'PARJ\4A��'22' Giugno 1904,- PARMA .: _ . . :. . SOMMARIO Ginno' GASPERINI Claudio Merulo. -- NESTORE PELICEJ�LI POMPE!O MOLMENTI Cenni - biografici. La Musica - a Venezia ai ... - tempi di Claudio Merulo. N. D'ARIENZO - Il Madrigale ARNALDO BONA VENTURA alla fine del XVI secolo. Cenni intorno alla - musicale nel secolo X VI e ad una stampa edizione di Claudio Merulo. OSCAR 'CHtLESOTTI Claudio Merulo nelle intavola­ - ture di liuto. ILDEBRANDO PJZZETTI La - polifonia sacra in Italia nel secolo XV I. ARI S'fIDE FERRERIO - La musica rappresentatìva vanti la riforma melodrammatica. (Claudio a­ Me­ rulo). NESTORE PELICELLI - Pubblicazioni di Claudio Merulo. /' ·./C-LAUDIO MERUI�O Il -_-=- . , . ... .,. .. '. .� DA �.- CjORREGGIO \ 1533-1604/ • • • • . _ .. _'" . l\�\L4\:) f \'� �1 Cb I • ;0:- • \ Parma, Giugno 22 CUAUOIO lVlE�UllO Ma il se memoria posteri, pochi, anche oggi, sono an­ domandandosi, meravigliati: e chi dati ch' è casetta addossata oggi, allo screpo­ Oratorio di S. Claudio e che con questo forma l'angolo occidentale del triste della Borgo cento anni or primaverile, Morte, spira va, tre­ sono, in una serena giornata Claudio Merulo. La dei non fu Claudio Merulo? lato ) non svanita è traccia ch' Egli ha segnato nel composizione strumentale. della Centinaia e quelle dell' la campo sono organista sovrapposte da la strumentale formavano, nel 16° se­ . colo, corpo solo. Non già la musica atrum entale'r si adattava alle esigenze un della vocale e stava l' un� genere insieme; onde il ma traspariva centinaia di opere, sem­ e più ricche di svolgi­ pre più ampie menti e di coloriti, si a 1604 di Claudio Merulo nome dalla svaniva sicché modesta , DA CORREGGIO 1533 ella ]904. le forme voci erano e gli a questa soggetta; l'altro si fondevano e carattere strumentale nella composizione vocale' composizione per le adoperate nella musica per della strumenti. Giunta la polifonia al massimo grado della sua fioritura e sorta già Correggio; pronta e feconda, agile ed esperta avevano, pochi dì innanzi, fat�o la scuola sorgere dall' organo della Stec­ fusione cessasse, che l'unità si cata le armonie rompesse. La melodia prorom­ mente la sua, mano sonore, piene rapidi passaggi, le eleganti frasi melodiche ch'egli, pel pri­ introdusse e nella organica che, sciogliendo legami onde la composizione per lo strumento era avvinta alla grave polifonia vocale, fe­ d'un balzar fuori cero, tratto, stile. nuovo colorito fraseggiar,e ed illustre tratto, Ed trasformato, il leggiadro Di e aveva le dolci avevan, e at­ Chiesa, ammiratori; sempre, suscitato il all' obbedienza dei \ taceva, tasti; per sempre, la mente che nei e nelle toccate aveva tracciato ricercari una cale. nuova e Poi, larga la salma via all' era arte musi­ stata onorevol­ mente il solco ma impresso dal Merulo non scuola sul finire del Cinque­ veneziana che cento, una fu, fucina di riforme innovazioni,' Claudio meglio d'ogni altro, dello e di ardite Merulo comprese, come bisognasse che la anneriva guendo una via più conveniente propria natura. sincera incisa dai contemporanei nella pietra e copriva d'un' ombra sempre più densa l'opera di colui che la e di Repubblica il Ducato di Parma si avere avuto ai loro di Venezia eran servigio gloriato é scomparso, né scomparirà. Allevato in quella famosa sepolta nel Duomo di Parma; ed il tempo, trascorrendo. inesorabile, l'epigrafe indipendenti le une dalle compito si assunse il Merulo. Sviluppando quella parte della composizione nella quale maggiormente dominano le fioriture, spezzando la compagine stretta delle continue imitazioni, sostituendo al la­ vorio intricato del contrappunto il leg­ gero ricamo delle variazioni e, più altre. lo traeva alla tomba. avvezze idee mente Spariva cosi, quasi repentinamente, glorioso Maestro; si irrigidivano le mani nuove quale alla musica strumentale ed,:, alla .vocale fossero aperte nuove e diverse vie completa­ degli ascoltatori, le emozioni. Poi, tosto più vive torna to a casa, il male si era scagliato su lui ed, in pochi giorni, alle proclamate dagli tini, occorreva che una, scis­ sione profonda e irrimediabile si producesse nel campo della composizione musicale; una scis­ sione profonda e benefica per la aggraziate melodie come nell' animo fronte esteti fioren­ l1(�IIa bellissima la consueta folla di e al melodramma: il del vecchio organista con­ musicale; l'aria per una voce sola appariva sfolgorante al­ l'orizzonte e già si udivano i primi saggi di quello stile rap­ presentativo che doveva dar vita i dall' antico stile contrappunto, pente nella voce a solo batteva alla porta della composizione musica e che bandiva veniva necessariamente che la' i mo, avversa la guerra al sua voce dalia casse voce Come ben mann non in strumento si distac­ uno umana e andasse se­ alla scritto potere, qui, per la dibili, pubblicare, deploro di cagioni impreve­ ch' io musica' vocale ancora, accomodando le frasi melodiche i passaggi agili strumento, egli fece e e alla natura sorgere stile, del tutto differente un dello nuovo dall'antico, nel pregi speciali dello strumento mani­ essere pienamente festati. Tale é l'opera compiuta dal Merulo. Opera geniale che fa- di lui il fondatore dell'arte magnifica in cui quale dice il chiaro U go Rie­ Tale i venivano ad han lasciato traccie indelebili scobaldì, uno Scarlatti, un Era di Fre­ un Haendel, fregiata di stemma, formato da un gruppo piccioli monti, a guisa di piramide, sulla maggior facilità riuscita, anzi, maggior garanzia di di cui vetta si posa un merlo (l). Aveva ap­ pena varcato il quarto lustro, quando lascia il paese natio e si reca nell'antica città di successo. oggi Parma Merulo. Ricordando i benefici da lui Brescia; è sotto quel cielo, è in quel suolo pittoresco, fecondo di tante memorie, che �iene eletto organista della Cattedrale (2). E sotto uno studio profondo e greve che deve aver raggiunto buon grado di perfe­ zione nella musica, se ventiquattrenne si presenta fra nove competitori e concorre quale primo organista della Basilica mar­ ciana, in Venezia, centro musicale la cui arte, Parma risveglia dal secolare le composizioni dell'or­ sonno da ganista volte Correggio maes tose e fa vibrare sotto della Chiesa della Steccata le armonie della Messa ad otto voci delle musiche organiche che tre secoli or già, sono, echeggiarono sotto .le stesse volte, guidate o eseguite dall'autore; e fa cantare in pubblico teatro le composizioni vocali che i e Farnesi udirono nelle loro sale. Ed a scuola si elevava di fronte colosso il terreno. sorelle; e da Milano Venezia e da Bologna, del. Brescia nostri e rispondono migliori artisti, da Vicenza e accorrono i da ed i nostri più cultori dell' arte divina. Mirabile esempio glorioso di concordia ottenuto nel 22 da Napoli, fini e raro nome di Claudio Merulo. Giugno 1904. GUIDO GASPEHINI. Roma, a dis pu ta nella è 1557 luglio come lotta il giorno di prova certamente ardua quanto mai, e riesce eletto Ser Claudio orqanista del Duomo di pro­ di Musica dal R. Conservatorio mossa il 2 Difatti, . questa solenne commemorazione, ed aiutata generosamente dai principali istituti della città, Parma in vita le città quale un Brescia il quale have sei de si et o de no presenti i signori Procuratori non che li Cantori di Capello et Se?' Annibale Padoano con l'assegno di 80 ducati all'anno (3). Venezia! Venezia! ecco il sogno di Claudio, Venezia dalle mura di marmo, dalle chiese, colonne portanti' il segno di ric­ chezza e di gloria, Venezia sveglia soltanto dall'eco delle sponde risuonanti melodiosi accordi, mentre i flutti inargentati dalla luna sostenevano mille gondole leggiere e il murmure s'udiva 'confuso di una allegra folla, onde la colpa più grave era il battito troppo vivo del cuore, o la troppa felicità: gloria, potenza e libertà, triade santa, no­ palagi e bilmente' posava sopra i suoi baluardi. In Venezia, stringe legami affettuosi di stima e di amicizia con i grandi musici creatori . Cenni Biografici L'energia intellettuale, come l'energia fisica, ha le sue forme, le quali in tutte le età hanno prodotto 'sorprendenti e misteriosi effetti, forme consistenti nelle variazioni geniali e talvolta bizzarre, che han dato un nome speciale e carattere ad un elegante e pura delle secolo. Così l'euritmia belle arti segna il secolo XVI a linee d'oro. In questo tempo si eleva la figura gigante di Claudio, l'otto Aprile del 15K3 (l) da Antonio Merulo e Giovanna Govi in Correggio, patria nato del pittore delle insegna si rivela imprimere sieme a stesso anno Allegri appare, e giovane mondo la potenza del chiaroscuro, emulo' dell'U rbinate e maestro, la musica Fausto figurata nel 1566 in­ Bethanio; ma alla fine dello rimane nella solo III dal trono di Polonia, dovendosi trasferire a quello di Francia, si. soffermo in Venezia per alcuni giorni. Il Merulo è scelto a comporre la musica por la Tragedia di Cornelio Frangipane, da eseguirsi in onore del Re e davanti al. Doge e i Senatori. senz'essere stato scolaro, se trascuransi nelle opere giovanili le povere traccie di una onore lontana imitazione. casione delle In tal modo pure s'avanza nel mondo dell'arte il Merulo, e i biografi ricordano, pello con cesco de' Medici; l'invenzione quali maestri, il francese Mènon e Girolamo Donato, solo perchè in quel tempo abitavano In Correggio. (l) Libri bat.tes ima.li in San Quirino. facile non impresa sino al 1571, e intorno a questo tempo cede la stamperia a Giorgio Angeiieri. Una occasione, per distinguersi, come 'com­ positore accademico, gli si presenta opportuna e straordinaria nal 1574, quando cioè Enrico Grazie. Strana combina­ zione! Il divino al della scuola veneziana, il vecchio Willaert, Costanzo Porta, i due Ga­ brieli e lo Zarlino. Apre un'officina per Cipriano Rore, Un'altra al composizione, che recò grande Merulo, si è quella data in nozze dell'infelice Bianca il serenissimo gran (1) Angelo Cabel an.i Memorie .. oc­ Duca era della vita e Cap­ Fran­ del conte a Antegnati. Arte 'organica, 1608, pag.5 Easoìoolo Organisti della Basilica di S. Marco Costanzo carte 21. , canzone di Maffio Veniero: Dee Marine sue Fu pure il Merulo fra i settanta cavalieri mandati in tale circostanza dalla Repubblica in Firenze. Dopo servizio di ventotto anni lungo un Claudio abbandona la driatico città precisamente e cui dell'A­ regina alle fine del in 1584, a primo succede, qualità d'organista, gennaio dell'anno dopo, Giovanni Gabrieli, Se maestro di Cappella del Duca di Parma era aacora 'I'urnhout ] e il nel l'olandese 1589 solo al se primo Giovanni di ottobre del 591_, lo si trova allo stipendio della Corte Farnese (1), questi cinque pertanto in fu ove anni? Frà Alberto Draghi nei i�TC dialoghi poesia stampati in Brescia nel 1624 scrive: Claudio da Carreggio fu musica e suonatore a' giorni nostri singolarissimo et pur dianzi fu appresso i Serenissimi di della scenica .. , Mantova. E i con quale fu Gonzaga mai la relazione del Merulo di Mantova? Si conoscono soltanto due lettere di Claudio, una delle quali da Venezia in data quattro gennaio 1566 e l'altra del primo novembre dello nelle quali unicamente si parla la quale dovea servire musica, da le di per 'composizioni Guglielmo Gonzaga, buon compositore di madrigali; (2) tuttavia si rende abbastanza certo il fatto, senz'essere allo stipendio, di sua dimora temporanea appresso il Principe musicista, quale amico, stesso anno di carta o "ca v ali ere. ECCQ adunque il nostro Claudio in Parma, primo ottobre 1591 nuovo c..mpo cd ultima meta della sua carriera artistica, -q uale mae­ stro di cappella, organista della Steccata e precettoré della studiosa gioventù. Di lui furono allievi Girolamo Diruta, Francesco Sti vori, Vincenzo Bonizzi, Conforti, Maschera, Bora, Angleria, Salati e Volpino, celebri organisti e compositori teorico-pratici e non pochi stranieri che, da ogni parte, .special­ mente dalla Germania e dalla Polonia, ve­ nivano per imparare sotto Ia disciplina di tanto maestro l'arte che ingentilisce i cuori. il Nel 1594 lo si trov a in Roma allo scopo la magnifica edizione incisa in di curare di pagine 43 contenente le Toccate d'organo a cui è preposta da Simone Verovio una lettera dedicatoria al cardinal Farnese nella quale così si parla rame d'intavolatura di Claudio: sue « huomo' pm" l'eccellenti virtù particolarmente per quelle della et in ispetie del suono d'organo et sica conosciuto dal mondo Mu­ ben ». Di carattere giovale e dolcissimo, di ingegno acuto e vivace formava un caro e piacevole ornamento in ogni conversazione; senza pretesa, affabile con tutti sapea in­ namorare tutti di sè, il che spiega la stima delle opere (;_i Claudio Merulo. (2) (3) la Quasi stelle del Ciel splender fra l'onde. . all' recati le Claudio commemora e. incominciava: Vede Nettuno le cesco rentina hanno avuto Ed Germanico così prova l'avere nella chiesa di S. Fran­ la sepoltura gentilizia con lapide una opera ardita per la quale i ten­ tativi accademici della Camerata fìo Bach; di famiglia civile, provveduta e ragguardevole. se può essere abbastanza un (l) R. Archivio di provvigionati, l590-!:l. (2) A. pago 55-6. Bertolotti. Stato La in Parma Mus ica in - Libro Mantova, dei lSS3l 3 che per lui cavaliere il Duca di Parma da crearlo aveva l'affezir ne del fra le selve vicine nelle valli Oggi chiamata, e del nella loggia gran maggio fragranze, e. era verso , correva astro d'ar­ tranquillo il romito pel .cielo, dolce invito ad am­ mirare le incantevoli bellezze della natura, il Merulo 'traeva dal clavicembalo, vicino alla finestra e sopito in una calma profonda e serenità di le paradiso, più dolci e del circa. Interessanti Il i sera, quando mite imbalsamata di soavi leggiadre ai Giunto il Merulo all' età di anni set­ di viverein Parma il giorno tantuno, cessava quattro maggio si ricorda la 'stanza, così Merulo, ed è quella che mette questa stanza, l'aria del gento , sui colli. l'Enza: In questa preziosa reliquia, scam­ tempo che il Merulo sudavi, fra le domestiche pareti alla esecu­ zione delle sue .grandi composizioni. su all' ingiuria del pata ancora portioiùa una per Gli è conte Pomponio Torelli, signore di Montechiarugolo. E al castello >,9i Montcehiarugolo ove spesso spesso. si. portava, da lui preferito ai palagi dorati, alle fulgide stanze di una grandezza pomposa; si piaceva ad errare e 1604, alle ore dodici le particolarità della malattia, della morte e, dei funerali descritte in una Ietterà di Alessandro Volpino in data 14 maggio 1604, comunicata dal padre Affò' al Tiraboschi e pubblicata, nella Bi­ blioteca modenese. Fra l'altro si legge che « l'esequie le fece fare il Duca del suo e lo sono fece incoronare di lauro diede grandissima e di hedera. Il che consolazione versalmente. Fu vestito da a tutti uni­ cappuccino con libri di musica sopra la bara e all' incontro di ciascuna parte vi era un suo scolaro .... Sopra il cataletto vi furono posti morti so- La tempi musica, la rinomanza musicale di Venezia è , . ! di Iica Marcia.na, così che , niun memorie, italiano di donata ebbe -1_uale anche dal alla confraternita chiameremo contrappunti della Italia. l'antico che altri male; del vale a lente, dire alla decimaquinta pieni. 