Editoriale di DjD
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Che il genere umano fosse quanto di più
stupido la natura avesse potuto creare, era
una convinzione che mi folleggiava in testa
oramai da un pò di tempo. Non passa
giorno senza leggere o meglio “scovare”
notizie che ci parlano di orrori, di situazioni
sempre più al limite, che ci spiegano come
l’uomo ospite ingrato di questa terra stia
ormai riducendo e distruggendo tutto
quello che sarebbe servito a far
sopravvivere le future generazioni .
Abbandoniamo per un attimo il problema
del petrolio, delle tasse, della delinquenza,
dei politici corrotti, delle guerre che
scoppiano alla velocità della luce e delle
quali nessuno sembra preoccuparsene.
Il mio pensiero questo mese è rivolto ad
un insetto: l’ape. Destiniamo pure questo
pensiero a quelle operaie, prime vittime
come al solito di questo pazzo sistema e
le prime a subirne le conseguenze. Se le
scene del cartone animato dedicato alla
più famosa tra le api “Maya” fosse stato
girato negli ultimi due anni probabilmente
la simpatica apetta non avrebbe superato il
secondo ciak. Il motivo? Sono a
chiederselo in molti, studiosi, ricercatori e
soprattutto gli allevatori che hanno visto
dimezzato (in tutto il mondo) il numero dei
laboriosi insetti. Nessuno dei governi come
al solito se ne preoccupa .. cosa saranno
mai un pò di apette in meno nel mondo...
le probabilità di essere punti saranno
inferiori, quindi meglio così! Punto!
Cerchiamo di spiegarci meglio: Albert
Einstein disse: “Se l’ape scomparisse,
all’uomo resterebbero quattro anni di
vita”. Il grande scienziato che introdusse
il concetto corpuscolare di quanto di luce;
che fornì una valutazione quantitativa e
l'ipotesi di aleatorietà del moto browniano;
che espose la teoria della relatività
speciale, si era fuso il cervello? No! Le api
producono miele, pere, mele, nocciole,
avocado, soia, asparagi, broccoli, sedano,
cetriolo, pesche, kiwi, ciliege, lamponi,
fragole, melone, pomodori, trifoglio, erba
medica, latte, carne e tutto quello che di
commestibile vedete dai fruttivendoli o
nei supermercati. Direttamente od
indirettamente. Trasportano il polline e
trasformano il mondo in cibo. Le api sono
un bioindicatore dell’ambiente. Un terzo
dei 240.000 alveari britannici è
scomparso durante l’inverno e la
primavera. Il ministro inglese Rooker ha
dichiarato che, se non cambierà nulla, entro
dieci anni non ci sarà più un’ape nell’isola.
In Italia non siamo messi meglio: nel 2007
sono morte il 50% delle api, persi 200.000
alveari e 250 milioni di euro nel settore
agricolo. Perché le api muoiono? Per
l’ambiente, il clima, la varoa (un acaro), i
pascoli trasformati in coltivazioni di soia per
i biocarburanti, per i pesticidi,
l’inquinamento dei corsi d’acqua. Qualcosa
si può fare e subito. Vietare l’uso dei
pesticidi nicotinoidi. In Francia lo hanno già
fatto. Sulle api hanno l’effetto della nicotina.
Gli fanno perdere il senso dell’orientamento,
non riescono a ritornare nell’alveare e
muoiono.
Con tutti i problemi che ci affliggono questo
sembra essere il più stupido... ma è sempre
stata la stupidità la rovina del mondo...
Se volete approfondire il problema vi
rimando a Youtube:
Le api stanno scomparendo
Nel caso in cui questa evenienza dovesse verificarsi, vi abbiamo preparato delle api
che potrete ritagliare e applicare sui fiori dei vostri giardini. Peccato che in quel
momento anche i fiori saranno spariti ...
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THE FRATELLIS
“Here We Stand”
SoundRece by DjD
Casa discografica : Island
Web: www.thefratellis.com
NICOLE ATKINS
“Neptune City”
THE ZUTONS
“You Can Do Anything”
Casa discografica : SonyBMG
Web: www.nicoleatkins.com
Casa discografica : SonyBMG
Web: www.thezutons.com
Non a caso Nicole Atkins vanta David
Lynch e Tim Burton fra i suoi registi
preferiti. La sua musica ricorda molto dei
loro film, dall'atmosfera surreale a quella
visione romantica e malinconica delle
piccole città americane. In questo album
Atkins si riferisce ad una città in
particolare, Neptune City, dov'è nata, da
cui è andata via per poi ritornare e trovare
ispirazione. Le canzoni di “Neptune City”
raccontano proprio di questa città , dei
suoi personaggi e della vita stessa di
Atkins: il tutto rivive in una miscela di rock
folk psichedelico, una sorta di rock anni
sessanta rivisitato con violini, organi e
fiati. L'album è prodotto da Tore Johansson
(Cardigans, Franz Ferdinand ), che
sentendo alcune canzoni di Atkins per la
prima volta le disse che la sua musica gli
ricordava quelle bambole bellissime, ma
che allo stesso tempo sono un po'
inquietanti. E effettivamente “Neptune
City” è un album che incanta e rattrista, la
cui musica riesce a mettere insieme
felicità e inquietudine.
I fricchettoni di Liverpool, segnalatisi sin
dagli esordi per le marcate venature artintellettuali del loro pop, provano stavolta
a fare le cose in grande: registrazione a
Los Angeles, produttore di sound sudista
per eccellenza (George Drakoulias, già con
Primal Scream e Black Crowes) e persino
il leader Dave McCabe che si fa crescere la
barba. Cose grosse insomma. Peccato che
questa vagonata di valore aggiunto si
ritrovi a condire un set di canzoni che,
nella ricerca di chissà quale omologazione
attira-pubblico, escono da orecchie e
stomaco nell’istante esatto in cui ci sono
entrate. Il guaio di essere fuori dal coro è
che quando cerchi di rientrarci magari
trovi la porta chiusa a chiave.
THE MUSIC
“Strenght in numbers”
Quando davanti ad un esordio come
“Fleet Foxes” ci si imbatte in: talento,
poesia, intelligenza, equilibrio,
padronanza, insomma, quando si ha a che
fare con uno stato di grazia straordinario
cosa si può fare se non raccomandarvi di
ascoltarli prima di qualunque altro disco
abbiate in mente? Fatelo, fatelo davvero,
altrimenti vi perdereste uno degli album
più belli che il 2008 ci abbia portato
finora. Loro si definiscono pop barocco, e
in loro riconoscerete elementi folk,
gospel, musica sacra, suoni tradizionali
provenienti da ogni parte del mondo, una
fusion di armonie di intenso respiro
sospese tra il bucolico ed il crepuscolare.
Essenziale e al contempo sontuoso,
familiare e universale.
Casa discografica : Polydor
Web: www.themusic.co.uk
Il giochino è sempre antipatico ma se può
rivelarsi utile ad inquadrare meglio un
paesaggio sonoro ed aiutare un po’ di
distratti, beh, ben venga: in breve, se c’è
una band a cui i Kasabian dovrebbero
offrire una birra a sera per un paio di
decenni sono proprio i The Music. Nome
quantomeno impegnativo e un
inguardabile frontman che è riuscito a
passare attraverso tutte le dipendenze di
questo mondo, gli ex ragazzini prodigio di
Kippax (vicino Leeds) tornano dopo
quattro anni di assenza dovuti proprio alle
vicissitudini di Robert Harvey. Sono in
forma, grande forma. Ed è un piacere
tornare ad ubriacarsi dei colori acidi ed
ossessivi del loro rock sintetico.
FLEET FOXES
“Fleet Foxes”
Casa discografica : SubPop
MySpace : /fleetfoxes
Potremmo chiamarla sindrome dell’amaro risveglio: aprire gli occhi e guardare la
donna che dorme al proprio fianco nella sua verità senza trucchi e astuti
imbellettamenti, maledicendo l’avventatezza di una sbronza troppo inebetita
dalle proprie euforie per rendersi conto di quello che si stava effettivamente
facendo. Anche i Fratellis infilano così la china inesorabile (quanto inevitabile) di
una discesa verso la realtà più cruda e prosaica, che nel caso specifico racconta la
storia di un gruppo a metà strada tra una versione goliardica e beona dei
Libertines e un’orchestrina di rockabilly melodico infatuata di Chuck Berry e Jerry
Lee Lewis. In mezzo a questi due estremi passa un po’ di tutto: molto glam, con
schitarrate possenti di scuola Slade-Status Quo e rintocchi di grancassa
schioccanti come zatteroni (“My Friedn John”, “Shameless”), ma anche una
passione smodata e sincera per un’idea di classic rock (l’attacco di “A Heady Tale”
ricorda da vicino “Simpathy For The Devil” degli Stones, mentre “Babydoll”
sembra volata via da uno spartito minore dei Creedence) sempre a un passo dal
ripiegarsi sul mero esercizio di imitazione scolastica. Non mancano neppure
spunti palesemente oasisiani (“Look Out Sunshine”) o evidentissime autoparodie
(ascoltate l’inizio di “Mistress Mabel”), e nel complesso il disco non tedia, ma
nemmeno illumina, proponendo un’ipotesi di rock piuttosto invecchiata e
prevedibile, oltre che in evidente ritardo sui tempi.
È difficile prevedere che un disco del genere possa replicare il “miracolo”
dell’esordio (e ascoltando le chitarre farraginose e affievolite di “Jesus Stole My
Baby” si inizia ad annusare un odore di tombe scoperchiate sul loro vuoto
desolante). Se venderà, sarà solo per forza di inerzia e mancanza di fantasia e
pigrizia dei suoi eventuali acquirenti.
music invaders
INSERT COIN
VENERDI 5 SETTEMBRE
SHINDY CLUB
THE BEST MUSIC
IN
THE
WORLD!
VENERDI 5 sett: inf/art open party
venerdi 12 settembre: regherevolution
venerdi 19 sett: schiuma party
Domenica 28 sett: 1a sagra di fine estate
Sabato sera: classic shindy
with tony dj + don carlito cazale
10 points:
Indie
30 points:
electronic
50 points:
reggae
Shindy club
via s.giorgio 140
bassano del grappa VI
0424.500000 345.2573308
www.shindy.it myspace.com/shindyclub
di Dj A. Battista
VIVA
(PARTE 1)
IL SUPER MASSIMALISMO
Un anno fa Sound & Vision ha lanciato un concorso per eleggere
uno dei profili più originali tra quelli su MySpace.com. Per mesi
abbiamo intervistato musicisti, illustratori, stilisti, giornalisti e
artisti di tutto il mondo. Il vincitore del concorso? La regina
indiscussa del super massimalismo londinese, Namalee, che si
rivela in un'intervista esclusiva per Sound & Vision in due parti.
Immaginate un incrocio tra le
immagini dai colori vivaci dei costumi
di Slava Tsukerman nel film cult del
1982 Liquid Sky, l'etica fai-da-te del
movimento Acid House della fine
degli anni '80, una mitica amazzone e
un cartoon surrealista alla
SpongeBob. Difficile combinare
assieme tante immagini e idee
diverse? Allora provate a pensare a
Namalee e riuscirete
immediatamente a visualizzare nella
vostra mente questa strana ed
originale ibrida creatura. Nata a
Guildford, nel Surrey, da madre
singalese e padre olandese, una
famiglia che Namalee definisce
piuttosto eccentrica, Namalee è il
risultato di un incrocio di culture. “Da
ragazzina ero piuttosto originale, ma
molto goffa e timida, anche se
piuttosto sicura di me stessa,”
racconta. “Avevo un temperamento
artistico e volevo fare la illustratrice di
fumetti da grande. Ricordo anche che
avevo l'abitudine di parlare con un
delfino gonfiabile, mi piaceva sognare
ad occhi aperti e credevo fermamente
nella magia.” In un certo senso non è
cambiato molto nella sua vita: a quasi
trent'anni, Namalee si lascia guidare
ancora da quella stessa magia che
aveva nel cuore quand'era bambina ed
ora scrive, lavora come stylist e musa
del duo di stilisti Basso & Brooke, è la
direttrice della pagina di moda della
rivista Super Super e fa anche la
cantante. ”Non riesco proprio a
dedicarmi a un lavoro solo,” confessa,
“ho iniziato a scrivere per esprimere i
miei pensieri piuttosto rivoluzionari,
per parlare della libertà e
dell'individualità. Ho poi iniziato a fare
la stylist per esprimere ancor meglio
questa individualità attraverso abiti e
accessori ed ho infine lanciato Super
Super perchè non volevo scendere a
compromessi con altre riviste e
implorarle di pubblicare i miei servizi
di moda, perchè probabilmente non
erano di loro gradimento.” Facile
comprendere come in un mondo che
opta sempre di più per il minimalismo,
Namalee temesse che la sua estetica
eccessiva e multicolorata non venisse
approvata. Quando sei anni fa
Namalee ha incominciato a lavorare
come stylist, il suo uso ottimistico ed
eccessivo dei colori le ha infatti
causato non poche critiche. “Non sono
di certo una tipica stylist, dal
momento che sono riuscita a
capovolgere con la mia estetica maximassimalista e il mio amore per la
cultura trash i canoni del buon gusto e
della bellezza,” dice. Per raggiungere
con il suo messaggio di caos e
rivoluzione un maggior numero di
C’MON LET’S GO!
VEN 17 OTTOBRE
SOUND & VISION PARTY
persone, Namalee ha scelto anche di
iniziare a cantare: la sua musica è a
suo dire una celebrazione del “power
pop”, e non si può che essere
d'accordo dopo aver ascoltato pezzi
come “U Glo Grrl” e “Namazonia”, mix
futuristici che mescolano influenze
come Neneh Cherry, Peaches e
Siouxsie Sioux. La musica di Namalee
è legata inoltre al movimento “Nu
Rave” che, spiega, consiste nel
“guardare al futuro e creare nuove
influenze, nuovi territori e mondi da
esplorare attraverso l'ibridazione
delle culture e una sapiente
mescolanza di stili, generi e colori.” Il
movimento Nu Rave è iniziato attorno
al 2002, grazie a serate esclusive
come “Kashpoint” organizzate nei
club londinesi dal promoter Matthew
Glamorre, membro della band Minty
con Leigh Bowery. Le serate erano un
miscuglio eclettico di varie influenze
con artisti e intellettuali vestiti in
modo stravagante e divertente. “Ci
vestivamo in modo davvero assurdo,
con materassi e castelli gonfiabili,”
Namalee racconta, “e ballavamo su
roba improbabile come pezzi
drum'n'bass mixati con canzoni folk.”
Molti musicisti, artisti e fashionisti si
sono formati in questo ambiente, tra
gli altri Cassette Playa, Patrick Wolf,
Bishi, No Bra, il produttore musicale
Niyi e Gareth Pugh. Man mano che la
scena è andata ampliandosi, molti di
questi primi appassionati hanno
lanciato le loro serate o i loro club. Nel
corso degli anni la scena ha continuato
a prosperare, grazie ai giovani che
l'hanno sostenuta, trasformandola in
qualcosa di ben diverso dal
movimento rave anni '80. “Vi sono
riferimenti al movimento che ci ha
preceduti, come i colori fluo, accessori
come cappellini e marsupi, ed alcuni
dei ritmi musicali, ma il Nu Rave è
qualcosa di ben diverso,” dice
Namalee. “Questo è un movimento più
ottimista che mette assieme generi e
influenze diverse. La mia musica è un
mix di r'n'b, punk, swing e rave. Inoltre
la moda ha una componente molto
fo r t e a l l ' i n t e rn o d i q u e s t o
movimento.”
