Mirko MorelloG.C. 2010-2014 Diario Musicale “Perché la Musica fa sì che, ovunque, ogni uomo si appartiene!” I REPORT MIRKO MORELLO G.C. EUPHORIA Diario Musicale 2010-2014 I REPORT - 1 Mirko Morello G.C. Euphoria – Diario Musicale 2010-2014 © 2015 Mirko Morello G.C. © 2015 Magazine Morello Edition, Agrigento Progetto grafico MIRKO e Mirko Patti Progetto editoriale Mirko Morello G.C. in copertina, foto di pubblico dominio rielaborata dall’Autore. Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di quest’opera può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. EUPHORIA Euphoria Diario Musicale 2010-2014 (2015) AVVISO!1 Quanto segue queste scarne righe è uno scrigno d’intimità e ebbrezze. Fulgore di memorie raccolte (e gelosamente difese) degl’eventi assistiti e goduti. Esposti qui, tra le teche di queste pagine, come un vernissage in cui il lettore può vagare perdendosi. Emozionarsi rievocando persino presenza affina a certi momenti. Il tutto vergato nella più assoluta soggettività di gusto e giudizi. Per rabberciarsi all’anima quell’immensa sensazione di cui sono tossico. E l’Euforia è il tesoro che disseppellisco sempre, in fuga dalle noie e piaggerie del giorno. Ed è il solo retaggio che accetto. Dal mondo e dalle cose. È forza bastevole a rimarginare la piaga del vivere dismessi e non tradire la propria natura. Io, sono un’animale da concerto! 1 La Musica ha abbattuto (continuando tutt’oggi a picconare) generi, convenzioni e pregiudizi, barriere sociali (di razza e sesso) e di costume. È un miracolo d'equilibri; una strenue forza ecumenica. E presa e goduta nel suo nucleo, nella sua dimensione Ideale quali sono i live, la Musica (e le canzoni di cui s’adorna come una tiara) non somigliano più alla vita: divengono essa stessa! Un unicum in cui tutti noi siamo coinvolti. Con le nostre ingenuità e destrezze; con le nostre storie d’amore, di fedeltà e trasgressione, di amistà devote ed eroismo, crudeltà e disii. Col nostro essere tanto santi quanto peccatori, servi o amanti, semplicemente uomini e donne in cerca eterna del senso di sé che possa nobilitare tutto il resto. E la Musica, presa nella sua essenza più pura, è il viatico perfetto. È il viaggio nelle pieghe dell’esistenza. Fa sì, che ovunque, ogni uomo s’appartiene! Quest’opera è un restituire un grano di quell’immensa euforia che ad ogni live mi colma. 9 MESSINA – STADIO SAN FILIPPO 04/07/08 VASCO ROSSI – VASCO LIVE IN CONCERT REPORT POST EVENTO: Si può partire d’improvviso per Messina, come gentiluomini di fortuna, senza un biglietto in tasca e sognare Il Comandante uscire dalle quinte e donare carnalità del suo rock eterno? Si può! E lo confesso. Viaggiare in auto è sempre stato un calvario. Di nausee e sofferenza. Se non vengo costantemente distratto; se non vengo repentinamente distolto dalla mia mente. E sua ossessionante idea di star male. E allora cantiamo! Ripassando uno sterminato repertorio. Afoni ancor prima di giungere a destinazione. Sto bene. Con la vita e con me stesso. In viaggio. Nella sensazione confortante di esser lì per scelta e voluto; per il piacere della mia compagnia. Sto bene. E cantiamo! Mentre le strade sono rivoli in piena e i paesaggi t’inchiodano la vista come sirene omeriche. Ah le luci dei panorami di Sicilia goduti nel passaggio. Come una mano che carezza appena tutte le brevità di storie e di terre che ha da offrire serbandone delicatezze. Sono scenari da condividere. Cantando. E nelle linee sinuose dei cordoli stradali far sì che si dipanino gl’eventi, che la mente – rilassata – vagoli in preveggenze. Goda, in anticipo, di ciò che s’attende. 