'I,Ja sione di dei suoni: ostante l'acutezza non contrabassi otto degli pedali sono, robusti i e tastiera, ch' è di bozzo, ha l"esten­ quattro ottave dal do al do, ov­ verosia di tasti quarantacinque, della solita canne sono tronca ottava tirate e a nei saldate con cagione bassi. Le maestria ammirabile: quelle della facciata in numero di quindici sono distribuite in tre compar­ timenti paraleli ; la canna maggiore dà il si bemolle dalla tastiera. I ma atici primo due tiratoio. Come che il corpo dello strumento sia piccolo assai, le canne interne sono sono a collocate economia di canismo di sponde (1) A. al tutta giudiziosamente spazio: anche la catenaccia­ tura è lavorata con egregiamente' sì che il me": dei ventilabri pronto ri­ tocco, qualunque sia l'agilità ». (1)� essa Catelani. e Op. l'armonia e diede e fre- e pic­ coli dello strumento è voce poco curando, differenza dei suoi schezza alle cantate, Montechiarugolo. all' ottava vigesimaseconda, con ritornelli. grata ed eccel­ alla nostra di al­ accordo, generale, maggiore agilità Castello di diede salmi, l'effetto del nostro corista, l'ultimo registro è alla decimaquinta del principale, corrispondente La importanza compatrioti, diapason due registri principale grande a nor­ accordati sono antifon ica i l' è stabilito al­ egli della costume cantare perfetta predetto sopra porta d'ingresso. Constn di quattro soli regi stri : j l tutta per Ripristinò maniera dell'oratorio scuola che andava diffondendosi la l'ottava del Fiaridra, di conservazione nella tribuna principale , ", , a otiaoino esiste in istato di il fiam­ lui, impulso all'arte dei suoni portandovi ,'gli ingegnosi naiore. Quest' orga no putti ve­ (1). Il sue­ mingo Adriano Wil1aert (1527), _. diede maggiore S. dell otto di cessore Morte, insieme all' organo quasi tutto fabbricato dal fu siq. Claudio Mfrulo da Correaqio zio del do­ « l'incarico d' istruire neti diaconi nipote Antonio lG17 patrie musicale , nel poi le verso ist.ituto più splendido retaggio. Il primo m�e�tro della ducale Cap­ pella, del quale si conservi memor-ia, fu il fiammingo Pietro de Fossis (1491), il che proprietà all' oratorio Claudio, noi altro rinvenire, può presente si trova adi»­ cente famosa in tutto il mondo volgendosi nel canto sua ve- . ramente dovuta alla Oappella della Basi. Abitava Claudio nella a] al dire di Francesco San­ sovino, parve sempre a Venezia come nella sua' propria e natural dimora. Ma fantasie. casa di Claudio Merulo cito pago 30-1. netti volgari e latini .... », N on marmi, non monumenti di un fa­ stoso dolore, come sogliono innalzare i figli vanità, sorgono sul cenere suo, ma lapide sotto le superbe arcate de l nostro 'l'empio romanico, la Cattedrale. Nes­ della un' umile sun onore nome,' ed è posare le di morte; menzognero accompagnò il di lui perciò 'che obblio non ha potuto' languide ali sopra il suo letto quindi è ben giusto che, dopo tre secoli, Parma acclami a quel grande che splende nella storia e nell' arte dei suoni, e vive nell' opere a noi lasciate; ed è ben giusto ancora onorarlo con l'esecuzione di alcune sue composizioni sull' organo, così sue fremeranno nuovamente le volte dorate della Stoccata, come al ricordo, al nome poemetti lirici, con accompagnamento di stromcnti, e al ma­ drigale, componimento a tre quattro 6 più voci, di stile imitativo e talvolta anche fugato. Del Willaert discepolo insigne e suc­ nella cessore Gioseffo 1522, Cappella Zarlino, secondo o zioni nel 1517 1590. Le tazioni nato a Ohioggia più ragionevoli (2), e morto Istituzioni sue di San Marco a indu­ Venezia nel armoniche, armoniche, Supplementi fu nel Disser­ musicaii lo hanno fatto proclamare il più profondo grande, legislatore del con­ teorico, nel secolo XVI (3). trappunto rigoroso il di Claudio Merulo. Storia della (1) CAFFI già Cappella Ducale ecc. Musica - SAC. N. PELICELLI. nella - Venezia, 1854 (2)' BELLEMO Chioggia 1884. (3) « sacra VoI. I. pago 39 '- Giuseppe « et tre canto - Pier Jseppo Zarlino 1565, 5 luglio capena per anni doì fermi di rispetto. Sia obligato insegnare fig'urato, contraponto e canto fermo a « - 'eletto "maestro di « Zarlino . .. 4 Tra i maestri veneziani più eccellenti di questo tempo, non vanno dimenticati fra Dionisio Memò, chiamato nel 1516 a Londra, andò ove con i due famosiAndrea .Marco quali proprio organo, e Giovanni Gabrieli. della La sorveglianza 'ciana spettava. ai il e Mar­ Cappella San di Procuratori ogni cosa anche più particolari,' e bisogna ve­ fino a quali minuzie documenti dere ne' scendeva la 'diligenza di quei gravi :mai curavano lievi nei 'gistrati, che 'far lev�re la . dimenticavano m'ai di non polvere dagli organi, perchè potessero rendere quell' armonia che a così rari stromenti si conveniva, e assi­ 'dmtmente tacevano muover guerra ai a dis­ continuamente che andarono ,sor'ci sipare gli orqani, mangiando suggeriva ad stipendiare i maestri, i suonator i, j cantanti più celebri d'Ita�ia e dei paesi stranieri. Si voleva che Venezia (cuoi) in malora buitarli e scatti e (1). Del buon andamento, poi, dell' istituto, Pro,�uratori erano così scrupolosamente solleciti, da far pubbliche e severe lamen­ tele se i cantori e i suonatori della Cap­ andavano pella a nelle altre chiese ridotti Una cantare o scuole, o e dei ne' banchetti e a « di San Marco i lasciavano molte quali volte di suonar sì nelle messe, come alli vesperi essi organi, mandando « volte molte giovani e poco per andar loro a sonare in altri luoohi; che è con poco decoro di essa chiesa »; e si statuisee « pratiche {( e. persone a sonar quelli, - « ogni loro n�tura mancanza (2). Troppa rigi­ dezza, invero, per così lieve fallo, spe� un' ammenda di ducati due ad di tal cialmente se si consideri dalle ganisti colpiti Procuratori « solennità di « con da « . Francia, che, tra ganista e e parole in San Marco, Correggio, posto di or­ ritrovi �ui i minuziosa severità e Procuratori esercitavano è bastante compenso ufficio, » il con loro quella. a lar- per la Cappella ducale alcuni francesi di gran voce e bassi Parigi cantanti Nei numerosi studi di musica Zaghi della tutti li «uscir nella musica tribe con GAI.ILEI. » saranno (Arch: atti di Stato - a ri­ Atti Decr: e Term: vol. 7) Lo supra intorno al contrappunto, fiere dia­ ebbe, di Proc. di Zarlino Chiesa -- - Vincenzo Galilei, fiorentino. .:: V. Disc01'SO intorno alle opere di mes­ Zarlino da Chioggia. Fiorenza, Giosefio Marescotti, MDLXXXIX. Procur: de supra, (1) Archivio di Stato Capitolare. (2) CAFFI Op: cit: Part: I. pago 30. ser - - _ si patrizie case virtuosi radunavano cantare a Erano Ricercari, i e e nelle spesso i più in voga Contrappunti Je a Fantasie, i del tre voci Willaert, i Ricercari e le toccate di Gi­ rolamo Paraboseo, di Annibale Padovano, di Claudio Merulo, le Canzoni di Gio­ « « In non dotti, anche accademie ma altri, prendevano parte, Parabosco, Franceschina Bella­ Girolamo eccellente cantatrice mano, di liuto e che, e suonatrice maestro Perison quel sulla morte del sonetto mu­ fra cui quale con Cambio, il Veniero scrisse 'un bisticci, comincia: i soliti Quando egual cambio Dì sì. gran cambio? di San rolo, cui, per In un E 'n di « « » « ficio (1) Nel palazzo Zantani archi-acuto, che sorge San Tomà, vece (Duro cambio) sì son La domenica 26 febbraio carì di Cosimo. TOSCANELLA ORAZIO nisti. Cfr: ROSSI VIT'l': (Arch: (Sette si patrizio An­ raccoglitore di antica­ nel glie, perito disegno, ma più fortunato essere stato marito d'una delle più per belle e vano del casa oneste donne del suo tempo, Elena Barozzi, celebre per l'amore, non corri­ sposto, che ebbe per lei Lorenzino de' (1) SAN Imo XVII. - 131. Caloria Porzio elenco di musici: tocca .... ,� Verdeloto Adriano, fiamengo giorni Il Rota pado­ Marco di Vinegia raro. .... il liuto con dotta mano. Pietro Pa­ et suona francese nella musica. Matteo della viola, honor d'Urbino in cotal arte, avanza ogni altro di cotal professione. Hippolito Trommanzino habita in Vinegia, et è per la sua virtù molto amato. Giulio Cipriotto insegna musica in Ro­ vigo, havendola prima insegnata in Vinegia. Girolamo Parabosco, piacentino, musico perfetto et suonatore d'organi in S. Marco in Vinegia. Franceschina Bellamano. Polissena Polissena serve Frigera. Hippolito la duchessa di Ferrara (3) PETRUCCI - Caio _ Stor: Siciliano pago 257). ORTENSIO LANDO libri di cathaloghi ecc. p: 510 Vinegia componitore Zantani tonio antichi miraculoso nell' instromento da penna et esperto musica' cromatica. Oipriano' Rore, dotto ogni lato. musicali I nomi _ moderni delle provincie, regioni; città, ca­ stella, monti, laghi, fiumi, golfi, parti ed isole dell' Europa, dell' A frica et dell' Asia, con le graduationi loro in lunghezza e larghezza ecc. Venetia MDLXVII. Ne] poemetto volgare di Caio Caloria Porzio, scrittore siculo del secolo XV, si trova una lunga seria di nomi di suo­ natori di liuto, di cantori e cantatrici e di orga­ e il trattenimenti Lorenzaccio p. 352- GAUTHIEZ, Paris, 1904. nella davano altresì in 1548, Lorenzino, mentre Polo, fu ucciso dai si­ rissone, gentilissimo musi co, vi ve, canta nell' alma patria di Vinegia. J aq ues, pregiato d'Adria in presso al usciva dal1a chiesa di S. mandò tristi lamenti mal' Centani, bel edi­ ponte di o nacque Carlo Goldoni ne11701. Alle musico in San Fena- lasciarsi vinccre: punto perì sua . musicali, di cà Zantani, si recava spesso Lorenzino de' Medici, profugo da Firenze, il quale abitava poco lunge in campo S. Polo. francese fu ne' suoi rimando, monsiglior non Claudio da ..• A An­ uibal, organista Marco, Correggio organista di San Marco, Baldassare Donato, Perrissone, Fran­ cesco Laudorit, detto il Greco ed altri musici di fama immortale (2) E .rncntre nelle sale' dorate, fra. il sorriso delle dame belle, fra l' applauso dei cavalieri eleganti, s'alzavano le bal­ late, le cobbole, le canzonette, i rispetti, i madrigali del Willaert, del Parabosco, del Merulo e di Francesco de Anna (3), nelle notti stellate, lungo il Canal Grande o fra i rivi misteriosi, gl' innamorat.i cantavano le stanze, scritte nel 1507, dal « MDLII) dà questo noi fia dato a Parabosco,' Girolamo « (2) del poeta patrizio Domenico si tenevano soltanto ragu­ casa queste con tempo pagò la compagnia de' Fabbretti et Fruttaruoli, cantatori et sonatori ec­ cellentiasirni, i quali facevano in casa le m usiche rarissime, et tenne anco pagato a questo effetto Giulio dal Pre­ stino, sonator di liuto senza pari. Ove «correvano vanni Gahrielli. Veniero con­ serate suonare. a libro un un « pur notissimo ch' ella s' è di musica in guisa dilettata che lungo profondi. Rinomati « Marche, exellentissimamente, et poi etiam an­ dono a disnar in palazzo (1). Pare, infatti, che i cantanti francesi godessero bella rinomanza, giacchè nel « sicali, citore, e a Venezia era già salito in chiara fama, specialmente per i moltetti e i ma­ drigali, applauditi nelle accademie e nei privati. A.lla rigida pasto (banchetto), in chiexia di San messa li altri con e « a riuscito vin­ era vicedoxe, dove, son sei cantori di la Capella del Christianissimo, venuti qui et van­ no a Loreto: e cantano benissimo, ve­ stono di bianco. Fa sonato et cantato di in onorato anche concorrenti, al Il Re nanze Claudio Merulo da nove « la a or­ di tanto valore nell' arte chiamato essere fo « « di andar al deputati « S. Marcho. l' orator di Franza dei nientemeno che Anni­ erano bale Padovano, che i due severe « « « ] 597 Piero Duodo ambasciatore in Francia « « i .. Zantani, parole: È dar quali passavano per le lagune, potessero pubblico saggio del loro valore. Così Marin Sanudo, in data del 2 maggio} 519 scrive: «Luni nel qual zorno si fa la Ad Antonio (1). temporaneo, dedicava i suonatori stranieri ebbe incarico dai Procuratori di trovare novembre 1564 disapprova la poca cura che tengono gli organisti del] a Chiesa « e nei peggio particolari. Medici fama di suonare dei Procuratori del 28 disposizione oyunq ue biva che i cantanti « i lautamente e godesse proteg­ gitrice liberale dell'arte musicale, e si am­ . canne .che, ghezza d'Intendimenti, 'essi di chiamare nezia, 1503. Come - Frottole esempio di Peccorina. dei Putti c' hora ». musicali madrigali, _ Ve­ diamo Bembo, del quale si Ti e i figliuoli dell' ricordavano età Anche sul teatro rire o ad e tardò non rapidamente avanzar a compa­ la musica intermezzo nelle azioni dramma­ come ed è tiche, gli amo­ giovanile (1)� la esempio un tragedia Le Troiane di Lodovico Dolce recitata nel gli intermezzi musicali (�i Merulo, o come accompagnatura di alcuni brani di poesia, ad imitazione dell' Orfeo del Poliziano, in cui erano 1566 con Olaudio musicati cori i delle ditirambo il e Menadi. Questa novità con piacere, perchè, la musica da tutti non detta del a veduta Trissino, lasciava gustar la dottrina della commedia, fu, invece, subito favo­ non revolmente accolta nel palazzo dei Dogi. POMPEO MOLMENTI. IL MADRIGALE ALLA FINE DEL XVI SECOLO ed il maestro Luzzasco accompagnando il duca il quale vi andava per che dalla monarchia di Polonia passava a quella di Francia, più che dalle fiammate delle fiaccole "e dalle agili gondole colorate dalle sere .Iunari, trovarono maggior diletto negli spettacoli scenici, nelle dotte e geniali armonie dei migliori artisti viventi. La regina dell'Adriatico, che pochi anni innanzi, nel 1571, aveva inneggiato alla vittoriosa Armata a Lepanto, volle onorare i.l monarca francese. La con gran pompa storia ricorda l'azione teatrale Orfeo, mu­ sicata, in gran parte, dal celebre Zarlino ; alcuni' stupendi lavori di Giov: Gabrieli, e più che i concertati a 8 e a 12 parti di Claudio Merulo, con più lieta ricordanza nota la musica .da lui composta per il la­ voro scenico di Claudio Cornelio Frangipane dal titolo Tragedia, eseguito nella sala del gran Consiglio. N egli. scritti del tempo vien Torquato Tasso Luzzaschi, nel 1575, Alfonso in Venezia, salutare Enrico III, La luce di trIsti manca, Le forze e questi occhi aggio perduto n'esce il core fiato; di sospiri è consumato: Pallida è fatta la mia Non son .p iù come Vieni tu, morte, o carne Il zione in Capelli, curiosità di magnoli 1868) dà un amo manca. volume letterarie il bianca, fui per lo passato; l'anima mi franca, Poichè nel sogno di cui fao- simile Colle­ della (Bologna della - Ro­ musica questo madrigale. È senza accompagnamento, a quattro voci, soprano, contralto, tenore e basso, in quattro parti reali e in tem}?o alla breve. La musica è una nenia affettuosa, con una impronta d'ingenuità, che non risente degli artifizi di contrappunto, ancora in voga di nel secolo XVI. /1) BONGI - Annali di Gabriet dei Ferrari, voI. 1. fase. HL pago 225. quando soli, quando accompagnati. Venezia, la poetica culla del mare, che con i pennoni delle sue galere portò ai più lontani lidi con altezza il nome d'Italia, è fra le prime ad accogliere il nuovo soffio di vita del Rinascimento. Il Rinascimento fu una grande rivoluzione artistica, è il pensiero antico, greco romano, che germoglia nella patria di Dante. L'arte del colore abbandona i corpi allampanati, stecchiti e senza luce; la mu­ sica, ultima manifestazione, diviene classi­ camente lirica, voce del cuore, rappresenta­ zione della vita col melodramma. Da quel­ l'ora, l'artista studia di naturare il suo pensiero a vita di bellezza, e, ciò non si ottiene nè a mezzo della scuola, nè dal battesimo. Potenti e numerosi furono i suoi avversarii, sino a dare del pagano all'autore del de Monarchia, perchè osava dire: Ro­ Ma per manus populus fuit nobilissimus. la legge alterna delle cose, l'umanesimo trionfa, e l'Italia ebbe il mandato di at­ tuarlo. I venti cacciano le nubi e danno loro mille forme bizzarre, ma sono sempre le stesse nubi e gli stessi venti. Così è la lirica degli affetti umani, essi sono sempre quelli, e per averne dei nuovi sarebbe ne­ cessario un secondo Adamo, con nuovi pec­ cati e nuova figliolanza. E nel riapparire il soffio di vita demolitore della fredda scola­ stica, il Rinascimento, che