F EDER N EWS Sommario Nov. – Genn. - Numero 1/2010 Feder Gospel Choirs – www.federgospelchoirs.com [email protected] Direttore artistico: Pietro Catanese Chairman: Michele Marando Comitato di redazione: Lucilla Sivelli, Katia Zaina Ha collaborato: Silvia Colorizio Redazione: [email protected] LA FEDERAZIONE 1 FederGospelChoirs: una nuova casa per condividere ispirazione, messaggio e tecnica (di Pietro Catanese) 2 Perché una Federazione Gospel? E’ una rete che connette i cori IL PERSONAGGIO E L’INTERVISTA 3 Rosephanye Dunn Powell racconta la sua edizione del BLACK HISTORY MONTH 4 Piero Basilico racconta l’esperienza del suo coro, il “Bruco” ANTICIPAZIONI 7 Primavera 2011: Secondo Conducting Workshop e Class Solisti EVENTI FEDER 8 Biella chiAma Gospel: un magico successo Feder che torna a farsi sentire 9 Rivanazzano Terme: Maratona Canora LA PAROLA A 10 C’è il modo giusto e c’è il modo sbagliato. Ma io voglio che lo facciate a modo mio (di Monica Bernassola) 11 Certi giorni vorremmo non finissero mai! (di Carlo Bianco) 12 Aiutare e sostenere gli altri: anche questo è spirito Feder (di Giusi Berlingò) 13 Michele Marando commenta la maratona di Rovanazzano LE VOCI DEI CORI E DEI CORISTI 14 Riflessioni di Coristi 15 Cantiamo Gospel “Con il cuore” FEDER NEWS LA PAROLA AL DIRETTORE ARTISTICO Pagina 1 FederGospelChoirs: una nuova casa per condividere ispirazione, messaggio e tecnica di Pietro Catanese Care amiche e Cari amici, eccoci di ritorno dalle ferie! Ci aspetta un’altra stagione in cui ognuno di noi dovrà farsi in quattro per bilanciare il lavoro, gli impegni personali e l’impegno profuso per le nostre associazioni corali. Forse per alcuni un importante hobby (se così si può definire), ma per la maggior parte di noi credo sia meglio descriverlo come un percorso dove le emozioni che riceviamo, al di la’ delle parole, sono una straordinaria ricompensa. Un istante magico che ci aiuta ad ascoltare i nostri sentimenti profondi, i pensieri umani sul senso della vita. Riprendendo le parole da una e-mail che ho ricevuto, sono sempre più convinto che “... portare i mattoni per costruire questa casa del gospel, che dovrà ospitare questa nuova e bellissima famiglia ...”, sia molto importante ma, al contempo, sia anche una bellissima esperienza per tutti noi. Giunti alla quarta stagione, aprendo con questo primo articolo - la porta della nuova casa della FederGospelChoirs, lasciatemi quindi dare il mio migliore bentornato agli amici che hanno fin qui sostenuto e dato forza all’iniziativa e un benvenuto a quelli che ne entreranno a far parte, anche grazie alla nuova sede di Roma e quella costituente della Calabria. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto all’organizzazione ma l’aspetto che ritengo più importante è rimasto intatto: il clima di semplicità e di scambio che da sempre ci caratterizza. Un ambiente favorevole affinché le diverse associazioni corali, operanti su tutto il territorio nazionale, possano ricercare insieme una comunità di intenti e di sostegno reciproco. Sono da sempre convinto che la condivisione delle conoscenze dei diversi Direttori, dei Presidenti delle associazioni o di chi vive la coralità Gospel, abbia di per se un valore di esperienza per tutti. Ogni associazione vive il Gospel in maniera diversa, a volte, magari, contrastante, ma scambiare libere Pietro Catanese, Direttore artistico FederGospelChoirs riflessioni e partecipare, nonché condividere analisi su argomenti specifici e/o risultati di ricerche, non può che essere un’occasione di straordinario valore. La direzione è segnata: la FederGospelChoirs vuole essere il luogo dove la musica trova le condizioni più favorevoli. Potrebbe sembrare ambizioso ma non si tratterà solamente di organizzare qualche evento durante l’anno, bensì di dare vita a un movimento attivo che porti ad un’azione costante al servizio delle corali associate. Una missione caratterizzata e volta a sviluppare, in quantità e qualità, il progresso delle formazioni, dei coristi, dei direttori e dei dirigenti dei cori associati. Per raggiungere questi scopi non possiamo sottovalutare che il “segno” che ognuno di noi lascia nel proprio fare artistico non può che passare attraverso l’importante fattore della messa in opera. Proprio per questo motivo quest’anno verrà data maggiore enfasi al coinvolgimento di esperti della coralità. Un coinvolgimento volto a valorizzare le risorse presenti nelle corali attraverso incontri e/o conferenze (anche telefoniche) con esperti autorevoli quali direttori internazionali, maestri della voce, sceneggiatori, coreografi e manager. Una serie di iniziative che, oltre ad essere incontro e scambio diretto di esperienze tra i partecipanti, siano caratterizzate da un valore pedagogico volto alla ricerca dell’importante miscela “ispirazione, messaggio e tecnica”, sempre e comunque, con l’obiettivo di individuare e sviluppare l’approccio al repertorio dei Gospel Choirs. Si focalizzerà quindi l'attenzione sulla voce e sulla coralità, in senso più globale, partendo dalla tecnica vocale per andare 'oltre' ad essa, toccando i vari aspetti volti a sviluppare una personalità artistica più completa, affinché “tutto il corpo canti”. Tra le varie iniziative che abbiamo deciso di attivare quest’anno vorrei citare anche questo “giornale”, il trimestrale “FederGospelNews”, che sicuramente contribuirà, e non poco, a valorizzare le iniziative delle singole corali e a creare occasioni di scambio. Un trimestrale quindi per un‘informazione aggiornata sulle attività delle varie corali attraverso reportage, foto ed eventi, notizie e resoconti sul mondo del gospel, con particolare riferimento ad attività ed interessi delle singole corali, scritto e sviluppato con la contribuzione giornalistica di tutti i cori associati. Lasciatemi concludere con ... “you do your best and let God do the rest !!” A presto, Pietro Catanese REDAZIONALE Pagina 2 FEDER NEWS Perché una Federazione Gospel? E’ una rete che connette i cori La musica Spirituals & Gospel, nata negli USA, è oggi un fenomeno religioso, culturale e sociale che non può più passare inosservato. Arrivata in Italia – sicuramente anche per moda - negli anni ’60, solo negli ultimi dieci anni ha ottenuto una crescita costante di interesse facendo rinascere un’attenzione per la coralità che, pur essendo il nostro il paese del bel canto, stava diminuendo di attrattiva per le nuove generazioni. Questa importante diffusione, per quanto il gospel possa essere piacevole all’ascolto, non può essere però interpretata solo come una moda musicale. Quello che è emerso, giorno dopo giorno, è la necessità da parte di molti di noi di condividere sopratutto i messaggi ed i valori universali che questa musica sa trasmettere con semplicità, ricchezza e profondità. Con l’intento di creare