(...continua il prossimo mese)
Si ringrazia Joanne Croxford per la cortese collaborazione nella coordinazione dell'intervista.
Tutte le foto per gentile concessione di Namalee.
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di Ilaria Rebecchi
Storia dei miti del Rock
Photo by Mick Rock
Se c'è un uomo che ha fatto del
rock'n'roll la propria arma di difesa,
veicolo di emozioni, dal passato
combattivo ed intenso, e per cui la
musica è stata la vera salvezza, è
senza dubbio Lou Reed. Specchio di
un'epoca che cambiava, uomo che
fuggì dalle dipendenze con il solo
potere della musica, mito in
continua evoluzione artistica, in un
circuito creativo che unisce l'arte
alla vita, l'immaginazione alla
realtà, con la coscienza di un
passato tormentato: "Una delle mie
regole è: mai ascoltare i propri
vecchi dischi. Chi lo fa è solo un
idiota nostalgico intento a
crogiolarsi senza interesse a
inventare qualcosa di nuovo. Io
credo che la vita sia troppo breve
per concentrarsi sul passato,
preferisco guardare al futuro". Rock
eterno, amore e dolore in una sola
anima. Lou Reed, classe '42, figlio
della tipica famiglia borghese
americana, e cresciuto ascoltando
di nascosto il rock perché proibito,
esibendo atteggiamenti effeminati
all'epoca disdicevoli al punto da
essere sottoposto all'elettroshock,
trova nella musica e nella poesia le
proprie dimensioni più alte ed
intime. Amico e discepolo di
Delmore Schwarts, scrittore ebreo
della Middle Generation, da cui si
ispirò per i componimenti concisi,
che, veicolati da minimali accordi, in
una sorta di romanzo rock e
s e m p l i c e. I n s i e m e a l
polistrumentista John Cale, alla
prima donna batterista Maureen
Tucker e a Sterling Morrison, fondò
quei Velvet Underground che
misero le basi del rock moderno,
della scena alternativa, oscura e
realistica, proponendo un rock
poetico e profondo. Memorabili
brani quali “Venus In Furs”, “Sister
Ray”, “Sunday Morning” ed
“Heroin”, che alla fine degli anni '60
colpirono per l'originalità, tra
sonorità dissonanti alternate a
melodie suadenti, in cui colpiva
quel cantare-parlato, in tempi in cui
la cultura hippie voleva tematiche
pacifiste e sentimentali, e non
inerenti a morte, droga e sessualità,
come Lou scriveva. La concretezza
di Lou Reed caratterizzò sia la
produzione da solista che quella con
i Velvet Underground, ispirata alla
Beat Generation, a caratterizzare la
p o p o l a z i o n e m e t ro p o l i t a n a
degradata ed oscura, con amarezza
ed intermezzi ironici e sottintesi. Un
lessico mirato ed organizzato,
umanità disperata, mitologia della
strada, inquietudine, il monologo
interiore a donare intimità,
l'infrangersi del sogno americano
come il punk andrà a celebrare anni
dopo. Nella musica di Lou Reed sono
sparite le sonorità blues ed afroamericane, fino ad allora basi del
rock, ma è il dominio del
minimalismo in cui cultura ed
avanguardia convivono. Per questa
diversità artistica i Velvet
Undergroud non ebbero il successo
sperato, fino all'apporto artistico di
Andy Warhol, che, affiancando loro
la cantante tedesca Nico, nel 1965, li
scritturò all'istante per l'Exploding
Plastic Inevitabile, una sorta di
avanguardistico spettacolo
multimediale, atto ad abbattere le
barriere fra le arti, nell' esecuzione
contemporanea di differenti eventi
artistici, danza, fotografia, pittura,
luci, diapositive e film dello stesso
Warhol proiettati sulla band durante
il concerto, a metà tra arte e
consumo di massa, in perfetto stile
pop-art. La Factory di Warhol,
collettivo creativo alla ricerca
d e l l ' e s age ra z i o n e e d e l
raggiungimento dei 15 minuti di
celebrità, fu per Lou Reed scrigno lo
d'ispirazione della vita. Nasce così
uno degli album più importanti della
storia del rock, “The Velvet
Underground And Nico” ('67),
miscela tra la vocalità spettrale di
Nico e la brutalità musicale dei VU.
Memorabile la copertina firmata
dallo stesso Warhol, raffigurante
una banana sbucciabile. Viole
dissonanti, feedback eterni veicolati
dalla voce di Reed, e ballate oniriche
di Nico, musica innovativa e
culturalmente lancinante. Dopo la
separazione da Andy Warhol, da Cale
nel '68 e dai Velvet Underground, la
fragilità di Lou viene sconvolta, fino
alla frequentazione del Collective
Coscience di New York, salotto
letterario per scrittori rock, per cui
attraverso Richard Robinson,
produttore della Rca, conobbe l'astro
nascente inglese David Bowie, da
sempre ispirato dai testi di Lou Reed,
fino al punto di arrivare a produrgli il
secondo album solista
“Transformer”, che lo consacrò
immortale con le perle glam-rock,
quali “Perfect Day”, “Satellite Of
Love”, “Vicious “e “Walk On The Wild
Side”, trasformandosi visivamente
nel fantasma del rock, tra trucco
giapponese ed unghie nere. La storia
del mito partorì uno dei concept
album più immaginifici e tragici della
storia della musica, “Berlin” (1973),
nel momento in cui lo stesso Reed si
stava separando dalla moglie,
riuscendo ad ideare dal proprio
malessere il dramma del fallimento
sentimentale e sociale dei suoi
protagonisti. Ambientato nel
d e c a d e n t i s m o a n go s c i a n t e
berlinese d'inizio secolo, l'album
racconta poeticamente una storia
d'amore malata e disperata, tra
sesso, nichilismo e droga, in cui i
personaggi vengono delineati
attraverso il monologo, per esempio
in “Sad Song” (auto-epitaffio della
Caroline suicida). “Berlin”,
trasognante, doloroso e delirante, fu
tagliato dalla casa discografica a
scapito della potenza
cinematografica di ogni singola
canzone. Piccoli cortometraggi
musicali. Ma si sa, la popolarità non
sempre va di pari passo con l'arte e
la potenza onirica. Anni dopo nacque
Photo by Mick Rock
l'opera di rottura, “Metal Machine
Music” ('75), primo noise-rock
album mai pubblicato prima di
allora, con oltre un'ora di feedback
stratificato, di classicismo e rumore
senza parole, al quale seguenti
band di successo si ispirarono,
come i Sonic Youth e lo stesso
movimento punk. Seguiranno
episodi meno creativi, di cui il
banale “Mistral” fu l'apice negativo.
Dopo gli album creati grazie al breve
ed intenso affiatamento artistico
con Robert Quine (“The Blue Mask”
su tutti), è la morte di Andy Warhol,
nel 1987, a rinvigorire il flusso
creativo di Lou Reed, che richiama
John Cale per la composizione di
una biografia musicale di Warhol,
atta alla glorificazione realistica
dell'uomo. Nasce così “Songs For
Drella”, concept album a
rappresentare i lati opposti del
genio multimediale. Su questa scia
esce anche “New York” (1989),
capolavoro tra decadenza sociale,
economica e morale degli Stati
Uniti. L'ultima canzone, “Dime Story
Mistery”, dedicata ad Andy Warhol,
riflette su morte e fede. Lou Reed
ora non è più genio tormentato ma
uomo maturo e consapevole, lucido
e p u n ge n t e p o e t a s o ave.
Altre perdite colpiscono l'artista
alla stesura dell'ennesimo
capolavoro, “Magic And Loss,” a
completare la trilogia del dolore
iniziata con “New York”. La perdita
diventa arte, magia in liriche
rarefatte e melodie impalpabili. Da
allora la carriera di Lou Reed prende
una svolta, grazie anche all'aiuto
della sua attuale compagna Laurie
Anderson, artista concettuale
newyorkese, fino ad “Ecstasy”
(2000) che è la consacrazione alla
vita matura. Due anni dopo uscirà
“The Raven”, omaggio al poeta
Edgar Allan Poe, in una immaginaria
rivisitazione delle sue opere e della
sua vita, con l'apporto di ospiti quali
David Bowie ed Ornette Coleman.
Nel 2007 esce “Hudson River Wind
Meditation”, elettronico e
meditativo, e Reed riporta in scena
in Europa “Berlin”. Così tra
collaborazioni (i Kiss e i più recenti
The Killers) e cinema, in “Così
Lontano, Così Vicino” di Wim
Wenders, Lou Reed ha scritto la
storia della musica. Scrittore, poeta,
colto musicista, ricercatore sociale,
sintesi della pop-art. Ironico e
difficile, chitarrista animoso, voce
inimitabile, autore di canzoni
ancora attuali. Un uomo-leggenda
dedito al rock'n'roll, che con l'eterno
trasformarsi e vivere, ha creato
perle della storia della musica, in un
circolo per cui l'arte imita la vita
che imita l'arte, perfetta
definizione dell'opera tutta di Lou
Reed che ha tratto dai propri
turbamenti ed abusi, il serbatoio
p e r l a p ro p ri a c re at iv i t à ,
trasformando il dolore in arte.
TRANSFORMER
Lou Reed
Dopo aver velocemente dato alle stampe "Lou Reed", album
transitorio nel quale rivisita in massima parte l'avventura appena
conclusa, si mette seriamente al lavoro, accompagnato da Bowie e dal
chitarrista Mick Ronson (già al lavoro con Bowie). Alla fine del 1972
"Transformer" è pronto ad uscire: ed è un miracolo! Mai più come in
questo lavoro, infatti, riusciranno a coesistere il rock urbano e
disturbante tanto amato dai Velvet Underground e dalla Factory di
Andy Warhol (in canzoni affilate come "Vicious" e "I'm so free") e il
glam agrodolce, basato su atmosfere da cabaret berlinese anni '30,
dove nacque, visse e morì Ziggy Stardust (perfette sotto questo punto
di vista "Satellite of Love" e "Goodnight Ladies"). Ma la grandezza
dell'opera di Reed non si ferma a questa semplice rilettura della sua
arte, va oltre, si eleva al di sopra di tutto per parlare di un "giorno
perfetto" e lo fa con una linearità, una semplicità e una poesia tali da
lasciare stupefatti. L'autore di "Sunday Morning" è cresciuto e "Perfect
Day" ne è l'emblema: in poche battute Reed scrive la sua opera
suprema, la canzone alla quale sarà destinato ad accoppiare il proprio
nome. E, non pago del proprio sforzo, vi accosta un'altra perla
luccicante: lo swing incessante e suadente di "Walk on the Wild Side",
amaro e nostalgico ricordo dei tempi della Factory e dei personaggi
che la rendevano viva, dei piccoli gesti, delle visioni di un mondo che a
pochi anni di distanza sembra già perduto, perso nelle nebbie create
dal fumo di sigaretta e sciolte nell'eroina. Sì, l'epoca del velluto
sotterraneo è finita, camminiamo un po' tutti sul lato selvaggio della
strada, New York City è un paese di fantasmi e illusioni e soprattutto di
ricordi, ricordi dai quali il cantante cerca finalmente di fuggire. Ora il
presente è Londra, ma l'anima è ancora persa e vaga, attratta dalla
memoria. L'album potrebbe benissimo essere tutto qui, tale è il peso
delle emozioni che scivolano via, ma Reed è un professionista, e così
c'è ancora spazio per il rock 'n' roll d'annata di "Hangin' round" e per la
brechtiana "New York Telephone Conversation".
NICO
Quest’anno ricorre il 20° anniversario dalla morte di NICO. Non possiamo parlare di Lou Reed senza
ricordare la musa che fu affiancata, da Andy Warhol, ai Velvet Underground. Il suo volto angelico e la sua
suadente voce doveva servire ad riequilibrare suoni tanto oscuri e stridenti. La sua presenza all'interno
della band è sempre stata problematica: forzata dallo stesso Warhol, inizialmente non era stata
accettata dagli altri componenti. Nonostante ciò "The Velvet Underground & Nico" è divenuto uno dei
migliori album della storia del rock, carico di innovazione e spinte targate east coast, momenti
suggestivi ed espressioni metropolitane. In quest'opera s'inserisce la voce di Nico che - dotata di un
timbro rauco e assolutamente personale - viene tuttora considerata una delle più belle della musica
rock.
CHELSEA GIRL (1967)
La colonna sonora di questo film (1967) costituisce il suo esordio
solista, sul quale sono raccolti cinque avanzi delle session con i
Velvet Underground e tre composizioni di Jackson Browne.
THE END (1974)
Nella doppia dedica alla morte e` racchiuso il senso dell'esistenza per Nico:
non macabro facile da consumare con un po' di brividi snob, ma nichilismo
assoluto, vuoto di vertigine. Nico canta come se leggesse un breviario, e`
fredda e frigida, estinta.
LOU REED IN PILLOLE
Da avere : Transformer, Berlin, New York, The Raven
Da tralasciare : Mistrial, Magic and Loss, Ecstasy
Related Artist : Velvet Underground, D. Bowie, L . Anderson
Web : official site www.loureed.org - sito italiano www.loureed.it
Credits : Photo by Mick Rock
LA STANZETTA
di Sir Taylor
HARBIE HANCOCK
"BLOW UP”
Per il mese di Settembre torniamo a
parlare di colonne sonore.
Sicuramente molto adatto fra l'altro
a fungere da sottofondo alle vostre
s c o rri b a n d e, c e n e t t e o
partecipazione a cocktail sociali.... Il
film di M. Antonioni è sicuramente
uno di quelli che hanno lasciato il
segno : molto simbolico, metaforico
e al limite del metafisico! Non facile
sicuramente e a momenti
addirittura ostico il film è
liberamente ispirato al libro di
J.CORTAZAR "La Bava del Diavolo";
cerca di dimostrare che la realtà non
esiste ed esistono sempre diversi
livelli di apparenza con cui l'uomo
deve interagire - argomento molto
caro ad Antonioni che più volte
t ra t t e r à n e i s u o i l av o r i
cinematografici. La colonna sonora
fu composta (su commissione) per
la maggior parte da un allora
emergente H.Hancock in puro stile
jazz groove blue note. Erano gli anni
della swingin London , della
psichedelia, del jazz groove e
l'organo hammond di Jimmy Smith.
Mister Antonioni, profondo
conoscitore della scena musicale ed
attentissimo ascoltatore, era alla
ricerca di qualcosa di
estremamente originale ma nello
stesso tempo rappresentativo di
quello che stava accadendo intorno
a lui .Chiese cosi' a qs emergente e
talentuoso pianista afroamericano
di cui tutti parlavano (all'epoca
aveva ap p e n a c o m p o s t o
WATERMELON MAN portata al
successo mondiale dal
percussionista Mongo Satamaria) di
registrare le musiche per la maggior
parte delle scene del film, in
paticolare usando l'organo
hammond che non era per il vero lo
strumento per cui il mondo aveva
conosciuto il talento di H.Hancock.
