GLI ARTISTI
LE BALENTES
Le Balentes (Stefania Liori, Lulli Lostia, Pamela Lorico) cominciano la loro attività nel 1990 come coriste del
cantautore sardo Piero Marras.
Solo nel 1997, però, assumono un'identità propria creando, con la collaborazione di diversi autori tra cui
Rossella Faa (autrice della maggior parte dei brani), un repertorio cucito appositamente per tre voci
femminili.
Il repertorio è costituito sia da brani della tradizione sarda rielaborati che richiamano il caratteristico stile dei
tenores, sia da pezzi originali che, nonostante rimangano fortemente ancorati alle sonorità sarde, si ispirano
a vari generi musicali che spaziano dal rock alle musiche balcaniche.
Le Balentes cantano sia a cappella, con il semplice ausilio di piccole percussioni, sia accompagnate dai
musicisti
MARCO CAMBRI
Marco Cambri è un cantautore Genovese che con le sue poesie in musica riesce a trasmettere vibrazioni
che arrivano subito al cuore di chi le ascolta. L'uso del dialetto gli permette di dipingere con i colori più adatti
quadri suggestivi che riflettono senza nulla di scontato un umanità universale. Le sue canzoni a metà fra
realtà e favola evocano un mondo sospeso fra la terra e il mare, fra il profumo dell'erba tagliata e quello del
sale, scandito dal ritmo della pietra che affila la falce.
Anche chi non comprende il dialetto rimane incantato dalla musicalità, in grado di abbracciarlo, ninnarlo,
riportarlo nella dimensione antica ma sempre viva, di una storia raccontata davanti al fuoco.
MARCO FADDA
Specializzato nell’uso di una grande varietà di percussioni etniche e popolari, Marco Fadda (Genova,
08/09/67) nasce artisticamente nel 1994 con il gruppo “Avarta”, con cui incide due album, “Terre” (aut.prod.1998) “Cocci di mare” (World Music-1999). Nel 1997 vince, insieme a Dado Sezzi , la prima edizione del
“Percfest Memorial Naco” di Laigueglia. Nel 2000 entra nell’organico della “BiBa Band”, un ensemble che
comprende “Elio e le Storie Tese” ed altri musicisti come Stefano Bollani, Paolo Costa, Faso, Christian
Meyer, con il quale incide un doppio cd live . Inoltre collabora con il pianista e compositore Massimo
Colombo, con cui realizza cinque album (Great Naco Orchestra, Mondo, Luna, Sole, World Ensamble Live –
ed. Simphonia- ) . Dal 2001 collabora con i Novecento. Con la loro etichetta (NBM - Just Groove) partecipa
alla realizzazione di numerosi cd tra cui: “Drum’n voice” di Billy Cobham -2001- (con Eddie Gomez e i fratelli
Brecker) e “Drum’n voice II ”-2006- (con Frank Gambale, Airto Moreira, Novecento, Dominic Miller). “Dreams
of Peace” di Stanley Jordan – 2003 – (con Dave Liebman, Gregg Brown, Novecento, Guy Barker, Mimmo
Campanale) “Novecento featuring” dei Novecento – 2004 – (con Jeff Berlin, Toots Thielmans, Billy Preston)
“Toghether as One” di Gregg Brown – 2005 – ( con Sting, Dominic Miller, Airto Moreira, Novecento) “Again “
di Ronnie Jones – 2005 – (con Steve Lukater, Bill Evans) “Buena Suerte” di Armando Corsi – 2006 – ( Con
Bruno Lauzi, Mario Arcari) Nel 2003 prende parte, insieme ai Novecento (Pino e Lino Nicolosi), al tour di
Stanley Jordan “Dreams of peace” che ha toccato Spagna, Portogallo, Italia e Medioriente (Festival Jazz di
Dubai). Da 4 anni collabora con Riccardo Tesi & Banditaliana col quale ha intrapreso un’intensa attività
concertistica in tutta Europa e realizzato quattro cd (Scapoli, Lune, Crinali, Presente Remoto) e con il
chitarrista e compositore genovese Beppe Gambetta. Nell’estate del 2003 partecipa alla produzione
“Terracuza To” con Andrea Parodi e Noah presso il Teatro Lirico di Cagliari. Con lo stesso Andrea Parodi
lavora al progetto “A man du sa” che rimarrà purtroppo incompiuto. Nel 2004 partecipa al tour acustico di
Eugenio Finardi “Il silenzio e lo spirito”. Nel 2005 partecipa al tour acustico di Anna Oxa dal quale viene
realizzato il cd live “La musica è niente se tu non hai vissuto”. Dal 2003 collabora con Armando Corsi col
quale ha realizzato il cd “Buena Suerte” , con due brani di sua composizione. Recentemente ha partecipato
all’ “Arcangelo tour” di Ivano Fossati che si è concluso nel marzo 2007. Attualmente sta lavorando al suo
informazioni alla stampa: Lucia Campana cell. 347.8334469 [email protected]
primo progetto solista (percussioni e voci) in stretta collaborazione con il maestro Marco Canepa e collabora
con Billy Cobham in due suoi progetti live: "Drum'n voice"con la Nicolosi production e "Culture Mix".
GUALTIERO BERTELLI
Gualtiero Bertelli, è nato a Venezia, nell’isola della Giudecca, il 16 febbraio 1944.
La musica era una passione diffusa nella famiglia Bertelli, e Gualtiero fu avviato allo studio della fisarmonica
all’età di cinque anni. Non aveva ancora raggiunto l’età di sette anni che già si esibiva come solista nel
complesso di fisarmoniche del suo maestro.
Alla fine degli anni cinquanta percorre la sua stagione del rock e successivamente della canzone d’autore,
fondando due gruppi musicali che lo vedranno attivo fino al 1963. E’ stata questa la palestra nella quale si è
formato come cantante ed autore.
In questo periodo Gualtiero prende parte alla vita politica e culturale della sua città e viene in contatto con
pubblicazioni discografiche, musicisti e ricercatori che si occupavano di canto sociale. In particolare, grazie
all’amicizia con il musicista Luigi Nono, incontra Sergio Liberovici di Cantacronache, occasione che prepara
la svolta nell’attività musicale di Gualtiero Bertelli.
In quegli anni la ricerca demografica ed in particolare sul canto storico/politico si coniuga con l’attività di
autori, come Fausto Amodei e Ivan Della Mea, che con le loro nuove canzoni raccontano la realtà urbana
che si sta sviluppando a Torino, a Roma, un po’ ovunque nel nostro paese. Su questa strada si colloca il
lavoro di Gualtiero dal 1963 in poi, preparandosi all’inevitabile, e atteso, contatto con il Nuovo Canzoniere
Italiano, fondato da Gianni Bosio e Roberto Leydi attorno al quale si concretizzarono tutte queste
esperienze.
L’occasione per questo contatto fu offerta da un incontro che oggi non è esagerato definire storico, anche se
allora non se ne aveva la percezione, quello tra Gualtiero e Luisa Ronchini.
E’ il 1964: nasce il Canzoniere Popolare Veneto e con questo si sviluppa la ricerca sulla canzone popolare
veneziana e la composizione di nuove canzoni.
