Emissione N° 246 GEDDA ALBERTO INTERVISTE A AUGUSTO DAOLIO FUSTA EDITORE 9788895163345 LIBRO 2010 Libro “Interviste ad Augusto Daolio” è un libro del giornalista Alberto Gedda con dipinti, poesie e scritti inediti dell’indimenticato, e indimenticabile, cantante e leader dei Nomadi Augusto Daolio scomparso il 7 ottobre del 1992 a 45 anni. Il libro raccoglie alcune delle interviste realizzate tra il 1978 e il 1991 che offrono un ritratto intenso e immediato del musicista pittore negli anni più significativi dell’attività del gruppo fondato nel 1963 da Beppe Carletti, ancor oggi alla guida dei Nomadi. Curato da Rosanna Fantuzzi, compagna di Augusto e presidente dell’Associazione Augusto per la Vita, il libro ha prefazioni di Vincenzo Mollica e Beppe Carletti . A sottolineare l’importanza del libro, che per la prima volta presenta testi “in presa diretta” di Augusto Daolio, ci sono gli interventi di numerosi personaggi che lo hanno conosciuto e hanno apprezzato la sua intensa attività artistica e umana: dai musicisti dei Nomadi, da quelli della prima formazione agli attuali, a Pupi Avati, Flaco Biondini, Rolando Bolognesi, Vittorio Bonetti, Pietro Casarini, Mario Castelnuovo, Ivan Cattaneo, Gigi Cavalli Cocchi, Fiorenzo Cravetto, Gaetano Curreri, Franz Di Cioccio, Gabriele Ferraris, Ricky Gianco, Toni Jop, Franco Malaguti, Stefano Micocci, Andrea Mingardi, Manrico Mologni, Barbara Morini, Graziano Pompili, Silver Guido Silvestri, Carlo Sgorlon, Marco Stella, Zucchero Adelmo Fornaciari. I proventi del libro saranno devoluti all’Associazione Augusto per la Vita che finanzia progetti per la ricerca scientifica contro il cancro. MENNA MIRCO, BANDA DI AVOLA ...E L'ITALIANO RIDE FELMAY 0885016816025 FY 8160 CD 2010 World Music La parola giusta è probabilmente "simpatia", nel senso proprio del "sentire assieme", dell'essere accomunati da un sentimento: la Banda di Avola e Mirco Menna si sono stati molto simpatici. I brani del cantautore e il tratto bandistico degli arrangiamenti hanno fortemente simpatizzato e il "comune sentire" salta all'orecchio in maniera formidabile. Tanto che, più che un incontro, parrebbe trattarsi di un ritorno ad una casa condivisa, e una casa popolare. Ed in realtà questo disco è schiettamente popolare, laddove le bande sono espressione immutata da almeno due secoli delle musiche popolari. Il suono che ne esce è sinceramente antico, e assolutamente moderno perché mai dismesso. E qui si nota come le liriche, che parlano dell'oggi con le parole di oggi, acquisiscano in questo contesto sonoro una meravigliosa forza, attuale e d'altri tempi. “... e l'italiano ride” non è affatto un lavoro di maniera, un'operazione di "copiaincolla" tra stili diversi. Risulta invece coerente nel carattere e coeso nella forma, tramando con grande "simpatia" una tessitura della canzone sorprendente. La BANDA DI AVOLA giunge così alla sua seconda prova discografica dopo ’A Banna! del 2002, che era incentrata sul repertorio bandistico siciliano dei primi anni del Novecento. La nuova produzione, “… e l’italiano ride”, segna l'incontro della banda con Mirco Menna, cantautore bolognese. Il cantautore bolognese è responsabile degli undici brani contenuti nel disco, in parte tratti dai suoi lavori precedenti (“Nebbia di idee”, 2002; “Quanto ci vuole”, 2005; “Ecco”, 2005), in parte composti ex novo per l’occasione. Giovandosi come di consueto della produzione attenta di Fabio Barovero, la BANDA DI AVOLA sperimenta qui con esiti felici il tentativo di coniugare la tradizione del modello cantautorale “impegnato” con lo scintillio dei fiati che sempre caratterizza una formazione bandistica. I testi di MENNA sono ironici, dissacranti, ma al contempo presentano aspetti profondamente umani e poetici. Veicolati dalla voce originale dell’autore, essi trovano una perfetta colonna sonora nella musica eseguita dalla BANDA DI AVOLA. Passaggi lirici si alternano a fragorosi momenti d’insieme, suadenti attimi melodici ad arrembanti figurazioni ritmiche, a ulteriore dimostrazione di come l’ensemble siciliano sappia porsi nella giusta disposizione d’animo a seconda di quanto richiesto da ogni singolo tema. La direzione della banda e gli arrangiamenti delle composizioni sono come di consueto affidati al maestro Sebastiano Bell’Arte, responsabile, nel 1996, della rinascita della formazione e della scuola di musica a essa collegata. Un’intuizione