10 Gustando il tutto, nel viaggio, assiso nella comodità d’un sedile posteriore. Ma l’idea di raggiungere lo Stadio, in auto, per vie traverse, è impresa! E quando essa ha il suo agognato riposo sono i piedi a condurci in una memorabile scarpinata. Ho ancora negl’occhi lo sguardo di terrore di quella ragazza che cade tra i rovi dal piccolo muretto. La folla è immane e sempre più lentamente si defluisce. Fino ai cancelli: miraggio di salvezza e viatico per l’imminente entusiasmo atto a travolgerci. Completamente. Un bagarino supplisce la nostra mancanza del biglietto. Per timore di colossali raggiri ci facciamo accompagnare fino all’ingresso. Appena tutti dentro, l’ultimo di noi lo paga e ci raggiunge. Il delirio ha inizio. Ma i posti sono in tribuna e la tribuna non è degna di noi. E dell’evento. Così, corrompiamo un addetto alla security e ci infiltriamo in zona vip. Sotto il palco, ora, “gli spari sopra”2 sono davvero tutti per noi. Come il Blasco. Pura energia e amore. Erotico e genuino. Infido e brutale. La musica squarcia l’ultimo brandello d’anima che non hai ancora consacrato e gl’accordi finali s’avocano ogni sorta di meritato tributo. 2 Il riferimento è al singolo incluso nell’album omonimo del 1993. 11 E Messina, che avrebbe dovuto ospitarci per la notte, svaniva lentamente alle terga tornando a casa. Senza onorare il nostro pernottamento. Senza una parola. Tornare. Estatici ed inebriati; ancora ferventi verso un’alba chiara appena sorta. Siamo solo noi... Siamo solo noi...3 3 Definito un inno generazionale; il brano dà il titolo al quarto album in studio del Blasco, datato 1981. 12 MESSINA – STADIO SAN FILIPPO 24/07/10 LIGABUE – STADI 2010 REPORT POST EVENTO: Era impensabile supporre di potersi divertire ed assistere ad un evento ancor più magnifico di quello vissuto nel 2008 al Velodromo di Palermo. Ma è successo! E ne sono felice. Premesso ciò; sono state 24 ore allucinanti. Abbiamo dovuto affrontare un'infinità di ostacoli (dal caldo torrido alla fame cronica, dai dolori agl'arti inferiori al violento diluvio venuto giù a cinque minuti dall'inizio del concerto). E per le due ore e un quarto di spettacolo (dove necessariamente riesci a dimenticarti persino di te stesso disperdendoti nel flusso sonoro, nell'anima della Musica) questo genere di sfacchinate vale comunque la pena farle. Perché di viaggi ed eventi vissuti così, pur avendone già goduti diversi, non se n’è mai sazi. Come di chitarre voci e deliri. E nei ritorni, "sono vivo abbastanza"4. Con un'altra notte d'altissimo spessore emotivo, d'entusiasmo e vitalità goduta per proteggermi dalla noia e dal caos, stordente, della quotidianità. 4 Estratta dal brano Sulla mia strada. Quinto singolo estratto dall’album Miss Mondo pubblicato nel 1999. 13 AGRIGENTO – VALLE DEI TEMPLI 06/08/2010 GIOVANNI ALLEVI – LIVE 2010 PIANO SOLO REPORT POST EVENTO: UN'ANIMA GRANDE Alfine ti vivo. Ti sento. E m’inebrio! Finalmente! Un piccolo sogno che si realizza: applaudire dal vivo Giovanni. Persona straordinaria e geniale Artista. Realtà inequivocabili. Così com’è stato per I Promessi Sposi, la collina illuminata oltre il palco è cornice magnifica e sfarzosa: atmosfera ch’ascrive al mito. È riverente tributo che la mia terra sa, perfettamente, rendere al Genio che la sceglie e ne apprezza la dote. E stanotte, il Genio, sembrava avere un’infinità di mani per l’eccellente maestria e sapienza da cui lascia fluire una musica da oblio mai così dolce e puro. Oggi rileggevo il saggio di Baudelaire sull’hashish; ebbene, la musica fluita da quelle mani (resa armonica e massimizzata dal piano) sortiva effetti non analoghi ma superiori: il tempo cessava le sue prerogative, si smarriva con la mente al pari del luogo e delle forme. Bastava altresì chiudere gl’occhi per possedere l’eterno racchiuso in un attimo ch’è puro amorfismo! Bastava altresì chiudere gl’occhi per esser travolti da sinestesie feroci e sublimi. C’è una Poesia nuova in fondo a quella Musica. Ne fungeva da cuore. Da motore primo. Mobilissimo. Come un Jazz, un pianto sincero, un amore passionale e sfrenato. 