vien maledetto dal Ruskin, non compreso ad arte dal Wa­ gner, visto demoniaco dal Tolstoi, fu ac­ colto con entusiasmo dai maestri tede­ schi. Essi emigrarono assai volte in Italia facendo più lunga dimora in Venezia che altrove, perchè vicina alla Germania, e nel rimpatriare diffusero i nuovi ideali, l'arte del Frescobaldi e del Gabrieli, quella del Monteverdi e del vecchio Scarlatti. Lo stecco produsse fortissime querce: germi­ nato in Italia giganteggia in Bach ed in Beethoven. Claudio Merulo visse gran tempo in Venezia, in un periodo di grande attività e progresso per l'arte musicale. Benamato dal doge Mocenigo e dai patrizii, il Merulo fu lodato dai maggiori compositori e sa­ pienti musicisti italiani, per le sue belle doti di organista e di maestro del madrigale. Martini, nel suo Saggio di Contrap­ afferma: «non essendo per anche in­ punto trodotta la musica concertata per la Chiesa, .nè la drammatica per il teatro, perciò po­ sero (i maestri) tutto lo studio per far ri­ saltare la musica dei madrigali. » Ed è Il Il genere madrigalesco, perchè allontanarsi dall' artifizio so contrap­ punto fiammingo, l'assoluto predominio dell' ingegno sul sentimento, guadagnò tanto l'animo degli italiani, che dalle sale princi­ pesche alle più umili, si' udirono cantare dei madrigali or con espressioni signorili or popolari. E non vi fu mediocre maestro, che non avesse, a man piene, delle decine di composizione del genere per il lungo pe­ riodo di due secoli. Gli stampatori, per ri­ spondere alle richieste degli amatori, ne compilarono dei grossi volumi. Celebre la collezione La Spoglia AnwTosa a 5 voci, Venezia M D U II con musiche del Pale­ strina, del N anini, di Filippo de Monte, dello Strigio, di Luca Marenzio e di altri artisti. Da annoverarsi fra le migliori è vero. cercava L'alma di lamentarsi ormai è stanca, Lo ..... proprio che fu musicato dal De Anna: questo detto: Fu recitata a quella maniera, che tutti li Ire­ si ha la forma antica citanti hanno cantato con soavissimi accenti Giolito del Gruswinkel: I r:ervi d! Orfeo madrigali di diversi autori, Leida 1605 e I'altra del Phalesio: la ]J![usica 'aivi�a di 19 illustri autori a 4, a 5, a 6 e affermano che a 7 voci. Alcuni etimologisti quella con 95 questa composizione vocale abbia avuto il di Maarigale� perchè cantata in onore della B. V. Maria Madre. Il Bembo, e sta nel vero, dice che la parola Madrigale deriva da mandra, perchè trattava argo­ menti boscherecci, espressioni da mandriani: il Doni la vede provenzale, da Ma drials: Gidino da Sommacampagna, che precede i mentovati scrittori, ne trova l'origine nel canto dei pastori innamorati: pe1' compia­ cere a le loro (emine rusticane, e aggiunge che: dee essere cantato ciascun madriqale per tre cantatori (a tre parti) o a Imeno per due cantatori (a due parti). Umili sono le origini del madrigale, e queste si annodano alle prime melodie che nome accompagnarono le lingue romanze, e tut­ tavia ne vive il ricordo col vocabolo Ro­ manza, il quale disegna la forma più lirica e popolare della nostra arte monodica. La essenza della musica, per essere razionali andrebbe studiata con l'associarla al lin­ guaggio, in rapporto alla natura umana e alle sue sensazioni. Ed infatti, musica e poesia romanza nacquero insieme, e molte forme poetiche, che ben si adattavano al canto, ebbero il loro nome dall' arte musi­ cale. Così, da suono si formò Sonetto; da canto, Canzone; da ballo, Ballata; da in­ tuonazione, Intuonata e da ritmo, rima.' I antichi esempi madrigaleschi, 3 parti, rimontano al secolo XIV, ed i maestri sono fiorentini e non pochi organisti. Il più noto è Francesco Lan­ dino che fatto cieco dal vaiuolo in tenera età, fu chiamato Franciseus caicus, I con­ temporanei udirono nelle sue composi­ zioni: cose da paradiso. A noi non produr­ rebbero alcun diletto; informate ad una ingenuità melodica, attestano il predominio della vooalizzazione nell' antico canto ita­ a 2 o più a liano. Col continuo ed incessante progresso che fa la polifonia vocale nel secolo XV avutone forse 1'idea dai concertati sull' or­ gano (trasportar quelli per le voci, fu cosa naturale, perchè il suono dell' organo ha molta somiglianza con la voce umana) il madrigale acquistò un. contenuto più arti­ stico e più affettivo. Fra i migliori 'noto: Dufay 1440 1474, ed il fiorentino Costanzo 1545. Del Dufay è pregevole Festa, 1490 lavoro la prima stanza della Canzone del Pe­ trarca alla Vergine, mnsicata a 3 parti. La Canzone del Petrarca, la più bella lirica cat­ tolica, fu musicata da quasi tutti i compo­ sitori, da Giovanni Pain a 2 parti, Venezia Gardano M D L XX al Palestrina, per intero. La scelta del testo (fattore princi­ pale dell'arte madrigalesca) era in relazione .alla regione, alla coltura e al sentimento del compositore; noi meridionali preferimmo i versi del Tasso. - - Del Festa ricordo un gentile madrigale 3 parti: ]J![adonna 'io t/amo e taccio, per la facile cantilena e per la mossa tematica, Questa presenta un intervallo melodico di quarta diminuita, da do diesis a fa, deter­ minando, secondo il sistema moderno, la to­ nalità di re, terza minore. a Il secolo XVI è verdeggiante messe per l'arte del madrigale. Il benefico soffio del Rinascimento si diffonde sempre di più nella musica, e la necessità della evoluzione ar­ monica per raggiungere la unità tonale è sentita dallo stesso Palestrina, quando, nel musicare il primo verso dello Stabat con tre successivi accordi maggiori, mostra vo­ lersi allontanare dalle cantilene gregoriane. Il Palestrina, nel genere madrigalesco, è da annoverarsi artista innovatore. È un pregiu­ dizio quando non è ignoranza, credere il grande italiano .artefice di aggomitolati con- 6 trappunti Chi studia con serenità i suoi lavori, osserverà di leggieri che cerca di rendere il significato della parola più che la esattezza contrappuntistica, specie nel madrigale a 4: Alla riva del Tebro. Il tema di quello a 5 Tu di fortezza torre, ha fatto le spese di non poche cantilene, e la Rispo­ sta è antico esempio di Fuga tonale. Luca Marenzio, 1530-1599, fu chiamato da Andrea Adami : a ciqn» più soave che abbia lo stile madriqalesco, ai modo che dopo la sua morte [urono più volte ristam­ pati i suoi madr iqali, Il suo modo di com­ porre ha il sinzolarc pregio della stretta u­ nione delle parti per ottenere la piena ar­ monia, la naturalezza delle singole cantilene, intercalate fra le voci, or con l'accento di lamento, ora festoso. Sono ben conosciuti dagli studiosi i lavori: Ma per me lasso, a 4 � Ah! tu mel neghi, a 5; il dotto ma­ drigale: O fortuna volubile. a 6; ed il gra­ zioso: Vi!zzosi augelli, a 4. Orlando de Lasso, 1520-1594, ebbe gran fama ai suoi tempi r, vien ricordata dal verso: est ille Lassus, qui taseusn recrea t orbem Il suo stile è ampio, vario e fecondo come quello del Palestrina, ma questi è a lui maestro nella purezza armonica. Il suo madrigale su parole latine, uno dei pochi che io conosca nell'antico lin­ guaggio: Alma Nemes, tu sola Nemes, è volatura vocale è fra le migliori. Il bene­ merito Luigi Torchi, nel primo volume del­ l'Arte Musicale in Italia, presceglie non pochi esempii musicali del Merulo, fra i quali la Canzone del Petrarca Alla Vergine. Questi maestri. adattarono al proprio sentire, un genere diatonico inteso libera­ nazionali o per ispirito di contradizione o è il altri comune vezzo di con­ motivi, per trastare il merito delle invenzioni a coloro cui furono per mente, uno specioso cromatico, non poco va­ lutato dal Wagner e sconosciuto da noi che pur valutiamo mediocrissime composizioni straniere. Il Clari è l'ultimo cantore del madri­ gale. I.1a invenzione dell'opera in musica condannò all'oblio il dramma pastorale con i suoi intermezzi ed il madrigale tanto co­ me fattura letteraria che musicale. La legge alterna delle cose umane, ha una riprova oggidì: nei programmi dei nostri Conservatorii v'è la composizione del Petrucci da Fos­ " di Bologna. Dopo l'invenzione del Petrucci, la stampa musicale si diffuse largamente e rapidamente in Italia e fuori. In Germania il primo fu .. l'Oglin, dicono i noti versetti: come f�tit Oglin Erhardus Qu�i primu» pressit in cere notas, U n altro tedesco, Pietro SchOffer, il giovane (figliuolo di quello Schoffcr che fu compagno di Gutemberg) nel ]512 pubbli­ cava opere musicali in Magonza. Nel ']5 il napoletano Francesco Sambonetto stam­ Inier Germanos nostros N. D'ARIENZO. niiùias Siena una raccolta di Canzoni, e Frottole, in musica, e Stramboiti Sonetti, Sambonetto è, secondo il Vernarecci (lì questo il primo tra gli impressori di musica figurata Il Venosa, 1552�1614, è il maestro del e pnrchè lo dipinga, sorvola, rispetto tempo, fin troppo su i canoni scolastici a pava dolore, ardite e nuove armonie. Se non fossero noi noti i suoi dissapori domestici, da quell'inciso: Tu m'uccidi o crudele, sareb­ bero quasi da supporsi, tanto quegli accenti sono affettuosi e strazianti. Ne sono i soli; l'armonia che. accompagna il verso: Moro al mio duolo, è tutta una scala di voci ango­ sciose. Quando l'animo ha lieto, canta: Fe­ lice primavera; Caro amoroso neo. con a Claudio Monteverdi, 1568-]64::1, è il artista del Rinascimento. In tutte le composizioni: flfur;;ica da Chiesa, da una a otto voci; Opere teatrali e Musica da Ca­ mera segna la sua nota personale. Per di­ fetto di preparazione, non poche volte egli è scorretto, come lo sono tutti i precursori agli albori di una arte nuova i quali tro­ vandosi a disagio nel seguire gli altri, pre­ scelgono far del proprio. Il Fetis, e a ra­ gione se ne compiaceva, fu il primo a rico­ noscere nel Monteverdi il progenitore del­ l'armonia moderna, portando ad esempio il suo madrigale: Cruda Amarilli. La esclama­ zione: Ahi lasso è accompagnata da un'ar­ monia che tuttora è argomento di meraviglia, Perché composta della 9ft senza la scolastica preparazione, sostenuta dalla 4a, dalla 5a e dalla 'i» minore per disegno di scala, gli Artusi del tempo gridarono all'errore, notando, per di più, che la 9a risolveva per salto sulla 7R e non per grado congiunto sull'ottava. Nel Madrigale Guerriero a voce sola con ac­ compagnamento di quartetto a corda: Il Combattimento di Tancrec7i e Clorinda del Tasso, usa per il primo la nota ripetuta, origin.e del tremolo, il pizzicato, per indi­ care Il cozzar delle spade e compone uno dei più antichi esemnii del Pedale, con una fattura che si direbbe odierna. Claudio Merulo è il sesto tra cotanto senpo. Non smette il dolce eloquio venezia­ no nel suo modo di comporre e lo seconda con naturale stile imitativo e la sua inta- Ottaviano sua e tutte prege­ erano allora in gran, fama, volissime per nitidezza, precisione, eleganza. Delle più tra tali edizioni si conservano esemplari nella Biblioteca del Liceo Musicale raggiunta. al a prima pubblicazione fu Odhecabn,.' impresso, com'e dice il frontespizio, die 5 Februarii Saluti« 'anno 1501; e ad essa ne seguirono moltissime altre negli anni corsi tra il ]50� contenenti e il 1523, per la maggior parte de' maestri Fiamminghi che composizioni Un Orlando diviene ogni a rrntino , e p er di più, lo vedono divino. adorno di bellissimi contrappunti, ed inusi­ tato è lo scambio dell'accordo maggiore in minore fra le parti e nella stessa battuta. Al gruppo di questi tre eccellenti artisti, fo seguire Carlo Gesualdo di Venosa e Clau­ dio Monteverdi: essi danno al madrigale una espressione drammatica da altri non più attribuite. VIIm'monice Musices ° . tolta sombrone. La Ridotta la odierna melodia ad un suc­ cedersi di 7me di tutte le specie, non escluse le cattive; trasformata I'ar.e della orche­ strazione ad una continua Cavalcata wagne­ riana; torpedinata la giocondità latina, ri­ tornare allo studio della parola, alla osser­ vata polifonia potrebbe essere benefico per l'arte di casa nostra, ma . dei non esser madrigale. . consenso astante io credo che la gloria di aver applicato per primo i tipi mobili e'fusi alla stampa' della musica figurata, non potrà Ciò italiani, contemporanei al Petrucci. Segue una pleiade così numerosa di editori musicali del Secolo XVI, che a volerne dare la lista empirei buona parte di questo giornale. Basterà quindi ch' io ricordi, tra i più ce­ lebrati, i nomi degli Scotto, dei Gardano, dei Vincenti, degli Amadino, dei Marcolini, dei Giunta, dei Baldini, dei Rossi; e che, tra gli stranieri, ricordi quel Piero Hautin che oltre ad aver migliorato le matrici ti­ Chiesa della Steccata. CENNI vero Interno alla e stampa musìeale nel seeolo XVI ad una edizione di Claudio lVIettulo È egli possibile immaginar cosa che più del suono fuggevole ed inafferrabile? Eppure l'ingegno umano è riuscito ad af­ ferrare quell'attimo fuggente e a farci vedere ciò che sembrava creato più per esser udito sia che per esser veduto. Nè si è contentato di riprodurlo colla scrittura, ma ha voluto altresì, colla stampa, fermarlo in modo durevole. Questa non era agevole impresa, per la grave difficoltà d'im­ primer le note e le linee; onde per vario tempo non si ebbero che rozze impressioni in legno, con linee tracciate a mano, e limitate a poche note di canto-fermo inserite ne' messali o ne' trattati teorici di qualche scrittore del Secolo XV. Si invenzioni si riannodano a sa che tutte le precedenti ten­ tativi; ma questo non sminuisce il merito di chi, valendosi dei materiali raccolti, riesce a risolvere in modo definitivo un problema e a dare uno svolgimento nuovo e pratico e largo a un ramo della scienza o dell'arte. Si sa pure che o per ragione di certe vanità pografiche e tutto il sistema dell' impressione, a compiere in una operazione sola ciò che prima compievasi in tre: giacche, secondo il sistema immaginato dal Petrucci, riuscì ' tre tirature occorrevano, una per il testo, le iniziali et., una per le righe, ed una per le note; mentre secondo il sistema dell'Hautin, come scrive il ifraqments le méme Wekerlin, la de la portée) se 110te et les irouoaient ti lets sur poinçon. È impossibile, nella breve cerchia di un articolo, dare un' idea pur sommaria delle condizioni della stampa musicale nel Secolo XVI; tanto più che, in questo Numero Unico dedicato ai gran Merulo mi giova 'parlare più specialmente di lui, come editore di musica, e di una stampa di composizioni 'sue che è posseduta dalla Biblioteca N a­ ,zionale dI Firenze e che quindi ho avuto maggior agio di esaminare. 'Ma posso esimermi dal ricordare N azionale di Firenze, oltre alle preziose stampe del successive secolo come più, non la (1) Ottaviano Petrucci - Bologna, Romagnoli 1882. 