che ha permesso a molti giovani di intraprendere un percorso umano e artistico di cui già da diverso tempo si sono visti i frutti L’età media dell’ensemble siculo è ben al di sotto dei vent’anni e ciò risulta particolarmente sorprendente se si ascolta con attenzione “… e l’italiano ride” che privo di qualsivoglia sbavatura e approssimazione è ricco invece di una forza e una passione musicale che traspare a ogni istante. GAMELAN OF CENTRAL JAVA XII - PANGKUR ONE FELMAY 0885016816629 FY 8166 CD 2010 World Music La collezione che, a cura di John Noise Manis, è dedicata alle musiche millenarie dell’area centrale di Giava si arricchisce di due nuovi capitoli, il XII (Pangkur One) e il XIII (Pangkur Two), tra loro strettamente complementari. I due cd esemplificano infatti le potenzialità formali ed espressive della composizione denominata Pangkur, un tema classico del repertorio giavanese. Si tratta di un tema che trova le sue origini nella poesia cantata, un genere definito måcåpat. Per il fatto stesso di derivare da un processo di trasformazione di varie melodie preesistenti, esso si è venuto concretizzando in molte e differenti versioni. La trasposizione dalla poesia cantata all'ensemble gamelan, attraverso complicati procedimenti compositivi, ha permesso nel tempo di giungere a risultati creativi ricchi e imprevedibili. Nel primo dei due cd Pangkur viene presentato nella formazione del gamelan completo e in quattro esecuzioni, ciascuna delle quali presenta variazioni di stile e intonazione. I musicisti sono dell’Institute of the Arts (Institut Seni Indonesia, ISI) di Surakarta, tranne la seconda traccia suonata da un gruppo di Yogyakarta. Il secondo cd presenta invece esecuzioni di Pangkur fatte con un numero ridotto di strumenti (rebab, gendèr barung, kendhang, gendèr panerus, gambang, suling, kenong e gong), offrendo una sonorità in qualche modo definibile come “musica da camera” (espressione da non intendersi ovviamente in senso letterale e secondo i canoni occidentali). Nelle dieci tracce sono presentate alcune “radici” melodiche (måcåpat) e le corrispondenti composizioni che ne sono derivate, a dimostrazione dell’estrema versatilità di questo tema musicale nella tradizione giavanese. Per entrambi i cd l’ascolto risulta essere particolare e straordinario, presentandosi come un continuum costituito però da quadri nettamente distinti gli uni dagli altri. Se nella prima opera la magia che scaturisce dall'intera orchestra gamelan risulta immutata e provvista di tutta la forza della tradizione, nella seconda è indubbio che una certa rarefazione del suono e la bellezza degli incroci delle voci femminili con quelle maschili riesce ad apportare un felice elemento di novità da cui è impossibile non essere toccati. Pangkur One e Pangkur Two sono dunque un’ulteriore dimostrazione di quanto la musica giavanese sappia stare, con vibrante emozione, dentro e fuori dal tempo. GAMELAN OF CENTRAL JAVA XIII - PANGKUR TWO FELMAY 0885016816728 FY 8167 CD 2010 World Music La collezione che, a cura di John Noise Manis, è dedicata alle musiche millenarie dell’area centrale di Giava si arricchisce di due nuovi capitoli, il XII (Pangkur One) e il XIII (Pangkur Two), tra loro strettamente complementari. I due cd esemplificano infatti le potenzialità formali ed espressive della composizione denominata Pangkur, un tema classico del repertorio giavanese. Si tratta di un tema che trova le sue origini nella poesia cantata, un genere definito måcåpat. Per il fatto stesso di derivare da un processo di trasformazione di varie melodie preesistenti, esso si è venuto concretizzando in molte e differenti versioni. La trasposizione dalla poesia cantata all'ensemble gamelan, attraverso complicati procedimenti compositivi, ha permesso nel tempo di giungere a risultati creativi ricchi e imprevedibili. Nel primo dei due cd Pangkur viene presentato nella formazione del gamelan completo e in quattro esecuzioni, ciascuna delle quali presenta variazioni di stile e intonazione. I musicisti sono dell’Institute of the Arts (Institut Seni Indonesia, ISI) di Surakarta, tranne la seconda traccia suonata da un gruppo di Yogyakarta. Il secondo cd presenta invece esecuzioni di Pangkur fatte con un numero ridotto di strumenti (rebab, gendèr barung, kendhang, gendèr panerus, gambang, suling, kenong e gong), offrendo una sonorità in qualche modo definibile come “musica da camera” (espressione da non intendersi ovviamente in senso letterale e secondo i canoni occidentali). Nelle dieci tracce sono presentate alcune “radici” melodiche (måcåpat) e le corrispondenti composizioni che ne sono derivate, a dimostrazione dell’estrema versatilità di questo tema musicale nella tradizione giavanese. Per entrambi i cd l’ascolto risulta essere particolare e straordinario, presentandosi come un continuum costituito però da quadri nettamente distinti gli uni dagli altri. Se nella prima opera la magia che scaturisce dall'intera orchestra gamelan risulta immutata e provvista di tutta la forza della tradizione, nella seconda è indubbio che una certa rarefazione del suono e la bellezza degli incroci delle voci femminili con quelle maschili riesce ad apportare un felice elemento di novità da cui è impossibile non essere toccati. Pangkur One e Pangkur Two sono dunque un’ulteriore dimostrazione di quanto la musica giavanese sappia stare, con vibrante emozione, dentro e fuori dal tempo. LORENZO JUAN FLAMENCO DE CONCIERTO FELMAY 0885016301323 FY 3013 CD 2010 World Music “Flamenco de concierto” è il nuovo disco di JUAN LORENZO, chitarrista di origini spagnole che vanta pochi eguali nel suo ambito. La sua carriera è ricca non soltanto di innumerevoli concerti in solitaria tenutisi in ogni angolo del mondo ma anche di collaborazioni prestigiose, sia con colleghi di strumento (da ricordare a tal proposito l’incisione in duo con Flavio Sala, Encuentro, Felmay 3011) sia con cantaores e bailaores, nonché con stelle della pop music quali Gipsy Kings, Jethro Tull, Pino Daniele. Questa sua nuova produzione focalizza l’attenzione su un aspetto particolare della chitarra flamenca, dedicandosi al repertorio specificamente concepito per le sale da concerto, slegato cioè dal ruolo di semplice accompagnamento al cante e al baile. Da questo punto di vista si tratta di una tradizione relativamente recente, secondo una linea che dal maestro Ramon Montoya, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento, giunge sino a Paco De Lucia. Ne è derivata una collocazione trasversale della chitarra flamenco che se per un verso ha perduto parte dei suoi connotati folklorici, dall’altra ha acquistato meriti presso artisti e pubblico appartenenti ad aree musicali differenti, quali il jazz e la classica. In “Flamenco de concierto” JUAN LORENZO ci offre, con il consueto supporto di una tecnica e uno stile esecutivi impeccabili, una galleria sui principali generi che formano l’universo della musica flamenca. Dalla solea (appartenente alla famiglia del cante jondo) alla ritmicità trascinante dell’alegrias andalusa, dal tiento y tango alla bulerias (con accompagnamento di palmas e cajón), dalla complessità strutturale del fandango alla bellezza armonica della guajira di origine cubana, per concludere con una granadinas che mosse anche l’interesse compositivo di Isaac Albéniz (per Asturias), JUAN LORENZO esplora con sapienza e raffinatezza una materia musicale brillante, sfaccettata, continuamente rivelatrice di nuove prospettive sonore. Togliendo il flamenco dall’alveo del folklore più risaputo, LORENZO lo restituisce a nuova vita, senza per questo tradirne l’assunto di base o stravolgerne i contenuti in nome di improbabili contaminazioni. Nel disco troviamo anche alcuni ospiti: José Salguero, Julio Gomez (palmas), Dario Carbonell e Toni Esposito (cajón). OPA CUPA CENTRO DI PERMANENZA TEMPORANEA FELMAY DIST. 8033020310103 11/8-010 CD 2010 World Music “Centro di Permanenza Temporanea” è dedicato all'Albania Hotel, nelle campagne del Salento, residenza aperta a migranti, viaggiatori, suonatori dimora di artisti e di passanti. OPA CUPA è la musica che si affaccia al Mediterraneo, è quello che si trova sulle spiagge del Salento d'inverno, sono i disegni sui muri dei centri d'accoglienza sfollati e dei centri di detenzione, è il mare che separa la nostra terra da quelle che si affacciano sull'altra sponda, è la disperazione che affronta traversate della speranza, sono i corpi persi nello stesso mare che destate accoglie e rinfresca. Il nostro lavoro è il frutto della resistenza alle politiche istituzionali di dis-integrazione. Quale migliore didascalia al terzo lavoro degli Opa Cupa, che concentrano l'attenzione nei confronti delle sonorità provenienti dai Balcani, ma anche fanno tesoro delle loro esperienze bandistiche del