itinerari folk09 Provincia autonoma di Trento Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza Direzione artistica Mauro Odorizzi Comune di Trento Ufficio stampa Katia Cont, Viviana Bertolini in collaborazione con Direzione organizzativa e tecnica Centro Servizi Culturali S. Chiara Si ringraziano Provincia autonoma di Trento - Assessorato alla solidarietà internazionale e convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami, Provincia autonoma di Trento - Cinformi Centro informativo per l’immigrazione, Pierluigi La Spada, Nadia Zadra, Rai Tre, Laura Di Nitto, Associazione Nuove Tribù Zulu, Chinh India Italia, Religion Today Film Festival, Katia Malatesta, Associazione Multi Culti, Leonardo D’Amico, Monica e Claudio Condini, Nicola Odorizzi, Giorgio Moser, Giancarlo Stefanati, Luigi Bolognesi, Alfonso Coviello, Centro Dilinò, Sabina Schebrack, Franco Guglielmetti e Maddalena Scagnelli, Dimiter Panev, Michele Mozzicato, Massimo Gatti, Luisa Parrelli, Aurelio Rota, Pekka Lehti, Eric Van Monchkhoven, Carmen Bertacchi, Festival Sconfinando - Sarzana Itinerari folk festival XXII edizione Trento 1-21 luglio 2009 Nuovi orizzonti e collaborazioni per il festival estivo che a Trento da oltre due decenni esplora la musica etnica e di tradizione. Nel calendario 2009 si contano quattordici concerti, in un percorso a tappe che ha l’obiettivo di aggiungere, ogni anno, nuovi stimoli e punti di vista. Ma ci sono anche sei serate a base di cinema documentaristico, filmati preziosi che offrono informazioni e spunti di riflessione non facilmente accessibili. Per questo in particolare è doveroso il ringraziamento per la collaborazione a Religion Today, Cinformi, Associazione Multi Culti, Chinh India-Italia, Rai Tre bambini e ragazzi. Per chi sa cogliere la ricchezza delle storie e dei percorsi artistici che presentiamo, il festival è veramente l’occasione per viaggiare verso i più lontani angoli del mondo: dai Paesi Baltici all’Africa, dal Mediterraneo alla Siberia, dagli Stati Uniti alla Mongolia, dalla Bulgaria all’India. La “scoperta” è che anche tra i popoli e le culture che vengono dal freddo, rappresentati dai gruppi finlandesi, russi e mongoli, risaltano la forza, l’energia, la passione. In questo dualismo “Ice & Fire” ci pare che in qualche modo si ricompongano l’ambiente e lo spirito vitale della musica in ogni parte del pianeta, il rigore e la disciplina con la passione e l’impegno civile e culturale. L’apertura e la chiusura del festival vedranno protagonisti due gruppi finlandesi, recentemente saliti alla ribalta della world music europea con produzioni discografiche di eccellenza e formidabili esibizioni live. Si tratta di “Sväng” un originale quartetto di armoniche a bocca che reinventa l’uso di questo piccolo strumento attraverso una qualità tecnica e un repertorio inusuale e di “Tsuumi Sound System”, formazione di culto che ha catturato l’attenzione anche del pubblico più giovane. Rilevante è poi la presenza femminile che spinge il nostro sguardo verso l’Asia e l’Africa. Ci saranno le voci bulgare “Eva Quartet” e l’ensemble Hulan dalla Mongolia, con gli strumenti caratteristici di questa cultura, ma anche con momenti di danza acrobatica ispirata all’iconografia religiosa. Grande attesa e curiosità per “Ayarkhaan” il trio di donne proveniente dalla Repubblica di Sakha, ovvero la regione russa della Yakutia, l’estremità più lontana dell’Asia, che testimoniano di una cultura fortemente improntata alla tolleranza e al rispetto della natura e musicalmente caratterizzata da una vocalità particolare, legata ad una spiritualità sciamanica. Non meno interessante si presenta il concerto di “Saba”, una splendida ragazza nata a Mogadiscio in Somalia, da madre etiope e padre italiano, che con un recente CD “Jidka-The Line” pubblicato da World Music Network (nda: una delle più importanti etichette del genere world) si è imposta a livello internazionale con un progetto che intreccia cultura africana ed europea. Quattro appuntamenti sono dedicati al nostro paese: “Enerbia” ovvero una nuova sintesi dei canti e delle danze dell’Appennino piacentino con in primo piano il binomio piffero-fisarmonica; “Sancto Ianne”, ensemble del Sannio beneventano da taluni considerato l’erede della Nuova Compagnia di Canto Popolare; “Mascarimirì-Tradizionale”, un nuovo progetto sulla vocalità del gruppo salentino protagonista di quel prepotente fenomeno di rinascita di un interesse di massa per la pizzica; inoltre una graditissima presenza sarà quella di Otello Profazio, calabrese di Rende, classe 1934, chiamato il principe dei cantastorie, un monumento della canzone popolare meridionale e un testimone privilegiato fin dagli anni cinquanta di un pezzo di storia italiana. Completano il cartellone il gruppo corso “Zamballarana”, un’intrigante proposta tra polifonia e musica mediterranea, la famiglia “Tekameli”, noti come i Gitani di Perpignan, che presentano il loro ultimo CD sui canti sacri della tradizione zingara ispano-francese e il musicista statunitense Bob Jones, un maestro del bluegrass la musica nata nel Tennessee ad opera di Bill Monroe. Un’attenzione tutta particolare merita la serata del 12 luglio, realizzata con l’intervento dell’Assessorato provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza e del Cinformi. Sul palcoscenico musicisti italiani del gruppo “Nuove Tribù Zulu” e musicisti indiani del Rajasthan in un progetto multimediale chiamato “Nomadic Orchestra of the World”, un viaggio di contaminazione alle sorgenti del popolo gitano, che rappresenta con i colori ed emozioni intense e spettacolari una ideale sintesi del messaggio che da