COMUNE DI RUSSI Domenica, 08 febbraio 2015 COMUNE DI RUSSI Domenica, 08 febbraio 2015 Prime Pagine 08/02/2015 Prima Pagina 1 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) cultura e turismo 08/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 29 2 Il teatro? Cavalli, rap e... horror 08/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 10 4 Santa Maria in Porto, Parte la prima sfilata dei ragazzi 08/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17 5 Ravenna Festival, un viaggio seguendo Dante 07/02/2015 RavennaNotizie.it 7 "L' amor che move il sole e l' altre stelle": presentato oggi il Ravenna... politica locale 08/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 9 VECA ANTONIO Malpezzi: «Tenere le scuole aperte è stata la scelta... 08/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 18 14 15 Cervia, l' unione sta stretta pubblica amministrazione 08/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 1 16 È un «bene pubblico» per questo la sfida va colta 08/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 1 18 Il triangolo di fuoco tra Grecia, Spagna e Italia 08/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 11 20 La primavera dell' identità bit 08/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 22 22 «Il piano per la ricerca va condiviso» 08/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 22 24 Quell' ipoteca sul futuro dell' Italia sport 08/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 11 Ravenna riparte da Mignola, Rumenos e dal baby Coveri 08/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 11 Si è svolto il raduno della rappresentativa allievi. SILVESTRI MARIO 26 28 8 febbraio 2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 1 8 febbraio 2015 Pagina 29 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) cultura e turismo RAVENNA FESTIVAL. Il teatro? Cavalli, rap e... horror RAVENNA. Le proposte teatrali di Ravenna festival 2015 si concretizzano in forme sceniche molto diverse tra loro, andando dal contemporaneo del Teatro delle Albe al musical, fino all'"Opera equestre" di Giovanni Lindo Ferretti. È l' acqua lo sfondo, molto spesso tragico, de "Il Volo. La ballata dei picchettini" (il 25 giugno), una prima assoluta che Luigi Dadina delle Albe ha scritto insieme a Laura Gambi e Tahar Lamri, e che vede in scena, oltre agli stessi Dadina e Lamri, Francesco Giampaoli e Diego Pasini (basso e percussioni), e il rapper Lanfranco "Moder" Vicari. Un nuovo, potente lavoro di teatro in musica, dunque, in cui si alterna parola detta e parola rappata e si narrano storie di lavoro all' interno delle navi all' attracco nel porto di Ravenna. «La genesi dello spettacolo è semplice ­ spiega Da dina ­, come del resto la semplicità è uno dei fili narrativi de "Il volo". Ho l' abitudine di passeggiare lungo la darsena e ho notato che sotto una gru ormai dismessa c' è una vecchia targa in memoria di Domenico Mazzotti, morto sul lavoro nel marzo del 1947. A un certo punto questa lapide ha iniziato proprio a parlarmi, a dirmi che era giunto il momento di occuparsi di lavoro, di fabbriche, di incidenti, che ero io la persona giusta per farlo. La struttura dello spettacolo è quella di una conferenza, siamo tutti, attori e musicisti, dietro a un tavolo, ognuno coi propri strumenti, e l' impostazione non sarà di taglio militante nei confronti degli infortuni sul lavoro, non c' è alcuna impronta da comizio ma piuttosto un evidenziare come noi umani non sappiamo ascoltare e vedere i segni che la vita, e soprattutto i morti, ci lasciano. Dal marzo del '47 si passa quindi al marzo del 1987, data della tragedia della Mecnavi in cui ci furono tredici morti, come tredici furono quelli di un' altra tragedia, nel 1990, l' elicottero dell' Eni. I segni rimbalzano». E in un festival il cui tema quest' anno è Dante, "Il volo" come si inserisce? «Il collegamento ­ dice Dadina ­ immediato, come mi ha fatto notare il direttore artistico del festival, Franco Masotti, è con l' Inferno. Se non è un inferno quello delle tragedie sul lavoro...». Toni e temi decisamente più aulici, invece, sono quelli de "L' opera equestre" (19 e 20 giugno), che Giovanni Lindo Ferretti propone a Palazzo San Giacomo di Russi con la sua "Libera compagnia di uomini, cavalli e montagne", intitolata "Saga. Il Canto dei Canti". Si tratta, nelle parole di Ferretti, di una «partitura per voce, cavalli, incudine con mantice e bordone» che vede "in scena", oltre allo stesso Ferretti, un musicista, un maniscalco e ­ soprattutto ­ venti cavalli e alcuni cavalieri. E di poche presentazioni ha bisogno uno dei capolavori della storia del musical, "Rocky Horror Show" Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 2 8 febbraio 2015 Pagina 29 <­­ Segue Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) cultura e turismo (dal 22 al 24 maggio al PalaCredito di Romagna di Forlì), di Richard O' Brien, che dal 1973 (anno del suo debutto) continua a essere tra i titoli più rappresentati nel mondo e con una inesauribile schiera di fan che si riperpetua di generazione in generazione, contagiata dal suo libertario spirito trasgressivo che il tempo non pare scalfire. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 3 8 febbraio 2015 Pagina 10 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) cultura e turismo CARNEVALE. Santa Maria in Porto, Parte la prima sfilata dei ragazzi PRIMA sfilata oggi alle 14,30 del Carnevale dei Ragazzi Città di Ravenna giunto alla 37° edizione. I carri partiranno da via di Roma davanti alla chiesa di Santa Maria in Porto, per proseguire in viale Santi Baldini, via Alberoni e ritornare in via di Roma effettuando due giri del circuito. Sempre oggi, dalle 14.30 nella sala Le Dune di via Petrosa 205 a Campiano, si svolgerà il Carnevale dei Bambini', festa con animazione, sfilata in maschera e lotteria. Ingresso gratuito e omaggio a tutti i partecipanti. Dalle 14.30 Feste di carnevale anche a Savio e a Russi, con sfilata in piazza Farini. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 4 8 febbraio 2015 Pagina 17 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) cultura e turismo Ravenna Festival, un viaggio seguendo Dante DANTE FILO conduttore ma anche punto di partenza per esplorare territori lontani, come l' Opera equestre di Giovanni Lindo Ferretti, che porterà a Palazzo San Giacomo di Russi la sua Libera compagnia di uomini, cavalli e montagne. È stata presentata ieri all' Alighieri l' edizione 2015 di Ravenna Festival che, in programma dal 22 maggio al 27 luglio, ha come titolo il verso finale della Commedia, L' amor che move il sole e le altre stelle'. Ad illustrarlo la presidente Cristina Mazzavillani Muti, e i direttori artistici Franco Masotti e Angelo Nicastro. Non sono mancate sul palco le incursioni di ospiti, da Nicola Piovani allo stesso Ferretti. E poi il compositore Adriano Guarnieri, il direttore artistico del Festival di Spoleto, Giorgio Ferrari, l' attore Ivano Marescotti che ha incantato il teatro con una lettura del V canto dell' Inferno in romagnolo. Fino al gran finale con Riccardo Muti. Ma l' edizione 2015 del Festival è anche l' inizio di un viaggio dantesco che durerà sette anni, fino al 2021, VII centenario della morte del Poeta avvenuta a Ravenna. Si inseriscono in questo contesto allora le opere in prima assoluta di Guarnieri e Piovani entrambe dedicate a Dante, e prime di una lunga serie di nuove creazioni e progetti artistici innovativi che declineranno la Commedia nella contemporaneità. «Quando sento parlare di calamità ha detto Piovani, in riferimento all' ondata di maltempo che ha investito nelle ultime ore anche il ravennate ho difficoltà a parlare della musica, di qualcosa che sembra così fatuo. Però è sbagliato, perché vivere senza arte è come vivere a metà. Penso allora sia giusto recuperare le forze e andare avanti». Il Festival ospiterà anche grandi orchestre e direttori internazionali: Zubin Metha e l' orchestra del Maggio musicale fiorentino, Semyon Bickhov e la Munchner Philharmoniker, Riccardo Muti e l' Orchestra giovanile Cherubini. In chiusura della kermesse (il 4 e il 6 luglio) sarà infatti proprio il maestro Muti a dirigere il Falstaff' di Verdi nel suo unico impegno operistico in Italia del 2015. E poi ci sono il musical e la danza: Rocky Horror Show', il capolavoro di Richard O' Brien del 1973, The Car Man' di Matthew Bourne che ieri ha affidato ad una lettera i suoi saluti alla città che considera ormai come una seconda patria. E ancora Michael Clark che presenterà in prima italiana la sua ultima creazione Animal / Vegetable /Mineral', su musiche di band come Sex Pistols e Scritti Politti. Da New York arriverà invece il Dance Theatre of Harlem, storica compagnia americana fondata nel 1969, l' anno dopo l' uccisione di Martin Luther King. Cristina Muti ieri ha voluto ricordare i 25 anni della nascita dell' Associazione amici del Festival, con un particolare Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 5 8 febbraio 2015 Pagina 17 <­­ Segue Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) cultura e turismo riferimento a chi non c' è più. Annamaria Corrado. