II EDIZIONE
10•11
OTTO CONVERSAZIONI
TRA SUONI E PAROLE
Lucera
Teatro Garibaldi
ore 10.30 ingresso
ore 11.00 sipario
19 dicembre • 13 marzo
Foggia
Teatro del Fuoco
ore 17.30 ingresso
ore 18.00 sipario
Provincia di Foggia
Assessorato alla Cultura
Comune di Lucera
Facoltà
di Lettere e Filosofia
Camera di Commercio
Industria Artigianato
Agricoltura
Associazione Culturale
19 dicembre 2010 – 13 marzo 2011
Lucera, Teatro Garibaldi • Ingresso ore 10.30 – Sipario ore 11.00
Foggia, Teatro del Fuoco • Ingresso ore 17.30 – Sipario ore 18.00
19 dicembre
Orfeide. L’amore, il paradosso, la parodia
“La lira di Orfeo e i martelli di Pitagora” con Piergiorgio Odifreddi
2 gennaio
Principesse e champagne. La magia di Vienna
“La musica al cinema” con Giandomenico Vaccari
16 gennaio
Lucera
Storia di un buffone Ensemble “U. Giordano”
“Teatri di pace e teatri di guerra” con Laura Boldrini
6 febbraio
Oggi qui, domani…llà
con Renzo Arbore
13 febbraio Lucera
Omaggio a Mozart
Orchestra del Teatro
Petruzzelli
“Unità e Federalismo” con Marcello Veneziani
20 febbraio
La musica della natura
Le Quattro Stagioni di Vivaldi con proiezioni video interattive
“Sole, vento, terra: energie del futuro” con Cesare Pozzi
6 marzo
Petite Messe Solennelle di Rossini
“Mente e salute” e “La libertà” con Edoardo Boncinelli
13 marzo
Talenti di Capitanata per il mondo
Performance di sei artisti della nostra terra
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Foggia
Omaggio a Gustav Mahler
Orchestra del Teatro Petruzzelli
Foggia
Storia di un buffone
Ensemble “U. Giordano”
Provincia di Foggia
On. Antonio Pepe
Presidente
Avv. Maria Elvira Consiglio
Vicepresidente e Assessore alla cultura
Comune di Lucera
Dott. Pasquale Dotoli
Sindaco
Dott. Germano Benincaso
Assessore alla cultura
Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari
M° Giandomenico Vaccari
Sovrintendente
Università degli Studi di Foggia – Facoltà di Lettere e Filosofia
Prof. Giuliano Volpe
Rettore
Prof. Giovanni Cipriani
Preside
Camera di Commercio
Dott. Eliseo Zanasi
Presidente
Si ringrazia
Ditta Vittorio Fabbrini
Energia Fortore
Dott. Antonio Salandra
Organizzazione curata da
Associazione culturale “Spazio Musica” - Foggia
Direzione artistica
M° Gianna Fratta
Addetto stampa
Dott.ssa Enza Gagliardi
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Progetto grafico
Melapiù srl Sulla scia del consenso di pubblico e di critica della prima edizione, la Provincia di
Foggia ripropone per il 2010/2011 la fortunata formula delle conversazioni culturali
e musicali di “Musica Civica”, nella convinzione di arricchire e implementare l’offerta culturale territoriale conferendole un profilo artistico transnazionale di respiro
europeo.
Tra gli obiettivi della politica culturale dell’Amministrazione Provinciale evidenziamo, al fianco della valorizzazione e promozione dei talenti locali, la volontà di creare
occasioni di scambio e di confronto con musicisti ed operatori culturali di consolidata esperienza artistica ed acclarata fama. Questa iniziativa si configura quindi
come una concreta possibilità per il capitale umano della Capitanata di relazionarsi
a realtà culturali europee sfuggendo al rischio di una maturazione autoreferenziale.
“Musica Civica”, che è occasione di spettacolo e al contempo di riflessione critica
su temi di attualità, vuole essere anche opportunità di maturazione civile e culturale
per una sempre più attiva e consapevole coscienza di cittadini e di persone.
Sottolineiamo, da ultimo, che nel 2011, Anno Europeo del Volontariato, l’Amministrazione Provinciale di Foggia intende contribuire al perseguimento degli obiettivi
comunitari devolvendo gli incassi degli abbonamenti ad associazioni di volontariato,
ben riconoscendo il valore sociale di quanti lavorano con impegno instancabile ad
uno sviluppo societario armonico e solidale della nostra terra.
On. Antonio Pepe
Presidente Provincia di Foggia
Cartellone ricco, nomi prestigiosi, prime nazionali, collaborazioni importanti, artisti
dal Canada, dalla Germania, dagli Stati Uniti, dalla Russia, dall’Austria, dalla Turchia, per un totale di sedici appuntamenti complessivi tra Lucera e Foggia e oltre
centocinquanta artisti sul palco del Garibaldi e del Teatro del Fuoco.
Non è una lista e non sono numeri; sono i contenuti di una stagione che porta in
Capitanata musicisti e orchestre come Boris Brott, Reinhard Seehafer, l’Orchestra
del Teatro Petruzzelli di Bari, relatori tra cui spiccano i nomi di Marcello Veneziani,
Piergiorgio Odifreddi, Laura Boldrini, Edoardo Boncinelli, Cesare Pozzi, personaggi
del calibro di Renzo Arbore e che, nell’ormai consolidata formula della conversazione fra suoni e parole, tratterà temi di attualità coordinandoli a spettacoli musicali
originali e innovativi.
“Musica Civica” anche quest’anno si inserisce perfettamente nell’unitario e articolato progetto culturale provinciale che, pluralizzando l’offerta di spettacoli, sta captando sempre più ampie e diversificate fasce di pubblico della Capitanata in poco più di
un biennio di attività e contribuendo a rendere accessibile a tutti il prodotto artistico
provinciale, ben sapendo che la crescita culturale della società va di pari passo con
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una consapevole crescita civile ed etica del cittadino.
Il simbolico costo dell’abbonamento alla stagione, lungi dall’avere un valore minimamente “economico”, vuole costituire un ulteriore strumento di attuazione delle
politiche sociali di un’amministrazione provinciale attenta da un lato agli obiettivi
dell’Unione Europea, dall’altro alle organizzazioni non-profit del territorio.
E se la vendita di abbonamenti, il cui incasso sarà devoluto alle associazioni territoriali di volontariato, dimostrerà il livello istituzionale di attenzione a queste realtà, confermerà anche la sensibilità e la generosità dei tanti uomini e donne della
Capitanata che contribuiranno in modo fattivo a sostenere l’attività di coloro che si
battono per l’inclusione sociale, il dialogo interculturale, la protezione civile, gli
aiuti umanitari e allo sviluppo, l’integrazione dei migranti, la promozione dei diritti
umani e dello sviluppo sostenibile, la tutela dell’ambiente, quei volontari che sono
la testimonianza di come si debba lottare per abbattere barriere sociali, culturali,
religiose ed etniche e dare voce ai bisognosi.
Tutti insieme, con un piccolo gesto, contribuiremo a rilanciare la grande sfida della
solidarietà tra le persone e i popoli.
Avv. Maria Elvira Consiglio
Assessore alla cultura della Provincia di Foggia
Il Teatro Garibaldi di Lucera rappresenta un fiore all’occhiello per la nostra città,
un prezioso contenitore culturale che ospita spettacoli teatrali e musicali, oltre che
incontri e manifestazioni di elevato spessore.
La prima edizione di Musica Civica ha costituito, lo scorso anno, uno degli appuntamenti più importanti della programmazione ed ha fatto registrare un successo davvero straordinario.
Alla luce del gradimento e dell’apprezzamento mostrato dalla stampa e dalla cittadinanza tutta per questo evento, abbiamo accettato con entusiasmo di ospitare la
seconda edizione del progetto il cui programma è ricco di nomi importanti sia tra i
relatori, sia tra gli artisti e le orchestre che si alterneranno sul palcoscenico.
Ci corre l’obbligo di ringraziare l’Associazione culturale “Spazio Musica” per la preziosa collaborazione e la Provincia di Foggia che ha voluto privilegiare ancora una
volta la città di Lucera ed il Teatro Garibaldi per ospitare questa pregevole iniziativa.
Siamo certi che il pubblico, così come lo scorso anno, saprà apprezzare questo “viaggio” nella musica e nella cultura che si protrarrà da dicembre 2010 a marzo 2011.
Dott. Pasquale Dotoli
Sindaco di Lucera
Dott. Germano Benincaso
Assessore alla cultura di Lucera
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Odifreddi
Ventrella
Cigna
Caputo
Di Giovine
Kofinà
Sokolowski
domenica 19 dicembre 2010
Lucera, Teatro Garibaldi • Ingresso ore 10.30 –Sipario ore 11.00
Foggia, Teatro del Fuoco • Ingresso ore 17.30 –Sipario ore 18.00
Orfeide
L’amore, il paradosso, la parodia
Il mito di Orfeo in musica:
Arie e duetti da Orfeo ed Euridice di Gluck
e Orfeo all’inferno di Offenbach
Orfeo Cataldo Caputo, tenore
Euridice Patrizia Cigna, soprano
Amore Annarita Di Giovine-Ardito, soprano
Elena Kofinà e Kim Sokolowski, danzatori
di Koreoproject
CivicaOrchestra
Nicola Ventrella, direttore
Conversazione Prima
“La lira di Orfeo e i martelli di Pitagora”
con Piergiorgio Odifreddi
Spettacolo in collaborazione con la rassegna “Note sul mito”
dell’Università di Foggia - Facoltà di Lettere e Filosofia
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Note d’ascolto
L’Euridice che ho pianto era una stagione della vita.
Io cercavo ben altro laggiù che il suo amore. […] E mi voltai.
Cesare Pavese
“Orfeide”, spettacolo di chiusura della rassegna “Note sul mito” e di inaugurazione della
stagione concertistica “Musica Civica”, è un omaggio al mito di Orfeo nelle sue diverse
sfaccettature e interpretazioni e con le sue innumerevoli implicazioni storiche e culturali.
La figura di Orfeo e la sua personalità, così al confine tra leggenda e storia, si collegano
nel nostro immaginario ad una pluralità di situazioni e rimandi che vanno dalle sette
orfiche (le cui testimonianze risalgono al V secolo avanti Cristo) alla poesia orfica e soprattutto al duplice antico mito: il mito di Orfeo e di Euridice e quello degli Argonauti
che racconta il viaggio di Giasone alla ricerca del vello d’oro, una sorta di impresa
impossibile ai confini del mondo conosciuto.
La figura di Orfeo è sempre collegata a situazioni che si collocano al limite; sia nelle
versioni mitologiche che prevedono la discesa agli inferi del protagonista o il suo viaggio ai confini del mondo conosciuto, sia nelle testimonianze relative alle sette e ai riti
orfici, sia nella poesia che da lui prende il nome, Orfeo è sempre coinvolto in esperienze poste al limite, e più specificamente in esperienze dell’aldilà, quasi a testimoniare o
a confermare questo carattere di figura di confine tra il possibile e l’impossibile, tra il
terreno e l’ultraterreno, tra il conosciuto e ciò che non lo è, tra l’uomo e l’artista.
Forse per questo il personaggio di Orfeo, che rappresenta anche la figura emblematica
dell’artista nella duplice veste di poeta e musico, ha interessato letterati, scultori, pittori, poeti, musicisti. Lo ricordiamo negli scritti di Platone, Virgilio, Ovidio, Poliziano,
Rilke, Pavese, nei poemi e lavori teatrali di Jàuregui e Cocteau, nei quadri di Tintoretto e Rubens, nel noto e omonimo rilievo fidiano, nel film di Marcel Camus e nei lavori
musicali di numerosi compositori, tra cui Rossi, Gluck e Offenbach.
In particolare gli ultimi due musicisti, con interpretazioni del tutto differenti, per non
dire contrapposte, trattano il mito legato alla figura di Orfeo sottolineando aspetti che,
pur avendo come comune punto di riferimento l’amore di un uomo e una donna, Orfeo
ed Euridice, giungono a conclusioni diametralmente opposte.
Il primo, Gluck, fedele al mito ovidiano tranne che per il finale, tende a raccontare il
mito di Orfeo così come nella tradizione classica: la morte di Euridice getta Orfeo nello
sconcerto e nella disperazione; l’artista ottiene da “Amore” di poter riavere l’amata
andando nell’aldilà al solo patto di non voltarsi a guardarla. L’epilogo fin troppo noto
porta a chiedersi, perché Orfeo si volta?
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“Per quale ragione, pur avendo avuto una concessione così straordinaria ed
essendo ormai sul punto di vedere coronato da successo uno sforzo che lo ha
condotto ai limiti dell’umano, per quale ragione egli si volta? (…) Apparentemente la condizione posta - che Orfeo non si volti a guardare Euridice prima
di averla ricondotta alla luce - sembra essere tale da potere essere agevolmente
soddisfatta. Anzi. Se è vero che ogni patto, ogni forma di negoziato prevede
una qualche equivalenza delle condizioni, una qualche simmetria tra ciò che
gli attori di questo patto devono concedersi scambievolmente, qui si potrebbe
perfino osservare che esiste una dissimetria, uno squilibrio tutto a favore di
Orfeo: egli può ottenere ciò che nessun essere vivente è mai riuscito ad ottenere,
qualche cosa di così incalcolabilmente grande e importante soltanto a condizione di sospendere temporaneamente lo sguardo. Ma è davvero così elementare
la parte del patto che egli deve rispettare? È davvero così semplice il rispetto
di questa condizione? Si chiede a Orfeo di non guardare Euridice, si chiede
ad Orfeo amante di non guardare l’amata, si chiede in altri termini a Orfeo
- visto che, come sappiamo, per tutto il mondo antico esiste una sostanziale
equivalenza o identità tra il vedere e il conoscere - di amare senza conoscere.