Dal 1965 Gualtiero Bertelli prende parte all’attività del Nuovo Canzoniere Italiano e entra a far parte del
gruppo di nuovi autori quali Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli e successivamente molti altri. Nello stesso
anno realizza il disco “’Sta bruta guera che no xe finia”, prima di una serie ricca di incisioni. Partecipa ai due
folk festival internazionali di Torino (nel 1965 e nel 1966) e a innumerevoli concerti. Nel 1972 fonda il Nuovo
Canzoniere Veneto che, con due formazioni diverse, sarà attivo fino al 1980.
Dopo una pausa di alcuni anni, nel 1987 Gualtiero Bertelli torna all’attività musicale con la pubblicazione del
LP “Barche de carta”. La canzone che dà il titolo all’album è stata premiata con la targa Tenco quale miglior
composizione in dialetto dell’anno.
Nel 2002 Bertelli pubblica il CD live “Quando la luna a mezzogiorno” accompagnato dal pianista Paolo
Favorido e da allora riprende in pieno l’attività musicale e teatrale, fondando anche “La Compagnia delle
Acque”, un gruppo di cantanti e musicisti con il quale ha inciso dei CD legati ai numerosi spettacoli sino ad
oggi realizzati.
E’ di questi ultimi anni la stretta collaborazione con l’editorialista e scrittore Gian Antonio Stella e con il vice
direttore del Gazzettino di Venezia Edoardo Pittalis.
Significativo il progetto a cui sta lavorando e che ha al centro la sua città: “Raccontare e cantare Venezia” un
insieme di spettacoli e pubblicazioni per far conoscere la storia e la cultura di una Venezia invisibile o poco
frequentata.
LA COMPAGNIA DELLE ACQUE
Nata nel 2002 da cantanti e musicisti di provenienza diversa, ha al suo attivo numerosi concerti, due CD di
canti dell’emigrazione (“Quando emigranti…” 2003 e “Povera gente” 2004 Edizioni NOTA Udine) e uno sugli
anni cinquanta. E’ un’associazione di musicisti, cantanti e ricercatori che dedicano la loro attenzione al
mondo della canzone popolare e d’autore delle diverse epoche e provenienze.
Per questo suo carattere aperto, non è identificabile con un gruppo musicale strutturato, in quanto utilizza
nelle diverse produzioni le voci, gli strumenti, gli interessi più coerenti con il materiale proposto. La
Compagnia ha realizzato e partecipato alla messa in scena di numerosi spettacoli ed eventi, tra cui
ricordiamo: “Radici” evento realizzato con Gian Antonio Stella e Marco Paolini nel 2004 al Palaverde di
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Villorba (Treviso); “Razze” evento realizzato con Gian Antonio Stella e Bebo Stortinel 2004 al Piccolo teatro
di Milano; “Aqua” evento progettato e realizzato da Gualtiero Bertelli con la partecipazione di Natalino
Balasso, Gian Antonio Stella e Maurizio Camardi a Scorzè, parco dell’Acquedotto del Mirese, luglio 2005;
“Quel lungo treno che porta al confine” spettacolo sulla grande guerra ideato da Gualtiero Bertelli coni testi di
Edoardo Pittalis e le immagini di Carlo Presotto presentato per la prima volta a Udine il 25 maggio 2005.
La Compagnia ha un assetto variabile a seconda dei temi trattati e si presenta con una formazione molto
nutrita.
A
Loano
ci
saranno:
Giuseppina Casarin, attenta interprete di canti popolari veneti e del repertorio italiano, si dedica a varie
attività musicali e teatrali. E’ stata avviata al canto popolare dall’incontro con Luisa Ronchini, di cui può
essere considerata l’ultima allieva, ma ha anche condotto ricerche autonome e con diversi musicisti. E’
animatrice di un trio femminile che lavora da tempo nel territorio veneto e che ora è parte integrante della
Compagnia.
Paolo Favorido, pianista e tastierista diplomato al conservatorio di Padova. Ha al suo attivo numerose
esperienze musicali classiche e contemporanee e da dieci anni collabora con Giuseppina Casarin. Suoi
sono gli arrangiamenti di tutte le esperienze musicali del gruppo nelle sue diverse formazioni, e suoi anche
gli arrangiamenti dell’ultimo CD di Bertelli. E’ musicista versatile e raffinato, capace di interpretare brani
complessi e contemporaneamente di rispettare la semplicità e l’autenticità del patrimonio popolare.
Sandra Mangini: attrice, regista e cantante popolare. Diplomatasi nel 1988 alla Scuola di Teatro “A
l'Avogaria” di Venezia ha proseguito glistudi frequentando diversi laboratori con attori, registi e danzatori tra
cui: Eugenio Barba e Giovanna Marini. Ha studiato canto corale e canto lirico e con Giuseppina Casarin
presenta spesso uno spettacolo di canti popolari per sole due voci. Collabora con la Compagnia della Acque
fin dalla sua nascita ed ha partecipato ad eventi e all’incisione del disco “Povera gente”.
Michele Troncon, batterista. Ha iniziato la sua collaborazione con La Compagnia in occasione delle
spettacolo “Il maestro magro”. E’ batterista e vibrafonista raffinato ed apprezzato. Ha al suo attivo numerose
sonorizzazioni di eventi e composizioni, spesso utilizzate in teatro. Ha lavorato con gruppi teatrali e musicali
più noti del panorama veneto e nazionale.
ETHNOS
Il Gruppo Ethnos nasce da un idea di Graziano Accinni chitarrista, compositore, arrangiatore di Moliterno in
provincia di Potenza (Lucania). Dopo le collaborazioni con Mina e Jan Anderson dei Jethro Tull, ma anche
con Dalla, Nava, Mirò, ed altri, decide di avventurarsi sulle strade della ricerca etnica, suo primo amore.
Nel gruppo oltre al chitarrista Graziano Accinni vi sono altri lucani con esperienze musicali variegate, jazz,
blues, pop, classica: Marco Tirone e Silvio De Filippo alle chitarre di provenienza classica e con esperienze
di Conservatorio. Alla voce c’è Giuseppe Forastiero interprete molto apprezzato, con la vocazione per il
teatro-canzone e una grande esperienza nell’ambito della musica popolare, ai loops elettronici
l’indispensabile Renato La Ghezza.