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 6 7 febbraio 2015 RavennaNotizie.it cultura e turismo "L' amor che move il sole e l' altre stelle": presentato oggi il Ravenna Festival "dantesco" C ommunity. L' edizione 2015 di Ravenna Festival è stata presentata questa mattina al Teatro Alighieri di Ravenna. La prossima edizione sarà dedicata a Dante Alighieri, nei 750 anni dalla nascita. Questa ricorrenza, già di per sé estremamente significativa, segnerà di fatto l' incipit di un percorso, della durata di sette anni, con una scansione biennale, che si concluderà nel 2021, VII Centenario della morte del poeta avvenuta a Ravenna, che ne custodisce gelosamente le spoglie mortali e ne coltiva amorevolmente l' immortale memoria. Tappe di questo percorso saranno altrettanti lavori e progetti commissionati dal festival ad artisti che operano nei diversi linguaggi della creazione contemporanea, assecondando la natura multidisciplinare della manifestazione. Obiettivo principale è quello di mettere in evidenza l' attualità vivificante dei capolavori danteschi, in primis la Commedia, inesauribile 'opera mondo' in cui è forse depositato anche il segreto della nostra modernità. Se spesso infatti ci si limita a consegnare Dante alle pagine degli specialisti e degli studiosi che a volte ne possono neutralizzare la valenza e la potente volontà rigeneratrice, l' approccio che vogliamo adottare vede piuttosto Dante come poeta del futuro e che nello stesso tempo diventa davvero "uno di noi", che molto si avvicina al Dante "everyman" ipotizzato da Ezra Pound. È in questa prospettiva dunque che intendiamo proporre fin dal primo anno del nostro 'viaggio' dantesco nuove creazioni e progetti artistici innovativi che proiettino e declinino la Commedia nella contemporaneità, come nel caso della Video­Opera L' amor che move il sole e l' altre stelle, commissionata dal Ravenna Festival al compositore Adriano Guarnieri che si cimenta con il Paradiso, o della Vita Nuova, una creazione musicale che Nicola Piovani sta scrivendo sempre espressamente per il nostro festival. Ed è proprio su questi due importanti episodi che prende l' avvio una collaborazione 'virtuosa' che vede due tra i più importanti festival italiani ­ Ravenna Festival ed il Festival dei Due Mondi di Spoleto ­ mettere in cantiere importanti coproduzioni e collaborazioni, come la residenza condivisa tra la città romagnola e quella umbra dell' Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Alla presentazione di questa mattina ha fatto gli onori di casa Cristina Muti Mazzavillani, insieme al Sindaco Fabrizio Matteucci e al Prefetto Francesco Russo. Nel parterre anche Riccardo Muti e Nicola Piovani. Dante nostro contemporaneo Si diceva della Video­Opera L' amor che move il sole e l' altre stelle che, attingendo alla terza cantica della Commedia, riconfigura quasi un nuovo poema della luce (e del suono Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 7 7 febbraio 2015 <­­ Segue RavennaNotizie.it cultura e turismo vorticosamente proiettato a 360° gradi nello spazio d' ascolto) potentemente immaginifico grazie all' uso strutturale del live electronics di Tempo Reale e dell' immagine digitale affiancata alle tecniche più sofisticate del light designing di Vincent Longuemare. Tecniche ed équipe collaudate nei precedenti due 'episodi' di quella che si configura come un' ideale trilogia ­ ovvero Pietra di Diaspro e Tenebræ ­ con la visionaria regia di Cristina Mazzavillani Muti, assecondata dall' estro inventivo dello scenografo Ezio Antonelli e dai video di Davide Broccoli. L' opera, diretta da Pietro Borgonovo alla testa del Mdi Ensemble (giovane formazione che nasce da una costola della "Cherubini"), nasce anche con la preziosa collaborazione con il Teatro della Pergola di Firenze e verrà introdotta dalla lettura di versi danteschi da parte di un grande attore come Gabriele Lavia. Sempre nella dimensione del mixed media si muove la composizione Divina.com di Daniele Lombardi, per orchestra e live electronics , giocato sulla vocalità estrema di David Moss e che ripercorre sonoramente l' itinerario tracciato dalle lapidi dantesche disseminate a Firenze. Un modo assolutamente originale per ripercorrere alcune delle tappe fondamentali della vita del poeta nella città da lui tanto amata­odiata, seguendone le tracce visibili di luoghi e personaggi che appaiono nella concretezza di quelle lapidi incise e che creano un anacronistico legame, un qui e ora di un mondo che da tanti secoli non c' è più. Divina.com verrà eseguita dall' Orchestra Cherubini diretta da Tonino Battista. Multimediale, ma soprattutto vertiginosamente global (in sintonia con il concetto di opera mondo a cui si accennava), è le voyage intrapreso dall' artista francese Ghislaine Avan, di cui il festival proporrà in prima assoluta l' esito di un appassionato percorso pluriennale alla ricerca di Dante ­ presenza ubiqua e spesso insospettabile ­ nei luoghi più vari e talvolta più sperduti e improbabili della Terra, con il suo Le visage de la Comédie , spettacolo­performance mixed media ma anche film vero e proprio, che raccoglie centinaia di testimonianze (la Commedia letta dall' umanità), raccolte in tutti gli angoli del globo, capaci di dare un volto, anzi una miriade di volti all' universalità della poesia dantesca. Le musiche "acusmatiche" sono di Alexandre Yterce. Con Vita Nuova il premio Oscar Nicola Piovani aderisce anch' egli perfettamente al tema del festival ispirandosi alle molteplici declinazioni che l' Amore assume in Dante, partendo inevitabilmente dall' amore per Beatrice (soggetto della Vita Nuova ). Daranno voce al lavoro ­ coprodotto con il Festival di Spoleto e con il Festival "Armonie d' Arte" del Parco Scolacium (Borgia ­ CZ) ­ l' attore Elio Germano (reduce dalla mirabile prova data ne Il giovane favoloso , sempre per rimanere nell' ambito dei grandi poeti) e la soprano Rosa Feola. La musica al tempo di Dante "La musica al tempo di Dante" costituirà un' intera sezione del programma di Ravenna Festival con un intenso percorso musicale che vedrà protagonisti ensemble specializzati nel repertorio medievale accanto ai quali, dato l' indissolubile legame fra musica e testo poetico nel XIII e XIV secolo, figureranno celebri attori e declamatori di versi. Oltre all' ampia ricognizione nell' ambito della musica composta ed eseguita dai contemporanei di Dante, troverà spazio il tema della musica all' interno degli stessi capolavori danteschi. Boccaccio dice di Dante che "sommamente si dilettò in suoni e in canti nella sua giovinezza e a ciascuno che a que' tempi era ottimo cantore o sonatore fu amico e ebbe sua usanza", ma è dai riferimenti stessi contenuti nella Divina Commedia che si evince quanto intenso dovesse essere il rapporto vissuto da Dante con la musica e i musicisti del suo tempo. Il celebre incontro con Casella nel secondo canto del Purgatorio, dove sarà il poeta a chiedere all' amico musico di intonare un canto, "Amor che ne la mente mi ragiona", su versi dello stesso Dante, ci fa intendere quanto egli tenesse in considerazione la musica, tanto che anche in quella dimensione ultraterrena, manteneva intatto il suo potere di attrarre e consolare le anime. Un singolare progetto di ricerca è alla base del programma "La Musica della Commedia" che l' Ensemble San Felice, diretto da Federico Bardazzi, presenterà nella dantesca Basilica di San Francesco. Un' attenta analisi di tutte le parti del testo della Commedia che presentano, o sottintendono, un qualche riferimento alla musica, in collegamento coi codici fiorentini o redatti nelle città dove Dante soggiornò ­ di epoca precedente la morte del poeta ­ ha guidato Federico Bardazzi, affiancato da Suor Julia Bolton Holloway, docente di Studi Medievali presso le Università di Berkeley e Boulde, ad individuare un repertorio che spazia dal gregoriano di area fiorentina all' Ars Nova veneta, dalla Lauda alle Cantigas di Santa Maria di Alfonso X (legato a Brunetto Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 8 7 febbraio 2015 <­­ Segue RavennaNotizie.it cultura e turismo Latini da relazioni politiche). L' excursus musicale, dall' Inferno al Paradiso, viene accompagnato dalla lettura di testi e citazioni dantesche. All' interno della produzione delle Rime, che Dante continuerà a comporre durante tutta la vita, le cosiddette Rime Petrose , databili tra il 1296 e il 1304, utilizzano uno stile volutamente crudo e poco armonioso che prelude a quello della prima Cantica della Commedia. Questi versi e queste musiche del disincanto e della malinconia ­ che adottano nuovi codici espressivi e necessitano di tecnica ed esecutori capaci di arditi virtuosismi ­ costituiranno il focus di "Più dura che petra", che Ravenna Festival ha commissionato all' ensemble di musica medievale LaReverdie con David Riondino voce recitante. "Ravenna canta il suo Dante" invece vedrà protagoniste, sul palcoscenico del suo storico teatro che, non a caso, la città ha voluto intitolare proprio al poeta esiliato, due voci ravennati che alla lettura dei versi danteschi, in italiano e non solo, hanno dedicato tanta attenzione e passione, Ivano Marescotti e Franco Costantini. Alla loro recitazione si alterneranno le musiche e le danze interpretate da La Rossignol, ensemble specializzato nella musica e nelle danze medievali e rinascimentali. Il percorso su "La musica al tempo di Dante" prevede un intero programma dedicato a colui che è ritenuto universalmente il più alto esponente dell' Ars Nova e massimo compositore italiano del Trecento, Francesco Landini ­ noto al suo tempo anche come "Francesco Cieco" per aver perso l' uso degli occhi in tenera età a causa del vaiolo, o come "Francesco delli organi" in quanto anche organaro ed inventore di strumenti musicali. "Luce nell' ombra" sarà il titolo del concerto che l' ensemble specializzato in musica medievale La Morra terrà nella Sala del Refettorio del Museo Nazionale dove sono esposti gli affreschi di Santa Chiara, prezioso ciclo pittorico che ornava la chiesa delle Clarisse di Ravenna all' epoca di Dante. Particolare rilievo assumeranno quest' anno le tradizionali liturgie domenicali tutte inserite nella sezione "La musica al tempo di Dante". LaReverdie sarà protagonista del primo appuntamento In Templo Domini dal titolo "Liturgia in canto volgare" prevista domenica 7 giugno nella Basilica di San Francesco, interamente dedicata alla Lauda medievale, la tipica forma di componimento in volgare del XIII secolo sorta in seno alle confraternite religiose e laiche in particolare, che ebbe larga diffusione nelle forme paraliturgiche e nei pellegrinaggi di tutta Europa. La domenica successiva, sempre nella Basilica di San Francesco, L' Ensemble San Felice diretto da Federico Bardazzi animerà una liturgia intitolata "La Messa di Dante", che ricostruisce i brani dell' intera liturgia a partire da citazioni