MisanoPianoFestival
Misano Adriatico
Gradara
XXII Edizione
1 - 10 Agosto
2014
S
iamo felici di presentare il cartellone della XXII edizione del MisanoPianoFestival
che, varcata la soglia del terzo decennio, torna nei suoi luoghi per accogliere gli
amanti della Musica che lo attendono nel calore dell’estate.
Quella del Festival è una storia fatta di incantesimi musicali e di applausi
scroscianti; una storia fatta di innumerevoli interpretazioni e di tanti protagonisti
che hanno saputo far parlare il Pianoforte e raggiungere l’animo dei presenti.
Roberto Cappello, Maurizio Zanini, Manila Santini e i maestri del Teatro alla
Scala Fabrizio Meloni e Simonide Braconi animeranno ancora una volta con
la loro arte la Chiesa di Misano Monte, luogo sacro preposto a tanti racconti
musicali. La magia del Castello di Gradara accoglierà le pagine celebri del
classicismo mozartiano e beethoveniano eseguite dal duo formato da Augusto
Vismara e David Boldrini.
Eros in musica, raccontato dall’esperienza di Quirino Principe e dal pianoforte di
Denis Zardi, è l’espressione della sinergia di due realtà che da anni caratterizzano
l’attività culturale di questa città: il MisanoPianoFestival e La Biblioteca
Illuminata, sapientemente diretta da Gustavo Cecchini, si uniscono nel Giardino
della Biblioteca comunale in una prestigiosa conclusione delle rispettive stagioni.
Grazie alla Città di Misano Adriatico e a Stefano Giannini, suo primo cittadino, che
insieme a Franca Foronchi, Sindaco di Gradara, e alle amministrazioni comunali,
hanno voluto che la storia del Festival continuasse a segnare ricordi indelebili; un
riconoscimento particolare a Don Angelo, perché sotto la cupola della Chiesa dei
SS. Biagio ed Erasmo ci permetterà di ascoltare l’eterna ispirazione della Musica.
La direzione artistica
I concerti si terranno presso
Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo di Misano Monte
Via Saffi, 8 - Misano Monte
Castello di Gradara
Gradara - tel. 0541.964115
Giardino della Biblioteca comunale
Via Gioachino Rossini, 7 - Misano Adriatico
Direzione artistica
Associazione Artistico-Musicale Amintore Galli, Rimini
Simonetta Pesaresi, Davide Cavalli
Comune di Misano Adriatico - Assessorato alla Cultura
Biblioteca Comunale: Gustavo Cecchini
In collaborazione con
Assessorato alla Cultura di Gradara
Per informazioni
Associazione Artistico-Musicale Amintore Galli - Rimini
Assessorato alla Cultura - Misano Adriatico - Biblioteca Comunale: Tel. 0541.618424
Informazioni Accoglienza Turistica: Tel. 0541.615520
Si ringraziano sentitamente
Mario e Giuliana Busi
Sovrintendenza ai Beni Artistici e Storici di Urbino
misanopianofestival.com
misanopianofestival
MisanoPianoFestival
Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, venerdì 1 agosto
Roberto Cappello pianoforte
musiche di L. van Beethoven, F. Schubert, F. Liszt
Gradara, Cortile del Castello, mercoledì 6 agosto
Gradara sotto le stelle
Augusto Vismara violino
David Boldrini pianoforte
musiche di D. Cimarosa, W.A. Mozart, L. van Beethoven
Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, giovedì 7 agosto
Maurizio Zanini pianoforte
musiche di F. Schubert, R. Schumann, J. Brahms
Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, sabato 9 agosto
Fabrizio Meloni clarinetto
Simonide Braconi viola
Manila Santini pianoforte
musiche di W.A. Mozart, R. Schumann, H. Vieuxtemps, F. Poulenc
Misano Adriatico, Giardino della Biblioteca comunale, domenica 10 agosto
Eros in musica
in collaborazione con Ah... l’Amour - le cose dell’amore
nell’ambito di Biblioteca Illuminata
Quirino Principe
Denis Zardi pianoforte
musiche di F. Chopin, F. Liszt, Wagner/Liszt, G. Mahler, M. Ravel, A. Scriabin
MisanoPianoFestival
venerdì 1 Agosto
Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, ore 21.15
Roberto Cappello pianoforte
Ludwig van Beethoven (1770 -1827)
Sonata n. 32 op. 111 in do minore
Maestoso - Allegro con brio ed appassionato
Arietta. Adagio molto semplice e cantabile
Franz Schubert (1797 -1828)
Wanderer Fantasie D. 760
Allegro con fuoco ma non troppo
Adagio
Presto
Allegro
()
Franz Liszt (1811 - 1886)
6 Études d’exécution trascendante
Vision
Wilde Jagd
Ricordanza
Allegro, agitato molto
Harmonies du soir
Chasse-neige
Roberto Cappello
Una tecnica trascendentale, una raffinatissima sensibilità artistica e spirituale, un
costante impegno culturale ed intellettuale nella scelta del repertorio volto ad esaltarne
i più alti contenuti, pongono l’arte interpretativa di Roberto Cappello ai vertici del
concertismo contemporaneo.
Dopo la vittoria, nel 1976, del Premio Ferruccio Busoni di Bolzano, ha iniziato
una grande e nobile carriera che lo ha visto acclamato protagonista nelle sale più
prestigiose di tutto il mondo, sia nelle vesti di solista, che con orchestra e formazioni
da camera.
All’intensa e aristocratica attività concertistica, affianca con esemplare rigore ed
impegno quella didattica, che prevede numerose master class, seminari e corsi di
perfezionamento.
In virtù della sua riconosciuta capacità di un giudizio sereno ed obiettivo è
costantemente invitato a presiedere le giurie di Concorsi pianistici nazionali ed
internazionali.
Note al programma
Beethoven iniziò a comporre la sua trentaduesima ed ultima Sonata op. 111 nel 1821 e la
concluse nella primavera del 1822, anno in cui venne pubblicata.