La passione manifestata dall’eclettico chitarrista lucano nella riscoperta musicale della storia della Basilicata,
muove dalla convinzione che il vissuto di ogni comunità possa coincidere con nuove letture interpretative e
forme espressive contemporanee: se ogni comunità sarà capace di ripensare in maniera creativa e critica il
suo passato, la coscienza di esso permetterà sia di individuare la distanza che lo separa dal presente che di
essere rievocato e valorizzato. Nei 16 brani del loro primo album, “O BANNU” (dalla figura del banditore
ormai scomparsa, che lancia un ultimo grido di una profezia inascoltata), scorre la vita della civiltà contadina
del popolo lucano, un’umanità che non crede in monachicchi, streghe e filtri magici, ma ne conserva la
ritualità, i gesti, ma anche i suoni, i sapori e i colori. Questo repertorio appartiene a quei musicanti
provenienti dalla Valle dell'Agri in provincia di Potenza, che con i loro strumenti: arpa popolare, violino ,
mandolino, flauto e chitarra, giravano il mondo, dall'Australia alla Francia, dall’Inghilterra alle Americhe
proponendo i loro repertori antichissimi. Ethnos trasforma nenie, canti alla Madonna, tarantelle e ballate
popolari in brani dalle caratteristiche tecniche nuove. L'incrocio delle voci interpretate con le chitarre danno
luogo a una varietà di echi che rimandano alla cultura greca e marocchina, altre voci ci riportano
inconsapevolmente alla cultura andalusa e al Fado portoghese: un’antica tarantella è suonata al triplo della
velocità originale, una polca apre ad un sound country americano e dopo un solo di banjo ritorna nei saloni
da matrimoni del Sud Italia. Una sperimentazione di grande impatto live. Gli Ethnos si muovono quindi tra
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due sponde, quella della comprensione delle radici antiche e quella della trasformazione evitando la rigidità
di una ricerca puramente scientifica, ma usando le melodie popolari come scambio tra modelli e possibilità
diverse, al fine di rivitalizzare un patrimonio immateriale che rischia di estinguersi. L’album, prodotto da
Scaramuccia Music in collaborazione con il cantautore Ennio Rega (distribuzione Egea), è composto da
brani di grande virtuosismo: Musa mediterranea, Polcabasilisca, Antidotum, Polca a matrimonio, Lucanae,
Tarantella all’aviglianese, O Bannu e brani che restituiscono armonie e melodie provenienti da canti
devozionali: Madonna del sacro monte, Rusariu, Crevu, Devozionale, e ancora brani descrittivi o racconti:
Sciucam, Fiore ri lu fiori, Vola e mena, Cirasieddu, Sona si vuoi sunà.
Musicisti con lo sguardo aperto verso il mondo che hanno deciso grazie all’occhio attento di Graziano
Accinni di esportare la cultura lucana in tutti i continenti. Da citare il grande successo ottenuto al “Berlino
Film Festival” durante la presentazione del film documentario “Uno scatto nell’Agri”, i concerti in Europa:
Parigi, Monaco e in Cina e Giappone: Shanghai, Hong Kong, Tokyo, i molti premi ricevuti in Regione da
Associazioni e circoli culturali che hanno voluto manifestare agli Ethnos il profondo apprezzamento per
l’opera di ricerca e divulgazione della ricchissima cultura della Basilicata. Recente il successo ricevuto in
Cina, dove sono stati Ospiti all’Expo Universale 2010.
ENZO AVITABILE
Il Conservatorio. Il pop. Il ritmo afro-americano. La musica antica della pastellessa e della zeza e il canto
sacro. Enzo Avitabile ha vissuto nella ricerca di un suono inedito, non solamente originale ma vitale ed
essenziale. Demolendo ogni sovrastruttura mercantile, ogni moda. Queste le vere note biografiche del
cantante, compositore e polistrumentista nato a Marianella, quartiere popolare di Napoli nel 1955 . Da
bambino, Avitabile ha studiato il sassofono; da adolescente si esibito nei club napoletani affollati dai clienti
americani. Quindi si è diplomato nella disciplina del flauto al Conservatorio di Napoli S. Pietro a Majella e ha
iniziato a collaborare con artisti pop e rock di tutto il mondo, da James Brown a Tina Turner, ma muovendosi
sempre sotto un cielo assolutamente personale, mai comune.
Tra il 1982 ed il 1994 vengono pubblicati dall’ etichetta discografica EMI i suoi primi 8 Albums : 1982
“Avitabile” suo album di debutto, 1983 “Meglio soul” (qui va ricordata la presenza di Richie Havens), 1984
“Correte in fretta”, 1986 “S.O.S. Brothers”, 1988 “Alta tensione” (produzione che seduce persino Afrika
Bambaataa, il quale dodici mesi dopo è felicissimo di partecipare alle incisioni di “Street Happiness”), 1990:
“Stella dissidente” che evidenzia lo stile personale dell'artista, 1991 “Enzo Avitabile “ prodotto da Corrado
Rustici, 1994 “Easy” disco di grande sperimentazione melodica che brilla anche per un duetto con Randy
Crawford nel brano “Leave Me or Love Me”.
Il 1996 costituisce una data che fa da spartiacque nella produzione di Avitabile. Una ritrovata fiducia nella
sua lingua madre e nella sua prosodia dilatata grazie a suggestivi arrangiamenti – anche digitali – segna il
ritorno ad un linguaggio originario arricchito da neologismi contemporanei, con albums come “Addò” e
successivamente “Aizetè” (la cui title-track è la colonna sonora del film “Incantesimo napoletano”).
Il 1999 costituisce un’altra pietra miliare della carriera di Avitabile, è l’anno della convocazione dell’Unicef. Il
brano “Mane e mane”, scritto per l’occasione, i cui proventi vengono devoluti per la scolarizzazione delle
bambine del Benin, è un toccante pezzo a due voci eseguito con Mory Kante, che è a tutt’oggi una delle
tracce che incarnano alla perfezione il dialogo spirituale, sociale e politico fra le culture del Mediterraneo , e
che dà inoltre il via alla realizzazione dell’album “O-issa”(1999).
Nel frattempo Enzo Avitatbile continua parallelamente a comporre musiche per Cinema, per Teatro
(“Decamerone” e “Beffa della vita e della morte”) , e a ricoprire il ruolo di autore per importanti donne della
canzone internazionale come l’ Italiana Giorgia e la palestinese Amal Murkus.
Nel 2004, è nuovamente di fronte ad un delicato bivio artistico: restare consapevole della propria tradizione
popolare o ignorarla e adeguarsi alle hit parade del secondo millennio?
Enzo Avitabile, decide di non rinunciare al patrimonio lessico/musicale della sua terra ed è in questo periodo
che nasce la voglia di incontrare, in un progetto musicale completamente nuovo, i Bottari di Portico
ensemble che fa del ritmo ancestrale la sua unica fede. Sul palco, botti, tini, falci strumenti atipici diretti dal
capopattuglia cadenzano antichi ritmi processionali che sono sana trance: non techno, ma “folk”.
Una proposta innovativa in cui fonde il personale sound con la tradizione di questi percussionisti, le cui
origini risalgono al XIII Sec.
«Ormai era diventato indispensabile disamericanizzare il mio linguaggio
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musicale», diceva Avitabile. E c’è senz’altro riuscito. Da questa esperienza con i Bottari, è nato “Salvamm’ ‘o
munno” che ha ottenuto ben quattro nomination ai BBC World Music Award -due nel 2004 e altri due nel
2005, nelle categorie “Miglior audience radiofonica” e “Miglior gruppo world-europeo”- , album specialissimo
perché spazia dal canto liturgico ai tradizionali a fronna, e include – tra le altre – le prestazioni di Khaled,
Manu Dibango, Zì Giannino del Sorbo, il Miserere di Sessa Aurunca, Luigi Lai, la Polifonica Alphonsiana e
Baba Sissoko.
Al 2006 risale la produzione discografica “Sacro Sud” (Ethnosuoni / Musiche Migranti), un progetto speciale
con cui Enzo abbraccia la musica sacra popolare.
