leggi il sommario e il focus

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Editoriale
L’
universo giovanile ritorna a occupare la prima parte di questo quarto numero, in cui abbiamo cercato di
completare e amplificare i contorni del complesso panorama in cui i giovani si trovano a fare le proprie scelte
all’interno di un mondo, quello della musica e dello spettacolo, che non sembra vivere uno dei suoi momenti più
felici. Al di là delle considerazioni generali, anche questa volta abbiamo voluto offrire un ventaglio di esperienze che
invece partano proprio da lì, dalle nuove forze, per tentare di offrire opportunità e risposte adeguate. Si transita dunque
necessariamente per le scuole, che sono i luoghi istituzionali della formazione, affiancando al Conservatorio di Castelfranco Veneto, realtà consolidata ed efficiente del nostro territorio, le multiformi attività della Scuola di Musica «Santa
Cecilia» di Portogruaro, in un monitoraggio che continuerà anche in futuro. Dalle fucine di nuovi talenti si giunge volutamente all’analisi dei problemi di inserimento nel mondo del lavoro, dove spesso è difficile coniugare qualità dell’offerta
e aspettative di un pubblico sempre più livellato dal consumo di massa.
Ma come sempre è avvenuto nei mesi passati, il tentativo della rivista è stato quello di istituire anche un confronto con
esperienze – magari un po’ più lontane da noi – che tuttavia si distinguono per l’altissimo livello delle proposte didattiche. La mente è subito corsa a quanto negli anni il maestro Claudio Abbado ha voluto mettere in cantiere con generosità
per dare spazio e chances alle nuove leve, problema che da sempre sta molto a cuore al grande direttore. E sulla stessa
linea, un po’ a conclusione «teatrale» della nostra sezione speciale, come è ormai prassi consolidata, siamo riusciti a incontrare Luca Ronconi, il più grande regista italiano sia di prosa che di lirica, che ha sempre considerato l’insegnamento
e la conseguente trasmissione del proprio sapere ai giovani allievi un punto fondamentale della sua attività artistica.
Definita la parte dedicata alla didattica, che è uno dei punti progettuali del giornale e dell’editore Euterpe Venezia, ci
siamo scoperti – nella selezione di eventi da approfondire – molto più «veneziani» che in precedenza, pur senza allentare
la nostra capillare attenzione verso quanto accade in provincia e in regione. E questo non soltanto per il momento di
passaggio in cui cade l’uscita del quarto numero, quando le stagioni liriche «ufficiali» si stanno poco a poco spegnendo
in attesa dell’altrettanto scoppiettante programmazione estiva, che qui in laguna si chiude con l’importante debutto della
Daphne di Richard Strauss alla Fenice (aspettando l’arrivo – a luglio – della grande Pina Bausch). Il motivo centrale in
realtà è che in questo periodo Venezia e Mestre offrono una tale diversificazione dell’offerta che è stato perfino difficile
procedere – per motivi di spazio – alla scelta delle proposte, a cominciare da quello che potremmo definire un «secondo
focus», l’avvio della Biennale, che nel mese di giugno partirà con la sezione Danza diretta da Ismael Ivo. La definizione
del cartellone di ciascuno dei tre festival che si susseguiranno fino ad
ottobre – oltre alla danza, il teatro e la musica – si preannuncia
estremamente ricca e dai tratti marcatamente sperimentali ed innovativi. E dalla viva voce dei direttori artistici abbiamo avuto la
possibilità di ascoltare moltissimi dettagli inediti.
Un numero dunque che si articola come normalmente in tutte
le diverse sezioni – senza tralasciare le realtà locali
e i «dintorni» della musica – e che allo stesso
tempo si presenta duplicemente attento
alla formazione dei giovani da un lato
e alle nuove frontiere delle arti dello
spettacolo dall’altro.
Leonardo Mello
Apollo e Dafne, xilografia del XVII secolo
3
Sommario / Contents
3
Editoriale
Focus On
7
I primi trentacinque anni dello «Steffani», conservatorio giovane
The First Thirty-five Years of the «young» «Steffani» Conservatory
Due sedi storiche, 500 allievi e un laboratorio di musica elettronica
Two historical campuses, 500 students and an electronic music laboratory
di / by Roberto Gottipavero
10
Concerti, concorsi e didattica, tutta la musica della «Santa Cecilia»
Concerts, competitions and teaching, all the music of the «Santa Cecilia»
Il direttore della scuola di Portogruaro racconta l’attività del prestigioso istituto
The director of the Portogruaro school describes the prestigious institute’s activities
di / by Mario Pagotto
14
Interpreti Veneziani, oltre Vivaldi con passione
Interpreti Veneziani, more than Vivaldi with passion
Un ex allievo del Conservatorio «B. Marcello» racconta la sua attività
A former pupil of the «B. Marcello» Conservatory describes his work
di / by Davide Amadio
15
14
Violino e violoncello, un concorso per giovani talenti
Violin and cello, a competition for young talents
Il direttore del progetto illustra i significati del Premio
The project director explains the meanings of the Award
19
Abbado, «l’antiromantico» tra Mozart e Ravel
Abbado, an «anti-Romantic» between Mozart and Ravel
21
Il lungo percorso del maestro da Vienna alle orchestre giovanili
The Maestro’ long journey from Vienna to youth orchestras
di / by Mario Messinis
21
Claudio Abbado e la gioia di suonare insieme
Claudio Abbado and the joy of playing together
Il grande maestro dirige l’Orchestra Mozart, destinata a giovani musicisti italiani ed europei
Maestro Abbado directs the Orchestra Mozart, for young Italian and European musicians
24
Luca Ronconi, maestro senza metodi e ideologie
Luca Ronconi, a maestro without methods and ideology
24
Il grande regista descrive la sua via all'insegnamento
The great director describes how he began teaching
All’Opera
29
Lungo il circuito intorno alla montagna
Alla Fenice la «Daphne» di Strauss, opera trasparente in cori pastorali
di Quirino Principe
La cornice sinfonica
32
Brani di Bartok, Borodin e Debussy al concerto della stagione del Malibran
di Chiara Squarcina
Note veneziane
35
Il ritorno di Béjart nella sua adorata laguna
38
Béjart, l’uomo che creò la danza
4
29
Strumenti da Re per il Quartetto Takács
Alla Fenice, dal 5 al 7 maggio, «Bolero» e «Oiseau de Feu»
di Elisa Vaccarino
Nei suoi balletti l’incontro con la vita, l’amore e la morte
35
Sommario / Contents
41
39
I concerti del sabato pomeriggio
Al Collegio Marconi di Portogruaro la rassegna della Fondazione S. Cecilia
di Mario Pagotto
Contemporanea
42
41
Sperimentazione e internazionalità, ecco la nuova Biennale
42
«Body Attack», il corpo si interroga alla Biennale Danza
44
Innovativa e sperimentale, ecco la Biennale degli «sconosciuti»
46
Biennale Musica, va in scena il corpo
Il presidente Davide Croff spiega le linee di sviluppo dell’Ente
Ismael Ivo illustra il suo progetto voluto come un forum interattivo
Il direttore del settore teatro racconta la scelta di portare in scena artisti senza fama
Giorgio Battistelli propone un «teatro da camera»
L’altra musica
44
46
49
Rock essenziale per i «Pezzi» di De Gregori
50
La viva tensione dell’in-quietudine
52
Compie dieci anni «Vicenza Jazz», dall’Africa a Charlie Parker
53
L’anima di Cuba si è fermata a Mestre
54
Il Palazzo delle Prigioni a tutto jazz
Il ritorno del cantautore romano con un nuovo lavoro immediato e godibile
di John Vignola
I Marlene Kuntz in «Bianco Sporco»
di Enrico Bettinello
Al Toniolo il travolgente pianoforte di Rubalcaba
di Tommaso Gastaldi
Il Quartetto di Davide Baldo conquista il pubblico con estro e improvvisazione
di Eugenia Saluzzo
In vetrina
55
Musica per immagini: MTV ieri e oggi
di Luca De Gennaro
I
Dintorni
57
La difficoltà di essere Argante
50
58
La sofferenza corrosiva del «malato immaginario»
59
59
Il «Filò» di Zanzotto, meditazione sull’uomo
63
Zoom
65
Appuntamenti
71
Il Veneto in musica
Massimo Dapporto racconta il personaggio di Molière
In un’opera tutta l’amarezza del commediografo francese
di Carmelo Alberti
Su sollecitazione di Fellini il poeta crea il capolavoro del «vecio parlar»
di Dario Ventimiglia
5
VeneziaMusica e dintorni
Anno II – n. 4 – maggio / giugno 2005
periodico bimestrale
Reg. Tribunale di Venezia n. 1496 del 19 / 10 / 2004
Editore: Euterpe Venezia s.r.l.
Direttore responsabile: Manuela Pivato
Direttore editoriale: Leonardo Mello
Caporedattore: Ilaria Pellanda
Segreteria di redazione: Erica Molin e Catia Munari
Progetto grafico: Roberta Volpato
Realizzazione grafica: Luca Colferai
Stampa: Grafiche Crivellari – Ponzano Veneto (TV)
Redazione: Dorsoduro 3488/U – 30123 Venezia
Tel. 041 715188 / 041 719274 – fax 041 2753231
e-mail: [email protected]
web: www.euterpevenezia.it
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Nicoletta Echer (348 3945295) – Roberto Echer (347 7206625)
Prezzo unitario: 3 Euro
Abbonamento a sei numeri: 15 Euro
tramite conto corrente postale n. 62330287
intestato a: Euterpe Venezia s.r.l.
per informazioni contattare la redazione
Tiratura: 5000 copie
Contributi di Roberto Gottipavero, Mario Pagotto, Davide Amadio,
Mario Messinis, Quirino Principe, Chiara Squarcina, Elisa Vaccarino,
John Vignola, Enrico Bettinello, Tommaso Gastaldi, Eugenia Saluzzo,
Luca De Gennaro, Carmelo Alberti, Dario Ventimiglia
Traduzioni di Lemuel Caution e Tina Cawthra
Si ringraziano Luca Ronconi, Franco Quadri, Quirino Principe,
Mario e Paola Messinis, Davide Croff, Ismael Ivo, Romeo Castellucci,
Giorgio Battistelli, Massimo Dapporto, Elisa Vaccarino, Cristiano Godano,
Luca De Gennaro, John Vignola, Dario Ventimiglia, Roberto Gottipavero,
Mario Pagotto, Alessandro Molin, Davide Amadio, Carmelo Alberti,
Richard Strauss, Chiara Squarcina, Enrico Bettinello, Tommaso Gastaldi,
Eugenia Saluzzo, Davide Baldo, Emanuela Caldirola, Nathalie Martinelli,
Diego Ravetti, Mariano Settembri, Achille Mauri, Luca Ragagnin,
Gianni Sibilla, Bruno Rosada, Paola Talamini, Guido Michelone,
Shana Forlani, Carla Bino, Umberto Fanni, Giuseppe De Spirito,
Marina Pellanda, Eva Rico e Carmen, Fabio Achilli, Pietro Cavalletti,
Paolo Cagnin, Silvia Del Mastro, Alberto Santini, Daniela Martinello,
Giuseppe Godano, Claudia Loda, Cristina Rastelli, Barbara Montagner,
Marina Dorigo, Carolina Pisegno, Maryon Pessina, Chiara Celluprica,
David Bonato, Alessandra Canella, Maria Grazia Tornisiello,
Roberto Valentino, Anna Zamattio, Alessandra De Respinis,
il Caffè Rosso di Santa Margherita, Gregorio Bacci Giagan e Lisa D’Amico
Si ringraziano particolarmente
La Biennale di Venezia e l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC)
per l’immagine di copertina e il Piccolo Teatro di Milano per le immagini di
Luca Ronconi (pp 24, 26)
Si ringrazia inoltre
Ubulibri – Le edizioni dello spettacolo per la gentile concessione delle
immagini di pp. 26-27, tratte dal volume Il laboratorio di Prato, Milano 1981
Photocredits: Marco Caselli, 21; Raffaello Raimondi, 22 e 23; Marcello
Norberth, 24 e 27; François Paolini, 35, 37 e 38; Gianluca Cestaro, 39;
Gomma, 44; Raffaela Manzini e Linda Savelli, 50; Fabio Lovino, 51; Eugenia
Saluzzo, 54; Mirta Lispi, 55; Elena Bono, 58; Giorgio Zucchiatti, 59 e 61;
Chiara Caputi, 63 (in alto a destra).