dei medesimi brani liturgici contenute nel Paradiso e nel Purgatorio . Altre due liturgie chiuderanno il ciclo dedicato alla musica al tempo di Dante; la "Messa a Ravenna al tempo di Dante" proporrà l' Ufficio di San Severo conservato presso la Biblioteca Classense e risalente al secolo XI. La liturgia, che celebra uno dei primi Vescovi e Santi di Ravenna, e si presume fosse ancora praticata al tempo di Dante, sarà proposta nella Basilica di Sant' Agata Maggiore domenica 21 giugno dal coro Ludus Vocalis diretto da Stefano Sintoni. Infine I Cantori di San Marco, diretti da Marco Gemmani, proporranno a San Vitale alcune pagine di altissima spiritualità di Hildegard von Bingen e alcuni brani tratti dal Codex Las Huelgas ­ XIII e XIV secolo ­ che potranno immergerci nel clima che animava l' Europa al tempo di Dante. "Il cuore sacro dell' Europa" vuole farci assaporare quelle radici diffuse di umano sentire, di coscienza e di pensiero, dalle quali è potuto scaturire il miracolo della Commedia di Dante. Incroceranno a vario titolo il tema dantesco del festival altri appuntamenti espressamente pensati per la manifestazione ravennate, in grado di offrire pagine uniche di rara bellezza che difficilmente si ha il privilegio di ascoltare. Dedicheremo a Giovanni Battista Lulli, illustre concittadino di Dante vissuto anch' egli lontano dalla sua Firenze, sia pur in epoca assai successiva, un concerto che proporrà due sue composizioni, il Dies Irae e il Te Deum , in prima esecuzione nella loro versione integrale con incluse alcune pagine inedite. Conosciuto prevalentemente col nome naturalizzato francese di Jean­Baptiste Lully per aver trascorso gran parte della sua vita in Francia ­ dove giunse ragazzo e dove svolse la sua attività di musicista prevalentemente alla corte del Re Sole ­ è anche noto per il tragico quanto bizzarro incidente che gli provocò la morte per cancrena dopo essersi percosso violentemente un piede col pesante bastone col quale batteva il tempo in una prova proprio del suo Te Deum . "Lully, un fiorentino a Versailles" sarà diretto da Elena Sartori alla guida dei suoi Melodi Cantores a Sant' Apollinare Nuovo. Il viaggio di un essere vivente agli inferi, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 9 7 febbraio 2015 <­­ Segue RavennaNotizie.it cultura e turismo viaggio da cui parte il percorso ascetico di Dante, ha visto protagonisti nella mitologia classica ­ cui Dante è strettamente legato tanto da aver scelto Virgilio come guida ­ figure come Orfeo e Ulisse alle quali la musica del Sei/Settecento ha dedicato pagine memorabili. Il musicologo Guido Barbieri sarà la guida dell' itinerario musicale "Viaggiatori degli inferi" che porterà il giovane direttore ravennate Nicola Valentini ­ con l' orchestra Dolce Concento Ensemble ed alcune voci emergenti del panorama nazionale, fra le quali segnaliamo quella del giovane controtenore Raffaele Pe ­ ad esplorare alcune delle pagine più belle di Monteverdi e del repertorio barocco. I Cantori di San Marco diretti da Marco Gemmani, presenteranno nella Basilica di San Vitale "Il Cantico dei Cantici" di Alessandro Grandi, una delle figure più rappresentative del primo Seicento veneziano, fra l' altro assistente di Monteverdi nella Basilica di San Marco. Il ben noto testo della Sacra Scrittura che inneggia all' Amor che move il sole e l' altre stelle, attraverso l' allegorica esaltazione dell' amore sensuale fra l' uomo e la donna, è stato quasi per intero musicato da Grandi in pagine di straordinaria bellezza e difficile esecuzione a 5, 6 e 7 voci, che verranno in gran parte presentate per la prima volta in tempi moderni. Un suggestivo raffronto fra tre diversissime espressioni della devozione mariana che prende il titolo dalla ben nota ed emblematica espressione coniata da Dante per definire il rapporto fra Maria e Gesù, Figlio e Creatore allo stesso tempo, "Figlia del tuo Figlio", si compirà nella Basilica di San Vitale dove Vittorio Ghielmi e il suo ensemble Il Suonar Parlante, assieme al gruppo di cantori sardi Concordu de Orosei, eseguiranno tre diversi Stabat Mater , uno popolare di tradizione sarda, appunto, quello di Josquin des Prez che risale al 1519 ed infine lo Stabat Mater di Arvo Pärt composto nel 1985. Concerti, direttori e solisti (sinfonica e oltre) Non poteva mancare lo spazio dedicato alla musica sinfonica che vedrà innanzitutto il ritorno di Zubin Mehta assieme all' Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, con un avvincente programma classico­romantico con musiche di Beethoven, Wagner e Cajkovskij, seguita dall' orchestra dei Münchner Philharmoniker, diretta da Semyon Bichkov, in un programma che, oltre alla Terza Sinfonia di Brahms, vedrà l' esecuzione di due capolavori del primo Novecento francese come il Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra (con uno straordinario solista come Jean­Yves Thibaudet) di Ravel e La mer di Claude Debussy. Un' ulteriore possibilità di immergerci nel mondo dantesco ci viene invece offerta dalla Budapest MAV Symphony Orchestra che assieme all' Angelica Girls' Choir, anch' esso proveniente dalla capitale ungherese, eseguirà, diretta da Vittorio Bresciani, la grandiosa Dante­ Symphonie di Franz Liszt (una coproduzione con il Budapesti Tavaszi Fesztivál ­ Festival di Primavera di Budapest), introdotta dalle letture dantesche per la voce di Chiara Muti e accompagnata dalle potenti immagini di Gustave Dorè. Riccardo Muti, sempre sul podio della prediletta Orchestra Cherubini, sarà protagonista dell' ormai tradizionale concerto sulle "Vie dell' Amicizia", la cui meta non ci è qui ancora dato rivelare. Se l' era postmoderna ci ha reso famigliare la pratica del de­comporre e del ri­comporre, con grande libertà attraversando sincronicamente sia il tempo che lo spazio, l' operazione compiuta dal compositore britannico Max Richter (già tra i fondatori del leggendario Piano Circus ed autore di importanti colonne sonore come quella del film di Ari Folman Valzer con Bashir ), che ha riscritto uno dei brani più popolari della musica di tutti i tempi come Le quattro stagioni di Vivaldi rendendolo un brano assolutamente contemporaneo, non ci troverà del tutto impreparati. Tant' è che il reload del capolavoro vivaldiano, che si avvale di un solista di grande classe e virtuosismo come il violinista inglese Daniel Hope, operazione raffinata e certo non commercialmente corriva, è stato accolto da un grandissimo successo. Quella che ne offrirà Ravenna Festival sarà la prima esecuzione italiana. Nell' ambito della popular music e della musica d' uso citiamo il concerto che vedrà l' Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Pietro Mianiti, con il celebre pianista jazz Danilo Rea come solista, ripercorrere "60 anni di sigle RAI" e dunque oltre mezzo secolo di storia italiana e del nostro immaginario collettivo, scanditi da brani musicali che vanno dal tema dell' Inizio delle trasmissioni, il Finale del Guglielmo Tell di Rossini, alla sigla di Quark, la Suite n. 3 di Bach passando per Ufo Robot, Canzonissima, Sandokan, Studio uno, Spazio 1999 e molte altre fino ad arrivare al tema della Fine delle trasmissioni (l"Aria di Saturno" composta da Roberto Lupi) che, con il monoscopio Rai, augurava la buonanotte agli italiani. Roberto Vecchioni è uno dei protagonisti indiscussi della canzone d' autore Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 10 7 febbraio 2015 <­­ Segue RavennaNotizie.it cultura e turismo italiana ed il Ravenna Festival gli rende omaggio (dopo aver ospitato negli anni Franco Battiato, Francesco De Gregori, Gino Paoli, Renato Zero, Peppe Servillo e Vinicio Capossela), con un concerto assieme all' Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. La tradizione del Nuovo: Boulez e Bartók Con questa dicitura (che rimanda al titolo di un influente libro del critico d' arte statunitense Harold Rosenberg) si dà l' avvio a uno spazio del festival che intende proporre figure 'eroiche' (come Bartók e Boulez, appunto) di quella grande avventura che è stata ed è ancora quella che viene denominata "musica moderna" (o "New Music"). L' intento è anche quello di avvicinare un pubblico giovane a personaggi particolarmente visionari che hanno rivoluzionato non solo la musica, ma la stessa cultura per come oggi la concepiamo, il nostro immaginario sonoro, influenzando (per molti insospettabilmente) anche l' evoluzione della musica rock ed elettronica dei nostri giorni. Il primo episodio è rappresentato dall' integrale dell' opera per uno e due pianoforti di Pierre Boulez, proposta da colui che ne è oggi il massimo interprete, ovvero Pierre­Laurent Aimard assieme a Tamara Stefanovich, celebrando nel contempo i 90 anni del più importante compositore francese vivente. Ad uno dei grandi del Novecento, Béla Bartók, è dedicato ­ nei 70 anni dalla nascita ­ un articolato progetto che comprenderà l' integrale dei quartetti per archi ­ vera summa compositiva del compositore ungherese ­ proposti in forma quasi di 'maratona' da due giovani ma assai valenti quartetti della sua stessa terra, l' Accord e il Kelemen (quest' ultimo si è infatti aggiudicato l' ultimo Premio Paolo Borciani) ed altri capolavori come il Divertimento per archi e le Danze popolari rumene proposti dalla Budapest Strings Orchestra. Un programma più classicamente rassicurante sarà invece quello offerto dal Pacific Quartet Vienna, formazione anch' essa giovane e talentuosa che scaturisce dalla prestigiosa ECMA (European Chamber Music Academy). La danza e il musical Il Ravenna Festival ha sempre rivolto attenzione al mondo del musical , forma popolare di teatro musicale i cui esiti sono spesso confrontabili per qualità artistica con l' opera lirica, e così, dopo West Side Story , Cats , Evita , Mamma Mia, presenta il capolavoro di Richard O' Brien Rocky Horror Show , che dal 1973 (anno del suo debutto) continua ad essere tra i musical più rappresentati nel mondo e con una inesauribile schiera di fan che si riperpetua di generazione in generazione, contagiata