni Negli allegati a questo documento sono state schematizzate le caratteristiche salienti delle diverse tecniche di indagine utilizzate ed è altresì possibile prendere visione di alcuni dei risultati ottenuti dall’elaborazione dei dati con lo scopo di approfondire l’analisi delle aree glaciali e recentemente deglacializzate oggetto di studio. L’ambito applicativo alpino glaciale ha messo alla prova la possibilità di utilizzo dei metodi geomatici previsti inizialmente: sia per quanto riguarda la disponibilità e l’acquisizione dei dati (in laboratorio e/o sul terreno) sia per le caratteristiche fisiche proprie di tale ambiente, spesso penalizzante per la sua variabilità intrinseca e quindi altamente complicato dal punto di vista rigorosamente cartografico. I metodi “indiretti” (fotogrammetria aerea e telerilevamento) si sono dimostrati robusti ed affidabili ma, per poter ottenere una scala nominale di lavoro in linea con ciò che indica la bibliografia, devono presupporre la disponibilità di una cartografia di base e di un DEM (per la raccolta dei punti d’appoggio) precisi ed accurati. In ambiente alpino è intrinsecamente difficile ricorrere a rilievi ad hoc e l’unico strumento disponibile è una ortofoto di base con relativo DEM. Tramite queste metodologie è possibile ricostruire le caratteristiche delle aree indagate sia dal punto di vista metrico (volumi, fronti glaciali), sia dal punto di vista tematico (classificazione aree); questo può avvenire non solo ad una certa data ma tramite l’analisi multitemporale dei dati acquisti. I metodi di indagine “diretti” (Laser Scanner e Fotogrammetria terrestre) si sono dimostrati di notevole interesse per la ricostruzione e l’analisi delle morene e delle pareti verticali che contornano i ghiacciai, nonché per la ricostruzione delle superfici delle masse glaciali (GNSS); Il GNSS si è dimostrato uno strumento ormai fondamentale per le fasi di appoggio e/o georeferenziazione di ogni altro metodo utilizzato. Attraverso tali strumenti è stato possibile, per i siti pilota, ricostruire una situazione di partenza che pone le basi per il monitoraggio dell’evoluzione dei versanti nel futuro che, in base all’evoluzione climatica e della masse glaciali, stanno dimostrando un’evoluzione dinamica in accelerazione. 7 ALLEGATI 8 ALLEGATO 1 FOTOGRAMMETRIA AEREA DIGITALE METODO La fotogrammetria è una tecnica di rilievo che permette di acquisire dei dati metrici di un oggetto (forma e posizione) tramite l'acquisizione e l'analisi di almeno una coppia di fotogrammi stereometrici. Il metodo prevede infatti l’acquisizione, l’elaborazione e l’analisi di immagini fotografiche analogiche o digitali tramite l’applicazione di metodi fotogrammetrici digitali. FINALITÀ NELL’AMBITO DEL PROGETTO La fotogrammetria digitale è utilizzata per la creazione di DEM relativi a momenti diversi, al fine di formulare valutazioni di carattere quantitativo su eventuali variazioni occorse; è stato così possibile, per esempio, analizzare le variazioni volumetriche delle masse glaciali in intervalli temporali dati. Inoltre, le operazioni di fotogrammetria digitale consentono, attraverso la costruzione di un modello stereoscopico digitale, la visualizzazione e la restituzione tridimensionale degli oggetti (nel caso specifico, le forme del territorio). Ulteriori analisi possono essere eseguite sulle ortofoto derivate, finalizzate alla realizzazione di cartografia tematica (ad esempio dei limiti glaciali e di altri elementi geomorfologici) ed alla formulazione di valutazioni di carattere quantitativo, in ambiente GIS, riferite a specifici step temporali. DESCRIZIONE SINTETICA La metodologia si articola in diverse fasi, in funzione anche del dato utilizzato. PRIMA PARTE: scelta e preparazione dei dati - Individuazione e scelta delle immagini: la selezione delle immagini da elaborare deve essere supportata dalla consultazione dei piani di volo. Una scelta oculata delle immagini da trattare può essere realizzata solo considerando l’effettiva copertura delle immagini, la scala del volo, l’eventuale copertura nevosa o la presenza di nuvole. Nel caso di fotogrammi d’archivio, una volta definite le immagini d’interesse, ricorrendo eventualmente a strumenti GIS (georeferenziazione dei piani di volo) (Figura 1), è necessario procedere alla loro scansione ed all’acquisizione dei rispettivi certificati di calibrazione. - Organizzazione dei dati acquisiti ed allestimento di progetti multitemporali: per una migliore gestione dei dati è indispensabile organizzare all’interno di un GIS tutti i dati acquisiti in formato digitale, in modo da poter operare su di essi con facilità. 