sud Italia e jazz. Nasce così un repertorio d'eccellenza, che vede nel famoso standard jazz My Favorite Things, un arrangiamento arricchito dalla ritmica in 7/8 che caratterizza il balkan jazz degli Opa Cupa; oltre alle inedite marce bandistiche scritte da Cesare e Giancarlo Dell'Anna o la romantica interpretazione di Ebb Tide, soundtrack del mitico film I Clowns di Federico Fellini. Infine, CPT, due inutili parole, dedica appassionata ai migranti che rischiano la loro vita per inseguire un sogno. Grandi musicisti, grandi cantanti in questo nuovo cd, Irene Lungo ed Eva Salina Primak, per una traversata transoceanica di energia vitale. Ottimo lavoro grafico di Marcello Moscara: in copertina la mitica tuba di Paride Marco, deformata da un eccesso di gioia durante un tour Albania. Oltre ai numerosissimi ospiti nel lavoro discografico, la formazione è composta da Cesare Dell'Anna e Giancarlo Dell'Anna alla tromba, Irene Lungo alla voce, Mauro Tre alla farfisa, Ekland Hasa al pianoforte, Marco Rollo alle tastiere, Davide Arena e Luca Manno ai sax, Stefano Valenzano al basso, Sergio Quagliarella alla batteria. Il CD è destinato a raccogliere fondi in sostegno del Poliambulatorio di Emergency a Palermo, che presta gratuitamente assistenza sanitaria alla popolazione immigrata residente, con o senza permesso di soggiorno e alla popolazione non immigrata, che si trova comunque in stato di bisogno. TARANTAVIRUS LU_RAGNO ARRICCHITO FELMAY DIST. 8033020310110 11/8-011 CD 2010 World Music TARANTAVIRUS è una produzione e rappresentazione dello spirito meridiano attraverso contaminazioni con le nuove tecnologie elettroniche, nello spazio del gusto musicale giovane e metropolitano. Progetto aperto, che riguarda la tecno-pizzica e la musica tradizionale salentina nelle sue possibili sfumature di risorse, tradizioni e strumenti mediterranei. Una orchestrazione che tiene conto del gusto e dell'influenza della nuova world music, dei riti (come i rave) che l'accolgono ed insieme la istruiscono e diffondono; i live vedono l'uso di suoni particolari, brani che si sviluppano in seguito alla continua ricerca. In TARANTAVIRUS la suggestione della musica tradizionale salentina si rinnova ed è percorsa da sperimentazioni elettroniche e jazz. La musica è reinterpretata, resa attuale dalle sonorità elettroniche, accarezzata e percorsa da quelle jazz, la presenza incalzante dei tamburi trasformano il concerto in una sorta di rave, dove la trance è accompagnata dalle voci dei cantori pi rappresentativi del Salento. La formazione vede la presenza dei cantori di musica tradizionale salentina che si misurano con i jazzisti e djs fra i più interessanti del panorama musicale italiano. Una sorta di rave metropolitano che prende spunto, suggestionandosi, dalla musica tradizionale. Registrazione di un famoso live che si tenne a Soleto (Lecce Italia) ospitato dal festival la Notte della Taranta nell'agosto 2006, dove parteciparono i più rappresentativi musicisti e cantanti di musica tradizionale, oltre a DJs che si sono misurati con questa nuova esperienza dandone una chiave di lettura più moderna e metropolitana. Tutti accompagnati da musicisti di grande spicco sulla scena musicale jazz come il sassofonista Raffaele Casarano, i pianisti Mirko Signorile, Mauro Tre e Marco Rollo; ai fiati: Giancarlo Dell'Anna, Davide Arena, Luca Manno e Claudio Cavallo, Stefano Valenzano al basso, Egidio Rondinone alla batteria e Marcello Zappatore alla chitarra su una irresistibile Notte Nera cantata da Cristoforo Micheli. L'ensamble è diretto da CESARE DELL'ANNA, ideatore e compositore delle musiche sulle quali sono innestati i canti e ritmi tradizionali del progetto. Fra i cantanti, Said Tibari accompagna con le sue melodie magrebine i canti di Enza Pagliara, Claudio Cavallo e Emanuele Licci. Ospiti nel Live, anche i Menamenamò e Vito Giannone con le loro pizziche incalzanti e attraversate da nuovi suoni. Tarantavirus è la degna risposta a quell'esigenza di ricerca ed innovazione della nostra musica popolare. VARIOUS ARTISTS ETHIOPIQUES 24 Come nel caso dei volumi 1 e 3 della serie Ethiopiques questo volume 24 della collezione presenta una selezione di potenti brani tratti dallo storico catalogo dell'etichetta Amha Records. In questo volume incontriamo nuovamente artisti come Ayaléw Mèsfin, Gétatchèw Kassa e Sèyfou Yohannes, e veniamo in contatto con altri nuovi