Il primo movimento in do minore si apre con un Maestoso al quale segue l’Allegro con brio ed
appassionato: in esso il primo tema è annunciato da una terzina di semicrome in fortissimo e
che culmina nello sforzato della sensibile, il suono più commovente della Musica. Le ottave del
registro grave riecheggiano nel piano celestiale delle sonorità più alte fino ad essere amplificate
da tutte le voci in una fuga maestosa e stupefacente. Un motivo di sette crome (sol - do - si
- do - fa - mi b - do), viene poi incessantemente ripreso e sviluppato da entrambe le voci,
elevando la tensione drammatica fino allo spasimo. La fuga presto s’interrompe per lasciare
spazio al secondo tema che con la sua calma contrasta l’impetuosità del primo personaggio
tematico; instancabile riprenderà con tutto il suo vigore facendo intrecciare l’incredibile
potenza evocativa delle voci.
La Wanderer-Fantasie D. 760 venne composta da Franz Schubert su commissione, quando
aveva venticinque anni. Un eccellente pianista, il nobiluomo von Liebenberg, voleva una
fantasia brillante in cui affrontare e risolvere tutto ciò che all’epoca faceva parte della moderna
tecnica pianistica. “Wanderer” è una parola chiave nella poetica del compositore di Vienna:
è il romantico “viandante”, una figura quasi inquietante, paragonabile all’arpista di Goethe.
Questa figura mistica attraversa molte delle più importanti composizioni schubertiane. La
Wanderer-Fantasie, inizia con animo pieno di coraggio nella luminosità piena della sua tonalità
di do maggiore che qui ha lo stesso significato che ha nella Sinfonia e in molte altre grandi
opere in do maggiore: è la tonalità aperta, bianca ed è per questo che l’opera si conclude in
tono raggiante e positivo. La tonalità di do maggiore è incastonata “fra le tonalità dei bemolli,
che appaiono più scure e ombrose, tanto amate da Chopin e da Schumann, e le tonalità
dei diesis, preferite da Franck e da Wagner, ma anche da Mozart, che irradiano luce…”. Il
secondo movimento in do diesis minore è quasi irreale nel suo dolore, pur oscillando talvolta
in tonalità di mi maggiore, “dal profumo di tiglio”. La composizione è composta da quattro
movimenti collegati fra loro, su modello dei brani sinfonici classici. Una sola cellula ritmica,
tratta dall’omonimo lied Der Wanderer, compare in forma ciclica, in particolare nell’Adagio
che rievoca il tema centrale del lied, con le parole “Die Sonne dünkt mich hier so kalt...” (il sole
mi pare così freddo). Il finale riprende la tonalità di do maggiore chiudendo un movimento di
dimensioni eroiche. Il Finale inizia con un fugato che non si sviluppa, ma che enuncia un tema
incredibilmente incisivo, richiamando ancora l’idea di una sinfonia con coro.
Liszt scrisse i 12 Études d’exécution trascendante in tre fasi diverse della sua lunga carriera;
aveva solo quindici anni quando si cimentò per la prima volta nella composizione di Studi
in dodici esercizi per piano op. 1, ancora allievo di Carl Czerny. A quest’ultimo dedicò, in
forma di riconoscenza ma in qualche modo anche di autocompiacimento, la versione del
1835: a quel tempo il giovane e affascinante Franz Liszt era osannato dal pubblico che restava
esterrefatto dinanzi a tanto strabiliante tecnicismo. Dopo forti critiche riferite all’eccessiva
“irraggiungibile” difficoltà degli Studi, si giunse all’ultima versione del 1851, quella che oggi
viene eseguita nelle sale da concerto. Se l’uso del termine “trascendentale” inevitabilmente
riporta all’idea di un virtuosismo che doveva superare i limiti “immanenti”, il senso più
profondo di tale espressione risiede invece nel tentativo tutto lisztiano di fare dell’estremo
virtuosismo un mezzo d’espressione nuovo, capace di evocare immagini musicali inedite.
Dieci studi hanno un titolo, coerentemente con la musica “a programma” al centro della
poetica lisztiana. Gli Studi sono stati eseguiti e registrati da grandi interpreti della storia del
Pianoforte: Claudio Arrau, Georges Cziffra, Lazar Berman, Leslie Howard. Con i 12 Studi
trascendentali Roberto Cappello, nel 1994 e nel 1995, ha inaugurato le stagioni dei concerti
del Teatro alla Scala di Milano e dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma.
Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo - Misano Monte
Claude Maarek Accordatore
MisanoPianoFestival
mercoledì 6 Agosto
Gradara, Cortile del Castello, ore 21.15
Gradara sotto le stelle
Augusto Vismara violino
David Boldrini pianoforte
Domenico Cimarosa (1749 - 1801)
4 Sonate
per pianoforte solo
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Variazioni K. 265 “Ah, vous dirai-je, maman”
per pianoforte solo
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Sonata n. 32 in si b maggiore K. 454
Largo - Allegro
Andante
Allegretto
per violino e pianoforte
Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)
Sonata op. 24 n. 5 in fa maggiore “La Primavera”
Allegro
Adagio molto espressivo
Scherzo: Allegro molto
Rondò: Allegro ma non troppo
per violino e pianoforte
Augusto Vismara
Augusto Vismara, artista fra i più
importanti della scena italiana, prima
di dedicare il suo talento alla Direzione
d’orchestra ed al Violino ha intrapreso
una grande carriera come violista con le
più importanti orchestre europee sotto la
direzione di Giuseppe Sinopoli, Luciano
Berio, Christian Thielemann, Peter Maag,
Antonio Janigro, Gabriele Ferro, Marcello
Panni... È stato Prima Viola al Teatro alla
Scala, nell’Orchestra di Santa Cecilia di
Roma, al Maggio Musicale Fiorentino e al Teatro La Fenice di Venezia. Molto attivo
come camerista, ha effettuato tournèes in Australia, Giappone, Stati Uniti, Europa e
Nord Africa con diverse formazioni sia in qualità di violista che come violinista. Ha
inciso per Ricordi, Bongiovanni, ESE e per importanti Radio e Televisioni europee. Ha
ispirato i maggiori compositori italiani come Luciano Berio, Sylvano Bussotti, Sandro
Gorli, Francesco Pennisi, Ivan Fedele, Federico Incadorna e Franco Donatoni, dei quali
ha eseguito opere in prima assoluta a lui dedicate. Con i suggerimenti e l’incoraggiamento
di Giuseppe Sinopoli ha intrapreso la carriera di Direttore d’orchestra dedicandosi al
repertorio sinfonico ed operistico romantico e del ‘900.
