1 2013 - 2014 Presidente ERT Daniele Gualdi Direttore ERT Pietro Valenti Direttore Teatro Bonci Franco Pollini catalogo a cura di Emanuela Dallagiovanna la copertina è di Ugo Bertotti 2 SOMMARIO 3 Bonci, la tradizione del nuovo Paolo Lucchi Sindaco di Cesena Elena Baredi Assessore ai Servizi e alle Istituzioni Culturali 4 Un grande cartellone per un grande Bonci Daniele Gualdi Presidente di Emilia Romagna Teatro Fondazione 5 Il Bonci, il Teatro di tutti per spettatori di nicchia Franco Pollini Direttore del Teatro Bonci 8 16 22 25 35 42 47 PROSA ESSAI TEATRO CONTEMPORANEO CONCERTI DANZA TEATRO MUSICALE CALENDARIO Questo volume è stato stampato a Cesena nel mese di settembre dell’anno 2013 dalla litografia «Il Papiro» per conto della Società Editrice «Il Ponte Vecchio» BONCI, LA TRADIZIONE DEL NUOVO 3 Da sempre il Bonci ci ha abituato a stagioni di altissimo livello, contraddistinte da proposte stimolanti e di grande interesse, scelte fra il meglio della scena italiana. Questa vocazione alla qualità ha fatto sì che, in passato, le tavole del palcoscenico cesenate fossero immancabilmente calcate da tutti i grandi interpreti del teatro italiano, da Salvo Randone a Vittorio Gassman, da Carmelo Bene a Dario Fo e Franca Rame, da Anna Proclemer a Rossella Falck, a Mariangela Melato, solo per citarne alcuni (e ci sia consentito rivolgere un pensiero grato e pieno di nostalgia soprattutto a queste quattro grandi signore della scena, che ci hanno lasciato nell’ultimo anno). La stagione 2013-2014 del Bonci prosegue su questa strada, con un cartellone che mette insieme, ancora una volta, tradizione e innovazione, grandi classici e temi contemporanei. E per farlo chiama a raccolta grandi interpreti dello spettacolo dal vivo, volti fra i più amati del cinema italiano di oggi, e ancora musicisti di grande prestigio e compagnie di danza espressione della migliore coreografia moderna. Così, fra ottobre 2013 e aprile 2014 si presenteranno davanti al pubblico di Cesena - solo per rimanere alla prosa - Alessandro Gassmann, Luigi Lo Cascio, Nicoletta Braschi, Silvio Orlando, Luca Barbareschi, Roberto Citran, Alessandro Haber, Antonio Latella, Ascanio Celestini, Gabriele Lavia, Eros Pagni, Tullio Solenghi, Umberto Orsini. Variegato il quadro dei titoli proposti, che spaziano dalla nuova drammaturgia ai testi immortali del teatro, talora, però, ‘contaminati’ con uno sguardo contemporaneo, come nel caso del Riccardo III di Gassmann e dell’Otello di Lo Cascio. Senza dimenticare l’irrinunciabile apporto delle due compagnie cesenati del teatro contemporaneo, Raffaello Sanzio e Valdoca, presenti quest’anno con due progetti speciali. E dal momento che il Bonci è nato come teatro d’opera, ci piace ricordare anche l’omaggio particolare riservato a Giuseppe Verdi nel bicentenario della sua nascita, con quattro spettacoli di genere diverso imperniati sulle musiche del genio di Busseto. Di nuovo, quindi, un cartellone prezioso, che sa interpretare le esigenze del pubblico e intercettare gli spunti culturali più stimolanti, e conferma il ruolo del Bonci come luogo non solo di svago, ma soprattutto di incontro e di crescita. Il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi L’Assessore ai Servizi e alle Istituzioni Culturali Elena Baredi UN GRANDE CARTELLONE PER UN GRANDE BONCI 4 Basterebbero i numeri del cartellone 2013-14 del Teatro Bonci per presentare una stagione di assoluto rilievo: 33 titoli, 73 serate da ottobre a aprile. Numeri significativi di un Teatro che resiste nonostante le note difficoltà in cui versa la cultura italiana. Eppure, oltre questi dati che segnano ancora una volta una comune volontà di ERT e Amministrazione comunale di Cesena di investire sul Teatro, ci sono altri motivi per illustrare un programma ricco di novità, eventi e attività collaterali. Innanzitutto il ritorno della “prima nazionale” che a Cesena mancava da diverso tempo. Il debutto della nuova produzione di ERT Il servitore di due padroni con la regia di Antonio Latella (lo stesso del pluripremiato Un tram che si chiama desiderio) avviene dopo un periodo di allestimento di 40 giorni nel nostro Teatro. Il Teatro Bonci di Cesena si conferma sede produttiva e non solo per gli spettacoli del Teatro Stabile dell’Emilia Romagna (ERT) ma anche per altre produzioni o riprese teatrali. Così è per l’opera del Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena che a chiusura dell’anno verdiano debutta con il Falstaff e per lo spettacolo di danza contemporanea La Doppia Notte della compagnia Artemis Danza di Monica Casadei, che la scorsa primavera ha “provato” a Cesena questo nuovo spettacolo sul binomio Verdi/Wagner. E ancora il ritorno di Gabriele Lavia che porta con sé il riallestimento al Teatro cesenate de I pilastri della società di H. Ibsen diretto e interpretato dallo stesso attore. Il fatto che il nostro Bonci sia scelto come luogo per produrre e ripartire con gli spettacoli fa onore alla sua tradizione teatrale e ne esalta la funzione di grande teatro nazionale. Immancabile nel bicentenario della nascita il tributo a Giuseppe Verdi, che avverrà non solo attraverso alcuni spettacoli “verdiani”, ma anche con una mostra fotografica nel foyer del teatro Bonci (autunno 2013) dedicata alle Terre verdiane e alle principali opere del Maestro di Busseto. Uno speciale abbonamento Verdi consentirà di scegliere gli spettacoli di lirica, danza e musica appositamente pensati per celebrare l’anniversario. Il cartellone 2013-14 segna anche il ritorno di grandi attori, volti noti del teatro e del cinema con spettacoli molto attesi che vanno dalla rilettura dei classici attualizzati ai temi del presente, come Il servitore di due padroni di Goldoni, l’Otello con la riscrittura di Luigi Lo Cascio (coprodotto da ERT e Teatro Stabile di Catania), all’attrattivo e intenso allestimento di Riccardo III con la regia e interpretazione di Alessandro Gassmann. La prosa e l’essai (dilatato quest’ultimo rispetto alla scorsa stagione) si mantengono sezioni portanti di un cartellone che vede fra l’altro riduzioni teatrali di successi cinematografici recenti (Il discorso del re) e del passato (I ragazzi irresistibili). Inoltre testi di drammaturghi contemporanei si alternano agli autori del presente che prendono spunto dalla attualità e dalle vicende del nostro Paese per proporre una narrazione di impegno civile. Il teatro contemporaneo avrà ancora nel Teatro Valdoca e nella Socìetas Raffaello Sanzio le espressioni più mature e originali del teatro di ricerca, che Cesena ha avuto la fortuna di veder nascere e crescere in prestigio e qualità. Dopo la fortunata edizione della scorsa stagione ritornano in forma potenziata gli incontri con le compagnie teatrali. Si alterneranno al Bonci e al cinema San Biagio attori, attrici e registi per raccontare il loro teatro e in alcuni casi anche il loro cinema, con una formula collaudata che si propone di fondere l’interesse per le due arti. Infine un particolare accenno al proseguimento del progetto “Teatro in classe”, il concorso di critica teatrale riservato alle Scuole superiori del comprensorio cesenate sostenuto da Conad. Dopo la straordinaria esperienza dello scorso anno che ha coinvolto centinaia di studenti nella visione e recensione degli spettacoli del cartellone, ritornano gli appuntamenti che troveranno spazio nelle pagine de Il Resto del Carlino, media sponsor dell’iniziativa. Nella nostra proposta di andare a teatro rivolta ai giovani non c’è solamente una politica di prezzi che rende accessibile la sua frequentazione, ma anche la possibilità di parteciparvi in modo attivo per raccontare le emozioni e le passioni che si accendono tutte le volte in cui si apre il sipario, secondo quello speciale rapporto che ciascuno vive nel testo che si fa arte rappresentata. Daniele Gualdi Presidente di ERT Fondazione Teatro Stabile Pubblico IL BONCI, IL TEATRO DI TUTTI PER SPETTATORI DI NICCHIA 5 La tentazione di considerare la cultura e quindi il teatro come un accessorio, come una variabile a cui si può rinunciare, corre sul filo di una lama affilata e sottile: la scure dei tagli pubblici e privati, fino a quelli più dolorosi che affossano le nostre famiglie, colpisce e lascia sul terreno frammenti e sconnessioni che segnano in modo discontinuo il percorso comune. Nell’incertezza attuale sul futuro, ma anche sul presente (in autunno quanto dovremo pagare?), una scelta immediata può essere certo quella di rimandare la spesa per la cultura o di sospenderla in attesa di tempi migliori, affidando il nostro bisogno di cultura ad offerte gratuite, last minute o addirittura a programmazioni dimentiche del valore e della qualità del prodotto professionale, non dico considerando una risposta i palinsesti televisivi, pur ricchi e articolati. Il Bonci non alza i prezzi, li ha fermati all’inizio della crisi, anche se un ragionamento puramente matematico vorrebbe il contrario, vorrebbe che la copertura da botteghino (il contributo del pubblico frequentante), in presenza di una flessione dei contributi pubblici e privati (che per vero grazie alla sensibilità dell’attuale Amministrazione comunale, per il 2013 non sono diminuiti rispetto al taglio precedente, molto pesante del 2011 e 2012!), cresca nell’equilibrio complessivo del bilancio. Un ragionamento come questo lo vediamo applicato in altri servizi e per il calcolo di tasse e tributi, ma noi lo rifiutiamo. La cultura ha un ruolo sociale di altro tipo: si raccorda con il passato e costruisce il futuro, insieme con il suo pubblico. Non può seguire una logica di rientro diretto della spesa: il costo del servizio non può essere a carico unicamente degli utenti, perché essi partecipano di un sistema di eventi che sostiene un progetto storico e sociale di costruzione e rappresentazione dell’immagine collettiva di una comunità. Ma il Bonci non diminuisce i prezzi. Non può farlo, perché altrimenti dovrebbe rinunciare alla sua struttura professionale, ai suoi progetti, ai suoi servizi, alla sua offerta di alta qualità, ma soprattutto non vuole farlo perché la cultura non deve rifiutare l’appartenenza comunque ad un sistema economico, in cui l’acquirente contribuisce benché parzialmente al costo del servizio, ma soprattutto perché l’idea di uscire dalla contraddizione, pesante nella sua evidenza, attraverso la tentazione della gratuità, avvilisce l’attesa e il valore del prodotto culturale. Il Bonci in definitiva ribadisce il proprio ruolo di Teatro civile, di Teatro di tutti i cittadini, senza stratificazioni economiche o sociali: da questa scelta non può tornare indietro, a pena di rinunciare alla propria funzione cittadina e territoriale. Presenta un cartellone vivace e completo che, se costa di meno (e non può essere diversamente con un bilancio ristretto del 30% rispetto a pochi anni fa), rilancia sulla qualità della singola proposta, accettando eventualmente uno slittamento di genere e di tipologia, per andare a cercare spettacoli e titoli dal rapporto qualità/prezzo accettabile. A che pubblico si rivolge? Agli spettatori di sempre, con i quali ha condiviso una storia e serate memorabili, nella convinzione che allo stesso modo vorranno selezionare le proprie scelte senza rinunciare a quel mix di socialità e cultura, di emozioni vissute nel sussurrare del luogo e dell’esplodere del palcoscenico, di intrattenimento e serietà d’intenti che con i giusti equilibri compongono tutte le proposte teatrali che il Teatro Bonci mette a disposizione della nostre serate “invernali”. A questi amici del Bonci diciamo di mantenere la propria fiducia e di apprezzare la continuità complessiva delle politiche culturali del Teatro, confermando i propri abbonamenti, fissi o flessibili che siano (la scelta è veramente ampia e completa e può soddisfare ogni esigenza e facilitare ogni modalità di accesso) o fermando la propria attenzione, ove la scelta non fosse quella di abbonarsi, fin da ora sui quei titoli singoli che più di altri possono attrarre (anche per questi percorsi gli accessi sono facilitati): una continuità appunto che si manifesta nel progetto complessivo e generale di attraversamento di tutti i generi teatrali, con il quale si identifica “il” cartellone del Teatro Bonci, una sorta di spettacolo “totale”, costruito per aggiunte di visioni e scelte artistiche particolari e parziali (l’abbonamento Bonci omnibus consente appunto di assistere a spettacoli di sei tipologie diverse), ma anche nei singoli segmenti, a loro volta riuniti nei due maxi-settori Prosa e Musica, per ciascuno dei quali possono essere proposti buoni motivi per una scelta complessiva. Gli abbonamenti sono convenienti da un punto di vista economico (di più per i giovani e gli studenti), ma sono interessanti da un punto di vista culturale: ciascuno è di fatto una “rassegna” organica, con una logica interna forte e riteniamo apprezzabile. Per esempio, i sette spettacoli di Prosa sono molto vari per forma di scrittura (classici e contemporanei), per scelta di cast (gli uni con attori di richiamo, come Gassmann, Lo Cascio, Orsini, Lavia, altri con la forza del gruppo, dell’insieme), per caratteristiche artistiche del regista, per forma preferita di rapporto con il pubblico, in modo da poter soddisfare tutte le diverse esigenze che si aggregano nel pubblico teatrale per eccellenza. Nessun titolo deluderà, ne siamo certi: in parte hanno già debuttato, altri rispondono a progetti artistici molto definiti e condivisi, a cominciare dalla interpretazione 6 di Latella, il regista giovane anche se già affermato più interessante del momento, alla prese con il classico italiano per eccellenza, l’Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni, che rinnovando una felice tradizione di “prime” debutterà proprio al Bonci dopo un lungo periodo di prove sul