Questo causò un certo numero di
incomprensioni e difficoltà nella
realizzazione ma l'opera finale
sicuramente è una delle migliori
colonne sonore jazz mai realizzate.
Dalla title track che si sviluppa in un
geniale doppio tempo (brillante
beat funk che scivola dopo un
delicato break in un tempo blues),
alle dolcissime VERUSKA che
accompagna un servizio fotografico
della famosa modella, JAMES'
THEME ed ancora NACKED CAMERA
fino alla groovy BRING DOWN THE
BIRDS (campionata dai mitici DEELITE), si passa con disinvoltura
dall'organo al piano lasciando
sempre il segno in perfetta simbiosi
con le immagini. per i completisti
segnalo un semibootleg con brani
inediti non usati nel film : BLOW UP
extra session, decisamente
interessante e ben registrato ! Per le
scene del rave notturno nel
nightclub londinese Antonioni
contattò un certo numero di band
emergenti: i GRATEFULL DEAD (al
tempo avevano all'attivo solo un 45
con il nome di Warlocks!!) furono fra
i primi ad essere contattati dal
momento che il maestro seguiva
con attenzione la scena californiana
di Ashbury/S.Francisco ma non se
ne fece niente .Furono contattati gli
WHO-impegnatissimi e non
disponibili - e poi i Tomorrow(pre
YES) band psychedelica per
eccellenza che incisero due brani
appositamente per la scena del
party finale del film ma per motivi
contrattuali non furono pubblicati
fino al 1996!! Toccò quindi ai mitici
YA R D B I R D S d i j e f f B e c k
rappresentare la teenage rebellion
della Londra sotterranea con un
brano fulminante: STROLL ON
(ovvero una rielaborazione di TRAIN
KEPT A ROLLING). Nella scena
J. Beck usa una chitarra dal design
originale e che è una replica di
quella usata da S. HOWE dei
Tomorrow. La chitarra finirà in una
scena di crescente violenza
distrutta assieme all'amplificatore e
gettata in pasto al pubblico (nella
migliore tradizione degli Who!!).
L' a l b u m d a i n t rovab i l e e
ricercatissimo che fu ,grazie ad
internet è diventato mediamente
facile da reperire sopratutto nella
edizione stereo (50$) che è quasi
sempre una seconda stampa fine
anni 60 ma tecnicamente
indistinguibile se non siete esperti
di etichette, caratteri di scrittura
etc.. Più arduo trovare la stampa
monofonica in ottime condizioni
(50-100$). La stampa americana è
quella che normalmente si trova in
vendita anche se dovrebbero
esistere una stampa inglese
(sicuramente una edizione del 76
con grafica alterata rispetto
l'originale) e una italiana ( ma non ne
ho mai visto una copia) Per tutti gli
altri è consigliata la riedizione in lp o
cd RPM rec7243.8.52280.2.5./turner
music co che include gli inediti dei
Tomorrow e una splendida repro
della locandina inglese.
www.sacrumcor.com
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di Marco Disco
FIERA DELLA MUSICA
Musica, spettacolo, intrattenimento..
Parole che ormai troppo tempo vengono spacciate per vere pur di vendere un paio
di birre in più del solito. A chi con la musica, lo spettacolo e l'intrattenimento ci
lavora davvero segnaliamo un appuntamento da non perdere durante il primo
week end di ottobre (4-5-6 Ottobre) presso la zona fieristica a San Donà di Piave
VE (tutti i riferimenti su www.discoverystudio.it). Un occasione unica che riunisce
in un padiglione di oltre 500mq numerosi addetti ai lavori (studi di registrazione,
negozi di strumenti, service audio/video, etichette discografiche etc..) pronti e
disponibili a rispondere ad ogni vostra domanda. Inoltre troverete uno stand
dedicato presso il quale sarà possibile depositare la vostra demo o il vostro CD che
saranno poi consegnati direttamente agli addetti ai lavori. E' prevista anche una
zona show case che permetterà di assistere all'esibizione di numerosi artisti
dall'alba al tramonto. Se poi vi esibite dal vivo è un'ottima occasione per fare un
salto e lasciare del materiale e un vostro contatto. Allora che aspettate??!! Se la
sala prove vi sta facendo ammalare di claustrofobia, se vi piace respirare a fondo il
puzzo di sudore dei camerini, se il pubblico di un concerto preferite vederlo da
sopra il palco non potete proprio mancare. Se invece siete chitarristi virtuali
dovete iscrivervi al Guitar Hero Contest e dimostrare che siete i migliori!! Ancora
non vi ho motivato a sufficienza??!! Allora sappiate che se dovesse venirvi un
attacco di secchezza alle fauci o fame chimica non dovete far altro che assaltare
la zona ristorazione adiacente. Se avete una band (o per lo meno una sorella
mooolto carina) il biglietto di ingresso ve lo regalo io, scrivete a
[email protected]
www.stefano-rossi.com
MUSICA: UN BUON METODO PER CAPIRE
SE QUALCOSA RESTERÀ NELLA STORIA
Non passa giorno che, ascoltando un
brano nuovo, si pensa se ascerà
qualcosa negli anni a venire nella storia
della musica, in questo caso degli anni
2000. Per fare un esempio, chi avesse
ascoltato “(I Can't Get No) Satisfaction”
per la prima volta negli Stati Uniti nel
giugno del 1965, avrebbe mai potuto
pensare che sarebbe diventata una vera
e propria icona della musica? Certo,
servirebbero anni e anni di
“decantazione” per capire il reale
valore di una canzone, ma anche
qualche mese può essere sufficiente.
Ci sono infatti melodie che, al primo
ascolto, sembrano essere immortali,
tanto sono orecchiabili e fantastiche.
Magari, però, basta qualche giorno o
settimana per dimenticarsi del cd.
Provate un esperimento: scegliete a
caso una decina di cd dal vostro
scaffale, disponeteli sulla scrivania e
pensate a quanto tempo è passato
dall'ultima volta che non li avete
ascoltati. Già questo è un buon indice
sul valore di un disco. Almeno
soggettivamente. Poi passate a un
esame più sottile: quanto avete voglia
di riascoltare quel brano? Dal punto di
vista oggettivo, è inutile far riferimento
a classifiche di vendita, che riflettono
da un lato i gusti del pubblico, dall'altro
gli effetti del marketing, quando le
graduatorie stesse non sono addirittura
falsate. Oggi come oggi Internet ci
permette ricerche più semplici, per
capire se negli anni un brano è rimasto
presente oppure è scivolato nell'oblìo
dopo qualche tempo. Con questa
semplice operazione si capirà anche
DEEP PURPLE
MADE IN JAPAN
di Stefano Rossi
che, purtroppo, al giorno d'oggi la
musica è diventata realmente usa e
getta. Quante canzoni sono rimaste
solo dopo qualche mese dalla loro
pubblicazione? Un tempo le cose
andavano diversamente (anche se
non troppo...), con espressioni
artistiche (e qui si potrebbero
coinvolgere anche cinematografia,
scultura, un po' tutta l'arte in
generale) più durature, pensate e
realizzate. Oggi da un certo punto di
vista c'è magari più competenza nella
fase di realizzazione di un pezzo
musicale, ma meno “cuore” e
certamente meno onestà
intellettuale. Mentre iniziate a
compiere questa meritoria opera di
verifica della vostra discoteca,
cominciamo a mettere qualche
mattoncino nella “storia”: prendete
come esempio titoli come “Stairway
to heaven” (Led Zeppelin), “Smoke on
the water” (Deep Purple), “Firth of
fifht” (Genesis): anche se è passato
un po' di tempo, non vi stancherete
mai di metterli sul piatto... Pardon: nel
cd player.
di Francesco Nicolli
MASSIVE ATTACK
PROVE DI FUTURO CON DADDY G
L'occasione era di quelle troppo
ghiotte per lasciarsela scappare. I
Massive Attack a Piazzola sul Brenta!
Da quando ho appreso la notizia, che
in verità qualche mese fa annunciava
il concerto a Villa Pisani, a Strà, non
ho fatto che ripensare a quando li
avevo potuti ascoltare all'Arena di
Verona nel 2004, rimanendo
entusiasta del live, o a quando li
avevo solo “incrociati” a Lucca, nel
2006. Avrete capito che il collettivo
di Bristol fa parte di quella cerchia di
gruppi che a chi scrive piacciono in
maniera particolare. E devo dire che
non è poi così facile raccontare un
loro concerto, che si basa sì sulla loro
ipnotica ed affascinante musica, ma
è anche un vero e proprio spettacolo
visivo. Il concerto di Piazzola del 20
luglio scorso, facente parte di un mini
tour estivo di tre date nella nostra
penisola e dedicato a “the return of
Daddy G”, è stato certamente uno
degli eventi musicali dell'estate
2008, perlomeno a livello triveneto.
Inserita nel Piazzola Live Festival, che
ha visto la presenza di numerosi
artisti e bands importanti, la
performance del gruppo capitanato
da Robert “3D” Del Naja si è tenuta
su un palco allestito sul piazzale
antistante la magnifica Villa
Camerini, che ha fatto da suggestivo
scenario alla serata. Serata
cominciata con l'immancabile
(soprattutto in quel periodo)
temporale estivo, che ha colto alla
sprovvista quanti non erano muniti di
ombrelli e impermeabili, ma che
fortunatamente hanno potuto
approfittare del riparo offerto dai
portici che racchiudono la piazza
stessa. Molti erano i motivi di
interesse che ruotavano attorno al
concerto, primo fra tutti il già citato
ritorno di Grant Marshall, alias Daddy
G, nella line-up del gruppo, dopo la
fuoriuscita burrascosa dopo
“Mezzanine” e durante la
preparazione di quello che al
momento è ancora l'ultimo disco
dei Massive, “100th window”. Ma
non solo, perché lo spettacolo era
l'occasione per ascoltare in
anteprima qualche brano del
prossimo album dei MA, che si
chiamerà “Weather underground”,
in uscita in autunno. Ed è appunto
con qualche pezzo inedito che
inizia lo show, con circa mezzora di
ritardo e dopo un dj set non proprio
memorabile… Dopo il saluto del
leader indiscusso del gruppo
(“Abbiamo un tempo british
stasera, ch'amm'affà?”), quel Del
Naja, di origini napoletane, che per
un certo periodo è stato l'unico
detentore del “marchio” Massive
Attack, il concerto inizia “lento”
p ro p ri o fo rs e a c a u s a
dell'esecuzione dei nuovi brani, che
comunque richiamano le atmosfere
cupe di “Mezzanine”. A fianco di 3D
e Daddy G, più impegnato alla
consolle o nei pezzi di matrice
house, sul palco si trovano altri
cinque musicisti e si alternano tre
vocalist, primo fra tutti Horace Andy,
leggenda giamaicana del reggae,
che ha sempre collaborato col
gruppo, e le voci femminili di
Yolanda Quartey e Stephanie Dosen,
chiamate a non far troppo
rimpiangere le varie Shara Nelson,
Elizabeth Fraser, Tracey Thorn e
Sinead O'Connor che hanno
prestato la loro voce nelle più
famose canzoni dei Massive Attack.
L'atmosfera però si riscalda
magicamente quando vengono
eseguiti i brani storici, “Teardrop”,
“Risingson”, “Inertia creeps”,
“Unfinished Sympathy”, fino
all'escalation finale composta da
una potente “Angel” e dalla sempre
ipnotica “Karmacoma”. Il tutto,
d i c eva m o, s u p p o r t at o e
accompagnato da uno show nel
concerto: alle spalle dei musicisti,
infatti, i display luminosi formano
giochi visivi e lanciano messaggi
(molti dei quali scritti in italiano) di
denuncia: da frasi di protesta, a
citazioni contro la violenza, la guerra
e le discriminazioni, fino alla
richiesta di impeachment per il
presidente americano, George W.
Bush. E' tutto questo che rende un
concerto dei Massive uno
spettacolo unico, questa capacità di
rendere un live anche un'occasione
di denuncia e sensibilizzazione
verso (alcune) problematiche che
riguardano il futuro del nostro
pianeta. A livello prettamente
artistico, la musica dei Massive
Attack continua ad essere qualcosa
di speciale e difficilmente
replicabile, proprio perché in
continua evoluzione. Dai tempi del
Wild Bunch di fine anni ottanta di
cambiamenti, anche dolorosi, come
i “divorzi” da Tricky (giovanissimo
collaboratore ai tempi di Protection)
e Mushroom, ce ne sono stati, e ogni
tanto trapelano notizie “allarmanti”
sul futuro del gruppo. Ora come ora,
però, sorridiamo al ritorno di Daddy
G, che (ri)porterà forse sonorità più
house rispetto all'ultimo album, e
constatiamo come comunque a fare
il buono e il cattivo tempo sia la
vena compositiva di 3D (definito
senza tanti complimenti di recente
da Tricky “un bastardo egotico”…).
Ma che sarà dei Massive Attack,
gruppo che ha sempre rifiutato la
“classificazione” di band preferendo
la definizione di collettivo, che non
ha mai accettato i ritmi produttivi
dello show business, che nel tempo
ha maturato sensibilità e interesse
p a r t i c o l a r i ve r s o i t e m i
dell'ambiente e della politica?
Indiscrezioni non controllate
parlano della possibilità che il
prossimo “Weather underground”
sia l'ultimo disco dei Massive, con la
preziosa collaborazione di David
Bowie…ma non sarebbe la prima
volta che il gruppo viene dato
sull'orlo dello scioglimento.
Piuttosto, da quanto abbiamo
potuto ascoltare nell'assaggio di
Piazzola, i nuovi brani non si
discosteranno molto dalla linea,
voluta fortemente da 3D, degli
ultimi due album. Il disco sarà
certamente la miglior “future
proof” di Del Naja & Co, per ora però
è ancora fresco il ricordo dell'ottimo
concerto padovano, e questo ci fa
ben sperare.
