sconto del 50% - Deep Club | Verona

Editoriale
Come iniziare il primo editoriale di una rivista a distribuzione gratuita che ha fatto storia nel genere,
e intrattenuto nella sua lettura migliaia di universitari veronesi? Senz’altro rendendo omaggio al suo
passato, ma soprattutto presentando quello che
sarà il suo nuovo corso.
La società Deep Club ha acquistato la “testata”
ormai ferma ai box da qualche anno, con l’intento e
la consapevolezza di poterle far rivivere i fasti d’un
tempo, mantenendo il suo standard e avvicinandola di più al divertimento, al mondo della notte, agli
svaghi e agli intrattenimenti giovanili, abbinando
rubriche dedicate ai viaggi, alle tendenze, ai fenomeni, e a personaggi d’attualita’ che nella vita di
tutti i giorni possono essere parte del pubblico.
TRENTA NIGHT, questa sarà il suo nuovo nome,
avrà un formato di 24 x 17 cm, 32 facciate di
partenza che aumenteranno di numero in numero,
in distribuzione in 4.000 copie. Trimestralmente ci
accompagnerà per il primo anno per poi farlo bimestralmente , con l’obiettivo di tornare ad essere
una rivista mensile in un triennio. Sarà presente in
pdf sul sito www.deepclub.it, e potrà essere ricevuta via mail, per chi se lo perderà in cartaceo.
Non aggiungiamo altro, vi invitiamo a sfogliarla,
con la speranza che vi entusiasmi...e se così non
dovesse essere, vi garantiamo che di volta in volta
faremo il massimo per migliorarla.
A.V.
Iscrizione:
Tribunale di Verona n. 794 del 10/02/88
Direttore Responsabile:
Sandro Benedetti
Editore e Proprietario:
Deep Club sas
Via Valverde, 65 - Verona
Stampa:
Centro Fotolitografico srl (Caldiero)
PER LA PUBBLICITA’
e per comunicare con noi:
347 4773311 - 335 1808608
www.deepclub.it - [email protected]
Sono vietate le riproduzioni, anche parziali, dell’intero contenuto della
presente pubblicazione; ogni mancanza verrà perseguita a norma di legge.
Foto e testi a noi inviati, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.
Il “BAR TIFFANY” nasce sulla falsa riga dei
LOUNGE BAR di Milano offrendovi ogni sera,
nell’ ora dell’ aperitivo, un ricco buffet sempre
differente ed invitante con musica Ambient
mixata dal Dj. Atmosfera calda ed accogliente
data dai vivaci colori sulle pareti e con effetti di
illuminazione all’avanguardia fanno da contorno
agli innovativi e variopinti cocktail che scaturiscono dalla fantasia di questo locale “fashion”.
Locale pre disco, per gustare ottimi aperitivi,
se cercate un locale per feste di compleanni,
feste con musica, feste universitarie, feste di
laurea, o feste a sorpresa. Prima di andare in
discoteca ricorda di passare al Tiffany il locale
predisco più pazzo di Verona. La Domenica è
HAPPY HOUR con Ricco Buffet accompagnato
dalla Musica a 360 gradi, Lounge e House di
DJ Dino Tronconi, dagli infiniti Cocktails che potrete gustare, alla varietà di Vini e Aperitivi alla
Frutta che troverete,contornato da un coinvolgente clima di divertimento e di allegria.
Via Arno, 2 Golosine Verona
info e fax 045 956 582
Francesco 347 425 2053
www.bartiffany.net - [email protected]
Dance Music
The History of Disco
Gli inizi. I primi locali da ballo. Le prime discoteche e i primi dj’s.
La disco music fa il suo ingresso nei primi clubs....
In queste poche righe ci sono solo i passaggi essenziali della Disco Music, e mi scuso fin da adesso se ne ho omesso qualcuno ma citare tutti i personaggi avrebbe allungato a dismisura questa
sezione e...accorciato le mie notti! Ho preferito, quindi creare una breve sintesi con i passaggi più
importanti e approfondendo i profili dei vari artisti e delle canzoni nelle sezioni apposite.
L’idea di discoteca è originaria dell’Europa e risale all’occupazione nazista in Francia. All’epoca era
vietato suonare il Jazz, un genere nero e tipico degli Usa, nei locali e per questo motivo molte
persone si riunivano per ascoltare le loro canzoni preferite su vinile. La cosa non aveva molto a che
fare con la discoteca come noi la intendiamo, ma per la prima volta nella storia la gente usciva per
ascoltare e ballare musica registrata.
In America questa idea fu esportata da un francese, Arthur che aprì la prima discoteca americana
nei primi anni 60 e il suo primo dj fu un cameriere, Hyatt Magro. Questo nuovo atteggiamento verso il ballo divenne ancora più importante, alcuni anni anni dopo, con il British Pop invasion in un club
di New York chiamato Electric
Circus. Il suo dj Terry Noel diede
un contributo enorme alla figura
del disk jockey, che non era più
solo uno che passa i dischi, associando le luci al ritmo e i dischi
secondo generi e umori.
Ma la nascita del vero dj risale
quasi sicuramente al club The
Sanctuary ad opera di un italoamericano (guarda caso!) Francis
Grasso: la folla andava in delirio
per i perfetti accostamenti di ritmo e quei strani esperimenti di
batterie e percussioni incrociate
(anche se il Maestro non aveva
ancora piatti col pitch!).
Nei primi anni 70 alcuni dj’s di
origine italiana sono protagonisti
delle scene disco: Nicky Siano
(divenuto in seguito resident del mitico Studio 54), inizia a proporre musica innovativa, come
Love’s Theme di Love Unlimited Orchestra, T.S.O.P. di M.F.S.B., mentre Dave Mancuso lancia uno
sconosciuto singolo import, Soul Makossa di Manu Dibango: improvvisamente la Disco emerge dai
clubs e diventa fenomeno di massa. George McCrae, Hues Corporation, Barry White raggiungono
i vertici delle classifiche di tutto il mondo. Ma altre città dopo New York iniziano a proporre i loro
artisti creando veri e propri filoni all’interno della Disco: Philadelphia lancia i già citati Mother Father Sister & Brothers (M.F.S.B.), Billy Paul, O’Jays, Harold Melvin & Blue Notes e tanti altri grazie
alla label Philadelphia International fondata da Kenneth Gamble e Leon Huff, e da Miami la TK Disco
sforna nomi come K.C. and the Sunshine Band, Jimmy Bo Horne, T-Connection, Foxy, Peter Brown,
Anita Ward, etc.
I Dj’s ed i produttori divennero le stars di questo nuovo filone musicale, e tra quest’ultimi Tom Moulton che presentò un’innovazione
notevole: lui inventò letteralmente il discomix (inizialmente chiamato
“Giant 45”) quasi per caso. Un giorno andò in sala per travasare in
acetato i nastri di “I’ll Be Holding On” di Al Downing ma i 7” erano
finiti e col tecnico decisero di usare un 10”; durante il passaggio
notarono con entusiamo che potevano aumentare il segnale di ben
+6 dB e far suonare il pezzo con una dinamica molto più alta! la volta
successiva usò direttamente il formato 12” incidendo il primo mix
promo della storia: “So Much For Love” dei Moment of Truth.
La sua idea creativa portò alla pubblicazione ufficiale del primo 12
pollici: “ Ten Percent” dei Double Exposure uno dei singoli più venduti della storia della Disco Music, su etichetta Salsoul. Fondata nel
1975 da Joe e Ken Cayre con la collaborazione del musicista latinoamericano Joe Bataan, con l’idea di unire ritmi latinoamericani con R&B, la Salsoul fu la prima label
a distrubuire il mix sul mercato di massa. (originariamente i 12” erano un supporto promozionale
solo per dj’s)
Tom Moulton aveva cominciato a mixare due 45 giri della stessa canzone per creare versioni più
lunghe e finalmente il pubblico poteva acquistare anche le sue creazioni elaborate e remixate su vinile. Le sue idee pioneristiche iniziate col medley di 3 canzoni mixate nel primo album di Gloria Gaynor, “Never can say goodbye” diedero il via ad una nuova industria
di produzione e remixing che diede un nuovo slancio alla Disco.
Tom ricostruiva completamente le canzoni allungando e ripetendo
le migliori parti, ampliando, quindi notevolmente lo schema del
pezzo: basti pensare a More More More di Andrea True Connection o la soprendente long version di Disco Inferno dei Trammps o
ancora Instant Replay di Dan Hartman.
Nella tarda metà dei ‘70 il contagio tocca anche l’Europa e dal
Vecchio Continente arrivano i primi hits : “Love to love you baby” di
Donna Summer, prodotto da Giorgio Moroder fu il brano più lungo
della Disco Music (17 minuti e passa) consacrando la giovane
artista come Disco Queen dei clubs. Il genere stava influenzando
notevolmente la società ed alla fine del 1977 il film “ Saturday
Night Fever “ trasformò la musica di discoteca in una moda che contagiò tutti i giovani del periodo:
grande successo per il film, la sua colonna sonora e consacrazione definitiva per l’interprete principale John Travolta.