nostro palcoscenico. L’Essai è una vetrina di mattatori della scena, di interpreti formidabili del palcoscenico italiano: Orlando, Haber, Barbareschi, Citran e, per gli abbonati in anticipo, Nicoletta Braschi potrebbero da soli giustificare un intero cartellone teatrale, mentre la Ricerca si indirizza a valorizzare i progetti teatrali e culturali delle “nostre” Compagnie di Teatro contemporaneo che mietono successi e riconoscimenti in ogni parte del mondo, la Socìetas Raffaello Sanzio e il Teatro Valdoca. Ma è proprio il settore Musica a segnare un punto di eccellenza per questa stagione. Le rinunce sono evidenti: il Bonci non può proporre più orchestre sinfoniche, né compagnie di danza di un circuito internazionale dai costi proibitivi per noi. Può tuttavia - ed è ciò che ha tentato di realizzare - scrivere cartelloni coerenti di qualità molto elevate, privilegiando per la Danza valide Compagnie italiane che hanno raggiunto un livello organizzativo e qualitativo di rilievo internazionale e per i Concerti interpreti, per lo più in formazioni di piccole dimensioni, di intelligenza culturale fuori dal comune, in grado di elaborare e presentare una propria interpretazione profonda delle musiche che presentano. Non sono strumentisti ma di più: autori in quanto interpreti. Tutti sono presenti nei cartelloni dei grandi Teatri italiani (e non solo) e delle grandi stagioni che arricchiscono i capoluoghi e le città teatralmente più importanti d’Italia: pensiamo a Pieranunzi e Fresu, alla Mullova e Griminelli, all’Orchestra di Piazza Vittorio e al Teatro San Carlo di Napoli con il suo Quartetto, ma anche al Balletto di Mosca, a Pellisari, all’Aterballetto a Artemis Danza, che con il suo La Doppia Notte. Aida e Tristan ha provato al Bonci e debuttato al Comunale di Bologna in primavera, al Balletto di Roma con un programma interamente dedicato a Lucio Dalla. Aggiungiamo l’operetta di Abbati, Cantando sotto la pioggia e soprattutto il Falstaff del Conservatorio di Cesena che, con le abituali collaborazioni estese quest’anno ad altri prestigiosi Istituti musicali, inaugura la stagione musicale e l’intera stagione del Teatro Bonci, il 12 ottobre, con una sua importante produzione che per altro apre anche la mini-serie dedicata a Verdi proposta come special dal Teatro agli appassionati di musica e di opera. Ne fanno parte anche due produzioni originali e innovative, promosse dal Teatro Bonci, anche queste destinate ad arricchire il suo progetto musicale: dapprima, una strana commistione di strumenti musicali, voci liriche e poetiche, di organetti e grammofoni che, grazie alla collaborazione dell’Associazione Musica Meccanica Italiana e alla preziosa cura di Mauro Casadei Turroni Monti, mostrerà di Giuseppe Verdi il volto più popolare e conosciuto al suo tempo, e poi una strana tenzone tra il “nostro” Verdi e il “nostro” Wagner alla cui rivalità e forse anche contrasto il compositore Fabrizio Sirotti, su commissione del Bonci, ha dedicato una partitura per due pianoforti, l’uno “armato” di note e spartiti contro l’altro. Possono Verdi e Wagner giocare insieme, nella stessa squadra? Forse sì, forse a condizione che si fronteggino, che ribadiscano e approfondiscano la propria rivalità, presunta o reale, comunque vissuta radicalmente dal pubblico che comunque ai due grandissimi riconobbe la medesima gloria quando arricchì delle rispettive lapidi il foyer del Teatro Bonci. Anche se a guardar bene la collocazione scelta li pone sì vicini ma rivolti nello sguardo in opposte direzioni: i due non si vedono. Occhieggiano al pubblico schierato in parti diverse del Teatro. E così sarà il 7 febbraio quando i due pianoforti cominceranno a suonare per Verdi-Wagner Reloaded. Il Teatro si fa promotore, infine, della prima edizione del Premio “Marietta Alboni”, il riconoscimento che in memoria della grandissima cantante lirica rossiniana di origine cesenate, vissuta in pieno Ottocento soprattutto a Parigi, la città di Cesena consegnerà ogni anno ad una voce celebre della scena lirica internazionale che per repertorio e per caratteri stilistici e vocali possa essere vicina all’esemplare rappresentato dall’Alboni. La serata, originale e nuova, vivrà di vere emozioni, per rinnovare anche la passione straordinaria per la lirica che dal Teatro e da Cesena continua ad essere alimentata. Sono queste buone ragioni per abbonarsi e per scegliere il Bonci tra i tanti teatri e le tante stagioni romagnole? Noi pensiamo di sì. Pensiamo anche che siano buone ragioni per chi frequenta anche solo saltuariamente il nostro Teatro: ogni appuntamento è un evento. Ha una propria capacità attrattiva che lo rendono unico: tante sono le “prime”, tanti i progetti originali, a tal punto da trasformare ogni sera il Bonci in quel Teatro di nicchia che molti spettatori oggi cercano, per trovare una risposta specifica e specialistica alle proprie preferenze teatrali e culturali. Franco Pollini Direttore del Teatro Bonci Prosa 7 Programma 2013-2014 Prosa da giovedì 21 a domenica 24 novembre 2013 IL SERVITORE DI DUE PADRONI da Carlo Goldoni drammaturgia Ken Ponzio regia Antonio Latella con (in o. a.) Marco Cacciola, Federica Fracassi, Giovanni Franzoni, Roberto Latini, Annibale Pavone, Lucia Perasa Rios, Massimiliano Speziani, Rosario Tedesco, Elisabetta Valgoi PRIMA NAZIONALE da giovedì 9 a domenica 12 gennaio 2014 DISCORSI ALLA NAZIONE uno spettacolo presidenziale di e con Ascanio Celestini da giovedì 23 a domenica 26 gennaio 2014 Alessandro Gassmann PROSA RIII - RICCARDO TERZO di William Shakespeare traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan con (in o. a.) Alessandro Gassmann, Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Manrico Gammarota, Emanuele Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta Richeldi, Sergio Meogrossi e con la partecipazione di Paila Pavese ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann da giovedì 13 a domenica 16 febbraio 2014 I PILASTRI DELLA SOCIETÀ di Henrik Ibsen regia Gabriele Lavia traduzione Franco Perrelli con Gabriele Lavia, Alessandro Baldinotti, Michele De Maria, Federica Di Martino, Camilla Semino Favro, Viola Graziosi, Ludovica Apollonj Ghetti, Giovanna Guida, Andrea Macaluso, Mauro Mandolini, Graziano Piazza, Mario Pietramala, Clelia Piscitello, Giorgia Salari, Carlo Sciaccaluga da giovedì 27 febbraio a domenica 2 marzo 2014 OTELLO di Luigi Lo Cascio liberamente ispirato all’Otello di William Shakespeare con Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio da giovedì 20 a domenica 23 marzo 2014 I RAGAZZI IRRESISTIBILI di Neil Simon versione italiana Giuliana Manganelli con Eros Pagni, Tullio Solenghi, Mariangeles Torres, Massimo Cagnina, Marco Avogadro, Pier Luigi Pasino regia Marco Sciaccaluga da giovedì 3 a domenica 6 aprile 2014 Umberto Orsini IL GIUOCO DELLE PARTI di Luigi Pirandello regia Roberto Valerio Gli spettacoli dal giovedì al sabato iniziano alle ore 21, le pomeridiane della domenica alle ore 15,30 8 Prosa da giovedì 21 a domenica 24 novembre 2013 9 Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Metastasio di Prato IL SERVITORE DI DUE PADRONI da Carlo Goldoni drammaturgia Ken Ponzio regia Antonio Latella con (in o. a.) Marco Cacciola, Federica Fracassi, Giovanni Franzoni, Roberto Latini, Annibale Pavone, Lucia Perasa Rios, Massimiliano Speziani, Rosario Tedesco, Elisabetta Valgoi scene e costumi Annelisa Zaccheria luci Robert John Resteghini suono Franco Visioli assistente alla regia Brunella Giolivo PRIMA NAZIONALE Arlecchino, il servitore più famoso del mondo, maschera immortale della commedia dell’arte italiana, rivive nel nuovo allestimento firmato da Antonio Latella e prodotto per la Stagione 2013-14 da Emilia Romagna Teatro insieme a Teatro Stabile del Veneto e Teatro Metastasio di Prato. Dopo aver diretto il pluripremiato Un tram che si chiama desiderio - presentato con successo anche a Cesena - Latella, con un cast che mescola i “suoi” attori ai migliori talenti della scena italiana, affronta il celebre testo di Goldoni con la libertà della riscrittura contemporanea (la drammaturgia originale è di Ken Ponzio), per continuare a parlare al presente con la forza della tradizione. Il tema che emerge con prepotenza dalla commedia è quasi un emblema del tempo attuale: la menzogna, che regola tutti i rapporti fra i personaggi, è il vero motore della storia. “Non c’è una figura onesta, tutto è falso, è baratto, commercializzazione di anime e sentimenti. Cosa resta?” si chiede il regista. “Il vuoto, graffiato dal sorriso beffardo delle maschere. Il vuoto, forse l’orrore della nostra contemporaneità. L’orrore dell’uomo che davanti al peso del denaro perde peso.” Conferma Ken Ponzio: “È sempre una questione di denaro, dopo tutto. Forse no. Forse è una questione di amore, un amore mercificato oppure idealizzato o ancora nascosto; che dovrà essere liberato da chi non vive secondo gli schemi precostituiti, da chi è libero da conformismi. E allora assistiamo alla lenta distruzione di un mondo costruito sulla menzogna; vengono disciolte le maschere, scarnificati i personaggi, cremate le loro ossa, per giungere all’origine di tutto. Ma come la Fenice, essi rinascono per rendere omaggio a Goldoni.” Con l’inconfondibile cifra della sua regia Latella chiama il pubblico a una inesausta riflessione sull’oggi che stavolta tocca l’origine profonda della cultura nazionale, se è vero che, come dichiara, “Arlecchino è il nostro Amleto”. www.emiliaromagnateatro.com Prosa 10 da giovedì 9 a domenica 12 gennaio 2014 Fabbrica DISCORSI ALLA NAZIONE uno spettacolo presidenziale di e con Ascanio Celestini suono Andrea Pesce “Questo piccolo grande genio del teatro italiano allestisce un monologo che è una requisitoria feroce, divertente e disperante: un racconto armato di parole talmente esplosive da lasciare lo spettatore, tutti e ciascuno, assolutamente sgomento.” Andrea Porcheddu, Linkiesta.it Lucida e surreale fotografia dell’Italia contemporanea, irriverente parodia dei “grandi dittatori” del mondo moderno, il nuovo lavoro di Ascanio Celestini conferma la vocazione al “teatro civile” senza rinunciare alla leggerezza dell’ironia. Stavolta sotto la lente della sua affilata analisi finisce il potere politico. “CITTADINI! Lasciate che vi chiami cittadini anche se tutti sappiamo che siete sudditi, ma io vi chiamerò cittadini per risparmiarvi un’inutile umiliazione.” Si apre così il discorso di un immaginario tiranno alla sua nazione: di fronte a un paese devastato da un clima di guerra civile, in cui la compagine sociale si è disgregata e sopravvivono soltanto individui perseguitati dalle proprie nevrosi, chi detiene il potere è obbligato a esporsi per evitare di essere spodestato. Il tiranno, dice Celestini, “si affaccia, si sporge dal balcone del palazzo e rischia di diventare un bersaglio”. Prova ad affascinare il popolo per strappargli una legittimazione. E parla, “come parlerebbero i nostri tiranni democratici se non avessero bisogno di nascondere il dispotismo sotto il costume di scena dello stato democratico”. Preceduto da registrazioni di discorsi famosi - il tappeto sonoro che accoglie il pubblico in sala riproduce le voci della storia: da Mussolini a Mao, da Kennedy a Andreotti fino a Craxi, D’Alema, Berlusconi e Grillo - il capo arringa il suo popolo. Intanto, nella città incessantemente battuta dalla pioggia, gli abitanti di un surreale condominio covano nei loro appartamenti frustrazioni e istinti omicidi, tra armi da fuoco e cadaveri sull’ingresso del palazzo... ph. M. Iacovelli - F. Zayed / spot the difference www.ascaniocelestini.it Prosa 11 da giovedì 23 a domenica 26 gennaio 2014 Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Torino, Società per Attori con la partecipazione produttiva di Lugano InScena Alessandro Gassmann RIII - RICCARDO TERZO di William Shakespeare traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan con (in o. a.) Alessandro Gassmann, Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Manrico Gammarota, Emanuele Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta Richeldi, Sergio Meogrossi e con la partecipazione di Paila Pavese ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann scene Gianluca Amodio costumi Mariano Tufano musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi light design Marco Palmieri videografia Marco Schiavoni “R III va davvero al cuore degli spettatori. Ed è un’opera straordinaria.” Massimiliano Lussana, Il Giornale ph. F. Riva Descritto dagli storici inglesi come un sovrano deforme e sanguinario, che ha sacrificato ogni legame umano per assicurarsi due anni di potere, nell’universo poetico di Shakespeare Riccardo III diviene l’incarnazione stessa del male. Il fascino perenne di questa figura “demoniaca” ha sedotto generazioni di artisti e, alla fine, anche Alessandro Gassmann, convincendolo a misurarsi, per la prima volta, con il genio del Bardo. Sotto “l’incombenza di gigantesche ombre familiari” (è indelebile il ricordo dell’istrionico Vittorio), Gassmann figlio impone all’attenzione generale la sua maturità d’artista firmando - quasi “demiurgo” nelle vesti di regista, ideatore della scena, produttore e protagonista - uno spettacolo grandioso: un caso nazionale, ipercelebrato dalla critica, che ha portato a teatro anche migliaia di giovani. Il punto di partenza di questa straordinaria avventura è stato per Gassmann l’incontro con la scrittura raffinata e sferzante di Vitaliano Trevisan, a cui il regista ha chiesto di “tradurre” il dramma in un’opera contemporanea, con una lingua diretta, alta ma non antica, capace di restituire il testo alla sua dirompente attualità: perché, come sottolinea, la falsità e la corruzione dell’anima sono marchi anche del presente e “il teatro di Shakespeare non è un museo, è il miracolo