anni il festival promuove. ice mercoledì 1 luglio - giardino S. Chiara Sväng Finlandia Un fenomenale quartetto di armoniche a bocca giovedì 2 luglio - giardino S. Chiara Mascarimirì Tradizionale Italia - Puglia L’arcaica vocalità della pizzica salentina venerdì 3 luglio - giardino S. Chiara Enerbia Italia - Quattro Province Balli popolari e canti dall’Appennino delle Quattro Province sabato 4 luglio - piazza Battisti CINEMA Mevlevi Italia/Turchia di Vincenzo Pergolizzi documentario, Italia/Turchia, 2007, 30’ Crossing the Bridge. Il suono di Istanbul di Fatih Akin documentario, Turchia, 2005, 90’ domenica 5 luglio - piazza Battisti CINEMA Youssou N’dour. Ritorno a Goree’ di Pierre-Yves Boorgeaud documentario, Senegal, 2007, 90’ Tutte le serate hanno inizio alle ore 21.30 lunedì 6 luglio - piazza Battisti CINEMA Teshumara. Le chitarre della ribellione tuareg di Jérémie Reichenbach documentario, Mali, 2006, 52’ Distant echoes: Yo-Yo Ma and the Kalahari Bushmen di Robin Lough documentario, Namibia, 1993, 45’ martedì 7 luglio - giardino S. Chiara Ayarkhaan Russia - Yakutia Il fascino ancestrale della vocalità femminile del popolo Yakut mercoledì 8 luglio - piazza Battisti Hulan Ensemble Mongolia Arte musica e spiritualità al femminile dalla Mongolia giovedì 9 luglio - piazza Battisti Saba Etiopia/Somalia, Camerun, Senegal, Italia Miscele d’Africa venerdì 10 luglio - Piazza Battisti Zamballarana Francia - Corsica Una Banda polifonica dall’Isola della Bellezza I concerti che si tengono in pazza Battisti in caso di maltempo potranno essere spostati al giardino S. Chiara & fire sabato 11 luglio - piazza Battisti CINEMA Reame del nulla di Razi Mohebi mediometraggio, produzione PAT/Cinformi, Afghanistan/Italia, 2009, 50’ NOW- From the start... di Meenakshi e Vinay Rai, scritto da Andrea Camerini, produttore esecutivo Laura Di Nitto, 30’ La vita di Ambra di Laura Di Nitto e Andrea Camerini, fil di RAI TRE per Eurovision, produzione Promedia, 2000, 15’ domenica 12 luglio - piazza Battisti Carovana NOW - Nomadic Orchestra of the World e Nuove tribù zulu Italia/India Nuove Tribù Zulu e musicisti di Rajasthan e Haryana lunedì 13 luglio - giardino S. Chiara Eva Quartet Bulgaria Il mistero delle voci bulgare martedì 14 luglio - piazza Battisti Otello Profazio Italia - Calabria Il Principe dei Cantastorie mercoledì 15 luglio - giardino S. Chiara Sancto Ianne Italia - Campania Un nuovo folk d’autore dal Sannio Beneventano giovedì 16 luglio - piazza Battisti CINEMA Mariza e la storia del Fado di Simon Broughton documentario, Portogallo, 2006, 58’ Craj (Domani) di Davide Marengo, Italia, 2005, 81’ sabato 18 luglio - piazza Battiti Tekameli Francia - Provenza I canti sacri dei Gitani di Perpignan domenica 19 luglio - piazza Battisti Bob Jones & The Bluegrass Cats USA Italia Sulle tracce di Bill Monroe, il padre del Bluegrass lunedì 20 luglio - piazza Battisti Tsuumi Sound System Finlandia Una band vulcanica dal freddo Nord martedì 21 luglio - piazza Battisti CINEMA Ferghana Qasimova: la contemplazione dei giorni di Chris Delville documentario, Belgio-Azerbaijan, 2007, 53’ Natale in Tibet di Jean-Baptiste Warluzel, Falk van Gaver e Constantine de Slizewicz, documentario, Francia, 40’ sväng F inlandia mercoledì 1 luglio 2009 ore 21.30 giardino S. Chiara Jouko Kyhälä Eero Grundström Pasi Leino Eero Turkka UN fenomenale quartetto di armoniche a bocca è un autentico fenomeno musicale, quello interpretato da quattro ragazzi finlandesi che, armati di un piccolo strumento popolare come l’armonica a bocca, stanno entusiasmando il pubblico di tutta Europa con live travolgenti e spettacolari quasi fossero una band rock o pop. Il loro secondo album “Jarruta” (2008) edito dall’etichetta Aito Records di Helsinki è stato accolto con grande entusiasmo dalla stampa specializzata proiettando Sväng tra i gruppi emergenti nel panorama della world music. Questi musicisti escono da quella incredibile fucina che è l’Accademia Sibelius, uno dei pochi conservatori di musica popolare nel mondo. Anche grazie a questa istituzione il panorama musicale finlandese si presenta ricco di idee, attento alla conservazione ma anche all’innovazione e per questo capace di coinvolgere le giovani generazioni. Il repertorio proposto per quattro armoniche è composto soprattutto di materiali originali a firma di Jouko Kyhälä, leader del gruppo, un’autorità per l’armonica a bocca, ma si arricchisce del contributo fondamentale degli altri musicisti con le diverse voci e una dinamica arrangiativa veramente accattivante e sempre raffinata. L’arrivo sulle scene di Sväng ha portato a definire nuove possibilità espressive per questo strumento che, combinate ad un livello tecnico virtuosistico, fanno di questa proposta una novità assoluta. MASCARIMIrì Tradizionale italia - puglia giovedì 2 luglio 2009 ore 21.30 giardino S. Chiara Claudio “Cavallo” Giagnotti voce, tamburreddhu Cosimo Giagnotti voce , tamburreddhu, cupa cupa Emanuele Licci voce, tamburreddhu, grancassa Vito Giannone voce, tamburreddhu Il canto della tradizione salentina Si tratta del nuovo progetto dedicato alla polifonia della tradizione salentina, che vede come protagonisti i quattro musicisti del gruppo Mascarimirì, noti per aver portato una forte innovazione nell’interpretazione dei repertori della pizzica. Dopo la sperimentazione e la contaminazione moderna un ritorno in versione acustica per sottolineare la forza della storia popolare e dei ritmi più arcaici. Voci maschili, quindi, accompagnate dal “tamburredhu” (tamburo a cornice usato nel Salento) per interpretare canti di tradizione, quelli che ancora il Salento ha la forza di