Corso Guà, 46 - Cologna Veneta Verona
Chiuso il Lunedì
14. dom
2008 sept
ê
QUESTA E’ ROBA Vol 1 - Expo StreetArt - Thiene (VI)
ê
STONHENGE PUB (VR) - Riul Doamnei + Krepuskul ±
08. LUN
ê
IL BORSA (VI) - Live Tribossa S. Turri & Tuzza
15. LUN
±
09. mar
ê
SARTEA (VI) - Dj Dax presents Abstract Disco ²
ê
IL BORSA (VI) - Bertucci Gallucci Duo (Jazz) ±
16. mar
ê
SARTEA (VI) - Dj Dax presents “Nu Groove Rec” ²
10. mer
ê
RICKY’S PUB (PD) - Ricky’s Open Party dj set by Chino &
Schummy fm LA GABBIA ²
17
. mer
11. gio
ê
ESTRAGON SUMMER (BO) - Live: Linea 77 ±
ê
IL BORSA (VI) - Dj Set by Butch ²
05. ven
12. ven
ê
ESTRAGON SUMMER (BO) - Live: Teatro degli Orrori ±
ê
SARTEA (VI) - Auxes (indie-punk) fm USA ±
ê
RICKY’S PUB (PD) -
Dj Set by Red Cactus Project ²
17 Sett - Jovanotti
arena di verona
GRATIS CON www.soundandvision.it
ê
ESTRAGON SUMMER (BO) - Live: Cisco ±
ê
ESTRAGON SUMMER (BO) - Live: Cristina Donà ±
ê
SHINDY CLUB (VI) - Inf-Art Open Party ²
SHINDY CLUB (VI) - ReghEvolution (ReaggeSoundSysyem) ²
ê
ê
SABOTAGE (VI) - The Hellvish DjSet (RockNRoll)² ê
MONTE CRUZ (VI) - Dj Set : Lamette ²
ê
IL BORSA (VI) - Dj Set by F. Suleman Show (Break Beat) ²
ê
ESTRAGON SUMMER (BO) - Live: Banda Bassotti ±
ê
SABOTAGE (VI) - Guitar Hero Summer Contest - Final
ê
BAR ASTRA (VI) - Max Ferrauto ±
IL BORSA (VI) - Dj Set by Butch ²
ê
IL BORSA (VI) - Dj Set by Pietra (CM-Electro Beats) ² ê
18. gio
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STONHENGE PUB (VR) - Mudlarks+VisionSpace+RnRPusher ±
ê
SARTEA (VI) - Vero Trio Forrò ±
ê
LA LOGGIA (VR) - Dj Conf (DeepHouse) ²
ê
BAR ASTRA (VI) - Max Ferrauto ±
18 Sett - PATTY PRAVO
arena di verona
ê
RICKY’S PUB (PD) - Mr. Brownstone Live (Guns&Roses Tband)±
06. sab
ê
ESTRAGON SUMMER (BO) - Live: Meg ±
ê
SHINDY CLUB (VI) - Classic Shindy (Tony Dj) ²
ê
ROCKCAFE’ (TV) - ExcuseMe (Electro Funk Punk) ²
GRATIS CON www.soundandvision.it
ê
LA LOGGIA (VR) - Dj Conf (DeepHouse) ²
ê
STONHENGE PUB (VR) - PainKiller + LittlePapers ±
ê
IL BORSA (VI) - Dj Set by De Vice (Eclectic Sounds) ²
ê
MONTE CRUZ (VI) - Mod Session ²
13. sab
ê
CONTRA’ GRANDA (VI) - Inf-ART Night by Dj ESH ²
ESTRAGON SUMMER (BO) - Live: Gem Boy ±
ê
SABOTAGE (VI) - Open Party DjSet by MaiDireMaick ² ê
ê
SHINDY
CLUB (VI) - Classic Shindy (Tony Dj) ²
ê
BAR ASTRA (VI) - Jazz con M. Baldassarre & D. Rossato ±
19. ven
ê
ESTRAGON SUMMER (BO) - Live: Skiantos ±
ê
SHINDY CLUB (VI) - Schiuma Party ²
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CONTRA’ GRANDA (VI) - Back To Black OnTour by DjD ²
ê
FREE ZONE (VI) - Opening Night ±
SABOTAGE (VI) - Jeemma Dj Set (Hard Rock) ²
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ROCKCAFE’ (TV) - Claudio King P (Reggae DanceHall) ²ê
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SABOTAGE (VI) - Live The STP (Mi) + Broken Dolls (Vr) ±
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IL BORSA (VI) - Dj Set by JazzMotel ft. Alessio Berto ²
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LA LOGGIA (VR) - Dj Bruno (TechHouse) ²
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IL BORSA (VI) - Dj Set by Tommy Outside (Electroparty) ²
BAR ASTRA (VI) - Acoustic Spirit, duo di chitarre con V. Tessaris
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STONHENGE PUB (VR) - Rebel Dream + Royal Bitches ±ê
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RICKY’S PUB (PD) - Head Solition Live + Guest ±
& M. Brunello ±
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ROCKCAFE’ (TV) - Lady Gisa DjSet (Broken Beat) ²
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RICKY’S PUB (PD) - The Hilikus comp. (Incubus Tband) ±
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NEW AGE (TV) - Underoath (Live) ±
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LA GABBIA (PD) - Apertura Stagione 0809 ²
ê
LA LOGGIA (VR) - Dj Conf (DeepHouse) ²
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NEW AGE (TV) - SonicOpenDay! ²
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SARTEA (VI) - Surprising Fest* ²
ê
STONHENGE PUB (VR) - Nited+SocialSurplus+RetardedRebels ±
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STONHENGE PUB (VR) - LogicOfDenial + Special Guest ±
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ROCKCAFE’ (TV) - Nesta 2 Live (Reggae) ±
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ROLLING STONE (MI) - Live: Killing Joke ±
07
. dom
20. sab
ê
ESTRAGON SUMMER (BO) - Live: The Dub Sync ±
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SHINDY CLUB (VI) - Classic Shindy (Tony Dj) ²
2008 sept
ê
YOURBAN (VI) - Big Horrible Porno Party! + Dj Set ±
²
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FREE ZONE (VI) - Rock Night!!! live Insane Mood + Doink ±
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SABOTAGE (VI) - GonnaBeARockNRollStar Party ²
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IL BORSA (VI) - Back To Future Night #2 (Dax vs Cyco) ²
ê
IL BORSA (VI) - Blake Pearl Jam (Live) + Dj Set L. Gisa ±
²
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SHINDY CLUB (VI) - Classic Shindy (Tony Dj) ²
ê
BAR ASTRA (VI) - Blue Mama Blues! ±
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RICKY’S PUB (PD) - Anna’s Bparty ²
±
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YOURBAN (VI) - Punk Rock Night : Deltametrina+Guest ±
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ROCKCAFE’ (TV) - Fat Groove ²
29. LUN
27
. sab
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FREE ZONE (VI) - Live: Oiks + Seeds Acid Psycho ±
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LA LOGGIA (VR) - Dj Omar R. (DeepHouse) ²
SABOTAGE (VI) - Great Battle Of The Band - Contest Live ±
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STONHENGE PUB (VR) - I’m Perfect + Stormental ± ê
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IL BORSA (VI) - Dj Set by Erik vs Cyco (Uk Sounds) ²
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SARTEA (VI) - Dj Dax presents “Deeper Minimal” ²
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BAR ASTRA (VI) - “Amors Ribelle!” popular melo drammatico ±
Datch Forum (Mi) - Live: Coldplay ±
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RICKY’S PUB (PD) - This Play Live (Coldplay T Band) ± ê
30. mar
21. dom
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ROCKCAFE’ (TV) - Dj Iani (retroscopia) ²
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MONTE CRUZ (VI) - Dj Set : ExcuseMe ²
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NEW AGE (TV) - Backyard Babies (Live) ±
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SARTEA (VI) - Rag Quartet Jazz ±
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LA LOGGIA (VR) - Dj Richy Sixchic (deep/vocal house) ²
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ROCKCAFE’ (TV) -Rockers Vs Mods (lastsummernight) ²
ê
STONHENGE PUB (VR) - Cadaveria + Sight ±
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22. LUN
26 Settembre 2008
STEVIE WONDER
ê
SHINDY CLUB (VI) - 1^ Sagra di Fine Estaste ±
ê
IL BORSA (VI) - Vertical Funky Styla + Dj Set (Lady Gisa) ±
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28. dom
23. mar
ê
SARTEA (VI) - Dj Dax presents
“Warp Rec. Archive” ²
Milano - Datch Forum (Assago)
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SARTEA (VI) - Jumico Music in acoustic ±
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RICKY’S PUB (PD) - De Blanc Live (Police T Band) ±
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RICKY’S PUB (PD) -
Meccanismo Polpastrelli Dj Set by
Norby & Pier ²
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25. gio
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IL BORSA (VI) - Dj Set by Butch
D
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26. ven
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SABOTAGE (VI) - Betrayer (Vi) (Heavy Metal) ±
ê
FREE ZONE (VI) - Metal Night: Profilgate+Soulfrost ±
ê
IL BORSA (VI) - Dj Set by F. Suleman Show (CM-Break Beat) ²
ê
SARTEA (VI) - Argetti “Flags of Karma Party” + Atlas Losing
Grip (punk) fm SWE ±
ê
BAR ASTRA (VI) - Blue Mama Blues! ±
ê
RICKY’S PUB (PD) - Hight Voltage Live (AC/DC T Band) ±
ê
ROCKCAFE’ (TV) - Back To Black Dj Set by DjD fm S&V ²
ê
NEW AGE (TV) - Motel Connection ±
ê
LA LOGGIA (VR) - Dj Conf (DeepHouse) ²
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affrontare il 5° anno di pubblicazione, sicuri che molti altri se ne aggiungeranno. E’ giusto e doveroso rivolgere loro un nostro
ringraziamento, e questo è un piccolo segno. Possiamo così garantirvi che la loro passione e coerenza nel gestire il proprio locale
si riflette ampiamente sulla soddisfazione dei clienti che lo frequentano. Se non ci siete andati vi consigliamo a questo punto
di farlo... e buon divertimento!
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Stanchi degli innumerevoli bar-aperitivo, dei localini minimal, dei
Jazzclub, di "birra a fiumi e bella gente", della musica a 360° e dei
Discobar che affollano le notte della provincia? Allora il Sabotage è il
vostro rifugio: Band e DJ Set R'n'R, Garage, Heavy Metal, Stoner,
HardCore, HardRock e molto altro rumore a volume spropositato:
louder than loud! Ci siamo anche a pranzo, ma a volume moderato!
VICENZA - Zona C. S. Felice
SARTEA
C.so San Felice 362 - Vicenza
www.sartea.it
Chiusura Lunedì
Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti
novità. JND Festival Electronic Music, giunto alla quinta edizione con
il famoso motto “Jazz Not Dead” che ha portato il Sartea a livelli
internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello
provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente
liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio.
BAR ASTRA
Contrà Barche (VI)
Info: 348.8889561
Il centro di Vicenza, al centro del mondo, nel centro della musica!
“Nuovo Bar Astra” powered by his eclectic owner Mopi and his
amazing staff. Music every day, music every night ,,, music inside.
Taste us and you never forget us! Peace & Love!
VICENZA - Centro
IL BORSA
P.zza dei Signori (VI)
Info : myspace.com/borsacaffe
Chiusura Mercoledì
Incastonato all'interno della BAsilica Palladiana nel cuore del salotto
vicentino tra antico e moderno, il Borsa caffè, in una nuova veste
propone arte, musica, un ottima selezione di vini accompagnati da
cicchetti e tartine, splendidi piatti freddi, formaggi e innovative
insalate. Alla sera fantasiosi cocktails movimentati da atmosfere
musicali dal vivo e selezioni di mix elettronici dei nostri
Countermove resident DJ's. Francesca e Massimo vi aspettano.
VICENZA - Centro
BAR TRE
Contrà S. Marcello 3 (VI)
NOVE - SS Nove - Vicenza
THIENE - Zona SS x Vicenza
YOURBAN
Via 51° Stormo - Thiene (VI)
0445-374482
www.yourban.org
MARTINI 47
Via Martini 47 - NOVE (VI)
ARCI
A pochi passi dal centralissimo Corso Palladio, il BarTre ambiente
dal design innovativo e accattivante, contemporaneo ma
essenziale, Dalle 7.00 del mattino e accompagna con lacolazione
ai pranzi veloci, dall'aperitivo al dopo cena con live dj set di qualita'
scelti all'interno del panorama vicentino. . Progetto firmato dal
designer Giuliano Vasta.
Un nuovo locale che ha saputo centrare il segno con un ampia gamma
di servizi. Aperti dal mattino alla sera. All'interno potete trovare un
ambiente ampio, solare, ideale per chi cerca la tranquillità e la
discrezione. I gestori vi sapranno conquistare con gustose colazioni,
pranzi, cene, ma anche cocktails, musica, divertimento, il tutto
all'insegna della massima efficienza. Tutto a soli due passi dal centro
di Nove.
BASSANO D. G. - Zona SS Trinità
BASSANO D. G. - Zona Cà Rezzonico
SHINDY CLUB
Via S. Giorgio - Bassano d. G.
Tel 0424.500.000
www.shindy.it
LOLA LOUNGE BAR
Via Cà Rezzonico - Bassano d. G.
Tel 340.8276335
Chiusura Lunedì
Lo Shindy Club da trent’anni è la discoteca dei bassanesi doc,
informale ed “alternativa” offre serate di vario genere: il venerdì
concerti live, il Sabato rock puro al primo piano, e musica
elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete presente la pubblicità
“cosa sarebbe il mondo senza la Nutella?” Decisamente si abbina
a “cosa sarebbe Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! .
Lola, locale storico di Bassano, con un nuovo stile: la tua musica,
DJ set e live. Le tue esposizioni d'arte e fotografia. Una nota
vibrante di colore, un ritmo nuovo, un'atmosfera stimolante con
birra e long drinks di qualità... novità da gustare quelli al Leone! Il
posto ideale per la tua festa e per conoscere gente nuova. Il tuo
locale perchè si muove con le tue idee, musica, stile e arte. Il locale
con il tuo stile. Modern Lola.”
BASSANO D. G. - Loc. Monte Crocetta
BASSANO D. G. - Centro
MONTE CROCETTA
Loc. M. Crocetta - Bassano d. G.
Tel 0424.502017
Chiuso il Lunedì
L’Osteria Moderna Monte Cruz si trova a “20 metri al di sopra
dell’energia negativa”. A pochi passi dal centro storico, immersa in
un’oasi verde, offre un suggestivo panorama su Bassano d. G.. Una
parte del locale è arredata in stile “liberty”, mentre l’altra
addobbata con rarissime locandine dei film horror degli anni ‘50.
Da maggio a settembre con le mod session dj set. “Un villaggio
senza musica, è un villaggio morto”.
CONTRA’ GRANDA
Via Barbieri 25 - Bassano d. G.
Info 347.7597201
Chiuso il Lunedì
Alla mattina ottime colazioni a base di spremute e centrifughe di
frutta fresca, a mezzogiorno e sera a far compagnia agli aperitivi :
gustosi tramezzini, stuzzichini e bruschette. Speciale il Venerdì e
Sabato con ricercati cocktails e sangria accompagnati dalla
selezione musicali dei djs. Disponibile per feste private.
Yourban Music Club è la vera nuova proposta in provincia. Uno
spazio polifunzionale che ospitarà una ampia programmazione
con DjSet e Live. Ma non solo: all’interno 4 sale prova insonorizzate
ed attrezzate a disposizione dei gruppi, un bar sempre attivo e
ampio spazio ad ogni forma di espressione artistica. Per tutti noi
fuori da ogni schema ma dentro la YOURBAN Culture.
BASSANO D. G. - Centro
why NOT café
WHY NOT?
Via Roma - Bassano d. G.
Chiusura Lunedì
Chi non rimane ipnotizzato dal brillìo di un cocktail appena versato
in un bicchiere? Prima o dopo cena e anche durante i pomeriggi
più lunghi e noiosi il Why Not Cafè è un"porto franco" per la
gioventù bassanese. Questo lounge bar, rosso come un Negroni e
dorato come uno Stinger, può aggiungere brio alla tua serata grazie
anche a un ricco dj-set.
