Presidente ERT Daniele Gualdi Direttore ERT Pietro

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2013 - 2014
Presidente ERT
Daniele Gualdi
Direttore ERT
Pietro Valenti
Direttore Teatro Bonci
Franco Pollini
catalogo
a cura di
Emanuela Dallagiovanna
la copertina è di
Ugo Bertotti
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SOMMARIO
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Bonci, la tradizione del nuovo
Paolo Lucchi Sindaco di Cesena
Elena Baredi Assessore ai Servizi e alle Istituzioni Culturali
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Un grande cartellone per un grande Bonci
Daniele Gualdi Presidente di Emilia Romagna Teatro Fondazione
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Il Bonci, il Teatro di tutti per spettatori di nicchia
Franco Pollini Direttore del Teatro Bonci
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16
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25
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42
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PROSA
ESSAI
TEATRO CONTEMPORANEO
CONCERTI
DANZA
TEATRO MUSICALE
CALENDARIO
Questo volume è stato stampato a Cesena
nel mese di settembre dell’anno 2013
dalla litografia «Il Papiro» per conto della
Società Editrice «Il Ponte Vecchio»
BONCI, LA TRADIZIONE DEL NUOVO
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Da sempre il Bonci ci ha abituato a stagioni di altissimo livello, contraddistinte da proposte stimolanti e
di grande interesse, scelte fra il meglio della scena italiana.
Questa vocazione alla qualità ha fatto sì che, in passato, le tavole del palcoscenico cesenate fossero
immancabilmente calcate da tutti i grandi interpreti del teatro italiano, da Salvo Randone a Vittorio
Gassman, da Carmelo Bene a Dario Fo e Franca Rame, da Anna Proclemer a Rossella Falck, a
Mariangela Melato, solo per citarne alcuni (e ci sia consentito rivolgere un pensiero grato e pieno di
nostalgia soprattutto a queste quattro grandi signore della scena, che ci hanno lasciato nell’ultimo
anno).
La stagione 2013-2014 del Bonci prosegue su questa strada, con un cartellone che mette insieme,
ancora una volta, tradizione e innovazione, grandi classici e temi contemporanei. E per farlo chiama
a raccolta grandi interpreti dello spettacolo dal vivo, volti fra i più amati del cinema italiano di oggi,
e ancora musicisti di grande prestigio e compagnie di danza espressione della migliore coreografia
moderna.
Così, fra ottobre 2013 e aprile 2014 si presenteranno davanti al pubblico di Cesena - solo per
rimanere alla prosa - Alessandro Gassmann, Luigi Lo Cascio, Nicoletta Braschi, Silvio Orlando, Luca
Barbareschi, Roberto Citran, Alessandro Haber, Antonio Latella, Ascanio Celestini, Gabriele Lavia,
Eros Pagni, Tullio Solenghi, Umberto Orsini.
Variegato il quadro dei titoli proposti, che spaziano dalla nuova drammaturgia ai testi immortali
del teatro, talora, però, ‘contaminati’ con uno sguardo contemporaneo, come nel caso del Riccardo
III di Gassmann e dell’Otello di Lo Cascio. Senza dimenticare l’irrinunciabile apporto delle due
compagnie cesenati del teatro contemporaneo, Raffaello Sanzio e Valdoca, presenti quest’anno con
due progetti speciali.
E dal momento che il Bonci è nato come teatro d’opera, ci piace ricordare anche l’omaggio particolare
riservato a Giuseppe Verdi nel bicentenario della sua nascita, con quattro spettacoli di genere diverso
imperniati sulle musiche del genio di Busseto.
Di nuovo, quindi, un cartellone prezioso, che sa interpretare le esigenze del pubblico e intercettare
gli spunti culturali più stimolanti, e conferma il ruolo del Bonci come luogo non solo di svago, ma
soprattutto di incontro e di crescita.
Il Sindaco
di Cesena
Paolo Lucchi
L’Assessore ai Servizi e
alle Istituzioni Culturali
Elena Baredi
UN GRANDE CARTELLONE PER UN GRANDE BONCI
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Basterebbero i numeri del cartellone 2013-14 del Teatro Bonci per presentare una stagione di assoluto
rilievo: 33 titoli, 73 serate da ottobre a aprile. Numeri significativi di un Teatro che resiste nonostante
le note difficoltà in cui versa la cultura italiana. Eppure, oltre questi dati che segnano ancora una volta
una comune volontà di ERT e Amministrazione comunale di Cesena di investire sul Teatro, ci sono
altri motivi per illustrare un programma ricco di novità, eventi e attività collaterali.
Innanzitutto il ritorno della “prima nazionale” che a Cesena mancava da diverso tempo. Il debutto
della nuova produzione di ERT Il servitore di due padroni con la regia di Antonio Latella (lo stesso del
pluripremiato Un tram che si chiama desiderio) avviene dopo un periodo di allestimento di 40 giorni
nel nostro Teatro.
Il Teatro Bonci di Cesena si conferma sede produttiva e non solo per gli spettacoli del Teatro Stabile
dell’Emilia Romagna (ERT) ma anche per altre produzioni o riprese teatrali.
Così è per l’opera del Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena che a chiusura dell’anno verdiano
debutta con il Falstaff e per lo spettacolo di danza contemporanea La Doppia Notte della compagnia
Artemis Danza di Monica Casadei, che la scorsa primavera ha “provato” a Cesena questo nuovo
spettacolo sul binomio Verdi/Wagner.
E ancora il ritorno di Gabriele Lavia che porta con sé il riallestimento al Teatro cesenate de I pilastri
della società di H. Ibsen diretto e interpretato dallo stesso attore.
Il fatto che il nostro Bonci sia scelto come luogo per produrre e ripartire con gli spettacoli fa onore alla
sua tradizione teatrale e ne esalta la funzione di grande teatro nazionale.
Immancabile nel bicentenario della nascita il tributo a Giuseppe Verdi, che avverrà non solo
attraverso alcuni spettacoli “verdiani”, ma anche con una mostra fotografica nel foyer del teatro Bonci
(autunno 2013) dedicata alle Terre verdiane e alle principali opere del Maestro di Busseto. Uno speciale
abbonamento Verdi consentirà di scegliere gli spettacoli di lirica, danza e musica appositamente
pensati per celebrare l’anniversario.
Il cartellone 2013-14 segna anche il ritorno di grandi attori, volti noti del teatro e del cinema con
spettacoli molto attesi che vanno dalla rilettura dei classici attualizzati ai temi del presente, come
Il servitore di due padroni di Goldoni, l’Otello con la riscrittura di Luigi Lo Cascio (coprodotto da
ERT e Teatro Stabile di Catania), all’attrattivo e intenso allestimento di Riccardo III con la regia e
interpretazione di Alessandro Gassmann. La prosa e l’essai (dilatato quest’ultimo rispetto alla scorsa
stagione) si mantengono sezioni portanti di un cartellone che vede fra l’altro riduzioni teatrali di
successi cinematografici recenti (Il discorso del re) e del passato (I ragazzi irresistibili). Inoltre testi
di drammaturghi contemporanei si alternano agli autori del presente che prendono spunto dalla
attualità e dalle vicende del nostro Paese per proporre una narrazione di impegno civile. Il teatro
contemporaneo avrà ancora nel Teatro Valdoca e nella Socìetas Raffaello Sanzio le espressioni più
mature e originali del teatro di ricerca, che Cesena ha avuto la fortuna di veder nascere e crescere in
prestigio e qualità.
Dopo la fortunata edizione della scorsa stagione ritornano in forma potenziata gli incontri con le
compagnie teatrali. Si alterneranno al Bonci e al cinema San Biagio attori, attrici e registi per raccontare
il loro teatro e in alcuni casi anche il loro cinema, con una formula collaudata che si propone di
fondere l’interesse per le due arti.
Infine un particolare accenno al proseguimento del progetto “Teatro in classe”, il concorso di
critica teatrale riservato alle Scuole superiori del comprensorio cesenate sostenuto da Conad. Dopo
la straordinaria esperienza dello scorso anno che ha coinvolto centinaia di studenti nella visione e
recensione degli spettacoli del cartellone, ritornano gli appuntamenti che troveranno spazio nelle
pagine de Il Resto del Carlino, media sponsor dell’iniziativa. Nella nostra proposta di andare a teatro
rivolta ai giovani non c’è solamente una politica di prezzi che rende accessibile la sua frequentazione,
ma anche la possibilità di parteciparvi in modo attivo per raccontare le emozioni e le passioni che si
accendono tutte le volte in cui si apre il sipario, secondo quello speciale rapporto che ciascuno vive
nel testo che si fa arte rappresentata.
Daniele Gualdi
Presidente di ERT Fondazione
Teatro Stabile Pubblico
IL BONCI, IL TEATRO DI TUTTI PER SPETTATORI DI NICCHIA
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La tentazione di considerare la cultura e quindi il teatro come un accessorio, come una variabile a
cui si può rinunciare, corre sul filo di una lama affilata e sottile: la scure dei tagli pubblici e privati,
fino a quelli più dolorosi che affossano le nostre famiglie, colpisce e lascia sul terreno frammenti e
sconnessioni che segnano in modo discontinuo il percorso comune.
Nell’incertezza attuale sul futuro, ma anche sul presente (in autunno quanto dovremo pagare?),
una scelta immediata può essere certo quella di rimandare la spesa per la cultura o di sospenderla
in attesa di tempi migliori, affidando il nostro bisogno di cultura ad offerte gratuite, last minute o
addirittura a programmazioni dimentiche del valore e della qualità del prodotto professionale, non
dico considerando una risposta i palinsesti televisivi, pur ricchi e articolati.
Il Bonci non alza i prezzi, li ha fermati all’inizio della crisi, anche se un ragionamento puramente
matematico vorrebbe il contrario, vorrebbe che la copertura da botteghino (il contributo del pubblico
frequentante), in presenza di una flessione dei contributi pubblici e privati (che per vero grazie alla
sensibilità dell’attuale Amministrazione comunale, per il 2013 non sono diminuiti rispetto al taglio
precedente, molto pesante del 2011 e 2012!), cresca nell’equilibrio complessivo del bilancio. Un
ragionamento come questo lo vediamo applicato in altri servizi e per il calcolo di tasse e tributi, ma
noi lo rifiutiamo. La cultura ha un ruolo sociale di altro tipo: si raccorda con il passato e costruisce il
futuro, insieme con il suo pubblico. Non può seguire una logica di rientro diretto della spesa: il costo
del servizio non può essere a carico unicamente degli utenti, perché essi partecipano di un sistema
di eventi che sostiene un progetto storico e sociale di costruzione e rappresentazione dell’immagine
collettiva di una comunità.
Ma il Bonci non diminuisce i prezzi. Non può farlo, perché altrimenti dovrebbe rinunciare alla sua
struttura professionale, ai suoi progetti, ai suoi servizi, alla sua offerta di alta qualità, ma soprattutto
non vuole farlo perché la cultura non deve rifiutare l’appartenenza comunque ad un sistema
economico, in cui l’acquirente contribuisce benché parzialmente al costo del servizio, ma soprattutto
perché l’idea di uscire dalla contraddizione, pesante nella sua evidenza, attraverso la tentazione della
gratuità, avvilisce l’attesa e il valore del prodotto culturale.
Il Bonci in definitiva ribadisce il proprio ruolo di Teatro civile, di Teatro di tutti i cittadini, senza
stratificazioni economiche o sociali: da questa scelta non può tornare indietro, a pena di rinunciare
alla propria funzione cittadina e territoriale. Presenta un cartellone vivace e completo che, se costa
di meno (e non può essere diversamente con un bilancio ristretto del 30% rispetto a pochi anni fa),
rilancia sulla qualità della singola proposta, accettando eventualmente uno slittamento di genere e di
tipologia, per andare a cercare spettacoli e titoli dal rapporto qualità/prezzo accettabile.
A che pubblico si rivolge? Agli spettatori di sempre, con i quali ha condiviso una storia e serate
memorabili, nella convinzione che allo stesso modo vorranno selezionare le proprie scelte senza
rinunciare a quel mix di socialità e cultura, di emozioni vissute nel sussurrare del luogo e dell’esplodere
del palcoscenico, di intrattenimento e serietà d’intenti che con i giusti equilibri compongono tutte le
proposte teatrali che il Teatro Bonci mette a disposizione della nostre serate “invernali”. A questi
amici del Bonci diciamo di mantenere la propria fiducia e di apprezzare la continuità complessiva
delle politiche culturali del Teatro, confermando i propri abbonamenti, fissi o flessibili che siano (la
scelta è veramente ampia e completa e può soddisfare ogni esigenza e facilitare ogni modalità di
accesso) o fermando la propria attenzione, ove la scelta non fosse quella di abbonarsi, fin da ora sui
quei titoli singoli che più di altri possono attrarre (anche per questi percorsi gli accessi sono facilitati):
una continuità appunto che si manifesta nel progetto complessivo e generale di attraversamento di
tutti i generi teatrali, con il quale si identifica “il” cartellone del Teatro Bonci, una sorta di spettacolo
“totale”, costruito per aggiunte di visioni e scelte artistiche particolari e parziali (l’abbonamento
Bonci omnibus consente appunto di assistere a spettacoli di sei tipologie diverse), ma anche nei singoli
segmenti, a loro volta riuniti nei due maxi-settori Prosa e Musica, per ciascuno dei quali possono
essere proposti buoni motivi per una scelta complessiva. Gli abbonamenti sono convenienti da un
punto di vista economico (di più per i giovani e gli studenti), ma sono interessanti da un punto di
vista culturale: ciascuno è di fatto una “rassegna” organica, con una logica interna forte e riteniamo
apprezzabile.
Per esempio, i sette spettacoli di Prosa sono molto vari per forma di scrittura (classici e contemporanei),
per scelta di cast (gli uni con attori di richiamo, come Gassmann, Lo Cascio, Orsini, Lavia, altri con
la forza del gruppo, dell’insieme), per caratteristiche artistiche del regista, per forma preferita di
rapporto con il pubblico, in modo da poter soddisfare tutte le diverse esigenze che si aggregano nel
pubblico teatrale per eccellenza. Nessun titolo deluderà, ne siamo certi: in parte hanno già debuttato,
altri rispondono a progetti artistici molto definiti e condivisi, a cominciare dalla interpretazione
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di Latella, il regista giovane anche se già affermato più interessante del momento, alla prese con il
classico italiano per eccellenza, l’Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni, che rinnovando una
felice tradizione di “prime” debutterà proprio al Bonci dopo un lungo periodo di prove sul nostro
palcoscenico. L’Essai è una vetrina di mattatori della scena, di interpreti formidabili del palcoscenico
italiano: Orlando, Haber, Barbareschi, Citran e, per gli abbonati in anticipo, Nicoletta Braschi
potrebbero da soli giustificare un intero cartellone teatrale, mentre la Ricerca si indirizza a valorizzare
i progetti teatrali e culturali delle “nostre” Compagnie di Teatro contemporaneo che mietono successi
e riconoscimenti in ogni parte del mondo, la Socìetas Raffaello Sanzio e il Teatro Valdoca.
