Fai click qui per visualizzare il file PDF

Emissione N° 246
GEDDA ALBERTO
INTERVISTE A AUGUSTO DAOLIO
FUSTA EDITORE
9788895163345
LIBRO
2010
Libro
“Interviste ad Augusto Daolio” è un libro del giornalista Alberto Gedda con dipinti, poesie e
scritti inediti dell’indimenticato, e indimenticabile, cantante e leader dei Nomadi Augusto
Daolio scomparso il 7 ottobre del 1992 a 45 anni. Il libro raccoglie alcune delle interviste
realizzate tra il 1978 e il 1991 che offrono un ritratto intenso e immediato del musicista pittore
negli anni più significativi dell’attività del gruppo fondato nel 1963 da Beppe Carletti, ancor
oggi alla guida dei Nomadi. Curato da Rosanna Fantuzzi, compagna di Augusto e presidente
dell’Associazione Augusto per la Vita, il libro ha prefazioni di Vincenzo Mollica e Beppe
Carletti . A sottolineare l’importanza del libro, che per la prima volta presenta testi “in presa
diretta” di Augusto Daolio, ci sono gli interventi di numerosi personaggi che lo hanno
conosciuto e hanno apprezzato la sua intensa attività artistica e umana: dai musicisti dei
Nomadi, da quelli della prima formazione agli attuali, a Pupi Avati, Flaco Biondini, Rolando
Bolognesi, Vittorio Bonetti, Pietro Casarini, Mario Castelnuovo, Ivan Cattaneo, Gigi Cavalli
Cocchi, Fiorenzo Cravetto, Gaetano Curreri, Franz Di Cioccio, Gabriele Ferraris, Ricky
Gianco, Toni Jop, Franco Malaguti, Stefano Micocci, Andrea Mingardi, Manrico Mologni,
Barbara Morini, Graziano Pompili, Silver Guido Silvestri, Carlo Sgorlon, Marco Stella,
Zucchero Adelmo Fornaciari. I proventi del libro saranno devoluti all’Associazione Augusto
per la Vita che finanzia progetti per la ricerca scientifica contro il cancro.
MENNA MIRCO, BANDA DI AVOLA
...E L'ITALIANO RIDE
FELMAY
0885016816025
FY 8160
CD
2010
World Music
La parola giusta è probabilmente "simpatia", nel senso proprio del "sentire assieme",
dell'essere accomunati da un sentimento: la Banda di Avola e Mirco Menna si sono stati
molto simpatici. I brani del cantautore e il tratto bandistico degli arrangiamenti hanno
fortemente simpatizzato e il "comune sentire" salta all'orecchio in maniera formidabile. Tanto
che, più che un incontro, parrebbe trattarsi di un ritorno ad una casa condivisa, e una casa
popolare. Ed in realtà questo disco è schiettamente popolare, laddove le bande sono
espressione immutata da almeno due secoli delle musiche popolari. Il suono che ne esce è
sinceramente antico, e assolutamente moderno perché mai dismesso. E qui si nota come le
liriche, che parlano dell'oggi con le parole di oggi, acquisiscano in questo contesto sonoro
una meravigliosa forza, attuale e d'altri tempi. “... e l'italiano ride” non è affatto un lavoro di
maniera, un'operazione di "copiaincolla" tra stili diversi. Risulta invece coerente nel carattere
e coeso nella forma, tramando con grande "simpatia" una tessitura della canzone
sorprendente. La BANDA DI AVOLA giunge così alla sua seconda prova discografica dopo
’A Banna! del 2002, che era incentrata sul repertorio bandistico siciliano dei primi anni del
Novecento. La nuova produzione, “… e l’italiano ride”, segna l'incontro della banda con Mirco
Menna, cantautore bolognese. Il cantautore bolognese è responsabile degli undici brani
contenuti nel disco, in parte tratti dai suoi lavori precedenti (“Nebbia di idee”, 2002; “Quanto
ci vuole”, 2005; “Ecco”, 2005), in parte composti ex novo per l’occasione. Giovandosi come
di consueto della produzione attenta di Fabio Barovero, la BANDA DI AVOLA sperimenta qui
con esiti felici il tentativo di coniugare la tradizione del modello cantautorale “impegnato” con
lo scintillio dei fiati che sempre caratterizza una formazione bandistica. I testi di MENNA
sono ironici, dissacranti, ma al contempo presentano aspetti profondamente umani e poetici.