David Boldrini
Musicista eclettico, David Boldrini alterna
l’attività di pianista a quella di direttore,
compositore e organista. Si è diplomato
con il massimo dei voti e la menzione
d’onore presso il Conservatorio Luigi
Cherubini di Firenze in Pianoforte, Organo
e Composizione organistica. Nel corso degli
anni ha studiato con Lydia Rocchetti, Bruno
Canino, Vincenzo Balzani, Paul Badura
Skoda e Pier Narciso Masi. In seguito è
risultato vincitore assoluto in più di cinquanta
Concorsi nazionali ed internazionali. Ha intrapreso la carriera di camerista al fianco di Katia
Ricciarelli, Andrea Bocelli, Maria Luigia Borsi, Bruno Canino, Paolo Chiavacci, Ovidiu
Balan, Franco Mezzena e si è esibito con le orchestre di Bacau, di Craiova, l’Orchestra
del Maggio Musicale Formazione, Lirico Sinfonica del Teatro del Giglio di Lucca e la
Viotti Chamber Orchestra. Ospite dei più importanti festivals italiani, si dedica anche al
repertorio lirico in qualità di direttore e maestro concertatore. Compositore apprezzato ha
al suo attivo diverse opere per pianoforte e orchestra eseguite nelle più importanti stagioni
concertistiche. Recentemente ha inciso per l’etichetta Wide Classique, Amadeus e Brilliant
Classic. È direttore artistico dell’Associazione Ramimusicali e dell’omonimo Festival.
Note al programma
Domenico Cimarosa, napoletano di umili origini, fu innanzitutto un compositore di opere
buffe; il crescendo del suo successo presso le corti europee culminò nel 1787 con la nomina
dell’imperatrice Caterina La Grande a ricoprire il ruolo di maestro di Cappella a San
Pietroburgo. Nel 1791, l’anno della morte di Mozart, Cimarosa tornò a Vienna: fu accolto
con molti onori e compose la sua opera più importante, Il matrimonio segreto.
Molto apprezzato anche da Rossini e da Verdi, scrisse quasi 90 Sonate per clavicembalo o
fortepiano, ma solo alcune sono giunte fino a noi. Vennero “restaurate” negli anni settanta
da Vincenzo Vitale, maestro della Scuola pianistica napoletana. Il loro stile è raffinato ed
equilibrato, caratterizzato da un linguaggio sempre umoristico e vivace. L’influenza dell’opera
è evidente e la forma delle Sonate, ancora in un solo movimento, è AABB oppure ABA. È
curioso come Delacroix lo preferisse a Mozart e che Goethe creò un’opera, Le avventure
teatrali, con musiche di Mozart e Cimarosa.
Da Salisburgo Mozart si era trasferito nella capitale asburgica nel 1781 e là si era sposato
con Costanza Weber. Il successo e la soddisfazione delle proprie creazioni strumentali non
avevano smesso di accompagnarlo. È questo il caso della Sonata in sib maggiore K. 454
per violino e pianoforte che Mozart scrisse per la celebre violinista Regina Strinasacchi,
d’origine mantovana, conosciuta nel 1784; in una lettera al padre egli la definiva artista di
“molta sensibilità e molto gusto”. La Sonata scritta per la famosa musicista aveva dimensioni
ben diverse dalle precedenti, essendo composta per un concerto che non sarebbe più stato
destinato agli amatori, ma ad un pubblico cittadino raccoltosi “per sottoscrizione”, cioè per
accademia. La sua prima esecuzione è datata 29 Aprile 1784 nel Theater Karnertor di Vienna,
alla presenza dell’Imperatore Giuseppe II; Mozart eseguiva al pianoforte il manoscritto
ancora incompleto, mentre la violinista italiana, leggeva uno spartito ricevuto dal compositore
solo poche ore prima. Il Largo introduttivo del primo movimento è insolitamente maestoso e
riprende l’ampiezza di quello delle ultime Sinfonie di Haydn. L’Allegro che ne segue, con il suo
tema staccato all’unisono dei due strumenti, ha un carattere felice e luminoso. Nell’Andante
Mozart sublima spazi meditativi di una spiritualità anche enigmatica. L’Allegretto finale
scioglie i sospiri in un ritmo leggero, offrendo spazi virtuosistici alle qualità della Strinasacchi
e ai temi tipici dell’opera buffa.
Le 12 Variazioni in do maggiore K. 265, datate 1781/82, sul testo della canzone francese “Ah,
vous dirai-je Maman” si appoggiano sapientemente su un tema allora famosissimo, soprattutto
ai bambini anglosassoni. Mozart era ormai giunto alla piena maturità e la sua produzione
era colma di capolavori. Eppure l’ascolto di questo ciclo lascia la sensazione di una musica
infantile, affascinante come sempre è Mozart, ma assolutamente “semplificata”. Il tema scelto
è del tutto statico nell’armonia e questo limite si manifesta regolarmente nello spiegarsi delle
variazioni, senza che l’autore abbia avuto l’esigenza di allontanarsi dallo schema proposto.
