time-zones-XXI

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TIME ZONES
XXXI edizione
14 Ottobre – 18 Novembre 2016
Venerdì 21 Ottobre
Anche Cinema Royal
Emanuele Arciuli
***
Sabato 22 Ottobre
Eremo Club
Romare
Marco Malasomma
***
Venerdì 28 Ottobre
Anche Cinema Royal
Anchorsong
Opening act Ichi
***
Sabato 29 Ottobre
Eremo Club
Bo Ningen
Masaaki Yoshida dj-set
Satoshi Tomiie
***
Martedì 1 Novembre
Anche Cinema Royal
Matmos + quartetto d’archi
***
Venerdì 4 Novembre
Anche Cinema Royal
Teho Teardo & Blixa Bargeld Group in Nerissimo
Opening act Sergio Altamura
***
Sabato 5 Novembre
Anche Cinema Royal
Murcof in Etna: A Portrait
Opening act Jerusalem In My Hearth
*********************
TIME ZONES
OFF
14 ottobre @ Pellicano
Ore 21,30 – Max & Laura Brown
Opening act Simona Armenise
15 ottobre @ Pellicano
Ore 21,30 – Achref Charui Trio
Opening act Superfreak
16 ottobre @ Pellicano
Ore 21,30 – Mondegreen
******************
TIME ZONES
LITERATURE
8/11 @ Auditorium Vallisa – CALVINO (le interviste)
con Paolo Panaro e Rosario De Gaetano
9/11 @ Auditorium Vallisa – BORGES (le interviste)
con Paolo Panaro e Pit Campanella
******************
PIANO ZONES
11/11 @ Auditorium Vallisa
Anton O’ Breskey
Opening act Aisha Devi
12/11 @ Auditorium Vallisa
Lubomyr Melnyk
13/11 @ Auditorium Vallisa
Craig Leon + 4tet Archi in Nommos
Opening act The Bumps
18/11 @ Anche Cinema Royal
Roedelius & Christopher Chaplin in King of Hearts
Opening act Eartheater
Impossibile, nell’annunciare questa XXXI edizione di Time Zones, non rifarsi a quello che
ormai è argomento di cronaca. Penso ai tagli che la Regione ha operato sulle contribuzioni
ai festival ed alle rassegne. Associazioni come la nostra si sono viste tagliare i già
insufficienti appannaggi per oltre il 50%. Un piano spettacolo che, se non verrà emendato,
metterà in ginocchio un settore che a detta di tutti rappresenta da decenni un’eccellenza
della nostra regione. C’è purtroppo un peccato originale nella nostra società, ma in
particolar modo un po’ a tutte le latitudini nella politica, ed è quello di aver sbattuto questo
settore (ma più in generale le arti, la musica il teatro, la danza) nello sgabuzzino
dell’intrattenimento o, quando va meglio, nel capitolo Turismo, negandogli di fatto la sua
funzione sociale e il suo ruolo eminentemente formativo. Le cifre che vengono investite
sono minime e la maggior parte di queste è indirizzata alle grandi centrali di spesa, ai
grossi enti. Un filosofo ai più sconosciuto dice: «Le arti dicono l’ineffabile e ci restituiscono
quello per cui veniamo al mondo».
Questa prossima edizione di Time Zones che si terrà tra ottobre e novembre, nonostante
le immense difficoltà, avrà in programma oltre 20 esibizioni per un totale di 16 giornate.
Uno sforzo enorme per quantità, ma soprattutto per qualità che vi è nelle scelte.
Il cartellone si presenta come al solito vario e “disomogeneo”: ci sarà in apertura “Time
Zones off”. Progetti “fuori mercato” con protagonisti giovani sperimentatori che
propongono progetti originali, che normalmente non trovano il giusto spazio, come nel
caso del trio italo tunisino Achref Charui Trio, o del collettivo Mondegreen, o dei due solisti
Simona Armenise e Giuseppe Laricchia.
L’apertura del programma ufficiale è affidata a Emanuele Arciuli, ormai a detta di tutti uno
dei più grandi pianisti italiani, con il fortunato lavoro che ha avuto la sua anteprima al Carlo
Felice di Genova “American Landscapes in bianco e nero per 5 tastiere“, un
programma/viaggio (con due pianoforti, un clavicembalo, un piano toys ed una tastiera)
dedicato alla musica contemporanea americana di cui Arciuli è uno dei più grandi interpreti
ed esperti.
Seguirà una Japan Zones (una piccola ricognizione sull’universo nipponico con 4 concerti
ed una mostra sui “Manga Rivoluzionari”). Un grande evento è l’esclusiva italiana di
Perfect Lives by MATMOS (storici partner di Bjork), omaggio del duo di San Francisco
(accompagnato per l’occasione da una band e da un quartetto d’archi) a Robert Ashley,
singolare e controverso intellettuale statunitense, compositore di opere ed importante
innovatore, anche come autore, della TV americana. Vi saranno, come succede
normalmente in Time Zones, compositori per il cinema come Teho Teardo, per l’occasione
con Blixa Bargeld ed un piccolo ensemble, e come Craig Leon (già produttore ed autore
degli antesignani del punk i Ramones).
Una sezione molto ampia è quella dedicata al piano: chamber music del terzo millennio,
una “piano zones” che dopo l’anteprima di Emanuele Arciuli proseguirà con l’Irlanda di
Antoni O’ Breskey, con il duo Joachim Roedelius /Chiristophe Chaplin (figlio di Charlot) e
con il singolarissimo narratore di musica e leggende, l’ucraino Lubomyr Melnyk, figura di
sciamano che con il suo bagaglio tra classico e contemporaneo è approdato ai più grossi
festival europei come il Primavera Sound e il Sonar. Anche quest’anno si ripropone
“Literature“, spazio dedicato all’interazione tra pagina e musica. Quest’anno di scena “le
Interviste” di
due grandi visionari della letteratura del 900: Borges e Calvino.
L’interpretazione dell’attore Paolo Panaro sarà supportata dal piano di Rosario De
Gaetano, pianista jazz da poco ritornato alla composizione contemporanea, e dal producer
Pit Campanella, giovane produttore e labirintico manipolatore di suoni ed immagini.
Il jazz nella sua dimensione più contaminata sarà nelle mani del trio The Bumps.
Molto importante lo spazio dedicato all’elettronica, per il festival un’altra tappa di
avvicinamento al pubblico dei giovanissimi, sparsa lungo tutta questa edizione 2016:
produttori rodati ed affermati come il giapponese Satoshi Tomiie, inventore della tech
house, giovani guru come Anchorsong e Romare, o come la svizzera di origine nepalese
Aisha Devi e la newyorchese Eartheater. Senza dimenticare uno dei più intelligenti
producer del nostro territorio, l’ormai affermato Marco Malasomma, raffinatissimo architetto
di suoni.
