un magico successo Feder che torna a farsi

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F EDER N EWS
Sommario
Nov. – Genn. - Numero 1/2010
Feder Gospel Choirs – www.federgospelchoirs.com [email protected]
Direttore artistico: Pietro Catanese
Chairman: Michele Marando
Comitato di redazione: Lucilla Sivelli, Katia Zaina
Ha collaborato: Silvia Colorizio
Redazione: [email protected]
LA FEDERAZIONE
1 FederGospelChoirs: una nuova casa
per condividere ispirazione,
messaggio e tecnica (di Pietro
Catanese)
2 Perché una Federazione Gospel? E’
una rete che connette i cori
IL PERSONAGGIO E L’INTERVISTA
3 Rosephanye Dunn Powell
racconta la sua edizione del
BLACK HISTORY MONTH
4 Piero Basilico racconta
l’esperienza del suo coro, il
“Bruco”
ANTICIPAZIONI
7 Primavera 2011: Secondo
Conducting Workshop e Class
Solisti
EVENTI FEDER
8 Biella chiAma Gospel: un magico
successo Feder che torna a farsi
sentire
9 Rivanazzano Terme: Maratona
Canora
LA PAROLA A
10 C’è il modo giusto e c’è il modo
sbagliato. Ma io voglio che lo
facciate a modo mio (di Monica
Bernassola)
11 Certi giorni vorremmo non
finissero mai! (di Carlo Bianco)
12 Aiutare e sostenere gli altri: anche
questo è spirito Feder (di Giusi
Berlingò)
13 Michele Marando commenta la
maratona di Rovanazzano
LE VOCI DEI CORI E DEI CORISTI
14 Riflessioni di Coristi
15 Cantiamo Gospel “Con il cuore”
FEDER
NEWS
LA PAROLA AL DIRETTORE ARTISTICO
Pagina 1
FederGospelChoirs: una nuova casa
per condividere ispirazione, messaggio e tecnica
di Pietro Catanese
Care amiche e Cari amici,
eccoci di ritorno dalle ferie! Ci aspetta
un’altra stagione in cui ognuno di noi
dovrà farsi in quattro per bilanciare il
lavoro, gli impegni personali e
l’impegno profuso per le nostre
associazioni corali. Forse per alcuni
un importante hobby (se così si può
definire), ma per la maggior parte di
noi credo sia meglio descriverlo come
un percorso dove le emozioni che
riceviamo, al di la’ delle parole, sono
una straordinaria ricompensa. Un
istante magico che ci aiuta ad
ascoltare i nostri sentimenti profondi, i
pensieri umani sul senso della vita.
Riprendendo le parole da una e-mail
che ho ricevuto, sono sempre più
convinto che “... portare i mattoni per
costruire questa casa del gospel,
che dovrà ospitare questa nuova e
bellissima famiglia ...”, sia molto
importante ma, al contempo, sia
anche una bellissima esperienza per
tutti noi.
Giunti alla quarta stagione, aprendo con questo primo articolo - la porta
della
nuova
casa
della
FederGospelChoirs, lasciatemi quindi
dare il mio migliore bentornato agli
amici che hanno fin qui sostenuto e
dato forza all’iniziativa e un
benvenuto a quelli che ne entreranno
a far parte, anche grazie alla nuova
sede di Roma e quella costituente
della Calabria.
Negli ultimi mesi abbiamo lavorato
molto all’organizzazione ma l’aspetto
che ritengo più importante è rimasto
intatto: il clima di semplicità e di
scambio
che
da
sempre
ci
caratterizza. Un ambiente favorevole
affinché le diverse associazioni corali,
operanti su tutto il territorio nazionale,
possano ricercare insieme una
comunità di intenti e di sostegno
reciproco. Sono da sempre convinto
che la condivisione delle conoscenze
dei diversi Direttori, dei Presidenti
delle associazioni o di chi vive la
coralità Gospel, abbia di per se un
valore di esperienza per tutti. Ogni
associazione vive il Gospel in
maniera diversa, a volte, magari,
contrastante, ma scambiare libere
Pietro Catanese, Direttore
artistico FederGospelChoirs
riflessioni
e
partecipare,
nonché
condividere analisi su argomenti specifici
e/o risultati di ricerche, non può che
essere un’occasione di straordinario
valore.
La
direzione
è
segnata:
la
FederGospelChoirs vuole essere il luogo
dove la musica trova le condizioni più
favorevoli. Potrebbe sembrare ambizioso
ma non si tratterà solamente di
organizzare qualche evento durante
l’anno, bensì di dare vita a un
movimento attivo che porti ad un’azione
costante al servizio delle corali
associate. Una missione caratterizzata e
volta a sviluppare, in quantità e qualità, il
progresso delle formazioni, dei coristi,
dei direttori e dei dirigenti dei cori
associati.
Per raggiungere questi scopi non
possiamo sottovalutare che il “segno”
che ognuno di noi lascia nel proprio fare
artistico non può che passare attraverso
l’importante fattore della messa in opera.
Proprio per questo motivo quest’anno
verrà
data
maggiore
enfasi
al
coinvolgimento di esperti della coralità.
Un coinvolgimento volto a valorizzare le
risorse presenti nelle corali attraverso
incontri
e/o
conferenze
(anche
telefoniche) con esperti autorevoli quali
direttori internazionali, maestri della
voce,
sceneggiatori,
coreografi
e
manager. Una serie di iniziative che,
oltre ad essere incontro e scambio
diretto di esperienze tra i partecipanti,
siano caratterizzate da un valore
pedagogico
volto
alla
ricerca
dell’importante miscela “ispirazione,
messaggio e tecnica”, sempre e
comunque,
con
l’obiettivo
di
individuare e sviluppare l’approccio al
repertorio dei Gospel Choirs. Si
focalizzerà quindi l'attenzione sulla
voce e sulla coralità, in senso più
globale, partendo dalla tecnica vocale
per andare 'oltre' ad essa, toccando i
vari aspetti volti a sviluppare una
personalità artistica più completa,
affinché “tutto il corpo canti”.
Tra le varie iniziative che abbiamo
deciso di attivare quest’anno vorrei
citare anche questo “giornale”, il
trimestrale “FederGospelNews”, che
sicuramente contribuirà, e non poco, a
valorizzare le iniziative delle singole
corali e a creare occasioni di scambio.
Un
trimestrale
quindi
per
un‘informazione
aggiornata
sulle
attività delle varie corali attraverso
reportage, foto ed eventi, notizie e
resoconti sul mondo del gospel, con
particolare riferimento ad attività ed
interessi delle singole corali, scritto e
sviluppato con la contribuzione
giornalistica di tutti i cori associati.
Lasciatemi concludere con ... “you do
your best and let God do the rest !!”
A presto,
Pietro Catanese
REDAZIONALE
Pagina 2
FEDER
NEWS
Perché una Federazione Gospel?
E’ una rete che connette i cori
La musica Spirituals & Gospel, nata negli USA, è oggi un fenomeno religioso, culturale e sociale che non
può più passare inosservato. Arrivata in Italia – sicuramente anche per moda - negli anni ’60, solo negli
ultimi dieci anni ha ottenuto una crescita costante di interesse facendo rinascere un’attenzione per la
coralità che, pur essendo il nostro il paese del bel canto, stava diminuendo di attrattiva per le nuove
generazioni.
Questa importante diffusione, per quanto il gospel possa essere piacevole all’ascolto, non può essere però
interpretata solo come una moda musicale. Quello che è emerso, giorno dopo giorno, è la necessità da
parte di molti di noi di condividere sopratutto i messaggi ed i valori universali che questa musica sa
trasmettere con semplicità, ricchezza e profondità.
