·./C-LAUDIO MERUI O

annuncio pubblicitario
'PARJ\4A��'22' Giugno 1904,- PARMA
.:
_
.
.
:.
.
SOMMARIO
Ginno' GASPERINI
Claudio Merulo.
--
NESTORE PELICEJ�LI
POMPE!O MOLMENTI
Cenni
-
biografici.
La Musica
-
a
Venezia ai
...
-
tempi
di Claudio Merulo.
N. D'ARIENZO
-
Il
Madrigale
ARNALDO BONA VENTURA
alla fine del XVI secolo.
Cenni intorno alla
-
musicale nel secolo X VI
e
ad
una
stampa
edizione di
Claudio Merulo.
OSCAR 'CHtLESOTTI
Claudio Merulo nelle intavola­
-
ture di liuto.
ILDEBRANDO PJZZETTI
La
-
polifonia
sacra
in Italia
nel secolo XV I.
ARI S'fIDE FERRERIO
-
La
musica
rappresentatìva
vanti la riforma melodrammatica.
(Claudio
a­
Me­
rulo).
NESTORE PELICELLI
-
Pubblicazioni di Claudio Merulo.
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·./C-LAUDIO MERUI�O
Il
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...
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DA
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CjORREGGIO
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1533-1604/
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Parma,
Giugno
22
CUAUOIO lVlE�UllO
Ma
il
se
memoria
posteri,
pochi, anche oggi, sono an­
domandandosi, meravigliati: e chi
dati
ch' è
casetta
addossata oggi, allo screpo­
Oratorio di S. Claudio e che con
questo forma l'angolo occidentale del
triste
della
Borgo
cento anni
or
primaverile,
Morte, spira va,
tre­
sono, in una serena giornata
Claudio Merulo. La
dei
non
fu Claudio Merulo?
lato
)
non
svanita
è
traccia ch'
Egli ha segnato nel
composizione strumentale.
della
Centinaia
e
quelle
dell'
la
campo
sono
organista
sovrapposte
da
la strumentale
formavano,
nel 16° se­
.
colo,
corpo solo. Non già la musica
atrum entale'r si adattava alle
esigenze
un
della vocale
e
stava
l'
un� genere
insieme; onde il
ma
traspariva
centinaia di opere, sem­
e più ricche di
svolgi­
pre più ampie
menti e di coloriti, si
a
1604
di Claudio Merulo
nome
dalla
svaniva
sicché
modesta
,
DA CORREGGIO
1533
ella
]904.
le
forme
voci
erano
e
gli
a
questa soggetta;
l'altro si fondevano
e
carattere strumentale
nella
composizione vocale'
composizione per le
adoperate nella musica per
della
strumenti.
Giunta la polifonia al massimo grado
della sua fioritura e sorta già
Correggio;
pronta e feconda,
agile ed esperta
avevano, pochi dì innanzi, fat�o
la scuola
sorgere dall' organo della Stec­
fusione cessasse, che l'unità si
cata le armonie
rompesse. La melodia prorom­
mente
la
sua,
mano
sonore,
piene
rapidi passaggi, le eleganti
frasi melodiche ch'egli, pel pri­
introdusse
e
nella
organica
che, sciogliendo
legami onde la composizione
per lo strumento era avvinta
alla grave polifonia
vocale, fe­
d'un
balzar
fuori
cero,
tratto,
stile.
nuovo
colorito
fraseggiar,e
ed illustre
tratto,
Ed
trasformato,
il leggiadro
Di
e
aveva
le dolci
avevan,
e
at­
Chiesa,
ammiratori;
sempre, suscitato
il
all' obbedienza dei
\
taceva,
tasti;
per sempre, la mente che nei
e nelle toccate aveva tracciato
ricercari
una
cale.
nuova e
Poi,
larga
la salma
via all'
era
arte
musi­
stata onorevol­
mente
il solco
ma
impresso
dal Merulo
non
scuola
sul finire del
Cinque­
veneziana che
cento,
una
fu,
fucina di riforme
innovazioni,' Claudio
meglio d'ogni altro,
dello
e
di ardite
Merulo comprese,
come
bisognasse
che la
anneriva
guendo una via più conveniente
propria natura.
sincera incisa dai
contemporanei nella pietra e copriva
d'un' ombra sempre più densa l'opera
di colui che la
e
di
Repubblica
il Ducato di Parma si
avere
avuto ai loro
di Venezia
eran
servigio
gloriato
é
scomparso, né scomparirà.
Allevato in quella famosa
sepolta nel Duomo di Parma;
ed il tempo, trascorrendo. inesorabile,
l'epigrafe
indipendenti le une dalle
compito si assunse
il Merulo. Sviluppando quella
parte della composizione nella quale
maggiormente dominano le fioriture,
spezzando la compagine stretta delle
continue imitazioni, sostituendo al la­
vorio intricato del contrappunto il leg­
gero ricamo delle variazioni e, più
altre.
lo traeva alla tomba.
avvezze
idee
mente
Spariva cosi, quasi repentinamente,
glorioso Maestro; si irrigidivano le
mani
nuove
quale alla musica strumentale
ed,:, alla .vocale fossero aperte
nuove e diverse vie
completa­
degli ascoltatori, le
emozioni. Poi, tosto
più vive
torna to a casa, il male si era
scagliato su lui ed, in pochi
giorni,
alle
proclamate dagli
tini, occorreva che una, scis­
sione profonda e irrimediabile
si producesse nel campo della
composizione musicale; una scis­
sione profonda e benefica per la
aggraziate melodie
come
nell' animo
fronte
esteti fioren­
l1(�IIa bellissima
la consueta folla di
e
al melodramma:
il
del vecchio
organista
con­
musicale; l'aria per una voce
sola appariva sfolgorante al­
l'orizzonte e già si udivano i
primi saggi di quello stile rap­
presentativo che doveva dar vita
i
dall' antico stile
contrappunto,
pente nella voce a solo batteva
alla porta della composizione
musica
e
che bandiva
veniva necessariamente che la'
i
mo,
avversa
la guerra al
sua
voce
dalia
casse
voce
Come ben
mann
non
in
strumento si distac­
uno
umana
e
andasse
se­
alla
scritto
potere, qui,
per
la
dibili, pubblicare,
deploro di
cagioni impreve­
ch' io
musica' vocale
ancora, accomodando le frasi melodiche
i
passaggi agili
strumento, egli fece
e
e
alla
natura
sorgere
stile, del tutto differente
un
dello
nuovo
dall'antico,
nel
pregi speciali dello strumento
mani­
essere pienamente
festati. Tale é l'opera compiuta dal
Merulo. Opera geniale che fa- di lui
il fondatore dell'arte magnifica in cui
quale
dice il chiaro U go Rie­
Tale
i
venivano ad
han lasciato traccie indelebili
scobaldì,
uno
Scarlatti,
un
Era di
Fre­
un
Haendel,
fregiata di stemma, formato da un gruppo
piccioli monti, a guisa di piramide, sulla
maggior facilità
riuscita, anzi, maggior garanzia di
di
cui vetta si posa un merlo (l). Aveva ap­
pena varcato il quarto lustro, quando lascia
il paese natio e si reca nell'antica città di
successo.
oggi
Parma
Merulo. Ricordando
i
benefici
da
lui
Brescia; è sotto quel cielo, è in quel suolo
pittoresco, fecondo di tante memorie, che
�iene eletto organista della Cattedrale (2).
E sotto uno studio profondo e greve che
deve aver raggiunto buon grado di perfe­
zione nella musica, se ventiquattrenne si
presenta fra nove competitori e concorre
quale primo organista della Basilica mar­
ciana, in Venezia, centro musicale la cui
arte, Parma risveglia dal
secolare le composizioni dell'or­
sonno
da
ganista
volte
Correggio
maes tose
e
fa vibrare sotto
della
Chiesa
della
Steccata le armonie della Messa ad otto
voci
delle
musiche
organiche che
tre
secoli
or
già,
sono, echeggiarono
sotto .le stesse volte, guidate o eseguite
dall'autore; e fa cantare in pubblico
teatro le composizioni vocali
che i
e
Farnesi udirono nelle loro sale.
Ed
a
scuola si elevava di fronte
colosso il
terreno.
sorelle;
e
da Milano
Venezia
e
da
Bologna,
del. Brescia
nostri
e
rispondono
migliori artisti,
da
Vicenza
e
accorrono
i
da
ed
i nostri
più
cultori dell' arte divina. Mirabile
esempio
glorioso
di concordia ottenuto nel
22
da
Napoli,
fini
e raro
nome
di Claudio Merulo.
Giugno
1904.
GUIDO GASPEHINI.
Roma,
a
dis pu ta
nella
è
1557
luglio
come
lotta il
giorno
di
prova certamente ardua quanto mai, e riesce
eletto Ser Claudio orqanista del Duomo di
pro­
di Musica
dal R. Conservatorio
mossa
il 2
Difatti,
.
questa solenne commemorazione,
ed aiutata generosamente dai principali
istituti della città, Parma in vita le città
quale
un
Brescia il
quale have sei de si et o de no
presenti i signori Procuratori non che li
Cantori di Capello et Se?' Annibale Padoano
con l'assegno di 80 ducati all'anno
(3).
Venezia! Venezia! ecco il sogno di Claudio,
Venezia dalle mura di marmo, dalle chiese,
colonne
portanti' il segno di ric­
chezza e di gloria, Venezia sveglia soltanto
dall'eco delle sponde risuonanti melodiosi
accordi, mentre i flutti inargentati dalla
luna sostenevano mille gondole leggiere e il
murmure
s'udiva 'confuso di una allegra
folla, onde la colpa più grave era il battito
troppo vivo del cuore, o la troppa felicità:
gloria, potenza e libertà, triade santa, no­
palagi
e
bilmente' posava sopra i suoi baluardi.
In Venezia, stringe legami affettuosi di
stima e di amicizia con i grandi musici creatori
.
Cenni
Biografici
L'energia intellettuale, come l'energia
fisica, ha le sue forme, le quali in tutte le
età hanno prodotto 'sorprendenti e misteriosi
effetti, forme consistenti nelle variazioni
geniali e talvolta bizzarre, che han dato un
nome
speciale e carattere ad un
elegante e pura delle
secolo. Così
l'euritmia
belle
arti
segna il secolo XVI a linee d'oro. In questo
tempo si eleva la figura gigante di Claudio,
l'otto Aprile del 15K3 (l) da Antonio
Merulo e Giovanna Govi in Correggio, patria
nato
del
pittore
delle
insegna
si
rivela
imprimere
sieme
a
stesso
anno
Allegri appare, e giovane
mondo la potenza del chiaroscuro,
emulo' dell'U rbinate
e
maestro,
la musica
Fausto
figurata nel 1566 in­
Bethanio; ma alla fine dello
rimane
nella
solo
III dal trono di
Polonia, dovendosi trasferire
a quello di Francia, si. soffermo in Venezia
per alcuni giorni.
Il Merulo è scelto
a
comporre la musica
por la
Tragedia di Cornelio Frangipane, da
eseguirsi in onore del Re e davanti al. Doge
e
i Senatori.
senz'essere stato scolaro, se trascuransi nelle
opere giovanili le povere traccie di una
onore
lontana imitazione.
casione delle
In tal modo pure s'avanza nel mondo
dell'arte il Merulo, e i biografi ricordano,
pello
con
cesco
de' Medici; l'invenzione
quali maestri, il francese Mènon e Girolamo
Donato, solo perchè in quel tempo abitavano
In
Correggio.
(l)
Libri bat.tes ima.li in San Quirino.
facile
non
impresa sino al 1571, e intorno a questo
tempo cede la stamperia a Giorgio Angeiieri.
Una occasione, per distinguersi, come 'com­
positore accademico, gli si presenta opportuna
e straordinaria nal 1574, quando cioè Enrico
Grazie. Strana combina­
zione! Il divino
al
della scuola veneziana, il vecchio Willaert,
Costanzo Porta, i due Ga­
brieli e lo Zarlino. Apre un'officina per
Cipriano Rore,
Un'altra
al
composizione,
che recò
grande
Merulo, si è quella data in
nozze
dell'infelice Bianca
il serenissimo gran
(1) Angelo Cabel an.i Memorie
..
oc­
Duca
era
della vita
e
Cap­
Fran­
del conte
a
Antegnati. Arte 'organica, 1608, pag.5
Easoìoolo Organisti della Basilica di S. Marco
Costanzo
carte 21.
,
canzone
di Maffio
Veniero:
Dee Marine
sue
Fu pure il Merulo fra i settanta cavalieri
mandati in tale circostanza dalla Repubblica
in Firenze.
Dopo
servizio di ventotto anni
lungo
un
Claudio abbandona la
driatico
città
precisamente
e
cui
dell'A­
regina
alle fine del
in
1584, a
primo
succede,
qualità d'organista,
gennaio dell'anno dopo, Giovanni Gabrieli,
Se maestro di Cappella del Duca di Parma
era
aacora
'I'urnhout
]
e
il
nel
l'olandese
1589
solo al
se
primo
Giovanni
di ottobre del
591_, lo si trova allo stipendio della Corte
Farnese
(1),
questi cinque
pertanto in
fu
ove
anni?
Frà Alberto
Draghi nei i�TC dialoghi
poesia
stampati in Brescia nel
1624 scrive: Claudio da Carreggio fu musica
e suonatore a'
giorni nostri singolarissimo
et pur dianzi fu appresso i Serenissimi di
della
scenica
..
,
Mantova.
E
i
con
quale fu
Gonzaga
mai la relazione del Merulo
di
Mantova?
Si
conoscono
soltanto due lettere di
Claudio, una delle
quali da Venezia in data quattro gennaio
1566 e l'altra del primo novembre dello
nelle quali unicamente si parla
la quale dovea servire
musica,
da
le
di
per
'composizioni
Guglielmo Gonzaga,
buon compositore di madrigali; (2) tuttavia
si rende abbastanza certo il fatto, senz'essere
allo stipendio, di sua dimora temporanea
appresso il Principe musicista, quale amico,
stesso
anno
di carta
o
"ca v ali ere.
ECCQ adunque il nostro Claudio in Parma,
primo ottobre 1591 nuovo c..mpo cd ultima
meta della sua carriera artistica, -q uale mae­
stro di cappella, organista della Steccata e
precettoré della studiosa gioventù. Di lui
furono allievi Girolamo Diruta, Francesco
Sti vori, Vincenzo Bonizzi, Conforti, Maschera,
Bora, Angleria, Salati e Volpino, celebri
organisti e compositori teorico-pratici e non
pochi stranieri che, da ogni parte, .special­
mente dalla Germania e dalla Polonia, ve­
nivano per imparare sotto Ia disciplina di
tanto maestro l'arte che ingentilisce i cuori.
il
Nel 1594 lo si trov a in Roma allo scopo
la magnifica edizione incisa in
di
curare
di
pagine 43 contenente le Toccate
d'organo a cui è preposta da
Simone Verovio una lettera dedicatoria al
cardinal Farnese nella quale così si parla
rame
d'intavolatura
di Claudio:
sue
«
huomo' pm" l'eccellenti
virtù
particolarmente per quelle della
et in ispetie del suono d'organo
et
sica
conosciuto dal mondo
Mu­
ben
».
Di carattere giovale e dolcissimo, di
ingegno acuto e vivace formava un caro e
piacevole ornamento in ogni conversazione;
senza pretesa, affabile con tutti
sapea in­
namorare tutti di sè, il che
spiega la stima
delle opere
(;_i Claudio Merulo.
(2)
(3)
la
Quasi stelle del Ciel splender fra l'onde.
.
all'
recati
le
Claudio
commemora
e.
incominciava:
Vede Nettuno le
cesco
rentina hanno avuto
Ed
Germanico
così
prova l'avere nella chiesa di S. Fran­
la sepoltura gentilizia con lapide
una
opera ardita per la quale i ten­
tativi accademici della Camerata fìo
Bach;
di
famiglia civile, provveduta e
ragguardevole. se può essere
abbastanza
un
(l) R. Archivio di
provvigionati, l590-!:l.
(2)
A.
pago 55-6.
Bertolotti.
Stato
La
in
Parma
Mus ica
in
-
Libro
Mantova,
dei
lSS3l
3
che per lui
cavaliere
il Duca di Parma da crearlo
aveva
l'affezir ne del
fra le selve vicine nelle valli
Oggi
chiamata,
e
del
nella
loggia
gran
maggio
fragranze,
e.
era
verso
,
correva
astro d'ar­
tranquillo
il romito
pel .cielo,
dolce invito ad
am­
mirare le incantevoli bellezze della natura,
il Merulo 'traeva dal clavicembalo, vicino
alla finestra e sopito in una calma profonda
e
serenità di
le
paradiso,
più
dolci
e
del
circa. Interessanti
Il i sera, quando mite
imbalsamata di soavi
leggiadre
ai
Giunto il Merulo all' età di anni set­
di viverein Parma il giorno
tantuno, cessava
quattro maggio
si ricorda la 'stanza, così
Merulo, ed è quella che mette
questa stanza,
l'aria del
gento
,
sui colli.
l'Enza:
In
questa preziosa reliquia, scam­
tempo che il Merulo
sudavi, fra le domestiche pareti alla esecu­
zione delle sue .grandi composizioni.
su
all' ingiuria del
pata
ancora
portioiùa
una
per
Gli è
conte
Pomponio
Torelli, signore di Montechiarugolo.
E al castello >,9i Montcehiarugolo ove
spesso spesso. si. portava, da lui preferito ai
palagi dorati, alle fulgide stanze di una
grandezza pomposa; si piaceva ad errare
e
1604,
alle
ore
dodici
le
particolarità della
malattia, della morte e, dei funerali descritte
in una Ietterà di Alessandro Volpino in
data 14 maggio 1604, comunicata dal padre
Affò' al Tiraboschi e pubblicata, nella Bi­
blioteca modenese. Fra l'altro si legge che
«
l'esequie le fece fare il Duca del suo e lo
sono
fece incoronare di lauro
diede
grandissima
e
di hedera. Il che
consolazione
versalmente. Fu vestito da
a
tutti uni­
cappuccino
con
libri di musica sopra la bara e all' incontro
di ciascuna parte vi era un suo scolaro
....
Sopra
il cataletto vi furono
posti morti
so-
La
tempi
musica,
la rinomanza musicale di Venezia è
,
.
!
di
Iica Marcia.na,
così
che
,
niun
memorie,
italiano
di
donata
ebbe
-1_uale
anche
dal
alla
confraternita
chiameremo
contrappunti della
Italia.
l'antico
che
altri
male;
del
vale
a
lente,
dire alla
decimaquinta
pieni.