teatrale di ogni tempo”. Dalla sala del trono a un campo di battaglia, dove appaiono fiamme, popoli, cavalli: l’ambientazione gotica, alla Tim Burton, muta continuamente, grazie alle video proiezioni, e coinvolge lo spettatore in un viaggio dal sapore cinematografico, nel cuore di una moderna “macchina della visione”. Su tutto giganteggia un Riccardo Gassmann fuori misura (grazie a calzari speciali raggiunge più di due metri d’altezza in una scena leggermente ridotta rispetto alla consuetudine teatrale): il volto increspato dal ghigno dell’odio, incede claudicante, con un braccio che pende amorfo dal fianco. Una forma inquietante, non più umana, che riesce a proiettare su chi guarda l’ombra mostruosa del male. www.societaperattori.it Prosa da giovedì 13 a domenica 16 febbraio 2014 12 Teatro di Roma, Fondazione Teatro della Pergola e Teatro Stabile di Torino I PILASTRI DELLA SOCIETÀ di Henrik Ibsen regia Gabriele Lavia traduzione Franco Perrelli con Gabriele Lavia, Alessandro Baldinotti, Michele De Maria, Federica Di Martino, Camilla Semino Favro, Viola Graziosi, Ludovica Apollonj Ghetti, Giovanna Guida, Andrea Macaluso, Mauro Mandolini, Graziano Piazza, Mario Pietramala, Clelia Piscitello, Giorgia Salari, Carlo Sciaccaluga scene Alessandro Camera costumi Andrea Viotti Su cosa si fonda la società degli uomini? Partendo da questa domanda Ibsen costruisce il primo dramma in cui emerge con chiarezza il tema centrale della sua fortunata produzione, il conflitto fra la libertà dell’individuo e l’ipocrita sistema di regole “civili” imposte dalla classe borghese. Gabriele Lavia, vero maestro a scandagliare l’animo umano attraverso la grande tradizione drammatica, sceglie di allestire per la prossima Stagione teatrale questo testo di denuncia, scenicamente perfetto, che conserva la modernità e la freschezza del classico. “Sono l’uomo più ricco e potente di questa città; tutti si piegano alla mia volontà, perché mi credono senza macchia. Ma basta pronunciare una semplice parola, in qualsiasi momento...ed io e il mio splendore ce ne andremo a rotoli.” Ecco, ritratto in breve, il protagonista del dramma, il rispettabile console Bernick - “pilastro” morale di una comunità piccolo borghese e reazionaria - che ha sepolto nel suo passato un vergognoso segreto: dopo aver sedotto e abbandonato alla morte per dolore una giovane, ha fatto ricadere la colpa sul fratello minore della propria moglie, da anni lontano. Il ritorno dell’innocente costringe l’uomo a una confessione pubblica. I pilastri della società per Ibsen sono due: la libertà e la verità. Nessuna libertà può esistere senza la verità. Il contrasto con la società borghese, intimamente falsa e corrotta dall’ambizione, è netto e tutto ciò che l’uomo ha costruito per vivere con i suoi simili rischia di cadere in pezzi. C’è, però, un terzo pilastro, che può far rinascere la speranza: dice a un certo punto il protagonista, rivolto alla sola donna che l’ha veramente amato e lo convince a riscattarsi, “I pilastri della società siete voi donne”. “Forse”, si chiede Lavia, “le donne sono il cambiamento mite che può aiutare il mondo a rimettersi in sesto?” www.teatrodiroma.net Prosa da giovedì 27 febbraio a domenica 2 marzo 2014 13 Teatro Stabile di Catania, Emilia Romagna Teatro Fondazione OTELLO di Luigi Lo Cascio liberamente ispirato all’Otello di William Shakespeare scene e costumi Nicola Console e Alice Mangano musiche Andrea Rocca luci Pasquale Mari con Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio Riparte dall’Otello di Shakespeare la fervida ricerca di Luigi Lo Cascio, artista raffinato che ama le sfide, capace di parlare con profondità e immediatezza al grande pubblico, a teatro come nel miglior cinema italiano. Ma è, fin dalle intenzioni, un altro Otello quello che sarà presto da “aggiungere alla mappa topografica sterminata della città infinita che raccoglie le varianti, le trasposizioni, i calchi di questa tragedia candidamente misteriosa”. Come precisano le prime note di regia, questa nuova “via” della mappa punta al centro pulsante del capolavoro shakespeariano, sfrondato dai preamboli di una vicenda universalmente nota, per privilegiare lo scavo di quell’enigma che risiede al fondo di certe passioni umane. Ci si concentra, perciò, sul carattere individuale del dramma, e con “prudenza e devozione nei confronti del modello” si lavora a un nuovo soggetto teatrale, estremamente rispettoso per i debiti verso l’opera originale ma libero nel rileggere con sguardo retrospettivo la vicenda narrata da Shakespeare. Dubbi, contraddizioni, debolezze e una straziante solitudine sono, secondo Lo Cascio, la vera trama di questa tragedia dell’amore, i cui fili emergono in trasparenza anche negli esordi dolci della relazione, quando ancora trionfano gli entusiasmi dei primi abbracci, delle prime confidenze. Ci sono domande tremende, essenziali e senza tempo, racchiuse nelle parole dei più grandi poeti. Otello, ci dice Lo Cascio, ce ne pone almeno tre: “Aldilà del tiro infame che l’onesto Iago gioca ad Otello, è solo una serie di parvenze e malintesi il nostro universo di relazioni? Davvero anche l’amore è puro abbaglio? È forse connaturato alle passioni più travolgenti il fatto di racchiudere, nel loro cuore più intimo e sconosciuto, una luce sinistra, lama affilata che ustiona gli occhi e acceca la mente consegnandola prima al tumulto, poi al furore?”. www.teatrostabilecatania.it Prosa da giovedì 20 a domenica 23 marzo 2014 14 Teatro Stabile di Genova Carlo Repetti direttore Marco Sciaccaluga condirettore I RAGAZZI IRRESISTIBILI di Neil Simon versione italiana Giuliana Manganelli con Eros Pagni, Tullio Solenghi, Mariangeles Torres, Massimo Cagnina, Marco Avogadro, Pier Luigi Pasino regia Marco Sciaccaluga scene e costumi Guido Fiorato musiche Andrea Nicolini luci Sandro Sussi “Davvero irresistibile la comicità che sa scatenare Eros Pagni con quella sua maschera segnata e quasi immota cui fa da contraltare la calcolata svagatezza di Tullio Solenghi. Scommessa già vinta dal cast.” Rita Cirio, L’Espresso Un frizzante e affettuoso omaggio alla vecchiaia di due grandi comici, scritto dal commediografo contemporaneo più rappresentato al mondo, lo statunitense Neil Simon, e magistralmente interpretato da due attori di classe con una formidabile carica comunicativa, Eros Pagni e Tullio Solenghi, per la prima volta insieme sul palcoscenico. Resa celebre al cinema dalla coppia Walter Matthau/ George Burns e in televisione da Peter Falk e Woody Allen, la scintillante commedia racconta la storia di due ex comici di vaudeville che, dopo una carriera di successi, si sono separati: Al si è trasferito in campagna per godersi la pensione - è stato proprio lui a decidere di ritirarsi dalle scene - mentre Willie è rimasto a New York con il rimpianto della sua carriera finita “sotto naftalina” e non riesce a perdonare l’altro. Ora, per iniziativa del nipote e agente di Willie, la coppia ha l’occasione di riscattarsi davanti alle telecamere di un noto programma televisivo... Il “re della risata”, come è stato definito Simon ai tempi de La strana coppia, lascia affiorare tra le righe quel retrogusto capace d’illuminare la condizione umana, che appartiene a tutti i grandi comici. Al di sopra dei generi e delle etichette, l’acutezza e la compassione del suo sguardo puntato sull’anima profonda dei due personaggi si staglia al livello delle migliori voci del ‘900. Attraversata insieme da una comicità deliziosa e da una poetica nostalgia, questa commedia è anche un grande atto d’amore per un’arte effimera e meravigliosa che, in fondo, rappresenta l’essenza della vita: come scrive il regista, “ci racconta di una sete, di una joie de vivre che è esplicitamente contenuta nella metafora del vaudeville di cui sono magnifici, anche se un po’ arrugginiti specialisti. Due vecchi, due attori: in realtà nient’altro che due ragazzi, irresistibili, perché irresistibile è l’eterna tentazione che è la vita.” www.teatrostabilegenova.it ph. B. Veruggio Prosa da giovedì 3 a domenica 6 aprile 2014 15 Compagnia Umberto Orsini Umberto Orsini IL GIUOCO DELLE PARTI di Luigi Pirandello regia Roberto Valerio A distanza di quasi vent’anni dal celebre allestimento di Gabriele Lavia (datato 1996), un vero signore della scena come Umberto Orsini accetta di interpretare di nuovo il protagonista de Il giuoco della parti pirandelliano, Leone Gala, la più compiuta incarnazione della poetica dell’umorismo. Orsini è diretto da un giovane ma affermato regista, Roberto Valerio, che aveva a sua volta esordito, in una piccola parte, nel mitico spettacolo di Lavia. “Posso dire”, confessa il regista, che prepara il debutto per la Stagione 2013-14, “che questa mia ph. B. Caroli regia ha inizio in quei giorni, lì nella penombra di quella parte del palcoscenico non visibile al pubblico: mentre ammiravo tutte le sere quello splendido spettacolo, allo stesso tempo pensavo a come lo avrei messo in scena io. A distanza di anni, il Caso, tanto caro a Pirandello, ha fatto sì che quel cerchio si chiudesse. E si chiudesse nel modo che avevo sempre desiderato: avere Umberto Orsini come interprete di Leone Gala.” La vicenda della commedia ruota intorno “ai soliti tre”: il marito, la moglie, l’amante. Il marito, Leone Gala, s’è separato amichevolmente dalla moglie: continua a interpretare il suo ruolo sociale visitando la donna una volta al giorno ma vive per conto proprio, con libri di filosofia e le batterie della sua cucina, perché coltiva con finezza la gastronomia e ama comporre salse preziose aiutato dal cameriere, con il quale parla di Socrate e Bergson. Intanto la moglie continua la sua relazione con l’amante e si annoia. Si annoia perché è libera, certo, ma di una libertà che il marito le concede e ciò la irrita. Se almeno il marito si disperasse per essere lontano da lei! Se almeno fosse geloso! Se almeno vivesse una vita acre e iraconda! Ma no, egli è tranquillo; egli s’è vuotato d’ogni sentimento; è ormai uno spettatore del mondo. La signora Gala, indignata, vuole farlo diventare attore. Al punto che, quando le si presenta una fortuita occasione - l’involontaria ma gravissima offesa fattale da un gentiluomo - tenta di mettere a repentaglio la vita del marito, trascinandolo in un duello... Prosa 16 martedì 3 e mercoledì 4 dicembre 2013 fuori abbonamento Scena solidale - ABBONATI IN ANTICIPO Prosa e Essai GIORNI FELICI di Samuel Beckett con Nicoletta Braschi, Roberto De Francesco regia Andrea Renzi sabato 1 e domenica 2 febbraio 2014 IL NIPOTE DI RAMEAU ESSAI tratto da un dialogo filosofico di Denis Diderot traduzione e adattamento Edoardo Erba e Silvio Orlando con Silvio Orlando, Amerigo Fontani, Maria Laura Rondanini clavicembalista Luca Testa regia Silvio Orlando sabato 22 e domenica 23 febbraio 2014 Luca Barbareschi e Filippo Dini IL DISCORSO DEL RE di David Seidler traduzione di Luca Barbareschi regia Luca Barbareschi con Luca Barbareschi, Filippo Dini, Astrid Meloni, Chiara Claudi, Roberto Mantovani, Ruggero Cara, Mauro Santopietro, Giancarlo Previati martedì 11 e mercoledì 12 marzo 2014 NEL NOME DEL PADRE di Claudio Fava monologo teatrale con Roberto Citran regia di Ninni Bruschetta mercoledì 26 e giovedì 27 marzo 2014 UNA NOTTE IN TUNISIA di Vitaliano Trevisan con Alessandro Haber e con Maria Ariis, Pietro Micci e Roberto Trifirò uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21 Essai martedì 3 e mercoledì 4 dicembre 2013 fuori abbonamento Scena solidale - ABBONATI IN ANTICIPO Prosa e Essai 17 Melampo in collaborazione con Fondazione Teatro Stabile di Torino GIORNI FELICI di Samuel Beckett con Nicoletta Braschi, Roberto De Francesco aiuto regia Costanza Boccardi luci Pasquale Mari scene e costumi Lino Fiorito regia Andrea Renzi Nicoletta Braschi, artista cesenate ormai celebre in tutto il mondo, sarà Winnie nella nuova versione di un classico del teatro dell’assurdo, Giorni felici di Samuel Beckett. Diretta da Andrea Renzi, la Braschi, insieme a Roberto De Francesco, accetta la sfida estrema lanciata da Beckett all’arte dell’attore: in un inesorabile percorso di riduzione ai minimi termini del linguaggio teatrale, l’autore condanna i due personaggi del dramma non solo all’impossibilità di un vero dialogo ma addirittura all’immobilità, in un’alternanza insensata di scene che sono il cuore di una straordinaria esplorazione della vita ai margini della follia. La protagonista, all’inizio della pièce già sepolta fino alla vita in un cumulo di sabbia, parla incessantemente rivolta al marito, che dal buco in cui vive, dietro di lei, emette monosillabi e legge citazioni dal giornale: mentre la sabbia inghiotte i loro corpi, Winnie professa il suo ottimismo, accarezzando la rivoltella che tiene in mano... “Il deserto di Winnie e Willie”, scrive Renzi, “cosa ci dice del nostro tempo di cambiamento? Le buone maniere, le vecchie abitudini, le citazioni dei classici, la sporta di Winnie con lo spazzolino e il rossetto e il cappellino sono un mondo riconoscibile? Le loro parole sono ancora umane?” L’opera drammatica è congegnata in ogni infinitesimo particolare, a livello quasi maniacale: le indicazioni di Beckett per la messa in scena sono quasi un obbligo morale al rispetto assoluto del testo. Si tratta di una partitura esatta per gli interpreti, che sfugge alla riscrittura della regia. Come è possibile farla rivivere, oggi, sul palcoscenico? “È un invito alla misura della sottigliezza e all’avventura della nuance,”, risponde il regista, “una esaltante ricerca interna alla disciplina, all’estetica e al senso del lavoro dell’attore.” La tappa cesenate dello spettacolo si inserisce nel progetto Scena Solidale realizzato da Emilia Romagna Teatro nel 2012 a favore dell’Emilia terremotata. Essai sabato 1 e domenica 2 febbraio 2014 18 Cardellino