Grazie alla collaborazione di “BOSCH Tecnologia per la vita” un importante capitolo di
questa XXXI edizione di Time Zones sarà MUSICOFILIA, un‘indagine nella scuola per
capire quello che è attualmente il rapporto tra giovani e musica. Un’accurata ed
approfondita raccolta di contributi tra studenti di ogni età e grado di scuola, dalla primaria
all’università. Un lavoro in collaborazione con alcuni Istituti dell’area metropolitana che
culminerà in una pubblicazione che verrà presentata alla fine del festival.
Gianluigi Trevisi
Direttore Artistico Time Zones
Venerdì 21 Ottobre
Anche Cinema Royal
EMANELE ARCIULI
Emanuele Arciuli suona regolarmente per alcune fra le maggiori istituzioni musicali. In
Italia, ad esempio, collabora con orchestre come la OSN della Rai, il Maggio Musicale
Fiorentino, La Fenice di Venezia, il Comunale di Bologna, il Teatro Petruzzelli di Bari e
l’Orchestra Verdi di Milano; suona in recital al Teatro alla Scala di Milano, al San Carlo di
Napoli, per l’Arena di Verona, gli Amici della Musica di Firenze, l’Unione Musicale di
Torino, la IUC di Roma etc. È stato invitato da festival come “A.Benedetti Michelangeli di
Brescia e Bergamo”, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Settembre Musica di Torino,
Ravenna, Ravello, RedCats di Los Angeles, Miami Piano Festival etc. Il suo impegno
nella musica contemporanea lo porta ad esibirsi regolarmente nelle maggiori rassegne
(Milano Musica, Biennale di Venezia, Nuova Consonanza di Roma etc.).
Tra le orchestra con cui ha suonato in ambito internazionale, ricordiamo Rotterdam
Philharmonic, Brussel Philharmonic, Residentie Orkest Den Haag al Concertgebouw di
Amsterdam, RTSI di Lugano, Tonkünstler di Vienna (al Musikverein, per Wien Modern),
Filarmonica di San Pietroburgo, Saint Paul Chamber Orchestra, Indianapolis Symphony
Orchestra e molte altre.
Fra i direttori con cui collabora citiamo Roberto Abbado, Andrei Boreyko, Petr Altrichter,
Yoel Levi, Brad Lubman, Wayne Marshall, James MacMillan, Kazushi Ono, Zoltan Pesko,
Emilio Pomarico, Stefan Reck, Jonathan Stockhammer, Arturo Tamayo, Mario Venzago.
Attivo anche in ambito cameristico, collabora regolarmente con Massimo Quarta, Sonia
Bergamasco, Andrea Rebaudengo.
Accanto al repertorio più tradizionale, che continua a frequentare con assiduità, Emanuele
suona moltissima musica del nostro tempo. Ha eseguito in prima assoluta oltre quindici
nuovi concerti per pianoforte e orchestra, molti dei quali scritti per lui. Più di cinquanta,
infine, le pagine pianistiche composte per lui da autori come George Crumb, Milton
Babbitt, Frederic Rzewski, Michael Nyman, Michael Daugherty, William Bolcom, John
Harbison, Aaron Jay Kernis per citarne solo alcuni. Il progetto ‘round Midnight, eseguito fra
l’altro al Miller Theater di New York, e commissionato da CCM di Cincinnati, ha ottenuto
una attenzione vastissima a livello internazionale.
Il suo interesse per la musica americana si è concretizzato in un libro, Musica per
pianoforte negli Stati Uniti (Edt) e in numerose lezioni, sia radiofoniche – per Rai Radio3,
che televisive – per Sky Classica.
Profondamente coinvolto nella cultura degli indiani d’America, infine, ha avviato da anni
una serie di collaborazioni con tutti i maggiori compositori nativi che hanno scritto per lui
pagine pianistiche e un concerto per pianoforte e orchestra (Louis W. Ballard e Brent
Michael Davids, Indiana Concerto, eseguito a Indianapolis nel 2008). Recentissima
testimonianza di questa passione, che si estende all’arte visiva, è il libro Per i sentieri
dell’arte nativa americana, pubblicato da Caratteri Mobili.
Nel 2011 gli è stato conferito il premio della critica musicale italiana “Franco Abbiati” come
miglior solista dell’anno. Tra gli altri riconoscimenti, una nomination per i Grammy Award
per il cd dedicato a George Crumb.
Tiene un blog sul Giornale della Musica on line; incide per Stradivarius, Chandos, Vai,
Innova Records, Bridge.
Docente di pianoforte al Conservatorio “Piccinni” di Bari, tiene regolarmente workshop per
numerose università degli Stati Uniti, dove si reca dal 1998 ed ha tenuto oltre quaranta
tournée.
Sabato 22 Ottobre
Eremo Club
ROMARE
In onore allo scrittore e artista statunitense Romare Bearden (1911 – 1988), che attraverso
i suoi oli e collage inquadrava e interpretava la vita della comunità afro-americana, l'attuale
operato del sound-artist inglese tenta un procedimento concettuale simile, racimolando
estratti sonori propri della cultura musicale nera del passato e del presente, e
ricomponendoli in forme e giustapposizioni imprevedibili, in mélange espressivi che
mantengano il contatto con il contesto di provenienza ma allo stesso tempo vengano
ampliati nella visione e nell'immaginario, trascendendo costrizioni temporali e localistiche.
Romare, al secolo Archie Fairhurst, controlla la vastità della materia prima divertendosi a
rivoltarla in continuazione come se fosse un calzino, intervenendo sui colori, sui timbri,
sulla dinamica, in un caleidoscopio che soltanto di sfuggita rasenta i bordi del pop,
interrogandosi più che altro su altre possibilità di contaminazione.
Sotto l'inventiva coltre di un'elettronica ricca e sofisticata ribolle insomma un magma
rovente e incontenibile, in cui echi di blues del Delta, lontanissimi spettri ragtime, fantasie
soul e lacerti di vecchi motivi dai Caraibi convivono in assoluta armonia, senza intenti di
natura etnografica, ma anzi con il fine principe di estinguere questo stesso approccio,
superandone le limitazioni intrinseche. Seppur complesse, le composizioni di Romare
risultano morbide e accattivanti, il suo modo di campionare e manipolare suoni è diventato
un marchio riconoscibile e personalissimo.