'I,Ja
sione di
dei suoni:
ostante l'acutezza
non
contrabassi
otto
degli
pedali
sono,
robusti
i
e
tastiera, ch' è di bozzo, ha l"esten­
quattro ottave dal do al do, ov­
verosia di tasti quarantacinque,
della
solita
canne
sono
tronca
ottava
tirate
e
a
nei
saldate
con
cagione
bassi. Le
maestria
ammirabile: quelle della facciata in numero
di quindici sono distribuite in tre compar­
timenti
paraleli ; la canna maggiore dà il
si bemolle dalla tastiera. I ma atici
primo
due
tiratoio. Come che il corpo dello
strumento sia piccolo assai, le canne interne
sono
sono
a
collocate
economia di
canismo di
sponde
(1) A.
al
tutta
giudiziosamente
spazio: anche la catenaccia­
tura è lavorata
con
egregiamente' sì
che il me":
dei ventilabri pronto ri­
tocco, qualunque sia l'agilità ». (1)�
essa
Catelani.
e
Op.
l'armonia
e
diede
e
fre-
e
pic­
coli
dello strumento è
voce
poco curando,
differenza
dei
suoi
schezza alle cantate,
Montechiarugolo.
all' ottava
vigesimaseconda, con ritornelli.
grata ed eccel­
alla nostra
di
al­
accordo,
generale,
maggiore agilità
Castello
di
diede
salmi,
l'effetto
del nostro corista, l'ultimo registro è alla
decimaquinta del principale, corrispondente
La
importanza
compatrioti,
diapason
due registri
principale
grande
a
nor­
accordati
sono
antifon ica
i
l'
è stabilito al­
egli
della
costume
cantare
perfetta
predetto sopra
porta d'ingresso. Constn
di quattro soli regi stri : j l
tutta
per
Ripristinò
maniera
dell'oratorio
scuola
che andava
diffondendosi
la
l'ottava del
Fiaridra,
di
conservazione nella tribuna
principale
,
",
,
a
otiaoino
esiste in istato di
il fiam­
lui,
impulso all'arte dei suoni
portandovi ,'gli ingegnosi
naiore.
Quest' orga no
putti ve­
(1). Il sue­
mingo Adriano Wil1aert
(1527), _. diede maggiore
S.
dell
otto
di
cessore
Morte, insieme all' organo
quasi tutto fabbricato dal
fu siq. Claudio Mfrulo
da Correaqio zio del do­
«
l'incarico d' istruire
neti diaconi
nipote Antonio
lG17
patrie
musicale
,
nel
poi
le
verso
ist.ituto
più splendido
retaggio.
Il primo
m�e�tro della ducale Cap­
pella, del quale si conservi memor-ia, fu
il fiammingo Pietro de Fossis
(1491), il
che
proprietà
all' oratorio
Claudio,
noi
altro
rinvenire,
può
presente si trova adi»­
cente
famosa in tutto il mondo
volgendosi
nel canto
sua
ve-
.
ramente dovuta alla Oappella della Basi.
Abitava Claudio nella
a]
al dire di Francesco San­
sovino, parve sempre a Venezia come
nella sua' propria e natural dimora. Ma
fantasie.
casa
di Claudio Merulo
cito pago 30-1.
netti
volgari
e
latini
....
»,
N on marmi, non monumenti di un fa­
stoso dolore, come sogliono innalzare i figli
vanità, sorgono sul cenere suo, ma
lapide sotto le superbe arcate de l
nostro 'l'empio romanico, la Cattedrale. Nes­
della
un' umile
sun
onore
nome,'
ed è
posare le
di morte;
menzognero accompagnò il di lui
perciò 'che obblio non ha potuto'
languide ali sopra il suo letto
quindi è ben giusto che, dopo tre
secoli, Parma acclami a quel grande che
splende nella storia e nell' arte dei suoni,
e vive nell' opere a noi lasciate; ed è
ben
giusto ancora onorarlo con l'esecuzione di
alcune sue composizioni sull' organo, così
sue
fremeranno nuovamente le volte dorate della
Stoccata,
come
al
ricordo, al
nome
poemetti lirici, con
accompagnamento di stromcnti, e al ma­
drigale, componimento a tre quattro 6
più voci, di stile imitativo e talvolta
anche fugato.
Del Willaert discepolo insigne e suc­
nella
cessore
Gioseffo
1522,
Cappella
Zarlino,
secondo
o
zioni nel 1517
1590. Le
tazioni
nato
a
Ohioggia
più ragionevoli
(2),
e
morto
Istituzioni
sue
di San Marco
a
indu­
Venezia nel
armoniche,
armoniche, Supplementi
fu
nel
Disser­
musicaii lo
hanno fatto
proclamare il più profondo
grande,
legislatore del con­
teorico,
nel
secolo XVI (3).
trappunto rigoroso
il
di Claudio
Merulo.
Storia della
(1) CAFFI
già Cappella Ducale ecc.
Musica
-
SAC. N. PELICELLI.
nella
-
Venezia, 1854
(2)' BELLEMO
Chioggia 1884.
(3)
«
sacra
VoI. I. pago 39
'-
Giuseppe
«
et tre
canto
-
Pier Jseppo Zarlino
1565, 5 luglio
capena per anni doì fermi
di rispetto.
Sia obligato insegnare
fig'urato, contraponto e canto fermo a
«
-
'eletto "maestro di
«
Zarlino
.
..
4
Tra i maestri veneziani
più
eccellenti
di questo tempo, non vanno dimenticati
fra Dionisio Memò, chiamato nel 1516 a
Londra,
andò
ove
con
i due famosiAndrea
.Marco
quali
proprio
organo,
e
Giovanni Gabrieli.
della
La
sorveglianza
'ciana spettava. ai
il
e
Mar­
Cappella
San
di
Procuratori
ogni cosa anche
più
particolari,' e bisogna ve­
fino a quali minuzie
documenti
dere ne'
scendeva la 'diligenza di quei gravi :mai
curavano
lievi
nei
'gistrati,
che
'far lev�re
la
.
dimenticavano m'ai di
non
polvere dagli organi, perchè
potessero rendere quell' armonia che a
così rari stromenti si conveniva, e assi­
'dmtmente tacevano muover guerra ai
a dis­
continuamente
che andarono
,sor'ci
sipare gli orqani, mangiando
suggeriva ad
stipendiare
i maestri, i suonator i, j cantanti più celebri
d'Ita�ia e dei paesi stranieri. Si voleva che
Venezia
(cuoi)
in malora
buitarli
e
scatti
e
(1).
Del buon andamento, poi, dell' istituto,
Pro,�uratori erano così scrupolosamente
solleciti, da far pubbliche e severe lamen­
tele se i cantori e i suonatori della Cap­
andavano
pella
a
nelle altre chiese
ridotti
Una
cantare
o
scuole,
o
e
dei
ne' banchetti
e
a
«
di San Marco i
lasciavano molte
quali
volte di suonar sì nelle messe, come
alli vesperi essi organi, mandando
«
volte
molte
giovani
e
poco
per andar loro
a sonare in altri luoohi; che è con poco
decoro di essa chiesa »; e si statuisee
«
pratiche
{(
e.
persone
a sonar
quelli,
-
«
ogni loro
n�tura
mancanza
(2). Troppa rigi­
dezza, invero, per così lieve fallo, spe�
un' ammenda di ducati due ad
di tal
cialmente
se
si
consideri
dalle
ganisti colpiti
Procuratori
«
solennità di
«
con
da
«
.
Francia,
che, tra
ganista
e
e
parole
in San
Marco,
Correggio,
posto di or­
ritrovi
�ui
i
minuziosa severità
e
Procuratori
esercitavano
è bastante compenso
ufficio,
»
il
con
loro
quella.
a
lar-
per la Cappella ducale alcuni
francesi di gran voce e bassi
Parigi
cantanti
Nei numerosi studi di musica
Zaghi della
tutti li
«uscir
nella
musica
tribe
con
GAI.ILEI.
»
saranno
(Arch:
atti
di Stato
-
a
ri­
Atti
Decr: e Term: vol. 7) Lo
supra
intorno
al contrappunto, fiere dia­
ebbe,
di Proc. di
Zarlino
Chiesa
--
-
Vincenzo
Galilei, fiorentino.
.:: V.
Disc01'SO intorno alle opere di mes­
Zarlino da Chioggia.
Fiorenza,
Giosefio
Marescotti, MDLXXXIX.
Procur: de supra,
(1) Archivio di Stato
Capitolare.
(2) CAFFI
Op: cit: Part: I. pago 30.
ser
-
-
_
si
patrizie
case
virtuosi
radunavano
cantare
a
Erano
Ricercari, i
e
e
nelle
spesso
i
più in voga
Contrappunti
Je
a
Fantasie,
i
del
tre voci
Willaert, i Ricercari e le toccate di Gi­
rolamo Paraboseo, di Annibale Padovano,
di Claudio Merulo, le Canzoni di Gio­
«
«
In
non
dotti,
anche accademie
ma
altri,
prendevano parte,
Parabosco, Franceschina Bella­
Girolamo
eccellente cantatrice
mano,
di liuto
e
che,
e
suonatrice
maestro Perison
quel
sulla morte del
sonetto
mu­
fra
cui
quale
con
Cambio,
il Veniero scrisse 'un
bisticci, comincia:
i soliti
Quando egual cambio
Dì sì. gran cambio?
di San
rolo,
cui,
per
In
un
E 'n
di
«
«
»
«
ficio
(1) Nel palazzo Zantani
archi-acuto, che sorge
San
Tomà,
vece
(Duro cambio)
sì
son
La domenica 26 febbraio
carì di Cosimo.
TOSCANELLA ORAZIO
nisti. Cfr: ROSSI VIT'l':
(Arch:
(Sette
si
patrizio An­
raccoglitore di antica­
nel
glie, perito
disegno, ma più fortunato
essere stato marito d'una delle più
per
belle
e
vano
del
casa
oneste donne del
suo
tempo, Elena
Barozzi, celebre per l'amore, non corri­
sposto, che ebbe per lei Lorenzino de'
(1)
SAN Imo
XVII.
-
131.
Caloria Porzio
elenco di musici:
tocca
....
,�
Verdeloto
Adriano, fiamengo
giorni
Il Rota pado­
Marco di Vinegia
raro.
....
il liuto
con
dotta
mano.
Pietro Pa­
et
suona
francese
nella
musica.
Matteo della
viola,
honor d'Urbino in cotal arte, avanza ogni altro
di cotal professione. Hippolito Trommanzino
habita in Vinegia, et è per la sua virtù molto
amato. Giulio Cipriotto insegna musica in Ro­
vigo, havendola prima insegnata in Vinegia.
Girolamo Parabosco, piacentino, musico perfetto
et suonatore d'organi in S. Marco in Vinegia.
Franceschina Bellamano. Polissena
Polissena
serve
Frigera. Hippolito
la duchessa di Ferrara
(3) PETRUCCI
-
Caio
_
Stor: Siciliano pago 257). ORTENSIO LANDO
libri di cathaloghi ecc. p: 510 Vinegia
componitore
Zantani
tonio
antichi
miraculoso nell' instromento da penna et esperto
musica' cromatica. Oipriano' Rore, dotto
ogni lato.
musicali
I nomi
_
moderni delle
provincie, regioni; città, ca­
stella, monti, laghi, fiumi, golfi, parti ed isole
dell' Europa, dell' A frica et dell' Asia, con le
graduationi loro in lunghezza e larghezza ecc.
Venetia MDLXVII. Ne] poemetto volgare di
Caio Caloria Porzio, scrittore siculo del secolo
XV, si trova una lunga seria di nomi di suo­
natori di liuto, di cantori e cantatrici e di orga­
e
il
trattenimenti
Lorenzaccio p. 352-
GAUTHIEZ,
Paris, 1904.
nella
davano altresì in
1548, Lorenzino, mentre
Polo, fu ucciso dai si­
rissone, gentilissimo musi co, vi ve, canta
nell' alma patria di Vinegia. J aq ues,
pregiato
d'Adria in
presso al
usciva dal1a chiesa di S.
mandò tristi lamenti
mal'
Centani, bel edi­
ponte di
o
nacque Carlo Goldoni ne11701. Alle
musico in San
Fena-
lasciarsi vinccre:
punto perì
sua
.
musicali, di cà Zantani, si recava spesso
Lorenzino de' Medici, profugo da Firenze, il
quale abitava poco lunge in campo S. Polo.
francese fu ne' suoi
rimando, monsiglior
non
Claudio
da
..•
A
An­
uibal, organista
Marco,
Correggio organista di San Marco,
Baldassare Donato, Perrissone, Fran­
cesco Laudorit, detto il Greco ed altri
musici di fama immortale
(2)
E .rncntre nelle sale' dorate, fra. il
sorriso delle dame belle, fra l' applauso
dei cavalieri eleganti, s'alzavano le bal­
late, le cobbole, le canzonette, i rispetti,
i madrigali del Willaert, del Parabosco,
del Merulo e di Francesco de Anna (3),
nelle notti stellate, lungo il Canal Grande
o
fra i rivi misteriosi, gl' innamorat.i
cantavano le stanze, scritte nel 1507, dal
«
MDLII) dà questo
noi fia dato
a
Parabosco,'
Girolamo
«
(2)
del poeta patrizio Domenico
si tenevano soltanto ragu­
casa
queste
con
tempo pagò la compagnia de' Fabbretti
et Fruttaruoli, cantatori et sonatori ec­
cellentiasirni, i quali facevano in casa
le m usiche rarissime, et tenne anco
pagato a questo effetto Giulio dal Pre­
stino, sonator di liuto senza pari. Ove
«correvano
vanni Gahrielli.
Veniero
con­
serate
suonare.
a
libro
un
un
«
pur notissimo ch' ella s' è di
musica in guisa dilettata che lungo
profondi.
Rinomati
«
Marche,
exellentissimamente, et poi etiam an­
dono a disnar in palazzo
(1).
Pare, infatti, che i cantanti francesi
godessero bella rinomanza, giacchè nel
«
sicali,
citore, e a Venezia era già salito in chiara
fama, specialmente per i moltetti e i ma­
drigali, applauditi nelle accademie e nei
privati.
A.lla rigida
pasto (banchetto),
in chiexia di San
messa
li altri
con
e
«
a
riuscito vin­
era
vicedoxe,
dove, son sei cantori di la Capella del
Christianissimo, venuti qui et van­
no a Loreto: e cantano benissimo, ve­
stono di bianco. Fa sonato et cantato
di
in
onorato anche
concorrenti, al
Il
Re
nanze
Claudio Merulo da
nove
«
la
a
or­
di tanto valore nell' arte
chiamato
essere
fo
«
«
di andar al
deputati
«
S. Marcho.
l' orator di Franza
dei
nientemeno che Anni­
erano
bale Padovano,
che i due
severe
«
«
«
] 597 Piero Duodo ambasciatore in Francia
«
«
i
..
Zantani,
parole:
È
dar
quali passavano per le lagune, potessero
pubblico saggio del loro valore. Così
Marin Sanudo, in data del 2 maggio} 519
scrive: «Luni nel qual zorno si fa la
Ad Antonio
(1).
temporaneo, dedicava
i suonatori stranieri
ebbe incarico dai Procuratori di trovare
novembre 1564 disapprova la poca cura
che tengono gli organisti del] a Chiesa
«
e
nei
peggio
particolari.
Medici
fama di
suonare
dei Procuratori del 28
disposizione
oyunq ue
biva che i cantanti
«
i
lautamente
e
godesse
proteg­
gitrice liberale dell'arte musicale, e si am­
.
canne
.che,
ghezza d'Intendimenti,
'essi di chiamare
nezia, 1503. Come
-
Frottole
esempio
di
Peccorina.
dei Putti c' hora
».
musicali
madrigali,
_
Ve­
diamo
Bembo, del quale si
Ti e i figliuoli dell'
ricordavano
età
Anche sul teatro
rire
o
ad
e
tardò
non
rapidamente
avanzar
a
compa­
la musica
intermezzo nelle azioni dramma­
come
ed è
tiche,
gli amo­
giovanile (1)�
la
esempio
un
tragedia
Le
Troiane di Lodovico Dolce recitata nel
gli intermezzi musicali (�i
Merulo, o come accompagnatura
di alcuni brani di poesia, ad imitazione
dell' Orfeo del Poliziano, in cui erano
1566
con
Olaudio
musicati
cori
i
delle
ditirambo
il
e
Menadi.
Questa novità
con
piacere, perchè,
la musica
da tutti
non
detta del
a
veduta
Trissino,
lasciava gustar la dottrina
della commedia, fu, invece, subito favo­
non
revolmente accolta nel
palazzo
dei
Dogi.
POMPEO MOLMENTI.
IL MADRIGALE
ALLA FINE DEL XVI
SECOLO
ed il maestro Luzzasco
accompagnando il duca
il quale vi andava per
che dalla monarchia di
Polonia passava a quella di Francia, più
che dalle fiammate delle fiaccole "e dalle
agili gondole colorate dalle sere .Iunari,
trovarono maggior diletto negli spettacoli
scenici, nelle dotte e geniali armonie dei
migliori artisti viventi.
La regina dell'Adriatico, che pochi anni
innanzi, nel 1571, aveva inneggiato alla
vittoriosa Armata a Lepanto, volle onorare
i.l monarca francese. La
con gran pompa
storia ricorda l'azione teatrale Orfeo, mu­
sicata, in gran parte, dal celebre Zarlino ;
alcuni' stupendi lavori di Giov: Gabrieli, e
più che i concertati a 8 e a 12 parti di
Claudio Merulo, con più lieta ricordanza
nota la musica .da lui composta per il la­
voro scenico di Claudio Cornelio Frangipane
dal titolo Tragedia, eseguito nella sala del
gran Consiglio. N egli. scritti del tempo vien
Torquato Tasso
Luzzaschi, nel 1575,
Alfonso in Venezia,
salutare Enrico III,
La luce di
trIsti manca,
Le forze
e
questi occhi
aggio perduto
n'esce il
core
fiato;
di sospiri è consumato:
Pallida è fatta la mia
Non
son
.p iù
come
Vieni tu, morte,
o
carne
Il
zione
in
Capelli,
curiosità
di
magnoli 1868) dà
un
amo
manca.
volume
letterarie
il
bianca,
fui per lo passato;
l'anima mi franca,
Poichè nel sogno di cui
fao- simile
Colle­
della
(Bologna
della
-
Ro­
musica
questo
madrigale. È senza accompagnamento,
a
quattro voci, soprano, contralto, tenore e
basso, in quattro parti reali e in tem}?o alla
breve. La musica è una nenia affettuosa, con
una
impronta d'ingenuità, che non risente
degli artifizi di contrappunto, ancora in voga
di
nel secolo XVI.