dal suo libertario spirito trasgressivo che il tempo non pare scalfire. Dal West End londinese prende le mosse anche quello che è considerato il più importante ed innovativo coreografo inglese, ovvero Matthew Bourne, con il quale il nostro festival ha instaurato un felice rapporto di collaborazione, a partire da Swan Lake. Bourne propone in prima italiana il suo The Car Man , liberamente ispirato sia al capolavoro di Bizet che ­ assecondando la dimensione cinefila del coreografo­regista ­ a Il postino suona sempre due volte , film cult, in entrambe le sue versioni (1946 e 1981), del romanzo noir di James M. Cain. Allargando lo sguardo alla ricca scena coreutica inglese, il festival ospita per la prima volta la compagnia di danza dell' iconoclasta coreografo scozzese Michael Clark che presenterà in prima italiana la sua ultima creazione Animal / Vegetable / Mineral su musiche british rock di band come Sex Pistols e Scritti Politti. Da New York proviene invece il Dance Theatre of Harlem, oramai storica compagnia Americana fondata nel 1969 ­ l' anno dopo l' uccisione di Martin Luther King ­ dal primo ballerino afro­americano del New York City Ballet Arthur Mitchell, assieme a Karel Shook, che ne fecero così la prima compagnia di colore di balletto classico al mondo. Nel programma ravennate lavori di Ulysses Dove, Donald Byrd e Robert Garland su musiche di Arvo Pärt, Amon Tobin, Aretha Franklin e James Brown. Aterballetto, compagnia che sta vivendo un momento particolarmente felice grazie anche a un formidabile gruppo di giovanissimi danzatori di valore europeo, avrà un duplice spazio nel festival in cui proporrà creazioni di coreografi emergenti come il greco Andonis Foniadakis e degli italiani Michele Di Stefano (fondatore di MK e Leone d' Argento per la danza in occasione del IX Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia) e Giuseppe Spota. A Di Stefano è dedicato l' appuntamento del Progetto RIC.CI (Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni '80/'90, a cura di Marinella Guatterini) che vede la 'ricostruzione' di e­link seminale lavoro del 1999. Quello di De Soprano' s poi ­ una coproduzione ICK Amsterdam (International Choreographic Arts Centre) e Opera Zuid, innovativa istituzione nell' ambito dell' opera lirica che ha sede a Maastricht ­ costituisce un ritorno di Emio Greco al festival, dopo la sua esibizione nel 2003, con un nuovissimo Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 11 7 febbraio 2015 <­­ Segue RavennaNotizie.it cultura e turismo lavoro che vede come protagonista la musica di Giuseppe Verdi, eseguita dal vivo da un ensemble strumentale di giovani esecutori (diretto da Rolf Verbeek, che è anche l' arrangiatore dei brani verdiani) oltre a tre altrettanto giovani soprani (da cui il titolo Sopranos che rimanda ironicamente anche ad una popolare sitcom americana). De Soprano' s è la terza delle cinque parti di un progetto monografico concepito dalla coppia di coreografi Emio Greco e Pieter C. Scholten sul tema 'Il corpo in rivolta', presentato in prima italiana. Si tratta di una ricerca sul modo in cui il corpo reagisce al rapido sviluppo della nostra società, nella quale il corpo perde sempre più la sua centralità a causa della crescente importanza dei numeri e dell' informatica. Questa terza parte affronta il tema della rivolta da una prospettiva femminile. Che posto occupano le donne e il corpo femminile in un mondo maschilista nonostante l' avanzata emancipazione? Ne I Soprano le donne si scontrano con gli ideali a loro imposti nelle opere verdiane del XIX secolo. Allo stesso tempo si ribellano all' immagine contemporanea che impone loro elevate aspettative: una brillante carriera, un' armoniosa vita familiare, una florida vita sociale e un corpo attraente. Altre musiche in luoghi altri Il ricco programma del festival comprende anche una miscellanea di altri appuntamenti di varia natura ed in vari ambienti naturali e non, ma tutti di grande suggestione. Ricerca tecnologica, dialogo serrato tra i linguaggi dell' arte, attenzione al rapporto con l' ambiente architettonico ed il territorio stanno alla base dell' approccio di un inventore­performer (la parola 'musicista' è infatti riduttiva) come Pietro Pirelli ­ compositore di musica elettronica che fa parte del Centro di musica informatica AGON di Milano ­ che per lo spazio assolutamente unico di Trepponti a Comacchio ha concepito una complessa installazione 'site specific' sonoro­luminosa interattiva, basata sui due elementi di luce ed acqua (nell' Anno Internazionale della Luce). Nel titolo "Arpa di luce. Mirabil uso " si rievocano i versi dedicati a Comacchio di un altro grande poeta italiano come Torquato Tasso. Ambientazione molto particolare, anche per l' opera musicale Il Canto nell' Antro : Concerto per Anguane, grotte e specchi d' acqua, ideata dalle musiciste Simona Gatto e Marta Celli, che compongono il Duo Alarc' h e che concluderà il trekking nel Parco della Vena del Gesso Romagnola. Leggende della tradizione alpina narrano che le Anguane, eteree creature dai lunghi capelli, abitassero in grotte presso torrenti e fiumi; e che in quei luoghi, grazie al loro melodioso canto, attirassero gli uomini, come omeriche sirene, per ridurli in schiavitù. Donne bellissime e selvatiche, un po' ninfe e un po' bisce d' acqua, amavano la danza e il canto notturno, erano dotate di facoltà profetiche ma, all' apparire dei cacciatori, fuggivano via trasformandosi in cigno. E sono le Alarc' h , duo il cui nome è proprio "cigno" in lingua bretone, a proporre questo viaggio musicale attraverso gli archetipi del femminile, dove l' acqua, madre e matrigna, si unisce alla grotta in un "regressus ad uterum", simbolica discesa agli inferi, per giungere infine ad una nuova nascita. Lo spettacolo, creazione originale per il Ravenna Festival, vedrà le musiciste accompagnate da Fabio Mina ai flauti e dall' Ensemble d' archi della Scuola di musica "Giuseppe Sarti" di Faenza in uno scenario naturale d' eccezione: la cava della Marana. Nell' evocazione di una turrita Italia medioevale, che la tematica dantesca inevitabilmente sollecita, non risulta affatto estranea L' opera equestre che Giovanni Lindo Ferretti propone, per l' ampia corte/aia antistante il settecentesco Palazzo San Giacomo a Russi, con la sua Libera Compagnia di Uomini, Cavalli e Montagne, intitolata Saga. Il Canto dei Canti . Si tratta, nelle parole di Ferretti, di una "Partitura per voce, cavalli, incudine con mantice e bordone" che vede 'in scena' oltre allo stesso Giovanni Lindo Ferretti (personaggio chiave e oltremodo carismatico della musica alternativa italiana a partire dai primi anni '80), un musicista ('Signore delle musiche') un maniscalco ('Signore dei cavalli') e ­ soprattutto ­ venti cavalli e alcuni cavalieri. " Saga ­ scrive Ferretti ­ è il racconto di un antico patto che antichi uomini ed antichi cavalli sancirono a reciproco sostegno; un patto che avendo esaurito ogni ragione materiale di sussistenza, e proprio in virtù di ciò, lascia intravedere una ricchezza spirituale e comportamentale che merita di essere indagata. Conservata, restaurata, offerta alla vita quotidiana di chi ne comincia a percepire mancanza". L' acqua ritorna come sfondo, questa volta meno favoloso ma molto spesso tragico, de Il Volo. La ballata dei picchettini , di Luigi Dadina, Laura Gambi e Tahar Lamri, una co­produzione Ravenna Festival­Teatro delle Albe. Il Volo è un nuovo, potente lavoro di teatro in musica dove si alterna parola detta e parola rappata e si narrano storie di lavoro all' interno delle navi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 12 7 febbraio 2015 <­­ Segue RavennaNotizie.it cultura e turismo all' attracco nel porto di Ravenna. Storie tragiche (come quella della Mecnavi nel 1987 in cui persero la vita 13 persone) i cui protagonisti appartengono ad una umanità variegata e multietnica a cui Il Volo intende dare una voce e un volto. E tante altre storie ancora, che rimandano all' oralità , a quando le storie venivano raccontate e cantate a viva voce, espressione di una socialità altra assai diversa da quella odierna dei social network. Storie di voci nomadi, tra Sardegna, Mongolia e Albania, terre scabre e antiche con tradizioni tuttora vive come lo sono quelle dei poeti estemporanei di Toscana e Lazio che ancora si sfidano all' ultimo verso in ottava rima. Dagli arcaici canti a tenores e difonici (o armonici) di origine pastorale con sullo sfondo paesaggi non troppo diversi da quelli evocati dallo stesso Dante al vertiginoso e così contemporaneo intrecciarsi di voci dello scandinavo Real Group, passando per altri canti intonati sulle montagne dai partigiani che lottavano per la libertà della propria terra (con Bella Ciao , lo spettacolo di Riccardo Tesi con Elena Ledda, Ginevra di Marco e Lucilla Galeazzi). Ma se la musica può essere miracolosa come viatico dell' umana esistenza e resistenza, un grande compositore del nostro tempo come Nicola Piovani ci insegna che può essere anche pericolosa , con il suo concerto­ spettacolo ­ ambientato nell' affascinante cornice open air , tra gli antichi pini dell' anfiteatro MICOPERI ­ in cui anch' egli racconterà una storia, quella della sua vita cantabile "dove la musica diventa un pretesto per parlare della vita, e dove la vita si lascia agganciare proprio in quei momenti in cui un' aria, una combinazione di suoni, il fragore di una banda o l' audacia di un' orchestra hanno saputo toccarci il cuore e dirci qualcosa di più su questa rocambolesca avventura di essere musicalmente al mondo". Sir John Falstaff e la Riccardo Muti Italian Opera Academy La XXVI edizione di Ravenna Festival si concluderà con un evento straordinario per diverse quanto singolari esclusive, che avrà come protagonista Riccardo Muti nel suo unico appuntamento italiano del 2015 con l' opera, il Falstaff di Giuseppe Verdi. Il grande capolavoro che chiude l' intera parabola creativa del maestro di Busseto, sarà proposto nel fortunato allestimento