srl IL NIPOTE DI RAMEAU con Silvio Orlando, Amerigo Fontani, Maria Laura Rondanini clavicembalista Luca Testa scene Giancarlo Basili costumi Giovanna Buzzi regia Silvio Orlando tratto da un dialogo filosofico di Denis Diderot traduzione e adattamento Edoardo Erba e Silvio Orlando “Silvio Orlando è un commediante malinconico che fa dell’ineffabilità un’arte. Nostro grande interprete della medietà umana. Bravissimo.” Rodolfo Di Giammarco, la Repubblica Tratto dal capolavoro satirico di Denis Diderot, questo allestimento de Il nipote di Rameau è prodotto, diretto e interpretato dall’inesauribile creatività di Silvio Orlando, che torna sul palcoscenico del Bonci per la gioia del pubblico che, in città, lo segue da anni, a teatro come al cinema. Jean-François Rameau, nipote del celebre musicista Jean-Philippe, è un musico fallito, cortigiano convinto, amorale per vocazione. Nella sua imbarazzante assenza di prospettive edificanti, nella riduzione della vita a pura funzione fisiologica riesce paradossalmente a ribaltare la visione del bene e del male. La conversazione immaginata da Diderot si svolge per mezz’ora, al Caffè della Reggenza. Rameau intrattiene il filosofo raccontando episodi e aneddoti della propria vita, per confessargli senza pudore la propria amoralità. Scroccone di talento, sopravvive facendo il buffone nei salotti buoni della borghesia parigina. La sua parabola grottesca sconcerta e affascina Diderot, che constata stupefatto come sia possibile che una persona sia dotata della più profonda sensibilità estetica e del tutto sprovvista del sentimento morale. Ma, in fondo, sembra suggerire l’autore, Jean-François Rameau rappresenta la cattiva coscienza della società francese di metà Settecento: ha il coraggio di confessare ciò che molti pensano, e di fare per mestiere ciò che tutti fanno in privato. “Fare il ruffiano”, dichiara, è mestiere considerato e i politici lo sanno”. Commenta Silvio Orlando: “Il potere da sempre vuole gli intellettuali con sé, come foglie di fico con cui coprire le proprie vergogne. Loro dovrebbero, però, essere delle foglie d’ortica”. Archetipo immortale del cortigiano, il personaggio inventato da Diderot offre, oggi, “motivi di aspro divertimento”. Essai sabato 22 e domenica 23 febbraio 2014 19 Casanova Multimedia Luca Barbareschi e Filippo Dini IL DISCORSO DEL RE di David Seidler traduzione di Luca Barbareschi regia Luca Barbareschi con Luca Barbareschi, Filippo Dini, Astrid Meloni, Chiara Claudi, Roberto Mantovani, Ruggero Cara, Mauro Santopietro, Giancarlo Previati scene Massimiliano Nocente costumista Andrea Viotti light designer Iuraj Saleri musiche originali Marco Zurzolo “Levità e dramma, ironia e spleen, dolore e commozione catturano il pubblico. E alla fine gli spettatori si staccano dalla scena gonfi di umanità, contenti d’aver fatto il pieno di sentimenti.” Rita Sala, Il Messaggero Torna a Cesena Luca Barbareschi, uno dei volti più popolari dello spettacolo italiano, con un progetto originale di cui è regista, traduttore, produttore e co-protagonista: si tratta della versione scenica della pellicola Premio Oscar 2011 Il discorso del re. Lasciando il ruolo del titolo al giovane talento Filippo Dini (“un’interpretazione calzante e interiore, che non invidia niente al Colin Firth del grande schermo” Rossella Battisti, l’Unità), Barbareschi si cala, con piglio piacevolmente moderno, nei panni di Lionel Logue: il bizzarro logopedista che aiuta l’insicuro e balbuziente Duca di York a diventare re Giorgio VI, uno dei re più amati della storia britannica. Ambientata nella Londra a cavallo fra gli anni ‘20 e ‘30, la commedia scritta da David Seidler (anche autore della sceneggiatura) rielabora la vicenda storica di Albert, secondogenito del Re Giorgio V. Dopo la morte del padre il fratello maggiore, Edoardo, diviene re ma, per amore di una donna americana senza nobili origini e divorziata, abdica, neppure un anno dopo. A “Bertie” tocca, perciò, il peso della corona. Ma per salire al trono dovrà liberarsi da un pesante fardello di frustrazioni infantili che gli causano la balbuzie. Lionel Logue, sedicente logopedista australiano, in realtà attore fallito, con metodi anticonformisti si rivela capace di sondare l’anima del re e di guarirla. Commedia umana, sempre in perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezza, Il discorso del re è un inno alla tenacia e alla formidabile potenza della parola: in un gioco verbale fra teatro e psicoanalisi, Lionel sgretola la corrazza formale che imprigiona il futuro Giorgio VI, restituendolo alla sua natura più vera. Ed è grazie alla parola, finalmente ricomposta nella sua voce, che il popolo britannico riconosce e segue il suo re, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. www.casanovamultimedia.it Essai martedì 11 e mercoledì 12 marzo 2014 20 Teatro Stabile di Verona NEL NOME DEL PADRE di Claudio Fava monologo teatrale con Roberto Citran regia di Ninni Bruschetta scene di Antonio Panzuto dal libro omonimo pubblicato da Baldini & Castoldi Nel nome del padre è un monologo teatrale tratto dal toccante libro di Claudio Fava - politico, giornalista e scrittore, autore della sceneggiatura de I cento passi - che ricorda l’omicidio del padre per mano mafiosa e la difficile ricerca della verità su quel crimine. Roberto Citran, finissimo interprete di teatro oltre che volto noto al pubblico cinematografico e televisivo, dà voce a questo testo in forma di lettera, scritto a 30 anni di distanza dal 5 gennaio ph. C. Caselli 1984: il giorno in cui la mafia chiuse la bocca a un giornalista scomodo, che, in una città come Catania, considerata tradizionalmente fuori dal territorio di cosa nostra, aveva denunciato gli intrecci fra malavita e classe dirigente. Con grande sensibilità Citran si mette al servizio di questa emblematica vicenda per avvicinarla nel tempo e nello spazio, con l’intento di “condividere con lo spettatore l’esperienza di un omicidio per mafia, cosa rivela e cosa significa per i parenti.” Le parole del figlio, rivolte a un padre che se n’è andato senza sapere, senza capire che cosa stava per succedere, portano il peso del lutto insieme alla determinazione di capire cosa accadde dopo. Quando la viltà omertosa di giudici compiacenti e cronisti bugiardi inizia a riscrivere la storia negando la verità, fra depistaggi, indagini sulle vittime e diffamazione. Perché quando la mafia uccide la morte non basta, è necessario, dopo, l’accanimento sulla memoria. Per indicare colpevoli e mandanti con sentenza definitiva della Corte d’Assise d’Appello occorreranno circa 20 anni. Nel nome del padre racconta la ribellione a questo scempio della memoria, la ricerca della verità che diventa per Claudio Fava anche l’unica possibilità per ricostruire la propria vita. Claudio Fava, figlio d’un martire, condannato a testimoniare, condannato a ricordare per sempre la realtà così come è stata e non come si è voluto far credere che fosse. www.teatrostabileverona.it Essai mercoledì 26 e giovedì 27 marzo 2014 21 Teatro Franco Parenti UNA NOTTE IN TUNISIA di Vitaliano Trevisan con Alessandro Haber e con Maria Ariis, Pietro Micci e Roberto Trifirò uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah con la collaborazione di Barbara Petrecca per le scene e i costumi Gigi Saccomandi per le luci Yuval Avital per la scenografia sonora di Mise en abîme sperimentazione sonora realizzata da RAI-Direzione Strategie Tecnologiche con il CRIT di Torino e il CPTV di Milano i cieli proiettati sul fondale sono di Piero Guccione “Una maschera tragica che non riusciremo a dimenticare.” Domenico Rigotti, Avvenire Gli ultimi giorni di vita di Bettino Craxi, controversa incarnazione della disfatta della prima Repubblica italiana, sono la materia in cui si muove l’affilata drammaturgia di Vitaliano Trevisan per trarre dalla cronaca politica una tragedia contemporanea: Una notte in Tunisia compone una perfetta metafora sulla caduta del potere, molto vicina ai lividi archetipi shakespeariani. L’allestimento di Andrée Ruth Shammah tratta il testo proprio come un classico del teatro, con mano sicura e leggera, collocando un Alessandro Haber “in stato di grazia” in uno spazio candido - che richiama una tenda berbera - onirico palcoscenico del lucido, logorroico delirio del protagonista. Il signor X, noto politico italiano “in esilio volontario” ad Hammamet, è gravemente ammalato. Sono con lui soltanto la moglie, l’inseparabile segretario e il fratello, ospite inatteso, arrivato come medico per verificare le cartelle cliniche tunisine che non lasciano speranze sulla prognosi di X. Nel delirio delle sue giornate da moribondo lui scrive memorie e proclami di rivincita postuma. Ma un sogno gli fa balenare un’idea per evitare la fine... Vittima o carnefice? Trevisan non offre un giudizio sull’uomo politico: ciò che gli interessa è riflettere sulla paralisi e sui sogni a cui può consegnarsi una persona, che è stata potente, al termine della sua parabola. Il signor X legge ossessivamente i suoi scritti, ripercorre pensieri dominati da rabbia, impotenza e dolore. È ancora un politico che arringa, narcisista che cita se stesso, un retore che continua inutilmente a misurare il suo carisma in un clima di solitudine e di sconfitta. La tragedia si intreccia con il comico, fino allo scarto surreale del colpo di scena conclusivo. Calandosi in un personaggio complesso, che pare uscito dalla penna di Beckett o di Thomas Bernhard, Alessandro Haber offre una delle sue più alte prove d’attore: la sua recitazione fisica, fatta di energia pronta ad esplodere, costruisce il protagonista sfuggendo all’imitazione ma suggerendolo con una partitura vocale e gestuale intensissima. www.teatrofrancoparenti.it Teatro contemporaneo 22 TEATRO CONTEMPORANEO TEATRO CONTEMPORANEO PROGETTI SPECIALI fuori abbonamento Palestra G. Spinelli (ex G.I.L.) (via Natale Dell’Amore, 17) da venerdì 18 a domenica 20 ottobre 2013 orari da definire Socìetas Raffaello Sanzio GIUDIZIO, POSSIBILITÀ, ESSERE. Esercizi di ginnastica su La morte di Empedocle di Friedrich Hölderlin da eseguire in una palestra di Romeo Castellucci con Chiara Causa, Silvia Costa, Laura Dondoli, Irene Petris PRIMA NAZIONALE Sala Teatro Valdoca (via Aldini, 26) da martedì 4 a domenica 16 febbraio 2014 (riposo lunedì 10 febbraio) ore 21 Teatro Valdoca COME CANI COME ANGELI per poeta e presenze metafisiche di e con Mariangela Gualtieri regia, scene, luci Cesare Ronconi marionette, oggetti e abiti di scena Patrizia Izzo PRIMA NAZIONALE Teatro contemporaneo Palestra G. Spinelli (ex G.I.L.) (via Natale Dell’Amore, 17) da venerdì 18 a domenica 20 ottobre 2013 orari da definire 23 in PRIMA NAZIONALE nell’ambito di Màntica 2013, festival organizzato dalla Socìetas Raffaello Sanzio Socìetas Raffaello Sanzio GIUDIZIO, POSSIBILITÀ, ESSERE. Esercizi di ginnastica su La morte di Empedocle di Friedrich Hölderlin da eseguire in una palestra di Romeo Castellucci con Chiara Causa, Silvia Costa, Laura Dondoli, Irene Petris e con sei Figuranti da nominare tecnico del suono Matteo Braglia produzione Benedetta Briglia, Cosetta Nicolini organizzazione Valentina Bertolino, Gilda Biasini ph. C. Raynaud de Lage prodotto da Socìetas Raffaello Sanzio in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena con il sostegno di Comune di Cesena/ Emilia Romagna Teatro Fondazione con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena “Cerco una palestra. Una grande camera presa a prestito per fare delle prove. Un posto trovato, senza riscaldamento, cui si accede attraverso la puzza degli spogliatoi; un posto ‘sbagliato’ per il teatro. E invece no. Una palestra, ora, come luogo esatto, come compimento dell’eresia e della bellezza inattuale di Hölderlin. La poesia di Hölderlin sarà proferita in una palestra in forma clandestina, fuori dai cablaggi ortodossi del teatro istituzionale. È esercizio, disciplina, lavoro sul presente. Assistere alla sequenza astratta di un esercizio, all’ellittica di un gesto silenzioso che fende l’aria, o ascoltare l’articolazione di un verso come affermazione, significherà contemplare uno spazio vuoto, preparato proprio attraverso le cose viste e udite; uno spazio reso disponibile (come recitano certe inquietanti pubblicità stradali su tabelloni bianchi). Conseguire uno spazio senza contenuto come luogo di rivelazione. Rinunciare al discorso, alla consolazione stereotipata della denuncia, della predica sulla compassione e della junk culture. Cercare l’eleganza assoluta e inumata nella forma; cercare la precisione glaciale di un’estetica sorvegliata fino al midollo, intesa qui come radicalismo politico. Tutto questo è necessario e deve nascere proprio in un luogo brutto, sbagliato, lontano dai teatri. Nella luce figurativa dello sguardo dello spettatore tutto sarà giudizio, possibilità, essere, secondo le stesse parole del Poeta. Nell’Antica Grecia - cui Hölderlin si è rivolto per tutta la vita - il Ginnasio era il luogo della preparazione dei giovani in vista delle gare atletiche. I giovani, solo dopo il Ginnasio, inauguravano la vita adulta potendo affrontare la guerra. Nella prosa di Hölderlin ci si riferisce continuamente alla giovinezza, ma non in termini anagrafici. E allora chi è questo adolescente, cosa vuole e cosa rappresenta? Il giovane è l’inattuale, colui che non vive nel suo tempo, colui che per contrarium, è il contemporaneo e per il quale tutto è sempre nuovo. Colui al quale sarà affidato il compito di parlare a questa epoca dal tempo differito di una rappresentazione. Sarà l’Empedocle, l’eretico che abbandona la città per salire la montagna e gettarsi nel fuoco dell’essere. In palestra, accolti provvisoriamente sui cuscini del salto in alto o della ginnastica artistica, si potrà assistere a una partitura testuale - quasi niente