7 XVII relative alle la (come del melodramma dell' Eu/ridice di origini edizione prima Giulio Caccini, Marescotti 1600 in fol., e di quella di .T acopo Peri, pure Marescotti 1600 in fol., come la rarissima edizione della di Marco da Gagliano pubblicata dallo stesso Marescotti nel 1608, come musica di Claudio Monteverdi p, di altri) possegga drigali campionario quasi completo della stampa musicale del 500, campionario che merite­ rebbe uno studio comparativo che io spero, una volta o l'altra, di poter fare. Di tali incunabuli della stampa musi­ cale, alcuni rivelano una certa rozzezza, ma altri, anzi i più, sono di singolare eleganza. Tra questi sono notevoli i fascicoli stampati a Roma dal Dorico, rispettiva­ 1565, nel 1567 e nel 1568, con­ tenenti opere dell'Animuccia, cioè il Primo libro de' Madrigali a 3 voci, il primo libro delle Messe, il Cantico a MarIa mente nel a rabeschi condo dei e Vergjne: iniziali incise in lègno bei frontespizi ornati, sul se­ è figurata la visitazione di splendide edizioni con quali S. Elisabetta. La musica, Vergine 4 a voci, è in caratteri gotici. quasi sempre Altra stampa di gran pregio è quella Maria a che contiene un trattato di contrappunto di autore anonimo, pubblicato a Londra dal Guarneri, nel 1528, in fol. in caratteri gotici. In fine a questa edizione (dedicata dallo stampatore a Bernardo Altoviti) si trovano quattro pagine scritte a mano da G., B. Lan­ dini e contenenti un Mottetto di lui, a 4 voci. Belle edizioni sono pur quelle che contengono varie composizioni di Orlando di 'Lasso, come il V, libro de' Madrigali (Roma, Dorico, 15(0). il IV libro de' Madrigali (Venezia, Gardano, 1570) e le sex cantiones latinae cui acceduni : sei canzoni tedesche, six chaneons [rançaises, sei madriqal: 'Italiani: tutti a 4 voci, con un quattro lingue Ma uno a de' etto più dialogo (nelle voci). dette rari libri musicali del secolo XVI è il Liber quindecim missarun: electaruni quae per excellcntissimos musicos compositae [ueruni. Gli eccellentissimi musici sono Josquin, Briimel, Fenion, Delarue, Mou­ ton, Pippelare, Rossetti. Questa splendida edizione, uscita a Roma nel 1516 pei tipi di Andrea Antico da Montona, è uno dei primi libri che abbia la musica elegantissime e varie figure: nel fron­ legno è tispizio rappresentato l'autore (?) o l'editore in che a rabeschi presenta il libro al papa Leone X. Pregevolissime pure, tra le edizioni del '500, son quelle del G ardano, dello Scotto, dell'Amadino, contenenti Madrigali e Villa­ nelle di Luca Marenzio ; quelle contenenti il II libro de' Madrigali spirituali del Pa­ lestrina (Roma, Coattino, 1594) e il 1. libro delle sue Messe (Roma, Dorico, 1554); quelle che recano composizioni profane di Cipriano de Rore, dovute al Gardano e allo Scotto, quelle, pur dello Scotto, contenenti i Ma­ drigali di Alessandro Striggio, quelle im­ portantissime che accolgono le opere di Orazio Vecchi (Selva di varia ricreazione Canzonette - poche. non È poi notevole ... il fatto singolarissimo e che, nel Secolo XVI, molti musicisti furono al tempo stesso autori e editori. Così, tra gli altri, Andrea Antico, Gi­ rolamo Scotto, Antonio Gardano, Claudio Merulo, in Italia: in Germania il Rau, in Francia il Goudimel Il Merulo si unì Fausto con ancora. dapprima in e Betanio, aprì con lui Pare che il tipografia drigali a società una staccare cui un nell' blicato altro di gali nel Maggio, e Allo stesso il 1. libro de' Madri­ sei voci di Stefano a Rossetto, pubblicato Madrigali a 5 voci luglio, e due libri di di Costanzo Porta, il primo porta data di mese, l'altro ha quello dei del Merulo uscito nel musiche sacre dei quali non quella del 25 Novembre. Nel successivo anno 1567 furono pubblicati, corretti dal Merulo, i Madrigali di G. B. Conforti, ma senza nome di stampatore: dalchè il Catelani (l) deduce che già in quell' anno fosse sciolta la so­ cietà col Betanio, che il Fétis ritenne sciolta solo nel 1571. Ne è riprova il fatto che nel 1569 il solo Claudio uno, ne eguale pubblicò gli otto Claudium Correqqianiem, 1569,. il fatto poi che nel 1571 i Madrigali di Aurelio Roccia da Venafro, corretti dal Merulo, furono pubbli­ pei tipi di Giorgio Angelieri, dimostrare che in si ritirato era quell'anno starebbe a anche" Claudio dell' editoria dall' esercizio musicale. * ... ... Delle opere sue si hanno molteplici stam­ delle quali in altra parte di questo fa­ pe, scicolo si troverà l'elenco compiuto accura­ tamente redatto. pertanto sia consentito far cenno stampe, di quella che, come ho già detto, è posseduta dalla Biblioteca N a­ A di una me arboscello d'oro subito un frondeggia ogni fascicolo è la l'avola JJfadJ'igali cinque ooci, in ordine al­ fabetico. Dietro al frontespizio si trova la lettera dedicatoria che è la seguente: a All' Illustrissimo et Eccellentissimo et Siqno: e Il S. OTTA VIO FARNESE Duca di Parma et di Piacenza. Se per antica legge siamo tenuti afferir a Dio i primi frutti della terra; per inuecchiata et lodevol consuetudine siamo anco �em.pre . donare a' Principi grandi i primi nostro l1lgegno, che mandiamo in luce. Ma se alcuno fu mai sottoposto a questa honoraia usanea ; tanto più sono io costretto a presentare a V. Eccellenza Illustrissima questi miei Madrigali in Musica, prima creatura ch' anchor mai io abbia prodotto nel theatro del mondo; quanto alla magnanima, et veramente Illustrissima sua bonta verso di me con più argomenti d'amore più volte è obligata la vita, et la profession mia. plic? V. Eccellen�a Illustrissima che degnando beniqnamente la picciola offerta mia, riceua con cortese animo questi miei liurnili jl!Iadri!lali; et me nel numero de' suoi più deuoti Seroitori, ch'w prego Dio sempre per la felicità sua. Di Venetia A. XX di Luglio ]J![DLXVI. obli9r:"ti . parti del pnbblic; dimostrato� 8up� - D. V. Eccellenza Illustrissima JJ_[agni­ fica; cinque voci di Paolo Aretino, che por­ tano la semplice indicazione: Venetiis apud sacro Humilissimp Seruiiore CLAUDIO a cati o non metallo. Principe del 1566. e ricordava, In fondo ad ti­ Guglielmo Textoris, pub­ si riferiscono del delli uscito da tale primo saggio Aprile ramo toltone sia stato il Primo libro de' Ma­ 5 voci di non pratiche che egli dovrà compiere per poter entrare in inferno; tra le quali è musicale in Venezia. pografia anno altri e egli sapeva che quelle parole son di Virgilio, nel VI. libro dell' Eneide al verso 144, là dove la Sibilla dichiara ad Enea quali sieno le * )f Evidentemente Ma­ - Convito Musicale et.), quella il 3. libro delle JJf�tse di Adriano Willaert, ed altre CORREGGIO. DA È facile avvertire il valore bibliografico artistico di questa stampa che è un de' primissimi lavori usciti dalla tipografia im­ e piantata che dal Merulo insieme col contiene la prima opera Betanio, e prodotta nel pubblico iheairo del mondo dal Grande or­ ganista e compositor di Correggio. Il quale perito assai nelle lettere, pro­ vatosi con successo nella costruzione' degli organi, editore di musica, esecutore di gran fama e compositor valentissimo, è bell' esem­ pio di quella italiana versatilità dell'ingegno che tanto brillò negli uomini universali del 500. ARNALDO BONAVENTURA. di tali zionale di Firenze. Eccone il titolo esatto: Il primo libro) de Madrigali) stampata. iniziali incise Vi si ammirano Siena che - riproduce Dafne un di Veglie - a ditta Merulo-Betanio, tronco d'albero suolo e in cui consistente Il Catelani (2) scrisse di preso l'allusione di (1) - Memorie della vita Ricordi, (2) Op. cito pag in un tagliato poco al disopra del sta confitto un ramoscello spinoso: attorno gira un nastro con Simili [rondescei oirq« metallo. lano nelle iniavolature òi liuto. di Claudio da Correggio) nuovamente in luce) Con privilegio.) In Vinetia) appresso Claudio da Correggio et Fausto Bethanio Uompagni) MD1XVI. Sono cinque fascicoletti in 16.0 oblungo, ciascuno de' quali porta nel frontespizio, oltre al titolo, lo stemma od impresa della voci) posti CLAUDIO MERULO cinque 23. questo e delle la scritta cinquecento, gli iniaoolatori di riproducevano volentieri le com­ posizioni polifoniche dei maestri più in voga. Con ciò miravano ad motto. effetto, non offriva. sulle corde del liuto Risuonavano Madrigali, Mi· che presentare sbiadito del concetto che li un così Canzoni Motetti, che, destinati alle ooci, un genere di esecuzione disadatto potevano - ottenere quella varietà che la sola musica ori­ ginale per liuto, Fantasie, Ricercari e Balli, sebbene spiccasse per migliore e non aver com­ opere di C. M. Nel liuto con non ricordo informava. Per noi tuttavia le intacolature di liuto A doi butti unisoni: Canzone di CLAUDIO DA. CORREGGIO a 4" 1ltj; --t--t-"'I'--F-��J--J--" -�----r- �--lt------------t---'IF=,.,.�!t�! � 1:Ik--'tr--�-------+-;;:------,---�---t----------t--:------.- --------I-'----=----_._-=-+-_�-=-------.....-I o ., --:= tIfi � ��hl-*-!:-*-l-++�--��I lO preziose perché ci danno Canzoni sono di cui e Madriqali traccia, e perché altrove ci non esiste mostrano quali alterazioni cromatiche praticamente per stabilil'e valso hanno la tonalità liuto che iniaoolaiure di di studiare, famoso Claudio Me­ libro primo eli Gio : (Venezia, Amadino, occasione ebbi trovai musica del rulo soltanto nel Antonio Terzi precisamente : 9,ni me confessus, Motetto a 5; Peti t J acquet, Canzone francese e due Canzoni liutti unisoni. 4 e Queste ultime fatte dal Terzi, il conservare a senca sono titolo certo a duoi riduzioni, meglio due liuti per carattere della Sono lieto di pubblicare la prima di esse che figura alle pagine 48- 5i dell' inlaoolatura del Terzi, a solo titolo di curiosità, perché su ben altra base è stabilita la fama del grande orga­ nista e compositore che oqgi Parma onora degnarnente e rammenta ai mu­ troppo dimentichi delle nostre qlorie. Bassano (Vicenza) maggio 1904. Dott. OSCAR CHlLESOTTI. ìt.w.'rt"�:Q�� ";)'1". ;IG ����"";)'G"\J:�'J" V V >.J � 'if � rJ Ila rJ :;.'� ";)'r;:J' �:�Q:�Q:" JW' J'� polifonia Il secolo �:Q s: Q�[;)'(;"";)"w(; \J'�:� Q� '{/'J'l/'i'/{J"Y)'f} >.J >.J >.J 'ii 'J"{J >.J l.J )./Vv V V v >.J nel le secolo vene XVI, nascendo, un XYI aveva - - ammazzare; strappare gli occhi a fratello naturale perchè una cortigiana trovati belli. La carne comandava allo spirito, non sof­ frendo più né di astinenza, nè dì cilicio, e come questi appetiti sensuali li sentivano tutti, nes­ aveva 1\1 agari canta­ di nasconderli bella impresa lussuriosa in vers}, ma non col sentimento di fare cosa empia, con quel gusto morboso che provano certi moderni poeti decadenti a dire delle osce­ nità; no: essi erano forti, erano sani, lasciavano che i sensi comandassero perchè n nuovo con­ cetto della vita non imponeva loro di tenerli soggetti: con una gran risata grassa commet­ tevano le azioni più impure, poi si confessa­ vano in chiesa (anche ciò era nel loro senti­ mento) poi tornavano da capo. Il secolo x VI, secolo di crudeltà senza pari, di passioni animali, fu una meravigliosa glorificazione di vita umana, e non ebbe l'o­ stentazione di nessun sentimento falso. A noi, ora, appare il 51;0 come un gran delinquente che leva alta la fronte bellissima, superbamente ' fiero del proprio geni\.... immortale. si curava poeti una Col i-idestarsi del sentimento pagano, sopito, addormentato da troppo Jungo tempo, l'arte levato una gran aveva di vittoria voce Come il cristianesimo era stato « falsato nel C0n­ cetto e insozzato nella forma ), (1), essa pure, dalla purezza dell' espressione originale, era anda.ta giù giù oscurandosi, addormentandosi, iuar-idi ta, vuota di calore di inspirazione, esausta. Dalla metà del secolo XV alJa metà del XVI tutte le arti, concordemente, sciolgono alla vira un inno non mai udito, meraviglios -, La castità del sentimento cristiano doveva creare delJe forme o aventi una espressione esclusivamente mistica, o delle forme rigide nella immobiÙtà dell' estasi: il nuovo sentimento pagano vitto­ rioso doveva produrre, per contrapposto, un' arte lussureggiante, delle forme splendide, una fio­ ritura maravigliosa di opere geniali nelle quali il sentimento della vita avesse trovato uno sfogo. dunque a considerare lo sviluppo della musica, e specialmente della musica sacra. portato ne Già dei canti gregoriani era stata falsata. l'espressione originale per la corruzione dei libri corali, per la inesperienza dei can tòr i. E del resto la polifonia vocale, che i fiamminghi aVeVaIl? portato in Italia, aveva già raggiunto sviluppo considerevole tracciava, sebbene ignorate al genio del compositori quattrocentisti. Ora quale fosse l' intensità dell' espressione religiosa nelle musiche anteriori al rinascimento (musiche polifoniche) non è facile stabil ire L'artificio è in esse troppo preponderantec e troppo palese perchè non toJga loro ogni carattere di spontaneità: i primi discanius gli aridissimi falsi bordoni non ebbero altro v�lore che eli prepal:�Te l? svolgimento di forme più complete e piu chiare: 110n hanno per noi, ora. che -q.n valore puramente storico, artistico no: E da notare anche questo: che quando le altre arti, la poesia e le arti figurative, sono dal che è il gran creatore passate popolo inconsapevole agli artisti di elezione, sono state curate, studiate, anz itut.t.o come mezzi di espressione e, sùbito. hanno detto, qualche cosar hanno espr�sso, più � men_o ingenuamente, [iù o meno gelll8;lmente, l sen timenti umani, hanno uno ti�ida e in?ert�, nuove e vie - - cantato o ritra.tto la bellezza della natura hanno ricevuto 1'impronta elel tempo e l'ambiente in cui si sono svolte: sono state insomma, la naturale deriva.zione del sentiHlent� del� Non è qui il caso di parlare nè delle let­ tere di quel tempo, nè della pittura, nè della scultura, nè della architettura: ci fermeremo saetta in Italia sangue gagliardo, rigogJioso, un impeto di vita sensuale Le idee umanistiche, risorte intorno al 1400, avevano germogliato libere e forti, e avevano soppianta to le idee ascetiche medievali; un puro e possente soffio di vita pagana aveva corso 1'Italia stanca ed era stata un' onda rigeneraurice a la quale avevano bevuto i signori, i dotti, gli artisti, il popolo. Il clero aveva accettato con entusiasmo le dottrine nuove: gli stessi papi se ne erano fatti banditori, da l'alto del trono di 8 Pietro. I Padri de la Chiesa avevano ceduto il posto, nella cultura degli studiosi, ai filosofi greci e latini dei quali le opere somme si rileggevano, si iistudiavano, si ricercavano per ogni dove, in una sete ardente di sentire da loro il verbo de la vita nuova, sana: le biblioteche si mol­ tiplicavano, i testi antichi le arricchivano, copiati prima dagli amanuensi e stampati poi nelle prime tipografie del Manuzio. Una vi ta di privazione di sacrificio di sof­ ferenza, una vita contemplativa santamente im­ piegata nella adorazione di Dio, era diventata un non senso in mezzo a così piena signoria di sentimento umano; e un religioso del '500 non avrebbe mai, cpm e S. Francesco, stese le braccia a un Iebbroso, nè avrebbe baciato le piaghe purulente, nè avrebbe implorato da Dio ogni sorta di t.riboh, di dolori, di malattie im­ monde, per spirito di rinunzia, di mortificazione Dominare, e dominare quanto più fosse possibile, era il sogno di ogni potente: i papi, e facevano di tutto nepotisti o no, volevano una solida ricostituzione dello per ottenerla Stato della Chiesa, e non si arrest.avano certo davanti a degli ostacoli materiali, di qualunque genere essi fossero. Pareva che, per consenso unanime, fossero state dimenticate le leggi del Decalogo: ciò del resto era naturale in tanto impeto incontenisue suo Non - canzone originale. sicisti li vano i Tra le moltissime a un suno moderna. 