ideato da Cristina Mazzavillani Muti nell' ambito delle produzioni realizzate da Ravenna Festival per il bicentenario verdiano ­ ora inserito nelle manifestazioni di Expo 2015 ­ che ambienta l' opera nei luoghi verdiani: la casa natale di Roncole, il teatrino di Busseto e Villa Sant' Agata, con la sua facciata "giallo Parma" e il suo grande parco, luoghi che rivivono in scena attraverso la magia di proiezioni con le immagini catturate dagli scatti fotografici di Miriam Anconelli, Luca Concas e Martina Zanzani del VerdiWeb, progetto promosso da Ravenna Festival. Si dà così seguito, in qualche modo, all' indicazione dello stesso compositore che scrisse, a proposito di quest' opera, che sarebbe stato meglio rappresentarla fra le mura domestiche di Sant' Agata piuttosto che alla Scala. La produzione di Falstaff coinciderà con un altro evento unico di rilevanza internazionale, la nascita della Riccardo Muti Italian Opera Academy promossa dalla RM Music. Con questa iniziativa il maestro Muti realizzerà per la prima volta un corso per direttori d' orchestra, rispondendo non solo alle tante richieste ed agli auspici che da tempo e da tutto il mondo lo sollecitavano a dedicarsi all' insegnamento della direzione d' orchestra, ma portando a compimento un percorso di formazione dei giovani musicisti, iniziato nel 2004 con la costituzione dell' Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, che oggi arriva ad includere tutte le componenti alla base della realizzazione di un' opera, dall' orchestra ai cantanti, dai maestri collaboratori al direttore d' orchestra. Il frutto di questo primo corso di formazione sarà presentato dallo stesso Riccardo Muti nel concerto finale che i giovani direttori, selezionati da tutto il mondo per prendere parte al corso, saranno chiamati a dirigere guidando l' Orchestra Cherubini e i cantanti scelti dai laboratori di Ravenna Festival in un programma interamente incentrato su Falstaff , materia ed argomento della prima Accademia. Il programma dell' edizione 2015. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 13 8 febbraio 2015 Pagina 9 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) politica locale FAENZA IL SINDACO: «È MIO DOVERE GARANTIRE I SERVIZI ESSENZIALI. HO CONSULTATO TECNICI E PRESIDI» Malpezzi: «Tenere le scuole aperte è stata la scelta giusta» MALTEMPO nel faentino, lento ritorno alla normalità. A 24 ore dal venerdì nero per pioggia record e neve che hanno causato crolli di alberi e allagamenti, sono state riaperte quasi tutte le oltre trenta strade che erano state chiuse. Due le situazioni ancora difficili, dove le vie erano a ieri mattina ancora chiuse: via Ponte Valle e via Camatta a Pieve Cesato. Differente la situazione in collina con tante zone a lungo senz' acqua ed energia. Situazione che ieri non era migliorata in diverse zone, come quella di via Pideura. Ieri mattina i sindaci hanno incontrato il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Fra loro anche il primo cittadino faentino, presidente dell' Unione dei Comuni, Giovanni Malpezzi: «Abbiamo sollecitato il finanziamento ha detto Malpezzi per completare a cassa di espansione del Senio a Tebano, fondamentale per salvare i territori da Tebano a Cotignola; poi il collegamento della cassa di espansione di Riolo e rilascio in tempi brevi dell' autorizzazione del Genio Civile del disciplinare per la fine dei ponti di via Cà Farneto e via Pergola. Infine abbiamo chiesto anche il finanziamento per mettere in sicurezza una grossa frana lungo la strada comunale Vecchia Budrio a Casola Valsenio». IL SINDACO è stato criticato, specie su Facebook, per l' apertura delle scuole: «Mi sento di dire ha detto che sia stata la scelta migliore». E sul social network ha articolato la risposta: «La scuola è un servizio pubblico fondamentale e per quanto possibile un sindaco è tenuto a garantirlo. La decisione è stata presa dopo ampio confronto coi tecnici e in accordo con i dirigenti scolastici. La sospensione del trasporto scolastico nel forese è stata dettata dal fatto che il percorso di vari pulmini interseca strade chiuse. Esistono però percorsi alternativi che domani (oggi, ndr) potranno essere usati. L' apertura delle scuole permette a tutte le famiglie di valutare l' opportunità di andare. Faccio presente che oltre a Faenza, sono aperte le scuole a Imola, Castelbolognese, Solarolo, Russi, Brisighella e in 8 Comuni del Lughese (escluso il capoluogo). Sono in buona compagnia». ALCUNI dati sulla pioggia sono stati diffusi ieri dall' osservatorio Torricelli: in tre giorni sono caduti 180 millimetri d' acqua, quasi il quadruplo della pioggia che normalmente dovrebbe cadere in febbraio, più di quella che in media cade in tutto l' inverno. Dopo sette giorni questo febbraio è già il più piovoso degli ultimi 95 anni. Antonio Veca. VECA ANTONIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 14 8 febbraio 2015 Pagina 18 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) politica locale ISTITUZIONI. Cervia, l' unione sta stretta LA conferenza dei Capigruppo lavorerà a un ordine del giorno, condiviso tra tutte le forze politiche del consiglio comunale di Cervia, per chiedere alla Regione la rivisitazione della niormativa che ad oggi consente di realizzare unioni fra comuni solo all' interno della stessa provincia e, nel caso di Cervia, solo con Ravenna o Russi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 15 8 febbraio 2015 Pagina 1 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione È un «bene pubblico» per questo la sfida va colta Raccolgo volentieri la riflessione che propone l' arcivescovo Bruno Forte, provando a delineare alcune risposte da parte del governo sul tema della famiglia. Partiamo da alcuni principi di fondo, condivisi. Continua pagina 23 Graziano Delrio Continua da pagina 1 Esiste un valore sociale e politico, cioè per la polis, della famiglia. Per questo la Costituzione italiana ne ha riconosciuto i diritti, e ha indicato in questo campo compiti per famiglia, i coniugi, i genitori, e per la Repubblica. La famiglia ­ oggi declinata al plurale, le famiglie, per le tante forme assunte, fino a quella monopersonale delle persone sole, soprattutto anziane ­ concorre a essere parte costruttiva della nostra società. Sebbene attraversata da una crisi profonda, la famiglia è come una delle "molte piccole società" sulle quali, sostenne il presidente Einaudi, si basa una nazione. La famiglia produce cittadinanza, educazione, responsabilità, valori su cui la nazione si appoggia, che generano coesione, benessere e qualità della vita collettiva. Basti pensare alle tantissime reti di autoaiuto nelle città e nelle periferie italiane, di cui le famiglie sono protagoniste e alle quali molto, troppo, dobbiamo. Reti che costituiscono di fatto un welfare di prossimità che integra e completa il welfare pubblico, quando addirittura non vi supplisce. È dunque indiscutibile che la famiglia rappresenti un "bene pubblico". È essa stessa ­ ovvero le famiglie italiane, con le persone e le specificità che le compongono, e le famiglie che debbono ancora nascere ­ soggetto e oggetto della costruzione di risposte della Pubblica Amministrazione. La crisi economica di questi anni ha impoverito moltissimo le famiglie italiane, soprattutto nel Mezzogiorno e soprattutto i bambini: dal 2011 al 2013 sono raddoppiati i bambini in povertà, come ha detto la Commissione parlamentare per l' Infanzia e l' adolescenza, e i bambini si impoveriscono in misura maggiore rispetto agli adulti. Casa e lavoro sono due emergenze rispetto alle quali il governo ha messo in campo risposte a breve e lungo termine. Le prime soprattutto in considerazione del disagio abitativo con strumenti come il Fondo affitti, le risorse per il piano di riqualificazione dell' edilizia pubblica, per le giovani coppie, il fondo per l' acquisto della prima casa, il fondo di garanzia per i mutui prima casa. Il lavoro, soprattutto le opportunità di lavoro per i giovani, la crescita del paese, gli investimenti pubblici e privati, la ripresa economica, lo stato di salute delle nostre imprese, sono i temi della nostra applicazione quotidiana e costante, proprio per cercare di produrre quegli effetti concreti nella vita quotidiana dei cittadini italiani che ha evocato il Presidente Mattarella nel suo discorso di insediamento. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 16 8 febbraio 2015 Pagina 1 <­­ Segue Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione Solo così i cittadini potranno ritrovare la fiducia nelle istituzioni e nella politica. Siamo assolutamente convinti che il lavoro sia prima di tutto la dignità della persona e della sua famiglia. La riforma del lavoro, il Jobs Act, è stato il modo di affrontare e semplificare un mercato bloccato, senza diminuire i diritti dei lavoratori e aprendo più possibilità per i giovani, anche nell' apprendistato. Il calo demografico, la denatalità tra le più alte nei Paesi europei, legata alla crisi economica, con 8,5 bambini nati per mille abitanti nel 2013 secondo il Censis, mentre aumenta l' indice di vecchiaia, è un grave problema per il futuro e lo sviluppo del Paese, oltre che di sostenibilità dello Stato sociale, con bisogni sempre più ampi e sempre meno risorse. E quindi è necessario imboccare in modo deciso la strada del sostegno alla genitorialità. I mutamenti delle famiglie impongono particolare attenzione alla necessità di entrare in una logica di "armonizzazione" tra vita familiare e vita lavorativa anche nella sua precarietà. Il sostegno alla natalità si fa soprattutto con il potenziamento del sistema dei servizi, oltre che con il trasferimento monetario. Stiamo percorrendo entrambe le strade. Nel primo caso, i servizi, con due diverse poste per gli asili nido, l' ultima di 100 milioni nella legge di stabilità, l' altra di 400 milioni già stanziati per il Mezzogiorno, servizi che consentono ai bambini un' esperienza educativa prescolare e alle mamme di lavorare; per l' aiuto monetario da quest' anno è