conservare, attraverso la trasmissione degli anziani cantori, ma soprattutto grazie alla forza di giovani musicisti che vogliono continuare a tenere accesa la memoria. L’origine di questo spettacolo risiede in un lavoro di ricerca realizzato dal gruppo nel 2005 che diede vita al CD dal titolo “Salento Canti della tradizione Orale”. Qui si ritrova la tradizione dei luoghi rurali, dei canti che prima riscaldavano la vita dura delle famiglie contadine, scandita dai ritmi di lavoro nella terra, attraverso il lavoro e il sacrificio. Una testimonianza di amore sincero verso le proprie radici all’interno di quel incredibile fenomeno popolare legato alla musica e alla danza che sta attraversando da qualche anno il Salento. Enerbia italia - quattro province venerdì 3 luglio 2009 ore 21.30 giardino S. Chiara Maddalena Scagnelli voce e violino Franco Guglielmetti fisarmonica Ettore Losini “Bani” piffero Davide Cignatta chitarra Balli popolari e canti dell’Appennino delle Quattro province L’esperienza di riferimento di cui “Enerbia” rappresenta la naturale prosecuzione, è quella dei “Suonatori delle Quattro Province”, gruppo storico del folk italiano, già protagonista ad Itinerari folk, che ha portato alla ribalta al di fuori degli ambiti tradizionali legati al ballo i repertori musicali e la strumentazione tipica di quest’area appenninica tra le province di Alessandria, Piacenza, Pavia e Genova. Sull’onda di quell’esperienza che aveva in Stefano Valla e Franco Guglielmetti i suoi protagonisti, si è sviluppata una nuova generazione di musicisti che stanno traghettando questi repertori e queste sonorità, fortemente caratterizzate dall’accoppiata strumentale piffero e fisarmonica, in una nuova dimensione anche spettacolare, ma sempre perfettamente integrata e rispettosa delle radici popolari. Il gruppo si avvale ora della presenza fondamentale di Maddalena Scagnelli alla voce e al violino e da ultimo della forza e della simpatia di Ettore Losini detto Bani, pifferaio e costruttore molto noto e apprezzato. Rivivono le esecuzioni di antichi balli come la Giga, la Piana, l’Alessandrina, il Perigurdino insieme a quelli più moderni come il valzer e le polke e si intrecciano con i canti che ancora oggi risuonano nelle vallate appenniniche. In pochi anni Enerbia si è fatto apprezzare anche all’estero con una significativa presenza al WOMEX 2003 di Siviglia, ha prodotto un pregevole CD distribuito dalla rivista “World Music Magazine” e ha prestato alcune sue esecuzioni ai lavori di registi come Ermanno Olmi (I cento chiodi ) e Giuseppe Bertolucci (Un paese chiamato Po). Nell’estate 2009 presenta il nuovo CD “La rosa e la viola” che oltre ai brani musicali coniene tre video di giovani registi italiani. ayarkhaan russia - R epubblica di sakha yakutia martedì 1 luglio 2009 ore 21.30 giardino S. Chiara Albina Degtyareva voce, khomus Natalia Fedorova voce, khomus Varvara Stepanova voce, khomus Il fascino ancestrale della vocalità femminile del popolo yakut In un territorio estremo e affascinante nel nord est dell’Asia, vive il popolo Yakut. Nel 1922 questa terra geograficamente indicata come Yakutia, dal nome del popolo nativo che la abita fin dall’antichità, diviene una regione autonoma della Repubblica Sovietica. Attualmente e più precisamente dal 1992 è diventata la Repubblica di Sakha, nell’ambito della Federazione Russa. La popolazione è di circa un milione di abitanti ed è composta da numerose e diverse nazionalità che convivono pacificamente, due terzi abitano nella capitale Yakutsk e negli altri centri, un terzo vive ancora in un paesaggio affascinante con condizioni climatiche molto severe, conservando costumi e modi di vita ancestrali. Appartiene a questa cultura, intrisa di riti magici e di un forte collegamento con le forze della natura, il trio Ayarkhaan, voci femminili che si accompagnano con il khomus, un piccolo strumento da noi noto come scacciapensieri o marranzano e diffuso in ogni parte del mondo. Un ensemble fondato nel 2002 da Albina Degtyareva che per l’elevata qualità artistica e tecnica viene considerato il gruppo leader nel revival delle tradizioni musicali della Yakutia. La raffinata ed intensa vocalità e le risonanze iterative del khomus proiettano lo spettatore in una dimensione senza tempo, caratterizzata da una forma di misticismo sciamanico. L’approccio musicale tuttavia non è esclusivamente etnico e folclorico ma risponde ad una consapevolezza e ad un pensiero musicale moderno. hulan ensemble mongolia mercoledì 8 luglio 2009 ore 21.30 piazza Battisti Arte musica e spiritualità al femminile dalla mongolia Hulan è una formazione composta da otto artiste, appartenenti al “Mongolian State Morin Khuur Ensemble” e al “Mongolian National Circus”, le massime espressioni della musica tradizionale e dell’arte circense in Mongolia: quattro musiciste, una cantante, una ballerina e due contorsioniste. Uno spettacolo accattivante che si dipana armonicamente come un percorso di conoscenza della visione al femminile dell’arte, della cultura, della musica e della spiritualità della Mongolia. Le atmosfere che vengono create sul palcoscenico variano dalla dolcezza prodotta dalle grandi cetre, chiamate yatag, all’intensità evocativa creata dal morin khuur, il caratteristico violino delle steppe dell’Asia centrale. A questo si aggiungono i canti urtin duu, l’eleganza delle danze, i cromatismi degli abiti tradizionali e le performance mozzafiato delle contorsioniste. Le musiche della Mongolia hanno una grande compenetrazione con la natura in cui è immersa la vita di queste popolazioni, ma in concerto potranno essere ascoltate anche melodie originali