1593), bile di vitalità gagliarda. Ippolito d'Este faceva ma Potrebbe parere una contradizione che in secolo nel quale il sentimento religioso conta per così poco nell' anima degli uomini, le arti tutte avessero continuato ad attingere dalla religione l' Insp iraaione : ma contra dizione reale non c'è, L' orga nismc politico più importante e più potente continuava ad essere pur sempre la Chiesa: e poi, se non si sentiva più l'idea cri­ stiana nella sua purezza primitiva, nella sua signifìcnsiorie originale, le pratiche del culto non erano affatto scematn di importanza, anzi avuto di avevano preso un carattere non mai magnificenza, di splendore. L'alto clero amava circondarsi di fasto, di lusso, il papa esercitava una incontestabiJe signoria mondana E si eri­ gevano chiese, e poi si adornavano, si illumi­ navano di tele, di statue, di tutti i capolavori delle arti fìgura tive. Era il clero che favoriva lo sviluppo delle lettere, era il clero che pro­ teggeva gli artisti, che dava loro modo di estrin­ vita. secare le più belle far tasie di colore, di Il lungo ordine dei papi umanisti fece più in prò dell' arte che non avrebbero potuto altret­ tanti papi di puro sentimento cristiano L'arte suhlirr;e di Tiziano VecelJio, del Tintoretto a Venezia. di Raffaello Sanzio a Roma fu tale percbè il Rinascimento offrì, a lei, un grandioso campo di esplicazione un diffuso e multiforme reso popolare più intenso, più alto, più chiaro nella espressione dell' artista di genio, Ebbene, per la musica non è st a.to così, Fino a che essa è rimasta dominio del popolo, - con - i canti dei trovatori - canti celebranti Ie gesta degli eroi, la santità delle crociate, canti fino a che à servito a per le corti d'amore rendere più viva l'espressione delle canzoni che si cantavano per le piazze, all' aperto, la - musica, come le altre arti, à avuto un gran fondamento di sincerità. Quando se ne sono impossessati i dotti del medio evo essa ha ve­ stito la propria luce di tenebre: era avvezza a respirare la pura aria dei campi e respirò l'aria fredda delle celle degli studiosi: si era svolta liberalmente, e fu costretta nelle regole di una tecnica bambina, brancolante: aveva pianto, pregato, glorificato, aveva sorriso, e fece delle smorfie. I dotti di musica, incapaci di mettere d'accordo la spontaneità della canzone o con le nuove forse spregiandola regole della la incatenarono nel giro di poche nuova scienza" combinazioni armoniche e ridussero 1'arte su­ blime a una ricerca affannosa di formule aride, - - vuote Tutto ciò, del resto, doveva servire a qual­ che cosa. Difatti, grado grado, l' amore per l'arte nuova prendeva maggior numero di dotti (non mi attento a chiamarli artisti) e la poli­ fonia incominciava a fermarsi in forme più complete. Prese essa allora la Chiesa come campo di esplicazione e vi si installò per can­ tare il culto della Divinità. Ho già notato che i compositori di mu­ sica sacra non componevano essi stessi i temi, i motivi delle proprie opere, ma li prendevano canzoni popo­ o dai canti gregoriani o dalle lari : poichè, lo ripeto, l'arte non era ancora che a.rt.ificio, nient'altro che artificio, Quando i fiamminghi, restituendosi la corte papale da Avignone a Roma, fondarono in Italia le prime scuole di musica, essi erano già molto esperti in tal genere di composi­ almeno giu­ zione. Ai canti gregoriani poi dicando dai documenti che rimangono si preferivano, come temi per le composizioni sacre, le canzoni del popolo, lo credo che la ragione di ciò si debba trovare in questo: che, cioè, il naturale sentimento della vita entrava nella nuova arte per quella sola porta che gli -- - stata lasciata aperta, 8010 che non si accontentavano i compo­ sitori di portare in chiesa le note musicali della canzone profana, ma vi portavano anche le parole, cbe molte volte erano sconcie, oscene. Perchè essi, come prendevano un tema musi­ cale di canzone, lo facevano cantare, per- di­ era II. La musica aveva seguito, tano, il movimento delle idee un poco da nuove, lon­ meglio, dei sentimenti nuovi. Un poco da lontano per­ chè il progresso de la tecnica era stato sempre, in essa, molto lento di esplicazione non e poi perchè aveva mai il suo campo potuto avere grandi proporzioni. (1) Gregoro'i1ius. Storia di Roma medievale. steso, a una voce che chiamavano tenor mentre le altre parti svolgevano, disopra e disotto, dei contrapunti sapienti, più o meno belli, ma sempre astrusi e tenor cantava la di fattura canzone difficilissima: il popolare con le pa- 11· con­ le altre parti cal;�avan,o della le parole h.turgla. Tale temporaneamente i tutti compositori del secolo metodo tennero del XVI, i maggiori comX del role originali; V principio e presi. . le altre, una Così l' Hobrecht compose, fra nella qual� durante il Kyrie messa (sine tiiulo ) la pa.,.. il tenore cantava ,< Je ne VIS onques. « Quant Je, vous rei Ile »: durante l' Osanna Il : B�­ dura?-te le seeret de mon �oeur e VIa savoir .», ned ictus « Madam e fa.it es moy trova­ SI messa. via per tutte le parti della sacre con a}t,!'e e0I?-e: vano accoppiate le parole infama.to », « lasciatemì o c mio marito m' ha ed altre «l'amico madama », ed altre cara. titolo �el le poi prendevano il del�a canzone che aveva servito » .dy messe) ancora'; iniziale verso Ora, esposto sommariamente e - forse della poco disor d.ina.tamen te r-c- lo stato sica da chiesa fra il. 1450 circa e. i un mu­ primi anni quale era I'espressione di essa? Espressione religiosa pura non ne poteva avere, assolutamente: prima per il materiale melodico adoperato «he, comunque snaturato dall' artificio polifonico, doveva risvegliare im­ magini mondane ad ogni momento; poi perchè la polifonin specialmente n, gran numero doveva stupire, maravigliare,. ab­ di voci bagliare magari per la luminosità degli effetti fonici, più assai che commuovere e disporre alla preghiera. Del resto gli scrittori stessi del 1500, - - del tempo concordi sono a all' arte negare Palestrina non solo tutti i caratteri che la fa­ cevano condannare' dai prelati convenuti a parlamento, ma anche altri che realmente la musica di chiesa non aveva affatto. Le parole del decreto in questione sono queste' Ab ecclesiis vero musicas eas ubi sioe 0"­ ga?w, sive ca�ztu �a:scivum aut rxliquid misceiur ordinarii locorum episcopi arceant ut. domus Dd vere domus orationis esse videatur ac dici possit, Il lascioum aut impurum no� può essere attribuito che all'unione delle pa­ i!npu�U111, r,ole p,rofane, amorose o peggio, "a quelle della Iitui-gia, e all' aver conservato i maestri _:L nelle cornposiz ioni sacre troppo apertamente il carattere delle canzoni popolari prese come materiale melodico Quanto alla tecnica agli r - 'sl'rit­ artifici contrapuntistici, ai quali alcuni tori di storia, come il Guidiccioni 'il Doni junior�, il -Or,esollio -:: hanno dato ta�ta colpa immer-itata di eccessiva mol lezza, non pote­ "ano certo esser condannati da] Concilio: tant' è vero che il Palestrina ha continuato ad' - melodico, per il materiale Alcune canzoni celebri se_rvu'ono ' , 'per �I t�ma ad :no�tl compo�ltorI l Homme famos:ssllna: d� col verso polifoniche messe a « un tempo: così la mcommoia .armè � : cosi quella che » sulla quale «A l'ombre dung buissonet valore contrapununa n'lessa di gran compose tistico Elzèar Genet, detto Carpentras (i), le 'pa� Quasi la stessa cosa succedeva con. SI role e i temi del canto gregorIano: dIfa,ttl, CIa­ voci a 4, 5 mottetti �ei composero cantava le parole dI > �uah, "?-n antlfo�a parte scuna un coro -differente: e quale effetto potesse fa:'e D Il cardlllaie 0-:­ simile è facile immaginare, V gli a diceva menico Capranica Nico!ò udire una « mandra dl porce�h, pareva di forza senza proffenr pero .grugniscono a tutta non che una parola. un snODO articolato, cl:e ch� » .Così tutti: da Cristoforo Mora�es al.Guer­ da l'ero' da Giacomo Ho brech t al 'I'inctoris,che, Palestrina stesso allo J osq uiu des Prez fa passare nella messa Ecce Sacerdos Maqnus, dell' antif<?na ora a una e la musica le parole ora un' altra a voce per tutto Il della corso composizione, . che l. com� Molte volte suecedeva anche curandosì non messe positori scrivessero �e. COSI affa tto della disposisicne dell� a capo che si trovano in certe composlzioni in terra del pezzo le 'parole Kyrie, Chrisie, ,Et nulla: i canton dovevano polifonìca chiesastica l'espressione puramente religiosa: solo oggi la critica moderna è riu­ scita a trovarcela piena e indiscutibile La musica sacra più assai delle altre arti anzi senza paragone dovette rimanere lontana dal movimento della Rinascenza, ma non potè so ttrarvisi, ed è naturale: per quanto coltivata quasi esclusivamente da ecclesiastici auch' essa dovette bere alla gran fonte di Sentimento cristiano vero, sentimento vita. mistico non ce ne poteva essere nel '500 : nep­ pure i preti, neppure i papi lo sentivano più. C'era invece la pompa portata al massimo sfarzo nelle cerimonie religiose della chiesa - - - cattolica, Il Medio Evo nell' arte e nella diceva: Adoramus te �; il Rinascimento, e segnatamente il secolo XVI non poteva che dire: Glorificamu s te» Tutt,a l'arte è, dagli albori del '500, la glori­ fìcaz io ne della vita più intensa, più completa nella religione, nella Chiesa, si esplicava nel solo modo che le era possibile: con dei tor­ renti d� luce su, le tele dei pittori, con dei torrenti d'armonia nelle opere dei musicist.ì. vi ta, si rivolgeva cristiano, a Dio III. essi stessi mettere posto le altre che seguono delle note era <qualche volta però il numero O inferiore al numero delle sillabe da cantare. le loro musiche i n:aestrì pure componevano fiada ttandovi le parole a lavoro a polifoniche .n ito : hanno prima � « ,le _note composto se­ quelle condo i loro capricci, et adattatovi !_J0l mUSICIstI parole che è paruto loro' (21. Molt.i -del tempo componevano le loro messe 'pl'en­ d::t denllo anche dei brani interi di melodIa Prez di ·quelle un contempqraneo: Josquin alcune d�R canzonI a tre chc scrisse due messe su messa voci di Ockeghem, così il Morales per la: tema «Quaeramus cum pastoribus » il CUI di Jean M?uton, mottetto un da tolse egli volte così lo stesso Palestrina che nove o dieCI mottetti di Josquin, compose delle messe su di Andrea de Silva, di I�upus Hellinck, su la su quella messa « Audi filia ») del Goudimel, e Su di J ean Maillard .. J e suis déshèri tée '» alcuni È madrigali d'altri (3·. dunque che l' chiaro • invenzione melo� molto trascurata: c'era in sua la cura massima di dare a uno vece spunto anche insignificante per se stesso tutto lo svolgimento di cui egli fosse stato suscet­ tibile. Chè la tecnica musicale, il contrapunto, dica era sempre preso uno svHuppo i'igoglioso, grandissimo: per i compositori della fine del 1400 e del principio del '500 difficoltà tecniche pal'e non esistano: è, nelle loro opere, il mag­ giore sfoggio possibile di artifici complicati, di invece, avevano combinazioni asti'use e difficilissime, I temi dei libri corali e delle eanzoni profane che, col progredire della scienza musicale, non sono .presi interamente 1:1 a di essi solo lo spunto s,ervono a ognI genere dl canoni, di pi� �nI�lal�, 'lmztazzonl, per al.largamento, per moto contm1'to, nelle quali la capacità del compositore. (1) " et si Elzéar Genet, dit l'o?nlJre clun(J ùuissonet )l, Julien Tiel'sot te chanson climinuzione, per - sbizzarisce Carpentras, . (2) Vinc8nzo Galilei. Dialogo 'et della Modet'na (15) l\liehcl - Brenot della FiI'enze, 158l. - Jean Mouton Musica antica Davanti a così impetuoso �a,:,anti �aDlfestazIOm ?I vita della s�ngue. novel�o, dI a tanta ribollire di intemperanza e per l'oscuro pre­ nvoluzione che doveva, poco nel mondo cattolico la portare Ri­ appresso, il papato volle forse mettere un ar­ forma gine forte, e il Concilio di Trento si riunì e decretò BU ogni cosa che potesse cadere sotto 'autorità del papa Di �usica il Ooncilio Tridentino si occupò, meno d i quello che alcuni storici gli hanno attribuito, ma si occupò, e volle definitiva­ mente togliere lo sconcio delle canzoni pro­ fane, c,on o. senza le parole, unite alle parole della lIturgIa, e volle che la musica fosse fatta in modo che si potessero udire ben distinte le parole sa�re: e dopo ave�' ordinato ad ogni dI �are. osser,vare.l decreti nella pro­ ve�cov? - sentimento diOceSI, Vitellozzi e diede lllCa1'lCO ai due cardinali Carlo Borromeo, (il santo) di farli Roma e nella cappella Iontificia, campione del nuovo stile musicale più bello, più puro, più grandioso fu Giovanni Pier Luigi da Palestrina Che egli sia stato il genio che ha creato dal nulla la grande polifonia vocale del '600 e che a lui solo si debba lo sviluppo di essa' è errore grossolano il crederlo; prima di lui a polifonia aveva già raggiunto un alto grado: osservare a Il . di bellezza. Egli ebbe la genialità potente che gli per­ mise di nobilitare quelle forme che tanto no­ bili non erano ancora, ebbe l' inspirazione ab­ bondante, la tecnica somma, ma ebbe anche la f,n·tuna di venire in un tempo in cui tutto concorreva a che il suo genio potesse espli­ carsi nel modo più completo. E la scuola 0è stata che senza mana alcun dubbio la prima d�ll' Ital�a tocc� con lui il più alto dopo togliendo e decreto am­ �'aver volu.to magnificare l'opera del Pier­ sopra ogm altra 'à fatto sì che dai orit.ici si sia perduta la magari in buona fede serenità del giudizio e si siano attribuiti a lui anche dei meriti che realmente non ebbe mai Eg�i contin.uò ad usare, come i suoi S01'1, come l contemporanei e quelli che segui­ l'ono a lui, i temi della liturgia, ma qualche volta ncn seppe sottrarsi all' incanto dei temi , - - predeces� popolari (anch' egli compose una messa, de continuò pure a fiorire. l'Homme arrnè ») « e le sue composizioni di canoni. di imitazioni di attacchi fugati e simili: sol� che mentre moltissimi altri compositori artifici frutto del lungo, assiduo studio rimasero aridi, in lui si i denbifìcarono col sentimento e divennero espressivi. Palestriue. era un genio. in questi' _ - Una delle prime messe che egli compose nel suo stile sublime, anzi quella a lla quale si attribuisce di avere tracciato la nuova via da se­ guire, dopo il decreto dei porporati, è la messa Pa-pae Marcelli : il Baini, (l) che con le sue Memorie sul Palestrina ha scritto un' opera di grande valore storico ma che, però, si lascia andare molto spesso ad esagerare ' della messa citata parla cosi: « Pianta ( il Palestrina) 41. - pna più be�li �'e��endoli anche Il aridità, Iuig i c pal:ole: Qui tollis, poi più e usai-li, P?r loro ogm monitore. « « su i cenni grandiosi di Costanzo Festa, ed analogamente a' suoi im nropei-ìì ed alle altre sue più famigerate produzioni, melodie sode, ed insieme semplici e so�tenute, ch iare: aggrugne loro una forza di armonie « vivacissime e sempre varie che mantiene � fino all' ultimo periodo Le « raggll'a m plU fogge; le acconcia con diversi « abbigliamenti: or le nasconde, or le l'i pro­ � duce: e sempre crescendo s'inalza quasi un (' altro Dante nel canto trigesimoterzo del­ « l'Inferno ». Anche per il Pierluigi il tema melodico generatore di una composizione aveva valore ciò trascurabile: si compl'ende facilmente si pensi all'essenza della composizione pohfolllca nella quale l'espressione deve risul­ tare dall'unione delle parti, dalla bellezza dei contrapunti, non proprio dal valore melodico di _un,a �ola parte cantante E veramente po­ chlsslmi (forse, sotto certi aspetti, nessuno) seppel:o, come il Palestrina, prodigare tanta melodIa, tanta maestà e dolcezza d'espressione' nella polifonia vocale) in neSSun tempo. land de essere più ardito, �fficacì, « « costa.nte:'l'len�� qu�ndo. . Ro� �attre .po�rà del lampi pIÙ luminosi di genialità nelle armonie rivoluzionarie. Tomaso Ludovico avere sue potrà da Vittoria potrà mente, nessuno ma più caldo, più vee­ più magnifico del nostro essere Grande -)(­ * ! * - _Quanto a� �entimento religioso - d:- �agDl�Ce?Za: gra�oallIeVI i costltUlrono, con le loro opere, il St;t?l pIU gran monumento musicale che possa van­ tare la storia dell' arte italiana. Bisogna però su la non l contemporanei lasciarsi - musicale de­ dagli storici i quali, tutti, pare si sian messi per trovare nella musica anteriore al vera portata sentimento CrIstIano, quello n,eppu�'e nella Cl fu ,lll non Cl se ne musica non ci palestriniana, puro, potè COlle q�ella co:uposta ante!iormente, sCrItta p.ote �s3ere dlCa III III q"?