1 SECONDA PARTE (dedicata al trattamento delle immagini d’archivio): - Orientamento dei fotogrammi: l’orientamento interno ed esterno si realizza con l’impiego di specifici software per la fotogrammetria digitale (es. ZMap, LPS). Questo procedimento richiede l’individuazioni di una serie di punti d’appoggio di coordinate note e comuni ai fotogrammi considerati (Figura 2). A conclusione di questa fase è utile tenere memoria del risultato delle operazioni di orientamento dei fotogrammi, salvando i relativi parametri in apposite tabelle (Tabella 1) e monografie. Questa procedura consentirà, disponendo dei fotogrammi di partenza, di effettuare gli orientamenti (con software diversi) in tempi successivi e senza dover necessariamente ripercorre tale procedura dall’inizio. A partire da questo momento sono possibili la visione stereoscopica e le operazioni di restituzione. - Ortorettifica dei fotogrammi: a partire dai fotogrammi orientati e disponendo di un opportuno DEM, vengono automaticamente prodotte le relative ortofoto (Figura 3). TERZA PARTE: Visualizzazione e analisi dati - Analisi dati in ambiente bidimensionale: Dopo aver importato all’interno di un progetto GIS un set di dati multitemporale (ortofoto riferite ad anni diversi) (Figura 3), si procede alla delimitazione dei limiti glaciali, o di altro elemento geomorfologico di interesse, attraverso la creazione di una serie di shape file lineari e/o areali (Figura 4). - Visualizzazione in ambiente GIS 3D: nel caso in cui si disponga di un Modello Digitale del Terreno (DEM), è possibile procedere alla visualizzazione dell’ortofoto ottenuta in ambiente GIS, semplicemente “drappeggiando” l’ortofoto sul DEM (Figura 5). Con l’ausilio di appositi strumenti di editing è inoltre possibile procedere alla digitalizzazione degli elementi geomorfologici. - Visualizzazione stereoscopica: i software fotogrammetrici consentono la visualizzazione stereoscopica digitale dei fotogrammi orientati e la conseguente restituzione degli elementi del territorio (attraverso schermi ed occhiali polarizzati). QUARTA PARTE: generazione del DEM e analisi quantitativa - Generazione di DEM: la procedura di restituzione di punti quotati, alla base del processo di generazione del DEM per via fotogrammetrica, può essere di tipo manuale o automatico. Nel primo caso la procedura è molto rigorosa, ma comporta tempi più lunghi; pertanto, nel caso in cui la generazione del modello debba avvenire relativamente a settori ampi, questa viene generalmente sostituita da procedure di tipo semi-automatico. 2 - Analisi quantitativa: attraverso il confronto numerico di DEM riferiti a periodi diversi si può giungere alla valutazione delle variazioni volumetriche delle masse glaciali (Figura 6) o di altro elemento di interesse. Infine, può essere utile visualizzare i dati ottenuti in appositi grafici e mappe tematiche. TEMPI NECESSARI PER L’ESECUZIONE Individuazione e scelta delle immagini: variabile in base al numero. Acquisizione digitale delle immagini: variabile a seconda della quantità di dati, della loro disponibilità in archivio e/o delle necessità di nuove acquisizioni ad hoc ed infine del loro formato d’origine. Organizzazione dei dati acquisiti ed allestimento di progetti multitemporali: variabile a seconda della quantità di dati considerati. Orientamento dei fotogrammi e creazione di ortofoto: dipende dalla qualità di fotogrammi - in generale, il processo completo applicato ad una coppia di immagini può necessitare di un paio di giorni di lavoro Editing dei limiti glaciali e calcoli delle variazioni areali: anche in questo caso dipende dalla quantità di dati di origine e dell’accuratezza richiesta del dato finale (per un dataset di piccole dimensioni, 4-6 ortofoto, la fase di restituzione lineare dei limiti, ed i relativi calcoli necessitano di alcuni giorni di lavoro). Estrazione di DEM: in funzione dell’area e del passo di restituzione, oltre che della modalità manuale o semi-automatica. Nel caso di procedura di tipo manuale, su un ghiacciaio di medie dimensioni l’operazione richiede