Questa indicazione, questo comando, questa richiesta sono impossibili: non è
possibile scindere l’amore dalla conoscenza. La richiesta è impossibile, non è
ammesso, non è concesso a Orfeo di rispettare questa condizione. Solo così,
dunque, formulando una richiesta che non poteva che essere trasgredita, le
divinità infernali, custodi di leggi che esse stesse non possono modificare, hanno
la possibilità di tutelare l’immodificabilità di quelle stesse leggi. La scissione di
amore e conoscenza - richiesta implicita nel patto - non è possibile; occorrerebbe che si realizzasse una contraddizione, occorrerebbe che Orfeo, amante, non
amasse, allo scopo di poter portare fuori Euridice. Ma è appunto questo il paradosso che segna anche l’esito tragico di questo epilogo. La condizione di amante
non è un dato acquisito una volta per tutte, è una condizione che va - come dire confermata processualmente nel proprio modo di essere e di comportarsi e solo
un paradosso avrebbe potuto consentire a Orfeo di riportare alla luce Euridice;
quell’Orfeo che spinto dall’amore va fino agli inferi per recuperare la sposa perduta, avrebbe dovuto per poterla portare alla luce non amarla più” (Umberto
Curi, tratto dall’intervista: “Amore e conoscenza: il mito di Orfeo e Euridice” - Napoli, Vivarium, 25 giugno 1993).
Se nell’interpretazione gluckiana gli elementi classici e mitologici sono quasi in toto
rispettati, non altrettanto può dirsi per la parodistica interpretazione del mito di Orfeo
da parte di Offenbach con l’operetta “Orfeo all’inferno”.
Qui Orfeo ed Euridice sono una coppia stanca ed annoiata; la loro relazione è a tal punto
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deteriorata che ciascun coniuge cerca fuori di casa una soluzione al proprio abbattimento interiore e alla noia. Tanto Euridice quanto Orfeo non nascondono la loro attrazione
per altri uomini e donne, anzi Euridice ammette la sua relazione amorosa con l’affabile
pastore Aristèe (che in realtà è Plutone, re degli inferi), da poco divenuto vicino di casa
della coppia e col quale la graziosa Euridice, stanca di sentire il marito alle prese col
suo violino e con l’invenzione di stucchevoli melodie, decide di iniziare una nuova vita.
Orfeo non solo non appare eccessivamente afflitto dall’accaduto, ma anzi non nasconde
la gioia di essersi liberato della pur bella sposa. A rovinare la felicità del giovane è
l’Opinione Pubblica che lo minaccia di rovinare la sua reputazione come personaggio
pubblico, in quanto artista e professore di violino, se non parte subito alla ricerca di Euridice per esigerne l’immediato ritorno a casa. Orfeo, troppo cauto e orgoglioso della sua
reputazione di artista per contravvenire alle regole imposte dalla benpensante pubblica
opinione, si reca a malincuore negli Inferi per riprendere la moglie che, dopo i primi
entusiasmi, non nasconde i suoi rimpianti per aver abbandonato Orfeo. Aristeo/Plutone,
infatti, trascura molto la giovane donna lasciandola spesso a casa da sola.
All’inferno Jupiter concede al violinista di poter riavere la moglie, ma Orfeo non deve
guardare indietro durante il suo viaggio di ritorno a Tebe.
Quando la coppia, guidata dalla trionfale Opinione Pubblica, sta per raggiungere il fiume Stige, Jupiter scaglia un fulmine: Orfeo si volta impaurito e, così facendo, perde
Euridice. Affascinata dal futuro che la attende, Euridice, intona la melodia del celeberrimo can-can, sulle cui note si conclude il finale festante dell’operetta. Il lieto fine è
d’obbligo: Orfeo ed Euridice, ognuno per la sua strada.
Piergiorgio Odifreddi
Nato a Cuneo nel 1950, è un matematico, logico e saggista italiano. Ha studiato matematica presso l’Università di Torino, dove si è laureato con lode in logica nel 1973.
Si è poi specializzato nella stessa materia negli Stati Uniti (Università dell’Illinois a
Urbana-Champaign e Università della California, Los Angeles) dal 1978 al 1980 e nella
ex Unione Sovietica (Università di Novosibirsk) nel 1982 e 1983.
Dal 1983 al 2007 ha insegnato logica presso l’Università di Torino ed è stato visiting
professor presso la Cornell University, l’Università di Monash di Melbourne, l’Accademia Sinica di Pechino, l’Università di Nanjing, l’Università di Buenos Aires e l’Italian
Academy della Columbia University. Oltre all’attività accademica, da una quindicina
d’anni ha intrapreso una fortunata attività divulgativa, iniziata con collaborazioni a vari
giornali e riviste: dapprima La Rivista dei Libri, Sapere, Tuttoscienze e La Stampa,
e attualmente La Repubblica, L’espresso e Le Scienze. La maggior parte di questa
produzione giornalistica è stata finora raccolta in quattro libri.
Da una decina d’anni ha anche iniziato una nutrita produzione letteraria, con saggi di
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vario genere che mirano a mostrare la pervasività della scienza in generale, e della
matematica in particolare, nella cultura umanistica: soprattutto nella letteratura, nella
musica e nella pittura, ma anche nella filosofia e nella teologia.
Odifreddi ha organizzato tre Festival della Matematica dal 2007 al 2009 all’Auditorium di Roma, su invito dell’allora sindaco Walter Veltroni, festival frequentato da circa
60.000 persone ogni anno e onorato dalla presenza del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano all’inaugurazione nel 2008. Innumerevoli le partecipazioni a programmi radiofonici (oltre 400 tra cui Chi ha ucciso Fermat?, Alle otto della sera,
Vite da logico, A tutto Darwin, A tutto Galileo, con interviste a Roberto Benigni e
Riccardo Giacconi) e televisivi, come Matrix, Porta a Porta, Crozza Italia, Anno
Zero e molte altre per un totale di oltre 300 apparizioni. Per alcuni anni è stato presente
su National Geographic Channel con la rubrica Ai confini della Scienza.
Innumerevoli i premi e le onorificenze:
• 1998 Premio Galileo dell’Unione Matematica Italiana;
• 2002 Premio Peano della Mathesis di Torino e Premio Giovanni Maria Pace della
Sissa di Trieste per il saggio C’era una volta un paradosso, Premio Fiesole Narrativa Under 40 per la divulgazione scientifica;
• 2003 Premio Filosofico Castiglioncello per il saggio C’era una volta un paradosso;
• 2005 Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per motu proprio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi;
• 2006 Premio Italgas per la divulgazione scientifica;
• 2007 Premio Capo d’Orlando per la divulgazione scientifica;
• 2008 Premio Saint-Vincent come personaggio rivelazione della radio;
• 2009 Tau d’Oro per la comunicazione.
Numerose anche le pubblicazioni tecniche, quelle di carattere divulgativo, quelle sulla
religione, le raccolte di articoli, di interviste, le curatele per Einaudi, Mondadori, Longanesi, Cortina Editore, Zanichelli, Academic Press, Dedalo Edizioni, oltreché la produzione di Audiovisivi per Rai Trade, Asia, Le Scienze, La Repubblica, L’Espresso.
Nicola Ventrella, direttore d’orchestra
Vincitore e premiato in 15 concorsi nazionali ed internazionali, si è diplomato col massimo dei voti e la lode in pianoforte presso il Conservatorio di Matera, perfezionandosi
in seguito al “Mozarteum” di Salisburgo con Sergeij Dorensky e Dieter Zechlin, a Milano con Bruno Canino, ed a L’Aquila con Carlo Grante. A compimento di una carriera
accademica completa, ha compiuto gli studi di composizione con Riccardo Vaglini e di
orchestrazione con Larry Blank conseguendo brillantemente il diploma in composizione, in musica corale e direzione di coro in strumentazione per banda.
Nel 2000 ha conseguito inoltre, con il massimo dei voti e la lode, il diploma in direzio11
ne d’orchestra sotto la guida di Rino Marrone.
Vincitore di una borsa di studio, ha proseguito i suoi studi professionali in direzione
d’orchestra con Aldo Ceccato, Hans Zender, Markus Lethinen e dal 2001 con Jorma
Panula (Helsinki e Stoccolma) oltre agli studi musicologici presso il Dipartimento di
Arte, Musica e Spettacolo dell’Università degli Studi di Bologna.
Ha tenuto concerti in importanti città italiane ed estere, tra cui Salisburgo (Wiener
Saal, Grossess Studio, Mozart Saal), Glasgow (Stevenson Hall, Royal Concert Hall),
Montréal (Théatre Jean-Duceppe), Cleveland (Kulas Hall, Festival “Access to the
Arts”), San Pietroburgo (Cappella Glinka), Pisa (Teatro Verdi), Pordenone (Auditorium
Concordia), Treviso (Festival “Finestre sul 900”), Verona (Sala Maffeiana del Teatro
filarmonico), Kuopio (Town Hall), Napoli (Teatro Sannazzaro), Taranto (Teatro Orfeo),
Ruse (National Philarmonic Hall), Copenhagen (Radio City Hall) sia in qualità di direttore d’orchestra che come pianista.
Ha registrato per la Radio Vaticana, la CBC, WCLV 95/5 (USA) e Radio Canada, oltre
che per le etichette discografiche “Ars Publica”, “DAD records” e “dal Sud”.
Nel 1995 è risultato semifinalista, nonché vincitore di un premio speciale della giuria
alla Royal Scottish International Competition.
Dopo un suo concerto alla Stevenson Hall, il Glasgow Herald Magazine ha scritto di
lui: “...superbo! L’italiano Nicola Ventrella è un musicista straordinariamente
raffinato”.
In qualità di compositore, orchestratore e direttore d’orchestra ha collaborato con artisti
di fama internazionale, quali - tra gli altri - Katia Ricciarelli, Cecilia Gasdia, Andrea
Bocelli, Ronald Stevenson, Elio Pandolfi, Sarah Jane Morris, Pietro Ballo, Massimo
Ranieri, Lucio Dalla; i suoi lavori sono inoltre stati eseguiti da prestigiose orchestre,
tra cui l’Orchestra Sinfonica di Belgrado, la Hartford Symphony Orchestra (tournèe
nelle principali città degli USA e Canada), l’Orchestra Sinfonica Regionale Sarda, il
Collegium Musicum di Bari, l’Orchestra Sinfonica di San Marino, l’Orchestra d’archi
di Roma, l’Orchestra Sinfonica del Teatro “Marruccino” di Chieti, l’Orchestra Sinfonica del Festival di Napoli (diretta televisiva Mediaset), la Banda dell’Aeronautica
militare di Roma, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo e molte altre.
Ha diretto compagini orchestrali come l’Ensemble “Bruno Maderna”, l’Orchestra
“Musica Renovata” di Napoli, l’Ensemble “Gabrieli”, l’Orchestra dell’ “Accademia
di S. Giorgio” di Venezia, l’Orchestra “Ad Libitum” di Verona, l’Orchestra Sinfonica
di Kuopio (Finlandia), l’Ensemble “Opus Archimagicum”, l’Orchestra di Stato Russa dell’Opera e Balletto (San Pietroburgo), l’Orchestra della Cappella “Glinka” (San
Pietroburgo), la National Philarmonic Orchestra di Ruse (Bulgaria), la Danish National Radio-Symphony Orchestra (Copenhagen), la “Kapu Bandi” Symphony Orchestra
(Helsinki), la Gaevle Symphony Orchestra (Svezia) e l’Orchestra della “Magna Grecia”
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di Taranto (I.C.O), di cui dal 2006 è principale direttore ospite.
Attualmente è docente titolare presso il Conservatorio statale di musica di Bari.
Patrizia Cigna, soprano
Allieva di Jolanda Meneguzzer, si diploma al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze nel 1995 con il massimo dei voti, lode e menzione di merito sotto la guida di
Maria Grazia Germani.
Vincitrice di numerosi Concorsi Internazionali quali Tito Schipa (Lecce) ‘94, William
Walton ‘95, Rocca delle Macìe ‘95, debutta nel 1993 al Teatro Verdi di Pisa nell’opera
Il piccolo spazzacamino di Britten e da allora interpreta ruoli protagonistici quali
Die Zauberflöte (Die Königin der Nacht), Così fan tutte (Despina), Nozze di Figaro
(Susanna), Clemenza di Tito (Servilia), Idomeneo (Ilia), Lucia di Lammermoor,
Don Pasquale, Elisir d’amore (Adina), La Bohème (Musetta), Rigoletto (Gilda),
Ariadne auf Naxos (Zerbinetta), Un ballo in maschera (Oscar), Carmen (Micaela,
Festival Arena di Verona stagione 2003), Barbiere di Siviglia (Rosina), Tancredi
(Amenaide), Traviata (Violetta) in teatri come il Teatro Verdi di Trieste, il Malibran
di Venezia, il Comunale di Bologna, il Comunale di Firenze, il Comunale di Ferrara,
il Valli di Reggio Emilia, oltreché al Festival di Torre del Lago, al Festival Arena di
Verona, al Regio di Torino, al Piccinni di Bari per la stagione del Petruzzelli, al Festival Avenches (Svizzera), Tour Reisopera (Olanda), Wexford Festival Opera (Irlanda),
Opera Theatre di Seoul, Municipal di San Paolo (Brasile), Alicante (Spagna), Kaunas
(Lithuania) e molti altri in tutto il mondo.
Ha al suo attivo numerose incisioni di opere inedite, registrando tra l’altro per Bongiovanni (La Romanziera e l’uomo nero e Il Paria di Donizetti, Il Filosofo di
Campagna e Il Mondo della Luna di Galuppi, I Virtuosi ambulanti di Fioravanti,
oltrechè in DVD Il Re di U. Giordano sotto la direzione di Gianna Fratta), Tactus,
Marco Polo Naxos (L’Etoile du Nord di Meyerbeer con Juan Diego Florez), Kikko
Music, RAI (brani su testi leopardiani di vari autori e in diretta, nel maggio 2009, per
la trasmissione “Piazza Verdi” su Radio 3 con musiche di Haendel), Naxos (La Cenerentola di Rossini con Joyce Di Donato), Hardy Video (La Dirindina di D. Scarlatti),
Decca (Nabucco con Leo Nucci e Guleghina per l’Arena di Verona.