New York continuava ad essere sempre al centro del mondo della Disco grazie anche a due discoteche molto influenti: il Paradise Garage e lo Studio 54. La prima era l’esatto opposto della seconda:
il Paradise suonava Disco underground mixata da Larry Levan e ospitava Vip che ballavano indisturbati mescolati a gente normale; mentre lo Studio 54, che proponeva disco music di successo
mixata da nomi come John Jellybean Benitez,
Tony Carrasco e Tony Humphries, era il grande club delle Stars (Michael Jackson, Calvin
Klein, Brooke Shields, etc.) ed accedervi era
difficilissimo a causa della rigida selezione all’ingresso.
L’industria discografica macinava successi uno
dopo l’altro: Chic “Le Freak” e Good Times, Sister Sledge “He’s The Greatest Dancer” e “We
Are Family”, Disco-Tex & The Sex-O-Lettes
“Get Dancin’”, Rose Royce “Car Wash”, Bell &
James “Livin’ It Up [Friday Night]”, Wild Cher-
Dance Music
ry “Play That Funky Music”, The Trammps “Disco Party” e
“Disco Inferno”, Silver Convention “Fly, Robin, Fly”, Tavares “It Only Takes A Minute” e “Heaven Must Be Missing
An Angel”, Musique “In The Bush” e “Keep’on Jumpin”,
Inner Life “I’m Caught Up (In A One Night Love Affair)”,
Andrea True Connection “More, More, More” e What’s
Your Name What’s Your Number”, Lipps Inc. “Funkytown”,
sono solo alcuni esempi dei tormentoni dell’epoca.
Verso la fine degli anni ‘70 tutti erano consapevoli della
forza della Disco e anche grandi artisti rock come i Kiss
(“ I Was Made For Lovin’ You “), Cher (“ Take Me Home “),
Rod Stewart (“ Da Ya Think I am Sexy ?”) e addirittura i
Rolling Stones (“ Miss You “) rivitalizzarono le loro carriere grazie alla nuova moda musicale.
Nel 1979 stava arrivando l’inizio della fine: alcune persone iniziarono ad attaccare apertamente la Disco, creando un vero e proprio movimento il cui unico scopo era:
Kill Disco! Il loro motto
pubblicitario fù: “ Disco Sucks”!” e il punto di svolta arrivò nel luglio
del 1979 durante il “Disco Demolition“ nel Parco di Comiskey di
Chicago. Il dj radiofonico Steve Dahl invitò gli ascoltatori a portare i loro dischi di Disco Music allo stadio. Il culmine si ebbe
con l’esplosione di una enorme pila di dischi che bruciava accompagnato dal canto “Disco Sucks”. Questa campagna era più una
reazione del macho bianco contro la liberazione dei gay e l’orgoglio
nero che una reale avversione verso la musica da discoteca. Il dj
Steve Dahl (che lo possino!) è accreditato da molti per avere fatto
finire l’era della Disco Music..
Nel 1980, Disco era divenuta una parola tabù e per la gente era
diventata un modo per definire uno stile di ballo più che un genere
musicale. Le radio che per anni l’avevano trasmessa tutto il giorno, tornarono ai loro vecchi formati mentre un altro grave problema stava dando il colpo di grazia: l’AIDS che provocò la morte di
molti artisti, produttori, e stars che orbitavano nel mondo delle
discoteche.
Nonostate ciò, la Disco sopravvisse grazie a clubs come il già citato Paradise Garage e the Saint,
che la riportarono di nuovo nell’underground e da lì lentamente, con l’aiuto di nuovi strumenti e
tecnologie, dj’s e produttori iniziarono a creare e a sperimentare nuovi suoni basati sulla Disco:
Grandmaster Flash dava il suo contributo ad
una teoria di mix veloce e rap creando le basi
dell’hip hop e Frankie Knucles di Chicago, Larry
Levan e Tony Humpries di New York diedero vita
ad un genere che avrebbe continuato la vita della Disco fino ai nostri giorni.
La Disco Music non morì: si evolse semplicemente in qualcosa di nuovo chiamata House
Music...
Dance ‘70
Dance Music
STUDIO 54
Il Mito della Notte
Il 26 aprile 1977 è una data storica per il mondo
della notte, perché al 254 West della 54° strada
di Manhattan, appena fuori Broadway, la più famosa discoteca di tutti i tempi aprì le sue porte per
la prima volta. Il club che diventò la “casa” della
ricchezza, della fama e della moda prese il nome
STUDIO 54.
Ma prima ancora che i suoi importanti ospiti facessero entrare nel mito questo club, l’indirizzo
era già la sede di una delle etichette dance più
importanti del mondo: “WEST END RECORD”. Nel
1976 Steve Rubell e Ian Schrager proprietari del
ristorante Enchanted G., dopo averlo visitato, si
innamorarono a prima vista di quel teatro che da
lì ad un anno sarebbe diventato il night club per
eccellenza. Sostenuti finanziariamente da Jack Bushey, iniziarono i lavori di demolizione e costruzione che durarono più o meno un anno per i quali
furono spesi circa 700.000 dollari. Per la notte dell’apertura i proprietari presero Carmen D’Alessio come Public Relator, che spedì 5.000 inviti alle persone più rappresentative del mondo della
notte e del jet set newyorkese. Nel frattempo Steve e Ian si accordarono con Niki Siano, pioniere
delle consolle come resident del “’54” accompagnato da un altro dj: Richie Kaczor. Il 26 aprile del
77, alle ore 22.00 il club aprì le porte al pubblico per la prima serata evento.
L’afflusso iniziale fu lento, ma nel giro di un paio d’ore, il locale venne preso d’assalto.La discoteca
era affollata a tal punto che si faticava a camminare,
all’esterno regnava il caos, gente con l’invito in mano
non riuscì neanche a mettersi in coda!
Il club dalle proporzioni molto importanti era gremito
dalla miglior gente di New York, le balconate ed il
palco davano un aspetto molto teatrale, la pista da
ballo in parquet e le colonne che scendevano dal soffitto rendevano l’ambiente di un eleganza estrema,
mentre la musica che pompava rendeva l’atmosfera
travolgente.
In cima al club, al terzo piano c’era la ”Rubber room”.
La stanza aveva un high-tech bar e spesse gomme sui
muri in modo da poter essere lavato facilmente dopo
tutto il sesso e le droghe che si consumavano lassù.
La droga ed il sesso erano componenti importanti
del locale: sul soffitto c’erano le passerelle per il man-
tenimento dell’illuminazione, dove i proprietari passavano
la maggior parte del tempo facendo sesso e drogandosi
sopra la testa di migliaia di persone.
Il locale era il passatempo delle star: nel maggio1977,
Bianca Jagger, moglie del grande Mick Jagger, festeggiò
il compleanno allo Studio 54, entrando su un cavallo bianco trainato da un uomo nudo dipinto di nero. Lo Studio
54 voleva avere un mix perfetto di clientela, il che voleva
dire che anche le star venivano fermate all’ingresso e non
entravano. Personaggi come Michel Jackson e Madonna
sono rimasti fuori dal locale in più di un’occasione.
Un avventore venne escluso dalla fila dal selector Marc
Benecke, perché indossava una t-shirt che non piaceva a
Steve. L’avventore chiese se sarebbe potuto entrare se l’avesse tolta. Steve accettò e fece entrare
il ragazzo a petto nudo. La selezione all’ingresso, imparziale, era la vera novità per i night club, e
rese famoso il locale.
Nail Rodgers e Bernard Edwards, che non furono lasciati entrare perché non in lista, tornati a casa
infuriati scrissero il testo della canzone “Le Freak”, che divenne il terzo singolo più venduto della
storia della Musica. Il nome e lo speciale logo Studio 54 divennero famosi in tutto il mondo.
Ospiti abituali dello Studio erano: Andy Wahrol. Diana Ross, Liza Minelli, Liz Taylor, Warren Beatty,
Michel Jackson, Brooke Shields, Madonna, Salvador Dali ed Elton John.
Tra i più famosi Dj che mixarono nel club: Danny Carpenter, Tony Humpries, Jelly Bean, John Ceglia.
Ma come tutte le cose, anche il successo dello Studio
54 finì. Nel dicembre del 1979 Ian e Steve furono
arrestati per evasione fiscale e il club fu identificato
come luogo di spaccio di cocaina.