14 Un appartenere improvviso e così viscerale a quest’esistere che ti si brucia l’anima al solo concepirlo possibile. Allevi e le dita, la postura arcuata sul piano, essenziale, minimale, quasi non volesse disturbare, quasi si confessasse a Lui: pianoforte e amico intimo. E innanzi a loro un pubblico devoto e muto, ebbro. In estasi! C’è un trasporto continuo ed inevitabile dettato da questa Musica; nella memoria uditiva e d’esperienze ch’Essa stessa ha influenzato od arricchito. Giovanni, stanotte, al piano, è stato un colosso: raffronto che fa impallidire, paradossalmente, la sua umiltà d’uomo ed esilità fisica (testimoniata dalla febbre che lo ha accompagnato sul palco ma che non gli ha impedito l’esibizione): fragilità ch’è amalgama d’imbarazzo e timidezza. Gigante nell’innocenza, è un’anima grande! Una folgorazione per la quale, alla fine del viaggio, non ci si può esimere dall’inchinarsi ed applaudire. Ringraziando per il modo, l’emozione; per l’immenso svelato e resoti possibile per un’ora intensa d’amore e musica per piano solo. 15 ROMA – STADIO OLIMPICO 08/10/10 U2 – 360° TOUR REPORT POST EVENTO: La prima volta in aereo e la vertigine. Lieve. Come un distacco. Fisico. Dalla terra al cielo: ingegno dell’uomo moderno atavicamente ossessionato dal volo. E poi, di nuovo la terra. Roma. Amata. Riavuta come un desiderio che s’avvera – nello stupore – quando cade una stella. Roma. Alta marea di ricordi che mi tramortì cullandomi. Al fine di scortarmi in hotel. New York.5 Altro sogno. Altro giro. Che viaggio! Periplo di due giorni con evento. Epocale. In terra santa! Solo il nome dà tremore ai polsi. Rende demenza alla bocca. Sbava, senza cura né controllo. U2! Altra vertigine. Violenta. Come un orgasmo buono. Degno. Che quando passa affama e rende folli. Già tossici. Incurabilmente dipendenti. U2! È il rock di Dublino nell’incanto di Roma. Il Rock: fonte inestinguibile d’artigiana saggezza. 5 In realtà l’hotel in cui si è soggiornati si chiama York Hotel. Ma con gl’anni, nei racconti ai terzi abbiamo sempre aggiunto un New, un po’ per inziale dimenticanza (e sbadataggine) un po’ per abitudine. 16 “In the city of blinding lights”6 passeggiare perennemente attratti; flâneur spensierato. Leggeri dalle derive tossiche del quotidiano e della moria siciliana. Sempre più vivo. E in cammino. L’Olimpico. Altre luci scintillanti. Il marmo. La storia. Aperitivi d’attesa. Prima dell’esplosione emotiva. Tribuna Tevere. Un’orgia di cori: voci ed inni. Un grazie muto alla vita concessa. E allora “hold me, thrill me, kiss me, kill me”7. Amen! Nei ritorni, l’euforia non si disperde. Sussurra ricordi. Emoziona ancora. Tramonta il sole sui Cedri, a Beirut.8 E nei ritorni, mi abbandono a fantasmagorie. U2. Vertigo9. 6 Terzo singolo estratto dall’album How to Dismantle an Atomic Bomb del 2004. Brano del 1995 utilizzato nella colonna sonora del lungometraggio Batman Forever. 8 Si cita il brano Cedars of Lebanon incluso nell’album No Line on the Horizon. 