Elenco degli inserzionisti: Bugno Art Gallery, seconda di copertina; Margerie,
2; Hotel Monaco & Grand Canal, 12; Galleria Ca’ Rezzonico, 18; Hotel Cipriani, 28; Jacopo Biondi Santi, 30; Hotel Giorgione, 34; Terrazza Orseolo, 36;
Ristorante Antico Martini, 39; Bottega d’Arte San Vio, 40; Bibione Thermae,
48; Fondazione di Venezia, 56; Vetreria Artistica Archimede Seguso, 60; Motorsport, 62; Grafiche Crivellari, 64; Duodo Palace Hotel, terza di copertina; Cassa
di Risparmio di Venezia, quarta di copertina.
6
Focus On
I primi trentacinque anni dello «Steffani»
conservatorio giovane
The First Thirty-five Years of the «young»
«Steffani» Conservatory
Due sedi storiche, 500 allievi, un laboratorio di musica elettronica
Two historical campuses, 500 students and an electronic music laboratory
I
T
di / by Roberto Gottipavero
direttore del Conservatorio «Agostino Steffani»
l Conservatorio Statale di Musica «A. Steffani» di
he «A. Steffani» State Musical Conservatory in
Castelfranco Veneto, nato nel 1969 come sezione
Castelfranco Veneto, founded in 1969 as an offshoot
staccata del Conservatorio «B. Marcello» di Veof Venice’s «B Marcello» Conservatory, became an
nezia, è diventato autonomo nel 1980. Fin dall’inizio
autonomous body in 1980. Since its inception, the Conservatory
l’Istituto ha risposto alle esigenze di un bacino
has aimed to fulfil the needs of decentralised students, that
d’utenza dislocato territorialmente al di fuori
is those who would otherwise have been cut off from
dei principali circuiti della formazione muthe main musical educational circuits. The Consicale. Pertanto la funzione dell’Istituto
servatory’s role has therefore gradually become
si è progressivamente delineata nel
increasingly tied to its local territory.
rapporto con il proprio territorio di
Its historical central headquarters are
riferimento.
situated in the heart of the medieval
La sua sede storica è situata nel
town of Castelfranco, with a large and
cuore dell’antica cittadella mesuggestive garden dominated by Villa
dievale, dove trova spazio un
Barbarella, which has always housed
ampio e suggestivo giardino
the Conservatory’s administration
dominato da «Villa Barbarella»,
and a few teaching rooms.
che da sempre ospita il reparA few years ago, however, the Conto
direttivo-amministrativo
servatory also acquired new teachdell’Istituto e alcune aule di
ing rooms just outside the city walls
studio.
at the Chiostro dei Serviti Convent
Già da qualche anno il Conto meet ever growing demands in stuservatorio ha trovato, fuori le
dent enrolments, which are currently
mura, un’altra caratteristica sede,
about 500 and include both students
presso le sale dell’antico Convenenrolled in traditional courses and those
to al Chiostro dei Serviti, per far
enrolled in the experimental new underfronte alla continua richiesta di nuovi
graduate and graduate university courses.
locali, determinata dall’incremento della
There are now about fifty teaching rooms, inpopolazione studentesca, che attualmente
cluding an electronic music laboratory, a lecture
Agostino Steffani
si attesta intorno alle cinquecento unità, conhall with seating for 70 people, a library with listensiderando sia gli allievi dei corsi ordinamentali, sia
ing rooms, staff and student common-rooms decked out
quelli dei nuovi corsi sperimentali di primo e secondo
with computers and internet connections; and, above all, students
livello.
have access to appropriate rooms
Per loro vi sono a disposifor Orchestral Practice and Stage
zione circa una cinquantina
Design as well as concert and final
di aule, tra cui un laboratorio
exam performances in the particuper la musica elettronica,
larly suggestive and acoustically
un’aula-auditorium da 70
faultless local Teatro Accademico.
posti, la biblioteca con aula
Over the past 35 years, the «Stefascolto annessa, le sale per
fani» has distinguished itself as a
i docenti e gli studenti con
young Conservatory which is anicomputer e postazione inmated by professionally youthful
ternet e, soprattutto, la posyet highly qualified teaching staff,
sibilità di svolgere le lezioni
driven by an enthusiasm for and
di Esercitazioni orchestrali e
dedication to their students which
di Arte scenica, nonché tutte
goes well beyond bare institutional
le esibizioni concertistiche di
requirements.
Tra le lezioni
anche Arte scenica ed
Esercitazione orchestrale
Courses are also available
in Stage Design
and Orchestral Practice
7
Focus On
rilievo e i saggi finali, in un ambiente particolarmente
suggestivo e acusticamente d’eccellenza qual è il Teatro
Accademico cittadino.
Lo «Steffani» si è sempre distinto, in questi 35 anni di
vita, per essere un Conservatorio giovane, cioè animato
da un corpo docente professionalmente giovane ma
altamente qualificato, spinto da quell’entusiasmo di
mettersi con dedizione al servizio degli studenti, che va
al di là del proprio compito istituzionale.
Ora l’offerta formativa è distribuita su un’amplissima
gamma di discipline strumentali – comprendente anche strumenti meno diffusi nei conservatori come la
fisarmonica o la viola da gamba – e teoriche, anche
innovative, che si sono ulteriormente arricchite in
virtù dei recenti corsi sperimentali (come nel caso del
corso specialistico biennale di arpa celtica, unico nel
suo genere in Italia). Questi hanno dato corpo al processo di rinnovamento didattico che da alcuni anni il
Conservatorio di Castelfranco ha attivato, proponendo
ad esempio dei corsi biennali
straordinari per “Maestro
collaboratore” e per lo studio
della “Letteratura pianistica
Afro-americana”, che da
quest’anno sono stati attivati
nel biennio specialistico di
II° livello della scuola di Pianoforte.
La possibilità data dal Ministero ai conservatori italiani
di dare avvio al lento ma
inarrestabile processo di rinnovo strutturale degli studi
musicali è stata perseguita dal
nostro Istituto con grande
determinazione. Questa ci ha
portato ad essere tra i primi
ad aver approvato lo Statuto
e, conseguentemente, ad aver
rinnovato tutti gli organi di
governo previsti. Il nuovo
Statuto, in vigore dal giugno
2004, è infatti il primo e più
importante passo verso la
tanto sospirata autonomia
delle Istituzioni dell’Alta
Formazione Artistica Musicale e Coreutica, che, di
fatto, permette anche ai conservatori di rilasciare titoli
accademici di primo e secondo livello, nonché masters,
diplomi di specializzazione, dottorati di ricerca ecc…
Il Conservatorio di Castelfranco ha inoltre avviato in
questi anni, grazie anche alla preziosa guida dei direttori che si sono succeduti – e vorrei qui ricordare almeno
le due figure che hanno segnato l’ultimo ventennio, i
maestri Davide Zambon e Massimo Somenzi – una ricca e produttiva collaborazione con istituzioni nazionali
ed internazionali, enti di produzione lirico-sinfonica,
senza tralasciare la costante presenza di associazioni
ed enti anche privati strettamente connessi alla realtà
territoriale. Per citare solo le più importanti, la collaborazione con il College of Music dell’University
of North Texas (il più grande dipartimento di studi
musicali di tutte le università degli Usa) che ha visto la
realizzazione-scambio di alcune produzioni liriche (La
8
The courses offered cover a wide range of instrumental disciplines
(including rarer instruments such as the concertina and bass
viol) and innovative theoretical courses, all of which are further
enhanced by recently-introduced experimental courses (such as
the two-year specialist course in Celtic harp, the only one of its
kind in Italy). All these courses are part of the drive for didactic
renewal the Conservatory has been engaged in over the last few
years, and that has led to two-year specialist courses for «Maestro
Collaborators» and «Afro-American Piano Literature», which
were introduced as part of this year’s graduate degree course in
Piano.
In other words, the Conservatory has taken full advantage of
the possibilities offered Italian conservatories by the Ministry for
Education’s slow yet inexorable structural renewal of musical
studies. The Conservatory, in fact, was one of the first to approve
its new Statute and, consequently, renew the governing bodies
within the institution. The new Statute, which came into force
in 2004, is in fact the first and most important step towards a
much-desired educational autonomy for Italian tertiary musical
Villa Barbarella
education institutions which, in effect, has allowed them to issue
undergraduate and graduate degrees, as well as MAs, specialist
diplomas and PhDs.
Thanks also to invaluable guidance offered by important directors (and here I would like to mention the two who have defined
the last twenty years’ activity, Maestro Davide Zambon and
Maestro Massimo Somenzi), the Castefranco Conservatory has
established a very productive collaboration with national and
international institutions, symphonic and musical bodies and
private associations and bodies that are strictly linked to the local
territory. To cite only one, there is the College of Music of the
University of North Texas (the largest musical studies department of any American university), which led to the production
and exchange of various lyrical opera performances (Rossini’s
La cambiale di matrimonio and Verdi’s La traviata) and
chamber music performances (as well as Masterclasses), and that
will be renewed in 2006, most probably with Mozart’s Così fan
tutte.
Focus On
cambiale di matrimonio di
Rossini e La traviata di
Verdi) e cameristiche
– oltre naturalmente a
Masterclass – e che si
concretizzerà (probabilmente con Così fan
tutte di Mozart) nuovamente nel 2006.