una giornata di lavoro. Elaborazione dei dati e loro interpretazione: la costruzione di grafici riassuntivi e la loro analisi conclusiva necessita di alcuni giorni di lavoro. STRUMENTAZIONE NECESSARIA Hardware: PC con sistema operativo a 64 bit e memoria sufficiente (4 Gb RAM) – Windows--based. Software: Software dedicato fotogrammetria digitale (ad es. LPS, Zmap, INPHO, ecc.), software per Sistemi Informativi Territoriali (ArcGIS, QGis, ecc. DATI NECESSARI Fotogrammi aerei in formato digitale; Metadati completi per la calibrazione geometrica dei fotogrammi aerei; DEM. 3 APPLICABILITÀ E LIMITI Ortofoto: calcolo variazioni fronti glaciali individuate in un ambito temporale degli ultimi 50-60 anni (che è quello per il quale sono disponibili immagini aeree). Estrazione DEM: il metodo del confronto dei DEM è adatto allo studio delle variazioni che hanno una componente altimetrica importante. I limiti del metodo sono legati all’entità di variazione che si intende misurare, e che non può essere uguale o inferiore all’accuratezza del dato ottenuto. INCERTEZZA Il metodo si basa sull’estrapolazione di dati derivati da una successione di elaborazioni. L’incertezza del dato finale è in relazione a: - Tecnica di acquisizione del dato e conseguente risoluzione del dato estratto; - Qualità del dato di riferimento (per quanto riguarda le immagini d’archivio); - Procedimenti di restituzione manuale (precisione nella scelta e nell’individuazione dei punti di controllo per la creazione del modello e nella restituzione manuale degli elementi morfologici etc.). PRECISIONE Legata ai parametri fondamentali del processo fotogrammetrico (cfr. Kraus, 1994)1. SCALA DI LAVORO/SCALA DI RESTITUZIONE DEL DATO Dipende dai dati di partenza – tipicamente tra 1:5.000 e 1:25.000 come scala cartografica di riferimento. POSSIBILI MIGLIORAMENTI OPERATIVI Rispetto al presente test si auspicano la disponibilità futura di dati a maggior risoluzione in modo da aumentare la significatività del dato estratto. 1 Kraus K., 1994 - Fotogrammetria. Teoria e applicazioni. Levrotto & Bella, Torino. 4 OPERATORI Numero di operatori necessari: 1 Di cui specializzati: 1 Grado di specializzazione richiesto per l’esecuzione delle misure: elevato – acquisto dato e/o volo aereo Grado di specializzazione richiesto per l’interpretazione dei dati: elevato Grado di istruzione richiesto per operatori specializzati: laurea COSTI COSTI DELLA STRUMENTAZIONE: Hardware: PC Windows-based attrezzato per la stereoscopia Software: software dedicati per fotogrammetria e GIS Costo totale indicativo: a partire da 15000 € COSTO NEL CASO DI INCARICO ESTERNO: a richiesta a società specializzate – variabile – non quantificabile a priori. 5 FOTOGRAMMETRIA AEREA DIGITALE PROCEDURA DI RACCOLTA ED ORGANIZZAZIONE DEI DATI Schema operativo ed esempi applicativi Selezione dei fotogrammi Scansioni 1 Orientamento dei fotogrammi Interno Esterno Modello stereoscopico 2 FIG. 1 Esempio di dati iniziali (Volo Gh. Piemonte 2001). FIG. 2 Schema del processo di orientamento dei fotogrammi e prodotti derivati. Ortofoto DEM CARATTERISTICHE delle IMMAGINI AEREE e dei RELATIVI FILES DI SCANSIONE Quota Quota Quota media a relativa [Z] N FOTOvolo [Zv] (m) GRAMMI terra [Zt] (m) (m) z = Zv-Zt Camera Focale [c] (m) pixel necessario (immagine) DPI scansione 7064 T-11 0,15 0,12 220,43 2936 3064 Nr11704 0,15 0,04 677,86 7950 2936 5014 uag407 0,15 0,08 307,88 2 7600 2936 4664 Nr11704 0,15 0,08 333,86 14/08/01 3 6069 2936 3133 15/4 uag-s 0,15 0,05 495,94 15/09/01 4 4530 2936 1594 uag407 0,15 0,03 968,45 01/07/05 2 5250 2936 2314 uag407 0,15 0,04 667,12 VOLO DATA 1954 GAI 12/10/54 2 10000 2936 01/09/75 2 6000 01/09/83 3 10/08/88 1975 PROVINCIA DI TORINO 1983 VOLO GHIACCIAI 1988 IGM 2000 REGIONE PIEMONTE 2001 GHIACCIAI PIEMONTE 2005 COMUNITA' MONTANA Tabella 1 Caratteristiche dei voli considerati nell’ambito del Progetto. 6 FOTOGRAMMETRIA AEREA DIGITALE ANALISI QUALITATIVA DI ORTOFOTO DERIVATE Schema operativo ed esempi applicativi Visualizzazione ed editing 2D 3 Produzione di ortofoto Elaborazioni qualitative (cartografia multitemporale) 4 FIG. 3 Esempio di ortofoto prodotta da fotogrammi d’archivio (Ghiacciaio Ciardoney). FIG. 4 Esempio di mappatura dei limiti glaciali sulla base del confronto di ortofoto riferite ad anni diversi. 