MARCO MALASOMMA
Compositore, percussionista e musicista elettronico che sfida l’ascoltatore a intraprendere
il suo percorso sonoro fatto di field recordings, suoni concreti, feedback e real time
processing. Nel 2012 è membro fondatore del gruppo di ricerca ed etichetta discografica
White Noise Generator, con il quale si dedica alla promozione e divulgazione di nuovi
linguaggi artistici.Ha collaborato in studio e live con alcuni dei musicisti più interessanti
della musica improvvisata, contemporanea, noise ed elettronica tra i quali: Marcello
Magliocchi, Gianni Lenoci, Michele Magno, Eraser, Paolo Sanna & Elia Casu (Ongaku2),
Ninni Morgia & Silvia Kastel (Control Unit), Adriano Orru, Moses Howard, Matthias Boss,
Maresuke Okamoto (Tokyo Improvisers Orchestra), Noel Taylor (London Improvisers
Orchestra), Carlos “Zingaro” Alves, Joao Pedro Viegas, Gustavo Costa, Joao Guimaraes
Ferreira, Jose Miguel Pereira, Marcelo Dos Reis, Carlo Mascolo, Mauro Sambo, Nicola
Guazzaloca. Jean-Michel Van Schouwburg. Da anni si occupa di sound design e
composizione di musiche originali per teatro, cinema e performance multimediali,
esibendosi in molti festival con il suo viaggio sonoro che attraversa le origini dell’uomo e le
profondità più ancestrali. Le memorie del minimalismo e le influenze drone si intrecciano
con canti senza tempo e pulsazioni ipnotiche per divenire ambienti scuri e polverosi:
“Ergo” è la sintesi delle sue ricerche sonore.
Venerdì 28 Ottobre
Anche Cinema Royal
ANCHORSONG
Yoshida ha sempre infuso nel suo lavoro un senso ieratico e importante; con il suo
progetto Anchorsong ha realizzato suo obiettivo di portare nel mondo della musica
elettronica la sensazione di eccitazione, calore e connessione umana vissuta con la sua
precedente incarnazione come chitarrista in una rock band. Fra i primi ad adottare la
pratica di suonare musica elettronica completamente dal vivo davanti al pubblico, Yoshida
ha utilizzato un campionatore (MPC2500) e una tastiera ed ha guadagnato un enorme
seguito web che gli ha portato più di 400.000 visualizzazioni su YouTube per le sue
performance. Tutto questo è accaduto grazie ai set alla Boiler Room, a cui sono seguiti gli
show negli studi RedBull di Tokyo. Da quando ha lasciato il Giappone nel 2007 per gettarsi
nella scena elettronica di Londra, Anchorsong ha realizzato i suoi live-act a livello globale,
con show da headliner, a supporto di Bonobo, DJ Krush, Daedelus, Gonjasufi e Jaga
Jazzist, ma anche in sedi prestigiose come il Roundhouse di Londra e la Queen Elizabeth
Hall.
Il 22 gennaio 2016 è stato rilasciato su TruThoughts, 'Cerimonial', il secondo album di
Anchorsong. Il disco è in continuità con l’EP del 2014 ‘Mawa’ (BBE), in cui questo artista
ha iniziato a ritrovare il minimalismo, l’accattivante fraseggio melodico e il beat unico
proveniente del suo acclamato album di debutto 'Chapters’ (2011). Queste sonorità
risultano ora rinvigorite dall’amore per il vintage africano, con l’orchestra poliritmica di Fela
Kuti e dunque con l’afrobeat e l’high life.
Venerdì 28 Ottobre
Anche Cinema Royal
ICHI
Il giapponese Ichi porta la nozione di one-man-band auna nuovo limite, combinando nuovi
strumenti fatti artigianalmente e incrociandoli con steel-drum, palle da ping-pong e tapeloop.
Il suo terzo album album ‘maru’ è stao registrato con un 4-tracce nel suo studio su un
attico a Bristol. Il suo singolo ‘Go Gagambo’ è stato programmato da BBC radio 1, BBC 6
music, XFM, AmazingRadio, Resonance FM e BBC radio 3.
‘What on earth is this? It`s brilliant’ STEVE LAMACQ
‘It's a trip to listen to and watch’ DON LETTS
‘Hilarious & bonkers & brilliant’ LAUREN LAVERNE
‘It’s the kind of idiosyncrasy that cult fan-bases are built on’ VENUE MAGAZINE
Sabato 29 Ottobre
Eremo Club
BO NINGEN
Attivisti illuminati provenienti dall’ underground psichedelico dell’estremo oriente, i Bo
Ningen arrivano da Tokyo, Gunmma, Tajimi, Nishinomiya, ma tutti si sono incontrati a
londra. Nel 2006 Taigen (voci e basso) ha incontrato Kohhei (chitarra) ad un concerto,
poco dopo fondarono il primo duo chiamato Bo Ningen. Si trattava più di rumore che di
vero rock, lontano dal classico suono di una band. Si esibirono solo una volta – un set
improvvisato che finì col lancio di bicchieri e lattine). Nel 2007, Yuki (chitarra) si è riunito
con Taigen ed hanno cominciato a jammare per dieci ore al giorno in uno studio a
Hackney. Poco dopo al duo si è aggiunto Monchan alla batteria, così da formare la band
attuale dei Bo Ningen.
Dopo aver firmato con la Stolen Recordings hanno registrato il loro debutto ‘Koroshitai
Kimochi EP’ nel 2009, a cui è seguito il loro omonimo primo album nel 2010. Le potenti
esibizioni live gli ha fatto guadagnato la presenza a concerti di alto profilo come il
Meltdown Festival di Yoko Ono e la Biennale di Venezia nel 2011. I Bo Ningen sono tornati
con il loro secondo album, ‘Line The Wall’ nel 2012, mentre il seguito del 2014 intitolato ‘III’
vede collaborazioni con Jehnny Beth dei Savages Roger Robinson.
Sabato 29 Ottobre
Eremo Club
MASAAKI YOSHIDA
dj-set
Yoshida ha sempre infuso nel suo lavoro un senso ieratico e importante; con il suo
progetto Anchorsong ha realizzato suo obiettivo di portare nel mondo della musica
elettronica la sensazione di eccitazione, calore e connessione umana vissuta con la sua
precedente incarnazione come chitarrista in una rock band. Fra i primi ad adottare la
pratica di suonare musica elettronica completamente dal vivo davanti al pubblico, Yoshida
ha utilizzato un campionatore (MPC2500) e una tastiera ed ha guadagnato un enorme
seguito web che gli ha portato più di 400.000 visualizzazioni su YouTube per le sue
performance. Tutto questo è accaduto grazie ai set alla Boiler Room, a cui sono seguiti gli
show negli studi RedBull di Tokyo. Da quando ha lasciato il Giappone nel 2007 per gettarsi
nella scena elettronica di Londra, Anchorsong ha realizzato i suoi live-act a livello globale,
con show da headliner, a supporto di Bonobo, DJ Krush, Daedelus, Gonjasufi e Jaga
Jazzist, ma anche in sedi prestigiose come il Roundhouse di Londra e la Queen Elizabeth
Hall.
Il 22 gennaio 2016 è stato rilasciato su TruThoughts, 'Cerimonial', il secondo album di
Anchorsong. Il disco è in continuità con l’EP del 2014 ‘Mawa’ (BBE), in cui questo artista
ha iniziato a ritrovare il minimalismo, l’accattivante fraseggio melodico e il beat unico
proveniente del suo acclamato album di debutto 'Chapters’ (2011). Queste sonorità
risultano ora rinvigorite dall’amore per il vintage africano, con l’orchestra poliritmica di Fela
Kuti e dunque con l’afrobeat e l’high life.