Il locale fu venduto a Marc Fleischman e riaprì nel settembre del 1981, ma non tornò mai allo splendore
iniziale. Steve morì nel 1989 di aids, Ian è tutt’ora
attivo nel ramo alberghiero con una catena di resort a
5 stelle. Sono stati girati due grandi film sulla storia
dello Studio 54: “The last days of disco” e “54”che
ispirò il videoclip dei Pet Shop Boys, “New York City
Boys”. Il tour di Madonna del 2006 è stata una celebrazione del club e del suo stile.
Studio 54 è senza alcun dubbio l’icona delle discoteche mondiali, ed il suo mito non morirà mai.
Via Pelliciai, 18 - 37121 Verona - 045 590544
Travel & Event
New York &
NY Dance Party
La Grande Mela , mordiamola , assaporando le novità che fanno di New York la città che offre il futuro : dall’ultima innovazione tecnologica , alle soluzioni architettoniche più avanzate , agli show room dei più famosi
stilisti , una città che non dorme mai ,che più di ogni altra può definirsi “Metropoli” ,”Melting Pot”, crogiuolo
di razze rappresentate dai suoi quartieri , da Chinatown a Little Italy ad Harlem , dove si rivive l’atmosfera
dei paesi d’origine , attraverso la cultura e i ristoranti tipici. Città dei Musei dal M.O.M.A. al Gughenheim e
Capitale dello shopping con i famosi grandi magazzini agli show Room di soho E’ da tutto questo che partiamo
alla scoperta della città di Colombo....
New York è l’unica città americana che può rivaleggiare spesso vincendo , con le grandi capitali europee dello
shopping , quelle che da sempre dettano legge in fatto di moda .La città è una vera collezione di negozi ,
dai piccoli retail , ai più grandi atelier , dalle gioiellerie più prestigiose , alle più importanti case di cosmesi ,
perché non essere presenti oggi a New York , significa non “esserci” .Due sono le principali vie dello shopping
: La Fifth Avenue(chi non conosce la quinta strada) e la Madison Avenue. La lista di brand e di grandi firme
è a dir poco impressionante .Lo shopping diventa un’esperienza unica anche per chi davanti a certe vetrine
potrà solo sognare!!
Niente di più facile a New York che venire a contatto con l’avanguardia ,fabbriche che diventano teatri , macellerie come bar , negozi come musei. Spesso è l’arte insolita a dare alla città una marcia in più: come il teatro
Zipper (336 West 37TH ST.) ex fabbrica di cerniere che accoglie gli spettatori con un bar simile ad un negozio di un rigattiere. Ci sono spazi da scoprire come Orchard (47 Orchard str.) che propone lavori di artisti di
varie generazioni famosi o poco noti che lavorano su espressioni artistiche anche molto differenti. Participant
Inc.(95 Rivington st.) galleria specializzata in varie forme d’arte, dalla pittura al video. A volte le nuove tendenze si fanno strada nell’abbigliamento ,in negozi quali Odin ( 328 E 11th St.) dove le magliette sono vere
opere d’arte moderna. Per la vita mondana basta fare un salto al club Movida , dove si ascoltano in anticipo
i generi musicali che diventeranno famosi, il locale riproduce la sensazione di un futuristico Yacth .Al Cain ,
tutto in tema safari, esclusivo club di chelsea o da Pastis(9 9th Ave) ristorante degli stilisti. Una vera chicca
è il 55Bar(6th/7th ave) dove per pochi dollari si assiste a Jazz session di grandi nomi.In ogni caso a rivestire
un ruolo essenziale sono i personaggi, famosi o meno. Per i primi basta andare in una “lunge” da Vip come il
Kos (264 Browery) di proprietà di Lanny Kravitze Denzel Washington o al Soho Grand Bar & Lounge del Soho
hotel , tra i più frequentati dal bel mondo. E per i peccati di gola? Niente di più facile che andare in uno dei
ristoranti della guida rossa michelin alla sua prima edizione Newyorkese.Se riuscite, bisogna prenotare con
qualche mese di anticipo , andate al Per se; lo chef Thomas
keller è uno dei più creativi in America e le tre stelle Michelin
ne sono la conferma. Le tendenze? A New York viaggiano anche nel piatto. Tra le ultime vi è quella di offrire una gamma
di piatti di diversa provenienza come allo Stanton Social dove
la nouvelle cousine americana si fonde a quella giapponese
, francese e Tailandese, creando 50 piatti multiculturali .Da
Colors (417 lafayette street) il tema globale che domina il
menu rappresenta le 22 nazioni dei proprietari .Alla ribalta
anche il “comfort food” , ovvero la cucina casalinga, come il
Bar american dove i classici americani sono rivisti alla luce
di un nuovo livello di sofisticazione .New York è anche però
la città dell’esagerazione per cui si possono spendere anche
350,00 $ per cenare al giapponese super elegante MASA
(Time Warner center – 10 columbus Circe) oppure fare un
salto al 40/40 club di proprietà del guru dell’Hip-hop Jay-Z e dopo cena rimanere per far parte della scena
rap e hip-hop.Non perdetevi la veronesissima “antica bottega del vino” in 59th. Ad una certa ora si deve
andare a dormire......Siete a soho? Non perdetevi il soho Grand hotel , hotel minimalista ma elegante , arredato con tonalità naturali ma raffinate , perfetto per una vacanza romantica.L’hotel Roger Williams nel cuore
di Manhattan , ottimo per la posizione è un hotel – boutique dal design moderno ma che si distingue per i
colori vivaci e i dettagli allegri .Non dimentichiamoci l’hotel Rivington o Rivington palazzo di vetro di 21 piani
o il Gansevoort uno dei più originali hotel della città. Splendida la terrazza sul tetto dove si può godere di un
magnifico tramonto sulla vecchia aerea dei docks. Per fingersi Newyorkese almeno per qualche giorno si può
scegliere di soggiornare in appartamento.Ottimi i radiocity appart. In posizione centralissima o i Korman
Communities vicino al Rockefeller Center dove c’è la possibilità di usufruire di una special Spa.
Un ultimo accenno infine per parlarvi di un special-event in programma ad ottobre uno dei tanti ma unico nel
suo genere: il NEW YORK DANCE PARTY il 6 ottobre 2007
Celebrazione del 30° anniversario della Dance –Music in programma al Central Park di New York
con le le migliori stars degli anni 70 ed i dj remixer che hanno fatto e stanno ancora facendo la storia della disco music. Ecco solo alcuni nomi dei cantanti presenti: Chic, Cerrone, Rose Royce, Thelma Houston, Tramps,
Tavares, Gloria Gaynor.......ed dei dj: David Morales, Danny Tenaglia, Armand Van Helden, Bob Sinclair.......
G.O.
L’ AGENZIA DI VIAGGI “NUMBER NINE TRAVEL” IN COLLABORAZIONE CON LA
DEEP CLUB VI PROPONE UN PACCHETTO DI 5 GIORNI DAL 5 AL 9 OTTOBRE
PER ASSISTERE ALL’EVENTO DEL SECOLO IN CENTRAL PARK:
SE AMI LA DANCE MUSIC NON PUOI MANCARE.
PER QUALSIASI INFORMAZIONE E PRENOTAZIONE CONTATTA IL:
045/8001107 CLAUDIO SARTORI (NUMBERNINETRAVEL)
335/1808608 ANDREA VELARDI (DEEP CLUB)
e 1098,00
e 1190,00
Proposta base 20 persone in camera tripla:
Proposta base 20 persone in camera dbl:
La quota comprende: Volo aereo a/r da Verona/Venezia in classe economica, volato Air France – tasse aeroportuali – trasferimenti in/out apt/htl con assistente italiano in arrivo – sistemazione in hotel 3 stelle sup.
NEWTON HOTEL , HYPERLINK “http://www.thenewtonhotel.com/” \o “blocked::http://www.thenewtonhotel.
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10.500,00 eur. – 1 guida New York a camera.
La quota nn comprende: Tutto quanto nn menzionato nella voce la quota comprende , assicurazione annullamento viaggio facoltativa.
VISITA IL SITO: WWW.DEEPCLUB.IT
-
WWW.NYDANCEPARTY.COM
80’s night
Venerdi sera al Dorian Gray
Serata anni 70_80_90
La discoteca Dorian Gray di Cà di David (Verona) propone ogni venerdì sera, a tutti coloro che
sentono la nostalgia dei mitici anni ’70-’80, un flashback nel passato caratterizzato da musica,
atmosfera e da vari elementi appartenenti al passato.
La serata innanzitutto inizia molto presto, in memoria dei vecchi tempi in cui la discoteca non era
soltanto un locale frequentato di notte, bensì un posto di ritrovo dove si ballava a ritmo di rock&roll,
scatenandosi in pista con abiti che ora
definiremmo certamente “datati”.