di più - legata strettamente a La morte di Empedocle di Hölderlin. Il gruppo dei personaggi della tragedia sarà interpretato da una compagnia di giovani donne. Sono studentesse di una scuola? - o forse membri di una qualche comunità femminile? Stanno provando uno spettacolo a porte chiuse? Una cosa sola sembra certa: sono uscite dal teatro per trovare il proprio del teatro.” Romeo Castellucci www.raffaellosanzio.org Teatro contemporaneo 24 Sala Teatro Valdoca (via Aldini, 26) da martedì 4 a domenica 16 febbraio 2014 (riposo lunedì 10 febbraio) ore 21 Teatro Valdoca COME CANI COME ANGELI per poeta e presenze metafisiche di e con Mariangela Gualtieri regia, scene, luci Cesare Ronconi marionette, oggetti e abiti di scena Patrizia Izzo cura del suono Luca Fusconi macchinista Stefano Cortesi organizzazione Elisa Bello amministrazione Morena Cecchetti consulenza amministrativa Cronopios produzione Teatro Valdoca in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena con il sostegno di Comune di Cesena/ Emilia Romagna Teatro Fondazione con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena PRIMA NAZIONALE “Noi cercavamo come cani, come angeli come bambini affamati la nostra anima: quel senso criminale e divino della vita quando si dicono cose stupide e care.” Giovanna Sicari Dopo i grandi affreschi degli ultimi anni il Teatro Valdoca presenta al pubblico un piccolo magico spettacolo, Come cani, come angeli. Una pièce di teatro d’arte e poesia interpretata da Mariangela Gualtieri e da alcune speciali marionette. “Sto componendo una partitura di versi inediti e movimenti, aiutata da alcune marionette, cioè da quelle che Thomas Mann definisce gemme di estetica metafisica. È nato in me un forte richiamo verso queste figure inanimate e tuttavia così potentemente capaci di parlarci dell’umano e del sovrumano, di noi e di ciò che ci anima, di fisica e di metafisica, di morte e di rinascita. Il tema trattato riguarda per ora questo nostro tempo, riguarda in particolare quella che, partendo da uno spunto del poeta Tagore, chiamerò la mia gente. La gente, che nel caso del poeta indiano era rappresentata da un popolo poverissimo e molto pio, nel caso mio e nostro, di noi vivi ora in questo paese, comprende una congerie umana a volte raccapricciante, a volte amabile, più spesso detestabile, maledetta, altre volte le stesse facce e gli stessi corpi assumono tutta la tenerezza e la pietà di un popolo derelitto, perduto, abbandonato dal cielo e dalla ragione. La regia di Cesare Ronconi si fa qui sguardo che inquadra e che anima, ed è decisiva nel guidare l’involucro della marionetta verso l’assunzione prodigiosa di un’altra natura, anche attraverso il disegno di luci e scene.” Mariangela Gualtieri www.teatrovaldoca.org composizione grafica G. Garaffoni Teatro contemporaneo 25 venerdì 6 dicembre 2013 fuori abbonamento ABBONATI IN ANTICIPO Musica e Danza in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato Generale di Polonia in Milano DOMINIKA SZLEZYNGER pianoforte venerdì 20 dicembre 2013 CARLO PARI pianoforte martedì 14 gennaio 2014 ENRICO PIERANUNZI CONCERTI Piano Solo Story domenica 19 gennaio 2014 PAOLO FRESU Devil Quartet venerdì 7 febbraio 2014 VERDI - WAGNER Reloaded musiche originali di Fabrizio Sirotti regia di Gabriele Marchesini PRIMA NAZIONALE martedì 11 febbraio 2014 VIKTORIA MULLOVA - The Matthew Barley Ensemble The Peasant Girl sabato 8 marzo 2014 ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO Il Giro del Mondo in 80 Minuti domenica 16 marzo 2014 ANDREA GRIMINELLI flauto EMANUELE SEGRE chitarra sabato 29 marzo 2014 QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI Tutti i concerti iniziano alle ore 21 Concerti venerdì 6 dicembre 2013 fuori abbonamento ABBONATI IN ANTICIPO Musica e Danza 26 in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato Generale di Polonia in Milano DOMINIKA SZLEZYNGER pianoforte PROGRAMMA L. van Beethoven Sonata in mi maggiore op. 109 I. J. Paderewski Leggenda la bemolle maggiore op.16 n. 1 I. J. Paderewski Nocturne in si bemolle maggiore op. 16 n. 4 I. J. Paderewski Intermezzo polacco F. Chopin Grande Valse Brillante op. 18 F. Chopin Grande Valse Brillante op. 42 F. Chopin Nocturne in do minore op. 48 n.1 F. Chopin Nocturne in fa diesis maggiore op. 15 n. 2 F. Liszt Parafrasi dell’ opera Rigoletto F. Liszt Parafrasi sul Walzer dell’ opera Faust di Gounod Classe 1981, DOMINIKA SZLEZYNGER è nata a Cracovia, in Polonia. Vincitrice del Concorso della Musica Contemporanea a Varsavia nel 1999, nel 2011 si classifica al primo posto nel Concorso Internazionale di Musica “Rassegna Mendelssohn” ad Alassio, ottiene il premio “Fortunato e Luisetti” presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano e il premio speciale al Concorso musicale di Lissone. All’inizio della sua carriera concertistica la Chopin Society di Sydney la invita in Australia per un recital. Intanto, in Polonia, suona presso il Royal Castle di Varsavia, il Castello di Debno, la Casa ‘’Paderewski‘’ a Kasna-Dolna, la Cracow Filarmonia Hall, la Filarmonia di Varsavia, il Festival Szymanowski a Zakopane, il Centro di Cultura ‘’Villa Decius‘’ di Cracovia. Dal 2010 collabora regolarmente con l’Associazione Fryderyk Chopin di Varsavia. Tiene, in seguito, numerosi concerti in tutta Europa: in Svizzera, presso la Town Hall di Lugano, la Fondation Bloch di Delemont, il Liceum Club di Ginevra, la Steinway Hall di Losanna, la Philharmonic Hall e l’Auditorium du Cern; in Francia, presso il Museo Nazionale di Grenoble, il Théâtre Bordeau à Saint Genis Pouilly; in Belgio, dove nel 2004 interpreta Rhapsody in Blue di George Gershwin con l’Orchestre Tournois diretta da Christian Chuffard; in Italia, ospite della Società dei Concerti di Milano. Ha studiato con rinomati maestri: Andrzej Jasinski, Franco Scala, Paul Gulda, Andrzej Pikul, Eugene Moghilevski, Emanuela Piemonti, Cristina Frosini, Vincenzo Balzani. Laureata presso la Scuola Universitaria del Conservatorio di Musica di Ginevra con Elisabeth Athanassova, ha conseguito nel 2013 il diploma universitario del biennio di Musica da camera presso il Conservatorio di Milano. Per i suoi meriti artistici ha ottenuto riconoscimenti dal Ministero della Cultura Polacca e dal Governo Italiano, con la borsa di studio presso l’Accademia Chigiana di Siena, nel 2008. www.associazionepolonia.com Concerti venerdì 20 dicembre 2013 27 CARLO PARI pianoforte PROGRAMMA D. Scarlatti Sei sonate F. Liszt Sonata in si minore S. Rachmaninoff Etude tableaux op. 33 S. Rachmaninoff Sonata op. 36 CARLO PARI, riminese di nascita, è pianista internazionale: si esibisce in Italia, Russia, Irlanda, Estonia, Polonia, Germania, Austria, Svezia, Francia, Inghilterra, Scozia, Cina, Indonesia, Giappone, Filippine, Stati Uniti. In Australia la critica specializzata ha definito il suo stile “un nuovo fantastico modo di suonare il pianoforte“. Attualmente ha all’attivo circa 600 concerti e oltre 50 brani di musica da lui composta eseguiti. Collabora con artisti del calibro di Tullio de Piscopo, Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Katia Riccarelli, Giuseppe Taddei, Wilma Vernocchi, Rolando Panerai, Michele Placido, Mario Melani, Federico Mondelci, Oscar La Figueroa, Bruno Canino. Nel settembre 2001 “La Mediterranea”, una delle maggiori scuole giapponesi dedite alla diffusione di arte e cultura italiana, gli conferisce un Diploma ad honorem in discipline musicali. Nello stesso anno rappresenta la cultura Italiana suonando per l’Ambasciata d’Italia in Estonia. Sempre per l’Ambasciata, è invitato a esibirsi in occasione del premio “Per Anger”, alla presenza del Primo Ministro svedese Goran Persson e del Cardinal Sodano per il Vaticano. Nel 2008, durante i Giochi Olimpici, rappresenta l’Europa nel meeting svoltosi a Jinan per celebrare i 50 anni dell’Università musicale. Nel 2008 esegue, a Pesaro, la prima del Concerto per pianoforte e orchestra di Bolling, che replica nel 2011 al Teatro Bonci di Cesena, con Tullio de Piscopo, l’Orchestra “G. Verdi” di Milano e il contrabassista Yuri Goloubev. Nel 2012 diventa artista Steinway e entra nello Steinway Management. Ha studiato al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro sotto la guida del maestro Lorenzo Bavaj e successivamente si è perfezionato con Master di interpretazione pianistica. Insegna pianoforte principale presso l’Istituto Corelli di Cesena e al Conservatorio Statale di Musica di Trapani. È Professore ospite presso l’Università di Handan in Cina. www.carlopari.com Concerti 28 martedì 14 gennaio 2014 ENRICO PIERANUNZI Piano Solo Story “Ricordate il suo nome, perdetevi nella sua musica.” Josef Woodard, Jazz Times Nato a Roma nel 1949, ENRICO PIERANUNZI è tra i musicisti più noti ed apprezzati della scena jazzistica internazionale. Pianista, compositore, arrangiatore, ha registrato più di 70 cd, collaborando, in concerto o in studio d’incisione, con artisti come Chet Baker, Lee Konitz, Paul Motian, Charlie Haden, Chris Potter, Marc Johnson, Joey Baron. Tre volte miglior musicista italiano nell’annuale “Top Jazz” della rivista Musica Jazz (1989, 2003, 2008), nel 1997 ha ricevuto il “Django d’Or” come miglior musicista europeo. ph. J. Lepage Diverse sue composizioni sono presenti nei “Real Book” pubblicati dalla Sher Music e la prestigiosa rivista americana Down Beat ha incluso il suo cd Live in Paris, in trio con Hein Van de Geyn e André Ceccarelli (Challenge), tra i migliori cd del decennio 2000-2010. Si esibisce sui palcoscenici di tutto il mondo: dal Canada alla Danimarca, dagli Stati Uniti alla Germania, dalla Spagna, al Giappone, dal Brasile, all’Argentina e all’Uruguay. Nel luglio 2009 ha suonato e registrato con Marc Johnson e Paul Motian nello storico Village Vanguard di New York. Nell’aprile del 2013 è tornato nel celeberrimo club newyorkese per una serie di concerti con Marc Johnson al contrabbasso e Joe LaBarbera alla batteria, per celebrare l’uscita (12 marzo 2013) dell’ultimo album Live at Village Vanguard, la prima registrazione mai fatta da un musicista italiano tra le mura della “mecca del jazz” oltreoceano. I suoi ultimi album in solo sono Wandering, Pieranunzi Plays Scarlatti, e, più di recente, 1685, in cui Pieranunzi interpreta Bach e Haendel con il suo originale stile d’improvvisatore. Di lui il critico statunitense Nat Hentoff scrive: “è un pianista di intenso lirismo, in grado di swingare con energia e freschezza e, nello stesso tempo, di non perdere mai la sua capacità poetica. La sua musica canta”. www.enricopieranunzi.com www.parmaconcerti.it Concerti 29 domenica 19 gennaio 2014 PAOLO FRESU Devil Quartet Paolo Fresu tromba Bebo Ferra chitarra Paolino Dalla Porta contrabbasso Stefano Bagnoli batteria “Fresu è chiuso nel bozzolo di una invenzione continua, non importa quale sia il titolo del tema, è sempre musica sua, intrisa di una tenera felicità. E il pubblico è definitivamente conquistato.” Vittorio Franchini, Corriere della Sera La sua tromba si è fatta amare dal pubblico di tutto il mondo: partito a 11 anni da una piccola banda musicale sarda, PAOLO FRESU è arrivato sui palchi di 5 continenti, accanto ai più grandi nomi della musica afroamericana degli ultimi trent’anni. Oggi si esibisce in circa 200 concerti all’anno. Appena uscito dal Conservatorio di Cagliari è già il talento più sorprendente del jazz italiano: nel 1984 vince i premi “Radio Uno jazz”, Musica jazz e “Radio Corriere TV”. Per la rivista Musica jazz è il miglior musicista italiano del 1990. Nel 1996 vince il prestigioso “Django d’Or”. Nel 2000 riceve la nomination come miglior musicista internazionale. Ha registrato oltre 350 dischi per etichette francesi, tedesche, giapponesi, spagnole, olandesi, svizzere, canadesi, greche, collaborando con musicisti del calibro di Franco D’Andrea, Bruno Tommaso, Enrico Rava, Antonello Salis, Enrico Pieranunzi, Giorgio Gaslini, Gianluigi Trovesi, Kenny Wheeler, Gerry Mulligan, Dave Liebman, Dave Holland, Ralph Towner, Uri Caine, Carla Bley, Richard Galliano, Gil Evans, Michael Nyman, Evan Parker, Farafina, Ornella Vanoni, Alice, Trilok Gurtu, Gunther Schuller, Negramaro, Stadio. DEVIL QUARTET è uno dei migliori progetti del suo “genio” onnivoro e turbinoso, nato dall’incontro con tre musicisti speciali, tre autentici assi dell’italian style: il chitarrista Bebo Ferra, il contrabbassista Paolino Dalla Porta e il percussionista Stefano Bagnoli. La magia poetica di Fresu resta in primo piano, ma è l’energia ritmica e la coesione tra i componenti del gruppo la caratterista fondamentale di questa formazione. Desertico è il titolo del nuovo cd inciso dal gruppo, un’esplorazione dall’Africa al resto del mondo, attraverso la musica, senza distinzioni di generi, fra jazz, rock e crossover: è anche il punto di riferimento del live proposto a Cesena, anche se risulta impossibile prevedere le infinite variazioni di questo viaggio. www.paolofresu.it ph. R. Chiovitti Concerti venerdì 7 febbraio 2014 30 VERDI - WAGNER Reloaded Concerto in forma di spettacolo da un’idea di Franco Pollini musiche originali di Fabrizio Sirotti al piano Pier-Giulio Comandini e Fabrizio Sirotti regia di Gabriele Marchesini PRIMA NAZIONALE “Verdi e Wagner sono i due fuoriclasse della musica d’opera dell’Ottocento: il pubblico li adorava ma per loro si divideva; i critici li stimavano ma non potevano evitare di schierarsi tra il ‘bel canto’ dell’uno e lo ‘strumentismo’ dell’altro. Ma potevano giocare insieme? Potevano cioè integrarsi in modo da arricchire una partitura ‘complessiva’, ‘totale’. A questa domanda (in cui sembrano riecheggiare confronti calcistici e ciclistici, ma in definitiva il ‘tifo sportivo’, quello sano, non nasce nei loggioni teatrali?) il compositore Fabrizio Sirotti, su commissione del Teatro Bonci, ha