Ma è proprio il settore Musica a segnare un punto di eccellenza per questa stagione. Le rinunce
sono evidenti: il Bonci non può proporre più orchestre sinfoniche, né compagnie di danza di un
circuito internazionale dai costi proibitivi per noi. Può tuttavia - ed è ciò che ha tentato di realizzare
- scrivere cartelloni coerenti di qualità molto elevate, privilegiando per la Danza valide Compagnie
italiane che hanno raggiunto un livello organizzativo e qualitativo di rilievo internazionale e per i
Concerti interpreti, per lo più in formazioni di piccole dimensioni, di intelligenza culturale fuori dal
comune, in grado di elaborare e presentare una propria interpretazione profonda delle musiche che
presentano. Non sono strumentisti ma di più: autori in quanto interpreti. Tutti sono presenti nei
cartelloni dei grandi Teatri italiani (e non solo) e delle grandi stagioni che arricchiscono i capoluoghi e
le città teatralmente più importanti d’Italia: pensiamo a Pieranunzi e Fresu, alla Mullova e Griminelli,
all’Orchestra di Piazza Vittorio e al Teatro San Carlo di Napoli con il suo Quartetto, ma anche al
Balletto di Mosca, a Pellisari, all’Aterballetto a Artemis Danza, che con il suo La Doppia Notte. Aida e
Tristan ha provato al Bonci e debuttato al Comunale di Bologna in primavera, al Balletto di Roma con
un programma interamente dedicato a Lucio Dalla. Aggiungiamo l’operetta di Abbati, Cantando sotto
la pioggia e soprattutto il Falstaff del Conservatorio di Cesena che, con le abituali collaborazioni estese
quest’anno ad altri prestigiosi Istituti musicali, inaugura la stagione musicale e l’intera stagione del
Teatro Bonci, il 12 ottobre, con una sua importante produzione che per altro apre anche la mini-serie
dedicata a Verdi proposta come special dal Teatro agli appassionati di musica e di opera. Ne fanno
parte anche due produzioni originali e innovative, promosse dal Teatro Bonci, anche queste destinate
ad arricchire il suo progetto musicale: dapprima, una strana commistione di strumenti musicali, voci
liriche e poetiche, di organetti e grammofoni che, grazie alla collaborazione dell’Associazione Musica
Meccanica Italiana e alla preziosa cura di Mauro Casadei Turroni Monti, mostrerà di Giuseppe
Verdi il volto più popolare e conosciuto al suo tempo, e poi una strana tenzone tra il “nostro”
Verdi e il “nostro” Wagner alla cui rivalità e forse anche contrasto il compositore Fabrizio Sirotti,
su commissione del Bonci, ha dedicato una partitura per due pianoforti, l’uno “armato” di note e
spartiti contro l’altro. Possono Verdi e Wagner giocare insieme, nella stessa squadra? Forse sì, forse
a condizione che si fronteggino, che ribadiscano e approfondiscano la propria rivalità, presunta o
reale, comunque vissuta radicalmente dal pubblico che comunque ai due grandissimi riconobbe la
medesima gloria quando arricchì delle rispettive lapidi il foyer del Teatro Bonci. Anche se a guardar
bene la collocazione scelta li pone sì vicini ma rivolti nello sguardo in opposte direzioni: i due non
si vedono. Occhieggiano al pubblico schierato in parti diverse del Teatro. E così sarà il 7 febbraio
quando i due pianoforti cominceranno a suonare per Verdi-Wagner Reloaded.
Il Teatro si fa promotore, infine, della prima edizione del Premio “Marietta Alboni”, il riconoscimento
che in memoria della grandissima cantante lirica rossiniana di origine cesenate, vissuta in pieno
Ottocento soprattutto a Parigi, la città di Cesena consegnerà ogni anno ad una voce celebre della
scena lirica internazionale che per repertorio e per caratteri stilistici e vocali possa essere vicina
all’esemplare rappresentato dall’Alboni. La serata, originale e nuova, vivrà di vere emozioni, per
rinnovare anche la passione straordinaria per la lirica che dal Teatro e da Cesena continua ad essere
alimentata.
Sono queste buone ragioni per abbonarsi e per scegliere il Bonci tra i tanti teatri e le tante stagioni
romagnole? Noi pensiamo di sì. Pensiamo anche che siano buone ragioni per chi frequenta anche solo
saltuariamente il nostro Teatro: ogni appuntamento è un evento. Ha una propria capacità attrattiva
che lo rendono unico: tante sono le “prime”, tanti i progetti originali, a tal punto da trasformare
ogni sera il Bonci in quel Teatro di nicchia che molti spettatori oggi cercano, per trovare una risposta
specifica e specialistica alle proprie preferenze teatrali e culturali.
Franco Pollini
Direttore del Teatro Bonci
Prosa
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Programma 2013-2014
Prosa
da giovedì 21 a domenica 24 novembre 2013
IL SERVITORE DI DUE PADRONI
da Carlo Goldoni
drammaturgia Ken Ponzio
regia Antonio Latella
con (in o. a.) Marco Cacciola, Federica Fracassi, Giovanni Franzoni, Roberto Latini,
Annibale Pavone, Lucia Perasa Rios, Massimiliano Speziani, Rosario Tedesco,
Elisabetta Valgoi
PRIMA NAZIONALE
da giovedì 9 a domenica 12 gennaio 2014
DISCORSI ALLA NAZIONE
uno spettacolo presidenziale
di e con Ascanio Celestini
da giovedì 23 a domenica 26 gennaio 2014
Alessandro Gassmann
PROSA
RIII - RICCARDO TERZO
di William Shakespeare traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan
con (in o. a.) Alessandro Gassmann, Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Manrico
Gammarota, Emanuele Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta
Richeldi, Sergio Meogrossi
e con la partecipazione di Paila Pavese
ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann
da giovedì 13 a domenica 16 febbraio 2014
I PILASTRI DELLA SOCIETÀ
di Henrik Ibsen
regia Gabriele Lavia
traduzione Franco Perrelli
con Gabriele Lavia, Alessandro Baldinotti, Michele De Maria, Federica Di Martino,
Camilla Semino Favro, Viola Graziosi, Ludovica Apollonj Ghetti, Giovanna Guida,
Andrea Macaluso, Mauro Mandolini, Graziano Piazza, Mario Pietramala, Clelia
Piscitello, Giorgia Salari, Carlo Sciaccaluga
da giovedì 27 febbraio a domenica 2 marzo 2014
OTELLO
di Luigi Lo Cascio
liberamente ispirato all’Otello di William Shakespeare
con Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio
da giovedì 20 a domenica 23 marzo 2014
I RAGAZZI IRRESISTIBILI
di Neil Simon versione italiana Giuliana Manganelli
con Eros Pagni, Tullio Solenghi, Mariangeles Torres, Massimo Cagnina, Marco
Avogadro, Pier Luigi Pasino
regia Marco Sciaccaluga
da giovedì 3 a domenica 6 aprile 2014
Umberto Orsini
IL GIUOCO DELLE PARTI
di Luigi Pirandello
regia Roberto Valerio
Gli spettacoli dal giovedì al sabato iniziano alle ore 21, le pomeridiane della
domenica alle ore 15,30
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Prosa
da giovedì 21 a domenica 24 novembre 2013
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Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Metastasio
di Prato
IL SERVITORE DI DUE PADRONI
da Carlo Goldoni
drammaturgia Ken Ponzio
regia Antonio Latella
con (in o. a.) Marco Cacciola, Federica Fracassi, Giovanni
Franzoni, Roberto Latini, Annibale Pavone, Lucia Perasa Rios,
Massimiliano Speziani, Rosario Tedesco, Elisabetta Valgoi
scene e costumi Annelisa Zaccheria
luci Robert John Resteghini
suono Franco Visioli
assistente alla regia Brunella Giolivo
PRIMA NAZIONALE
Arlecchino, il servitore più famoso del mondo, maschera
immortale della commedia dell’arte italiana, rivive nel
nuovo allestimento firmato da Antonio Latella e prodotto
per la Stagione 2013-14 da Emilia Romagna Teatro insieme
a Teatro Stabile del Veneto e Teatro Metastasio di Prato.
Dopo aver diretto il pluripremiato Un tram che si chiama
desiderio - presentato con successo anche a Cesena
- Latella, con un cast che mescola i “suoi” attori ai
migliori talenti della scena italiana, affronta il celebre testo di Goldoni con la libertà della riscrittura
contemporanea (la drammaturgia originale è di Ken Ponzio), per continuare a parlare al presente con la
forza della tradizione.
Il tema che emerge con prepotenza dalla commedia è quasi un emblema del tempo attuale: la menzogna,
che regola tutti i rapporti fra i personaggi, è il vero motore della storia.
“Non c’è una figura onesta, tutto è falso, è baratto, commercializzazione di anime e sentimenti. Cosa
resta?” si chiede il regista. “Il vuoto, graffiato dal sorriso beffardo delle maschere. Il vuoto, forse l’orrore
della nostra contemporaneità. L’orrore dell’uomo che davanti al peso del denaro perde peso.”
Conferma Ken Ponzio: “È sempre una questione di denaro, dopo tutto. Forse no. Forse è una questione
di amore, un amore mercificato oppure idealizzato o ancora nascosto; che dovrà essere liberato da
chi non vive secondo gli schemi precostituiti, da chi è libero da conformismi. E allora assistiamo alla
lenta distruzione di un mondo costruito sulla menzogna; vengono disciolte le maschere, scarnificati i
personaggi, cremate le loro ossa, per giungere all’origine di tutto. Ma come la Fenice, essi rinascono per
rendere omaggio a Goldoni.”
Con l’inconfondibile cifra della sua regia Latella chiama il pubblico a una inesausta riflessione sull’oggi
che stavolta tocca l’origine profonda della cultura nazionale, se è vero che, come dichiara, “Arlecchino
è il nostro Amleto”.
www.emiliaromagnateatro.com
Prosa
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da giovedì 9 a domenica 12 gennaio 2014
Fabbrica
DISCORSI ALLA NAZIONE
uno spettacolo presidenziale
di e con Ascanio Celestini
suono Andrea Pesce
“Questo piccolo grande genio del teatro italiano allestisce un monologo che è una requisitoria feroce, divertente e
disperante: un racconto armato di parole talmente esplosive da lasciare lo spettatore, tutti e ciascuno, assolutamente
sgomento.” Andrea Porcheddu, Linkiesta.it
Lucida e surreale fotografia dell’Italia contemporanea, irriverente parodia dei “grandi dittatori” del mondo
moderno, il nuovo lavoro di Ascanio Celestini conferma la vocazione al “teatro civile” senza rinunciare
alla leggerezza dell’ironia. Stavolta sotto la lente della sua affilata analisi finisce il potere politico.
“CITTADINI! Lasciate che vi chiami cittadini anche se tutti sappiamo che siete sudditi, ma io vi chiamerò
cittadini per risparmiarvi un’inutile umiliazione.”
Si apre così il discorso di un immaginario tiranno alla sua nazione: di fronte a un paese devastato da
un clima di guerra civile, in cui la compagine sociale si è disgregata e sopravvivono soltanto individui
perseguitati dalle proprie nevrosi, chi detiene il potere è obbligato a esporsi per evitare di essere spodestato.
Il tiranno, dice Celestini, “si affaccia, si sporge
dal balcone del palazzo e rischia di diventare
un bersaglio”. Prova ad affascinare il popolo per
strappargli una legittimazione. E parla, “come
parlerebbero i nostri tiranni democratici se non
avessero bisogno di nascondere il dispotismo sotto
il costume di scena dello stato democratico”.
Preceduto da registrazioni di discorsi famosi - il
tappeto sonoro che accoglie il pubblico in sala
riproduce le voci della storia: da Mussolini a Mao,
da Kennedy a Andreotti fino a Craxi, D’Alema,
Berlusconi e Grillo - il capo arringa il suo popolo.
Intanto, nella città incessantemente battuta dalla
pioggia, gli abitanti di un surreale condominio
covano nei loro appartamenti frustrazioni e istinti
omicidi, tra armi da fuoco e cadaveri sull’ingresso
del palazzo...
ph. M. Iacovelli - F. Zayed / spot the difference
www.ascaniocelestini.it
Prosa
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da giovedì 23 a domenica 26 gennaio 2014
Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Torino, Società per Attori
con la partecipazione produttiva di
Lugano InScena
Alessandro Gassmann
RIII - RICCARDO TERZO
di William Shakespeare
traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan
con (in o. a.) Alessandro Gassmann, Mauro Marino,
Giacomo Rosselli, Manrico Gammarota, Emanuele
Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta
Richeldi, Sergio Meogrossi
e con la partecipazione di Paila Pavese
ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann
scene Gianluca Amodio
costumi Mariano Tufano
musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
light design Marco Palmieri
videografia Marco Schiavoni
“R III va davvero al cuore degli spettatori. Ed è un’opera
straordinaria.”
Massimiliano Lussana, Il Giornale
ph. F. Riva
Descritto dagli storici inglesi come un sovrano deforme e sanguinario, che ha sacrificato ogni legame
umano per assicurarsi due anni di potere, nell’universo poetico di Shakespeare Riccardo III diviene
l’incarnazione stessa del male. Il fascino perenne di questa figura “demoniaca” ha sedotto generazioni
di artisti e, alla fine, anche Alessandro Gassmann, convincendolo a misurarsi, per la prima volta, con il
genio del Bardo.
Sotto “l’incombenza di gigantesche ombre familiari” (è indelebile il ricordo dell’istrionico Vittorio),
Gassmann figlio impone all’attenzione generale la sua maturità d’artista firmando - quasi “demiurgo”
nelle vesti di regista, ideatore della scena, produttore e protagonista - uno spettacolo grandioso: un caso
nazionale, ipercelebrato dalla critica, che ha portato a teatro anche migliaia di giovani.
Il punto di partenza di questa straordinaria avventura è stato per Gassmann l’incontro con la scrittura
raffinata e sferzante di Vitaliano Trevisan, a cui il regista ha chiesto di “tradurre” il dramma in un’opera
contemporanea, con una lingua diretta, alta ma non antica, capace di restituire il testo alla sua dirompente
attualità: perché, come sottolinea, la falsità e la corruzione dell’anima sono marchi anche del presente e
“il teatro di Shakespeare non è un museo, è il miracolo teatrale di ogni tempo”.
Dalla sala del trono a un campo di battaglia, dove appaiono fiamme, popoli, cavalli: l’ambientazione
gotica, alla Tim Burton, muta continuamente, grazie alle video proiezioni, e coinvolge lo spettatore in un
viaggio dal sapore cinematografico, nel cuore di una moderna “macchina della visione”.
Su tutto giganteggia un Riccardo Gassmann fuori misura (grazie a calzari speciali raggiunge più di due
metri d’altezza in una scena leggermente ridotta rispetto alla consuetudine teatrale): il volto increspato
dal ghigno dell’odio, incede claudicante, con un braccio che pende amorfo dal fianco. Una forma
inquietante, non più umana, che riesce a proiettare su chi guarda l’ombra mostruosa del male.
www.societaperattori.it
Prosa
da giovedì 13 a domenica 16 febbraio 2014
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Teatro di Roma, Fondazione Teatro della Pergola e Teatro Stabile di Torino
I PILASTRI DELLA SOCIETÀ
di Henrik Ibsen
regia Gabriele Lavia
traduzione Franco Perrelli
con Gabriele Lavia, Alessandro Baldinotti, Michele De Maria, Federica Di Martino, Camilla Semino Favro, Viola
Graziosi, Ludovica Apollonj Ghetti, Giovanna Guida, Andrea Macaluso, Mauro Mandolini, Graziano Piazza, Mario
Pietramala, Clelia Piscitello, Giorgia Salari, Carlo Sciaccaluga
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
Su cosa si fonda la società degli uomini?