7 FOTOGRAMMETRIA AEREA DIGITALE VISUALIZZAZIONE TRIDIMENSIONALE ED ANALISI QUANTITATIVA DEI MODELLI DIGITALI DI TERRENO Schema operativo ed esempi applicativi Visualizzazione ed editing 3D 5 Restituzione dati in ambiente 3D Produzione di DEM Confronto di DEM riferiti ad anni diversi Elaborazioni quantitative (analisi delle variazioni volumetriche) 6 FIG.5 Esempio di visualizzazione 3D ottenuta sovrapponendo un’immagine telerilevata ad un Modello Digitale del Terreno (Ghiacciaio Ciardoney). FIG. 6 Esempio di elaborazione finale: carta tematica delle variazioni volumetriche del Ghiacciaio Ciardoney. Nell’esempio si riporta il risultato del calcolo condotto in ambiente GIS confrontando una coppia di DEM riferiti agli anni 2006 e 2010. 8 ALLEGATO 2 FOTOGRAMMETRIA DIGITALE TERRESTRE METODO Il metodo prevede l’acquisizione, l’orientamento, l’elaborazione e l’analisi di immagini fotografiche digitali acquisite tramite macchina fotografica tradizionale a basso costo; le immagini sono processate mediante software dedicati per l’estrazione di Modelli Digitali della Superficie (DSM), da cui vengono estratti i dati geometrici. FINALITÀ NELL’AMBITO DEL PROGETTO La fotogrammetria terrestre rappresenta una metodologia di rilevamento, prospezione, individuazione e misura delle modificazioni morfologiche degli oggetti considerati e nella definizione delle loro caratteristiche spaziali, talvolta non evidenti alla normale osservazione visuale o non raggiungibili con le normali tecniche di rilevamento. DESCRIZIONE SINTETICA L’utilizzo di questa tecnica consente di effettuare un rilievo di tipo morfo-strutturale di una superficie senza venirne in contatto (Figura 1). Questo tipo di soluzione è estremamente vantaggiosa nel caso in cui detta superficie sia difficilmente raggiungibile (es. pareti situate in ambiente di alta montagna) e/o esposta a pericoli oggettivi (es. caduta blocchi). L’obiettivo che ci si è posti è quello di sviluppare una tecnica di rilevamento le cui caratteristiche possono così essere riassunte: • rilievo a distanza (senza venire in contatto con la superficie); • utilizzo di un attrezzatura facilmente trasportabile e poco onerosa dal punto di vista economico. TEMPO NECESSARIO PER L’ESECUZIONE DELLE MISURE L’acquisizione delle immagini è rapida (Figura 2a, 2b), ma i tempi variano a seconda della distanza dell’oggetto da fotografare (Figura 3). La modalità di acquisizione non è particolarmente rigorosa e permette scelte operative pratiche e veloci. 1 TEMPO NECESSARIO PER L’ELABORAZIONE E L’INTERPRETAZIONE DEL DATO Calibrazione obiettivo + Scarico dati ed elaborazione immagini: circa 2 giorni lavorativi per un centinaio di immagini. STRUMENTAZIONE NECESSARIA Hardware: macchina foto reflex digitale con obiettivo calibrato Software: dedicato per estrazione di DSM APPLICABILITÀ E LIMITI La metodologia è stata adottata per l’analisi dei versanti in roccia nelle zone periglaciali, spesso inaccessibili o comunque distanti e pericolose, e dei fianchi di morena. Il metodo consente di estrarre una nuvola di punti (Figura 4) da cui viene creato un DSM accurato (Figura 5) con pixel millimetrico, utile in particolare per analisi strutturali anche multitemporali (Figura 6). INCERTEZZA E PRECISIONE L’accuratezza e la precisione del modello dipendono dalla calibrazione dell’apparecchiatura, dalla geometria di presa e dalle procedure automatiche di generazione del modello stesso. La precisione planimetrica (planimetric accuracy) è generalmente intorno ai 0.3 pixel (0.05-0.5) assumendo un’adeguata taratura degli strumenti, mentre la precisione legata alla profondità di campo (depth accuracy) dipende dalla distanza tra la posizione della fotocamera e l’oggetto fotografato (distance) e la distanza tra due posizioni di ripresa successive (baseline). Per quanto riguarda la precisione assoluta questa dipende dalla precisione di misura dei GCPs utilizzati per la georeferenziazione del modello. SCALA DI LAVORO/SCALA DI RESTITUZIONE DEL DATO Dipende dalla risoluzione del dato di partenza – tipicamente tra 1:100 e 1:1.000 (in base alla progettazione del rilievo) come scala cartografica di riferimento. OPERATORI Numero di operatori necessari: 1 Grado di specializzazione richiesto per l’esecuzione delle misure: medio Grado di specializzazione richiesto per l’interpretazione delle misure: elevato Grado di istruzione richiesto per operatori specializzati: laurea 2 COSTI COSTI DELLA STRUMENTAZIONE DATI : acquisiti tramite macchina fotografica amatoriale non metrica Hardware: PC Windows-based con buona scheda grafica Software: software dedicato acquisibile via internet o anche software libero sviluppato di solito da università - particolarmente diffusi per produzione modelli 3D cinematografici o per lavori con DRONE Costo totale minimo molto contenuto – PC – Macchina Foto e Software – 3.000/5.000 € 3 FOTOGRAMMETRIA DIGITALE TERRESTRE PROCEDURA DI PROGETTAZIONE DEL RILIEVO ED ACQUISIZIONE DEI DATI Schema operativo ed esempi applicativi Progettazione del rilievo Acquisizione delle immagini Orientamentodei dei Orientamento fotogrammi fotogrammi 1 Generazione Generazione automatica del modello 3D Editing del Editing modello 3D modello 2a 2b FIG. 1 Progettazione del rilievo (Ghiacciaio Ciardoney). FIG. 2a, 2b Acquisizione delle immagini di campo. FIG. 3 Sequenza immagini acquisite (da Est verso Ovest). 3 4 FOTOGRAMMETRIA DIGITALE TERRESTRE PROCEDURA DI ELABORAZIONE DEI DATI Schema operativo ed esempi applicativi Progettazione Progettazione del rilievo rilie del 4 Acquisizione Acquisizione delle immagini delleni Orientamento dei fotogrammi 5 Generazione automatica del modello 3D Editing del modello 3D 6 FIG. 4 Orientamento dei fotogrammi FIG. 5 Generazione del DSM (Digital Surface Model). FIG. 6 Editing del modello 5 ALLEGATO 3 GNSS – TECNICHE POSIZIONAMENTO SATELLITARE METODO Il rilievo GNSS (Global Navigation Satellite System) è basato su tecnologia satellitare; esso consente di rilevare la superficie terrestre e di ottenere una posizione dei punti su di essa con precisioni elevate. I vantaggi di un sistema GNSS sono infatti l’elevata precisione, la possibilità di operare in un punto qualsiasi della Terra in ogni istante, e la funzionalità in tutte le condizioni meteorologiche. FINALITÀ NELL’AMBITO DEL PROGETTO Il metodo prevede l’acquisizione, la compensazione e l’analisi di punti e tracciati acquisiti tramite strumentazione GNSS (Figura 1a, 1b, 1c ). I dati vengono elaborati sotto forma di coordinate tridimensionali X,Y,Z e vengono utilizzati per la misure sulle aree e sulle masse glaciali per la stima delle variazioni volumetriche e planimetriche (Figura 2). DESCRIZIONE SINTETICA La strumentazione necessaria al rilievo GNSS consiste in uno o più ricevitori satellitari muniti di antenne. E' possibile eseguire i rilievi in diverse modalità, alle quali corrispondono diverse prestazioni in base alla tipologia di strumento (codice, singola o doppia frequenza), si citano di seguito quelle più utilizzate: Posizionamento assoluto o Point positioning: si opera con un solo ricevitore utilizzando il codice del segnale GNSS. Si ottengono coordinate del punto con accuratezze dell'ordine di 10-15 metri. La soluzione viene ottenuta immediatamente, sul posto (in tempo reale). Posizionamento differenziale o DGPS: si opera con un ricevitore mediante il codice, ma si acquisiscono contemporaneamente le correzioni differenziali (relative al solo codice) trasmesse da un secondo ricevitore di posizione nota. Si ottengono coordinate con accuratezze dell'ordine di 1 metro, in tempo reale. Posizionamento relativo statico o statico rapido: si opera con almeno due ricevitori. I ricevitori vanno mantenuti in posizione per una sessione di misura la cui durata varia da pochi minuti ad alcune ore. In tutti i punti si acquisisce sia il codice sia la fase del segnale GNSS (dati grezzi o raw data) e mediante un'elaborazione in post-processamento (differita, quindi non in tempo reale) si ottengono le posizioni relative sotto forma di baselines (vettori, ovvero differenze di coordinate tra i punti). L'accuratezza delle componenti delle baselines è in genere molto buona, può risultare anche inferiore al centimetro. 