Il programma della Notte delle candele 2016
Fabio Fenucci Jazz Quartet – Piazza Ospedale
Il chitarrista Fabio Fenucci, stimato strumentista e didatta, ha riunito in questa formazione il giovane
contrabbassista Salvatore Guidi, con cui recentemente collabora e musicisti di vecchia data, come la pianista
Cinzia Gizzi, titolare della cattedra di pianoforte jazz al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con la quale ha
realizzato un interessante duo, apprezzato in varie situazioni musicali, e John Arnold, uno dei migliori
batteristi della scena jazzistica italiana, che vanta importanti collaborazioni a livello nazionale e
internazionale. Il quartetto propone brani originali e pagine d’autore desuete, mirando alla
musicalità delle idee, alla ricerca del suono e all’interplay fra i musicisti.
Andrea Baldasserosi suona Hang – Via Ospedale
Suonatore di hang
Journey Elettric 5t – Largo S. Andrea
Cinque elementi dalla diversa estrazione musicale, professionisti del settore da molti anni, insegnanti e
turnisti per importanti palcoscenici italiani, amici, riuniti da un’idea musicale, quella di Marcello Balena,
sviluppatasi grazie all’accumularsi di anni d’esperienza in ambito jazz e sui palcoscenici italiani. Il Marcello
Balena Electric Quintet ha dato vita ad un progetto musicale collettivo, diretto e orchestrato dalla
composizione e produzione di Marcello Balena (Sax soprano, alto e tenore), che per vedere concretizzata la
sua personale idea di viaggio musicale, si è affidato al contributo di Valter Vincenti (chitarra elettrica e
acustica), Saverio Federici (batteria e percussioni), Antonio Lusi (basso elettrico e fretless), Cristian
Pratofiorito (tastiere), Giacomo Anselmi (chitarra in “Summer Wind”).
“Journey” è sì un viaggio musicale entro cui Marcello Balena invita l’ascoltatore a lasciarsi guidare, ma è
anche un viaggio alla riscoperta di una vita dedicata alla musica, partendo da radici jazz per sfociare poi in
qualcosa di più vasto e inafferrabile. Un abbandono delle trame più intricate e sconnesse, per ritornare così
alla melodia più pura e semplice, talvolta scanzonata, chiave di lettura principale per un album che pur
sguazzando in acque che potrebbero essere riconosciute come chillout e lounge, si distacca volutamente
dalla catalogazione jazz più stretta. Queste caratteristiche sono state anche uno dei punti di contatto più
importanti con Smilax Publishing, che ha creduto nell’idea di Marcello Balena fin dall’ascolto dei primi provini.
Dopo una pre-produzione presso i suoi Demotape Recording Studio di Orte, l’album è stato registrato tra il
Groove Studio Recording (dove sono state registrate le batterie ed il basso) e gli studi privati dei musicisti
che hanno partecipato al progetto. Successivamente l’album è stato trattato dalle più che sapienti mani di
Francesco Luzzi, che ne ha curato Missaggio e Mastering dell’album presso lo studio Il Mulino Recording di
Acquapendente. «L’incontro con Max Testa, pianista di Roma, trapiantato a Penna in Teverina, è stato
illuminante e possiamo definirlo il punto di inizio di questo lavoro» racconta Marcello Balena «Max è venuto a
registrare nel mio studio Demotape , abbiamo chiacchierato ed avuto modo di approfondire la nostra
conoscenza ed avendo saputo che in realtà,sono un sassofonista e non un vero e proprio fonico, mi ha
chiesto un assolo sul suo nuovo disco ed ha voluto ascoltare alcuni dei miei brani convincendomi a
registrarli.»
Dopo la prima fase di registrazione preliminare, durante l’estate 2015 i brani sono passati al vaglio del live,
occasione che ha confermato un’ottima ricezione da parte del pubblico, sia in contesti prettamente jazzistici,
sia in ambiti esterni ad una categorizzazione musicale specifica. Questa è stata la spinta definitiva al
concretizzarsi dell’album presentato lo scorso 13 dicembre presso il Teatro Spazio Fabbrica di Lugnano in
Teverina, occasione speciale alla quale ha preso parte anche il chitarrista modenese Enrico Zanella.