Partendo da questa domanda Ibsen costruisce il primo dramma in cui emerge con chiarezza il tema
centrale della sua fortunata produzione, il conflitto fra la libertà dell’individuo e l’ipocrita sistema di
regole “civili” imposte dalla classe borghese.
Gabriele Lavia, vero maestro a scandagliare l’animo umano attraverso la grande tradizione drammatica,
sceglie di allestire per la prossima Stagione teatrale questo testo di denuncia, scenicamente perfetto, che
conserva la modernità e la freschezza del classico.
“Sono l’uomo più ricco e potente di questa città; tutti si piegano alla mia volontà, perché mi credono
senza macchia. Ma basta pronunciare una semplice parola, in qualsiasi momento...ed io e il mio
splendore ce ne andremo a rotoli.”
Ecco, ritratto in breve, il protagonista del dramma, il rispettabile console Bernick - “pilastro” morale di
una comunità piccolo borghese e reazionaria - che ha sepolto nel suo passato un vergognoso segreto:
dopo aver sedotto e abbandonato alla morte per dolore una giovane, ha fatto ricadere la colpa sul
fratello minore della propria moglie, da anni lontano. Il ritorno dell’innocente costringe l’uomo a una
confessione pubblica.
I pilastri della società per Ibsen sono due: la libertà e la verità. Nessuna libertà può esistere senza la
verità.
Il contrasto con la società borghese, intimamente
falsa e corrotta dall’ambizione, è netto e tutto ciò
che l’uomo ha costruito per vivere con i suoi simili
rischia di cadere in pezzi.
C’è, però, un terzo pilastro, che può far rinascere
la speranza: dice a un certo punto il protagonista,
rivolto alla sola donna che l’ha veramente amato
e lo convince a riscattarsi, “I pilastri della società
siete voi donne”.
“Forse”, si chiede Lavia, “le donne sono il
cambiamento mite che può aiutare il mondo a
rimettersi in sesto?”
www.teatrodiroma.net
Prosa
da giovedì 27 febbraio a domenica 2 marzo 2014
13
Teatro Stabile di Catania, Emilia Romagna Teatro Fondazione
OTELLO
di Luigi Lo Cascio
liberamente ispirato all’Otello
di William Shakespeare
scene e costumi Nicola Console e Alice Mangano
musiche Andrea Rocca
luci Pasquale Mari
con Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio
Riparte dall’Otello di Shakespeare la fervida
ricerca di Luigi Lo Cascio, artista raffinato che
ama le sfide, capace di parlare con profondità
e immediatezza al grande pubblico, a teatro
come nel miglior cinema italiano.
Ma è, fin dalle intenzioni, un altro Otello quello
che sarà presto da “aggiungere alla mappa
topografica sterminata della città infinita che
raccoglie le varianti, le trasposizioni, i calchi
di questa tragedia candidamente misteriosa”.
Come precisano le prime note di regia, questa
nuova “via” della mappa punta al centro
pulsante del capolavoro shakespeariano,
sfrondato dai preamboli di una vicenda universalmente nota, per privilegiare lo scavo di quell’enigma
che risiede al fondo di certe passioni umane.
Ci si concentra, perciò, sul carattere individuale del dramma, e con “prudenza e devozione nei confronti
del modello” si lavora a un nuovo soggetto teatrale, estremamente rispettoso per i debiti verso l’opera
originale ma libero nel rileggere con sguardo retrospettivo la vicenda narrata da Shakespeare.
Dubbi, contraddizioni, debolezze e una straziante solitudine sono, secondo Lo Cascio, la vera trama di
questa tragedia dell’amore, i cui fili emergono in trasparenza anche negli esordi dolci della relazione,
quando ancora trionfano gli entusiasmi dei primi abbracci, delle prime confidenze.
Ci sono domande tremende, essenziali e senza tempo, racchiuse nelle parole dei più grandi poeti.
Otello, ci dice Lo Cascio, ce ne pone almeno tre:
“Aldilà del tiro infame che l’onesto Iago gioca ad Otello, è solo una serie di parvenze e malintesi il nostro
universo di relazioni?
Davvero anche l’amore è puro abbaglio?
È forse connaturato alle passioni più travolgenti il fatto di racchiudere, nel loro cuore più intimo e
sconosciuto, una luce sinistra, lama affilata che ustiona gli occhi e acceca la mente consegnandola
prima al tumulto, poi al furore?”.
www.teatrostabilecatania.it
Prosa
da giovedì 20 a domenica 23 marzo 2014
14
Teatro Stabile di Genova
Carlo Repetti direttore Marco Sciaccaluga condirettore
I RAGAZZI IRRESISTIBILI
di Neil Simon
versione italiana Giuliana Manganelli
con Eros Pagni, Tullio Solenghi, Mariangeles Torres, Massimo Cagnina, Marco Avogadro, Pier Luigi Pasino
regia Marco Sciaccaluga
scene e costumi Guido Fiorato
musiche Andrea Nicolini
luci Sandro Sussi
“Davvero irresistibile la comicità che sa scatenare Eros Pagni con quella sua maschera segnata e quasi immota cui fa
da contraltare la calcolata svagatezza di Tullio Solenghi. Scommessa già vinta dal cast.” Rita Cirio, L’Espresso
Un frizzante e affettuoso omaggio alla vecchiaia di due grandi comici, scritto dal commediografo
contemporaneo più rappresentato al mondo, lo statunitense Neil Simon, e magistralmente interpretato
da due attori di classe con una formidabile carica comunicativa, Eros Pagni e Tullio Solenghi, per la prima
volta insieme sul palcoscenico.
Resa celebre al cinema dalla coppia Walter Matthau/ George Burns e in televisione da Peter Falk e Woody
Allen, la scintillante commedia racconta la storia di due ex comici di vaudeville che, dopo una carriera
di successi, si sono separati: Al si è trasferito in campagna per godersi la pensione - è stato proprio lui a
decidere di ritirarsi dalle scene - mentre Willie è rimasto a New York con il rimpianto della sua carriera
finita “sotto naftalina” e non riesce a perdonare l’altro. Ora, per iniziativa del nipote e agente di Willie, la
coppia ha l’occasione di riscattarsi davanti alle telecamere di un noto programma televisivo...
Il “re della risata”, come è stato definito Simon ai tempi de La strana coppia, lascia affiorare tra le righe
quel retrogusto capace d’illuminare la condizione umana, che appartiene a tutti i grandi comici.
Al di sopra dei generi e delle etichette, l’acutezza e la compassione del suo sguardo puntato sull’anima
profonda dei due personaggi si staglia al livello
delle migliori voci del ‘900.
Attraversata insieme da una comicità deliziosa
e da una poetica nostalgia, questa commedia è
anche un grande atto d’amore per un’arte effimera
e meravigliosa che, in fondo, rappresenta l’essenza
della vita: come scrive il regista, “ci racconta di
una sete, di una joie de vivre che è esplicitamente
contenuta nella metafora del vaudeville di cui sono
magnifici, anche se un po’ arrugginiti specialisti.
Due vecchi, due attori: in realtà nient’altro che due
ragazzi, irresistibili, perché irresistibile è l’eterna
tentazione che è la vita.”
www.teatrostabilegenova.it
ph. B. Veruggio
Prosa
da giovedì 3 a domenica 6 aprile 2014
15
Compagnia Umberto Orsini
Umberto Orsini
IL GIUOCO DELLE PARTI
di Luigi Pirandello
regia Roberto Valerio
A distanza di quasi vent’anni dal celebre
allestimento di Gabriele Lavia (datato 1996), un
vero signore della scena come Umberto Orsini
accetta di interpretare di nuovo il protagonista
de Il giuoco della parti pirandelliano, Leone
Gala, la più compiuta incarnazione della poetica
dell’umorismo.
Orsini è diretto da un giovane ma affermato regista,
Roberto Valerio, che aveva a sua volta esordito, in
una piccola parte, nel mitico spettacolo di Lavia.
“Posso dire”, confessa il regista, che prepara il
debutto per la Stagione 2013-14, “che questa mia ph. B. Caroli
regia ha inizio in quei giorni, lì nella penombra di
quella parte del palcoscenico non visibile al pubblico: mentre ammiravo tutte le sere quello splendido
spettacolo, allo stesso tempo pensavo a come lo avrei messo in scena io.
A distanza di anni, il Caso, tanto caro a Pirandello, ha fatto sì che quel cerchio si chiudesse. E si chiudesse
nel modo che avevo sempre desiderato: avere Umberto Orsini come interprete di Leone Gala.”
La vicenda della commedia ruota intorno “ai soliti tre”: il marito, la moglie, l’amante.
Il marito, Leone Gala, s’è separato amichevolmente dalla moglie: continua a interpretare il suo ruolo
sociale visitando la donna una volta al giorno ma vive per conto proprio, con libri di filosofia e le batterie
della sua cucina, perché coltiva con finezza la gastronomia e ama comporre salse preziose aiutato dal
cameriere, con il quale parla di Socrate e Bergson.
Intanto la moglie continua la sua relazione con l’amante e si annoia. Si annoia perché è libera, certo, ma
di una libertà che il marito le concede e ciò la irrita. Se almeno il marito si disperasse per essere lontano
da lei! Se almeno fosse geloso! Se almeno vivesse una vita acre e iraconda! Ma no, egli è tranquillo; egli
s’è vuotato d’ogni sentimento; è ormai uno spettatore del mondo. La signora Gala, indignata, vuole farlo
diventare attore. Al punto che, quando le si presenta una fortuita occasione - l’involontaria ma gravissima
offesa fattale da un gentiluomo - tenta di mettere a repentaglio la vita del marito, trascinandolo in un
duello...
Prosa
16
martedì 3 e mercoledì 4 dicembre 2013 fuori abbonamento
Scena solidale - ABBONATI IN ANTICIPO Prosa e Essai
GIORNI FELICI
di Samuel Beckett
con Nicoletta Braschi, Roberto De Francesco
regia Andrea Renzi
sabato 1 e domenica 2 febbraio 2014
IL NIPOTE DI RAMEAU
ESSAI
tratto da un dialogo filosofico di Denis Diderot
traduzione e adattamento Edoardo Erba e Silvio Orlando
con Silvio Orlando, Amerigo Fontani, Maria Laura Rondanini
clavicembalista Luca Testa
regia Silvio Orlando
sabato 22 e domenica 23 febbraio 2014
Luca Barbareschi e Filippo Dini
IL DISCORSO DEL RE
di David Seidler
traduzione di Luca Barbareschi
regia Luca Barbareschi
con Luca Barbareschi, Filippo Dini, Astrid Meloni, Chiara Claudi, Roberto Mantovani,
Ruggero Cara, Mauro Santopietro, Giancarlo Previati
martedì 11 e mercoledì 12 marzo 2014
NEL NOME DEL PADRE
di Claudio Fava
monologo teatrale con Roberto Citran
regia di Ninni Bruschetta
mercoledì 26 e giovedì 27 marzo 2014
UNA NOTTE IN TUNISIA
di Vitaliano Trevisan
con Alessandro Haber
e con Maria Ariis, Pietro Micci e Roberto Trifirò
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21
Essai
martedì 3 e mercoledì 4 dicembre 2013 fuori abbonamento
Scena solidale - ABBONATI IN ANTICIPO Prosa e Essai
17
Melampo
in collaborazione con
Fondazione Teatro Stabile di Torino
GIORNI FELICI
di Samuel Beckett
con Nicoletta Braschi, Roberto De Francesco
aiuto regia Costanza Boccardi
luci Pasquale Mari
scene e costumi Lino Fiorito
regia Andrea Renzi
Nicoletta Braschi, artista cesenate ormai celebre in
tutto il mondo, sarà Winnie nella nuova versione
di un classico del teatro dell’assurdo, Giorni felici
di Samuel Beckett.
Diretta da Andrea Renzi, la Braschi, insieme a
Roberto De Francesco, accetta la sfida estrema
lanciata da Beckett all’arte dell’attore: in un
inesorabile percorso di riduzione ai minimi
termini del linguaggio teatrale, l’autore condanna
i due personaggi del dramma non solo all’impossibilità di un vero dialogo ma addirittura all’immobilità,
in un’alternanza insensata di scene che sono il cuore di una straordinaria esplorazione della vita ai
margini della follia.
La protagonista, all’inizio della pièce già sepolta fino alla vita in un cumulo di sabbia, parla incessantemente
rivolta al marito, che dal buco in cui vive, dietro di lei, emette monosillabi e legge citazioni dal giornale:
mentre la sabbia inghiotte i loro corpi, Winnie professa il suo ottimismo, accarezzando la rivoltella che
tiene in mano...
“Il deserto di Winnie e Willie”, scrive Renzi, “cosa ci dice del nostro tempo di cambiamento? Le buone
maniere, le vecchie abitudini, le citazioni dei classici, la sporta di Winnie con lo spazzolino e il rossetto
e il cappellino sono un mondo riconoscibile? Le loro parole sono ancora umane?”
L’opera drammatica è congegnata in ogni infinitesimo particolare, a livello quasi maniacale: le indicazioni
di Beckett per la messa in scena sono quasi un obbligo morale al rispetto assoluto del testo.
Si tratta di una partitura esatta per gli interpreti, che sfugge alla riscrittura della regia.
Come è possibile farla rivivere, oggi, sul palcoscenico?
“È un invito alla misura della sottigliezza e all’avventura della nuance,”, risponde il regista, “una esaltante
ricerca interna alla disciplina, all’estetica e al senso del lavoro dell’attore.”
La tappa cesenate dello spettacolo si inserisce nel progetto Scena Solidale realizzato da Emilia Romagna
Teatro nel 2012 a favore dell’Emilia terremotata.
Essai
sabato 1 e domenica 2 febbraio 2014
18
Cardellino srl
IL NIPOTE DI RAMEAU
con Silvio Orlando, Amerigo Fontani, Maria Laura Rondanini
clavicembalista Luca Testa
scene Giancarlo Basili
costumi Giovanna Buzzi
regia Silvio Orlando
tratto da un dialogo filosofico di Denis Diderot
traduzione e adattamento Edoardo Erba e Silvio Orlando
“Silvio Orlando è un commediante malinconico che fa dell’ineffabilità un’arte. Nostro grande interprete della medietà
umana. Bravissimo.” Rodolfo Di Giammarco, la Repubblica
Tratto dal capolavoro satirico di Denis Diderot, questo allestimento de Il nipote di Rameau è prodotto,
diretto e interpretato dall’inesauribile creatività di Silvio Orlando, che torna sul palcoscenico del Bonci
per la gioia del pubblico che, in città, lo segue da anni, a teatro come al cinema.
Jean-François Rameau, nipote del celebre musicista Jean-Philippe, è un musico fallito, cortigiano convinto,
amorale per vocazione. Nella sua imbarazzante assenza di prospettive edificanti, nella riduzione della
vita a pura funzione fisiologica riesce paradossalmente a ribaltare la visione del bene e del male.