1 Posizionamento differenziale RTK: si opera con due ricevitori, di cui uno (detto base) mantenuto fermo su un punto di posizione nota, mentre il secondo (detto rover) va ad occupare i punti da rilevare. Il ricevitore base trasmette al rover i dati di correzione di codice e fase, mediante i quali la posizione del rover viene calcolata immediatamente, in tempo reale. L'accuratezza delle coordinate ottenute è mediamente dell'ordine di alcuni centimetri. Se i dati "grezzi" (raw data) acquisiti da base e rover vengono conservati, è possibile effettuare un'elaborazione di controllo in post-processamento. TEMPO NECESSARIO PER L’ESECUZIONE DELLE MISURE (per 100 metri) Dipende dalla tipologia di rilievo, da pochi secondi a un paio d’ore. TEMPO NECESSARIO PER L’ELABORAZIONE E L’INTERPRETAZIONE DELLE MISURE Dipende dalla tipologia di rilievo: con rilievi in tempo reale è sufficiente lo scarico dati. In post-processamento i tempi sono comunque rapidi. STRUMENTAZIONE NECESSARIA Ricevitori GNSS – Singola o Doppia Frequenza eventualmente con connessione UMTS Hardware: PC con sistema Windows-based Software: dedicato per Post-Processamento dati GNSS DATI NECESSARI Dati da stazione permanente per Statico o DGPS/RTK Eventualmente effemeridi precise per post-processamento Dati di verità a terra sulle coperture ed uso del suolo APPLICABILITÀ E LIMITI Utile per raccolta di coordinate tridimensionali puntuali ma anche per acquisizione tracce vettoriali e loro successiva spazializzazione. INCERTEZZA E PRECISIONE Il metodo si basa sulla tipologia di segnale e di posizionamento utilizzato. L’incertezza del dato finale è in relazione a: - Tecnica di acquisizione del dato; - Tipologia strumentazione; 2 - Tempi di acquisizione. SCALA DI LAVORO/SCALA DI RESTITUZIONE DEL DATO La scala di lavoro dipende dalla precisione relativa e/o assoluta del rilievo – un rilievo GNSS può essere funzionale a tutte le scale – da locale a globale. OPERATORI Numero di operatori necessari: 2 Di cui specializzati: 1 Grado di specializzazione richiesto per l’esecuzione delle misure: media Grado di specializzazione richiesto per l’elaborazione delle misure: elevata Grado di istruzione richiesto per operatori specializzati: laurea COSTI COSTI DELLA STRUMENTAZIONE: Ricevitori: a partire da 3000 € e fino a 8000 € Hardware: PC Windows-based senza particolari caratteristiche Software: post processamento a partire da 1000 euro – software libero non particolarmente diffuso in questo ambito 3 GNSS - Global Navigation Satellite System (Sistema di Posizionamento Satellitare) PROCEDURA DI RACCOLTA ED ELABORAZIONE DEI DATI Schema operativo ed esempi applicativi Progettazione del rilievo 1a Acquisizione dei punti Scarico dei dati in ufficio Calcoli di compensazione 1b 1c LEGENDA Restituzione dell’oggetto rilevato RILIEVO 17 AGOSTO 2012 : Rilievo della fronte (Modalità CinematicoDinamica) RILIEVO 5 OTTOBRE 2012: Rilievo della superficie del ghiacciaio (Modalità Dinamica) RILIEVO 5 OTTOBRE 2012: Rilievo della fronte (Modalità Dinamica) Rilievo delle coordinate dei punti di ripresa fotogrammetrica (Modalità Statica) Acquisizione delle coordinate delle paline ablatometriche (Modalità Statica) Editing del modello 2a 2 FIG. 1a Inizializzazione dello strumento per acquisizione punti in modalità cinematica - statica (Gh.Ciardoney). FIG. 1b Acquisizione della superficie del ghiacchiaio mediante rilievo in modalità dinamica. FIG. 1c Acquisizione di un punto della fronte glaciale con un rilievo in modalità statica. FIG. 2 Schema delle tracce GNSS su CTR (nel dettaglio l’arretramento della fronte del ghiacciaio). 4 ALLEGATO 4 LASER SCANNER TERRESTRE METODO Il laser scanner terrestre è una tecnologia che è stata introdotta di recente nel campo del rilevamento; l’apparecchiatura permette di ricostruire modelli tridimensionali (mediante nuvole di punti) attraverso la registrazione di scansioni singole o multiple (Figura 1). La strumentazione, generando un impulso laser infrarosso, registra parte del segnale riflesso dall’oggetto colpito. L’unità di misurazione del tempo rileva l’intervallo tra l’emissione del segnale e l’impulso di ritorno; essendo nota la direzione del raggio nello spazio rispetto ad un sistema di riferimento interno allo strumento, ogni singolo punto viene posizionato con coordinate x, y, z relative, registrandone anche l’intensità di segnale in funzione della riflettività del materiale colpito. Le scansioni permettono così di acquisire in tempi brevi milioni di punti in modo automatico, coniugando alla velocità d’esecuzione un’elevata accuratezza. FINALITÀ NELL’AMBITO DEL PROGETTO Il laser scanner permette la creazione di “nuvole di punti” (Figura 2a) con elevato dettaglio per la verifica della stabilità dei versanti anche in condizioni di emergenza, attraverso la ripetizione dei rilievi in momenti successivi. L’utilizzo del GPS durante le scansioni consente una georeferenziazione veloce