-ella contrano. al essere non come dopo, checch� Insomma: la religione della riforma cretata dal Concilio di Trento dell'art3, d'�ccordo ingannare e - . dl, q) ?ritiche-della yita delle opere Mem,ori�� storic? LUlgl da Palestrina compilate da­ e GlOvan:c.1 .1 !eI' Baml GiUseppe - Roma, 1823. 12 cristiana 'sua più aveva pura e trovato molti secoli addietro la naturale espressione musicale nel canto gregoriano: una forma d'arte diversa fosse quella dei primi po lifon ist.i quella dei - della riforma del doveva rispondere sentimento diverso: alla evoluzione del fiamminghi quella prima Concilio di Trento o dopo ad un - sentimento primitivo. gregoriano era stato concepito unitamente alle parole, era stato l'esaltazione della parola mistica, sacra, ottenuta con la melodia; la pòJifonia invece fu il portato di un progresso scientifico musicale: i primi canti dei primi credenti erano sgorgati da le anime nel1'estasi dell' adorazione, nel fervore della pre­ ghiera; la polifcnia nacque nei Iabora tori degli studiosi, come una scienza, e divenne l'espres­ sione di un ragionamento. Ragionamento e spontanei tà si escludono. Il canto ' Nella musica po l ifona della fine del '400 e l' ho già detto più addietro del '500 passò tutta la grandezza della chiesa cattolica giunta al massimo de la sua potenza; la fede del puro .. - cristianesimo - no. IV. Contemporaneamente alla grande scuola musicale romana (Felice Anerio, il prediletto di S. Filippo Neri Francesco Soriano­ G. M. Nanini ed altri ancora) ne fioriva a Venezia un' altra instituita da un fiammingo, la quale, come la prima, Adriano Willaert doveva acquistare in breve tempo un carattere opera bellissima (. L'ATte musicale in Iialia:» è la musica sacra più profana che si possa immaginare: il dottissimo ed elegante canonico di Chioggia vi fa cantare il Signor e la Sposa Mistica con gli accenti più umani possibili; Il Merulo, del quale si celebra in questi giorni a Parma il terzo centenario dalla morte, per merito sopra.tutto di Guido Gasperini cui si deve la nobile iniziativa (e al quale tutti noi che abbiamo per l' arte musicale un puro amore dobbiamo r ssere riconoscenti), Claudio Merulo, organista a San M arco essendovi maestri di cappella il V\ i llae rt, poi Cipriano de Rore, poi lo Zarlino, fu compositore molto sti­ mato al suo tempo. Giuseppe Zar-lino, nelle sue Dimostrazioni Armoniche, fa che le leggi dell' armonia vengano stabilite in seguito a discussioni fra Adriano WiJlaert, Claudio Me­ rulo e Francesco Viola (maestro dj cappella di Alfonso d'Este!. Il Torchi (op.nit.j ha pub­ blicato, del Merulo, cinque madrigali, uno dei quali bellissimo (Vergine bella che di sol ve­ stita) e un mottetto (In Deo speraoii cor meums, a sei voci, di inspirazione elevata e di fattura eccellente. Ora, qui a Parma, sarà eseguita una M essa a otto voci <� Cara la vita mia» della quale mi .proverò a dire i pregi e i difetti: anzi poichè gli uni e g1i altri sono anche nel mottetto citato, di quest' ultimo è inutile ch'io faccia l'analisi. - - - - poi assurgere a grande altezza Il Willaert (che alcuni vogliono scolaro del francese J ean Mouton, altri di Iosquin des Prezj portò ti. Venezia .la scienza del contra­ punto già matura: gli artisti veneziani, educati da lui, la fecero servire allo svolgimento, al­ l' ampliamento polifono delle canzoni del popolo proprio e dal connubio nacque e si fece forte ]a nuova la più importante dopo quella di scuola famosa per i nomi di Cipriano de Roma Rore, Zarlino, Costanzo Porta, Francesco della Viola e Claudio Mérulo, che la illustrarono con le loro opere Il metodo tenuto nel cornnorre dai maestri veneziani non differiva per nul Ia da quello che si usava a Roma (ed anche nelle altre scuole: dovunque insomma si componesse mu­ sica polifonica): erano le stesse canzoni, le stesse melodie della liturgia che servivano di cario­ e - Da un madrigale a cinque voci di Iaches Wuert ha preso il Merulo il tema per la sua Messa: Cara la vita mia; il Wuert probabil­ mente si sarà, a sua volta, inspirato canzone popolare: ad ogni modo ciò per noi alcuna importanza. Noto qui la melodia principale, - una non ha il come tralasciando nella ripresa del secondo non sono che una ripe­ udite. .Meì-ulo l' ha scritta quelle battute che Kyr.ie specialmente tizione di altre già da nel Kyrie, - - � , consonante un 4/6: della ma richiesta, ciò non e attacca scema magari con per nulla il valore La sua polifonia à però i essenziali della scuola veneziana. Svolgimenti ricchi e sapienti, sprazzi luminosi di inspirazir.nc, pagine di alto valore espressivo incastrate fra pagine quasi volgari: dei brani che potrebbero sostenere il paragone; anche per il pregio de la tecnica, con altri di Pale­ strina e di Roland de Lattre, e pagine di orno­ fonia degne dei compositori chiesastici deca­ denti del XVII: secolo. Si veda, per esempio, nel Gloria, il « Domine Deus Agnus Dei» a canto al « cum. Sancto Spiritu »: il primo di molto elevata, uno stile e di una espressione il secondo di un carattere strumentale ant.i­ vaccio ai contrapunti sapienti, allargate, dimi­ nuite, per moto retto, contrario, tormentate, snaturate da ogni sorta di artifici complicati. La riforma musicale del Concilio Tridèntino, anche a Venezia, non aveva avuto un grande effetto, perché non aveva potuto toccare che , così che l'opera riesce forse un poco monotona. Alcune volte il nostro Autore ripete dei brani interi di polifonia in una parte e in un' altra della sua messa, mutando semplicemente le parole sotto le note; l'attacco del Creda., per 'esempio, è simile a quello del primo Kyrie. La messa è composta a due cori, a cori battuti: per ciò, assai spesso, la melodia prin­ cipale è nella parte superiore di ciascun coro: i bassi cantano poco (nelle composizioni della scuola romana si può dire che quasi ogni voce abbia un a importanza eguale) ma invece ser­ vono solamente di base agli accordi: hanno, in conclusione, il carattere del basso continuo che poi il Padre Grossi da Viadana doveva elevare a sistema. Lo Zarlino aveva stabilito, nelle sue Institutiones Barmonicae, il modo di comporre a due cori ed aveva scritto �( Accaderà alle « volte di comporre alcuni Salmi in una ma­ « niera, che si chiama Choro spezzato, i quali « spesse volte si sogliono cantare in Venetia ne « i Vesperi et altre hore. delle Feste solenni; et « sono ordinati et diuisi in due, o più Chori; « ne i quali cantano Quattro o più voci; et li « cliori si cantano hora uno hora l'altro à vi­ cenda: et alcune volte (secondo 'l proposito) « « tutti insieme; massimamente nel fine: il che « sta molti: bene. Et perché cotali cori si pon­ « gono alquanto lontano l' Wl, dall' altro; però « aooertira il Compositore (occio non si odi dis­ « sonanea in alcun di lOTO ira le parti) di fare maniera la Compositione, che ogni « in tal c ChOTO sia consonanie : cioè che le parti di un in tal modo, quanto « Choro siano ordinate « fu.ssero composte à quattro voci semplici, senza « considerare 9li altri Chori; lwvenclo però 1'i­ « guardo nel por le parti, che tra l01'0 insieme (o accordino, et non vi sia alcuna dissonanza: « pereiocchè composti li Chori in cotal.maniera, « ciascuno da per sè si potrà cantare che non: « si udira cosa alcu.ua che offendi l'Udito, « Questo airoertimenio non è da �prezzare. chè «. è di grande commodo; et [u. ritrovato dall> Eccellentiss Adriano (il W illaert) ». « Il Merulo non sempre è stato ossequente alle leggi: molte volte, in questa sua messa, un coro preso da solo non costituisce l'armonia , . 'esteriorità dell' arte, non l' essenza. Il progresso delle due scuole, romana e veneta, è, si può dire parallelo. Solo che mentre da una parte la musica polifonica mantiene sempre I e lo mantenne anche quando inco­ minciò a decadere, per tagioTli diverse) un ca­ rattere di grandezza, di maestà mirabile, e lo stile severo, elevato, e si sente in essa l' in­ fluenza della città dei papi, e del Vaticano, e par ci sian riflesse le tele di Raffaello Sanz io o del Buonarroti: mentre in quella musica i-i­ vive Roma, la gran Roma eterna, dall' altra parte c'è il riflesso dell' oro di San Ml;U'CO, la luce del Vecellio, la fantasia coloritrice del 'I'in toretto, c'è la città dei dogi ammantati nei ricchi roboni di broccato, la città delle belle donne dai capelli biond i.Ta città che pare sorta per l'incantesimo di un mago grande artista dell' oriente. Mentre da una parte, se manca il puro sentimento religioso, c' è sempre una certa austerità di espressione, dall' altra l' e..:. spressione drammatica signoreggia sempre più, Difatti, dei discepoli del Willaert, H u bert Waélrant compose canzoni (Canzoni francesi, canzoni alla napoletana) e madrigali ma po­ chissimi mottetti sacri; Cipriano de Rore, il fondatore dell' arte n'Uova (tea tra le, dramma­ tica) secondo Claudio Monteverdi, introdusse il cromatismo nei toni della musica di chiesa, e e preferì pur lui di scrivere madrigali pas­ sioni, piuttosto che messe; lo Zarlino e il Me­ ru lo che vennero subito dopo, furono dello stesso sentimento. Basti vedere, dello Zar-lino, i due mottetti (Nigra sum se.I formosa, Ecce tu pulchra es) pubblicati dal Torchi nella sua chezza, con più o meno esattezza, il tema pro­ posto dalle due voci superiori: nuovi elementi melodici importanti le pal ti non aggiungono, composizione. caratteri patico, M olto ricca la melodia non è, si vede chia­ ramente. In essa domina un sentimento un poco triste, in quella discesa di note così so­ vente ripresa, in quel re che ritorna assidua­ mente, in quelle fermate sopra gli accordi deboli del tono; c'è, a intervalli, come il de­ siderio di espandersi liberamente (B-C-D), reso dalla cadenza' ricorrente ad arrestare lo slancio. Se ho notato la sola parte del soprano è perchè le altre parti hanno una importanza 'non mai superiore, anzi quasi sempre secon­ .vario daria. Il Merulo di questo tema ha tratto tutto il partito ch' era possibile trame con le muta­ zioni ritmiche: quanto a melodia, egli non ha .aggiunto che ben poco: tutte le parti, ripeto, o meno i l'Cnon fanno che imitare, con più rumoroso: n quale carattere strumen­ tale riappare sulla fine del Credo e nel �< ple­ ni sunt coeli » del Sanctus. L'artificio del canone e del la fuga (non s'intenda questa parola nel significato moderno) è usato con molta discrezione: 1'imitazione è talvolta nascosta, affogata da parti che servono solo d'armonia, ma spesso è chiara e bella. Due pezzi sono di grandissimo valore in questa opera: il Crucifixus (a quattro voci) e il San­ ciu s fino al « pleni sunt coeli ». Nel primo, molto inspirato, le parti hanno una indipen­ denza assoluta, e da tutto il brano risulta una mirabile potenza di commozione: nel secondo queste doti sono, se è possibile, anche più chiare. La melodia è presa, per tutti e due i pezzi, da quella del Kyrie, ma per allarqa­ mento (per il Crueifixus il brano E, per il Sanctus lo spunto iniziale A) Questo Sanctus basta per poter giudicare il Merulo un poIifo­ nista di valer» considerevole, malgrado i suoi difetti, malgrado il cara.ttere troppo spesso istrumentale della sua musica per voci. Spe­ cialmente dobbiamo studiare le sue composi­ zioni, come le altre dei maestri veneziani con­ temporanei, perchè in esse incomincia a sen­ tirsi chiaramente l'espressione drammatica delle parole, quell' espressione che doveva poi 13 -d iven ire più forte con Andrea Gabrieli e che .faceva presentire 10 stile dei grandi maestri tecnica, quella sì So benissimo, e lo sanno tutti, che un bravo direttore di nonservatorio, un bravo professore non possono nulla se la­ sciati a se stessi, alla sola iniz rativa personale. Ma chi presiede alle CO.3e della nostra istru­ zione, chi regge la co m pubblica 'se ne deve teatrale dell' opera polifonia vocale, dal 1600, -doveva incominciare rapida la decadenza Il .secolo XVI morente doveva aprire all' arte mu­ per la Perchè, nuovo orizzonte sterminato, Per tutta artisti sentivano che le ceneri del­ l'antichissimo teatro greco l'i palpitavano di vita, A Firenze, dalle ceneri, doveva risorgere fecondata dal genio degli arbisti novatori -della Camerata Bardi dei Oon ci di Vernio -sicale Italia occupare, un Abbiamo una miniera di oro' puro in casa ci accontentiamo di foggiare le nostre im­ magini artistiche ne lo stagne) e nel piombo: è, vergognoso. Dallo studio ùella polifonia del '50J, dallo studio di quell'arte gr mdissima, la nostra arte at.tingerà una, forza nuova: non per esprimere sentimenti morti, ma per dire ciò che vive ne le nostre anime, le nostre passioni, le nostre asp irnz ion i più nobili e più belle, gli e - - l'opera in musica, un vagito che parve allora un vo­ 1J0co fu forte. La polifonia fu oscurata, e si ritrasse, e non trovò nemmeno nelle chiese: parve vinta, diede Sorse grido, cale e ne di lì a posto più, 1l.DI::BHANDO l'JZZETTI. V. Alcune a parole voglio aggiungere ora necessità di studiare, noi musicisti, la sulla grande, del XVI forse, co�e ltalia hanno gla detta e nfa -detta una sim il cosa, par lerò al. vento: non nulla, dirò ad ogni modo. nostro Dunque: pretendere che il popolo. senta la bellezza della mUSICa po­ secolo,:, polifonia -quei pochi che in la ricca .corriprenda, lifona cinquecentista è in mente bisogna non aver -spirf to di quell'arte e non .spirito dei nostri tempi. Il stupido,. e ila musica ttappttesentativa avanti la ttirottma melodttammatiea �lletterselo mente dello a capito capir niente (CLAUDIO MERuLO) dello popolo del '500 po­ perchè er� stato lui che l.'avev:a e le su� cerrmorue inspirata, perchè la Chiesa parlavano avevano per lui un si�nificato: glI -del la religione cattolic.a, se non gli parlavano -del sen timen to cristiano; 111.a il nostro popolo, 'te va sentirla il 'ora, è mutato: fra passate -so n nimenti e secolo XVI e Fu musicista vario e profondo Claudio Merulo, e se sotto le vòlte del Duomo di Brescia fra le pitture del Moretto e del Giorgione, se tra gli archi dorati del mag­ gior tempio a San Marco fece risuonare le lente note mistiche de' sacri canti, de' mot­ tetti, delle toccate, de' rìceroari, lui « gran « fonte al cui gran valore non si doveva « altro premio che il Cielo stesso» lui, autore « della buona scola approbato » sog­ getto degno di « memoria eterna » lui il. nostro di mezzo troppe cose, troppI avve­ il soffio di troppe idee nuove: il resta freddo dinanzi a tutto 'popolo nostro -quol lo che non comprende più ed è giusto Ma per noi musicisti l'affare è diverso: noi del sen­ possiamo lasciar da parte la timento espresso e occuparci solo del mezzo -di espressione ; e quello è tanto bello da im­ porsi alla nostra attenzione più profonda, al nostro studio Non conoscere le opere dei po­ lifonisti del '500, per un musicista, El una ver­ conoscere la :gogna; come per un poeta non Divina Commedia. per un pittore non cono­ -scere le opere di Michelangelo. Polifonia è ora diventata una parola co­ di molti seri­ mune, che corre su le bocche bacchiatori ai note musicali, di molti compo­ -sitor i di belati e di ragli in forma di romanze ·0 d'operette, e di pot=pou.rri indecenti con titolo, d'Intermezzo, 'Ouverture, o simili. E -tutti questi bravi signori, deficienti de la mu­ sica, si credono di aver trovato una nuova formula di arte contrapuntistica quando son - .questione zoppicante, a trac­ dare un contrapunto senza quinte su un canto dato. E dire che la tecnica del contrapunto non ha fatto per voci (non dico �dell'armoniaJ Tiesciti un a fare un passo notevole dal '500 in qua: Non vorrei che verso nessuno dei grandi non lo ha mi tacciasse di che amo, che e ai quali m i prosternerei ginocchioni potessi, ma davanti ai miracoli polifonici Palestrina e dei suoi contemporanei, il con­ onoro -se di lo vocale della Messa in Re) della Nona della Messa da ReqLtiem di Berlioz di Verdi è povero, è quasi me-e dell' altra -schino. Che cosa, dell' arte polifona cinque-centista ne pensasse Beethoven non so, Berlioz non ne ebbe, credo, una conoscenza sufficien­ -temente profonda nè chiara, Verdi la comprese negli ultimi anni' de la sua vita gloriosa e disse, da par suo, del le cose che assomigliano -di molto a quelle che io dico oggi, povera­ mente. Studiare i trattati va bene, il Cherubini è buonissimo, il Reicha e quanti altri so io sa­ ranno eccellenti, ma studiare le opere vale assai meglio, 'Esporre le regole potrà essere una bella cosa, ma farne vedere l' uso pratico è bellissima senza alcun dubbio. Ai giovani il non che composizione si può d'accordo: tanto pm che studiare trapunto sinfonia, s.tudiano « principe degli organisti « », gentilissimo soavissimo » seppe però anche sotto il libero cielo azzurro, tra l'aure che spira­ vano soffi di rinascite e di nuovi ardori, far vibrare dolci note amorose e cantar e " " " 11 Occhi Iegg iadr-ì e belli ov' ha il suo seggio amore 11. Chi non .sa, com' Amore arde senza pietado 11. O voi servi d'amore pietà dal mio d ol o re Chi non sa. (c. che sia angelica beltà, miri nel vo lt o d.e la donna m ia .... 