Veicolati dalla voce originale dell’autore, essi trovano una perfetta colonna sonora nella
musica eseguita dalla BANDA DI AVOLA. Passaggi lirici si alternano a fragorosi momenti
d’insieme, suadenti attimi melodici ad arrembanti figurazioni ritmiche, a ulteriore
dimostrazione di come l’ensemble siciliano sappia porsi nella giusta disposizione d’animo a
seconda di quanto richiesto da ogni singolo tema. La direzione della banda e gli
arrangiamenti delle composizioni sono come di consueto affidati al maestro Sebastiano
Bell’Arte, responsabile, nel 1996, della rinascita della formazione e della scuola di musica a
essa collegata. Un’intuizione che ha permesso a molti giovani di intraprendere un percorso
umano e artistico di cui già da diverso tempo si sono visti i frutti L’età media dell’ensemble
siculo è ben al di sotto dei vent’anni e ciò risulta particolarmente sorprendente se si ascolta
con attenzione “… e l’italiano ride” che privo di qualsivoglia sbavatura e approssimazione è
ricco invece di una forza e una passione musicale che traspare a ogni istante.
GAMELAN OF CENTRAL JAVA
XII - PANGKUR ONE
FELMAY
0885016816629
FY 8166
CD
2010
World Music
La collezione che, a cura di John Noise Manis, è dedicata alle musiche millenarie dell’area
centrale di Giava si arricchisce di due nuovi capitoli, il XII (Pangkur One) e il XIII (Pangkur
Two), tra loro strettamente complementari. I due cd esemplificano infatti le potenzialità
formali ed espressive della composizione denominata Pangkur, un tema classico del
repertorio giavanese. Si tratta di un tema che trova le sue origini nella poesia cantata, un
genere definito måcåpat. Per il fatto stesso di derivare da un processo di trasformazione di
varie melodie preesistenti, esso si è venuto concretizzando in molte e differenti versioni. La
trasposizione dalla poesia cantata all'ensemble gamelan, attraverso complicati procedimenti
compositivi, ha permesso nel tempo di giungere a risultati creativi ricchi e imprevedibili. Nel
primo dei due cd Pangkur viene presentato nella formazione del gamelan completo e in
quattro esecuzioni, ciascuna delle quali presenta variazioni di stile e intonazione. I musicisti
sono dell’Institute of the Arts (Institut Seni Indonesia, ISI) di Surakarta, tranne la seconda
traccia suonata da un gruppo di Yogyakarta. Il secondo cd presenta invece esecuzioni di
Pangkur fatte con un numero ridotto di strumenti (rebab, gendèr barung, kendhang, gendèr
panerus, gambang, suling, kenong e gong), offrendo una sonorità in qualche modo definibile
come “musica da camera” (espressione da non intendersi ovviamente in senso letterale e
secondo i canoni occidentali). Nelle dieci tracce sono presentate alcune “radici” melodiche
(måcåpat) e le corrispondenti composizioni che ne sono derivate, a dimostrazione
dell’estrema versatilità di questo tema musicale nella tradizione giavanese. Per entrambi i cd
l’ascolto risulta essere particolare e straordinario, presentandosi come un continuum
costituito però da quadri nettamente distinti gli uni dagli altri. Se nella prima opera la magia
che scaturisce dall'intera orchestra gamelan risulta immutata e provvista di tutta la forza della
tradizione, nella seconda è indubbio che una certa rarefazione del suono e la bellezza degli
incroci delle voci femminili con quelle maschili riesce ad apportare un felice elemento di
novità da cui è impossibile non essere toccati. Pangkur One e Pangkur Two sono dunque
un’ulteriore dimostrazione di quanto la musica giavanese sappia stare, con vibrante
emozione, dentro e fuori dal tempo.
GAMELAN OF CENTRAL JAVA
XIII - PANGKUR TWO
FELMAY
0885016816728
FY 8167
CD
2010
World Music
La collezione che, a cura di John Noise Manis, è dedicata alle musiche millenarie dell’area
centrale di Giava si arricchisce di due nuovi capitoli, il XII (Pangkur One) e il XIII (Pangkur
Two), tra loro strettamente complementari. I due cd esemplificano infatti le potenzialità
formali ed espressive della composizione denominata Pangkur, un tema classico del
repertorio giavanese. Si tratta di un tema che trova le sue origini nella poesia cantata, un
genere definito måcåpat. Per il fatto stesso di derivare da un processo di trasformazione di
varie melodie preesistenti, esso si è venuto concretizzando in molte e differenti versioni. La
trasposizione dalla poesia cantata all'ensemble gamelan, attraverso complicati procedimenti
compositivi, ha permesso nel tempo di giungere a risultati creativi ricchi e imprevedibili. Nel
primo dei due cd Pangkur viene presentato nella formazione del gamelan completo e in
quattro esecuzioni, ciascuna delle quali presenta variazioni di stile e intonazione. I musicisti
sono dell’Institute of the Arts (Institut Seni Indonesia, ISI) di Surakarta, tranne la seconda
traccia suonata da un gruppo di Yogyakarta. Il secondo cd presenta invece esecuzioni di
Pangkur fatte con un numero ridotto di strumenti (rebab, gendèr barung, kendhang, gendèr
panerus, gambang, suling, kenong e gong), offrendo una sonorità in qualche modo definibile
come “musica da camera” (espressione da non intendersi ovviamente in senso letterale e
secondo i canoni occidentali). Nelle dieci tracce sono presentate alcune “radici” melodiche
(måcåpat) e le corrispondenti composizioni che ne sono derivate, a dimostrazione
dell’estrema versatilità di questo tema musicale nella tradizione giavanese. Per entrambi i cd
l’ascolto risulta essere particolare e straordinario, presentandosi come un continuum
costituito però da quadri nettamente distinti gli uni dagli altri. Se nella prima opera la magia
che scaturisce dall'intera orchestra gamelan risulta immutata e provvista di tutta la forza della
tradizione, nella seconda è indubbio che una certa rarefazione del suono e la bellezza degli
incroci delle voci femminili con quelle maschili riesce ad apportare un felice elemento di
novità da cui è impossibile non essere toccati. Pangkur One e Pangkur Two sono dunque
un’ulteriore dimostrazione di quanto la musica giavanese sappia stare, con vibrante
emozione, dentro e fuori dal tempo.