La scommessa attuale delle Istituzioni
dell’Alta Formazione
Artistica Musicale è
quella di poter prefigurare un Conservatorio
in grado di garantirsi
un bacino d’utenza
adeguato e sufficientemente preparato a
proseguire gli studi
musicali (per i quali
ancora non s’intravede
un percorso organizzato a livello ministeriale)
nei corsi accademici di
livello superiore. Non
dimentichiamo che il Così fan tutte di Mozart nella versione di Roberto De Simone, direttore Riccardo Muti, Vienna 1997
ruolo dei conservatori Mozart’s Così fan tutte in Roberto De Simone’s version, directed by Riccardo Muti, Vienna 1997.
nel prossimo futuro
The various Musical Institutions’ current project is to establish
vive uno stato di preoccupante incertezza proprio a
conservatories able to rely on a minimum number of possible stucausa di quella fascia di studi che con il «vecchio ordents able to then go to further and higher post-graduate musical
dinamento» sono sempre stati assolti all’interno delle
studies (which have yet to be defined and organised by the Minisnostre istituzioni.
try). We should not forget that the role of Italian conservatories
Per prepararsi a questo incerto futuro, il Conservatorio
in the near future is worryingly uncertain, precisely because of
di Castelfranco ha sviluppato, e sta tuttora sviluppanthe «old regime» of musical studies, which have, traditionally,
do, una serie di intese o di accordi di rete con licei,
always been undertaken within our institutions.
università e scuole di musica private.
To prepare itself to face this uncertain future, the Castelfranco
Ma l’accordo forse più importante è quello che, a seConservatory has defined, and is currently defining, a series of
guito della positiva esperienza legata alla formazione
agreements with high schools, universities and private music
di un’Orchestra Regionale dei Conservatori del Veschools.
neto, sta in questi giorni prendendo vita attraverso la
But perhaps the most important agreement is the one that is curcostituzione di un Consorzio dei sette Conservatori
rently taking form: following the positive experience of the forregionali.
mation of a Regional Orchestra of the Veneto Conservatories,
Nel frattempo il Conservatorio di Castelfranco, che
we are currently defining a Consortium that will bring together
proprio nel novembre 2004 ha reso omaggio con una
the seven regional conservatories.
serie di iniziative e concerti alla figura del musicista
In the meantime, the Castelfranco conservatory, which paid homcastellano Agostino Steffani – di cui ricorreva il 350°
age to the Castelfranco musician Agostino Steffani in November
anniversario della nascita – da cui l’Istituto prende il
2004 (as part of the celebrations for the 350th anniversary of
nome, ha attivato una buona parte dei corsi sperimenhis birth), has activated has inaugurated most of the experimentali di triennio e biennio specialistico, sottolineando
tal courses as part of the undergraduate and graduate degree
così la sua radicata presenza nel territorio e richiamancourse, thus underlining its well-defined presence in the local terdo anche un certo numero di studenti stranieri, in virtù
ritory and also appealing to quite a number of foreign students
dell’alta qualità offerta sia dagli insegnamenti tradiziothanks to the unquestionable quality offered both by the more
nali, che di quelli innovativi già menzionati.
traditional courses offered and by the more innovative ones.
Anche il settore specialistico barocco può trovare,
Thanks to the highly qualified teaching staff at the conservagrazie ai qualificati insegnanti di cui dispone il Contory, we are also able to offer teaching in the specialist sector
servatorio, un motivo di distinzione nel confronto con
of Baroque music, which precious few others are offering. In
altre proposte analoghe; a questo proposito merita una
this regard, it is worth mentioning the «A Steffani» Baroque
particolare attenzione l’Ensemble Barocco «A. StefEnsemble which, as an «emanation» of the courses held over
fani» che, emanazione dei corsi che si sono tenuti in
the past few years, has always distinguished itself thanks to the
questi anni, si è sempre distinta per l’alta qualità delle
extraordinary quality of its concerts.
sue manifestazioni concertistiche.
9
Focus On
Concerti, concorsi e didattica,
tutta la musica della «Santa Cecilia»
Concerts, competitions and teaching,
all the music of the «Santa Cecilia»
Il direttore della scuola di Portogruaro racconta
l’attività del prestigioso istituto
The director of the Portogruaro school describes
the prestigious institute’s activities
T
ra le finalità principali che si sono poste Euterpe
Venezia e la Fondazione Musicale «Santa Cecilia» di Portogruaro, vi è quella di sviluppare una
scuola di musica capace di trasmettere la cultura musicale a diversi livelli di ricezione. Infatti, se da un lato la
scuola si configura come una accademia specialistica,
dall’altro coltiva il desiderio di portare la musica sempre più all’attenzione delle giovani generazioni. Non ci
dilungheremo qui sui diversi studi scientifici che hanno
abbondantemente
dimostrato come
tale disciplina costituisca uno dei
processi educativi
più efficaci, capace di sviluppare
armoniosamente
le
potenzialità,
intellettuali
e
pratiche, di quella
meravigliosa
macchina che è il
nostro cervello.
La musica sviluppa le relazioni
tra i due emisferi
celebrali rafforzando la memoria,
l’autocontrollo, la Leonardo da Vinci
capacità manuale,
l’abitudine alla concentrazione prolungata, la prontezza di riflessi, l’immaginario emotivo, contribuendo
fortemente all’educazione dell’individuo.
Purtroppo sembra che l’attuale riforma della scuola
non tenga minimamente conto di questo e non si capisce perché, ad esempio, uno studente di liceo classico,
debba conoscere la storia dell’arte e della letteratura
italiana e non la storia della musica. Forse Antonio
Vivaldi, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini (solo per
citare tre nomi) non costituiscono il nerbo della cultura italiana, del patrimonio di conoscenze legate alla
nostra identità, quanto Dante Alighieri, Leonardo Da
Vinci o Giacomo Leopardi? A maggior ragione quindi
10
O
di / by Mario Pagotto
direttore della Scuola «Santa Cecilia»
ne of the main aims of Euterpe Venezia and the
«Santa Cecilia» Musical Foundation in Portogruaro is
that of developing a music school that is capable of providing musical education to diverse target groups. Indeed, while
on the one hand the school is organised as a specialist academy,
on the other it cultivates the wish to bring music to the attention
of more and more members of the younger generation. We shall
not dwell on the various scientific studies that clearly show that
this discipline is one of the most effective educational processes,
one that is able to
develop both the
intellectual
and
practical potential
in harmony in that
marvellous machine
that is our brain.
Music
develops
the
relationships
between the two cerebral hemispheres,
strengthening memory,
self-control,
manual ability, the
habit of extended
concentration,
prompt reflexes, and
emotive imagination, thus greatly
Giacomo Puccini contributing to the
education of an
individual.
Unfortunately, it appears that the current school reform does not
take this into the slightest consideration and it is not clear why, for
example, a high school student specialising in Classical Studies
has to be familiar with the history of art and Italian literature
but not the history of music. Do Antonio Vivaldi, Giuseppe
Verdi, Giacomo Puccini (to name but three) not represent the
backbone of Italian culture, of the heritage of knowledge linked
to our identify as much as Dante, Leonardo Da Vinci and
Giacomo Leopardi? For even more reason, once again musical
education is limited to Conservatories and in the future (but
when?) music high schools and private initiatives. This is why
the «Santa Cecilia» Music School is committed to making music
Focus On
ancora una volta la cultura musicale è confinata nei
Conservatori e nei futuri (ma quando?) licei musicali
e alle iniziative private. Ecco allora l’impegno della
Scuola di musica «Santa Cecilia» per rendere facilmente
accessibile la musica alle giovani generazioni. Infatti,
queste sono quelle più esposte ai rischi di una pletora
di comunicazioni culturali o pseudoculturali spesso
non di sostanza, a volte fuorvianti e non educative o,
peggio, diseducative.
Il buon funzionamento di una scuola trova fondamento nella competenza e nella professionalità del
suo corpo insegnante e nel constante aggiornamento
dei programmi di studio e delle metodologie didattiche. Tra le varie attività extra curriculari, quest’anno la
professoressa Elena Enrico ha svolto un seminario sul
metodo Suzuki, considerato unanimemente come un
dei metodi didattici più validi per l’approccio alla musica dei bambini in età prescolare.
La Scuola, inoltre, non si limita all’attività didattica all’interno delle aule, ma persegue in maniera sistematica
un’espansione sul territorio. Si può dire che più che
essere promotrice di stagioni musicali fine a se stesse,
essa ricerchi situazioni concertistiche ove, accanto all’imprescindibile valore artistico, trovi collocazione uno
sforzo di coinvolgere
in maniera diretta e Antonio Vivaldi
costruttiva gli allievi
della scuola, in primis,
e, più in generale, le
giovani generazioni, cui si accennava
sopra. Quindi i
concerti del Sabato
Pomeriggio, le lezioni
concerto nelle scuole
materne,
elementari, medie e liceali,
l’organizzazione di
eventi europei con
gemellaggi culturali
transfrontalieri, sono
creati al fine di stimolare la curiosità degli allievi a tutte
le forme di divulgazione e veicolazione artistico-musicale. La direzione conta inoltre di espandere sempre
più tale attività facendo assumere un valore etico-sociale alle sue manifestazioni, che potrebbero trovare
collocamento in luoghi normalmente preclusi all’arte.
Le iniziative della scuola «Santa Cecilia» si possono così
riassumere:
Concerti del Sabato Pomeriggio. Si tratta della ripresa di
una fortunata formula concertistica che da sempre ha
visto in prima linea gli insegnanti della Scuola e i loro
allievi. Quest’anno si svilupperà in sei appuntamenti
caratterizzati dalla più ampia varietà di esecutori e di
repertorio.
Orchestra della scuola. Formata da allievi ed insegnanti
della Scuola, si è riunita dallo scorso anno in gemellaggio con l’orchestra e il coro della Glasbena Sola di
Capodistria. Le compagini così riunite hanno prodotto
una serie di concerti sinfonico-corali sul tema del «Sacro in musica»
Istituzione del primo concorso di Musica e Poesia. Nato in
collaborazione con le Scuole Medie «D. Bertolini» e
«G. Pascoli» di Portogruaro, «Giovanni XXIII» di Lu-
Una scuola di musica
capace di trasmettere
la cultura musicale
a diversi livelli di ricezione
A music school that is capable of
providing musical education to
diverse target groups
more accessible to the younger generations. Indeed, they are the
most at risk from an abundance of cultural and pseudo-cultural
communication that is often of no substance, at times misleading
and not educational or, even worse, morally harmful.
For a school to run successfully the staff must be both competent
and professional and it must constantly update its study programmes and teaching methods. This year, amongst the various
extra-curricular activities, Professor Elena Enrico held a seminar on the Suzuki method, which is unanimously considered to
be one of the most
valid teaching methods in introducing
pre-school children
to music.
Furthermore, the
School does not limit
itself to teaching
within the classroom
but also makes systematic use of the
surrounding territory. It can be said
that rather than
being a promoter
Giacomo Leopardi
of music seasons as
an end in itself, it
searches for concert situations where, alongside their inevitable
artistic value, the school pupils themselves are involved directly
and constructively as are, more generally, the aforementioned
younger generations. Saturday Afternoon Concerts, the concert
lessons in kindergartens, primary, middle and high schools, and
the organisation of European events with cultural partnerships
abroad have therefore all been created to stimulate the curiosity
of pupils as regards the forms of artistic-musical presentation
and diffusion. The management also intends to expand these
type of activities by giving an ethic-social value to the events that
might be held in places that are usually precluded from art.
The initiatives of the «Santa Cecilia» School may be summarised as follows:
Saturday Afternoon Concerts. This is a revival of a successful concert formula that has always involved the School’s
teachers and pupils. This year there will be six dates that will
be characterised by the broadest variety of both performers and
repertoire.