composte appositamente per questo ensemble dal maestro N. Jantsannorov per accompagnare i numeri delle contorsioniste che si richiamano alle opere del venerato monaco artista Zanabazar. Il gruppo si è già esibito in prestigiosi festival internazionali e in Italia nel 2006 nell’ambito del tour “L’azzurro cielo degli incontri”, con artisti come Franco Battiato, Mauro Pagani, Teresa De Sio, Cristiano De Andrè, e sotto il patrocinio della Fondazione Fabrizio De Andrè. SABA E tiopia / somalia C amerun , senegal , italia giovedì 9 luglio 2009 ore 21.30 piazza Battisti Saba Anglana voce Tatè Nsongan chitarra e percussioni Cheikh Fall kora e djembè Martino Roberts basso Miscele d’africa Saba è nata a Mogadiscio. Da bambina abitava con i genitori al capo estremo della Somalia, a Capo Guardafui. Suo padre è un italiano sposato ad una donna etiope. A metà degli anni settanta devono lasciare il paese in un clima sempre più difficile e pericoloso. Saba cresce nel segno della mescolanza e della nostalgia. Studia arte e restauro, coltiva la scrittura come ulteriore medium creativo e nel 2000 inizia a lavorare come doppiatrice, in teatro e in televisione dove partecipa alla fiction RAI “La Squadra” interpretando il ruolo della poliziotta Katia Ricci che combatte contro i pregiudizi razziali occupandosi anche di casi di immigrazione clandestina dall’Africa. Ma la musica è sempre una grande passione e in questo modo si riannoda il suo legame con l’Africa. Nasce il CD “Jidka” (The line), cantato in lingua somala e condito da sonorità africane ma non solo, un album dove si parla del viaggio e della diaspora, di affetti e nostalgia, di immigrazione ma soprattutto del tema dell’identità dinamica, multipla e in costante movimento che è l’unico modo umano di contrastare i pericoli dei nazionalismi e dell’integralismo. Un prodotto di qualità, pubblicato dalla World Music Network, una delle più importanti etichette del panorama world music internazionale, ma registrato a Torino con la collaborazione di alcuni musicisti di “Mau Mau”, come Fabio Barovero e il camerunese Tatè Nsongan. zamballarana F rancia - C orsica venerdì 10 luglio 2009 ore 21.30 piazza Battisti Laurent Barbolosi vocals, violin, trumpet, tres, banjo Jérôme Casalonga composition, lyrics, vocals, soprano sax, cueca, darbuka Nicolas Debelle bass Anton’ Giulio Galeandro accordion Vincent Geraldi drums, balafon Jaques Nobili composition, arrangements, trombone una banda polifonica dall’isola della bellezza Nel panorama musicale della Corsica il gruppo Zamballarana, fondato nel 1997 da Jérôme Casalonga, è salito alla ribalta con una formula nuova e originale. Il suo merito principale è quello di aver conferito un tocco globale alle tradizioni isolane, accostando alle caratteristiche della polivocalità, un repertorio di canzoni d’autore e una miscela di ritmi e suoni mediterranei. Una sintesi convincente, apprezzata dal pubblico ma anche dalla critica che ha parlato di Zamballarana come di una band innovativa, fresca ed entusiasmante. Le radici del gruppo sono a Pigna, un bellissimo villaggio nella montagna occidentale della Corsica, sede di numerose attività culturali legate alla musica tra cui anche la liuteria. Strumenti tipici costruiti solo in Corsica come la “cetera”, un particolare mandoloncello a sedici corde, la percussione “columbu” o il flauto “pivana” fanno parte dello strumentario di Zamballarana, tanto quanto il violino, la fisarmonica e gli ottoni, mixati in un blend di timbriche etniche e contemporanee effervescente. Nell’ultimo dei quattro CD prodotti dal gruppo, “Camina” (Casa editions, 2007) emerge, infine, la pregevole qualità delle liriche firmate da Jérôme Casalonga, François Mattei and Ghiacumu Thiers in cui vengono descritte storie di vita, ballate sull’amore e di satira della società moderna. Carovana now nomadic orchestra of the world e nuove tribù zulu india - italia domenica 12 luglio 2009 ore 21.30 piazza Battisti Iniziativa a cura di Provincia Autonoma di Trento Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza Cinformi Arriva in Italia la splendida Carovana NOW, un progetto di incontro tra musicisti indiani e italiani legato al tema del nomadismo, promosso da Laura Di Nitto, autrice e regista della RAI, per l’associazione Chinh India Italia. Uno spettacolo unico in cui la musica etnica e folk delle comunità nomadi del Rajasthan e dell’Haryana si mescola con il folk-rock delle Nuove Tribù Zulu (NTZ). Bhopa, Kalbelia, Banjara, sono i nomi delle tribù erranti con cui il gruppo italiano divide il palco da mesi, nel viaggio che li ha portati a suonare da Nuova Delhi all’Italia. In questa formazione, strumenti affascinanti come la Ravanatha, padre ancestrale del violino, il Been, fiato degli incantatori di serpenti e il Bophang, percussione “a corda” artigianale, rivelano tutta la loro modernità e originalità nell’incontro con le sonorità mediterranee, balcaniche e rock delle NTZ. La danza sinuosa e a tratti travolgente arricchisce di fascino le performance dal vivo e catalizza qualsiasi spettatore per intensità, magia e colore. Il rapporto tra le Nuove Tribù Zulu e il mondo nomade non è occasionale: comincia a metà degli anni novanta, passa attraverso la realizzazione del primo videoclip “Zingara” girato nel campo di Vicolo Savini a Roma nel 2001 e la collaborazione con le Chejà Celen, le giovani danzatrici rom di Roma, e culmina, infine, nell’esplosivo incontro con l’India. In collaborazione con Festival “Sconfinando” di Sarzana Direzione artistica Carmen Bertacchi Andrea Camerini voce, flauto Paolo Camerini contrabbasso, basso Roberto Berini batteria, percussioni