LORENZO JUAN
FLAMENCO DE CONCIERTO
FELMAY
0885016301323
FY 3013
CD
2010
World Music
“Flamenco de concierto” è il nuovo disco di JUAN LORENZO, chitarrista di origini spagnole
che vanta pochi eguali nel suo ambito. La sua carriera è ricca non soltanto di innumerevoli
concerti in solitaria tenutisi in ogni angolo del mondo ma anche di collaborazioni prestigiose,
sia con colleghi di strumento (da ricordare a tal proposito l’incisione in duo con Flavio Sala,
Encuentro, Felmay 3011) sia con cantaores e bailaores, nonché con stelle della pop music
quali Gipsy Kings, Jethro Tull, Pino Daniele. Questa sua nuova produzione focalizza
l’attenzione su un aspetto particolare della chitarra flamenca, dedicandosi al repertorio
specificamente concepito per le sale da concerto, slegato cioè dal ruolo di semplice
accompagnamento al cante e al baile. Da questo punto di vista si tratta di una tradizione
relativamente recente, secondo una linea che dal maestro Ramon Montoya, vissuto a
cavallo tra Otto e Novecento, giunge sino a Paco De Lucia. Ne è derivata una collocazione
trasversale della chitarra flamenco che se per un verso ha perduto parte dei suoi connotati
folklorici, dall’altra ha acquistato meriti presso artisti e pubblico appartenenti ad aree musicali
differenti, quali il jazz e la classica. In “Flamenco de concierto” JUAN LORENZO ci offre, con
il consueto supporto di una tecnica e uno stile esecutivi impeccabili, una galleria sui principali
generi che formano l’universo della musica flamenca. Dalla solea (appartenente alla famiglia
del cante jondo) alla ritmicità trascinante dell’alegrias andalusa, dal tiento y tango alla
bulerias (con accompagnamento di palmas e cajón), dalla complessità strutturale del
fandango alla bellezza armonica della guajira di origine cubana, per concludere con una
granadinas che mosse anche l’interesse compositivo di Isaac Albéniz (per Asturias), JUAN
LORENZO esplora con sapienza e raffinatezza una materia musicale brillante, sfaccettata,
continuamente rivelatrice di nuove prospettive sonore. Togliendo il flamenco dall’alveo del
folklore più risaputo, LORENZO lo restituisce a nuova vita, senza per questo tradirne
l’assunto di base o stravolgerne i contenuti in nome di improbabili contaminazioni. Nel disco
troviamo anche alcuni ospiti: José Salguero, Julio Gomez (palmas), Dario Carbonell e Toni
Esposito (cajón).
OPA CUPA
CENTRO DI PERMANENZA TEMPORANEA
FELMAY DIST.
8033020310103
11/8-010
CD
2010
World Music
“Centro di Permanenza Temporanea” è dedicato all'Albania Hotel, nelle campagne del
Salento, residenza aperta a migranti, viaggiatori, suonatori dimora di artisti e di passanti.
OPA CUPA è la musica che si affaccia al Mediterraneo, è quello che si trova sulle spiagge
del Salento d'inverno, sono i disegni sui muri dei centri d'accoglienza sfollati e dei centri di
detenzione, è il mare che separa la nostra terra da quelle che si affacciano sull'altra sponda,
è la disperazione che affronta traversate della speranza, sono i corpi persi nello stesso mare
che destate accoglie e rinfresca. Il nostro lavoro è il frutto della resistenza alle politiche
istituzionali di dis-integrazione. Quale migliore didascalia al terzo lavoro degli Opa Cupa, che
concentrano l'attenzione nei confronti delle sonorità provenienti dai Balcani, ma anche fanno
tesoro delle loro esperienze bandistiche del sud Italia e jazz. Nasce così un repertorio
d'eccellenza, che vede nel famoso standard jazz My Favorite Things, un arrangiamento
arricchito dalla ritmica in 7/8 che caratterizza il balkan jazz degli Opa Cupa; oltre alle inedite
marce bandistiche scritte da Cesare e Giancarlo Dell'Anna o la romantica interpretazione di
Ebb Tide, soundtrack del mitico film I Clowns di Federico Fellini. Infine, CPT, due inutili
parole, dedica appassionata ai migranti che rischiano la loro vita per inseguire un sogno.