Sabato 29 Ottobre
Eremo Club
SATOSHI TOMIIE
Artista giapponese conosciuto in tutto il mondo come uno dei massimi esponenti della club
culture, Satoshi Tomiie arriva sulla scena nel 1989 con la produzione del brano “Tears”
insieme a due maestri dei giradischi Frankie Knucles e David Morales. Un successo su
scala planetaria, oltre che un classico dell’house music, che catapulta Tomiie in brevissimo
tempo in vetta alle classifiche di tutto il mondo. Una partenza accaduta quasi per caso,
quando un’azienda cosmetica gli dà l’incarico di comporre quel brano per i party
promozionali dei suoi prodotti, ai quali avrebbe messo i dischi proprio il colosso Frankie
Knucles. Trasferitosi a New York e divenuto membro importante dell’acclamata etichetta
Def Mix, Satoshi non ha smesso, sin da quel momento, di collezionare hit capaci di
emozionare il mondo della musica club. Da “K-Jee” a “Buttburglar” fino a “Love in traffic”,
dai remix alle collaborazioni con artisti del calibro di Simply Red, David Bowie, U2, Mariah
Carey, la fama di Tomiie non accenna a diminuire, con performance live nei più grandi
festival e nei club più importanti del globo. Satoshi Tomiie ha anche lanciato la sua
etichetta Saw Recordings, una piattaforma dove può esprimere tutte le sue idee e la sua
creatività più sperimentale e underground.
Martedì 1 Novembre
Anche Cinema Royal
MATMOS
presentano
Robert Ashley’s ‘Perfect Lives’
featuring
FABIO CAFARO – violino
MATTIA VLAD MORLEO – flauto
PASQUALE LEPORE - viola
NICOLA FIORINO - violoncello
La musica realizzata da M.C Schmidt e Drew Daniel, coppia in arte e nella vita, appartiene
alla natura stessa degli oggetti, che negli album dei Matmos diventano strumenti e fonte di
ispirazione primaria. Tra i due, un comune oggetto del desiderio: manipolare
artigianalmente vari beni di consumo nati per fare tutt’altro che musica e trasformarli in
strumenti musicali grazie allo sfregamento, alla percussione, allo strofinamento. Al netto
della parentesi synth analogica e delle collaborazioni, il cuore della musica dei Matmos,
ancor prima di farsi attivista e pop, ha sempre assunto due declinazioni ben precise: quella
più corale e wave di Martin Schmidt e quella legata alle trovate concettuali proposte da
Drew Daniel. Matmos rappresentano una delle realtà d'eccellenza del panorama
elettronico dell'ultimo decennio, forgiando una nuova estetica che, partendo dalla
sperimentazione, ha sedotto e influenzato altri artisti e altri generi, attraverso l’infaticabile
caccia a nuovi suoni e rumori: di qui le collaborazioni con Bjork, i Labradford, i Rachel’s.
Perfect Lives (1978-1983) è un'opera per la televisione scritta dal compositore
statunitense di opera e teatro musicale Robert Ashley (1930 - 2014), e narra una
complicata storia ambientata del Midwest statunitense, fatta di stanze di motel, pianobar,
una misteriosa rapina filosofica in una banca. Perfect Lives, ampiamente considerata un
esempio di precorritrice del concetto di music television e un capolavoro dello slang
americano. L'organico di Perfect Lives prevede una voce narrante, coro, pianoforte,
percussioni ed elettronica, Matmos ne interpretano alcuni atti in tre differenti setting
musicali.
Figura preminente della musica contemporanea americana, Robert Ashley ha ormai una
reputazione internazionale per i suoi progetti multi-disciplinari che incrociano nuove forme
d’arte. Le sue opere registrate sono riconosciute come veri classici della lingua in
ambiente musicale. È stato inoltre un pioniere dell’opera in televisione.
“When the 21st Century glances back to see where the future of opera came from, Ashley,
like Monteverdi before him, is going to look like a radical new beginning.” (The Village
Voice).
Venerdì 4 Novembre
Anche Cinema Royal
TEHO TEARDO & BLIXA BARGELD GROUP
‘Nerissimo’
Tre anni dopo il celebrato debutto con Still Smiling a cui è seguito l’EP Spring!, per Teho
Teardo e Blixa Bargeld è arrivato il momento di un secondo album di canzoni. Spesso la
natura delle collaborazioni è fugace, solitamente non prevede un seguito; in questo caso,
invece, siamo di fronte all'evidente assestamento di un legame, umano e artistico, non più
occasionale ma che si è reinventato per esplorare altri territori e neppure si fermerà qui.
Teho e Blixa tornano con un disco di canzoni nuove, cantate in tedesco, inglese e italiano.
Nerissimo è il superlativo di nero e c'è qualcosa di piuttosto nero circa la musica in questo
album. Non nel senso di dark, aggettivo spesso usato per definire certe sonorità, ma
esattamente come accade con il colore nero, che contiene tutti gli altri colori, così questa
musica racchiude una moltitudine di possibilità.
"Nerissimo" è anche il titolo del brano che apre il disco in inglese e lo chiude, come tra due
parentesi, in italiano. Un passaggio temporale tra le lingue che collegano sempre più
intimamente Roma e Berlino, dove l'album è stato registrato. Un attraversamento degli
ultimi tre anni di lavoro insieme per Teho e Blixa.
Questo disco è anche una storia notturna di apparizioni, di colori che scompaiono dal
mondo soltanto nominandoli, di voli aerei con le luci spente in cabina, di oggetti la cui
simbologia rappresenta le passioni e gli interessi dei due artisti (a partire dagli oggetti
riprodotti sulla copertina); una sorta di racconto attraverso gli oggetti, gli spostamenti
continui ed i ritrovamenti di suoni, anche casuali. Suoni intercettati nello spazio di questi
tre anni e che sono finiti nel disco come interferenze che hanno messo in discussione la
struttura di alcune canzoni, comportando un adattamento di queste all'invasione dei corpi
sonori estranei.
“Nerissimo" non contiene soltanto canzoni ma presenta anche brani sperimentali, come ad
esempio “Ulgæ”, in cui il testo spiega, come un sottotitolo, i suoni che si susseguono in un
racconto.
La scelta di presentare a Roma il nuovo album non è un caso. Infatti, esattamente a
maggio di tre anni fa, Teardo e Bargeld avevano presentato nella capitale il loro primo
album Still Smiling.
Venerdì 4 Novembre
Anche Cinema Royal
SERGIO ALTAMURA
opening act
Nel corso della sua lunga carriera iniziata in ambito rock, Sergio Altamura ha sperimentato
quasi tutto. Dopo vari album registrati con diverse formazioni, ha debuttato con il suo
primo progetto discografico solista “Blu” nel 2004 (Imaginary Road Music), prodotto negli
Stati Uniti da Will Ackerman, il fondatore della storica etichetta Windham Hill.