CASSOLA - Loc. Fellette
FREE ZONE CLUB
Via Ferrarin 67
San Giuseppe di Cassola (VI)
FREE ZONE CLUB è un nuovo NIGHT MUSIC CLUB aperto a San
Giuseppe di Cassola (VI) a due passi dal centro di Bassano del
Grappa!!! E' l'Unico Club Notturno in Città dove gustare ottimi
primi piatti, snack vari, birre e vino di qualità... venerdi' e sabato
notte live bands & serate musicali a tema con proiezione di
concerti in maxischermo, dj set e live bands!!!
ZANE’ - Zona Industriale
MAROSTICA - Centro Storico
HEINEKEN
Piazza deglia Scacchi
Marostica (VI)
COLOURS
CAFE’
COLOURS CAFE’
Via Prà Bordoni 63
ZANE’ (VI)
COSTABISSARA - SS Thiene/Vicenza
maxlive.net
MAXLIVE
Via Meucci 44 - Costabissara
Call Center 0444.381646
www.maxlive.net
IL
BORSA
Nella suggestiva cornice di piazza degli scacchi e del castello
medievale, le serate si colorano all'Heineken Jammin' Club. Dj set,
musica live, karaoke, aperitivi, birra, cocktails e piacevoli incontri, in
un'atmosfera sempre viva e pulsante, Heineken Jammin' Club è il
locale cult dove cominciare o finire le vostre notti di divertimento.
Elegante e raffinato, questo locale vi accoglie dal primo mattino con
ottime colazioni, per la pausa pranzo propone primi piatti, carpacci di
carne e di pesce e colorate insalatone.
Degustazioni di vini italiani e stranieri e aperitivi fino alle ore 20.00.
TREVISO - Loc. Liedolo
TREVISO - Loc. Roncade
PUNKYREGGAEPUB
Via Barbarigo 15
Tel 0423.969625
www.punkyreggaepub.com
NEW AGE
Via Tintoretto 14
Roncade (TV)
www.newageclub.it
Unico nel suo genere: centro congressi, auditorium, sala concerti,
ristorante. Cosa desiderate di più? Il MaxLive è la soluzione ideale
al desiderio di godersi uno spettacolo in tranquillità assoluta!
TREVISO - Loc. Castelcucco
ROCK CAFE’
Strada dei Colli 2 - Castelcucco
Tel 349.6027294-3477377937
www.rokkaffe.com
ARCI
New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale
della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e
visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è
trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo
spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del
new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante
stagione di live allo stato puro!
Juke boxe: va in continuazione. Pizza: ma dove la trovi fino alle 2?!
Sala fumatori: panoramica e arieggiata..Giochi da tavolo: tanti per
chi ha le gambe “stracche”. Allegria: non si capisce se è di più
questa o la birra! Staff: vedi nell'enciclopedia….e cani sciolti a 4 e 2
zampe. Se pensi che qualcosamanchi: vieni e vedi che ti sbagli!!
Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che
(scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più.
Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super
collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del
bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo
posto. Aperto dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00
Info 3496027294 - 3477377937
VILLA DEL CONTE (PD) - Loc. A. Pisani
S. GIORGIO IN BOSCO (PD) - SS Valsugana
CAMPOSANPIERO (PD) - Stazione Ferroviaria
RICKY’S PUB
Via Commerciale 12
Villa del Conte - Abbazia Pisani
Tel 049.9325004
www.rickyspub.com
Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e
ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati.
Il meglio delle rock cover band,dell'alternativo ed indipendente, i
tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal,
dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo
rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito
music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata!
LA GABBIA MUSIC CLUB
Via Valsugana 20
S. Giorgio in Bosco (PD)
www.lagabbiamusicclub.it
ROSTI
Stazione Camposampiero
Tel 049.9303801
LA GABBIA
La Gabbia Music Club propone nella nuova struttura il consueto e
consolidato programma di artisti nazionali ed internazionali:
Reggae, Hip Hop, Rock, Punk. L’after show gestito dai 3Maniacs
Djs & Rasti accontenteranno gli irriducibili fino alla chiusura con
selezione dei pezzi che hanno fatto la storia del rock.
I Rosti, locale unico nel suo genere perché caratterizzato dalla
vicinanza con la vecchia ferrovia di Camposampiero. Vi sorprenderà. Al
suo interno potete assaporare deliziosi piatti tipici, infatti è famosa la
loro Costata, bere in compagnia e ascoltare della buona musica. I Rosti
è anche un ottimo punto d'incontro per lo spritz serale. Musica Jazz,
raffinati Dj con la mitica Vespa,e il risultato è un raro connubio del buon
gusto italiano !
VERONA - Centro
SQUARE
Via Sottoriva 25 VR
Tel 045.597120
www.squareverona.it
Elegante, ricercato, chic: lo Square cattura l'attenzione al primo
sguardo. Arredamento che evoca il giappone, pezzi di design per cui
perdere la testa, il tutto sviluppato su tre piani di un antico palazzo
in centro. 2 postazioni bar e un sottofondo musicale di ricerca, che il
venerdì sera diventa minimal con il dj set di elettronica e deep
house e la domenica torna il jazz o pop dal vivo, colonna sonora di
aperitivi chic a buffet. Aperto dalle 18,30 alle 02 - chiuso il Lunedì.
FELTRE - Centro
UNISONO
P.zza Guarnieri Feltre (BL)
www.inisonojazz.it
Unisono da nove anni propone serate jazz con alcuni grandi
protagonisti di questo genere musicale. Si può cenare o bere un
drink, avvolti in un’atmosfera ricca di storia e suggestioni, nel
pieno centro storico di Feltre. Aperto da Settembre a Maggio, tutti i
Giovedì, Venerdì e Sabato dalle19.30 alle 02.00. Tel 0434.840594
FELTRE - Centro
LA LOCANDA
Via Montelungo 2 - FELTRE
Info 0439.83774
Il cibo, la musica, gli amici, perché scegliere? La Locanda di Feltre te li
fa trovare tutti assieme. Ti aspetta con un ambiente rinnovato, ancora
più spazioso ed un'ampia varietà di offerte per le tue serate in
compagnia. Dj session, musica dal vivo, karaoke e ancora cucina tipica,
cene a tema, buffet su prenotazione. Il tutto accompagnato da una
pregiata selezione di birre e da una vastissima varietà di cocktail. Per
una pausa o per una serata in allegria, Per info o prenotazioni :
0439/83774 oppure 348/2905474.
VERONA - Loc. Cologna Veneta
TEL 349.1970263
LA LOGGIA
Corso Guà - Cologna Veneta
Verona
Situato nel centro storico di Cologna Veneta Il Loggia cafè è un
perfetto punto di partenza per la vostra serata. Tutti i week-end
con i migliori D.j. set. Chiuso il lunedì - Tel. 0442 410 411 - E-mail:
[email protected]
SOUND AND VISION
THE BEST
NIGHTCLUBBING GUIDE
FOCUS ON ... Ogni mese notizie fresche sui vostri locali preferiti
Da quale idea nasce lo Yourban? Lo
Yourban è frutto di una forte passione per
il mondo della musica. Nasce infatti come
spazio dedicato a chi la musica la crea, la
vive e la condivide.
straniere accopagnate nel post-live dai
nostri dj's. Ma ampio spazio avranno
anche i party a tema, le esibizioni teatrali
ed eventi dedicati a svariate forme di
espressione artistica.
Gli spazi creati che funzionalità
hanno? La nostra volontà di dare spazio
ai musicisti ci ha portato a creare uno
spazio polifunzionale: il palco per le
esibizioni live, il bar attivo ogni sera ed
infine le quattro sale prova insonorizzate a
servizio delle band.
Quali saranno le novità per la
stagione 2008/9? Express your music
attitude è il nostro grido. Lo yourban
ospiterà numerose band italiane e
Associate un drink al vostro locale…
Un mojito: nessun artifizio…..il segreto sta
nello scegliere l'ingrediente giusto. Il
nostro è una sana passione.
A chi consigliereste di venire allo
Yourban? A chi e' stanco dei soliti posti e
ha voglia di ascoltare qualcosa di
completamente nuovo assieme a chi ha
chiaro cosa significhi 'express your
FUCKING music attitude' !!
PREZZI
FASTFOOD
€
€
SPEC. CARNE
I LOVE
SPEC. PESCE
=10€
=5€
INFORMALE
DINNER
ELEGANTE
GIARDINO
VEGETARIANO
I MIGLIORI POSTI DOVE FERMARSI A MANGIARE
CUCINA ETNICA
www.shindy.it
www.waitingfor.it
€
NOUVELLE CUISINE
€
€
€
€
€
WAITING
SHY-VAA
Via Salarola 1 - Marostica
Tel 0424.75143
Chiusura : Lunedì
Via S. Giorgio - Bassano d. G
Tel 0424.500.000
Aperto Venerdì e Sabato
Suoni, musica luci...Non c' nulla in questo locale lasciato al caso. Men originale a base sia di
carne che vegetariano per tutti i gusti. L'ideale per una serata rilassante ed esclusiva, il
Waiting vi accompagnera per tutta la notte durante i weekend con Dj set e drink fino alle
3.00. Aperto tutti i giorni dalle 19.30 alle 2.00 - Venerdi e Sabato fino alle 3.00 - Asporto 72982
Unire una calda atmosfera ad un’ottima cucina indiana non è da tutti. Qui da Shi-Vaa un
perfetto connubio è stato raggiunto! Piatti a base di verdure e carne accompagnati da ottimi
vini, speciale il dessert (Prezzo fisso euro 25, comprende il biglietto di entrata per la notte
danzante) - Aperto il Venerdì e Sabato Sera.
www.zweibar.tk
€
€
€
€
€
ZWEIBAR
PONTICELLO 24
Via Ponte Pagnano - Asolo
Tel 0423.952761
Chiusura Lunedì
Via Ponticello 24 - Molvena
Tel 0424.708077
Chiusura Lunedì
ZWEIBAR IST WUNDERBAR! Ristorante non convenzionale con menù che cambia spesso e
accompagnato da ottimi vini. Cocktail fatti a regola d' arte e snack diversi dai soliti, in più...... la
Nostra Musica ( vedi Rock Cafe). Per l' APERITIVO.... dal cicchetto, all' affettato al coltello, fino al
pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di comodo parcheggio Zweibar è aperto dal Mercoledi alla
Domenica dalle 17.30 all3 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761. www.rokkaffe.com/zweibar.
Ponticello24 nasce con la voglia di coccolare un pubblico esigente accogliendolo in un
ambiente intimo, elegante e mai banale. Lo chef si ispira alle tradizionali ricette della cucina
mediterranea mescolando sapientemente prodotti stagionali di alta qualità. Le cene sono
accopagnate da una prestigiosa selezione di vini italiani, distillati e cocktails internazionali.
Aperto anche allora di pranzo.
G
www.ilgaribaldi-trattoria.it
IL
GARIBALDI
€
Via dell’Industria 18
Piovene Rocchette
Tel 0445.650005
Chiuso la Domenica
€
€
Risigo..Locale ricercato, curato in ogni particolare vi offre una pausa pranzo con menù a prezzo fisso
in un ambiente rilassante. Vi propone serate tranquille accompagnate da una cucina tradizionale
stagionale. Alla sera, nell’atmosfera giusta, potrete cenare abbinando ai piatti scelti ottimi vini o con
ottime birre in bottiglia.
IL GARIBALDI
P.zza Terraglio - Bassano del G. (VI)
Tel 0424.523796
Chiusura Giovedì
€
€
Trattoria veneta..Bigoli, baccalà...ma anche riso integrale, formaggi solo locali, piatti bio, torte di
casa. Apriamo con le brioche poi passando per gli aperitivi si arriva a pranzo e cena con ottimi vini e
birre pregiate dal Belgio. Il tutto sia dentro sia sulla terrazza estiva, allietati con musica classica,
jazz, rock e ....
www.centerlounge.045live.it
ABBAZIA MONTEFORTE
Via Garibaldi 24/B
Monteforte D’Alpone (VR)
CENTER LOUNGE
€
€
€
Abbazia Monteforte è un' oasi dell'armonia,un Mix tra eleganza e tradizione. Potete trovare la birreria, il
ristorante, la pizzeria, una splendida terrazza bella vista ed infine una gradita ed incantevole enoteca
ricavata nella roccia per i clienti intenditori. L'Abbazia è il posto del divertimento senza rinunciare alla
tranquillità grazie allo scenario pittoresco che evocano le colline del Soave
FOCUS ON ...
Risigo - Via dell’Industria 18
Piovene Rocchette
Tel 0445.650005 - Chiuso la Domenica
€
€
Borgo Roma - Verona
Chiusura Domenica
Aperto dalle 8 alle 24 il Center Lounge propone per la pausa pranzo primi piatti, insalatone, pizze e
super panini in un ambiente ultra chic ed accogliente. All’ora degli aperitivi : ricco buffet
accompagnato da ottimi vini internazionali. Vasta scelta di cocktails. Nel weekend musica lounge
con il super dj Roberto Ferro.
Come definiresti la tua
cucina del RISIGO?
La cucina del Risigo è una
cucina tradizionale basata
su piatti stagionali…
Principalmente basata su
carni selezionate alla
griglia, primi piatti ricercati
abbinati a vini scelti per le
loro particolarità; il tutto
decorato con fantasia.
Quale genere musicale
abbinereste ai vostri
piatti?
L'anima del Risigo
rispecchia all'entrata un
tono rock effervescente
ma una volta saliti al piano
di sopra ci si può rilassare
con melodie della natura e
musica new age.
Come avviene la ricerca
dei prodotti che utilizzi
in cucina?
I prodotti scelti per la ns.
linea sono principalmente
artigianali e acquistati
direttamente dal
produttore. I prodotti sono
freschi e genuini.. Provare
per credere!
Che menù consiglieresti
ad un buongustaio che
viene a farsi “quattro
passi” da voi?
Se entrassi nel mio
ristorante come cliente
ordinerei una pasta
tartufata con Julienne Al
Pepe Rosa e per secondo
un Chateaux Brillant al
Cafè Du Paris.
www.family-house.net
di Dj Dax
OLTRE I CONFINI DEL DJ SET E CLUB NIGHT
Riprendiamo le segnalazioni
riguardanti il mondo della notte per
gli amanti della Musica e Cultura
elettronica! Tanti gli appuntamenti e i
Festival: V for VENICE International
Electronic & Media Arts Festival 5 - 6
September 2008 a Forte Marghera –
Venezia. AltaVoz è orgogliosa di
presentare per la prima volta a
Venezia un festival internazionale di
mu s i c a e l e t t ro n i c a e a r t e
multimediale. Organizzato all'interno
di una fortezza medioevale, V for
VENICE vuole essere uno spazio per
lo sviluppo della cultura musicale
elettronica e la promozione di diversi
tipi di arti multimediali. Durante i 2
giorni del festival, V for Venice
presenterà più di 15 artisti
internazionali e più di 30 dj set, live e
performances con artisti veneti ed
italiani. Sui 4 palchi costruiti
all'interno della fortezza, V for
VENICE offrirà diversi generi musicali
connessi alla cultura elettronica
come minimal, techno, house, electro,
sperimentale e ambient. Oltre a ciò, V
for VENICE ospiterà svariate
performances multimediali. Entry: 1
Day €15 - 2 Days €20;all infos on:
www.myspace.com/vforvenice
Minitek 12 -13 - 14 settembre:
Electronic Music + Innovation Festival
at Secret location a New York
w w w. m i n i t e k f e s t i v a l . c o m
ro.BO.t 01 18 - 20 settembre a Bologna
www.myspace.com/robotfestival Tra
i nomi che animeranno la prima
edizione di roBOt01 ci saranno i
finlandesi Pansonic, storico duo
pioniere dell'elettronica fin dai primi
'90, che torna ad esibirsi dopo anni di
silenzio. La scena elettronica tedesca
è ottimamente rappresentata da
alcuni dei suoi più importanti
esponenti, come Nick Curly e SIS,
artisti, il primo anche proprietario,
della Cecille e della 8 Bit, label di
grande riferimento in questo periodo.