La conversazione immaginata da Diderot si svolge per mezz’ora, al Caffè della Reggenza.
Rameau intrattiene il filosofo raccontando episodi e aneddoti della propria vita, per confessargli senza
pudore la propria amoralità. Scroccone di talento, sopravvive facendo il buffone nei salotti buoni della
borghesia parigina.
La sua parabola grottesca sconcerta e affascina Diderot, che constata stupefatto come sia possibile
che una persona sia dotata della più profonda sensibilità estetica e del tutto sprovvista del sentimento
morale.
Ma, in fondo, sembra suggerire l’autore, Jean-François Rameau rappresenta la cattiva coscienza della
società francese di metà Settecento: ha il coraggio di confessare ciò che molti pensano, e di fare per
mestiere ciò che tutti fanno in privato. “Fare il ruffiano”,
dichiara, è mestiere considerato e i politici lo sanno”.
Commenta Silvio Orlando: “Il potere da sempre vuole gli
intellettuali con sé, come foglie di fico con cui coprire le
proprie vergogne. Loro dovrebbero, però, essere delle foglie
d’ortica”.
Archetipo immortale del cortigiano, il personaggio inventato
da Diderot offre, oggi, “motivi di aspro divertimento”.
Essai
sabato 22 e domenica 23 febbraio 2014
19
Casanova Multimedia
Luca Barbareschi e Filippo Dini
IL DISCORSO DEL RE
di David Seidler
traduzione di Luca Barbareschi
regia Luca Barbareschi
con Luca Barbareschi, Filippo Dini,
Astrid Meloni, Chiara Claudi, Roberto
Mantovani, Ruggero Cara, Mauro
Santopietro, Giancarlo Previati
scene Massimiliano Nocente
costumista Andrea Viotti
light designer Iuraj Saleri
musiche originali Marco Zurzolo
“Levità e dramma, ironia e spleen, dolore
e commozione catturano il pubblico. E
alla fine gli spettatori si staccano dalla
scena gonfi di umanità, contenti d’aver
fatto il pieno di sentimenti.” Rita Sala, Il
Messaggero
Torna a Cesena Luca Barbareschi, uno dei volti più popolari dello spettacolo italiano, con un progetto
originale di cui è regista, traduttore, produttore e co-protagonista: si tratta della versione scenica della
pellicola Premio Oscar 2011 Il discorso del re.
Lasciando il ruolo del titolo al giovane talento Filippo Dini (“un’interpretazione calzante e interiore, che
non invidia niente al Colin Firth del grande schermo” Rossella Battisti, l’Unità), Barbareschi si cala, con
piglio piacevolmente moderno, nei panni di Lionel Logue: il bizzarro logopedista che aiuta l’insicuro e
balbuziente Duca di York a diventare re Giorgio VI, uno dei re più amati della storia britannica.
Ambientata nella Londra a cavallo fra gli anni ‘20 e ‘30, la commedia scritta da David Seidler (anche
autore della sceneggiatura) rielabora la vicenda storica di Albert, secondogenito del Re Giorgio V.
Dopo la morte del padre il fratello maggiore, Edoardo, diviene re ma, per amore di una donna americana
senza nobili origini e divorziata, abdica, neppure un anno dopo. A “Bertie” tocca, perciò, il peso della
corona. Ma per salire al trono dovrà liberarsi da un pesante fardello di frustrazioni infantili che gli
causano la balbuzie. Lionel Logue, sedicente logopedista australiano, in realtà attore fallito, con metodi
anticonformisti si rivela capace di sondare l’anima del re e di guarirla.
Commedia umana, sempre in perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezza, Il discorso del re è un
inno alla tenacia e alla formidabile potenza della parola: in un gioco verbale fra teatro e psicoanalisi,
Lionel sgretola la corrazza formale che imprigiona il futuro Giorgio VI, restituendolo alla sua natura più
vera. Ed è grazie alla parola, finalmente ricomposta nella sua voce, che il popolo britannico riconosce e
segue il suo re, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.
www.casanovamultimedia.it
Essai
martedì 11 e mercoledì 12 marzo 2014
20
Teatro Stabile di Verona
NEL NOME DEL PADRE
di Claudio Fava
monologo teatrale con Roberto Citran
regia di Ninni Bruschetta
scene di Antonio Panzuto
dal libro omonimo pubblicato da Baldini & Castoldi
Nel nome del padre è un monologo teatrale tratto
dal toccante libro di Claudio Fava - politico,
giornalista e scrittore, autore della sceneggiatura
de I cento passi - che ricorda l’omicidio del padre
per mano mafiosa e la difficile ricerca della verità
su quel crimine.
Roberto Citran, finissimo interprete di teatro
oltre che volto noto al pubblico cinematografico
e televisivo, dà voce a questo testo in forma di
lettera, scritto a 30 anni di distanza dal 5 gennaio ph. C. Caselli
1984: il giorno in cui la mafia chiuse la bocca a un giornalista scomodo, che, in una città come Catania,
considerata tradizionalmente fuori dal territorio di cosa nostra, aveva denunciato gli intrecci fra malavita
e classe dirigente.
Con grande sensibilità Citran si mette al servizio di questa emblematica vicenda per avvicinarla nel
tempo e nello spazio, con l’intento di “condividere con lo spettatore l’esperienza di un omicidio per
mafia, cosa rivela e cosa significa per i parenti.”
Le parole del figlio, rivolte a un padre che se n’è andato senza sapere, senza capire che cosa stava per
succedere, portano il peso del lutto insieme alla determinazione di capire cosa accadde dopo. Quando
la viltà omertosa di giudici compiacenti e cronisti bugiardi inizia a riscrivere la storia negando la verità,
fra depistaggi, indagini sulle vittime e diffamazione. Perché quando la mafia uccide la morte non basta,
è necessario, dopo, l’accanimento sulla memoria.
Per indicare colpevoli e mandanti con sentenza definitiva della Corte d’Assise d’Appello occorreranno
circa 20 anni.
Nel nome del padre racconta la ribellione a questo scempio della memoria, la ricerca della verità che
diventa per Claudio Fava anche l’unica possibilità per ricostruire la propria vita.
Claudio Fava, figlio d’un martire, condannato a testimoniare, condannato a ricordare per sempre la realtà
così come è stata e non come si è voluto far credere che fosse.
www.teatrostabileverona.it
Essai
mercoledì 26 e giovedì 27 marzo 2014
21
Teatro Franco Parenti
UNA NOTTE IN TUNISIA
di Vitaliano Trevisan
con Alessandro Haber
e con Maria Ariis, Pietro Micci e Roberto Trifirò
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
con la collaborazione di
Barbara Petrecca per le scene e i costumi
Gigi Saccomandi per le luci
Yuval Avital per la scenografia sonora di Mise en abîme
sperimentazione sonora realizzata da RAI-Direzione Strategie Tecnologiche con il CRIT di Torino
e il CPTV di Milano
i cieli proiettati sul fondale sono di Piero Guccione
“Una maschera tragica che non riusciremo a dimenticare.” Domenico Rigotti, Avvenire
Gli ultimi giorni di vita di Bettino Craxi, controversa incarnazione della disfatta della prima Repubblica
italiana, sono la materia in cui si muove l’affilata drammaturgia di Vitaliano Trevisan per trarre dalla
cronaca politica una tragedia contemporanea: Una notte in Tunisia compone una perfetta metafora sulla
caduta del potere, molto vicina ai lividi archetipi shakespeariani.
L’allestimento di Andrée Ruth Shammah tratta il testo proprio come un classico del teatro, con mano
sicura e leggera, collocando un Alessandro Haber “in stato di grazia” in uno spazio candido - che
richiama una tenda berbera - onirico palcoscenico del lucido, logorroico delirio del protagonista.
Il signor X, noto politico italiano “in esilio volontario” ad Hammamet, è gravemente ammalato.
Sono con lui soltanto la moglie, l’inseparabile segretario e il fratello, ospite inatteso, arrivato come medico
per verificare le cartelle cliniche tunisine che non lasciano speranze sulla prognosi di X.
Nel delirio delle sue giornate da moribondo lui scrive memorie e proclami di rivincita postuma.
Ma un sogno gli fa balenare un’idea per evitare la fine...
Vittima o carnefice?
Trevisan non offre un giudizio sull’uomo politico: ciò che gli interessa è riflettere sulla paralisi e sui sogni
a cui può consegnarsi una persona, che è stata potente, al termine della sua parabola.
Il signor X legge ossessivamente i suoi scritti, ripercorre pensieri dominati da rabbia, impotenza e
dolore.
È ancora un politico che arringa, narcisista che cita se stesso, un retore che continua inutilmente a
misurare il suo carisma in un clima di solitudine e di sconfitta.
La tragedia si intreccia con il comico, fino allo scarto surreale del colpo di scena conclusivo.
Calandosi in un personaggio complesso, che
pare uscito dalla penna di Beckett o di Thomas
Bernhard, Alessandro Haber offre una delle sue
più alte prove d’attore: la sua recitazione fisica,
fatta di energia pronta ad esplodere, costruisce
il protagonista sfuggendo all’imitazione ma
suggerendolo con una partitura vocale e
gestuale intensissima.
www.teatrofrancoparenti.it
Teatro contemporaneo
22
TEATRO CONTEMPORANEO
TEATRO CONTEMPORANEO
PROGETTI SPECIALI fuori abbonamento
Palestra G. Spinelli (ex G.I.L.) (via Natale Dell’Amore, 17)
da venerdì 18 a domenica 20 ottobre 2013 orari da definire
Socìetas Raffaello Sanzio
GIUDIZIO, POSSIBILITÀ, ESSERE.
Esercizi di ginnastica su La morte di Empedocle
di Friedrich Hölderlin
da eseguire in una palestra
di Romeo Castellucci
con Chiara Causa, Silvia Costa, Laura Dondoli, Irene Petris
PRIMA NAZIONALE
Sala Teatro Valdoca (via Aldini, 26)
da martedì 4 a domenica 16 febbraio 2014 (riposo lunedì 10 febbraio) ore 21
Teatro Valdoca
COME CANI COME ANGELI
per poeta e presenze metafisiche
di e con Mariangela Gualtieri
regia, scene, luci Cesare Ronconi
marionette, oggetti e abiti di scena Patrizia Izzo
PRIMA NAZIONALE
Teatro contemporaneo
Palestra G. Spinelli (ex G.I.L.)
(via Natale Dell’Amore, 17)
da venerdì 18 a domenica 20 ottobre 2013 orari da definire
23
in PRIMA NAZIONALE nell’ambito di
Màntica 2013, festival organizzato dalla
Socìetas Raffaello Sanzio
Socìetas Raffaello Sanzio
GIUDIZIO, POSSIBILITÀ, ESSERE.
Esercizi di ginnastica su
La morte di Empedocle
di Friedrich Hölderlin
da eseguire in una palestra
di Romeo Castellucci
con Chiara Causa, Silvia Costa,
Laura Dondoli, Irene Petris
e con sei Figuranti da nominare
tecnico del suono Matteo Braglia
produzione Benedetta Briglia, Cosetta Nicolini
organizzazione Valentina Bertolino, Gilda Biasini
ph. C. Raynaud de Lage
prodotto da Socìetas Raffaello Sanzio
in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena
con il sostegno di Comune di Cesena/ Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena
“Cerco una palestra. Una grande camera presa a prestito per fare delle prove. Un posto trovato, senza
riscaldamento, cui si accede attraverso la puzza degli spogliatoi; un posto ‘sbagliato’ per il teatro.
E invece no. Una palestra, ora, come luogo esatto, come compimento dell’eresia e della bellezza inattuale
di Hölderlin. La poesia di Hölderlin sarà proferita in una palestra in forma clandestina, fuori dai cablaggi
ortodossi del teatro istituzionale. È esercizio, disciplina, lavoro sul presente.
Assistere alla sequenza astratta di un esercizio, all’ellittica di un gesto silenzioso che fende l’aria, o
ascoltare l’articolazione di un verso come affermazione, significherà contemplare uno spazio vuoto,
preparato proprio attraverso le cose viste e udite; uno spazio reso disponibile (come recitano certe
inquietanti pubblicità stradali su tabelloni bianchi). Conseguire uno spazio senza contenuto come luogo
di rivelazione. Rinunciare al discorso, alla consolazione stereotipata della denuncia, della predica sulla
compassione e della junk culture. Cercare l’eleganza assoluta e inumata nella forma; cercare la precisione
glaciale di un’estetica sorvegliata fino al midollo, intesa qui come radicalismo politico. Tutto questo è
necessario e deve nascere proprio in un luogo brutto, sbagliato, lontano dai teatri.
Nella luce figurativa dello sguardo dello spettatore tutto sarà giudizio, possibilità, essere, secondo le stesse
parole del Poeta. Nell’Antica Grecia - cui Hölderlin si è rivolto per tutta la vita - il Ginnasio era il luogo
della preparazione dei giovani in vista delle gare atletiche. I giovani, solo dopo il Ginnasio, inauguravano
la vita adulta potendo affrontare la guerra. Nella prosa di Hölderlin ci si riferisce continuamente alla
giovinezza, ma non in termini anagrafici. E allora chi è questo adolescente, cosa vuole e cosa rappresenta?
Il giovane è l’inattuale, colui che non vive nel suo tempo, colui che per contrarium, è il contemporaneo
e per il quale tutto è sempre nuovo. Colui al quale sarà affidato il compito di parlare a questa epoca dal
tempo differito di una rappresentazione. Sarà l’Empedocle, l’eretico che abbandona la città per salire la
montagna e gettarsi nel fuoco dell’essere.
In palestra, accolti provvisoriamente sui cuscini del salto in alto o della ginnastica artistica, si potrà
assistere a una partitura testuale - quasi niente di più - legata strettamente a La morte di Empedocle di
Hölderlin. Il gruppo dei personaggi della tragedia sarà interpretato da una compagnia di giovani donne.
Sono studentesse di una scuola? - o forse membri di una qualche comunità femminile? Stanno provando
uno spettacolo a porte chiuse?
Una cosa sola sembra certa: sono uscite dal teatro per trovare il proprio del teatro.”
Romeo Castellucci
www.raffaellosanzio.org
Teatro contemporaneo
24
Sala Teatro Valdoca (via Aldini, 26)
da martedì 4 a domenica 16 febbraio 2014 (riposo lunedì 10 febbraio) ore 21
Teatro Valdoca
COME CANI COME ANGELI
per poeta e presenze metafisiche
di e con Mariangela Gualtieri
regia, scene, luci Cesare Ronconi
marionette, oggetti e abiti di scena Patrizia Izzo
cura del suono Luca Fusconi
macchinista Stefano Cortesi
organizzazione Elisa Bello
amministrazione Morena Cecchetti
consulenza amministrativa Cronopios
produzione Teatro Valdoca
in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena
con il sostegno di Comune di Cesena/ Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena
PRIMA NAZIONALE
“Noi cercavamo come cani, come angeli
come bambini affamati la nostra anima:
quel senso criminale e divino della vita
quando si dicono cose stupide e care.”
Giovanna Sicari
Dopo i grandi affreschi degli ultimi anni il Teatro Valdoca presenta al pubblico un piccolo magico
spettacolo, Come cani, come angeli. Una pièce di teatro d’arte e poesia interpretata da Mariangela
Gualtieri e da alcune speciali marionette.