Nel 2009 Altamura ha pubblicato, con l’etichetta americana Candyrat, il suo nuovo lavoro
“Aria Meccanica”, concept album e affascinante viaggio in tutte le possibili sonorità create
da/contro la chitarra acustica. Loop, voci, percussioni, oggetti ed elettronica sono
sapientemente miscelati in una folgorante visione poetica, in un vero e proprio concept
album in cui il musicista pugliese mostra l’amplissimo ventaglio di possibilità timbriche e
compositive della chitarra acustica contemporanea. Nel disco così come dal vivo, Sergio
suona la 6 e la 12 corde, utilizzando una serie infinita di cose, anche di uso quotidiano
(archetto, ventole, bulloni, radio) nonché live electronics, loop e voce processata; l’aria
meccanica è proprio quella mossa dagli ingranaggi di tutti questi oggetti che preparano la
chitarra. L’orchestrazione definitiva rimanda a una gamma di suoni davvero
impressionante e a una poetica visionaria di fortissimo impatto, un’esperienza musicale
per l’ascoltatore che vive in una dinamica emozionale di tensione e di distensione.
Sergio Altamura scrive musica per teatro, film e documentari: alcune composizioni presenti
nell'ultimo album "Aria Meccanica" sono state selezionate per comporre la colonna sonora
del Film Night Flight del regista coreano LeeSong Hee-il, presentato alla Biennale Film
Festival di Berlino 2014.
Attualmente Sergio, parallelamente all'attività concertistica in Solo e con il Trio "Guitar
Republic", ha avviato il suo nuovo studio di registrazione in Anzola Dell Emilia (Bo) dove
oltre a comporre lavora come producer per terzi.
Sabato 5 Novembre
Anche Cinema Royal
MURCOF
Etna: A Portrait
Nato a Tijuana, Mexico, nel 1970, Fernando Corona in arte Murcof è uno dei nomi di punta
della scena elettronica mondiale. Ha all’attivo quattro LP con i quali si è gradualmente
spostato dall’orizzonte più strettamente digitale verso sentieri più innovativi e sorprendenti
in cui recepisce gli influssi del minimalismo, della classica contemporanea europea e della
kosmische musik tedesca e perviene a un suono monumentale, monolitico e visionario,
ormai immediatamente riconoscibile come il suo suono. Martes (2002), Utopia (2004),
Remembranza (2005) e Cosmos (2007) sono i tasselli di un progetto che vede il titolo di
ogni disco recare le iniziali del suo nome e del quale si attende ormai spasmodicamente la
prossima tappa, il già annunciato Oceano.
Del valore e dell’originalità dell’arte di Murcof sono prova anche le tante collaborazioni e i
prestigiosi eventi a cui è stato invitato, facendo lievitare negli anni la sua reputazione
internazionale: i concerti presso il Peter Harrison Planetarium di Greenwich, le due
esibizioni con l'ensemble Mousique Nouvelles di Jean-Paul Dessy nelle cattedrali di
Bourges e Bruxelles, il Montreaux Jazz Festival (in collaborazione con Talvin Singh e il
trombettista Erik Truffaz, col quale ha anche pubblicato su Blue Note “Mexico”), il Geode
IMAX a Parigi, la colonna sonora live per Metropolis di Fritz Lang alla Cinematheque di
Parigi, il Sonar Festival di Barcellona con il pianista Francesco Tristano. Da ricordare
anche le sue presenza al Bios, al Mutek. le numerose apparizioni all’Auditorium di Roma,
quella del luglio 2010 al Ravenna Festival insieme al collettivo AntiVj e quella di settembre
2011 al festival MiTo. Murcof ha anche composto la colonna sonora di alcuni film (tra cui
“Nicotina” e “La Sangre Iluminada”) e recentemente ha sperimentato proficue
collaborazioni col mondo della danza e dell’arte visiva; a tal proposito degni di menzione i
progetti audiovisivi con il citato collettivo AntiVj e l’artista bolognese Saul Saguatti.
Etna: A Portrait è un "ritratto audiovisivo" del vulcano attivo più grande d'Europa. L'opera è
stata realizzata da Murcof insieme al video-artista spagnolo Manu Ros. In collaborazione
con il Parco dell'Etna, il progetto è stato realizzato campionando suoni e immagini del
vulcano, rielaborati in una seconda fase a Barcellona.
"Per questo progetto – racconta il compositore Murcof –, abbiamo raccolto una grande
varietà di suoni del vulcano e del suo paesaggio in modo da avere un quadro sonoro il più
completo possibile. Dopo il periodo di residenza e di lavoro sul campo abbiamo lavorato in
studio per creare una composizione interamente basata sui suoni catturati; abbiamo
utilizzato strumenti sia analogici che digitali per esplorarne le qualità acustiche ed estrarne
i contenuti melodici e armonici".
Sabato 5 Novembre
Anche Cinema Royal
JERUSALEM IN MY HEARTH
opening act
I Jerusalem In My Heart si sono mostrati al pubblico a partire dal 2005 come performance
audio-video assieme al produttore e musicista di Montreal Radwan Ghazi Moumneh.
Quest’ultimo è un cittadino libanese che ha trascorso gran parte della sua vita da adulto in
Canada, divenendo un punto fisso per la comunità musicale indipendente della città fin dai
suoi esordi come chitarrista in diverse band di rilievo anni '90. Instancabile anche cokme
ingegnere del suono e produttore, nell'ultimo decennio Moumneh è stato anche attivo
nell’ambito della musica sperimentale di Beirut e del Libano, dove trascorre alcuni mesi
ogni anno.
In Jerusalem In My Heart la voce di Moumneh e la sua sensibilità sonora sono stati il filo
conduttore della band, ma la loro musica non ha mai ripetuto se stessa, motivo per i quale
Moumneh ha sempre resistito alla pubblicazione di qualsiasi documentazione ufficiale o
registrazione definitiva del progetto nel corso in otto anni. Dopo tanta attesa, nel 2012
Moumneh ha trovato il tempo e lo spazio mentale per registrare un ciclo di canzoni che
cementassero le basi di Jerusalem In My Heart come un progetto musicale intensamente
vocale-driven.
Jerusalem In My Heart è sempre stata una coinvolgente esperienza live sia sonora che
visiva; sul lato musicale, uno sforzo evolutivo per forgiare una moderna musica araba
sperimentale, attraverso cui sposare il canto mesmerico classicamente arabo, le
composizioni elettroniche e la produzione punk-rock.
TIME ZONES OFF
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14 Ottobre
Pellicano
MAX & LAURA BROWN
opening act Simona Armenise
Quando l’energia giovanile è ormai tramontata, quando il mondo si chiude su se stesso e
inizia a pesare sulle nostre spalle, allora ci volgiamo per vedere il funambolo in equilibrio
precario, che prosegue con delicatezza, eleganza ed equilibrio sulla fune lontana. La
metaforica ed emozionante bellezza delle altezze, la paura paralizzante della caduta e il
desiderio malinconico di chi rimane a terra formano l'arco lirico di Max & Laura Braun, un
intrico di esaltante e allo stesso tempo malinconica musica.