/1)
BONGI
-
Annali
di
Gabriet
dei Ferrari, voI. 1. fase. HL pago 225.
quando soli, quando accompagnati. Venezia,
la poetica culla del mare, che con i pennoni
delle sue galere portò ai più lontani lidi
con altezza il nome d'Italia, è fra le prime
ad accogliere il nuovo soffio di vita del
Rinascimento. Il Rinascimento fu una grande
rivoluzione artistica, è il pensiero antico,
greco romano, che germoglia nella patria di
Dante. L'arte del colore abbandona i corpi
allampanati, stecchiti e senza luce; la mu­
sica, ultima manifestazione, diviene classi­
camente lirica, voce del cuore, rappresenta­
zione della vita col melodramma. Da quel­
l'ora, l'artista studia di naturare il suo
pensiero a vita di bellezza, e, ciò non si
ottiene nè a mezzo della scuola, nè dal
battesimo. Potenti e numerosi furono i suoi
avversarii, sino a dare del pagano all'autore
del de Monarchia, perchè osava dire: Ro­
Ma per
manus populus fuit nobilissimus.
la legge alterna delle cose, l'umanesimo
trionfa, e l'Italia ebbe il mandato di at­
tuarlo. I venti cacciano le nubi e danno
loro mille forme bizzarre, ma sono sempre
le stesse nubi e gli stessi venti. Così è la
lirica degli affetti umani, essi sono sempre
quelli, e per averne dei nuovi sarebbe ne­
cessario un secondo Adamo, con nuovi pec­
cati e nuova figliolanza. E nel riapparire il
soffio di vita demolitore della fredda scola­
stica, il Rinascimento, che vien maledetto
dal Ruskin, non compreso ad arte dal Wa­
gner, visto demoniaco dal Tolstoi, fu ac­
colto con entusiasmo dai maestri tede­
schi. Essi emigrarono assai volte in Italia
facendo più lunga dimora in Venezia che
altrove, perchè vicina alla Germania, e nel
rimpatriare diffusero i nuovi ideali, l'arte
del Frescobaldi e del Gabrieli, quella del
Monteverdi e del vecchio Scarlatti. Lo
stecco produsse fortissime querce: germi­
nato in Italia giganteggia in Bach ed in
Beethoven.
Claudio Merulo visse gran tempo in
Venezia, in un periodo di grande attività e
progresso per l'arte musicale. Benamato
dal doge Mocenigo e dai patrizii, il Merulo
fu lodato dai maggiori compositori e sa­
pienti musicisti italiani, per le sue belle
doti di organista e di maestro del madrigale.
Martini, nel suo Saggio di Contrap­
afferma:
«non essendo per anche in­
punto
trodotta la musica concertata per la Chiesa,
.nè la drammatica per il teatro, perciò po­
sero (i maestri) tutto lo studio per far ri­
saltare la musica dei madrigali. » Ed è
Il
Il genere madrigalesco, perchè
allontanarsi dall' artifizio so contrap­
punto fiammingo, l'assoluto predominio
dell' ingegno sul sentimento, guadagnò tanto
l'animo degli italiani, che dalle sale princi­
pesche alle più umili, si' udirono cantare
dei madrigali or con espressioni signorili or
popolari. E non vi fu mediocre maestro,
che non avesse, a man piene, delle decine
di composizione del genere per il lungo pe­
riodo di due secoli. Gli stampatori, per ri­
spondere alle richieste degli amatori, ne
compilarono dei grossi volumi. Celebre la
collezione La Spoglia AnwTosa a 5 voci,
Venezia M D U II con musiche del Pale­
strina, del N anini, di Filippo de Monte,
dello Strigio, di Luca Marenzio e di altri
artisti. Da annoverarsi fra le migliori è
vero.
cercava
L'alma di lamentarsi ormai è stanca,
Lo
.....
proprio
che fu musicato dal De Anna:
questo
detto: Fu recitata a quella maniera, che
tutti li Ire­
si ha la forma antica
citanti hanno cantato con soavissimi accenti
Giolito
del Gruswinkel: I r:ervi d! Orfeo
madrigali di diversi autori, Leida
1605 e I'altra del Phalesio: la ]J![usica
'aivi�a di 19 illustri autori a 4, a 5, a 6 e
affermano che
a 7 voci. Alcuni etimologisti
quella
con
95
questa composizione vocale abbia avuto il
di Maarigale� perchè cantata in onore
della B. V. Maria Madre. Il Bembo, e
sta nel vero, dice che la parola Madrigale
deriva da mandra, perchè trattava argo­
menti boscherecci, espressioni da mandriani:
il Doni la vede provenzale, da Ma drials:
Gidino da Sommacampagna, che precede i
mentovati scrittori, ne trova l'origine nel
canto dei pastori innamorati: pe1' compia­
cere a le loro (emine rusticane, e aggiunge
che: dee essere cantato ciascun madriqale
per tre cantatori (a tre parti) o a Imeno per
due cantatori (a due parti).
Umili sono le origini del madrigale, e
queste si annodano alle prime melodie che
nome
accompagnarono le lingue romanze, e tut­
tavia ne vive il ricordo col vocabolo Ro­
manza, il quale disegna la forma più lirica
e popolare della nostra arte monodica. La
essenza della musica, per
essere razionali
andrebbe studiata con l'associarla al lin­
guaggio, in rapporto alla natura umana e
alle sue sensazioni. Ed infatti, musica e
poesia romanza nacquero insieme, e molte
forme poetiche, che ben si adattavano al
canto, ebbero il loro nome dall' arte musi­
cale. Così, da suono si formò Sonetto; da
canto, Canzone; da ballo, Ballata; da in­
tuonazione, Intuonata e da ritmo, rima.'
I
antichi esempi madrigaleschi,
3 parti, rimontano al secolo XIV,
ed i maestri sono fiorentini e non pochi
organisti. Il più noto è Francesco Lan­
dino che fatto cieco dal vaiuolo in tenera
età, fu chiamato Franciseus caicus, I con­
temporanei udirono nelle sue composi­
zioni: cose da paradiso. A noi non produr­
rebbero alcun diletto; informate ad una
ingenuità melodica, attestano il predominio
della vooalizzazione nell' antico canto ita­
a
2
o
più
a
liano.
Col continuo ed incessante progresso
che fa la polifonia vocale nel secolo XV
avutone forse 1'idea dai concertati sull' or­
gano (trasportar quelli per le voci, fu cosa
naturale, perchè il suono dell' organo ha
molta somiglianza con la voce umana) il
madrigale acquistò un. contenuto più arti­
stico e più affettivo. Fra i migliori 'noto:
Dufay 1440 1474, ed il fiorentino Costanzo
1545. Del Dufay è pregevole
Festa, 1490
lavoro la prima stanza della Canzone del Pe­
trarca alla Vergine, mnsicata a 3 parti. La
Canzone del Petrarca, la più bella lirica cat­
tolica, fu musicata da quasi tutti i compo­
sitori, da Giovanni Pain a 2 parti, Venezia
Gardano M D L XX al Palestrina, per
intero. La scelta del testo (fattore princi­
pale dell'arte madrigalesca) era in relazione
.alla regione, alla coltura e al sentimento
del compositore; noi meridionali preferimmo
i versi del Tasso.
-
-
Del Festa ricordo un gentile madrigale
3 parti: ]J![adonna 'io t/amo e taccio, per
la facile cantilena e per la mossa tematica,
Questa presenta un intervallo melodico di
quarta diminuita, da do diesis a fa, deter­
minando, secondo il sistema moderno, la to­
nalità di re, terza minore.
a
Il secolo XVI è verdeggiante messe per
l'arte del madrigale. Il benefico soffio del
Rinascimento si diffonde sempre di più nella
musica, e la necessità della evoluzione ar­
monica per raggiungere la unità tonale è
sentita dallo stesso Palestrina, quando, nel
musicare il primo verso dello Stabat con
tre successivi accordi maggiori, mostra vo­
lersi allontanare dalle cantilene gregoriane.
Il Palestrina, nel genere madrigalesco, è da
annoverarsi artista innovatore. È un pregiu­
dizio quando non è ignoranza, credere il
grande italiano .artefice di aggomitolati con-
6
trappunti Chi studia con serenità i suoi
lavori, osserverà di leggieri che cerca di
rendere il significato della parola più che
la esattezza contrappuntistica, specie nel
madrigale a 4: Alla riva del Tebro. Il tema
di quello a 5 Tu di fortezza torre, ha fatto
le spese di non poche cantilene, e la Rispo­
sta è antico esempio di Fuga tonale.
Luca Marenzio, 1530-1599, fu chiamato
da Andrea Adami : a ciqn» più soave che
abbia lo stile madriqalesco, ai modo che
dopo la sua morte [urono più volte ristam­
pati i suoi madr iqali, Il suo modo di com­
porre ha il sinzolarc pregio della stretta u­
nione delle parti per ottenere la piena ar­
monia, la naturalezza delle singole cantilene,
intercalate fra le voci, or con l'accento di
lamento, ora festoso. Sono ben conosciuti
dagli studiosi i lavori: Ma per me lasso,
a 4 � Ah! tu mel
neghi, a 5; il dotto ma­
drigale: O fortuna volubile. a 6; ed il gra­
zioso: Vi!zzosi augelli, a 4. Orlando de Lasso,
1520-1594, ebbe gran fama ai suoi tempi
r, vien ricordata dal verso: est ille
Lassus, qui
taseusn recrea t orbem Il suo stile è ampio,
vario e fecondo come quello del Palestrina,
ma questi è
a lui
maestro nella purezza
armonica. Il suo madrigale su parole latine,
uno dei pochi che io conosca nell'antico lin­
guaggio: Alma Nemes, tu sola Nemes, è
volatura vocale è fra le migliori. Il bene­
merito Luigi Torchi, nel primo volume del­
l'Arte Musicale in Italia, presceglie non
pochi esempii musicali del Merulo, fra i
quali la Canzone del Petrarca Alla Vergine.
Questi maestri. adattarono al proprio
sentire, un genere diatonico inteso libera­
nazionali
o per ispirito di contradizione
o
è
il
altri
comune
vezzo
di
con­
motivi,
per
trastare il merito delle invenzioni a coloro
cui furono per
mente, uno specioso cromatico, non poco va­
lutato dal Wagner e sconosciuto da noi che
pur valutiamo mediocrissime composizioni
straniere.
Il Clari è l'ultimo cantore del madri­
gale. I.1a invenzione dell'opera in musica
condannò all'oblio il dramma pastorale con
i suoi intermezzi ed il madrigale tanto co­
me fattura letteraria che musicale.
La legge alterna delle cose umane, ha
una
riprova oggidì: nei programmi dei
nostri Conservatorii v'è la composizione del
Petrucci
da
Fos­
"
di
Bologna.
Dopo l'invenzione del Petrucci, la stampa
musicale si diffuse largamente e rapidamente
in Italia e fuori. In Germania il primo fu
..
l'Oglin,
dicono i noti versetti:
come
f�tit Oglin Erhardus
Qu�i primu»
pressit in cere notas,
U n altro tedesco, Pietro SchOffer, il
giovane (figliuolo di quello Schoffcr che fu
compagno di Gutemberg) nel ]512 pubbli­
cava opere musicali in
Magonza. Nel ']5
il napoletano Francesco Sambonetto stam­
Inier Germanos nostros
N. D'ARIENZO.
niiùias
Siena una raccolta di Canzoni,
e Frottole, in musica, e
Stramboiti
Sonetti,
Sambonetto
è, secondo il Vernarecci (lì
questo
il primo tra gli impressori di musica figurata
Il
Venosa, 1552�1614, è il maestro del
e pnrchè lo dipinga, sorvola,
rispetto
tempo, fin troppo su i canoni scolastici
a
pava
dolore,
ardite e nuove armonie. Se non fossero
noi noti i suoi dissapori domestici, da
quell'inciso: Tu m'uccidi o crudele, sareb­
bero quasi da supporsi, tanto quegli accenti
sono affettuosi e strazianti. Ne sono i soli;
l'armonia che. accompagna il verso: Moro al
mio duolo, è tutta una scala di voci ango­
sciose. Quando l'animo ha lieto, canta: Fe­
lice primavera; Caro amoroso neo.
con
a
Claudio Monteverdi, 1568-]64::1, è il
artista del Rinascimento. In tutte le
composizioni: flfur;;ica da Chiesa, da una a
otto voci; Opere teatrali e Musica da Ca­
mera segna la sua nota
personale. Per di­
fetto di preparazione, non poche volte egli
è scorretto, come lo sono tutti i precursori
agli albori di una arte nuova i quali tro­
vandosi a disagio nel seguire gli altri, pre­
scelgono far del proprio. Il Fetis, e a ra­
gione se ne compiaceva, fu il primo a rico­
noscere nel Monteverdi il progenitore del­
l'armonia moderna, portando ad esempio il
suo madrigale: Cruda Amarilli. La esclama­
zione: Ahi lasso è accompagnata da un'ar­
monia che tuttora è argomento di meraviglia,
Perché composta della 9ft senza la scolastica
preparazione, sostenuta dalla 4a, dalla 5a e
dalla 'i» minore per disegno di scala, gli Artusi
del tempo gridarono all'errore, notando, per
di più, che la 9a risolveva per salto sulla 7R
e non per grado congiunto
sull'ottava. Nel
Madrigale Guerriero a voce sola con ac­
compagnamento di quartetto a corda: Il
Combattimento di Tancrec7i e Clorinda del
Tasso, usa per il primo la nota ripetuta,
origin.e del tremolo, il pizzicato, per indi­
care Il
cozzar
delle spade e compone uno
dei più antichi esemnii del Pedale, con una
fattura che si direbbe odierna.
Claudio Merulo è il sesto tra cotanto
senpo. Non smette il dolce eloquio venezia­
no nel suo modo di
comporre e lo seconda
con naturale stile imitativo e la sua inta-
Ottaviano
sua
e
tutte prege­
erano allora in gran, fama,
volissime per nitidezza, precisione, eleganza.
Delle più tra tali edizioni si conservano
esemplari nella Biblioteca del Liceo Musicale
raggiunta.
al
a
prima pubblicazione fu
Odhecabn,.' impresso,
com'e dice il frontespizio, die 5 Februarii
Saluti« 'anno 1501; e ad essa ne seguirono
moltissime altre negli anni corsi tra il ]50�
contenenti
e il 1523, per la maggior parte
de'
maestri
Fiamminghi che
composizioni
Un Orlando diviene ogni a rrntino ,
e p er di più, lo vedono divino.
adorno di bellissimi contrappunti, ed inusi­
tato è lo scambio dell'accordo maggiore in
minore fra le parti e nella stessa battuta.
Al gruppo di questi tre eccellenti artisti,
fo seguire Carlo Gesualdo di Venosa e Clau­
dio Monteverdi: essi danno al madrigale
una espressione
drammatica da altri non
più attribuite.
VIIm'monice Musices
°
.
tolta
sombrone. La
Ridotta la odierna melodia ad un suc­
cedersi di 7me di tutte le specie, non escluse
le cattive; trasformata I'ar.e della orche­
strazione ad una continua Cavalcata wagne­
riana; torpedinata la giocondità latina, ri­
tornare allo studio della parola, alla osser­
vata polifonia potrebbe essere benefico per
l'arte di casa nostra, ma
.
dei
non
esser
madrigale.
.
consenso
astante io credo che la gloria di
aver applicato per primo i tipi mobili e'fusi
alla stampa' della musica figurata, non potrà
Ciò
italiani, contemporanei al Petrucci. Segue
una pleiade così numerosa di editori musicali
del Secolo XVI, che a volerne dare la lista
empirei buona parte di questo giornale.
Basterà quindi ch' io ricordi, tra i più ce­
lebrati, i nomi degli Scotto, dei Gardano,
dei Vincenti, degli Amadino, dei Marcolini,
dei Giunta, dei Baldini, dei Rossi; e che,
tra gli stranieri, ricordi quel Piero Hautin
che oltre ad aver migliorato le matrici ti­
Chiesa della Steccata.
CENNI
vero
Interno alla
e
stampa musìeale
nel seeolo XVI
ad una edizione di Claudio lVIettulo
È egli possibile immaginar cosa che
più del suono fuggevole ed inafferrabile?
Eppure l'ingegno umano è riuscito ad af­
ferrare quell'attimo fuggente e a farci vedere
ciò che sembrava creato più per esser udito
sia
che per
esser
veduto.
Nè si è contentato di riprodurlo colla
scrittura, ma ha voluto altresì, colla stampa,
fermarlo in modo durevole. Questa non era
agevole impresa, per la grave difficoltà d'im­
primer le note e le linee; onde per vario
tempo non si ebbero che rozze impressioni
in legno, con linee tracciate a mano, e
limitate a poche note di canto-fermo inserite
ne' messali o ne' trattati teorici di qualche
scrittore del Secolo XV. Si
invenzioni si riannodano a
sa
che tutte le
precedenti
ten­
tativi; ma questo non sminuisce il merito
di chi, valendosi dei materiali raccolti, riesce
a risolvere in modo definitivo un problema
e a dare uno
svolgimento nuovo e pratico
e largo a un ramo della scienza o dell'arte.
Si sa pure che o per ragione di certe vanità
pografiche e tutto il sistema dell' impressione,
a compiere in una
operazione sola
ciò che prima compievasi in tre: giacche,
secondo il sistema immaginato dal Petrucci,
riuscì
'
tre tirature occorrevano, una per il testo,
le iniziali et., una per le righe, ed una per
le note; mentre secondo il sistema dell'Hautin,
come
scrive il
ifraqments
le méme
Wekerlin, la
de la
portée)
se
110te et les
irouoaient
ti lets
sur
poinçon.
È impossibile, nella breve cerchia di un
articolo, dare un' idea pur sommaria delle
condizioni della stampa musicale nel Secolo
XVI; tanto più che, in questo Numero
Unico dedicato ai gran Merulo mi giova
'parlare più specialmente di lui, come editore
di musica, e di una stampa di composizioni
'sue che è posseduta dalla Biblioteca N a­
,zionale dI Firenze e che quindi ho avuto
maggior agio di esaminare.
'Ma
posso esimermi dal ricordare
N azionale di Firenze, oltre alle
preziose stampe del successive secolo
come
più,
non
la
(1) Ottaviano
Petrucci
-
Bologna, Romagnoli 1882.
7
XVII relative alle
la
(come
del melodramma
dell' Eu/ridice di
origini
edizione
prima
Giulio Caccini, Marescotti 1600 in fol., e di
quella di .T acopo Peri, pure Marescotti 1600
in fol., come la rarissima edizione della
di Marco da Gagliano pubblicata
dallo stesso Marescotti nel 1608, come musica
di Claudio Monteverdi p, di altri) possegga
drigali
campionario quasi completo della stampa
musicale del 500, campionario che merite­
rebbe uno studio comparativo che io spero,
una volta o l'altra, di poter fare.
Di tali incunabuli della
stampa musi­
cale, alcuni rivelano una certa rozzezza, ma
altri, anzi i più, sono di singolare eleganza.
