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Tesi 8
Musica profana nel Medioevo
Tesi 8
Musica poplolare e teatro nel medioevo. Trovatori e menestrelli
Inizi della monodia profana nel Medioevo
Il mondo medievale era interamente costellato di musica dalla tradizione orale.
La musica era assai presente nella vita sociale e segnava i momenti della giornata come ad
esempio le campane o l'apertura e la chiusura delle porte della città medievale.
La musica era anche simbolo di importanza e prestigio sociale, e veniva utilizzata per particolari
eventi con squilli di trombe e cerimoniali di corte.
Nel corso del medioevo la monodia profana era quella più diffusa.
Mentre le melodie gregoriane erano più elaborate e polifoniche, e praticate esclusivamente in
ambito ecclesiastico, la musica monodica profana sia in latino che nelle lingue volgari, era
creata, eseguita e percepita, dai più disparati strati sociali.
Dai re ai principi, ai membri dell’alta aristocrazia e la piccola nobiltà, fino alla borghesia e persone
di umile estrazione.
La musica riusciva a suscitare i più profondi sentimenti dell’ animo umano.
Questo è documentato da poeti e scrittori del tempo:
infatti il Boccaccio 1313 – 1375 in un episodio del Decameron Giornata X,7 definisce il Minuccio
un finissimo cantatore e sonatore, che con il suo canto riuscì a consolare la malinconica Lisa.
Sono poche però le testimonianze della musica profana documentabili, poiché al contrario della
musica liturgica essa non veniva annotata quasi mai. Nella maggior parte dei casi, infatti, il
repertorio profano, era praticato e composto da trobatori e trovieri di bassa formazione culturale
non in grado quindi di scrivere le notazioni musicali.
La notazione pervenuta viene detta adiastematica, cioè neumi scritti in campo aperto che non
indicavano con precisione l’altezza dei suoni.
Melodia profana latino
Alcuni brani come i Planctus, furono composti per piangere la morte di personaggi illustri, come il
Planctus Caroli, composto per la morte di Carlo Magno nel 814.
La più antica raccolta di composizioni profane fu preparata in Inghilterra ed è ora conservata a
Cambridge e sono i Carminia Cantabriginesia, che erano un insieme di un precedente canzoniere
tedesco, cioè la Turingia.
I Carminia Cantabriginesia comprendevano 47 brani goliardici che sottolineavano nei loro testi i
valori ironici e spensierati e anche di vizi, libidine e giochi, come le cose terrene.
Un’altra raccolta di canti goliardici dello stesso genere sono i Carminia Burana.
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Trovatori
Trovatori = da Trovar cioè comporre Tropi
I Trovatori , si affermarono a Poitiers alla fine del XI (undicesimo) secolo, sotto la guida di
Guglielmo IX duca di Aquitania.
Guglielmo IX fu anche il primo trovatore di cui sia pervenuta l’opera
Le liriche sono di corteggiamento e di amore spirituale.
La lirica provenzale, in lingua d’oc, era quella utilizzata dai Trovatori.
Poche sono le notizie sia sulla composizione delle liriche, che venivano tramandate oralmente,
ed anche scarse sono le informazioni sui loro autori.
Delle 2600 composizioni liriche solo 282 sono state annotate.
I trovatori componevano le musiche e le parole.
Tra questi si ricorda Arnaut Daniel, citato da Dante nel Purgatorio.
La poesia trobadorica si rivolge alla donna, essa è oggetto di affetto e devozione e l’amante non
esige appagamento. Nasce così l’Amor Cortese, gentile e cavalleresco, quasi spirituale
utilizzando la sfera di scambio tra sacro e profano con i contrafacta.
I Principi dell’ amor cortese, si esprimono nella cansò, genere lirico prediletto dai trovatori
soprattutto nella formula dialogica cioè dialogata, come ad esempio il genere della pastorela che
incontra il cavaliere e rimane affascinato da lei.
Un altro genere usato è il sirventese, che tratta temi eroici politici e moraleggianti.
La Cansò nella sua struttura si divide in schemi, e si suddivide in
COBLAS, che erano delle strofe, dallo schema e AA B
la seconda frase è nominata Cauda cioè coda.
Bernard Ventadorn è il più celebre tra i trovatori
Trovieri
La produzione poetica in lingua d’oil (che sta alla base del francese moderno ) si sviluppa a nord
della Francia . I trovieri appartengono alla maggior parte dei ceti nobiliari, come per esempio
Riccardo I Cuor di Leone.
Le formule compositive predilette dai trovieri furono il Jeu parti e il Lai.
Il Jeu parti, cioè dialogo bipartito tra due amanti, che si contendono la stessa dama e discutono
intonando la stessa melodia su strofe diverse, ne è un esempio
Kalenda maya di Raimbaut de Vaqueiras.
Una delle forme, che più deriva dal repertorio liturgico è il Lai “melodia” di carattere
contemplativo, che spesso presenta le frasi melodiche ripetute in coppie come nella Sequenza.