9 Dallo spagnolo; “vertigine”. Si riferisce anche al primo singolo estratto dall’album How to Dismantle an Atomic Bomb. 7 17 AGRIGENTO – PALACONGRESSI 07/01/11 RIO – IL SOGNATORE TOUR 2010-2011 REPORT POST EVENTO: Premesso che come città ci siamo, al solito, fatti riconoscere (per indifferenza, ignoranza e un'irrinunciabile menefreghismo. Si sono permessi addirittura – la pessima organizzazione – di salir loro sul palco una sedia sfondata!!!), in un Palacongressi pressoché spoglio, i Rio sono stati impeccabili e generosi sospinti da quei pochi di Noi che, accorsi sotto al palco al primo loro accordo, li hanno trasportati fino alla fine in un delirio di Rock sincero e voci calde che hanno fatto dimenticare del tutto la pochezza del pubblico presente. È stato, ed è la terza volta che mi capita, un concerto per pochi intimi, in cui l'interazione con la band è stata totale e la musica profusa ha resi vivi e grati di esserci. Sempre! Fino all'ultima cellula10. 10 È il titolo della terza traccia inclusa nell’album Mariachi Hotel del 2004. 18 AVE DEVADIP!11 La chimera del Guitar Heaven In questi giorni ripensavo ad una battuta di Keira nel film Last Night: “È strano come puoi svegliarti e non sapere come sarà la giornata... 80...90...1000 giorni passano senza che succeda niente e poi, all’improvviso... ciao!”. La ragione del discorso, nella sequenza cinematografica, era l’incontro con un amore del passato; per me, una settimana fa, nella vita inerme, una telefonata ugualmente inattesa. All’ora di pranzo, mentre in padella prendeva aroma e colore la pancetta per la carbonara, Pio mi annuncia – euforico come ai bei vecchi tempi – che Sua Maestà Carlos Santana tornerà in concerto quest’estate per tre tappe del suo Guitar Heaven European Tour. La mia prima reazione, senza neanche sapere i luoghi esatti, è stata di sospendere l’attività di cuoco e precipitarmi sul suo sito ufficiale. Di modo che la gioia dispensasse del tutto l’incredulità e si trasformasse in apoteosi allorché scoprivo che una delle tre si sarebbe tenuta al Teatro Antico di Taormina. Solo sei ore di treno a separarci! E lì s’innescò la mia straordinaria verve organizzativa. E quando succede, ho netta impressione di vivere solo per questi momenti. Così, finalmente, dopo anni di tentativi a rincorrerlo (come quel maledetto Brescia 2009 che ancora oggi celebriamo come un 11 Nel 1972 Santana diventò grande fan del gruppo The Mahavishnu Orchestra e del suo chitarrista John McLaughlin. Venuto a sapere dell'interesse di Carlos per la meditazione, McLaughlin presentò lui e Deborah al guru Sri Chinmoy. Questi li accettò successivamente come discepoli nel 1973, e a Santana fu dato il nome di "Devadip" - ovvero "Lanterna ed occhio di Dio". Il report pre-concerto è datato 06-07-08 aprile 2011 (16.01). 19 lutto), ho tra le mani il biglietto di un sogno realizzabile. Una nuova possibilità di salpare e di trasformare il viaggio verso il Teatro Greco in un vero e proprio pellegrinaggio verso un luogo che, negl’anni futuri, rimarrà, a mia memoria, santo e simulacro di un prodigio assistito. In cui la natura della mia felicità ha potuto dipanarsi e rendersi epifanica. Ho conosciuto Santana, musicalmente, circa un decennio fa in un pub di Fiuggi dopo una giornata massacrante di gare nazionali ai campionati di nuoto. L’ho odiato istintivamente! Colpa dell’ambiente insalubre in cui ci avevano trascinati. Sembrava, con memoria texiana, di stare dentro un saloon: per i vocii da bettola, le dense nebbie di fumo di migliaia di sigarette accese e di quella musica che, al posto dell’indifeso pianista all’angolo, scaturiva da un live di Carlos proiettato su di un maxischermo ad un volume insostenibile. Solo la fuga per una passeggiata notturna per le strade deserte di quella Fiuggi dormiente ridiedero tregua a miei nervi e soprattutto aria e silenzio. Dovette trascorrere del tempo prima che di quella chitarra – che già quella notte m’aveva sussurrato il suo credo bellissimo – non potessi farne a meno e si rendesse mastice per un’amicizia