Si pregia di aver collaborato inoltre con direttori di fama internazionale quali Daniele
Gatti, Lü Jia, Vladimir Jurowsky, Evelino Pidò, Carlo Rizzi, Paolo Olmi, Ton Koopman, Diego Fasolis, Alberto Zedda, Piero Bellugi, Umberto Benedetti Michelangeli,
Daniel Oren, Zubin Mehta e molti altri.
Tra gli ultimi impegni da segnalare l’opera Il Mondo alla Rovescia di Salieri al Teatro
Filarmonico di Verona diretta da Federico Maria Sardelli in prima esecuzione in tempi moderni, appena uscita in cd ed edita da Dynamics e il debutto ne L’Italiana in
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Algeri di Rossini per la stagione lirica del Teatro Comunale di Firenze e per il Teatro
Regio di Torino.
Cataldo Caputo, tenore
Nato nel 1980 dimostra, sin da piccolo, una vivace musicalità.
Trampolino di lancio per la sua brillante carriera è stato “Il Barbiere di Siviglia”:
nella stagione 2001-2002 del teatro Politeama Greco di Lecce, Caputo debutta nelle
vesti del Conte d’Almaviva, personaggio mai più abbandonato.
Diplomatosi in canto presso il Conservatorio “Nicolò Piccinni” di Bari col massimo dei
voti e la menzione di lode sotto la guida del baritono Luigi De Corato, si iscrive alla
Facoltà di Conservazione dei Beni Musicali dell’Università di Lecce ove approfondisce
la sua preparazione musicologica.
Con il Barbiere inizia una rapida ed intensa carriera che lo porta a collaborare con le
maggiori realtà musicali italiane e straniere: il Teatro Alla Scala di Milano, il Teatro
dell’Opera di Roma, il Teatro San Carlo di Napoli, la Cleveland Orchestra, la Fondazione K. Goulbenkian di Lisbona, l’Opera Royal de Wallonie, il Teatro Alighieri di Ravenna, il Teatro R. Castro de La Coruna, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Carlo
Felice di Genova, la Fondazione Petruzzelli di Bari, il Festival della Valle d’Itria ecc.
Di Rossini ha interpretato anche Cenerentola, La cambiale di matrimonio, Il turco in Italia, Il viaggio a Reims. Di Bellini ha portato in scena La sonnambula e I
Capuleti e i Montecchi, di Donizzetti L’elisir d’amore, Don Pasquale, La fille du
Regiment, Rita, Il campanello.
Ad arricchire ulteriormente il repertorio dell’artista troviamo alcune incursioni in epoche più vicine ai giorni nostri e nella musica sacra: Il cappello di paglia di Firenze
di Rota, Gianni Schicchi di Puccini, Falstaff di Verdi, Semiramide di Meyerbeer,
Pulcinella di Stravinskij, Stabat Mater e Petite Messe Solennelle di Rossini, Missa
dell’incoronazione di Mozart, The Messiah di Handel e Missa Sanca Cecilia di
Garcia.
Tra le sue interpretazioni ricordiamo in particolare Il barbiere di Siviglia al Teatro
Alla Scala, direttore Mazzola, regia Ponnel e all’Opèra Royal de Wallonie direttore Mariotti, regia Mazzonis; La fille du Regiment all’Opera di Roma, direttore Campanella,
regia Crivelli; La Cambiale di Matrimonio a La Coruna direttore Bosman, regia
Scandella; I Capuleti e i Montecchi all’Opèra Royal de Wallonie, direttore Acocella,
regia Mazzavillani Muti; Falstaff a Cleveland e a Lucerna con la Cleveland Orchestra,
direttore Weltser-Möst, regia Zimermann; The Messiah a Padova con I Solisti Veneti,
direttore Scimone; Gianni Schicchi al teatro Massimo di Palermo direttore Arrivabeni, regia Micheli.
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Tra gli impegni futuri figurano Don Pasquale all’Opera Giocosa di Savona e al Teatro
Comunale di Firenze e il debutto ne La Traviata.
Ha inciso per Dynamic, Bongiovanni e Musica rara.
Annarita Di Giovine-Ardito, soprano
Diplomata in Canto al Conservatorio “U. Giordano” di Foggia con il massimo dei voti,
sotto la guida del mezzosoprano Sofia Mukamethova. Vincitrice del 2° premio al Concorso Internazionale “U. Giordano” e della “Rassegna giovani concertisti” del Conservatorio di Foggia, si è distinta come solista al festival Internazionale “Smetana”
di Litomysl (Rep. Ceca), nei teatri di Argostoli e Lixouri (Grecia), Poznan (Polonia)
e Postumia (Slovenia); ha tenuto concerti nelle principali città italiane. Dal 1995 al
2002 è stata in organico del Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, con il quale ha svolto
intensa attività anche come solista.
Ha cantato in diretta RAI alla trasmissione Telethon, edizioni 1997 e 1998.
Per la lirica, ha seguito corsi di perfezionamento a Venezia con il M° Schermann Lowe
e a Messina con il M° Bevacqua. Da sempre è anche impegnata nel comparto vocalepolifonico. Collabora con “Ars Cantica Choir” di Milano, diretto dal maestro Marco
Berrini.
Elena Kofinà e Kim Sokolowski, ballerini
Danzatori attualmente residenti in Germania, Elena Kofinà e Kim Sokolowski provengono da diversa formazione accademica. Elena studia a Roma all’Accademia Nazionale di danza e poi in Germania alla Folkwang Hocschule di Essen dove partecipa alla
ricostruzione di coreografie come “A choroegraphic Offering” di J. Limon, “Rooms” di
A. Sokolow diretto da Jim May e “Tannäuser Baccanal” di Pina Bausch, mentre Kim
studia danza e coreografia alle Università di Munster, Colonia, Essen e Danza Moderna
alla prestigiosa Folkwang Hocschule di Essen.
Lavorano con grandi coreografi come S. Akika, Kuo Chu Wu, Norbert Steinwartz, Johannes Wieland e successivamente con Beatrice Libonati, Paolo Fossa, Caterina Genta e Chun-Hsien Wu, oltreché con Sven Daum, Ben Riepe e numerosi altri, con i quali
si producono in Germania, Italia, Olanda, Libano, Siria, Venezuela, Repubblica Ceca,
Stati Uniti ecc. Kim dall’agosto 2007 all’agosto 2008 è in tournèe con la produzione
“Folkwang Tanzstudio”, sotto la direzione artistica di Henrietta Horn e Pina Bausch
che lo porta ad esibirsi in tutto il mondo.
La collaborazione con la grande coreografa Pina Baush segna la loro carriera anche
come coppia e li porta sempre più ad essere due rappresentanti del Teatro-Danza tedesco di primissimo livello, con continue esibizioni in importanti teatri del mondo e
apprezzamenti unanimi di critica.
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Vaccari
Seehafer
Unsal
Mizzi
Rubboli
domenica 2 gennaio 2011
Lucera, Teatro Garibaldi • Ingresso ore 10.30 –Sipario ore 11.00
Foggia, Teatro del Fuoco • Ingresso ore 17.30 –Sipario ore 18.00
Concerto del Nuovo Anno
Principesse e champagne
La magia di Vienna
Damiana Mizzi, soprano
Cuneyt Unsal, baritono
Walter Rubboli, cantattore
CivicaOrchestra
Reinhard Seehafer, direttore
Arie e duetti da operette e valzer di Strauss
Conversazione Seconda
“La musica al cinema”
con Giandomenico Vaccari
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Note d’ascolto
Tra arie d’operetta, valzer di Strauss, duetti briosi diamo il benvenuto al 2011 nel modo
musicalmente più tradizionale possibile.
Trama drammatica semplice e spesso inverosimile, cornice scenica e coreografica sfarzosa e suggestiva, partecipazione orchestrale briosa e spumeggiante, musica gaia, aggraziata, spassosa, di immediata godibilità, ambientazione ricca e pervasa dalla gioia
di vivere: questi gli elementi di uno dei generi più fortunati tra la metà del XIX secolo
e la Prima Guerra Mondiale, l’operetta, di cui ascolteremo arie molto note e celeberrimi duetti.
Nell’incanto del valzer, della mazurka, della csàrdàs, della marcia, del fox-trot, la musica
dell’operetta esercita nell’Ottocento nella vasta area europea tutta la sua magia artistica
tanto da richiamare l’attenzione e la dedizione di grandissimi compositori, di autentici
geni musicali che le conferirono una dignità ed una qualità artistica di tutto rilievo.
Pensiamo ad Offenbach in Francia, a Strauss e Lehár, ungherese di nascita, a Vienna,
a Mario Costa, Virgilio Ranzato e Mascagni in Italia, a Sullivan in Inghilterra, a Porumbescu in Romania e a titoli che ormai fanno parte del nostro patrimonio culturale
acquisito come La vedova allegra, Il pipistrello, Il paese del sorriso, Cin-ci-là,
Al cavallino bianco, La principessa della Czarda. Non potrà mancare l’omaggio
alla musica del viennese Johann Strauss, i cui valzer, polke e marce sono un must nei
concerti di Capodanno. Un augurio di buon 2011 a tutti.
Giandomenico Vaccari
Nato a Bari nel 1955, Giandomenico Vaccari si forma nel teatro della sua città, il Politeama Petruzzelli, dove svolge le funzioni di Coordinatore Artistico e Reponsabile dell’Attività Operistica.
Successivamente ricopre importanti incarichi nei più prestigiosi teatri italiani: collabora,
in qualità di Segretario Artistico, con il Teatro Comunale di Bologna dal 1991 al 1995 e
con il Teatro Carlo Felice di Genova dal 1995 al 1997; dal 1997 al 1998 viene nominato
Direttore dell’Organizzazione Artistica del Teatro dell’Opera di Roma e Consulente Artistico del Teatro Valli di Reggio Emilia; in seguito assume il ruolo di Direttore Artistico del
Teatro Giuseppe Verdi di Trieste dal 1998 al 2002, del San Carlo di Napoli dal 2002 al
2005, del Teatro Verdi di Salerno dal 2001 al 2006.
Dal 2005 è Sovrintendente della giovane Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di
Bari. Nei diversi ruoli ricoperti in ambito artistico, ha realizzato le prime grandi tournée in
Giappone del Teatro Comunale di Bologna, del Giuseppe Verdi di Trieste e del San Carlo
di Napoli; ha realizzato i primi grandi spettacoli allo Stadio Olimpico di Roma portando
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in scena Turandot e Tosca di Giacomo Puccini con enorme successo di pubblico (oltre
110.000 spettatori in due anni) e ha rilanciato la programmazione artistica del Verdi e il
“Festival dell’Operetta” di Trieste. Si è occupato del coordinamento del circuito emiliano
– romagnolo per l’opera lirica con i teatri di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna,
Ravenna, Ferrara ed ha sostenuto il ritorno dopo 40 ani del teatro San Carlo nelle prestigiosa Arena Flegrea di Napoli.
Ha lavorato con eminenti Direttori d’Orchestra quali Gary Bertini, Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Christian Thielemann, Jeffrey Tate, Daniel Oren, Gianluigi Gelmetti, Roberto
Abbado, Georges Pretre, Zubin Mehta, Esa Pekka Salonen e con rinomati registi come
Luca Ronconi, Robert Carsen, Mario Martone, Willy Deccker, Tony Servillo, Pier Luigi
Samaritani, Jorge Lavelli.
É stato invitato in commissione di numerosi concorsi di canto nazionali ed internazionali
fra cui “Francisco Vinas” di Barcellona, “Sperimentale” di Spoleto, “Toti Dal Monte” di
Treviso, “Adami Corradetti” di Padova, “Ottavio Ziino” di Roma, “Nyiop International
Opera Audition” a New York e “Colmenar Viejo” di Madrid.
In qualità di docente tiene numerose conferenze e lezioni di “Drammaturgia”, “Estetica
Musicale”, “Organizzazione e Management dello Spettacolo”, “Storia e Legislazione delle
Fondazioni Lirico Sinfoniche”, “Strategie e Scelte di Programmazione Artistica” nei Conservatori e nelle Università italiane.
Reinhard Seehafer, direttore d’orchestra
Fondatore e direttore principale dell’Europa Philharmonie, una nota compagine orchestrale sinfonica composta da musicisti provenienti da molti Paesi europei, Seehafer è nato
a Magdeburg in Germania e ha studiato direzione d’orchestra, composizione e pianoforte a Berlino e Weimar con Kurt Masur e Rolf Reuter, collaborando anche con Leonard
Bernstein e Otmar Suitner.
Nel 1980 ha ricevuto il prestigioso premio Felix-Mendessohn-Bartholdy e nel 1982, dopo
il sensazionale debutto di Madama Butterfly al Komische Oper Berlin, è stato immediatamente ingaggiato come direttore nel teatro berlinese.
Ha lavorato con direttori e coreografi come Harry Kupfer, Joachim Herz e Tom Schilling.
Nel 1989 è diventato direttore principale e direttore artistico dell’Opera House di Görlitz.
Nel 1992 ha fondato l’Europa Philharmonie, di cui è ancora direttore principale. Tra le
orchestre dirette in tutto il mondo ricordiamo la Gewandhausorchester di Leipzig, la Staatskapelle a Dresda, la MDR Sinfonieorchester, la Konzerthausorchester a Berlino, l’Arthur
Rubinstein Philharmonic Orchestra di Lodz, la Borusan Istanbul Philharmonic Orchestra,
la National Orchestra del Bolshoi Theater a Minsk, l’Orquesta Sinfonica Nacional a Bogota e numerose altre.
Come direttore d’opera Reinhard Seehafer ha diretto circa 800 performances di oltre 40 ti18
toli operistici (La Boheme, Margarete, Tosca, La Traviata, Fidelio, The Magic Flute, Don Giovanni, Cosi fan tutte, Albert Herring, Otello, Jenufa, Der Freischütz,
The Merry Wives of Windsor, Carmen, Orpheus and Eurydice, Romeo and Julia,
Turandot, Rothschild’s Violin, Candide, Rigoletto ecc.).