Dall’anno accademico 2006/2007 presso l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa cura il laboratorio di
etnomusicologia "tradizione e cemento", del corso di laurea specialistica di Scienze della Formazione, che
ha come focus il recupero della tradizione nella civiltà urbana.
Nel 2007 è stato presentato l' ultimo lavoro discografico di Enzo Avitabile con la partecipazione dei Bottari di
Portico, un Album doppio il cui titolo è "Festa, Farina e Forca", di rivoluzionaria memoria, a cui partecipano
Matthew Herbert, Bill Laswell, Banco De Gaia, Manu Dibango, Djivan Gasparian e Luigi Lai. È la storia di un
uomo che scrive, suona e declama sillabe sacre, laiche, contemporanee. Attento ai popoli che abitano il
mondo.
Nel maggio del 2008, dopo alcuni anni passati ad approfondire i suoi studi di composizione, viene eseguita
dall’ “Orchestra sinfonica del Teatro Marrucino di Chieti”, per la sua prima assoluta, la “Sinfonia n°1-La
Lazzara“, diretta dal M° Gabriele Di Iorio, noto flautista di fama Internzionale. A questo suo “debutto”, hanno
peraltro già fatto seguito altri Lavori, formando un nutrito repertorio di Musica Classica eseguito da vari
Maestri e Solisti di notevole caratura.
Sempre nel 2008 prende definitivamente vita “Napoletana”, pubblicato nel 2009 da FolkClub Ethnosuoni, un
progetto artistico che nasce da una grande volontà di recupero dell’antico lirismo napoletano.
Un progetto-ricerca che si ricongiunge naturalmente alla fonte come i canti di lavoro e le villanelle ma al
contempo è costituito da canzoni completamente inedite scritte nel cemento della città, con uno sguardo al
passato ed il cuore che respira l’odore del futuro. Musica nuova nata da un’arte antica, originale e piena di
sentimento, ricercata e innovativa nel linguaggio.
RICCARDO TESI
Compositore, strumentista, ricercatore: queste le anime della complessa e poliedrica personalità artistica di
Riccardo Tesi, autentico pioniere dell’etnica in Italia.
Dagli esordi decisamente folk nel 1978 al fianco di Caterina Bueno, alle odierne collaborazioni, la storia
musicale del pistoiese Tesi vive di una preziosa continuità fatta di passione e di curiosità onnivore, che dalla
tradizione toscana lo ha accompagnato al confronto con quelle italiane, basche, inglesi, francesi e malgasce,
con il jazz, il liscio e la canzone d’autore.
In perfetta simbiosi con la sua poetica della memoria, il suo strumento: l’organetto diatonico, antenato della
fisarmonica, al quale per primo in Italia, ha consacrato un intero disco intitolato “Il ballo della lepre” (1981).
Ciò che colpisce di Tesi è lo stile, chiaramente riconoscibile, attraverso il quale riesce a far parlare
all’organetto una lingua arcaica e nuova, dilatando il vocabolario e la tecnica di uno strumento rimasto a
lungo patrimonio esclusivo della tradizione; una scelta “splendidamente inattuale” che lo iscrive, per lirismo e
virtuosismo, al circolo di quanti, a tutte le latitudini hanno ridato dignità alla fisarmonica e ai suoi affini, in virtù
del quale nel 2002 ha ricevuto a Castelfidardo il premio “La voce d’oro”.
Le esperienze musicali con il gruppo sardo-toscano Ritmia, il duo con Patrick Vaillant, lo spettacolo di
canzoni occitane “Anita, Anita” ancora con Vaillant e Jean Marie Carlotti, il trio di organetti Trans Europe
Diatonique con John Kirkpatrick, Marc Perrone, Kepa Junkera, il trio jazzistico col mandolinista nizzardo e
Gianluigi Trovesi, hanno allargato i confini geografici e le frontiere musicali di Riccardo Tesi, insieme ad altre
collaborazioni di grande prestigio come quella col malgascio Justin Valì, con la cantante sarda
Elena Ledda, la cantante umbra Lucilla Galeazzi, con il gruppo siciliano Dounia, la portoghese Amelia Muge,
con l’arpista Vincenzo Zitello, con il clarinettista Gabriele Mirabassi, il tamburellista Carlo Rizzo, con il
pianista Rocco de Rosa, il flautista lusitano Rao Kyao, con il jazz partenopeo di Maria Pia de Vito, con i
chitarristi Beppe Gambetta, Reno Bandoni e Peppino D’Agostino, con l’etnojazz di Daniele Sepe, con
l’humor della Banda Osiris, con artisti dell’area rock come Francesco Magnelli, Ginevra di Marco (ex CSI e
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PGR), Piero Pelù e gli Skiantos, con il DJ Ominostanco fino alla grande canzone d’autore italiana con Ivano
Fossati, Fabrizio De Andrè, Ornella Vanoni, Gianmaria Testa, Giorgio Gaber, Carlo Muratori, Tosca, Luca
Nesti, Cisco.
Dal 1992 è il leader fondatore di Banditaliana, che attualmente è considerata una delle formazioni più
importanti del panorama world internazionale.
MAURIZIO GERI
Chitarrista cantante, le sue prime esperienze sono legate al recupero del repertorio tradizionale della
montagna pistoiese; sono i primi anni ’80 e durante la rassegna “Cantar Maggio” organizzata dal comune di
San Marcello P.se, Maurizio ha l’occasione di conoscere tre musicisti che segneranno fortemente il suo
percorso artistico: Caterina Bueno, Alberto Balia e Riccardo Tesi.
Con Caterina, Maurizio suona per una decina d’anni inizialmente l’organetto e successivamente ritorna al
suo primo amore: la chitarra. Il repertorio di Caterina è sterminato così come la sua conoscenza del mondo
tradizionale e la sua personalità artistica, abbraccia l’intero territorio nazionale, fra i suoi collaboratori c’è in
quel periodo un chitarrista sardo di grande talento: Alberto Balia.
E’ grazie a lui che Maurizio riprende lo studio sistematico della chitarra e approfondisce quelle tecniche che
lo porteranno alla formazione del suo attuale stile chitarristico; è di quel periodo il trio NURAGES con Alberto
e un mandolinista pugliese che sarà poi al fianco di Eugenio Bennato: Mimmo Epifani. Dalle ceneri di questo
gruppo nasce il Maurizio Geri Swingtet, formazione che prende spunto dalla tradizione zingara francese
(manouche) per rivisitare compositori italiani e proporre brani originali; unico gruppo italiano presente al
prestigioso festival jazz “Django Reinhardt” di Samois nel giugno 2000. Sono usciti due cd dal titolo
“Manouche e dintorni” (Felmay ‘97) e “A cielo aperto” (Visage ‘01).
Fondamentale è l’incontro con l’organettista Riccardo Tesi che nel ’94 da vita al quartetto BANDITALIANA
che vede al fianco di Maurizio, Ettore Bonafè (percussioni, vibrafono) e Claudio Carboni (sax), questa
formazione lo stimola a ricerche timbriche e soluzioni musicali nuove, a cavallo fra tradizione e
sperimentazione, elementi peculiari della personalità artistica di Tesi.