Con l’intento di creare un ambiente favorevole affinché diverse associazioni corali, operanti su tutto il
territorio nazionale, potessero ricercare insieme una comunità di intenti e di sostegno reciproco, le
associazioni Jazz Gospel Alchemy e Old Spirit Gospel Singers, hanno dato vita, due anni fa circa,
all’associazione FEDER GOSPEL CHOIRS, per valorizzare così anche in Italia questo movimento
culturale.
L’associazione culturale musicale Feder Gospel Choirs è una libera associazione democratica, apartitica e
aconfessionale e si è prefissa come scopo la promozione, lo sviluppo, la diffusione e la valorizzazione
della passione e dell’esercizio dell’arte musicale, in primo luogo di quella corale Negro-Spirituals e Gospel.
Oggi oltre 15 corali hanno aderito all’iniziativa, a dimostrazione che la dichiarazione di intenti che questa
Federazione si era inizialmente posta è stata largamente attesa. E con successo!
FEDER
IL PERSONAGGIO
Pagina 3
NEWS
Rosephanye Dunn Powell racconta la sua
edizione del Black History Month
AI MICROFONI DELLA FEDERGOSPEL IL GRANDE PROFESSORE DELLA VOCE SVELA PARTICOLARI CHE LASCIANO
PRESAGIRE GRANDI EMOZIONI E SORPRESE
sentire e preparare le parti musicali prima
dell’inizio del workshop.
All’inizio del workshop i partecipanti
saranno liberi di utilizzare le partiture, ma
poi
li
incoraggerò
ad
ascoltare
attentamente per entrare profondamente
nella tradizione della musica nera afro
americana, imitando quello che sentiranno
e chiederò loro di eseguire le parti
esprimendo la musica con partecipazione
appassionata e intima.
Rosephanye Dunn Powell
Intervista di Pietro Catanese
D:
Benvenuta
presentarti?
Rosephanye.
Vuoi
R: Certo. Mi chiamo Rosephanye Dunn
Powell, insegno all’università di Auburn in
Alabama come professore della voce, sono
specializzata in musica gospel e canto
spiritual afro-americano.
Non sta a me dirlo ma sono una dei
compositori afro-americani più pubblicati
negli Usa.
Mio marito ed io abbiamo ottenuto un
dottorato presso l’università della Florida
dove siamo stati allievi di André Thomas
che Vi ha diretti al BHM del 2010.
D: Come lavori con i cori, qual è il tuo
approccio, il tuo stile d’insegnamento nei
cori gospel?
R: Sono molto eccitata perché è la prima
volta che lavoro con un coro europeo,
anche se tengo stage di gospel nel mio
paese (USA) ogni anno. Il mio approccio
nell’insegnamento di canzoni gospel
consiste nel coinvolgere e accendere
l’entusiasmo delle persone presenti,
avvicinandole al significato vero della
musica gospel, osservando prima come le
persone si propongono, cosa portano del
loro mondo e qual è il loro background per
poi lavorare, attraverso la musica,
condividendo con loro il significato che
vivo personalmente e la mia esperienza
maturata nella musica gospel. Cerco di far
loro abbracciare questo mondo.
Lo scopo che vorrei raggiungere durante il
Workshop non è quello di fare “musica
perfetta”, ma fare in modo che tutti
facciano parte dell’esperienza che il gospel
permette di vivere sentendo e percependo
la musica come espressione di sentimento
verso Dio. Attraverso la musica allo stesso
tempo cerco di trasmettere il modo con cui
io esprimo la mia passione per Dio…
Anticiperò via web le copie degli spartiti
musicali a Pietro Catanese (direttore
artistico ndr) e le tracce di ogni parte in
modo che tutti abbiano l’opportunità di
Gli
stili
che
presenterò
saranno
principalmente quelli che, a livello
temporale, rappresentano le 3 fasi storiche
della musica gospel, ovvero: afroamericano, spiritual (da cui arriva la
musica gospel), gospel tradizionale
e
gospel contemporaneo. In questo modo i
partecipanti
potranno
percorrere
l’esperienza completa del mondo gospel.
D: Ci racconti con quale intento hai scelto i
brani per noi?
R: I 5 pezzi scelti sono alcuni spirituals,
uno fra questi, di Moses Hogan, “Old Time
religion”: fa parte dell’antica tradizione nera
spiritual, molto conosciuto e cantato in
America nelle chiese nere; ogni afro
americano la conosce, in Alabama viene
cantata ovunque in tutte le chiese
“I wonna be ready”: trovo che sia un brano
bellissimo, è uno spiritual che contrasta
quello di M.H., è anch’esso molto
conosciuto ma recentemente l’ho ripreso,
viene cantato nelle piccole chiese nere.
“The storm is passing over”: era un inno
bianco tratto da un libro di inni. Infatti nella
tradizione delle chiese nere venivano
adottati spesso testi derivati da inni che in
origine facevano parte della tradizione
bianca
e
molte
canzoni
gospel
cominciarono a essere rielaborate per
adottare uno stile nero. Questa canzone, in
particolare, diventò una delle più importanti
canzoni gospel nelle chiese nere del paese
e attualmente è cantata in tutte le chiese
americane, comprese quelle bianche.
Le ultime due canzoni sono di gospel
contemporaneo, una l’ho composta io, “He
is wonderful”, diventata molto popolare in
America grazie ad André Thomas: ha ritmo
molto vivace, creando così grande energia
ed entusiasmo ed è, anche questa, molto
popolare nelle chiese bianche.
L’ultima canzone, bellissima, è “Magnify
the Lord”. Rappresenta una pietra miliare
nella musica gospel per i mass-choir
contemporanei in America (termine masschoir: cori composti da molte persone,
200/300, che cantano nelle funzioni
religiose), viene utilizzato nei grandi cori in
occasione di manifestazioni e crea molto
entusiasmo.
Ho scelto questi brani perché sono certa che
saranno bellissimi da studiare e realizzare da
questo grande coro che si formerà nel ws,
serviranno per passare il messaggio che ho in
mente e, attraverso questa musica , potremo
vivere una meravigliosa esperienza divertente,
eccitante e coinvolgente.
D:
Grazie
Rosephanye
per
la
tua
partecipazione al ws, per aver accettato il
nostro invito. Noi siamo molto orgogliosi di
averti con noi. Quali sono le tue aspettative
verso il coro che verrai ad incontrare in Italia,
vista anche la tua prima esperienza europea?
R: Ho diverse esperienze precedenti, ho
lavorato con realtà corali di scarsa esperienza
come con cori di elevata capacità nel canto. Le
persone non dovranno venire al ws con
l’obiettivo di essere perfette, non dovrà essere
un’occasione per far vivere loro un’esperienza
difficile, ma il mio compito sarà di accogliere
ciascuno di loro adattandomi alla situazione e al
coro che avrò di fronte per permettere alle
persone di lavorare al meglio, cercando di farle
appassionare alla musica gospel.
D: Hai domande per noi?
R: La domanda di Lucilla è molto interessante,
ho partecipato a workshop in cui le persone
hanno avuto un’esperienza “negativa” poiché
venivano con l’intento di colmare troppe
aspettative.