Con un suono abbacinante che conserva picchi di malinconia, il nuovo materiale racconta
delle lotte e dei piaceri di una generazione che si lascia indietro la gioventù, il passare del
tempo e le sue tracce.
Col loro folk-pop, la voce chiara e tenera di Laura e le armonie di Max, è immediato il
mescolarsi del fingerpicking di chitarre acustiche, del banjo, e del sognante pedal steel,
del vibrafono, del contrabbasso e delle sottile percussioni.
I fratelli Max e Laura fanno musica assieme fin dalla loro adolescenza, crescendo in
Germania. Laura andò via alla fine degli anni '90 per studiare arte a Londra, dove vive
ancora a lavorare come fotografa e piccolo editore. Max rimase in Germania, suonando
con molte band, creando musica per il teatro e lavorando come produttore nel suo studio
di registrazione. Nel 2008 però, dopo una pausa di dieci anni, Max e Laura ha scritto le
loro prime nuove canzoni di nuovo insieme, iniziato la loro nuova collaborazione musicale.
--Nata a Bari nel 1977, Simona Armenise si è diplomata in chitarra classica presso il
conservatorio “N. Piccinni“ di Bari. Ha svolto un’intensa attività concertistica come membro
dell’orchestra di chitarre “De Falla” e dal gennaio 2002 collabora costantemente con
l’orchestra a plettro N. Piccinni. Si è esibita come membro dell’Arts Accademy Guitar
Ensamble e nell’International Guitar Orchestra ed ha collaborato con l’Accademia
Mandolinistica Napoletana in occasione dell’esecuzione di musiche inedite del M.°
Roberto De Simone scritte per ensemble di mandolini, mandole, mandoloncello,
contrabbasso e chitarra.
Svolge un’intensa attività concertistica sia come solista sia in formazioni da camera, in
particolare in duo con il mandolino e in quartetto di chitarre o di strumenti a plettro. Ha
ampliato i suoi interessi musicali anche nella musica popolare etnica e jazz, cofondando
nel 2000 il gruppo di musica d’autore Terre Medinae, vincitore di diversi concorsi locali e
creatore di un Cd autoprodotto.
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15 Ottobre
Pellicano
ACHREF CHARUI TRIO
opening act Superfreak
La musica del trio – formato da Achref Chargui ('ud), Piero Spitilli (contrabbasso, basso) e
Jacopo Andreini (batteria) – è basata sulle armonie della musica Classica Araba, i ritmi
del bacino del Mediterraneo mescolati col rock e l’improvvisazione di stampo jazzistico.
L’abilità dei tre musicisti nel creare in tempo reale temi e strutture con cambiamenti di
tempo, pattern stratificati e ricerca delle sonorità più estreme dei propri strumenti – senza
parlare dell’enorme conoscenza di Chargui dei modi musicali di tutto l’Oriente – rendono la
musica del trio profonda e unica. Lontani dall'approccio standard al suono e alla musica,
l’infinita ricerca del trio segue sentieri misteriosi attraverso esperienze d’ascolto irripetibili.
Achref Chargui e Jacopo Andreini si sono incontrati nel 2006 a Tunisi durante le
registrazioni dell'album “Trapani-Alq al Waady” del trio franco-italo-tunisino L'ENFANCE
ROUGE. I loro incontri si sono intensificati negli ultimi 5 anni, prima e dopo la cosiddetta
Rivoluzione dei Gelsomini e hanno voluto trovare un modo per collaborare artisticamente.
Il primo album del trio, “Exagéré!” è stato pubblicato l'11 settembre 2014 da
AfoforoMusicClub ed è disponibile sia in cd che in versione digitale. L'artwork è opera del
maestro tatuatore e illustratore Gigi Fagni. Per promuovere l'album la band ha suonato in
vari festival a Montreux, Lampedusa, Darmstadt, Paris e in molti jazz club, esplorando
ulteriormente le proprie composizioni, il proprio sound e un approccio personale al
suonare insieme.
Il nuovo album “‫( ”تجليات‬Tajalyyat) registrato da Andrea Caprara con l'artwork di Gigi Fagni
scava ancora più a fondo negli elementi che delineano la musica del trio. Se le strutture
sono lavorate in maniera molto dettagliata, gli spazi solisti sono molto più liberi di prima
per creare una musica senza frontiere e senza tempo. La clip ufficiale “Relampago Negro”
è firmata dalla videomaker Veronica Citi.
--Superfreak nasce nel 2005 come progetto acustico nel marasma di produzioni della
Lepers Produtcions. Diventa poi il lato weird folk dell'etichetta coinvolgendo nella sua
formazione i volti di spicco della scena europea: da Rella the Woodcutter a Andrea Rottin,
dagli Hysm? ai Black River Blues Band tutti hanno pagato l'obolo alla grandezza del
personaggio.
Oggi parla di società segrete di mangiatori di pesci, altari innalzati a Nino Frassica e storie
d'amore e scarpe strette con uno stile tra Violent Femmes, Modern Lovers e Daniel
Johnston
Bandcamp: https://lepers.bandcamp.com/album/the-ancient-fish-appreciation-society
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15 Ottobre
Pellicano
MONDEGREEN
Dylan Mondegreen, al secolo Borge Sildnes, norvegese, è uno dei grandi talenti
scandinavi e del pop indipendente, verità dimostrata col disco omonimo del suo progetto.
La familiarità col guitar-pop di Sildnes è immediata: le soavi variazioni d’archi, le
punteggiature di glockenspiel, gli accompagnamenti vocali femminili trasportano in un
mondo
di
affetti
domestici.
È comunque l’indie-pop il punto di riferimento di Borge, se si guarda alle direttrici
melodiche della sua opera, sempre improntata a un’emozionalità pensierosa, a un
protendersi ansioso dell’anima.
TIME ZONES LITERATURE
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8 Novembre
Auditorium Vallisa
PAOLO PANARO e ROSARIO DE GAETANO
CALVINO (le interviste)
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9 Novembre
Auditorium Vallisa
PAOLO PANARO e PIT CAMPANELLA
BORGES (le interviste)
Una sezione di due narrazioni sceniche dell’attore Paolo Panaro realizzate assieme
Rosario De Gaetano e Pit Campanella. Il primo, pianista convertito dalla musica classica
al jazz, sarà alle prese con pagine da "Le città invisibili" di Calvino, mentre Campanella
creerà un’osmosi tra musica, video e letteratura sulle pagine di Borges.
Paolo Panaro, attore e regista, si diploma nel 1988 presso la Scuola di Interpretazione ed
Espressione Scenica diretta da Orazio Costa Giovangigli. In seguito, collabora con registi
ed attori quali Luca Ronconi, Walter Pagliaro, Roberto de Simone, Massimo Venturiello,
Roberto Herlitzcha, Lucilla Morlacchi. Prende parte a diversi sceneggiati radiofonici
prodotti dalla RAI. Lavora stabilmente come attore e regista con il Centro Diaghilev presso
la Casa dei Doganieri di Mola di Bari.