Il venerdì sera del Dorian Gray propone non solo musica anni ’70-’80 su
supporto vinilico, bensì anche musica
dal vivo: infatti il dj si alterna con il
gruppo live che propone hits che hanno segnato la storia della disco-music,
nomi importanti sono intervenuti come
Papa winnie e Dan Harrow che hanno
segnato la storia della musica dance.
I Dj sono Rudy Corradi e Ramon. La
serata, visto anche la musica che il locale propone, è indicata a tutti coloro
che, di età comprensiva tra i 25 e i
40 anni, vorrebbero evadere dal presente e ritornare misticamente indietro nel tempo, rivisitando
quei luoghi che sono parti integranti del nostro passato e che hanno impostato le basi per la musica
del nostro presente.
Il 24 Aprile dalle ore 23, al Dorian Gray lo staff del Le Disque, sabato di successo dell’inverno veronese 2006-07, sarà ospite dell’evento “Last Official Event in le Disque Club” UMBERTO SMAILA
con la sua band per un tributo alla “VERONA BEAT” degli anni dei “GATTI DI VICOLO MIRACOLI”.
Vicolo Miracoli è una via di Verona non propriamente
nobile, ma tenacemente radicata nella memoria dei veronesi doc: Proprio a questa strada nel 1971 si ispirano Umberto Smaila, Gerry Calà, Nini Salerno e Franco
Oppini per dare il nome al proprio gruppo. L’attività dei
gatti si dipana attraverso una lunga serie di recital, trasmissioni televisive e film tra cui “Una vacanza bestiale”
(1979) e “Arrivano i gatti” (1980) che fanno segnare
i primi successi del gruppo. Il secondo film registra
anche il successo della bella canzone “VERONA BEAT”
composta da Umberto Smaila, autore dell’intera colonna sonora. Umberto Smaila, dopo che nel 1982 i gatti
si sciolsero, proseguì la sua carriera tra televisione e
spettacoli dal vivo che l’hanno portato a diventare il miglior showman a livello di club e discoteche.
Interview to a star
STREET LAB
Carissimi,
con questo numero parte la mia collaborazione con questa testata in cui cercherò di volta in volta di curiosare
nel panorama musicale cercando di cogliere argomenti, riflessioni che possano soddisfare la vostra curiosità
e di raccogliere testimonianze e pareri dei protagonisti del magico mondo della musica.
Per questo primo numero ho pensato di ospitare in queste righe una talentuosa cantante, veneta doc, che ha
raggiunto negli ultimi anni il successo internazionale che merita: Moony.
Moony (vero nome Monica Bragato), che recentemente è stata ospite al Le Disque con uno show dove ha
presentato i suoi più grandi successi, veneziana di origine compie i suoi primi passi come vocalist in molti
clubs del nord Italia (accompagna anche il sottoscritto in una memorabile stagione al Matilda di Jesolo!), successivamente comincia a cantare in produzioni dance di noti dj come Spiller , sui brani “Positive” e “Batucada”,
Angelino, su “All I Want” e “Angel Moon” e Gibo Rosin (ancora...).
Ma è l’incontro con Mauro Ferrucci e Frankie Tamburo, suoi produttori, che permette a Monica di completare la sua maturazione
artistica e di poter portare alla ribalta anche la sua bravura come
compositrice. Nel 2001 scrive le parole ed è la voce solista del
grande successo mondiale dei Db Boulevard “Point of view” (Disco
d’Oro e di Platino, premiato all’Italian Dance Award nella categoria
Miglior Video ed apparizioni a programmi televisivi del calibro di
“Domenica in” in Italia; Top 3 di vendita ed apparizioni in programmi televisivi come Top of the Pops, Pepsi Charts, Big Breakfast ed
altri in Inghilterra; Top 10 di vendita in Europa; Top 3 nella Airplay
Chart di Music & Media in tutta Europa; n°1 per 4 settimane nella
Club Chart della rivista Americana Billboard).
Con la canzone “Point of view” Moony diventa la prima artista italiana ad ottenere la nomination all’ MTV European Music Awards.
Contemporaneamente si butta anima e corpo nel suo progetto
solista che culmina con l’uscita di “Dove” singolo di debutto come
artista solista. Il video, apprezzato da tutta Europa, girato a Marbella, la porta in vetta alle charts di MTV, VIVA e Rete A All Music.
Questa magica canzone, ascoltatissima e ballatissima, la consacra definitivamente come artista internazionale e le permette di
scalare nuovamente tutte le classifiche di mezzo mondo. In Italia diventa la canzone dance dell’anno all’Italian
Dance Award.
Gibo: ciao Monica! hai avuto modo di vedere sanremo quest’anno? che pensi della musica proposta e della
svolta “impegnata” data dal direttore artistico Baudo?
Moony: Baudo ha fatto centro. Sai,come in ogni manifestazione canora ci sono delle belle canzoni e delle brutte canzoni.Ma quelle belle erano veramente belle. Inoltre, inaspettatamente, oltre ai “soliti” Al Bano e Milva,
quest’anno c’e’ stata molta attenzione anche per ai giovani artisti che secondo me hanno presentato delle
cose molto interessanti.Meritatissime le vittorie di entrambe le categorie e... per dirtela tutta ascoltando “ti
regalero’ una rosa” di Cristicchi mi sono commossa fino alle lacrime.
Gibo: come giudichi l’attuale panorama della musica dance italiano e internazionale?
Moony: Il Panorama dance e’ in continua evoluzione.La dance soprattutto all’estero sta contaminando tutti o
quasi tutti gli altri stili musicali. Tutti I piu’ grossi artisti vengono remixati e alcuni di loro, come ad esempio
Madonna, hanno optato per una produzioni nettamente dance orientated e... se lo fa lei che e’ la regina del
music buisiness!La dance di una voltanon esiste piu’ ma neanche il rock di una volta esiste piu’. La dance non
e’ sparita e’ semplicemente cambiata, si e’ evoluta e fusa con gli altri generi. Quello che manca sono delle
super hit dance che ora data l’enorme quantita’ di musica disponibile nel mercato non ci sono piu’.
Gibo: vista la tua collaborazione in passato con numerosi dj come il sottoscritto,Broggio,Ferrucci,Tommy
Vee,Angelino, pensi ancora che la figura del dj sia importante per il futuro della dance?
Moony: Chi dice che la dance e’ morta o che morira’ non ha capito nulla. Sarebbe come dire che la gente
smettera’ di ballare, di fare festa e di divertirsi!
Ecco perche’ la figura del dj e’ sempre piu’ importante.I djs sono coloro che, a seconda delle scelte musicali
che operano, fanno in modo che una certa canzone arrivi al pubblico. Cosi’ facendo creano quella che si chiama la tendenza musicale e quindi anche il mercato musiacle della dance. Come diceva un gruppo chiamato
Zhane’”Hey dj keep play that song!”
Gibo: quali sono i tuoi artisti preferiti sia in Italia che all’estero e con chi in particolare ti piacerebbe in futuro
collaborare?
Moony: Dovrei farti un lungo elenco...Gli artisti del cuore
da sempre sono I Grandi della musica, Stevie Wonder,
Marvin Gay e tutti gli altri della motown, Prince e molti
altri. Qelli di oggi sono Alicia Keys, Christina Aguilera,N.
E.R.D e tanti altri.In italia ci sono I classici Concato, Stadio,
Vasco,Elisa,Consoli Pausini Mario Venuti ma anche Subsonica negramaro e...tanti altri.
Gibo: Prima della tua esplosione come cantante hai avuto
molte esperienze come vocalist nei clubs (ti ricordi i bei
tempi al Matilda?), come le giudichi e che consiglio eventualmente ti sentiresti di dare a ragazze o ragazzi che iniziano questo tipo di attività?
Moony: L’esperienza, piuttosto lungha, fatta nei clubs e’ stata bellissima e mi ha aiutato moltissimo. E’ stata
la mia palestra, la mia gavetta, visto che non ho mai studiato canto.Ma ora sono cambiate tante cose e c’e’
sempre meno spazio per le parti dedicate alle performaance cantate. Oggi si parla sulle canzoni, si intrattiene
il pubblico e...si salutano I tavoli!
A chi volesse cantare consiglierei di studiare e se sono interessati alla dance di andare in disco per rendersi
conto dove sta andando la tendenza musicale in quel momento e per sviluppare l’orecchio e il gusto per la
dance. E poi, cantare il piu’ possibile, cercando di sfruttare ogni occasione per esibirsi in pubblico.
Gibo: Preferisci o pensi di esprimerti meglio in studio o live?
Moony: Penso di esprimermi meglio quando sono live perche’ anche se tecnicamente sei meno perfetto rispetto a quando sei in studio, quando sei davanti alla gente vibri con loro e canti solo cuore e la mente non
esiste piu’.
Gibo: Qual’è stata in assoluto l’esibizione live che ti ha dato le maggiori emozioni?
