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STAGIONE 2010/2011
È una stagione speciale quella che si annuncia al Teatro Colosseo di Torino, perché non soltanto proporrà come sempre un
cartellone ricco di spettacoli scelti con cura e con la volontà di ripetere e consolidare il grande successo degli ultimi anni, ma
anche perchè si svolgerà in un teatro rinnovato da importanti lavori di ristrutturazione.
Già in questi giorni sono infatti partiti i lavori che, in più tappe a partire da quest’anno, renderanno ancora più piacevole per il
pubblico fruire delle proposte e agli artisti salire sul palcoscenico del Colosseo: impianti e sala saranno rinnovati con un progetto
molto attento all’utilizzo di materiali e soluzioni eco-compatibili e nello stempo tanto efficace da ritardare solo di qualche settimana
la normale apertura di stagione.
Saranno Ale e Franz, duo di straordinaria efficacia e meritata fama, ad inaugurare il Colosseo dal 16 al 18 novembre: sono
passati 5 anni dalla loro ultima esibizione in Via Madama Cristina e con questo nuovissimo Aria Precaria – scritto con Martino
Clericetti, Antonio De Santis, Rocco Tanica e Fabrizio Testini – i due portano in scena la loro surreale comicità mostrando dieci
diversi incontri e altrettante fasi della vita in cui i protagonisti incrociano i propri destini. Protagonisti anche altri grandi personaggi
della comicità italiana: da Alessandro Bergonzoni (20 e 21 gennaio 2011) e Enrico Bertolino (11 e 12 febbraio) che presenteranno le nuovissime produzioni di cui ancora non si conosce il titolo ma che promettono una carica ironica e dissacrante a
Giuseppe Giacobazzi che dopo i successi di Zelig arriva anche a calcare le assi di un teatro grande e importante come il Colosseo
il 25 e 26 febbraio. E poi Enzo Iacchetti e Giobbe Covatta che si presentano per la prima volta insieme a teatro il 4 e 5 marzo
per proporre lo spettacolo Niente progetti per il futuro, un testo del nuovo talento della drammaturgia italiana Francesco Brandi.
Anche Teresa Mannino (1 e 2 aprile) arriva dalla televisione ma è proprio dal vivo, in teatro, che la sua comicità graffiante, leggera, intelligente e sottile si manifesta al meglio. Gran finale di stagione, in leggerezza e bellezza, quello con Michelle Hunziker
che sarà di scena il 3 e 4 maggio con uno spettacolo organizzato da Metropolis e intitolato Mi scappa da ridere. Lo show non è
inserito all’interno della stagione, ma permetterà agli abbonati di usufruire di uno sconto speciale.
Viaggiano sul confine sottile fra satira e teatro civile gli spettacoli di Beppe Grillo (dal 30 novembre al 3 dicembre 2010) che
torna al Colosseo dopo molti anni con uno show inedito che riproporrà le qualità di straordinario attore comico del più famoso
blogger d’Italia. Anche Marco Travaglio (dal 11 al 14 maggio 2011) non ha ancora rivelato il titolo dello spettacolo, ma è certo
che il giornalista torinese ritornerà ad appassionare il suo numeroso e affezionatissimo pubblico attraverso lo stile di sempre: grande coerenza, ironia tagliente e un’infallibile memoria del nostro paese. In collaborazione con Biennale Democrazia arriva poi uno
spettacolo sui generis con protagonista l’ex magistrato Gherardo Colombo (15 e 16 aprile) che porta in scena un’accusa fatta
direttamente a Camillo Benso di Cavour: l’aver favorito l’unificazione dell’Italia. Ancora sui temi dell’Unità d’Italia, ma in forma di
divertente dibattito fra nord e sud, è lo spettacolo Sorelle d’Italia (26 marzo) in cui Veronica Pivetti e Isa Danieli giocano con
le canzoni, gli stereotipi e le verità del nostro essere italiani.
Ritorna per una nuova prova d’attore fra prosa e canzone Erri De Luca, questa volta con In Viaggio con Aurora (19 novembre
2010). Uno spettacolo che in realtà è un racconto: la storia di un uomo che racconta, con la straordinaria comunicatività che lo
caratterizza, il secolo passato a chi appartiene a quello nuovo. Gradito ritorno dopo il successo straordinario dello scorso anno
per il Mistero Buffo di Paolo Rossi (18 e 19 febbraio) arricchito di nuovi episodi della vita di Cristo e della presenza in scena di
Lucia Vasini.