nomi i cui materiali sono ancora inediti e quantomeno poco conosciuti in occidente, come Menelik Wèsnatchèw, Seyoum Gèbrèyès, Tamrat Molla e Wubshèt Fisseha. Tracce aggiunte sono due brani del giovane Mulatu Astatqé, registrati nei primi anni 60 quando l'artista era ancora profondamente influenzato dalla scena Latina e Caraibica della Swinging London. E due brani dei The Ashantis, gruppo keniano che faceva base ad Addis Abeba, dove ha esercitato una grande influenza sulla scena musicale dei primi anni 70. FELMAY DIST. 3341348601762 BUDA 860176 CD 2010 Jazz VARIOUS ARTISTS ETHIOPIQUES 25 La Swinging Addis degli anni 60s e primi anni 70s (prima della glaciazione della giunta stalinista-militare di Derg) è stato un periodo di intensa sperimentazione che ha coinvolto anche il repertorio tradizionale. Tutte le più grandi voci dell'epoca fossero moderne (Tlahoun Gèssèssè, Alèmayèhu Eshèté, Sèyfou Yohannes, Essatu Tèssèmma...) o tradizionali (Fréw Haylou, Abbèbè Tèssèmma, Haylé Wèrqu...), presero parte, con intenso fervore creativo come si può verificare ascoltando questo venticinquesimo volume della serie Ethiopiques, alla musica del tempo. Gli strumenti comprendono il flauto washint, l'arpa krar e il messenqo, strumento ad una corda, insieme a strumenti acustici fèrendj (stranieri) come il piano, la fisarmonica ed il mandolino. FELMAY DIST. 3341348601779 BUDA 861177 CD 2010 Jazz VARIOUS ARTISTS BALLOS SARDOS (VOL.2) La Sardegna è senza dubbio la regione d’Italia che più di altre ha conservato forme espressive e culturali della tradizione; infatti l’isola risulta essere, fra tutte le regioni europee, una delle aree più ricche di musiche e di danze che sono ancora oggi fortemente radicate ed percepite come patrimonio di proprietà collettiva e locale. Da tempo questa consapevolezza ha trasformato tali manifestazioni in emblemi stessi della “sardità”, da viversi e mostrare. Le ragioni di questa tendenza alla conservazione e all’attaccamento alle proprie espressioni identitarie sono molteplici: le varie dominazioni esterne, l’abbandono dovuto anche alla scarsa considerazione che le potenze europee hanno dato alle risorse dell’isola e la prevalente economia chiusa e tendenzialmente di sussistenza a carattere agro-pastorale hanno prodotto un isolamento storico e un conseguente insularismo culturale. Certamente lo stato di conservazione non è omogeneo, vi sono aree più conservative come la Barbagia o il FELMAY TA 8026409303025 TA 030 CD 2010 World Music Nuorese, ed altre più dispersive e dinamiche, come la Gallura e il Campidano cagliaritano. Questa seconda antologia musicale del ballo sardo segue lo stesso criterio del primo cd: vuole offrire un panorama attento e scrupoloso delle specialità e delle varietà tipologiche etnocoreutiche delle diverse aree della Sardegna, ma al tempo stesso, nello scandire i differenti balli, espone un ampio ventaglio di strumenti, di tecniche esecutive e di repertori della musica etnica dell’isola. Le registrazioni provengono da una investigazione pluridecennale svolta sul campo durante le feste paesane, l’indagine a casa dei suonatori, i festivals dei gruppi folk, gli spuntini fra amici e le bevute in cantina. In musica e ballo i sardi eccellono di gran lunga anche sul piano tecnico ed esecutivo rispetto alle altre regioni: i livelli di eccellenza esecutiva, che normalmente raggiungono molti suonatori della tradizione sarda, dimostrano l’elevata vocazione e la dedizione che le popolazioni dell’isola hanno verso la musica e la danza: qualsiasi uso di strumento musicale viene portato a specializzazione estrema. Tale tendenza alla perfezione esecutiva deriva da vari fattori: innanzitutto dalla consuetudine di ritenere la musica e la danza un’espressione forte della sardità, cioè dell’essere e del sentirsi individualmente e comunitariamente sardi; inoltre l’alta domanda di festa, di incontri pubblici e privati a base di musica e di ballo crea un rilevante mercato interno che permette ai più validi suonatori di vivere di musica o ad avere in essa un solido supporto economico. Tale mercato della musica etnica crea inevitabilmente meccanismi di concorrenza, di ricerca di “piazze” e spinge ad una elevazione di livelli tecnici, ad una specializzazione repertoriale e all’originalità espressiva, pur sempre dentro i parametri che la tradizione riconosce come suoi e quindi identificativi pur nella