Molto attivo anche come compositore, Seehafer ha un nutrito catalogo di opere, tra cui
“Parable” tratta da “Nathan the Wise” di Lessing in prima esecuzione assoluta al Grand
Theatre del Cultural Palace of Nationalities a Pechino, il Trio “Six variations sur une
theme des trouveres“ (Bargemusic Festival New York 2004), “Amadeus-Fantasy“ (Latina
Musikfestival Italien 2006), “Land of Enchantment“ (Las Cruces Symphony Orchestra/
USA 2007).
Nel settembre 2010 ha ricevuto il Gellert Prize per i suoi straordinari successi di artista
internazionale.
Damiana Mizzi, soprano
Diplomata in canto con il massimo dei voti, si è perfezionata con Natale De Carolis, Manuela Custer e Amelia Felle. È membro effettivo del corso di alto perfezionamento dell’Accademia Nazionale di S.Cecilia “Opera studio”, tenuto da Renata Scotto (interpretazione
vocale), Anna Vandi (tecnica vocale) e Cesare Scarton (arte scenica e dizione).
Ha debuttato giovanissima nel luglio 2004 nel ruolo di Rosina nell’opera Il Barbiere di
Siviglia di G. Paisiello, cui seguono i ruoli di Valencienne nell’operetta La Vedova Allegra di F. Lehár, Despina in Così fan tutte di W. A. Mozart (anche presso l’Auditorium
Parco della Musica di Roma in una produzione dell’Accademia di S.Cecilia) e Lauretta in
Gianni Schicchi, Musetta ne La Bohème di G. Puccini, Sofia nell’intermezzo comico La
Furba e lo Sciocco di D. Sarro (prima nazionale), Serpina nella doppia versione musicale
de La Serva Padrona di G. Pergolesi e di G. Paisiello, Elisetta ne Il Matrimonio Segreto di D. Cimarosa (per Stresa Festival 2010).
Nel 2005 si è esibita in diretta a Roma per Radio Vaticana e nella Basilica di San Pietro
alla presenza del Pontefice Benedetto XVI.
È vincitrice del primo premio nella XII edizione del Premio Internazionale di Canto Lirico
“Valerio Gentile” e nel IX Concorso Europeo “Don Matteo Colucci”.
Collabora stabilmente con diverse formazioni vocali e da camera e si esibisce in Italia e
all’estero con lusinghieri successi di pubblico e di critica.
Cüneyt Ünsal, baritono
Nasce a Smirne nel 1977 e si laurea in Discipline Musicali con indirizzo specifico in canto
lirico presso l’Università “Dokuz Eylül” della sua città.
Intraprende giovanissimo la carriera di baritono e si afferma nel panorama nazionale del
suo Paese, qualificandosi ad una severissima selezione per Giovani Cantanti presso il Te19
atro di Stato di Smirne nel 1998. Qui debutta diversi ruoli principali tra i quali Figaro ne
Il Barbiere di Siviglia, Giorgio Germont in La Traviata, Ford in Falstaff, Escamillo
in Carmen e Valentino nel Faust di Gounod.
Partecipa in Turchia a numerosi festival musicali, riscuotendo sempre ottimi consensi di
pubblico e critica. Trasferitosi in Italia, dove si perfeziona con Maestri del calibro di Stella
Silva, Shermann Lowe, Maurizio Arena, Mauro Trombetta e Renato Bruson, debutta col
ruolo di Dandini con il Teatro La Fenice di Venezia. Canta successivamente in una produzione dell’opera contemporanea Processo a Babbo Natale di Roberto Molinelli, del
quale interpreta anche L’oratorio “Papa Wojtyla” in occasione del primo anniversario
dalla morte del Papa per il Teatro Giordano di Foggia, il Teatro Rossini di Pesaro e il Teatro
di Ortona. In seguito al successo conseguito nel ruolo di Dandini, è riconfermato dal Teatro
La Fenice e dal Conservatorio di Venezia per il Don Giovanni di Mozart, nell’omonimo
ruolo. Nel 2006 partecipa ad una tournée in prestigiosi teatri di Germania, Svizzera, Austria, Norvegia, Danimarca e Olanda interpretando Marcello in La Bohème, Giorgio Germont in La Traviata. Sempre nel 2006 interpreta il ruolo di Alfio in Cavalleria Rusticana di Mascagni al Teatro Donizetti di Bergamo e nel 2008 quello di Figaro ne Il Barbiere
di Siviglia al Teatro Olimpico di Vicenza, ruolo che ripete nella versione di Paisiello nel
luglio 2008 sotto la direzione di Donato Renzetti a Foggia. Nell’agosto 2009 debutta il ruolo
di Sharpless nella Butterfly di Puccini a Gijon in Spagna con grande successo e debutta in
Otello di Verdi - regia e primo cast Renato Bruson - nell’autunno 2009.
Oltrechè nel repertorio operistico è molto attivo in quello cameristico come componente
dell’ensemble “U. Giordano”, col quale incide il CD “All’Opera dopo l’Opera” e “Le canzoni di Ludwig” uscito nel dicembre 2009 per il noto mensile Amadeus. Con l’ensemble
“U. Giordano” effettua tournèe in Svezia, Lituania, Italia, India, Turchia, Israele, Spagna
e Corea.
Walter Rubboli, cantattore
Modenese di origine, classe 1968, si laurea alla Cattolica di Milano in Comunicazioni
Sociali con una tesi sull’opera lirica nella storia del cinema.
Docente di lettere, adattatore per il doppiaggio delle serie di cartoni animati di Mediaset,
cantante, attore e regista di opera lirica e operetta, è da anni a capo della Compagnia di
Operette del Laboratorio Lirico Europeo ed ha riproposto, in nuove versioni moderne ricche di verve comica, anche operette dimenticate dai teatri lombardi come Acqua chetae
La danza delle libellule.
Tra i suoi maggiori successi, lo spettacolo Tutto va ben madama la marchesa nel quale,
da protagonista, rifà la storia della rivista e dell’avanspettacolo italiani, come pure Cinema Cinema Cinema, altro spettacolo scritto in collaborazione con il padre Daniele, che
ripropone la storia del cinema attraverso le più belle canzoni da film.
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Boldrini
Ensemble Giordano
Verdi
domenica 16 gennaio 2011
Lucera, Teatro Garibaldi • Ingresso ore 10.30 –Sipario ore 11.00
Storia di un buffone
Liberamente tratta da Rigoletto
opera in tre Atti
su libretto di Francesco Maria Piave
tratto da Le roi s’amuse di Victor Hugo
Musica di
Giuseppe Verdi
Ideazione, trascrizione e testi di
Dino De Palma, violino
Francesco Montaruli, violoncello
Gianna Fratta, pianoforte
Rigoletto, buffone di corte Cuneyt Unsal, baritono
Gilda, figlia di Rigoletto Ida Fratta, soprano
Il Duca di Mantova, Giuseppe Talamo tenore
Maddalena, sorella di Sparafucile Angela Bonfitto, mezzosoprano
Giampiero Mancini, attore
Conversazione Terza
“Teatri di pace e teatri di guerra”
con Laura Boldrini
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Note d’ascolto
Storia di un buffone. Il dramma della maledizione.
Rigoletto è la prima in ordine cronologico di quella che viene definita la “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi, seguita da La Traviata e Il Trovatore.
L’opera viene composta in un periodo di grande produttività per il Maestro che comunica a Francesco Maria Piave la sua intenzione di musicare un soggetto particolare, con
personaggi che avevano già destato scandalo nella Parigi del 1832, Le Roi s’amuse
di Victor Hugo. Nonostante le insistenze di Piave con il direttore della Fenice Carlo
Marzari, nulla si può contro la censura che vieta di rappresentare un re come un cinico
libertino. Il librettista e il compositore devono accettare di apporre alcuni cambiamenti
all’originale francese: il protagonista, Francesco I re di Francia, viene trasformato in
un anonimo Duca di Mantova (peraltro riconoscibile in Vincenzo I Gonzaga) e vengono
cambiati molti nomi dei personaggi.
Ma il vero cambiamento operato dal librettista, su suggerimento dello stesso Verdi,
non è il riferimento negato alla figura nobiliare, quanto il cambio di prospettiva: Verdi
non vuole il re come protagonista della sua opera, ma il suo buffone di corte. Di qui la
scelta definitiva del titolo Rigoletto (dal francese Tribolet), cambiato, sempre a causa
della censura, dopo il provvisorio La maledizione.
La sera dell’11 marzo 1851, dopo un anno circa di lavoro, la prima al Teatro La Fenice
di Venezia che ottiene grande successo di pubblico e critica.
Ciò che maggiormente colpisce il pubblico del Teatro veneziano e i critici del tempo,
al di là della già consolidata bellezza della scrittura musicale, è l’impatto immediato
del “personaggio”, in tutte le sue sfaccettature psicologiche; nell’opera, infatti, i protagonisti vengono presentati e descritti, complice la maestria e la forza espressiva della
musica di Verdi, oltrechè di un libretto estremamente efficace, in ogni piega del loro
animo, in modo da portare alla luce le contraddizioni dell’ umana natura e la variegatezza dei sentimenti terreni, i quali, travalicando il personaggio, si ergono a principi
psicologici dell’essere “uomo”.
E così emerge, in primis, la superficialità, la frivolezza e la fatuità che caratterizzano il
libertino, cioè il Duca di Mantova la cui personalità è inequivocabilmente tratteggiata,
in tutto lo svolgimento dell’azione teatrale, dalla musica come è agevolmente rilevabile
in “Questa o quella”, “La donna è mobile”, “Bella figlia dell’amore”.
In contraddizione con la frivolezza del Duca emerge la sincerità, la dolcezza, l’innocenza, il romanticismo, il sentimentalismo, lo spirito di sacrificio di Gilda che riceve, sempre dalla musica di Verdi, un mirabile contributo in termini di commovente
espressività. Tra gli esempi più rappresentativi del carattere di Gilda v’è senza dubbio
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il brano “Caro nome”, dove le note si percepiscono quasi separate tra di loro da brevi
pause, al pari di inconfessabilmente languidi sospiri; altrettanto espressivi, “Tutte le
feste al tempio”, nel quale Gilda narra il suo incontro con il Duca, che lei è convinta
essere uno studente “e povero” e, infine, la dolcissima frase che Gilda rivolge al padre
disperato, nel finale dell’opera: “V’ho ingannato, colpevole fui”.
Sui diversi e multiformi aspetti della personalità di Rigoletto la musica di Verdi è altrettanto efficace: vero e proprio buffone di Corte, ironico, facile e pronto allo sberleffo,
Rigoletto, quando si rivolge ai cortigiani ha, musicalmente, gli stessi “modi” del Duca,
privi di contenuti emotivi. Allorché egli è preoccupato per i pericoli e per le insidie a
cui Gilda, sua figlia, può essere esposta, diviene padre amoroso e l’affetto che lo trasfigura ne modifica profondamente anche il canto (“Veglia, o donna, questo fiore”); la
musica lo trasforma ancora in uomo sofferente per la propria situazione morale e fisica
(“O uomini!... o natura!...”); o lo rende rabbioso re, allorché vedrà trasformarsi in reale
situazione drammatica e tragica le apprensioni manifestate per la sorte della figlia
(“Cortigiani, vil razza dannata”). In ogni circostanza è, prevalentemente, proprio la
musica che esprime i suoi sentimenti e rende espliciti i suoi stati d’animo: una musica
che si rapporta sempre efficamente con tutti i risvolti psicologici del personaggio e li
realizza magistralmente.
Il punto più alto della ricerca psicologica e musicale dell’intera opera è comunque
raggiunto nel Quartetto: Maddalena e il Duca di Mantova, Rigoletto e Gilda cantano
insieme, le loro voci si sovrappongono, ma la musica rispetta, per ciascun interprete,
i caratteri distintivi delle singole personalità: Rigoletto ha accenti accorati e canta
con tragica consapevolezza; Gilda si esprime con toni accesi dai sentimenti amorosi e
dalla commozione; Maddalena canta in modo quasi grottesco, perfino un po’ volgare,
privo comunque di qualsiasi risvolto sentimentale o che sottintenda emozione; il Duca
riprende una delle sue “canzoncine” disimpegnate (“Bella figlia dell’amore”), di contenuto volutamente frivolo e superficiale.
Tutta l’opera è percorsa, infine, dal tema ossessivo della “maledizione”, un’idea musicale che ricorda, ogni volta che appare, il peso che esercita il destino rispetto alle
vicende del protagonista. Il tema appare nelle primissime battute all’inizio dell’opera,
espresso da un “do” ribattuto, e nell’identico modo si ripropone, in termini sempre più
minacciosi, sia, ripetutamente, dopo la festa nel palazzo del Duca (“Pari siamo”), sia
nell’Atto III, dove si ripresenta nelle ultime battute del dramma, allorché Rigoletto
constata, con dolore e orrore, l’avvenuta morte della propria figlia, sacrificatasi per
salvare la vita al Duca.
Questa nuova produzione dell’ensemble foggiano proporrà la storia di Rigoletto in versione cameristica per trio strumentale e i quattro cantanti dei ruoli principali, affiancati dalla voce dell’attore che narrerà una commovente storia di amori, potere, odi,
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vendette, affetti, maledizioni e morte in un caleidoscopico susseguirsi di sentimenti
tutti umani, fuori dal tempo.
L’Ensemble Umberto Giordano di Foggia è una formazione cameristica composta da
musicisti dalla carriera ricca di esperienze e collaborazioni importanti; i suoi componenti hanno singolarmente e in formazioni cameristiche suonato in Italia, Giappone,
Australia, Inghilterra, Francia, Russia, Belgio, Stati Uniti e molti altri Stati, in città
come New York, Sydney, S. Pietroburgo, Vilnius, Tel Aviv, Londra, Il Cairo, Tokyo, Parigi, Lyon, collaborando in concerti e spettacoli con artisti di fama internazionale come
Enrico Dindo, Uto Ughi, Josè Carreras, Raina Kabaivanska, Roberto Benigni, Jerry
Lewis, Bart Bacarach, Sergio Castellitto, Mirella Freni, Liza Minelli, Charlie Haden,
Carla Fracci, Andrea Bocelli, Michele Placido e numerosi altri.