Johnny D., Federico Molinari e Vera
della OSLO, altro gioiello nel
panorama mondiale tra le label di
minimal e deep… In questo preciso
istante sto ascoltando un dj/live set
Dub/Reggae di Moritz Von Oswald
accompagnato dalla voce di Tikiman;
vi invito caldamente a conoscere
questi personaggi nel sito
www.basicchannel.com e di scovare
in rete questo prezioso set. Tutta la
discografia la trovate al mitico
negozio Berlinese
www.hardwax.com, se vi avanza
qualche giorno di ferie, andateci! Vi
farà solo che bene.
Per info e approfondimenti:
w w w. my s p e c e. c o m / d a x d j o
www.family-house.net.
di A. Lo Giudice
COME SPASSARSELA D'ESTATE COL VECCHIO TONY
Cap. 1 – Ho visto Dio a Fontigo: è
pelato, tatuato, ha la barba e,
ovviamente, odia Berlusconi
(Festa della Birra di Fontigo 05.07.2008)
Non avete idea di quale gorgo di
perversioni mi risucchi quando la mia
ragazza è a Monaco dai suoi genitori! Già
nell'intimo del mio appartamentino, mi
lascio andare a comportamenti
antisociali come mangiare un panino in
mutande guardando nastri proibiti come
“Delitto al Blue Gay” o “Palle al Balzo”,
oppure non rifare il letto per tre giorni (e sì
che usiamo i sacchi tirolesi, quelli che
basterebbe rigirarli un attimo- ma è una
questione di principio!). Ma, soprattutto,
mi do alla pazza gioia scroccando paglie a
destra e a manca… dopo mesi passati
senza poter dare neanche un tiro, la
nicotina mi sballa e mi faccio viaggi che
manco Jeffrey Lebowsky attaccato ad
una palla da bowling sul cielo di L.A. Poi,
proprio sabato 05.07, mentre la mia lei si
trova oltre confine, c'è Paul Di Anno con i
Children of the Damned alla festa della
birra di Fontigo (frazione di Sernaglia della
Battaglia –TV). Che detta così sembra una
cosa deprimente: Di Anno ha cantato nei
due più grandi dischi metal della storia (se
non sapete quali, vi lascio nelle tenebre
della vostra ignoranza) e adesso si riduce
a fare concertini alle sagre di frazioni
agricole nel profondo nord est…. Vallo a
dire al centinaio di fanatici accalcati sotto
il tendone, estasiati prima dalla
performance dei Children of the Damned,
che hanno proposto con la passione dei
veri fan brani dei Maiden, primo periodo
Dickinson (tranne da “No Prayer for the
Dying”che, come tutti i maideniani sanno,
“è quello brutto!”) e poi da quella di un
cazzutissimo animale cinquantenne con
piercing e tatuaggi anche sulla pelata e un
barbone nero da mangiafuoco. Il concerto
di Di Anno è iniziato (e ci avrei
scommesso il culo!) con l'accoppiata “The
Ides of March” e “Wrathchild”, per poi
proseguire coraggiosamente con un
pugno di brani nuovi (sorprendentemente
buoni), prima di tornare ai più familiari
“Killers”, “Phantom of the Opera”,
“Remember Tomorrow”- dedicato a Clive
Burr, ex batterista dei maiden malato di
sclerosi multipla. Tra un brano e l'altro
Paul trova il tempo di sfanculare la sua ex
moglie (una brasiliana di facili costumi, a
quanto ci racconta) e di paragonare
Berlusconi a Mugabe (lo trovo offensivo!
Mugabe non avrebbe fatto ministro la
propria ganza, vera o presunta cambia
poco, per far intuire ad un popolo di polli
che al gallo ancora gli tira nonostante
l'età- strizzatine d'occhio e gomitate
compiacenti nei bar di mezzo paese:
“Siamo governati da un vero uomo e non
da una mezza checca!”). Nel bis, tra
“Transylvania” e la conclusiva
“Sanctuary”, ci viene anche regalata una
versione al fulmicotone di “Blitzikrieg
Bop” dei Ramones che spinge all'orgasmo
collettivo il pubblico (venti anni fa, invece,
avrebbe garantito il linciaggio dei
musicisti). Insomma: più di tre ore di
musica devastante, di pogate feroci, di
cori da stadio…. Me la sono goduta molto
più sabato a Fontigo che otto anni fa
vedendo quel che resta dei Maiden fare
uno scontato compitino allo stadio di
Monza. Verso la fine, mentre il pubblico lo
acclama, Paul ha uno scherzoso gesto di
stizza: “Ah, keep it for the fucking
rockstars!”. Grandissimo- e mi sono anche
dimenticato di scroccare una paglia!
panino alla porchetta tanto ero eccitato
dall'essere lì. L'eccitazione doveva
essere la stessa dei cinque bauscia sul
palco che, dopo aver suonato per ben
tre quarti d'ora (che cazzo, degli
stacanovisti!), decidono che è già il
momento di farsi pregare ed escono…..
a questo punto sarebbe stato bello
vedere il pubblico (me compreso!)
pigliare e dirigersi verso l'uscita.
Purtroppo l'ironia è morta (e,
comunque, non è piacevole l'idea di
aver sprecato 15 euri!) e così… : “MANUEL! MA-NUEL!”. La rock-star rientra
solo con la sua chitarrina: “Vediamo se
questa la conoscete!” Si', “Male di
Miele” la conosciamo tutti e sentircela
proporre in una versione così moscia è
quantomeno irritante! Preludio di altri
20 (dico 20!) minuti di musica, prima di
una nuova pausa caffè e di un altro bisquesta volta solo due brani. E mi
incazzo… soprattutto perché, dovendo
scegliere tra andare a vedere gli
Afterhours e i Marlene Kuntz- che
avrebbero suonato il giorno successivo
sempre allo Sherwood- avevo optato
per i primi, mentre il gruppo di Cristiano
Godano, a detta di tutti, ha fatto un
concerto della madonna! Che sfiga…..
Cap. 3- La Nuova Musica Italiana
(grazie a dio!)
(Marcon Festival 19.07.2008)
Come ho già avuto modo di scrivere,
ammesso e non concesso che mi
leggiate, l'esordio del Teatro degli Orrori
è il più bel disco di musica italiana degli
MONTE CRUZ
DREAMIN’
SEPTEMBER 2008
Cap. 2
Sig. Agnelli, tiratea de manco!
(Sherwood Festival 11.07.2008)
6 Settembre
MOD SESSION
Djs P. Beat - G. Jazz - Mairon
Sarà stata colpa della pioggia che mi ha
fatto arrivare in ritardo, facendomi
perdere così l'inizio del concerto (“Sui
giovani d'oggi ci scatarro su” e “Rapace”,
che cazzo…..), sarà stata la scaletta del
concerto (quasi totalmente incentrata
sull'ultimo mediocre album), ma, se
venerdì sera avessi avuto per le mani un
pomodoro marcio, l'avrei tirato su quel
fastidioso caschetto da maestro di
meditazione new age che fa bella mostra
sulla testa di Manuel Agnelli- asettico
come la pappa che ultimamente ci sta
propinando. Dico solo che la prima parte
del concerto l'ho seguita addentando un
MONTE CROCETTA - BASSANO DEL GRAPPA (VI) - 0424.502017 [[email protected]]
ultimi dieci anni. Quindi, nell'attesa che i
Nostri mi deludano col secondo album –
perché o non sarà all'altezza del
precedente o non capirò quanto è bello –
corro a vederli aprire per i Linea 77 al
Festival di Marcon. In realtà, non si può
parlare di “concerto di supporto” perché i
due gruppi si sono equamente divisi il
palco e ciò va detto a lode dei più famosi
Linea 77- gruppo colpevole di avere avuto
un meritato successo e pertanto vittima
ideale di immeritate critiche. Giunto sul
posto, dopo essermi perso come da
copione, prendo una birra con Lorena, la
mia pusher di accrediti, mentre
discutiamo amenamente sui musicisti
con cui abbiamo avuto a che fare. Dopo
un quarto d'ora, dagli altoparlanti
comincia ad essere diffusa una musica
inquietante... ragion per cui scatto sotto il
palco, giusto in tempo per vedere i
quattro membri del Teatro degli Orrori
fare il loro ingresso. I tre musicisti sono
serafici dietro i loro strumenti, mentre
Pierpaolo Capovilla, aggrappato al
microfono dopo aver dato un lungo sorso
ad una lattina di birra ed essersi versato
addosso il resto, caccia un urlo disperato
che dà il la alla fantastica “Vita Mia”,
seguita da “Dio Mio” e “Lei Venne”. La
scaletta ricalca in buona parte il disco,
ma alcuni brani sono riproposti in
maniera totalmente diversa (Ne “La
Canzone di Tom” vengono abolite le
chitarre acustiche e gli accordi suonano
così oscuri da far venire i brividi). Durante
“Carrarmatorock”- dilatata fino
all'inverosimile- Pierpaolo ci regala una
performance di delirio alcolico da altri
artisti in altri tempi: manda a fare in culo
il pubblico, fa una corsetta attorno al
microfono, si sistema i capelli (“quel
gatto morto” come l'ha definito mia
sorella), per poco non collassa, ma è
lucidissimo quando si tratta di riprendere
ad urlare con quella sua voce da diavolo
sfigato, esiliato da ogni inferno. Una
performance fantastica!
Ugualmente devastanti, anche se in
maniera più “fun”, sono stati poi i Linea
77. Ma loro dal vivo non deludono mai e,
poi, le canzoni dell'ultimo disco,
sembrano studiate apposta per essere
sparate da un palco: “The Sharp Sound of
Blades”, “Sempre Meglio”, “Grotesque”
si rincorrono senza soluzione di
continuità, per poi dare il posto alle più
datate “Moka” e “Evoluzione”. Il
momento più bello del concerto è stata
la medley “La Nuova Musica Italiana/
Inno all'Odio” che ha fresato le orecchie
del pubblico- pogante in massa come
non vedevo da tempo- appena prima del
finale con la fantastica “Fantasma” e
Touch 2.0”. Dopo la fredda e svogliata
performance degli Afterhours, mi ha fatto
piacere (ri)scoprire che c'è chi,
nonostante un discreto numero di album
alle spalle e almeno un decennio passato
in giro a concerti, si diverte ancora a
salire sul palco e non crede che snobbare
il pubblico sia segno di chissà quale
aristocrazia rock (in ogni caso ogni forma
di aristocrazia merita solo una gran dose
di pernacchi).
Cap. 4
Che Chepa che ciò!
(Venice Mid (F)est 24.07.2008)
La capacità di andare a concerti anche
nel mezzo di una settimana lavorativa è
prova che sei ancora giovane e pimpante.
Ragion per cui, recandomi a Mestre
giovedì sera per il concerto di Caparezza,
mi sentivo giovane e pimpante,
consapevole che età e, soprattutto, vita
coniugale non hanno ancora fatto di me
un'ameba che già alle dieci prende
sonno! Il concerto si tiene a Forte
Marghera, zona acquitrinosa…. Bravi,
avete centrato il punto! Fortuna che, tra di
noi, c'era chi, per non arrendersi all'idea
di tornare a casa come una barretta di
nocciolato, si era saggiamente portata
dietro l'Autan (Grassie Sara!). Insomma,
giovani e protetti, a sentire Caparezza,
che dal vivo spacca e ne ha dato
conferma con due orette di crossover
pesante e ritmato e trovate comiche da
smascellarsi. Si inizia con “Vengo dalla
Luna” e giù a saltare…. In “Cacca nello
Spazio” i musicisti fanno sfoggio di
fantastici cappellini che manco “Dottor
Slump e Arale” (e giù a saltare), mentre in
“Ulisse” viene allestita una scenografia
da teatro off (e giù a saltare). Il culmine
della serata è stata l'accoppiata “Abiura
di Me” e “Vieni a Ballare in Puglia”, divise
da un pezzo strumentale che si
concludeva con un dan dan dan dan dan
dan taradan dan …. Ok…se la mia
trascrizione non vi è chiara, sappiate che
è il mitologico tema di “Bubble Bobble”
(se non sapete cos'è “Bubble Bobble” la
porta è lì!). Non vi dico lì quanto ho
saltato…. Insomma, questo giovanotto, il
giorno dopo, ha dovuto saltare
l'allenamento per il palio perché gli
facevano troppo male i polpacci per lo
sforzo della sera prima. Un trentenne
dovrebbe imparare a contenersi…. Che
cacchio….
Spazio Fuori Luogo
di Gustave
OTTANT’ANNI
Voler ad ogni costo ingoiare ogni
suono per intrappolare il rumore
nel sentimento. Melodie tiepide.
Quasi silenzi mutati in aliti e
fluttui.
Ha afferrato un pugnale di vetro
smerigliato con suono
d'orchestra.
Appesantisce ogni orma sullo
spiazzo del mondo. Quadrifogli
che girano su se stessi. Diamanti
rubati al mormorare del tuono.
Non esiste silenzio più cupo di
quel solido sfondo.
Rimango appeso al suo stupore.
Irritato senza ira. Sorprende
fulmini e tempeste nel fiorire dei
primi fiumi.
Alza i gomiti da ogni equivoco
tranello. Assaggia grappoli di sete
su distese di amarezze già
sgualcite. Come rubare al soffio
freddo della bufera la discrezione
della sua sorpresa. Fuggire laggiù
in un tramonto di sabbia e fitti
pruni. E' un tempo breve. Un
momento lento che trae da se
stesso debolezze inconfessate.
Un nome inventato ad ogni
pensiero, per non dimenticar di
aver sentito il sale di un gusto
ormai sfinito.
La nebbia dei sensi. Un tremore
nel volto. Tutto l'arcano in una
negazione d'amore.
Gioire e gioire per vezzeggiare il
giorno con sospiro gentile e
carezza lieve.
Libri svestiti. Abiti vecchi.
Immagini a riposo.
E' come spaventarsi. Fermarsi
d'un tratto. Guardarsi attorno. E
ripartire di corsa, con i talloni che
graffiano l'asfalto. E continuare ad
andare. Immaginare soste
d'attesa. Imbrigliare in bagliori
d'argento pensieri distratti.
Puntellare con gocce di fata la
mano di un mostro. E' luglio e fa
caldo.
Piove soltanto di notte. Si
risveglia col sole. Inumidisce i
polsi sottili con balsami verdi.
Ripete: “Anche la pernice è in
vacanza.”
Fedele soltanto alla sua rabbia.