“Journey” è un album accessibile, diretto e carico di temi che difficilmente abbandonano la mente; è un
disco che, come il titolo vuole, è un buon compagno di viaggio, personale e
sonoro, che accoglie nelle sue trame dense e fluttuanti e che, grazie alla perizia e alla maestria dei suoi
interpreti, trasferisce in una dimensione parallela a quella quotidiana e traghetta in un emisfero sonoro che
cammina con l’ascoltatore.
Bamboo – Giardino comunale
Riescono a riprodurre il sound drum and bass suonando cartelli stradali e frullatori, il loro riferimento
musicale sono i Radiohead, sono affini alle sperimentazioni degli Einsturzende Neubauten. Si chiamano
Bamboo (i cinque musicisti romani formatisi nel laboratorio di strumenti extra-musicali di Luca Lobefaro e
attivi dal 2008. Oggi presentano Acqua, il singolo contenuto nel dvd musicale What’s in the cube. Qual è la
peculiarità dei Bamboo? «Ogni nostro brano è composto suonando oggetti al posto degli strumenti: bidoni,
elettrodomestici, tubi in pvc, carta vetrata, giocattoli, acqua sono solo alcuni dei protagonisti del nostro
show», spiega la band. Il tour di promozione del dvd ripropone le sperimentazioni sonore di What’s in the
Cube, registrato «in una bellissima casa in campagna a forma di cubo. Da qui ci è venuta l’idea del titolo del
dvd e del packaging riutilizzabile come scatola portaoggetti».
Curiosità nella curiosità, i Bamboo optano appunto per la pubblicazione di un dvd audio/video e non delle
canoniche tracce audio, perché «siamo un gruppo da vedere, per essere capiti. Un ascoltatore potrebbe non
cogliere l’origine di molti suoni se non vedesse con i propri occhi qual è lo strumento che li sta producendo.
È un dvd girato in un ambiente familiare e tranquillo (ci hanno ispirato i Radiohead con il loro live From the
Basement) proprio per dare allo spettatore il tempo e lo spazio giusto per capire cosa stiamo suonando».
Acqua è un brano introspettivo realizzato suonando ciotole d’acqua, chiavi inglesi, carta vetrata e quello che
sembra un flauto elettronico. «Anche se flauto elettronico è un nome che rende molta più giustizia al suo
suono, il nostro è un semplice tubo corrugato che apparteneva probabilmente allo scarico di una lavatrice. A
seconda della pressione del soffio il suono cambia altezza e intensità».
Lingalad – Piazza San Vittore
"La musica dei Lingalad assomiglia alla musica che potrebbe creare una foresta, o il sole crescente o una
tempesta in avvicinamento […] Le parole corrette per descriverla non sono legate al suono, bensì alla vista:
luci e ombre, aurora, brume e pioggia"
John Howe, Premio Oscar per la scenografia de Il Signore degli Anelli
Nel 2001 Giuseppe Festa fonda il gruppo musicale Lingalad, di cui è cantante e autore. Nel 2003 la band
lombarda è invitata in Canada alla prima del film "Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re" di Peter Jackson,
dove presenta l'album di esordio Voci dalla Terra di Mezzo, per il quale riceve apprezzamenti dalla stessa
Priscilla Tolkien, figlia del Professore di Oxford.
Nel 2003 una nuova uscita discografica, Il Canto degli Alberi, un album strumentale dedicato ai luoghi del
Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Il cd si classifica al secondo posto al concorso nazionale promosso
dalla TOAST RECORDS e viene premiato al Meeting delle Etichette Indipendenti (M.E.I.) di Faenza.
Nel 2005 i Lingalad presentano il cd Lo Spirito delle Foglie, che segna la discontinuità con l'immaginario
tolkieniano. In questo album la band mette in musica i pensieri e le emozioni di piccoli e grandi elementi
naturali, ribaltando la visione antropocentrica del reale. Nel 2008 la casa editrice Bastogi pubblica il librobiografia La musica dei Lingalad: da Tolkien ai Segreti della Natura, curato dal giornalista Donato Zoppo.
Nel 2009 i Lingalad si classificano primi al concorso di Radio LIFE GATE ''Talenti per Natura'' con il video
della canzone Il Vecchio Lupo (regia di Francesco Piccioli, fotografia di Gigi Palumbo) che insieme ad altri
video è contenuto nel dvd I Sentieri di Lingalad (2004).