tentato di dare una risposta. Naturalmente a suo modo e con i suoi strumenti. Fabrizio Sirotti ha così composto un’opera elettroacustica dove parti orchestrali e sinfoniche si fondono con l’esecuzione pianistica in tempo reale. PierGiulio Comandini (Verdi) e lo stesso Sirotti (Wagner) a due pianoforti, interagiscono con le sequenze elettroniche in un crescendo che spazia dalla partitura scritta nei minimi dettagli all’improvvisazione più totale; una creazione originale e al tempo stesso un omaggio ai due celebri compositori. La risposta musicale e teatrale, che verrà esplorata e approfondita dalla regia e dalla scrittura scenica di Gabriele Marchesini, è dunque inattesa: forse sì, possono giocare insieme, a condizione che si fronteggino, che ribadiscano e approfondiscano la propria rivalità, presunta o reale, comunque vissuta radicalmente dal pubblico, quello storico, che ai due grandissimi riconobbe la medesima gloria quando arricchì delle rispettive lapidi il foyer del Teatro Bonci. Anche se a guardar bene la collocazione scelta li pone sì vicini ma rivolti nello sguardo in opposte direzioni: i due non si vedono. Occhieggiano al pubblico schierato in parti diverse del Teatro. E così sarà il 7 febbraio quando i due pianoforti cominceranno a suonare per Verdi-Wagner Reloaded. Certo, nessuno tra il pubblico di oggi vive quella tenzone con i toni forti degli spettatori dell’Ottocento, ma non mancherà di esercitare la propria preferenza per uno spettacolo ‘totale’, favorito dall’ascolto e dalla visione di una opera felicemente costruita dalla sperimentata capacità compositiva di artisti così originali.” Franco Pollini Concerti martedì 11 febbraio 2014 31 VIKTORIA MULLOVA - The Matthew Barley Ensemble The Peasant Girl Viktoria Mullova violino Matthew Barley violoncello Paul Clarvis percussioni Julian Joseph piano Sam Walton percussioni PROGRAMMA Bratsch Bi Lovengo John Lewis/ Bratsch Django Bartok 7 Duos for violin and cello: Ruthenian Song, Mosquito Dance, Harvest Song, Sorrow, Teasing Song, Cradle Song, Ruthenian Kolomeika Kodaly Duo for violin and cello op. 7 Weather Report Pursuit of the Woman With the Feathered Hat Matthew Barley/ Russian Trad Yura Weather Report The Peasant Du Oud For Nedim (For Nadia) “Mullova è forse la più elegante, raffinata e dolcemente espressiva violinista del pianeta.” Chicago Tribune La violinista VIKTORIA MULLOVA si è imposta all’attenzione internazionale con il primo Premio al Concorso Sibelius di Helsinki, nel 1980, e con la Medaglia d’oro al Concorso Ciaikovskij del 1982. Curiosa ed estremamente versatile, in più di trent’anni di carriera ha esplorato tutto il repertorio per violino, dal barocco alla musica contemporanea, dalla world fusion alla musica sperimentale. Collabora regolarmente con Ottavio Dantone, con cui ha inciso le Sonate e i Concerti di Bach. Suona in récital con Katia Labèque e collabora con complessi di strumenti originali, fra i quali The Orchestra of the Age of Enlightenment, il Giardino Armonico, il Venice Baroque e l’Orchestre Revolutionnaire et Romantique. L’incisione dei Concerti di Vivaldi con Il Giardino Armonico ha vinto il “Diapason d’Or” 2005. La sua avventura nella musica contemporanea inizia nel 2000, con l’album Throug the Looking Glass, serie di brani di world, jazz e pop music arrangiati per lei da Metthew Barley. The Peasant Girl, il suo ultimo progetto con l’Ensemble di Matthew Barley, è un ititnerario nella musica del mondo guidato dagli echi della tradizione zingara: dall’Ungheria di Kodaly e Bartok alla Francia della gypgy band Bratsch, passando per il Nordafrica dei DuOud - cultori “elettronici” del liuto arabo sulle scale musicali zingare - e per il tempio del jazz. Joe Zawinul, autore dei pezzi dei Weather Report, viennese, ha imparato a suonare la fisarmonica con gli zingari e John Lewis (The Modern Jazz Quartet) ha scritto Django come tributo a Django Reinhardt, chitarrista jazz cresciuto negli accampamenti gypgy. MATTHEW BARLEY è appassionato di educazione, improvvisazione, progetti interdisciplinari, composizione e pionieristici programmi per comunità, oltre che violoncellista noto in tutto il mondo. Con il suo nuovo gruppo, Between the Notes, ha realizzato più di 60 progetti internazionali con giovani musicisti e orchestrali. www.viktoriamullova.com www.matthewbarley.com Concerti sabato 8 marzo 2014 32 ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO Il Giro del Mondo in 80 Minuti direzione artistica e musicale Mario Tronco produzione artistica e arrangiamenti Mario Tronco, Pino Pecorelli, Leandro Piccioni drammaturgia Mario Tronco, Giulia Steigerwalt, Daniele Spanò scenografia e video Daniele Spanò disegno luci Daniele Davino costumi Katia Marcanio, Livia Fulvio interpreti Houcine Ataa voce, Emanuele Bultrini chitarre, Peppe D’Argenzio sax baritono e soprano, clarinetti, Sylvie Lewis voce, chitarra, Ernesto Lopez Maturell voce, bongos, timbales, congas, Omar Lopez Valle voce, tromba, flicorno, Sanjay Kansa Banik tablas, Zsuzsanna Krasznai violoncello, Gaia Orsoni viola, Carlos Paz Duque voce, flauti andini, Pino Pecorelli contrabbasso, basso elettrico, Leandro Piccioni pianoforte e tastiere, Raul Scebba voce, vibrafono, percussioni, El Hadji Yeri Samb voce, djembe, dumdum, sabar, Kaw Dialy Mady Sissoko voce, kora, Ziad Trabelsi oud, voce una produzione Vagabundos S.r.l. “È un itinerario di speranza, un’illusione, un’autobiografia, un viaggio il cui obiettivo è semplice: imparare a fermarsi e ascoltare le storie altrui. Imbarcatevi anche voi, tornerete sicuramente molto più felici.” Fabrizio Zampa, Il Messaggero 20 musicisti provenienti da 10 paesi e 3 continenti, lingue e strumenti da ogni angolo del pianeta, si fondono in una musica che non è mai esistita prima. L’Orchestra di Piazza Vittorio è in Italia l’emblema della world music, il simbolo di un mondo multiculturale in cui le differenze sono finalmente un valore aggiunto. Musica di tutti, per tutti. La storia dell’ORCHESTRA parte da una piazza nel cuore della città di Roma: Piazza Vittorio. Luogo di passaggio e di convivenza per tante culture, la sua atmosfera ispira Mario Tronco, tastierista del gruppo Avion Travel, e Agostino Ferrente a coinvolgere in un unico progetto gli artisti che la frequentano, dando vita a un ensemble in seno all’Associazione Apollo 11. Musicisti differenti tra loro per origini, strumenti ed esperienze: insieme reinventano la musica con una nuova energia, si esibiscono in Italia e all’estero, continuando a collezionare successi. Dopo aver letteralmente incantato il pubblico europeo con un’originalissima rilettura de Il Flauto magico (presentata a Cesena nel 2012), l’OPV ci regala 80 minuti di pura emozione, raccontado con travolgente fantasia la propria storia: un favoloso viaggio dalla meta sconosciuta, in cui chiunque può imbarcarsi a patto porti con sé una canzone. Per salire sulla misteriosa zattera che salperà dopo il tramonto, arrivano al porto delle persone molto speciali: tutte hanno con sé qualcosa di straordinario. Un giovane cubano con una valigia da cui escono musicisti, due arabi che vorrebbero imbarcare troppi bagagali, un cantante di tango, uno scettico indio, un africano con una minuscola valigia che permette di cantare in qualsiasi lingua e, se mai riuscirà ad arrivare in tempo, il ragazzo vestito da Gladiatore che per primo ha annunciato il viaggio... www.orchestrapiazzavittorio.it Concerti domenica 16 marzo 2014 33 ANDREA GRIMINELLI flauto EMANUELE SEGRE chitarra PROGRAMMA N. Paganini Sonata Concertata per flauto e chitarra F. P. Schubert Sonata Arpeggione D821 per flauto e chitarra G. Bizet/ Arr. F. Borne Fantasia brillante sulla “Carmen” per flauto e chitarra H. Villa_Lobos Preludio n. 1 per chitarra sola C. Debussy Syrinx per flauto solo J. Ibert Entr’acte per flauto e chitarra E. Rautavaara Sonata per flauto e chitarra R. Shankar L’Aube Enchantée - Sur le Raga “Todi” per flauto e chitarra A. Piazzolla Histoire Du tango Definito dal New York Times uno dei maggiori flautisti a livello internazionale, ANDREA GRIMINELLI, all’età di venticinque anni, è presentato al pubblico d’oltreoceano da Luciano Pavarotti, in un memorabile concerto al Madison Square Gardens di New York. Con Big Luciano collabora per anni, partecipando ai concerti all’Hyde Park di Londra nel 1990, a Central Park di New York nel 1993, alla Torre Eiffel di Parigi e nella Piazza Rossa di Mosca. In seguito, suona con artisti del calibro di Elton John, James Taylor, Bradford Marsalis e con il leggendario Ian Anderson, leader dei Jethro Tull. Si esibisce regolarmente nei più rinomati teatri di tutto il mondo, dalla Scala di Milano alla Carnegie Hall di New York con Orchestre quali la Royal Philharmonic, la Berlin Symphony, la Munchner Rundfunkorchester, la Philharmonia di Londra, la New York Philharmonic, la Rai di Torino, la Dallas Symphony e la Los Angeles Philharmonic. Incide per Decca, per la quale di recente ha registrato la trascrizione per flauto delle Quattro Stagioni di Vivaldi, con I Solisti Filarmonici italiani. Al suo esordio americano il Washington Post scrive di lui: “è un’immensa promessa della musica “. Il chitarrista EMANUELE SEGRE tiene concerti a New York, Los Angeles, Boston, San Francisco, Parigi, Londra, Amsterdam, Vienna, Salisburgo, Praga, Berlino, Tel Aviv, Rio de Janeiro, Madrid, Roma, Istambul, Varsavia, Seul,Tokyo. Suona in duo con Patrick Gallois e come solista con Yuri Bashmet e i Solisti di Mosca, con la English Chamber Orchestra diretta da Salvatore Accardo, la Rotterdam Philharmonic Orchestra, i Solisti di Zagabria, la European Community Chamber Orchestra, l’Orchestra da Camera Slovacca, la Suddeutsches Kammerorkester. Collabora con l’orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Jean Françaix gli ha dedicato il suo concerto per chitarra e orchestra, registrato per la casa discografica Wergo. Segre incide anche per Delos, Claves e Amadeus. www.andreagriminelli.com www.emanuelesegre.it Concerti sabato 29 marzo 2014 34 QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI Cecilia Laca violino Luigi Buonomo violino Antonio Bossone viola Luca Signorini violoncello PROGRAMMA G. Puccini Crisantemi G. Verdi Quartetto per archi A. Webern Langsamer Satz für Streichquartett M. Ravel Quartetto in fa Di recente costituzione, il QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO DI SAN CARLO nasce dalla volontà delle quattro prime parti - Cecilia Laca, Luigi Buonomo, Antonio Bossone e Luca Signorini - di approfondire la propria affinità, già sperimentata all’interno dell’Orchestra, nella più alta espressione della musica cameristica, il quartetto d’archi. Già vincitori di concorsi internazionali, ricchi di esperienze solistiche e in ensemble, i componenti sono legati soprattutto dalla voglia di raggiungere l’intenzione interpretativa e la fusione di qualità del suono propria di questa formazione. Il progetto gode del pieno consenso e del sostegno della Direzione del Teatro di San Carlo di Napoli. Il Quartetto ha eseguito per il Teatro di San Carlo e per il Festival di Ravello opere di Mozart, Schubert, Ravel, Shostakovich. Dopo un ciclo di concerti a Hong Kong, per l’Arts Festival 2013, ha partecipato, al Museo di Capodimonte a Napoli, al Concerto Straordinario in Onore del Presidente dello Stato di Palestina Abu Mazen. Di seguito si è esibito al Teatro Francesco Stabile di Potenza per il Concerto della Festa della Repubblica organizzato dal Comune di Potenza in collaborazione con il Teatro di San Carlo di Napoli. Attualmente si prepara al Festival Internazionale di Ravello 2013 e a inaugurare la Stagione Cameristica per la Stagione Sinfonica del Teatro di San Carlo. Il recente sodalizio con Michele Campanella, con il quale si appresta ad eseguire i Quintetti con pianoforte di Giuseppe Martucci e di Robert Schumann, lo porterà a breve ad esibirsi in alcuni dei più importanti festival e stagioni concertistiche del mondo. Nel suo futuro sono numerosi gli impegni internazionali, con tappe a Parigi, Amburgo e San Paolo del Brasile. Sconfinando nell’ambito della danza contemporanea, il Quartetto ha anche collaborato con uno dei più importanti coreografi mondiali, Bill T. Jones. www.teatrosancarlo.it Prosa 35 sabato 28 dicembre 2013 fuori abbonamento New Classical Ballet of Moscow LA BELLA ADDORMENTATA musiche di P. I. Tchaikovsky coreografie di M. Petipa domenica 29 dicembre 2013 New Classical Ballet of Moscow CENERENTOLA musiche di S. Prokofiev coreografie di A. Ustiansev sabato 18 gennaio 2014 Emiliano Pellisari Studio e NoGravity ltd DANZA PARADISO musica elettronica d’avanguardia e classica contemporanea rielaborata e mixata da Riccardo Magni, Emiliano Pellisari coreografie Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu domenica 9 febbraio 2014 Aterballetto WORKWITHINWORK coreografia William Forsythe musica Luciano Berio DON Q. (Don Quixote de la Mancha) coreografia di Eugenio Scigliano musiche musica classica spagnola, Kimmo Pohjonen venerdì 21 febbraio 2014 Balletto di Roma FUTURA ballando con Lucio coreografie Roberto Castello regia Giampiero Solari venerdì 14 marzo 2014 Compagnia Artemis Danza/ Monica Casadei LA DOPPIA NOTTE AIDA E TRISTAN coreografia, regia, scene e costumi Monica Casadei elaborazione musicale Claudio Scannavini su musiche di Giuseppe Verdi e Richard Wagner Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21 Danza sabato 28 dicembre 2013 fuori abbonamento 36 New Classical Ballet of Moscow LA BELLA ADDORMENTATA musiche di Pyotr Ilych Tchaikovsky coreografie di Marius Petipa scenografie Tony Fanciullo solisti Elena Kabanova e Yuri Lebedev Per la terza Stagione di seguito, il Teatro Bonci, in occasione delle festività natalizie, accoglie la magica atmosfera del balletto russo: il 28 dicembre a far