Grandi musicisti, grandi cantanti in questo nuovo cd, Irene Lungo ed Eva Salina Primak, per
una traversata transoceanica di energia vitale. Ottimo lavoro grafico di Marcello Moscara: in
copertina la mitica tuba di Paride Marco, deformata da un eccesso di gioia durante un tour
Albania. Oltre ai numerosissimi ospiti nel lavoro discografico, la formazione è composta da
Cesare Dell'Anna e Giancarlo Dell'Anna alla tromba, Irene Lungo alla voce, Mauro Tre alla
farfisa, Ekland Hasa al pianoforte, Marco Rollo alle tastiere, Davide Arena e Luca Manno ai
sax, Stefano Valenzano al basso, Sergio Quagliarella alla batteria. Il CD è destinato a
raccogliere fondi in sostegno del Poliambulatorio di Emergency a Palermo, che presta
gratuitamente assistenza sanitaria alla popolazione immigrata residente, con o senza
permesso di soggiorno e alla popolazione non immigrata, che si trova comunque in stato di
bisogno.
TARANTAVIRUS
LU_RAGNO ARRICCHITO
FELMAY DIST.
8033020310110
11/8-011
CD
2010
World Music
TARANTAVIRUS è una produzione e rappresentazione dello spirito meridiano attraverso
contaminazioni con le nuove tecnologie elettroniche, nello spazio del gusto musicale giovane
e metropolitano. Progetto aperto, che riguarda la tecno-pizzica e la musica tradizionale
salentina nelle sue possibili sfumature di risorse, tradizioni e strumenti mediterranei. Una
orchestrazione che tiene conto del gusto e dell'influenza della nuova world music, dei riti
(come i rave) che l'accolgono ed insieme la istruiscono e diffondono; i live vedono l'uso di
suoni particolari, brani che si sviluppano in seguito alla continua ricerca. In TARANTAVIRUS
la suggestione della musica tradizionale salentina si rinnova ed è percorsa da
sperimentazioni elettroniche e jazz. La musica è reinterpretata, resa attuale dalle sonorità
elettroniche, accarezzata e percorsa da quelle jazz, la presenza incalzante dei tamburi
trasformano il concerto in una sorta di rave, dove la trance è accompagnata dalle voci dei
cantori pi rappresentativi del Salento. La formazione vede la presenza dei cantori di musica
tradizionale salentina che si misurano con i jazzisti e djs fra i più interessanti del panorama
musicale italiano. Una sorta di rave metropolitano che prende spunto, suggestionandosi,
dalla musica tradizionale. Registrazione di un famoso live che si tenne a Soleto (Lecce Italia)
ospitato dal festival la Notte della Taranta nell'agosto 2006, dove parteciparono i più
rappresentativi musicisti e cantanti di musica tradizionale, oltre a DJs che si sono misurati
con questa nuova esperienza dandone una chiave di lettura più moderna e metropolitana.
Tutti accompagnati da musicisti di grande spicco sulla scena musicale jazz come il
sassofonista Raffaele Casarano, i pianisti Mirko Signorile, Mauro Tre e Marco Rollo; ai fiati:
Giancarlo Dell'Anna, Davide Arena, Luca Manno e Claudio Cavallo, Stefano Valenzano al
basso, Egidio Rondinone alla batteria e Marcello Zappatore alla chitarra su una irresistibile
Notte Nera cantata da Cristoforo Micheli. L'ensamble è diretto da CESARE DELL'ANNA,
ideatore e compositore delle musiche sulle quali sono innestati i canti e ritmi tradizionali del
progetto. Fra i cantanti, Said Tibari accompagna con le sue melodie magrebine i canti di
Enza Pagliara, Claudio Cavallo e Emanuele Licci. Ospiti nel Live, anche i Menamenamò
e Vito Giannone con le loro pizziche incalzanti e attraversate da nuovi suoni. Tarantavirus è
la degna risposta a quell'esigenza di ricerca ed innovazione della nostra musica popolare.