Quello che invece vorrei realizzare è che le
persone prendano confidenza con la musica
gospel e se ne appassionino. Voglio che le
persone che parteciperanno al ws vengano con
il desiderio di capire un po’ di più del mondo
gospel e che andando via portino dentro
sentimenti di gioia e di entusiasmo, voglio che
possano dire “quanto mi è piaciuta
Rosephanye”, “quanto amo Dio”, “che
meravigliosa esperienza ho vissuto”, sicure di
aver trascorso dei bellissimi momenti insieme.
Ora voglio fare io una domanda a voi: cosa vi
aspettate VOI da me?
D: siamo sicuri che trascorreremo dei bei
momenti insieme e speriamo che rientrando in
America potrai ricordare con piacere l’Italia e le
persone che avranno partecipato a questo
weekend gospel.
R: E’ stato un piacere per me. Comincerò
subito a lavorare alle parti e prima di fine anno
riceverete tutto il materiale per il workshop.
Grazie e a presto
L’INTERVISTA
Pagina 4
FEDER
NEWS
Il Direttore Artistico del “Bruco” racconta la sua esperienza
intervista di Lucilla Sivelli
Direttore carismatico che ha fatto molta strada: come e
quando è nata la tua realtà corale? E soprattutto qual
è stata la molla che ha funzionato come motore
principale per la vostra bellissima realtà?
La storia del BRUCO (BRUsuglio COro) è una storia
semplice, nella quale credo che si potranno riconoscere
molti
gruppi
corali
italiani.
Formalmente il coro nasce nel 1989 per ridare vitalità
all’animazione musicale liturgica della Parrocchia S.
Vincenzo di Brusuglio, ma molti dei componenti cantavano
insieme già da tempo (almeno dal 1978, ed alcuni prima
ancora…).
Presto abbiamo sentito che potevamo andare oltre il
nostro impegno nella Liturgia (che rimane tuttora) e
abbiamo percorso la strada dell’arrangiamento originale
per coro misto di brani popolari, producendo anche alcuni
concerti/recital (per esempio” Il Bruco e la farfalla”).
Personalmente poi ho sempre apprezzato e coltivato fin da
giovanissimo l’amore per la musicalità afroamericana,
dunque ho introdotto i primi spirituals, in particolare un
medley che noi abbiamo intitolato semplicemente “Spiritual
Mix”, che ai tempi riscosse un notevole successo tra i
coristi.
La musica Gospel ha fatto il resto, abbiamo imparato da
subito ad amare cantando, e nel 1993 abbiamo portato in
giro il recital “The Gospel Train”.
Da allora il repertorio è cresciuto e l’incontro con tantissimi
fratelli e sorelle ci ha portato a cantare in giro per l’Italia, e
talvolta
anche
fuori.
Tutto questo è documentato nei due cd “A Ticket to
Heaven” e “Live”, nonché nel DVD “Oltre la Musica” che
racconta un po’ la nostra esperienza di vent’anni.
Quali difficoltà si incontrano oggi nel gestire un
soggetto di "volontariato musicale" come un coro
Gospel?
Se vogliamo affrontare il discorso delle difficoltà
facciamolo, ma prima vorrei sottolineare che tutte le fatiche
sono state ripagate con abbondanza dalle amicizie e dagli
incontri, spesso sorprendenti per la loro profondità e
bellezza, con moltissime persone che condividono con noi
un ”pezzetto di strada”.
Credo che condividere con altri queste fatiche possa
essere utile per valutarle nella corretta proporzione; la
fatica più grossa a mio parere è far andare d’accordo i due
“grandi Spiriti” che pervadono il mio coro, e che sono
presenti anche dentro di me: da una parte lo Spirito di chi
ama il coro soprattutto per la sua disponibilità, per la sua
allegria e per la sua capacità di coinvolgere, dall’altra chi
invece desidererebbe approfondire maggiormente gli
aspetti tecnici e qualitativi, vocali e musicali, al fine di
raggiungere un livello tecnico più evoluto.
Io credo che questi due aspetti siano entrambi preziosi e
necessari, e quindi ognuno debba impegnarsi a fondo per
mantenerli
e
migliorarli
tutti
e
due.
Un altro notevole scoglio per la sopravvivenza di un coro
come il nostro è la costanza e la dedizione dei coristi;
Piero Basilico – Direttore
artistico del coro “Bruco”
bisogna che tutti arrivino ad essere consapevoli che
l’assenza anche di una sola persona - magari all’unica prova
settimanale - è un avvenimento molto importante, sia per il
singolo che per il gruppo… spesso ho notato una certa
superficialità
e
scarsa
autostima
che
tende
all’autogiustificazione in caso di assenza (“… tanto se manco
io non se ne accorge nessuno…”) che porta a risultati molto
negativi per tutti.
Invece sul fronte della sede e su quello finanziario non
abbiamo mai avuto grosse difficoltà, essendo comunque un
coro “parrocchiale evoluto”abbiamo dietro una comunità che
ci sostiene e che ci ospita.
Dimenticavo! Una fatica ulteriore, specialmente per un coro
“esperto”, è rimanere aperti e disponibili a nuovi ingressi:
stiamo vivendo questa realtà da diversi anni, e ormai siamo
giunti alla conclusione che, pur con certe attenzioni, è
fondamentale che ci siano sempre persone nuove e diverse,
per dare un senso sempre nuovo alle nostre canzoni e
tenere sempre spalancate le braccia ai fratelli che
incontriamo.
Qual è il tuo approccio interpretativo ad un repertorio
così vasto come il concertismo dei Negro-Spiritual, del
Gospel e della Contemporary Christian music?
Personalmente, amo moltissimo il repertorio del Gospel
tradizionale, quello dagli anni ’30 agli anni ’70 del secolo
scorso, ed altrettanto il repertorio Spiritual a Cappella.
In particolare, sia per gusto personale che per caratteristiche
del BRUCO, preferisco i brani in cui il coro ha una parte da
protagonista, e cerco di evitare i brani in cui i solisti fanno la
parte da leoni e il coro partecipa solo come “animazione”.
FEDER
NEWS
L’INTERVISTA
Pagina 5
Questo non vuol dire che io non ami il repertorio
contemporaneo, anzi negli ultimi anni abbiamo
frequentato tale repertorio e ci siamo divertiti molto, ma il
grande innamoramento con la musica Gospel l’ho avuto
con il repertorio “Traditional”. Per citare alcuni brani
“Precious Lord…”, “Didn’t it rain”, “How I got over”, per
esempio in questo periodo non riesco a togliermi dalla
testa il brano di Andrae Crouch “The Blood will never
loose his power”, vi consiglio di ascoltarlo.
Relativamente alla tua realta’ corale, quali sono le
tendenze musicali che preferiscono i tuoi coristi?
Naturalmente ci sono diversi gruppi di “tifosi” all’interno
del BRUCO: alcuni amano il repertorio degli Spirituals a
cappella, negli arrangiamenti di Dawson oppure di Moses
Hogan, altri amano i traditional come “Down at the cross”
e “Get away Jordan”, altri ancora si struggono per i lentoni
contemporary come “Let the rain of your presence…”,
oppure si agitano e ballano sulle note di “You are good” di
Israel Oughton e cose simili; direi però che tutti quanti
amiamo il “Gospel totale” e nel corso degli anni abbiamo
individuato tre canzoni che abbiamo definito come pilastri
incrollabili del Gospel, che sono “Amazing Grace” (trad.),
“ Precious Lord take my hand” (T.A. Dorsey) e “Total
praise” (R. Smallwood)
Oggi si può comporre, o arrangiare, partendo dalla
tradizione americana ricercando uno stile Gospel
Italiano?
