Campo Dall`Orto: nessun cambio nei tg Rai

Q Ospite di Mieli
Campo
Dall'Orto:
nessun cambio
nei tg Rai
Incontro Paolo Mieli
e Antonio Campo Dall'Orto
DAL NOSTRO INVIATO
SPOLETO I direttori dei tg
Rai per ora non
cambieranno. A dirlo è
Antonio Campo Dall'Orto,
numero uno di Viale
Mazzini, spiegando che «ci
vorrà ancora un po' di
tempo. Non sono all'ordine
del giorno cambi e certo
non avverranno domani». Il
direttore generale della Rai,
ospite a Spoleto agli
Incontri di Paolo Mieli, si
presta per una
chiacchierata sul bilancio
dei suoi primi undici mesi
al vertice della tv pubblica.
«Una macchina complessa
con i suoi pregi e i suoi
limiti», tra i primi, dice
Campo Dall'Orto, «lo
straordinario spirito di
corpo aziendale», nel
secondo caso «il ritardo sul
MEDIA
fronte dello sviluppo
digitale». Tra le novità in
cantiere, una nuova fiction
tratta dal bestseller II nome
della Rosa di Umberto Eco.
«Ancora non sappiano se
saranno sei o otto puntate,
stiamo valutando la parte di
scrittura. Regista e attori
restano da scegliere».
Nell'elenco dei programmi
che Campo Dall'Orto ritiene
abbiano contrassegnato la
sua prima stagione in Rai
segnala «Rischiatutto» di
Fabio Fazio, ma poi
sottolineando l'importanza
di scommettere sulle
risorse inteme rivendica la
scelta delle 4 puntate di
«Sono innocente» condotte
da Alberto Matano. Nel
nuovo palinsesto Rai
precisa che il ritorno di Gad
Lerner, Pleather Parisi e
Michele Santoro non va
interpretato in «chiave
nostalgica». Due, infine, i
versanti su cui vorrebbe
lasciare il segno: rilanciare
la capacità creativa in casa
Rai, e individuare nuovi
percorsi per fare tv.
Andrea Ducei
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere del In Sera Sabato 9 Luglio 2016
SPETTACOLI
45
Q Ospite di Mieli
Campo
Dall'Orto:
nessun cambio
nei tg Rai
DAL NOSTRO INVIATO
SPOLETO T direttori dei tg
Trio
IBIink-182 nella
loro Formazione
attuale: da
sinistra, Mari
Skiba, Mark
Hoppus e
Trauis Barker
L'intervista
«In musica paga l'onestà
Resiste solo quella del cuore»
Blink-182: la canzone è come un soufflé, è facile rovinare tutto
LONDRA D settimo album dei
Blink-itì2, «California», arriva
dopo g anni di silenzio e una
rivoluzione interna che Lia
portato alla perdita di ìbm De
Longe e l'arrivo di Matt Skiba
(Voce e chitarra). Per il gruppo
è una fase positiva, il disco è
plachilo ai crìtici e U pubblico
è corso a comprare i bìglie ili
per la tournée negli Usa, tanto
che l'idea è adesso di aggiungere tappe europee la prossima eslate. Mark Hoppus e
Mail — il ballerisla Travls
Barker è rimasto negli Usa,
dall'incidente aereo del 2008
preferisce non volare — sono
di buon umore. Il segreto della
loro longevilà? «Lavorare sodo
e rispettare la creatività dei
compagni».
Siete insieme da 20 anni.
Come si fa?
«Se dovessimo un consiglio
a una giovane band sarebbe lavorate duro e scrivete le canzoni che volete scrivere. Per noi
ha funzionato. Quando abbiamo provalo a l'are quello che ci
sembrava la genie e l'Industria
volessero è andata male.
L'onestà paga, soprattutto nella musica. Quella che arriva dal
cuore resiste, quella che è forzala no».
Eppure il modo in cui la
gente ascolta la musica è
cambiato radicalmente.
«Una volta passavamo tanto
lempo a organizzare l'ordine
delle canzoni, calcolando anche che la gente avrebbe davo-
I Inani dui
nastro
ultimo
album
Caiijorniu
sorto I itili
mollo
diversi tra
loro
perché lare
LUI disco
omogeneo
non ci
interessava
to girare il nastro o il disco. Per
noi l'album è un'esperienza in
sé. dall'inizio alla fine, mentre
adesso la genie può ascollare
una canzone sola, scaricare da
Internet. L'unica soluzione è
impegnarsi al massimo. Una
volta per un album potevi seri
vere Lre canzoni belle e il reslo
così così, oggi non basta più».