Sarebbe meglio pensare che queste variazioni siano state composte da un adolescente; in
questo caso le ingenuità e lo schematismo diventerebbero una caratteristica facilmente
comprensibile e apprezzabile. Ma, essendo Mozart un ragazzo di 25 anni, è facile sospettare
che queste scelte tematiche e armoniche, lo abbiano indotto a “simulare” un candore puerile.
Questo non è da escludere, essendo Mozart tanto amante dei doppi giochi, consumati tra
allegrie e malinconie, da rendere difficile capire il momento in cui si mostra il suo vero volto.
La Sonata op. 23 di Beethoven, dedicata al conte Moritz Von Fries, deve la sua denominazione
La Primavera all’editore Mollo di Vienna, che la stampò nel 1802. Come nella Sonata Pastorale
per pianoforte, scritta nello stesso periodo, il primo ed il quarto sono ampi movimenti di
luminosa espressività (Allegro e Rondò) mentre gli altri due sono assai più brevi. Il movimento
iniziale, in fa maggiore, si muove con mozartiana freschezza anche nelle tonalità di do
maggiore e minore, tanto care a Beethoven, e si conclude con una bellissima coda in cui nel
registro grave del pianoforte, l’incipit tematico viene ripreso fino alla conclusione.
L’Adagio molto espressivo lascia ancora ampio respiro alla voce intensa del violino per poi
“staccare” nettamente con lo Scherzo costruito sull’invenzione geniale di dialoghi ritmici in
battere e levare e di un Trio recitato da “…vigorose pennellate tracciate con la velocità di
un action painter”. L’Allegro ma non troppo finale racconta un tema principale dal carattere
tranquillo che viene ripreso in forma di Rondò quattro volte. Il motivo centrale, muove su
energici slanci dei due strumenti, impegnati in difficili progressioni tecniche.
Castello di Gradara
MisanoPianoFestival
giovedì 7 Agosto
Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, ore 21.15
Maurizio Zanini pianoforte
Robert Schumann (1810 - 1856)
Scene infantili op. 15
Da paesi e uomini stranieri, Curiosa istoria,
A rincorrersi, Fanciullo che supplica,
Quasi felice, Avvenimento importante,
Sogno, Al camino, Sul cavallo di legno,
Quasi troppo serio, Bau-Bau,
Bambino che s’addormenta, Il poeta parla.
Franz Schubert (1797 - 1828)
Drei Klavierstücke D. 946
()
Johannes Brahms (1833 - 1897)
Sonata n. 3 op. 5 in fa minore
Allegro maestoso
Andante espressivo
Scherzo: Allegro energico - Trio
Intermezzo (Rückblick): Andante molto
Finale: Allegro moderato ma rubato
Maurizio Zanini
Direttore d’orchestra e pianista milanese, Maurizio
Zanini si è aggiudicato nel 1986 il Primo Premio
al Concorso pianistico internazionale Dino Ciani,
ricevendo inoltre l’Oscar internazionale della
critica Maschera d’Argento per la musica classica.
Successivamente ha beneficiato dei preziosi consigli di
Maurizio Pollini.
Ha tenuto recitals e concerti con orchestra al Teatro
alla Scala di Milano, Barbican Centre di Londra,
Sala d’Oro del Musikverein di Vienna, Musikhalle di
Amburgo, Gasteig di Monaco di Baviera, Kunsthaus
di Lucerna, Maison de Radio France di Parigi, Lincoln
Center di New York. Solista con la London Royal
Philharmonic Orchestra, Philharmonisches Orchester
der Stadt Nürnberg, Philharmonisches Staatsorchester
Bremen, Sinfonieorchester Luzern, Orquesta
Sinfònica de Córdoba, Orchestra dell’Accademia di
Santa Cecilia, Orchestra RAI, ha collaborato con direttori quali Roberto Abbado, Aldo
Ceccato, Myun-Whun Chung, Vladimir Delman, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni,
Gerard Korsten, Jerzy Semkow, Alexander Vedernikov, Marcello Viotti.
Nel 2000 ha iniziato l’attività direttoriale invitato da Orchestre e Teatri tra cui la Kärntner
Sinfonieorchester di Klagenfurt, Orchestra della Svizzera Italiana, Ankara Presidential
Symphony, Malta Philharmonic, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro La Fenice di
Venezia, Arena di Verona, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Verdi di Trieste, Teatro
Ente Concerti di Sassari, Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Teatro Marrucino di
Chieti, Cameristi della Scala, Istituzioni Concertistico Orchestrali di Bari, L’Aquila,
Lecce, Milano, Padova, Palermo, Parma, Sanremo, collaborando con solisti quali Linda
Campanella, Bruno Canino, Robert Cohen, Alain Meunier, Natalia Roman, Ausrine
Stundyte, Daniil Trifonov, Lorna Windsor.
Nel 2008 ha diretto La Clemenza di Tito al Teatro dell’Opera Giocosa di Savona (Piccola
lezione di grande stile, applaudita per quasi un quarto d’ora - la Repubblica) e nel 2010
Il Barbiere di Siviglia di Paisiello al Teatro Verdi di Sassari (...direzione limpidissima di
Maurizio Zanini con tempi e dinamiche attentamente calibrati. La delicata strumentazione
è stata curata dal direttore con un’attenzione da concerto sinfonico, e altrettanta attenzione
andava ai rapporti con le voci, raggiungendo un equilibrio ottimale. - l’Opera). Nel 2011
ha diretto una nuova produzione del Barbiere di Paisiello al Teatro Marrucino di Chieti
e il più celebre Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini all’Emirates Palace Auditorium
di Abu Dhabi in tournée con il Teatro La Fenice (Tutto esaurito e standing ovation finale
con bis. Tutto il pubblico dell’Emirates Palace Auditorium di Abu Dhabi, un misto di
spettatori arabi e occidentali, ha a lungo applaudito il direttore Maurizio Zanini, l’Orchestra
e il Coro del Teatro veneziano ed i sei solisti - TMNews). Nel 2013 è tornato sul podio
dell’Orchestra della Svizzera Italiana e ha debuttato nella Stagione dell’Arena di Verona
con un programma sinfonico/corale. Nel 2014 dirigerà nuovamente l’Orchestra Sinfonica
di Bari, Sinfonica Abruzzese, Sinfonica di Lecce, Filarmonica Arturo Toscanini.
