Senza filo 2011... terza parte! di Ico gattai Senza Filo 2011, giovedì 17 novembre ore 21, terza serata del contest musicale più acustico del millennio. Terza semifinale: Novadeaf vs Not In My Backyard. Ospite speciale, fuori concorso, Alessandro Zanobini col suo indiavolato sax, in compagnia del leggendario percussionista Nanni Canale: un musicista che non ha bisogno di presentazioni. Abbiamo intervistato i due gruppi in gara. Chi siete? Che musica fate? Perché? NOVADEAF Mi chiamo Federico Russo, sono un cantante e un songwriter. NOVADEAF è un progetto che nasce attorno alle mie canzoni e vive grazie al contributo di alcuni musicisti fra i più validi, attivi ed eclettici del panorama pisano e livornese. La formazione attuale risale al 2007 ed è così composta: alle chitarre e tastiere Luca Guidi (Betta Blues Society, Dr. Monkey Jazz Quartet, 24 Corde ensemble), alle chitarre "altre" e soundscapes Lorenzo Marianelli (Alift, Betta Blues Society, Big Lebowski Trio). Poi ci sono Ernesto Fontanella (ex batterista della gloriosa punk band pisana Ganzi & Rozzi e dei cantautorali Ne Revez Pas) e infine il bassista Fabrizio Balest (collaboratore, tra gli altri, di Andy Paoli, dei Rubber Soul e dell'Orchestra dell'istituto Mascagni). Per quanto riguarda il genere di appartenenza direi che la nostra musica si colloca decisamente in una zona a metà fra il pop e il rock alternativo. Un anno fa siamo arrivati secondi al Summergiovani di Lucca. Da allora l'attività live si è un po' ridotta, perchè abbiamo scelto di concentrarci sulla realizzazione del nostro secondo album, ancora in lavorazione. NOT IN MY BACKYARD Siamo composti da 4 elementi, voce/percussioni, due chitarre ed un contrabbasso. Veniamo da esperienze molteplici e diverse, ci siamo conosciuti o per militanza in altri progetti, o per “prossimità” presso la Scuola Bonamici di Pisa. Il gruppo si e’ costituito da circa un anno, nascendo prima ancora come progetto didattico pensato per avvicinarsi alla musica Manouche (un passo quasi obbligato per un chitarrista), e poi allargato ad altri elementi e generi diversi ma genuini, relativamente all’espressione musicale come elemento sia artistico che sociale. Nella configurazione attuale, il gruppo propone un curioso mix di standard jazz dalla tin pan alley fino a brani piu’ moderni, prevalentemente in chiave gitana (e quindi europea), e vari classici della musica dell’entroterra americano, dal delta blues al country. Il gruppo dal vivo s'è proposto in contesti di piccoli locali dove l’ambiente intimo permette un piu’ diretto dialogo col pubblico. Ai NIMBY piaccono anche molto situazioni di crossover culturale: abbiamo avuto l'occasione di musicare l'inaugurazione della mostra di una giovane ed emergente illustratrice pisana (Silvia Letta, http://chioccioletta.blogspot.com/), la cosa ha anche consolidato la formazione attuale del gruppo. Artisti che vi ispirano. Italiano o inglese? Suonate cover o pezzi originali? NOVADEAF Fra le mie principali fonti di ispirazione ci sono R.E.M., Radiohead, Smiths, David Bowie, Nick Drake, Coldplay. Come vedi si tratta di artisti esclusivamente anglofoni, e infatti le mie canzoni sono tutte in lingua inglese. Tuttavia gli artisti sopra citati riguardano solo le mie preferenze individuali. La band nella sua attuale formazione è un complicato miscuglio di gusti musicali estremamente variegati, il che è sicuramente un pregio, ma rende quasi impossibile identificare un gruppo di artisti che ci metta tutti d'accordo, al di là dei classici Beatles o Radiohead. Questa è una delle due ragioni per cui facciamo pochissime cover. L'altra ragione è che sono un autore piuttosto prolifico, quindi abbiamo a disposizione moltissimi pezzi originali e preferiamo suonare quelli. NOT IN MY BACKYARD Ognuno dei membri del gruppo ha i suoi artisti preferiti. Le prove sono spesso occasione per discutere di espressioni artistiche a tutto tondo, dal cinema, alla fotografia, alla letteratura, fino ad elementi di cultura estremamente pop oltre che, ovviamente, la musica. Non si puo’ parlare di jazz manouche senza parlare di D. Reinhardt, personaggio sin troppo ingombrante, così come i grandi del blues possono essere facilmente nominati, ma difficilmente omaggiati opportunamente. Il loro apporto costituisce un continuum che