Io credo fortissimamente di si. Per tutta la mia vita ho
cantato e suonato in Chiesa i canti religiosi – tradizionali e
giovanili – e ho utilizzato uno stile molto più vicino al
Gospel che non al canto liturgico tradizionale. Credo che i
tempi siano maturi per realizzare un repertorio di canti
religiosi – utilizzabili anche nella liturgia cattolica – che
abbiano la stessa capacità di coinvolgere e comunicare
che hanno i brani Gospel americani.
Credo che fondamentalmente sia un problema di
conoscenza: da una parte bisogna conoscere la musica
Gospel e dall’altra bisogna essere completamente
immersi nella nostra tradizione – solo chi è in queste
condizioni può dare un contributo efficace.
Uno dei grossi ostacoli è certamente la lingua: l’inglese è
più adatto a brani ritmici, l’italiano è più melodico. Ma direi
di più: si tratta di un problema di coerenza, di fede e di
appartenenza! Infatti molti cantano in inglese testi che
farebbero molta fatica a pronunciare in italiano – per
vergogna o perché in italiano certe parole risultano molto
impegnative – specialmente se cantate davanti a
centinaia di persone:
Immaginatevi di cantare, con coerenza, “…Meravigliosa
Grazia, dolcissimo suono, che ha salvato un povero
derelitto come me, …una volta mi ero perso ma ora sono
salvato, ero cieco ma ora vedo!” – si tratta di credere, di
avere fede in Gesù Cristo morto e risorto, e di proclamarlo
a tutti. Personalmente sto scrivendo da tempo brani
“gospel” in italiano, e spero che nei prossimi anni
riusciremo a farli diventare parte del repertorio del
BRUCO.
Per molti la musica è il culmine di tutte le arti. Secondo
la tua esperienza personale quali sono le corde che
tocca la musica Gospel per un credente?
Non sarò certo io a spiegare perché la musica riscuote un
così grande successo in tutte le sue forme, non so
veramente
da
dove
cominciare.
Io credo che la musica Gospel svolga un ruolo molteplice,
perché accompagna le persone durante tutta la giornata, e
li tiene vicini alla parola di Dio rivelata nel Vangelo. Molti
hanno incontrato le scritture attraverso la musica Gospel,
scoprendo che ciò che ascoltavano e cantavano da
sempre non erano altro che salmi e brani di Vangelo: a me
capita ancora oggi. Vorrei far mie le parole di un brano che
ho sentito cantare da Billy Preston, grande musicista con
profonde radici nel Gospel, che dice “…Music is the voice
of God… an International language understood by
everyone…” la musica è la voce di Dio, un linguaggio
internazionale che tutti possono capire – e mi sembra una
buona sintesi.
Quanto, secondo la tua visione, l'esperienza del canto
corale rappresenta uno strumento di crescita sia a
livello personale che artistico?
E’ una domanda trabocchetto per uno che vive di coro da
più di vent’anni, ma cercherò di essere preciso e obiettivo.
Credo che cantare in un coro sia un’esperienza molto
vicina ad una metafora della vita umana. Si tratta di
imparare a vivere insieme, a far parte di un tutto che
funziona bene solo quando i singoli danno il loro
contributo, e nello stesso tempo quando arrancano tra le
difficoltà, lo “Spirito del coro” lavora in modo da sostenere i
singoli componenti e supplire alle loro fatiche.
In un coro giovani e “maturi” cantano insieme, e maggiori
sono le differenze, migliore è il suono che si ottiene. Ci si
affida ad un direttore che, metafora della vita, crede di
condurre il gregge, ma nello stesso tempo è svezzato,
sfamato ed educato dalle sue pecore fino a quando si
accorge che anche lui, senza il suo coro, non è nulla.
Quindi credo che cantare in coro sia un’esperienza umana
insostituibile e da suggerire a tutti (…quelli minimamente
intonati…)
L’INTERVISTA
Pagina 6
FEDER
NEWS
“IO NON CREDO MOLTO NELLE ISTITUZIONI CHE “SCENDONO DAL CIELO”, CREDO INVECE
CHE UNA FEDERAZIONE DI CORI POSSA ESSERE ESEMPIO DI QUELLA SOLIDARIETÀ CHE
SPESSO RIEMPIE LA BOCCA DI MOLTI… E LE MANI DI POCHI”
Le corali Gospel sono associazioni molto vitali, quali
sono i vostri progetti nel cassetto?
I progetti sono molti, anzi, un esercizio importante è la
selezione e la verifica dei progetti al fine di evitare di
imbarcarsi in operazioni “massacranti”. Ormai moltissimi
cori organizzano, versando lacrime e sangue, seminari di
tutti i tipi, noi per quest’anno rimarremo in attesa e
parteciperemo a seminari organizzati da altri, magari dagli
amici della FederGospel. Verso la fine del prossimo
gennaio organizzeremo il secondo Gospel Meeting, con la
preziosa ed insostituibile collaborazione dei nostri fratelli
del Freevoices Gospel Choir di Beinasco e del FVG Mass
choir di Alessandro Pozzetto e Rudy Fantin.
Nel frattempo stiamo allestendo la nuova sede per le prove,
che dovrebbe facilitare un po’ il lavoro di tutti, e
sicuramente ci dedicheremo ad approfondire alcune
questioni tecniche con incontri e lezioni con diversi
insegnanti. Abbiamo in programma diversi concerti a
sostegno di associazioni di volontariato, ma stiamo dando
particolare importanza alla nostra “campagna di adesione”:
cerchiamo, oggi più che mai, nuovi coristi, certi che la
strada dell’apertura e dell’accoglienza è quella più coerente
con il nostro essere coro. Probabilmente qualcuno dei
lettori ci incontrerà in alcune parrocchie Milanesi, durante
l’animazione delle celebrazioni liturgiche, a cui faremo
seguire dei brevi concerti: speriamo soprattutto di invogliare
giovani voci ad intraprendere la carriera del corista!
Il progetto della FederGospelChoirs vuole valorizzare
la coralita’ Gospel amatoriale italiana e tutti i
componenti del direttivo sono volontari che operano
attivita’ libera e gratuita. In base alla tua lunga
esperienza di direttore, relativamente alla tua corale
quale potrebbe essere il valore di questa iniziativa?
Quali suggerimenti vuoi dare ai componenti
dell’associazione?
Ho aderito entusiasticamente al progetto della
FederGospelChoir, soprattutto perché la proposta viene da
un gruppo di persone che ha dato dimostrazione di
coerenza e dedizione.
Io credo che i cori Gospel “amatoriali” – i professionisti non
sono il mio campo – abbiano certamente bisogno di un
supporto istituzionale che li aiuti nelle difficoltà
organizzative (assicurazione, statuto, questioni fiscali), ma
soprattutto credo che sia necessario creare una rete di
relazioni, di rapporti profondi tra i cori, che porti a
collaborazioni più frequenti, che aiuti i giovani direttori a
raggiungere un repertorio adeguato (… quanta fatica
abbiamo fatto noi “vecchi” per trovare certe cose quando
internet era solo un progetto…).
Io non credo molto nelle istituzioni che “scendono dal cielo”,
credo invece che una federazione di cori possa essere
esempio di quella solidarietà che spesso riempie la bocca di
molti… e le mani di pochi.
Credo che l’esperienza della prima edizione del
“Conducting workshop” sia molto preziosa, un successo per
la Federgospel. Non vedo l’ora di ripeterlo, sperando di
rincontrare i vecchi amici e soprattutto nuovi direttori
desiderosi di condividere la propria musica.