stato introdotto il bonus bebè da 80 euro per tre anni e da 160 per le famiglie più povere. Indubbiamente occorre rafforzare e ampliare queste politiche per arrivare alla costruzione di un sistema integrato per la promozione del benessere familiare. E occorre lavorare a una inversione di tendenza e sostenere un cambiamento culturale, che apra le porte alla possibilità di avere più figli, anziché uno solo come accade ora nella maggior parte delle giovani famiglie italiane. Se è vero che la famiglia è un valore sociale per tutta la comunità, anche i figli lo sono. Nella stabilità, oltre agli 80 euro mensili per i lavoratori con reddito medio basso, sono stati incrementati tutti i Fondi relativi alla famiglia, il fondo per i buoni famiglia mirato a chi ha più di tre figli, per le adozioni internazionali, contro la ludopatia, il fondo per le politiche sociali, il fondo per la non autosufficienza, il fondo per il diritto al lavoro dei disabili. Certo sono necessarie e non più rinviabili più articolate politiche di giustizia fiscale per le famiglie numerose. La scuola, l' educazione: sono prioritarie per il governo. Siamo partiti dalla sicurezza dei muri, e quindi delle persone, per passare alla riforma della scuola, rispetto alla quale presto, come ha detto il presidente, entreremo nel vivo. Ci interessa una scuola di qualità, la reputazione sociale degli insegnanti, il merito, ci interessa che la scuola sia un luogo di pari opportunità e di talento, che sia una comunità educante nel cuore delle città, con le città, spazio pubblico per eccellenza. Le politiche pubbliche debbono quindi aspirare a accompagnare la famiglia, riconoscendone il valore sociale e comunitario e non solo a riguardo la generazione dei figli. Più che settoriali, debbono essere politiche per il "corso di vita" che pongano le giovani famiglie e i giovani nelle condizioni di esercitare pienamente la loro libertà e di raggiungere il loro progetto di vita, per conquistare la "felicità privata" e la "felicità pubblica". Graziano Delrio è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio © RIPRODUZIONE RISERVATA Graziano Delrio. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 17 8 febbraio 2015 Pagina 1 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione EUROPA, DEROGHE E RIGORE. Il triangolo di fuoco tra Grecia, Spagna e Italia Non occorreva certo la spruzzata di ottimismo del Forex, il consueto appuntamento degli operatori finanziari svoltosi a Milano nei giorni scorsi, per accorgersi che il vento dell' economia europea sta cambiando. È infatti da diverse settimane che i segnali incoraggianti si susseguono uno dietro l' altro: crollo del prezzo del petrolio, svalutazione dell' euro, Quantitative easing. E, nel caso dell' Italia, a questi segnali che riguardano un po' tutti i paesi europei, occorre aggiungere almeno due altri elementi che, nel corso del 2015, potrebbero fornire ulteriore carburante all' economia: i 20 milioni di visitatori attesi per l' Expo di Milano, e la recentissima rivalutazione del franco svizzero, che darà un robusto impulso alle nostre esportazioni. Ecco perché, per una volta, le previsioni governative di crescita del Pil nel 2015 (+ 0.6%) potrebbero rivelarsi sbagliate per difetto, anziché per eccesso come quasi sempre avviene. Se tutto andrà per il verso giusto, l' economia italiana potrebbe anche tornare a crescere oltre l' 1%, finalmente. Ma andrà tutto per il verso giusto? Fondamentalmente, dipenderà da due fattori. Il primo è la capacità del governo di passare dalle promesse ai fatti: Jobs Act, riduzione dei tempi di pagamento della Pubblica amministrazione, spending review. Il rischio è che, anziché approfittare della congiuntura favorevole, i nostri governanti preferiscano galleggiare sulla "ripresina" che si annuncia in Europa. Sarebbe un errore, e ci ritroveremmo ben presto a pagarlo, sotto forma di minore crescita, deterioramento dei conti pubblici, e nuove tasse che ne conseguirebbero, uno scenario del resto esplicitamente contemplato nella Legge di stabilità con le cosiddette clausole di "salvaguardia" (aumenti di Iva e accise in caso di buchi di bilancio). Il secondo fattore che potrebbe vanificare i segnali incoraggianti che si stanno addensando in queste settimane è la crisi greca. Una crisi che, più passano i giorni, meno si sta rivelando esclusivamente greca. Il successo di Tsipras e il suo tentativo di scaricare sui partner europei il fardello del debito ellenico sta rimettendo in moto l' intera politica europea, ma lo sta facendo in modo tutt' altro che rassicurante. E questo per un semplice motivo: comunque vada il negoziato sul debito accumulato da Atene, la crisi greca è destinata a generare tensioni e instabilità. Proviamo a immaginare. Se le autorità europee non permettessero a Tsipras di allentare l' austerità, o si limitassero a concessioni marginali, la crisi greca potrebbe precipitare, con fughe di capitali (peraltro già in atto da un paio di mesi), crollo della borsa, impossibilità di rifornirsi di liquidità sui mercati Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 18 8 febbraio 2015 Pagina 1 <­­ Segue Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione finanziari, disordini sociali, fino a un' uscita più o meno disordinata dall' euro. Continua pagina 22 Luca Ricolfi Continua da pagina 1 Un' eventualità che sarebbe pagata duramente dai greci, ma che costerebbe cara anche agli altri paesi dell' eurozona, a partire da Germania, Francia e Italia, che con la Grecia vantano circa 150 miliardi di crediti. Dunque sarebbe meglio cedere alla Grecia? Non è detto. Se Tsipras dovesse strappare concessioni significative, diventerebbe evidente la violazione dei trattati (divieto di mutualizzare i debiti degli Stati) che finora le autorità europee sono riuscite a occultare, ma che è implicita nelle concessioni fin qui fatte alla Grecia. Basta un' occhiata ai conti nazionali della Grecia e alla storia dei prestiti finora ricevuti per rendersi conto che lo Stato ellenico è fallito da anni, che l' Europa si è già fatta carico di una parte dei suoi debiti (l' allungamento delle scadenze dei pagamenti equivale a un taglio del debito), e che quasi certamente i creditori della Grecia non avranno mai indietro tutti i soldi che le hanno prestato. Un cedimento della Germania e di Bruxelles alle richieste di Tsipras innescherebbe tensioni non solo nei virtuosi paesi del Nord e dell' Est, ma soprattutto nei Pigs: come potrebbero fare i governi portoghese, spagnolo e irlandese a spiegare alle rispettive opinioni pubbliche che il loro debito è diverso da quello greco? Come giustificare anni di austerità volta a raddrizzare conti pubblici e bilancia dei pagamenti se ad uno, e uno soltanto, dei paesi sottoposti alla supervisione dell' odiata troika si concede di tagliare drasticamente i propri debiti? La stessa Italia, che finora ha potuto evitare l' intromissione della Troika, faticherebbe a spiegare perché all' Italia si nega di sforare di qualche decimale nel rapporto deficit/Pil, mentre alla Grecia si concede l' ennesima dilazione nel pagamento dei suoi debiti; o come mai alla Grecia si concede di finanziarsi a tassi tedeschi (grazie alla benevolenza europea), mentre all' Italia si richiede di guadagnarsi sul campo la fiducia dei mercati finanziari. Il pericolo, a quanto pare, è già stato prontamente avvertito da Renzi, che dopo mesi passati a criticare la rigidità delle regole di Bruxelles, non ha esitato a prendere le distanze da Tsipras e a dare qualche suo sostegno alla linea rigorista delle autorità europee. Una mossa che, forse, ha già dato qualche frutto, se è vero che negli ultimi due giorni il nostro spread con la Spagna è sceso a un livello che non aveva più toccato dal 26 maggio dell' anno scorso, il giorno dopo il trionfo di Renzi alle elezioni europee. Ed è forse qui, nel triangolo Grecia­Spagna­Italia, che il rebus europeo si fa più insidioso che mai. Se, come molti auspicano e come è abbastanza probabile, l' Europa cederà a molte delle richieste greche, non solo diventerà più difficile "costringere" i Pigs a riformare le rispettive economie, ma diventerà inevitabile che in Spagna e in Italia, ma forse anche in Francia, la tentazione di "fare come la Grecia" finisca per rafforzare i partiti e i movimenti ostili all' euro, alla burocrazia di Bruxelles, alle politiche di austerità. Già oggi si pronostica una vittoria di Podemos in Spagna, ma nulla esclude che l' incendio dilaghi anche in Italia, intorno al movimento Cinque Stelle, o addirittura in Francia, intorno al Front National. Né vale ricordare che l' idea di Europa dei populisti di sinistra è profondamente diversa da quella dei populisti di destra: dopo anni di sacrifici, austerità e stagnazione, l' ostilità verso l' Europa e le sue istituzioni è così forte da rendere plausibili anche gli scenari politici più strampalati. © RIPRODUZIONE RISERVATA Luca Ricolfi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 19 8 febbraio 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione AGENDA DIGITALE SPID IDENTITY PROVIDER. La primavera dell' identità bit L' utente con la password "anagrafica" potrà accedere ai servizi della Pa. Alessandro Longo ­ Ad aprile 2015 ci saranno i primi cittadini dotati di identità digitale pubblica. Diventeranno 10 milioni entro il 2016. Lo Spid (Sistema pubblico identità digitale) sta per entrare quindi nella fase del confronto con la realtà. Ed è una fase delicata per tutto il sistema dell' innovazione, perché l' Italia ha scelto di puntare sull' identità digitale come prima leva per la digitalizzazione di massa. «Lo Spid aiuterà a semplificare l' uso di servizi digitali pubblici e privati. In questo modo, potrà fare da trampolino per avvicinare gli italiani al digitale», dice Alessandra Poggiani, a capo dell' Agenzia per l' Italia digitale. Era anche la visione di Francesco Caio, che aveva preso le redini della strategia sull' Agenda digitale sotto il governo Letta. Caio aveva individuato tre priorità per uscire