Moony: L’esibizione piu’ toccante e’ stata a Manila nelle Filippine.Indimenticabile.
Grazie Monica, un bacio e a presto! Riguardo noi invece ci vediamo sul prossimo numero e per gli amici che
sono in zona, al Terrazza Mare di Jesolo di sabato con qualche puntatine il venerdi sera all’Hollywood di Bardolino!
Gibo Rosin
Interview
A NIGHT WITH...
ASTRID VOICE
11esimo anno nella nightlife per astrid lovesu,cantante e vocalist italo/spagnola meglio conosciuta come
astrid voice.
Ben nutrito l’iter artistico e professionale di ASTRID. Dopo anni di studio di danza classica e violino,nel 1996
inizia a collaborare come pr interland veronese e speaker radiofonica e girnalista per un importante testata
veronese.
Nel 2000 management-promoter dj Da Cat from Space,Privilege e Bruno Lepetre Cafè del Mar Ibiza.Dal
2001 al 2005 crea e dirige piccoli e grandi eventi musicali,teatro danza e nouveau cirque,nonchè consulente
artistico per alcuni locali TOP ed avanguardisti d’Italia come Tenax Firenze e QI Clubbing Rovato.
Spumeggiante è il debutto di Astrid come voce della notte,con l’icona per eccellenza delle notti bresciane;il
fantastico “DIETRO LE QUINTE”capitanato dall’art director Tiziana Zinelli, per poi approdare al QI clubbing
di Rovato, Pepila Tirrenia PI, Idroscalo Milano Marittima, Papeete Milano Marittima, Miro’ Bolzano, Moma’
Trento, 7Apples Forte dei Marmi, shakymakaky Cervia, Capogiro Bergamo, Hollywood Bardolino, Pulp Milano,
Grace/Le Mirage Arezzo, Festival Viterbo, Roy Club Napoli e tanti altri.
Dopo tutti questi presupposti,la mia curiosità è forte,da settimane sapevo che avrei realizzato questo “speciale per LE DISQUE” con Astrid e quante le
domande che da sempre avrei voluto porLe..un
personaggio apparentemente schivo ed enigmatico..chissà quali “segreti”avrebbe potuto rivelarmi.
Ci troviamo alle 17’30,in un simpaticissimo cofee-bar nel centro di Verona.
Astrid si presenta non troppo puntuale (un classico degli artisti) con uno street-style di tutto
rispetto;salopette jeans,converse e t-shirt di un
particolare punto di verde ed un gioiello (credo
- pietra di luna) le illumina il viso,così espressivo
e divertente.
Ordiniamo un buon lugana ed inizio con la mia
intervista..
Astrid già il nome è tutto un programma, nome
d’arte immagino?
Devo deluderti, Astrid è il mio nome di battesimo, io ho soltanto aggiunto la parola “VOICE”
quando ho iniziato come vocalist Villa Papeete a
Milano Marittima e negli ultimi tempi “LOVESU”
come vocal performer.
11esimo anno dedito al mondo della notte,pura
passione o casualità?
mah,direi entrambe le cose,sicuramente passione per la disco culture e l’intrattenimento
live,che nel mio caso ha trovato ampio sfogo nelle “performance live”.
Com’è nato il progetto “LE DISQUE”?
E’ stata una sfida, nata dalla necessità di creare un Sabato sera come quello che piaceva a noi ormai oggi
30enni, fatto di buona musica, ballo, intrattenimento.
Qual’è stato il tuo contributo a questo progetto?
Abbiamo iniziato a lavorarci gia’ ad inizio estate scorsa, quando Macario, Giuliano e Federico hanno avuto
l’idea di prendere in gestione il servizio Sono felice di esser riuscita a portare con me in questa avventura
grandi professioniste del settore ballo oltre che grandi amiche come Le Syncro e ovviamente a dare mio
contributo in prima linea come vocal performer. e come vera e propria show girl.
Sono altrettanto felice che la Deep club sia riuscita a vincere questa scommessa..La serata fino a metà
marzo è stata una bomba, soprattutto perchè a Le disque per entrare si pagava un ingresso...al contrario
di altri posti..
Com’è Le Disque vista dagli occhi della sua vocalist?
Beh certamente, una gran bella location,è stato amore a prima vista.
Per una cultrice della clubculture come me,avere ancora la possibilità di ritrovare il vero dance-floor anni
‘80 con tanto di neon,discoball,soffitto alto ti senti davvero a casa. E’ una struttura ad oggi molto rara
da trovare,è risaputo infatti che i club di oggi tendono ad avere un dance-floor ridotto,ed una marea di
tavoli,poltrone,divani...Strana tendenza,anche perchè da quello che riscontro io, la gente oggi come ieri e
come credo sarà sempre ama ballare,ama esprimersi con il proprio corpo a ritmo di musica, il ballo oltre che
essere divertimento allo stato puro,è una forma d’espressione,ottima forma di seduzione e un anti-stress
naturale.
com’è il tuo rapporto con il pubblico di LE DISQUE?
Ottimo,oltre le mie aspettative. Ad inizio stagione parecchi colleghi mi hanno dato della pazza per aver firmato un contratto in esclusiva ad un locale ex-novo,che tra l’altro veniva da una magra situazione,ma ero
piuttosto certa della buona riuscita della stagione, grazie ad un team che io ritengo “ideale”per tanti motivi.
..E così è stato. Questa pero’ è la base di una serata,poi tutto il lavoro passa al dj e al vocalist, che devono
esser in grado di creare un’atmosfera,un feeling tra pubblico e locale. Il dj crea la colonna sonora della serata
ed il vocalist deve in primis accogliere il pubblico e fare i “così detti” onori di casa per poi intrattenerlo in un
vero e proprio show di ben 4 ore. Ritengo inoltre che djing e voice performing,mcing o come dir si voglia se
realizzati con una certa spinta emotiva possano essere vere e proprie forme d’arte,e a questo proposito mi
sento inoltre di inserire anche il vjing o video arte.
com’è stato lavorare come artisti TOP come Mooni,Fabio Volo e Gioele del Big Sure Formentera?
Beh,devo ammettere di essermi trovata a sorpresa in gran sintonia con Gioele dj, a sorpresa perchè dopo dj
come Coletti e Mooni,mi aspettavo l’ennesimo muso lungo da parte del guest,invece Gioele ha dimostrato di
essere un vero professionista, disponibile, molto simpatico, nonchè grande dj e comunicatore,per una notte
abbiamo davvero ricreato la vera atmosfera club balearica,grazie anche al nostro resident Gibo Rosin, che ha
saputo supervisionare il tutto molto bene.
qual’è il momento della serata che preferisci?
senza dubbio il momento del “laser”.. E’ partito quasi per gioco,ma è davvero il momento che più mi diverte..
quanto Valerio il nostro light jockey accende le mie luci preferite: laser,scanner a fascio viola e discoball per
concludere con quel tocco anni ‘80 che a noi nostalgici ce fà impazzì!
e il momento che non sopporti proprio?
quando trovo la fila al bagno!
Sono in previsione delle novità per la prossima stagione ‘07-’08?
Certamente,ma è ancora tutto top-secret, è in previsione un ulteriore salto di qualità. Un organizzazione
ancor più capillare,particolare attenzione al dettaglio,dalla grafica al servizio in sala allo spettacolo live.
Ed Astrid Voice sarà dei nostri il prossimo anno?
I presupposti ci sono tutti,ho inoltre un progetto innovativo, che spero il prossimo anno riusciremo a mettere
in atto, per far divertire ancor di piùil nostro pubblico e chissà..creare una tendenza.
Come si dice in questi casi:stiamo lavorando per Voi!
intervista realizzata da Elena & Elena
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Coka Club festeggia il 15 aprile il primo anno di attività ed i successi ottenuti fino ad oggi in termini
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Food & Coffee
Bloom
Piazza erbe, cuore pulsante di Verona, epicentro cittadino, luogo
di dibattiti e bellezze contornanti.
Ed è proprio qui che si trova in una posizione strepitosa un locale che
offre un servizio di prim’ordine
A 360 gradi: il bloom...........................
Locale aperto dalle 7 alle 2 ha nei suoi punti di forza la ristorazione.
Un servizio di cucina nel quale predomina il pesce di eccellente freschezza
e qualità, che dalle 12 alle 24 ti permette di mangiare senza vincoli d’orari, la colazione e l’aperitivo sono di sostegno ottenendo grandi riscontri ed
è dalle 22 in poi che il veronese si è ormai identificato rendendolo la sua
seconda “ casa ” grazie alla professionalità, cortesia, simpatia e disponibilità dell’intrero staff del bloom.
I pranzi sotto il sole che illumina la piazza sono uno spettacolo, le cene in
una atmosfera chic sono motivo di relax, e il dopocena è l’unico vero ritrovo cittadino con i suoi cocktail da abbinare ad un menù appena consumato.