Tra questi sono notevoli i fascicoli
stampati a Roma dal Dorico, rispettiva­
1565, nel 1567 e nel 1568, con­
tenenti opere dell'Animuccia, cioè il Primo
libro de' Madrigali a 3 voci, il primo libro
delle Messe, il Cantico a MarIa
mente nel
a
rabeschi
condo dei
e
Vergjne:
iniziali incise in lègno
bei frontespizi ornati, sul se­
è figurata la visitazione di
splendide edizioni
con
quali
S. Elisabetta. La musica,
Vergine
4
a
voci, è in caratteri gotici.
quasi sempre
Altra stampa di gran pregio è quella
Maria
a
che contiene
un
trattato di
contrappunto
di
autore anonimo, pubblicato a Londra dal
Guarneri, nel 1528, in fol. in caratteri gotici.
In fine a questa edizione (dedicata dallo
stampatore a Bernardo Altoviti) si trovano
quattro pagine scritte a mano da G., B. Lan­
dini e contenenti un Mottetto di lui, a 4 voci.
Belle edizioni sono pur quelle che contengono varie composizioni di Orlando di
'Lasso, come il V, libro de' Madrigali (Roma,
Dorico, 15(0). il IV libro de' Madrigali
(Venezia, Gardano, 1570) e le sex cantiones
latinae cui acceduni : sei canzoni tedesche, six
chaneons [rançaises, sei madriqal: 'Italiani:
tutti
a
4 voci,
con un
quattro lingue
Ma
uno
a
de'
etto
più
dialogo (nelle
voci).
dette
rari libri musicali del
secolo XVI è il Liber
quindecim
missarun:
electaruni quae per excellcntissimos musicos
compositae [ueruni. Gli eccellentissimi musici
sono Josquin, Briimel, Fenion, Delarue, Mou­
ton, Pippelare, Rossetti. Questa splendida
edizione, uscita a Roma nel 1516 pei tipi
di Andrea Antico da Montona, è uno dei
primi
libri che abbia la musica
elegantissime
e varie figure: nel fron­
legno
è
tispizio rappresentato l'autore (?) o l'editore
in
che
a
rabeschi
presenta
il libro al papa Leone X.
Pregevolissime pure, tra le edizioni del
'500, son quelle del G ardano, dello Scotto,
dell'Amadino, contenenti Madrigali e Villa­
nelle di Luca Marenzio ; quelle contenenti
il II libro de'
Madrigali spirituali del Pa­
lestrina (Roma, Coattino, 1594) e il 1. libro
delle sue Messe (Roma, Dorico, 1554); quelle
che recano composizioni profane di Cipriano
de
Rore, dovute al Gardano e allo Scotto,
quelle, pur dello Scotto, contenenti i Ma­
drigali di Alessandro Striggio, quelle im­
portantissime che accolgono le opere di
Orazio Vecchi
(Selva
di
varia
ricreazione
Canzonette
-
poche.
non
È poi
notevole
...
il fatto
singolarissimo
e
che, nel Secolo XVI, molti musicisti furono
al tempo stesso autori e editori.
Così, tra gli altri, Andrea Antico, Gi­
rolamo Scotto, Antonio Gardano, Claudio
Merulo, in Italia: in Germania il Rau, in
Francia il Goudimel
Il Merulo si unì
Fausto
con
ancora.
dapprima in
e
Betanio,
aprì con lui
Pare che il
tipografia
drigali a
società
una
staccare
cui
un
nell'
blicato
altro di
gali
nel
Maggio,
e
Allo
stesso
il 1. libro de' Madri­
sei voci di Stefano
a
Rossetto, pubblicato
Madrigali a 5 voci
luglio, e due libri di
di Costanzo Porta, il primo
porta data di mese, l'altro ha
quello
dei
del Merulo uscito nel
musiche
sacre
dei
quali non
quella del 25 Novembre. Nel successivo anno
1567 furono pubblicati, corretti dal Merulo,
i Madrigali di G. B. Conforti, ma senza nome
di stampatore: dalchè il Catelani (l) deduce
che già in quell' anno fosse sciolta la so­
cietà col Betanio, che il Fétis ritenne sciolta
solo nel 1571. Ne è riprova il fatto che nel
1569 il solo Claudio
uno,
ne
eguale
pubblicò gli
otto
Claudium Correqqianiem, 1569,. il fatto poi
che nel 1571 i Madrigali di Aurelio Roccia
da Venafro, corretti dal Merulo, furono pubbli­
pei tipi
di
Giorgio Angelieri,
dimostrare che in
si
ritirato
era
quell'anno
starebbe
a
anche" Claudio
dell' editoria
dall' esercizio
musicale.
*
...
...
Delle opere sue si hanno molteplici stam­
delle
quali in altra parte di questo fa­
pe,
scicolo si troverà l'elenco compiuto accura­
tamente redatto.
pertanto sia consentito far cenno
stampe, di quella che, come ho
già detto, è posseduta dalla Biblioteca N a­
A
di
una
me
arboscello d'oro
subito
un
frondeggia
ogni fascicolo è la l'avola
JJfadJ'igali
cinque ooci, in ordine al­
fabetico. Dietro al frontespizio si trova la
lettera dedicatoria che è la seguente:
a
All' Illustrissimo et Eccellentissimo
et
Siqno: e
Il S. OTTA VIO FARNESE
Duca di Parma et di Piacenza.
Se per antica legge siamo tenuti afferir
a Dio i primi
frutti della terra; per
inuecchiata et lodevol consuetudine siamo anco
�em.pre
.
donare a' Principi grandi i primi
nostro l1lgegno, che mandiamo in luce.
Ma se alcuno fu mai sottoposto a questa
honoraia usanea ; tanto più sono io costretto a
presentare a V. Eccellenza Illustrissima questi
miei Madrigali in Musica, prima creatura
ch' anchor mai io abbia prodotto nel
theatro del mondo; quanto alla magnanima, et
veramente Illustrissima sua bonta verso di me
con più argomenti d'amore
più volte
è obligata la vita, et la profession mia.
plic? V. Eccellen�a Illustrissima che degnando
beniqnamente la picciola offerta mia, riceua con
cortese animo questi miei liurnili jl!Iadri!lali;
et me nel numero de' suoi più deuoti Seroitori,
ch'w prego Dio sempre per la felicità sua.
Di
Venetia A. XX di Luglio ]J![DLXVI.
obli9r:"ti
.
parti del
pnbblic;
dimostrato�
8up�
-
D.
V. Eccellenza Illustrissima
JJ_[agni­
fica; cinque voci di Paolo Aretino, che por­
tano la semplice indicazione: Venetiis apud
sacro
Humilissimp
Seruiiore
CLAUDIO
a
cati
o non
metallo.
Principe
del 1566.
e
ricordava,
In fondo ad
ti­
Guglielmo Textoris, pub­
si riferiscono
del
delli
uscito da tale
primo saggio
Aprile
ramo
toltone
sia stato il Primo libro de' Ma­
5 voci di
non
pratiche che egli dovrà compiere per
poter entrare in inferno; tra le quali è
musicale in Venezia.
pografia
anno
altri
e
egli
sapeva che quelle parole son di Virgilio,
nel VI. libro dell' Eneide al verso 144, là
dove la Sibilla dichiara ad Enea quali sieno
le
*
)f
Evidentemente
Ma­
-
Convito Musicale et.), quella
il 3. libro delle JJf�tse di Adriano
Willaert, ed altre
CORREGGIO.
DA
È facile avvertire il valore bibliografico
artistico di questa stampa che è un de'
primissimi lavori usciti dalla tipografia im­
e
piantata
che
dal Merulo insieme col
contiene la
prima
opera
Betanio, e
prodotta nel
pubblico iheairo del mondo dal Grande or­
ganista e compositor di Correggio.
Il quale perito assai nelle lettere, pro­
vatosi con successo nella costruzione' degli
organi, editore di musica, esecutore di gran
fama e compositor valentissimo, è bell' esem­
pio di quella italiana versatilità dell'ingegno
che tanto brillò negli uomini universali
del 500.
ARNALDO BONAVENTURA.
di tali
zionale di Firenze.
Eccone il titolo esatto:
Il primo libro) de Madrigali)
stampata.
iniziali incise
Vi si ammirano
Siena
che
-
riproduce
Dafne
un
di
Veglie
-
a
ditta
Merulo-Betanio,
tronco d'albero
suolo
e
in cui
consistente
Il Catelani
(2)
scrisse di
preso l'allusione di
(1)
-
Memorie della vita
Ricordi,
(2) Op.
cito pag
in
un
tagliato poco al disopra del
sta confitto un ramoscello
spinoso: attorno gira un nastro con
Simili [rondescei oirq« metallo.
lano
nelle iniavolature òi liuto.
di Claudio da
Correggio) nuovamente
in luce) Con privilegio.) In Vinetia)
appresso Claudio da Correggio et Fausto
Bethanio Uompagni) MD1XVI.
Sono cinque fascicoletti in 16.0 oblungo,
ciascuno de' quali porta nel frontespizio,
oltre al titolo, lo stemma od impresa della
voci)
posti
CLAUDIO MERULO
cinque
23.
questo
e
delle
la scritta
cinquecento, gli iniaoolatori di
riproducevano volentieri le com­
posizioni polifoniche dei maestri più in
voga.
Con ciò
miravano
ad
motto.
effetto,
non
offriva.
sulle corde del liuto
Risuonavano
Madrigali,
Mi·
che
presentare
sbiadito del concetto che li
un
così
Canzoni
Motetti, che, destinati alle ooci,
un genere di esecuzione disadatto
potevano
-
ottenere
quella varietà che la sola musica ori­
ginale per liuto, Fantasie, Ricercari e
Balli, sebbene spiccasse per migliore
e
non aver com­
opere di C. M.
Nel
liuto
con
non
ricordo
informava.
Per noi tuttavia le intacolature di liuto
A doi butti unisoni: Canzone
di CLAUDIO DA. CORREGGIO a 4"
1ltj;
--t--t-"'I'--F-��J--J--"
-�----r-
�--lt------------t---'IF=,.,.�!t�!
�
1:Ik--'tr--�-------+-;;:------,---�---t----------t--:------.- --------I-'----=----_._-=-+-_�-=-------.....-I
o
.,
--:= tIfi
�
��hl-*-!:-*-l-++�--��I
lO
preziose perché ci danno Canzoni
sono
di cui
e Madriqali
traccia, e perché
altrove
ci
non
esiste
mostrano
quali
alterazioni
cromatiche
praticamente
per stabilil'e
valso
hanno
la
tonalità
liuto che
iniaoolaiure
di
di studiare,
famoso Claudio Me­
libro primo eli Gio :
(Venezia, Amadino,
occasione
ebbi
trovai musica del
rulo soltanto nel
Antonio
Terzi
precisamente :
9,ni me confessus, Motetto a 5;
Peti t J acquet, Canzone francese
e
due Canzoni
liutti unisoni.
4
e
Queste ultime
fatte dal Terzi,
il
conservare
a
senca
sono
titolo
certo
a
duoi
riduzioni,
meglio
due liuti per
carattere
della
Sono lieto di
pubblicare la prima
di esse che figura alle pagine 48- 5i
dell' inlaoolatura del Terzi, a solo titolo
di curiosità, perché su ben altra base
è stabilita la fama del grande orga­
nista e compositore che oqgi Parma
onora degnarnente e rammenta ai mu­
troppo dimentichi
delle
nostre
qlorie.
Bassano
(Vicenza) maggio 1904.
Dott. OSCAR CHlLESOTTI.
ìt.w.'rt"�:Q�� ";)'1". ;IG ����"";)'G"\J:�'J"
V V >.J � 'if �
rJ
Ila
rJ
:;.'� ";)'r;:J' �:�Q:�Q:" JW' J'�
polifonia
Il secolo
�:Q s: Q�[;)'(;"";)"w(; \J'�:� Q�
'{/'J'l/'i'/{J"Y)'f} >.J >.J >.J 'ii 'J"{J >.J l.J )./Vv V V v >.J
nel
le
secolo
vene
XVI, nascendo,
un
XYI
aveva
-
-
ammazzare;
strappare gli occhi a
fratello naturale perchè una cortigiana
trovati belli.
La carne comandava allo spirito, non sof­
frendo più né di astinenza, nè dì cilicio, e come
questi appetiti sensuali li sentivano tutti, nes­
aveva
1\1 agari canta­
di nasconderli
bella impresa lussuriosa in
vers}, ma non col sentimento di fare cosa
empia, con quel gusto morboso che provano
certi moderni poeti decadenti a dire delle osce­
nità; no: essi erano forti, erano sani, lasciavano
che i sensi comandassero perchè n nuovo con­
cetto della vita non imponeva loro di tenerli
soggetti: con una gran risata grassa commet­
tevano le azioni più impure, poi si confessa­
vano in chiesa (anche ciò era nel
loro senti­
mento) poi tornavano da capo.
Il secolo x VI, secolo di crudeltà senza
pari, di passioni animali, fu una meravigliosa
glorificazione di vita umana, e non ebbe l'o­
stentazione di nessun sentimento falso. A noi,
ora, appare il 51;0 come un gran delinquente
che leva alta la fronte bellissima, superbamente '
fiero del proprio geni\.... immortale.
si
curava
poeti
una
Col i-idestarsi del sentimento pagano, sopito,
addormentato da troppo Jungo tempo, l'arte
levato una gran
aveva
di vittoria
voce
Come il cristianesimo era stato « falsato nel C0n­
cetto e insozzato nella forma ), (1), essa
pure,
dalla purezza dell' espressione originale, era
anda.ta giù giù oscurandosi, addormentandosi,
iuar-idi ta, vuota di calore di inspirazione, esausta.
Dalla metà del secolo XV alJa metà del XVI
tutte le arti, concordemente, sciolgono alla vira
un inno non mai udito,
meraviglios -, La castità
del sentimento cristiano doveva creare delJe
forme o aventi una espressione esclusivamente
mistica, o delle forme rigide nella immobiÙtà
dell' estasi: il nuovo sentimento pagano vitto­
rioso doveva produrre, per contrapposto, un' arte
lussureggiante, delle forme splendide, una fio­
ritura maravigliosa di opere geniali nelle quali
il sentimento della vita avesse trovato uno
sfogo.
dunque a considerare lo sviluppo della musica,
e
specialmente della musica sacra.
portato
ne
Già dei canti gregoriani era stata falsata.
l'espressione originale per la corruzione dei
libri corali, per la inesperienza dei can tòr i. E
del resto la polifonia vocale, che i
fiamminghi
aVeVaIl? portato in Italia, aveva già raggiunto
sviluppo considerevole
tracciava, sebbene
ignorate al genio
del compositori quattrocentisti.
Ora quale fosse l' intensità dell' espressione
religiosa nelle musiche anteriori al rinascimento
(musiche polifoniche) non è facile stabil ire
L'artificio è in esse troppo preponderantec
e troppo
palese perchè non toJga loro ogni
carattere di spontaneità: i primi discanius
gli
aridissimi falsi bordoni non ebbero altro v�lore
che eli
prepal:�Te l? svolgimento di forme più
complete e piu chiare: 110n hanno per noi, ora.
che -q.n valore puramente storico, artistico no:
E da notare anche questo: che
quando le
altre arti, la poesia e le arti
figurative, sono
dal
che è il gran creatore
passate
popolo
inconsapevole
agli artisti di elezione, sono
state curate, studiate, anz itut.t.o come mezzi di
espressione e, sùbito. hanno detto, qualche cosar
hanno
espr�sso, più � men_o ingenuamente, [iù
o meno
gelll8;lmente, l sen timenti umani, hanno
uno
ti�ida
e
in?ert�,
nuove
e
vie
-
-
cantato o ritra.tto la bellezza della natura
hanno ricevuto 1'impronta elel tempo e
l'ambiente in cui si sono svolte: sono state
insomma, la naturale deriva.zione del sentiHlent�
del�
Non è qui il caso di parlare nè delle let­
tere di quel tempo, nè della pittura, nè della
scultura, nè della architettura: ci fermeremo
saetta in Italia
sangue gagliardo, rigogJioso,
un impeto di vita sensuale Le idee umanistiche,
risorte intorno al 1400, avevano germogliato
libere e forti, e avevano soppianta to le idee
ascetiche medievali; un puro e possente soffio
di vita pagana aveva corso 1'Italia stanca
ed era stata un' onda rigeneraurice a la quale
avevano bevuto i signori, i dotti, gli artisti, il
popolo. Il clero aveva accettato con entusiasmo
le dottrine nuove: gli stessi papi se ne erano
fatti banditori, da l'alto del trono di 8 Pietro.
I Padri de la Chiesa avevano ceduto il posto,
nella cultura degli studiosi, ai filosofi greci e
latini dei quali le opere somme si rileggevano,
si iistudiavano, si ricercavano per ogni dove,
in una sete ardente di sentire da loro il verbo
de la vita nuova, sana: le biblioteche si mol­
tiplicavano, i testi antichi le arricchivano, copiati
prima dagli amanuensi e stampati poi nelle
prime tipografie del Manuzio.
Una vi ta di privazione di sacrificio di sof­
ferenza, una vita contemplativa santamente im­
piegata nella adorazione di Dio, era diventata
un non senso in mezzo a
così piena signoria
di sentimento umano; e
un
religioso del
'500 non avrebbe mai, cpm e S. Francesco, stese
le braccia a un Iebbroso, nè avrebbe baciato le
piaghe purulente, nè avrebbe implorato da Dio
ogni sorta di t.riboh, di dolori, di malattie im­
monde, per spirito di rinunzia, di mortificazione
Dominare, e dominare quanto più fosse
possibile, era il sogno di ogni potente: i papi,
e facevano di tutto
nepotisti o no, volevano
una solida ricostituzione
dello
per ottenerla
Stato della Chiesa, e non si arrest.avano certo
davanti a degli ostacoli materiali, di qualunque
genere essi fossero.
Pareva che, per consenso unanime, fossero
state dimenticate le leggi del Decalogo: ciò del
resto era naturale in tanto impeto incontenisue
suo
Non
-
canzone
originale.
sicisti
li
vano i
Tra le moltissime
a
un
suno
moderna.
1593),
bile di vitalità gagliarda.