Nel 2010 esce il cd La Locanda del Vento (Lizard Records) che racconta, in stile folk-rock, storie e leggende
di un'Italia dimenticata. Nell'agosto dello stesso anno Giuseppe Festa è ospite della radio neozelandese
RADIO LIVE intervistato dall'attore e conduttore Bruce Hopkins.
Nel 2012 Giuseppe Festa, in veste di viaggiatore-musicista, è il protagonista del film-documentario Oltre la
frontiera, girato in Wyoming e Sud Dakota dalla Filmaker dei fratelli Piccioli. Il film è vincitore della 23°
Rassegna Internazionale del Cinema di Rovereto, sezione Archeologia e Società.
Nel 2013 Salani Editore pubblica il romanzo di Giuseppe Festa IL PASSAGGIO DELL'ORSO (Salani 2013,
Mondadori Scuola 2014). Il libro viene recensito da Dacia Maraini con queste parole: "Un racconto bellissimo
che celebra la natura e gli animali, senza venir meno al rispetto per gli uomini". Nel 2014 esce il romanzo
L'OMBRA DEL GATTOPARDO (Salani). Entrambi i libri di Festa vengono tradotti anche all'estero.
Nel 2015 i Lingalad pubblicano l'album CONFINI ARMONICI (Lizard Records), con testi ispirati ai libri di
Giuseppe Festa "Il passaggio dell'orso" e "L'ombra del gattopardo". Il video del singolo OCCHI D'AMBRA, per
la regia di Mauro Cartapani, è finalista al Festival Internazionale SeeYouSound 2015.
FORMAZIONE:
Giuseppe Festa (voce e flauti)
Giorgio Parato (batteria)
Claudio Morlotti (strumenti etnici dal 2000 al 2012)
Fabio Ardizzone (basso dal 2000 al 2012)
Andrea Denaro (strumenti etnici dal 2013)
Luca Pierpaoli (chitarra acustica)
Dario Canato (basso dal 2013)
Gisela Oliverio 4t – Piazza Casalino
Nata a Cordoba, Argentina, e trapiantata a Roma dal 2009, per seguire i corsi all’Accademia di Santa Cecilia
(alla quale ha conseguito il diploma con successo), Gisela Oliverio è un’artista poliedrica e completa.
Cantante, chitarrista e compositrice, si caratterizza per uno stile vocale duttile ed estremamente personale,
capace di spaziare dal jazz più sperimentale alle suadenti note della bossa nova, sempre con un occhio di
riguardo verso il calore ed il folklore della sua terra d’origine.
Ed è proprio all’Argentina che sarà dedicato il concerto del 24 marzo. In questa data, infatti, si celebra la
commemorazione in onore delle vittime della cosiddetta Guerra Sporca: 30.000 ‘dissidenti politici’ che furono
strappati alla vita e all’affetto delle loro famiglie nel periodo della dittatura militare di Jorge Videla e che
sono, ad oggi, tristemente noti come desaparecidos.
Persone scomparse nel nulla, alle quali si è voluto negare per molto, troppo tempo, anche il beneficio del
ricordo ed è proprio per questo che una serata del genere assume una fortissima valenza simbolica.
Un’occasione per ridare voce a chi una voce non ce l’ha più, per raccontare e ricordare tutto l’orrore e la
violenza di una delle più grandi tragedie del nostro secolo.
Lux Lucis – via dei granari
Candele di artigianato
Da Mimì a Ninì – Giardino centro storico
Mariella Spadavecchia soprano
Matteo Biscetti pianoforte
Simone Gamberi – Via Colle a frio
Nel 2014 concerti di apertura per
NOBRAINO
PIERO PELU
MONICA HILL
MANNARINO
MODENA CITY RAMBLES
Nel 2015
Piu di 100 concerti in un anno e il 13 esimo posto ottenuto alle selezioni di San Remo Giovani
Nel 2016 premio "miglior testo inedito" Roma assegnato dal cantautore Antonello Venditti Premio che verrà
ritirato il 17 ottobre in diretta Rai 2
Folk in progress – Via Colle a frio
Dialogo tra i massimi Autori e noi. Musica d’autore originale
Squilibri un jeux sur les mains – Via caduti di Nassirya
Irene Croce
Acrobata –verticalista- acrobata aerea-danzatrice
Laureanda presso l’università di Roma La Sapienza in “Teatro e arti della Performance”.
