Discorario 4 luglio 2012 - WAM / Palazzo delle Esposizioni • • • • • • • • • • • THE CHAP - Running with me LHF/ Amen Ra - Fairytales PATRICK WATSON - Step Out For A While LAMBCHOP - Mr.Met THEESATISFACTION - Sweat JAPANDROIDS - Fire’s Highway ANDREW BIRD - Near Death Experience Experience JULIA HOLTER - Marienbad SANDRO PERRI - Love & Light GIORGIO TUMA - Apples Rvlll FIRST ROCK’N’ROLL RECORD - Gertrude Niessen / Rockin’ the Town 1) POP. THE CHAP - [We Are Nobody] - Running with me Ci sono un greco, un inglese e due tedeschi: non è proprio l’inizio di una barzelletta sugli stereotipi culturali, ma è esattamente l’inizio dei The Chap, ovvero coloro che gli stereotipi li abbattono tutti. Vivono un po’ a Londra ma poi si trasferiscono a Berlino perché costa meno, studiano al conservatorio ma suonano art-pop o homemade dance, hanno l’aspetto di seri collegiali ma in realtà fanno a chi si prende meno sul serio. Hanno già suonato al Clandestino almeno 2 volte se non 3 e Morena li adora. Dal loro nuovo album, per la categoria “Pop - ma anche no”, vi facciamo sentire ... ??? Ah, in copertina un preservativo che ci trattiene senza scampo e un ago, che The Chap ci offrono per bucarlo e farci uscire tutto! 2) ELETTRONICA. LHF - [Keepers of the Light] - Fairytales Tra Londra, Mumbai, Los Angeles, Rio e New York: oramai se facciamo un gruppo fra di noi faentini non ci prende in considerazione nessuno! Questi sono i posti da cui vengono i personaggi oscuri del collettivo LHF, di cui nessuno conosce volti e biografie. Ma fanno musica elettronica che ti lascia spiazzato: escono con un doppio album per l’etichetta rivelazione del 2011 (?) e ci sbattono un misto di dubstep più asciutta, profonda e a tratti jungle, con effetti campionati di lounge exotica e dialoghi di film vintage. Inutile parlarne, ascoltatevi LHF. 3) FOLK. PATRICK WATSON - [Adventures in your own backyard] - Step out for a while Quando si dice The Best Kept Secret e significa qualcuno che non se lo fila nessuno. Ecco, Patrick Watson, uno dei miei cantautori preferiti da almeno un paio di album, e ancora resta lontano da riviste e web. Meriterebbe la popolarità di Bon Iver, ma purtroppo non ha scritto l’album in una capanna in mezzo a un bosco. E’ californiano ma cresciuto in canada, non so come abbia fatto ma Patrick unisce tutto ciò che mi piace: romanticismo classico (fra Chopin e Debussy), folk americano, ambient elettronico alla Cinematic Orchestra con rumorismi evocativi. Tutto su una struttura melodica matura, una voce in falsetto e un sacco di archi e pianoforte. Da “Adventures from your own backyard”, Step out for a while. 4) AMERICANA. LAMBCHOP - [Mr.M] - Mr.Met Il gruppo alt-country per eccellenza guidato dal vocione sexy di Kurt Wagner diventa con quest’ultimo album Mr.M “psycho-Sinatra”. Eh? Psycho-Sinatra? L’11° album della band di Nashville con la produzione di Mark Nevers si fa più swing, più jazzy, più nero - vedi la copertina - ma anche più crooner - vedi l’aggancio a Frank Sinatra. La cifra stilistica della band, fra psichedelia e folk, resta naturalmente invariata, così come la caratteristica voce di Mr. Wagner. Piace? 5) R'N'B/HIP HOP. THEESATISFACTION - [awE naturalE] - Sweat Sono Stas & Cat, di Portland, le protagoniste di uno dei migliori album di nuovo r&b in circolazione. Suonano esattamente come vuole dirci la copertina: nude look in penombra e acconciature afro alla Angela Davis, poesia black e frak, controcultura a sfondo etnico e femminista sospesa fra misticismo e militanza. Nu-soul afrocentrico, hip hop alternativo, contaminazioni jazz, funky e psichedelia. In realtà non sapevamo se scegliere loro oppure NNEKA, un’altra grandissima della scena new hip hop, nigeriano-tedesca, già però al 4° album, anche lui caldamente consigliato. Questo è il momento di Stas & Cat, al loro vero debutto: alternando rap e cantanto a due voci in un continuo “pass the mic”, non fanno sconti a nessuno, tanto meno alle mancate promesse del presidente Obama. 