11. canone fatto, assolutamente irriverenza Parma, sui primi di giugno del '901. &,�nio darglìe'o, �omposizione è diventato ora come sbud.iai-e qualunque altra cosa perchè tutti ,lo vo­ gliono fare' ma ai giovani si può dare la ,. '}1J il madrigale, pur leziosamente e con artificio dettato dal poeta, vestito delle note del musico si snoda, s'avviva e ritrova l' espressione della sua affettività. Che se qui il Merulo non toccò grandissima rigido fama, appunto perché maggiormente volto al genere sacro, tanto e il nome, che ebbe a a gli sorrise la fortuna legar la sua memoria speciali avvenimentiIn ìstraordinarie cir­ costanze. È singolare davvero che, mentre le arti belle, pittura, scultura e architettura, in quell'età del, secolo XVI, di sì profondo scadimento sociale, di si grande miseria civile e di corruzione morale, erano venute a somma perfezione, anzi già additavano i segni della decadenza, la musica, l'arte pe­ culiare del popolo italiano, l'arte che più intimamente ne ritrae lo spirito, non si era ancora rivelata sotto quella forma che do­ veva produrre la più vivace e brillante, la più gloriosa manifestazione artistica. La musica profana non sapeva ancora esprimere co' suoi mezzi gl' infiniti e varii sentimenti dell'animo, che la poesia invece interpre­ tava con fine artificio in tutte le sue gra­ dazioni � la commozione, l'agitazione del­ l'anima, la rapidità incalzante del dialogo, il sentimento drammatico non erano 'a co­ del dotto madricalìsta ne' mai erano stati alla prova dell'O arte s'ua. I. nostri genii musicali, noscenza appariscono quando vanno estinguendosi D'li altri; parmi, però, che il risveglio del'Ia musica nel xvro secolo, anzichè un'arte propno veramente .una trasformazione artistico. E il rinascimento' è l'arte e la scienza antic� che d'un ritrovate aprono al pensiero sconosciuti oriz­ zonti; e co.me gli dei sereni e le leggia,dre dee dell'Olimpo sorsero su le loro rovine e e col fulgore delia purissi ma bellezza rin­ novarono la pittura e la scultura '; cosi le carte de' filosofi di Grecia e di Roma rive­ larono l'arte semplice e grande decli an­ tichi auleti, l'arte di quel canto aveva �a potenza d� c?mmuovere tutto un popolo, Il 'popolo artI�tI90 sopra ogni altro, e riu­ scirono efficacissimo Impulso alle idee nuove che già fervevano nelle menti dei dotti maestri fiorentini. E dopo la frenesia del con�scere e del sapere si slanciò lo' spirito fervido e le più fulgide creazioni. Fra- i mUSICI del Xv I" secolo e i pittori, gli scul­ tori del Xvo v' ha dunque meno differenza di natura che di forma. nuova, dello SIa spirito trat'to, cheo ' Si tenga ben conto lo �vil?ppo della poi che, a ritardare musica di pura isprrazroue italiana, accadde un fatto sin­ golare, la venuta, cioè, in pieno' quattro­ cento, nell' epoca del risveglio dell' intelli­ genza latina, di' un gruppo di gagliardi musicisti fiamminghi i quali ebbero sul movimento musicale italiano un' influenza grandissima. 1'antico maniera di cantare piana, semplice, dolce e l'antico sistem� della 'pura melodia, che forse stavano per dare all' Italia una musica di carattere schiettamente nazionale, cedettero il posto ad una nuova maniera di cantare, ad un nuovo sistema. Prima che ciò avvenisse, ne' secoli XIII e XIV i trovatori urovenzali e i trovatori italiani passavano insieme di terra in terra da una ad altra corte a can­ tare le imprese de' cavalieri e gli amori delle dame, dovunque, erano accolti con segni di giubilo sì dai popolani che dai nobili, tanto nelle piazze alla serenità fe­ stosa d'un cielo ridente, quanto ne'castelli ove la loro poesia trascorreva melodica tra il sussurro d'una vita d'amore e di pia­ ceri. Soggetti inesauribili de' canti storici e satirici" dei trover i erano i costumi e gli avvenimenti del secolo; sì che la poesia dolcemente accompagnata divenne allora quasi una necessità � i conti e i baroni lasciata per un istante la spada, vano l'arpa del menestrello e colle' malin­ nostra . impugna� coniche no�e .di essa ammausavano gli spiorgogliosi del cuore. E come ben prestò, accanto alla poesia sacra, frutto dei lette'rati, per lo più fredda e manierata, si af­ fermò ,'l'inno popolare, che nella rozzezza .riti della forma trovava bene spesso una strana così la canzone popo­ lare invase il campo religioso e prestò le sacre. Nella innografia su.e J?-0te alle cristiana tutto e veramente popolare: il sentimento, le immagini, il metro regolato e adattato per il canto; in modo che nel quattrocento « fra il canto religioso e amo­ « ros? v' è differenza altro che dell' oggetto; « la intonazione, la espressione, la versifi­ « cazione è la stessa ne' due indirizzi: si «cantavano i medesimi strambotti �lle « Vergini e alla donna del cuore, alla rosa « di Gerico e alla rosa rossa del balcone ». E la canzone echeggiava ne' stornelli: .negli amebei, ne' strambotti su pei colli in fiore negli aulenti Maggi, nelle ballate nelle frottole, nelle villanelle in ritmi' vivaci e arditi pei campi biondeggianti, al sorriso vigoria d'espressione, ri�e ------- d'un cielo perennemente azzurro; e la can­ zone risuonava non solo per pubblici avve­ nimenti, ma anche per private avventure, come n'accerta quellagrimevole e tremendo caso d'amore che il Boccaccio racconta nella va novella della vr- giornata del Deca­ merone. Ma quando di Francia, di Fiandra e d'Olanda calarono a stormi in Italia ad occupare i migliori posti nelle basiliche, nelle scuole, nelle corti, nuovi maestri con un'arte nuova, per tutto un secolo, dal 1450 circa al ] 5!'-)0 parve che il genio musicale italico, costretto ad un' artificiosa imita­ zione, s'affievolisse e s'oscurasse. Questa, ---------------------------------- i grandi del mondo antico e moltis­ simi personaggi mitologici e allegorici; da ultimo la mitologia nelle sue varie e me­ ravigliose trasformazioni, colle sue plastiche figurazioni, nella varietà delle sue attrat­ tive, nelle ricche e geniali personificazioni rimase sola, o q,lJa,si, a divertire' gli;:spirrti: scetici, paga1fj;r,dél tempo. Rammenterò alcune date: /in Firenze, nel 1454, nelle feste in onore di S. Giovanni Battista, tra gli edifizi andati in processione c'era la Vergine cQP Cristo in braccio e Ottaviano imperatore con la Sibilla: nel 1473, a Roma fu allestito presso il cardinale Pietro Riario, uno spettacolo per le nozze della princi- eroi, venutaci d'oltre monte. è la musica avanti la riforma me­ lodrammatica. Arte riflessa, frutto solo di calcolo e di profonda conoscenza non del voce cuore ma e ... festeggiamenti, una particolare .... ... •. " " Vede Nettuno le su e Dee Mari n e Quasi stelle Gel Ciel splender frn l'onde .. _ « L'inventiouo era del Conte Germa­ nico » (Savorniano, UlJO dei principali cavalieri della repubblica veneziana) ») « le stanze del Clarissimo Signor Maf­ « fio Veniero, la musica di Messer « Claudio da Correggio; e fatta da .« t-ali maestri non poteva essere se, « non eccellente essendo ORsi ecceIJen-­ « tissimi », Però anche prima di co­ desto anno, il Mer nlo aveva rivestito di note, poesia per cosi dire dramma: tiche: a Venezia, nel ] 566, in casa del Mag. e dottiss.: S. Sebastiano Erizzo si recitarono le Troiane di M. - Lodovico Dolce; gli intermezzi, mente �� Ricordo a Clnudlo Merulo - nella Cabtedr-ale di Parma ( im­ si pessa Leonora d'Aragona col duca di Fer­ rara, in cui figuravano Ercole e Deianira, Giasone e Medea, Teseo e Fedra con lungo seguito di ninfe: per le nozze di Galeazzo Sforza con Isabella d'Aragona nel 1489 a Milano, Leonardo da Vinci costruisce una grandiosa macchina, detta Paradiso, che rappresentava il sistema planetario, con tutti i suoi movimenti; dai loro pianeti gli dei si sporgevano dinnanzi a la sposa' e ne cantavano le bellezze e le virtù: nello stesso 1489, Bergonzo Botta a Tortona prepara ai medesimi sposi un grandissimo ricevimento, nel quale la poesia, la musica, la danza, la meccanica spiegarono tutte le loro pompe, sì che riuscì la meraviglia d'Europa e fece epoca nella storia delle arti. notevoli, perchè in sciolto vera-· forma di abbastanza e mosso; furono tutti da lui musicati. Ma in un 'altra ben più straordinaria occa­ sione è ricordato Claudio Merulo. Vinto, il concorso al, posto d'organista nella Cappella di Venezia'nelln'gliò del 1557. competitori parecchi i1lustri maestri del tempo, tanto crebbe la sua fama che, nel 1574, pare essendo maestro. di Oappella primario il celebre Zarlino, fu incaricato lui, il Merulo, dalla Re­ pubblica a comporre la musica per la Tra-­ gedia di Cl: Corn: Frangipani. È questa la famosa Tragedia che fu solennemente rap­ presentata nella gran sala del Maggior Con-: siglio dinnanzi ad Enrico III.o re di Francia, al Doge, i Senatori, il Cardinale di S. Sisto legato apostolico, i duchi di Savoia, di Fer­ rara e di Nivers, gli oratori de'notentati e­ steri ed altre tremila persone. Ma se come componimento poetico nulla contiene che lo distingua dagli altri che in simili circostan­ ze si preparavano presso tutte le corti ita­ liane, bisogna pur confessare che anche la musica non dovette essere cosa nuova, ma sempre di quello stile madrigalesco com'era appunto la musica accademica d'allora. �� dialogo facevano per nozze, per vittorie, per pas­ di re, di principi, per ingressi trion­ fali od altro. In simili circostanze dapprima attirarono il maggior interesse le pompe religiose, le processioni del clero con tutti i loro apparati; in seguito con gli angeli, i beati e i demoni comparvero anche gli saggio gli apparati coreografici pre­ meraviglie e la musica eli stile madrigalesco fece lo sue maggiori prove. Firenze ci porgo i migliori spettacol i di commedie con intermezzi; qui il Macchiavelli, Lorenzino de' Medici, il Var� e pararono le loro Corteccia, Costanzo Festa, lo Striggio, Cristoforo Malvezzi, Giovanni Bardi, Luca Maronz io, il Galilei, il Peri. il Caccini Chi non ricorda gli in­ termezzi che accompagnavano le com­ medie negli anni 1539, 1550, 1565,_ J566, 15t}7, 1569, 15'i9, 1584, ]585 J589? E fu precisamente nel 1579" che Claudio 1Jfe?"ulO trovandosi in Pi­ renze prese parte alle feste per le, nozze eli Francesco Medici con Bianca Cappello. Un contemporaneo, Raffaello. Gualtierotti, che in un opuscolo ci lasciò notizie eli tutti i divertimenti dell'occasione, dice: «come si « ap-· « presento il Vinitiano aranti a S. A. « subito s'incominciò una musica ec­ «-'eMlen te, e can taronsi queste stanze: Con codesta musica, adunque, detta poli fonica e madrigalesca da una speciale forma lirica su tutte dominante in quel secolo. si rivestivano quei componimenti che adombravano una forma rappresentativa essere recitati o che. comunque, dovevano dinnanzi a un pubblico raccolto; e se nel cinquecento continue succedevano le occa­ di gli ingegni ... - sioni - . spressione d'ingegno brillante e ca­ priccioso; arte nella quale si cerche­ rebbe invano il sentimento, la pas­ sione, la melodia che tocca le intime fibre dell'animo. nella quale manca dr l tutto, come noi intendiamo, I'{spira­ zione artistica. Per il compositore di codesta scuola il canto a solo non aveva importanza reale; il suo studio tutto rivolto al1a fusione delle era varie melodie; bastavagli aver 11 n, tema melodico, pur non originale c dovunque attento, che si prestasse fa­ cilmente ad essere ba�e di un variato lavoro contrappuntistico; e il tema melodico sotto la mano ahile del compositore si allunga, si restringe. si divide in varie parti, si trasforma in mille modi per dar agio alle diverse parti di entrare variamente, di rin­ corrersi, tardare, intrecciarsi e fondersi insieme producendo un' armonia nella quale sorce or l'una or 1'altra canti­ lena a segnare nettamente le proposte e le risposte di questo, di quel mo­ vimento. E poiché l'ideale della mu­ sica del secolo X'Vl" era appunto la fusione di varie melodie indipendenti vincolate fra loro soltanto dai ]e­ o garni delle imitazioni e delle fughe, conveniva necessariamente ch« ozni composizione fosse a 4, 5, a 6 voci dovevano II vere e più; le qnali tutte la medesima importanza. Le rigide teorie della scienza. del contrappunto frenavano così ogni slancio dell'animo, ogni spirito, ozni soffio di novità. Che se siffatta musica era dotta, profonda, ricca di meravigliosi effetti, tuttavia il bell' intreccio armonico delle parti cantanti, l'eleg-ante giro melodico delle frasi, la variata armonia che colo­ risce in modo sì strano le composi­ zioni fiamminghe, erano soverchiati, cumulo di bizzarrie, r icoperti da un di controsensi, d'artifici puerili, di veri enimmi. portanza hanno quegli spettacoli che ; chi, il D' Ambra, il Galli. il Grazzini. il Cocchi ; qui Andrea del Sarto, il San Gallo, il Peruzzi, il Buonta­ lenti, il Vasari ; qui Francesco rappresentativa tecnica, : Ma sulla fine del secolo xv avvenne in Ferrara la vera restaurazione del teatro classico, appena cominciata in Roma a' tempi di Paolo II e di Sisto IV; dalla recitazione delle commedie latine di Terenzio e di Plau-. to si passò, tosto alla .traduzione, quindi all'imitaz ione: basti ricordare l'Ariste. Al­ lora nel carnevale e in tutte le solen ni oc­ c�sion.i la commed�:t. riuscì il. più gradito divertimento e negli intermezzi degli atti - _ E tutta tacoli è tutta la musica di codesti spet­ priva di tem po, uniforme, piena sonora, le scene, l� 'espressione. e .di sCl�tilllen�o;erano narrazioni, dialoghi stessi .�anta�I a e I h�g��gglO mazione, restando s.empre .della canto qualunque minava sovrano. Il e c era' un contrappunto che do­ una amasse avere netia in S. Marco, Nouamente composti et dati in luce. I in Venetiu appresso I An­ gelo Gardauo. I 1579. 