In qualità di attore ha preso parte a diverse produzioni teatrali, tra cui: Assassinio nella
cattedrale di T.S.Eliot, regia di Orazio Costa Giovangigli; Corrispondenze pericolose da
Baudelaire, Poe, Hoffmann, Labiche, regia Walter Pagliaro; Timone d’Atene di W.
Shakespeare, regia di Walter Pagliaro, produzione del Teatro Stabile di Torino; La Gatta
Cenerentola testo e regia di Roberto De Simone, Peer Gynt per il Maggio Musicale
Fiorentino con la regia di Pier Paolo Pacini.
Parallelamente all’attività teatrale, conduce un’accurata ricerca sulla narrazione scenica.
Rifacendosi alla tradizione canterina degli antichi contastorie e affabulatori è divenuto uno
dei pochissimi specialisti del raccontare orale.
Ha realizzato alcuni spettacoli narrativi ispirati ai classici della letteratura italiana (La favola
de Zoza da Giambattista Basile, Mille e una Notte di autore anonimo, La Gerusalemme
Liberata di Torquato Tasso, Baldus da Teofilo Folengo), prestando attenzione anche alla
letteratura contemporanea (Perros de España di Fabrizio Dentice).
Con i suoi spettacoli narrativi ha effettuato diverse tournées nelle principali città italiane e
negli Stati Uniti, dove i suoi lavori sono sempre seguiti con un certo interesse. Ha avviato
inoltre delle proficue collaborazioni con la New York University, la Columbia Un. e l’AAIS
(Ass. di Italianisti del nord America).
PIANO ZONES
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11 Novembre
Auditorium Vallisa
ANTONI O’ BRESKEY
opening act Aisha Devi
Antonio Breschi, meglio noto come Antòni O'Breskey, è un compositore, pianista e
scrittore toscano, che da tempo si divide tra l'Italia e l'Irlanda. Breschi è noto al grande
pubblico per il suo originale linguaggio musicale, conosciuto come celtic piano che
coniuga musica classica, jazz e world music con la tradizione irlandese. Diplomato al
Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze è stato il primo a introdurre il pianoforte nella
musica irlandese e nel flamenco, ottenendo un unico e inconfondibile stile pianistico dalle
cui sperimentazioni sono scaturite nuove forme musicali che hanno rinnovato la musica
jazz e il minimalismo. A riprova di tutto questo, nel 2005 Breschi ha ricevuto un tributo al
teatro National Concert Hall di Dublino per il grande contributo che ha dato alla cultura
irlandese e al flamenco.
Breschi ha composto un’incredibile varietà di melodie unendo con il suo Nomadic Piano le
musiche del mondo e gli artisti più rappresentativi del genere, come Antonio Carmona
(Ketama), José Seves (Inti-Illimani), Ronnie Drew (Dubliners) e tantissimi altri: tutti
partecipano nei suoi oltre 30 album, riuniti nella collana Nomadic Piano Collection.
Le composizioni classiche di Breschi per piano, cello e oboe sono state eseguite nei più
prestigiosi teatri del mondo, e insieme alla sua World Music sono diventate famose
colonne sonore per il cinema, la televisione, il teatro e la danza (al suo attivo
collaborazioni in Italia con Folco Quilici, Ermanno Olmi, Franco Piavoli, Giorgio Albertazzi
e il Balletto di Sicilia).
Nel 2010 il suo lavoro è stato celebrato in Italia, a Firenze, con il Nomadico Piano World
Festival, evento che ha visto, tra gli altri, la partecipazione dello storico gruppo cileno Inti
Illimani, e la performance di Antoni O’ in duo con Davide Viterbo.
--Aïsha Devi Enz cavalca l’onda sottile dell’underground elettronico europeo dal 2004,
quando il suo stile apparve fin dall'inizio volutamente asettico, asciutto, mutante. Cresciuta
sulle rive del lago Lemàno in Svizzera, Devi ha intrapreso la propria carriera musicale
senza mai perdere di vista le proprie origini nepalesi. Ne scaturisce un esaltante album nel
2011, “Dust Collision”, nel quale il suono s’infittisce di elementi terzi, mentre il battito
assume maggiore vigore e centralità. Devi fonda la Danse Noire, label privata da cui
ricamare in totale armonia con il proprio io la nuova veste produttiva. Così, dopo alcuni file
digitali di rodaggio, è l’Ep che raccoglie il binomio “Hakken Dub”/”Throat Dub” del 2014 a
fornire i primi significativi sintomi dell’avvenuta mutazione. Mantra vocali e droni sacri
segnalano l’immersione spirituale della Devi in un cenobio musicale assoluto. È in
un'ottica quasi da philosophia perennis che si pone però la trascendenza di Devi, con
l'obiettivo dichiarato di riconnettere l'ascoltatore con il moto primario del suo divenire,
inteso in una unitarietà completa di materia e atman che porta a comun denominatore la
fisica occidentale e i Veda. Non sorprende, in questo senso, la varietà disinvolta con cui i
riferimenti si sovrappongono e convivono tra i quarantasei minuti dell'album, dai culti
avesto-vedici ai moti quantistici. Il veicolo necessario a tutto ciò è una musica "primigena",
reminiscente, in senso strutturale, dello sciamanesimo nepalo-tibetano e dei rituali Bön,
ma anche del canto gregoriano, delle scale mediorientali e della rave culture.
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12 Novembre
Auditorium Vallisa
LUBOMYR MELNYK
Lubomyr Melnyk (1948), pianista di formazione classica, viene fortemente influenzato dal
movimento minimalista e dal '73 al '75 collabora all'Opera di Parigi insieme a Carolyn
Carson, sviluppando musica per spettacoli di danza contemporanea ed andando a definire
il proprio particolarissimo linguaggio per pianoforte: la “continuous piano music”, fondata
sul principio di mantenere un continuo e ininterrotto flusso di suono.
Le melodie della sua musica conducono l'ascoltatore attraverso tessuti di note continue
che rimandano a paesaggi sospesi ai confini del mondo. La sua virtuosa tecnica pianistica
forma armoniche che si fondono, si scontrano o addirittura creano in rari momenti nuove
melodie, plasmando la composizione di là della sua forma originale.
Lubomyr Melnyk è un autentico innovatore nel panorama modern classical
contemporaneo. Negli ormai quasi quarant'anni della sua carriera ha sviluppato un
linguaggio pianistico unico e personale, la continuous piano music: onde di note
velocissime che danno vita ad un flusso perpetuo e magico, ai confini tra percezione
melodica e viaggio immaginativo, un incanto sonoro la cui natura ultima rimane misteriosa.
Basandosi sul principio di una corrente di suono costante e continua, senza interruzioni,
crea pattern di note rapidi, complessi e virtuosi, che gli sono valsi anche il titolo di uno dei
pianisti
più
veloci
al
mondo.