Eppure ha promesso ad un dio
straniero e fanciullo, in un
scivoloso pomeriggio d'autunno,
troppo brusco per essere
ricordato, che non avrebbe mai
cercato rinascite. Che non si
sarebbe mai fermato. Che se la
morte l'avesse colto nel suo
vagare di anima in anima, di furia
in furia non si sarebbe fermato.
Avrebbe continuato a morire per
non rinascere. Mai più.
Annoda pesche e pirati ad un
portachiavi di corda annerita. Dal
sudore. Dal fango. Lo fa ruotare
con le dita sottili. Appaga se
stesso e l'ingordo sorriso di un
umore bugiardo.
Aria calda in un tratteggio di
giuramenti traditi. Fa caldo.
Coltiva un orto di amari capricci.
Intona inni al suo tramonto. E se
finge pudori è per ferire con
piume di allodola il mio bianco
timore.
Una barca di cera che ingoia il
suo mare.
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di Lara Lago
“LA STORIA DELLE COSE”
Ogni oggetto che possediamo è
frutto di meccanismi di produzione
quali l'estrazione delle materie prime,
il loro trasporto, la produzione in
stabilimenti e il loro arrivo nei mercati.
Acquistiamo solo quello che ci serve.
Quando una “cosa” si rompe ne
andiamo a prendere un'altra. Tutto
vero. Se vivessimo nel mondo delle
favole. Ma capita che talvolta da quel
mondo patinato spunti un grillo
parlante che ci faccia aprire gli occhi
per vedere ciò che è meglio non
sapere. Il grillo in questo caso, o
sarebbe meglio dire il grilletto, vista la
reazione a catena che potrebbe
causare, è un video che gira su Utube
e c h e s i p u ò v e d e re s u
w w w. s t o r yo f s t u f f. c o m : u n
documentario made in Usa che fa il
mea culpa su spreco delle risorse e
bisogni indotti da un consumismo
imperante che non considera gli
esseri umani se non come mere
marionette dell'economia, burattini
da far correre in un sistema che
lineare non è. Oggi l'americano medio
consuma il doppio di 50 anni fa. La
sua realizzazione personale e
spirituale viene ricercata in beni
consumati distrutti e rimpiazzati ad
un ritmo sempre maggiore. I nuovi
prodotti sono progettati per la
discarica, il loro fine ultimo è di farceli
buttare il prima possibile affinchè ne
acquistiamo di nuovi. La tecnologia e
la moda ne sono un esempio: tutto
diviene demodè in tempi record, un
tempo tuttavia ben calcolato: “ Il
tempo perché le cose si rompano deve
essere sufficiente a lasciare intatta la
fiducia verso il prodotto così che il
consumatore ne compri un altro”
spiegano nel documentario. Tutto
premeditato dunque. Premeditato il
bombardamento della pubblicità,
premeditata la corsa ai centri
commerciali e o ti adegui o sei out. O
consumi o non sei. Ci dicono che non
andiamo bene, che facciamo schifo,
che lei invece è bellissima perché usa
il nuovo shampoo, la nuova barretta
dietetica, l'ultimo push up. Tutto
potrebbe andare splendidamente se
solo riuscissimo a fare un po' di
s h o p p i n g, ov v i o. E s t ra z i o n e
produzione e smaltimento rimangono
parole astratte nel nostro dizionario,
lontane dal nostro campo visivo.
Interessa solo colmare l'infelicità che
galoppa. Come? Comprando. Ecco
qual è la vera storia delle cose: non
abbiamo mai lavorato così tanto,
siamo degli automi, torniamo a casa
sfatti e ci accasciamo sul divano,
guardiamo la tv per distrarci, la tv ci
dice che facciamo schifo e che
dobbiamo correre ai ripari… al centro
commerciale. Compriamo, ci sentiamo
belli, stiamo meglio, torniamo a
lavorare e lavoriamo di più per poterci
permettere un nuovo acquisto, siamo
più stanchi, torniamo a casa, ci
mettiamo sul divano, la tv ci dice che…
Boom! Il grillo parlante ci dice che
scoppieremo: non viviamo in un
pianeta illimitato. L'estrazione è
divenuta sfruttamento delle risorse, le
multinazionali hanno più potere dei
nostri governi, estinzioni ed
esaurimento di risorse naturali ed
i d ri c h e n e s o n o l a d i re t t a
conseguenza. Usiamo troppe “cose”.
Stiamo compromettendo le capacità
che il nostro pianeta ha di ospitarci. Gli
Usa, con il 5% della popolazione
mondiale, consumano il 30 % delle
risorse e producono il 30% dei rifiuti,
prendendo ciò che appartiene ad altri
ovvero il terzo mondo. L'80% delle
foreste sono state abbattute al ritmo di
7 campi da calcio al minuto, un ritmo
che continua tutt'oggi. Per non parlare
delle sostanze tossiche impiegate in
fase di produzione: se entrano
sostanze tossiche, adoperate per
esempio per rendere gli oggetti
ignifughi, escono sostanze tossiche
dai nostri inceneritori, infarciti in
diossina. Ogni notte dormiamo su
cuscini che sono stati immersi in
sostanze neurotossiche. Gli operai,
spesso donne in età fertile, vengono a
contatto con queste sostanze
altamente nocive e cancerogene; per
loro non c'è scelta, il sistema
consumistico prevede anche un
continuo riciclo di manodopera, un
riciclo che fa muovere masse di
persone dai loro paesi d'origine. Le
nostre “cose” al supermercato
costano poco, ci invogliano
all'acquisto, che importa poi se un
oggetto è stato prodotto in Cina e
assemblato da una quindicenne in
una maquiladora in Messico? I costi
vengono esternalizzati così che non
paghiamo noi le cose che compriamo
ma pagheremo in inquinamento e
sfruttamento, questo si. E' singolare
a riguardo cosa disse il presidente
Bush dopo l'attacco dell'11 settembre:
parlando alla nazione non consigliò di
pregare o sperare, ma di comprare! La
nostra identità principale è quella di
consumatori. Ma non è così da
sempre e cambiare si può, prima che
sia troppo tardi. Unendo le forze è
possibile trasformare questo sistema
lineare in qualcosa di nuovo, in un
sistema circolare. E' tempo di
pensare ad un nuovo sviluppo
sostenibile, alla giustizia, alla raccolta
differenziata, al biologico, a cambiare
stili di vita che ci hanno imposto, ad
ascoltare il grillo parlante. E chissà
che presto il “pensa ed usa” arrivi a
sostituire l'”usa e getta”.
LA STORIA DELLE COSE
ONLINE
[3parti]
1
http://it.youtube.com/watch?v=18a1GQUZ1eU&feature=related
2
http://it.youtube.com/watch?v=fRrpNgIG0jA&feature=related
3
http://it.youtube.com/watch?v=WwAgiNbcsIg&feature=related
di Anna Battista
CON L'ARCHITETTURA AI PIEDI
PLAYLIFE
Vari sono stati gli stilisti che nel corso degli anni si sono ispirati all'architettura
nella creazione di capi di abbigliamento. Ma sembra essere un nuovo trend
quello che vede i designer di calzature ispirarsi ad edifici e sculture o gli
architetti collaborare con brand che producono calzature di moda.
Il modello di sneaker “AF1 Supreme Max”
della Nike, soprannominato anche
“Vedova Nera”, è stato creato da un team
di designer ispiratisi per l'occasione alla
struttura dello Stadio Nazionale di
Pechino noto come il “Nido d'uccello”.
Queste sneaker non sono però il primo e
l'ultimo modello di calzatura ispirata a un
edificio. Disegnare calzature con
elementi architettonici sembra infatti
essere ormai un trend. L'olandese
Marloes ten Bhömer è stata una delle
prime ad aver creato calzature
sperimentali utilizzando materiali quali
pelle, vetroresina e resina in poliuretano.
Il risultato è strabiliante: alcune delle
calzature firmate Marloes ten Bhömer
evocano le curve di edifici quali il
Guggenheim di Bilbao, altre ricordano le
sculture minimaliste di Richard Serra.
L'architetto Zaha Hadid ha invece
collaborato di recente con il brand
brasiliano Melissa, famoso per le sue
scarpe in plastica. Il marchio ha
collaborato in passato con nomi celebri
del campo della moda come i Campana
Brothers, Vivienne Westwood, Alexandre
Herchcovitch, J. Maskrey e Lorenzo
Merlino. La Hadid ha disegnato per
Melissa un modello di calzature forse
non troppo pratiche ma davvero inusuali
e in perfetto stile con gli iconici edifici da
lei progettati. Le curve fluide delle
calzature Hadid per Melissa ricordano i
progetti per il Vilnius Guggenheim
Hermitage Museum in Lituania o le
installazioni come quella realizzata dalla
Hadid in collaborazione con Patrik
Schumacher intitolata “Aura” che celebra
il 500° anniversario della nascita del
Palladio e che potremo ammirare
durante la Biennale di Architettura di
Venezia. Notevoli sono poi i richiami agli
edifici, alle sculture e agli elementi
decorativi dell'Art Déco nelle calzature
delle nuove collezioni firmate Omelle,
Miu Miu e Prada. Il brand di Los Angeles
lanciato dalle amiche Cherise Angelle e
Nicole LaFave ha infatti creato un sandalo
dal tacco a cono e con motivi circolari
che ricordano un po' le curve sinuose
degli edifici Art Déco. I tacchi scolpiti dei
modelli proposti da Miu Miu evocano
invece le simmetrie degli ziggurat, edifici
ai quali gli architetti del movimento
spesso si ispirarono, mentre i modelli
Prada con quei volant esagerati
sembrano riprendere alcuni dei decori
d'interni di questo stile tanto di moda
all'inizio del XX secolo. Questi non sono
solo alcuni tentativi di combinare la
moda e l'architettura, ma di lanciare
calzature innovative, che offrano originali
alternative a chi desidera allontanarsi
dagli stili (e dai materiali) più
convenzionali. Ma chi ha una vera
passione per l'architettura e il design ed
è a l l a ri c e rc a d i i s p i ra z i o n i
architettoniche da applicare nel campo
della moda, farà meglio a non perdere gli
eventi in programma durante
l'undicesima Mostra Internazionale di
Architettura durante la Biennale di
Architettura di Venezia, in programma
dal 14 settembre al 23 novembre 2008.
Intitolata “Out There: Architecture
Beyond Building” e diretta da Aaron
Betsky, la mostra presenterà
installazioni internazionali che puntano
ad incoraggiare la sperimentazione e a
dimostrare che le possibilità
dell'architettura sono davvero infinite.
Cambia musica...
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che ebbero successo nei Sixties. La
stazione ferroviaria più vicina
all'hotel (Liverpool Lime Street
Station) è a circa 10 minuti di
distanza a piedi. Il Liverpool John
Lennon Airport, a circa 20 minuti
d'automobile.
a cura di DjD
DORMIRE DAI BEATLES
Benvenuti all'Hard Days Night Hotel
di Liverpool, fiore all'occhiello della
città che quest'anno condivide con
la norvegese Statvanger il titolo di
Capitale Europea della Cultura. Il che
significa look rinnovato, rilancio
economico, boom della vita
culturale. Situato in un palazzo
progettato da Thomas C. Clarke nel
1884, l'Hard Days Night Hotel è nel
Beatles Quarter vicino al Cavern
Club, dove si esibirono i Fab 4.
Riservato agli amanti del lusso e ai
“beatlesiani” più nostalgici, è
interamente decorato con fotografie
del gruppo e più di 100 opere
ap p o s i t a m e n t e re a l i z z a t e
dall'artista Shannon. Gli ampi spazi e
l'aggiunta di 2 piani a livello del tetto,
hanno consentito la realizzazione di
110 camere (di cui 2 suites chiamate
Lennon e McCartney: la prima
bianca, con tanto di pianoforte a
coda; la seconda con gigantografie
dei Beatles), bar, ristoranti e sale
meeting, oltre a una cappella dove ci
si può sposare. Ogni camera (si va da
£ 120 per una Luxury, a £ 650 per la
suite), fornisce installazioni
tecnologicamente ava nzate
compresi servizi interattivi e un
impianto di “shopping on line” con
accesso agli esclusivi prodotti
dell'albergo. Prezzi tutt'altro che a
buon mercato, d'accordo, Giustificati,
però, dal lusso e dalla trovata
originale: unire eleganza a nostalgia.
L'hotel è destinazione obbligatoria
anche per chi non ha intenzione di
pernottarvi, grazie alla cosmopolita
The Brasserie; al Blakes Restaurant
dedicato a Peter Blake (il pittore Pop
ideatore nel '67 della copertina di
Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club
Band), che offre un Lunch Menu a
partire da £ 15.95; al Bar Four;
all'Hari's Bar che ripercorre
scenograficamente il periodo
trascorso dai Beatles in India; alla
boutique fornita di ogni “gadget”
possibile e immaginabile di John
Lennon, Paul McCartney, George
Harrison e Ringo Starr. Sempre
all'Hard Days Night Hotel, all'angolo
fra Mathew Street e North John
Street, c'è infine The Gallery che
offre opere originali e riproduzioni,
nonché le foto scattate da Bill
Zygmant che catturano immagini
insolite dei Beatles e di altri artisti
Hard Days Night Hotel
41 North John Street, Liverpool
tel. 0044-151-2361964
www.harddaysnighthotel.com
www.liverpool08.com
www.visitbritain.it
di S. Calgaro www.mrcury.com
Oggi sono andato alla Feltrinelli per
prendere un saggio sulla musica. A
colpo sicuro: sapevo che l'avrei trovato
al piano superiore, nascosto in mezzo
agli altri saggi sulla musica. Lo sapevo,
ne ero certo: vado, prendo, pago, esco.
Ora, ogni volta che entro da Feltrinelli
devo curiosare dappertutto. Perché è la
libreria più grande che ho sottomano, e
poi conosco bene il territorio: di solito
passo velocemente a vedere cosa offre
la narrativa, tanto per, poi i fumetti
(hanno Watchmen!), quindi al piano di
sopra per i romanzi in lingua e i libri
d'arte, e poi prima di andare alla cassa
sbircio le riviste. Facile. Oggi mi sarei
limitato al punto tre: il piano di sopra.
Invece sono finito al piano interrato, a
farmi largo tra i manuali di sociologia e i
trattati di politologia. Così, ogni tanto
vado anche lì. Da bravo consumatore,
quindi, mi sono lasciato guidare dalle
pubblicità e dai cartelli che dicevano
“Si prega di sfogliare”, finendo con le
braccia conserte e la testa piegata a
sinistra per leggere inebetito tutti i
dorsi colorati ordinati sugli scaffali. C'è
anche un piccolo scaffale sul riso — la
reazione emotiva, non l'alimento — e
sulla copertina di “Imparare
l'ottimismo” di Martin Seligman c'è
questo primo piano della testa di uno
squalo, e una mano che esce dalle fauci
aperte e che fa il segno di “OK”. Ho
pensato che con una foto del genere in
copertina l'editore avrebbe meritato
profondo rispetto anche se poi il libro
fosse stato una cazzata immane. Me lo
segno. Sulla copertina di “Breve storia
del futuro” di Jacques Attali, invece, ci
sono degli occhiali 3D. Niente di
roboante, una semplice montatura
nera con una lente rossa e una verde.