School orchestra. Made up of the School’s pupils and teachers, last year it joined up with the orchestra and choir of the
Glasbena Sola of Capodistria. Together they produced a series
of symphonic-choral concerts on the subject of the «Sacred in
music».
11
Focus On
Giuseppe Verdi
gugnana e di Summaga. Si tratta di una manifestazione
innovativa nella concezione e nella realizzazione che si
articola in una prima fase costituita dalla selezione di
testi poetici composti dagli alunni delle scuole medie
ad opera di una commissione letteraria appositamente
istituita. Nella seconda fase i testi selezionati vengono
musicati con brani di repertorio e/o originali dagli allievi della scuola di musica.
Attività di promozione musicale nelle scuole. Viene svolta
sotto forma di lezioni-concerto dagli insegnanti della
Scuola nelle sedi richiedenti. Le lezioni sono sempre
concepite in due sezioni: una teoretica affidata ad un
relatore con formazione musicologica e una pratica in
cui agli studenti vengono dimostrate le caratteristiche
timbriche e tecniche dei diversi strumenti, con l’esecuzione di brani di repertorio. Quest’anno la scuola potrà
avvalersi della prestigiosa collaborazione di Quirino
Principe.
Concerti nel corso del Festival Internazionale «Estate Musicale»
a Portogruaro. I concerti che si svolgono durante l’estate
musicale costituiscono un importante e prestigioso
palcoscenico per i docenti concertisti della scuola e per
gli allievi più meritevoli che frequentano i loro corsi.
Concerti nel corso del Festival «Galuppi» di Venezia. Gli allievi che si sono distinti all’interno della nostra scuola,
avranno la possibilità di esibirsi nel prestigioso palcoscenico veneziano, all’interno del ciclo «Linea Verde»
riservato ai nuovi talenti.
Rapporti artistici con altri enti. Da anni è consolidato un
rapporto di fruttuosa collaborazione con il Rotary
Club di Portogruaro che sovvenziona le annuali Borse
di Studio «di merito» con il nome di «Premio Rotary»
Consuetudini concertistiche. Un’altra importante spinta all’attività concertistica viene dal rapporto con gli
enti locali. La scuola collabora con il comune di Concordia Sagittaria per l’annuale serie di concerti «Musica
ed archeologia». Con il comune di Cavallino per il Concerto del primo gennaio di ogni anno.
Dante secondo Salvador Dalì
Foundation of the first Music and Poetry competition.
This was created in collaboration with the «D. Bertolini» and
«G. Pascoli» middle schools in Portogruaro, the «Giovanni
XXIII» school in Lugugnana and Summaga. As regards both
its conception and implementation, this is an innovative event
with an initial phase that consists in the selection of poetry texts
written by pupils from the middle school by a specially-chosen
literary commission. In the second phase the texts that have been
selected are accompanied by music with original and/or repertoire passages by the pupils from the music school.
Activities for the promotion of music in schools. These
are in the form of concert-lessons and are undertaken by teachers from the School in the places that have requested it. The
lessons are always divided into two sections: a theoretical one by
a speaker trained in musicology and a practical one in which the
students are shown the timbre and technical characteristics of
various instruments, with the performance of repertoire passages.
This year the school will be able to work together with the prestigious Quirino Principe.
Concerts during the «Estate Musicale» International
Festival in Portogruaro. The concerts held during the «Estate Musicale» are an important and prestigious stage for the
school’s concert teachers and the most gifted pupils attending their
courses.
Concerts during the «Galuppi» Festival of Venice. The
pupils who have excelled at our school will be able to perform
during the prestigious Venetian festival, as part of the «Linea
Verde» cycle which is especially for new talents.
Artistic relations with other organisations. For years now
a relationship of fruitful collaboration has been established with
the Portogruaro Rotary Club, which finances the annual «merit»
Scholarships with the name «Rotary Prize».
Traditional concerts. Another important stimulus for concert
activities comes from the relationship with local organisations.
The school works together with the City Council of Concordia
Sagittaria for the annual «Music and archaeology» concert series
and with the City Council of Cavallino for the annual New
Year’s Day Concert.
13
Focus On
Interpreti Veneziani,
oltre Vivaldi con passione
Interpreti Veneziani,
more than Vivaldi with passion
Un ex allievo del Conservatorio «B. Marcello»
racconta la sua attività
A former pupil of the «B. Marcello» Conservatory describes his work
F
accio parte degli Interpreti Veneziani, ensemble
fondato nel 1986 da Paolo Cognolato, dal 1987.
Nel corso dei suoi primi anni di vita l’ensemble
muta la sua fisionomia: già senza direttore, sparisce
anche la figura del primo violino inteso come unico solista. Grazie a una rosa di musicisti di talento, infatti, si
decide di alternare in veste di
solista ciascun componente
del gruppo.
La scelta di organizzare una
stagione in proprio, che vede
la Chiesa di San Vidal cornice entro cui vengono a svolgersi circa trecento concerti
l’anno, viene dal desiderio di
affermarci come eredi effettivi di un patrimonio artistico che ravvisa nella «Scuola
Veneziana» una forma di
interpretazione
filologica,
ma senza estremismi, della
musica di Vivaldi, musica
concepita all’epoca per essere suonata proprio in chiesa,
sede resa ideale dalla particolare acustica, dove ogni più
piccolo suono assume una
sua storia.
Oltre ai concerti in programmazione nella città di Venezia, gli Interpreti Veneziani
partecipano ogni anno a
numerose tournée: solo nel 2004, infatti, siamo stati in
Francia, Austria, Germania, Giappone, Australia, Sud
America e Turchia. Tutto questo grazie alle notevoli
capacità dell’orchestra che permettono di contare su
di un numero di artisti che consenta di far continuare la
stagione veneziana, contemporaneamente all’avvicendarsi delle tournée.
Tutti noi componenti degli Interpreti Veneziani, anche
pensando a esperienze precedenti, sappiamo che privilegio sia far parte di questo ensemble come valida alternativa al noioso e poco gratificante lavoro del «minatore orchestrale». Parlo di lavoro perché è proprio questo
ciò che diventa la nostra arte quando la politica prende
14
I
di / by Davide Amadio
have been a member of the Interpreti Veneziani, an
ensemble founded in 1986 by Paolo Cognolato, since 1987.
During its early years, the physiognomy of the ensemble
changed – it had already been without a conductor and then the
figure of the first violinist as the only soloist also disappeared.
Thanks to a team of talented musicians, the decision was then
taken for each group member to
take turns as soloist.
With the Church of San Vidal
as the setting for around thirty
concerts each year, the choice to
organise our own season arose
from the wish to establish ourselves as the true heirs of an
artistic heritage that recognises a
form of philological interpretation of Vivaldi’s music in the
«Venetian School», one that is
without extremes, and one that
was composed to be played in a
church, acoustically an ideal place,
where each single tiny sound has
its own history.
Apart from the concerts planned
for the city of Venice, the Interpreti Veneziani also take part
in numerous tours each year. Indeed, in 2004 alone we performed
in France, Austria, Germany,
Japan, Australia, South AmerAntonio Vivaldi
ica and Turkey. And this is all
thanks to the orchestra’s considerable ability, which allows it to rely on a number of artists that
permit it to continue its Venetian season while being on tour.
Also in view of our previous experience, we members of the
Interpreti Veneziani are all aware what a privilege it is to
be part of this ensemble as a valid alternative to the boring
and unrewarding work of «orchestral drudges». I use the word
«drudge» precisely because this is what our art becomes when
politics replaces music, when musicians become shop stewards and
when a guaranteed regular income frequently coincides with the
end of individual technical studies.
It is with great satisfaction that we evaluate the proposals that
arrive almost daily from outstanding Italian musicians who want
to work with us and who are ready to escape their daily drudgery,
Focus On
il posto della
musica, quando i musicisti
si trasformano
in sindacalisti o quando
l’arrivare
a
percepire uno
stipendio fisso
spesso coincide con la fine
della preparazione tecnica
individuale.
Con
molta
soddisfazione
valutiamo le
proposte
di
collaborazioni
che, quasi quotidianamente, Interpreti Veneziani
eccellenti
musicisti italiani ci rivolgono pronti a scappare dalla
«buca» per la nostalgia del far musica.
Una realtà come la nostra non è mai esistita a Venezia.
Non alludo solo al livello dei musicisti che la compongono, ma anche all’ottima organizzazione che sta alle
sue spalle, con figure professionali che si occupano
di promozione, relazioni con il pubblico, prevendite
e quant’altro. In molti hanno cercato di imitarci, ma
gli insuccessi di pubblico dovuti al livello amatoriale
dei gruppi, ha spinto gli organizzatori a far indossare
costumi di scena ai sottopagati musicisti e offrire uno
spettacolo quasi non degno di essere chiamato concerto. Spesse volte ci viene chiesto perché il nostro repertorio graviti soprattutto attorno alla figura di Vivaldi
e alle sue splendide Quattro Stagioni, facendoci tendere
verso un’omologazione di tipo commercial-turistico
che abbraccia molti degli ensemble veneziani. In realtà,
proprio di Vivaldi, non proponiamo solo le Quattro
Stagioni, capolavoro assoluto che in molti acclamano
a gran voce, ma anche sinfonie per archi, e tantissimi
concerti per violino , violoncello, oboe, flauto, fagotto,
con solisti sempre diversi a ogni nuovo concerto. Oltre
a Vivaldi, inoltre, il nostro repertorio
spazia dal barocco al classico, fino al
virtuosismo strumentale di fine Ottocento, primi Novecento.
Alla fine dei nostri concerti è un piacere andare a conoscere il pubblico
che ci aspetta: tra qualche autografo
e qualche foto, non di rado accade
che qualcuno ci inviti nella propria
dimora, dal ferroviere di Delhi al miliardario californiano, da Nicolas Cage
a Sting. Proprio quest’ultimo, con mio
grande piacere e soddisfazione, mi ha
personalmente proposto una partecipazione futura a un suo concerto.
Tutto sommato, davvero un buon
livello di pubblico, superiore ai soliti
abbonati un po’ stanchi, indigeni di
una società per concerti.
San Vidal
hankering after
real music.
There has never
been a possibility
such as ours in
Venice. And I
am not just referring to the quality of musicians
in the group, but
also the excellent
organisation behind it – professionals who deal
with promotion,
public relations,
advance
sales
and so on. Many
have tried to copy
us but their lack
of audience due
to the amateur
level of the groups led the organisers to make the underpaid
musicians wear period costumes and offer a performance
that is almost not even worthy of
being called a concert.
We are frequently asked
why our repertoire is
mainly based on the
figure of Vivaldi and
his splendid Four
Seasons, making
us tend towards a
commercial-tourist
standardisation that
encompasses many
of the Venetian
ensembles. In actual fact, of Vivaldi’s
work we do not just
perform the Four SeaGiu
seppe Tartini
sons, an absolute masterpiece that is loudly acclaimed by
many, but also symphonies for strings,
and countless concertos for violin, cello, oboe, flute, bassoon, with different soloists at each concert.
Our repertoire goes beyond Vivaldi, and
ranges from the Baroque to the Classical,
and also includes the instrumental virtuosity
of the late 19th and early 20th century.