“Sto componendo una partitura di versi inediti e movimenti, aiutata da alcune marionette, cioè da quelle
che Thomas Mann definisce gemme di estetica metafisica.
È nato in me un forte richiamo verso queste figure inanimate e tuttavia così potentemente capaci di parlarci
dell’umano e del sovrumano, di noi e di ciò che ci anima, di fisica e di metafisica, di morte e di rinascita.
Il tema trattato riguarda per ora questo nostro tempo, riguarda in particolare quella che, partendo da uno
spunto del poeta Tagore, chiamerò la mia gente. La gente, che nel caso del poeta indiano era rappresentata
da un popolo poverissimo e molto pio, nel caso mio e nostro, di noi vivi ora in questo paese, comprende
una congerie umana a volte raccapricciante, a volte amabile, più spesso detestabile, maledetta, altre volte
le stesse facce e gli stessi corpi assumono tutta la tenerezza e la pietà di un popolo derelitto, perduto,
abbandonato dal cielo e dalla ragione.
La regia di Cesare Ronconi si fa qui sguardo che inquadra e che anima, ed è decisiva nel guidare l’involucro
della marionetta verso l’assunzione prodigiosa di un’altra natura, anche attraverso il disegno di luci e
scene.”
Mariangela Gualtieri
www.teatrovaldoca.org
composizione grafica G. Garaffoni
Teatro contemporaneo
25
venerdì 6 dicembre 2013 fuori abbonamento
ABBONATI IN ANTICIPO Musica e Danza
in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato Generale di Polonia in Milano
DOMINIKA SZLEZYNGER pianoforte
venerdì 20 dicembre 2013
CARLO PARI pianoforte
martedì 14 gennaio 2014
ENRICO PIERANUNZI
CONCERTI
Piano Solo Story
domenica 19 gennaio 2014
PAOLO FRESU Devil Quartet
venerdì 7 febbraio 2014
VERDI - WAGNER Reloaded
musiche originali di Fabrizio Sirotti
regia di Gabriele Marchesini
PRIMA NAZIONALE
martedì 11 febbraio 2014
VIKTORIA MULLOVA - The Matthew Barley Ensemble
The Peasant Girl
sabato 8 marzo 2014
ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
Il Giro del Mondo in 80 Minuti
domenica 16 marzo 2014
ANDREA GRIMINELLI flauto
EMANUELE SEGRE chitarra
sabato 29 marzo 2014
QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI
Tutti i concerti iniziano alle ore 21
Concerti
venerdì 6 dicembre 2013 fuori abbonamento
ABBONATI IN ANTICIPO Musica e Danza
26
in collaborazione con Associazione Polonia e
Consolato Generale di Polonia in Milano
DOMINIKA SZLEZYNGER pianoforte
PROGRAMMA
L. van Beethoven Sonata in mi maggiore op. 109
I. J. Paderewski Leggenda la bemolle maggiore op.16 n. 1
I. J. Paderewski Nocturne in si bemolle maggiore op. 16 n. 4
I. J. Paderewski Intermezzo polacco
F. Chopin Grande Valse Brillante op. 18
F. Chopin Grande Valse Brillante op. 42
F. Chopin Nocturne in do minore op. 48 n.1
F. Chopin Nocturne in fa diesis maggiore op. 15 n. 2
F. Liszt Parafrasi dell’ opera Rigoletto
F. Liszt Parafrasi sul Walzer dell’ opera Faust di Gounod
Classe 1981, DOMINIKA SZLEZYNGER è nata a
Cracovia, in Polonia.
Vincitrice del Concorso della Musica Contemporanea a Varsavia nel 1999, nel 2011 si classifica al primo
posto nel Concorso Internazionale di Musica “Rassegna Mendelssohn” ad Alassio, ottiene il premio
“Fortunato e Luisetti” presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano e il premio speciale al Concorso
musicale di Lissone.
All’inizio della sua carriera concertistica la Chopin Society di Sydney la invita in Australia per un
recital.
Intanto, in Polonia, suona presso il Royal Castle di Varsavia, il Castello di Debno, la Casa ‘’Paderewski‘’ a
Kasna-Dolna, la Cracow Filarmonia Hall, la Filarmonia di Varsavia, il Festival Szymanowski a Zakopane,
il Centro di Cultura ‘’Villa Decius‘’ di Cracovia. Dal 2010 collabora regolarmente con l’Associazione
Fryderyk Chopin di Varsavia.
Tiene, in seguito, numerosi concerti in tutta Europa: in Svizzera, presso la Town Hall di Lugano, la
Fondation Bloch di Delemont, il Liceum Club di Ginevra, la Steinway Hall di Losanna, la Philharmonic
Hall e l’Auditorium du Cern; in Francia, presso il Museo Nazionale di Grenoble, il Théâtre Bordeau
à Saint Genis Pouilly; in Belgio, dove nel 2004 interpreta Rhapsody in Blue di George Gershwin con
l’Orchestre Tournois diretta da Christian Chuffard; in Italia, ospite della Società dei Concerti di Milano.
Ha studiato con rinomati maestri: Andrzej Jasinski, Franco Scala, Paul Gulda, Andrzej Pikul, Eugene
Moghilevski, Emanuela Piemonti, Cristina Frosini, Vincenzo Balzani. Laureata presso la Scuola
Universitaria del Conservatorio di Musica di Ginevra con Elisabeth Athanassova, ha conseguito nel 2013
il diploma universitario del biennio di Musica da camera presso il Conservatorio di Milano.
Per i suoi meriti artistici ha ottenuto riconoscimenti dal Ministero della Cultura Polacca e dal Governo
Italiano, con la borsa di studio presso l’Accademia Chigiana di Siena, nel 2008.
www.associazionepolonia.com
Concerti
venerdì 20 dicembre 2013
27
CARLO PARI pianoforte
PROGRAMMA
D. Scarlatti Sei sonate
F. Liszt Sonata in si minore
S. Rachmaninoff Etude tableaux op. 33
S. Rachmaninoff Sonata op. 36
CARLO PARI, riminese di nascita, è pianista internazionale: si esibisce in Italia, Russia, Irlanda, Estonia,
Polonia, Germania, Austria, Svezia, Francia, Inghilterra, Scozia, Cina, Indonesia, Giappone, Filippine,
Stati Uniti. In Australia la critica specializzata ha definito il suo stile “un nuovo fantastico modo di
suonare il pianoforte“.
Attualmente ha all’attivo circa 600 concerti e oltre 50 brani di musica da lui composta eseguiti.
Collabora con artisti del calibro di Tullio de Piscopo, Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Katia Riccarelli,
Giuseppe Taddei, Wilma Vernocchi, Rolando Panerai, Michele Placido, Mario Melani, Federico Mondelci,
Oscar La Figueroa, Bruno Canino.
Nel settembre 2001 “La Mediterranea”, una delle maggiori scuole giapponesi dedite alla diffusione di
arte e cultura italiana, gli conferisce un Diploma ad honorem in discipline musicali. Nello stesso anno
rappresenta la cultura Italiana suonando per l’Ambasciata d’Italia in Estonia. Sempre per l’Ambasciata, è
invitato a esibirsi in occasione del premio “Per Anger”, alla presenza del Primo Ministro svedese Goran
Persson e del Cardinal Sodano per il Vaticano.
Nel 2008, durante i Giochi Olimpici, rappresenta l’Europa nel meeting svoltosi a Jinan per celebrare i 50
anni dell’Università musicale.
Nel 2008 esegue, a Pesaro, la prima del
Concerto per pianoforte e orchestra di
Bolling, che replica nel 2011 al Teatro Bonci
di Cesena, con Tullio de Piscopo, l’Orchestra
“G. Verdi” di Milano e il contrabassista Yuri
Goloubev.
Nel 2012 diventa artista Steinway e entra
nello Steinway Management.
Ha studiato al Conservatorio “G. Rossini” di
Pesaro sotto la guida del maestro Lorenzo
Bavaj e successivamente si è perfezionato
con Master di interpretazione pianistica.
Insegna pianoforte principale presso l’Istituto
Corelli di Cesena e al Conservatorio Statale di
Musica di Trapani. È Professore ospite presso
l’Università di Handan in Cina.
www.carlopari.com
Concerti
28
martedì 14 gennaio 2014
ENRICO PIERANUNZI
Piano Solo Story
“Ricordate il suo nome, perdetevi nella sua
musica.” Josef Woodard, Jazz Times
Nato a Roma nel 1949, ENRICO PIERANUNZI
è tra i musicisti più noti ed apprezzati della
scena jazzistica internazionale.
Pianista, compositore, arrangiatore, ha
registrato più di 70 cd, collaborando, in
concerto o in studio d’incisione, con artisti
come Chet Baker, Lee Konitz, Paul Motian,
Charlie Haden, Chris Potter, Marc Johnson,
Joey Baron.
Tre volte miglior musicista italiano nell’annuale
“Top Jazz” della rivista Musica Jazz (1989,
2003, 2008), nel 1997 ha ricevuto il “Django
d’Or” come miglior musicista europeo.
ph. J. Lepage
Diverse sue composizioni sono presenti nei
“Real Book” pubblicati dalla Sher Music e la prestigiosa rivista americana Down Beat ha incluso il suo cd
Live in Paris, in trio con Hein Van de Geyn e André Ceccarelli (Challenge), tra i migliori cd del decennio
2000-2010.
Si esibisce sui palcoscenici di tutto il mondo: dal Canada alla Danimarca, dagli Stati Uniti alla Germania,
dalla Spagna, al Giappone, dal Brasile, all’Argentina e all’Uruguay.
Nel luglio 2009 ha suonato e registrato con Marc Johnson e Paul Motian nello storico Village Vanguard
di New York. Nell’aprile del 2013 è tornato nel celeberrimo club newyorkese per una serie di concerti
con Marc Johnson al contrabbasso e Joe LaBarbera alla batteria, per celebrare l’uscita (12 marzo 2013)
dell’ultimo album Live at Village Vanguard, la prima registrazione mai fatta da un musicista italiano tra le
mura della “mecca del jazz” oltreoceano.
I suoi ultimi album in solo sono Wandering, Pieranunzi Plays Scarlatti, e, più di recente, 1685, in cui
Pieranunzi interpreta Bach e Haendel con il suo originale stile d’improvvisatore.
Di lui il critico statunitense Nat Hentoff scrive: “è un pianista di intenso lirismo, in grado di swingare con
energia e freschezza e, nello stesso tempo, di non perdere mai la sua capacità poetica. La sua musica
canta”.
www.enricopieranunzi.com
www.parmaconcerti.it
Concerti
29
domenica 19 gennaio 2014
PAOLO FRESU Devil Quartet
Paolo Fresu tromba
Bebo Ferra chitarra
Paolino Dalla Porta contrabbasso
Stefano Bagnoli batteria
“Fresu è chiuso nel bozzolo di una invenzione continua, non importa quale sia il titolo del tema, è sempre musica
sua, intrisa di una tenera felicità. E il pubblico è definitivamente conquistato.” Vittorio Franchini, Corriere della Sera
La sua tromba si è fatta amare dal pubblico di tutto il mondo: partito a 11 anni da una piccola banda
musicale sarda, PAOLO FRESU è arrivato sui palchi di 5 continenti, accanto ai più grandi nomi della
musica afroamericana degli ultimi trent’anni. Oggi si esibisce in circa 200 concerti all’anno.
Appena uscito dal Conservatorio di Cagliari è già il talento più sorprendente del jazz italiano: nel 1984
vince i premi “Radio Uno jazz”, Musica jazz e “Radio Corriere TV”. Per la rivista Musica jazz è il miglior
musicista italiano del 1990. Nel 1996 vince il prestigioso “Django d’Or”. Nel 2000 riceve la nomination
come miglior musicista internazionale.
Ha registrato oltre 350 dischi per etichette francesi, tedesche, giapponesi, spagnole, olandesi, svizzere,
canadesi, greche, collaborando con musicisti del calibro di Franco D’Andrea, Bruno Tommaso, Enrico
Rava, Antonello Salis, Enrico Pieranunzi, Giorgio Gaslini, Gianluigi Trovesi, Kenny Wheeler, Gerry
Mulligan, Dave Liebman, Dave Holland, Ralph Towner, Uri Caine, Carla Bley, Richard Galliano, Gil
Evans, Michael Nyman, Evan Parker, Farafina, Ornella Vanoni, Alice, Trilok Gurtu, Gunther Schuller,
Negramaro, Stadio.
DEVIL QUARTET è uno dei migliori progetti del suo “genio” onnivoro e turbinoso, nato dall’incontro con
tre musicisti speciali, tre autentici assi dell’italian style: il chitarrista Bebo Ferra, il contrabbassista Paolino
Dalla Porta e il percussionista Stefano Bagnoli. La magia poetica di Fresu resta in primo piano, ma è
l’energia ritmica e la coesione tra i componenti del gruppo
la caratterista fondamentale di questa formazione.
Desertico è il titolo del nuovo cd inciso dal gruppo,
un’esplorazione dall’Africa al resto del mondo, attraverso
la musica, senza distinzioni di generi, fra jazz, rock e
crossover: è anche il punto di riferimento del live proposto
a Cesena, anche se risulta impossibile prevedere le infinite
variazioni di questo viaggio.
www.paolofresu.it
ph. R. Chiovitti
Concerti
venerdì 7 febbraio 2014
30
VERDI - WAGNER Reloaded
Concerto in forma di spettacolo
da un’idea di Franco Pollini
musiche originali di Fabrizio Sirotti
al piano Pier-Giulio Comandini e Fabrizio Sirotti
regia di Gabriele Marchesini
PRIMA NAZIONALE
“Verdi e Wagner sono i due fuoriclasse della musica d’opera dell’Ottocento: il pubblico li adorava ma per
loro si divideva; i critici li stimavano ma non potevano evitare di schierarsi tra il ‘bel canto’ dell’uno e lo
‘strumentismo’ dell’altro. Ma potevano giocare insieme? Potevano cioè integrarsi in modo da arricchire
una partitura ‘complessiva’, ‘totale’. A questa domanda (in cui sembrano riecheggiare confronti calcistici
e ciclistici, ma in definitiva il ‘tifo sportivo’, quello sano, non nasce nei loggioni teatrali?) il compositore
Fabrizio Sirotti, su commissione del Teatro Bonci, ha tentato di dare una risposta.
Naturalmente a suo modo e con i suoi strumenti. Fabrizio Sirotti ha così composto un’opera elettroacustica dove parti orchestrali e sinfoniche si fondono con l’esecuzione pianistica in tempo reale. PierGiulio Comandini (Verdi) e lo stesso Sirotti (Wagner) a due pianoforti, interagiscono con le sequenze
elettroniche in un crescendo che spazia dalla partitura scritta nei minimi dettagli all’improvvisazione più
totale; una creazione originale e al tempo stesso un omaggio ai due celebri compositori.
La risposta musicale e teatrale, che verrà esplorata e approfondita dalla regia e dalla scrittura scenica
di Gabriele Marchesini, è dunque inattesa: forse sì, possono giocare insieme, a condizione che si
fronteggino, che ribadiscano e approfondiscano la propria rivalità, presunta o reale, comunque vissuta
radicalmente dal pubblico, quello storico, che ai due grandissimi riconobbe la medesima gloria quando
arricchì delle rispettive lapidi il foyer del Teatro Bonci.