Numerose le incisioni a partire da “Un ballo liscio” (Silex ’97), “Banditaliana” (Il Manifesto ’98), “Thapsos” (Il
Manifesto ’01), “Lune” (Il Manifesto ‘04), “Crinali” (Felmay ‘06) e il lavoro sulla musica tradizionale toscana
“Acqua, foco e vento” (‘03) scritto a quattro mani con Riccardo Tesi.
Numerose le collaborazioni con musicisti delle più svariate aree, Nik Becattini, Mauro Palmas, Luca Di Volo,
Daniele Sepe ecc., così come i concerti nei festival di tutta Europa.
Il suo stile chitarristico fonde le tematiche legate alla musica etnica mediterranea con il fraseggio e
l’improvvisazione della musica swing-manouche.
LUCILLA GALEAZZI
Cantante umbra, autrice, ricercatrice di musica popolare dalla notevole tecnica esecutiva ed una raffinata
sensibilità musicale. Una carriera ricchissima di esperienze, grazie a collaborazioni con artisti del calibro di
Giovanna Marini e Roberto De Simone. La sua ricerca si è sempre orientata verso il mondo contadino
meridionale, riportando alla luce antiche ninne nanne, canti di lavoro e melodie popolari. Possiede una voce
di grande bellezza e calore, ricca di influenze espressive e stilistiche tipiche della nostra tradizione popolare,
è una delle cantanti più interessanti emerse negli ultimi anni nel panorama del folk revival italiano.
Si avvicina alla musica popolare ai tempi dell’Università, e con l’incontro dell’antropologo umbro Valentino
Paparelli e di Sandro Portelli. Nel ’77 entra nel nascente Quartetto Vocale di Giovanna Marini, con la quale
collabora, fino al 1994, a numerosi spettacoli e dischi. Nel 1982 crea in Francia un suo spettacolo dedicato
alle canzoni italiane degli anni sessanta: "Un sogno così ", con O.Calò e T.Gubitsch. E via via collabora con
Roberto De Simone, Ambrogio Sparagna. Nel 1990 è tra i vincitori del Festival di Recanati con la canzone "Il
canto magico delle sirene". Incontra anche la musica contemporanea ed il jazz, già collaborando negli anni
'80 con i musicisti dell'ARFI di Lyon con gli spettacoli "Quelque chose du Sud” e "Il salto", poi con il
trombonista G. Schiaffini nella sua operina ”Tautovox”, con il bassista P. Damiani, con il chitarrista C.
Barthelemy nello spettacolo "La gomme”, con il tubista M. Godard ed il sassofonista M. Riesler, il
violoncellista V. Courtois e il trombettista P. Minafra, con B. Tommaso e G. Trovesi nello spettacolo
”Giubileo”. Nel 1991 è solista nell'Orchestra Europea di Jazz a Strasburgo. Nel 1994 nasce il progetto
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"Cuore di terra", e per la prima volta si cimenta anche come compositrice di canzoni. Nel 2000 canta l’opera
“Folk Songs” di Luciano Berio, ed ancora canta nell’opera di Sergio Rendine “Passio et Resurrexio” (tra i
solisti M.Rosaria Omaggio e Mariano Rigillo, voci recitanti; Enzo Gragnaniello, Lucilla Galeazzi, Nando
Citarella, cantanti). Nel 2001 altri importanti appuntamenti: Festival “Banlieu Blues” di Parigi, Museo d’arte
contemporanea di Roma, “Fete de la Musique” a Parigi, al Festival Folk di Dranuter (il più importante del
Nord Europa), al Festival di Pina Bauch a Wuppertal (Germania) e a Perpignan. In questi anni, inoltre,
partecipa come voce solista alle colonne sonore di diversi films. Ad Arles è stata pubblicamente insignita ,
nel corso di un concerto, del premio dell’Accademia Charles Cros per il cd antologico pubblicato in Francia
dal titolo “Stagioni”. Sono numerosi i concerti all’estero: Francia, Austria, Belgio, Germania, Olanda. Lucilla
Galeazzi si è affermata sempre di più come un’artista capace di essere punto di riferimento nel suo genere,
ma con una versatilità della voce che riesce ad avvicinare la musica popolare a quella pop.
Nel 2003 è impegnata in una lunga tournee con lo spettacolo “La Tarantella” il cui Cd vince il premio
AWARDS della Musica . Nel 2006 incide il suo nuovo CD “Amore e acciaio” premiato con la Targa Tenco
2006 come Miglior Album in dialetto al Premio Tenco e come Miglior Album 2006 al Premio Nazionale Città
di Loano per la musica tradizionale italiana.
NADA
Nada Malanima conosciuta semplicemente come NADA, appena quindicenne fa il suo esordio al Festival di
Sanremo del 1969 con ”MA CHE FREDDO FA” che diventa un successo non solo in Italia ma in tutto il
mondo. Seguono “PA’ DIGLIELO A MA’ “ Sanremo 1970, “IL CUORE E’ UNO ZINGARO” con cui vince il
festival di Sanremo nel 1971 e il “RE DI DENARI” che si classifica al terzo posto al festival del 1972.
L’immagine di bambina prodigio cucitagli addosso comincia ad andarle stretta, Nada cerca la sua
dimensione in cui collocarsi e in cui confrontarsi.
Agli inizi degli anni settanta collabora con alcuni cantautori italiani: Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni,
Antonello Venditti e altri. Poche le testimonianze sonore di queste collaborazioni: l’unico documento che li
raccoglie è il cd “MALANIMA SUCCESSI ED INEDITI 1969-1994” edito nel 1994 dalla RCA.
Nel 1973 dall’incontro con Piero Ciampi nasce “HO SCOPERTO CHE ESISTO ANCH’IO” un album in cui
Nada interpreta i brani scritti per lei dallo stesso Piero Ciampi, livornese come lei, uno dei personaggi più
geniali e al tempo stesso più ignorati della musica italiana. La scelta della cantante toscana spiazza il
pubblico e la critica.
Nel 1974 un altro passo in avanti con l’album “1930: IL DOMATORE DELLE SCIMMIE” frutto della
collaborazione con “la Reale Accademia di Musica” uno dei gruppi d’avanguardia del panorama musicale
degli anni ‘70.
Nel 1976 poi è la volta di “NADA”, un album che contiene quattro brani scritti per lei da Paolo Conte, oltre a
nuove composizioni di Piero Ciampi.
Negli anni successivi Nada passa dalla RCA alla Polydor, arrivano altri successi come PASTICCIO
UNIVERSALE, DOLCE PIU’ DOLCE, DIMMI CHE MI AMI e TI STRINGERO’. C’è anche la recitazione
nell’universo artistico di Nada.
Scoperta da Sandro Bolchi che le affida la parte di Dora Manfredi nel PUCCINI televisivo, e sempre in
televisione recita nell’operetta l’ACQUA CHETA.
In seguito è in teatro protagonista al fianco di Giulio Bosetti nel DIARIO DI ANNA FRANK e in PIGMALIONE,
poi con Dario Fo ne “l’OPERA DELLO SGHIGNAZZO” tratta dall’OPERA DA TRE SOLDI di BRECHT, e con
Marco Messeri in AMORE E VAPORE.