VARIOUS ARTISTS
ETHIOPIQUES 24
Come nel caso dei volumi 1 e 3 della serie Ethiopiques questo volume 24 della collezione
presenta una selezione di potenti brani tratti dallo storico catalogo dell'etichetta Amha
Records. In questo volume incontriamo nuovamente artisti come Ayaléw Mèsfin, Gétatchèw
Kassa e Sèyfou Yohannes, e veniamo in contatto con altri nuovi nomi i cui materiali sono
ancora inediti e quantomeno poco conosciuti in occidente, come Menelik Wèsnatchèw,
Seyoum Gèbrèyès, Tamrat Molla e Wubshèt Fisseha. Tracce aggiunte sono due brani del
giovane Mulatu Astatqé, registrati nei primi anni 60 quando l'artista era ancora
profondamente influenzato dalla scena Latina e Caraibica della Swinging London. E due
brani dei The Ashantis, gruppo keniano che faceva base ad Addis Abeba, dove ha esercitato
una grande influenza sulla scena musicale dei primi anni 70.
FELMAY DIST.
3341348601762
BUDA 860176
CD
2010
Jazz
VARIOUS ARTISTS
ETHIOPIQUES 25
La Swinging Addis degli anni 60s e primi anni 70s (prima della glaciazione della giunta
stalinista-militare di Derg) è stato un periodo di intensa sperimentazione che ha coinvolto
anche il repertorio tradizionale. Tutte le più grandi voci dell'epoca fossero moderne (Tlahoun
Gèssèssè, Alèmayèhu Eshèté, Sèyfou Yohannes, Essatu Tèssèmma...) o tradizionali (Fréw
Haylou, Abbèbè Tèssèmma, Haylé Wèrqu...), presero parte, con intenso fervore creativo
come si può verificare ascoltando questo venticinquesimo volume della serie Ethiopiques,
alla musica del tempo. Gli strumenti comprendono il flauto washint, l'arpa krar e il messenqo,
strumento ad una corda, insieme a strumenti acustici fèrendj (stranieri) come il piano, la
fisarmonica ed il mandolino.
FELMAY DIST.
3341348601779
BUDA 861177
CD
2010
Jazz
VARIOUS ARTISTS
BALLOS SARDOS (VOL.2)
La Sardegna è senza dubbio la regione d’Italia che più di altre ha conservato forme
espressive e culturali della tradizione; infatti l’isola risulta essere, fra tutte le regioni europee,
una delle aree più ricche di musiche e di danze che sono ancora oggi fortemente radicate ed
percepite come patrimonio di proprietà collettiva e locale. Da tempo questa consapevolezza
ha trasformato tali manifestazioni in emblemi stessi della “sardità”, da viversi e mostrare. Le
ragioni di questa tendenza alla conservazione e all’attaccamento alle proprie espressioni
identitarie sono molteplici: le varie dominazioni esterne, l’abbandono dovuto anche alla
scarsa considerazione che le potenze europee hanno dato alle risorse dell’isola e la
prevalente economia chiusa e tendenzialmente di sussistenza a carattere agro-pastorale
hanno prodotto un isolamento storico e un conseguente insularismo culturale. Certamente lo
stato di conservazione non è omogeneo, vi sono aree più conservative come la Barbagia o il
FELMAY TA
8026409303025
TA 030
CD
2010
World Music
Nuorese, ed altre più dispersive e dinamiche, come la Gallura e il Campidano cagliaritano.
Questa seconda antologia musicale del ballo sardo segue lo stesso criterio del primo cd:
vuole offrire un panorama attento e scrupoloso delle specialità e delle varietà tipologiche
etnocoreutiche delle diverse aree della Sardegna, ma al tempo stesso, nello scandire i
differenti balli, espone un ampio ventaglio di strumenti, di tecniche esecutive e di repertori
della musica etnica dell’isola. Le registrazioni provengono da una investigazione
pluridecennale svolta sul campo durante le feste paesane, l’indagine a casa dei suonatori, i
festivals dei gruppi folk, gli spuntini fra amici e le bevute in cantina. In musica e ballo i sardi
eccellono di gran lunga anche sul piano tecnico ed esecutivo rispetto alle altre regioni: i livelli
di eccellenza esecutiva, che normalmente raggiungono molti suonatori della tradizione
sarda, dimostrano l’elevata vocazione e la dedizione che le popolazioni dell’isola hanno
verso la musica e la danza: qualsiasi uso di strumento musicale viene portato a
specializzazione estrema. Tale tendenza alla perfezione esecutiva deriva da vari fattori:
innanzitutto dalla consuetudine di ritenere la musica e la danza un’espressione forte della
sardità, cioè dell’essere e del sentirsi individualmente e comunitariamente sardi; inoltre l’alta
domanda di festa, di incontri pubblici e privati a base di musica e di ballo crea un rilevante
mercato interno che permette ai più validi suonatori di vivere di musica o ad avere in essa un
solido supporto economico. Tale mercato della musica etnica crea inevitabilmente
meccanismi di concorrenza, di ricerca di “piazze” e spinge ad una elevazione di livelli tecnici,
ad una specializzazione repertoriale e all’originalità espressiva, pur sempre dentro i
parametri che la tradizione riconosce come suoi e quindi identificativi pur nella microtrasformazione continua. Ma la balentìa (abilità) dei sardi in queste espressioni fornisce
anche gratificazione psicologica, emersione e prestigio nel gruppo sociale di appartenenza.