Penso anche che sulla falsariga del seminario per i direttori
sarà possibile anche organizzare corsi per i coristi, a cui
potranno partecipare intere corali o singoli componenti,
suddividendo i costi ed aumentando quella “comunicazione
trasversale” (cioè diretta fra coristi delle varie formazioni –
senza l’intermediazione dei direttori) che porta sicuramente
tanto entusiasmo per tutti.
Più che un suggerimento farei un augurio a tutti gli amici
della FederGospel – cercare di mantenere quello Spirito
semplice e genuino dimostrato finora – senza cadere nella
tentazione di autodefinirsi “i migliori”, “i primi”, “i più grandi” ,
continuando, con coerenza ed attraverso le difficoltà che
probabilmente incontreremo, ad “allargare il cerchio” ed ad
accogliere tutti i fratelli e le sorelle che il Signore vorrà
metterci a fianco in questo pezzo di strada da percorrere
insieme verso la casa che il Lui stesso ci ha preparato.
Il Signore vi benedidica tutti, a presto. BigP
Grazie Piero e alla prossima
FEDER
ANTICIPAZIONI
Pagina 7
NEWS
2° Conducting Workshop
Dopo il grande successo dell’anno scorso, a
marzo 2011 si terrà a Cesano Boscone il
secondo Conducting Workshop, dedicato ai
direttori dei cori Gospel e Spiritual.
Primavera 2011: Master Class Solisti
Con grande soddisfazione vi vogliamo anticipare che quest’anno la master class per solisti
sarà diretta da un interprete di valore internazionale: Ernest Vaughan.
Il workshop, che si terrà il prossimo anno a Roma e Milano tra Aprile e Maggio 2011, sarà
un momento di studio intensivo dedicato proprio all’aggiornamento di cantanti solisti Gospel.
Sarà possibile partecipare anche come uditori e per i coristi appartenenti a corali FGC sarà
applicata la tariffa ridotta.
Nel prossimo numero i dettagli per la partecipazione.
EVENTI FEDER
Pagina 8
Biella chiAma Gospel:
un magico successo Feder
che torna a farsi sentire.
Tutto è inizi ato lo scorso anno dal
desiderio di Biella
Gospel Choir di mettere la musica della Buona Novella a
servizio di bu oni progetti. Ed è subito stato un su ccesso.
Un magico successo che si è ripetuto sabato 16 ottobre
al Teat ro So ciale di Biell a in occasione d ella seconda
edizione di Biella chiAma Gospel.
Con un teat ro stracolmo di pubblico (tutto esaurito e
parecchia gente in fila im possibilitata ad entrare) e un
palco altrettanto affollato di cori sti, musicisti e ballerini, la
serata è sta ta un crescendo di n ote, entu siasmo e
sintonia tra cori e plate a. Tutti insi eme n el G ospel e
ognuno a m odo suo, pe r non essere nessuno spettatore
né d ello spettacolo né del pro getto u manitario pe r cui è
nato: allora sì che il successo è magico.
Lo spettacolo – presentato dal Prof. Enrico Martinelli - si
è ape rto in silenzio con la proiezi one del plu ripremiato
video “Un Cuore n elle T enebre” reali zzato da Ma rco di
Castri sull a Pediatria di Kimbondo e la scon certante
realtà di migl iaia di bambini orfa ni di guerra che vivono
girovaghi in Congo abbandonati a loro stessi.
Cruda q uanto pa cata te stimonianza quella di Di Castri,
che la scia uno spira glio di spe ranza alle oa si di
solidarietà quali Kimbondo, amoroso cuore nelle tenebre
della de solazione cong olese forse i n g rado di camb iare,
Fausto Ramella e Laura Robuschi
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come evoca il titolo stesso, la dramm atica realtà d i un
pesante reta ggio colo nialistico magi stralmente descritto
dallo scrittore Jo seph Conrad nel suo “Cuore di
Tenebra”.
Il silenzio si è quindi sciolto in musica con la perfomance
del Biella Gospel Choir di Fausto Ramella Pajrin seguita
da quella d el Free Voi ces Go spel Choir di L aura
Robuschi e da una sessione finale con entrambi i cori, le
rispettive ba nd e i b allerini tutti insie me sul pal co in
un’esplosione di note, em ozioni e grande energia. Per il
gran finale con il classico “O h Happy Day” sono st ati
calorosamente invitati in scena dalla platea anche alcuni
componenti di cori ader
enti all’Associazione Fede r
Gospel Choirs, il cui p residente Pietro Cata nese era
presente in sala.
Il pubblico ha parte cipato lasci andosi tra sportare e
anche divertire dai beniamini di casa e dai Free Voi ces,
nella loro spettacol are esibizione fa tta di 80 voci e
persone che cantano e si m uovono in perfetta sincronia
passando dal Go spel più tradi zionale a q uello più
contaminato dal ra p e d al pop, come n el bra no “Joyful,
Joyful” proposto ne lla ve rsione inc lusa n ella for tunata
pellicola “Sister Act 2”.
Alla fine la festa è stata grande: l’obi ettivo di raccolta
fondi pe r l’a cquisto di u n’emoteca p er la pe diatria di
Kimbondo, in cui op
erano an che g li amici biell esi
Marinella Len tini e Marcell o Quin ci, è stato raggiu nto e
addirittura superato grazi e alla mu sica, alle imma gini,
all’intervento-testimonianza di alcune persone re sidenti
a Kimbon do e so prattutto alla ge nerosità del pu bblico,
della Pa rrocchia di Sa n Biagio, d egli sp onsor, delle
istituzioni locali e di quanti hanno offerto in silenzio il loro
prezioso contributo.
La terza e dizione di “Biella chiAm a Go spel” è gi à st ata
annunciata nel corso dello spettacolo dall’Assessore alle
Manifestazioni del Comune di Biella ed è prevista in data
15 ottobre 2011.
Una piacevole so rpresa i n diretta e anche un gradito
riconoscimento per un a manifesta zione che vuole
incarnare sinceramente lo spirito del Gospel nell a sua
espressione artistico-musicale e di fra terna solida rietà
umana.
Free voices gospel
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EVENTI FEDER
Pagina 9
Rivanazzano Terme: Maratoneti canori per il primo evento Feder
editoriale di Michele Marando a pagina 13
La redazione
Rivanazzano Terme ha vissuto e ha fatto vivere ai propri abitanti
due giorni densi di musica e di emozioni!
Nell’ aperta e moderna località termale, durante il primo week
end del mese di ottobre, al Teatro Comunale si è tenuta infatti la
prima edizione della rassegna corale “Go…Go…Gospel”.
La maratona di canti spiritual della black music è stata messa in
scena da cinque cori provenienti da diverse località italiane, tutti
associati alla FederGospelChoirs: il San Germano Gospel Choir
di Rivanazzano Terme che ha organizzato in modo brillante la
kermesse d’inizio autunno, Al Ritmo dello Spirito di
Abbiategrasso (MI), The Squash Blossom Gospel Choir di
Brandizzo (TO), Incontrotempo di Milano e il Jazz Gospel
Alchemy di Zelo Surrigone (MI).
Comune denominatore il genere musicale, grandi differenze lo
stile d’interpretazione dei brani, l’utilizzo di diversi strumenti
musicali come accompagnamento o la scelta di esecuzione a
voci nude: sono proprio queste le caratteristiche che rendono la
musica gospel inconfondibile, apprezzata da molti e riconosciuta
come stile unico, condiviso da un gran numero di persone.
