LUPACCHINO DAL VASTO (XVI secolo) Musicista, compositore

PERSONAGGI ILLUSTRI IN TERRA D’ABRUZZO
LUPACCHINO DAL VASTO
(XVI secolo)
Musicista, compositore
Non è possibile ricostruire con certezza e precisione la vicenda biografica di
Lupacchino a causa della scarsezza delle fonti, dovuta ai saccheggi della città da
parte dei Turchi nel 1566 e da parte dei banditi di Marco Sciarra nel 1590.
Probabilmente Lupacchino nacque a Vasto dove ebbe la sua prima formazione
musicale presso la chiesa di S. Maria Maggiore, presso la quale era istituita una
schola cantorum.
Nel 1543 lo troviamo come sacerdote del Capitolo di S. Maria Maggiore. Nel
1547 si presume fosse in territorio emiliano, come fa pensare la dedica del Primo
Libro di madrigali a cinque voci a Carlo Antonio da Bologna Fantucci. Tra il
1546 e il 1553 lo troviamo a San Giovanni in Laterano a Roma, come organista e
come maestro di cappella, prima di essere sostituito da Giovanni Pierluigi da
Palestrina. Da quel momento di Lupacchino si sono perse le tracce.
La sua produzione comprende 85 madrigali a tre, quattro e cinque voci, raccolti
in volumi collettanei. Oltre alla pubblicazione del 1547, negli anni Quaranta
venne pubblicato a Venezia il Primo Libro a due voci, che raccoglieva 13
composizioni a due voci senza parole. Perduto l’originale, di esso ci sono
pervenute ristampe molto antiche. Si tratta di una delle più importanti raccolte di
musica a due voci a scopo didattico.
Di carattere profano ricordiamo La pastorella, un madrigale ironico basato
sull’effetto del canto del cucù ed un accentuato uso di effetti onomatopeici.
Lo stile del Lupacchino inizialmente di carattere imitativo si apre in seguito a
passaggi liberi. Ne risulta uno stile vivace che assume in alcuni tratti toni
popolareggianti e festosi.
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PERSONAGGI ILLUSTRI IN TERRA D’ABRUZZO
Tra le fonti più antiche ricordiamo Antonangelo Doni, coetaneo del Lupacchino,
al quale dobbiamo molte notizie biografiche del musicista, riportate nell’opera La
libraria del Doni fiorentino nella quale sono scritti tutti gli autori vulgari con
cento discorsi sopra quelli, e Giuseppe Baini che a Lupacchino fa cenno in tempi
più recenti (1828) nell’opera Memorie storico-critiche della vita e delle opere di
Giovanni Pierluigi da Palestrina.
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