Ippolito d'Este faceva
ma
Potrebbe parere una contradizione che in
secolo nel quale il sentimento religioso conta
per così poco nell' anima degli uomini, le arti
tutte avessero continuato ad attingere dalla
religione l' Insp iraaione : ma contra dizione reale
non c'è,
L' orga nismc politico più importante e più
potente continuava ad essere pur sempre la
Chiesa: e poi, se non si sentiva più l'idea cri­
stiana nella sua purezza primitiva, nella sua
signifìcnsiorie originale, le pratiche del culto
non erano affatto scematn di importanza, anzi
avuto di
avevano preso un carattere non mai
magnificenza, di splendore. L'alto clero amava
circondarsi di fasto, di lusso, il papa esercitava
una incontestabiJe signoria mondana
E si eri­
gevano chiese, e poi si adornavano, si illumi­
navano di tele, di statue, di tutti i capolavori
delle arti fìgura tive. Era il clero che favoriva
lo sviluppo delle lettere, era il clero che pro­
teggeva gli artisti, che dava loro modo di estrin­
vita.
secare le più belle far tasie di colore, di
Il lungo ordine dei papi umanisti fece più in
prò dell' arte che non avrebbero potuto altret­
tanti papi di puro sentimento cristiano L'arte
suhlirr;e di Tiziano VecelJio, del Tintoretto a
Venezia. di Raffaello Sanzio a Roma fu tale
percbè il Rinascimento offrì, a lei, un grandioso
campo di esplicazione
un
diffuso e multiforme
reso
popolare
più
intenso, più alto, più chiaro nella espressione
dell' artista di genio,
Ebbene, per la musica non è st a.to così,
Fino a che essa è rimasta dominio del popolo,
-
con
-
i canti dei trovatori
-
canti celebranti Ie
gesta degli eroi, la santità delle crociate, canti
fino a che à servito a
per le corti d'amore
rendere più viva l'espressione delle canzoni
che si cantavano per le piazze, all' aperto, la
-
musica,
come
le altre
arti, à
avuto
un
gran
fondamento di sincerità. Quando se ne sono
impossessati i dotti del medio evo essa ha ve­
stito la propria luce di tenebre: era avvezza a
respirare la pura aria dei campi e respirò l'aria
fredda delle celle degli studiosi: si era svolta
liberalmente, e fu costretta nelle regole di una
tecnica bambina, brancolante: aveva pianto,
pregato, glorificato, aveva sorriso, e fece delle
smorfie.
I dotti di musica, incapaci di mettere
d'accordo la spontaneità della canzone
o
con le nuove
forse spregiandola
regole della
la incatenarono nel giro di poche
nuova scienza"
combinazioni armoniche e ridussero 1'arte su­
blime a una ricerca affannosa di formule aride,
-
-
vuote
Tutto ciò, del resto, doveva servire a qual­
che cosa. Difatti, grado grado, l' amore per
l'arte nuova prendeva maggior numero di dotti
(non mi attento a chiamarli artisti) e la poli­
fonia incominciava a fermarsi in forme più
complete. Prese essa allora la Chiesa come
campo di esplicazione e vi si installò per can­
tare il culto della Divinità.
Ho già notato che i compositori di mu­
sica sacra non componevano essi stessi i temi,
i motivi delle proprie opere, ma li prendevano
canzoni popo­
o dai canti gregoriani o dalle
lari : poichè, lo ripeto, l'arte non era ancora
che a.rt.ificio, nient'altro che artificio,
Quando i fiamminghi, restituendosi la
corte papale da Avignone a Roma, fondarono
in Italia le prime scuole di musica, essi erano
già molto esperti in tal genere di composi­
almeno giu­
zione. Ai canti gregoriani poi
dicando dai documenti che rimangono
si
preferivano, come temi per le composizioni
sacre, le canzoni del popolo, lo credo che la
ragione di ciò si debba trovare in questo: che,
cioè, il naturale sentimento della vita entrava
nella nuova arte per quella sola porta che gli
--
-
stata lasciata aperta,
8010 che non si accontentavano i compo­
sitori di portare in chiesa le note musicali
della canzone profana, ma vi portavano anche
le parole, cbe molte volte erano sconcie, oscene.
Perchè essi, come prendevano un tema musi­
cale di canzone, lo facevano cantare, per- di­
era
II.
La musica
aveva
seguito,
tano, il movimento delle idee
un
poco da
nuove,
lon­
meglio,
dei sentimenti nuovi. Un poco da lontano per­
chè il progresso de la tecnica era stato sempre,
in essa, molto lento
di esplicazione non
e
poi perchè
aveva
mai
il
suo
campo
potuto
avere
grandi proporzioni.
(1) Gregoro'i1ius.
Storia di Roma medievale.
steso,
a una
voce
che chiamavano tenor mentre
le altre
parti svolgevano, disopra e disotto,
dei contrapunti sapienti, più o meno belli, ma
sempre astrusi e
tenor cantava la
di
fattura
canzone
difficilissima: il
popolare
con
le
pa-
11·
con­
le altre parti cal;�avan,o
della
le
parole
h.turgla. Tale
temporaneamente
i
tutti
compositori del secolo
metodo tennero
del XVI, i maggiori comX
del
role
originali;
V
principio
e
presi.
.
le altre, una
Così l' Hobrecht compose, fra
nella qual� durante il Kyrie
messa (sine tiiulo )
la pa.,..
il tenore cantava ,< Je ne VIS onques.
«
Quant Je, vous
rei Ile »: durante l' Osanna
Il
:
B�­
dura?-te
le seeret de mon �oeur
e VIa
savoir
.»,
ned ictus « Madam e fa.it es moy
trova­
SI
messa.
via per tutte le parti della
sacre con
a}t,!'e e0I?-e:
vano accoppiate le parole
infama.to », « lasciatemì o
c mio marito m' ha
ed altre
«l'amico madama », ed altre
cara.
titolo �el
le
poi prendevano il
del�a canzone che aveva servito
»
.dy
messe)
ancora';
iniziale
verso
Ora, esposto sommariamente
e
-
forse
della
poco disor d.ina.tamen te r-c- lo stato
sica da chiesa fra il. 1450 circa e. i
un
mu­
primi anni
quale era I'espressione di essa?
Espressione religiosa pura non ne poteva
avere, assolutamente: prima per il materiale
melodico adoperato «he, comunque snaturato
dall' artificio polifonico, doveva risvegliare im­
magini mondane ad ogni momento; poi perchè
la polifonin
specialmente n, gran numero
doveva stupire, maravigliare,. ab­
di voci
bagliare magari per la luminosità degli effetti
fonici, più assai che commuovere e disporre
alla preghiera. Del resto gli scrittori stessi
del 1500,
-
-
del
tempo
concordi
sono
a
all' arte
negare
Palestrina non solo tutti i caratteri che la fa­
cevano
condannare' dai prelati convenuti a
parlamento, ma anche altri che realmente la
musica di chiesa non aveva affatto.
Le parole del decreto in questione sono
queste' Ab ecclesiis vero musicas eas ubi sioe 0"­
ga?w, sive ca�ztu �a:scivum aut
rxliquid
misceiur ordinarii locorum episcopi arceant ut.
domus Dd vere domus orationis esse videatur
ac dici possit, Il
lascioum aut impurum no�
può essere attribuito che all'unione delle pa­
i!npu�U111,
r,ole p,rofane, amorose o peggio, "a quelle della
Iitui-gia, e all' aver conservato i maestri _:L
nelle cornposiz ioni sacre
troppo apertamente
il carattere delle canzoni popolari prese come
materiale melodico Quanto alla tecnica agli
r
-
'sl'rit­
artifici contrapuntistici, ai quali alcuni
tori di storia,
come il Guidiccioni 'il Doni
junior�, il -Or,esollio -:: hanno dato ta�ta colpa
immer-itata di eccessiva mol lezza, non
pote­
"ano
certo
esser
condannati da] Concilio:
tant' è vero che il Palestrina ha continuato ad'
-
melodico,
per il materiale
Alcune canzoni celebri se_rvu'ono
'
,
'per
�I t�ma
ad
:no�tl compo�ltorI
l Homme
famos:ssllna: d� col verso
polifoniche
messe
a
«
un tempo: così la
mcommoia
.armè � : cosi quella che
»
sulla quale
«A l'ombre dung buissonet
valore contrapununa n'lessa di gran
compose
tistico Elzèar Genet, detto Carpentras (i),
le
'pa�
Quasi la stessa cosa succedeva con.
SI
role e i temi del canto gregorIano: dIfa,ttl,
CIa­
voci
a 4, 5
mottetti
�ei
composero
cantava le parole dI
>
�uah,
"?-n antlfo�a
parte
scuna
un coro
-differente: e quale effetto potesse fa:'e
D
Il
cardlllaie
0-:­
simile è facile immaginare,
V
gli
a
diceva
menico Capranica
Nico!ò
udire una « mandra dl porce�h,
pareva di
forza senza proffenr pero
.grugniscono a tutta
non che una parola.
un snODO articolato,
cl:e
ch�
»
.Così tutti: da Cristoforo Mora�es al.Guer­
da
l'ero' da Giacomo Ho brech t al 'I'inctoris,che,
Palestrina
stesso
allo
J osq uiu des Prez
fa passare
nella messa Ecce Sacerdos Maqnus,
dell' antif<?na ora a una
e la musica
le
parole
ora
un' altra
a
voce
per tutto
Il
della
corso
composizione,
.
che l. com�
Molte volte suecedeva anche
curandosì
non
messe
positori scrivessero �e.
COSI
affa tto della disposisicne dell�
a capo
che si trovano in certe composlzioni
in terra
del pezzo le 'parole Kyrie, Chrisie, ,Et
nulla: i canton dovevano
polifonìca chiesastica l'espressione puramente
religiosa: solo oggi la critica moderna è riu­
scita a trovarcela piena e indiscutibile
La musica sacra più assai delle altre arti
anzi senza paragone
dovette rimanere
lontana dal movimento della Rinascenza, ma
non potè so ttrarvisi, ed è naturale: per quanto
coltivata quasi esclusivamente da ecclesiastici
auch' essa dovette bere alla gran fonte di
Sentimento cristiano vero, sentimento
vita.
mistico non ce ne poteva essere nel '500 : nep­
pure i preti, neppure i papi lo sentivano più.
C'era invece la pompa portata al massimo
sfarzo nelle cerimonie religiose della chiesa
-
-
-
cattolica,
Il Medio
Evo
nell' arte e nella
diceva: Adoramus
te �; il Rinascimento, e segnatamente il secolo
XVI non poteva che dire:
Glorificamu s te»
Tutt,a l'arte è, dagli albori del '500, la glori­
fìcaz io ne della vita più intensa, più completa
nella religione, nella Chiesa, si esplicava nel
solo modo che le era possibile: con dei tor­
renti
d� luce su, le tele dei pittori, con dei
torrenti d'armonia nelle opere dei musicist.ì.
vi ta, si
rivolgeva
cristiano,
a
Dio
III.
essi stessi mettere
posto le altre che seguono
delle note era
<qualche volta però il numero
O
inferiore al numero delle sillabe da cantare.
le loro musiche
i
n:aestrì
pure componevano
fiada ttandovi le parole a lavoro
a
polifoniche
.n ito :
hanno prima
�
«
,le _note
composto
se­
quelle
condo i loro capricci, et adattatovi !_J0l
mUSICIstI
parole che è paruto loro' (21. Molt.i
-del tempo componevano le loro messe 'pl'en­
d::t
denllo anche dei brani interi di melodIa
Prez
di
·quelle
un
contempqraneo: Josquin
alcune
d�R
canzonI
a
tre
chc scrisse due messe su
messa
voci di Ockeghem, così il Morales per la:
tema
«Quaeramus cum pastoribus » il CUI
di Jean M?uton,
mottetto
un
da
tolse
egli
volte
così lo stesso Palestrina che nove o dieCI
mottetti di Josquin,
compose delle messe su
di Andrea de Silva, di I�upus Hellinck, su la
su
quella
messa « Audi filia ») del Goudimel,
e
Su
di J ean Maillard .. J e suis déshèri tée '»
alcuni
È
madrigali d'altri (3·.
dunque che l'
chiaro
•
invenzione
melo�
molto trascurata: c'era in
sua
la cura massima di dare a uno
vece
spunto anche insignificante per se stesso tutto
lo svolgimento di cui egli fosse stato suscet­
tibile. Chè la tecnica musicale, il contrapunto,
dica
era
sempre
preso uno svHuppo i'igoglioso,
grandissimo: per i compositori della fine del
1400 e del principio del '500 difficoltà tecniche
pal'e non esistano: è, nelle loro opere, il mag­
giore sfoggio possibile di artifici complicati, di
invece,
avevano
combinazioni asti'use e difficilissime, I temi
dei libri corali e delle eanzoni profane che,
col progredire della scienza musicale, non sono
.presi interamente 1:1 a di essi solo lo spunto
s,ervono a ognI genere dl canoni, di
pi�
�nI�lal�,
'lmztazzonl, per
al.largamento,
per moto contm1'to, nelle quali
la capacità del compositore.
(1)
"
et
si
Elzéar Genet, dit
l'o?nlJre clun(J ùuissonet )l,
Julien Tiel'sot
te chanson
climinuzione,
per
-
sbizzarisce
Carpentras,
.
(2) Vinc8nzo Galilei. Dialogo
'et della Modet'na
(15) l\liehcl
-
Brenot
della
FiI'enze, 158l.
-
Jean
Mouton
Musica antica
Davanti
a
così
impetuoso
�a,:,anti
�aDlfestazIOm ?I vita
della
s�ngue. novel�o,
dI
a
tanta
ribollire
di
intemperanza
e per l'oscuro
pre­
nvoluzione che doveva, poco
nel
mondo
cattolico
la
portare
Ri­
appresso,
il papato volle forse mettere un ar­
forma
gine forte, e il Concilio di Trento si riunì e
decretò BU ogni cosa che potesse cadere sotto
'autorità del papa
Di
�usica il Ooncilio Tridentino si occupò,
meno d i quello che
alcuni storici gli hanno
attribuito, ma si occupò, e volle definitiva­
mente togliere lo sconcio delle canzoni pro­
fane, c,on o. senza le parole, unite alle parole
della lIturgIa, e volle che la musica fosse fatta
in modo che si potessero udire ben distinte le
parole sa�re: e dopo ave�' ordinato ad ogni
dI
�are. osser,vare.l decreti nella pro­
ve�cov?
-
sentimento
diOceSI,
Vitellozzi
e
diede lllCa1'lCO ai due cardinali
Carlo Borromeo, (il santo) di farli
Roma e nella cappella Iontificia,
campione del nuovo stile musicale più
bello, più puro, più grandioso fu Giovanni
Pier Luigi da Palestrina
Che egli sia stato il genio che ha creato
dal nulla la grande polifonia vocale del '600
e che a lui solo si debba lo
sviluppo di essa'
è errore grossolano il crederlo; prima di lui
a polifonia aveva già raggiunto un alto grado:
osservare a
Il
.
di bellezza.
Egli ebbe la genialità potente che gli per­
mise di nobilitare quelle forme che tanto no­
bili non erano ancora, ebbe l' inspirazione ab­
bondante, la tecnica somma, ma ebbe anche
la f,n·tuna di venire in un tempo in cui tutto
concorreva a che il suo
genio potesse espli­
carsi nel modo più completo. E la scuola
0è
stata
che
senza
mana
alcun dubbio la
prima d�ll' Ital�a
tocc� con lui il più alto
dopo
togliendo
e
decreto
am­
�'aver volu.to magnificare l'opera
del Pier­
sopra ogm altra 'à fatto sì che dai orit.ici
si sia perduta
la
magari in buona fede
serenità del giudizio e si siano attribuiti a lui
anche dei meriti che realmente non ebbe mai
Eg�i contin.uò ad usare, come i suoi
S01'1, come l contemporanei e quelli che segui­
l'ono a lui, i temi della
liturgia, ma qualche
volta ncn seppe sottrarsi all' incanto dei temi
,
-
-
predeces�
popolari (anch' egli
compose una messa, de
continuò pure a fiorire.
l'Homme arrnè »)
«
e
le sue composizioni di canoni. di imitazioni
di attacchi fugati e simili: sol� che mentre
moltissimi altri compositori
artifici
frutto del lungo, assiduo studio
rimasero
aridi, in lui si i denbifìcarono col sentimento e
divennero espressivi. Palestriue. era un genio.
in
questi'
_
-
Una delle prime messe che egli compose nel
suo stile
sublime, anzi quella a lla quale si
attribuisce di avere tracciato la nuova via da se­
guire, dopo il decreto dei porporati, è la messa
Pa-pae Marcelli : il Baini, (l) che con le sue
Memorie sul Palestrina ha scritto un' opera di
grande valore storico ma che, però, si lascia
andare molto spesso ad esagerare ' della messa
citata parla cosi: « Pianta ( il Palestrina)
41.
-
pna
più be�li
�'e��endoli
anche
Il
aridità,
Iuig i
c
pal:ole:
Qui tollis, poi più
e
usai-li, P?r
loro ogm
monitore.
«
«
su i cenni grandiosi di
Costanzo Festa, ed
analogamente a' suoi im nropei-ìì ed alle altre
sue più famigerate produzioni, melodie
sode,
ed insieme
semplici e
so�tenute,
ch iare: aggrugne loro una forza di armonie
« vivacissime
e
sempre varie che mantiene
�
fino all' ultimo periodo
Le
«
raggll'a m plU fogge; le acconcia con diversi
«
abbigliamenti: or le nasconde, or le l'i pro­
� duce: e
sempre crescendo s'inalza quasi un
('
altro Dante nel canto trigesimoterzo del­
« l'Inferno ».
Anche per il Pierluigi il tema melodico
generatore di una composizione aveva valore
ciò
trascurabile:
si
compl'ende facilmente
si pensi all'essenza della composizione
pohfolllca nella quale l'espressione deve risul­
tare dall'unione delle parti, dalla bellezza dei
contrapunti, non proprio dal valore melodico
di
_un,a �ola parte cantante E veramente po­
chlsslmi (forse, sotto certi aspetti, nessuno)
seppel:o, come il Palestrina, prodigare tanta
melodIa, tanta maestà e dolcezza d'espressione'
nella polifonia vocale) in neSSun
tempo.
land de
essere più
ardito,
�fficacì,
«
«
costa.nte:'l'len��
qu�ndo.
.
Ro�
�attre .po�rà
del
lampi pIÙ luminosi di genialità nelle
armonie rivoluzionarie. Tomaso Ludovico
avere
sue
potrà
da Vittoria
potrà
mente,
nessuno
ma
più caldo, più vee­
più magnifico del nostro
essere
Grande
-)(­
*
!
*
-
_Quanto a� �entimento religioso
-
d:- �agDl�Ce?Za:
gra�oallIeVI
i
costltUlrono, con le loro opere, il
St;t?l
pIU gran monumento musicale che possa van­
tare la storia dell' arte italiana.
Bisogna però
su
la
non
l
contemporanei
lasciarsi
-
musicale de­
dagli storici
i quali, tutti, pare si sian messi
per trovare nella musica anteriore al
vera
portata
sentimento
CrIstIano, quello
n,eppu�'e nella
Cl
fu
,lll
non Cl
se
ne
musica
non
ci
palestriniana,
puro,
potè
COlle
q�ella co:uposta ante!iormente,
sCrItta
p.ote �s3ere
dlCa
III
III
q"?-ella
contrano.
al
essere
non
come
dopo, checch�
Insomma: la religione
della riforma
cretata dal Concilio di Trento
dell'art3,
d'�ccordo
ingannare
e
-
.
dl,
q)
?ritiche-della yita delle opere
Mem,ori�� storic?
LUlgl da Palestrina compilate da­
e
GlOvan:c.1
.1 !eI'
Baml
GiUseppe
-
Roma, 1823.