trascende dallo specifico artista ed alimenta generazioni intere di musicisti e ci spinge a rispettare il passato ma anche a guardare avanti. Per questo suoniamo la loro musica senza la pretesa di copiarli, ma tentando di far vivere i loro brani secondo la nostra sensibilità, cosa che riteniamo un modo coerente e costruttivo di proporre i brani di grandi artisti. Cantiamo in inglese e facciamo cover. Il concetto di “cover” e’ legato prevalentemente al mondo del pop e del rock , nel caso del jazz o del blues nessuno si sognerebbe di dire che Reinhardt eseguiva una cover di “It don’t mean a thing”, così come nessuno parlerebbe di cover di “At Last” da parte di Etta James o di “Georgia” da parte di Ray Charles. E’ tradizione in questi generi, come si dice, “misurarsi” con gli standard, che costituiscono un canovaccio familiare al pubblico più nella struttura armonica che non per il brano in sé, per arricchirli e personalizzarli con la propria interpretazione. Suonare completamente acustici è un'esperienza nuova o ci siete abituati? NOVADEAF Abbastanza nuova. Noi siamo principalmente un gruppo di rock elettrico, ci piace il rumore e ci piace molto sperimentare con i suoni, con i colori musicali. La scelta di partecipare a "Senza Filo" è nata soprattutto dalla voglia di misurarci con mezzi espressivi nuovi, e scoprire se siamo all'altezza. Poi, personalmente, trovo molto divertente rifare il look alle mie canzoni, ripensarle fin dalle radici e vedere cosa succede. Alla fine non sai mai cosa potresti scoprire. Ad esempio c'è un pezzo (non dirò quale) che ora ci piace molto di più in questa versione acustica piuttosto che col suo arrangiamento originale. Ce n'è un altro ("Orpheus in Hell") che non eseguivamo da diversi anni ma che abbiamo deciso di recuperare per questo set perchè ci sembrava particolarmente azzeccato. Inoltre partecipare a Senza Filo ci permette di prenderci una pausa dalla lavorazione dell'album, e questo non può che farci bene. NOT IN MY BACKYARD Il gruppo e’ costituito da strumenti esclusivamente acustici, non per snobismo, ma per la specifica ricerca di sonorità particolari, non necessariamente cloni delle originali. Il gruppo, in circostanze particolari, non disdegna l’uso di strumentazione elettrificata, ma il nucleo dell’esibizione e’ realizzato tramite strumenti completamente acustici. Nelle esibizioni “comuni”, in cui non ci si può aspettare dal pubblico il rispettoso silenzio che é offerto agli artisti nel contesto quasi teatrale del Cantiere, siamo soliti suonare amplificati, anche se nella maniera più naturale e neutra possibile, allo scopo di raggiungere volumi adeguati all’ambiente ed avere più libertà di sfruttare la dinamica dei nostri strumenti. Ci è capitato spesso però di suonare “en plein air”, quindi il completamente acustico non è una novità. L'importante è partecipare? NOVADEAF Indubbiamente. Come ho detto, Senza Filo per noi rappresenta soprattutto l'opportunità di divertirci giocando con le nostre canzoni. Sottoporle a un radicale restyling in chiave acustica ci permette di riscoprirle, quasi come se le provassimo per la prima volta. Speriamo che anche chi ci viene a sentire si possa divertire quanto noi! NOT IN MY BACKYARD La musica non è un’attività agonistica. I contest tra gruppi sono una tradizione antica, ma tra i molti ai quali (con progetti diversi) abbiamo partecipato singolarmente, mai ci e’ capitato di riscontrare antagonismo o anche solo agonismo tra gruppi. E’ un’occasione per confrontarsi e suonare insieme, e la complicità tra i partecipanti è cosa molto più diffusa che non la competitività. Come in tutte le attività umane possono esserci tra i musicisti gelosie o invidie, ed il meccanismo del contest necessariamente promuove uno ed elimina l’altro, secondo l’apprezzamento del pubblico o le preferenze di una giuria, ma nello schema delle cose, considerare un gruppo vincente e l’altro perdente significa parlare d’altro, piuttosto che di musica. Premiare i più apprezzati può essere un modo di incoraggiare ed incentivare tutti, non di eliminare gli sconfitti. HYPERLINK "http://www.senzafilomusiccontest.eu/"www.senzafilomusiccontest.eu HYPERLINK "http://www.myspace.com/novadeaf"www.myspace.com/novadeaf HYPERLINK "http://www.myspace.com/radiciswing"www.myspace.com/radiciswing