E la condivisione, nel rispetto delle peculiarità e diversità della
realtà corali,
è al contempo il valore ispiratore della
FederGospelChoirs. Per questo vogliamo condividere con tutti i
lettori il corsivo del chairman della Federazione, Michele
Marando, che in prima persona ha creduto in questa
manifestazione e tanto ha investito per la buona riuscita
dell’evento
(vedi
corsivo
a
pagina
13).
La buona riuscita della manifestazione è stata possibile
anche grazie alla collaborazione di molte persone. Tra
gli organizzatori si annoverano il comune di Rivanazzano
Terme, con la costante e gradita presenza del sindaco
Dott. Romano Ferrari e della moglie, Dott.ssa Marina
Leidi, l’Associazione culturale locale “Occasioni di festa”,
presieduta da Piera Spalla – Selvatico che, in questi due
giorni, ha anche messo a disposizione il locale del
proprio ristorante per i gustosi rinfreschi offerti a tutti i
coristi.
Sul palco, come presentatori, si sono alternati Giuseppe
Romano, presidente del San Germano Gospel Choir,
Annamaria Bernini, Monica Fiori e Lia Scupelli. Da
segnalare anche il servizio audio inappuntabile di
Gabriele Scarabelli e di Ettore Tommasini.
E in questo clima di musica e coralità alcune voci escono
dal gruppo, esprimendo il proprio fraseggio. E’ il caso di
Elisabetta Muzzin, del Coro San Germano Gospel, che
ci spiega cosa rappresenta per lei la musica, e di
Umberto Garlaschelli che ci racconta come vive la sua
esperienza nel San Germano Gospel Choir (vedi box a
pag 14)
LA PAROLA A …
Pagina 10
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“There’s a good way and there’s a wrong way. But I want you to do it MY way”
C’è il modo giusto e c’è il modo sbagliato.
Ma io voglio che lo facciate a modo mio
Di Monica Bernassola – Coordinatrice Feder
Roma
E’ iniziato così - con questa frase diventata
emblematica dei nostri workshop Gospel in giro
per l’Europa - il nuovo percorso di Vaughan,
sorriso disarmante e mani che disegnano perfino
nell’aria un talento raro. Oggi sul palco davanti ai
coristi, e non più dietro ad una tastiera, egli
cammina con infinito affetto e rispetto nelle orme di
colui che per chi lo ha conosciuto è stato amico,
padre, fratello, mentore, ma soprattutto esempio:
Bob Singleton, da sempre e per sempre nel cuore.
Un percorso nuovo per chi ha conosciuto Vaughan
come il ragazzo timido, schivo, dal talento
travolgente e dalla voce d’angelo, “spalla” perfetta
nei primi workshop con Bob, sostegno
indispensabile negli ultimi. Ieri suo allievo del
cuore,
oggi
suo
erede
naturale.
Ricordo come fosse ieri il nostro primo workshop
insieme. Bob era volato in cielo da un mese
appena, nello sguardo avevamo ancora tanto
smarrimento, nel cuore tanta fatica... Germania.
Centosessanta coristi, centosessanta paia di occhi
che cercavano Bob e non sapevano cosa
aspettarsi da questo ragazzo, alto e magrissimo,
che raccontava aneddoti e cantava, insegnava e
ascoltava, rideva e si commuoveva. Eppure, ci
sono voluti solo cinque minuti. Cinque minuti in cui
i suoi gesti e il tono della voce, più che le parole,
hanno detto: ecco, sono qui, e in questi tre giorni
insieme faremo qualcosa di speciale. Eccola, la
differenza. FAREMO. E’ tutta lì. La capacità di
rendere ognuno protagonista di questa esperienza
speciale: per un minuto o per un’ora, tutti hanno
avuto il proprio spazio, vissuto il proprio tempo,
creato la propria musica. Quella differenza che, tra
una risata e una lacrima, apre la mente, l’orecchio
e l’anima ad un approccio diverso alla musica
Gospel.
Sono passati quasi due anni e Vaughan è tornato
molte volte, sono già tanti i workshop fatti insieme,
in città diverse, paesi diversi, con cori diversi. Voci, suoni, colori e
ricordi sempre nuovi. Ma tutti legati da un’unico filo, invisibile e
indistruttibile: il sorriso della gratitudine.
Fra tre mesi ritorneremo in Germania, esattamente nello stesso
luogo di quel primo workshop senza Bob, il primo di Vaughan da
direttore. Questa volta i coristi saranno duecento e, tra loro, 25
saranno italiani. A due anni di distanza, si realizza uno dei più
grandi sogni di Bob: avere insieme i coristi dei due paesi dove ha
sempre tenuto i suoi workshop. Sarà una vera festa, e già lo è nei
tanti messaggi che quotidianamente arrivano: tanta voglia di
rivedersi, incontrarsi, ridere ed emozionarsi, cantare e ballare, con
il direttore più speciale del mondo, Vaughan, e il sorriso immenso
di Bob, da Lassù, a farci compagnia.
L’unione, la condivisione, il confronto e lo scambio: ecco la vera
forza di un coro, di tutti i cori. Da soli si può arrivare lontano, anche
molto lontan, si possono certamente superare confini. Ma insieme,
i confini non esistono. Si vola.
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LA PAROLA A …
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Certi giorni vorremmo non
finissero mai!
di Carlo Bianco
direttore artistico Rejoicing Gospel Choir
Si è svolta domenica 27 giugno presso l’Arena
del Teatro Sociale di Alba la quarta edizione di
“GospeLive in Alba”. La manifestazione
,organizzata
dall’Associazione
Culturale
Rejoicing Gospel Choir , sin dalla sua nascita si
offre come vetrina per portare alla ribalta gruppi
nazionali di pregevole qualità artistica offrendo
loro i giusti spazi per potersi esprimere.
Con questi ideali nelle scorse edizioni si sono
alternati ed esibiti davanti al pubblico albese i
cori Free Voices di Beinasco (To), il Jazz Gospel
Alchemy di Zelo Surrigone (MI) ed il Rejoice
Gospel Choir di Nova Milanese.
Ospite di
quest’ultima edizione il coro Al Ritmo Dello
Spirito di Abbiategrasso (MI) la cui esibizione
serale è stata solo il culmine di una giornata
trascorsa tra momenti enoici e conviviali, visite
alla città, back stage di preparazione allo
spettacolo, il tutto all’insegna di un’ amicizia
ormai consolidata che per la seconda volta ha
riunito i due gruppi corali. “Certi giorni vorremmo
non finissero mai” sono state le parole che hanno
concluso la serata ed esprimono pienamente la
gratificazione degli organizzatori per un evento
che è stato un susseguirsi
di musica ed
emozioni e che sicuramente, visto l’ampio
consenso ottenuto verrà riproposto il prossimo
anno.
Archiviato quest’avvenimento, tra i prossimi
appuntamenti del RGC il più atteso è
sicuramente l’uscita del primo lavoro discografico
del coro albese. Se da tempo era presente il
desiderio di riassumere in un’opera la storia
musicale del Rejoicing,
ora questo desiderio si è
concretizzato
con l’ acquisizione di una buona maturità
artistica.
“My Soul Is Rejoicing “ è stato interamente registrato dal vivo
ed è una raccolta di 16 brani trascritti e adattati per coro
femminile dal direttore Carlo Bianco. I generi proposti
spaziano dal gospel tradizionale al contemporary gospel di
Israel Houghton ed Hezekiah Walker alla worship music di
Fred Hammond, Martha Munizzi ed altri grandi autori.
La presentazione dell’opera avra luogo in Alba l’otto
dicembre alle ore 21,00 presso la Chiesa del Centro
Culturale S.Giuseppe.