sognare grandi e piccini sarà La bella addormentata, il primo dei due titoli presentati dal New Classical Ballet of Moscow. Il Balletto di Mosca NEW CLASSICAL BALLET è una giovane Compagnia privata di balletto russo fondata all’inizio del 2001. Il Corpo di ballo è formato da ballerini provenienti dalle migliore accademie di danza di Mosca, San Pietroburgo, Ufa, Perm, vincitori di numerosi concorsi internazionali. La Compagnia si avvale di prestigiose collaborazioni con étoiles provenienti dai Teatri Stabili di Mosca, San Pietroburgo, Ekaterinburg. L’attuale direttore artistico è Arkady Ustianzev, ex solista del Teatro dell’Opera e Balletto di Novosibirsk, solista partner di famose ballerine russe, fra le quali Nadezhda Pavlova, Marina Bogdanova, Ludmila Semenova, che ha anche partecipato a varie tournées al fianco di Massimiliano Guerra e Valentina Kozlova. Con un repertorio che include le più belle coreografie del patrimonio classico - Il lago dei cigni, La bella addormentata, Cenerentola, Lo schiaccianoci, Giselle, Romeo e Giulietta, Don Chisciotte - la Compagnia fa sognare il pubblico di tutto il mondo: le sue rappresentazioni sono state seguite da migliaia di spettatori in Francia, Spagna, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Israele e Cina. Tra i capolavori della coreografia ottocentesca, La bella addormentata è considerato uno dei più grandi balletti della Russia imperiale e rappresenta il vertice dell’espressione classica, in un clima di astrazione teatrale, che accorda il massimo risalto alla danza pura. Ripercorrendo la vicenda della principessa Aurora, caduta in un lungo sonno a causa del crudele sortilegio della strega Carabosse, il balletto si chiude con l’immancabile lieto fine, in cui il principe, dopo averla salvata, danza con la sua futura sposa, nel celebre passo a due. www.moscowballet.eu Danza domenica 29 dicembre 2013 37 New Classical Ballet of Moscow CENERENTOLA musiche di Sergej Prokofiev coreografie di Arkadi Ustiansev scenografie Tony Fanciullo solisti Elena Kabanova e Viktor Mikhalev Cenerentola è il secondo titolo presentato dal New Classical Ballet of Moscow: ritornano a Cesena, dopo lo straordinario successo delle due precedenti Stagioni, i ballerini del Balletto di Mosca, con un corpo di ballo di altissimo livello, che nasce dalla grande tradizione della scuola del balletto classico russo. Il Balletto di Mosca NEW CLASSICAL BALLET è una giovane Compagnia privata di balletto russo fondata all’inizio del 2001. Il Corpo di ballo è formato da ballerini provenienti dalle migliore accademie di danza di Mosca, San Pietroburgo, Ufa, Perm, vincitori di numerosi concorsi internazionali. La Compagnia si avvale di prestigiose collaborazioni con étoiles provenienti dai Teatri Stabili di Mosca, San Pietroburgo, Ekaterinburg. L’attuale direttore artistico è Arkady Ustianzev, ex solista del Teatro dell’Opera e Balletto di Novosibirsk, solista partner di famose ballerine russe, fra le quali Nadezhda Pavlova, Marina Bogdanova, Ludmila Semenova, che ha anche partecipato a varie tournées al fianco di Massimiliano Guerra e Valentina Kozlova. Con un repertorio che include le più belle coreografie del patrimonio classico - Il lago dei cigni, La bella addormentata, Cenerentola, Lo Schiaccianoci, Giselle, Romeo e Giulietta, Don Chisciotte - la compagnia fa sognare il pubblico di tutto il mondo: le sue rappresentazioni sono state seguite da migliaia di spettatori in Francia, Spagna, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Israele e Cina. Cenerentola, diceva Prokofiev, non è solamente un personaggio delle favole, è soprattutto “una creatura che palpita”, che induce alla commozione, alla tenerezza. Nella musica del grande maestro si può percepire tutta la dolcezza del suo carattere. Interpretando questa coreografia poetica ma anche vivace, frizzante, il New Classical Ballet ci presenta una Cenerentola inedita, in cui la scarpetta scompare: al suo posto il Principe cerca una fanciulla dal piede puro. www.moscowballet.eu Danza sabato 18 gennaio 2014 38 Emiliano Pellisari Studio e NoGravity ltd in collaborazione con Accademia Filarmonica Romana NoGravity Dance Company in PARADISO una creazione di Emiliano Pellisari danzatori Mariana Porceddu, Valeria Carrassa, Silvia Proietti, Viviana Filippello, Daniele Salvitto, Granco Corsi musica elettronica d’avanguardia e classica contemporanea rielaborata e mixata da Riccardo Magni, Emiliano Pellisari coreografie Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu costumi e tessuti Emiliano Pellisari, Caterina di Florio, Nora Bujdoso oggetti e attrezzi di scena Emiliano Pellisari e Flavio Monti disegno luci Riccardo Gargiulo e Emiliano Pellisari in collaborazione con Aterdanza Coreografie aeree, ambientazioni oniriche, sul modello del teatro fantastico rinascimentale, e scene mobili ispirate alle invenzioni barocche: sono gli ingredienti dello stile geniale di EMILIANO PELLISARI, ideatore di “scatole magiche” che hanno letteralmente incantato il pubblico europeo. A Cesena l’artista presenta, con i danzatori acrobati della sua équipe, l’ultima parte della Trilogia dedicata all’opera dantesca. Per raccontare la terza cantica della Divina Commedia Pellisari crea dei veri e propri quadri viventi, che rimandano alla storia recente della pittura, con citazioni formali da Klimt, Kandinskj, Mondrian, Dalì, Fontana. “Nel Paradiso”, chiarisce, luoghi e personaggi divengono rarefatti, impalpabili: “spazi eterei ed essenze luminose offrono un codice astratto che forse soltanto la forza concettuale dell’arte contemporanea può rappresentare”. La complessità dell’universo poetico si scioglie in un mondo colorato e armonioso: la scena è invasa da enormi sfere in cui appaiono le teste dei danzatori, un angelo con il torace aperto da cassetti partorisce altri esseri celesti, quadrati colorati si trasformano come nel gioco di Tetris, una tela bianca si taglia in tre per generare sculture giganti... Come accade per gli spiriti che Dante incontra nel Cielo di Giove, i corpi dei danzatori formano lettere dell’alfabeto per comporre versi, mentre si librano nell’aria con palloni trasparenti, ruotando incessantemente attorno ad una sola sfera, simbolo della perfezione. Il tappeto sonoro mixa musica elettronica avantgarde e classica contemporanea, accogliendo le suggestioni dei più famosi compositori moderni: Ligeti, Terry Riley, Alva Noto, Philip Glass, Cage, Nono, Berio, Grossi, Sciarrino, Stockhausen, Schoenberg, Scelsi, Brian Eno, Kraftwerk, Autechre, Steve Reich. Per la Trilogia (Inferno, Cantica e Paradiso) Emiliano Pellisari ha ricevuto, al Teatro Olimpico di Roma, l’Onorificenza della Società “Dante Alighieri”. www.nogravitydance.co.uk Danza 39 domenica 9 febbraio 2014 Aterballetto WORKWITHINWORK coreografia William Forsythe musica Luciano Berio Duetti per due violini vol. 1 scenografia e luci William Forsythe costumi Stephen Galloway messa in scena Francesca Caroti e Allison Brown DON Q. (Don Quixote de la Mancha) coreografia di Eugenio Scigliano musiche musica classica spagnola, Kimmo Pohjonen costumi di Kristopher Millar e Lois Swandale luci di Carlo Cerri in collaborazione con Aterdanza Torna a Cesena Aterballetto, la compagnia emiliano-romagnola che in più di 30 anni di attività ha calcato le scene di Europa, Americhe, Medio ed Estremo Oriente. Quest’anno presenta un pezzo del “maestro” della coreografia contemporanea, William Forsythe, e una creazione di Eugenio Scigliano dedicata al celebre personaggio di Cervantes. WORKWITHINWORK, capolavoro di Forsythe che fonde l’eleganza delle tecniche classiche con l’invenzione contemporanea, si dipana come un flusso incessante di movimenti che prende vita propria, una corrente fluida e vorticosa che sembra plasmare a proprio piacimento le traiettorie sul palco. In un’atmosfera scarna e austera una successione di splendidi duetti si alterna a scene d’insieme minuziosamente calibrate. “Trenta minuti di vertiginosa bellezza”, sintetizza Francesca Pedroni su il Manifesto. Don Quixote è il prototipo dell’antieroe: sopravvive alla decadenza del suo tempo grazie alla follia e vive in virtù dei sentimenti più nobili e universali, amore e amicizia. Il suo spirito non omologato si incarna perfettamente in DON Q., la coreografia di Scigliano che ne fa una metafora dell’artista, in equilibrio fra la realtà e l’immaginario da lui stesso creato. ATERBALLETTO è la principale compagnia italiana di produzione e distribuzione di spettacoli di danza e la prima realtà stabile di balletto al di fuori delle Fondazioni liriche. Dal 1997, e per 10 anni, la direzione artistica è stata affidata a Mauro Bigonzetti, che ha saputo rinnovare l’identità artistica dell’ensemble con danzatori provenienti da tutto il mondo. Dal febbraio del 2008 la direzione artistica è affidata a Cristina Bozzolini, già prima ballerina stabile del Maggio Musicale fiorentino. Nel corso della sua storia più recente, ha goduto del contributo creativo di grandi coreografi: da Jiri Kylian a William Forsythe, da Ohad Naharin a Iztik Galili, da Fabrizio Monteverde a Jacopo Godani fino a Eugenio Scigliano. www.aterballetto.it ph. A. Anceschi Danza venerdì 21 febbraio 2014 40 Balletto di Roma FUTURA ballando con Lucio coreografie Roberto Castello regia Giampiero Solari in collaborazione con Aterdanza “Il Balletto di Roma non sbaglia un colpo e torna con la sua garanzia di successo.” Silvia Bernardi, L’Arena I paesaggi e i volti che Lucio Dalla ha cantato per l’Italia intera: una mappa condivisa del nostro immaginario poetico e musicale, riemerge, indelebile, nell’affettuoso omaggio che il Balletto di Roma dedica al grande cantautore emiliano. Come è stato per la musica dei Beatles nella colonna sonora del fantastico Love del Cirque du Soleil, le canzoni di Dalla scelte per lo spettacolo passano di nuovo per lo studio di registrazione: grazie alla collaborazione di Sony Music e di varie sale d’incisione, fra cui lo storico studio di via D’Azeglio a Bologna, il musicista Roberto Costa crea una nuova traccia musicale con brani e conversazioni originali dell’artista, facendo un lavoro simile a quello di George Martin sui pezzi del quartetto di Liverpool. La direzione e la regia del progetto sono affidati a Giampiero Solari, collaboratore e, come Costa, storico amico di Dalla. Roberto Castello, coreografo contemporaneo fra i più attivi e apprezzati in Italia, pur non avendo conosciuto Lucio e non avendo mai incrociato il proprio percorso con la musica leggera, accetta la sfida di comporre la partitura fisica. Danza il BALLETTO DI ROMA, che nelle ultime stagioni ha confermato la sua posizione di assoluto prestigio nel panorama nazionale. La compagnia è nata nel 1960 dal sodalizio di due icone della danza italiana: la prima ballerina Franca Bartolomei e l’étoile Walter Zappolini. Con oltre 150 messe in scena, in Italia e all’estero, nel corso dei suoi cinquant’anni di vita il Balletto si è arricchito di collaborazioni con importanti coreografi e con artisti ospiti come Andre De La Roche, Raffaele Paganini, Monica Perego, attraversando molteplici anime creative. Ma il suo attuale profilo, orientato alla coreografia contemporanea, è il frutto dell’incontro, nel 2001, con il Balletto di Toscana di Cristina Bozzolini. www.ballettodiroma.com Danza venerdì 14 marzo 2014 41 Compagnia Artemis Danza/ Monica Casadei Fondazione Teatro Comunale di Bologna 2013 Verdi - Wagner: progetto per il bicentenario della nascita LA DOPPIA NOTTE AIDA E TRISTAN coreografia, regia, scene e costumi Monica Casadei elaborazione musicale Claudio Scannavini su musiche di Giuseppe Verdi e Richard Wagner disegno luci Daniele Naldi corsetti La Perla - Collezione 2013 fondale virtuale e foto Fabian Albertini assistente/ ripetitrice Camilla Negri tecnico luci Paolo Gamper realizzazione costumi Silvana Ceriati collaborazione artistica Elena Bertuzzi, Fabrizio Montecchi, Alessandro Taverna danzatori Kehinde Agboola Awaiye, Francesca Cerati, Elena Cestaro, Francesco Colaleo, Vittorio Colella, Alice D’Altoè, Andrea Dionisi, Maxime Freixas, Chiara Montalbani, Gioia Maria Morisco, Sara Muccioli, Giulio Petrucci, Andrea Rampazzo, Francesca Ruggerini, Angela Valeria Russo, Emanuele Serrecchia, Filippo Stabile, Francesca Ugolini esecuzione musicale dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Felix Krieger registrazione settembre 2013 “La danza della Casadei disegna movimenti fluidi e disarticolazioni corporeee, mantenendo nella potenza, nel rigore, nella sensualità e nell’intensità la cifra stilistica della sua creatrice ed esaltando la bravura del collettivo di Artemis Danza.” Cristina Romagnoli, Il Resto del Carlino La Doppia Notte è la nuova creazione di Monica Casadei, eclettica coreografa emiliana formatasi fra Italia, Inghilterra, Francia e vari soggiorni in Oriente. Commissionato dalla Fondazione Teatro Comunale di Bologna nell’ambito delle celebrazioni per i 200 anni della nascita di Giuseppe Verdi e Richard Wagner, il lavoro continua un dialogo appassionato che la coreografa conduce da qualche tempo con la grande tradizione dell’opera, attraverso il linguaggio fisico e fortemente emotivo della sua danza. È fresco, a Cesena, il ricordo della travolgente Traviata presentata dall’ensemble Artemis Danza, da lei diretto. Aida e Tristano, due drammi, due destini immutabili, fatti di amore e morte. In questa tempestosa partitura, interpretata con straordinaria energia fisica da Artemis, Tristano e Aida sono presenze fantasmatiche e inestricabili: privati della voce, diventano corpi, potenti e vigorosi quanto evanescenti, metafore di tutte le storie d’amore e di morte, strumenti di un viaggio nei misteri più profondi dell’animo umano, che racconta la smisuratezza dell’amore. La musica è un’armonia ipnotica in cui