un ambiente favorevole affinché diverse associazioni corali, operanti su tutto il territorio nazionale, potessero ricercare insieme una comunità di intenti e di sostegno reciproco, le associazioni Jazz Gospel Alchemy e Old Spirit Gospel Singers, hanno dato vita, due anni fa circa, all’associazione FEDER GOSPEL CHOIRS, per valorizzare così anche in Italia questo movimento culturale. L’associazione culturale musicale Feder Gospel Choirs è una libera associazione democratica, apartitica e aconfessionale e si è prefissa come scopo la promozione, lo sviluppo, la diffusione e la valorizzazione della passione e dell’esercizio dell’arte musicale, in primo luogo di quella corale Negro-Spirituals e Gospel. Oggi oltre 15 corali hanno aderito all’iniziativa, a dimostrazione che la dichiarazione di intenti che questa Federazione si era inizialmente posta è stata largamente attesa. E con successo! FEDER IL PERSONAGGIO Pagina 3 NEWS Rosephanye Dunn Powell racconta la sua edizione del Black History Month AI MICROFONI DELLA FEDERGOSPEL IL GRANDE PROFESSORE DELLA VOCE SVELA PARTICOLARI CHE LASCIANO PRESAGIRE GRANDI EMOZIONI E SORPRESE sentire e preparare le parti musicali prima dell’inizio del workshop. All’inizio del workshop i partecipanti saranno liberi di utilizzare le partiture, ma poi li incoraggerò ad ascoltare attentamente per entrare profondamente nella tradizione della musica nera afro americana, imitando quello che sentiranno e chiederò loro di eseguire le parti esprimendo la musica con partecipazione appassionata e intima. Rosephanye Dunn Powell Intervista di Pietro Catanese D: Benvenuta presentarti? Rosephanye. Vuoi R: Certo. Mi chiamo Rosephanye Dunn Powell, insegno all’università di Auburn in Alabama come professore della voce, sono specializzata in musica gospel e canto spiritual afro-americano. Non sta a me dirlo ma sono una dei compositori afro-americani più pubblicati negli Usa. Mio marito ed io abbiamo ottenuto un dottorato presso l’università della Florida dove siamo stati allievi di André Thomas che Vi ha diretti al BHM del 2010. D: Come lavori con i cori, qual è il tuo approccio, il tuo stile d’insegnamento nei cori gospel? R: Sono molto eccitata perché è la prima volta che lavoro con un coro europeo, anche se tengo stage di gospel nel mio paese (USA) ogni anno. Il mio approccio nell’insegnamento di canzoni gospel consiste nel coinvolgere e accendere l’entusiasmo delle persone presenti, avvicinandole al significato vero della musica gospel, osservando prima come le persone si propongono, cosa portano del loro mondo e qual è il loro background per poi lavorare, attraverso la musica, condividendo con loro il significato che vivo personalmente e la mia esperienza maturata nella musica gospel. Cerco di far loro abbracciare questo mondo. Lo scopo che vorrei raggiungere durante il Workshop non è quello di fare “musica perfetta”, ma fare in modo che tutti facciano parte dell’esperienza che il gospel permette di vivere sentendo e percependo la musica come espressione di sentimento verso Dio. Attraverso la musica allo stesso tempo cerco di trasmettere il modo con cui io esprimo la mia passione per Dio… Anticiperò via web le copie degli spartiti musicali a Pietro Catanese (direttore artistico ndr) e le tracce di ogni parte in modo che tutti abbiano l’opportunità di Gli stili che presenterò saranno principalmente quelli che, a livello temporale, rappresentano le 3 fasi storiche della musica gospel, ovvero: afroamericano, spiritual (da cui arriva la musica gospel), gospel tradizionale e gospel contemporaneo. In questo modo i partecipanti potranno percorrere l’esperienza completa del mondo gospel. D: Ci racconti con quale intento hai scelto i brani per noi? R: I 5 pezzi scelti sono alcuni spirituals, uno fra questi, di Moses Hogan, “Old Time religion”: fa parte dell’antica tradizione nera spiritual, molto conosciuto e cantato in America nelle chiese nere; ogni afro americano la conosce, in Alabama viene cantata ovunque in tutte le chiese “I wonna be ready”: trovo che sia un brano bellissimo, è uno spiritual che contrasta quello di M.H., è anch’esso molto conosciuto ma recentemente l’ho ripreso, viene cantato nelle piccole chiese nere. “The storm is passing over”: era un inno bianco tratto da un libro di inni. Infatti nella tradizione delle chiese nere venivano adottati spesso testi derivati da inni che in origine facevano parte della tradizione bianca e molte canzoni gospel cominciarono a essere rielaborate per adottare uno stile nero. Questa canzone, in particolare, diventò una delle più importanti canzoni gospel nelle chiese nere del paese e attualmente è cantata in tutte le chiese americane, comprese quelle bianche. Le ultime due canzoni sono di gospel contemporaneo, una l’ho composta io, “He is wonderful”, diventata molto popolare in America grazie ad André Thomas: ha ritmo molto vivace, creando così grande energia ed entusiasmo ed è, anche questa, molto popolare nelle chiese bianche. L’ultima canzone, bellissima, è “Magnify the Lord”. Rappresenta una pietra miliare nella musica gospel per i mass-choir contemporanei in America (termine masschoir: cori composti da molte persone, 200/300, che cantano nelle funzioni religiose), viene utilizzato nei grandi cori in occasione di manifestazioni e crea molto entusiasmo. Ho scelto questi brani perché sono certa che saranno bellissimi da studiare e realizzare da questo grande coro che si formerà nel ws, serviranno per passare il messaggio che ho in mente e, attraverso questa musica , potremo vivere una meravigliosa esperienza divertente, eccitante e coinvolgente. D: Grazie Rosephanye per la tua partecipazione al ws, per aver accettato il nostro invito. Noi siamo molto orgogliosi di averti con noi. Quali sono le tue aspettative verso il coro che verrai ad incontrare in Italia, vista anche la tua prima esperienza europea? R: Ho diverse esperienze precedenti, ho lavorato con realtà corali di scarsa esperienza come con cori di elevata capacità nel canto. Le persone non dovranno venire al ws con l’obiettivo di essere perfette, non dovrà essere un’occasione per far vivere loro un’esperienza difficile, ma il mio compito sarà di accogliere ciascuno di loro adattandomi alla situazione e al coro che avrò di fronte per permettere alle persone di lavorare al meglio, cercando di farle appassionare alla musica gospel. D: Hai domande per noi? R: La domanda di Lucilla è molto interessante, ho partecipato a workshop in cui le persone hanno avuto un’esperienza “negativa” poiché venivano con l’intento di colmare troppe aspettative. Quello che invece vorrei realizzare è che le persone prendano confidenza con la musica gospel e se ne appassionino. Voglio che le persone che parteciperanno al ws vengano con il desiderio di capire un po’ di più del mondo