LA PAROLA A …
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Aiutare e sostenere gli altri:
anche questo è spirito Feder
di Giusi Berlingò (“Al Ritmo dello Spirito Gospel Choir”)
“Claudia per l’Etiopia” è una frase che attira davvero
l’attenzione… ci si domanda “chi è Claudia?” e
“perché l’Etiopia?”. La serata del 30 settembre 2010
nel meraviglioso teatro Coccia di Novara ha risposto
a queste nostre domande e non solo, ha aperto i
nostri occhi ed il nostro cuore verso una realtà che
non conoscevamo e che durante il corso del concerto
è diventata sempre più chiara e forte: L’AMORE
INCONDIZIONATO DI UN MARITO VERSO LA
PROPRIA MOGLIE E VERSO LA SUA PASSIONE
PER IL PROSSIMO, quasi come se i due aspetti
fossero fortemente inscindibili.
Abbiamo condiviso il dolore di Mauro, che ha perso
da poco la solare Claudia, e al contempo la sua gioia,
il suo sorriso
nel portare avanti con forza e
determinazione il desiderio della moglie di aiutare un
popolo così povero e bisognoso come L’Etiopia.
Abbiamo gustato lo spettacolo prima dalle quinte: un
intreccio di voci, alcune dolci altre graffianti, tutte
sorprendenti, morbide danze, un’orchestra composta
da incantevoli archi, fiati prorompenti, ritmica grintosa
e precisa… in una parola… PASSIONE, per la
musica e per un progetto che Claudia avrebbe tanto
voluto realizzare.
Tutto ci racconta il desiderio forte di non far morire
l’idea, la volontà di una ragazza che purtroppo non
c’è più ma che lascia nel ricordo di tutti un sorriso, un
grande cuore ed un disegno, che può diventare il
progetto di ognuno di noi.
Dopo l’attesa toccante, fatta di artisti e della voce di
Mauro che dedica una lettera d’amore a Claudia
(forse davvero il momento più ricco e profondo della
serata), arriva per noi il momento di entrare in scena,
come supporto a dei meravigliosi solisti… è stato
emozionante, soprattutto un vero onore aver dato il
nostro contributo in una serata così importante.
Il nostro maestro Alberto per introdurci ha usato
poche parole, semplici ed incisive: “Il Signore è
buono… ed anche quando nella vita ci capita di
pensare che non lo sia, Lui è sempre lì vicino a noi”.
Così è stato certamente per Mauro e lo è tuttora… ci
ha davvero colpiti con la sua grande voglia di
continuare a sorridere nonostante tutto, trovando la
forza anche in un ambizioso progetto d’amore per il
prossimo.
“Claudia per l’Etiopia” una frase dicevamo… ma non solo… un
motto, una passione, una desiderio, un sogno realizzabile…
tutto mosso da un grande Amore verso il prossimo.
Grazie Claudia, grazie Mauro, grazie a tutti gli artisti per
l’indimenticabile serata che c’avete fatto vivere.
E non dimenticheremo certamente l’obbiettivo… aiutare
l’Etiopia che ha bisogno di noi.
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LA PAROLA AL CHAIRMAN FEDER
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Da-da-dan-da-dan (be-le-ben-blen-blen)
Da-da-dan-da-dan (be-le-ben-blen-blen)
Dan-dan-dan-dan-dan-dan-dan-dan-da
(be-le-ben-blen-blen-blen-blen-blen-ble)
Avrete sicuramente riconosciuto questo motivetto. Si intitola
“Dueling Banjos”: è un dialogo fra una chitarra ed un banjo,
immortalato nel film “Un tranquillo week end di paura”.
Ed è del week end del 2-3 ottobre a Rivanazzano che vorrei
parlare. Che è stato un tranquillo week end ma … non di
paura !
Oddio: un po’ di paura all’inizio c’era: paura che qualcosa
andasse storto, paura che mancassero dei pezzi, paura che
i mixer non si parlassero tra di loro o che i cavi fossero corti.
Perfino paura che i cori non arrivassero !
Ma poi la macchina operativa si è messa in moto: sabato
pomeriggio a montare tutto. I cori del sabato (la Corale San
Germano e Al Ritmo dello Spirito) indaffarati a collegare
microfoni, cavi, spie, di tutto. E intanto a scherzare e
raccontarsi storie di guerra. Il clima che si respirava sabato,
prima dello spettacolo, era veramente magico. Un coro (i
“ritmi”) che porta una dozzina di microfoni e si prodiga per
trovare la migliore configurazione possibile tra mixer di
palco e mixer di sala, tra cavi da tirare e posizionamento dei
microfoni sul palco.
Un altro coro (i “san germani”) che accetta il rischio di
cantare in una modalità per loro nuova (i microfoni
direzionali al posto dei panoramici) ma in questo modo
semplificando l’installazione che altrimenti sarebbe risultata
estremamente complessa.
Anche questo è spirito Gospel ! Anche questo è spirito
Feder.
E mentre tutte queste formichine operose si industriavano a
montare l’impianto audio, due genovesi in fondo al palco
tentavano di issare lo striscione della Feder (al suo esordio)
mentre Cristoforo Colombo si rivoltava nella tomba ad
assistere ai patetici tentativi
E la domenica mica da meno! Per un coro che arriva tardi
(non dico il nome ma non erano né gli Incontro Tempo né i
Jazz Gospel Alchemy ehehehe) due cori che aiutano a
recuperare la situazione tagliando fortemente la fase di
riscaldamento delle voci per non far slittare l’inizio del
concerto.
In compenso per farsi perdonare gli Squash Blossom
sfoderano una artiglieria musicale di tutto rispetto.
primo impulso, mostrando molti direttori pronti a
mettersi in gioco per migliorarsi. E questo era stato
un ulteriore stimolo a far di più. L’invito di Isabella a
partecipare a questa prima edizione della rassegna
Go-Go-Gospel lo abbiamo quindi interpretato come
un altro segnale ad andare avanti con il lavoro della
Feder: programmi dibattuti e studiati le notti di estate,
tonnellate di mail e di telefonate, contatti con
personaggi del mondo gospel d’oltre frontiera, ecc.
Ed ecco che tutto quanto comincia a concretizzarsi
già a Rivanazzano, in questa Prima Rassegna il cui
nome ci fa ben sperare che sarà seguita da una
Seconda.
Cinque cori della Feder, due al sabato (Corale San
Germano e Al Ritmo dello Spirito), tre alla domenica
(Squash Blossom, Incontro Tempo, Jazz Gospel
Alchemy) e tanto tanto spettacolo.
Spero che il pubblico si sia divertito o, come
preferisco dire, sia stato bene.
Io si ! Seduto comodamente in prima fila, con la mia
telecamerina in mano, mi sono goduto: cori, solisti,
musicisti, direttori, in tutti i modi e in tutte le salse.
Come Feder il lavoro non finisce. Ci sono un sacco di
altre cose da fare, a cominciare dalla quarta edizione
del Black History Month, che è già in cantiere e che
quest’anno sarà preceduta da una serie di concerti
per Milano in favore di attività benefiche. E poi il
prossimo workshop Direttori, la conferenza telefonica
con Rosephany Powell (vedi pagina 3) ecc.
Via dunque. Si torna al lavoro !
Ciao Michele
Anche questo è spirito Gospel ! Anche questo è spirito
Feder.
Già, la Feder. Quando un anno fa abbiamo deciso di dare
una sterzata alla FederGospelChoirs, che si impegnava con
il Black History Month ma era l’unico evento realizzato, non
sapevamo bene cosa ci aspettava e cosa avremmo trovato.