Wagner confluisce in Verdi e Verdi in Wagner: un connubio reso possibile dall’arte del maestro Claudio Scannavini (anche docente al Conservatorio di Cesena) che ha saputo ricamare, fra le partiture originali delle due opere, nessi timbrici e contrappunti ph. G. Gherardi cromatici, tali da congiungere due universi tradizionalmente distanti. Curiosità: è La Perla, storica casa di moda bolognese, a vestire i danzatori di Artemis, con la sua nuova linea di Lingerie ispirata a Il Gattopardo. Lo spettacolo, che ha debuttato il 25 giugno al Teatro Comunale di Bologna e ha replicato sul prestigioso palco della Versiliana, è stato in prova al Bonci nel mese di maggio. www.artemisdanza.com Prosa 42 sabato 12 ottobre 2013 fuori abbonamento domenica 13 ottobre 2013 Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara Accademia di Belle Arti di Bologna - sede di Cesena FALSTAFF TEATRO MUSICALE di Arrigo Boito musica di Giuseppe Verdi Maestro direttore e concertatore Manlio Benzi regia Gabriella Medetti, Simone Toni PRIMA NAZIONALE domenica 15 dicembre 2013 GIUSEPPE VERDI TRA CANTANTI, ORGANETTI E GRAMMOFONI a cura e con testi di Mauro Casadei Turroni Monti con Gabriella Morigi soprano, Maurizio Leoni baritono Pia Zanca pianoforte e supervisione musicale Gabriele Marchesini voce narrante Franco Severi responsabile strumenti meccanici PRIMA NAZIONALE venerdì 31 gennaio 2014 InScena - Compagnia Corrado Abbati CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA musical di Nacio Herb Brown giovedì 6 marzo 2014 CONTR’ALTO DI DONNA Serata e concerto a ricordo dell’arte di Marietta Alboni grande cantante lirica romagnola d’acquisizione cesenate (1826-1894) Consegna del Premio al celebre mezzosoprano Fiorenza Cossotto PRIMA NAZIONALE Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21 eccetto la rappresentazione domenicale dell’opera FALSTAFF (13 ottobre): inizio alle ore 17 Teatro musicale sabato 12 ottobre 2013 fuori abbonamento domenica 13 ottobre 2013 43 Conservatorio “B. Maderna” di Cesena Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara Accademia di Belle Arti di Bologna - sede di Cesena Primo Palcoscenico presenta FALSTAFF di Arrigo Boito musica di Giuseppe Verdi nel bicentenario della nascita la Compagnia di canto Paolo Coni, Serena Dominici, Kato Fumiyuki, Ala Ganciu, Enrico Giovagnoli, Yao Bo Hui, Federica Livi, Maria Giovanna Michelini, Victor Mickovski, Luca Narcisi, Gloria Petrini, Massimo Rotundo, Andrea Tabili, Carlo Torriani Maestro direttore e concertatore Manlio Benzi Direttori del coro Gianfranco Placci, Aldo Cicconofri, Paola Urbinati regia Gabriella Medetti, Simone Toni scene Livio Savini costumi Collettivo di costume luci Fiammetta Baldiserri Orchestra e Coro dei Conservatori di Cesena, Pesaro e Ferrara PRIMA NAZIONALE in collaborazione con Ipsia U. Comandini, Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena - Comune di Cesena - ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Ser. In. Ar - Amministrazione provinciale di Forlì Cesena Uno straordinario progetto che ogni anno il Conservatorio “Bruno Maderna” e la sede cesenate dell’Accademia di Belle Arti di Bologna regalano ai numerosissimi melomani della città: allievi e docenti realizzano l’allestimento integrale di un’opera, curando nei minimi dettagli musica, canto, recitazione, scenografia e costumi. Il risultato è sempre emozionante. Per la prima volta al Conservatorio cesenate si affiancano i Conservatori di Pesaro e Ferrara. “Falstaff è l’immenso personaggio creato da Shakespeare nell’Enrico IV che, su richiesta della Regina Elisabetta, diventa protagonista di una commedia, Le allegre comari di Windsor, in cui l’intraprendente ‘pancione’ subisce una serie di burle da parte delle signore del borgo inglese che vogliono vendicarsi delle sue sfacciate avances. Giuseppe Verdi, ormai ottantenne, si cimenta con un genere praticamente mai affrontato nella sua lunghissima carriera, il genere comico, creando l’ultimo suo capolavoro. Nel bicentenario della nascita del Maestro, il Conservatorio ‘Bruno Maderna’ e la Scuola di Scenografia del Melodramma dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (con sede nella nostra città), propongono proprio l’ultima opera di Verdi, spassosa commedia in tre atti, in cui, accanto al comico, è sempre presente una venatura di amarezza e rimpianto sul destino umano. L’allestimento di quest’anno si avvale, oltre che della collaudata collaborazione con l’Istituto Comandini, del prezioso apporto dei Conservatori di Pesaro e di Ferrara. Docenti e allievi di ben cinque Istituzioni, pur incontrando grandi difficoltà di ordine logistico, economico e organizzativo, vogliono lanciare un messaggio di speranza per affermare con il loro entusiasmo e la loro tenacia che l’opera italiana è un patrimonio che non è destinato a morire, se costantemente vivificato e nutrito da forze giovani.” Adriano Tumiatti Direttore del Conservatorio “Bruno Maderna” www.conservatoriomaderna-cesena.it Teatro musicale domenica 15 dicembre 2013 44 GIUSEPPE VERDI TRA CANTANTI, ORGANETTI E GRAMMOFONI a cura e con testi di Mauro Casadei Turroni Monti con Gabriella Morigi soprano, Maurizio Leoni baritono Pia Zanca pianoforte e supervisione musicale Gabriele Marchesini voce narrante Franco Severi responsabile strumenti meccanici in collaborazione con AMMI, Associazione Italiana Musica Meccanica PRIMA NAZIONALE “Il concerto, in gran parte composto d’arie operistiche verdiane famose, prevede una comparazione tra voci liriche vere e proprie accompagnate al pianoforte e realizzazioni musicali meccaniche (organetto, violano, reproducing piano, grammofono teatrale). Si potrà così entrare in una STANZA VERDIANA inesplorata a teatro, quella del confronto tra un vero canto e le sue traduzioni-parafrasi per strumenti automatici. Il pubblico sarà guidato lungo il recital dalla lettura di testi sia d’invenzione che tratti da passi, anche sagaci e divertenti, di scrittori italiani tra Otto e Novecento. Questo il quadro storico-estetico di riferimento: la fortuna di Verdi e la sua diffusione presso il pubblico colto e comune, portava da una parte celebri pianisti-compositori come Liszt a creare musiche con cui più o meno liberamente si rielaboravano parti di opere verdiane, dall’altra permetteva ai musicisti di strada di arricchire le loro proposte all’insegna di Verdi. Un doppio livello della recezione verdiana e della sua fortuna massmediatica tra Otto e Novecento, di cui approfittò anche l’industria di strumenti musicali meccanici. Il nostro concerto permetterà di far rivivere l’amalgama di queste contaminazioni verdiane, passando dal teatro al salotto aristocratico-borghese, alle contrade e alle piazze, dove la manovella dell’organetto ‘cantava’ Verdi tra il trambusto ed il chiasso dei passanti.” Mauro Casadei Turroni Monti Teatro musicale venerdì 31 gennaio 2014 45 InScena - Compagnia Corrado Abbati CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA (Singin’ in the Rain) musical di Nacio Herb Brown allestimento Upstage Designs-London Cantando sotto la pioggia, il musical che ha conquistato il pubblico del grande schermo, è la nuova produzione, per la Stagione teatrale 20132014, della Compagnia fondata da Corrado Abbati, vero erede della migliore tradizione operettistica italiana. Chi ha amato il film con Gene Kelly sarà letteralmente travolto dall’energia dei vivaci interpreti, dalle impennate coreografiche, dal moderno e sorprendente allestimento e da una regia dal ritmo scattante. Due ore di piacere continuo, gioia contagiosa e musica famosissima, per uno spettacolo pieno di fascino, con divertenti gags, momenti di profondo sentimento e una forte originalità. Cantando sotto la pioggia ha tutto ciò che si può desiderare da un leggendario musical, ed è pronto a riportarci nell’elegante e affascinante Hollywood della fine degli anni ‘20, il periodo in cui il cinema passava al sonoro. Don, un giovane attore di varietà, decide di tentare la fortuna passando al cinema. Viene ingaggiato per affiancare la bellissima ma insopportabile attrice Lina Lamont in un film muto, che ottiene uno strepitoso successo. Lina, non ricambiata, si innamora di lui. L’avvento del sonoro convince il produttore a girare di nuovo, con il parlato, l’ultima pellicola della coppia. L’idea è ottima ma si rivela impraticabile, perché Lina ha un tono di voce gracchiante e fastidioso. Per risolvere la situazione, Cosmo, ballerino e migliore amico di Don, suggerisce di trasformare il film in un musical nel quale Lina verrebbe doppiata dalla giovane attrice e cantante Kathy di cui Don, nel frattempo si è innamorato. Lina si infuria quando scopre la verità, la sua gelosia è incontenibile e cerca, con ogni mezzo, di fare licenziare la rivale. La lavorazione del film procede come deciso e la prima è un vero trionfo. Quando a Lina viene chiesto di cantare, Don, Cosmo e il produttore la convincono a esibirsi in playback con Kathy dietro le quinte. Ma il sipario all’improvviso si alza... www.inscena.it Teatro musicale 46 giovedì 6 marzo 2014 CONTR’ALTO DI DONNA Serata e concerto a ricordo dell’arte di Marietta Alboni grande cantante lirica romagnola d’acquisizione cesenate (1826-1894) Luigi Tanganelli musiche per pianoforte di F. Liszt e S. Thalberg su temi cantati dalla Marietta Consegna del Premio al celebre mezzosoprano Fiorenza Cossotto e breve conversazione dell’artista con Piero Mioli Clara Giannone mezzosoprano - musiche tratte dal repertorio della Alboni al pianoforte Roberta Ropa PRIMA NAZIONALE “Concerto, ricordo, intervista, divulgazione, mondanità, ma sempre grande musica classica: a un’immagine del genere punta l’originale manifestazione ideata dal’Associazione culturale ‘Marietta Alboni’ mediante alcuni studiosi-critici musicali e fissata per il giorno natalizio della celebrata. Cantante del pieno Ottocento prediletta da Rossini, Marietta Alboni è stata una grande voce storica, che non va assolutamente dimenticata o relegata alle enciclopedie o biblioteche. Per questo l’Associazione, che si vanta d’aver acquisito il suo nome, ha costruito una serata nuova, diversa, articolata, soprattutto musicale ma non solo. Si comincia con un breve concerto memoriale: un affermato pianista eseguirà alla tastiera melodie vocali già famose nell’ugola di Marietta; si consegna poi il premio Contr’alto di donna alla celeberrima Fiorenza Cossotto, la cui luminosa carriera ha toccato anche pagine interpretate dalla Alboni, con tanto di conversazione su svariati temi d’arte e attualità; infine, si dà spazio al concerto vocale alboniano, che vedrà protagonista una giovane cantante in carriera tra le migliori allieve della Cossotto. Una serata musicale all’insegna della cultura, dell’umanità, della classe, di tutto quanto meriti la nobiltà del belcanto italiano.” Piero Mioli dipinto di A. J. Perignon CALENDARIO 12 ottobre 2013 fuori abbonamento 13 ottobre 2013 Conservatorio "B. Maderna" di Cesena FALSTAFF - TEATRO MUSICALE Palestra G. Spinelli (ex G. I. L.) 18-20 ottobre 2013 Socìetas Raffaello Sanzio GIUDIZIO, POSSIBILITÀ, ESSERE. - TEATRO CONTEMPORANEO Sala Teatro Valdoca 4-16 febbraio 2014 (riposo lunedì 10 febbraio) Teatro Valdoca COME CANI COME ANGELI - TEATRO CONTEMPORANEO 7 febbraio 2014 VERDI - WAGNER Reloaded - CONCERTI musiche originali di Fabrizio Sirotti 21-24 novembre 2013 IL SERVITORE DI DUE PADRONI - PROSA regia Antonio Latella 9 febbraio 2014 Aterballetto WORKWITHINWORK DON Q. (Don Quixote de la Mancha) - DANZA 3-4 dicembre 2013 fuori abbonamento Nicoletta Braschi, Roberto De Francesco GIORNI FELICI - ABBONATI IN ANTICIPO Prosa e Essai 11 febbraio 2014 VIKTORIA MULLOVA - The Matthew Barley Ensemble The Peasant Girl - CONCERTI 6 dicembre 2013 fuori abbonamento in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato Generale di Polonia in Milano DOMINIKA SZLEZYNGER pianoforte - ABBONATI IN ANTICIPO Musica e Danza 13-16 febbraio 2014 Gabriele Lavia I PILASTRI DELLA SOCIETÀ - PROSA 21 febbraio 2014 Balletto di Roma FUTURA ballando con Lucio - DANZA 15 dicembre 2013 GIUSEPPE VERDI TRA CANTANTI, ORGANETTI E GRAMMOFONI TEATRO MUSICALE a cura e con testi di Mauro Casadei Turroni Monti 22-23 febbraio 2014 Luca Barbareschi e Filippo Dini IL DISCORSO DEL RE - ESSAI 20 dicembre 2013 CARLO PARI pianoforte - CONCERTI 27 febbraio-2 marzo 2014 Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta OTELLO - PROSA 28 dicembre 2013 fuori abbonamento New Classical Ballet of Moscow LA BELLA ADDORMENTATA - DANZA 6 marzo 2014 CONTR’ALTO DI DONNA - TEATRO MUSICALE Serata e concerto a ricordo dell’arte di Marietta Alboni 29 dicembre 2013 New Classical Ballet of Moscow CENERENTOLA - DANZA 8 marzo 2014 ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO Il Giro del Mondo in 80 Minuti - CONCERTI 9-12 gennaio 2014 Ascanio Celestini DISCORSI ALLA NAZIONE - PROSA 11-12 marzo 2014 Roberto Citran NEL NOME DEL PADRE - ESSAI 14 gennaio 2014 ENRICO PIERANUNZI Piano Solo Story - CONCERTI 14 marzo 2014 Compagnia Artemis Danza/ Monica Casadei LA DOPPIA NOTTE. AIDA E TRISTAN - DANZA 18 gennaio 2014 Emiliano Pellisari Studio e NoGravity ltd PARADISO - DANZA 19 gennaio 2014 PAOLO FRESU Devil Quartet - CONCERTI 23-26 gennaio 2014 Alessandro Gassmann RIII - RICCARDO TERZO - PROSA 47 16 marzo 2014 ANDREA GRIMINELLI flauto EMANUELE SEGRE chitarra - CONCERTI 20-23 marzo 2014 Eros Pagni, Tullio Solenghi I RAGAZZI IRRESISTIBILI - PROSA 26-27 marzo 2014 Alessandro Haber UNA NOTTE IN TUNISIA - ESSAI 31 gennaio 2014 InScena - Compagnia Corrado Abbati CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA - TEATRO MUSICALE 29 marzo 2014 QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI - CONCERTI 1-2 febbraio 2014 Silvio Orlando IL NIPOTE DI RAMEAU - ESSAI 3-6 aprile 2014 Umberto Orsini IL GIUOCO DELLE PARTI - PROSA