Si è specializzata alla Flic “Scuola di formazione delle arti di circo” di Torino e in seguito all' Espace
Catastrophe, scuola di formazione delle arti di circo di Bruxelles.
Artista internazionale ha partecipato a produzioni televisive e teatrali e a numerosi festival nazionali e
internazionali. Il suo spettacolo è il continuo alternarsi di equilibri stabili e instabili, di un corpo che si muove
nell’extra quotidiano, gioco di virtuosismi acrobatici e funambolici con un tavolo e una sedia, che diviene
altro da sé, in un atmosfera irreale l’acrobata del circo si muove a mostrare cosa un corpo può, plasticità di
movimenti sospesi, in equilibri precari, espressione di una nuova dinamica, in cui il corpo supera il
quotidiano muoversi, il circo per andare oltre il circo.
Il fuoco – Via Colle a sole
Spettacolo creativo con il fuoco
Africa Djembe – Piazza della Repubblica
In Senegal, la musica non è solo una questione di melodia…. Yela, Siko, Tama, Kora, Molo Balafon, Xalam,
Cogoma, Djembe…. tutti questi strumenti tradizionali sono considerati sacri. Tutti hanno una storia. Tutti
appartengono ad un’etnia.
Il gruppo Africa Djembé suona un ritmo africano e tradizionale. Questo ritmo veicola l’insegnamento di una
cultura dell’unione. Ogni suono di djembé e ogni passo di danza riporta ad una precisa suggestione e invita
alla scoperta delle radici, della provenienza: l’isola di Gorée.
L’isola di Gorée, situata a tre chilometri da Dakar, la capitale del Senegal, è stata dichiarata Patrimonio
Storico dell’Umanità dall’UNESCO per conservare la memoria di un periodo vergognoso della storia
dell’umanità. Gorée costituisce un simbolo della tratta degli schiavi nel continente africano. Ancora oggi, la
maison des esclaves, costruzione che fu la sede di questo sinistro traffico, è conservata in buono stato e
riceve la visita di migliaia di turisti, profondamente emozionati e scossi. Questa casa è circondata da
costruzioni in stile coloniale. Gorée gode di una società aperta, connotata da uno spirito di rivincita, sia sul
piano religioso che su quello politico. Una società in cui le diverse etnie vivono in perfetta armonia. Gorée
simboleggia la memoria della schiavitù e della liberazione del popolo di un continente.
Tuttavia, l’isola, oggi, non si contenta di perpetuare il passato, anche se un’atmosfera di altri tempi circonda
il suo segreto. La calma della sua vita quotidiana, le sue stradine sabbiose, le gentilezza dei suoi abitanti, la
bellezza delle costruzioni e delle abitazioni testimoniano il periodo coloniale.
Il gruppo musicale “Africa Djembe” nasce nell'isola di Gorée, nel Senegal, dall’iniziativa del suo fondatore e
direttore artistico Abdoulaye Sakou Kande con l'intento di fare rivivere le radici tradizionali più profonde del
Paese e di tutta l'Africa Occidentale, in particolare della tradizione musicale Wolof e Mandinga.
Nel 1997 successivamente alla registrazione del cd “Tambours de Gorèe”, il gruppo si trasferisce a Roma
dove risiede attualmente.