Note al programma
Nell’ambito della sua vasta produzione per pianoforte, Robert Schumann dedicò tanto
spazio al mondo dell’infanzia: basti pensare all’Album della gioventù op. 68 del 1848 e, ancor
prima, alle Scene infantili op. 15, composte nel 1838. La poetica malinconica di Eusebio,
eterno sognatore, e l’instancabile esuberanza di Florestano, due personaggi chiave dell’amato
scrittore Richter, sono gli elementi sentimentali che muovono la composizione, creazione di
rara ed incantevole bellezza.
I Klavierstücke D. 946 di Franz Schubert rispecchiano ancora una volta la volontà del genio
romantico di fuggire dal presente con la freschezza di un linguaggio intimamente cameristico.
La musica di Schubert è sempre confidenziale e racconta stati d’animo soavi e malinconici; il
suo scopo non è quello di enunciare verità o scienze inedite, ma piuttosto quello di esprimere
“motivi così belli e compiuti che penetrano nell’anima con quella segreta dolcezza che i
tedeschi chiamano Heimlichkeit...”. Questi erano motivi e musiche da condividere con quella
cerchia di amici che si incontravano nelle “schubertiadi” viennesi, per ammirare e godere
dell’arte sublime del giovane Franz. I tre brani, scritti nella primavera del 1828, nella loro
semplicità tecnica, si rivolgono ad un pubblico di dilettanti; la loro espressività è accostabile
a quella purissima degli Improvvisi op. 90 e op. 142.
La Sonata op. 5 venne composta dal ventenne Johannes dopo averne composte altre due, una
in do maggiore e l’altra in fa diesis minore. Dapprima si occupò della stesura dell’Intermezzo e
dell’Andante e poi completò l’opera con altri tre movimenti ben più mossi e vigorosi. Pare che
Robert Schumann, raggiunto a Düsserldorf da Brahms in tournée, fosse rimasto stupefatto
dall’esecuzione di questa Sonata, leggendone le potenzialità sinfoniche; Clara Schumann ne
recitò le lodi nel suo diario, definendo il giovane musicista “artista che sembra inviato da
Dio”. Subito dopo Schumann promuoverà Brahms nel famoso articolo Vie nuove della sua
“Neue Zeitschrift für Musik” di Lipsia, quale massimo esponente della corrente contraria alla
“Nuova Scuola tedesca” di Wagner e Liszt. Romantico, prigioniero della forma, per Brahms la
Sonata è concepita ancora in forma cameristica, fondandosi su una scrittura contrappuntistica
in cui non esistono più beethoveniane contrapposizioni fra personaggi tematici.
La Sonata op. 5 è una creazione di grande temperamento e raccoglie, in fieri, tutti i caratteri
profondamente appassionati delle opere brahamsiane più mature. L’ampiezza dei suoi cinque
movimenti passa da espressioni di grande energia (si pensi allo straripante vigore del tema
principale dell’Allegro maestoso in fa minore), a spazi delicati e riflessivi (Intermezzo, Andante
espressivo), pennellati talvolta da successioni accordali purissime o da tristi venature molto
intime. Il quarto movimento porta il titolo Retrospettiva: ripropone infatti il secondo tempo
in una veste più impressionistica. Il finale è una sorta di marcia-scherzo, carica di fantasia e di
cupezza; in esso il giovane Brahms si concede citazioni alfabetiche da un cantus firmus fino a
confluire in una trionfale coda conclusiva, espressione virtuosistica del suo grande pianismo.
Castello di Gradara
MisanoPianoFestival
sabato 9 Agosto
Misano Monte, Chiesa dei SS. Biagio ed Erasmo, ore 21.15
Frabrizio Meloni clarinetto
Simonide Braconi viola
Manila Santini pianoforte
Henri Vieuxtemps (1820 - 1881)
Elegia per viola e pianoforte op. 30
Robert Schumann (1810 - 1856)
Adagio e Allegro op. 70 per viola e pianoforte
Francis Poulenc (1899 - 1963)
Sonata per clarinetto e pianoforte (1962)
Allegro tristamente
Romanza
Allegro con fuoco
()
Wolgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Trio per clarinetto, viola e pianoforte K 498 in mi b maggiore
Andante
Minuetto. Trio
Rondo. Allegretto
Robert Schumann (1810 - 1856)
Märchenerzählungen per clarinetto, viola e pianoforte op. 132 in si b maggiore
Lebhaft, nicht zu schnell
Lebhaft und sehr markirt
Ruhiges Tempo, mit zartem Ausdruck
Lebhaft, sehr markirt
Fabrizio Meloni
Primo clarinetto solista dell’Orchestra del Teatro e della
Filarmonica della Scala dal 1984, ha compiuto gli studi musicali
presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano diplomandosi
con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore. È vincitore,
nel 1986, dei Concorsi internazionali ARD di Monaco e Primavera
di Praga. Ha collaborato con solisti di fama internazionale quali
Bruno Canino, Alexander Lonquich, Michele Campanella,
Heinrich Schiff, Friederich Gulda, Editha Gruberova, il
Quartetto Hagen, Myung-Whun Chung, Marco Rizzi, Michael
Baremboin, Alfredo Persichilli, Takahiro Yoshikawa, I Solisti
della Scala, Il Nuovo Quintetto Italiano, E Bairàv Ensemble,
Philip Moll, Riccardo Muti e Daniel Baremboin nelle vesti
straordinarie di pianista. Ha tenuto tournée negli Stati Uniti, in
Israele con brani dedicati da Luciano Berio e Salvatore Sciarrino,
in Giappone, in Sud America, nel Sud Est Asiatico… È Solista principale dell’Orchestra Sinfonica
Abruzzese che ha diretto per la Messa in do minore di Mozart con i cantanti dell’Accademia del
Teatro alla Scala. Ha effettuato numerose incisioni discografiche fra le quali il Concerto K. 622 e la
Sinfonia Concertante di Mozart per clarinetto e orchestra con l’Orchestra Filarmonica della Scala
diretta da Riccardo Muti; I fiati all’Opera, Pulcherrima Ignota, il Duo-Obliquo, l’Histoire du Soldat
di Stavinskij, Il clarinetto nel Jazz e nel ‘900 italiano (dvd), Across Virtuosity, Around Bartok, i
Concerti di Jean Françaix, Carl Nielsen e Aaron Copland i Quintetti per clarinetto e archi di Mozart
e Brahms. Per Amadeus ha registrato gli inediti di Saverio Mercadante, i Concerti per clarinetto
di Donizetti, Mercadante e Rossini, oltre alle due Sonate op. 120 per clarinetto e pianoforte di
Brahms con Nazzareno Carusi. Diversi progetti sono stati presentati al Teatro alla Scala. Sky
Classica, TV Sat 2000 e la Radio Catalana gli hanno dedicato degli speciali sulla sua figura artistica
e sulla produzione discografica. È autore del libro Il Clarinetto, pubblicato da Zecchini Editore.