Anche se a guardar bene la collocazione scelta li pone sì vicini ma rivolti nello sguardo in opposte
direzioni: i due non si vedono. Occhieggiano al pubblico schierato in parti diverse del Teatro.
E così sarà il 7 febbraio quando i due pianoforti cominceranno a suonare per Verdi-Wagner Reloaded.
Certo, nessuno tra il pubblico di oggi vive quella tenzone con i toni forti degli spettatori dell’Ottocento, ma
non mancherà di esercitare la propria preferenza per uno spettacolo ‘totale’, favorito dall’ascolto e dalla
visione di una opera felicemente costruita dalla sperimentata capacità compositiva di artisti così originali.”
Franco Pollini
Concerti
martedì 11 febbraio 2014
31
VIKTORIA MULLOVA - The Matthew Barley Ensemble
The Peasant Girl
Viktoria Mullova violino
Matthew Barley violoncello
Paul Clarvis percussioni
Julian Joseph piano
Sam Walton percussioni
PROGRAMMA
Bratsch Bi Lovengo
John Lewis/ Bratsch Django
Bartok 7 Duos for violin and cello: Ruthenian
Song, Mosquito Dance, Harvest Song,
Sorrow, Teasing Song, Cradle Song, Ruthenian
Kolomeika
Kodaly Duo for violin and cello op. 7
Weather Report Pursuit of the Woman With
the Feathered Hat
Matthew Barley/ Russian Trad Yura
Weather Report The Peasant
Du Oud For Nedim (For Nadia)
“Mullova è forse la più elegante, raffinata e dolcemente espressiva violinista del pianeta.” Chicago Tribune
La violinista VIKTORIA MULLOVA si è imposta all’attenzione internazionale con il primo Premio al
Concorso Sibelius di Helsinki, nel 1980, e con la Medaglia d’oro al Concorso Ciaikovskij del 1982.
Curiosa ed estremamente versatile, in più di trent’anni di carriera ha esplorato tutto il repertorio per
violino, dal barocco alla musica contemporanea, dalla world fusion alla musica sperimentale.
Collabora regolarmente con Ottavio Dantone, con cui ha inciso le Sonate e i Concerti di Bach.
Suona in récital con Katia Labèque e collabora con complessi di strumenti originali, fra i quali The Orchestra
of the Age of Enlightenment, il Giardino Armonico, il Venice Baroque e l’Orchestre Revolutionnaire et
Romantique.
L’incisione dei Concerti di Vivaldi con Il Giardino Armonico ha vinto il “Diapason d’Or” 2005.
La sua avventura nella musica contemporanea inizia nel 2000, con l’album Throug the Looking Glass,
serie di brani di world, jazz e pop music arrangiati per lei da Metthew Barley.
The Peasant Girl, il suo ultimo progetto con l’Ensemble di Matthew Barley, è un ititnerario nella musica
del mondo guidato dagli echi della tradizione zingara: dall’Ungheria di Kodaly e Bartok alla Francia
della gypgy band Bratsch, passando per il Nordafrica dei DuOud - cultori “elettronici” del liuto arabo
sulle scale musicali zingare - e per il tempio del jazz. Joe Zawinul, autore dei pezzi dei Weather Report,
viennese, ha imparato a suonare la fisarmonica con gli zingari e John Lewis (The Modern Jazz Quartet) ha
scritto Django come tributo a Django Reinhardt, chitarrista jazz cresciuto negli accampamenti gypgy.
MATTHEW BARLEY è appassionato di educazione, improvvisazione, progetti interdisciplinari,
composizione e pionieristici programmi per comunità, oltre che violoncellista noto in tutto il mondo.
Con il suo nuovo gruppo, Between the Notes, ha realizzato più di 60 progetti internazionali con giovani
musicisti e orchestrali.
www.viktoriamullova.com
www.matthewbarley.com
Concerti
sabato 8 marzo 2014
32
ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
Il Giro del Mondo in 80 Minuti
direzione artistica e musicale Mario Tronco
produzione artistica e arrangiamenti Mario Tronco, Pino Pecorelli, Leandro Piccioni
drammaturgia Mario Tronco, Giulia Steigerwalt, Daniele Spanò
scenografia e video Daniele Spanò
disegno luci Daniele Davino
costumi Katia Marcanio, Livia Fulvio
interpreti
Houcine Ataa voce, Emanuele Bultrini chitarre, Peppe D’Argenzio sax baritono e soprano, clarinetti, Sylvie Lewis
voce, chitarra, Ernesto Lopez Maturell voce, bongos, timbales, congas, Omar Lopez Valle voce, tromba, flicorno,
Sanjay Kansa Banik tablas, Zsuzsanna Krasznai violoncello, Gaia Orsoni viola, Carlos Paz Duque voce, flauti andini,
Pino Pecorelli contrabbasso, basso elettrico, Leandro Piccioni pianoforte e tastiere, Raul Scebba voce, vibrafono,
percussioni, El Hadji Yeri Samb voce, djembe, dumdum, sabar, Kaw Dialy Mady Sissoko voce, kora, Ziad Trabelsi
oud, voce
una produzione Vagabundos S.r.l.
“È un itinerario di speranza, un’illusione, un’autobiografia, un viaggio il cui obiettivo è semplice: imparare a
fermarsi e ascoltare le storie altrui. Imbarcatevi anche voi, tornerete sicuramente molto più felici.” Fabrizio Zampa, Il
Messaggero
20 musicisti provenienti da 10 paesi e 3 continenti, lingue e strumenti da ogni angolo del pianeta, si
fondono in una musica che non è mai esistita prima. L’Orchestra di Piazza Vittorio è in Italia l’emblema
della world music, il simbolo di un mondo multiculturale in cui le differenze sono finalmente un valore
aggiunto. Musica di tutti, per tutti.
La storia dell’ORCHESTRA parte da una piazza nel cuore della città di Roma: Piazza Vittorio. Luogo di
passaggio e di convivenza per tante culture, la sua atmosfera ispira Mario Tronco, tastierista del gruppo
Avion Travel, e Agostino Ferrente a coinvolgere in un unico progetto gli artisti che la frequentano, dando
vita a un ensemble in seno all’Associazione Apollo 11.
Musicisti differenti tra loro per origini, strumenti ed esperienze: insieme reinventano la musica con una
nuova energia, si esibiscono in Italia e all’estero, continuando a collezionare successi.
Dopo aver letteralmente incantato il pubblico europeo con un’originalissima rilettura de Il Flauto magico
(presentata a Cesena nel 2012), l’OPV ci regala 80 minuti di pura emozione, raccontado con travolgente
fantasia la propria storia: un favoloso viaggio dalla meta sconosciuta, in cui chiunque può imbarcarsi a
patto porti con sé una canzone.
Per salire sulla misteriosa zattera che salperà dopo il tramonto, arrivano al porto delle persone molto
speciali: tutte hanno con sé qualcosa
di straordinario.
Un giovane cubano con una valigia
da cui escono musicisti, due arabi
che vorrebbero imbarcare troppi
bagagali, un cantante di tango, uno
scettico indio, un africano con una
minuscola valigia che permette di
cantare in qualsiasi lingua e, se
mai riuscirà ad arrivare in tempo, il
ragazzo vestito da Gladiatore che per
primo ha annunciato il viaggio...
www.orchestrapiazzavittorio.it
Concerti
domenica 16 marzo 2014
33
ANDREA GRIMINELLI flauto
EMANUELE SEGRE chitarra
PROGRAMMA
N. Paganini Sonata Concertata per flauto e chitarra
F. P. Schubert Sonata Arpeggione D821 per flauto e chitarra
G. Bizet/ Arr. F. Borne Fantasia brillante sulla “Carmen” per
flauto e chitarra
H. Villa_Lobos Preludio n. 1 per chitarra sola
C. Debussy Syrinx per flauto solo
J. Ibert Entr’acte per flauto e chitarra
E. Rautavaara Sonata per flauto e chitarra
R. Shankar L’Aube Enchantée - Sur le Raga “Todi” per flauto
e chitarra
A. Piazzolla Histoire Du tango
Definito dal New York Times uno dei maggiori flautisti
a livello internazionale, ANDREA GRIMINELLI,
all’età di venticinque anni, è presentato al pubblico
d’oltreoceano da Luciano Pavarotti, in un memorabile
concerto al Madison Square Gardens di New York.
Con Big Luciano collabora per anni, partecipando ai
concerti all’Hyde Park di Londra nel 1990, a Central
Park di New York nel 1993, alla Torre Eiffel di Parigi e
nella Piazza Rossa di Mosca.
In seguito, suona con artisti del calibro di Elton John,
James Taylor, Bradford Marsalis e con il leggendario
Ian Anderson, leader dei Jethro Tull.
Si esibisce regolarmente nei più rinomati teatri di tutto
il mondo, dalla Scala di Milano alla Carnegie Hall di
New York con Orchestre quali la Royal Philharmonic,
la Berlin Symphony, la Munchner Rundfunkorchester,
la Philharmonia di Londra, la New York Philharmonic,
la Rai di Torino, la Dallas Symphony e la Los Angeles
Philharmonic.
Incide per Decca, per la quale di recente ha registrato la trascrizione per flauto delle Quattro Stagioni di
Vivaldi, con I Solisti Filarmonici italiani.
Al suo esordio americano il Washington Post scrive di lui: “è un’immensa promessa della musica “.
Il chitarrista EMANUELE SEGRE tiene concerti a New York, Los Angeles, Boston, San Francisco, Parigi,
Londra, Amsterdam, Vienna, Salisburgo, Praga, Berlino, Tel Aviv, Rio de Janeiro, Madrid, Roma, Istambul,
Varsavia, Seul,Tokyo.
Suona in duo con Patrick Gallois e come solista con Yuri Bashmet e i Solisti di Mosca, con la English
Chamber Orchestra diretta da Salvatore Accardo, la Rotterdam Philharmonic Orchestra, i Solisti di
Zagabria, la European Community Chamber Orchestra, l’Orchestra da Camera Slovacca, la Suddeutsches
Kammerorkester. Collabora con l’orchestra del Teatro alla Scala di Milano.
Jean Françaix gli ha dedicato il suo concerto per chitarra e orchestra, registrato per la casa discografica
Wergo.
Segre incide anche per Delos, Claves e Amadeus.
www.andreagriminelli.com
www.emanuelesegre.it
Concerti
sabato 29 marzo 2014
34
QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI
Cecilia Laca violino
Luigi Buonomo violino
Antonio Bossone viola
Luca Signorini violoncello
PROGRAMMA
G. Puccini Crisantemi
G. Verdi Quartetto per archi
A. Webern Langsamer Satz für Streichquartett
M. Ravel Quartetto in fa
Di recente costituzione, il QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO DI SAN CARLO nasce dalla volontà delle
quattro prime parti - Cecilia Laca, Luigi Buonomo, Antonio Bossone e Luca Signorini - di approfondire
la propria affinità, già sperimentata all’interno dell’Orchestra, nella più alta espressione della musica
cameristica, il quartetto d’archi.
Già vincitori di concorsi internazionali, ricchi di esperienze solistiche e in ensemble, i componenti sono
legati soprattutto dalla voglia di raggiungere l’intenzione interpretativa e la fusione di qualità del suono
propria di questa formazione.
Il progetto gode del pieno consenso e del sostegno della Direzione del Teatro di San Carlo di Napoli.
Il Quartetto ha eseguito per il Teatro di San Carlo e per il Festival di Ravello opere di Mozart, Schubert,
Ravel, Shostakovich.
Dopo un ciclo di concerti a Hong Kong, per l’Arts Festival 2013, ha partecipato, al Museo di Capodimonte
a Napoli, al Concerto Straordinario in Onore del
Presidente dello Stato di Palestina Abu Mazen.
Di seguito si è esibito al Teatro Francesco Stabile di
Potenza per il Concerto della Festa della Repubblica
organizzato dal Comune di Potenza in collaborazione
con il Teatro di San Carlo di Napoli.
Attualmente si prepara al Festival Internazionale di
Ravello 2013 e a inaugurare la Stagione Cameristica
per la Stagione Sinfonica del Teatro di San Carlo.
Il recente sodalizio con Michele Campanella, con il
quale si appresta ad eseguire i Quintetti con pianoforte
di Giuseppe Martucci e di Robert Schumann, lo porterà
a breve ad esibirsi in alcuni dei più importanti festival
e stagioni concertistiche del mondo.
Nel suo futuro sono numerosi gli impegni internazionali,
con tappe a Parigi, Amburgo e San Paolo del Brasile.
Sconfinando nell’ambito della danza contemporanea,
il Quartetto ha anche collaborato con uno dei più
importanti coreografi mondiali, Bill T. Jones.
www.teatrosancarlo.it
Prosa
35
sabato 28 dicembre 2013 fuori abbonamento
New Classical Ballet of Moscow
LA BELLA ADDORMENTATA
musiche di P. I. Tchaikovsky
coreografie di M. Petipa
domenica 29 dicembre 2013
New Classical Ballet of Moscow
CENERENTOLA
musiche di S. Prokofiev
coreografie di A. Ustiansev
sabato 18 gennaio 2014
Emiliano Pellisari Studio e NoGravity ltd
DANZA
PARADISO
musica elettronica d’avanguardia e classica contemporanea
rielaborata e mixata da Riccardo Magni, Emiliano Pellisari
coreografie Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu
domenica 9 febbraio 2014
Aterballetto
WORKWITHINWORK
coreografia William Forsythe
musica Luciano Berio
DON Q. (Don Quixote de la Mancha)
coreografia di Eugenio Scigliano
musiche musica classica spagnola, Kimmo Pohjonen
venerdì 21 febbraio 2014
Balletto di Roma
FUTURA
ballando con Lucio
coreografie Roberto Castello
regia Giampiero Solari
venerdì 14 marzo 2014
Compagnia Artemis Danza/ Monica Casadei
LA DOPPIA NOTTE
AIDA E TRISTAN
coreografia, regia, scene e costumi Monica Casadei
elaborazione musicale Claudio Scannavini
su musiche di Giuseppe Verdi e Richard Wagner
Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21
Danza
sabato 28 dicembre 2013 fuori abbonamento
36
New Classical Ballet of Moscow
LA BELLA ADDORMENTATA
musiche di Pyotr Ilych Tchaikovsky
coreografie di Marius Petipa
scenografie Tony Fanciullo
solisti Elena Kabanova e Yuri Lebedev
Per la terza Stagione di seguito, il Teatro
Bonci, in occasione delle festività natalizie,
accoglie la magica atmosfera del balletto
russo: il 28 dicembre a far sognare grandi
e piccini sarà La bella addormentata, il
primo dei due titoli presentati dal New
Classical Ballet of Moscow.
Il Balletto di Mosca NEW CLASSICAL
BALLET è una giovane Compagnia privata
di balletto russo fondata all’inizio del 2001.
Il Corpo di ballo è formato da ballerini
provenienti dalle migliore accademie di
danza di Mosca, San Pietroburgo, Ufa,
Perm, vincitori di numerosi concorsi internazionali.
La Compagnia si avvale di prestigiose collaborazioni con étoiles provenienti dai Teatri Stabili di Mosca,
San Pietroburgo, Ekaterinburg.