gospel e che andando via portino dentro sentimenti di gioia e di entusiasmo, voglio che possano dire “quanto mi è piaciuta Rosephanye”, “quanto amo Dio”, “che meravigliosa esperienza ho vissuto”, sicure di aver trascorso dei bellissimi momenti insieme. Ora voglio fare io una domanda a voi: cosa vi aspettate VOI da me? D: siamo sicuri che trascorreremo dei bei momenti insieme e speriamo che rientrando in America potrai ricordare con piacere l’Italia e le persone che avranno partecipato a questo weekend gospel. R: E’ stato un piacere per me. Comincerò subito a lavorare alle parti e prima di fine anno riceverete tutto il materiale per il workshop. Grazie e a presto L’INTERVISTA Pagina 4 FEDER NEWS Il Direttore Artistico del “Bruco” racconta la sua esperienza intervista di Lucilla Sivelli Direttore carismatico che ha fatto molta strada: come e quando è nata la tua realtà corale? E soprattutto qual è stata la molla che ha funzionato come motore principale per la vostra bellissima realtà? La storia del BRUCO (BRUsuglio COro) è una storia semplice, nella quale credo che si potranno riconoscere molti gruppi corali italiani. Formalmente il coro nasce nel 1989 per ridare vitalità all’animazione musicale liturgica della Parrocchia S. Vincenzo di Brusuglio, ma molti dei componenti cantavano insieme già da tempo (almeno dal 1978, ed alcuni prima ancora…). Presto abbiamo sentito che potevamo andare oltre il nostro impegno nella Liturgia (che rimane tuttora) e abbiamo percorso la strada dell’arrangiamento originale per coro misto di brani popolari, producendo anche alcuni concerti/recital (per esempio” Il Bruco e la farfalla”). Personalmente poi ho sempre apprezzato e coltivato fin da giovanissimo l’amore per la musicalità afroamericana, dunque ho introdotto i primi spirituals, in particolare un medley che noi abbiamo intitolato semplicemente “Spiritual Mix”, che ai tempi riscosse un notevole successo tra i coristi. La musica Gospel ha fatto il resto, abbiamo imparato da subito ad amare cantando, e nel 1993 abbiamo portato in giro il recital “The Gospel Train”. Da allora il repertorio è cresciuto e l’incontro con tantissimi fratelli e sorelle ci ha portato a cantare in giro per l’Italia, e talvolta anche fuori. Tutto questo è documentato nei due cd “A Ticket to Heaven” e “Live”, nonché nel DVD “Oltre la Musica” che racconta un po’ la nostra esperienza di vent’anni. Quali difficoltà si incontrano oggi nel gestire un soggetto di "volontariato musicale" come un coro Gospel? Se vogliamo affrontare il discorso delle difficoltà facciamolo, ma prima vorrei sottolineare che tutte le fatiche sono state ripagate con abbondanza dalle amicizie e dagli incontri, spesso sorprendenti per la loro profondità e bellezza, con moltissime persone che condividono con noi un ”pezzetto di strada”. Credo che condividere con altri queste fatiche possa essere utile per valutarle nella corretta proporzione; la fatica più grossa a mio parere è far andare d’accordo i due “grandi Spiriti” che pervadono il mio coro, e che sono presenti anche dentro di me: da una parte lo Spirito di chi ama il coro soprattutto per la sua disponibilità, per la sua allegria e per la sua capacità di coinvolgere, dall’altra chi invece desidererebbe approfondire maggiormente gli aspetti tecnici e qualitativi, vocali e musicali, al fine di raggiungere un livello tecnico più evoluto. Io credo che questi due aspetti siano entrambi preziosi e necessari, e quindi ognuno debba impegnarsi a fondo per mantenerli e migliorarli tutti e due. Un altro notevole scoglio per la sopravvivenza di un coro come il nostro è la costanza e la dedizione dei coristi; Piero Basilico – Direttore artistico del coro “Bruco” bisogna che tutti arrivino ad essere consapevoli che l’assenza anche di una sola persona - magari all’unica prova settimanale - è un avvenimento molto importante, sia per il singolo che per il gruppo… spesso ho notato una certa superficialità e scarsa autostima che tende all’autogiustificazione in caso di assenza (“… tanto se manco io non se ne accorge nessuno…”) che porta a risultati molto negativi per tutti. Invece sul fronte della sede e su quello finanziario non abbiamo mai avuto grosse difficoltà, essendo comunque un coro “parrocchiale evoluto”abbiamo dietro una comunità che ci sostiene e che ci ospita. Dimenticavo! Una fatica ulteriore, specialmente per un coro “esperto”, è rimanere aperti e disponibili a nuovi ingressi: stiamo vivendo questa realtà da diversi anni, e ormai siamo giunti alla conclusione che, pur con certe attenzioni, è fondamentale che ci siano sempre persone nuove e diverse, per dare un senso sempre nuovo alle nostre canzoni e tenere sempre spalancate le braccia ai fratelli che incontriamo. Qual è il tuo approccio interpretativo ad un repertorio così vasto come il concertismo dei Negro-Spiritual, del Gospel e della Contemporary Christian music? Personalmente, amo moltissimo il repertorio del Gospel tradizionale, quello dagli anni ’30 agli anni ’70 del secolo scorso, ed altrettanto il repertorio Spiritual a Cappella. In particolare, sia per gusto personale che per caratteristiche del BRUCO, preferisco i brani in cui il coro ha una parte da protagonista, e cerco di evitare i brani in cui i solisti fanno la parte da leoni e il coro partecipa solo come “animazione”. FEDER NEWS L’INTERVISTA Pagina 5 Questo non vuol dire che io non ami il repertorio contemporaneo, anzi negli ultimi anni abbiamo frequentato tale repertorio e ci siamo divertiti molto, ma il grande innamoramento con la musica Gospel l’ho avuto con il repertorio “Traditional”. Per citare alcuni brani “Precious Lord…”, “Didn’t it rain”, “How I got over”, per esempio in questo periodo non riesco a togliermi dalla testa il brano di Andrae Crouch “The Blood will never loose his power”, vi consiglio di ascoltarlo. Relativamente alla tua realta’ corale, quali sono le tendenze musicali che preferiscono i tuoi coristi? Naturalmente ci sono diversi gruppi di “tifosi” all’interno del BRUCO: alcuni amano il repertorio degli Spirituals a cappella, negli arrangiamenti di Dawson oppure di Moses Hogan, altri amano i traditional come “Down at the cross” e “Get away Jordan”, altri ancora si struggono per i lentoni contemporary come “Let the rain of your presence…”, oppure si agitano e ballano sulle note di “You are good” di Israel Oughton e cose simili; direi però che tutti quanti amiamo il “Gospel totale” e nel corso degli anni abbiamo individuato tre canzoni che abbiamo definito come pilastri incrollabili del Gospel, che sono “Amazing Grace” (trad.), “ Precious Lord take my hand” (T.A. Dorsey) e “Total praise” (R. Smallwood) Oggi si può comporre, o arrangiare, partendo dalla tradizione americana ricercando uno stile Gospel Italiano? Io credo fortissimamente di si. Per tutta la