come più ormai non se ne consolidano. Tempo, sostengo, che trasformò il piacere dell’ascolto in fede e la chimera di fisicamente assistere ad un suo concerto in evento bastevole per infiammare una vita intera. Ma i sogni – lo so per vissuto! – quando non hai stelle propizie coadiuvanti la tua incrollabile volontà di realizzarli, vengono troppo spesso travolti; troppo spesso falciati in corso d’opera, costretti ad essere 20 procrastinati ad un tempo indefinibile. Ma succede – di rado ma succede! – che passano davvero 80, 90, 1000 e più giorni senza che la tua vita abbia sussulti validi finché, d’improvviso, il caso e la tua volontà si ritrovano su strade simultanee e parallele in cui fluire. E quel tempo – che somiglia molto ad una terra in cui seppelliamo i nostri sogni sfioriti – torna nuovamente a fioriture che non ti aspetti. Un tempo finalmente maturo e da cogliere. Suggendolo! 21 VERONA – ARENA DI VERONA 04/06/11 ZUCCHERO – WORLD TOUR 2011 REPORT POST EVENTO: Mi limito a ribadire, con fiera voce, la nostra fede: “Noi crediamo nell’amore della gente comune. E nel Blues! Il Blues non morirà mai!”12. Ho da esser grato all’Artista per una notte che vale una vita. Per tutti quei grappoli di giorni che appassiscono come uva infetta: ammorbati di quotidiano nocivo, di spleen e noia; mortificati dai compromessi. Per tutti quei giorni in cui la rassegnazione è predominanza e puoi solo fuggire – alla maniera dei poeti – attraverso i sogni. Ma vale vivere le ricadute, sottostare ribollendo alla dura lex del Caso; vale sempre per, una volta ancora, ritornare alla Musica. E raccontare. Con foga e tumulto Lei torna per assolverti e amarti squadernando il suo oblio dolce; un sorso infinito d’Assenzio, una carezza d’approvazione. E so, finché un miracolo non la inneschi, che la mia vita deve necessariamente esser goduta e consumata così: ruggendo nel cuore del tumulto, tra folle d’astanti in ebbrezza, nel canto che santifica gole e voci ignote; partecipando – con felicità puerile – all’unica possibile epifania del Divino nella vita Umana: un concerto d’emozioni immense! Un interagire di generazioni scevre d’ogni cliché e 12 Massima recitata da Zucchero ad ogni concerto. 22 preconcetto imposti. Fluire in quell’oblio e ricominciare a vivere. 23 AGRIGENTO – PALACONGRESSI 25/03/12 MARIO BIONDI – DUE - THE UNEXPECTED GLIMPSES TOUR REPORT POST EVENTO: IL CROONER E IL BAMBINO Ho soltanto una richiesta stanotte: emozionami! Così pensavo, attimi prima del suo ingresso sul palco. Così mi affidai finché da quel palco è sceso e il silenzio è tornato ad inghiottirmi. Per tutte le due ore e un quarto del concerto mi sono riappropriato del bimbo biondo che ero e di quei suoi occhi; con quegl’occhi ancora capaci di guardare. Ancora capaci di provare lo stupore delle prime scoperte. Affascinato e felice. Una felicità ch’è ebbrezza. Ennesima scommessa vinta con la sorte. E per una notte, lasciatemelo incidere, c’è stata un Agrigento da ricordare. Impeccabile e sincera. Senza riserve. Come Mario, trionfale e sontuoso; a tratti talmente intimo da lasciarti, nitida, l’impressione di conoscerlo da sempre. D’averci cacciato insieme quei ragni crociati nella fabbrica abbandonata o collezionato minerali così come nelle pause ha voluto confidarci presentando ora un’ospite ora un amico. Ed io, commosso, mi sono innamorato del Sax fin dalle note dell’intro; dell’atmosfera intima d’una scenografia semplice, minimale: ricorda l’America degl’anni trenta. Un locale di Chicago. 