L’attuale direttore artistico è Arkady Ustianzev, ex solista del Teatro dell’Opera e Balletto di Novosibirsk,
solista partner di famose ballerine russe, fra le quali Nadezhda Pavlova, Marina Bogdanova, Ludmila
Semenova, che ha anche partecipato a varie tournées al fianco di Massimiliano Guerra e Valentina
Kozlova.
Con un repertorio che include le più belle coreografie del patrimonio classico - Il lago dei cigni, La bella
addormentata, Cenerentola, Lo schiaccianoci, Giselle, Romeo e Giulietta, Don Chisciotte - la Compagnia
fa sognare il pubblico di tutto il mondo: le sue rappresentazioni sono state seguite da migliaia di spettatori
in Francia, Spagna, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Israele e Cina.
Tra i capolavori della coreografia ottocentesca, La bella addormentata è considerato uno dei più grandi
balletti della Russia imperiale e rappresenta il vertice dell’espressione classica, in un clima di astrazione
teatrale, che accorda il massimo risalto alla danza pura.
Ripercorrendo la vicenda della principessa Aurora, caduta in un lungo sonno a causa del crudele sortilegio
della strega Carabosse, il balletto si chiude con l’immancabile lieto fine, in cui il principe, dopo averla
salvata, danza con la sua futura sposa, nel celebre passo a due.
www.moscowballet.eu
Danza
domenica 29 dicembre 2013
37
New Classical Ballet of Moscow
CENERENTOLA
musiche di Sergej Prokofiev
coreografie di Arkadi Ustiansev
scenografie Tony Fanciullo
solisti Elena Kabanova e Viktor Mikhalev
Cenerentola è il secondo titolo presentato dal New Classical Ballet of Moscow: ritornano a Cesena, dopo
lo straordinario successo delle due precedenti Stagioni, i ballerini del Balletto di Mosca, con un corpo di
ballo di altissimo livello, che nasce dalla grande tradizione della scuola del balletto classico russo.
Il Balletto di Mosca NEW CLASSICAL BALLET è una giovane Compagnia privata di balletto russo fondata
all’inizio del 2001. Il Corpo di ballo è formato da ballerini provenienti dalle migliore accademie di danza
di Mosca, San Pietroburgo, Ufa, Perm, vincitori di numerosi concorsi internazionali.
La Compagnia si avvale di prestigiose collaborazioni con étoiles provenienti dai Teatri Stabili di Mosca,
San Pietroburgo, Ekaterinburg.
L’attuale direttore artistico è Arkady Ustianzev, ex solista del Teatro dell’Opera e Balletto di Novosibirsk,
solista partner di famose ballerine russe, fra le quali Nadezhda Pavlova, Marina Bogdanova, Ludmila
Semenova, che ha anche partecipato a varie tournées al fianco di Massimiliano Guerra e Valentina
Kozlova.
Con un repertorio che include le più belle coreografie del patrimonio classico - Il lago dei cigni, La bella
addormentata, Cenerentola, Lo Schiaccianoci, Giselle, Romeo e Giulietta, Don Chisciotte - la compagnia
fa sognare il pubblico di tutto il mondo: le sue rappresentazioni sono state seguite da migliaia di spettatori
in Francia, Spagna, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Israele e Cina.
Cenerentola, diceva Prokofiev, non è solamente un personaggio delle favole, è soprattutto “una creatura
che palpita”, che induce alla commozione, alla tenerezza. Nella musica del grande maestro si può
percepire tutta la dolcezza del suo carattere.
Interpretando questa coreografia poetica ma anche vivace, frizzante, il New Classical Ballet ci presenta
una Cenerentola inedita, in cui la scarpetta scompare: al suo posto il Principe cerca una fanciulla dal
piede puro.
www.moscowballet.eu
Danza
sabato 18 gennaio 2014
38
Emiliano Pellisari Studio e NoGravity ltd
in collaborazione con
Accademia Filarmonica Romana
NoGravity Dance Company in
PARADISO
una creazione di Emiliano Pellisari
danzatori Mariana Porceddu, Valeria Carrassa, Silvia Proietti,
Viviana Filippello, Daniele Salvitto, Granco Corsi
musica elettronica d’avanguardia e classica contemporanea
rielaborata e mixata da Riccardo Magni, Emiliano Pellisari
coreografie Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu
costumi e tessuti Emiliano Pellisari, Caterina di Florio,
Nora Bujdoso
oggetti e attrezzi di scena Emiliano Pellisari e Flavio Monti
disegno luci Riccardo Gargiulo e Emiliano Pellisari
in collaborazione con Aterdanza
Coreografie aeree, ambientazioni oniriche, sul
modello del teatro fantastico rinascimentale, e
scene mobili ispirate alle invenzioni barocche:
sono gli ingredienti dello stile geniale di EMILIANO
PELLISARI, ideatore di “scatole magiche” che hanno
letteralmente incantato il pubblico europeo.
A Cesena l’artista presenta, con i danzatori acrobati
della sua équipe, l’ultima parte della Trilogia dedicata all’opera dantesca.
Per raccontare la terza cantica della Divina Commedia Pellisari crea dei veri e propri quadri viventi, che
rimandano alla storia recente della pittura, con citazioni formali da Klimt, Kandinskj, Mondrian, Dalì,
Fontana.
“Nel Paradiso”, chiarisce, luoghi e personaggi divengono rarefatti, impalpabili: “spazi eterei ed essenze
luminose offrono un codice astratto che forse soltanto la forza concettuale dell’arte contemporanea può
rappresentare”.
La complessità dell’universo poetico si scioglie in un mondo colorato e armonioso: la scena è invasa da
enormi sfere in cui appaiono le teste dei danzatori, un angelo con il torace aperto da cassetti partorisce
altri esseri celesti, quadrati colorati si trasformano come nel gioco di Tetris, una tela bianca si taglia in tre
per generare sculture giganti...
Come accade per gli spiriti che Dante incontra nel Cielo di Giove, i corpi dei danzatori formano
lettere dell’alfabeto per comporre versi, mentre si librano nell’aria con palloni trasparenti, ruotando
incessantemente attorno ad una sola sfera, simbolo della perfezione.
Il tappeto sonoro mixa musica elettronica avantgarde e classica contemporanea, accogliendo le
suggestioni dei più famosi compositori moderni: Ligeti, Terry Riley, Alva Noto, Philip Glass, Cage, Nono,
Berio, Grossi, Sciarrino, Stockhausen, Schoenberg, Scelsi, Brian Eno, Kraftwerk, Autechre, Steve Reich.
Per la Trilogia (Inferno, Cantica e Paradiso) Emiliano Pellisari ha ricevuto, al Teatro Olimpico di Roma,
l’Onorificenza della Società “Dante Alighieri”.
www.nogravitydance.co.uk
Danza
39
domenica 9 febbraio 2014
Aterballetto
WORKWITHINWORK
coreografia William Forsythe
musica Luciano Berio Duetti per due violini vol. 1
scenografia e luci William Forsythe
costumi Stephen Galloway
messa in scena Francesca Caroti e Allison Brown
DON Q. (Don Quixote de la Mancha)
coreografia di Eugenio Scigliano
musiche musica classica spagnola, Kimmo Pohjonen
costumi di Kristopher Millar e Lois Swandale
luci di Carlo Cerri
in collaborazione con Aterdanza
Torna a Cesena Aterballetto, la compagnia emiliano-romagnola che in più di 30 anni di attività ha calcato
le scene di Europa, Americhe, Medio ed Estremo Oriente.
Quest’anno presenta un pezzo del “maestro” della coreografia contemporanea, William Forsythe, e una
creazione di Eugenio Scigliano dedicata al celebre personaggio di Cervantes.
WORKWITHINWORK, capolavoro di Forsythe che fonde l’eleganza delle tecniche classiche con
l’invenzione contemporanea, si dipana come un flusso incessante di movimenti che prende vita
propria, una corrente fluida e vorticosa che sembra plasmare a proprio piacimento le traiettorie sul
palco. In un’atmosfera scarna e austera una successione di splendidi duetti si alterna a scene d’insieme
minuziosamente calibrate.
“Trenta minuti di vertiginosa bellezza”, sintetizza Francesca Pedroni su il Manifesto.
Don Quixote è il prototipo dell’antieroe: sopravvive alla decadenza del suo tempo grazie alla follia e vive
in virtù dei sentimenti più nobili e universali, amore e amicizia. Il suo spirito non omologato si incarna
perfettamente in DON Q., la coreografia di Scigliano che ne fa una metafora dell’artista, in equilibrio fra
la realtà e l’immaginario da lui stesso creato.
ATERBALLETTO è la principale compagnia
italiana di produzione e distribuzione di
spettacoli di danza e la prima realtà stabile
di balletto al di fuori delle Fondazioni
liriche. Dal 1997, e per 10 anni, la direzione
artistica è stata affidata a Mauro Bigonzetti,
che ha saputo rinnovare l’identità artistica
dell’ensemble con danzatori provenienti
da tutto il mondo. Dal febbraio del 2008
la direzione artistica è affidata a Cristina
Bozzolini, già prima ballerina stabile del
Maggio Musicale fiorentino.
Nel corso della sua storia più recente,
ha goduto del contributo creativo di
grandi coreografi: da Jiri Kylian a William
Forsythe, da Ohad Naharin a Iztik Galili,
da Fabrizio Monteverde a Jacopo Godani
fino a Eugenio Scigliano.
www.aterballetto.it
ph. A. Anceschi
Danza
venerdì 21 febbraio 2014
40
Balletto di Roma
FUTURA
ballando con Lucio
coreografie Roberto Castello
regia Giampiero Solari
in collaborazione con Aterdanza
“Il Balletto di Roma non sbaglia un colpo e torna con
la sua garanzia di successo.” Silvia Bernardi, L’Arena
I paesaggi e i volti che Lucio Dalla ha cantato per
l’Italia intera: una mappa condivisa del nostro
immaginario poetico e musicale, riemerge,
indelebile, nell’affettuoso omaggio che il Balletto
di Roma dedica al grande cantautore emiliano.
Come è stato per la musica dei Beatles nella
colonna sonora del fantastico Love del Cirque
du Soleil, le canzoni di Dalla scelte per lo
spettacolo passano di nuovo per lo studio di
registrazione: grazie alla collaborazione di
Sony Music e di varie sale d’incisione, fra cui
lo storico studio di via D’Azeglio a Bologna, il musicista Roberto Costa crea una nuova traccia musicale
con brani e conversazioni originali dell’artista, facendo un lavoro simile a quello di George Martin sui
pezzi del quartetto di Liverpool.
La direzione e la regia del progetto sono affidati a Giampiero Solari, collaboratore e, come Costa, storico
amico di Dalla. Roberto Castello, coreografo contemporaneo fra i più attivi e apprezzati in Italia, pur non
avendo conosciuto Lucio e non avendo mai incrociato il proprio percorso con la musica leggera, accetta
la sfida di comporre la partitura fisica.
Danza il BALLETTO DI ROMA, che nelle ultime stagioni ha confermato la sua posizione di assoluto
prestigio nel panorama nazionale. La compagnia è nata nel 1960 dal sodalizio di due icone della danza
italiana: la prima ballerina Franca Bartolomei e l’étoile Walter Zappolini.
Con oltre 150 messe in scena, in Italia e all’estero, nel corso dei suoi cinquant’anni di vita il Balletto
si è arricchito di collaborazioni con importanti coreografi e con artisti ospiti come Andre De La Roche,
Raffaele Paganini, Monica Perego, attraversando molteplici anime creative. Ma il suo attuale profilo,
orientato alla coreografia contemporanea, è il frutto dell’incontro, nel 2001, con il Balletto di Toscana di
Cristina Bozzolini.
www.ballettodiroma.com
Danza
venerdì 14 marzo 2014
41
Compagnia Artemis Danza/ Monica Casadei
Fondazione Teatro Comunale di Bologna
2013
Verdi - Wagner: progetto per il bicentenario della nascita
LA DOPPIA NOTTE AIDA E TRISTAN
coreografia, regia, scene e costumi Monica Casadei
elaborazione musicale Claudio Scannavini
su musiche di Giuseppe Verdi e Richard Wagner
disegno luci Daniele Naldi
corsetti La Perla - Collezione 2013
fondale virtuale e foto Fabian Albertini
assistente/ ripetitrice Camilla Negri
tecnico luci Paolo Gamper
realizzazione costumi Silvana Ceriati
collaborazione artistica Elena Bertuzzi, Fabrizio Montecchi, Alessandro Taverna
danzatori Kehinde Agboola Awaiye, Francesca Cerati, Elena Cestaro, Francesco Colaleo, Vittorio Colella, Alice D’Altoè,
Andrea Dionisi, Maxime Freixas, Chiara Montalbani, Gioia Maria Morisco, Sara Muccioli, Giulio Petrucci, Andrea
Rampazzo, Francesca Ruggerini, Angela Valeria Russo, Emanuele Serrecchia, Filippo Stabile, Francesca Ugolini
esecuzione musicale dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Felix Krieger
registrazione settembre 2013
“La danza della Casadei disegna movimenti fluidi e disarticolazioni corporeee, mantenendo nella potenza, nel rigore, nella
sensualità e nell’intensità la cifra stilistica della sua creatrice ed esaltando la bravura del collettivo di Artemis Danza.” Cristina
Romagnoli, Il Resto del Carlino
La Doppia Notte è la nuova creazione di Monica Casadei, eclettica coreografa emiliana formatasi fra Italia,
Inghilterra, Francia e vari soggiorni in Oriente. Commissionato dalla Fondazione Teatro Comunale di Bologna
nell’ambito delle celebrazioni per i 200 anni della nascita di Giuseppe Verdi e Richard Wagner, il lavoro continua
un dialogo appassionato che la coreografa conduce da qualche tempo con la grande tradizione dell’opera,
attraverso il linguaggio fisico e fortemente emotivo della sua danza.
È fresco, a Cesena, il ricordo della travolgente Traviata presentata dall’ensemble Artemis Danza, da lei diretto.
Aida e Tristano, due drammi, due destini immutabili, fatti di amore e morte.
In questa tempestosa partitura, interpretata con straordinaria energia fisica da Artemis, Tristano e Aida sono
presenze fantasmatiche e inestricabili: privati della voce, diventano corpi, potenti e vigorosi quanto evanescenti,
metafore di tutte le storie d’amore e di morte, strumenti di un viaggio nei misteri più profondi dell’animo umano,
che racconta la smisuratezza dell’amore.
La musica è un’armonia ipnotica in cui Wagner confluisce in Verdi e Verdi in Wagner: un connubio reso
possibile dall’arte del maestro Claudio Scannavini (anche docente al Conservatorio di Cesena) che ha saputo
ricamare, fra le partiture originali delle
due opere, nessi timbrici e contrappunti
ph. G. Gherardi
cromatici, tali da congiungere due universi
tradizionalmente distanti.
Curiosità: è La Perla, storica casa di moda
bolognese, a vestire i danzatori di Artemis,
con la sua nuova linea di Lingerie ispirata a
Il Gattopardo.