Africa Djembe, dotato esclusivamente di percussioni e con l'aiuto di variopinti costumi, propone i ritmi e le
danze africane tradizionali. Le percussioni della tradizione Mandinga sono eventi di potenza e fatica, sono la
festa e il ballo. Il concerto è un turbine di ritmi in crescendo che evoca e porta in palco l'Africa, non solo con
ritmi e canti, ma anche con suoni che ricordano le distese sterminate della savana e le foreste verdi dei fiumi
Tamburellisti di Torre Paduli, la pizzicata di mezzanotte – Piazza della Repubblica
Il gruppo riprende la musica che guarisce i tarantati (i “morsicati” dal mitico ragno taranta) dalla malinconia
e si ispira alle grandiose tradizioni del tamburello e della danza-scherma di Torrepaduli (Ruffano-Lecce),
dove ogni anno (15 agosto) rivive una cultura antichissima legata al Santuario di San Rocco. Il successo dei
Tamburellisti, alla fine, contribuisce persino alla nuova vertiginosa crescita della festa di San Rocco. I
Tamburellisti di Torrepaduli vantano la collaborazione di Paolo Pellegrino, docente di estetica, e di Antonio
Anchora, ambasciatore dell’ellenismo nel mondo. Recuperano anche il gricodella cosiddetta Grecìa salentina,
lingua sopravvissuta dopo la colonizzazione magnogreca e la dominazione bizantina, cantandone alcuni brani
significativi e scrivendone di nuovi. Ma tutto il Salento può essere considerato culturalmente greco ed è
proprio la pizzica pizzica che, di per se stessa, per la sua struttura e per le sue funzioni, incarna le antiche
concezioni elleniche. Anche Torrepaduli vanta ben definite origini greco-bizantine. Così l’arte dei
Tamburellisti, nonostante manifesti una collocazione contemporanea, che De Giorgi rivendica decisamente,
ha un sapore greco: danzatori e musicisti paiono davvero satiri e menadi di un tiaso dionisiaco. Il canto, che
unisce autentica poesia e buone vibrazioni musicali, non è diverso da quello degli aedi.
Veeblefetzer – Largo Trento
Brass'n'Roll
Un attitudine musicale globalista e fuori dagli schemi, quasi che una linea immaginaria ma in
fondo tangibile possa unire echi di dub tra le baracche di Kingston a sprazzi di puro rock'n'roll, un funerale a
New Orleans a un matrimonio gypsy nelle campagne di Sarajevo. Le chitarre pastose in bilico tra reggae e
manouche si mescolano con l'energico calore dei fiati e il
marchingegno ritmico fatto di tamburi e macchine da scrivere. Le basse frequenze sono tutte
affidate all'andamento gradasso e rubicondo del sousafono, un basso tuba da parata. La
strumentazione degna di una piccola o
dj e conduttore radiofonico.
, il
Musikclub Open Air in Austria, l’Ariano Folk Festival (AV) e il Live Rock Festival (SI) condividendo il palco tra
gli altri con The Bluebeaters, Raiz & Almamegretta, [dunkelbunt] & the secret swing society, Slamboree, The
Electric Swing Circus, Dirty Honkers, Monaci del Surf.
Animals – Piazza della Repubblica
Teatro di figuranti jungle
Starlight dance party – Piazza Padella
Area disco
Black Mamba – Viale Trieste
Band rock al femminile di Viterbo che ripropone, conferendogli un tocco di originalità nell’interpretazione e
arrangiamento, i singoli e classici dagli anni 80 ad oggi, dagli AC/DC, Guns ‘n’ Roses, dai Rage against the
machine ai Guano Apes, Foo Fighters, Audioslave, Muse.. LINE UP
Marta Iacoponi – Voce
Irma Mirtilla – Chitarra e voce
Cecilia Nappo – Basso
Federico Maragoni – Batteria
Dj Guerrino e Lucianino
Dj
Astronomitaly
Il territorio dei Monti Cimini è uno dei luoghi più affascinanti ed ideali per osservare il cielo stellato nel Lazio.
Le nostre attività di Animazione Turistica Astronomica sono perfette per attrarre nuovi flussi di visitatori
attraverso attività innovative e rispettose della natura.
Astronomitaly si propone quale partner d’eccellenza per la “Notte delle Candele” in un connubio perfetto
caratterizzato dall’attenzione verso l’illuminazione sostenibile che favorisce la visione delle stelle. In
occasione della Notte delle Candele proponiamo “Un salto fra le stelle”.
In particolare potranno essere realizzate le seguenti sessioni/attività:
1. Osservazione delle Stelle con i Telescopi: osservazione delle stelle, dei pianeti, della Luna
e della Via Lattea con il telescopio e la guida dei nostri esperti. Nelle notti di Luna e di visibilità
dei pianeti gli ospiti potranno scattare fotografie dal telescopio con il proprio smartphone. Lo
spegnimento delle luci da parte della location potrà favorire notevolmente l’osservazione e avrà una
risonanza mediatica a favore della sostenibilità ambientale.
Armakà animation
Animazione bambini itinerante
Just FM Dixie
Stret band dixie New Orleans