microtrasformazione continua. Ma la balentìa (abilità) dei sardi in queste espressioni fornisce anche gratificazione psicologica, emersione e prestigio nel gruppo sociale di appartenenza. C’è diffusa consapevolezza di questa bravura, che si è trasformata da vari decenni in ostentazione e spettacolarizzazione di piazza; la Sardegna risponde al bisogno di ballo (ma anche di canto a poesia e di canto a chitarra) con la formazione di numerosi gruppi amatoriali o semiprofessionali ed una intensa programmazione spettacolare di sfilate in costume, di concerti e di festival di spettacoli folkloristici. FITZGERALD ELLA ELLA FITZGERALD SINGS THE COLE PORTER SONG BOOK DISCONFORME 8436028694549 EJC 55454 CD 2010 Jazz Quando il jazz produttore Norman Granz decise di assumere Ella Fitzgerald e prendersi cura della sua carriera, la storica cantante divenne in breve tempo una star di livello internazionale. Alcuni dei progetti più ambiziosi che Granz abbia mai realizzato sono quelli della serie dei Song Books, ovvero registrazioni dedicate esclusivamente alle composizioni di un singolo autore interpretate da un noto jazzista. Il Cole Porter Song Book è stato il primo della serie di otto album realizzati da Ella Fitzgerald. Ciascuna registrazione era incentrata su un diverso compositore del canone musicale noto come Great American Songbook. Granz poi andò a trovare lo stesso Cole Porter al Waldorf-Astoria Hotel, e gli fece ascoltare l’intero album. Porter disse semplicemente: “Che meravigliosa dizione ha questa ragazza". Questa pubblicazione propone nella sua interezza il doppio album “Ella Fitzgerald Sings The Cole Porter Song Book”. Considerato uno dei migliori album di jazz vocale mai realizzati, il Cole Porter Song Book è stato inserito nel 2000 nella Grammy Hall of Fame, che celebra le registrazioni che hanno "qualitatà e significato storico". Inoltre nel 2003 è stato uno dei 50 dischi selezionati dalla Library of Congress di Washington per essere aggiunto al National Recording Registry. DIDDLEY BO BO DIDDLEY + GO BO DIDDLEY DISCONFORME 8436028691753 RRR 876 CD 2010 Rock 'n' Roll Leggendario chitarrista, compositore di talento, maestro del ritmo: Bo Diddley (anche noto come "The Originator") è stato tutto questo e molto altro ancora. Questo cd contiene nella loro interezza i primi due albumdi Diddley – "Bo Diddley" (1957) e "Go Bo Diddley" (1959) – che offrono una solida introduzione alla musica di questo innovativo artista. Tra le linee di chitarra ipnotica e ritmica, queste tracce mostrano un giovane Bo Diddley ai suoi esordi ed allo stesso tempo al suo meglio, confermando come Diddley davvero suonasse Rock & Roll come nessun altro. Questa pubblicazione include inoltre due bonus tracks tratte dalle stesse sessioni di registrazione e presenta un booklet di 16 pagine, che include le foto rare, memorabilia d'epoca, note di copertina dettagliate e altro ancora. « Muddy Waters e Chuck Berry erano legati al blues elettrico tradizionale. Ma Bo Diddley era al confine. C'era qualcosa di africano nella sua musica. Il suo stile era stato scandaloso e suggeriva che il tipo di musica che amavamo non arrivava solo dal Mississippi. Veniva da qualche altra parte. » (Keith Richards) LEWIS JERRY LEE THE KILLER TRACKS Questa pubblicazione raccogli tutti i singoli originali pubblicati da Jerry Lee Lewis per la Sun Records tra il 1956 e il 1959. Pietra miliare del rock & roll, lo stile di Lewis e il suono del suo pianoforte hanno lasciato un'impronta indelebile nell’ambito della musica pop, un’impronta che ha resistito alla prova del tempo. Questo cd raccoglie i momenti migliori della sua carriera e propone anche un ricco booklet con foto rare, memorabilia d'epoca, note di copertina dettagliate e altro ancora. DISCONFORME 8436028691746 RRR 875 CD 2010 Rock "n" Roll BROWN CLIFFORD LIVE AT MUSIC CITY 1955 & MORE DISCONFORME 8436028691883 RLR 88656 CD 2010 Jazz Il grande Clifford Brown portava sempre con sé un registratore a nastro e aveva l'abitudine di registrare molte delle sue esibizioni dal vivo, così come le prove. Questa pratica è comune a molti musicisti e se Clifford avesse vissuto una vita più lunga (e avesse dunque registrato di più), probabilmente queste registrazioni private non avrebbero un così grande valore. Ma purtroppo la sua vita e la sua carriera musicale sono state tragicamente brevi, e dunque queste registrazioni private sono