Agli inizi degli anni ‘80 è saldamente in testa alle classifiche discografiche con l’album “SMALTO” e con il
singolo “AMORE DISPERATO” con cui nel 1983 vince il Festivalbar, Azzurro, Vota la voce.
Nel 1984 esce il disco completamente elettronico “NOI NON CRESCEREMO MAI” con la produzione dei
“GOBLIN” e nel 1985 “BACI ROSSI” scritto insieme a Mauro Lusini.
Dopo quattordici anni nel 1987 torna a Sanremo con una canzone scritta da lei: “BOLERO”
Nel 1992 esce l’album “L’ANIME NERE” scritto insieme a Varo Venturi.
Nel 1994 nasce il NADA TRIO (con Fausto Mesolella e Ferruccio Spinetti degli Avion Travel) e ottiene
innumerevoli apprezzamenti seguiti da molti concerti in clubs e teatri e partecipa al Premio TENCO e al
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festival Musicultura di Recanati. Il progetto viene documentato da un CD dal titolo “NADA TRIO” distribuito
solo nelle edicole dalla “OLIS” e successivamente nella distribuzione tradizionale da” Storie di note”.
La vera svolta fondamentale avviene nel 1999 con l’album “DOVE SEI SEI” prodotto da Mauro Pagani per la
Universal, interamente scritto da Nada sia le musiche che i testi, come avverrà sempre in seguito, ad
eccezione di “PICCOLI FIUMI” scritta da Gianmaria Testa , partecipa con la canzone “GUARDAMI NEGLI
OCCHI” al festival di Sanremo. un grande appassionato di “GUARDAMI NEGLI OCCHI” è Adriano
Celentano che scrive parole di ammirazione sul suo disco e invita Nada nella sua trasmissione TV a cantare
per lui e con lui la canzone “IL FIGLIO DEL DOLORE” che inserisce nel suo album.
Nada si inventa in parallelo mille progetti che si incrociano e si fondono, nel 2000 porta in giro lo spettacolo
“PIERO
CIAMPI
SI”
con
Rita
Marcotulli
al
pianoforte
e
Javier
Girotto
ai
sax.
Con Rita Marcotulli in seguito nasce anche un progetto per musica sacra, piano e voce: “LA TERRA E
L’ANIMA”.
Nel 2001 registra il bellissimo “L’AMORE è FORTISSIMO E IL CORPO NO” prodotto da Pasquale Minieri e
Fausto Mesolella per Storie di Note. Citto Maselli ne farà un video per sottolineare le durissime immagini del
G8 di Genova.
Nel 2003 “TUTTO L’AMORE CHE MI MANCA” prodotto da John Parish, per la “On the road”, disco
pluripremiato come migliore album dell’anno e come miglior testi e musiche del 2003 (premio SIAE).In
questo album è importante la collaborazione di Cesare Basile, un musicista “scomodo” che a sua volta
aveva chiamato Nada a cantare la canzone “SENZA SONNO” nel suo album.
Nello stesso anno viene pubblicato da “il Mucchio EXTRA” un Live della tournèe di “ Tutto l’amore che mi
manca “.
Sempre nel 2003 debutta come scrittrice con “LE MIE MADRI” per Fazi editori e riceve svariati premi tra cui il
prestigioso “Alghero donna “ nella sezione poesia.
Segue una tournèe nel 2004 e 2005 ispirata al libro, con Massimo Zamboni chitarrista e mente dei CCCP e
CSI e Luca Rossi e Simone Filippi degli USTMAMO’.
Da questa tournèe viene pubblicato da RadioFandango un CDlive dal titolo “L’APERTURA“.
Nel 2006 viene pubblicata la raccolta “LE MIE CANZONCINE 1999/2006” che contiene brani della recente
produzione di Nada e l’inedito “SCALZA”
Nel 2007 il nuovo album “LUNA IN PIENA” per RadioFandango/Edel con la produzione artistica di Nada, la
fotografa un’anima al passo dei tempi, un’artista che si confronta con il proprio presente al di fuori delle
mode e delle consuetudini.
Con LUNA IN PIENA partecipa al festival di Sanremo 2007, e non manca di stupire.
LUNA IN PIENA viene premiato come miglior album dell’anno al MEI 2007 e vince il premio PIVI e FUTURE
film come miglior video dell’anno.
Nel Maggio 2008 esce un antologia per RaiTrade “NADA live STAZIONE BIRRA” registrata nel Settembre
2007 in occasione dell’ultima data del concerto di “Luna in piena tour”. Oltre ai suoi maggiori successi
l’album contiene due brani inediti “STRETTA” di cui Nada è autrice di musica e parole e “NOVEMBRE” un
brano del gruppo “Les Fleurs des Maladives “ con cui collabora.
Nell’Ottobre 2008 esce il nuovo libro “IL MIO CUORE UMANO” per Fazi editore un romanzo autobiografico.
DAVIDE RIONDINO
Toscano, classe 1952, ha lavorato dieci anni a Firenze alla Biblioteca Nazionale. Artisticamente nasce con la
generazione dei cantautori degli anni Settanta: pubblica dischi e compone canzoni in quegli anni abbastanza
conosciute, come “ La canzone dei piedi ” e “Ci ho un rapporto”.
Giovanissimo (1975) debutta al teatro Zelig di Milano e comincia un percorso professionale che lo porta ad
esplorare quasi tutte le forme di comunicazione.
Nella musica comincia con un'opera prima passata quasi inosservata alla fine degli anni Settanta, un album
serioso come “Boulevard ”, quel “Tango dei miracoli ” ormai introvabile, uscito solo in edicola con illustrazioni
di Milo Manara, e poi “ Racconti picareschi ” (1989), “ Non svegliate l'amore ” (1991), “ Temporale ” (1994), “
Quando vengono le ballerine ” (1995). Partecipa a Sanremo in coppia con Sabina Guzzanti con la canzone “
Troppo sole ” (1995). Collabora come verseggiatore satirico a riviste ormai storiche come “ Tango ”, “Il
male”, “ Cuore ”, nonché a “ Comix ” e “ Manifesto ”.
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Nel cinema dopo “ Kamikazen” (1987) con Paolo Rossi, è la volta di “ Cavalli si nasce ” (1989), esordio
cinematografico del disegnatore Sergio Staino; La sua prima regia del 1997 è “ Cuba Libre ” (1997),
realizzato in collaborazione con la scuola di cinematografia dell'Avana.
Singolare anche la sua attività in televisione dove partecipa ad alcune delle trasmissioni televisive tra le più
interessanti e innovative della recente storia della televisione come Lupo solitario, Fuori orario, Aperto per
ferie, L'araba fenice, fino al personaggio che più gli dà popolarità presso il pubblico del piccolo schermo, quel
Joao Mesquinho, cantautore brasiliano inventato per il “ Maurizio Costanzo Show”; nel 2000 e 2001
partecipa al cast della trasmissione di Fabio Fazio “Quelli che il Calcio”. Nel 2002 partecipa alla trasmissione
“Velisti per caso”, navigando per un mese con Patrizio Roversi nella barca Adriatica. Nel 2003 partecipa alla
fortunata trasmissione di Rai 2 “ Bulldozer ”, condotta da Dario Vergassola e Federica Panicucci. Nel 2005
“Una poltrona per due” per LA 7.