Apprezzati dal pubblico e dalla critica per la scelta dei programmi sempre originali e
ricercati, spesso in prima esecuzione assoluta, costruiti in forma di spettacoli autoprodotti dall’ensemble, il gruppo spazia dalla musica colta all’opera lirica, dagli allestimenti in forma scenica di opere in versione cameristica, all’esecuzione di spettacoli
in cui musica, narrazione, danza e altre arti interagiscono in modo nuovo e sempre
diverso.
L’ensemble “U. Giordano”, formatosi nel 2002, ha effettuato concerti e apprezzate
tournèes in Italia, Israele, Corea, Turchia, Svezia, Lituania, India ed ha in programma
tournèes negli Stati Uniti, in Giappone e ancora in Corea nel 2011.
L’ensemble e i suoi singoli componenti, musicisti noti anche a livello personale nel panorama musicale internazionale, hanno inciso per Velut Luna di Padova, Bongiovanni
di Bologna, BMG Ricordi, Dynamic, Tactus e numerose altre case discografiche.
Il 30 aprile 2010 l’Ensemble ha debuttato alla Carnegie Hall di New York con grande
successo di critica. Particolarmente apprezzate anche le incisioni discografiche ed in
particolare All’Opera dopo l’Opera e Le Canzoni di Ludwing, quest’ultimo CD
pubblicato dalla rivista Amadeus nel dicembre 2009 (Dino De Palma, violino - Francesco Montaruli, violoncello - Gianna Fratta, pianoforte - Cuneyt Unsal, baritono - Ida
Fratta, soprano).
Per la nuova produzione Storia di un buffone, l’Ensemble ospita, oltre ai componenti
stabili, le prestigiose voci del tenore Giuseppe Talamo e del mezzosoprano Angela
Bonfitto.
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Boldrini
Mahler
Brott
Orchestra Petruzzelli
domenica 16 gennaio 2011
Foggia, Teatro del Fuoco • Ingresso ore 17.30 – Sipario ore 18.00
Omaggio a Gustav Mahler
nel centenario della morte
(1911 - 2011)
Orchestra del Teatro Petruzzelli
Boris Brott, direttore
Conversazione Terza
“Teatri di pace e teatri di guerra”
con Laura Boldrini
G. Mahler
Sinfonia n. 1 in Re maggiore Il titano
(1860 - 1911)
I.
II.
III.
IV.
Langsam, Schleppend, Wie ein Naturlaut; Immer sehr gemächlich
Lentamente, trascinato, come un suono della natura; all’inizio molto tranquillo
Kräftig bewegt, doch nicht zu schnell; Trio, Recht gemächlich
Vigorosamente mosso, ma non troppo presto; Trio, Molto tranquillo
Feierlich und gemessen, ohne zu schleppen
Solenne e misurato senza trascinare
Stürmisch bewegt. Energisch
Tempestosamente agitato. Energico
25
Note d’ascolto
Imponente lavoro per grande orchestra, considerato oggi uno dei capolavori della produzione sinfonica di tutti i tempi, la Sinfonia n. 1 in Re maggiore di Gustav Mahler (Kalischt, 7
luglio 1860 – Vienna, 18 maggio 1911) fu composta in un lungo arco di tempo tra il 1888
ed il 1894 in un periodo di grande fecondità creativa per Mahler, impegnato anche nell’attività di direttore d’orchestra. Il ventottenne compositore austriaco si dedicò con impegno
all’opera, che subì notevoli modifiche nel corso di oltre 10 anni di lavoro fino alla prima
edizione a stampa del 1899.
La prima esecuzione della prima versione avvenne a Budapest nel 1889, quando Mahler
era direttore del Teatro dell’Opera, e fu presentata come poema sinfonico in cinque movimenti intitolato Symphonische Dichtung in zwei Teilen (Poema Sinfonico in due parti).
L’accoglienza del pubblico ungherese non fu molto calorosa ed il compositore decise di
apportare delle modifiche che chiarissero meglio il significato del lavoro. Nelle successive
esecuzioni ad Amburgo (1893) e Weimar (1894), la composizione fu intitolata “Titan. Eine
Tondichtung in Symphonie-form” (Il Titano. Poema sinfonico in forma di sinfonia), titolo
ispiratogli dall’omonimo romanzo dello scrittore romantico Jean Paul. Dopo altre revisioni,
la prima esecuzione di questa ultima revisione della composizione - una Sinfonia in Re
maggiore, senza numero - avvenne a Berlino nel 1896, per una durata complessiva di circa
55 minuti. La Sinfonia Il Titano è oggi considerato uno dei più grandi capolavori sinfonici
di tutti i tempi per la grande sontuosità della scrittura e per essere il primo capolavoro
sinfonico di un compositore tra i più emblematici del periodo a cavallo tra la fine del XIX
secolo e l’inizio del XX.
Boris Brott, direttore d’orchestra
è uno dei direttori canadesi più noti a livello internazionale ed è uno dei più richiesti direttori d’orchestra in Canada e negli Stati Uniti. Ha svolto una brillante carriera come direttore
ospite, educatore, divulgatore e ambasciatore di cultura.
Attualmente è direttore musicale della New West Symphony Orchestra in California, della
Mc Gill Chamber Orchestra di Montreal, della National Academy Orchestra del Canada,
oltreché direttore artistico del Brott Musical Festival, uno dei più prestigiosi nell’Ontario.
Dopo essere stato assistente di Leonard Bernstein alla New York Philharmonic Orchestra,
ha ricoperto il ruolo di Direttore Musicale del Royal Ballet al Covent Garden di Londra,
Direttore principale alla BBC National Symphony Orchestra (Galles) e Direttore musicale
della Northern Sinfonia of England. È stato impegnato anche come direttore ospite presso
l’Orchestra Sinfonica di Toronto, quella del Quebec, di Vancouver, di Montreal, di Bari, di
Gerusalemme, la Kitchener-Waterloo Symphony Orchestra, la Israel Chamber Orchestra, la
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Rotterdam Philharmonic Orchestra e la London Symphony Orchestra.
Nel 2000 ha diretto The Mass di Bernstein in Vaticano per Papa Giovanni Paolo II.
Nel 1988 ha ricevuto il più alto riconoscimento civico canadese, diventando “Officer of the
Order of Canada”, e nello stesso anno ha avuto l’Honorary Doctorate of Law alla McMaster
University.
Nel 1990 è diventato Cavaliere di Malta, nel 1992 è stato nominato Uomo internazionale
dell’anno dall’International Biographical Center di Cambridge in Inghilterra e da quel momento le onorificenze in tutto il mondo sono state continue e prestigiose.
Svolge anche un’intensa attività di comunicatore ed è stato ospite di oltre cento programmi
televisivi in America. Ha effettuato numerose registrazioni discografiche per le pi importanti case del mondo come CBC, Septre-Mace, Mercury, Pro-Arte Records e Sony Classical.
Dal 2004 è direttore principale per i concerti dedicati ai giovani e alle famiglie della National Arts Centre Orchestra di Ottawa.
Laura Boldrini
Nata a Macerata nel 1961, è una giornalista italiana, attualmente portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
Laureata in Giurisprudenza presso la Sapienza Università di Roma nel 1985, ha lavorato in
Rai, sia per la televisione sia per la radio. Nel 1989 ha cominciato la sua carriera all’ONU
lavorando per quattro anni alla FAO, dove si occupava della produzione video e radio.
Dal 1993 al 1998 ha lavorato presso il Programma Alimentare Mondiale (WFP) come portavoce per l’Italia, compiendo missioni in molti luoghi di crisi, tra cui Jugoslavia, Georgia,
Iraq e Afghanistan. Dal 1998 lavora come Portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR) presso l’ufficio di Roma, da dove coordina anche le attività di informazione
dell’Agenzia ONU in Grecia, Malta, Cipro e Albania. In questi anni, oltre ad aver seguito
le crisi in Kosovo, Sudan e Afghanistan si è in particolare occupata dei flussi di migranti e
rifugiati nel Mediterraneo.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali la Medaglia Ufficiale della Commissione
Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna (1999), il titolo di Cavaliere
Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2004), il Premio Consorte del Presidente delle
Repubblica (2006) e il Premio giornalistico alla carriera Addetto Stampa dell’Anno del
Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti (2009). Il settimanale Famiglia Cristiana, nel suo
numero 1 del 2010, l’ha indicata quale italiana dell’anno 2009, in ragione del «costante impegno, svolto con umanità ed equilibrio, a favore di migranti, rifugiati e richiedenti asilo».
Nell’aprile del 2010 ha pubblicato per Rizzoli Tutti Indietro, il suo racconto di passioni e
di condanne per una causa a cui l’autrice ha dedicato tutta la sua vita professionale.
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Domenica 6 febbraio 2011
Lucera, Teatro Garibaldi • Ingresso ore 10.30 – Sipario ore 11.00
Foggia, Teatro del Fuoco • Ingresso ore 17.30 – Sipario ore 18.00
Conversazione Quarta
“Oggi qui, domani…llà”
con Renzo Arbore
Renzo Arbore
Nato a Foggia nel 1937, è un cantante, regista, attore e showman.
Prima ancora di laurearsi in giurisprudenza a Napoli, comincia a distinguersi proprio a
Foggia nella storica Taverna del Gufo nel centro storico della città.
è Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (Roma, 27 dicembre
1992) su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Nella sua poliedrica attività riscuote successi in vari campi: musicista e cantante con la sua
Orchestra Italiana, conduttore radiofonico e televisivo. Restano memorabili le trasmissioni
radiofoniche presentate insieme a Gianni Boncompagni come Bandiera gialla (1965),
Per voi giovani (1967), Alto Gradimento (1970) e quelle televisive come Speciale per
voi (1969-1970), L’altra domenica (1976-1979), il suo primo vero successo in cui creò uno
stile alternativo in diretta concorrenza con la coetanea Domenica in di Corrado, Quelli della notte (1985), Indietro tutta! (1988) e la recente Speciale per me - meno siamo meglio
stiamo (2005). È anche attore e regista cinematografico (Il pap’occhio, 1980; “FF.SS.” Cioè:
“...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?”, 1983).
Ha avuto il merito di scoprire e lanciare nuovi personaggi fra i quali Roberto Benigni, Gegé
Telesforo, Giorgio Bracardi, Mario Marenco, Marisa Laurito, Nino Frassica, Milly Carlucci,
Daniele Luttazzi e valorizzarne altri come Michele Mirabella, Luciano De Crescenzo e la
Microband. Nel 1991 fonda L’Orchestra Italiana, composta da quindici grandi strumentisti,
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con la quale nel 1993 ottiene un trionfale successo alla Radio City Hall di New York.
Già presidente di “Umbria Jazz”, ha dato un intelligente contributo alla rinascita della
grande manifestazione jazzistica perugina. Nel 2004 si esibisce in tre concerti con l’Orchestra Italiana alla Carnegie Hall di New York, al CasinoRama di Toronto ed al Teatro
dell’Opera di Roma alla presenza del Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Già con le sue prime trasmissioni degli anni Sessanta, Arbore impone stile e idee estremamente innovativi rispetto ai canoni televisivi dell’epoca. Basti ricordare la trasmissione
Speciale per voi (1969), nella quale per la prima volta famosi cantanti venivano messi
sotto il fuoco incrociato di domande e osservazioni, anche cattive, da parte del pubblico in
sala.
Il più clamoroso successo arriva però dalla radio, con la trasmissione Alto gradimento,
condotta insieme a Gianni Boncompagni, un’esilarante sgangherata galleria di personaggi,
interpretati per lo più da Mario Marenco e Giorgio Bracardi, che si alternavano alla messa
in onda di musica internazionale. Una trasmissione geniale, irriverente ed esplosiva che
realizzò indici di ascolto impensabili per la radio dell’epoca, creando tormentoni comici
che per anni rimasero nella mente e persino nei modi di dire della gente comune.
Arbore ritornò alla televisione nei primi anni Settanta: da ricordare la trasmissione pomeridiana L’altra domenica che, in concorrenza con il format più tradizionale proposto dalla
rete 1 della RAI, introduceva un nuovo stile irriverente e goliardico anche nei programmicontenitore della domenica pomeriggio.
Nel 1980 arriva la serie Tagli Ritagli e Frattaglie, nel 1981 Telepatria International
con le indimenticabili evocazioni spiritiche di Dante (Roberto Benigni), Cristoforo Colombo (Paolo Villaggio) e con l’ultimo dei Mille (Carlo Verdone) e nel 1984 Cari amici vicini
e lontani; ma è nel 1985 che arriva il grande successo con la trasmissione di Rai 2 Quelli
della Notte, un appuntamento cult, con una serie di personaggi comici e intellettuali che
si riunivano nella notte surreale e un po’ cialtrona. La trasmissione, una chiara satira nei
confronti dei dilaganti salotti televisivi, lancia sul firmamento nazionale il comico Nino
Frassica nelle vesti di Frate Antonino da Scasazza che, con i suoi sproloqui, fece divertire
mezza Italia. L’album prodotto con le musiche della trasmissione vendette 500.000 copie.
Nel 1987/1988 la trasmissione Indietro tutta! replicò l’enorme successo di Quelli della
Notte.
Nel 1986 Arbore partecipa al Festival di Sanremo con la canzone ironica Il Clarinetto e
si piazza al secondo posto.
Nel 2005 è la volta di Speciale per me - Meno siamo, meglio stiamo! su Rai Uno, definita dallo stesso Arbore una “trasmissione amarcord” con l’obiettivo di mostrare tutta la tv
memorabile che la gente tende a dimenticare.
Il 15 novembre 2010 Arbore torna in tv con la trasmissione Oggi qui, domani... llà per
Rai International.