At the end of our concerts it is a pleasure
to go and meet the audience who are waiting for us – an autograph or photograph
here and there, and often also an invitation
to someone’s home, from the railway man
from Delhi, to the Californian billionaire,
from Nicolas Cage to Sting. To my greatest
delight and satisfaction, it was the latter himself who personally asked me to collaborate
in one of his concerts. All in all, the level of
the audience is really good, much higher than
the usual season ticket holders who are the
weary locals of a concert society.
15
Focus On
Violino e violoncello,
un concorso per giovani talenti
Violin and cello,
a competition for young talents
Il direttore del progetto illustra i significati del Premio
The project director explains the meanings of the Award
I
n occasione del Concorso Europeo
«Alfredo e Vanda Marcosig» per giovani violinisti e violoncellisti svoltosi a
Gorizia dal 28 marzo al 3 aprile, il maestro
Alessandro Molin, direttore artistico del progetto
e primo dei secondi violini dell’Orchestra del Teatro
La Fenice di Venezia, ci ha illustrato i capisaldi
dell’evento.
Bandito dall’associazione «Musica Senza
Frontiere», in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia
e il Comune di Gorizia, il Concorso vede
come suoi fondatori Alfredo e Vanda
Marcosig, che diedero vita a tale progetto
ben ventitré anni fa. All’epoca il nome della
manifestazione era «Alpe Adria» e riuniva già
al suo interno non solo Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma anche Slovenia, Croazia e
Austria. Inizialmente, tuttavia, si trattava di
una manifestazione abbastanza piccola, che
col tempo è andata ampliandosi sempre più
fino a diventare un vero e proprio concorso
europeo.
Come avvengono le selezioni di ammissione?
Vengono valutati i titoli posseduti da ciascun
potenziale concorrente. Generalmente, comunque, vengono quasi tutti ammessi. La commissione
si forma a Gorizia: si tratta di una commissione internazionale, con un Presidente
italiano, me come direttore
artistico, un commissario
italiano, uno sloveno, uno
croato, due austriaci e uno
ungherese.
Da dove provengono i ragazzi
selezionati?
Molti di loro dai Conservatori
italiani, ma i più provengono
dalla Scuola Slovena, dall’Accademia di Lubiana, da quella
di Zagabria, dal Mozarteum
di Salisburgo.
Quante le categorie previste?
Si tratta di quattro categorie:
la prima comprende ragazzi
che hanno tra i sette e i dieci
O
n the occasion of the European «Alfredo e Vanda Marcosig» Competition for young violinists
and cellists, held in Gorizia from March 28 to
April 3, the maestro Alessandro Molin, artistic director of
the project and first of the second violins of the Teatro La
Fenice Orchestra, Venice, fills us in on the event.
Announced by the association «Musica Senza Frontiere»,
together with the Friuli Venezia Giulia Region, the Province and City Council of Gorizia, the Competition was
founded by Alfredo and Vanda Marcosig no less than
23 years ago. At that time, it was known as the «Alpe
Adria» and encompassed not just the Veneto and Friuli
Venezia Giulia, but also Slovenia, Croatia and Austria. Initially, however, it was a relatively small
event,
that gradually grew over the
years
until it became a real European
competition.
What are the admission
criteria?
The qualifications of each potential competitor are evaluated. In
general, however, nearly everyone is
admitted. The Commission is formed
in Gorizia – it is an international one,
with an Italian President, myself as artistic director, one Italian, Slovenian, and
Croatian commissioner, two Austrians and
one Hungarian commissioner.
Where do the young people
being selected come from?
Many of them come from Italian
Conservatories, but most come
from the Slovenian School, the
Academy in Lubiana or Zagabria
or from the Salzburg Mozarteum.
How many categories are
there?
Four. The first is for children
between the ages of seven and ten;
the second for children aged from
eleven to fourteen; the third is for
teenagers from fifteen to eighteen,
and finally the fourth is for those
who are under twenty-four. This
year there were no fewer than one
hundred and twenty participants,
Fondato da
Alfredo e Vanda Marcosig
accoglie ragazzi
da tutta Europa
Founded by
Alfredo and Vanda Marcosig,
it welcomes young people
from all over Europe
16
Focus On
ue,
191
2
ioli
n,
aV
ra q
sB
r ge
Geo
all from different schools.
anni d’età; la seconda quelli di età compresa fra gli unIt is an extremely interesting and educational experience for the
dici e i quattordici; la terza vede al suo interno i giovani
young people themselves, too.
dai quindici ai diciotto; infine la quarta, che raggruppa
What evaluation criteria are adopted to award the comragazzi di età non superiore ai ventiquattro anni. Quepetition prizes?
st’anno i partecipanti al concorso erano ben centovenFirst and foremost the criteria of merit, but the participant’s age
ti, tutti provenienti da scuole diverse. Un’esperienza
also plays a fundamental role. There are three prizewinners for
senz’altro interessante e formativa per i ragazzi stessi.
each category. The youngest participants are given scholarships,
Che criteri di valutazione vengono adottati al fine di assegnare i
a good way of encouraging the new generation. The prize-giving
premi previsti dal concorso?
ceremony takes place in Gorizia, an opportunity for all the winInnanzitutto il criterio di merito, ma anche l’età dei
ners to perform in public. The «prize concerts» are then
partecipanti gioca un ruolo fondamentale. Ci sono tre
organised, one of which took place on April 9
premiati per ciascuna delle categorie. Ai più gioat the Malibran Theatre in Venice.
vani vengono assegnate delle borse di studio,
From a financial point of view,
un buon metodo volto a incoraggiare le
which authorities are involnuove leve. La premiazione avviene a
ved?
Gorizia, occasione in cui i vincitori
The competition is completely
hanno la possibilità di esibirsi
free, there is no enrolment
davanti a un pubblico. Vengono
fee and this is one of the
successivamente organizzati i
reasons it is very imcosiddetti «concerti premio»,
portant to have the
uno dei quali si è svolto lo
help of as many
scorso 9 aprile al teatro
organisations as
Malibran di Venezia.
possible. We are
Dal punto di vista economico
indebted to the
quali sono gli enti coinvolti?
Friuli Venezia
Il concorso è comGiulia Region,
pletamente gratuito,
numerous
non prevede tasse di
sponsors and
iscrizione e, anche
the consideraper questo, è molto
ble support
importante riuscire ad
we
receive
avere l’aiuto dal magfrom the Teagior numero di realtà
tro La Fenice.
possibile. Dobbiamo
I would also
senz’altro ringraziare
like to menla regione Friuli Vetion the Mannezia Giulia, qualche
ni family, who
sponsor e il notevole
are owners of
appoggio che ci dona il
a maritime comTeatro La Fenice. Voglio
pany and have
inoltre ricordare la famibeen collaborating
glia Manni, proprietaria di
with us and supun’agenzia marittima, che
porting us in various
da anni collabora con noi e
ways for years.
ci sostiene in varie forme.
What sort of coveDi che tipo di visibilità riesce a goderage does the compere il concorso?
tition get?
Sono stati realizzati servizi da
Uo
it h
There have been several remo
emittenti televisive di Lubiana, Caw
co
an
ports by television broadcasting
podistria, e anche la Rai regionale ci ha
nV
,M
e
stations
in Lubiana, Capodistria
dedicato alcuni interventi.
u
iolin
o, 1912 - eorge Braq
and
the
regional
Rai has also transmitHa avuto modo di assistere allo sbocciare di qualche
G
ted several reports.
preziosa carriera fra i vincitori che si sono avvicendati nel
Have you been part of the beginnings of
corso degli anni?
an outstanding career of any of the winners over the
Come no! Penso con affetto a Lucio De Gani, ad
years?
esempio, uno dei primi ragazzi che parteciparono alla
Of course! For example, I remember Lucio De Gani with great
manifestazione e che adesso ricopre il ruolo di primo
affection, one of the first teenagers to take part in the competition and
violino nei Solisti Veneti sotto la guida del maestro Sciwho is now first violinist for the Solisti Veneti, under the guidance of
mone; cercando in famiglia poi, mia figlia Martina, che
maestro Scimone. Then in my family, my daughter Martina, who
si è perfezionata con Salvatore Accardo e ora suona
specialised under Salvatore Accardo and now plays in his orchestra.
con la sua orchestra. Direi, senza presunzione alcuna,
Without being presumptuous, I can truly say that a great number of
che parecchi di loro sono riusciti a fare breccia nel
them have become professional musicians. (i.p.)
mondo del professionismo. (i.p.)
17
Focus On
Abbado, l’«antiromantico»
tra Mozart e Ravel
Abbado, an «anti-Romantic»
between Mozart and Ravel
Il lungo percorso del maestro da Vienna alle orchestre giovanili
The Maestro’s long journey from Vienna to youth orchestras
di / by Mario Messinis
L’
C
laudio Abbado débuted in the 1950s, first as a pianist
interprete Claudio Abbado esordisce intorno
and then as an orchestra director. His leanings were
agli anni cinquanta, prima come pianista, poi
typical for the cultural elite of the period, and that is
come direttore d’orchestra. Gli orientamenti
of an Italian neo-Classicism that was opening up to Europe.
erano quelli, prevalenti nell’élite culturale del tempo, di
The reference point for this stylistic tendency was Mozart’s Così
un neoclassicismo italiano che si apriva anche all’Eurofan tutte with Guido Cantelli at the Piccola Scala, Debussy’s
pa. Punto di riferimento di questa tendenza esecutiva il
Italian Quartet and the Trio di Trieste’s Ravel. As a pianist
Così fan tutte mozartiano con Guido Cantelli alla Piccoand chamber musician, Abbado was then reminiscent of Dario
la Scala, il Debussy del Quartetto Italiano, il Ravel del
De Rosa (the Trio di Trieste pianist), whose neo-Classicism was
Trio di Trieste. Il pianista e camerista Claudio Abbado
marked by a subtle nostalgia for the Habsburg empire and Mitfaceva allora un po’ pensare a Dario De Rosa (il piatelEuropa.
nista del Trio di Trieste),
Even Claudio Abbado was
il cui neoclassicismo era
influenced by Arturo Toattraversato da sottili
scanini, the precursor and
nostalgie asburgiche e
protagonist of a directing
mitteleuropee.
style which was in a certain
Anche Claudio Abbado
sense neo-Classical before its
viveva l’aura oggettivitime, and shared by the new
stica che fu propria di
generations as a critique of
Arturo Toscanini antesilate Romantic hyperbole. Abgnano e protagonista di
bado frequented Vienna in
uno stile direttoriale, in
the mid-‘50s, and especially
certo senso neoclassico
the legendary directing courses
ante litteram, condiviso
held by Hans Swarowsky, a
dalle nuove generazioni
Toscanini-esque teacher, who
come critica alle iperbelieved in Beethoven’s origiboli
tardoromantiche.
nal metronome indications
Abbado frequentava a
that Abbado himself would
Vienna, a metà degli anni
later reflect on.
cinquanta, i leggendari
Since his début, Abbado
corsi di direzione d’orfollowed two parallel paths:
chestra di Hans Swaa Mozartian path and a
rowsky, un docente di
Ravelian path (his muchestrazione toscaniniana,
beloved Daphnis et Chloé
che credeva alle originali
would forever be considered
indicazioni metronomian exemplary piece). His was
che di Beethoven, su cui
a basically anti-Romantic
avrebbe riflettuto anche
attitude with which he strove
il direttore milanese.
for discipline, self-control,
Fin dagli esordi Abbado
analytical scrupulousness and
si muoveva lungo due
a fascination with sound.
percorsi paralleli: moHis musical personality
zartiano da un lato e ramatured as he progressively
veliano dall’altro (sempre
recovered the mainstays of
esemplare l’amatissimo Ravel secondo Ouvré (Teatro La Scala).
the Romantic and postDaphnis et Chloé di Ravel). Ravel according to Ouvré (La Scala theatre)
19
Focus On
Era un atteggiamento tendenzialmente
antiromantico
il suo, che
mirava
alla
disciplina, all’autocontrollo, all’acribia
analitica, alla
fascinazione
del suono.