12
cristiana
'sua più
aveva
pura
e
trovato molti secoli addietro la
naturale
espressione musicale
nel canto gregoriano: una forma d'arte diversa
fosse quella dei primi po lifon ist.i quella dei
-
della riforma del
doveva rispondere
sentimento diverso: alla evoluzione del
fiamminghi quella prima
Concilio di Trento o dopo
ad
un
-
sentimento
primitivo.
gregoriano era stato concepito
unitamente alle parole, era stato l'esaltazione
della parola mistica, sacra, ottenuta con la
melodia; la pòJifonia invece fu il portato di un
progresso scientifico musicale: i primi canti dei
primi credenti erano sgorgati da le anime nel1'estasi dell' adorazione, nel fervore della pre­
ghiera; la polifcnia nacque nei Iabora tori degli
studiosi, come una scienza, e divenne l'espres­
sione di un ragionamento. Ragionamento e
spontanei tà si escludono.
Il
canto
'
Nella musica po l ifona della fine del '400 e
l' ho già detto più addietro
del '500
passò
tutta la grandezza della chiesa cattolica giunta
al massimo de la sua potenza; la fede del puro
..
-
cristianesimo
-
no.
IV.
Contemporaneamente alla grande scuola
musicale romana (Felice Anerio, il prediletto
di S. Filippo Neri
Francesco Soriano­
G. M. Nanini ed altri ancora) ne fioriva a
Venezia un' altra
instituita da un fiammingo,
la quale, come la prima,
Adriano Willaert
doveva acquistare in breve tempo un carattere
opera bellissima (. L'ATte musicale in Iialia:»
è la musica sacra più profana che si possa
immaginare: il dottissimo ed elegante canonico
di Chioggia vi fa cantare il Signor e la Sposa
Mistica con gli accenti più umani possibili;
Il Merulo, del quale si celebra in questi giorni
a Parma il terzo centenario dalla
morte, per
merito sopra.tutto di Guido Gasperini cui si
deve la nobile iniziativa (e al quale tutti noi
che abbiamo per l' arte musicale un puro amore
dobbiamo r ssere riconoscenti), Claudio Merulo,
organista a San M arco essendovi maestri di
cappella il V\ i llae rt, poi Cipriano de Rore,
poi lo Zarlino, fu compositore molto sti­
mato al suo tempo. Giuseppe Zar-lino, nelle
sue Dimostrazioni Armoniche, fa che le
leggi
dell' armonia vengano stabilite in seguito a
discussioni fra Adriano WiJlaert, Claudio Me­
rulo e Francesco Viola (maestro dj cappella di
Alfonso d'Este!.
Il Torchi (op.nit.j ha pub­
blicato, del Merulo, cinque madrigali, uno dei
quali bellissimo (Vergine bella che di sol ve­
stita) e un mottetto (In Deo speraoii cor meums,
a sei voci, di
inspirazione elevata e di fattura
eccellente. Ora, qui a Parma, sarà eseguita
una M essa a otto voci
<� Cara
la vita mia»
della quale mi .proverò a dire i pregi e i difetti:
anzi poichè gli uni e g1i altri sono anche nel
mottetto citato, di quest' ultimo è inutile ch'io
faccia l'analisi.
-
-
-
-
poi assurgere a grande altezza
Il Willaert (che alcuni vogliono scolaro
del francese J ean Mouton, altri di Iosquin des
Prezj portò ti. Venezia .la scienza del contra­
punto già matura: gli artisti veneziani, educati
da lui, la fecero servire allo svolgimento, al­
l' ampliamento polifono delle canzoni del popolo
proprio
e
dal connubio nacque e si fece forte ]a nuova
la più importante dopo quella di
scuola
famosa per i nomi di Cipriano de
Roma
Rore, Zarlino, Costanzo Porta, Francesco della
Viola e Claudio Mérulo, che la illustrarono con
le loro opere
Il metodo tenuto nel cornnorre dai maestri
veneziani non differiva per nul Ia da quello
che si usava a Roma (ed anche nelle altre
scuole: dovunque insomma si componesse mu­
sica polifonica): erano le stesse canzoni, le stesse
melodie della liturgia che servivano di cario­
e
-
Da un madrigale a cinque voci di Iaches
Wuert ha preso il Merulo il tema per la sua
Messa: Cara la vita mia; il Wuert probabil­
mente si
sarà, a sua volta, inspirato
canzone popolare: ad ogni modo ciò
per noi alcuna importanza.
Noto qui la melodia principale,
-
una
non
ha
il
come
tralasciando
nella ripresa del secondo
non sono che una
ripe­
udite.
.Meì-ulo l' ha scritta
quelle battute che
Kyr.ie specialmente
tizione di altre già
da
nel
Kyrie,
-
-
�
,
consonante
un
4/6:
della
ma
richiesta,
ciò
non
e
attacca
scema
magari
con
per nulla il valore
La sua polifonia à però i
essenziali della scuola veneziana.
Svolgimenti ricchi e sapienti, sprazzi luminosi
di inspirazir.nc, pagine di alto valore espressivo
incastrate fra pagine quasi volgari: dei brani
che potrebbero sostenere il paragone; anche
per il pregio de la tecnica, con altri di Pale­
strina e di Roland de Lattre, e pagine di orno­
fonia degne dei compositori chiesastici deca­
denti del XVII: secolo. Si veda, per esempio,
nel Gloria, il « Domine Deus Agnus Dei» a
canto al « cum. Sancto Spiritu »: il primo di
molto elevata,
uno stile e di una espressione
il secondo di un carattere strumentale ant.i­
vaccio ai contrapunti
sapienti, allargate, dimi­
nuite, per moto retto, contrario, tormentate,
snaturate da ogni sorta di artifici complicati.
La riforma musicale del Concilio Tridèntino,
anche a Venezia, non aveva avuto un grande
effetto, perché non aveva potuto toccare che
,
così che l'opera riesce forse un poco monotona.
Alcune volte il nostro Autore ripete dei brani
interi di polifonia in una parte e in un' altra
della sua messa, mutando semplicemente le
parole sotto le note; l'attacco del Creda., per
'esempio, è simile a quello del primo Kyrie.
La messa è composta a due cori, a cori
battuti: per ciò, assai spesso, la melodia prin­
cipale è nella parte superiore di ciascun coro:
i bassi cantano poco (nelle composizioni della
scuola romana si può dire che quasi ogni voce
abbia un a importanza eguale) ma invece ser­
vono solamente di base agli accordi: hanno, in
conclusione, il carattere del basso continuo che
poi il Padre Grossi da Viadana doveva elevare
a sistema.
Lo Zarlino
aveva
stabilito, nelle sue
Institutiones Barmonicae, il modo di comporre
a due cori ed aveva
scritto �( Accaderà alle
«
volte di comporre alcuni Salmi in una ma­
« niera, che si chiama Choro
spezzato, i quali
«
spesse volte si sogliono cantare in Venetia ne
«
i Vesperi et altre hore. delle Feste solenni; et
«
sono ordinati et diuisi in due, o
più Chori;
« ne i quali cantano
Quattro o più voci; et li
« cliori si cantano hora uno hora
l'altro à vi­
cenda: et alcune volte (secondo 'l proposito)
«
« tutti insieme; massimamente nel
fine: il che
« sta molti: bene. Et perché cotali cori si pon­
«
gono alquanto lontano l' Wl, dall' altro; però
« aooertira il Compositore
(occio non si odi dis­
«
sonanea in alcun di lOTO ira le parti) di fare
maniera la Compositione, che ogni
« in tal
c
ChOTO sia consonanie : cioè che le parti di un
in tal modo, quanto
« Choro siano ordinate
« fu.ssero
composte à quattro voci semplici, senza
« considerare
9li altri Chori; lwvenclo però 1'i­
«
guardo nel por le parti, che tra l01'0 insieme
(o
accordino, et non vi sia alcuna dissonanza:
« pereiocchè composti li Chori in cotal.maniera,
«
ciascuno da per sè si potrà cantare che non:
« si udira cosa
alcu.ua
che offendi l'Udito,
«
Questo airoertimenio non è da �prezzare. chè
«. è di grande commodo; et
[u. ritrovato dall> Eccellentiss Adriano (il W illaert) ».
«
Il Merulo non sempre è stato ossequente
alle leggi: molte volte, in questa sua messa, un
coro preso da solo non
costituisce l'armonia
,
.
'esteriorità dell' arte, non l' essenza.
Il progresso delle due scuole, romana e
veneta, è, si può dire parallelo. Solo che mentre
da una parte la musica polifonica mantiene
sempre I e lo mantenne anche quando inco­
minciò a decadere, per tagioTli diverse) un ca­
rattere di grandezza, di maestà mirabile, e lo
stile severo, elevato, e si sente in essa l' in­
fluenza della città dei papi, e del Vaticano, e
par ci sian riflesse le tele di Raffaello Sanz io
o del Buonarroti: mentre in quella musica i-i­
vive Roma, la gran Roma eterna, dall' altra
parte c'è il riflesso dell' oro di San Ml;U'CO, la
luce del Vecellio, la fantasia coloritrice del
'I'in toretto, c'è la città dei dogi ammantati nei
ricchi roboni di broccato, la città delle belle
donne dai capelli biond i.Ta città che pare sorta
per l'incantesimo di un mago grande artista
dell' oriente. Mentre da una parte, se manca il
puro sentimento religioso, c' è sempre una
certa austerità di espressione, dall' altra l' e..:.
spressione drammatica signoreggia sempre più,
Difatti, dei discepoli del Willaert, H u bert
Waélrant compose canzoni (Canzoni francesi,
canzoni alla napoletana) e madrigali ma po­
chissimi mottetti sacri; Cipriano de Rore, il
fondatore dell' arte n'Uova (tea tra le, dramma­
tica) secondo Claudio Monteverdi, introdusse
il cromatismo nei toni della musica di chiesa,
e
e preferì pur lui di scrivere madrigali
pas­
sioni, piuttosto che messe; lo Zarlino e il Me­
ru lo
che vennero subito dopo, furono dello
stesso sentimento. Basti vedere, dello Zar-lino,
i due mottetti (Nigra sum se.I formosa, Ecce
tu pulchra es) pubblicati dal Torchi nella sua
chezza, con più o meno esattezza, il tema pro­
posto dalle due voci superiori: nuovi elementi
melodici importanti le pal ti non aggiungono,
composizione.
caratteri
patico,
M olto ricca la melodia non è, si vede chia­
ramente. In essa domina un sentimento un
poco triste, in quella discesa di note così so­
vente ripresa, in quel re che ritorna assidua­
mente, in quelle fermate sopra gli accordi
deboli del tono; c'è, a intervalli, come il de­
siderio di espandersi liberamente (B-C-D), reso
dalla cadenza' ricorrente ad arrestare lo
slancio. Se ho notato la sola parte del soprano
è perchè le altre parti hanno una importanza
'non mai superiore, anzi quasi sempre secon­
.vario
daria.
Il Merulo di questo tema ha tratto tutto
il partito ch' era possibile trame con le muta­
zioni ritmiche: quanto a melodia, egli non ha
.aggiunto che ben poco: tutte le parti, ripeto,
o
meno i l'Cnon fanno che imitare, con più
rumoroso:
n
quale
carattere
strumen­
tale riappare sulla fine del Credo e nel �< ple­
ni sunt coeli » del Sanctus.
L'artificio del canone e del la fuga (non
s'intenda questa parola nel significato moderno)
è usato con molta discrezione: 1'imitazione è
talvolta nascosta, affogata da parti che servono
solo d'armonia, ma spesso è chiara e bella.
Due pezzi sono di grandissimo valore in questa
opera: il Crucifixus (a quattro voci) e il San­
ciu s fino al « pleni sunt coeli ». Nel primo,
molto inspirato, le parti hanno una indipen­
denza assoluta, e da tutto il brano risulta una
mirabile potenza di commozione: nel secondo
queste doti sono, se è possibile, anche più
chiare. La melodia è presa, per tutti e due i
pezzi, da quella del Kyrie, ma per allarqa­
mento (per il Crueifixus il brano E, per il
Sanctus lo spunto iniziale A) Questo Sanctus
basta per poter giudicare il Merulo un poIifo­
nista di valer» considerevole, malgrado i suoi
difetti, malgrado il cara.ttere troppo spesso
istrumentale della sua musica per voci. Spe­
cialmente dobbiamo studiare le sue composi­
zioni, come le altre dei maestri veneziani con­
temporanei, perchè in esse incomincia a sen­
tirsi chiaramente l'espressione drammatica
delle parole, quell' espressione che doveva poi
13
-d iven ire più forte con Andrea Gabrieli e che
.faceva presentire 10 stile dei grandi maestri
tecnica, quella sì So benissimo, e lo sanno
tutti, che un bravo direttore di nonservatorio,
un bravo
professore non possono nulla se la­
sciati a se stessi, alla sola iniz rativa personale.
Ma chi presiede alle CO.3e della nostra istru­
zione, chi regge la co m pubblica 'se ne deve
teatrale
dell' opera
polifonia vocale, dal 1600,
-doveva incominciare rapida la decadenza Il
.secolo XVI morente doveva aprire all' arte mu­
per la
Perchè,
nuovo orizzonte sterminato, Per tutta
artisti sentivano che le ceneri del­
l'antichissimo teatro greco l'i palpitavano di
vita, A Firenze, dalle ceneri, doveva risorgere
fecondata dal genio degli arbisti novatori
-della Camerata Bardi dei Oon ci di Vernio
-sicale
Italia
occupare,
un
Abbiamo una miniera di oro' puro in casa
ci accontentiamo di foggiare le nostre im­
magini artistiche ne lo stagne) e nel piombo:
è, vergognoso.
Dallo studio ùella polifonia del '50J, dallo
studio di quell'arte gr mdissima, la nostra arte
at.tingerà una, forza nuova: non per esprimere
sentimenti morti, ma per dire ciò che vive
ne le nostre anime, le nostre
passioni, le nostre
asp irnz ion i più nobili e più belle,
gli
e
-
-
l'opera
in musica,
un vagito che parve allora un
vo­
1J0co fu forte. La polifonia
fu oscurata, e si ritrasse, e non trovò
nemmeno nelle chiese: parve vinta,
diede
Sorse
grido,
cale
e
ne
di
lì
a
posto più,
1l.DI::BHANDO l'JZZETTI.
V.
Alcune
a
parole voglio aggiungere
ora
necessità di studiare, noi musicisti, la
sulla
grande,
del XVI
forse, co�e
ltalia hanno gla detta e nfa
-detta una sim il cosa, par lerò al. vento: non
nulla, dirò ad ogni modo.
nostro
Dunque: pretendere che il popolo.
senta la bellezza della mUSICa po­
secolo,:,
polifonia
-quei pochi che in
la ricca
.corriprenda,
lifona cinquecentista è
in mente bisogna non aver
-spirf to di quell'arte e non
.spirito dei nostri tempi. Il
stupido,. e
ila musica ttappttesentativa
avanti la ttirottma melodttammatiea
�lletterselo
mente dello
a
capito
capir niente
(CLAUDIO MERuLO)
dello
popolo del '500 po­
perchè er� stato lui che l.'avev:a
e le
su� cerrmorue
inspirata, perchè la Chiesa
parlavano
avevano per lui un si�nificato: glI
-del la religione cattolic.a, se non gli parlavano
-del sen timen to cristiano; 111.a il nostro popolo,
'te va
sentirla
il
'ora, è mutato: fra
passate
-so n
nimenti
e
secolo XVI
e
Fu musicista vario e profondo Claudio
Merulo, e se sotto le vòlte del Duomo di
Brescia fra le pitture del Moretto e del
Giorgione, se tra gli archi dorati del mag­
gior tempio a San Marco fece risuonare le
lente note mistiche de' sacri canti, de' mot­
tetti, delle toccate, de' rìceroari, lui « gran
« fonte al cui
gran valore non si doveva
« altro
premio che il Cielo stesso» lui,
autore « della buona scola approbato » sog­
getto degno di « memoria eterna » lui
il. nostro
di mezzo troppe cose, troppI avve­
il soffio di troppe idee nuove: il
resta freddo dinanzi a tutto
'popolo
nostro
-quol lo che
non comprende più ed è
giusto
Ma per noi musicisti l'affare è diverso: noi
del sen­
possiamo lasciar da parte la
timento espresso e occuparci solo del mezzo
-di espressione ; e quello è tanto bello da im­
porsi alla nostra attenzione più profonda, al
nostro studio Non conoscere le opere dei po­
lifonisti del '500, per un musicista, El una ver­
conoscere la
:gogna; come per un poeta non
Divina Commedia. per un pittore non cono­
-scere le opere di Michelangelo.
Polifonia è ora diventata una parola co­
di molti seri­
mune, che corre su le bocche
bacchiatori ai note musicali, di molti compo­
-sitor i di belati e di ragli in forma di romanze
·0
d'operette, e di pot=pou.rri indecenti con
titolo, d'Intermezzo, 'Ouverture, o simili. E
-tutti questi bravi signori, deficienti de la mu­
sica, si credono di aver trovato una nuova
formula di arte contrapuntistica quando son
-
.questione
zoppicante, a trac­
dare un contrapunto senza quinte su un canto
dato. E dire che la tecnica del contrapunto
non ha fatto
per voci (non dico �dell'armoniaJ
Tiesciti
un
a
fare
un
passo notevole dal '500 in qua:
Non vorrei che
verso
nessuno
dei
grandi
non
lo ha
mi tacciasse di
che amo, che
e ai
quali m i prosternerei ginocchioni
potessi, ma davanti ai miracoli polifonici
Palestrina e dei suoi contemporanei, il con­
onoro
-se
di
lo
vocale della Messa in Re) della Nona
della Messa da ReqLtiem di Berlioz
di Verdi è povero, è quasi me-e dell' altra
-schino. Che cosa, dell' arte polifona cinque-centista ne pensasse Beethoven non so, Berlioz
non ne ebbe, credo, una conoscenza sufficien­
-temente profonda nè chiara, Verdi la comprese
negli ultimi anni' de la sua vita gloriosa e
disse, da par suo, del le cose che assomigliano
-di molto a quelle che io dico oggi, povera­
mente.
Studiare i trattati va bene, il Cherubini è
buonissimo, il Reicha e quanti altri so io sa­
ranno
eccellenti, ma studiare le opere vale
assai meglio, 'Esporre le regole potrà essere
una bella cosa, ma farne vedere l' uso
pratico
è bellissima senza alcun dubbio. Ai giovani
il
non
che
composizione
si può
d'accordo: tanto pm che studiare
trapunto
sinfonia,
s.tudiano
«
principe degli organisti
«
»,
gentilissimo
soavissimo » seppe però anche sotto il
libero cielo azzurro, tra l'aure che spira­
vano soffi di rinascite e di nuovi ardori, far
vibrare dolci note amorose e cantar
e
"
"
"
11
Occhi Iegg iadr-ì e belli
ov' ha il suo seggio amore
11.
Chi non .sa, com' Amore
arde senza pietado 11.
O voi servi d'amore
pietà dal mio d ol o re
Chi
non
sa.