mia vita ho cantato e suonato in Chiesa i canti religiosi – tradizionali e giovanili – e ho utilizzato uno stile molto più vicino al Gospel che non al canto liturgico tradizionale. Credo che i tempi siano maturi per realizzare un repertorio di canti religiosi – utilizzabili anche nella liturgia cattolica – che abbiano la stessa capacità di coinvolgere e comunicare che hanno i brani Gospel americani. Credo che fondamentalmente sia un problema di conoscenza: da una parte bisogna conoscere la musica Gospel e dall’altra bisogna essere completamente immersi nella nostra tradizione – solo chi è in queste condizioni può dare un contributo efficace. Uno dei grossi ostacoli è certamente la lingua: l’inglese è più adatto a brani ritmici, l’italiano è più melodico. Ma direi di più: si tratta di un problema di coerenza, di fede e di appartenenza! Infatti molti cantano in inglese testi che farebbero molta fatica a pronunciare in italiano – per vergogna o perché in italiano certe parole risultano molto impegnative – specialmente se cantate davanti a centinaia di persone: Immaginatevi di cantare, con coerenza, “…Meravigliosa Grazia, dolcissimo suono, che ha salvato un povero derelitto come me, …una volta mi ero perso ma ora sono salvato, ero cieco ma ora vedo!” – si tratta di credere, di avere fede in Gesù Cristo morto e risorto, e di proclamarlo a tutti. Personalmente sto scrivendo da tempo brani “gospel” in italiano, e spero che nei prossimi anni riusciremo a farli diventare parte del repertorio del BRUCO. Per molti la musica è il culmine di tutte le arti. Secondo la tua esperienza personale quali sono le corde che tocca la musica Gospel per un credente? Non sarò certo io a spiegare perché la musica riscuote un così grande successo in tutte le sue forme, non so veramente da dove cominciare. Io credo che la musica Gospel svolga un ruolo molteplice, perché accompagna le persone durante tutta la giornata, e li tiene vicini alla parola di Dio rivelata nel Vangelo. Molti hanno incontrato le scritture attraverso la musica Gospel, scoprendo che ciò che ascoltavano e cantavano da sempre non erano altro che salmi e brani di Vangelo: a me capita ancora oggi. Vorrei far mie le parole di un brano che ho sentito cantare da Billy Preston, grande musicista con profonde radici nel Gospel, che dice “…Music is the voice of God… an International language understood by everyone…” la musica è la voce di Dio, un linguaggio internazionale che tutti possono capire – e mi sembra una buona sintesi. Quanto, secondo la tua visione, l'esperienza del canto corale rappresenta uno strumento di crescita sia a livello personale che artistico? E’ una domanda trabocchetto per uno che vive di coro da più di vent’anni, ma cercherò di essere preciso e obiettivo. Credo che cantare in un coro sia un’esperienza molto vicina ad una metafora della vita umana. Si tratta di imparare a vivere insieme, a far parte di un tutto che funziona bene solo quando i singoli danno il loro contributo, e nello stesso tempo quando arrancano tra le difficoltà, lo “Spirito del coro” lavora in modo da sostenere i singoli componenti e supplire alle loro fatiche. In un coro giovani e “maturi” cantano insieme, e maggiori sono le differenze, migliore è il suono che si ottiene. Ci si affida ad un direttore che, metafora della vita, crede di condurre il gregge, ma nello stesso tempo è svezzato, sfamato ed educato dalle sue pecore fino a quando si accorge che anche lui, senza il suo coro, non è nulla. Quindi credo che cantare in coro sia un’esperienza umana insostituibile e da suggerire a tutti (…quelli minimamente intonati…) L’INTERVISTA Pagina 6 FEDER NEWS “IO NON CREDO MOLTO NELLE ISTITUZIONI CHE “SCENDONO DAL CIELO”, CREDO INVECE CHE UNA FEDERAZIONE DI CORI POSSA ESSERE ESEMPIO DI QUELLA SOLIDARIETÀ CHE SPESSO RIEMPIE LA BOCCA DI MOLTI… E LE MANI DI POCHI” Le corali Gospel sono associazioni molto vitali, quali sono i vostri progetti nel cassetto? I progetti sono molti, anzi, un esercizio importante è la selezione e la verifica dei progetti al fine di evitare di imbarcarsi in operazioni “massacranti”. Ormai moltissimi cori organizzano, versando lacrime e sangue, seminari di tutti i tipi, noi per quest’anno rimarremo in attesa e parteciperemo a seminari organizzati da altri, magari dagli amici della FederGospel. Verso la fine del prossimo gennaio organizzeremo il secondo Gospel Meeting, con la preziosa ed insostituibile collaborazione dei nostri fratelli del Freevoices Gospel Choir di Beinasco e del FVG Mass choir di Alessandro Pozzetto e Rudy Fantin. Nel frattempo stiamo allestendo la nuova sede per le prove, che dovrebbe facilitare un po’ il lavoro di tutti, e sicuramente ci dedicheremo ad approfondire alcune questioni tecniche con incontri e lezioni con diversi insegnanti. Abbiamo in programma diversi concerti a sostegno di associazioni di volontariato, ma stiamo dando particolare importanza alla nostra “campagna di adesione”: cerchiamo, oggi più che mai, nuovi coristi, certi che la strada dell’apertura e dell’accoglienza è quella più coerente con il nostro essere coro. Probabilmente qualcuno dei lettori ci incontrerà in alcune parrocchie Milanesi, durante l’animazione delle celebrazioni liturgiche, a cui faremo seguire dei brevi concerti: speriamo soprattutto di invogliare giovani voci ad intraprendere la carriera del corista! Il progetto della FederGospelChoirs vuole valorizzare la coralita’ Gospel amatoriale italiana e tutti i componenti del direttivo sono volontari che operano attivita’ libera e gratuita. In base alla tua lunga esperienza di direttore, relativamente alla tua corale quale potrebbe essere il valore di questa iniziativa? Quali suggerimenti vuoi dare ai componenti dell’associazione? Ho aderito entusiasticamente al progetto della FederGospelChoir, soprattutto perché la proposta viene da un gruppo di persone che ha dato dimostrazione di coerenza e dedizione. Io credo che i cori Gospel “amatoriali” – i professionisti non sono il mio campo – abbiano certamente bisogno di un supporto istituzionale che li aiuti nelle difficoltà organizzative (assicurazione, statuto, questioni fiscali), ma soprattutto credo che sia necessario creare una rete di relazioni, di rapporti profondi tra i cori, che porti a collaborazioni più frequenti, che aiuti i giovani direttori a raggiungere un repertorio adeguato (… quanta fatica abbiamo fatto noi “vecchi” per trovare certe cose quando internet era solo un progetto…). Io non credo molto nelle istituzioni che “scendono dal cielo”, credo invece che una federazione di cori possa essere esempio di quella solidarietà che spesso riempie la bocca di molti… e le mani di pochi. Credo che l’esperienza della prima edizione del “Conducting workshop” sia molto preziosa, un successo per la Federgospel. Non vedo l’ora