Il Workshop dei Direttori (marzo 2010) ci aveva dato un
LA VOCE DEI CORI E DEI CORISTI
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di Umberto Garlaschelli
Germano Gospel Choirs
San Germano Gospel Choirs
di Elisabetta Muzzin - corista San Germano Gospel Choirs
La musica in sé è un insieme di note che formano una melodia,
ma al medesimo tempo la musica è uno specchio, lo specchio
dell’anima; costituisce un mondo a parte, dove ogni volta che
una persona ne viene a far parte, può esprimersi al meglio e
farsi coinvolgere appieno provando emozioni diverse ed
intense.
La musica ti dà piacere, ti fa sorridere, ti dà speranza, ti fa
vivere momenti stupendi e ti aiuta nei momenti difficili. Per molti
la musica è ragione di vita, forma di espressione umana capace
di avvicinarsi al mistero dell’universo.
La musica è il canto della terra, è nel DNA di ogni cantante,
ci aiuta a sognare, si fa amare e respirare, quando noi
cantiamo, per nostro piacere personale, seguiamo il ritmo
del nostro cuore, quando invece cantiamo per e con gli
altri, ci mettiamo l’anima, le nostre emozioni e la nostra
personalità.
Lo scopo finale della musica gospel non deve essere altro che
la gloria di Dio e il sollievo dell’anima.
-
corista
San
Qualche parola sul Gruppo Corale San
Germano di Rivanazzano Terme, detto anche
“San Germano Gospel Choir” ogniqualvolta
esegue, in concerto, solo brani spiritual e
gospel.
Nasce ben 32 anni fa (trentadue!) ed è diretto sin
dalla costituzione da Isabella Salvo Scarabelli,
affiancata dal presidente Giuseppe Romano e
dal
vice-presidente
Massimo
Cellana.
Originariamente era un coro parrocchiale
femminile che accompagnava ogni domenica la
messa liturgica esibendosi a 2/3 voci pari, con gli
anni l’organico è in parte cambiato e negli ultimi
anni ’90 si sono aggiunte le voci maschili, due
tenori e due bassi, che hanno permesso di
ampliare il repertorio e di iniziare ad inserire
brani gospel e negro spiritual. Si canta quasi
sempre a 4 voci con l’aggiunta di validissimi
solisti ( Annamaria Bernini, Marina Bozzola,
Elisabetta Muzzin, Lia Scupelli, Giulio Bertolo).
Dal 2000 è possibile contare su un serbatoio
aggiuntivo di “voci bianche”, composto da circa
15 ragazzine di età compresa tra i 6 e i 12 anni,
sempre guidate dal Direttore del coro degli adulti.
Il collante che unisce tutti (se contiamo anche i
più giovani siamo circa 40) è la grande passione
per la musica e per il canto che riunisce coristi e
coriste di estrazione e razza diversa e li rende,
da dilettanti quali sono, protagonisti e
professionisti nel momento in cui si esibiscono
sul palco. L’impegno paga sempre, il canto sa
lenire con maestria stanchezza e preoccupazioni
unendo fortemente i singoli in un'unica entità “il
coro”. Un ringraziamento alla nostra direttrice,
persona di ampie vedute, competente,
disponibile, tenace, paziente e sempre presente,
che ha continuamente valorizzato le capacità di
ognuno facendoci sentire elementi indispensabili
per le nostre peculiarità.
Negli anni la popolarità e la stima per la corale
sono aumentate e chi ancora non la conoscesse
può rimediare ascoltandola nelle sue frequenti e
coinvolgenti apparizioni. Per sapere le future
date
si
può
visitare
il
sito
www.coralesangermano.it
Al ritmo dello Spirito
Alessandra Agosti – Presidente “Al ritmo dello Spirito”
A margine della prima serata a Rivanazzano, Alessandra rilascia questa dichiarazione:
Questo è il primo concerto della FederGospelChoirs e rimmarrà negli annali. E’ una bellissima iniziativa, faccio i
complimenti a Isabella del coro San Germano che ha avuto questa idea e che sostiene l’iniziativa. Siamo contenti di
partecipare a questa iniziativa che deve proseguire nel tempo. E’ molto bello che vengano coinvolti tanti cori. Noi, come “Al
ritmo dello spirito” daremo il massimo sia come impegno per il concerto che terremo fra poco sia per la Feder, in cui
crediamo e sosteniamo. Ed ora vi lascio, è arrivato il nostro il turno.
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LA VOCE DEI CORI E DEI CORISTI
Pagina 15
CANTIAMO GOSPEL “CON IL CUORE”
di A. Romani
Il Gospel come espressione di umanità e preghiera.
Spiegare cosa significhi cantare Gospel non è così semplice. Che lo si voglia pensare a livello antropologico come
espressione di un popolo che non è il nostro, che lo si consideri una forma di musica sacra, oppure che lo si veda
esclusivamente come un genere musicale, o che sia una somma di tutte le accezioni possibili, sembra sempre che
manchi qualcosa. Noi dei Tibur Gospel traduciamo questo “qualcosa” con ciò che il maestro dice alla fine di quasi tutti i
concerti: “Quello che cantiamo, lo cantiamo con il cuore, lo cantiamo perché lo sentiamo nostro, perché ci crediamo!”;
la ragione principale per cui ci piace cantare Gospel è il suo essere una forma artistica tanto bella quanto carica di
umanità, possiamo cantare con il cuore perché possiamo credere nella gioia e nella speranza di tutti gli uomini che le
hanno intonate nel corso dei secoli.
Anche un profano sarà in grado di percepire il nostro entusiasmo, come di capire la profondità di uno spiritual cantato
da uno schiavo che abbia per tema la speranza o la gioia, il dolore o la morte; probabilmente in questa maniera si
semplifica eccessivamente il Gospel, ma allo stesso tempo si incentiva una più universale partecipazione del pubblico,
avvicinandosi così al senso di unità tipico di questo genere musicale. Anche questo è un tema a noi molto caro, in
quanto, se chiaramente (sarebbe inopportuno solo pensarlo) non possiamo capire cosa sia significato essere schiavi o
comunque discriminati, possiamo ugualmente provare ad esprimere la forte spiritualità di questi canti e il loro senso di
comunità, la loro necessità di essere un gruppo che prega insieme, un coro.
La preghiera a sua volta è uno dei tratti interessante del gospel: i testi gospel sono diretti, usano forme semplici che
però riescono a comunicare concetti incredibilmente ricchi. Un caso emblematico è quello del termine “Cry”, il modo più
comune per dire piangere, significa anche lamentarsi, chiedere ed in genere indicava qualsiasi richiamo somigliasse ad
un lamento; quindi possiamo immaginare che quando in “Speak to me” cantiamo “Ascoltami quando piango” (Hear me
when I cry) chiunque potrebbe pregare esprimendo sinceramente ciò che prova, che sia la richiesta di un bambino un
po’ capriccioso o il pianto di un uomo disperato.
Quindi riassumendo, quello che amiamo del Gospel sono i suoi temi universali, la semplicità con cui si apre alla
preghiera; ma soprattutto proviamo gioia nel poterlo cantare, “col cuore” ovviamente.
Ufficio stampa Tibur Gospel Singers
ufficio [email protected]
Bollettino trimestrale n. 1
Novembre - Gennaio
www.federgospelchoirs.com
e mail: [email protected]
redazione: [email protected]
finito di impaginare il 2 novembre 2010
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