6) ROCK'N'ROLL. JAPANDROIDS - [Celebration Rock] - Fire's Highway Sono due come i Black Keys, ma fanno ancora più rumore. Brian King e David Prawse superano indenni un momento di difficoltà ed escono per fare il botto: Celebration Rock è il loro terzo album con cui ridefiniscono i contorni del noise rock e spazzano via il punk moderno assumendone l'eredità. Il nostro amico SCOTT dice che ripartono dove si sono fermati gruppi power pop punk come Jimmy Eat World, No Knife, American Steel and Pilot To Gunner. Ascoltiamoci Fire's Highway è una hit da marciapiede. 7) SONGWRITING. ANDREW BIRD - [Break it Yourself] - Near Death Experience Experience Violinista, songwriter, fischiatore acclamato: Andrew Bird è un personaggio eclettico che da metà degli anni ’90 fa musica e sempre diversa. Prima il diploma in violino al conservatorio e la musica classica, poi cavalca lo swing revival con i mitici Squirrel Nut Zippers (già disco di platino nel ’97) e con i suoi Bowl of Fire, fino al cambio di vita, da Chigago al granaio nell’Illinois, da gruppo a solista, da orchestrina waitsiana anni ’20 a cantautore indie affermato e raffinato. Dal suo ultimo album ascoltiamo Near Death Experience Experience. 8) AVANT/CLASSICA. JULIA HOLTER - [Extasis] - Marienbad Un tipo particolare, Julia. Con riferimenti quali Laurie Anderson e Arthur Russell non è facile intuire che cosa si andrà ad ascoltare, quando da una parte la casa discografica parla di indie pop (NO) e dall’altra la critica parla di musica contemporanea (Sììì). Ecco, la Holter incastra pezzi di puzzle ben noti, fra tracce di world music e field recordings su solide e ben strutturate creazioni armoniche con elementi di pop che sfuggono alla logica e si piegano a modulazioni vocali e a un’orchestra di sintetizzatori. Eccola, Julia, nel singolo Marienbad. 9) N.C. SANDRO PERRI - [Impossible Spaces] - Love & Light Si chiama Sandro, e di cognome fa Perri, ma non è italiano, no, è canadese, e pure simpatico. Uno che si fa prima chiamare Glissandro ’70 e poi Polmo Polpo per progetti avant disco e minimal-dub, merita tutto il mio rispetto, specialmente se poi invece incide per un’etichetta seria e sperimentale come la Constellation (finanziata tra l’altro anche dal Governo Canadese) e lavora come produttore e ingegnere del suono per gente famosa. Ma è a suo nome che esce con quest’ultimo album “Impossible Spaces”, che è una meraviglia non classificabile. Una marea di suoni e incastri progressivi fra acustica, elettrica e tastiera, c’è una fluidità totale fra arrangiamenti e voci. “impossible spaces” mi fa venire in mente solo i primi Steely Dan, mentre Sandro Perri mi ricorda tantissimo John Martyn senza barba. Ascoltiamolo in Love & Light. 10) GLOCAL HEROE. GIORGIO TUMA - [In the morning we'll meet] - Apples Rvlll La mia amica francese mi dice offesa “ma come Livia, mi hai tenuto nascosto Giorgio Tuma??”, mah, no, le ho detto, in realtà non sapevo chi fosse. Vado a cercare su google e scopro che il suo album è distribuito da una casa con cui lavoro sempre e mi domando “dunque? perché non è stato almeno segnalato, se non promosso, qua da noi?” Giorgio Tuma è un altro di quei best kept secret ma per di più nostrano, leccese, pubblicato da una delle più prestigiose etichette indipendenti spagnole, la Elefant Records. Canta in inglese e suona come se un cantautore acustico s’innamorasse di una donna sexy brasiliana su una colonna sonora d’autore firmata Nino Rota, Piccioni, Umiliani, ma anche anche Stan Getz, Brian Wilson e Grizzly Bear. Collabora con gente come Michael Andrews (autore della colonna di Donnie Darko e di Me, you and everyone we know” <3), Lori Cullen (cantante jzz-folk) e Susanna Wallumrod, già conosciuta come Susanna & the Magical Orchestra, di cui abbiamo l’ultimo album proprio qui. Ascoltiamolo, questo glocal heroe, nel brano "Apples Rvlll". 