di ripeterlo, sperando di rincontrare i vecchi amici e soprattutto nuovi direttori desiderosi di condividere la propria musica. Penso anche che sulla falsariga del seminario per i direttori sarà possibile anche organizzare corsi per i coristi, a cui potranno partecipare intere corali o singoli componenti, suddividendo i costi ed aumentando quella “comunicazione trasversale” (cioè diretta fra coristi delle varie formazioni – senza l’intermediazione dei direttori) che porta sicuramente tanto entusiasmo per tutti. Più che un suggerimento farei un augurio a tutti gli amici della FederGospel – cercare di mantenere quello Spirito semplice e genuino dimostrato finora – senza cadere nella tentazione di autodefinirsi “i migliori”, “i primi”, “i più grandi” , continuando, con coerenza ed attraverso le difficoltà che probabilmente incontreremo, ad “allargare il cerchio” ed ad accogliere tutti i fratelli e le sorelle che il Signore vorrà metterci a fianco in questo pezzo di strada da percorrere insieme verso la casa che il Lui stesso ci ha preparato. Il Signore vi benedidica tutti, a presto. BigP Grazie Piero e alla prossima FEDER ANTICIPAZIONI Pagina 7 NEWS 2° Conducting Workshop Dopo il grande successo dell’anno scorso, a marzo 2011 si terrà a Cesano Boscone il secondo Conducting Workshop, dedicato ai direttori dei cori Gospel e Spiritual. Primavera 2011: Master Class Solisti Con grande soddisfazione vi vogliamo anticipare che quest’anno la master class per solisti sarà diretta da un interprete di valore internazionale: Ernest Vaughan. Il workshop, che si terrà il prossimo anno a Roma e Milano tra Aprile e Maggio 2011, sarà un momento di studio intensivo dedicato proprio all’aggiornamento di cantanti solisti Gospel. Sarà possibile partecipare anche come uditori e per i coristi appartenenti a corali FGC sarà applicata la tariffa ridotta. Nel prossimo numero i dettagli per la partecipazione. EVENTI FEDER Pagina 8 Biella chiAma Gospel: un magico successo Feder che torna a farsi sentire. Tutto è inizi ato lo scorso anno dal desiderio di Biella Gospel Choir di mettere la musica della Buona Novella a servizio di bu oni progetti. Ed è subito stato un su ccesso. Un magico successo che si è ripetuto sabato 16 ottobre al Teat ro So ciale di Biell a in occasione d ella seconda edizione di Biella chiAma Gospel. Con un teat ro stracolmo di pubblico (tutto esaurito e parecchia gente in fila im possibilitata ad entrare) e un palco altrettanto affollato di cori sti, musicisti e ballerini, la serata è sta ta un crescendo di n ote, entu siasmo e sintonia tra cori e plate a. Tutti insi eme n el G ospel e ognuno a m odo suo, pe r non essere nessuno spettatore né d ello spettacolo né del pro getto u manitario pe r cui è nato: allora sì che il successo è magico. Lo spettacolo – presentato dal Prof. Enrico Martinelli - si è ape rto in silenzio con la proiezi one del plu ripremiato video “Un Cuore n elle T enebre” reali zzato da Ma rco di Castri sull a Pediatria di Kimbondo e la scon certante realtà di migl iaia di bambini orfa ni di guerra che vivono girovaghi in Congo abbandonati a loro stessi. Cruda q uanto pa cata te stimonianza quella di Di Castri, che la scia uno spira glio di spe ranza alle oa si di solidarietà quali Kimbondo, amoroso cuore nelle tenebre della de solazione cong olese forse i n g rado di camb iare, Fausto Ramella e Laura Robuschi FEDER NEWS come evoca il titolo stesso, la dramm atica realtà d i un pesante reta ggio colo nialistico magi stralmente descritto dallo scrittore Jo seph Conrad nel suo “Cuore di Tenebra”. Il silenzio si è quindi sciolto in musica con la perfomance del Biella Gospel Choir di Fausto Ramella Pajrin seguita da quella d el Free Voi ces Go spel Choir di L aura Robuschi e da una sessione finale con entrambi i cori, le rispettive ba nd e i b allerini tutti insie me sul pal co in un’esplosione di note, em ozioni e grande energia. Per il gran finale con il classico “O h Happy Day” sono st ati calorosamente invitati in scena dalla platea anche alcuni componenti di cori ader enti all’Associazione Fede r Gospel Choirs, il cui p residente Pietro Cata nese era presente in sala. Il pubblico ha parte cipato lasci andosi tra sportare e anche divertire dai beniamini di casa e dai Free Voi ces, nella loro spettacol are esibizione fa tta di 80 voci e persone che cantano e si m uovono in perfetta sincronia passando dal Go spel più tradi zionale a q uello più contaminato dal ra p e d al pop, come n el bra no “Joyful, Joyful” proposto ne lla ve rsione inc lusa n ella for tunata pellicola “Sister Act 2”. Alla fine la festa è stata grande: l’obi ettivo di raccolta fondi pe r l’a cquisto di u n’emoteca p er la pe diatria di Kimbondo, in cui op erano an che g li amici biell esi Marinella Len tini e Marcell o Quin ci, è stato raggiu nto e addirittura superato grazi e alla mu sica, alle imma gini, all’intervento-testimonianza di alcune persone re sidenti a Kimbon do e so prattutto alla ge nerosità del pu bblico, della Pa rrocchia di Sa n Biagio, d egli sp onsor, delle istituzioni locali e di quanti hanno offerto in silenzio il loro prezioso contributo. La terza e dizione di “Biella chiAm a Go spel” è gi à st ata annunciata nel corso dello spettacolo dall’Assessore alle Manifestazioni del Comune di Biella ed è prevista in data 15 ottobre 2011. Una piacevole so rpresa i n diretta e anche un gradito riconoscimento per un a manifesta zione che vuole incarnare sinceramente lo spirito del Gospel nell a sua espressione artistico-musicale e di fra terna solida rietà umana. Free voices gospel FEDER NEWS EVENTI FEDER Pagina 9 Rivanazzano Terme: Maratoneti canori per il primo evento Feder editoriale di Michele Marando a pagina 13 La redazione Rivanazzano Terme ha vissuto e ha fatto vivere ai propri abitanti due giorni densi di musica e di emozioni! Nell’ aperta e moderna località termale, durante il primo week end del mese di ottobre, al Teatro Comunale si è tenuta infatti la prima edizione della rassegna corale “Go…Go…Gospel”. La maratona di canti spiritual della black music è stata messa in scena da cinque cori provenienti da diverse località italiane, tutti associati alla FederGospelChoirs: il San Germano Gospel Choir di Rivanazzano Terme che ha organizzato in modo brillante la kermesse d’inizio autunno, Al Ritmo dello Spirito di Abbiategrasso (MI), The Squash Blossom Gospel Choir di Brandizzo (TO), Incontrotempo di Milano e il Jazz Gospel Alchemy di Zelo Surrigone (MI). Comune denominatore il genere musicale, grandi differenze lo stile d’interpretazione dei brani, l’utilizzo di diversi strumenti musicali come accompagnamento o la scelta di esecuzione a voci nude: sono proprio queste le caratteristiche che rendono la musica gospel inconfondibile, apprezzata da molti e riconosciuta come stile