Grazie a questo locale lo spazio davanti ad esso brulica di gente
che chiacchierando sopra la musica da la sensazione
di essere ad un party vero e proprio.
Non si può non andare al Bloom, non si può non sentirsi a casa....
Grazie Nino.... Grazie.. te lo dice un veronese doc...
friends & friends
Actuality
ULTRAS
ENCICLOPEDICO
Con il termine ultras (o ultrà) (derivato dal francese ultra-royaliste, di origine latina, indicante i più fanatici attori
del terrore bianco) si definisce il tifoso organizzato di una
determinata società sportiva, più frequentemente di tipo
calcistico, ma spesso anche di pallacanestro, hockey, pallanuoto ed altri sport.
L’ultras è caratterizzato da un forte senso di appartenenza
al proprio gruppo e dall’impegno quotidiano nel sostenere
della propria squadra, che trova il suo culmine durante le
competizioni sportive con altre squadre.
Il gruppo a cui fa riferimento prende posto generalmente
nel settore dello stadio denominato curva, ovvero il settore
“popolare”. Negli ultimi anni, tuttavia, alcuni gruppi si sono
collocati nel settore laterale denominato distinti.
Gli anni ‘50 e ‘60: le origini
Il fenomeno del tifo calcistico nasce in Italia negli
anni ‘50, quando i primi tifosi di squadre di calcio iniziano a riunirsi in gruppo. A Torino nascono
i primi esempi di questo fenomeno che inizia poi
a diffondersi anche in Inghilterra, dove gli ultras
vengono battezzati hooligan.
Nel corso degli anni ‘60, queste nuove strutture aggregative iniziano a svilupparsi intorno alle
grandi squadre dell’epoca. Questi gruppi si distinguono dai supporter tradizionali per il modo
attivo ed organizzato di incoraggiare la loro
squadra del cuore. Ogni gruppo ultras comincia
a caratterizzarsi con un nome simbolico ed uno striscione dietro cui radunarsi. Nascono le coreografie per
sostenere la propria squadra: si cantano inni, gli stadi si riempiono di bandiere, si lanciano coriandoli e si accendono i primi fumogeni. Parallelamente nasce anche la competizione con i gruppi ultras di altre squadre.
Gli anni ‘70
Lo sviluppo dei gruppi ultras negli anni ‘70 coincide con
un periodo piuttosto tempestoso della società italiana,
toccata a più riprese da episodi di violenza e terrorismo. Anche le azioni dei tifosi iniziano in alcuni casi ad
ispirarsi a quelle della guerriglia urbana: i gruppi ultras
degli anni ‘70 vengono fortemente influenzati dal clima
politico e dalle tensioni sociali dell’epoca. Tutto ciò era
riscontrabile nei cori spesso presi in prestito dalle manifestazioni e dai cortei, nell’abbigliamento paramilita-
re, nella simbologia riproposta sugli striscioni
e negli stessi nomi dei gruppi.
Anni ‘80 e anni ‘90
A partire dagli anni ‘80, tutte le squadre professioniste hanno almeno un gruppo ultras e
il modello italiano si espande decisamente in
tutto il resto d’Europa, soprattutto tra i paesi
latini (Spagna, Portogallo, Francia), Svizzera e
tra le ex repubbliche della disciolta Jugoslavia
(Slovenia, Croazia, Serbia).
Negli anni ‘90 si sono viste tifoserie ispirate al
modello di tifo ultras italiano anche in Irlanda,
Scozia, Paesi Bassi e Germania. Con l’aumento dell’interesse verso il calcio in Canada, Stati Uniti e Australia sono sorti i primi gruppi di tifosi organizzatisi
secondo criteri, almeno esteticamente, copiati dagli ultras. All’interno degli stadi di tutta Europa gli ultras
diventano sempre più i veri padroni delle curve. Si inasprisce anche il modo di fronteggiarsi tra gruppi avversari di ultras: si diffonde il ricorso alla rissa, non di rado sono utilizzati coltelli e razzi. Nel suddetto decennio
e nel precedente sono frequenti gli atti vandalici . Le forze di polizia iniziano ad impegnarsi per arginare gli
episodi di teppismo.
Negli anni ‘90 il problema della violenza nel calcio si aggrava ulteriormente, degenerando in molti casi in
atti di ribellione contro le forze dell’ordine ed in episodi di violenza a tratti gravissimi. Il 29 gennaio 1995,
poco prima dell’incontro tra Genoa e Milan, un ultras genoano viene accoltellato a morte: l’episodio indusse i
rappresentanti della maggior parte dei principali gruppi ultras italiani a partecipare a un raduno che ha rappresentato un importante tentativo di autoregolamentazione.
In un documento conclusivo gli ultras condannarono l’utilizzo
di armi da taglio durante gli scontri e le aggressioni “molticontro-uno”, auspicando un ritorno ai vecchi codici di comportamento ultras.
Il fenomeno oggi
Oggi i gruppi di ultras rappresentano ancora una delle componenti più importanti del mondo del calcio. Dispongono di sedi,
diffondono le loro comunicazioni attraverso siti web, libri, riviste autoprodotte (fanzine) e così via. In risposta alla radicale
trasfigurazione commerciale del mondo del calcio iniziata nei
primi anni ‘90 e che ha portato allo stravolgimento degli abituali orari delle partite in base alle esigenze delle
pay-tv ed al forte aumento del costo dei biglietti, gran parte del movimento ultras italiano ha dato vita a una
serie di iniziative di comune protesta al grido degli slogan “No al calcio moderno”.
Tuttavia il comportamento spesso violento di questi gruppi è posto costantemente sotto accusa da parte
Actuality
dei media ed ha portato ad un inasprimento ulteriore delle norme antiviolenza, come i provvedimenti del
D.A.SPO.
Differenze con gli hooligan
Il fenomeno degli ultras dell’Europa meridionale dimostra molte discordanze con quello degli hooligan britannici e olandesi.
Prima fra tutte è l’organizzazione dei gruppi ultras contrapposta allo spontaneismo dei nuclei di tifosi britannici. Le cosiddette crew (dette anche mob o firm, equivalenti del gruppo ultras) inglesi e scozzesi riconoscono
leader e figure di riferimento, ma non hanno una struttura che contempli la ripartizione di compiti e incarichi
di varia natura, come invece accade in Italia).
Altre caratteristiche peculiari degli ultras italiani sono le coreografie, con le sciarpe (sciarpata), delle “bandiere a due aste”. Per realizzare imponenti scenografie in occasione delle partite, un gruppo ultras mette
in movimento l’intero gruppo: la macchina decisionale del direttivo, il cassiere, l’addetto stampa, fino agli
attivisti e ai ragazzi più giovani impegnati nella realizzazione. Per reperire i fondi necessari ad allestire le
coreografie i gruppi ultras fanno leva sull’autofinanziamento, sulle collette fra tifosi, sulla vendita di sciarpe
e altro merchandising (berretti, bandiere, spille, t-shirt e così via) ufficiale del gruppo. Diversi gruppi ultras
hanno usufruito, nel corso degli anni, anche di finanziamenti e aiuti di vario tipo dalle società calcistiche e da
imprese private. Il finanziamento ai tifosi da parte di una società sportiva è ora vietato da una legge antiviolenza recentemente entrata in vigore. Nel Regno Unito, non esistendo alcun tipo di organizzazione ufficiale del
gruppo hooligan, questo aspetto non è presente.
Nelle curve italiane esiste anche un “capo” che coordina i cori. Questa figura, che si colloca al centro del
settore, è spesso coadiuvata da altre persone munite di megafono (situate in punti
più periferici della curva) e da ragazzi che
suonano i tamburi.
Il fenomeno degli hooligan, inoltre, è esclusivamente maschile, contrariamente ai
gruppi ultras italiani nei quali le donne rivestono sempre più spesso ruoli attivi.
Sottocultura ultras
Gli ultras sono considerati come sottocultura giovanile da una parte della sociologia.
Con questo termine si identifica un gruppo
di individui accomunati da un determinato
stile di vita, da alcuni vocaboli gergali, dalla
la diffusione di certi capi d’abbigliamento. Essi hanno un proprio sistema di valori e una propria ritualità, oltre
ad un peculiare modo di vivere lo stadio che non è lo stesso del tifoso comune. In tal senso possono essere
intesi l’utilizzo della violenza contro le tifoserie rivali e l’accettazione di essa secondo codici di comportamento
condivisi.
Rivalità e amicizie
Ogni tifoseria o gruppo ultras annovera un certo numero di sostenitori di altre squadre che vengono considerati come rivali. La rivalità, oltre all’astio e ai tafferugli che ne conseguono, possono avere diversa origine.