C’è diffusa consapevolezza di questa bravura, che si è trasformata da vari decenni in
ostentazione e spettacolarizzazione di piazza; la Sardegna risponde al bisogno di ballo (ma
anche di canto a poesia e di canto a chitarra) con la formazione di numerosi gruppi
amatoriali o semiprofessionali ed una intensa programmazione spettacolare di sfilate in
costume, di concerti e di festival di spettacoli folkloristici.
FITZGERALD ELLA
ELLA FITZGERALD SINGS THE COLE PORTER SONG BOOK
DISCONFORME
8436028694549
EJC 55454
CD
2010
Jazz
Quando il jazz produttore Norman Granz decise di assumere Ella Fitzgerald e prendersi cura
della sua carriera, la storica cantante divenne in breve tempo una star di livello
internazionale. Alcuni dei progetti più ambiziosi che Granz abbia mai realizzato sono quelli
della serie dei Song Books, ovvero registrazioni dedicate esclusivamente alle composizioni
di un singolo autore interpretate da un noto jazzista. Il Cole Porter Song Book è stato il primo
della serie di otto album realizzati da Ella Fitzgerald. Ciascuna registrazione era incentrata
su un diverso compositore del canone musicale noto come Great American Songbook.
Granz poi andò a trovare lo stesso Cole Porter al Waldorf-Astoria Hotel, e gli fece ascoltare
l’intero album. Porter disse semplicemente: “Che meravigliosa dizione ha questa ragazza".
Questa pubblicazione propone nella sua interezza il doppio album “Ella Fitzgerald Sings The
Cole Porter Song Book”. Considerato uno dei migliori album di jazz vocale mai realizzati, il
Cole Porter Song Book è stato inserito nel 2000 nella Grammy Hall of Fame, che celebra le
registrazioni che hanno "qualitatà e significato storico". Inoltre nel 2003 è stato uno dei 50
dischi selezionati dalla Library of Congress di Washington per essere aggiunto al National
Recording Registry.
DIDDLEY BO
BO DIDDLEY + GO BO DIDDLEY
DISCONFORME
8436028691753
RRR 876
CD
2010
Rock 'n' Roll
Leggendario chitarrista, compositore di talento, maestro del ritmo: Bo Diddley (anche noto
come "The Originator") è stato tutto questo e molto altro ancora. Questo cd contiene nella
loro interezza i primi due albumdi Diddley – "Bo Diddley" (1957) e "Go Bo Diddley" (1959) –
che offrono una solida introduzione alla musica di questo innovativo artista. Tra le linee di
chitarra ipnotica e ritmica, queste tracce mostrano un giovane Bo Diddley ai suoi esordi ed
allo stesso tempo al suo meglio, confermando come Diddley davvero suonasse Rock & Roll
come nessun altro. Questa pubblicazione include inoltre due bonus tracks tratte dalle stesse
sessioni di registrazione e presenta un booklet di 16 pagine, che include le foto rare,
memorabilia d'epoca, note di copertina dettagliate e altro ancora. « Muddy Waters e Chuck
Berry erano legati al blues elettrico tradizionale. Ma Bo Diddley era al confine. C'era
qualcosa di africano nella sua musica. Il suo stile era stato scandaloso e suggeriva che il tipo
di musica che amavamo non arrivava solo dal Mississippi. Veniva da qualche altra parte. »
(Keith Richards)
LEWIS JERRY LEE
THE KILLER TRACKS
Questa pubblicazione raccogli tutti i singoli originali pubblicati da Jerry Lee Lewis per la Sun
Records tra il 1956 e il 1959. Pietra miliare del rock & roll, lo stile di Lewis e il suono del suo
pianoforte hanno lasciato un'impronta indelebile nell’ambito della musica pop, un’impronta
che ha resistito alla prova del tempo. Questo cd raccoglie i momenti migliori della sua
carriera e propone anche un ricco booklet con foto rare, memorabilia d'epoca, note di
copertina dettagliate e altro ancora.
DISCONFORME
8436028691746
RRR 875
CD
2010
Rock "n" Roll
BROWN CLIFFORD
LIVE AT MUSIC CITY 1955 & MORE
DISCONFORME
8436028691883
RLR 88656
CD
2010
Jazz
Il grande Clifford Brown portava sempre con sé un registratore a nastro e aveva l'abitudine di
registrare molte delle sue esibizioni dal vivo, così come le prove. Questa pratica è comune a
molti musicisti e se Clifford avesse vissuto una vita più lunga (e avesse dunque registrato di
più), probabilmente queste registrazioni private non avrebbero un così grande valore. Ma
purtroppo la sua vita e la sua carriera musicale sono state tragicamente brevi, e dunque
queste registrazioni private sono diventate un patrimonio inestimabile per poter apprezzare il
talento di questo straordinario musicista. I primi tre brani presentati in questa pubblicazione
non appartengono, tuttavia a queste registrazioni private, ma sono già apparsi su lp e cd
ormai da tempo introvabili. Si tratta della Music City jam session, per lungo tempo
considerata l’ultima registrazione prima della morte di Brown, ma ora datata dal biografo
Nick Catalano al Nick Catalano, dunque un anno prima della morte del trombettista. A
queste tre tracce si aggiungono ben altre sette assolutamente inedite che vedono Brown
nell’ambito del quintetto di Max Roach con Sonny Rollins, Richie Powell, George Morrow, e
ovviamente lo stesso Roach.