(c.
che sia
angelica beltà,
miri nel vo lt o
d.e la donna m ia
....
11.
canone
fatto, assolutamente
irriverenza
Parma, sui primi di giugno del '901.
&,�nio
darglìe'o,
�omposizione è diventato ora come sbud.iai-e
qualunque altra cosa perchè tutti ,lo vo­
gliono fare' ma ai giovani si può dare la
,.
'}1J il madrigale, pur leziosamente e con
artificio dettato dal poeta, vestito
delle note del musico si snoda, s'avviva e
ritrova l' espressione della sua affettività.
Che se qui il Merulo non toccò grandissima
rigido
fama, appunto perché maggiormente volto
al genere sacro, tanto
e il nome, che ebbe a
a
gli sorrise la fortuna
legar la sua memoria
speciali avvenimentiIn
ìstraordinarie cir­
costanze.
È singolare davvero che, mentre le
arti belle, pittura, scultura e architettura,
in quell'età del, secolo XVI, di sì profondo
scadimento sociale, di si grande miseria
civile e di corruzione morale, erano venute
a somma perfezione, anzi già
additavano i
segni della decadenza, la musica, l'arte pe­
culiare del popolo italiano, l'arte che più
intimamente ne ritrae lo spirito, non si era
ancora rivelata sotto quella forma che do­
veva produrre la più vivace e
brillante, la
più gloriosa manifestazione artistica. La
musica profana non sapeva ancora esprimere
co' suoi mezzi gl' infiniti e varii sentimenti
dell'animo, che la poesia invece interpre­
tava con fine artificio in tutte le sue gra­
dazioni � la commozione, l'agitazione del­
l'anima, la rapidità incalzante del dialogo,
il sentimento drammatico non erano 'a co­
del dotto madricalìsta
ne' mai
erano stati alla prova dell'O arte s'ua.
I. nostri genii musicali,
noscenza
appariscono
quando vanno estinguendosi D'li
altri; parmi, però, che il risveglio del'Ia
musica
nel xvro secolo, anzichè un'arte
propno
veramente .una trasformazione
artistico. E il rinascimento' è
l'arte e la scienza antic� che d'un
ritrovate aprono al pensiero sconosciuti oriz­
zonti; e co.me gli dei sereni e le leggia,dre
dee dell'Olimpo sorsero su le loro rovine e
e col fulgore delia
purissi ma bellezza rin­
novarono la pittura e la scultura ';
cosi le
carte de' filosofi di Grecia e di Roma rive­
larono l'arte semplice e grande decli an­
tichi auleti, l'arte di quel canto
aveva
�a potenza d� c?mmuovere tutto un popolo,
Il
'popolo artI�tI90 sopra ogni altro, e riu­
scirono efficacissimo Impulso alle idee nuove
che già fervevano nelle menti dei dotti
maestri fiorentini. E dopo la frenesia del
con�scere e del sapere si slanciò lo' spirito
fervido e le più fulgide creazioni. Fra- i
mUSICI del Xv I" secolo e i pittori,
gli scul­
tori del Xvo v' ha dunque meno differenza
di natura che di forma.
nuova,
dello
SIa
spirito
trat'to,
cheo
'
Si
tenga
ben conto
lo �vil?ppo della
poi che,
a
ritardare
musica di pura
isprrazroue italiana, accadde un fatto sin­
golare, la venuta, cioè, in pieno' quattro­
cento, nell' epoca del risveglio dell' intelli­
genza latina, di' un gruppo di gagliardi
musicisti fiamminghi i quali ebbero sul
movimento musicale italiano un' influenza
grandissima. 1'antico maniera di cantare
piana, semplice, dolce e l'antico sistem�
della 'pura melodia, che forse stavano per
dare all' Italia una musica di carattere
schiettamente nazionale, cedettero il posto
ad una nuova maniera di cantare, ad un
nuovo sistema.
Prima che ciò avvenisse,
ne' secoli XIII e XIV i trovatori urovenzali
e i trovatori italiani
passavano insieme di
terra in terra da una ad altra corte a can­
tare le imprese de' cavalieri e gli amori
delle dame, dovunque, erano accolti con
segni di giubilo sì dai popolani che dai
nobili, tanto nelle piazze alla serenità fe­
stosa d'un cielo ridente, quanto ne'castelli
ove la loro
poesia trascorreva melodica tra
il sussurro d'una vita d'amore e di pia­
ceri. Soggetti inesauribili de' canti storici e
satirici" dei trover i erano i costumi e gli
avvenimenti del secolo; sì che la poesia
dolcemente accompagnata divenne allora
quasi una necessità � i conti e i baroni
lasciata per un istante la spada,
vano l'arpa del menestrello e
colle' malin­
nostra
.
impugna�
coniche no�e .di
essa ammausavano
gli spiorgogliosi del cuore. E come ben prestò,
accanto alla poesia sacra, frutto dei lette'rati, per lo più fredda e manierata, si af­
fermò ,'l'inno popolare, che nella rozzezza
.riti
della forma trovava bene spesso una strana
così la canzone popo­
lare invase il campo religioso e prestò le
sacre. Nella
innografia
su.e J?-0te alle
cristiana tutto e veramente popolare: il
sentimento, le immagini, il metro regolato
e adattato
per il canto; in modo che nel
quattrocento « fra il canto religioso e amo­
«
ros? v' è differenza altro che dell' oggetto;
« la intonazione, la
espressione, la versifi­
« cazione è
la stessa ne' due indirizzi: si
«cantavano i medesimi
strambotti �lle
«
Vergini e alla donna del cuore, alla rosa
« di Gerico e alla rosa rossa del balcone ».
E la canzone echeggiava ne' stornelli: .negli
amebei, ne' strambotti su pei colli in fiore
negli aulenti Maggi, nelle ballate nelle
frottole, nelle villanelle in ritmi' vivaci e
arditi pei campi biondeggianti, al sorriso
vigoria d'espressione,
ri�e
-------
d'un cielo perennemente azzurro; e la can­
zone risuonava non solo per pubblici avve­
nimenti, ma anche per private avventure,
come n'accerta quellagrimevole e tremendo
caso d'amore che il Boccaccio racconta nella
va novella della vr- giornata del Deca­
merone.
Ma quando di Francia, di Fiandra e
d'Olanda calarono a stormi in Italia ad
occupare i migliori posti nelle basiliche,
nelle scuole, nelle corti, nuovi maestri con
un'arte nuova, per tutto un secolo, dal 1450
circa al ] 5!'-)0 parve che il genio musicale
italico, costretto ad un' artificiosa imita­
zione, s'affievolisse e s'oscurasse. Questa,
----------------------------------
i grandi del mondo antico e moltis­
simi personaggi mitologici e allegorici; da
ultimo la mitologia nelle sue varie e me­
ravigliose trasformazioni, colle sue plastiche
figurazioni, nella varietà delle sue attrat­
tive, nelle ricche e geniali personificazioni
rimase sola, o q,lJa,si, a divertire' gli;:spirrti:
scetici, paga1fj;r,dél tempo. Rammenterò
alcune date: /in Firenze, nel 1454, nelle
feste in onore di S. Giovanni Battista, tra
gli edifizi andati in processione c'era la
Vergine cQP Cristo in braccio e Ottaviano
imperatore con la Sibilla: nel 1473, a Roma
fu allestito presso il cardinale Pietro Riario,
uno spettacolo per
le nozze della princi-
eroi,
venutaci d'oltre monte. è la musica
avanti la riforma me­
lodrammatica. Arte riflessa, frutto solo
di calcolo e di profonda conoscenza
non
del
voce
cuore
ma
e
...
festeggiamenti,
una
particolare
....
...
•.
"
"
Vede Nettuno le
su e
Dee Mari n e
Quasi stelle Gel Ciel splender frn l'onde
..
_
« L'inventiouo
era
del Conte Germa­
nico » (Savorniano, UlJO dei
principali
cavalieri della repubblica veneziana) »)
« le stanze del Clarissimo
Signor Maf­
« fio
Veniero, la musica di Messer
«
Claudio da Correggio; e fatta da
.« t-ali
maestri non poteva essere se,
« non eccellente essendo ORsi
ecceIJen-­
« tissimi », Però anche
prima di co­
desto anno, il Mer nlo aveva rivestito
di note, poesia per cosi dire dramma:
tiche: a Venezia, nel ] 566, in casa
del Mag. e dottiss.: S. Sebastiano
Erizzo si recitarono le Troiane di M.
-
Lodovico Dolce; gli intermezzi,
mente
��
Ricordo
a
Clnudlo Merulo
-
nella Cabtedr-ale di Parma
(
im­
si
pessa Leonora d'Aragona col duca di Fer­
rara, in cui figuravano Ercole e Deianira,
Giasone e Medea, Teseo e Fedra con lungo
seguito di ninfe: per le nozze di Galeazzo
Sforza con Isabella d'Aragona nel 1489 a
Milano, Leonardo da Vinci costruisce una
grandiosa macchina, detta Paradiso, che
rappresentava il sistema planetario, con
tutti i suoi movimenti; dai loro pianeti
gli dei si sporgevano dinnanzi a la sposa'
e ne cantavano le bellezze e le virtù: nello
stesso 1489, Bergonzo Botta a Tortona
prepara ai medesimi sposi un grandissimo
ricevimento, nel quale la poesia, la musica,
la danza, la meccanica spiegarono tutte le
loro pompe, sì che riuscì la meraviglia
d'Europa e fece epoca nella storia delle arti.
notevoli, perchè
in
sciolto
vera-·
forma
di
abbastanza
e mosso;
furono tutti da lui musicati. Ma in
un 'altra
ben più straordinaria occa­
sione è ricordato Claudio Merulo. Vinto,
il concorso al, posto d'organista nella
Cappella di Venezia'nelln'gliò del 1557.
competitori parecchi i1lustri maestri
del tempo, tanto crebbe la sua fama
che, nel 1574, pare essendo maestro.
di Oappella primario il celebre Zarlino, fu incaricato lui, il Merulo, dalla Re­
pubblica a comporre la musica per la Tra-­
gedia di Cl: Corn: Frangipani. È questa la
famosa Tragedia che fu solennemente rap­
presentata nella gran sala del Maggior Con-:
siglio dinnanzi ad Enrico III.o re di Francia,
al Doge, i Senatori, il Cardinale di S. Sisto
legato apostolico, i duchi di Savoia, di Fer­
rara e di Nivers, gli oratori de'notentati e­
steri ed altre tremila persone. Ma se come
componimento poetico nulla contiene che lo
distingua dagli altri che in simili circostan­
ze si preparavano
presso tutte le corti ita­
liane, bisogna pur confessare che anche la
musica non dovette essere cosa nuova, ma
sempre di quello stile madrigalesco com'era
appunto la musica accademica d'allora. ��
dialogo
facevano per nozze, per vittorie, per pas­
di re, di principi, per ingressi trion­
fali od altro. In simili circostanze dapprima
attirarono il maggior interesse le pompe
religiose, le processioni del clero con tutti
i loro apparati; in seguito con gli angeli,
i beati e i demoni comparvero anche gli
saggio
gli apparati coreografici pre­
meraviglie e la musica eli
stile madrigalesco fece lo sue
maggiori
prove. Firenze ci porgo i migliori spettacol i
di commedie con intermezzi; qui il Macchiavelli, Lorenzino de' Medici, il Var�
e
pararono le loro
Corteccia, Costanzo Festa, lo Striggio,
Cristoforo Malvezzi, Giovanni Bardi,
Luca Maronz io, il Galilei, il Peri. il
Caccini
Chi non ricorda gli in­
termezzi che accompagnavano le com­
medie negli anni 1539, 1550, 1565,_
J566, 15t}7, 1569, 15'i9, 1584, ]585
J589? E fu precisamente nel 1579"
che Claudio 1Jfe?"ulO trovandosi in Pi­
renze prese
parte alle feste per le,
nozze eli Francesco
Medici con Bianca
Cappello. Un contemporaneo, Raffaello.
Gualtierotti, che in un opuscolo ci
lasciò notizie eli tutti i divertimenti
dell'occasione, dice: «come si « ap-·
«
presento il Vinitiano aranti a S. A.
« subito s'incominciò una musica ec­
«-'eMlen te, e can taronsi queste stanze:
Con codesta musica, adunque, detta
poli fonica e madrigalesca da una speciale
forma lirica su tutte dominante in quel
secolo. si rivestivano quei componimenti
che adombravano una forma rappresentativa
essere
recitati
o che. comunque, dovevano
dinnanzi a un pubblico raccolto; e se nel
cinquecento continue succedevano le occa­
di
gli ingegni
...
-
sioni
-
.
spressione d'ingegno brillante e ca­
priccioso; arte nella quale si cerche­
rebbe invano il sentimento, la pas­
sione, la melodia che tocca le intime
fibre dell'animo. nella quale manca dr l
tutto, come noi intendiamo, I'{spira­
zione artistica. Per il compositore di
codesta scuola il canto a solo non
aveva importanza reale; il suo studio
tutto rivolto al1a fusione delle
era
varie melodie; bastavagli aver 11 n,
tema melodico, pur non originale c
dovunque attento, che si prestasse fa­
cilmente ad essere ba�e di un variato
lavoro contrappuntistico; e il tema
melodico sotto la mano ahile del
compositore si allunga, si restringe.
si divide in varie parti, si trasforma
in mille modi per dar agio alle diverse
parti di entrare variamente, di rin­
corrersi, tardare, intrecciarsi e fondersi
insieme producendo un' armonia nella
quale sorce or l'una or 1'altra canti­
lena a segnare nettamente le proposte
e le
risposte di questo, di quel mo­
vimento. E poiché l'ideale della mu­
sica del secolo X'Vl" era appunto la
fusione di varie melodie indipendenti
vincolate fra loro soltanto dai ]e­
o
garni delle imitazioni e delle fughe,
conveniva necessariamente ch« ozni
composizione fosse a 4, 5, a 6 voci
dovevano II vere
e più; le qnali tutte
la medesima importanza. Le rigide
teorie della scienza. del contrappunto
frenavano così ogni slancio dell'animo,
ogni spirito, ozni soffio di novità. Che
se siffatta musica era dotta, profonda,
ricca di meravigliosi effetti, tuttavia
il bell' intreccio armonico delle parti
cantanti, l'eleg-ante giro melodico
delle frasi, la variata armonia che colo­
risce in modo sì strano le composi­
zioni fiamminghe, erano soverchiati,
cumulo di bizzarrie,
r icoperti da un
di controsensi, d'artifici puerili, di veri
enimmi.
portanza hanno quegli spettacoli che
;
chi, il D' Ambra, il Galli. il Grazzini.
il Cocchi
; qui Andrea del Sarto,
il San Gallo, il Peruzzi, il Buonta­
lenti, il Vasari
; qui Francesco
rappresentativa
tecnica,
:
Ma sulla fine del secolo xv avvenne
in Ferrara la vera restaurazione del teatro
classico, appena cominciata in Roma a' tempi
di Paolo II e di Sisto IV; dalla recitazione
delle commedie latine di Terenzio e di Plau-.
to si passò, tosto alla .traduzione,
quindi
all'imitaz ione: basti ricordare l'Ariste. Al­
lora nel carnevale e in tutte le solen ni oc­
c�sion.i la commed�:t. riuscì il. più gradito
divertimento e negli intermezzi degli atti
-
_
E tutta
tacoli è
tutta la musica di codesti
spet­
priva di
tem po,
uniforme, piena sonora,
le scene,
l�
'espressione. e .di sCl�tilllen�o;erano
narrazioni,
dialoghi stessi
.�anta�I
a
e
I
h�g��gglO
mazione, restando s.empre
.della
canto qualunque
minava sovrano.
Il
e
c era' un
contrappunto
che do­
una
amasse avere
netia in
S. Marco,
Nouamente composti
et dati in luce. I in Venetiu appresso I An­
gelo Gardauo. I 1579.
19. Di Claudio Merulo I da COlTeggio Orga­
nista I della Serenissima Signoria di Vene­
tia in S Marco, I il L'rimo Libro de 1I1a­
driqa i a tre Duci I Nouamente composti)
et dati in luce. I in Venetia appresso An­
gelo Gardano I ill1JJ.XXX.
più ampie
-
società, artifìziata spegneva forzata­
mente ogni risveglio della v.ita pubblioa,
quando sull' Italia pesava la tirannide spa­
smuola che ne aveva sconvolto tutto l'orga�ismo sociale; e il popolo siYitrasse .qu.asi
volontario dal lovorv letterario e artistico,
'sì che la letteratura e le altre arti prive
,della limpida ispi.ra�i?ne che solo la libertà
'Concede nella leziosita e indeterminatezza
forma cominciarono a decadere; al­
Di
lora dalla corruaione e dissoluzione generale
rinacque la mus 'ca con _nuovi. ide�li ed .e-.
s presse col s uo
linguaggI? mlste;lOso .CIÒ
che a le arti sorelle era vietato di mauife­
stare. Allora dalla naturale prontezza d'in­
gegno, dallo spirito fervido, aperto a tutte
le manifestazioni del bello, da l'indole gala
'e fantastica, dallo
squisito senso artisti�?
di un popolo che anche in _mezzo � le plU
gravi sventure non cessava di conquistare le
più gravi idealità dell'arte, e co'suoi canti,
'Colle feste straordinariamente pompose di­
vertiva tutti i principi d'Europa, allora sulle
rive dell'Arno sospiro ancora la dolce me­
lodia e sorse iI melodramma, il più vivo
Documento dello spirito vivace del popolo
italico.
ARISTIDE FERRERIO.
-
1892.
H,�.S'3hGNA. CRONOl.OGICA.
-
1. Fra i Madrigali
quattro voci di Cipri­
ano ed A urubale
(1:)61)
l Madon na poiche uccider
:.::. \' �i Dolci et armoniosi concenti, lib. II.
n
.
-
-
( 15(2)
3
4
5
6
7.
3. Nel
Ingiustissim' amor perchè si
Il dole' aspetto
4. Nel
Primo
Voi foste fatta (2 p.)
Lieti fiori
Soave contrade (2 p.)
l'rimo libro delle Greqhesche.
L Donna se l'occhio la 4 voci)
2 COl' mio senza (a 7).
-
libro
de
canzon
raro
,
(1564)
napolitane.
1. Tanto tanto t'adoro (a 3)
2 Alla SibiUa me ne vo (a 3).
Fra i Madrigali di Aleesandro Striqçio,
(1565)
.;._
-
.
L'alma mia fiamme (a 6).
6. Ltprimo libro I de "Madt/gati I a cinque
voci I di Claudio da ,COI regg'io I Nooamenie
po�ti in luce I Con privilegio I In Vinetia I
appresso Claudio da Correggio, et Fausto
Bethanio Compagni I MDL VI.
7. Nel Secondo. libro delle Fiamme. (1567)
1 Da bei ru.ggi lucenti (a ,.5)
2 Quindi giusto desio (2 p. a 5).
'8 Nella Corona della morte di Annibal Caro.