11) VINTAGE. AA.VV FIRST ROCK’N’ROLL RECORD - Gertrude Niessen - Rockin' the Town. Dopo tutto questo scivolare fra i generi e sui loro confini rimettiamo le carte in ordine con un brano vintage, sì, tratto da una compilation che ricuce insieme le fila del discorso fra la parola ROCK e la parola ROLL. Si tratta di un triplo CD dal titolo First Rock’n’roll Record, che in ordine cronologico svela la storia della popular music così come la conosciamo. Da questo triplo scegliamo Gertrude Niessen in "Rockin' the Town". Discorario 6 luglio 2012 - WAM / Palazzo delle Esposizioni • • • • • • • • • • MY BRIGHTEST DIAMOND - High, Low, Middle MARBERT ROCEL - “Song for you” e “The Evening” EDWARD SHARPE & THE MAGNETIC ZEROS - Man on Fire ABOVE THE TREE & THE E-SIDE - Svezia GIANT GIANT SAND - Wind Blown Waltz ROBERT GLASPER EXPERIMENT - Afro Blue HANNI EL KHATIB - Dead Wrong BRANDT BRAUER FRICK - Pretend JAMAICA SELECTS JUMP BLUES - Bobbettes / Mr.Lee FIONA APPLE - Hot Knife (in silenzio) (La seconda puntata è leggermente più corta rispetto ai 50 minuti di programma perché la pioggia improvvisa di quel venerdì sera ha scombinato un po’ i programmi e gli orari: i brani esclusi li mettiamo comunque in scaletta.) 1) POP. MY BRIGHTEST DIAMOND - [All Things Will Unwind] - High, Low, Middle Shara Worden è “My Brightest Diamond”, non è solo la mia S romagnola ma è proprio il suo nome, Shara e non Sara, una chanteuse di Detroit al 4° album in circolazione dopo la collaborazione con Sufjan Stevens. Pensate, il Lincoln Center di New York le ha detto “fai ciò che vuoi, con i soldi che vuoi”. In 2 mesi e mezzo ha composto tutti i brani dell’ultimo bellissimo album “All Things will Unwind”, fornendo partiture da camera all’orchestra yMusic e testi complessi che affrontano temi sociali e filosofici. Grande coraggio artistico ispirato da opera, cabaret, musica da camera e perché no, anche rock, in certe variazioni più dissonanti. 2) ELETTRONICA. MARBERT ROCEL - [Small things] - Song for you Ci credete? E’ l’album di elettronica meno promosso e più venduto alla Casa del disco negli ultimi mesi. Chiunque l’abbia ascoltato per intero, l’ha comprato. Si tratta del gruppo Marbert Rocel - che ho sempre pensato invece fosse nome e cognome di un tipo - anagramma di Robert e Marcel, nomi di due dei produttori del progetto, a cui si aggiunge la voce femminile di Antje Seifarth. Techno minimale e colorata, in cui si ritrovano molto Matthew Herbert, Kruder & Dorfmeister, e nelle parti più melodiche anche i Lamb. 3) FOLK. EDWARD SHARPE & THE MAGNETIC ZEROS - [Here] - Man on Fire Una volta il freakkettone indie era Devendra Banhart. Una volta che anche lui si è trasformato in collegiale in colletto bianco, ecco che il ruolo di freakkettone indie viene ricoperto da un altro personaggio, o meglio da una band, Edward Sharpe & the Magnetic Zeros. Edward Sharpe è un messia troppo innamorato delle donne per occuparsi della salvezza dell’umanità, come dargli torto, tanto più se è lo pseudonimo del leader di questa family band, Alexander Ebert. In tutta la loro carica colorata e commovente li potremmo vedere dal vivo l’11 luglio prossimo a Ravenna per la rassegna Weird Tales dentro alla Rocca brancaleone. 4) N.C / GLOCAL HERO. ABOVE THE TREE & THE E-SIDE - Svezia Veniamo al gruppo italiano, che sconfina nel non classificabile. Above the Tree: questo è il nome d’arte di Marco Bernacchia, di Senigallia, uno dei personaggi più singolari degli anni 2000 italiani, un avanguardista che gioca con la riproduzione di suoni a bassa fedeltà e con mix di registrazioni casalinghe. Per l’ultimo album “WILD” ad Above The Tree si aggiunge THe E-Side, Matteo Sideri, batterista, produttore, polistrumentista. E’ da WILD che ascoltiamo la dilatata “Svezia.” 