Il teatro resta comunque la sua attività principale. Gli ultimi spettacoli realizzati da Riondino rappresentano
sempre di più la scelta di un teatro all'insegna della commistione di generi fra poesia, satira, testi classici più
o meno noti e musica dal vivo (eseguita anche con complessi bandistici o gruppi di strumentisti jazz o
classici): possiamo citare tra questi il “Trombettiere di Custer ”, con Antonio Catania Enrico Rava e Stefano
Bollani, “ l'Inferno ” prodotto da Magazzini con Sandro Lombardi, “ La buona novella ” di Fabrizio De Andrè, o
ancora “ Il poema di Garibaldi ” dall'autobiografia in versi di Giuseppe Garibaldi.
Le ultime fatiche sempre all'insegna della commistione di generi sono lo spettacolo “ Dedicato a Ernesto
Ragazzoni ”, con letture del poeta e “ Il Pittore e la modella ”, spettacolo –conferenza con David Riondino e
Milo Manara, con i disegni di Manara proiettati in grande schermo, l'operina “ La cantata dei pastori immobili”
insieme a Stefano Bollani e il recital “Fermata provvisoria”.
Dal 1999 si occupa di progetti speciali con i corpi bandistici allestendo alcuni spettacoli di interesse
nazionale come “La buona novella” di Fabrizio De Andrè, “Il Corsaro Nero” di Verne, “poema di Garibaldi” da
realizzarsi insieme alla banda dei vari luoghi in cui si allestisce lo spettacolo.
ALFIO ANTICO
Il nome di Alfio Antico racchiude in sé un genere nato vivendo in stretta simbiosi con la natura e con il
paesaggio agreste. L’esibizione di quest’artista rappresenta un viaggio per il suo pubblico, la cui meta è da
ritrovarsi nelle incontaminate valli dell’entroterra siculo: il ritmo delle vibrazioni della pelle del tamburo
siciliano a cornice, costruito dallo stesso Alfio, con la membrana di pelle seccata di un animale – quasi
sempre capra o pecora- tesa su telaio circolare di legno, sono un prolungamento di questo paesaggio.
Antichi miti, vecchie leggende e storie fantastiche prendono forma attraverso questo strumento caratteristico
con cui Alfio Antico riesce a dialogare. Poi i contatti e le collaborazioni con grandi artisti della musica e del
teatro (Eugenio Bennato, Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Giorgio Albertazzi, Carmen Consoli,
Vinicio Capossela, Giovanni Sollima, tra gli altri) fanno di lui l'artista eclettico di oggi: musica, presenza,
gestualità; maestria e virtuosismo eccelsi.
Durante i sui spettacoli si abbandonano per pochi attimi i rumori caotici che affollano il mondo
contemporaneo per ritornare alle sonorità naturali, di cui si può godere solo in poche parti del mondo:
un’atmosfera arcaica e allo stesso tempo pastorale.
LAUTARI
Gruppo folk siciliano composto da Roberto Fuzio (voce, chitarra classica, acustica, percussioni), Puccio
Castrogiovanni (Fisarmonica, organetto, plettri, voce), Gionni Allegra (Contrabbasso, plettri, voce), Salvo
Farruggio (Batteria e percussioni) e Enrico Luca (Flauto, Sax soprano, piva).
Da oltre un ventennio I Lautari donano al pubblico reinterpretazioni di pezzi musicali della tradizione siciliana
ma anche brani da loro stessi composti e arrangiati. Il valore musicale e culturale del progetto artistico dei
Lautari ha consentito loro di collaborare in teatro con artisti e registi di grande spessore come Pino Micol,
Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi, Armando Pugliese, Peppe Barra, e di prendere parte alla realizzazione di
alcuni film, tra cui "La lupa" per la regia di Gabriele Lavia e "Storia di una capinera", per la regia di Franco
Zeffirelli. I Lautari hanno partecipato con successo al “Womad” (World Of Music Art and Dance),
il Festival mondiale itinerante ideato e fondato da Peter Gabriel e alla realizzazione del disco di Carmen
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Consoli “Eva Contro Eva”, cui segue la partecipazione al live della stessa Consoli. Il gruppo si è affermato a
livello internazionale grazie alla partecipazione all’album di Goran Bregovic, “Karmen” (With a happy end),
che contiene un brano scritto dai Lautari Lautari, “Focu di raggia”, ma anche con la partecipazione al Festival
Sete Sòis Sete Luas, per le date in Portogallo, in Spagna, in Israele e in Croazia.
Attraverso suoni tipici della cultura popolare siciliana, resi unici dagli strumenti caratteristici utilizzati, il
gruppo porta sul palco uno spettacolo suggestivo, intriso di tradizioni e storie che rievocano tempi passati
ancor oggi attuali. Nei loro testi si ritrovano gli antichi valori della cultura della Trinacria, essenziali più che
mai nel mondo attuale: il live de I Lautari è la chiara espressione del fenomeno della glocalizzazione. La loro
musica è un riportare al qui e all’ora leggende e tradizioni racchiuse nel patrimonio culturale della saggezza
popolare sicula, ma anche canzoni e testi persi in tempi remoti
RADIODERVISH
Nati a Bari nel 1997 dal sodalizio artistico tra Nabil Salameh (voce) e Michele Lobaccaro (basso e chitarre), i
Radiodervish sono tra i gruppi più affermati della scena world italiana con all’attivo sette dischi e la
partecipazione a prestigiosi festival e manifestazioni in Italia e nel mondo. In 12 anni di attività la formazione
pugliese ha interagito con numerosi musicisti internazionali tra i quali Noa, Franco Battiato, Orchestra
Araba di Nazareth, Jovanotti, Stewart Copeland, Caparezza, Nicola Piovani, CSI e ha spesso dialogato con
altri linguaggi espressivi dando vita a progetti speciali che hanno coinvolto Giuseppe Battiston, Carlo
Lucarelli, Valter Malosti e Teresa Ludovico.
Riconoscibili grazie agli inconfondibili intrecci sonori disegnati dall’incontro della melodia con testi che
affondano le radici sia nella tradizione araba che nella musica d’autore italiana, i Radiodervish sono stati
ospiti dei più importanti palcoscenici italiani (Premio Tenco, Festival di Villa Arconati a Milano, Primo
Maggio, Arezzo Wave, La Notte della Taranta, Mantova Musica Festival, Auditorium Parco della Musica,
Blue Note di Milano, Palazzo delle Esposizioni di Roma e Salone internazionale del libro di Torino) e
internazionali (Beirut, Bruxelles, Atene, Betlemme nella VII edizione del Concerto per la Vita e per la Pace,
Tel Aviv e Parigi al prestigioso Théatre de l’Olympia). A Loano il duo sarà accompagnato Alessandro Pipino
alla tastiere e fisarmonica.