Il primo fattore è sicuramente campanilista, specialmente in paesi quali Italia e Spagna in cui vi è un forte
orgoglio regionalistico o municipalistico. Oltre a tifoserie di squadre della stessa città, è molto comune il
confronto fra i tifosi di formazioni calcistiche provenienti da città, province o regioni confinanti. Vi sono anche
storiche rivalità di natura sportiva, sorte come
conseguenza ad ingiustizie sportive subite o
dopo che due squadre hanno condiviso una sorte simile all’inseguimento dello stesso obiettivo.
Forti attriti si possono creare anche fra quelle
tifoserie che sono ispirate da contrapposta ideologia politica.
Per gli stessi motivi, sono frequenti anche i casi
in cui due curve non solo siano non belligeranti,
ma i cui membri si mescolino per tifare e festeggiare insieme. Ciò è dovuto al rispetto o all’amicizia che possono nascere condividendo un
simile modo di intendere la vita di curva. Quando
essa è particolarmente solida viene ufficializzata
e siglata come gemellaggio.
Politica e ultras
I primi gruppi ultras sono sorti tra la fine degli
anni ‘60 e l’inizio del decennio successivo, quando
i giovani partecipavano attivamente alla vita politica, spesso in forme apertamente contestatorie
e molto violente. Da allora molte curve e gruppi
ultras hanno assunto una precisa connotazione
ideologica, quasi sempre votata all’estremismo
(sia di sinistra che di destra). Diversi sono anche i gruppi e le intere curve che si dichiarano
apolitiche. Se all’inizio del movimento erano le
manifestazioni politiche ad avere avuto un forte
impatto sulla creatività degli ultras, tanto che
questi portavano allo stadio gli slogan dei cortei,
ora avviene un fenomeno inverso. Grazie ad una
certa esposizione mediatica e ad un notevole
afflusso negli stadi, capita frequentemente che
diversi cori scanditi nei cortei politici vengano
intonati sulle note di celebri inni da stadio.
L’estremismo politico, di destra quanto di sinistra, presente in molte curve, ha portato alla
comparsa di striscioni condannati dall’opinione
pubblica, dai mezzi di comunicazione e dalle istituzioni poiché riconducibili all’antisemitismo, a
festeggiamenti intorno a figure dittatoriali quali
Stalin e Adolf Hitler, all’apologia del nazismo e
alla derisione dei martiri delle foibe. In Italia le
autorità hanno reagito vietando i messaggi politici sugli striscioni e impedendo la riproduzione
di qualsiasi simbolo politico su ogni tipo di vessillo, onde evitare quegli eccessi che potrebbero
indurre allo scontro fisico due tifoserie ideologicamente contrapposte.
Vista la presenza di fazioni ultras schierate politicamente, le curve sono talvolta state viste e
strumentalizzate come bacino elettorale.
Kitchen
Mangiare a...
La Griglia
La gestione, simpatica ed informale, rende la Griglia il luogo ideale dove passare una goliardica serata tra amici, come anche un romantico tete-à-tete e, per questa stagione che
comincia, tutto lo staff è rinnovato e motivato a rendere le vostre serate qui qualcosa di
vermanete speciale. La taverna al piano inferiore, poi, con il suo camino, è perfetta per
organizzare feste e ritrovi privati. Dando un’occhiata al menù, scopriamo che è diviso in
antipasti, primi piatti, secondi dalla cucina e dalla griglia. Scendendo nei dettagli, vediamo
che tra gli antipasti fanno bella mostra di sè quelli a base di pesce, dai moscardini alla livornese alle cozze alla marinara, dalla tartare di tonno al tartufo al cocktail di code di gamberi
argentini. Per i più tradizionalisti troviamo anche varie schiacciate, il tagliere della griglia e
la polenta con porcini e asiago.
E tra i primi? Anche qui creatività e tradizione vi offrono una vasta scelta di possibilità, tutte ugualmente appetitose. Si va dai tagliolini al tartufo nero ai bigoli all’asinella e scamorza
affumicata, ma troviamo anche tortellini burro e salvia e pappardelle ai porcini.
I secondi alla griglia sono sicuramente allettanti, oltre che numerosi: grigliate miste, tagliate, filetti e fiorentine sono solo alcune delle opzioni che vengono presentate nel menù.
Non stupitevi se, insieme al menù classico, vi portano anche dei menù un pò più piccoli,
sono i “consigli” che vengono aggiornati ogni venti giorni e racchiudono tutto il meglio che
trovate alla Griglia e, se guardate bene, potete trovare piatti particolarissimi come il filetto
di struzzo e di antilope o lo spiedo alla messicana.
LA GRIGLIA SI TROVA A PEDEMONTE (VERONA), IN VIA DON DINO BATTAGLIA, 10.
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Il Jameika Happy Pub di Verona apre nel settembre del 2003 dalla volontà e dalla tenacia
di due amici, Andrea e Marcello. La voglia di fare “qualcosa” assieme risale a qualche anno
prima e come sempre si esplicita in progetti ed idee su cosa fare per cercare di uscire dalle
“solite cose”, per cercare un lavoro “diverso”.
Questi progetti vengono fatti davanti ad una birra o ad un bicchiere di rosso, magari nella
taverna del “vecchio Gianni”(il padre di Andrea). L’idea del pub prende forma quasi da subito,
anche grazie all’incontro con degli amici (meglio fratelli) di Padenghe d/g che da un pò di tempo
stavano sviluppando una nuova idea di locale. Da subito si instaura un ottimo feeling e da lì le idee iniziano a scaturire ed a prendere sempre più consistenza. La forza del gruppo nel voler realizzare l’idea e nel tener duro ci ha
portati alla ricerca della giusta location che ci ha impegnati per circa 2 anni e mezzo.
Tralasciando l’elencazione di tutte le problematiche avute per l’apertura, finalmente a fine Settembre del 2003 abbiamo
aperto le porte del Jameika Happy Pub.
Abbiamo voluto caratterizzare il locale oltre che nell’arredamento jamaicano caldo ed accogliente, oltre che nelle tipiche
padelle “Jammin’ pot” a base di frutta esotica e rum, soprattutto nel modo di porci alle persone.
Chi entra al Jameika Happy Pub si deve sentire a casa, si deve sentire uno di noi, non il cliente del
locale ma un amico che ci viene a trovare. Abbiamo tenuto questa filosofia anche con alcuni dei
nostri dipendenti con i quali abbiamo aperto altri due locali jamaicani a Mantova nel 2005 e
Rovigo nel 2007. Vogliamo creare gruppo ed il fatto di aver aperto altri due locali con dei
nostri “amici” ci conferma la bontà della strada intrapresa.
Vieni a trovarci?...perchè no!
Jameika Happy Pub
via ciro ferrari, 11 ZAI verona
info: 045.8230354 www.jameika.com
Chiuso il Lunedi
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Airport Day
DUE PAROLE CON...
CIRO MASCHIO
Incontriamo Ciro Maschio all’Aeroporto Valerio Catullo, dove è Consigliere di Amministrazione, in occasione dell’Airport Day...
La tua esperienza come giovane amministratore di un Ente così importante...
Per me, che provengo dalla “politica pura”,
dall’associazionismo, e che sono avviato
alla professione di avvocato, essere amministratore di un’azienda così importante e
complessa come l’aeroporto è sicuramente
un’esperienza molto interessante.
L’Aeroporto Catullo, infatti, è una delle migliori e più dinamiche tra le aziende pubbliche veronesi, e, assieme alla Fiera e all’Arena, è un volano straordinario per portare
Verona nel mondo, e per portare il mondo
a Verona...E siamo orgogliosi di ricordare
che, nel 2006, il nostro aeroporto ha superato la soglia record di 3.000.000 di
passeggeri...
Che cos’è l’Airport Day?
L’Airport Day è l’evento conclusivo di una grande campagna nazionale promossa da Assaeroporti, in collaborazione con gli aeroporti italiani, che nasce dalla volontà di informare i consumatori sulle tariffe dei biglietti
aerei, e soprattutto di avvicinare di più i giovani agli aeroporti e gli aeroporti ai giovani.
Voli gratis e visita guidata all’aeroporto...
50 voli premio solo a Verona e Brescia, 600 in tutta Italia. Un buon inizio per invitare gli studenti a volare di
più...
L’aeroporto scommette sui giovani...
Sì. E non solo perché gli studenti di oggi saranno i dirigenti, i professionisti e i turisti di domani...
Basti solo pensare, già oggi, a quanti ragazzi si spostano, ogni anno, nelle nostre Università, grazie alla
straordinaria esperienza dell’Erasmus.
Dare a tutti la possibilità di viaggiare
più facilmente, dovunque, e a tariffe
sempre più basse, non è solo una fonte
di business, ma anche un servizio sociale e culturale.