ed automatica: in questo modo, il sistema di misurazione consente di raggiungere anche zone non accessibili. DESCRIZIONE SINTETICA Il rilievo con tecnologia laser scanner 3D permette di rilevare a distanza la morfologia di un oggetto, attraverso un pennello di luce (laser) che scivola sulle superfici da rilevare. Le differenze tra il rilievo mediante l’utilizzo di laser scanner e quello con una stazione totale topografica sono essenzialmente di due tipi: la velocità e il procedimento di acquisizione dei dati. Infatti il laser rileva in modo automatico una quantità pari a 2000 punti al secondo, mentre la stazione totale, oltre a richiedere l’intervento continuo dell’operatore, ha un tempo di acquisizione notevolmente maggiore per ogni singolo punto. Inoltre, l’enorme numero di punti che il sistema laser scanner riesce a fornire permette un sovra-campionamento, aumentando notevolmente la qualità del rilievo. Per quanto riguarda il procedimento d’acquisizione dei dati, il laser scanner richiede unicamente la scelta della densità della griglia dei punti (variabile in funzione della distanza strumento-oggetto), mentre la stazione totale implica l’individuazione e la scelta 1 di numerose variabili topografiche. Inoltre, le stazioni totali classiche richiedono generalmente la presenza di uno o più canneggiatori sul luogo del rilievo, non sempre possibile o agevole in zone impervie od in situazioni ad alto rischio. Attraverso un maggiore o minore infittimento della maglia di scansione è possibile effettuare sia rilievi generali sia di dettaglio, in corrispondenza di elementi particolarmente complessi o significativi. Il raggio laser restituisce, per ciascun punto reale della maglia “distesa” sull’oggetto, un punto virtuale dotato delle 3 coordinate spaziali. L’insieme di tutti i punti rilevati costituisce una “nuvola di punti” (cloud of points), ovvero l’“immagine solida” fedele all’oggetto rilevato (Figura 2b, 2c). TEMPO NECESSARIO PER L’ESECUZIONE DELLE MISURE Acquisizione dati: variabile a seconda della distanza e dell’accessibilità dell’oggetto da rilevare (da 30 min a qualche ora) TEMPO NECESSARIO PER L’ELABORAZIONE E L’INTERPRETAZIONE DELLE MISURE Elaborazione immagini: circa 2-3 giorni lavorativi per oggetto rilevato (Figura D1, D2) STRUMENTAZIONE NECESSARIA Hardware: PC high end con sistema operativo a 64 bit e memoria sufficiente (12 Gb RAM) – Windows-based Software: dedicato per elaborazione nuvole di punti DATI NECESSARI Rete di inquadramento per georeferenziazione SCALA DI LAVORO/SCALA DI RESTITUZIONE DEL DATO Dipende dalla risoluzione del dato di partenza – tipicamente tra 1:100 e 1:1.000 (in base alla progettazione del rilievo) come scala cartografica di riferimento. OPERATORI Numero di operatori necessari: 3 Di cui specializzati: 1 Grado di specializzazione richiesto per l’esecuzione delle misure: elevato 2 Grado di specializzazione richiesto per l’interpretazione delle misure: elevato Grado di istruzione richiesto per operatori specializzati: laurea COSTI COSTI DELLA STRUMENTAZIONE: Hardware: PC Windows-based – 1500 € Software: a partire da 15-20.000 euro – software libero non particolarmente diffuso in questo ambito – da ricercare eventualmente Laser Scanner: a seconda della tipologia – comunque long range almeno fino al km – circa 100.000 € 3 RILIEVI LASER SCANNER - LiDAR Light Detection and Ranging PROCEDURA DI ACQUISIZIONE ED ELABORAZIONE DEI DATI Schema operativo ed esempi applicativi Progettazione del rilievo Acquisizione nuvola punti Pulizia scansioni 1 Allineamento scena 2a 2b Georeferenziazione nuvola di punti FIG. 1 Progettazione del rilievo. 3 FIG. 2a, 2b Acquisizione della nuvola di punti. FIG 3 Allineamento scena. FIG. 4a, 4b Editing del modello. Editing del modello 4a 4b 4 ALLEGATO 5 TELERILEVAMENTO SATELLITARE METODO Il termine telerilevamento (“remote sensing” in inglese) indica l’acquisizione a distanza di informazioni quantitative e qualitative riguardanti l’ambiente ed il territorio mediante la registrazione dell’energia elettromagnetica riflessa dalle superfici. I dati sono rilevati sotto forma di immagini raster multispettrali, registrando la componente in riflettenza sotto forma di digital number. FINALITÀ NELL’AMBITO DEL PROGETTO • Analisi e classificazione di aree glaciali e periglaciali tramite immagini multispettrali da satellite ad altissima