diventate un patrimonio inestimabile per poter apprezzare il talento di questo straordinario musicista. I primi tre brani presentati in questa pubblicazione non appartengono, tuttavia a queste registrazioni private, ma sono già apparsi su lp e cd ormai da tempo introvabili. Si tratta della Music City jam session, per lungo tempo considerata l’ultima registrazione prima della morte di Brown, ma ora datata dal biografo Nick Catalano al Nick Catalano, dunque un anno prima della morte del trombettista. A queste tre tracce si aggiungono ben altre sette assolutamente inedite che vedono Brown nell’ambito del quintetto di Max Roach con Sonny Rollins, Richie Powell, George Morrow, e ovviamente lo stesso Roach. GILLESPIE DIZZY THE NEW CONTINENT Meglio noto come compositore di colonne sonore per cinema e televisione, Lalo Schifrin (nato a Buenos Aires, Argentina, il 21 Giugno 1932) ha iniziato la sua carriera come un pianista jazz e ha lavorato con alcune delle figure più jazz del suo tempo. Il destino di Schifrin è poi cambiato radicalmente dopo la tourée di Dizzy Gillespie in l'Argentina. «Dizzy Gillespie venne in Sud America con la sua band e mi offrì di lavorare con lui. [...] Con quel gruppo c'era un entusiasmo vero, ci divertivamo sempre. È una sensazione di puro piacere, suonare con Dizzy. Scrissi due lunghe composizioni per Dizzy da suonare con una grande orchestra, ‘The Gillespiana Suite’ e ‘The New Continent’. Quest'ultima è stata commissionata nel 1962 dal Monterey Jazz Festival». Sempre affascinato dai ritmi esotici e dalle musiche provenienti da tutto il mondo, Gillespie trovò in Schifrin una straordinaria fonte di ispirazione. “The New Continent” appare in questa occasione per la prima volta su cd. Come bonus è stata aggiunta la registrazione del Dizzy Gillespie Quintet, con Schifrin al piano, dal vivo DISCONFORME 8436028691876 JC 430 CD 2010 Jazz presso il Museum of Modern Art di New York nel 1961. GRIFFIN JOHNNY, ERICSON ROLF THE BERLIN SESSION DISCONFORME 8436028691869 JL 773 CD 2010 Jazz Come tanti altri musicisti jazz prima di lui, Johnny Griffin rimase colpito dal rispetto e dall'apprezzamento che gli appassionati di jazz di tutta Europa mostravano per la sua musica. Anche per questo decise di trasferirsi nel Vecchio Continente nel 1963. In primo luogo si stabilì in Francia, dove suonò in diverse occasioni con altri musicisti che avevano lasciato l’America, come ad esempio Bud Powell. Griffin si trasferì poi nei Paesi Bassi nel 1978. Oltre ad essere ospite fisso dei principali jazz club europei, come il londinese Ronnie Scott's, Griffin diventò un punto di riferimento per i musicisti americani in tour nel nostro continente. L'album presentato in questa occasione è stato registrato in uno studio a Berlino ed è l’unica registrazione esistente di Griffin con il famoso trombettista svedese Rolf Ericson (1922-1997). Oltre ad aver suonato con Charlie Parker nel 1950, Ericson era un membro di importanti orchestre jazz come quelle di Duke Ellington, Stan Kenton, Woody Herman e Maynard Ferguson. Ha inoltre lavorato con Charles Mingus, Dexter Gordon e Gerry Mulligan. Questa sessione, originariamente apparsa con il titolo Sincerely Ours, propone una miscela di brani originali dei vari membri della band e alcuni standard jazz. LEWIS JOHN IMPROVISED MEDITATIONS & EXCURSIONS “Improvised Meditations and Excursions” è stata una delle poche escursioni di John Lewis nella formazione in trio nel corso dei primi tre decenni della sua carriera. Durante questo periodo infatti, Lewis ha concentrato i suoi sforzi principalmente sul Modern Jazz Quartet e in album con formazioni più numerose. Questo album, che miscela composizioni di Lewis e standards jazz, vede la partecipazione di altri due membri del MJQ, Percy Heath al contrabbasso (sostituito da George Duvivier su una delle due sessioni proposte) e Connie Kay alla batteria. Sono state poi aggiunte come bonis tracks altre registrazioni di Lewis in trio (“Little Girl Blue” e “D & E” provengono entrambe dall’album del 1957 The John Lewis Piano) e in quartetto con la partecipazione di Jim Hall alla chitarra. DISCONFORME 8436028694518 EJC 55451 CD 2010 Jazz GOODMAN BENNY THE SOUND OF MUSIC Lo spettacolo di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II “The Sound of Music” debuttò a Broadway al Lunt-Fontane Theatre il 16 Novembre 1959. La registrazione di Benny Goodman