Il mondo sta cambiando ogni giorno, e
cambia anche il modo di muoversi delle
persone... E anche gli aeroporti devono essere pronti a raccogliere le nuove
sfide. Oggi è realmente possibile partire
anche last minute, con... zainetto e volo
low cost.
Anche se...
Anche se a me piace ricordare che con le
idee e con le emozioni si può andare molto
più in alto e molto più lontano di quanto
possa fare un aereo...
Volare anche nella vita quotidiana...
Dovremmo cercare di “volare alto”, anche
perché siamo, tutti, a rischio di “cadere”,
ogni giorno, e quando voli troppo a bassa
quota, appena sopra il pelo...basta abbassarsi di poco per sprofondare nella melma...
Per questo è nata l’associazione “Liberamente”?
Liberamente è un laboratorio di idee, un luogo di incontro e di confronto, libero e aperto a persone di qualità
e di mente aperta... Non è “La” risposta, ma uno strumento utile per indicare la rotta...
È una realtà importante, con idee e progetti di qualità, che ha già coinvolto personalità di spicco e opinion
maker nazionali come Vittorio Feltri, direttore di Libero. In pochi mesi di vita stiamo già avendo un grande
successo, moltissime persone si stanno avvicinando a noi, e penso che si sentirà parlare ancora a lungo di
questa bella avventura...
Sappiamo che sei sempre stato molto sensibile ai giovani...
E’ vero. Creare eventi e spazi di aggregazione per i ragazzi è sempre stata per noi una
priorità assoluta..
Ricordo ancora, quando, nel ‘95-‘96, con
molto impegno e un po’ di pazzia, abbiamo
messo in piedi, partendo da zero, il primo
Sveglionissimo di fine anno al Palasport, con
oltre 4000 ragazzi, successo bissato l’anno
dopo da un bellissimo capodanno, sotto la
neve in un palazzetto tutto esaurito... Nessun incidente, neanche mezzo “collasso”...e
migliaia di ragazzi che si sono divertiti tantissimo... E anche se, poi, mi sono occupato di molte altre cose,
la mia sensibilità verso il mondo giovanile non è mai venuta meno, e alcuni ragazzi del nostro gruppo, anche
grazie a quelle esperienze, sono cresciuti e hanno trasformato la loro passione in una professione... F.C.
University Life
Giornate e Notti
Universitarie
Sono le 08.30 di un lunedì qualunque...da qui a poco il circo della frinzi sarà pronto come ogni settimana ad
accogliere l’orda di studenti che si riverseranno nei pochi posti a loro disposizione.
Ogni settimana ha il suo ciclo vitale come per le piante,il chiostro è affollato da lacrime e sorrisi per esami
superati o meno. Il buon studente universitario non può esimersi per iniziare bene la sua giornata di non
timbrare il cartellino tra il Cambridge, Le Pinte o L’attimo caffè, si parte con una modesta ma nutriente
colazione, per poi seguire con la relativa pausa pranzo e le innumerevoli pause, ricordiamo che lo studente
universitario è perennemente in pausa...i più furbi utilizzano sagome di cartone per farsi sostituire sui banchi
ed eludere la sorveglianza dei custodi.
Gli studenti non conformi alla massa, se non per la pausa in chiostro preferiscono alternare questi bar appena elencati con le piadinerie o l’immancabile panino dalle “vecchiette”, tappa questa che tutti nel bene o nel
male abbiamo provato.
Il sole cala,ma lo studente medio non si arrende davanti all’avanzare delle tenebre anzi...il mercoledì sera
al Cambridge o il Giovedì all’Attimo caffè sono ottimi punti di ritrovo per discutere sulla campagna acquisti
sbagliata dell’hellas o della nuova ragazzina che fatalità è apparsa in biblioteca durante la giornata. Accade
poi che alcune settimane sono inondate di uno strano senso d’apprensione ed ansia, sono i periodi delle
feste universitarie. Storiche le prime fatte alle colombare,come altrettanto biblichi quelle effettuate presso
l’alterego.Il mercato universitario c’è da dire ha subito una leggera impennata quando da due anni a questa
parte altri locali come: berfi’s e scala si sono messi a proporre serata per questo target difficilissimo da
comprendere...e dobbiamo dire con un buon successo. Ormai è quasi venerdì,e ogni buon iscritto matricola
o veterano che sia,ha affrontato con caparbietà una settimana difficile, piena di avvenimenti e appuntamenti
che speriamo non lo abbiano troppo distratto dall’intento primario, LO STUDIO!
Intervista a...
Flavio Tosi
Candidato sindaco per il comune di Verona per la Casa delle Libertà, è sicuramente l’esponente politico veronese più
conosciuto dai cittadini e con maggiori probabilità di vittoria. La sua popolarità deriva dal coraggio e dalla costanza con
la quale affronta i diversi problemi della nostra città scaligera, qualità, queste, che gli sono riconosciute anche dagli
avversari politici.
Come si sente Flavio Tosi da candidato Sindaco di Verona?
E’ sicuramente una soddisfazione grandissima, anche perchè essere candidati sindaci di una città è importante, ma se
questa è inoltre la città dove si è nati e cresciuti, l’emozione è enorme. Un’altra cosa, che fa molto piacere, è l’aver fatto
vedere come, a differenza degli altri partiti, la Lega si è dimostrata migliore e diversa, perchè taluni dicevano che le
scelte sarebbero state calate dall’alto, e questo ha riguardato altri partiti, mentre invece , il Consiglio Federale ha deciso
di sposare la proposta che è arrivata dalla base, dai veronesi e dai veneti, ma indicata anche da molti cittadini comuni.
Mi sento di ringraziare specialmente il Segretario Federale Umberto Bossi, che immagino abbia avuto notevoli pressioni
riguardo alle candidature di Verona, ma che ha voluto ascoltare innanzitutto la base della Lega.
Quando è nata e perchè, l’idea della sua candidatura?
L’idea della candidatura è nata appunto in settembre per diversi motivi. Primo fra tutti quello che a Verona serve un vero
e proprio cambiamento, e successivamente perchè, per chi come noi è in mezzo alla gente tutti i giorni, nelle piazze, nei
bar, in mezzo a coloro che vivono e amano Verona, abbiamo capito che la nostra scelta sarebbe stata, ed è , largamente
condivisa. Nonostante qualcuno pensi che a Verona contino solo i ‘poteri forti’, a votare poi andranno i veronesi, che hanno
dimostrato di volerci molto bene.
E’ rimasto stupito dei consensi che le danno?
Chi conosce bene la città e ci vive, sa che la nostra candidatura ha una larga condivisione,
pertanto non siamo stati stupiti dall’esito dei sondaggi. La sensazione positiva è palpabile in città, e anzi, più passa il tempo, e più l’entusiasmo e l’affetto nei nostri confronti
cresce. Una stima dovuta al fatto che noi amiamo Verona, come quei cittadini che ci
sostengono, e lo abbiamo dimostrato in questi anni.
Come vede la campagna elettorale?
Non avremmo difficoltà a spiegare quale sarà il nostro programma perchè i veronesi ci
conoscono. Io, sono in consiglio comunale da ormai 13 anni e hanno visto in che maniera
operiamo per Verona. Pertanto credo che, aldilà di ciò che verrà detto in campagna elettorale, tutti sanno quali sono le nostre idee e come intendiamo attuarle.
Verona potrebbe diventare una nuova Treviso?
Me lo auguro, perchè se un cittadino veronese va a Treviso e vede l’ordine, la pulizia, il
decoro e la vivibilità,sicuramente ci darebbe la sua fiducia. Pertanto mi auguro di poter
portare qui quel clima di positività amministrativa che c’è a Treviso.
Quante possibilità di vittoria ritiene di avere?
Se ci siamo messi in gioco è perchè sappiamo che ci sono possibilità di vittoria e sono
molto alte. Quanto meno non avremmo insistito così tanto,negli scorsi mesi, se avessimo
pensato il contrario. Ora, inoltre, con la cdl compatta, crediamo di poter ottenere un
ampio risultato fin dal primo turno.
Si aspettava una convergenza della Cdl su di lei fin dal primo turno?
Ormai credevo che non fosse più possibile. E’ stata sicuramente una gradita sorpresa, figlia sicuramente anche delle
opinioni dei cittadini veronesi. Devo anche dire che la disponibilità di Meocci ha avuto un ruolo determinante e per questo
lo ringrazio.
Quali saranno le sue priorità in caso di vittoria?
Dobbiamo far rinascere Verona dopo 5 anni di malagestione. La sicurezza e il rispetto della legalità sono due questioni
fondamentali,che affronteremo con decisione. Anche la viabilità, settore da troppo tempo trascurato, sarà fra le nostre
priorità. In definitiva cercheremo di attuare un vero cambiamento a Verona, per fare in modo che assuma quel ruolo
importante che gli spetta, dopo troppi anni di immobilismo.