Questo ha influito su come
scrivete?
«No. L'unica cosa che è
cambiala per noi è che non
dobbiamo piii pensare a dove
verrà girato l'album».
Le canzoni di «California»
sono molto diverse tra loro,
era l'intenzione spaziare tra
generi contrastanti?
«Fare LUI album omogeneo
non ci interessava. Per "California" avevamo 30 canzoni.
Originariamente volevamo inserirne 10 perché è cambiala
l'attenzione del pubblico, ma
ci siamo lenuli larghi. Le allre
le teniamo per un'altra volta».
«Bored lo Dealh», il singolo, èstato scritto in poche
ore. È anomalo per voi?
«Generalmente le canzoni
migliori sono quelle che si
scrivono da sole, quelle dove
sei Iti a doverli togliere di mezzo per permettere loro di
emergere. Le nostre canzoni
più belle sono nate così. Devo
dire che in questo John Feldmann (il produllore) è sialo
fondamentale. Non ci ha permesso dì pensare troppo e di
complicare eccessivamente
brani, parole e idee. Una canzone è come un souiflé. È facile rovinare tutto».
Cos'è dello stile di vita californiano che ha ispiralo l'album?
«Per me (Mail) la California
I Sigiti Rós accendono IT-Days Festival
Questa sera tocca ai Sigur Rós e agli Stereophonics:
sono loro i groppi più. attesi delTI-Days Festival che è iniziato
ieri e si conclude domani al Parco di Monza. Sessanta ore di
musica dal vivo ripartìte su quattro palchi dove oltre
a nomi noli passano ariisli e band a caccia di un fui uro. Quesla
sera il palcoscenico è nei suoni del post-rock islandese dei
Sigur Rós e nelle chitarre del rock gallese degli Stereophonics.
Domani per la chiusura della rassegna il aiolo di lieadliner
tocca al britpop dei Suede (ma ci saranno anche Biffy Clyro e
Joao Thiele). La XD edizione delTI-Days Festival è in
collaborazione con il Brianza Rock Festival.
è la terra dei sogni e degli incubi. Quando eravamo piccoli
mia sorella ed io potevamo
scegliere dove andare in vacanza. Per me la meta era sempre Los Angeles. La musica,
Vertice Beach, gli spettacoli;
come si fa a non apprezzare?
Per uno che come me è nalo e
cresciuto a Chicago il sole, il
caldo, il surfing sono spettacolari. Eppure Los Angeles è una
città piena di contrasti, con la
povertà, la sporcizia, la droga e
dall'altra parie la ricchezza assoluta, la fama e ancora la bellezza del territorio».
State per intraprendere un
tour che tocca 55 città. Come
vi preparale?
«E difficile stare lontani dalle famiglie per così tanto tempo, ma non possiamo assolutamente lamentare. È un bel
lavoro, li contatto con j fan è
prezioso. C'è gente che ha cominciato a seguirci da ragazzo
che adesso viene con i figli».
Voi che musica ascoltate?
«A me (Mark) piace mollo
sendre le band di oggi: Savages, Milk Teeth. Dopo 50 anni
di rode e pop credi di aver sentito tutto, ma non è cosi. C'è
ancora qualcosa da dire».
Come vi mantenete freschi
creativamente?
«Per me (Mark) la cosa più
importante è rimanere aperto
al contributo dei mei compagni».
Paola De Carolis
Rai per ora non
cambieranno. A dirlo è
Antonio Campo Dall'Orto,
numero uno di Viale
Mazzini, spiegando che «ci
vorrà ancora un po' di
tempo. Non sono all'ordine
del giorno cambi e certo
non avverranno domani». Il
direttore generale della Rai,
ospite a Spoleto agli
Incontri di Paolo Mieli, si
presta per una
chiacchierata sul bilancio
dei suoi primi undici mesi
al vertice della tv pubblica.
«Una macchina complessa
coni suoi pregi e i suoi
limiti», tra i primi, dice
Campo Dall'Orto, «lo
straordinario spirito di
corpo aziendale», nel
secondo caso «Il ritardo sul
fronte dello sviluppo
digitale». Trale novità in
Chi sono
• IBIink-182
si sono formati
nel 1992 a
Poway, città a
nord di San
Diego, in
California.
Insieme a
Green Day e
The OfFspring
sono stari il
simbolo del
punk melodico
anni Novanta. Il
1999 Fu l'anno
dUEnema
of the State»:
l'album ha
venduto oltre
15 milioni di
copie
• «California»
è il settimo
disco della
band: arriva
dopo 5 anni di
silenzio e una
rivoluzione
interna che
ha portato
all'addio di
Tom De Longe
Incontro Paolo Mieli
e Antonio Campo Dall'Orto
cantiere, ima nuova fiction
tratta dal bestseller Jl nome
della Rosa di Umberto Eco.