È stato invitato a tenere master class nelle più importanti istituzioni musicali internazionali di
Parigi, Lugano, Saragozza, Mosca, New York, Los Angeles, Chicago, Tokyo e Osaka. È docente
dei corsi di alto perfezionamento annuali all’Accademia delle Arti e dei Mestieri del Teatro alla
Scala, alla Milano Music Master, all’Associazione Lirico Musicale “Giovani all’opera” di Roma, al
Conservatorio Tomadini di Udine e all’Istituto Superiore Achille Peri di Reggio Emilia.
Simonide Braconi
Simonide Braconi è nato a Roma e si è diplomato con il massimo
dei voti presso il Conservatorio di S. Cecilia e successivamente
alla Music Hochschule di Freiburg con menzione d’onore,
studiando con i maestri Esposito e Kim Kashkashian. Si è
perfezionato con Bruno Giuranna all’Accademia Walter Stauffer
di Cremona e Yuri Bashmet all’Accademia Chigiana di Siena. È
stato premiato in diversi Concorsi internazionali tra cui Colonia
e il Lionel Tertis in Inghilterra. Prima viola dell’Orchestre
Des Jeunes de la Mediterranèe, membro dell’Orchestra della
Comunità europea, ha collaborato in qualità di Prima Viola con
l’Orchestra dell’Accademia di S. Cecilia a Roma e nel 1994, a soli
22 anni, è stato prescelto da Riccardo Muti a ricoprire lo stesso
ruolo nell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Come solista
e come camerista ha inciso per Decca, Dynamic, Stradivarius,
Vigiesse, Rai, Radio 3, Rete 4, Sky Classica e per le riviste CD
Classica, Suonare news e Amadeus. Ha collaborato con artisti quali Salvatore Accardo, Massimo
Quarta, Julian Rachlin, Uto Ughi, Isabelle Faust, Pavel Vernikov, Domenico Nordio, Bruno Canino,
Jeffrey Swann, Itamar Golan, Andrea Lucchesini, Giuseppe Andaloro, Rocco Filippini, Enrico
Dindo, Natalia Gutman, il Trio di Parma, l’Henschel Quartett, Sonia Ganassi… Con l’Orchestra
Filarmonica della Scala ha interpretato con successo la Kammermusik n. 5 di Paul Hindemith
diretto da Wolfgang Sawallisch e con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini ha interpretato la
Sinfonia Concertante di W.A. Mozart diretto da Riccardo Muti. Insieme alle altre prime parti
dell’Orchestra del Teatro ha costituito il Quartetto d’archi della Scala effettuando tournèes in
tutto il mondo. Membro di giuria in diversi Concorsi internazionali, tra i quali il Concorso di
Ginevra, è regolarmente invitato a tenere corsi in importanti istituzioni: Arts Academy di Roma,
Festival di Portogruaro, Gubbio Festival, Accademia Tibor Varga a Sion e Accademia Perosi di
Biella. Attualmente è docente presso la Milano Music Master. Suona una viola G. Gagliano del
1800 della Fondazione Pro Canale Onlus di Milano.
Manila Santini
Manila Santini si è diplomata col massimo dei voti e la lode
presso il Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara, sotto
la guida di Simonetta Pesaresi. Si è perfezionata con docenti
di fama internazionale quali Roberto Cappello, Aquiles
Delle Vigne, Alfredo Speranza, Piernarciso Masi e Roberto
Szidon frequentando la Sommerakademie del Mozarteum di
Salisburgo e la Hogeschool voor Muziek en Dans di Rotterdam
presso la quale ha ottenuto il Master Degree con il massimo dei
voti. Ha inoltre conseguito il Diploma Accademico di II livello
in Discipline Musicali sotto la guida di Roberto Cappello presso
il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. È vincitrice di premi
in numerosi Concorsi pianistici nazionali ed internazionali; nel
2004 è stata scelta per partecipare alla fase finale del prestigioso
Sydney International Piano Competition of Australia ottenendo
il premio speciale del pubblico “Encouragement award”. Nel
2011 è stata vincitrice del terzo premio al Concorso pianistico internazionale Mario Zanfi di
Parma, interamente dedicato all’opera di Franz Liszt. Svolge un’intensa attività concertistica sia
come solista che come camerista. Si è esibita alla Salle Gothique dello Stadhuis di Bruxelles, la
Wiener Saal del Mozarteum di Salisburgo, alla Musik und Tanzfakultat der Hochschule für Musik
di Bratislava, al Teatro Municipale di Piacenza, al Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio
a Firenze, all’Auditorium Paganini di Parma (Carmina Burana), al Teatro do Campo Alegre a
Porto, alla Juriaanse saal al De Doelen di Rotterdam nell’ambito del Festival Gergiev 2003 e
dell’Operadagen 2005, al Ridotto del Teatro Regio di Parma nell’ambito del Festival Verdi. Nel
2011 ha preso parte al progetto Liszt the progressive in collaborazione col Conservatorio Joseph
Haydn di Eisenstadt. Ha collaborato, nell’ambito del Ravenna Festival, con l’Hamburg Ballet
per la prima italiana di Waslav, Hommage aux Ballets Russes, eseguendo musiche di J.S. Bach su
coreografie di John Neumeier. La passione per la musica da camera l’ha portata a collaborare
con artisti quali Emmanuele Baldini, Simonide Braconi, Francesco Manara, Mario Marzi,
Federico Mondelci, Alessandro Serra... Nel 2011 ha eseguito, all’Auditorium del Carmine di
Parma, la Nona Sinfonia di Beethoven nella versione per due pianoforti di Franz Liszt, pagina
di rara esecuzione. Nel 2014 ha inciso per la casa discografica KNS Classical Chopin Portrait,
cd dedicato alla musica per pianoforte solo di Frédéric Chopin. È docente di pianoforte presso
l’Istituto Superiore di Studi Musicali Achille Peri di Reggio Emilia e l’Istituto Musicale Angelo
Masini di Forlì.