Ludovica Valori fisarmonica, trombone Massimo Diotallevi sassofono Valerio Guaraldi chitarra Eugenio Vatta sound engineer Suraj Bhopa ravanhatha e voce Radhey Nath been e voce Pooran Nath been e dapli player Kesar Nath been Rakesh Bhopa bapang Prakash Nath bapang Rajki Nartaki Kalbeliya danza Meenakshi Vinay Rai NOW/Chinh India project directors Laura Di Nitto NTZ/NOW/Chinh India Italia project manager Andrea Camerini NOW artistic director Un Piano convivenza per il Trentino Il Trentino si è dotato di un Piano di interventi in materia di convivenza articolato in una serie di ambiti di lavoro: operazione ascolto, studi a supporto della convivenza, attività di informazione e di formazione, incontro delle culture e accoglienza. Il Piano è stato approvato dalla Giunta provinciale nel febbraio scorso su proposta dell’assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Giovanazzi Beltrami. Si tratta di uno strumento che coinvolge tutti i soggetti, pubblici e privati, interessati all’immigrazione e alla convivenza fra culture diverse, pensato per favorire la coesistenza e l’armonia delle differenze, mettendo al tempo stesso al centro la persona e i suoi bisogni specifici. L’impegno di soggetti pubblici e privati del Trentino in questo settore è ben noto. Esso ha trovato compiuta evidenza anche nel documento programmatico per la XIV legislatura, in cui si parla di “autonomia come modello di convivenza, di coesione, di innovazione sociale e culturale”. Nel documento si considera inoltre “ormai strutturale e necessaria per il nostro sviluppo la presenza di cittadini stranieri regolari, i quali devono rispettare le regole e i doveri verso la Comunità che li ospita e ai quali si devono garantire i diritti di cittadinanza”. Alcuni degli obiettivi che si intendono raggiungere con il Piano convivenza, attraverso 21 azioni, sono in particolare: favorire l’ascolto tra istituzioni, enti, associazioni, migrantes e autoctoni, allo scopo di sviluppare relazioni positive tra i diversi attori e di raccogliere e diffondere utili suggerimenti per sostenere la convivenza; ricercare e studiare modalità di relazione tra le culture presenti in Trentino allo scopo di individuare e acquisire regole e valori comuni, pur nel rispetto della differenza, attraverso incontri e dibattiti tra i diversi soggetti portatori di interesse; favorire il dialogo tra le diverse culture, identità e religioni consentendo l’individuazione di punti di incontro che possano stimolare ulteriormente la comunicazione a diversi livelli, per superare reciproche diffidenze e paure infondate. L’attuazione del Piano è demandato al Cinformi (Centro informativo per l’immigrazione) dell’assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza della Provincia autonoma di Trento e l’iniziativa “Itinerari folk” rientra pienamente nelle finalità del Piano convivenza perché valorizza attraverso la musica le diverse identità culturali. eva quartet bulgaria lunedì 13 luglio 2009 ore 21.30 giardino S. Chiara Gergana Dimitrova soprano Sofia Kovacheva mezzosoprano Evelina Stoilova alto Daniela Stoichkova contralto Milen Ivanov direttore Il mistero delle voci bulgare Eva Quartet è il risultato di una rigorosa selezione all’interno di un migliaio di aspiranti e si compone di quattro giovani soliste appartenenti al famoso coro femminile “Le Mystere des Voix Bulgares”. Il gruppo si forma spontaneamente nel 1995 e trova immediatamente un linguaggio comune e una comunanza di interessi, basati su uno stile di canto molto preciso, su una tecnica di eccellenza ma anche sul desiderio di andare oltre. Il repertorio comprende brani popolari e del folclore delle diverse regioni della Bulgaria, ma anche inni religiosi e musica moderna. Una formazione di canto a cappella che si apre alla ricerca di una vocalità più libera e ad esperienze diverse con musicisti jazz come Veselin Nikolov and Antoni Donchev, con compositori moderni come Krassimir Kjurkchiski, con gruppi di musica antica ed etnica come Fanfare Ciocarlia, Muzsikas con Marta Sebestyen Trio Mediaeval, VeDaKi Group, Haig Yazdjian, A Filletta, Ivan Spassov e perfino con progetti sperimentali e personalità di spicco come Hector Zazou. otello profazio italia - calabria martedì 14 luglio 2009 ore 21.30 piazza Battisti il principe dei cantastorie Memoria storica ed enciclopedia vivente dell’etno-antropologia musicale del Sud, è considerato, anche dai suoi colleghi, il “Principe dei cantastorie”. Fin da giovane ha sentito prorompente il bisogno, diventato poi necessità e impegno civile, di raccogliere e divulgare il patrimonio etno-musicale del Sud, di tutto il Sud e non solamente della Calabria - dove è nato a Rende - o della Sicilia, di cui è considerato degno rappresentante. In oltre 40 anni di attività e di ricerca ha scritto, scovato e riscritto innumerevoli canti e documenti canori che ha catalogato per temi e che costituiscono il suo archivio personale. Moltissime le canzoni pubblicate in numerosissimi dischi dove reinterpreta la storia del Sud, o meglio, ne canta la controstoria. Tutte le sue canzoni, anche quelle che al primo ascolto potrebbero sembrare “allegre”, “leggere”, o “scandalose”, sono canti di protesta, di lotta “poetica”, di analisi critica della realtà sociale, espressi con l’uso della satira contro i potenti, quelli “che avrebbero dovuto fare” per il Sud e “non hanno fatto”. Vale la pena ricordare almeno “Qua si campa d’aria”, il cui omonimo LP ha ottenuto il disco d’oro per aver venduto più di un milione di copie, primato mai raggiunto per un’opera cantastoriale; in questa canzone, i versi, macigni scagliati contro i potenti, costituiscono