Lo spettacolo, che ha debuttato il 25 giugno
al Teatro Comunale di Bologna e ha replicato
sul prestigioso palco della Versiliana, è stato
in prova al Bonci nel mese di maggio.
www.artemisdanza.com
Prosa
42
sabato 12 ottobre 2013
fuori abbonamento domenica 13 ottobre 2013
Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena
Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro
Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara
Accademia di Belle Arti di Bologna - sede di Cesena
FALSTAFF
TEATRO MUSICALE
di Arrigo Boito
musica di Giuseppe Verdi
Maestro direttore e concertatore Manlio Benzi
regia Gabriella Medetti, Simone Toni
PRIMA NAZIONALE
domenica 15 dicembre 2013
GIUSEPPE VERDI
TRA CANTANTI, ORGANETTI E GRAMMOFONI
a cura e con testi di Mauro Casadei Turroni Monti
con
Gabriella Morigi soprano, Maurizio Leoni baritono
Pia Zanca pianoforte e supervisione musicale
Gabriele Marchesini voce narrante
Franco Severi responsabile strumenti meccanici
PRIMA NAZIONALE
venerdì 31 gennaio 2014
InScena - Compagnia Corrado Abbati
CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA
musical di Nacio Herb Brown
giovedì 6 marzo 2014
CONTR’ALTO DI DONNA
Serata e concerto a ricordo dell’arte di Marietta Alboni
grande cantante lirica romagnola d’acquisizione cesenate (1826-1894)
Consegna del Premio al celebre mezzosoprano Fiorenza Cossotto
PRIMA NAZIONALE
Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21
eccetto la rappresentazione domenicale dell’opera FALSTAFF (13 ottobre):
inizio alle ore 17
Teatro musicale
sabato 12 ottobre 2013
fuori abbonamento domenica 13 ottobre 2013
43
Conservatorio “B. Maderna” di Cesena
Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro
Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara
Accademia di Belle Arti di Bologna - sede di Cesena
Primo Palcoscenico
presenta
FALSTAFF
di Arrigo Boito
musica di Giuseppe Verdi
nel bicentenario della nascita
la Compagnia di canto
Paolo Coni, Serena Dominici, Kato Fumiyuki, Ala
Ganciu, Enrico Giovagnoli, Yao Bo Hui, Federica
Livi, Maria Giovanna Michelini, Victor Mickovski,
Luca Narcisi, Gloria Petrini, Massimo Rotundo,
Andrea Tabili, Carlo Torriani
Maestro direttore e concertatore Manlio Benzi
Direttori del coro Gianfranco Placci, Aldo
Cicconofri, Paola Urbinati
regia Gabriella Medetti, Simone Toni
scene Livio Savini
costumi Collettivo di costume
luci Fiammetta Baldiserri
Orchestra e Coro dei Conservatori di Cesena, Pesaro e Ferrara
PRIMA NAZIONALE
in collaborazione con Ipsia U. Comandini, Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena - Comune di Cesena - ERT
Emilia Romagna Teatro Fondazione, Ser. In. Ar - Amministrazione provinciale di Forlì Cesena
Uno straordinario progetto che ogni anno il Conservatorio “Bruno Maderna” e la sede cesenate
dell’Accademia di Belle Arti di Bologna regalano ai numerosissimi melomani della città: allievi e docenti
realizzano l’allestimento integrale di un’opera, curando nei minimi dettagli musica, canto, recitazione,
scenografia e costumi. Il risultato è sempre emozionante.
Per la prima volta al Conservatorio cesenate si affiancano i Conservatori di Pesaro e Ferrara.
“Falstaff è l’immenso personaggio creato da Shakespeare nell’Enrico IV che, su richiesta della Regina
Elisabetta, diventa protagonista di una commedia, Le allegre comari di Windsor, in cui l’intraprendente
‘pancione’ subisce una serie di burle da parte delle signore del borgo inglese che vogliono vendicarsi
delle sue sfacciate avances.
Giuseppe Verdi, ormai ottantenne, si cimenta con un genere praticamente mai affrontato nella sua
lunghissima carriera, il genere comico, creando l’ultimo suo capolavoro.
Nel bicentenario della nascita del Maestro, il Conservatorio ‘Bruno Maderna’ e la Scuola di Scenografia
del Melodramma dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (con sede nella nostra città), propongono
proprio l’ultima opera di Verdi, spassosa commedia in tre atti, in cui, accanto al comico, è sempre
presente una venatura di amarezza e rimpianto sul destino umano.
L’allestimento di quest’anno si avvale, oltre che della collaudata collaborazione con l’Istituto Comandini,
del prezioso apporto dei Conservatori di Pesaro e di Ferrara.
Docenti e allievi di ben cinque Istituzioni, pur incontrando grandi difficoltà di ordine logistico, economico
e organizzativo, vogliono lanciare un messaggio di speranza per affermare con il loro entusiasmo e
la loro tenacia che l’opera italiana è un patrimonio che non è destinato a morire, se costantemente
vivificato e nutrito da forze giovani.”
Adriano Tumiatti Direttore del Conservatorio “Bruno Maderna”
www.conservatoriomaderna-cesena.it
Teatro musicale
domenica 15 dicembre 2013
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GIUSEPPE VERDI
TRA CANTANTI, ORGANETTI E GRAMMOFONI
a cura e con testi di Mauro Casadei Turroni Monti
con
Gabriella Morigi soprano, Maurizio Leoni baritono
Pia Zanca pianoforte e supervisione musicale
Gabriele Marchesini voce narrante
Franco Severi responsabile strumenti meccanici
in collaborazione con AMMI, Associazione Italiana Musica Meccanica
PRIMA NAZIONALE
“Il concerto, in gran parte composto d’arie operistiche verdiane famose, prevede una comparazione tra
voci liriche vere e proprie accompagnate al pianoforte e realizzazioni musicali meccaniche (organetto,
violano, reproducing piano, grammofono teatrale).
Si potrà così entrare in una STANZA VERDIANA inesplorata a teatro, quella del confronto tra un vero canto e
le sue traduzioni-parafrasi per strumenti automatici.
Il pubblico sarà guidato lungo il recital dalla lettura di testi sia d’invenzione che tratti da passi, anche
sagaci e divertenti, di scrittori italiani tra Otto e Novecento.
Questo il quadro storico-estetico di riferimento: la fortuna di Verdi e la sua diffusione presso il pubblico
colto e comune, portava da una parte celebri pianisti-compositori come Liszt a creare musiche con cui
più o meno liberamente si rielaboravano parti di opere verdiane, dall’altra permetteva ai musicisti di
strada di arricchire le loro proposte all’insegna di Verdi. Un doppio livello della recezione verdiana e
della sua fortuna massmediatica tra Otto e Novecento, di cui approfittò anche l’industria di strumenti
musicali meccanici.
Il nostro concerto permetterà di far rivivere l’amalgama di queste contaminazioni verdiane, passando
dal teatro al salotto aristocratico-borghese, alle contrade e alle piazze, dove la manovella dell’organetto
‘cantava’ Verdi tra il trambusto ed il chiasso dei passanti.”
Mauro Casadei Turroni Monti
Teatro musicale
venerdì 31 gennaio 2014
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InScena - Compagnia Corrado Abbati
CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA
(Singin’ in the Rain)
musical di Nacio Herb Brown
allestimento Upstage Designs-London
Cantando sotto la pioggia, il musical che ha
conquistato il pubblico del grande schermo, è la
nuova produzione, per la Stagione teatrale 20132014, della Compagnia fondata da Corrado Abbati,
vero erede della migliore tradizione operettistica
italiana.
Chi ha amato il film con Gene Kelly sarà
letteralmente travolto dall’energia dei vivaci
interpreti, dalle impennate coreografiche, dal
moderno e sorprendente allestimento e da una
regia dal ritmo scattante.
Due ore di piacere continuo, gioia contagiosa e
musica famosissima, per uno spettacolo pieno di
fascino, con divertenti gags, momenti di profondo
sentimento e una forte originalità.
Cantando sotto la pioggia ha tutto ciò che si può desiderare da un leggendario musical, ed è pronto a
riportarci nell’elegante e affascinante Hollywood della fine degli anni ‘20, il periodo in cui il cinema
passava al sonoro.
Don, un giovane attore di varietà, decide di tentare la fortuna passando al cinema.
Viene ingaggiato per affiancare la bellissima ma insopportabile attrice Lina Lamont in un film muto, che
ottiene uno strepitoso successo. Lina, non ricambiata, si innamora di lui.
L’avvento del sonoro convince il produttore a girare di nuovo, con il parlato, l’ultima pellicola della coppia.
L’idea è ottima ma si rivela impraticabile, perché Lina ha un tono di voce gracchiante e fastidioso.
Per risolvere la situazione, Cosmo, ballerino e migliore amico di Don, suggerisce di trasformare il film
in un musical nel quale Lina verrebbe doppiata dalla giovane attrice e cantante Kathy di cui Don, nel
frattempo si è innamorato.
Lina si infuria quando scopre la verità, la sua gelosia è incontenibile e cerca, con ogni mezzo, di fare
licenziare la rivale. La lavorazione del film procede come deciso e la prima è un vero trionfo. Quando a
Lina viene chiesto di cantare, Don, Cosmo e il produttore la convincono a esibirsi in playback con Kathy
dietro le quinte. Ma il sipario all’improvviso si alza...
www.inscena.it
Teatro musicale
46
giovedì 6 marzo 2014
CONTR’ALTO DI DONNA
Serata e concerto a ricordo dell’arte di Marietta Alboni grande cantante lirica romagnola d’acquisizione cesenate
(1826-1894)
Luigi Tanganelli musiche per pianoforte di F. Liszt e S. Thalberg su temi cantati dalla Marietta
Consegna del Premio al celebre mezzosoprano Fiorenza Cossotto
e breve conversazione dell’artista con Piero Mioli
Clara Giannone mezzosoprano - musiche tratte dal repertorio della Alboni
al pianoforte Roberta Ropa
PRIMA NAZIONALE
“Concerto, ricordo, intervista, divulgazione, mondanità, ma sempre grande musica classica: a un’immagine
del genere punta l’originale manifestazione ideata dal’Associazione culturale ‘Marietta Alboni’ mediante
alcuni studiosi-critici musicali e fissata per il giorno natalizio della celebrata.
Cantante del pieno Ottocento prediletta da Rossini, Marietta Alboni è stata una grande voce storica, che
non va assolutamente dimenticata o relegata alle enciclopedie o biblioteche. Per questo l’Associazione,
che si vanta d’aver acquisito il suo nome, ha costruito una serata nuova, diversa, articolata, soprattutto
musicale ma non solo.
Si comincia con un breve concerto memoriale: un affermato pianista eseguirà alla tastiera melodie
vocali già famose nell’ugola di Marietta; si consegna poi il premio Contr’alto di donna alla celeberrima
Fiorenza Cossotto, la cui luminosa carriera ha toccato anche pagine interpretate dalla Alboni, con tanto
di conversazione su svariati temi d’arte e attualità; infine, si dà spazio al concerto vocale alboniano, che
vedrà protagonista una giovane cantante in carriera tra le migliori allieve della Cossotto.
Una serata musicale all’insegna della cultura, dell’umanità, della classe, di tutto quanto meriti la nobiltà
del belcanto italiano.”
Piero Mioli
dipinto di A. J. Perignon
CALENDARIO
12 ottobre 2013
fuori abbonamento 13 ottobre 2013
Conservatorio "B. Maderna" di Cesena
FALSTAFF - TEATRO MUSICALE
Palestra G. Spinelli (ex G. I. L.)
18-20 ottobre 2013
Socìetas Raffaello Sanzio
GIUDIZIO, POSSIBILITÀ, ESSERE. - TEATRO
CONTEMPORANEO
Sala Teatro Valdoca 4-16 febbraio 2014 (riposo lunedì
10 febbraio)
Teatro Valdoca
COME CANI COME ANGELI - TEATRO
CONTEMPORANEO
7 febbraio 2014
VERDI - WAGNER Reloaded - CONCERTI
musiche originali di Fabrizio Sirotti
21-24 novembre 2013
IL SERVITORE DI DUE PADRONI - PROSA
regia Antonio Latella
9 febbraio 2014
Aterballetto
WORKWITHINWORK
DON Q. (Don Quixote de la Mancha) - DANZA
3-4 dicembre 2013 fuori abbonamento
Nicoletta Braschi, Roberto De Francesco
GIORNI FELICI - ABBONATI IN ANTICIPO Prosa e
Essai
11 febbraio 2014
VIKTORIA MULLOVA - The Matthew Barley
Ensemble
The Peasant Girl - CONCERTI
6 dicembre 2013 fuori abbonamento
in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato
Generale di Polonia in Milano
DOMINIKA SZLEZYNGER pianoforte - ABBONATI
IN ANTICIPO Musica e Danza
13-16 febbraio 2014
Gabriele Lavia
I PILASTRI DELLA SOCIETÀ - PROSA
21 febbraio 2014
Balletto di Roma
FUTURA ballando con Lucio - DANZA
15 dicembre 2013
GIUSEPPE VERDI
TRA CANTANTI, ORGANETTI E GRAMMOFONI TEATRO MUSICALE
a cura e con testi di Mauro Casadei Turroni Monti
22-23 febbraio 2014
Luca Barbareschi e Filippo Dini
IL DISCORSO DEL RE - ESSAI
20 dicembre 2013
CARLO PARI pianoforte - CONCERTI
27 febbraio-2 marzo 2014
Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta
OTELLO - PROSA
28 dicembre 2013 fuori abbonamento
New Classical Ballet of Moscow
LA BELLA ADDORMENTATA - DANZA
6 marzo 2014
CONTR’ALTO DI DONNA - TEATRO MUSICALE
Serata e concerto a ricordo dell’arte di Marietta Alboni
29 dicembre 2013
New Classical Ballet of Moscow
CENERENTOLA - DANZA
8 marzo 2014
ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
Il Giro del Mondo in 80 Minuti - CONCERTI
9-12 gennaio 2014
Ascanio Celestini
DISCORSI ALLA NAZIONE - PROSA
11-12 marzo 2014
Roberto Citran
NEL NOME DEL PADRE - ESSAI
14 gennaio 2014
ENRICO PIERANUNZI
Piano Solo Story - CONCERTI
14 marzo 2014
Compagnia Artemis Danza/ Monica Casadei
LA DOPPIA NOTTE.
AIDA E TRISTAN - DANZA
18 gennaio 2014
Emiliano Pellisari Studio e NoGravity ltd
PARADISO - DANZA
19 gennaio 2014
PAOLO FRESU Devil Quartet - CONCERTI
23-26 gennaio 2014
Alessandro Gassmann
RIII - RICCARDO TERZO - PROSA
47
16 marzo 2014
ANDREA GRIMINELLI flauto
EMANUELE SEGRE chitarra - CONCERTI
20-23 marzo 2014
Eros Pagni, Tullio Solenghi
I RAGAZZI IRRESISTIBILI - PROSA
26-27 marzo 2014
Alessandro Haber
UNA NOTTE IN TUNISIA - ESSAI
31 gennaio 2014
InScena - Compagnia Corrado Abbati
CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA - TEATRO
MUSICALE
29 marzo 2014
QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO SAN CARLO
DI NAPOLI - CONCERTI
1-2 febbraio 2014
Silvio Orlando
IL NIPOTE DI RAMEAU - ESSAI
3-6 aprile 2014
Umberto Orsini
IL GIUOCO DELLE PARTI - PROSA