Guadagnatosi tardivamente l'attenzione del pubblico internazionale nel 2012, grazie
all'album “Windmills” uscito per l'etichetta Hinterzimmer, Melnyk ha pubblicato l'anno
scorso “Corollaries”, il suo lavoro per l'inglese Erased Tapes, prodotto da Peter Broderick
con la collaborazione di Nils Frahm e Martyn Heyne.
Quest'anno è attesa invece l'uscita di “Rivers And Streams”, con la produzione curata
stavolta da Robert Raths e Jamie Perera. Un omaggio alla natura ed alla sua bellezza,
che lo vede ammorbidire le strutture post-minimaliste in favore di una spiccata
propensione melodica.
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13 Novembre
Auditorium Vallisa
CRAIG LEON
featuring
FABIO CAFARO – violino 1
DARIO PALMISANO – violino 2
PASQUALE LEPORE – viola
NICOLA FIORINO – violoncello
in
Nommos
opening act The Bumps
Produttore e compositore di fama internazionale, presenta la performance Nommos, uno
dei suoi album più noti di avant-garde elettronica, pubblicato per la prima volta nel 1981. Il
titolo viene dalla antica e misteriosa tribù del sud del Mali: i Dogon. I Nommos, secondo le
credenze dei Dogon, erano divinità provenienti dal sistema stellare Sirio, rappresentati alla
maniera di esseri anfibi e con sembianze di pesce, scesi sulla terra per svelare i segreti
dell’universo. Cadenze etniche nord africane, drone e synth circolari trasportano
l’ascoltatore verso atmosfere allo stesso tempo rilassanti e misteriose, in una sorta di
preghiera elettronica per cerimoniali ancestrali.
Craig Leon è stato determinante nel lancio delle carriere di molti artisti come i Ramones e
Blondie. Attivo nella produzione della musica pop dal 1974 al 1998, successivamente si è
concentrato sulla composizione classica, l'orchestrazione, l'arrangiamento e la
registrazione. Il suo contributo appare in molte opere classiche insieme ad artisti come
Luciano Pavarotti, Andreas Scholl, Sir James Galway, Joshua Bell, The Royal
Philharmonic Orchestra e la London Symphony Orchestra. Craig Leon è produttore
audio/video,direttore e compositore musicale per network come la PBS e Discovery.
--"Un’irriverente fluttuare tra jazz e avanguardia, noise music e scampoli rock, reminiscenze
cinematografiche e scatti urbani."
Giugno 2000: Vince Abbracciante, Davide Penta e Antonio Di Lorenzo si incontrano sul
palco per la prima volta iniziando così la loro lunga collaborazione. Pubblicano i primi tre
dischi con lo pseudonimo "i Tàngheri" esibendosi in importanti festival e teatri italiani. "The
Dharma Bums", terzo della serie e pubblicato dalla Universal Music, vede la
partecipazione del chitarrista newyorkese Marc Ribot. Questo disco, che rappresenta la
prima gemma per i tre dinamitardi musicisti pugliesi, simboleggia il passaggio dal tango
"acustico" a una musica di confine tra lounge, cinedelia, jazzpunk e sperimentazioni
sonore con strumenti tipicamente vintage. Mutuato il nome in "The Bumps", nel 2011 la
band lancia il nuovo album intitolato "Playin' Italian Cinedelics", un viaggio sonoro basato
sulle colonne sonore dei film italiani anni 60 e 70 che destruttura, trasforma e dona nuova
vita a capolavori ideati per il grande schermo da maestri come Trovajoli, Bongusto, Baldan
Bembo, Piccioni, Umiliani, Gaslini. L'uscita di questo disco segna anche l'inizio del loro
percorso editoriale con il lancio dell'etichetta discografica "Bumps Records".
Nel 2015 la nuova release "Al di sopra di ogni sospetto" dedicata alla musica del maestro
Ennio
Morricone,
con
riletture
originali
e
di
indubbio
interesse.
Nei 16 anni di attività si sono esibiti in festival e rassegne nazionali e internazionali,
ospitando tra gli altri: Marc Ribot, John Medeski, Juini Booth, Flavio Boltro, Carlo Actis
Dato, Roberto Ottaviano e un musicista iconico come Vincenzo Deluci.
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18 Novembre
Anche Cinema Royal
ROEDELIUS & CHRISTOPHER CHAPLIN
in
King of Hearts
opening act Eartheater
King of Hearts è una collaborazione tra il leggendario Hans-Joachim Roedelius e il
pianista/compositore/attore, Christopher Chaplin. Roedelius è stato membro di Kluster
(con Dieter Moebius e Konrad Schnitzler), e da allora è stato attivo sia come solista che in
varie collaborazioni con D. Moebius/Cluster, con Moebius e Michael Rother/Harmonia, con
Brian Eno, etc. È uno dei musicisti più prolifici dell’avanguardia tedesca, una figura chiave
nella nascita di krautrock, synthesizer pop e musica ambient.
Nato nel 1962 a Losanna, Christopher Chaplin è il figlio minore di Charlie Chaplin. Ha
studiato pianoforte con Irene Dénéréaz a Vevey, per poi trasferirsi a Londra e diventare un
attore. Nel 2005 ha ripreso nuovamente a far musica cimentandosi con la composizione.
Nel 2010 ha collaborato col musicista elettronico viennese Kava per l’album Seven
Echoes. Hans-Joachim Roedelius e Christopher Chaplin si sono incontrati per la prima
volta nel 2010 nei pressi di Vienna al festival dedicato alla Art Brut "Gugginger Irritationen
2”, Nel 2011 Roedelius fu invitato a suonare il pianoforte dal vivo per la BBC e avrebbe
dovuto far remixare quella musica a un artista a sua scelta con il quale non aveva mai
lavorato prima. Roedelius ha scelto Christopher Chaplin e il risultato è stato trasmesso
dalla BBC Radio 3 per le "Late Junction Sessions" nel giugno 2011. Roedelius ha poi
chiesto a Christopher di lavorare ulteriormente al suo materiale in vista di un possibile
album. Un anno dopo è nato King of Hearts.
--Eartheater è Alexandra Drewchin, musicista e artista newyorchese nota anche per le sue
performance sciamaniche come frontman dei Guardian Alien. Il progetto da solista di
Drewchin dà spazio a un distillato di voce, synth, chitarra e produzioni elettroniche
racchiuse in composizioni brevi unite da una cura cristallina dei dettagli. Drewchin
costruisce produzioni musicali che costituiscono mondi perfetti, grazie a un processo
musicale che, legato a tecnologie avanzate, esula dai comuni canoni musicali: la musica di
Eartheater è fatta di psichedelia, misticismo trascendente, folk digitale, originalissime
fusioni tra chitarre elettriche e sintetizzatori la cui poderosa energia è a metà fra quella di
un rito ancestrale e uno stupefacente linguaggio di innovazione.
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