«Ancora non sappiano se
saranno sei o otto puntate,
stiamo valutando la parte di
scrittura. Regista e attori
restano da scegliere».
Nell'elenco dei programmi
che Campo Dall'Orto ritiene
abbiano contrassegnato la
sua prima stagione in Rai
segnala «Risehìatutto» di
Fabio Fazio, ma poi
sottolineando l'importanza
di scommettere sulle
risorse internerivendicala
scelta delle 4 puntate di
«Sono innocente» condotte
da Alberto Marano. Nel
nuovo palinsesto Rai
precisa che 11 ritorno di Gad
Lcrncr, IlcaUicr Parisi e
Michele Santoro non va
interpretato in «chiave
nostalgica». Due, infine, i
versanti su cui vorrebbe
lasciare il segno: rilanciare
la capacità creativa in casa
Rai, e individuare nuovi
percorsi per fare tv.
Andrea Ducei
H ricordo alla Milanesiana
Mogol: Bowie si vendicò per la mia cover di «Space Oddity»
• Giulio
Rapettl, classe
1936, scelse il
nome Mogol
per firmare i
testi di cantanti
come Lucio
Battisti. Mina.
Riccardo
Cocciante
T a mia mente ha preso il
*> J_J volo.../ Un pensiero uno
solo..../ lo cammino mentre
dorme la cillà...». La musica,
avranno indovinato gli esperti
cU canzone ilaliana vinlage, è
quella di-mala David Bovvle di
Spiicc Oddity. Le parole, compreso il ritornello — <J3immi
ragazzo solo dove vai/ Perché
tanto dolore?/ Hai perdulo
senza dubbio un grande amore/ Ma di amori è tutta piena
la città» — sono invece di Mogol, che nel 1970 scrisse il testo
della cover italiana della hit
del Duca Bianco, In llloland ola
Ragazzo solo, ragazza sola.
Ne racconta la storia stasera
all'università milanese lulm.
nella serata che il festival La
Milanesiana. ideato e diretto
da Elisabetta Sgarbi, dedica a
David Bowie — con (Sufico
Ghezzi, Morgan e il suo ex
compagno dei Bluverligo Andy, Gianni Canova, Piergiorgio
Ódifreddi, Giovanni Veronesi e
Aldo Nove — ira dibattiti e
proiezioni.
Dove si scopre perché, ad
esempio, 11 LesLo di Ragazzo
solo, che parla di due giovani
senza amore — e che fu lo
stesso Bowie a cantare, dopo
qualche lezione di accento italiano impartitagli dal produltore discografico Claudio Fabi
— c'entri con il brano originale come ì cavoli a merenda.
Icona
A David Bowie
è dedicato
l'incontro
di stasera alla
Milanesiana
«È semplice, io scrivo perlopiù di cose che conosco, che
sento», spiega MogoL «Questa
canzone era...ricordo male?
Una serie di istruzioni a un
aslronaula? Non credo che
MEDIA
avrebbe avuto il successo che Man. La strappò. Le allre me le
ha avuto se l'avessi tradotta per approvava con telegrammi".
filo e per segno. E invece BerE se nei siti web di appassionardo Bertolucci l'ha pure infi- nali del Duca Bianco circola 11
lata nella colonna sonora del dubbio che Bowie non sapesse
suolo e le».
che la traduzione ilaliana di
D'altronde gli anni Sessanta Space Oddily parlava dì l un'ale Settanta sono costellati di tro rispetto all'originale. Mocover italiane «infedeli» di gol sdrammatizza. «Mah.
brani cult. Spesso firmate pro- Qualcuno gllel'avrà spiegata,
prio da MogoL «Feci lo slesso no? Mica cantava alla cieca. Poi
con i Procol Harum, A Whiter comunque si è vendicalo, diShadc of Pale che nel 1967 tra- ciamo. Nel 1974 ha scritto una
sformai in Senza Luce per i cover della minio vorrei... non
Dik Uik. Ne ho tradotte tante di correi... ma se vuoi che parlaBob Dylan, e una volta, credo va di cocaina e prostitute. Una
nel '66, mi invilo a Londra per canzone così delicata. Slamo
conoscermi. Stavo lavorando a pari, no?».
una cover che non gli piaceva.
Irene Soave
Credo fosse iìallad of a ihin