dall' impasse: la fatturazione elettronica, l' Anagrafe unica e appunto lo Spid. La prima è il trampolino per digitalizzare le aziende, mentre le altre due priorità­ complementari tra loro ­ guardano alla popolazione. La sola novità già funzionante (da giugno 2014) è la fattura che completerà il percorso il 31 marzo, quando diventerà obbligatoria anche verso le Pa locali. Lo Spid ha ricevuto a dicembre le prime regole attuative, mentre per l' Anagrafe il passo è avvenuto a gennaio. La svolta sta quindi prendendo forma proprio in queste settimane. Le norme prevedono che entro il 2015 si completerà la transizione dalle migliaia di anagrafi comunali a quella unica, centralizzata, con i dati della popolazione residente. L' obiettivo generale è ricondurre a sistema ciò che è sempre stato caotico. E così porre le basi per uno Stato, una popolazione, un sistema economico moderni grazie al digitale. Ma è proprio nella fase del varo che tocca confrontarsi con i rischi. Nel caso dello Spid, l' incognita principale è se le aziende private lo adotteranno con entusiasmo, nel ruolo di fornitori di servizi o di identità al cittadino. «Le pubbliche amministrazioni dovranno rendere tutti i propri servizi accessibili via Spid entro 24 mesi. Ma il successo ultimo dipende dalla risposta dei privati», dice Poggiani. Vediamo infatti come funzionerà lo Spid. L' utente potrà ottenere l' identità in tre modi. Di persona (con documento normale), via internet (accedendo con un documento evoluto come la Carta nazionale dei servizi) e persino con una chat audiovideo. Il tutto, presso un "identity provider" accreditato nell' Agenzia (a oggi sono già pronti Poste Italiane, Telecom Italia e Infocert). Il cittadino Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 20 8 febbraio 2015 Pagina 11 <­­ Segue Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione avrà, di base, una password "Spid" associata alla propria anagrafica per accedere a tutti i servizi della pubblica amministrazione e a quelli delle aziende private che sposeranno il sistema. Troveremo un pulsante "Spid" su vari siti. Con un clic, potremo indicare il nostro identity provider e quindi autenticarci. Per usare servizi più delicati (per vedere i risultati dei nostri esami medici, ad esempio), la normativa prevede un secondo livello di sicurezza. Potrà essere una ulteriore password che arriverà all' utente via sms o con un app su smartphone. La legge impone agli identity provider di fornire gratis il livello base; quelli ulteriori potrebbero invece essere a pagamento, per i cittadini. Lo Stato invece non deve sborsare un centesimo: è una innovazione a costo zero. Questo può rivelarsi un primo punto critico. La stessa Telecom Italia, pur aderendo a Spid, ha espresso perplessità sulla sostenibilità del servizio per chi lo offre. Di converso, c' è chi protesta per essere stato escluso dalle nuove opportunità: le Pmi dell' Ict. Assintel e Assoprovider questa settimana hanno fatto ricorso al Tar contro le norme attuative dello Spid, perché bisogna avere un capitale sociale di 5 milioni di euro per diventare identity provider. Il ricorso apre un' incognita: potrebbe ritardare l' entrata in vigore dello Spid. Un' altra variabile imprevedibile è quanto lo Spid attecchirà tra i servizi. È probabile che i primi saranno degli enti che partecipano al programma pilota, in corso presso l' Agenzia: Inps, Inail, le Regioni Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche; i Comuni di Firenze, Lecce e Milano. «Spero che le banche aderiranno a Spid entro l' anno», dice Poggiani. È in fondo ottimista Ernesto Belisario, avvocato tra i massimi esperti di Agenda digitale: «Non prevedo ritardi sui singoli progetti, come lo Spid e l' Anagrafe. Ormai il quadro delle regole è chiaro, le risorse ci sono (sono quelle europee e nazionali del piano Crescita digitale, ndr ). Pure la governance del digitale in Italia sta trovando una sistemazione». Quella governance che, ancora a ottobre, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio aveva definito "da manicomio". «Sono due, invece, le mie preoccupazioni», aggiunge Belisario. «La prima: che le risorse siano usate bene. Per esempio, è indubbio che i Comuni hanno bisogno di aiuto per migrare all' Anagrafe unica. La seconda: che ci sia un buon coordinamento Stato­Regioni. Bisogna così evitare che l' autonomia degli enti ostacoli l' opera di standardizzazione e centralizzazione che è cardine nell' Agenda digitale». Si gioca su questi punti la partita che l' Italia dovrà ben impostare nel 2015, affinché, negli anni successivi, i cittadini possano coglierne i frutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 21 8 febbraio 2015 Pagina 22 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione A Colloquio con Luigi Nicolais (cnr) «Il piano per la ricerca va condiviso» Il progetto all' esame del Governo non affronta i nodi strutturali. Il Piano nazionale della ricerca prevede uno stanziamento di 4,6 miliardi da aggiungere agli 11 miliardi di fonte europea? «Cifre interessanti», commenta il presidente del Cnr, Luigi Nicolais. Che però fa un appunto: «il Piano nazionale dovrebbe essere discusso sin dalla fase di elaborazione con Cnr e Conferenza dei rettori delle Università. Ciò non è avvenuto. Aspettiamo da tempo questo piano. E infine, mi sembra che non affronti i nodi strutturali della ricerca in Italia». A esempio, il numero troppo esiguo di ricercatori. Secondo dati del Cnr, in Italia se ne contano solo 4,3 per 1000 occupati (in tutti i settori), contro un rapporto di 8,5 in Germania, 7 ricercatori in Europa e 17 nei Paesi del Nord Europa, Svezia in primis. I nostri studiosi, inoltre, percepiscono retribuzioni pari alla metà di quelle dei tedeschi. Come stupirsi se i cervelli emigrano? «Questi sono problemi di tutto il Paese ­ precisa Nicolais ­ non solo del mondo della ricerca». Poi aggiunge: «Cnr e Crui hanno sottoposto al presidente del Consiglio un piano per l' assunzione a tempo indeterminato nell' arco di cinque anni di almeno 6mila ricercatori, di cui mille per il Cnr, che costerebbe 300 milioni l' anno. Il Premier ci ha promesso attenzione. Attendiamo risposte». Intanto il Cnr avvia un piano di riorganizzazione di tutte le proprie sedi in Italia, accorpandole in poli specializzati, che prevede investimenti in strutture per 128 milioni in tre anni, dal 2015 al 2017. Domani a Napoli già si inaugura la sede del Cnr ­ Itabc, Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali, presso il Distretto ad alta tecnologia per le costruzioni sostenibili Stress. «L' investimento complessivo ­spiega lo scienziato ed ex ministro ­ nasce da due esigenze: migliorare l' efficienza e ridurre i costi. Il primo obiettivo si può realizzare accorpando gli istituti che si occupano di settori affini. E non solo. Anche avvicinandoli fisicamente alle università e alle imprese. Il secondo, quello dell' abbattimento dei costi, intendiamo perseguirlo tagliando fortemente il costo degli affitti passivi e sostituendolo in parte con mutui bancari per l' acquisto o la costruzione di nuove sedi». Nel bilancio 2014, infatti, compaiono costi di affitto di immobili per 17 milioni di euro anno, che dovranno diventare 5 milioni annui entro il 2018. Dell' investimento di 128 milioni nel triennio, circa 57 sono di competenza del Cnr (mutui bancari), 40 sono stati stanziati da Enti locali, e in particolare dalle Regioni meridionali con fondi europei, e circa 30 milioni sono stati recuperati da vecchi finanziamenti per le infrastrutture di ricerca non spesi da molti Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 22 8 febbraio 2015 Pagina 22 <­­ Segue Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione anni e finiti tra i fondi perenti. Ma la riorganizzazione delle strutture è solo il completamento di un lavoro di riorganizzazione "strategica" fatto a monte per suggellare due importanti patti (che contraddistinguono la presidenza di Nicolais): uno con le Università e l' altro con le imprese. «L' Università è nostro partner naturale nella missione di produrre conoscenza ­ spiega ­ utilizza le nostre ricerche per insegnare quello che non è ancora scritto sui libri. Noi utilizziamo i risultati prodotti nei laboratori universitari per trasferirli alle imprese e li riportiamo in un ambiente multidisciplinare quale è il Cnr. Oggi i nostri ricercatori possono insegnare nelle università, proprio per favorire una maggiore integrazione». Stretto e proficuo anche il sodalizio con le imprese. «Due anni fa ho siglato un accordo con Confindustria ­ ricorda Nicolais ­ E da quel momento si è sviluppata una collaborazione che non c' era mai stata prima. Abbiamo lavorato finora con 1.500 imprese. E la collaborazione per Expò ci sta dando molta soddisfazione, come ha testimoniato anche la vicepresidente di Confindustria, Diana Bracco. L' azienda non pensa più di rivolgersi al Cnr per utilizzare un laboratorio di prova a basso costo, ma per avere accesso alla ricerca e alla conoscenza. Io penso che sia in atto un cambiamento profondo: al centro dell' impresa ritorna l' uomo con le sue conoscenze. E questo è il principale fattore di competitività». Nicolais elenca i risultati del lavoro svolto nei due anni trascorsi. «In Europa nell' ambito del Settimo programma quadro il Cnr è terzo ente in graduatoria per fondi ottenuti con oltre 650 contratti di ricerca, dopo tedeschi e francesi. Quanto poi al bando per le infrastrutture da realizzare in Europa, su 17 progetti approvati, 5 sono italiani e 4 del Cnr. Infine, il ministero dello Sviluppo economico ha costituito un comitato tecnico stabile per la valutazione dei progetti di ricerca da finanziare in cui saranno presenti numerosi ricercatori e tecnologi del Cnr: un comitato che dovrà assicurare tempi e rapidità di azione». Ci sarebbe da aggiungere molto altro, negli ultimi due anni i direttori di istituto si sono ridotti da 108 a 105 e i dirigenti del Cnr che erano 29 oggi sono solo 10. Con un risparmio sulla spesa e maggiore responsabilità per ognuno. Ma limare e migliorare l' efficienza è possibile fino a un certo punto ­ conclude Nicolais ­ «poi è necessario fare ricerca perché il sistema economico italiano non può competere sui costi, ma deve puntare tutto su qualità, innovazione, valore aggiunto. E per far questo ci vogliono i cervelli: italiani e stranieri. Troppo spesso in fuga». © RIPRODUZIONE RISERVATA Vera Viola. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 23 8 febbraio 2015 Pagina 22 Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione SALE LA POVERTÀ MINORILE. Quell' ipoteca sul futuro dell' Italia Il Sole24ore ha di recente portato all' attenzione pubblica l' esistenza nel nostro Paese di un vero e proprio "terzo stato", una realtà popolata di persone che, per dirla con Luca Ricolfi, «stanno fuori». Sono gli esclusi, individui impediti dalla possibilità di vivere una vita normale, in condizioni di povertà assoluta o relativa. Di quel popolo fanno parte con allarmante consistenza numerica sempre più minori. I dati che descrivono questo fenomeno sono gravi e in progressione continua come testimonia il documento conclusivo di un' indagine condotta dalla Bicamerale per l' infanzia e l' adolescenza che per conoscere le vere dimensioni del problema ha svolto nel corso del 2014 un notevole numero di audizioni con associazioni, rappresentanti di istituzioni ed esponenti del governo. Per avere un' idea della gravità della situazione basta richiamare un dato tra gli altri: l' aumento della povertà minorile risulta decisamente più significativo di quello riferito alla popolazione adulta. Se per la popolazione adulta si è passati da 9,6 milioni di individui in povertà relativa nel 2012 a poco più di 10 milioni nel 2013, per i minori si sale da 4,8 a 6 milioni. Nel confronto europeo questo dato colloca l' Italia agli ultimi posti della classifica per quel che riguarda la povertà minorile. Ciò si deve al fatto che nel nostro Paese non solo si investono meno risorse, ma la capacità di ridurre la povertà risulta deficitaria e inefficace. Accanto ai minori poveri, in termini assoluti o relativi, l' Istat ha indicato alla Commissione l' opportunità di considerare coloro che vivono in condizioni di svantaggio rispetto ai coetanei. Per intenderci: se nel 2007 un pasto proteico ogni due giorni era precluso al 6.2% dei bambini, nel 2013 la percentuale sale al 14.4%. Tutti i dati mostrano che all' avanzare della crisi invece che aumentare le tutele in Italia si è rimasti fermi o peggio. Si sono ridotte le risorse e, anche per effetto del taglio dei trasferimenti agli enti locali, i servizi all' infanzia non sono stati attivati o estesi. La povertà minorile non è solo un fenomeno inaccettabile dal punto di vista etico, ma è anche una pesante ipoteca sul destino di centinaia di migliaia di bambini e bambine, nonché sul futuro dell' intero Paese. Diverse forme di povertà portano con sé anche violenze e abusi, prostituzione, lavoro minorile, accattonaggio, affiliazione alle gang delinquenziali. Ma povertà è anche mancanza di diritti, di istruzione e di opportunità formative, di vacanze, di cinema, di libri, di spazi per giocare, di chiusura familiare nel guscio dell' isolamento che rende più difficile individuare le invisibili criticità interne ai nuclei cosiddetti "normali". Per questo occorre affrontare l' emergenza povertà su più fronti. Sono innanzitutto fondamentali interventi precoci e investimenti sull' istruzione prescolastica ­ in Italia ancora meno di due bambini su dieci frequenta un asilo nido ­ e sul prolungamento del tempo scuola. Ci sono poi versanti educativi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 24 8 febbraio 2015 Pagina 22 <­­ Segue Il Sole 24 Ore pubblica amministrazione completamente scoperti. Ad esempio mancano servizi di sostegno al ruolo genitoriale, presenti in molti Paesi europei. Particolarmente urgente è l' affiancamento genitoriale nelle separazioni di coppia. Il fenomeno è diffusissimo e in aumento costante: sono circa 70mila i minorenni che vivono ogni anno l' esperienza separativa dei loro genitori, eppure non esistono servizi strutturati per aiutare i genitori a preservare i figli dai loro conflitti e dalle trappole delle alleanze. È nostro convincimento che l' integrazione tra i servizi sia la strategia da privilegiare a fronte dell' aumento dei bisogni e della diminuzione delle risorse. Occorre cioè offrire servizi mirati direttamente ai bambini, ma anche alle famiglie e alle comunità territoriali. Le nostre politiche socio­educative sono ancora troppo carenti e frammentarie. L' integrazione tra i servizi deve mettere a sistema i diversi livelli istituzionali e le diverse gestioni, competenze e professionalità presenti nei contesti territoriali. Le divisioni tra sociale e sanitario, pubblico e privato, operatori e volontari producono sovrapposizioni, duplicazioni di servizi e costi maggiori. Occorre perciò interconnessione tra servizi pubblici e una pluralità di attori sociali: il Terzo settore, le cooperative sociali, il privato sociale (e non), le associazioni di volontariato, sportive e culturali e altri servizi che integrano, e non si sostituiscono, al welfare pubblico a cui spetta la governance. L' integrazione di risorse, di competenze e di responsabilità rappresenta certamente una via da percorrere ma prima di tutto è necessario che la politica decida di affrontare come una priorità vera del P aese il drammatico problema della povertà delle sue bambine e dei suoi bambini. On. Sandra Zampa, vicepresidente Bicamerale per l' infanzia e l' adolescenza On. Vanna Iori, responsabile PD politiche per l' infanzia e l' adolescenza © RIPRODUZIONE RISERVATA Sandra Zampa e Vanna Iori. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 25 8 febbraio 2015 Pagina 11 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) sport Baseball La seconda squadra provinciale disputerà la serie B con il Patto dell' Adriatico, la franchigia costituita con Rimini. Ravenna riparte da Mignola, Rumenos e dal baby Coveri Ravenna IL RAVENNA Baseball si sta preparando ad affrontare la prossima stagione rafforzando e dando continuità al Patto dell' Adriatico col Rimini Baseball. Dopo la non esaltante esperienza della scorsa stagione, gli Alligatori ci riprovano partendo dalla serie B, cercando di fare il passo adeguato alla gamba e puntando a valorizzare i giovani del vivaio in un campionato che possa testare le potenzialità tecniche e che con i due confronti a weekend consente di poter schierare tutti i giocatori a disposizione. A perfezionare l' accordo dell' asse Ravenna­Rimini sono stati coinvolti due vecchie conoscenze del baseball godese: l' ex presidente Lino Ceccarini e l' ex general manager Gigi Mignola. Oltre ai propri giovani il Ravenna ha confermato anche per la stagione 2015 l' ingaggio del giocatore venezuelano Camilos Rumenos al suo secondo anno con gli Alligatori. Sul monte i ravennati come lanciatore italiano si affideranno in una partita alle doti tecniche del giovane talento Ludovico Coveri in forza all' accademia di Tirrenia dove sta perfezionando, sotto la guida di Bill Holmberg, la propria tecnica di lancio. Tornando al Patto dell' Adriatico, Mignola ha le idee molto chiare: «Per me questo è un anno di transizione dove, come ho detto più volte in passato, mi adopererò affinché possa crescere un polo di baseball provinciale che possa fare da sponda anche eventualmente a Rimini». Nel panorama del baseball provinciale esistono la realtà di Godo con la squadra in Ibl, quella del Cral Mattei di Rivenna che partecipa alla serie B e le formazioni dei Goti e Faenza che disputeranno il campionato di serie C. «Resto dell' idea prosegue Mignola che la soluzione ottimale per evitare dispersioni nel settore giovanile fosse quella della franchigia con la disputa della Ibl 2. Per il momento questa soluzione è stata archiviata, ma non è detto che nei prossimi anni non possa essere ripresa. Nel frattempo il mio obiettivo è programmare il futuro del baseball ravennate a livello provinciale dove, smussando magari alcuni spigoli, si potrebbe creare un sistema che consentirebbe di evitare dispersioni di giocatori che al compimento dei 21 anni non riescano a trovare un posto in Ibl. Quindi Godo con la massima serie potrebbe essere lo sbocco dove far confluire i giovani prospetti promettenti, Ravenna e Faenza disputando campionanti inferiori potrebbero costituire un ottimo bacino per rifornire la massima serie. In tutto questo va tenuto legata la realtà riminese che avendo difficoltà col settore giovanile potrebbe offrire un' altra prospettiva di crescita per i giocatori del ravennate. C' è molto da lavorare ma è l' obiettivo che mi sono prefisso accettando questo incarico dal Ravenna Baseball». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 26 8 febbraio 2015 Pagina 11 <­­ Segue Mario Silvestri. Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) sport SILVESTRI MARIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 27 8 febbraio 2015 Pagina 11 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) sport Calcio giovanile Si è svolto il raduno della rappresentativa allievi. SI È svolto, sul campo del Low Ponte, il raduno dei giocatori della categoria allievi per la formazione della rappresentativa di calcio provinciale che prenderà parte al Torneo regionale delle Province. Il selezionatore Luigi Asturi ha convocato questi giocatori: Converti, Botti (Alfonsine), Hina (Brisighella), Babini (Castelbolognese), Farina, Meoni, Nisi (Cervia), Caldare, Lami (Classe), Casadei (Dinamo Faenza), Ceroni, Sagliano, Fiore, Teleman, Franceschini (Faenza), Ricciardi, Naas (Marina), Finotelli (Mezzano), Kema (Porto Corsini), Zamparelli (Porto Fuori), Bertilotti, Tura (Russi), Tintoni (San Pietro in Vincoli), Lo Iacono, Modanesi (Savio), Venturi, Rossi (Virtus Faenza), Geri, Ferri, Costantini, Capello, Bosi (Virtus Ravenna), Savini (Vita Granarolo), Gennaro e Giuseppe Grimaldi (Massa Lombarda). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 28