La personalità
di musicista si
matura recuperando progressivamente
i capisaldi dei Schoenberg in un ritratto di Egon Schiele.
repertori ro- Schoenberg in a portrait by Egon Schiele.
mantici e postromantici per giungere al cuore del Novecento storico di Schönberg e di Berg attraverso una
riflessione sul razionalismo espressionista. Di qui, fin
dall’inizio degli anni sessanta, l’accostamento alla cosiddetta scuola di Darmstadt, e soprattutto alla variante
appassionatamente ideologica di Luigi Nono.
La creazione di orchestre giovanili (la European Community Youth Orchestra nel ‘78 e la Mahler Jugendorchester nel 1986, la Mozart nel 2004) è stata decisiva
anche ai fini di un personale stile di concertazione
sinfonica, che corregge le «cattive abitudini» strumentali. Così si precisano modi esecutivi che conciliano
l’attrazione per la musica da camera (tutte le esecuzioni
di Abbado presentano momenti di trasparenza cameristica) con una drammaturgia sinfonica, incline pure a
vigorose e prorompenti accensioni.
Nell’ambito dei repertori viennesi emergono le integrali di Schubert, di Brahms e di Mahler. Con Schubert
l’intatta discrezione preromantica del direttore, esaltata
dalla collaborazione con la nitidissima Chamber Orchestra of Europe, si arricchisce di armonici premahleriani. Di qui la rinnovata lettura di Brahms, rigorosa
sul piano formale, ma anche problematica e persino
tormentata: quasi un corrispettivo sonoro delle incisioni di max Klinger, che ripensa con ansiosa cupezza agli
emblemi della classicità. E ancora Mahler razionalizzato e insieme aperto ai deliri dell’espressionismo: un
espressionismo lucido nella nell’adamantina moltiplicazione dei piani timbrici.
Si è così giunti al rinnovato impegno beethoveniano,
alle versione integrale delle Sinfonie, riproposta a
Roma con la Filarmonica di Berlino. Nel breve giro di
un decennio il direttore muta le proprie prospettive critiche. La prima versione, con la Filarmonica di Vienna,
rivela qualche legame con la tradizione austro-tedesca,
anche per il colore «storico» dell’orchestra. L’esecuzione più recente, con la Filarmonica di Berlino, da
un lato recupera in maniera più evidente il retroterra
haydniano anche attraverso la riflessione sulle prassi
esecutive d’epoca (leggerezza degli impasti, lucentezza
del suono, chiarezza delle linee contrappuntistiche),
dall’altro persegue un’attualizzazione novecentesca,
tuttavia senza arbitri e forzature, che esalta i caratteri
dello stesso «stile classico».
20
Gli esordi come pianista
e l’attualizzazione
novecentesca che esalta
lo «stile classico»
His début as a pianist
and the 20th-century relevance
of exalting the «classic style»
Romantic repertoires and eventually moved to the heart of the
historical 20th century with Schoenberg and Berg through a
reflection on Expressionist rationalism. From the early ‘60s he
moved closer to the so-called Darmstadt school, and above all the
school’s passionately ideological variant in Luigi Nono.
The creation of youth orchestras (the European Community
Youth Orchestra in 1978, the Mahler Jugendorchester in 1986
and the Mozart Youth Orchestra in 2004) was decisive in
defining his personal symphonic style, which corrected his «bad
instrumental habits». He thus honed his executing modes, which
brought together his attraction for chamber music (all of Abbado’s executions have obvious references to the chamber style) and
symphonic dramaturgy, which was equally prone to vigorous and
overwhelming sparks of life.
As part of the Viennese repertoires he directed the whole of
Schubert, Brahms and Mahler. With Schubert the director’s
intact pre-Romantic discretion, exalted by his collaboration with the
exquisite clarity of the Chamber
Orchestra of Europe, was further
enhanced with pre-Mahlerian harmonics. Hence his renewed reading
of Brahms, which was both rigorous
at a formal level, but also problematic if not tormented, almost the
equivalent in sound of the etchings
Claudio Abbado of Max Klinger, who had re-elaborated the emblems of Classicism
with angst-ridden gloom. And then again Mahler, whom he
rationalised and yet opened up to the delirium of an Expressionism that was lucid in its adamantine multiplication of levels
of different timbres.
He thus arrived at a renewed interest in Beethoven, and directed
the complete symphonies in Rome with the Berlin Philharmonic.
In the brief span of a decade, Abbado was to change his critical
perspective. His first version, with the Vienna Philharmonic,
harked back in some ways to the Austro-German tradition with
the orchestra’s «historical» tinge. The more recent executions with
the Berlin Philharmonic, however, bring back to the fore a more
evident Haydn-esque backdrop through reflections on the executive practice of the period (the lightness of the blends, the brightness of the sound, the clarity of the contrapuntal lines), while it
also tried for a more overtly, albeit unforced, 20th-century finish
that exalted the character of the «Classical style» itself.
Focus On
Claudio Abbado
e la gioia di suonare insieme
Claudio Abbado
and the joy of playing together
Il grande maestro dirige l’Orchestra Mozart,
destinata a giovani musicisti italiani ed europei
Maestro Abbado directs the Orchestra Mozart,
for young Italian and European musicians
«È
utilissimo formare i giovani fin dall’inizio
a far musica insieme in orchestra, cioè il
contrario di quello che si fa nei paesi latini
in Europa. Perché se pensiamo bene, la logica della
didattica musicale non consiste nel preparare tutti alla
carriera solistica. Su un milione di musicisti ci sarà un
solo Heifez, un Rubinstein, un Pollini… Per cui è giusto abituarli a suonare insieme in un collettivo, senza
frustrazioni successive e in funzione dell’orchestra sinfonica. Infatti poi si ritrovano felici, ugualmente motivati da questo tipo di
formazione
e suonano
con gioia e
con amore».
Con queste
parole Claudio Abbado
riassume il
suo atteggiamento
rispetto ai
giovani e alla
didattica,
vista soprattutto come
esperienza
gioiosa di
scambio
r e c i p r o c o.
Il
grande
direttore in
tutta la sua Claudio Abbado alle prove con l’Orchestra Mozart.
lunga e fortunata carriera si è sempre impegnato sul fronte della
formazione di orchestre giovanili: per il maestro, infatti, la spinta all’insegnamento si lega anche al fattore di
aggregazione tra i ragazzi, come testimonia il suo lavoro a più tappe con i giovani musicisti del Sud America,
dove anche nel gennaio 2005 si è recato per dirigere
la Orquesta Juvenil Latinoamericana in un travolgente
spettacolo all’Avana. La sua vocazione pedagogica ha
«I
t’s an excellent idea to educate youngsters from the very
start to play music as part of an orchestra, in other
words the opposite of what usually happens in Latin
countries in Europe. If you look at it carefully, the logic of
musical teaching does not consist in preparing everyone for a solo
career. Out of a million musicians there will only be one Heifez,
Rubinstein or Pollini... So it’s only right they should get used to
playing together, as part of a collective, without any sense of future
frustration and as part of the symphonic orchestra. Only then
will they become happy, just as motivated by this type of teaching;
they will play
with joy and
love.»
With these
words, Claudio Abbado
sums up his
attitude to
youngsters
and the teaching process,
which he sees
above all as
a joyous and
reciprocal experience. The
great director,
throughout
his long and
prosperous
career, has
always concentrated on
teaching and
Claudio Abbado rehearsing with the Mozart Orchestra.
youth orchestras. In fact, he thinks that the desire to teach is linked to the
idea that youngsters love to hang out together, as is borne out by
his various stints with young musicians in South America, where
he returned in January 2005 to direct the Orquesta Juvenil
Latinoamericana for a breathtaking performance in Havana.
His bent for teaching goes way back to 1978 when he founded
the European Community Youth Orchestra. Three years later
he directed the Chamber Orchestra of Europe, and then, in
21
Focus On
«Su un milione di musicisti
ci sarà un solo Heifez, un
Rubinstein, un Pollini... Per
cui è giusto abituarli a suonare
insieme in un collettivo,
senza frustrazioni eccessive
e in funzione dell’orchestra
sinfonica»
radici antiche, nasce già nel 1978, quando fonda la
European Community Youth Orchestra, per passare
poi tre anni dopo a dirigere la Chamber Orchestra of
Europe, e successivamente, nel 1986, la Gustav Mahler
Jugendorchester, da cui sorgerà poco dopo la famosissima Mahler Chamber Orchestra, che ha girato tutto
il mondo in un susseguirsi
continuo di successi.
Sostegno ai giovani dunque
come obiettivo prioritario,
come elemento che accompagna la vita e l’attività di
Abbado, con l’obiettivo di
costruire una comunanza
tra musicisti affermati e
aspiranti tali, spronati a
condividere non soltanto
le esperienze dei grandi ensemble ma anche le esecuzioni cameristiche, i duetti,
terzetti, quartetti dove più
forti si stabiliscono i legami
all’interno del gruppo. E in
questa prospettiva si inserisce l’appoggio totale che
il maestro ha offerto a José Antonio Abreu nella sua
grandiosa opera di reclutamento di giovani promesse
dell’America Latina all’interno della già citata Orquesta
Juvenil: «Abreu – afferma infatti – ha incominciato un
lavoro titanico trent’anni fa, creando questo formidabile progetto, selezionando circa duecentoquarantamila
giovani e dando a tutti la possibilità di studiare, avere
strumenti, ricevere un’educazione, avere dove vivere e
crescere in un ambiente sociale di grande valore spirituale e umano».
Date queste premesse, non sorprende l’ultima, ulteriore tappa di questo generoso percorso didattico-pedagogico, cioè l’assunzione della direzione della neonata Orchestra Mozart, creata dall’Accademia Filarmonica di Bologna, dove il quattordicenne Wolfgang Amadeus cominciò secoli fa lo studio della composizione.
E in sintonia con lo spirito delle iniziative precedenti,
tutte giunte ad un livello di affermazione internazionale, il maestro milanese, in collaborazione con Claire Gibault, sua direttrice musicale assistente, ha selezionato
una quarantina di ragazzi tra i 17 e i 25 anni, ventiquattro dei quali italiani, per metterli in contatto con stru22
1986, the Gustav Mahler Jugendorchester, which would in turn
lead to the internationally renowned Mahler Chamber Orchestra
that toured the world and wowed the critics and public alike.