GILLESPIE DIZZY
THE NEW CONTINENT
Meglio noto come compositore di colonne sonore per cinema e televisione, Lalo Schifrin
(nato a Buenos Aires, Argentina, il 21 Giugno 1932) ha iniziato la sua carriera come un
pianista jazz e ha lavorato con alcune delle figure più jazz del suo tempo. Il destino di
Schifrin è poi cambiato radicalmente dopo la tourée di Dizzy Gillespie in l'Argentina. «Dizzy
Gillespie venne in Sud America con la sua band e mi offrì di lavorare con lui. [...] Con quel
gruppo c'era un entusiasmo vero, ci divertivamo sempre. È una sensazione di puro piacere,
suonare con Dizzy. Scrissi due lunghe composizioni per Dizzy da suonare con una grande
orchestra, ‘The Gillespiana Suite’ e ‘The New Continent’. Quest'ultima è stata commissionata
nel 1962 dal Monterey Jazz Festival». Sempre affascinato dai ritmi esotici e dalle musiche
provenienti da tutto il mondo, Gillespie trovò in Schifrin una straordinaria fonte di ispirazione.
“The New Continent” appare in questa occasione per la prima volta su cd. Come bonus è
stata aggiunta la registrazione del Dizzy Gillespie Quintet, con Schifrin al piano, dal vivo
DISCONFORME
8436028691876
JC 430
CD
2010
Jazz
presso il Museum of Modern Art di New York nel 1961.
GRIFFIN JOHNNY, ERICSON ROLF
THE BERLIN SESSION
DISCONFORME
8436028691869
JL 773
CD
2010
Jazz
Come tanti altri musicisti jazz prima di lui, Johnny Griffin rimase colpito dal rispetto e
dall'apprezzamento che gli appassionati di jazz di tutta Europa mostravano per la sua
musica. Anche per questo decise di trasferirsi nel Vecchio Continente nel 1963. In primo
luogo si stabilì in Francia, dove suonò in diverse occasioni con altri musicisti che avevano
lasciato l’America, come ad esempio Bud Powell. Griffin si trasferì poi nei Paesi Bassi nel
1978. Oltre ad essere ospite fisso dei principali jazz club europei, come il londinese Ronnie
Scott's, Griffin diventò un punto di riferimento per i musicisti americani in tour nel nostro
continente. L'album presentato in questa occasione è stato registrato in uno studio a Berlino
ed è l’unica registrazione esistente di Griffin con il famoso trombettista svedese Rolf Ericson
(1922-1997). Oltre ad aver suonato con Charlie Parker nel 1950, Ericson era un membro di
importanti orchestre jazz come quelle di Duke Ellington, Stan Kenton, Woody Herman e
Maynard Ferguson. Ha inoltre lavorato con Charles Mingus, Dexter Gordon e Gerry
Mulligan. Questa sessione, originariamente apparsa con il titolo Sincerely Ours, propone una
miscela di brani originali dei vari membri della band e alcuni standard jazz.
LEWIS JOHN
IMPROVISED MEDITATIONS & EXCURSIONS
“Improvised Meditations and Excursions” è stata una delle poche escursioni di John Lewis
nella formazione in trio nel corso dei primi tre decenni della sua carriera. Durante questo
periodo infatti, Lewis ha concentrato i suoi sforzi principalmente sul Modern Jazz Quartet e in
album con formazioni più numerose. Questo album, che miscela composizioni di Lewis e
standards jazz, vede la partecipazione di altri due membri del MJQ, Percy Heath al
contrabbasso (sostituito da George Duvivier su una delle due sessioni proposte) e Connie
Kay alla batteria. Sono state poi aggiunte come bonis tracks altre registrazioni di Lewis in trio
(“Little Girl Blue” e “D & E” provengono entrambe dall’album del 1957 The John Lewis Piano)
e in quartetto con la partecipazione di Jim Hall alla chitarra.