Ma ad attirarmi è il titolo, perché in
genere cose di questo tipo risultano
ridicole già a rileggerle dopo due anni
dalla pubblicazione. Cerco di capire un
po' dove vuole andare a parare, e ho
subito la sensazione che l'autore
sappia il fatto suo. Bello. Segno.
Aggiungo anche tre dei mille saggi di
Zygmunt Bauman, che hanno delle
edizioni spettacolari. Così belle da non
farmi dubitare che in ultima analisi o
finiranno per piacermi o finirò per
farmele piacere. Comincio ad
acclimatarmi a questa inaspettata
voglia di leggere trattati sul postmodernismo. Forse non c'è niente di
male. Fra qualche mese, quando le mie
vuote librerie Billy imploreranno di
essere nutrite con altri saggi sul ruolo
del consumismo nel crollo dell'ideale
democratico, saprò dove andare a
foraggiare. Ma adesso ho una missione
da compiere: rimetto a posto i trattati
accademici, salgo al primo piano e
vado diretto allo scaffalino dei saggi
sulla musica. In alto c'è il mio libro, blu,
che aspetta. Lo prendo, ma ancora non
scendo. È inevitabile dare prima
un'occhiata allo scaffale di fotografia. E
anche a quello di design. Ad un certo
punto mi trovo a soppesare tra le mani
un tomo della Taschen su H. R. Giger,
ma mi mette inquietudine. Lascio
perdere, e finalmente scendo. Pago,
ringrazio, ed esco.
di Fox/fm Plasticost
L'IMPERDIBILE PEGGIO DELLO SPAGHETTI WESTERN
“Cipolla Colt”
Inauguriamo questa nuova rubrica
con un film culto dello spaghetti,
meglio, del fagioli western. Diretto
da Enzo G. Castellari nel 1975, uno
dei grandi della scuola romana che
inventò il genere ed interpretato da
un inedito Franco Nero in una
versione surreale ed ancora più
sgangherata di Terence Hill, Cipolla
Colt da l 'impressione di essere
stato sceneggiato prima con le
battute ed i caratteri dei personaggi
e successivamente con la storia
veria e propria.. La vicenda infatti
non ha assolutamente nulla di
nuovo. rimarcando lo stile in tutto e
per tutto. Un proprietario di una
compagnia petrolifera, caratteristico
per la sua mano destra meccanica e
poco funzionale, decide di
impossessarsi di un territorio ricco
di oro nero dove è situata anche
Paradise City. La città di origini
agricole diviene subito un centro
dall' aria irrespirabile e stracolma di
trivelle. Il boss incarica i soliti
tagliagole affinchè convincano i
cittadini ad andarsene. Foster,
l'ultimo dei resistenti, in passato
aveva stipulato un contratto di
vendita del proprio terreno con tale
Onion, il quale arriva su di un
carretto pieno di cipolle e trainato
dal fido Orazio, un quadrupede dalla
parlantina romanesca (esilarante
quando chiama il padrone "Ogno") e
con un cappellino in testa. Onion è
un gran divoratore di cipolle e l'odore
che emana indica sempre il suo
passaggio. L' ortaggio però ha anche
un'altra funzione: con il succo
spremuto a forza verso i nemici
diventa un' efficace arma di difesa
contro i corrotti della città, a
cominciare da uno sceriffo gay che,
assieme ai suoi aiutanti tanto
crudeli quanto effeminati, fa di tutto
per eliminare il nuovo scomodo
abitante, che nel frattempo si è
alleato con Pulitzer, tuttofare
nell'editoria del posto e unica voce
coraggiosa ancora presente, e con i
figli del fu Foster, due ragazzini dai
nomi emblematici: Caligola, abile
tiratore e amministratore del
terreno, e Nerone, guarda caso
specializzato in incendi e bombarolo
professionale oltre che gran
fumatore di sigari. Il finale (che non
svelo) è piuttosto sorprendente se
paragonato al livello di tutta la
storia, che ha il senso del puro
divertimento, sottolineato dalle
musiche elementari dei fratelli De
Angelis, a quei tempi mietitori di
successi con branetti allegri e
compositori di tante colonne
sonore. Ma è l'ammucchiata di
questi personaggi assurdi che rende
il film godibile nella sua mediocrità e
ricco di riferimenti: dal cavallo
parlante, omaggio palese al fumetto
di Lucky Luke, al giudice alcolizzato,
classico esempio di corruzione
dilagante del West. Sono solo due
esempi, la passerella di figure
impensabili inserita in un contesto
simile ha l'aria di essere un' enorme
presa in giro dell' epopea americana.
Incredibile poi come negli anni
settanta questi registi riuscisseso a
trovare finanziamenti per produrre
films del genere, con ambientazioni
costose ed attori di tutto rispetto.
Qui, oltre a Franco Nero già
protagonista in Keoma, gothic
western sempre di Castellari uscito
prima di Cipolla Colt e all'epoca
sulla cresta dell'onda, troviamo
Martin Balsam e Sterling Hayden,
due figure non di secondo livello nel
cinema dell' epoca, che non penso
fossero a corto di richieste ma che
parteciparono a quello che credo sia
uno dei più sfacciati e sbarellati
films in circolazione. A volte le
battute lasciano a desiderare,
spesso sono presenti in così tanti
western all'italiana che in questi
casi portano a credere di essere dei
veggenti visto che si riesce ad
anticiparle rispetto alla scena, ma è
solo perchè il cinema del genere le
ha sempre tenute come assi nella
manica e “pronte alla bisogna”,
come si suol dire, ma Cipolla Colt è
un popcorn movie così insensato da
rimanere un masterpiece del
genere.
Anarchy in the UK
di Anna Battista
PASOLINI vs BERLUSCONI
FEAR AND LOATHING IN SALO:
REREADING PIER PAOLO PASOLINI'S
CLASSIC FROM A FASHIONABLE
(AND POLITICAL) POINT OF VIEW.
I'm simply disgusted by what has been
going on in Italy political-wise since
that clown of Mr Berlusconi came back
in power. It's even worst witnessing
what is happening when you're in
another country and the British media
snigger at the confusion perennially
reigning in your home country. In
politically desperate situations I usually
take refuge in reading political essays,
but in the last few weeks I have been
constantly thinking about Pier Paolo
Pasolini's film Salo or the 120 days of
Sodom (1975). The film takes place in
1944 in the Salo Republic. Here, four
d i g n i t a ri e s rep re s e n t i n g t h e
aristocratic, ecclesiastical, judicial and
economic powers, round up in a villa
near Marzabotto sixteen young men
and women, either sons and daughters
of partisans or partisans themselves. In
the villa there are also four middle-aged
women, three of them recount arousing
stories, whilst the fourth accompanies
them on the piano. For 120 days the
dignitaries subject the youth to horrific
tortures, atrocious physical and
psychological violence and sadistic
ordeals. The controversial film is loosely
based on the book by the Marquis de
Sade, transposed to the fascist Salo
Republic that Mussolini established in
the north of Italy after being deposed in
Rome by the king and Marshal Pietro
Badoglio. According to Pasolini, the film
was an attack to the political and
intellectual world, a message to
denounce the “anarchy of the power”,
an exploration of how power reacted
when it was disassociated from
humanity and when it transformed
humanity into an object, while sex in
the movie is a metaphor for the
relationship between those who are in
power and those who are subjected to
it. Deemed obscene and shocking, Xrated, censored and banned, Salo is the
manifesto with which Pasolini declared
a final war to the indifference of the
modern world. In the film Pasolini uses
the rich furnishings, the Art Decoinspired interiors of the villa (one of the
torturers even sits on a Charles Rennie
Mackintosh chair towards the end of
the film) and the elegant costumes
worn by the fascist torturers and by the
three female narrators, as symbols of
the power of the ruling classes and of
the perversions of wealth. The naked
victims are juxtaposed in the film to the
three women, who wear opulent
dresses in the '40s fashion: Signora
Vaccari (Hélène Surgère) tells the most
perverted stories from her life and
wears a white satin and tulle dress with
an ample skirt and exaggerated puffed
sleeves; Signora Maggi (Elsa De Giorgi)
celebrates sodomisation in a black lame
dress, a bolero jacket and a cape, an
ensemble that calls to mind the
costumes worn by Hollywood divas. In
the circle of blood, Signora Castelli
(Caterina Boratto) tells very violent
stories while wearing a rather
conservative ivory evening dress and
matching jacket in sequinned
damasked satin. The film is a scream
against consumer society, social and
cultural homologation and obedience
to a pre-constituted order. In a world in
which people's consciences and souls
are constantly manipulated by the fake
and alienating powers of capitalism and
power, Pasolini's Salo still offers a
contemporary message to those brave
enough to listen.
http://www.pasolini.net
di Anna Battsta
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VIRTUAL TO REAL
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SOUND & VISION
MAGAZINE
Un brand con una “motivazione” molto particolare: Ulterior Motive.
Un nuovo brand che produce abbigliamento e accessori uomo piuttosto
minimalisti sta riscuotendo un ottimo successo in Svezia. Ulterior Motive,
il marchio lanciato da tre giovani svedesi - Håkan Bruce, Thomas
Strömberg e Oscar Brynolf – è davvero tra i più cool del momento.
Name: Håkan Bruce Age: 29
Live in: Stockholm, Sweden
Work as: Ulterior Motive designer
and co-founder
www.myspace.com/umotive
Cosa vi ha spinto a lanciare Ulterior
Motive? La frustrazione. Io, Thomas e
Oscar adoriamo le cravatte, ma, da
qualche anno a questa parte, abbiamo
notato che quelle in vendita nella
maggior parte dei negozi sono tutte un
po' noiose e i giovani finiscono spesso
per vedere questo accessorio come
una costrizione, una formalità. Ci
siamo quindi dati un “Ulterior Motive”,
una motivazione ulteriore, per iniziare a
produrre cravatte interessanti,
simpatiche e alla moda, cercando di
trasformare un normale accessorio in
qualcosa di straordinario.
Ci parli un po' del background dei tre
fondatori di Ulterior Motive? Nessuno
di noi ha studiato moda, nè ha mai
lavorato prima d'ora in questa industria.
Io ho un Master in Scienze ed
Elettronica, anche se mi sono sempre
interessato alle arti creative come ad
esempio la fotografia. Anche Thomas e
Oscar hanno alle spalle degli studi
diversi da quelli di moda e design,
hanno infatti studiato antropologia e
design industriale. Consideriamo però
uno dei nostri punti di forza il non avere
una formazione vera e propria nel
campo della moda, dal momento che
abbiamo idee e capacità che chi ha
studiato moda non ha e crediamo
fermamente di poter portare una
ventata di freschezza e novità nel
mondo della moda.
Secondo te, c'è una sorta di
competizione in Svezia tra giganti
quali H&M e piccoli brand come il
vostro? Qui in Svezia tutti fanno
compere da H&M, ma la maggior parte
di noi vi acquista i capi base per il
proprio guardaroba come camice,
canotte e pantaloni per tutti i giorni.
Chi è alla ricerca di qualcosa di speciale
si affida invece alle boutique
indipendenti, quindi non c'è una vera e
propria competizione, anche se H&M
ha spesso “rubato” idee ai marchi
indipendenti.
Lavorare al vostro brand vi ha dato
l'opportunità di incontrare altri
stilisti? Lo scorso anno abbiamo
lanciato una linea di cravatte in
collaborazione con lo stilista svedese
David Wiksten che ha disegnato per
noi tre cravatte con stampe ispirate alla
sua passione per i motori.
Ulterior Motive ha fornito le cravatte
alla band francese Versari, come vi
siete conosciuti? Via Internet. Ci
siamo imbattuti in questa band mentre
visitavamo vari siti di gruppi musicali su
MySpace. La loro musica ci piaceva e al
gruppo piacevano le nostre cravatte,
quindi è nata con loro una bella
collaborazione.
MySpace è una piattaforma di - come dicono gli americani - Social Networking, vale a dire un sito creato per far incontrare
fra loro le persone. Più semplicemente, è uno strumento on line che permette a ciascuno di pubblicare gratuitamente una
pagina web nella quale sono elencati i propri gusti in fatto di musica, film, libri, luoghi, sesso, persone e quant'altro possa
servire a definire il carattere di un individuo (o per lo meno le sue caratteristiche di consumatore). Ci si aggiunge anche una
giusta dose di foto, magari le migliori che riusciamo a scovare negli album di famiglia e via, la propria pagina è fatta. Tutti i
dettagli in surplus, come grafica, colori, suoni, effetti speciali, sono lasciati alla fantasia di ciascuno. Attualmente di circa
70 milioni di persone che han fatto di myspace la loro piccola casetta sull'albero virtuale. Il gioco è semplice, neanche dieci
minuti e sei un myspacer provetto. Adesso fatti più amici che puoi, la maggior parte perfetti sconosciuti, attori e cantanti
che adori, belle modelle o ragazzi sparsi per il mondo. Chiedi loro "vuoi essere mio amico?" e naturalmente non potranno
dirti di no. A loro volta, si presenteranno, e creerai il tuo “virtual world” personale. Ingrandisci più che puoi la tua lista, visita
le pagine altrui, promuovi te stesso. Alla fine, myspace è una finestra sul mondo, specialmente sul tuo mondo, e perchè
stare con le mani in mano? Sound & Vision, utente di myspace (come non potrebbe???). Ai Friends speciali che occupano la
ricca lista online. Utenti di tutto il mondo, unitevi e date sfogo alla vostra fantasia: myspace è criticato, è lodato, chi ci entra
non esce più, scordandosi che è pur sempre una piattaforma surreale e virtuale e non ha nulla a che vedere con la realtà,
ma stavolta, grazie a Sound & Vision, potete essere voi i PROTAGONISTI! Vi aspettiamo! Entrate, Friends, su
www.myspace.com/soundandvisionzine.
Dove trovare S&V!
S&V COMMUNICATIONS SERVICE
LE NUOVE T SHIRT 2008-2009
Abbiamo saltato l’estate ma non ci perdiamo l’inverno. Saranno a breve disponibili
2 nuove Tshirt marchiate Sound & Vision! Averle è semplice, basta andare sul nostro
sito www.soundandvison.it ed ordinarle! Oppure partecipando ai nostri Sound System
potreste riceverle in regalo! Attenzione le Tshirt sono sempre in edizione limitata! Non perdetele!
COMING SOON!
Il prossimo mese il numero di Ottobre sarà dedicato a David Bowie,
avremo un’intervista esclusiva a Morgan, a Paolo Rossi (non il
giocatore!) e la seconda parte dell’intervista a Namalee.
DON'T LET THE SYSTEM
KILL U
KILL IT FIRST!
ERRATA CORRIGE
Nel numero del mese di Luglio l’articolo “13/14 Aprile The End Of a
Democracy” è a firma di DjD e non di Lara Lago.
Sound & Vision 2008/9
CHOOSE
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Ti piace Sound & Vision? Pensi di avere un locale o un
negozio in sintonia con il nostro “mag-style” & “lifestyle”. Diventa nostro sponsor/affiliato! Non è difficile,
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Sound & Vision oggi è l’unica realtà dedicata interamente a tutte quelle
persone che pensano ancora che il distinguersi sia l’unico modo per
sopravvivere in questa società che ci vuole tutti uguali, più simili ad un
partecipante del Grande Fratello che non a noi stessi!
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