un alto contributo civile. Otello non vuole cambiare il mondo con le sue opere; il suo unico intento è di riuscire a far riflettere chi ascolta, provocare le coscienze, senza interessi privati. Vincitore del premio Pitrè, il più alto riconoscimento culturale siciliano, Profazio dedica gran parte dell’anno all’attività concertistica in Italia e all’estero, Brasile, Stati Uniti, Canada, Australia, Svizzera, Germania, etc., dove è molto conosciuto. E’ inoltre autore di commenti musicali di famosi film (tra cui L’amante di Gramigna, Delitto d’amore, etc.) e di sceneggiati televisivi, nonché di numerosi programmi radiofonici e televisivi che, negli anni ’70, hanno dato lustro e rianimato una tradizione culturale che stava scomparendo. Sancto Ianne italia - campania mercoledì 15 luglio 2009 ore 21.30 giardino s. Chiara Gianni Principe voce e castagnette Ciro Maria Schettino chitarra classica, chitarra battente, mandoloncello, flauti, cori Antonio Pasquariello chitarra acustica, chitarra elettrica Sergio Napolitano fisarmonica, percussioni Raffaele Tiseo violino Massimo Amoriello basso elettrico Alfonso Coviello tammorre, tamburello, darbouka, drum set, percussioni Un nuovo folk d’autore dal sannio beneventano Con il disco “Mò Siente” è stato finalista al Premio Tenco 2007 nella sezione “Miglior album in dialetto” e nello stesso anno ha ottenuto il secondo posto al Premio Città di Loano per la Musica Tradizionale. Il gruppo nasce nel 1995 e fonda la sua musica su un profondo rapporto emotivo con la cultura e le tradizioni della propria terra, il Sannio Beneventano. La formula potrebbe essere definita come “neo folk d’autore” dove convivono, in maniera naturale, pulsioni rock e musica blues, sonorità arabe e ritmiche balcaniche, ballate malinconiche e ipnotiche tammurriate. Il concerto rappresenta la dimensione privilegiata per apprezzare le qualità e la generosità di questo gruppo che il critico musicale Guido Festinese, definisce l’erede della Nuova Compagnia di Canto Popolare. L’ensemble è presente in diverse antologie di musica popolare ed ha pubblicato tre CD con l’etichetta piemontese FolkClub Ethnosuoni. Tekameli francia - provenza sabato 18 luglio 2009 ore 21.30 piazza Battisti Jeannot Soler basso Salomon Espinas chitarra e voce Julio Bermudes voce Patrick Baptiste chitarra Thierry Poubill cajon i Canti sacri dei gitani di Perpignan Il termine Tekameli significa “Io ti amo” nel vecchio linguaggio dei gitani spagnoli (il Calo, un ibrido tra francese e latino). Il gruppo musicale è una formazione di gitani di origine franco-catalana, chiamati anche “I Gitani di Perpignan”, dalla città della Francia meridionale dove sono insediati. Sono considerati tra i massimi esponenti del cosiddetto cantico gitano, nato negli anni sessanta all’interno della comunità gitana catalana, che vive con fervore una fede evangelica dalla forte connotazione miracolistica, derivata dalla disperata povertà del dopoguerra. I tre leader di questo ensemble Jean Soler, Salomon Espinas e Julio Bermudez hanno sviluppato il loro progetto musicale mixando la rumba gitana e il flamenco con i canti religiosi della loro comunità. La loro personale declinazione della rumba coniuga l’estasi del cantico gitano con una sensualità travolgente, il dogma della famiglia con le gioie della vita, le forme scintillanti del flamenco settentrionale con le influenze caraibiche. Rispetto ai loro padri il repertorio di oggi si è modernizzato e laicizzato, soprattutto nelle tematiche dei canti. I Tekameli sono l’anello di congiunzione tra l’arte degli zingari Manouche, il mito di Django Reinhardt e le profondità insondabili del cante jondo andaluso. L’ultimo album “Escolteu”, supportato dalla purezza delle voci e della chitarra, oscilla costantemente tra malinconia e felicità ed affascina con un sound rarefatto e puro sempre in bilico tra gospel e soul. Bob Jones & The Bluegrass Cats U S A / I talia domenica 19 luglio 2009 ore 21.30 piazza Battisti Bob Jones voce e violino Massimo Gatti mandolino e voce Silvio Ferretti banjo e voce Marco Ferretti chitarra Icaro Gatti contrabbasso Sulle tracce di bill monroe, il padre del bluegrass è all’età di diciassette anni che Bob Jones incontra per la prima volta il bluegrass e scopre musicisti fondamentali per questo genere quali Bill Monroe e Flatt & Scruggs. Elettrizzato da questi incontri inizia a suonare la chitarra ritmica e il mandolino e costituisce una propria band che si fa conoscere sulle radio locali. Inizia anche a scrivere di musica bluegrass sulla prestigiosa rivista statunitense “The Broadside”. La sua carriera arriva ai massimi livelli quando nei primi anni settanta con i “Blue Ridge Mountain Boys” si sposta in California e collabora con Don Parmley e i “Bluegrass Cardinals”. E’ il 1975 quando Bob decide di trasferirsi a Nashville dove corona un sogno, quello di entrare a far parte dei Blue Grass Boys, la band del suo idolo Bill Monroe, il padre di questo genere che prende il nome dalla caratteristica erba bluastra del Tennessee. Il successo per Bob arriva, infine, anche dai tour internazionali, da registrazioni discografiche di successo e da riconoscimenti prestigiosi come il “Bluegrass Singer of the Year” nel 2003. Ad accompagnarlo ci sarà, in anteprima assoluta, una “family band” molto particolare formata da Massimo Gatti, mandolinista dei Bluegrass Stuff, e dal figlio Icaro al contrabbasso, nonché da Silvio Ferretti, banjo dei Red Wine, e dal figlio Marco alla chitarra. Tsuumi sound system F inlandia lunedì 20 luglio 2009 ore 21.30 piazza Battisti Tommi Asplund violino Esko Järvelä violino e suoni addizionali Pilvi Talvities piano