della partitura del musical è stata effettuata solo quattro giorni più tardi, il 20 Novembre. Probabilmente l’album era stato pensato come strumento per promuovere lo spettacolo, che in effetti ebbe un grande successo a Broadway e fu portato anche sul grande schermo nel 1965 con Julie Andrews come protagonista. La sessione di registrazione di Benny Goodman era stata effettivamente prevista per il 11 e 12 Novembre (cioè un paio di giorni prima del debutto dello spettacolo), ma a quanto pare Goodman non fu soddisfatto di quella registrazione, tutto il materiale registrato durante quei due giorni fu scartato ed è presumibilmente andato perduto. Quasi tutte le melodie composte per quello spettacolo sarebbero diventate molto popolari, e una sarebbe diventata anche uno standard jazz: "My DISCONFORME 8436028691708 99010 CD 2010 Jazz Favorite Things". Quella di Goodman è la prima versione jazz conosciuta di questo brano, che sarebbe stato interpretato in seguito da molti altri jazzisti. Uno su tutti John Coltrane, che appena un anno dopo pubblico l’album omonimo segnando un capitolo fondamentale della storia del jazz. L’album di Goodman viene proposto per la prima volta in cd. PETERSON OSCAR OSCAR SINGS - THE VOCAL STYLING OF OSCAR PETERSON DISCONFORME 8436028691852 99013 CD 2010 Jazz Nato in Canada nel 1925, nel 1949 Oscar Peterson è stato convinto dal produttore Norman Granz a recarsi negli Stati Uniti, dove divenne uno dei musicisti più rappresentativi della “carovana di Granz", sia nelle registrazioni in studio, sia nel tour Jazz at the Philharmonic. Peterson ha registrato numerose volte come accompagnatore per molte altre stelle del jazz, e anche come leader del suo trio. Oltre a suonare il pianoforte, Peterson aveva uno stretto legame con il canto. Era un grande ammiratore di Frank Sinatra (a cui ha dedicato l’album strumentale A Jazz Portrait of Frank Sinatra). Inoltre Peterson ha effettuato diverse registrazioni in cui ha messo in mostra le due doti di cantante. Il suo stile canoro aveva forti connessioni con quello di un altro pianista/cantante, Nat King Cole, al quale Peterson aveva anche dedicato un album intitolato With Respect to Nat. Questa pubblicazione presenta nella sua interezza l’album “Romance: The Vocal Styling of Oscar Peterson” e raccoglie tutte le interpretazioni vocali di Peterson fino al 1965. BONIVENTO MICHELE NUANCES VELUT LUNA 8019038002605 CVLD 191 CD 2009 Jazz Michele Bonivento, pianista, pluritastierista, compositore è un musicista “onnivoro” e curioso e si definisce “un viaggiatore della musica tutta”. Dedica gran parte della sua ricerca alla musica afro-americana, esplorando necessariamente territori musicali dei diversi continenti. Due sono le anime che albergano in questo artista: quella “bluesy”, con una sensibilità speciale nell’accompagnamento dei solisti e il suo saper esaltare la melodia, e quella di arrangiatore, che ne mette in evidenza l’aspetto compositivo, lontano da clichè stilistici. Nuances è specchio delle esperienze e degli incontri vissuti in questi ultimi anni, ogni composizione, evocatrice di un preciso stato emotivo, è frutto di una creazione estemporanea, ma in costante evoluzione. I brani che lo compongono hanno chiare influenze JAZZ, SOUL e GOSPEL, che giocano con atmosfere più mediterranee. Volendo a tutti i costi trovare dei “parenti artistici” di Michele Bonivento, viene assolutamente naturale pensare a Dave Grusin ed a quella sua musica che negli anni ottanta è stata celebrata dall’etichetta discografica americana GRP. Nuances è stato registrato avvalendosi di alcuni dei migliori solisti mondiali. Ecco quindi scorrere nei titoli di coda Edu Hebling al contrabbasso ed al basso elettrico, Phil Mer alla batteria, Dudu Kwathe alle percussioni, Luca Bortoluzzi ancora alla batteria e Leo Di Angilla ancora alle percussioni; e poi Luca Boscagin alla chitarra elettrica, James Thompson al sax tenore ed al flauto, Marco Furio Forieri al sax baritono, Alvise Stiffoni al violoncello, Marco Pandolfi all’armonica. E last but not least, le due splendide voci di Kenn Bailey e di Heloisa “Luma” Lourenco. Grazie dell’attenzione e cordiali saluti da EGEA Records & Distribution. Silvia Valderrama Ufficio Stampa - EGEA Music C.so Mazzini, 12 - 12037 SALUZZO (CN) Tel. +39 0175 217323 Fax. +39 0175 475154 E-Mail: [email protected] Skype: silvia valderrama http://www.egeamusic.com