Sonetti. (1568)'
l Svelt' ha di morte
2 Che fìa adunque (2 p,).
1
'"
-
19)4.
.
-
-
-
9. Nei Dolci
-
(1690) (2)
1 Ingrat' amor (a 5).
11. Nella Musica di XIII autori illust1'i a
5 voci. (1576)
I lo non potria goder gioia perfetta
2 I a voi nasce il mio ben (2 p.)'
3 Deh! perchè morta mia non date.
voci.
12 Nel l'rimo fio-re della ghit'landa a
-classic�
coloriva
in un' arte
mente
la
poesia'
elegante­
fine, fine,
bile V energia poetica scossa
dal mecenatiRmo produceva,
eccitata
'ed
abbondantemente; viveva a.lle corti il
poeta. come i l maestro di cappella, il
arte
senza
"
3 Lasso che.
P'rimus Sac?'a1'um Cantionum I
qui'liqi 'i.OC: Olaudii Merult, COl'rigielisis I
Ur,qanisfae S J.l1arci, a Domini nostri Jesu
Christi nali1)ilate usq; ad prim.o Kalendas
Augusti. I Cum Privilegio. I Venetiis apud
.
An_qelum
-
Gardanum. l 1578.
(1)
.
15, Liber Secundus Sacrarum Cantzonum I
quinq; voc: Claudii Meruli Corrigiensis I
Organistae S. Marci, a primo Kalendas
Augusti, usque ad 'Domini I nost1'i Jesu
Christi Nativitatem. I Cum Privilegio. I Ve­
netiis apud An.qelum Gardanum, I 1578. (2)
16. Nella Co'ona de ildadl'igaii a 6 voci. (1579)
1 Gelo ha madonna
2 Mentre mia stella miri
-
(1)
di
G. GASPARI.
Bologna, 1892.
(2) G. GASPAIU. Op.
cito
(1693)
I M.DLXXXXIllI. (4)
34. Di Claudw Merulo da Correggio
Orga­
nista della Serenissima Sig. di Venetia in
S. Marco. Il Primo Libro de Motetti a sei
voci. Novam,ente Ristampati. In Venetia
"
Appresso Angelo Gardano. (1595)
Fu errore, o stranezza del Gardano il
lasciare sul frontespi�io della ri:3tampa il
titolo all' autore di Organista della Sere­
nissima Sig. di Venetia in S. Marco, mentre
il Mel'ulo era sino dall' ottobre del 1591 in
Parma. Dell' edizione del 1593, citata da P.
Martini,
non
esiste, per quanto mi sappia,
esemplare. Il Liceo musicale di Bo­
logna conserva ms. questo primo libro dei,
alcun
(1)
EI1'NllR ROB[';RT.
(2)
EITNER. Op. cito
G. GASPARI. Op. cito
Uni ver:sitets-BiL> :ioteket i U ppsala,
melwerke, 1877 Berlin.
Catalogo della Biblioteca Musicale
Armilla.
.
Gio:
14. Liber
e
D'una gruìa (a 5J.
31. Nella Nuova spoglia. amorosa. (1593)
l Ero così dicea (a 4).
32. Di Ctaudio Merulo da Correggio. Orga­
nista del Sei eniss. Signor Duca di Parma
et Piacenza etc. Il Secondo Libro De' Mo­
tetti a sei voci. Con giunta di malti a sette
per concerti et per cantare Nouamenie da
lui dati in luce. in Venetia Appresso An­
gela Gardano, t1593) (0)
33. Sacroru m I Concentuum. I Octonis Den:
Duoden: et sexdenis I vocibus modulando­
rum I Aucto1'e Claudio Merulo Corrigiensi
ab Organis Se1'enissimi I Parmae et Plac:
Ducis etc. I Liùer Primus I Xunc primum
Venetiis Apud Angelum Gardanum
editus.
,
-
-
-
quale'
doveva anche comporre e dirigere
Per conoscere
la musica da camera.
nostro
del
intera
uindi
l'operosità'
q
�Ie­
fulo, vissuto in tale ambiente, ,dapprIma
presso la serenissima Signoria di Ve­
nezia e poscia presso i Farnesi di Parma,
grandi nel fasto e nelle concezioni, come
attestano le superbe opere fattè erigere
là ove avevano dimora, fa mestieri di
dare l'elenco esatto, in ordine cronolo­
gico, per quanto è mai possib�leJ delle
delle brevi
opere stampate,
?o�posizioni
musi(!a1i sparse nelle COlleZIOnI del suo
-
(1571)
1 De le perle e rubini
2 Questo ben di dolcezza (2 p.)
3 Ci bo pregifl.t' e caro (3 p )
4 Caro amoroso rieo.
13" Nel J>Timo libro' aei Ml1d1'igali di
jJattista Mosto a 5 voci. (1578)
,I Liete piante
2 O se crete e 12 p.)
30. Nel Florindo
(a 7)
'l
ò
segno, come la musica, quas� per effetto
di rifrazione ottica, appanvano nelle
sfumature vanienti e velutate.
Il musico fatto elegante attraverso il
temperamento,
�
.
.
l Cantate domino cant.icum novum
:.l Ecce Maria genuit (a 7)
j Haec est dies quam fecit (a 8).
1
N el secolo XVI l' umanesimo aveva
toccato il' punto più culminante della
parabola ed invaso le arterie della vita
umana' si sentiva, si pensava nella forma
greco-romana. Le arti del di­
suo
fruiti. (1570)
Vivea solo per voi (2 st. a 5).
io. Nel PI imo libro delle qiustinian«. 11570)
Merulo.
28. Nel Liber primus qemmae musical. (1588)
l lo non pot.rra goder I,a ti).
29. Fra la Musica per concerti ecclesiastici;
,
-
-
PU�BLlCAlIONl D1 LlA�DIO M�:R�lO
•
Hodie beata virgo Maria (a 5)'
� .dl Deo speravrt cor meum (a 6)
o O altitudo di vrtiarum (a 6)'
4 O rex gentiurn et deaìderatua eorum. (a6)
5 Pax vobìs ego su m (a 5)
ti Sancti et iusti in Domino gaudete (a 5)
7 'I'ribus iu iracu tis or nat.um diem Ca 5)
8 Vos qUI reliq uist.is om nia (a 5).
2-1 Nel Gaudio a ;) voci. (1586)
l Se non m' ingann' amore
2 Ecco che gl' e pur vero (2 p.)
i:) l\l.ai non vo più cantar lcanz. 1. p.).
25. lS ella Corona di .d sonetti a 5 voci. (1586)
l Vide l'Arno
superb' ambe
2 Col suo nume maggior l'unica figlia.
26. Nella Musica spiriiuoie a 5 voci. (1586)
l Signor fra tutte l' opre
2 Vergine che consoli (2 p.)
27. L'Amorosa Ero rappresentata da Pl,Ù
celebri musici d'Italia con l'istesse parole.
Fra questi è annoverato Olaudio
(1588).
J
(1565)
5
20. Nei Lauro secco, �16S2)
l Mentre il. lauro gentil (a 5).
21. Negli Amorosi Ardori a 5 voci (1583)
t Vorrei lasso esser
2 Mirami VIta mia.
22. Neùa Musica de diuersi autori. \1584:)
1 Fida scorta (a 7)
2 Perchè sopporti (a 7)
i:$ Gccbi che tia (a tl l.
20 � ella Raccolta delle sacre canzoni edite
da .1:<'. Li nuuer per uso clelle scuole e chiese
germaniche. (1685) (l)
1 Gravi pene 'n amor si provan
2 S'al vostro mal consente
ogni'
Bologna, giugno
3 Di neve e fresche rose
4 La mia spietata sorte.
17. Nel Trionfo di Musica a 6 voci. (1579)
1 Tra pure nevi
18. u Primo Libro de Madrigali I a quattro
voci I di Claudio Merulo da
Correggio I 01'­
ganista della Illustriesima Signoria· di Ve­
chiamerò,
intorno alle composizioni del
Merulo, citate in opere del cinquecento,
senz' alcun' altra indicazione, potrà con­
sultare l' opera: Bibliothek der gedruckten
weltlichen vocalmusik ùaliens aus den Jahren
1500-1700 von Dr. Emil Vogel.
Berlin,
nuova
.
che
'notizie
Ma, anche per la musica era vicina l'ora
della rinascita; e si badi: quando fu caduto
.ogui reggimento den.lOcratico, quan.do
unico, chi
numero
,
mUSICa;
edizioni,
Meruliane.
Già esiste, è vero, un catalogo nelle
Memorie della cita e delle opere di Claudio
Merulo per Angelo Ca tela n i, ben fatto,
tuttavia incompleto, dopo i nuovi e mi­
nuti studi che si sono fatti. E siccome
non è lecito abusare dello spazio in un
nel medesimo stile del madrigale
piu VOCI;
i diversi pezzi di poesia non erano legati
gli uni cogli altri, nun vi. �ral1o s�ene co�­
tinuate fra più .personaggi III nn
musicale che SI prestasse alla rapidità del
decla­
e che tenesse-il posto
'dialogo
delle
e
(SI
(4)
Bibliographie del' Musik<sàm-
16
47. Nella Raccolta del Raeeri; quattro
zoni da suonare. (1608)
Mottetti in 40 della fine del secolo X VI, in
partitura,
di carte 72
35. ,T\ ella Vittoria amorosa. (1596)
1 Amor co' strai ferisse Ca 5).
36. Ne} Transilnano di G. Diruta. (1597)
1 Toccata del terzo tuono.
�7. Fra le Sacrae Symphon,iae
48. Claudii Meruli I Corriqiensis I Misse Due
cum Octo et duodecim »ocibus I conrinnande:
Beate .Marie Virginis 1
Nuperrime Impresse I cum
Parte Organica I Venetiis I Apud Angelum
'Gardanum, et Fraires I MDCIX.
La prima messa a otto, divisa in due
Additeq;
12)
....
ocio
tam
can-
3. Claudio Merulo,
v!vis
accomo.da!ae. edzt�e
quam instrumerdalibu�
studio et oJ{era Casparis Hasleri Norimbei g.
Orqanistae. (1598) �3)
drigali
m
Litanie
vita mia e lavo­
rata sopra un Madrigale di .Iaches Wert a
cinque voci. La seconda a dodici, divisa
Ili
quattro cori, è intitolata: Benedicam
Dominum e lavorata sul tema di un-rnot­
tetto di Andrea Gabrieli parimenti a dodici
voci. Il)
1 Audi Domino (a 6)
2 A ve gratia plena (il 8)
3 Confiteantur tibi (a 8,
4 Deus noster refugium (a
8)
5 Gaude Maria v irgo (a lO)
6 J nd icabo tibi homo (a 8)
7 In tribulatione mea (a 8)
8 Iubilate Deo Ca G)
9 Laudate Dominum (a 8).
38. Toccate I D' Inianolaiura J d'Organo. Dz
Porta.
toto
.
Costanzo
5.
Porta.
L'arte
data
sua
la musica figurata ha
cullà nell' opera stampata
d'imprimere
e
la
sua
Musica
-
No­
Introitus
in
missarum, quinque vocum.: quae in solem­
mitat.ibus
omnium
sanctorum
toto
anno­
celebrantur, 1566. (2)
6. Giovan Leonardo Primavera.
libro delle canzoni napoletane
7.
.
Filippo Verdeloi.
del Madrigali a
Il secondo"
-
3
a.
voci, 1566_
e.secondo libro­
1566.
Ll.primo
-
4
voci,
Il primo libro dei Ma­
8. Vincenzo Bastini.
drigali a 5 e 6 voci, 6 Febbraio 1567.
-
Madrigali
-
] l secondo l i bro dei
-
a.
Ma­
voci, 25 Aprile 1567.
11. Domenico Micheli,
Madrigali a 6 voci,
25 Maggio 1567.
Il primo libro­
12 D. Francesco Orso.
dei i\J ad rigali a 5 voci, 20 Giugno-
drigali
la
celebrantur, 25
anno
vembre'1506 (1)
10. Giulio Fiesco.
Claudio
Introitus­
Musica
-
dei Ma­
vocum, quae in diebus-
9, Giovan Battista Conforti.
5 voci, 6 Aprile 1567.
EDIZIONI MERULIANE.
.
-'-
lssarum, quinque
dominicis
I
vocum.
5
a
�. Costanzo
4.
cori è intitolata: Cara la
Merulo Da Correqqio I 01'gamsta
del Sereniss. I Sig:' Duca di Pa:ma 1 �t
Piacenza etc. 1 Nooamente da 1m date. m.
luce, et con ogni diligenza corrette. , Libro
Il primo libro
voci, 20 Luglio 1566.
.
(1)
[)
a
-
-
appresso Simone
Ve1'ovio MDXCVIII I Con licenza de
Primo
I In
Roma
1567,
Superiori.
39. Nelta
Spoglia
amorosa.
1 Amorosetto
la
neo
13. Gian Do menico da Nola.
libro delle villanelle alla
3 e 4 voci, 1557
a
(1600)
51.
40
Nella Sacrarum. Symphonim'um
eoniinuatio. (1600) (4)
1 Tribuat tibi secundum cor meum
..
14. Giovan Maria Rosso.
4 veci.
(a 7)
Magnum haered ltatia myster.ium
(a B)
3 Quuntas ostendisti mihi 'tr ibula-.
con
2
t iones
41.
la
Magnificat· V
(1600). (5)
et 1
toni,
Madrigali
-
a-
8, 8 Ottobre 1567,
a
Il primo libro deii
15. Antonio Molino.
Madrigali a 4 voci, ]568.
-
Luigi Palestrina. -. Il primo­
Madrigali a 4 voci,' 1568.
17. Costanzo Festa.
Il primo libro dei,
Madrigali a 3 voci, 1568.
18, Lupachino Deluasto.
Il primo li­
16. Pier
61
8 et
dialogo
un
Il .primo­
napoletana.
-
libro dei
12
-
voc:
-
bro
OPEHE POSTUME.
note negre,
con
a
2 voci, 1568.
19. Giov: Domenico da Nola.
J l primo­
napoletana;
-
libro (lelle villanelle alla
'
da C01'1'eggio'
42. Di Claudio Merulo
I Organista del .�el·el1i.c;.�. I Sig. puca
di Parma. Il Secondo L�bro I dei Ma­
a
drigali I a ci, que,,?oc�. I
Monsiqnor Illustrissimo d't Racco­
nigi I Nuovamente dall' autore dati
in luce I In Vrneii
I
Appresso
Angelo Gardano. i MDXCIII!.
Venne pubblicata quest' opera
poco dopo la morte dell' autore, cioè
il 30 giugno 1604
43. Toccate 1 D' Iniacolatu a L'Or­
gano. Li I rla,udio J.VIel'ulo da Cor­
reqqio: I Organista del Serenise. I Sig.
Duca di Tarma I et Piacenza etc I
Novamento da lui date in luce, et I
con
ogni dilùu nza corrette: I Lsbro
Secondo-In Roma appresso Simone
Verovio. 1604 I Con licenza de Supe­
riori,
Erano già in corso di stampa,
quando il 4 maggio cessò il Merulo
di vivere,
44. Ricerrori d' Iniabolaiura I ao-.
gano di Claudio Merulo I già Orga­
nista della Serenissima I Signoria di
f569.
È
De?icati
20. Filippo di Monte.
Il primo libro'
dei Madrigali a sei voci. 1509.
-
21.
Pare che la prima edizione fosse fatta
in questo stesso anno.
45.' Ricercari da Cantare I a çuattro voci' 1
di Claudio Merulo da Oorreqqio I Organista
del Serenissimo Duca di Parma I Nova­
mente dati in luce per Giacinto Merulo
Nipote dell' Autore. I Libro Secondo I In
Venetia Appresso Angelo Gardano et Fra­
telli I MDCVII.
46. Ricercari da Cantare I a quattro voci I ,
Di Claudio Merulo da uorreqqio. I Organista
del Serenissimo Signor Duca di Parma. I
Novamenfe dati in Luce per Hiacinto Merulo Nipote dell' Autore I Libro Terzo. I In
Venetia, Appresso Angelo Gardano, et Fra­
telli I MDQVIII.
.
.
•
Il secondo libro dei
Cipriano Rore.
Madrigali a 6 voci con una canzone"
di Giannetto (Palestrina), 1569.
-
22, Orlando Lassus
Madrigali
a
Il primo libro dei
4 voci, 1569.
23. Pietro Aretino.
-
Magnificat CUlTI q_uin-··
-
que vocibus.eliber primus, 1569. (3)
24. Aurelio Roccia.
Il primo libro dei
Madrigali a 4 voci, 1571. Quest' o­
pera fu corretta dal Merulo e stam­
pata' da Gioroio Angelieri.
-
25. Pier Luigi Palestrina.
libro dei
lamente
-
Madrigali a
corretti), 1574.
4
.
Il primo­
voci.' (So­
T medesimi caratteri con ]0 stem­
furono usati anche nella ristampa
del primo e secondo libro dei M ama
-
Venliia. I Nocamenie. Con ogni diligenza
Ristampati. I Libro Primo. I In Venetia,
Appresso Angelo Gardano 16(}5.
ristampa.
una
da
Ottaviano Petrucci da Fossombrone: Har­
monice Musices
Odhecaion, Venetiis, decimo
octaco Kal iuniasçanno saluiis 1501.'
-
Non pochi musici, allettati" aprirono una
officina da stampa, e fra questi s'annovera il
Merulo, il quale si, associò Fausto Bethanio
(1566). L'impresa tipografica adottata era un
tronco d'albero entro cui, a modo d'innesto,
sta conficcato un ramoscello sfogliato e spinoso;
intorno si legge: Simili frondescet oirça metallo.
Scioltasi
la società
alla
fine
dello
.
drizali,
1573,
a
senza
5
voci
di
Orlando
Lasso
dagti eredi di
Madrigali, a 5
nel 1580.
Sac, NEsToRE PF.LICELLr�
stesso
anno, continuò da solo il Merulo sino al 1571,
in cui cedette la. stamperia musicale a
anno
Giorgio Angelieri. (2)
Soltanto le prime
sei edizioni sono di
Bethanic con. pagni
1. Guglielmo Tctctori«.
Il primo libro dei
Madrigali a 5 voci, 1� Aprile 1596,
2. Stefano Rossetto,
II primo libro dei Ma­
drigali a 6 voci, 22 Maggio 1596.
Claudio
e
.
-
(1)
(2)
(3)
G. GASPARI
id,
id.
Op.
cito
id.
id.
(l) G. GASPARI. Op. cito
(2)
(31
(4)
(5)
id.
EITNER.
id.
id.
id.
Op. cito
id.
id.
(1) G. GASPARI.
(2)
id.
Op. cito
id.
nel
però dello stampatore, e'.
Francesco Rarnpazetto nei
voci, di Iamber Courtoys,.
nome
Parma 1904,
-
Btab.
'I'ip,
L
..
Battei.
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