24 E poi la voce, quella voce che ti tiene a caldo e al sicuro per poi di colpo scuoterti e innalzarti: come non sentirci dentro e tutt’intorno il delta di New Orleans dirompere e invaderti‽ Un distillato di papaveri per scivolare dentro a un sogno da cui tornare (negl’intervalli di sferzante ironia) o trascinati più lontano dalle variazioni di ritmo: incalzante, quasi tribale, caraibico; brasileiro. Ecco cosa è stato questo concerto finché non mi sono reso conto, all’improvviso, che tutto, sul palco, è carne vera e viva e l’emozione si fa allora più intensa. È simbiotica. Si mescola al respiro. Respiro che ho perso, smarrito nel flusso tra il cantato e la musica, giunti a Something that was beautiful – capolavoro del maestro Bacharach – dove ho amato ogni istante della mia vita che mi ha condotto fin lì. E ho reso grazie (alla mia maniera) mentre la musica trionfava intorno elargendo, a ciascuno, una bellezza struggente. E poi, dopo i tributi ad Aretha, Amy, Lucio e Whitney Perché non ballare una samba? Così ancora il ritmo, così ancora un naufragio in moltitudini d’emozioni e quella voce, sempre quella voce come àncora e approdo. Fino al sipario. Finché non sopraggiunse il silenzio. 25 TAORMINA – TEATRO ANTICO 17/07/12 LIGABUE – SOTTO BOMBARDAMENTO 2012 - ROCK IN TAORMINA 13 REPORT POST EVENTO: Torno a Taormina come sempre si ritorna ai luoghi in cui hai amato e goduto la vita: con entusiasmo e trasporto. E un grano di riconoscenza. [FRAMMENTO PER IL FINALE]: Tutti i miei giorni di chitarra e pioggia. [...] E alla vita chiedere in obolo un’altra notte d’eterno. 13 Purtroppo è un quadro a tela sporca. Un rimpianto incredibile. Ma non per mia colpa. Dacché la mia verve organizzativa è stata messa da parte da un affidarsi a terzi che, manco a dirlo, ha deluso. L’increscioso incidente è avvenuto poche settimane dopo aver avuto conferma dell’evento e dell’aver già preventivamente bloccato i nostri biglietti con tanto di pullman organizzato. Un’infausta mattina mi annunciano che non ci sono più né biglietti né pullman né concerto. Il box-office a cui il mio contatto s’era affidato si è rivelato una truffa assurda che (fortunatamente) non ci è costata nulla in termini economici ma che ha gravemente danneggiato l’economia d’entusiasmo della mia estate. Purtroppo il repentino sold out dell’evento mi ha impedito categoricamente di rimediare. Un’occasione meravigliosa di cui, ancora oggi, mi sento derubato. Ne rimangono questi frammenti, scritti nella visione di ciò che doveva essere e che forse sarà se quell’occasione, incredibilmente, un giorno dovesse ripresentarsi. Con buona pace del mio contatto e a questo schifoso mondo di pirati e banditi. 26 AGRIGENTO – TEATRO VALLE DEI TEMPLI 04/08/12 CAPAREZZA – ERETICO TOUR 4 - L’ESTINZIONE REPORT POST EVENTO: Ero dentro il tunnel quando Capa ne denunciava, con sfrenata ironia, l’uscita e la resistenza ai margini. Ed è proprio questa resistenza: impegnata, politica, lirica e sbugiardante (tipica di certi spiriti liberi) che affascina e conduce a cedere l’udito per un ascolto più approfondito. E in questi anni di crisi, di “maledetti forcaioli impreparati”14, la squinternata follia (mista alle parole armate tipiche del Rap) rappresentano perfettamente quel volano ideale per scardinare e rendere al popolo – tribù di nuovi eretici – quelle verità scomode che andiamo cercando. E restituire lustro e dignità a questa Patria assente. 14 Estratto dalla canzone Non siete Stato voi contenuto nell’album Il Sogno Eretico del 2011. 