risoluzione (Figura 1). • Mappatura di indici radiometrici (ad es: analisi indici di vegetazione normalizzati per l’individuazione dello stato vegetativo, analisi indici presenza assenza di neve/ombre/tipologia di rocce). • Analisi multitemporale della copertura glaciale. • Creazione di ortofoto multispettrali. DESCRIZIONE SINTETICA Il metodo propone l’utilizzo di dati telerilevati da satellite per l’analisi multitemporale di aree glaciali e periglaciali Lo studio completo tramite immagini telerilevate prevede tre fasi distinte: 1. acquisizione dei dati ex novo e/o d’archivio sulla base della copertura e del tipo di sensore; 2. elaborazione dei dati (pre-elaborazioni geometriche e radiometriche) con creazione di immagini digitali: produzione ortofoto multispettrali; 3. analisi ed interpretazione dei dati per le aree individuate dal progetto. 1 TEMPO NECESSARIO PER L’ESECUZIONE DELLE MISURE Acquisizione immagini: variabile a seconda della disponibilità in archivio e/o delle necessità di nuove acquisizioni ad hoc (da pochi giorni a qualche mese di programmazione anticipata) TEMPO NECESSARIO PER L’ELABORAZIONE E L’INTERPRETAZIONE DELLE MISURE Elaborazione immagini con pre-elaborazioni geometriche e radiometriche (Figura 2a, 2b, 2c): circa 2 giorni lavorativi per immagine da 10 x 10 km (swath tipico per l’alta risoluzione satellitare) STRUMENTAZIONE NECESSARIA Hardware: PC con sistema operativo a 64 bit e memoria sufficiente (4 Gb RAM) – Windows-based Software: dedicato per remote sensing DATI NECESSARI Metadati completi per la calibrazione radiometrica e geometrica. Punti di appoggio a terra per la calibrazione geometrica e produzione di ortofoto multispettrali. APPLICABILITÀ E LIMITI La metodologia è applicabile teoricamente in ogni ambito glaciale e periglaciale con la possibilità di produrre cartografia geotematica a scale da piccola a grande (Figura 3). I limiti sono legati alla limitata risoluzione spettrale (disponibilità di bande all’infrarosso) quando la risoluzione geometrica è alta. Purtroppo quindi le informazioni spettrali e radiometriche di interesse per le aree in oggetto sono limitate all’infrarosso vicino. INCERTEZZA Bassa se lo scopo è l’individuazione di aree innevate o con ghiaccio rispetto ad aree di roccia affiorante e/o vegetate. SIGNIFICATIVITÀ DEL METODO Legata all’individuazione semi-automatica di superfici coperte da ghiaccio e/o neve e dalla caratterizzazione delle aree periglaciali in base alla loro copertura vegetale. 2 SCALA DI LAVORO/SCALA DI RESTITUZIONE DEL DATO Dipende dalla risoluzione del dato di partenza – tipicamente tra 1:5.000 e 1:25.000 (in base al tipo di immagine) come scala cartografica di riferimento. Dal punto di vista semantico, il contenuto informativo dell’immagine è generalmente superiore alla scala cartografica a cui è dedicato. POSSIBILI MIGLIORAMENTI OPERATIVI Rispetto al presente test si auspicano la disponibilità futura di dati a maggior risoluzione geometrica e/o spettrale in modo da aumentare la significatività del dato estratto. OPERATORI Numero di operatori necessari: 1 Di cui specializzati: 1 Grado di specializzazione richiesto per l’esecuzione delle misure: esterno – acquisto dato satellitare Grado di specializzazione richiesto per l’interpretazione delle misure: elevato Grado di istruzione richiesto per operatori specializzati: laurea COSTI COSTI DELLA STRUMENTAZIONE: Dati : a partire da 10 euro al km2 Hardware: PC Windows-based senza particolari caratteristiche Software: a partire da 4-5000 euro – software libero non particolarmente diffuso in questo ambito – da ricercare eventualmente COSTO NEL CASO DI INCARICO ESTERNO: variabile – non quantificabile a priori 3 TELERILEVAMENTO SATELLITARE PROCEDURA DI ACQUISIZIONE ED ELABORAZIONE DEI DATI Schema operativo ed esempi applicativi 1 Acquisizione delle immagini Orientamento 2 Pan - Sharpening a Generazione di ortofoto b c 3 Correzione topografica Simulazione ed eliminazione ombre Calcolo indici NDVI | NDI FIG. 1 Esempio di immagine pancromatica 50 cm. FIG. 2a Esempio di immagine a falsi colori. FIG. 2b Esempio di immagine classificata secondo l’indice NDVI (Normalized Difference Vegetation Index). FIG. 2c Esempio di immagine classificata secondo l’indice NDI (Normalized Difference Index). FIG. 3 Esempio di elaborazione: mappa della distribuzione di neve e ghiaccio. 4