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Veneziani
Mozart
Fratta
domenica 13 febbraio 2011
Lucera, Teatro Garibaldi • Ingresso ore 10.30 –Sipario ore 11.00
Omaggio a Mozart
Gianluigi Cortecci oboe
Francesco Manfredi clarinetto
Matteo Morfini fagotto
Damiano Fiore corno
Orchestra del Teatro Petruzzelli
Gianna Fratta, direttore
W.A. Mozart
Sinfonia concertante per fiati in Mi bemolle maggiore K297a
Allegro
Adagio
Andantino con variazioni
Sinfonia n. 41 in Do maggiore Jupiter
Allegro vivace
Andante cantabile
Minuetto - Allegretto
Molto allegro
Conversazione Quinta
“Unità e federalismo”
con Marcello Veneziani
30
Note d’ascolto
Il concerto propone l’ascolto di due tra le opere maggiormente apprezzate del genio di
Salisburgo, la sinfonia concertante in mib maggiore per oboe, clarinetto, fagotto, corno
e orchestra e la sua ultima Sinfonia, considerata la più imponente e rappresentativa di
tutta la produzione sinfonica, scritta tre anni prima della morte.
La sinfonia concertante in Mi bemolle maggiore K 297a è una composizione che vede
protagonisti quattro strumenti a fiato, impegnati in un dialogo virtuosistico con l’orchestra. La mano di Mozart è fin toppo evidente nelle sfumature contrappuntistiche
elegantissime che connotano questo brano di rara bellezza. Il primo movimento allegro vede uno svolgimento brillante in cui l’orchestra, quando compaiono i solisti, si
limita ad un mero accompagnamento per lasciare spazio alle ampie sezioni tematiche
dei solisti stessi. Segue l’adagio, maestoso e molto dolce, in cui i solisti e l’orchestra
disegnano un dialogo contrappuntistico che non concede nulla alla superficialità.
Nell’andantino con variazioni finale Mozart viene ancora incontro ai gusti dei parigini (l’opera è stata scritta proprio a Parigi nel 1778) sviluppando il movimento nella
forma del tema con variazioni. I vari strumenti hanno la possibilità di mettersi singolarmente in luce e l’orchestra di dialogare con loro. Il compositore prima dell’ultima
variazione propone un tenero adagio di portamento caldo e solenne che elimina ogni
dubbio sulla paternità dell’opera e termina con un allegro brillante perfettamente nello
spirito di Mozart.
La sinfonia n. 41 in Do maggiore K 551 è universalmente nota con il nome di Jupiter
e la sua stesura venne terminata, secondo l’autografo, a Vienna il 10 agosto del 1788. Il
titolo, col suo rimando mitologico a Giove, non fu assegnato dal compositore ma probabilmente dall’impresario inglese Salomon, allo scopo di evidenziare il carattere grandioso e divino che caratterizza quest’ultima composizione strumentale di Mozart. Con
le Sinfonie n. 39 e n. 40, la Jupiter fa parte di un ciclo noto come canto del cigno.
Da considerare come il testamento musicale di Mozart, la Sinfonia Jupiter chiude l’iter
creativo sinfonico del salisburghese portandolo ai massimi livelli per perfezione stilistica, eleganza, raffinatezza di scrittura e complessità interpretativa.
Gianna Fratta, direttore d’orchestra
Pianista e direttore, si è esibita in tutto il mondo, da New York (Carnegie Hall) a Seoul,
Londra, Parigi, Istanbul, Berlino, Roma, Tel Aviv, Stoccolma, Macao, Mumbay, Vilnius, Sidney, Nancy, nelle sale e nei teatri più prestigiosi collaborando con artisti come
Mirella Freni, Raina Kabaiwanska, Francois Thiollier, Cecilia Gasdia, Carla Fracci,
Sergio Castellitto, Margaret Mazzantini, Chloè Hanslip e tanti altri.
Ha terminato gli studi superiori di pianoforte e composizione col massimo dei voti,
31
oltrechè di direzione d’orchestra con lode; è laureata in giurisprudenza e in discipline musicali con 110 e lode. Dopo una brillante carriera come pianista, negli ultimi
anni si è sempre più dedicata alla direzione d’orchestra lavorando, spesso come prima
donna, con orchestre come i Berliner Symphoniker, l’Orchestra del Teatro dell’Opera
di Roma, la Sinfonica di Macao (Cina), la Cappella Istropolitana di Bratislava, la Mimesis del Maggio Musicale fiorentino, la Royal Accademy di Londra, l’Orchestra della
Fondazione Toscanini di Parma, la “Nuova Scarlatti” di Napoli, la Russian Simphony
Orchestra, l’Orchestra Sinfonica di Sofia e di Kiev, la Sinfonica di Greensboro (USA),
l’Orchestra de l’Ille de France, la Sungshin Orchestra di Seoul (Corea), la Sinfonica di
Sanremo, L’Aquila, Bari, Lecce, l’Orchestra del Teatro Nazionale di Belgrado e molte
altre in tutto il mondo. Assistente del grande direttore russo Yuri Ahronovitch, egli ha
scritto di lei “Non ho mai conosciuto un direttore così giovane e già così dotato
di cuore e di braccio”. Ha iniziato ad insegnare in Conservatorio a 19 anni e, vincitrice di concorso (la più giovane in Italia), è adesso titolare di cattedra al Conservatorio
di Foggia, oltrechè visiting professor in varie Università nel mondo (Eskiseir – Turchia,
Seoul – Corea del Sud). Il 7 marzo 2009 è stata insignita del titolo di Cavaliere della
Repubblica italiana al Quirinale dal Presidente Giorgio Napolitano per i risultati da lei
ottenuti in campo internazionale.
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Veneziani
Ensemble Giordano
Verdi
domenica 13 febbraio 2011
Foggia, Teatro del Fuoco • Ingresso ore 17.30 –Sipario ore 18.00
Storia di un buffone
Liberamente tratta da Rigoletto
opera in tre Atti
su libretto di Francesco Maria Piave
tratto da Le roi s’amuse di Victor Hugo
Musica di
Giuseppe Verdi
Ideazione, trascrizione e testi di
Dino De Palma, violino
Francesco Montaruli, violoncello
Gianna Fratta, pianoforte
Rigoletto, buffone di corte Cuneyt Unsal, baritono
Gilda, figlia di Rigoletto Ida Fratta, soprano
Il Duca di Mantova, Giuseppe Talamo tenore
Maddalena, sorella di Sparafucile Angela Bonfitto, mezzosoprano
Giampiero Mancini, attore
Conversazione Quinta
“Unità e federalismo”
con Marcello Veneziani
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Note d’ascolto e info Storia di un buffone vedere pag. 20
Marcello Veneziani
Pugliese di nascita (Bisceglie, 1955), è un giornalista e scrittore italiano.
Laureato in filosofia, inizia la carriera di giornalista nel 1979 nella redazione barese
del quotidiano Il Tempo. Giornalista professionista dal 1982, dopo il praticantato a
Il Giornale d’Italia, assume nel 1981, all’età di 26 anni, la direzione del gruppo
editoriale Ciarrapico-Volpe-La Fenice, incarico che mantiene fino al 1987. Sempre
negli anni giovanili, scrive per il settimanale leccese Voce del Sud, diretto da Ernesto
Alvino.
Scrive a lungo su Il Giornale, collabora con Il Messaggero, La Repubblica, La
Stampa, il Secolo d’Italia, L’Espresso, Panorama, Il Mattino, La Nazione, Il
Resto del Carlino, Il Giorno e La Gazzetta del Mezzogiorno. Redattore del giornale radio RAI di mezzanotte, prende parte a vari programmi televisivi e da vent’anni
collabora come commentatore della RAI.
Fonda nel 1981 il mensile Omnibus – numero unico in cui avviene il primo dialogo tra intellettuali di destra e intellettuali di sinistra (Massimo Cacciari e Giampiero
Mughini) – e dal 1985 al 1987 dirige il bimestrale Intervento. Nel 1988 fonda il
mensile di cultura Pagine libere, che dirige fino al 1992. Successivamente fonda e
dirige settimanali di successo come L’Italia settimanale (1992-1995) e Lo Stato
(1998-1999) che poi si fonde con Il Borghese del quale diventa direttore editoriale
insieme a Vittorio Feltri. Il sodalizio con Feltri, che inizia con L’Italia settimanale e
con L’Indipendente, prosegue poi nel 1994 con Il Giornale, nel 2004 con Libero e
dall’agosto 2009 di nuovo con Il Giornale, di cui è attualmente editorialista. È membro del Consiglio di Amministrazione della RAI durante la XIV Legislatura e membro
del Consiglio di Amministrazione di Cinecittà.
Svolge attività di conferenziere presso università, istituti e centri di cultura e associazioni sia in Italia che all’estero.
Numerosi i riconoscimenti:
• 2009 Premio Corrado Alvaro, IX edizione, sezione giornalismo “Gente in Aspromonte”;
• 2008 Premio Roma, IX edizione, sezione saggistica;
• 2004 Premio Fregene, XXVI edizione, sezione saggistica;
• 2004 Premio Cimitile, IX edizione, sezione opere edite;
• 2003 Premio Hemingway, XIX edizione, sezione narrativa;
• 1998 Premio Cirri, VII edizione.
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Pozzi
De Palma
Vivaldi
domenica 20 febbraio 2011
Lucera, Teatro Garibaldi • Ingresso ore 10.30 –Sipario ore 11.00
Foggia, Teatro del Fuoco • Ingresso ore 17.30 –Sipario ore 18.00
I suoni della natura
CivicaOrchestra
Dino De Palma, violino e maestro concertatore
A. Vivaldi
Le quattro stagioni
(1678 – 1741)
La primavera Concerto in mi maggiore op.8 n.1
Allegro - Largo e pianissimo sempre - Danza Pastorale: Allegro
L’estate Concerto in sol minore op.8 n.2
Allegro non molto - Adagio-presto - Presto
L’autunno Concerto in fa maggiore op.8 n.3
Allegro - Adagio - Allegro
L’inverno Concerto in fa minore op.8 n.4
Allegro non molto - Largo - Allegro
Conversazione Sesta
“Sole, vento, terra:
la sfida delle rinnovabili tra tradizione e futuro”
con Cesare Pozzi
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Note d’ascolto
Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi sono tra le composizioni più conosciute ed amate del
repertorio per archi. L’intento descrittivo ad esse sotteso le rende, del resto, accessibili ad un
vasto pubblico. Meno conosciuti sono, invece, gli altri otto concerti che, insieme alle Stagioni, fanno parte dell’op. 8. L’intera raccolta, dal titolo Il Cimento dell’armonia e dell’invenzione, fu pubblicata per la prima volta dall’editore Michel-Charles Le Cène ad Amsterdam
nel 1725 e fu dedicata da Vivaldi al conte Wenzel von Morzin, consigliere dell’Imperatore
austriaco Carlo VI.
L’idea di realizzare opere cicliche era molto in voga, all’epoca, tra pittori, poeti, scultori e
filosofi. Il Clavicembalo ben temperato di Bach apparve appena tre anni prima della pubblicazione dell’op. 8 di Vivaldi. Lo stesso soggetto delle stagioni aveva già fornito argomento
ai musicisti per balletti e divertimenti scenici: si pensi al balletto Les Saisons (Le Stagioni),
composto da Lully nel 1616, o all’operetta Die Vier Jahreszeiten (Le quattro stagioni), rappresentata a Dresda nell’agosto 1719 per il matrimonio dei reali. Con Vivaldi, però, il tema
viene affrontato per la prima volta sinfonicamente, non usando altri mezzi d’espressione che
gli strumenti dell’orchestra tradizionale. I particolari dei quadri che la musica intende dipingere vengono indicati da quattro sonetti esplicativi, di autore ignoto (magari Vivaldi stesso),
stampati integralmente all’inizio di ogni concerto e poi frammentariamente ripetuti lungo lo
snodarsi dello stesso concerto.
Il lieto canto degli augelletti nella Primavera, lo stuol furioso di mosche nell’Estate, i corni
e gli schioppi del cacciator nell’Autunno, l’agghiacciato tremar tra nevi algenti nell’Inverno
sono chiaramente percepibili. Il fatto che queste immagini siano così efficacemente descritte
dalla musica evidenzia il potere evocativo dell’arte sonora.
La dimensione programmatica che connota questo ciclo di composizioni non toglie che esse
presentino, comunque, la tipica struttura del concerto articolato in tre tempi, veloce – lento – veloce; il tempo lento, di solito affidato al solista col solo supporto del basso continuo,
è un’aria cantabile; i due tempi veloci che gli stanno intorno elaborano la ben nota forma
“a ritornello”, con tre o quattro episodi solistici di brillante virtuosismo e quattro o cinque
ritornelli del “tutti”. All’interno di quest’involucro stabile Vivaldi inietta tutta la sua intenzione descrittiva, evidenziando anche i dettagli più minuziosi attraverso passi solistici in cui
l’invenzione onomatopeica ed improvvisativa è ai massimi livelli.
Cesare Pozzi
Docente di Economia Applicata presso l’Università di Foggia, insegna anche dal 1992 presso
la Luiss Guido Carli di Roma Economia dell’Impresa; sempre presso la stessa Università
dal 2009 fa parte del collegio dei docenti del dottorato in Diritto ed Economia e dal 2010 è
condirettore del Master in Management e Regolazione dell’Energia Sostenibile (MRES). Dal
1997 è coordinatore del GRIF, Gruppo di Ricerche Industriali e Finanziarie, diretto dal prof.
Gian Maria Gros-Pietro presso cui si occupa di regolamentazione e tutela della concorrenza,
analisi di settore e problematiche economico gestionali di impresa. Dal 2007 al 2008 è stato
consulente della Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di infrastrutture e trasporti.
Oltre alle iniziative organizzate direttamente come coordinatore del GRIF, partecipa come re36
latore a numerosi convegni. Svolge un’intensa attività pubblicistica, sia in ambito scientifico
come condirettore de “L’industria - Rivista di Economia e Politica Industriale” edita
da Il Mulino, sia in ambito divulgativo collaborando con articoli di opinione e su quotidiani
e periodici italiani.