27 AGRIGENTO – TEATRO VALLE DEI TEMPLI 28/08/12 ANTONELLO VENDITTI – UNICA TOUR 2012 REPORT POST EVENTO: Concerto dedicato a Dalla che ha insegnato l’Amicizia a molti: il valore e il dolore; la sconfinata bontà nell’atto dell’appartenersi. E Venditti canta il dramma e l’ardore; squaderna quotidiani: voci e storie di sconosciuti così fraterni e veri che ti appartengono crescendo. Maturando insieme sotto l’astro dell’esistenza. Dove l’amore e l’amistà, il dramma della perdita, del lavoro e futuro incerto si fanno, una volta di più, coscienza popolare e dottrina per uomini giusti. Per donne vere. Le donne: retorica di quel brivido irrefrenabile che oblia ogni coscienza e costringe “dalla pelle al cuore” a ritornare, per la speranza e il sogno del trattenersi. E Venditti – miraggio di “mille profeti e quattro cantanti”15 – s’incanta, incastonato nella poetica d’atmosfere delicate e sommesse che la Valle porta in dote alla sera, per predicare altra vita: più intensa e spericolata come mai. Mentre il sax di Bianchi16 commuove finanche il mio Diavolo Blu e la chitarra di Toti17 è ipnosi di maestria corrivante18. E lascia grati alla vita milioni di labbra che s’aprono all’aurora: luce indissolubile di Giunone e Concordia. 15 Tratto da In questo mondo di ladri. Canzone contenuta nell’album omonimo del 1988. Amedeo Bianchi saxofonista. Docente di produzione musicale e sax. 17 Benedetto ‘Toti’ Panzanelli. Chitarra elettrica solista. 18 Di corrivare: far affluire acque a uno stesso corso o bacino. Sontuosa metafora morelliana. 16 28 Nel canto. 29 AGRIGENTO – TEATRO VALLE DEI TEMPLI 19 16/09/12 FIORELLA MANNOIA – SUD - IL TOUR REPORT POST EVENTO: Il mio Sud sono gli sguardi di chi ha nutrito la mia dolcezza di bambino e amato con smisurato trasporto. Sono memorie d’un mare eterno nella mia intimità d’uomo e di figlio e quel sussurro – come un’invocata santità – nelle comunioni e nelle sere. Non una nota ancora ma già sogno un albero d’Africa in ascolto; Alì fermo ad osservare: conserto ed espressivo. Non una nota ancora e già sogno quella voce e quel volto: avanguardie d’un’emozione dirompente. Prima lacrima d’amore. Le ombre sul palco e la nota ed è Africa, Sud; Casa. “Alì danza in cerchio sulle gambe”20 e da sottinsù osservo la vita emigrare dagli occhi sulle labbra e farsi canto per riedere e darsi al pianto. Prima lacrima per amore. Fiorella, tu che accendi settembre di rosso e beltà vera (di donna sensuale senza età) incanti come gl’iridi del consanguineo una madre: di dolcezza e immensità. 19 Inizialmente fissato per il 14, il concerto è stato posticipato di due giorni a causa delle condizioni metereologiche non ottimali. 20 Estratto dalla canzone Quando l’angelo vola contenuta nell’album Sud del 2012. 30 Restiamo vicini... E la musica è ritmo, devozione e semplicità di pose ed ironia. Compiacenza e irresistibile slancio di partecipazione. Qui, siamo liberi di parlarci ai cuori nel giorno devoto al restituire un sentire più intenso: tutta quanta la nostra conclamata umanità. Restiamo vicini... Distanti, col senno dei giusti, dalle politiche predatorie e teofanie apocalittiche di profeti ubriachi. “E se l’amore che avevo non sa più il mio nome”21, qui possiamo invocarli e lasciare che si librino (coreografie d’un dandelion) tutti i nostri amanti nello struggersi d’un bandoneon. Restiamo vivi... Esercitando il nostro potere più grande: restare insieme senza inginocchiarsi e mendicare, rinsaldando con forza i legami con la nostra terra senza più farci denigrare. E non sarà la fede nei misteri ma il coraggio d’accettarci nelle diversità, l’energia del nostro agire per l’esistere futuro. Fiorella ondeggia sulle corde del Kora22 e spalanca al mio sentire nettati orizzonti; una nuova armonia. 21 Estratto dalla canzone I treni a vapore contenuta nell’album omonimo del ’92. La kora è uno strumento musicale del gruppo dei cordofoni, della famiglia delle arpe a ponte; è considerata un'arpa liuto. È uno strumento tradizionale dell'etnia Mandinka, diffusa in buona parte dell'Africa occidentale. Ballaké Sissoko, originario del Mali (e ospite del tour della Mannoia), è uno straordinario interprete di questo strumento. 