Note al programma
Nell’Adagio op. 70, composto originariamente da Robert Schumann per corno, la voce
struggente della viola tesse un dialogo soave ed incantato con quella del pianoforte che ne
intreccia i sospiri e gli echi, nel racconto di una scrittura finemente polifonica, propria del
genio sassone. L’Allegro scioglie l’incantesimo dell’adagio in uno slancio mai rallentato,
ancora imperniato sullo scambio, anche vorticoso, dei fraseggi dei due strumenti.
L’Elegia op. 30 di Henri Vieuxtemps, compositore belga e virtuoso violinista che Schumann
stesso paragonò a Niccolò Paganini, si apre con un tema commovente recitato sugli accordi
lentamente ripetuti del pianoforte. Il canto si sposta dalla voce della viola a quella del registro
basso della tastiera. Gli accordi pianistici lasciano poi il passo sempre più sciolto e mosso
agli arpeggi e alle melodie che si dipanano sulla tastiera, per commentare l’“assolo” quasi
operistico della viola.
Vieuxtemps, conosciuto soprattutto per i suoi Concerti per violino e orchestra e per aver
fondato grandi scuole violinistiche in tutta Europa, nell’Elegia non si lascia mai trascinare da
slanci virtuosistici, ma lascia che il canto aperto della viola riveli sentimenti ed ardori propri
della grande tradizione romantica ottocentesca.
La Sonata per clarinetto e pianoforte di Francis Poulenc è stata scritta dal compositore un anno
prima della sua morte; dedicata ad Arthur Honneger, prematuramente scomparso nel 1855
e anch’egli membro del “Gruppo dei Sei”, nei suoi tre movimenti è imperniata su contrasti
di caratteri sempre vivacissimi, quasi esasperati. Basti pensare al passaggio dall’ispirata e
appassionata Romanza centrale all’Allegro finale, tutto giocato su scambi orientaleggianti
e quasi “clowneschi”. I rintocchi ripetuti del pianoforte, siglati dagli ultimi arpeggi del
clarinetto, sigillano definitivamente quest’opera che era stata commissionata a Poulenc dal
grande clarinettista Benny Goodman e da lui stesso eseguita alla Carnegie Hall di New York,
il 10 aprile 1963, con il pianista Leonard Bernstein.
Il Trio K. 498 venne composto da Mozart nell’Agosto 1786 e rappresenta un piccolo gioiello
cameristico per una formazione, clarinetto, alto e pianoforte, mai ascoltata prima di quel
momento. Sarebbe stato Mozart stesso a suonare l’“alto” (la viola) insieme alla sua allieva
pianista Fransiska von Jaquin e ad Anton Stadler, clarinettista verso il quale Mozart nutriva
grande ammirazione e a cui pensò nella stesura del Concerto e del Quintetto per lo strumento a
fiato. Conosciuto come Trio Kegelstatt, pare che il genio di Salisburgo avesse tratto ispirazione
dai birilli; nei suoi tre movimenti il Trio si muove sull’equilibrio perfetto dei tre timbri che si
fondono elegantemente e senza imbarazzo alcuno.
Robert Schumann, nel 1853, l’anno del suo incontro con Brahms, trasse spunto dalla lezione
magistrale di Mozart nella stesura del Märchenerzählungen op. 132. Fu la sua ultima opera
strumentale da camera e il suo titolo, Racconti fiabeschi, descrive un ciclo di quattro brevi
brani, che Schumann dedicò ad Albert Dietrich, suo allievo e collaboratore. I suoi movimenti,
Allegro non troppo svelto, Vivace e ben marcato, Calmo con delicata espressione, Allegro
molto marcato, lasciano spazio a quelle impressioni che dipingono i tratti dello “Slancio”
di Florestano e del “Sogno incantato” di Eusebio, le eterne personificazioni delle anime
schumaniane.