DISCONFORME
8436028694518
EJC 55451
CD
2010
Jazz
GOODMAN BENNY
THE SOUND OF MUSIC
Lo spettacolo di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II “The Sound of Music” debuttò a
Broadway al Lunt-Fontane Theatre il 16 Novembre 1959. La registrazione di Benny
Goodman della partitura del musical è stata effettuata solo quattro giorni più tardi, il 20
Novembre. Probabilmente l’album era stato pensato come strumento per promuovere lo
spettacolo, che in effetti ebbe un grande successo a Broadway e fu portato anche sul grande
schermo nel 1965 con Julie Andrews come protagonista. La sessione di registrazione di
Benny Goodman era stata effettivamente prevista per il 11 e 12 Novembre (cioè un paio di
giorni prima del debutto dello spettacolo), ma a quanto pare Goodman non fu soddisfatto di
quella registrazione, tutto il materiale registrato durante quei due giorni fu scartato ed è
presumibilmente andato perduto. Quasi tutte le melodie composte per quello spettacolo
sarebbero diventate molto popolari, e una sarebbe diventata anche uno standard jazz: "My
DISCONFORME
8436028691708
99010
CD
2010
Jazz
Favorite Things". Quella di Goodman è la prima versione jazz conosciuta di questo brano,
che sarebbe stato interpretato in seguito da molti altri jazzisti. Uno su tutti John Coltrane, che
appena un anno dopo pubblico l’album omonimo segnando un capitolo fondamentale della
storia del jazz. L’album di Goodman viene proposto per la prima volta in cd.
PETERSON OSCAR
OSCAR SINGS - THE VOCAL STYLING OF OSCAR PETERSON
DISCONFORME
8436028691852
99013
CD
2010
Jazz
Nato in Canada nel 1925, nel 1949 Oscar Peterson è stato convinto dal produttore Norman
Granz a recarsi negli Stati Uniti, dove divenne uno dei musicisti più rappresentativi della
“carovana di Granz", sia nelle registrazioni in studio, sia nel tour Jazz at the Philharmonic.
Peterson ha registrato numerose volte come accompagnatore per molte altre stelle del jazz,
e anche come leader del suo trio. Oltre a suonare il pianoforte, Peterson aveva uno stretto
legame con il canto. Era un grande ammiratore di Frank Sinatra (a cui ha dedicato l’album
strumentale A Jazz Portrait of Frank Sinatra). Inoltre Peterson ha effettuato diverse
registrazioni in cui ha messo in mostra le due doti di cantante. Il suo stile canoro aveva forti
connessioni con quello di un altro pianista/cantante, Nat King Cole, al quale Peterson aveva
anche dedicato un album intitolato With Respect to Nat. Questa pubblicazione presenta nella
sua interezza l’album “Romance: The Vocal Styling of Oscar Peterson” e raccoglie tutte le
interpretazioni vocali di Peterson fino al 1965.
BONIVENTO MICHELE
NUANCES
VELUT LUNA
8019038002605
CVLD 191
CD
2009
Jazz
Michele Bonivento, pianista, pluritastierista, compositore è un musicista “onnivoro” e curioso
e si definisce “un viaggiatore della musica tutta”. Dedica gran parte della sua ricerca alla
musica afro-americana, esplorando necessariamente territori musicali dei diversi continenti.
Due sono le anime che albergano in questo artista: quella “bluesy”, con una sensibilità
speciale nell’accompagnamento dei solisti e il suo saper esaltare la melodia, e quella di
arrangiatore, che ne mette in evidenza l’aspetto compositivo, lontano da clichè stilistici.
Nuances è specchio delle esperienze e degli incontri vissuti in questi ultimi anni, ogni
composizione, evocatrice di un preciso stato emotivo, è frutto di una creazione
estemporanea, ma in costante evoluzione. I brani che lo compongono hanno chiare
influenze JAZZ, SOUL e GOSPEL, che giocano con atmosfere più mediterranee. Volendo a
tutti i costi trovare dei “parenti artistici” di Michele Bonivento, viene assolutamente naturale
pensare a Dave Grusin ed a quella sua musica che negli anni ottanta è stata celebrata
dall’etichetta discografica americana GRP. Nuances è stato registrato avvalendosi di alcuni
dei migliori solisti mondiali. Ecco quindi scorrere nei titoli di coda Edu Hebling al
contrabbasso ed al basso elettrico, Phil Mer alla batteria, Dudu Kwathe alle percussioni,
Luca Bortoluzzi ancora alla batteria e Leo Di Angilla ancora alle percussioni; e poi Luca
Boscagin alla chitarra elettrica, James Thompson al sax tenore ed al flauto, Marco Furio
Forieri al sax baritono, Alvise Stiffoni al violoncello, Marco Pandolfi all’armonica. E last but
not least, le due splendide voci di Kenn Bailey e di Heloisa “Luma” Lourenco.
Grazie dell’attenzione e cordiali saluti da EGEA Records & Distribution.
Silvia Valderrama
Ufficio Stampa - EGEA Music
C.so Mazzini, 12 - 12037 SALUZZO (CN)
Tel. +39 0175 217323
Fax. +39 0175 475154
E-Mail: [email protected]
Skype: silvia valderrama
http://www.egeamusic.com