e armonium Hannu Kella fisarmonica Jani Kivelä chitarre Joakim Berghäll sassofoni e percussioni Tarmo Anttila contrabbasso Jussi Nikula batteria e percussioni Una band vulcanica dal freddo nord Nella musica finlandese di radice tradizionale non è mai mancata una grande tensione alla ricerca dell’energia e del pathos. Emblematica è la passione per il tango che molti musicisti di questo paese hanno rivisitato in maniera personale. Con Tsuumi Sound System, un supergruppo di otto elementi siamo di fronte ad una proposta di straordinario impatto che si è affermata in breve tempo come il nuovo brand nordico nel mondo della musica etnica. La formula è sempre la stessa ovvero attingere dai patrimoni etnici come risorsa creativa e mantenere un saldo ancoraggio alla dimensione acustica che però viene arricchita con timbriche più moderne e una sezione ritmica importante. Dal vivo il gruppo è capace di esprimere un’energia vulcanica, un virtuosismo e nel contempo un’eleganza che sono capaci di coinvolgere qualsiasi pubblico. Con il loro quinto album, HOTAS (Aito Records, 2007), prodotto con l’assistenza tecnica di Roger Tallroth, sono riusciti a catturare anche in studio la forza che promana dai loro live act. La figura centrale di questo gruppo è Hannu Kella, uno dei grandi maestri finlandesi di fisarmonica, ma l’alto livello di tutti i musicisti dimostra la validità del sistema formativo finlandese che ha dato enorme importanza alla musica etnica. cinema MEVLEVI di Vincenzo Pergolizzi documentario, Italia/Turchia, 2007, 30’ Un viaggio in Turchia alla ricerca delle radici della saggezza di Mevlana nella pratica della danza dei dervisci, all’interno della confraternita dei Mevlevi. CROSSING THE BRIDGE. Il suono di Istanbul di Fatih Akin documentario, Turchia, 2005, 90’ Istanbul, da sempre snodo culturale tra oriente ed occidente, viene vista in questo documentario dal punto di vista musicale, esplorando e percorrendo i vari generi che vi si suonano e vi si sperimentano, che dalla musica classica tradizionale arrivano all’attuale sound dell’hip-hop. Questo viaggio nell’universo musicale turco e non solo viene guidato dalla curiosità competente di Alexander Hacke, che ha curato la colonna sonora di “La sposa turca”, e del suo regista Fatih Akin, per il quale questo film, in cui la questione dell’identità culturale assume un ruolo centrale, rappresenta un vero e proprio ritorno alle origini. YOUSSOU N’DOUR. RITORNO A GOREE’ di Pierre-Yves Boorgeaud documentario, Senegal, 2007, 90’ “Retour à Gorée” racconta il viaggio del cantante senegalese Youssou N’Dour sulle tracce degli schiavi neri e della musica da loro creata: il jazz. Il suo scopo è quello di riportare in Africa un repertorio di jazz e cantarlo a Goreé, l’isola simbolo della tratta negriera, in omaggio alle vittime della schiavitù. Accompagnato da musicisti d’eccellenza, si incontra con numerose personalità che creano, sul filo degli incontri, dei concerti e delle discussioni sulla schiavitù, una musica che trascende le culture. TESHUMARA. Le chitarre della ribellione tuareg DISTANT ECHOES: Yo-Yo Ma and the Kalahari Bushmen Nel 1963, subito dopo l’indipendenza, i Tuareg del Mali si ribellarono contro i loro nuovi capi con una rivolta che fu brutalmente soffocata. Seguì poi una terribile siccità che costrinse all’esilio migliaia di rifugiati provenienti dal Mali e dalla Libia. Da tale stato di disperazione nacque il movimento Teshumara, che proclamava l’esistenza e la necessità di sviluppo del popolo Tuareg. Fu allora che per la prima volta le chitarre del gruppo Tinariwen si fecero sentire. Il film narra la storia di Teshumara, non solo attraverso le testimonianze dei fondatori del gruppo Tinariwen, ma anche attraverso la musica e la poesia tradizionale. Questo film descrive il viaggio del celebre violoncellista Yo-Yo Ma, insieme all’antropologo Richard Lee, nel deserto del Kalahari, nell’Africa australe. Con il suo violoncello come unico mezzo di comunicazione, il musicista è partito per incontrare la tribù !Kung, una delle ultime società sopravvissute di cacciatori-raccoglitori esistenti al mondo. Fuori dal tradizionale commento etnomusicologico, YoYo Ma descrive questo viaggio come «una specie di pellegrinaggio, una raccolta personale, speravo di imparare da questa gente, cambiare delle idee musicali, capire il ruolo della musica nella loro vita quotidiana. Ma soprattutto, volevo scoprire questo popolo e vedere come loro percepiscono la mia musica, così diversa dalla loro». di Jérémie Reichenbach documentario, Mali, 2006, 52’ di Robin Lough documentario, 1993, Namibia, 45’ REAME DEL NULLA di Razi Mohebi mediometraggio, Afghanistan/Italia, 2009, 50’ Prodotto da Cinformi e interamente girato in Trentino, affronta il tema della convivenza, dell’abitare e della casa. Viviamo in case, in appartamenti, in stanze adiacenti, ma mentre le pareti comunicano, noi neppure ci vediamo, la volontà di conoscenza è stagnante nella sua fissità. Il film narra delle vite di Stefano e Basir. Entrambi, a loro modo, prigionieri delle proprie pareti. Stefano, con il suo caffè nero e bollente, i quotidiani quasi collezionati e quel suo sguardo colmo di cecità, rivolto alla ragazza che ogni giorno lava lo stesso identico, pulito pavimento. E Basir, intrappolato nelle pareti delle sue paure, delle sue allucinazioni e perso in un’esistenza priva di qualsiasi parvenza di verità. Coinvolgere gli altri nella propria pazzia o essere coinvolto nella pazzia degli altri. Guardare il cielo attraverso la Sloi, la fabbrica abbandonata e distrutta della città; forse è questo l’inizio di una possibilità di vita, tra pareti