Working with youngsters is one of his main aims, and is a
constant in his activities. His goal is to build a sense of community between affirmed and aspiring musicians, spurred on to
share not only the experiences of a great ensemble but also those
of chamber orchestras, duets, trios and quartets, where the sense
of belonging to a group is even stronger. This is why he has
given his full backing to people such as José Antonio Abreu in
his great attempt to recruit young Latin American hopefuls to
the Orquesta Juvenil. «Abreu,» says Abbado, «embarked on a
massive undertaking thirty years ago when he devised this incredible project. He selected about 240,000 youngsters and gave each
of them the chance to study, have their own instruments, receive
an education, have a place to live and grow in a social context full
of spiritual and human values.»
Given these premises, we can hardly be surprised by the latest phase in this generous path to learning and enlightenment.
Abbado has accepted to direct the nascent Orchestra Mozart,
created by the Accademia Filarmonica in Bologna, where the 14year-old Wolfgang Amadeus Mozart began studying composition
centuries ago. And in keeping with the spirit of his preceding,
internationally acclaimed initiatives, Abbado, in collaboration
with Claire Gibault, his assistant musical director, has selected
about forty youngsters aged between 17 and 25, twenty-four
of whom are Italian, and put
them in contact with famous instrumentalists such as Giuliano
Carmignola, Daniel Gaede,
Danush Waskiewicz, Enrico
Bronzi, Mario Brunello, Aolis
Posch, Jacques Zoon, Andrea
Oliva, Alessandro Carborare,
Fabrizio Meloni and Alessio
Allegrini. This unusual structure has now been booked for official events in many European
cities (Salzburg, where Mozart
was born, Vienna, Prague, Zurich, Canterbury, Rome, Milan,
Mantua, Modena and Verona) where, in 2006, they will be
celebrating the 250th anniversary of Mozart’s birth under the
general title of «European Mozart Ways». «As part of the
celebrations for the 250th anniversary of Mozart’s birth,» says
«Out of a million musicians
there will only be one Heifez,
Rubinstein or Pollini...
So it’s only right they should get
used to playing together as part of
a collective, without any sense of
future frustration and as part of the
symphonic orchestra»
Focus On
mentisti di fama internazionale quali
Giuliano Carmignola, Daniel Gaede,
Danusha Waskiewicz, Enrico Bronzi,
Mario Brunello, Jacques
Zoon, Andrea
Oliva, Alessandro Carborare, Aolis
Posch, Fabrizio Meloni e
Alessio Allegrini. L’insolita compagine si inserisce
nelle manifestazioni che
molte città europee – oltre a Salisburgo, dove il grande compositore nacque, Vienna, Praga, Zurigo, Canterbury, Roma, Milano, Mantova, Modena e Verona –
stanno preparando in vista del 2006, anno del duecentocinquantesimo anniversario della nascita di Mozart, e
che si raccolgono nel titolo complessivo di «European
Mozart Ways».
«In vista delle celebrazioni del 250° anniversario della nascita di Mozart – dichiara Abbado – le Città europee che sono legate alla sua vita gli tributeranno un
omaggio, e quello di Bologna e della sua Accademia Filarmonica si concretizzerà nell’Orchestra che, in quell’anno, porteremo in tournée nei principali centri mozartiani d’Europa. Nella nostra programmazione, che
prevedrà sempre anche una nutrita serie di concerti da
camera, troveranno spazio naturalmente anche molti
altri autori, e al repertorio consolidato, mozartiano e
non, affiancheremo pagine classiche non troppo eseguite (penso a certo Schubert, ad esempio), musica del
Novecento e anche prime esecuzioni italiane di grandi
compositori contemporanei.»
La formazione, che ha debuttato il 4 novembre del
2004 e sarà «residente» nel capoluogo emiliano per
quattro periodi l’anno della durata di due settimane, è
attesa alle più importanti manifestazioni dell’estate, tra
cui il Bologna Festival, il Maggio Musicale fiorentino e
Ferrara Musica. (l. m.)
Claire Gibault, assistente di Claudio Abbado nella direzione
dell’Orchestra Mozart, aveva già in precedenza lavorato con
il maestro, oltre a vantare una invidiabile carriera di direttrice
d’orchestra di livello internazionale. Ma forse l’esperienza più
significativa, almeno per quanto riguarda il lavoro con i giovani, l’ha provata a Lione, dove ha guidato l’Atelier Lyrique,
vero e proprio laboratorio-fucina di talenti, fino al 1998.
Claire Gibault, Abbado’s assistant director for the Orchestra Mozart,
has already worked with the Maestro and has an enviable career in her
own right as an international orchestra director. But perhaps her most
significant experience, at least in terms of working with youngsters,
came when she directed Lyon’s Atelier Lyrique, a veritable treasure
trove of young talents, up to 1998.
Abbado, «European cities in some
way linked to the
life of Mozart
will be offering
him a tribute, and
in Bologna, with
its
Accademica
Filarmonica, we
will be working
with an orchestra
that will be touring
the main Mozart
centres in Europe
in 2006. Our
programme, which
also includes a
wide range of
chamber concerts,
will perform many
other authors, and
the usual Mozart
and non-Mozart
repertoire will be enhanced with other, lesser-known works (by
composers such as Schubert, for example), 20th-century music
and will also be introducing some great contemporary composers
to Italian audiences.»
The orchestra, which débuted on November 4th, 2004, and will
be resident in Bologna for four two-week periods each year, will
be performing at the more important summer festivals this year,
including the Bologna Festival, Florence’s Maggio Musicale and
Ferrara Musica. (l. m.)
La Mahler Chamber Orchestra è stata fondata nel 1997
da Claudio Abbado e altri membri della Gustav Mahler
Jugendorchester. Da allora non si contano i concerti,
i progetti operistici, le serate di musica da camera e le
incisioni di cd. Formata da 48 membri di 17 nazionalità diverse, ha residenza in cinque città europee: Ferrara (all’interno di «Ferrara Musica»), Aix-en-Provence
(festival international d’art lyrique d’aix-en-provence),
Toblach (Gustav Mahler Musikwochen), Lucerna (Lucerne Festival) e Salisburgo (Mozartwochen). Il repertorio dell’ensemble, come sempre quando è presente
Claudio Abbado, è assolutamente eterogeneo, e va dalla musica barocca alla contemporanea. L’Orchestra si
mantiene senza contributi statali e soltanto attraverso
donazioni e sponsor.
The Mahler Chamber Orchestra was founded in 1997 by
Claudio Abbado and other members of the Gustav Mahler Jugendorchester. Since then they have performed countless concerts,
operas and chamber music performances, and have also recorded
many records. The orchestra has 48 members from 17 different
countries, and is resident in five different European cities: Ferrara (as part of the Ferrara Musica festival), Aix-en-Provence
(Festival International d’Art Lyrique d’Aix-en-Provence),
Toblach (Gustav Mahler Musikwochen), Lucerne (Lucerne
Festival) and Salzburg (Mozartwochen). The ensemble’s repertoire, as is always the case when Abbado is involved, is as
eclectic as they come, and spans from Baroque to contemporary
music. The Orchestra survives thanks to private donations and
sponsorships, and receives no state funds.
23
Focus On
Luca Ronconi,
maestro senza metodi e ideologie
Luca Ronconi, a maestro without methods and ideology
Il grande regista descrive la sua via all'insegnamento
The great director describes how he began teaching
L
uca Ronconi, il
più importante
regista teatrale
italiano, che alla prosa
spesso sperimentale – dall’Orlando Furioso a
Lolita, dalle Baccanti
euripidee per la sola
Marisa Fabbri all’ultimo
Professor Bernhardi di
Schnitzler – ha alternato i
grandi successi delle sue direzioni liriche, ha sempre
dedicato moltissime energie
e tempo all’insegnamento.
Dall’Accademia d’Arte
Drammatica alla scuola di
Torino agli allievi del milanese Piccolo Teatro sono tantissimi gli
attori che sono divenuti celebri grazie alla sua attività didattica.
Premetto che quest’attività non l’ho svolta in maniera
continuativa, perché se diventa un impegno obbligatorio, una routine, non mi piace più. Se si fa per abitudine
va a finire che si comunicano sempre le stesse cose. Se
lo fai invece periodicamente, in qualche modo ti costringi a cambiare sempre e a trovare di volta in volta,
di momento in momento, delle modalità diverse.
Qual è il suo approccio con gli aspiranti attori?
Ho sempre diffidato molto dei metodi e anche delle
ideologie troppo restrittive. Un gruppo di allievi è formato da persone ciascuna diversa dall’altra, qualcuna
simpatica, qualcuna odiosa, qualcuna entusiasmante.
Non me la sentirei mai di comunicare un’ideologia di
teatro, cerco invece di stabilire una serie di rapporti tra
me e loro, tra loro e tutte le possibilità di teatro che ci
sono. È un po’ quello che faccio anche nell’ambiente
professionale. Non si può dire che il mio teatro vada
sempre in un’unica direzione, mi piace anche saltabeccare da una parte all’altra, non
per eclettismo, ma per curiosità, per interesse. Prendiamo
il caso del corso che si diploma fra poco, che per motivi di
vicinanza ricordo ovviamente
meglio. Il percorso è questo:
dopo l’esame di ammissione
ne abbiamo scelti circa venticinque. Chi sono? Non lo so.
Allora il primo anno abbiamo
cominciato a prendere tre,
«Cerco di stabilire una
serie di rapporti tra me e
gli allievi, tra loro e tutte le
possibilità di teatro»
24
L
uca Ronconi,
the most important Italian
theatre director, who
has alternated his frequently experimental
prose – from Orlando
Furioso to Lolita, from
the Euripidean Baccanti for the soloist
Marisa Fabbri to his
last Professor Bernhardi
by Schnitzler – with
the great successes
of his lyrical directorship, and has always
dedicated considerable
time and energy to teaching. Countless actors from the
Academy of Dramatic Art to the Turin School and the
Milanese pupils of the Piccolo Teatro have become
famous thanks to his teaching.
First of all, I would like to point out that I haven’t carried out
this activity non-stop, because if it becomes obligatory, routine, I
no longer like it. If it becomes a habit, you end up teaching the
same things. But if you do it periodically, somehow it makes you
change and each time, from one moment to another, you have to
find different ways and approaches.
What is your approach with aspiring actors?
I have never had great trust in methods or ideologies that are too
restrictive. A group of pupils is made up of people who are all
different from one another, some are nice, others unpleasant, and
others again are exciting. I could never transmit an ideology of
theatre, so I try to create a series of relationships between them
and myself, amongst them and all the possibilities the theatre
offers. It’s a little similar to what I do in professional circles.
You can’t say my theatre always goes in just one direction, I also
like to skip from one part to another, not to be eclectic, but out
of curiosity, interest. Let’s take the
example of the course that is about
to get their diploma, which I obviously remember best since it’s not
long ago. The course was this: after
the entrance test we chose around
twenty-five. Who are they? I don’t
know. Then the first year we began
to take three, four completely different texts such as Euripides’s
Ione, one by Schnitzler’s Reigen
(known in English as Round-
Focus On
quattro testi, scompagnati,
come Ione di Euripide, Girotondo di Schnitzler e un elisabettiano. Secondo me la tecnica
– che è fondamentale – è una
cosa che si impara facendo,
sono sempre stato empirico.