unico, condiviso da un gran numero di persone. E la condivisione, nel rispetto delle peculiarità e diversità della realtà corali, è al contempo il valore ispiratore della FederGospelChoirs. Per questo vogliamo condividere con tutti i lettori il corsivo del chairman della Federazione, Michele Marando, che in prima persona ha creduto in questa manifestazione e tanto ha investito per la buona riuscita dell’evento (vedi corsivo a pagina 13). La buona riuscita della manifestazione è stata possibile anche grazie alla collaborazione di molte persone. Tra gli organizzatori si annoverano il comune di Rivanazzano Terme, con la costante e gradita presenza del sindaco Dott. Romano Ferrari e della moglie, Dott.ssa Marina Leidi, l’Associazione culturale locale “Occasioni di festa”, presieduta da Piera Spalla – Selvatico che, in questi due giorni, ha anche messo a disposizione il locale del proprio ristorante per i gustosi rinfreschi offerti a tutti i coristi. Sul palco, come presentatori, si sono alternati Giuseppe Romano, presidente del San Germano Gospel Choir, Annamaria Bernini, Monica Fiori e Lia Scupelli. Da segnalare anche il servizio audio inappuntabile di Gabriele Scarabelli e di Ettore Tommasini. E in questo clima di musica e coralità alcune voci escono dal gruppo, esprimendo il proprio fraseggio. E’ il caso di Elisabetta Muzzin, del Coro San Germano Gospel, che ci spiega cosa rappresenta per lei la musica, e di Umberto Garlaschelli che ci racconta come vive la sua esperienza nel San Germano Gospel Choir (vedi box a pag 14) LA PAROLA A … Pagina 10 FEDER NEWS “There’s a good way and there’s a wrong way. But I want you to do it MY way” C’è il modo giusto e c’è il modo sbagliato. Ma io voglio che lo facciate a modo mio Di Monica Bernassola – Coordinatrice Feder Roma E’ iniziato così - con questa frase diventata emblematica dei nostri workshop Gospel in giro per l’Europa - il nuovo percorso di Vaughan, sorriso disarmante e mani che disegnano perfino nell’aria un talento raro. Oggi sul palco davanti ai coristi, e non più dietro ad una tastiera, egli cammina con infinito affetto e rispetto nelle orme di colui che per chi lo ha conosciuto è stato amico, padre, fratello, mentore, ma soprattutto esempio: Bob Singleton, da sempre e per sempre nel cuore. Un percorso nuovo per chi ha conosciuto Vaughan come il ragazzo timido, schivo, dal talento travolgente e dalla voce d’angelo, “spalla” perfetta nei primi workshop con Bob, sostegno indispensabile negli ultimi. Ieri suo allievo del cuore, oggi suo erede naturale. Ricordo come fosse ieri il nostro primo workshop insieme. Bob era volato in cielo da un mese appena, nello sguardo avevamo ancora tanto smarrimento, nel cuore tanta fatica... Germania. Centosessanta coristi, centosessanta paia di occhi che cercavano Bob e non sapevano cosa aspettarsi da questo ragazzo, alto e magrissimo, che raccontava aneddoti e cantava, insegnava e ascoltava, rideva e si commuoveva. Eppure, ci sono voluti solo cinque minuti. Cinque minuti in cui i suoi gesti e il tono della voce, più che le parole, hanno detto: ecco, sono qui, e in questi tre giorni insieme faremo qualcosa di speciale. Eccola, la differenza. FAREMO. E’ tutta lì. La capacità di rendere ognuno protagonista di questa esperienza speciale: per un minuto o per un’ora, tutti hanno avuto il proprio spazio, vissuto il proprio tempo, creato la propria musica. Quella differenza che, tra una risata e una lacrima, apre la mente, l’orecchio e l’anima ad un approccio diverso alla musica Gospel. Sono passati quasi due anni e Vaughan è tornato molte volte, sono già tanti i workshop fatti insieme, in città diverse, paesi diversi, con cori diversi. Voci, suoni, colori e ricordi sempre nuovi. Ma tutti legati da un’unico filo, invisibile e indistruttibile: il sorriso della gratitudine. Fra tre mesi ritorneremo in Germania, esattamente nello stesso luogo di quel primo workshop senza Bob, il primo di Vaughan da direttore. Questa volta i coristi saranno duecento e, tra loro, 25 saranno italiani. A due anni di distanza, si realizza uno dei più grandi sogni di Bob: avere insieme i coristi dei due paesi dove ha sempre tenuto i suoi workshop. Sarà una vera festa, e già lo è nei tanti messaggi che quotidianamente arrivano: tanta voglia di rivedersi, incontrarsi, ridere ed emozionarsi, cantare e ballare, con il direttore più speciale del mondo, Vaughan, e il sorriso immenso di Bob, da Lassù, a farci compagnia. L’unione, la condivisione, il confronto e lo scambio: ecco la vera forza di un coro, di tutti i cori. Da soli si può arrivare lontano, anche molto lontan, si possono certamente superare confini. Ma insieme, i confini non esistono. Si vola. FEDER NEWS LA PAROLA A … Pagina 11 Certi giorni vorremmo non finissero mai! di Carlo Bianco direttore artistico Rejoicing Gospel Choir Si è svolta domenica 27 giugno presso l’Arena del Teatro Sociale di Alba la quarta edizione di “GospeLive in Alba”. La manifestazione ,organizzata dall’Associazione Culturale Rejoicing Gospel Choir , sin dalla sua nascita si offre come vetrina per portare alla ribalta gruppi nazionali di pregevole qualità artistica offrendo loro i giusti spazi per potersi esprimere. Con questi ideali nelle scorse edizioni si sono alternati ed esibiti davanti al pubblico albese i cori Free Voices di Beinasco (To), il Jazz Gospel Alchemy di Zelo Surrigone (MI) ed il Rejoice Gospel Choir di Nova Milanese. Ospite di quest’ultima edizione il coro Al Ritmo Dello Spirito di Abbiategrasso (MI) la cui esibizione serale è stata solo il culmine di una giornata trascorsa tra momenti enoici e conviviali, visite alla città, back stage di preparazione allo spettacolo, il tutto all’insegna di un’ amicizia ormai consolidata che per la seconda volta ha riunito i due gruppi corali. “Certi giorni vorremmo non finissero mai” sono state le parole che hanno concluso la serata ed esprimono pienamente la gratificazione degli organizzatori per un evento che è stato un susseguirsi di musica ed emozioni e che sicuramente, visto l’ampio consenso ottenuto verrà riproposto il prossimo anno. Archiviato quest’avvenimento, tra i prossimi appuntamenti del RGC il più atteso è sicuramente l’uscita del primo lavoro discografico del coro albese. Se da tempo era presente il desiderio di riassumere in un’opera la storia musicale del Rejoicing, ora questo desiderio si è concretizzato con l’ acquisizione di una buona maturità artistica. “My Soul Is Rejoicing “ è stato interamente registrato dal vivo ed è una raccolta di 16 brani trascritti e adattati per coro femminile dal direttore Carlo Bianco. I generi proposti spaziano dal gospel tradizionale al contemporary gospel di Israel Houghton ed Hezekiah Walker alla worship music di Fred Hammond, Martha Munizzi ed altri grandi autori. La presentazione dell’opera avra luogo in Alba l’otto dicembre alle ore 21,00 presso la Chiesa del Centro Culturale S.Giuseppe. LA PAROLA A … Pagina 12 FEDER NEWS Aiutare e sostenere gli altri: anche questo è spirito Feder di Giusi Berlingò (“Al Ritmo dello Spirito Gospel Choir”) “Claudia per l’Etiopia” è una frase che attira davvero l’attenzione… ci si domanda “chi è Claudia?” e “perché l’Etiopia?”