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Spazio anche per la musica e per le proposte che mescolano teatro e note: per il classico concerto di Natale arriva quest’anno il
Soweto Gospel Choir (10 dicembre 2010), una delle formazioni più apprezzate del panorama mondiale. Una proposta da non
perdere assolutamente è quella di The Voca People (a dicembre, nel tour di debutto italiano del gruppo), otto divertenti personaggi completamente truccati e vestiti di bianco: sei cantanti, alto, mezzosoprano e soprano insieme ad un basso, un baritono e un
tenore insieme a due artisti del beat box considerati i migliori del genere. Insieme sono capaci di imitare suoni ed effetti senza l’utilizzo di alcuno strumento e propongono uno spettacolo che lascerà incredulo il pubblico di tutte le età e che attraverso canzoni, balli
e sketch sarà capace di attraversare tutte le barriere culturali. Tornano al Colosseo anche le Sorelle Marinetti (11 marzo 2011)
che dopo il successo sanremese insieme ad Arisa propongono il loro mondo anni trenta, fatto di canzonette, eleganza e simpatia.
Come ogni anno la danza non può mancare nel cartellone del Teatro Colosseo: il classico Schiaccianoci della compagnia La
Classique di Mosca porterà la magia della fiaba nel cuore di grandi e piccoli il 11 e 12 dicembre 2010, mentre l’atletismo, l’agilità
e l’eleganza di Kataklò (28 e 29 gennaio 2011) e Rhyth.mix (10 marzo), due compagnie di ex atleti prestati con successo al
teatro, lasceranno intravedere nuove possibilità nell’interazione fra il corpo, la danza, la musica, le scenografie. Il tango nella sua
espressione più appassionata sarà protagonista dello spettacolo Divino Tango (23 febbraio) di Erica Boaglio e Adrian Aragon
con la loro Pasiones Company. Una compagnia molto amata al Colosseo, la RBR Dance Company porterà il nuovo spettacolo
Varietas Delectat il 31 marzo. Il 20 aprile la Spellbound Dance Company proporrà poi una versione da non perdere de Le
quattro stagioni.
Una proposta da seguire con attenzione è The Kitchen, il 18 e 19 marzo: una cucina che somiglia al mondo intero, dove si incontrano inglesi, irlandesi, tedeschi, ciprioti, ebrei e italiani. 32 attori in scena rappresentano uno spaccato dell’Inghilterra degli anni
‘50 in cui la continua lotta tra il bene e il male fa pensare ai giorni nostri, ad un’Italia abitata da imprenditori senza scrupoli del
tutto simili al proprietario di questo animato ristorante. Una pièce d’eccellenza, una grande produzione di Massimo Chiesa che con
questo testo giovane e fresco saprà far avvicinare alla prosa i neofiti e conquistare gli abitué del teatro.
Un grande musical e un family show chiudono il cartellone di una stagione eccellente, capace di conciliare al meglio i migliori
aspetti della produzione di spettacolo dal vivo contemporaneo: dopo 15 anni il Teatro Colosseo riporta in scena Jesus Christ Superstar (14 e 15 dicembre) con un allestimento di grandissimo livello artistico che farà rivivere i fasti dell’Opera Rock più amata
dal pubblico italiano. La regia è di Massimo Romeo Piparo, in scena il vincitore di X Factor 2 Matteo Becucci nel ruolo di Giuda,
Mario Venuti nel ruolo di Pilato e Nicky Nicolai nel ruolo di Maddalena insieme ad un’orchestra dal vivo e 35 grandi artisti. Il 9 e
10 aprile il teatro propone il miglior family show dell’anno, Alice nel paese delle meraviglie, per avvicinare alle scene i bambini
di tutte le età. Quest’anno l’onirico entra in palcoscenico grazie alla favola più magica di tutti i tempi: un grande classico che sta
vivendo un ritorno di grande popolarità grazie al capolavoro cinematrografico di Tim Burton. In questa produzione coloratissima e
spettacolare grandi e piccoli diventeranno parte di un’avventura che difficilmente potranno dimenticare.
Infine sono due gli spettacoli che si annunciano in questo momento ma sulla cui data c’è ancora una riserva: saranno entrambi,
comunque, nei primi mesi del 2011.
Una scoperta, per quanti non lo avessero mai visto in teatro, sarà l’incontro con Elio Germano, recente vincitore del premio
come miglior attore protagonista all’ultimo Festival di Cannes per il film di Daniele Luchetti, che presenterà il testo di un giovane
drammaturgo americano. Ormai consueta è poi una “uscita” fuori dalle mura di Via Madama Cristina: sarà il Palaolimpico Isozaki
ad ospitare il ritorno in città de La Fura dels Baus, compagnia catalana di teatro d’avanguardia, che presenterà il nuovissimo
Degustación de Titus Andronicus.
Si dia dunque inizio ad una stagione ricca di progetti di qualità, caratterizzata da linguaggi multiformi e diversi, accomunati dalla
precisa volontà di portare in scena originalità e intelligenza.