5) AMERICANA. GIANT GIANT SAND - [Tucson] - Wind Blown Waltz Dal folk all’americana, dal coro al coro, sì perché questa volta i Giant Sand di Howe Gelb diventano ancor più Giant, enormi, con un’inedita formazione allargata: un gruppo di artisti legati alla città di Tucson (o Tusson, come dicono gli americani), una sezione d’archi, e i musicisti danesi e la pedal steel di Maggie Bjorklund che già abbiamo visto al festival STRADE BLU. Tutti insieme danno vita ad un western di frontiera, canzoni spazzate dal vento, prodotte con classe, che compongono un’opera country rock coraggiosa. 6) HIP HOP. ROBERT GLASPER EXPERIMENT - [Black radio] - Afro Blue Robert Glasper è un pianista jazz contemporaneo nato nel 1978... eheh voi Alessandro nati nel 1978, non suonate solo musica datata come dicono I CANI nella canzone VELLEITA’, no no, ma è anche vero che di Glasper non ce ne sono tanti in circolazioni. Fatto sta che su un impianto jazz, il pianista ha inserito soul, funky, hip hop d’autore, vicino a certe cose di Madlib, tutto suonato da dio e con ospiti vocali di grande spessore, vedi la dea Erykah Badu, Meshell Ndegeocello, Shafiq Husayn, Lupe Fiasco, etc. 7) ROCK'N'ROLL. HANNI EL KHATIB - [Will the Guns Come Out] - Dead Wrong Hanni El Khatib è figlio di immigrati palestinesi e filippini, cresciuto a San Francisco e poi Los Angeles, Hanni sembra aver metabolizzato l’intera storia del rock’n’roll, se è vero che in mezz’ora o poco più del suo album di debutto cita e mischia Cramps, Tom Waits, l’Elvis più pelvico, il blues, il garage-rock 60s, i coretti ammiccanti anni ’50, e quant’altro di erotico e scatenato vi possa venire in mente nell’ultimo secolo. Sentitela, questa Dead Wrong! 8) SONGWRITING. FIONA APPLE - [The Idler Wheel Is Wiser Than the Driver of the Screw and Whipping Cords Will Serve You More Than Ropes Will Ever Do] - Hot knife Mi sono quasi commossa quando ho aperto la versione deluxe del suo ultimo album, questa, un quaderno interamente disegnato da Fiona Apple per raccontare e custodire il contenuto musicale di questa sua ultima opera, dal titolo ovviamente lunghissimo e non-sense “the idler wheel ... “ (la ruota del fannullone è più saggia del motore della vite e le fruste vi serviranno più di quanto le corde potranno mai farlo”). Sempre più corto però del titolo del suo album del ’99 con cui si è aggiudicata il Guinness dei primati per il titolo più lungo del mondo con ben 90 parole, un’intera poesia scritta dalla cantautrice americana, che le case discografiche hanno tentato invano di trasformare in una diva di plastica fin dall’eclatante esordio appena diciottenne e i premi come Best New Artist. Dopo moltissimi anni ritorna con un album bellissimo, che non è easy-listening, non è avanguardia, è più una Virginia Woolf al pianoforte. Eccola! 9) AVANT-CLASSICA. BRANDT BRAUER FRICK [Mr. Machine] - Pretend C’è un filo teso che lega la musica classica alla techno contemporanea: su questo filo teso ci sono anche i Brandt Brauer Frick, trio berlinese che con percussioni archi e pianoforte riproducono i ritmi asciutti e meccanici del dancefloor. Dalla formazione classica e jazz, è facile vedere le influenze dei Brandt Brauer Frick: la disciplina dei Kraftwerk, le composizioni di Steve Reich, la techno di Detroit di Jeff Mills. Dall’album Mr. Machine “...” 10) VINTAGE. AA.VV Jamaica Selects Jump Blues Stricly for you! - Mr. Lee (Bobbettes) e Bongo Chant (Kenny Graham’s Afro Cubists) Appena prima del rocksteady, del raggae e di tutti gli altri generi nati in Jamaica, i giamaicani ballavano per le strade a suon di rhythm’n’blues con la musica che veniva dai furgoni attrezzati con tanto di dj e valigie di 45 giri. L’album vintage di questa sera raccoglie proprio le canzoni che dal 1944 al 1960 riempivano le strade di Kingston! ghost track: CRISTIAN VOGEL - Inertials Cileno di passaporto, cresciuto in Inghilterra, oggi residente a Barcellona, Cristian Vogel fa musica da una vita (è il 14° album) per le più influenti etichette berlinesi. Dal dub al sound delle colonne sonore di John Carpenter su atmosfere ipnotiche e groovy.