MisanoPianoFestival
Domenica 10 Agosto
Misano Adriatico, Giardino della Biblioteca comunale, ore 21.15
Eros in musica
in collaborazione con Ah... l’Amour - le cose dell’amore
nell’ambito di Biblioteca Illuminata
Quirino Principe
Denis Zardi pianoforte
Frédéric Chopin (1810 - 1849)
Barcarolle op. 60 in fa diesis maggiore
Richard Wagner (1813 - 1883) = Franz Liszt (1811 - 1886)
Isolde’s Liebestod S. 447
Franz Liszt (1811 - 1886)
Sonetto del Petrarca n. 104
da Années de pèlerinage. Deuxième année. Italie. S. 161
Gustav Mahler (1860 - 1911) = Denis Zardi (1974)
Adagietto
dalla Sinfonia n. 5 in do diesis minore
Maurice Ravel (1875 - 1937)
Ondine
da Gaspard de la nuit
Alexander Scriabin (1872 - 1915)
Sonata n. 3 op. 23 in fa diesis minore
Drammatico, Allegretto
Andante, Presto con fuoco
Quirino Principe
Quirino Principe, nato a Gorizia martedì 19 novembre
1935, laureato in filosofia a Padova nel 1956, già ufficiale
di artiglieria da montagna, ha insegnato nei Licei Classici,
poi nei corsi superiori di Musicologia del Conservatorio di
Milano, all’Università di Trieste (Storia della musica moderna
e contemporanea, 2000/2005), all’Università di Roma Tre
(Filosofia della musica, 2005/2011). Attualmente insegna
Drammaturgia musicale, Librettologia, Metrica e retorica
nell’Accademia per l’Opera di Verona. Fra i suoi libri: Mahler
(1983), Strauss (1989), L’opera tedesca 1830 - 1918 (2004), Musica (2010), Wagner e noi:
Lohengrin (2012), L’umano atterrito dal soprannaturale: Tannhäuser (2013). Ha pubblicato
Il libro dei cinque sentieri (poesie, 1973, Premio “Sebeto” 1974); in forma interamente
poetica sono i suoi testi teatrali Speculum mundi (2007, musica di Mario Pagotto), Sull’onda
del Danubio verso Oriente (2008, musiche di Johannes Brahms), Sul mare amaro dell’amore
(2008, musica di Silvia Colasanti), L’acqua, il mondo e l’oltremondo (2011, musica di Quirino
Principe), tutti rappresentati, con lui stesso come voce recitante. Altre sue poesie sono
raccolte in volumi antologici. Poesie di Quirino Principe sono state messe in musica da Bruno
Bettinelli, Marlena Kessick, Sonia Bo, Massimo Di Gesu. Autore d’innumerevoli saggi e
testi teatrali, traduttore di testi poetici e di molta narrativa dal tedesco e da altre lingue,
ha ricevuto il Premio “Ervino Pocar” 1991 per la traduzione dal tedesco; il Premio Imola
2007 per la critica musicale, il Premio “Città di Gorizia” 2005, il Premio per la diffusione
della cultura della Regione Friuli Venezia Giulia (2008), il Premio “Frascati” per la filosofia
(2010), il Premio “Friulani della Diaspora” 2012. Quirino Principe è lo storico curatore
(1970) dell’edizione italiana del Signore degli Anelli di John Ronald Reuel Tolkien. Dal 1992,
collabora ininterrottamente al supplemento culturale del Sole 24 Ore. Ha ricevuto nel 1996,
dal presidente della Repubblica d’Austria, la Croce d’Onore di 1a Classe “litteris et artibus”.
Nel 2009, è stato nominato dal Presidente della Repubblica Italiana cavaliere per meriti
culturali e artistici. Da sempre, conduce una battaglia senza tregua per il conseguimento di tre
obiettivi: l’introduzione della musica come insegnamento obbligatorio e curricolare in tutti gli
ordini e gradi dell’ordinamento scolastico italiano; la promozione della lingua e della cultura
italiana contro l’abuso idiota di forestierismi e soprattutto di anglicismi e l’ammonimento a
studiare le lingue classiche, greca e latina, come irrinunciabili strumenti di memoria storica
e d’identità occidentale e laica; l’affermazione intransigente e assoluta della laicità nelle
istituzioni e nella legislazione dello Stato italiano contro ogni pretesa o velleità confessionale.
Denis Zardi
Pianista e compositore, divide la sua attività artistica fra il solismo
e la musica da camera. Ha suonato per le più importanti società
di concerti in Italia, Europa, Stati Uniti e Sud America. Ha
collaborato con prestigiose orchestre come la Camerata Musicale
di Pisa, la Francesco Durante di Napoli e l’Orchestra da Camera di
Padova e del Veneto. Allievo di Mauro Minguzzi si è diplomato col
massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore al Conservatorio
Arrigo Boito di Parma. Si è perfezionato con Alfredo Speranza,
Pier Narciso Masi e successivamente all’Accademia pianistica
Incontri col Maestro di Imola sotto la guida di Franco Scala.
Nel 2003 ha conseguito il biennio di specializzazione presso il
Conservatorio Europeo di Rotterdam nella classe di Aquiles delle
Vigne diplomandosi col massimo dei voti. Ha studiato composizione con Cesare Augusto
Grandi e Adriano Guarnieri al Conservatorio Gian Battista Martini di Bologna. Tra le sue
composizioni: i 24 Preludi e le tre Sonate per pianoforte, la Suite per pianoforte a quattro mani,
il Trio per violino, violoncello e pianoforte, Baroccontemporaneo per violino e clavicembalo,
il quartetto Recitarsuonando per flauto, violino, violoncello e chitarra. Come pianista solista
ha vinto oltre 20 primi premi in Concorsi nazionali ed internazionali distinguendosi per le
esecuzioni di Rachmaninov e Schumann. Ha partecipato al Gilmore International Keyboard
Festival negli Stati Uniti esibendosi in diversi concerti e seguendo le lezioni di Russel Shermann
e Gary Graffman. Con la Giovane Orchestra Sinfonica di Rotterdam ha eseguito il Prometeo
di Alexander Scriabin nell’ambito del Gergiev Festival. Importante il sodalizio artistico con il
violinista Roberto Noferini e il violoncellista Andrea Noferini con i quali svolge una brillante
attività concertistica esplorando tutto il repertorio da camera. Incide per la ATOPOS di
Arezzo e per la Tactus di Bologna. È docente di Pianoforte alla Scuola di musica Giuseppe
Sarti di Faenza e alla Scuola di musica F.lli Malerbi di Lugo. Molti suoi allievi hanno vinto
primi premi in Concorsi nazionali ed internazionali.