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Musica profana nel Medioevo
Le frasi ritornellate sono chiamate puncta.
Si coltivarono soprattutto nei Puys, ovvero dei luoghi dove si riunivano le accademie musicali nella
Francia settentrionale
Le sezioni ripetute possono essere identiche o terminare in modo diverso.
La prima ripetizione si chiama ouvert cioè aperta, la seconda close ovvero chiusa.
Poi si affermano anche le forme di rondeau, virelai e ballade o chansons a refrain.
Roundeau Ballade Vireale sono le 3 forme fisse che compongono le melodie dei trovieri .
Il rondeau assunse la sua struttura definitiva agli inizi del XII secolo, quando era già un genere di
musica per danza abbastanza diffuso ed il suo nome deriverebbe dal latino rotundellum, ovvero
danza circolare.
La chansons roundeau dei trovieri di assetto monodico, a partire nel tardo Duecento assunse anche
una veste polifonica, generalmente a tre voci. La sua struttura formale si può riassumere con il
seguente schema: AB, AA, AB, AB, dove la prima e l'ultima sezione,
oltre ad essere intonate sulla stessa musica AB, hanno lo stesso testo poetico e vengono
denominate refrain cioè ritornello.
La ballade monodica virelae viene dal francese viere cioè girare e la sua struttura è composta di tre
o quattro strofe, dallo schema metrico A B B A A.
Giullari
I giullari sono personaggi onnipresenti nelle corti e nei villaggi, ed erano artisti girovaghi.
Inoltre i Giullari non erano solo dei musicisti, ma svolgevano più compiti, ed erano quindi sia
musici cantori, sia giocolieri saltimbanchi sia attori umoristi.
Essi tramandavano oralmente storie, e vagavano dunque per le varie corti senza stabilirsi.
I Giullari si esibivano anche nelle chanson de geste, poemi epico cavallereschi, ( Canzone di
Rolando) ed erano di umile estrazione sociale e pochi di essi riuscivano ad elevarsi.
Menestrelli
I menestrelli erano diffusi soprattutto nella Francia del Nord, ed avevano la caratteristica di
svolgere gli stessi servizi di corte dei giullari ma, a differenza di questi, essi lavoravano
stabilmente al servizio di un signore, quindi non vagavano e non erano itineranti come i Giullari.
Lo stile
Mentre i Trovatori e Trovieri, solitamente componevano le loro opere, erano quindi anche autori
dei brani, i Menestrelli e i Giullari invece erano per lo più esecutori di brani già scritti dai
Trovatori e Trovieri.
Dal punto di vista stilistico musicale le canzoni dei trovatori e dei trovieri sono caratterizzate da
melodie composte di frasi molto semplici con frasi brevi, e brevi melismi e le melodie che non
superano l’estensione di un ottava.
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Musica profana nel Medioevo
Musica profana nel resto d’Europa
In Germania c’erano i Minnessanger
Minnesa = Cantori
Sanger = Amore
I Minnessenger erano movimenti di cantori appartenenti alla sfera borghese.
Le loro composizioni sono principalmente le cosiddette Barfom, strutturate da 2 strofe uguali
definite Stollen.
I minnesenger compongono inoltre il Lied, che corrisponde alla Chansò dei trovatori ed inoltre
compongono anche il Leich che corrisponde al Lai.
Un altro tipo di composizione è lo Spruch che corrisponde al genere dei Sirventes
Tra le opere e gli autori germanici più importanti si ricorda Wolfram Esenbach autore di Parzifal e
citato da Wagner nel Tannauser, ed anche Hans Sachs anch’esso citato da Wagner.
Il centro più importante diventa Norimberga.
Nella penisola iberica vi erano le Cantigas.
In Italia la Laude
In Italia nacque la Laude, con San Francesco d’Assisi (1182- 1226) Cantico delle Creature fu la
prima canzone in Italiano.
Il bisogno di carità e di penitenza favorì questo genere che veniva cantato dai pellegrini erranti, e in
alcune città nacquero le confraternite dei laudesi, dove nelle riunioni si cantavano le laudi.
Il Laudario è un libro di raccolta di laudi, tra questi si ricorda il Laudario 91 di Cortona.
Le laudi seguono un andamento Sillabico e procedono per gradi congiunti superando raramente
l’intervallo di terza. Hanno però un forte carattere espressivo.
In seguito la liturgia cominciava ad essere drammatizzata, come ad esempio l’introito della grande
messa di Pasqua e l’interrogazione Chi cercate? Quem quaeritis? Della Visitatio Sepulchri.
Bibliografia:
M.Carrozzo C.Cimagalli, Storia della Musica Occidentale Volume 1, Armando Roma 2008
pp.81- 104
E.Surian, Manuale di Storia della Musica Volume 1, Rugginenti Torino 2006,
pp.85-97
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