Dino De Palma, violinista
Diplomato in viola col massimo dei voti e in violino con lode, è inoltre laureato in Lettere
(indirizzo D.A.M.S.) con 110/110 e lode con tesi di ricerca in storia della musica sui diari
inediti di Giordano.
Docente titolare di cattedra di violino presso il Conservatorio di Foggia e docente a contratto di Storia e analisi del repertorio, Musica da camera, Etnomusicologia e Psicologia della
musica, oltreché visiting professor alla Sungshin University di Seoul e docente a contratto
nell’Università di Foggia – Facoltà di Lettere e Filosofia per la disciplina “La musica nei
nuovi media”, Dino De Palma ha tenuto master classes in numerosi corsi di perfezionamento
in Italia e all’estero.
I° violino dei Solisti Dauni per oltre quindici anni, ha effettuato tournèe all’estero e concerti
presso importanti sedi italiane, oltre a numerose registrazioni discografiche e prime esecuzioni mondiali. Violino di spalla dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, della Filarmonica
Marchigiana, dell’Orchestra da camera di Bologna, dell’Orchestra sinfonica Umberto Giordano, dell’Orchestra Filarmonica della Daunia, ha collaborato con le orchestre sinfoniche
della RAI di Roma, Torino e Napoli e con il complesso da camera “I Solisti Aquilani” con i
quali ha effettuato tournèe all’estero (Germania, Spagna, Turchia, Egitto ecc.). Collabora con
il complesso da camera “I Filarmonici di Roma” già “Orchestra da camera di Santa Cecilia”
con cui effettua numerosi concerti con Uto Ughi in varie tournèe in tutto il mondo ed è violista
del gruppo “I solisti di Pavia” diretto da Enrico Dindo con cui ha effettuato concerti che lo
hanno portato ad esibirsi a Mosca, S. Pietroburgo, Vilnius, New York ed altre capitali.
Parallelamente svolge attività solistica e da camera, e in questa veste ha suonato per importanti società di concerti in Australia, Taiwan, Israele, Turchia, Svezia, Lituania, India,
Francia, Giappone, Corea, Stati Uniti ed altre nazioni. Collabora con le orchestre del Teatro
Regio di Parma, della Fenice di Venezia e dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese ricoprendo
spesso il ruolo di prima viola.
Per il cinema ha collaborato con i Maestri Morricone, Bacalov e Piovani, mentre per il teatro
ha realizzato importanti produzioni con Gigi Proietti, Vittorio Gassmann, oltrechè collaborazioni con Sergio Castellitto, Michele Mirabella, Roberto Benigni, Margaret Mazzantini, Michele Placido e numerosi altri artisti. Ha effettuato tournèe con personaggi prestigiosi tra cui
Jerry Lewis, Bart Bacarach, Liza Minnelli ed altri e ha suonato al Festival di Umbria Jazz con
Charlie Haden. Ha inciso come solista e camerista per BMG, Bongiovanni di Bologna, Velut
Luna di Padova, Amadeus. Prossime tournèe lo vedranno impegnato in Corea e nel centro
Europa. Ha debuttato il 30 aprile 2010 alla Carnegie Hall di New York con l’ensemble “U.
Giordano” di cui è violinista e direttore artistico.
Fervente organizzatore musicale, ha ideato e organizzato numerose stagioni concertistiche e
liriche, festival, rassegne, master, progetti per le scuole.
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Coro Petruzzelli
Boncinelli
Sebastiani
Rossini
domenica 6 marzo 2011
Lucera, Teatro Garibaldi • Ingresso ore 10.30 – Sipario ore 11.00
Foggia, Teatro del Fuoco • Ingresso ore 17.30 – Sipario ore 18.00
Petite messe solennelle
di G. Rossini
(1792 - 1868)
Solisti e coro del Teatro Petruzzelli
Christian Ugenti, pianoforte I
Lucia Conca, pianoforte II
Franco Sebastiani, direttore
Conversazione Settima
“Mente e salute” e “La libertà”
con Edoardo Boncinelli
Note d’ascolto
Gioacchino Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Parigi, 13 novembre 1868), abbandonò la composizione di opere liriche dopo il successo ottenuto con la sua ultima composizione per il teatro, il Guglielmo Tell (1829). Da allora, quando aveva solo trentasette
anni, si dedicò ugualmente alla composizione privilegiando però la musica da camera,
quella vocale e sacra lasciando imponenti opere specialmente in ambito sacro.
Tra queste, due sono considerate tra i più rappresentativi capolavori della musica del
XIX secolo: lo Stabat Mater, composto nel 1841, e la Petite messe solennelle, com38
posta nel 1863, cinque anni prima della sua morte ed ultimo peccato di vecchiaia,
come il compositore amava definire i suoi lavori di età senile.
Capolavoro nuovo, quasi azzardato per anni in cui imperava il romanticismo, la Petite
Messe anticipa i tempi della musica moderna dando nuovi indirizzi estetici e forme
avvenieristiche che si svilupperanno ben oltre la metà dell’Ottocento per giungere agli
inizi del Novecento. Dopo che il lavoro fu terminato, Rossini scrisse:
«Buon Dio, ecco terminata questa umile piccola Messa. Ho fatto della musica sacra
o della benedetta musica? Ero nato per l’opera buffa, lo sai bene: poca scienza, un
po’ di cuore, tutto qui. Sia Tu dunque benedetto e concedimi il Paradiso» (G. Rossini,
Passy, 1863).
La Petite Messe può essere considerata il testamento spirituale di Rossini, forse già
presagio della sua prossima morte. L’esecuzione di quest’opera avvenne il 14 marzo
del 1864 presso la cappella di famiglia della contessa Louise Pillet-Will, alla quale fu
dedicata, in presenza di solo poche persone e di alcuni critici. L’opera ottenne grande
e immediato successo, venne replicata molte volte e da allora è sicuramente uno dei
capolavori della musica sacra di tutti i tempi.
Franco Sebastiani, direttore di coro
Nato a Trento, ha compiuto a Bologna gli studi di ingegneria presso l’Università cittadina, e parallelamente gli studi di composizione, musica corale, strumentazione, direzione d’orchestra al Conservatorio G. B. Martini.
è stato docente dal 1980 al 1984 presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna; dal
1998 al 2007 presso il Conservatorio di Adria.
Dal 1982 al 2001 è stato maestro suggeritore e altro maestro del coro al Teatro Comunale di Bologna: in tale veste, oltre che alla normale produzione delle stagioni liriche,
ha partecipato a due tournées in Giappone nel 1993 e nel 1998.
Dal 1996 al 2001 è stato maestro del coro al Teatro Valli di Reggio Emilia; inoltre ha
svolto attività di maestro del coro al Teatro Comunale di Bologna, al Teatro Alighieri
di Ravenna, al Teatro Verdi di Salerno, al Teatro dell’Opera di Roma, a Maison Radio
France di Parigi e a Fort Worth negli Stati Uniti.
è inoltre direttore d’orchestra in numerosi concerti e allestimenti di opere liriche in
Italia e in Europa alla testa di rinomate orchestre italiane, nonché più volte assistente
di direttori d’orchestra di fama internazionale come Peter Maag, Gianluigi Gelmetti,
Riccardo Muti.
In qualità di direttore ha preso parte a varie edizioni delle Feste Musicali del Teatro
Comunale di Bologna e del “Ravenna Festival”.
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Nel marzo 1996 ha fatto parte della commissione presieduta da Michelangelo Zurletti
nel concorso internazionale per cantanti al Teatro A. Belli di Spoleto.
è autore di revisioni e trascrizioni di partiture di opere inserite nella programmazione
del Teatro Comunale di Bologna.
Dal 2001 al 2003 ha ricoperto la carica di segretario artistico del Teatro Verdi di Trieste.
Attualmente è maestro del coro della Fondazione Lirico-Sinfonica Petruzzelli e Teatri
di Bari.
Edoardo Boncinelli
Nato a Rodi nel 1941, è un genetista italiano.
Studia e vive a Firenze dove si laurea in fisica con una tesi sperimentale di Elettronica
Quantistica.
Dal 1968 al 1992 svolge continuativamente per più di 20 anni attività di ricerca nel
campo della genetica presso il prestigioso Istituto Internazionale di Genetica e Biofisica del CNR di Napoli, prima come borsista e poi dal 1971 come ricercatore. Durante
il lungo periodo napoletano alterna l’attività di ricerca con quella didattica tenendo
diversi corsi universitari presso la facoltà di Scienze e la prima Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università di Napoli “Federico II”.
È stato direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare dello Sviluppo presso l’Istituto
Scientifico dell’Ospedale San Raffaele e Direttore di Ricerca presso il Centro per lo
Studio della Farmacologia Cellulare e Molecolare del CNR di Milano. Ha dedicato
molti anni allo studio dei geni che regolano la disposizione e la formazione delle varie
parti del corpo umano, ottenendo risultati apprezzati in tutto il mondo. È stato direttore
della SISSA, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste.
Nel 2006 vince con il libro L’anima della tecnica, nella sezione saggi, il quarto Premio letterario Merck Serono, premio dedicato a saggi e romanzi, pubblicati in italiano,
che sviluppino un confronto ed un intreccio tra scienza e letteratura, con l’obiettivo di
stimolare un interesse per la cultura scientifica rendendo accessibile anche ai meno
esperti.
Appassionato grecista, Boncinelli ha pubblicato nel 2008 una raccolta di lirici greci
classici (da Mimnermo ad Alcmane, da Archiloco a Saffo): 365 liriche, una per ogni
giorno dell’anno.
Attualmente insegna Fondamenti biologici della conoscenza nella Facoltà di Filosofia
dell’Università Vita-Salute San Raffaele.
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Corvino
Iacurci
Iorio
Maddamma
Monaco
Pompa-Baldi
domenica 13 marzo 2011
Lucera, Teatro Garibaldi • Ingresso ore 10.30 –Sipario ore 11.00
Foggia, Teatro del Fuoco • Ingresso ore 17.30 –Sipario ore 18.00
Talenti di Capitanata per il mondo
Targa alla carriera agli artisti
Valentino Corvino, violino - Agostino Iacurci, illustratore
Gianni Iorio, bandoneon - Giorgia Maddamma, danzatrice
Domenico Monaco, pianoforte - Antonio Pompa-Baldi, pianoforte
A. Iacurci
Improvvisazioni su suoni e parole
Agostino Iacurci, illustratore
Liszt-Verdi
Parafrasi da concerto dal quartetto di Rigoletto
“Bella figlia dell’amor”
Domenico Monaco, pianoforte
A. Piazzolla
C. Gardel
Adios Nonino
Volver
Arrangiamenti di Gianni Iorio
Gianni Iorio, bandoneon
E. Piaf
Piaf - Solo Tanz
Giorgia Maddamma, danzatrice
V. Corvino Nuova composizione in prima esecuzione assoluta
Valentino Corvino, violino
F. Chopin
Polacca-Fantasia Op.61
Antonio Pompa-Baldi, pianoforte
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Valentino Corvino, violinista e compositore
Diplomatosi in Violino e in Viola presso il Conservatorio “U.Giordano” di Foggia ed in
Musica Elettronica presso il Conservatorio “G.B.Martini” di Bologna, si è laureato in Discipline della Musica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna.
Ha composto le musiche di produzioni teatrali e cinematografiche di grande successo, collaborando con artisti ed intellettuali del calibro di M. Travaglio, C. Augias, M. Ovadia, P.
Odifreddi, M. Hack. Queste produzioni, che hanno avuto oltre 300 repliche in tutta Italia,
sono state pubblicate in cd e dvd attestandosi ai primi posti nelle classifiche di vendita in
Italia. Scrive per importanti formazioni cameristiche e crea arrangiamenti per i più importanti artisti della scena pop italiana.
Come violinista e violista si è perfezionato con D. Bogdanovich e M. Sirbu, e si è esibito
in tutto il mondo come solista, come membro dell’ARKè String Quartet, dell’Orchestra
del Teatro Comunale di Bologna e di importanti ensembles europei. Apprezzato solista di
musica contemporanea, ha collaborato con i più importanti compositori dell’avanguardia
contemporanea e con grandi artisti dei più disparati generi musicali come J. Cura, F. Guccini, L. Dalla, A. Ruggiero, Elio e le storie Tese, Morgan, S. Bersani, F. Renga, D. Silvestri,
T. Gurtu, S. Bollani, E. Pieranunzi, G. Mirabassi, R. Marcotulli. Nel 2008 e 2010 ha diretto
l’Orchestra del Festival di Sanremo, al seguito di artisti come Ben Harper, Jovanotti e Francesco Renga. Ha inciso dischi, si esibito dal vivo come solista ed ha preso parte a molte
trasmissioni televisive.
Negli ultimi anni si sta dedicando anche alla direzione d’orchestra, lavorando con compagini di rilievo come l’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini di Parma, l’Orchestra Chamartin
di Madrid, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo e l’Orchestra Sinfonica di Massa e Carrara in
teatri come l’Arena di Verona, l’Arcimboldi di Milano, l’Auditorium di Roma, il Politeama
di Genova, il Puccini di Firenze, il Colosseo di Torino, l’Augusteo di Napoli.
Agostino Iacurci, illustratore
Nato a Foggia nel 1986, vive e lavora a Roma dove ha studiato Illustrazione e Animazione
Multimediale ad Officina B5, scuola di illustrazione di Roma e Grafica d’arte presso l’Accademia di belle arti della Capitale.
La sua attività spazia dall’illustrazione editoriale ai murales, dall’incisione alla scenografia.
Come illustratore collabora con realtà nazionali ed internazionali: case editrici, agenzie
pubblicitarie, aziende, riviste e studi di animazione tra cui Eni, TBWA, L’Unità, Minimum
Fax, Dpi Taiwan, Sugar Music, Orecchio acerbo, Edizioni Lapis. Dal 2009 collabora con
l’associazione Walls realizzando interventi di arte pubblica tra cui due grandi murales per
l’Università Roma 3 e l’Asl Prenestina di Roma.