Quello che io cerco di fare è
indirizzare i ragazzi verso un
teatro di interpretazione. E
lo faccio proprio perché per
quel tipo di teatro questo è
un periodo di vacche magre,
è una cosa che comunque
sia va in controtendenza. Ma
l’esperienza ci insegna che le
controtendenze
diventano
poi tendenze nei decenni successivi, ed è inutile spingere
la gente a fare ciò che tutti
fanno. Lavorando su questi
testi si vede che qualche cosa
riescono a fare, qualcos’altro
no. Capendo per esempio che
non riuscivano a cavare un
ragno dal buco facendo un
testo di Schnitzler, mi sono
voluto vendicare tirando fuori
il Professor Bernhardi che invece
è andato benissimo. La verità
è che serve parecchio anche a
me, non direttamente, ma indirettamente sì. Alla fine
del mese va in scena il loro saggio finale, che ho curato
io, sono I soldati di Lenz. Si è lavorato per due anni su
questo testo, cambiando tutte le parti.
Durante l’esperienza didattica mette il contatto gli allievi con
attori già affermati?
Intanto quand’è che si finisce di imparare? Non è come
fare una facoltà universitaria. Nel nostro lavoro finisci
di apprendere quando vai in pensione, oppure quando
nella fossa ci metti tutti e due i piedi. Quindi un conto
è la didattica legata a un periodo e che si conclude con
un diploma, ma in realtà la possibilità di continuare a
studiare e ad imparare non finisce mai. Indubbiamente
interpreti come Remo Girone, per citarne solo uno,
hanno recitato con attori di generazioni precedenti.
In anni come i nostri è forte l’impulso ad attenersi a
un’idea di cultura generazionale. Questa tendenza ha
due aspetti: da una parte c’è una non so fino a che punto consapevole richiesta di protezione e rassicurazione,
dall’altra la tipica protervia giovanile che tutti abbiamo
a ventiquattro anni. Però per la mia esperienza so quanto è utile nel nostro lavoro
sviluppare un percorso che
non sia limitato a una specie
di autoreferenzialità generazionale, perché l’esperienza ci
insegna che la pluralità di linguaggi e di rapporti ti abitua a
un’economia comunicativa.
Ci sono differenze nell’approccio al
teatro tra le varie generazioni che
lei ha incontrato?
Certo che sì. Un giovane che
elay) and an Elizabethan one.
In my opinion technique, which
is fundamental, is something you
learn by doing it, I’ve always been
empirical. What I try and do is to
guide the kids towards a theatre
of interpretation. And I do it
precisely because this is a lean
period for that type of theatre,
and it’s something that is always
bucking the trend. But experience has taught us that things
that are against the trend now,
become trends in the decades that
follow and it has no sense making
people do something that everyone
is doing. By working with these
texts you can see that some things
they are able to do, and others
they aren’t. For example, when I
understood that they weren’t making any progress when we were
doing one of Schnitzler’s works,
I wanted to get my own back and
used Professor Bernhardi,
which was a great success. The
truth is that this is extremely useful for me too, not directly, but indirectly. At the end of the month
they are going to put on their final
play, which I am directing, The
Soldiers by Lenz. We’ve worked on this piece for two years,
exchanging all the roles.
While teaching do you put your pupils in touch with
actors who are already successful?
First of all, when do you stop learning? It’s not like being at
university. In this job you stop learning when you retire, or when
you’re in your grave. So, the teaching that is linked to a period
that finishes with a diploma is one thing, but in reality the possibility to carry on studying and learning never ends. There is
no doubt that actors such as Remo Girone, to name just one,
performed with previous generations. At the moment the impulse
to stick to an idea of generational culture is extremely strong.
There are two sides to this trend: on the one hand, there is a more
or less conscious request for protection and reassurance, on the
other the typical obstinacy of the young which we all had when we
were twenty-four. However, from experience I know how useful
it is in our work to develop a path that is not limited to a sort
of generational auto-referentiality, because experience teaches us
that the plurality of languages and relationships makes you used
to communicative economy.
Are there any differences in the approach to theatre in
the various generations you
have met?
Of course. A youngster who decides to become an actor does so
because he has the current model
before him. Let me give you an example from the eighties. I’ve always
been a great admirer of an artist
such as Carmelo [Bene, ndr], but
if someone said to me: «We want
to become just like Carmelo» I’d
reply: «Remember that Carmelo
«I try to create a series of relationships between myself and my
pupils, between them and all the
possibilities the theater offers»
25
Focus On
decide di fare l’attore lo fa perché ha negli occhi il modello del momento. Faccio un esempio che risale agli
anni ottanta: io sono sempre stato un grandissimo estimatore di un artista come Carmelo [Bene, ndr], però
a chi mi diceva: «Noi vogliamo diventare come Carmelo» rispondevo: «Guardate che Carmelo ha iniziato
vent’anni prima di voi e non è che si è formato ieri,
quindi per arrivare a essere come lui bisognerebbe avere quel background, quello sfondo che ha avuto lui».
Va bene prenderlo a modello, ma sapendo che cosa
bisogna sviluppare, non che cosa bisogna imitare di lui.
Le generazioni cambiano, ovviamente. Adesso si presentano o con un modello tutto sommato televisivo o
riferendosi a un modello come dire «terzoteatrale». Nel
momento in cui cominciamo a lavorare su un testo, sui
rapporti di spazio, la maggior parte scopre un mondo.
Invece di fornire loro delle norme (perché sia da una
parte che dall’altra esiste un rassicurante universo teatrale normativo: «si fa così!»), quello che tento di fare
e darci una reciproca dimostrazione di quanta libertà
ci può essere. Non per il gusto di scompigliare, ma per
andare alla ricerca di un’oggettività vera, che non faccia
male, che non derivi da mode o da frustrazioni o da
false aspirazioni.
A proposito di una scuola per aspiranti registi da lei diretta in
Umbria, ha affermato che insegnare regia è molto difficile. C’è
un rapporto diverso tra maestro e attore e maestro e aspirante
regista?
In realtà l’insegnamento della regia non è praticabile da
noi. Nei paesi anglosassoni è una professione ben precisa, con delle regole. Quando delle regole non ci sono,
devi per forza andare a lume di naso. Quindi quella del
regista da noi sembra che sia più un’attività che una
professione, e molto spesso più un atteggiamento che
un’attività. Quando un termine come regista occupa
uno spazio che va da professione ad attività ad atteggiamento come si può costruire un insegnamento? Se
costruisci una didattica un po’ «da bottega», c’è poi il
rischio dell’imitazione. Che non è né utile per chi ti
26
began twenty years before you and not
yesterday, so if you want to be like
him, you’ll need the background he
had». It’s fine to have a model, but you
also need to know what needs to be developed and what shouldn’t be copied.
It’s obvious that generations change.
Now they present themselves with a
model that is basically from the TV or
one that refers to a sort of «third-party
theatre». The minute we start working on a text, on the relationships of
space, most of them discover a world.
Instead of giving them norms (because
on both sides there is the universal
reassuring theatre normative: «that’s
the way it’s done»), what I try and do
is to give us the reciprocal demonstration of how much freedom there can
be. Not because I want to shake them
up, but to search for true objectiveness,
one that doesn’t hurt and that isn’t the
result of any fashions, frustrations or
false hopes.
In a school for aspiring directors
that you are running in Umbria, you said that teaching
direction is really difficult. Is the relationship between
maestro and actor different to that between maestro
and aspiring director?
Actually, it isn’t possible to teach direction in this country. In
Anglo-Saxon countries it’s a specific profession with rules. If
there aren’t any rules, it’s obvious you have to go by intuition. So
here, the director seems to be more an activity than a profession,
and very often it’s more an attitude than an activity. When a
Focus On
imita né piacevole per chi viene imitato. Quello che ho
cercato di fare è mettere i ragazzi in condizione di fare
qualche cosa, non tanto di dire come va fatta. E cercare
di portarli a riconoscere in quello che hanno realizzato
cosa funzionava e cosa no, e il perché. Secondo me è
più un atteggiamento di esercizio della critica che non
l’indicazione di come procedere per operare. È molto
complesso entrare nel processo inventivo o nelle scelte.
Una cosa importante nella regia ad esempio è la scelta
del cast, ma questa è una cosa assolutamente personale
e soggettiva.
Una domanda conclusiva e piuttosto scontata: com’è la situazione delle scuole di teatro italiane?
Di quali scuole stiamo parlando? Perché c’è l’Accademia di Arte Drammatica, ci sono le scuole legate
ai teatri pubblici, Milano, Torino, Genova. E poi c’è
un’infinità di scuole e di corsi che servono soprattutto
a chi li tiene. Dal momento che il problema generale
è come accedere ai finanziamenti questa è una delle
strade. Parlare dello stato di salute delle scuole teatrali
italiane vuol dire parlare dello stato di salute del teatro
italiano, che non è buono. Ed è un peccato, perché ci
sono tantissimi talenti, che però durano lo spazio di un
mattino. Questo perché da una parte sono talenti fragili, e ciò dipende anche da quello che hanno alle spalle,
dall’altra le condizioni generali non permettono loro
di arrivare alla maturità. Uno dei veri problemi della
scuola, come anche dei vestiti o delle scarpe, è porsi la
domanda: quanto tempo devono durare? Se dobbiamo essere consumati come un paio di scarpe da poco
prezzo oppure se dobbiamo durare nel tempo, come
oggetti ben rifiniti. Oggi moltissimi giovani vivono nella speranza che loro, chissà perché, non saranno ridotti
a ciabatte, ed è proprio un peccato. (l. m.)
Marisa Fabbri nelle Baccanti di Euripide al Laboratorio di Prato, 1977
Marisa Fabbri in the Euripidean Baccanti at the Prato Laboratory, 1977
word such as director means not only profession but also an activity or attitude, how can it be taught? If you create a teaching that
is a little «run-of-the-mill», you run the risk of imitation. And
that is neither useful for those copying you, nor for those being
copied. What I’ve tried to do is put the kids in the condition to
do something, not so much to say how it should be done. And try
and lead them to recognise what worked and what didn’t work
in what they produced and why. I think it’s more an attitude of
critical exercising than an indication of how to work. It’s really
complicated entering in the inventive process or in choices. For
example, one important aspect of direction is the cast selection,
but this is completely personal and subjective.
One final and really predictable question: how do you
see the situation of Italian theatre schools?
Which schools are we talking about? Because there’s the Academy of Dramatic art, and there are the schools linked to public
theatres, Milan, Turin, Genoa. And then there are countless
schools and courses that are mainly only for those teaching them.
Since the general problem is how to gain financing, this is one of
the ways. Talking about the conditions of Italian theatre schools
means talking about the conditions of Italian theatre and they
aren’t good. It’s a shame because there is a lot of talent, but it
only lasts a day. This is because, on the one hand, these talents
are fragile and that also depends on what they’ve been through.
On the other, the general conditions don’t allow them to reach
maturity. One of the real problems of the schools, and the same
applies for clothes and shoes, is the question: how long do they have
to last? If we have to be consumed like a pair of cheap shoes or if
we have to last, like perfectly finished objects. Today, many young
people live in the hope, don’t ask me why, that they won’t end up
as a worn out object, and it’s a real shame. (l. m.)
Calderón di Pasolini ancora a Prato.
Calderón by Pasolini, again at the Prato.
27
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