. La serata del 30 settembre 2010 nel meraviglioso teatro Coccia di Novara ha risposto a queste nostre domande e non solo, ha aperto i nostri occhi ed il nostro cuore verso una realtà che non conoscevamo e che durante il corso del concerto è diventata sempre più chiara e forte: L’AMORE INCONDIZIONATO DI UN MARITO VERSO LA PROPRIA MOGLIE E VERSO LA SUA PASSIONE PER IL PROSSIMO, quasi come se i due aspetti fossero fortemente inscindibili. Abbiamo condiviso il dolore di Mauro, che ha perso da poco la solare Claudia, e al contempo la sua gioia, il suo sorriso nel portare avanti con forza e determinazione il desiderio della moglie di aiutare un popolo così povero e bisognoso come L’Etiopia. Abbiamo gustato lo spettacolo prima dalle quinte: un intreccio di voci, alcune dolci altre graffianti, tutte sorprendenti, morbide danze, un’orchestra composta da incantevoli archi, fiati prorompenti, ritmica grintosa e precisa… in una parola… PASSIONE, per la musica e per un progetto che Claudia avrebbe tanto voluto realizzare. Tutto ci racconta il desiderio forte di non far morire l’idea, la volontà di una ragazza che purtroppo non c’è più ma che lascia nel ricordo di tutti un sorriso, un grande cuore ed un disegno, che può diventare il progetto di ognuno di noi. Dopo l’attesa toccante, fatta di artisti e della voce di Mauro che dedica una lettera d’amore a Claudia (forse davvero il momento più ricco e profondo della serata), arriva per noi il momento di entrare in scena, come supporto a dei meravigliosi solisti… è stato emozionante, soprattutto un vero onore aver dato il nostro contributo in una serata così importante. Il nostro maestro Alberto per introdurci ha usato poche parole, semplici ed incisive: “Il Signore è buono… ed anche quando nella vita ci capita di pensare che non lo sia, Lui è sempre lì vicino a noi”. Così è stato certamente per Mauro e lo è tuttora… ci ha davvero colpiti con la sua grande voglia di continuare a sorridere nonostante tutto, trovando la forza anche in un ambizioso progetto d’amore per il prossimo. “Claudia per l’Etiopia” una frase dicevamo… ma non solo… un motto, una passione, una desiderio, un sogno realizzabile… tutto mosso da un grande Amore verso il prossimo. Grazie Claudia, grazie Mauro, grazie a tutti gli artisti per l’indimenticabile serata che c’avete fatto vivere. E non dimenticheremo certamente l’obbiettivo… aiutare l’Etiopia che ha bisogno di noi. FEDER NEWS LA PAROLA AL CHAIRMAN FEDER Pagina 13 Da-da-dan-da-dan (be-le-ben-blen-blen) Da-da-dan-da-dan (be-le-ben-blen-blen) Dan-dan-dan-dan-dan-dan-dan-dan-da (be-le-ben-blen-blen-blen-blen-blen-ble) Avrete sicuramente riconosciuto questo motivetto. Si intitola “Dueling Banjos”: è un dialogo fra una chitarra ed un banjo, immortalato nel film “Un tranquillo week end di paura”. Ed è del week end del 2-3 ottobre a Rivanazzano che vorrei parlare. Che è stato un tranquillo week end ma … non di paura ! Oddio: un po’ di paura all’inizio c’era: paura che qualcosa andasse storto, paura che mancassero dei pezzi, paura che i mixer non si parlassero tra di loro o che i cavi fossero corti. Perfino paura che i cori non arrivassero ! Ma poi la macchina operativa si è messa in moto: sabato pomeriggio a montare tutto. I cori del sabato (la Corale San Germano e Al Ritmo dello Spirito) indaffarati a collegare microfoni, cavi, spie, di tutto. E intanto a scherzare e raccontarsi storie di guerra. Il clima che si respirava sabato, prima dello spettacolo, era veramente magico. Un coro (i “ritmi”) che porta una dozzina di microfoni e si prodiga per trovare la migliore configurazione possibile tra mixer di palco e mixer di sala, tra cavi da tirare e posizionamento dei microfoni sul palco. Un altro coro (i “san germani”) che accetta il rischio di cantare in una modalità per loro nuova (i microfoni direzionali al posto dei panoramici) ma in questo modo semplificando l’installazione che altrimenti sarebbe risultata estremamente complessa. Anche questo è spirito Gospel ! Anche questo è spirito Feder. E mentre tutte queste formichine operose si industriavano a montare l’impianto audio, due genovesi in fondo al palco tentavano di issare lo striscione della Feder (al suo esordio) mentre Cristoforo Colombo si rivoltava nella tomba ad assistere ai patetici tentativi E la domenica mica da meno! Per un coro che arriva tardi (non dico il nome ma non erano né gli Incontro Tempo né i Jazz Gospel Alchemy ehehehe) due cori che aiutano a recuperare la situazione tagliando fortemente la fase di riscaldamento delle voci per non far slittare l’inizio del concerto. In compenso per farsi perdonare gli Squash Blossom sfoderano una artiglieria musicale di tutto rispetto. primo impulso, mostrando molti direttori pronti a mettersi in gioco per migliorarsi. E questo era stato un ulteriore stimolo a far di più. L’invito di Isabella a partecipare a questa prima edizione della rassegna Go-Go-Gospel lo abbiamo quindi interpretato come un altro segnale ad andare avanti con il lavoro della Feder: programmi dibattuti e studiati le notti di estate, tonnellate di mail e di telefonate, contatti con personaggi del mondo gospel d’oltre frontiera, ecc. Ed ecco che tutto quanto comincia a concretizzarsi già a Rivanazzano, in questa Prima Rassegna il cui nome ci fa ben sperare che sarà seguita da una Seconda. Cinque cori della Feder, due al sabato (Corale San Germano e Al Ritmo dello Spirito), tre alla domenica (Squash Blossom, Incontro Tempo, Jazz Gospel Alchemy) e tanto tanto spettacolo. Spero che il pubblico si sia divertito o, come preferisco dire, sia stato bene. Io si ! Seduto comodamente in prima fila, con la mia telecamerina in mano, mi sono goduto: cori, solisti, musicisti, direttori, in tutti i modi e in tutte le salse. Come Feder il lavoro non finisce. Ci sono un sacco di altre cose da fare, a cominciare dalla quarta edizione del Black History Month, che è già in cantiere e che quest’anno sarà preceduta da una serie di concerti per Milano in favore di attività benefiche. E poi il prossimo workshop Direttori, la conferenza telefonica con Rosephany Powell (vedi pagina 3) ecc. Via dunque. Si torna al lavoro ! Ciao Michele Anche questo è spirito Gospel ! Anche questo è spirito Feder. Già, la Feder. Quando un anno fa abbiamo deciso di dare una sterzata alla FederGospelChoirs, che si impegnava con il Black History Month ma era l’unico evento realizzato, non sapevamo bene cosa ci