Ha realizzato un intervento su un muro di 300 metri per la scuola Saba in Algeria e decorato parte delle mura di cinta interne del carcere di Rebibbia con il contributo dei detenuti.
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Dal 2010 è assistente alle tesi di laurea in Illustrazione ed Animazione Multimediale allo
Ied, Istituto Europeo di Design. Nel 2010 è stato selezionato per la mostra degli illustratori
di Bologna Chidren’s Bookfair.
Il suo primo albo illustrato è stato pubblicato in Russia da Kompas ed uscirà in Italia nel
2011 per Orecchio Acerbo editore. I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre e
festival in Italia, Giappone, Corea, Taiwan e Stati Uniti.
Gianni Iorio, pianista e bandoneonista
Nato a Foggia nel 1972, ha compiuto i suoi studi musicali presso il Conservatorio di musica
“U. Giordano” diplomandosi in pianoforte con il massimo dei voti e la Menzione d’Onore
e perfezionandosi in seguito con pianisti di fama internazionale tra cui Massimo Bertucci,
Carlo Bruno, Franco Scala e Sergio Perticaroli.
Fin dai primi anni di studio è risultato vincitore di numerosi concorsi pianistici e di musica
da camera nazionali e internazionali.
Si è prodotto in concerti per importanti associazioni musicali nelle principali città italiane
ed europee (Roma, Firenze, Pescara, Bologna, Genova, Napoli, Lecce, Palermo, Torino,
Milano, Venezia, Verona, Parigi, Zagabria, Zurigo, Varsavia, Cracovia, Monaco di Baviera,
Bucarest, Madrid ecc.).
Ha intrapreso una brillante attività concertistica anche in qualità di bandoneonista esibendosi in città, teatri, jazz clubs e festivals tra i più prestigiosi d’Europa come Teatro Eliseo
di Roma, Comunale di Bolzano, La Fenice di Venezia, Lauro Rossi di Macerata, Paisiello
di Lecce, Abeliano di Bari, Piccolo Regio di Torino, Teatro Massimo di Palermo, Teatro
“Giovanni da Udine”di Udine, Teatro Rossetti di Trieste, Palazzo Barberini , Teatro Ambra
Jovinelli e Auditorium “Parco della Musica” di Roma, Palazzo Grassi di Venezia, Auditorium della Fondazione Cariplo di Milano, Castello di Nymphenburger a Monaco di Baviera,
La Palma club e Alexanderplatz jazz club a Roma, Ferrara jazz club, Folk Club a Torino
Porgy & Bess a Vienna, Duc de Lombard a Parigi, B.P. jazz club di Zagabria, Festival Internazionale della Valle d’Itria, Festival Internazionale di Fivizzano, Festival Internazionale
di Tagliacozzo, Festival Internazionale di Cervo Ligure, Festival “Musiche Sulle Bocche”,
Macerata Jazz Festival, Festival Italo Argentino “Un Ponte Tra Culture”delle Marche, Bolzano Jazz & Other, Villa Celimontana Jazz Festival di Roma, Emilia Romagna Festival,
Dusseldorf Jazz Rally, Istituto Italiano di Cultura a Bucarest , Gulf Jazz Festival (Emirati
Arabi e Kuwait) e molti altri.
Nel 1999 ha fondato il gruppo strumentale “Nuevo Tango Ensamble” registrando 3 CD:
“Astor’s mood”, “A night in Vienna” e “Tango Mediterraneo”.
I cd sono stati tutti recensiti con lode dalle più importanti riviste e siti web specializzati:
Amadeus, CD Classics, Jazzit, Musica Jazz ecc.
In una recensione del 2009 pubblicata su “Cuaderno de Jazz” (mensile spagnolo), il gior43
nalista e critico Jonio Gonzàles lo definisce “il più grande bandoneonista d’Europa del momento”. Ha registrato per importanti etichette discografiche quali Real Sound, Philology,
Dodici Lune, Jazzhaus , Rai Trade e per la Radio Nazionale Tedesca di Monaco di Baviera.
Ha collaborato e collabora attualmente con artisti di fama internazionale quali Gustavo
Toker, Alfredo Marcucci, Javier Girotto, Gabriele Mirabassi, Natalio Mangalavite, Marco
Siniscalco, Gianluca Renzi, Michele Rabbia, con il più grande poeta di tango vivente Horacio Ferrer (paroliere prediletto di Astor Piazzolla), con l’attore Michele Placido e con il
Premio Oscar Luis Bacalov.
Ha suonato con prestigiose orchestre quali l’Orchestra Sinfonica Mitteleuropea del Friuli,
l’Orchestra Sinfonica del Teatro Massimo e Politeama di Palermo, l’Orchestra Sinfonica
“Tito Schipa” di Lecce, la “Magna Grecia” di Taranto, la Sinfonica “G. Verdi” di Milano,
l’Orchestra Sinfonica “Roma Sinfonietta”, sotto la direzione di illustri direttori d’orchestra
come Luis Bacalov, Josè Maria Sciutto e Marzio Conti. Attualmente è Direttore e 1° Bandoneon della “Grande Orquestra Tipica di Tango de Alfredo Marcucci”.
Giorgia Maddamma, coreografa e danzatrice
Si diploma presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma e si perfeziona alla Folkwang
Hochschule di Essen diretta da Pina Bausch, studiando con Jéan Cèbron, Alfredo Corvino,
Susanne Linke, Libby Nye e i solisti del Tanzteather Wuppertal (Lutz Forster, Malou Airaudo, Dominique Merci). Si specializza nella Tecnica Limòn come danzatrice, assistente
e ricostruttrice di: “Choreographic Offering”, “Concerto Grosso“, “Orpheo”, “Mazurkas”,
“Psalm” danzando e insegnando Repertorio Limòn presso Folkwang Hochschule, Tanzteather Hagen, Balletto di Puglia, Centro Coreografico PACT. Nei dieci anni in Germania
lavora nel Tanztheater Munster di Daniel Goldin (1996-2000) e con Mark Siecskarèk, Rodolpho Leoni, Renate Killmann, Bernd Marzan, Norbert Steinwarz, Olimpia Scardi, Stephan Hilterhaus. Solista per il “Balletto di Puglia” di Toni Candeloro, danza repertorio
Nijinsky, Fokìne e Limòn, lavorando con Jonathan Riedel per ”Orpheo”. Nel 2003-04 per
“Echos of American Dance Theater” di Libby Nye danza “The call. Breath of fire” di Doris Humphrey, lavorando con Gail Corbin ed Ernestine Stodelle in Usa; e danza “Rooms”
di Anna Sokolow lavorando con Jim May. Nel 2005 consegue la Laurea in Pedagogia di
Danza Contemporanea II (per professionisti) alla Folkwang Hochschule. Nel 2008-09 è
danzatrice e assistente di Micha van Hoecke per “Orpheus” e danzatrice e coreografa per
“Histoire de Carmen” con Sebastiano Somma, regia di Enrico Maria Lamanna. Nel 2009
lavora con Alice Condodina per “Piaf’s solo” di Lucas Hoving ispirato alla celebre cantante francese e con Malou Airaudo (Tanzteather Wuppertal) per la creazione di Teatrodanza
“Entrambi”. Nel 2010 partecipa come danzatrice e coreografa a “Shakespeare, in love”
con Luca Argentero, regia di Nicola Scorza. Dal 2005 si dedica alla coreografia creando
spettacoli prodotti dall’Associazione Koreoproject: “Linee d’Inverno”, “Sara’s Dream”, “M44
Minotaurus”, “Nina” tratto da Senza sangue di Baricco. Già trainer per Tanzteather Hagen,
Tanzteather Kassel, Compagnia Corte Sconta, “Teatro in corso” di Accademia Perduta, è
attualmente docente ospite di danza contemporanea presso la Folkwang Universitet der
Kunst di Essen.
Domenico Monaco, pianista
Nato a Foggia nel 1977, ha studiato sotto la guida di Rosanna Gisotti diplomandosi nel
1996 con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. La sua successiva formazione artistica è avvenuta attraverso l’influenza essenziale di due figure di riferimento nel campo del
panorama pianistico internazionale: Annamaria Pennella e Maria Tipo, oltre che attraverso
master-class con pianisti di chiara fama tra cui Francoise Joel Thiollier, Paul Badura Skoda, Adam Harasiewicz, Andrzej Jasinskj, Elisso Virsaladze.
è risultato secondo (primo non assegnato) al Concorso “A. Speranza” di Taranto, vincitore
del Concorso Internazionale “V. Scaramuzza” di Crotone, secondo classificato al Concorso
Internazionale “V. Bellini” di Caltanissetta, Semifinalista al Concorso Internazionale “A.
Casagrande” di Terni, secondo premio (primo non assegnato) al concorso Europeo “L. Gante” di Pordenone, terzo premio all’International Piano Competition della Repubblica di San
Marino, secondo premio al Concorso Internazionale “Premio Mauro Paolo Monopoli” città
di Barletta, secondo premio, premio Rotary, premio come migliore italiano finalista al Concorso Internazionale Pianistico “Ettore Pozzoli” di Seregno, Primo Premio all’ International
Piano Competition “Paul Badura Skoda” in Villa Seca (Spagna).
Si è esibito con importanti orchestre: Orchestra della Radio Televisione Albanese, Orchestra “V. Galilei” della Scuola di Musica di Fiesole, Orchestra della Fondazione”U. Giordano” di Foggia, Orchestra Sinfonica dell’Hoch Schule “C. M. von Weber” di Dresda, Orchestra Sinfonica di San Remo ed in importanti centri musicali italiani ed europei: Auditorium
Giovanni Agnelli di Torino, Accademia delle Arti di Tirana, Wienner Saal di Salisburgo,
Auditorium Canneti di Vicenza, Teatro Goldoni di Firenze.
Nell’anno 2000 è stato invitato a partecipare alla trasmissione radiofonica Rai “Radio tre
Suite”, nella cui occasione ha eseguito musiche di Brahms e Berg; successivamente, sempre per la RAI, ha registrato in diretta il concerto K 595 di Mozart.
Nel 2006 ha conseguito il Diploma Accademico di II Livello in Discipline Musicali e un
anno dopo si è diplomato in Didattica della Musica presso il Conservatorio “U.Giordano”
di Foggia, dove attualmente è docente di pianoforte principale.
Antonio Pompa-Baldi, pianista
Acclamato dalla critica americana come “il nuovo messia del pianoforte”, ed “il talento
maggiore degli ultimi 30 anni”, il pianista foggiano si è affermato a livello internazionale
dopo le vittorie ai concorsi Van Cliburn, Cleveland, e Marguerite Long, precedute da quelle
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in Italia ai concorsi Speranza, Durante e Rina Sala Gallo. Si esibisce regolarmente nelle
sale più prestigiose di quattro continenti. Tra le città toccate nelle sue tournèes figurano
New York (Carnegie Hall e Lincoln Center), Parigi (Salle Pleyel, Salle Gaveau, Theatre
des Champs-Elysees, Salle Cortot), Londra, Stoccarda, Duszniki (Polonia), Tokyo, Seoul,
Pechino, Los Angeles, Chicago, Cleveland (Severance Hall), Boston (Symphony Hall), Milano (Sala Verdi), Bologna, Napoli, Auckland (Nuova Zelanda), Minneapolis, Portland, San
Antonio, Houston, New Orleans, Philadelphia, Miami (Lincoln Theatre), San Juan (Puerto
Rico), e Santo Domingo. Ha riscosso enormi successi suonando alla Carnegie Hall di New
York (Isaac Stern Auditorium), sia in recital sia con orchestra. Pompa-Baldi ha inoltre
eseguito il Secondo Concerto di Rachmaninoff con la Houston Symphony, diretto dal Maestro austriaco Hans Graf, il Primo di Tchaikovsky con l’Orchestra Filarmonica Nazionale
Ucraina a Kiev, ha debuttato a Tokyo con i Berliner Symphoniker, ed ha suonato il Primo di
Shostakovich con la Colorado Symphony.
Nell’ambito della musica da camera, Pompa-Baldi partecipa regolarmente a festivals in
tutto il mondo, collaborando tra gli altri con i quartetti “Avalon”, “Cavani” e “Takacs”, il
violinista Elmar Oliveira, e prime parti delle orchestre di Phoenix, Houston, e Fort Worth.
Pompa-Baldi è stato il protagonista di due documentari televisivi trasmessi dalla televisione pubblica americana e canadese e si è esibito più volte per la televisione nazionale
francese (Antenne 2 ha trasmesso la sua esecuzione del Terzo Concerto di Prokofiev sotto
la direzione di James Conlon, video poi andato in onda in tutta Europa). I suoi concerti dal
vivo e dischi vengono regolarmente trasmessi dalle stazioni radio di tutto il mondo. Oltre
ad un disco per Harmonia Mundi, che contiene esecuzioni dal vivo registrate durante il
Concorso Van Cliburn, Pompa-Baldi ha registrato un CD con musiche di Brahms ed uno
con le sonate di Josef Rheinberger. Ha inoltre registrato l’integrale delle composizioni per
piano e musica da camera di Edward Grieg, per un totale di 11 CD che hanno riscosso
enorme successo di pubblico e critica. Nel settembre 2010 è uscito un CD dedicato a
Rachmaninoff. Prossimi alla pubblicazione sono un disco con tre sonate di Hummel ed uno
con musiche di Robert Schumann. Nel 2003 ha ricevuto due prestigiosi riconoscimenti: il
titolo di Artista Steinway e la nomina, per chiara fama, come “Distinguished Professor of
Piano” al Cleveland Institute of Music. Nell’estate del 2006 gli è stato conferito il titolo di
Professore Onorario del Conservatorio Nazionale Cinese di Pechino. Da cinque anni è presidente di giuria al concorso pianistico internazionale “International Russian Music Piano
Competition” di San Jose, in California. è regolarmente invitato in tutto il mondo a tenere
masters e a far parte di giurie di concorsi pianistici.
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Ingresso con abbonamento o biglietto
Info
web site: www.musicacivica.it
e-mail: [email protected]