22 31 Si placa il vento, si rimane soli, in un sogno blu di riflettori e pianoforte. E il tuo canto. Fiorella... Perché ogni volta che sento la tua voce, io m’innamoro della vita. Ancora. 32 VERONA – ARENA DI VERONA 01/05/13 ZUCCHERO – LA SESIÓN CUBANA WORLD TOUR REPORT POST EVENTO: TESTE DI COCCODRILLO E ROSE BIANCHE Necessitavo di nuova fuga. Attesa, Verona era ancora la promessa d’unione ch’aspettavo. L’evasione e il respiro – sempre performante – di serenità. Così, da Treviso al sole di piazza Bra e con le ore di cammino foto e risa da Vicenza a Venezia, s’esplicò il tour emotivo d’avvicinamento alla Nota centrale: epicentro del viaggio e sogno cullato da un anno. Portare l’emozione d’una città nel cuore permeabile di un’altra è impresa: colossale e fervente. Come la scenografia sul palco: teste di coccodrillo, mojos innalzati e quel cannone. Manovra improvvisa ch’accese la sua bocca di fuoco goliardica per sancire l’ultimo delirio d’euforia. E qui, sempre, si staglia presenza e possanza del blues. Viscerale, intimo, sovversivo. Cura. E la voce di Zucchero – che ad esso si sposa, lo diffonde e conduce – è roccia malinconia e furore. Sa di vite spese nell’ebbrezza d’estati inseguite; di sogni ingenui e genuini. E mentre s’effonde “odore di femmina sandalo e bambù”23 io, 23 Estratto dalla canzone “Vedo nero” inclusa nell’album Chocabeck del 2010. 33 grato, quaggiù, mi fondo con l’Arena e sono sasso corpo voci salti sudore mani fratello e complice; la rosa blanca ch’ondeggia per “Guajira” e “l’amico sincero”. Il prodigio d’esserci ancora. Così, rapito, vibravo ondeggiando. E la chitarra di Ferrer24 in “Indaco dagl’occhi del cielo” così come quell’elettrica di Kat25 in “God bless the child” commossero elevando stati di grazia. Così, grato, affondo in una passione totale e nostro credo. “Per non tornare; per non tornare...”26 24 Elmer Ferrer. Chitarrista cubano-canadese. Musicista estremamente versatile e prolifico. Kat Dyson. Chitarrista e vocalist. 26 Estratto dalla canzone “Let it shine” inclusa nell’album Fly del 2006. 25 34 AGRIGENTO – TEATRO VALLE DEI TEMPLI 27/07/13 ZUCCHERO – LA SESIÓN CUBANA WORLD TOUR REPORT POST EVENTO: Teniamoci la tenerezza, il genio armonico sulle dita di Ferrer, la bellezza nera, angelica, del Sud, di Kat e la sua rossa: un flusso di sangue elettrificato e corde: stami di vite da percorrere e benedire. Teniamoci la leccornia di queste sere, gl’entusiasmi di Kerkent avvolta e quella voce. Sempre. La Tua. Ineguagliato naufragio nell’emozioni! Che per difenderci, nelle vene, la Vita, del palpito ispirato di questa terra, amore mio si nutre. 35 Indice <<Euphoria>> p. 9. Avviso! 10. Vasco Rossi 2008 13. Ligabue 2010 14. Giovanni Allevi 2010 16. U2 2010 18. RIO 2011 19. Santana 2011 22. Zucchero 2011 24. Mario Biondi 2012 26. Ligabue 2012 27. Caparezza 2012 28. Antonello Venditti 2012 30. Fiorella Mannoia 2012 33. Zucchero 2013 35. Zucchero 2013 (II) Finito di stampare nel mese di Agosto 2015 presso Eliografia Patti Via Gian Lorenzo Bernini, 39 92100 Agrigento Stampato in Italia – Printed in Italy Mirko Morello Gallo Cassarino nasce ad Agrigento il 20 novembre 1989. Poeta, scrittore, drammaturgo e sceneggiatore si forgia sul Maledettismo francese fregiandosi del titolo d’Ultimo Poeta Maudit. Laureato in Scienze dell’Educazione, da dieci anni scrive con passionalità e dedizione assolute spaziando, sapientemente, tra opere in prosa e raccolte di Poesia (sua imprescindibile sorgente), saggi e articoli, opere teatrali e sceneggiature.