aspettava e cosa avremmo trovato. Il Workshop dei Direttori (marzo 2010) ci aveva dato un LA VOCE DEI CORI E DEI CORISTI Pagina 14 FEDER NEWS di Umberto Garlaschelli Germano Gospel Choirs San Germano Gospel Choirs di Elisabetta Muzzin - corista San Germano Gospel Choirs La musica in sé è un insieme di note che formano una melodia, ma al medesimo tempo la musica è uno specchio, lo specchio dell’anima; costituisce un mondo a parte, dove ogni volta che una persona ne viene a far parte, può esprimersi al meglio e farsi coinvolgere appieno provando emozioni diverse ed intense. La musica ti dà piacere, ti fa sorridere, ti dà speranza, ti fa vivere momenti stupendi e ti aiuta nei momenti difficili. Per molti la musica è ragione di vita, forma di espressione umana capace di avvicinarsi al mistero dell’universo. La musica è il canto della terra, è nel DNA di ogni cantante, ci aiuta a sognare, si fa amare e respirare, quando noi cantiamo, per nostro piacere personale, seguiamo il ritmo del nostro cuore, quando invece cantiamo per e con gli altri, ci mettiamo l’anima, le nostre emozioni e la nostra personalità. Lo scopo finale della musica gospel non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell’anima. - corista San Qualche parola sul Gruppo Corale San Germano di Rivanazzano Terme, detto anche “San Germano Gospel Choir” ogniqualvolta esegue, in concerto, solo brani spiritual e gospel. Nasce ben 32 anni fa (trentadue!) ed è diretto sin dalla costituzione da Isabella Salvo Scarabelli, affiancata dal presidente Giuseppe Romano e dal vice-presidente Massimo Cellana. Originariamente era un coro parrocchiale femminile che accompagnava ogni domenica la messa liturgica esibendosi a 2/3 voci pari, con gli anni l’organico è in parte cambiato e negli ultimi anni ’90 si sono aggiunte le voci maschili, due tenori e due bassi, che hanno permesso di ampliare il repertorio e di iniziare ad inserire brani gospel e negro spiritual. Si canta quasi sempre a 4 voci con l’aggiunta di validissimi solisti ( Annamaria Bernini, Marina Bozzola, Elisabetta Muzzin, Lia Scupelli, Giulio Bertolo). Dal 2000 è possibile contare su un serbatoio aggiuntivo di “voci bianche”, composto da circa 15 ragazzine di età compresa tra i 6 e i 12 anni, sempre guidate dal Direttore del coro degli adulti. Il collante che unisce tutti (se contiamo anche i più giovani siamo circa 40) è la grande passione per la musica e per il canto che riunisce coristi e coriste di estrazione e razza diversa e li rende, da dilettanti quali sono, protagonisti e professionisti nel momento in cui si esibiscono sul palco. L’impegno paga sempre, il canto sa lenire con maestria stanchezza e preoccupazioni unendo fortemente i singoli in un'unica entità “il coro”. Un ringraziamento alla nostra direttrice, persona di ampie vedute, competente, disponibile, tenace, paziente e sempre presente, che ha continuamente valorizzato le capacità di ognuno facendoci sentire elementi indispensabili per le nostre peculiarità. Negli anni la popolarità e la stima per la corale sono aumentate e chi ancora non la conoscesse può rimediare ascoltandola nelle sue frequenti e coinvolgenti apparizioni. Per sapere le future date si può visitare il sito www.coralesangermano.it Al ritmo dello Spirito Alessandra Agosti – Presidente “Al ritmo dello Spirito” A margine della prima serata a Rivanazzano, Alessandra rilascia questa dichiarazione: Questo è il primo concerto della FederGospelChoirs e rimmarrà negli annali. E’ una bellissima iniziativa, faccio i complimenti a Isabella del coro San Germano che ha avuto questa idea e che sostiene l’iniziativa. Siamo contenti di partecipare a questa iniziativa che deve proseguire nel tempo. E’ molto bello che vengano coinvolti tanti cori. Noi, come “Al ritmo dello spirito” daremo il massimo sia come impegno per il concerto che terremo fra poco sia per la Feder, in cui crediamo e sosteniamo. Ed ora vi lascio, è arrivato il nostro il turno. FEDER NEWS LA VOCE DEI CORI E DEI CORISTI Pagina 15 CANTIAMO GOSPEL “CON IL CUORE” di A. Romani Il Gospel come espressione di umanità e preghiera. Spiegare cosa significhi cantare Gospel non è così semplice. Che lo si voglia pensare a livello antropologico come espressione di un popolo che non è il nostro, che lo si consideri una forma di musica sacra, oppure che lo si veda esclusivamente come un genere musicale, o che sia una somma di tutte le accezioni possibili, sembra sempre che manchi qualcosa. Noi dei Tibur Gospel traduciamo questo “qualcosa” con ciò che il maestro dice alla fine di quasi tutti i concerti: “Quello che cantiamo, lo cantiamo con il cuore, lo cantiamo perché lo sentiamo nostro, perché ci crediamo!”; la ragione principale per cui ci piace cantare Gospel è il suo essere una forma artistica tanto bella quanto carica di umanità, possiamo cantare con il cuore perché possiamo credere nella gioia e nella speranza di tutti gli uomini che le hanno intonate nel corso dei secoli. Anche un profano sarà in grado di percepire il nostro entusiasmo, come di capire la profondità di uno spiritual cantato da uno schiavo che abbia per tema la speranza o la gioia, il dolore o la morte; probabilmente in questa maniera si semplifica eccessivamente il Gospel, ma allo stesso tempo si incentiva una più universale partecipazione del pubblico, avvicinandosi così al senso di unità tipico di questo genere musicale. Anche questo è un tema a noi molto caro, in quanto, se chiaramente (sarebbe inopportuno solo pensarlo) non possiamo capire cosa sia significato essere schiavi o comunque discriminati, possiamo ugualmente provare ad esprimere la forte spiritualità di questi canti e il loro senso di comunità, la loro necessità di essere un gruppo che prega insieme, un coro. La preghiera a sua volta è uno dei tratti interessante del gospel: i testi gospel sono diretti, usano forme semplici che però riescono a comunicare concetti incredibilmente ricchi. Un caso emblematico è quello del termine “Cry”, il modo più comune per dire piangere, significa anche lamentarsi, chiedere ed in genere indicava qualsiasi richiamo somigliasse ad un lamento; quindi possiamo immaginare che quando in “Speak to me” cantiamo “Ascoltami quando piango” (Hear me when I cry) chiunque potrebbe pregare esprimendo sinceramente ciò che prova, che sia la richiesta di un bambino un po’ capriccioso o il pianto di un uomo disperato. Quindi riassumendo, quello che amiamo del Gospel sono i suoi temi universali, la semplicità con cui si apre alla preghiera; ma soprattutto proviamo gioia nel poterlo cantare, “col cuore” ovviamente. Ufficio stampa Tibur Gospel Singers ufficio [email protected] Bollettino trimestrale n. 1 Novembre - Gennaio www.federgospelchoirs.com e mail: [email protected] redazione: [email protected] finito di impaginare il 2 novembre 2010