19. Di Claudio Merulo I da COlTeggio Orga­ nista I della Serenissima Signoria di Vene­ tia in S Marco, I il L'rimo Libro de 1I1a­ driqa i a tre Duci I Nouamente composti) et dati in luce. I in Venetia appresso An­ gelo Gardano I ill1JJ.XXX. più ampie - società, artifìziata spegneva forzata­ mente ogni risveglio della v.ita pubblioa, quando sull' Italia pesava la tirannide spa­ smuola che ne aveva sconvolto tutto l'orga�ismo sociale; e il popolo siYitrasse .qu.asi volontario dal lovorv letterario e artistico, 'sì che la letteratura e le altre arti prive ,della limpida ispi.ra�i?ne che solo la libertà 'Concede nella leziosita e indeterminatezza forma cominciarono a decadere; al­ Di lora dalla corruaione e dissoluzione generale rinacque la mus 'ca con _nuovi. ide�li ed .e-. s presse col s uo linguaggI? mlste;lOso .CIÒ che a le arti sorelle era vietato di mauife­ stare. Allora dalla naturale prontezza d'in­ gegno, dallo spirito fervido, aperto a tutte le manifestazioni del bello, da l'indole gala 'e fantastica, dallo squisito senso artisti�? di un popolo che anche in _mezzo � le plU gravi sventure non cessava di conquistare le più gravi idealità dell'arte, e co'suoi canti, 'Colle feste straordinariamente pompose di­ vertiva tutti i principi d'Europa, allora sulle rive dell'Arno sospiro ancora la dolce me­ lodia e sorse iI melodramma, il più vivo Documento dello spirito vivace del popolo italico. ARISTIDE FERRERIO. - 1892. H,�.S'3hGNA. CRONOl.OGICA. - 1. Fra i Madrigali quattro voci di Cipri­ ano ed A urubale (1:)61) l Madon na poiche uccider :.::. \' �i Dolci et armoniosi concenti, lib. II. n . - - ( 15(2) 3 4 5 6 7. 3. Nel Ingiustissim' amor perchè si Il dole' aspetto 4. Nel Primo Voi foste fatta (2 p.) Lieti fiori Soave contrade (2 p.) l'rimo libro delle Greqhesche. L Donna se l'occhio la 4 voci) 2 COl' mio senza (a 7). - libro de canzon raro , (1564) napolitane. 1. Tanto tanto t'adoro (a 3) 2 Alla SibiUa me ne vo (a 3). Fra i Madrigali di Aleesandro Striqçio, (1565) .;._ - . L'alma mia fiamme (a 6). 6. Ltprimo libro I de "Madt/gati I a cinque voci I di Claudio da ,COI regg'io I Nooamenie po�ti in luce I Con privilegio I In Vinetia I appresso Claudio da Correggio, et Fausto Bethanio Compagni I MDL VI. 7. Nel Secondo. libro delle Fiamme. (1567) 1 Da bei ru.ggi lucenti (a ,.5) 2 Quindi giusto desio (2 p. a 5). '8 Nella Corona della morte di Annibal Caro. Sonetti. (1568)' l Svelt' ha di morte 2 Che fìa adunque (2 p,). 1 '" - 19)4. . - - - 9. Nei Dolci - (1690) (2) 1 Ingrat' amor (a 5). 11. Nella Musica di XIII autori illust1'i a 5 voci. (1576) I lo non potria goder gioia perfetta 2 I a voi nasce il mio ben (2 p.)' 3 Deh! perchè morta mia non date. voci. 12 Nel l'rimo fio-re della ghit'landa a -classic� coloriva in un' arte mente la poesia' elegante­ fine, fine, bile V energia poetica scossa dal mecenatiRmo produceva, eccitata 'ed abbondantemente; viveva a.lle corti il poeta. come i l maestro di cappella, il arte senza " 3 Lasso che. P'rimus Sac?'a1'um Cantionum I qui'liqi 'i.OC: Olaudii Merult, COl'rigielisis I Ur,qanisfae S J.l1arci, a Domini nostri Jesu Christi nali1)ilate usq; ad prim.o Kalendas Augusti. I Cum Privilegio. I Venetiis apud . An_qelum - Gardanum. l 1578. (1) . 15, Liber Secundus Sacrarum Cantzonum I quinq; voc: Claudii Meruli Corrigiensis I Organistae S. Marci, a primo Kalendas Augusti, usque ad 'Domini I nost1'i Jesu Christi Nativitatem. I Cum Privilegio. I Ve­ netiis apud An.qelum Gardanum, I 1578. (2) 16. Nella Co'ona de ildadl'igaii a 6 voci. (1579) 1 Gelo ha madonna 2 Mentre mia stella miri - (1) di G. GASPARI. Bologna, 1892. (2) G. GASPAIU. Op. cito (1693) I M.DLXXXXIllI. (4) 34. Di Claudw Merulo da Correggio Orga­ nista della Serenissima Sig. di Venetia in S. Marco. Il Primo Libro de Motetti a sei voci. Novam,ente Ristampati. In Venetia " Appresso Angelo Gardano. (1595) Fu errore, o stranezza del Gardano il lasciare sul frontespi�io della ri:3tampa il titolo all' autore di Organista della Sere­ nissima Sig. di Venetia in S. Marco, mentre il Mel'ulo era sino dall' ottobre del 1591 in Parma. Dell' edizione del 1593, citata da P. Martini, non esiste, per quanto mi sappia, esemplare. Il Liceo musicale di Bo­ logna conserva ms. questo primo libro dei, alcun (1) EI1'NllR ROB[';RT. (2) EITNER. Op. cito G. GASPARI. Op. cito Uni ver:sitets-BiL> :ioteket i U ppsala, melwerke, 1877 Berlin. Catalogo della Biblioteca Musicale Armilla. . Gio: 14. Liber e D'una gruìa (a 5J. 31. Nella Nuova spoglia. amorosa. (1593) l Ero così dicea (a 4). 32. Di Ctaudio Merulo da Correggio. Orga­ nista del Sei eniss. Signor Duca di Parma et Piacenza etc. Il Secondo Libro De' Mo­ tetti a sei voci. Con giunta di malti a sette per concerti et per cantare Nouamenie da lui dati in luce. in Venetia Appresso An­ gela Gardano, t1593) (0) 33. Sacroru m I Concentuum. I Octonis Den: Duoden: et sexdenis I vocibus modulando­ rum I Aucto1'e Claudio Merulo Corrigiensi ab Organis Se1'enissimi I Parmae et Plac: Ducis etc. I Liùer Primus I Xunc primum Venetiis Apud Angelum Gardanum editus. , - - - quale' doveva anche comporre e dirigere Per conoscere la musica da camera. nostro del intera uindi l'operosità' q �Ie­ fulo, vissuto in tale ambiente, ,dapprIma presso la serenissima Signoria di Ve­ nezia e poscia presso i Farnesi di Parma, grandi nel fasto e nelle concezioni, come attestano le superbe opere fattè erigere là ove avevano dimora, fa mestieri di dare l'elenco esatto, in ordine cronolo­ gico, per quanto è mai possib�leJ delle delle brevi opere stampate, ?o�posizioni musi(!a1i sparse nelle COlleZIOnI del suo - (1571) 1 De le perle e rubini 2 Questo ben di dolcezza (2 p.) 3 Ci bo pregifl.t' e caro (3 p ) 4 Caro amoroso rieo. 13" Nel J>Timo libro' aei Ml1d1'igali di jJattista Mosto a 5 voci. (1578) ,I Liete piante 2 O se crete e 12 p.) 30. Nel Florindo (a 7) 'l ò segno, come la musica, quas� per effetto di rifrazione ottica, appanvano nelle sfumature vanienti e velutate. Il musico fatto elegante attraverso il temperamento, � . . l Cantate domino cant.icum novum :.l Ecce Maria genuit (a 7) j Haec est dies quam fecit (a 8). 1 N el secolo XVI l' umanesimo aveva toccato il' punto più culminante della parabola ed invaso le arterie della vita umana' si sentiva, si pensava nella forma greco-romana. Le arti del di­ suo fruiti. (1570) Vivea solo per voi (2 st. a 5). io. Nel PI imo libro delle qiustinian«. 11570) Merulo. 28. Nel Liber primus qemmae musical. (1588) l lo non pot.rra goder I,a ti). 29. Fra la Musica per concerti ecclesiastici; , - - PU�BLlCAlIONl D1 LlA�DIO M�:R�lO • Hodie beata virgo Maria (a 5)' � .dl Deo speravrt cor meum (a 6) o O altitudo di vrtiarum (a 6)' 4 O rex gentiurn et deaìderatua eorum. (a6) 5 Pax vobìs ego su m (a 5) ti Sancti et iusti in Domino gaudete (a 5) 7 'I'ribus iu iracu tis or nat.um diem Ca 5) 8 Vos qUI reliq uist.is om nia (a 5). 2-1 Nel Gaudio a ;) voci. (1586) l Se non m' ingann' amore 2 Ecco che gl' e pur vero (2 p.) i:) l\l.ai non vo più cantar lcanz. 1. p.). 25. lS ella Corona di .d sonetti a 5 voci. (1586) l Vide l'Arno superb' ambe 2 Col suo nume maggior l'unica figlia. 26. Nella Musica spiriiuoie a 5 voci. (1586) l Signor fra tutte l' opre 2 Vergine che consoli (2 p.) 27. L'Amorosa Ero rappresentata da Pl,Ù celebri musici d'Italia con l'istesse parole. Fra questi è annoverato Olaudio (1588). J (1565) 5 20. Nei Lauro secco, �16S2) l Mentre il. lauro gentil (a 5). 21. Negli Amorosi Ardori a 5 voci (1583) t Vorrei lasso esser 2 Mirami VIta mia. 22. Neùa Musica de diuersi autori. \1584:) 1 Fida scorta (a 7) 2 Perchè sopporti (a 7) i:$ Gccbi che tia (a tl l. 20 � ella Raccolta delle sacre canzoni edite da .1:<'. Li nuuer per uso clelle scuole e chiese germaniche. (1685) (l) 1 Gravi pene 'n amor si provan 2 S'al vostro mal consente ogni' Bologna, giugno 3 Di neve e fresche rose 4 La mia spietata sorte. 17. Nel Trionfo di Musica a 6 voci. (1579) 1 Tra pure nevi 18. u Primo Libro de Madrigali I a quattro voci I di Claudio Merulo da Correggio I 01'­ ganista della Illustriesima Signoria· di Ve­ chiamerò, intorno alle composizioni del Merulo, citate in opere del cinquecento, senz' alcun' altra indicazione, potrà con­ sultare l' opera: Bibliothek der gedruckten weltlichen vocalmusik ùaliens aus den Jahren 1500-1700 von Dr. Emil Vogel. Berlin, nuova . che 'notizie Ma, anche per la musica era vicina l'ora della rinascita; e si badi: quando fu caduto .ogui reggimento den.lOcratico, quan.do unico, chi numero , mUSICa; edizioni, Meruliane. Già esiste, è vero, un catalogo nelle Memorie della cita e delle opere di Claudio Merulo per Angelo Ca tela n i, ben fatto, tuttavia incompleto, dopo i nuovi e mi­ nuti studi che si sono fatti. E siccome non è lecito abusare dello spazio in un nel medesimo stile del madrigale piu VOCI; i diversi pezzi di poesia non erano legati gli uni cogli altri, nun vi. �ral1o s�ene co�­ tinuate fra più .personaggi III nn musicale che SI prestasse alla rapidità del decla­ e che tenesse-il posto 'dialogo delle e (SI (4) Bibliographie del' Musik<sàm- 16 47. Nella Raccolta del Raeeri; quattro zoni da suonare. (1608) Mottetti in 40 della fine del secolo X VI, in partitura, di carte 72 35. ,T\ ella Vittoria amorosa. (1596) 1 Amor co' strai ferisse Ca 5). 36. Ne} Transilnano di G. Diruta. (1597) 1 Toccata del terzo tuono. �7. Fra le Sacrae Symphon,iae 48. Claudii Meruli I Corriqiensis I Misse Due cum Octo et duodecim »ocibus I conrinnande: Beate .Marie Virginis 1 Nuperrime Impresse I cum Parte Organica I Venetiis I Apud Angelum 'Gardanum, et Fraires I MDCIX. La prima messa a otto, divisa in due Additeq; 12) .... ocio tam can- 3. Claudio Merulo, v!vis accomo.da!ae. edzt�e quam instrumerdalibu� studio et oJ{era Casparis Hasleri Norimbei g. Orqanistae. (1598) �3) drigali m Litanie vita mia e lavo­ rata sopra un Madrigale di .Iaches Wert a cinque voci. La seconda a dodici, divisa Ili quattro cori, è intitolata: Benedicam Dominum e lavorata sul tema di un-rnot­ tetto di Andrea Gabrieli parimenti a dodici voci. Il) 1 Audi Domino (a 6) 2 A ve gratia plena (il 8) 3 Confiteantur tibi (a 8, 4 Deus noster refugium (a 8) 5 Gaude Maria v irgo (a lO) 6 J nd icabo tibi homo (a 8) 7 In tribulatione mea (a 8) 8 Iubilate Deo Ca G) 9 Laudate Dominum (a 8). 38. Toccate I D' Inianolaiura J d'Organo. Dz Porta. toto . Costanzo 5. Porta. L'arte data sua la musica figurata ha cullà nell' opera stampata d'imprimere e la sua Musica - No­ Introitus in missarum, quinque vocum.: quae in solem­ mitat.ibus omnium sanctorum toto anno­ celebrantur, 1566. (2) 6. Giovan Leonardo Primavera. libro delle canzoni napoletane 7. . Filippo Verdeloi. del Madrigali a Il secondo" - 3 a. voci, 1566_ e.secondo libro­ 1566. Ll.primo - 4 voci, Il primo libro dei Ma­ 8. Vincenzo Bastini. drigali a 5 e 6 voci, 6 Febbraio 1567. - Madrigali - ] l secondo l i bro dei - a. Ma­ voci, 25 Aprile 1567. 11. Domenico Micheli, Madrigali a 6 voci, 25 Maggio 1567. Il primo libro­ 12 D. Francesco Orso. dei i\J ad rigali a 5 voci, 20 Giugno- drigali la celebrantur, 25 anno vembre'1506 (1) 10. Giulio Fiesco. Claudio Introitus­ Musica - dei Ma­ vocum, quae in diebus- 9, Giovan Battista Conforti. 5 voci, 6 Aprile 1567. EDIZIONI MERULIANE. . -'- lssarum, quinque dominicis I vocum. 5 a �. Costanzo 4. cori è intitolata: Cara la Merulo Da Correqqio I 01'gamsta del Sereniss. I Sig:' Duca di Pa:ma 1 �t Piacenza etc. 1 Nooamente da 1m date. m. luce, et con ogni diligenza corrette. , Libro Il primo libro voci, 20 Luglio 1566. . (1) [) a - - appresso Simone Ve1'ovio MDXCVIII I Con licenza de Primo I In Roma 1567, Superiori. 39. Nelta Spoglia amorosa. 1 Amorosetto la neo 13. Gian Do menico da Nola. libro delle villanelle alla 3 e 4 voci, 1557 a (1600) 51. 40 Nella Sacrarum. Symphonim'um eoniinuatio. (1600) (4) 1 Tribuat tibi secundum cor meum .. 14. Giovan Maria Rosso. 4 veci. (a 7) Magnum haered ltatia myster.ium (a B) 3 Quuntas ostendisti mihi 'tr ibula-. con 2 t iones 41. la Magnificat· V (1600). (5) et 1 toni, Madrigali - a- 8, 8 Ottobre 1567, a Il primo libro deii 15. Antonio Molino. Madrigali a 4 voci, ]568. - Luigi Palestrina. -. Il primo­ Madrigali a 4 voci,' 1568. 17. Costanzo Festa. Il primo libro dei, Madrigali a 3 voci, 1568. 18, Lupachino Deluasto. Il primo li­ 16. Pier 61 8 et dialogo un Il .primo­ napoletana. - libro dei 12 - voc: - bro OPEHE POSTUME. note negre, con a 2 voci, 1568. 19. Giov: Domenico da Nola. J l primo­ napoletana; - libro (lelle villanelle alla ' da C01'1'eggio' 42. Di Claudio Merulo I Organista del .�el·el1i.c;.�. I Sig. puca di Parma. Il Secondo L�bro I dei Ma­ a drigali I a ci, que,,?oc�. I Monsiqnor Illustrissimo d't Racco­ nigi I Nuovamente dall' autore dati in luce I In Vrneii I Appresso Angelo Gardano. i MDXCIII!. Venne pubblicata quest' opera poco dopo la morte dell' autore, cioè il 30 giugno 1604 43. Toccate 1 D' Iniacolatu a L'Or­ gano. Li I rla,udio J.VIel'ulo da Cor­ reqqio: I Organista del Serenise. I Sig. Duca di Tarma I et Piacenza etc I Novamento da lui date in luce, et I con ogni dilùu nza corrette: I Lsbro Secondo-In Roma appresso Simone Verovio. 1604 I Con licenza de Supe­ riori, Erano già in corso di stampa, quando il 4 maggio cessò il Merulo di vivere, 44. Ricerrori d' Iniabolaiura I ao-. gano di Claudio Merulo I già Orga­ nista della Serenissima I Signoria di f569. È De?icati 20. Filippo di Monte. Il primo libro' dei Madrigali a sei voci. 1509. - 21. Pare che la prima edizione fosse fatta in questo stesso anno. 45.' Ricercari da Cantare I a çuattro voci' 1 di Claudio Merulo da Oorreqqio I Organista del Serenissimo Duca di Parma I Nova­ mente dati in luce per Giacinto Merulo Nipote dell' Autore. I Libro Secondo I In Venetia Appresso Angelo Gardano et Fra­ telli I MDCVII. 46. Ricercari da Cantare I a quattro voci I , Di Claudio Merulo da uorreqqio. I Organista del Serenissimo Signor Duca di Parma. I Novamenfe dati in Luce per Hiacinto Merulo Nipote dell' Autore I Libro Terzo. I In Venetia, Appresso Angelo Gardano, et Fra­ telli I MDQVIII. . . • Il secondo libro dei Cipriano Rore. Madrigali a 6 voci con una canzone" di Giannetto (Palestrina), 1569. - 22, Orlando Lassus Madrigali a Il primo libro dei 4 voci, 1569. 23. Pietro Aretino. - Magnificat CUlTI q_uin-·· - que vocibus.eliber primus, 1569. (3) 24. Aurelio Roccia. Il primo libro dei Madrigali a 4 voci, 1571. Quest' o­ pera fu corretta dal Merulo e stam­ pata' da Gioroio Angelieri. - 25. Pier Luigi Palestrina. libro dei lamente - Madrigali a corretti), 1574. 4 . Il primo­ voci.' (So­ T medesimi caratteri con ]0 stem­ furono usati anche nella ristampa del primo e secondo libro dei M ama - Venliia. I Nocamenie. Con ogni diligenza Ristampati. I Libro Primo. I In Venetia, Appresso Angelo Gardano 16(}5. ristampa. una da Ottaviano Petrucci da Fossombrone: Har­ monice Musices Odhecaion, Venetiis, decimo octaco Kal iuniasçanno saluiis 1501.' - Non pochi musici, allettati" aprirono una officina da stampa, e fra questi s'annovera il Merulo, il quale si, associò Fausto Bethanio (1566). L'impresa tipografica adottata era un tronco d'albero entro cui, a modo d'innesto, sta conficcato un ramoscello sfogliato e spinoso; intorno si legge: Simili frondescet oirça metallo. Scioltasi la società alla fine dello . drizali, 1573, a senza 5 voci di Orlando Lasso dagti eredi di Madrigali, a 5 nel 1580. Sac, NEsToRE PF.LICELLr� stesso anno, continuò da solo il Merulo sino al 1571, in cui cedette la. stamperia musicale a anno Giorgio Angelieri. (2) Soltanto le prime sei edizioni sono di Bethanic con. pagni 1. Guglielmo Tctctori«. Il primo libro dei Madrigali a 5 voci, 1� Aprile 1596, 2. Stefano Rossetto, II primo libro dei Ma­ drigali a 6 voci, 22 Maggio 1596. Claudio e . - (1) (2) (3) G. GASPARI id, id. Op. cito id. id. (l) G. GASPARI. Op. cito (2) (31 (4) (5) id. EITNER. id. id. id. Op. cito id. id. (1) G. GASPARI. (2) id. Op. cito id. nel però dello stampatore, e'. Francesco Rarnpazetto nei voci, di Iamber Courtoys,. nome Parma 1904, - Btab. 'I'ip, L .. Battei. . .� ;j �·.�.l� � LIdS·��(I ,fp·rezzo . � C en. t 50 . - �� (fff� '\'1 •• .• l\i' . .���'�)Y® �)