AMBROGIO SPARAGNA & ORCHESTRA POPOLARE ITALIANA
Figlio di musicisti tradizionali di Maranola (LT), studia Etnomusicologia all'Università di Roma con Diego
Carpitella con cui realizza numerose campagne di rilevamento sulla musica popolare italiana. Nel 1976 dà
vita alla prima scuola di musica popolare contadina in Italia presso il Circolo Gianni Bosio di Roma dove nel
1984 fonda la Bosio Big Band, un'originale orchestra d'organetti con cui nel 1988 mette in scena “Trillillì,
Storie di magici organetti ed altre meraviglie”, un'opera " folk" che utilizza la favola come espediente
narrativo. Inizia una lunga attività concertistica in Francia e in Europa insieme a Lucilla Galeazzi e Carlo
Rizzo con cui pubblica in Francia nel 91 l'album Il Trillo.
Nel 1992 scrive l'opera “Giofà il servo del Re” e nel 1993 la cantata “Voci all'aria” per Radio Tre Rai.
Nel 1995 pubblica l'album “Invito” e compone “La via dei Romei”. L'opera, che ha fra i suoi protagonisti
Francesco De Gregori nel ruolo di cantastorie, viene accolta con ampi consensi al Grand Prix Italia '96. Per il
bicentenario della nascita di Giacomo Leopardi compone la cantata “Un canto s'udia pe' li sentieri”,
trasmessa in diretta radiofonica Rai per le celebrazioni leopardiane.
Nel 1999 compone per l'Accademia della Canzone di San Remo le musiche per “Sono tutti più bravi di me”,
un musical diretto da Emanuela Giordano e mette in scena per il Festival Musicorum Tempora di Villa
Adriana “La serva padrona” di Pergolesi, che ha fra gli interpreti Lello Arena nel ruolo di Vespone.
Per il Giubileo compone una “Messa popolare” per soli, coro, assemblea, orchestra d'archi e strumenti
popolari che viene presentata a Ravenna nel Duomo e a Roma nella Chiesa di S. Ignazio.
Pubblica l'album “L'avvenuta profezia, Viaggio nelle Pastorali e nei repertori del Natale”.
Nell'Aprile del 2001 ospite con la Bosio Big Band dei Concerti di Radio Tre dalla Sala Paolina del Quirinale e
pubblica l'album “Vorrei ballare”. A dicembre mette in scena “Voi ch'amate” una sacra rappresentazione per
attori, soli, coro e orchestra di strumenti popolari.
Nell'estate del 2002 compone con Giovanni Lindo Ferretti “Attaranta. Tradizione/Tradimento” e nella
primavera del 2003, su commissione della Regione Basilicata, “Passaggio alla città”, un'originale cantata su
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testi di Rocco Scotellaro. Nell'inverno del 2003 compone con Lindo Ferretti l'oratorio sacro Litania che viene
presentato in diretta radiofonica dalla Cappella Paolina del Quirinale e successivamente pubblicato dalla
Eidel. Contemporaneamente pubblica il suo decimo album dal titolo Ambrogio Sparagna dove riveste un
inedito ruolo di cantastorie.
Dal 2004 al 2006 è Maestro concertatore del Festival la Notte della Taranta dove per líoccasione fonda una
grande orchestra di sessanta elementi composta da strumenti popolari, con cui dà vita per tre anni di seguito
a spettacoli straordinari a cui prendono parte decine e decine di migliaia di spettatori e a cui partecipano in
qualità di ospiti anche Franco Battiato, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Gianna Nannini, Carmen Consoli,
Piero Pelù, Francesco Di Giacomo, Giovanni Lindo Ferretti , Peppe Servillo e tanti altri. Con l'Orchestra
popolare della Notte della Taranta realizza alcuni grandi concerti in Italia e all'estero, in particolare in Cina
nel maggio del 2006 con un grande concerto a Pechino. I risultati di questo lavoro sono stati pubblicati in
due dischi,registrati dal vivo in occasione dellíedizioni 2005 e 2006 della Notte della Taranta,editi
dall'Auditorium Parco della Musica di Roma.
Nell'inverno del 2006 pubblica l'album “Fermarono i cieli”, dedicato ai canti popolari sacri del repertorio di
Natale.
Nell'inverno del 2006 il Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli lo nomina consulente per la musica
popolare nella Commissione ministeriale per la tutela e promozioni delle tradizioni popolari. Nell'estate del
2007 fonda l'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, un grande gruppo
strumentale residente all’interno dell'Auditorium allo scopo di promuovere il repertorio della musica popolare
italiana.
Collabora al Ravenna Festival realizzando delle produzioni originali fra cui il “Dante Cantato”, uno spettacolo
che propone alcuni canti della Divina Commedia cantati secondo lo stile musicale dei pastori e “Sale un
canto mentre cala il sole”, uno spettacolo che realizza nelle saline di Cervia.
Ha inoltre al suo attivo un'intensa attività concertistica internazionale realizzata periodicamente in numerosi
paesi europei ed extraeuropei; un'ampia esperienza di didatta realizzata anche in ambito universitario, in
particolare a Parigi dove ha insegnato Etnomusicologia nel biennio 1991/1992 presso l'Ottava Università,e la
pubblicazione di numerosi saggi e documenti audiovisivi sulla musica popolare italiana.
RICCARDO TESI E BANDITALIANA
Banditaliana, gruppo fondato dall’organettista e compositore Riccardo Tesi, fonde in composizioni originali
ed eleganti arrangiamenti di tradizione toscana, profumi mediterranei, improvvisazioni jazz e canzone
d’autore. La formazione si è imposta in tutta Europa e oltreoceano (Canada, Australia, Giappone) come una
delle più interessanti nel panorama internazionale della world music.
Fin dal suo esordio nel 1992, sono elementi portanti della band Maurizio Geri, voce solista e chitarrista
funambolico il cui stile fonde le tematiche legate alla musica mediterranea con l’improvvisazione swingmanouche, e Claudio Carboni, sassofonista dotato di un fraseggio secco e preciso, cresciuto nella migliore
tradizione del liscio.
Banditaliana ha al suo attivo tre album. Il primo, “Banditaliana” (Il Manifesto, 1998), prodotto da Stefano
Melone (collaboratore di Ivano Fossati), ha ottenuto ampi consensi dalla stampa specializzata di tutto il
mondo ed è stato eletto album dell’anno dal referendum di Folk Bullettin. Il secondo, “Thapsos” (Il Manifesto,
2000), è stato eletto disco del mese da Jam e Rockstar, in Francia ha ricevuto il “Bravo” di Trad Magazine,
“Choc de la Musique” e la segnalazione di Repertoire. Il terzo, Lune (Il Manifesto, 2004) con la
partecipazione di Marco Fadda alle percussioni, Daniele Mencarelli al contrabbasso, Mirko Guerrini alle
tastiere, Patrick Vaillant al mandolino, il quartetto d’archi Archea e gli ospiti speciali Ginevra di Marco e
Francesco Magnelli (ex CSI e PGR), ha ottenuto nel 2005 il Premio Città di Loano per la musica tradizionale
italiana come “miglior album italiano di world music”. In formazioni allargate, Banditaliana ha messo in scena
numerosi progetti originali come “Acqua foco e vento” di R. Tesi e M. Geri (Il manifesto, 2005), “Crinali” di R.
Tesi e C. Carboni (Felmay, 2006), Presente Remoto, di R. Tesi (Il manifesto, 2007) e il recentissimo “Sopra i
tetti di Firenze”, di R. Tesi e M. Geri (Materiali Sonori, 2010), dedicato alla musica di Caterina Bueno.
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