che si capiscono di più. NOW- from the start La vita di ambra Cosa succede se un giorno un artista italiano in viaggio incontra nelle terre selvagge e sconfinate del Rajasthan una tribù di musicisti? I Bhopa sono una comunità di nomadi che vive di musica. Sono cantastorie, viaggiano a piedi da un villaggio all’altro nelle terre sconfinate dell’India del Nord. Insieme a Meenakshi, Vinay e Laura, Andrea Camerini, cantante, musicista, scrittore e viaggiatore ha realizzato un sogno: con il fratello Paolo e il loro compagno di sempre Roberto Berini si sono lasciati travolgere da sonorità e dissonanze di strumenti ancestrali, ha sperimentato nuovi linguaggi musicali e umani, ha lavorato per mesi immergendosi nella realtà delle comunità nomadi dell’India del Nord, ha dormito sotto il cielo stellato condividendo momenti unici ed equivoci esilaranti di conoscenza e talvolta di incomprensione con quelli che ora sono i musicisti di NOW, la Nomadic Orchestra of the World, una carovana rumorosa e coloratissima. Il documentario è il racconto di quanto è avvenuto dal 2007 ad oggi in India, grazie a questo prezioso esperimento artistico, etnomusicale, sociale e antropologico che è NOW. Ambra è una ragazza che vive in un campo rom a Roma. Ha sempre tante persone intorno, va a scuola, si diverte con le amiche italiane, sfida ogni giorno la cattiveria della gente per le strade della capitale: tutti sembrano odiare gli zingari! Ma Ambra ama danzare e sa che questo è un dono che ha ricevuto dalla sua mamma, dalla nonna, da tutte le donne della sua comunità, del suo popolo. Ora le Chejà Celen, le ragazze che ballano, partecipano ai concerti delle Nuove Tribù Zulu e si esibiscono sui palchi dei teatri, lavorano sodo, sono delle vere danzatrici ammirate dal pubblico. Ma qual è il vero sogno di Ambra? La colonna sonora è delle Nuove Tribù Zulu. La vita di Ambra è parte della serie internazionale per ragazzi “Challenges” della EBU European Broadcasting Union (Eurovision). In occasione del summit mondiale delle Eurovisioni a Lucerna è stato selezionato per la messa in onda da tutti i 18 paesi partecipanti. Ha avuto molto successo sia per l’attualità del tema che per il modo equilibrato in cui è stato trattato. di Meenakshi e Vinay Rai, scritto da Andrea Camerini, produttore esecutivo Laura Di Nitto, 30’ di Laura Di Nitto e Andrea Camerini, film di RAI TRE per Eurovision, Prodotto ProMEDIA, 2000, 15’ MARIZA E LA STORIA DEL FADO di Simon Broughton documentario, Portogallo, 2006, 58’ Per la prima volta, il film narra la storia del fado anarchico, sviluppatosi nei quartieri della classe operaia agli inizi del Novecento fino ad essere bandito dal regime fascista che salì al potere nel 1926. Nel dopoguerra, il regime decise di piegare il fado alle proprie finalità: rafforzare il patriottismo e i valori della famiglia. Questo è stato anche il periodo della più celebrata cantante di fado, Amalia Rodrigues. Quando cadde il regime fascista nel 1974, iniziò il declino del fado. Solo una decina d’anni dopo, emerse una nuova generazione di fadisti la cui musica era slegata dal vecchio regime. Il documentario offre una carrellata dei maggiori esponenti del fado, concentrandosi su una delle più carismatiche e celebrate dive del novo fado: Mariza. craj (Domani) di Davide Marengo Italia, 2005, 81’ Il lungometraggio di Davide Marengo è nato dall’ispirazione dell’omonima opera teatral-musicale di Teresa De Sio, scritta insieme a Giovanni Lindo Ferretti. Porta lo spettatore nel “cuore” ritmico della Puglia attraverso una ricostruzione fatta di interviste a musicisti popolari alternate a spezzoni di loro esibizioni, “Craj”, basa la sua traccia narrativa sul ‘viaggio’. Sono infatti le avventure del principe Flordippo (un ipnotico Ferretti), insieme al suo servo Bimbascione (interpretato con divertita ironia dalla De Sio), a costituire l’ossatura principale del film: un viaggio che muove da un sogno in cui la visione della taranta, il ragno il cui “pizzico” costringe le donne a ballare in uno stato di trance, spinge l’uomo verso la terra dalla quale la leggenda ha avuto origine, il Salento. In mezzo, una serie di incontri con personaggi come i Cantori di Carpino, Matteo Salvatore, Pino Zimba e Uccio Aloisi, testimoni di una tradizione popolare antica, che con le loro parole e la loro musica tracciano un affresco della terra pugliese di indubbia suggestione, riuscendo gradualmente a modificare il carattere ombroso di Flordippo insegnandogli l’importanza della musica e del confronto con gli altri. Ferghana qasimova: la contemplazione dei giorni di Chris Delville,documentario, Belgio-Azerbaijan, 2007, 53’ Ferghana Qasimova, cantante dell’Azerbaijan, ha sviluppato la sua vocazione e il suo talento sotto la guida del padre, il grande Alim Qasimov. Attraverso le sue esecuzioni virtuose guida la contemplazione e la meditazione spirituale in una confraternita sufi. La contemplazione per Ferghana è guardare con gli occhi dell’anima. Natale in Tibet di Jean-Baptiste Warluzel, Falk van Gaver e Constantine de Slizewicz, documentario, Francia, 40’ Ai confini tibetani del sud-ovest della Cina, presso Hotmekong, vivono alcune migliaia di tibetani evangelizzati dai missionari francesi e svizzeri a partire dal XIX secolo. Doppiamente perseguitati come tibetani e cristiani dai comunisti cinesi, si sono trasmessi la fiamma della fede in assenza di sacerdoti. Da qualche anno il loro lungo martirio ha portato il suo frutto: alcuni preti cinesi ogni tanto arrivano in visita per dare a questa comunità cristiana i sacramenti. Per la comunità queste visite sono momenti di grande gioia e intensa preghiera