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Da martedì 16 a giovedì 18 novembre 2010 ore 21
ALE E FRANZ
Aria precaria
di Alessandro Besentini e Francesco Villa
scritto con Martino Clericetti, Antonio De Santis, Rocco Tanica, Fabrizio Testini
regia e scene di Leo Muscato
costumi di Laura Liguori
disegno luci di Alessandro Verazzi
Sono passati 5 anni dall’ultima esibizione al Teatro Colosseo. Da quel grande successo Ale e Franz hanno fatto tanta strada tra
impegni teatrali e prime serate televisive. In Aria Precaria – scritto con Martino Clericetti, Antonio De Santis, Rocco Tanica e
Fabrizio Testini – i due portano in scena la loro surreale comicità mostrando dieci diversi incontri e altrettante fasi della vita in
cui i protagonisti incrociano i propri destini. Uno spettacolo per ridere di gusto delle contraddizioni e delle fragilità umane, per
riconoscersi e per lasciare spazio all’immaginazione.
Dieci incontri, a volte scontri, altre volte attese. Dieci fasi della vita, su cui ridere, sorridere, ma anche riflettere. Due uomini, - amici, altre volte nemici, ogni tanto sconosciuti - incrociano i loro destini sul ciglio di una strada, in un rumoroso
nido d’ospedale, su una panchina al fresco di un parco, nell’asetticità di un call center, in una fiduciosa sala d’aspetto, in una
vitalissima bocciofila, o sul cornicione di un palazzo. Luoghi sospesi a mezz’aria fra il serio e il faceto, luoghi in cui l’aria
che si respira è a volte dolce, altre volte salata, molto spesso precaria. Questi due uomini si incontreranno in situazioni paradossali, luoghi fra il concreto e l’assurdo, dove l’ordinaria vita di ogni giorno è messa di fronte a uno specchio deformante
che ne rivela tutte le contraddizioni. Attraverso meccanismi di surreale comicità gli uomini si mostrano nei loro aspetti più
ridicoli, nelle loro più assurde ostinazioni, semplici contraddizioni, ma anche nelle umane fragilità, in cui ogni spettatore potrà
riconoscersi. Tutto questo all’interno di un bianco spazio astratto, una sorta di camminamento in bilico dal niente verso il tutto,
che di volta in volta, la luce trasformerà in luogo diverso, un altrove dentro cui lasciarsi andare con l’immaginazione e abbandonarsi finalmente a una risata. Così il regista Leo Muscato descrive il nuovo spettacolo del duo comico che ha intrattenuto
molte prime serate della passata stagione televisiva.
Breve bio di Ale e Franz. Alessandro Besentini e Francesco Villa si conoscono nel ‘94, grazie allo spettacolo teatrale, M di
Woody Allen con la regia di Teo Guadalupi. Lo stesso anno si iscrivono al C.T.A., dove conoscono Paola Galassi che li avvia a
questo mestiere attraverso il Caffè Teatro di Verghera dove diretti da Natalino Balasso, frequentano il laboratorio da cui nasce
il loro primo spettacolo: Ale Franz dalla A alla Z. Inizia la gavetta in giro per i locali d’Italia, finché non arriva il momento del
provino a Zelig. Qui l’incontro con Giancarlo Bozzo e la prima apparizione televisiva nel 1996 a Facciamo Cabaret. Seguono nel
1997 un provino con la Dandini e i Guzzanti che li porta ad entrare nel cast di Pippo Chennedy Show. Nel 1998 si avvera un
altro sogno chiamato Mai dire gol con Bisio, Hendel, Luttazzi e la Gialappa’s Band. Il 1999 è l’anno dell’avventura a Zelig su
Italia1 con Simona Ventura e Massimo Boldi. Nello stesso anno lavorano al progetto di Gregorio Paolini per Rai2 Convenscion
per poi tornare a Zelig. Dal 2000 al 2007 passano dalla seconda serata di Italia1 alla prima di Canale5, sotto gli occhi di un
pubblico sempre più numeroso e con l’approvazione di Gino e Michele. Nel 2001 debuttano a teatro con Due e Venti per la
regia di Alberto Ferrari e più di 200 repliche da Trieste a Palermo. Nel 2002 e nel 2003 inventano insieme a Claudio Bisio una
formula per mostrare alla gente lo spirito della trasmissione, quella che in Tv è bella ma dal vivo ancora di più. E così Zelig
in tour gira l’Italia arrivando a riempire la curva dello stadio Olimpico a Roma. Numerose le apparizioni al cinema: in Bibo per
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sempre di Teocoli, in Tutti gli uomini del deficiente della Gialappa‘s, in La grande prugna di Malaponti. Nel 2005 scrivono il loro
primo film La terza stella con la regia di Alberto Ferrari che fa crescere la voglia di fare cinema e così nel 2006 scrivono con
Venier, Fontana, Spinelli Mi fido di te con la regia di Venier. Nel 2005 e nel 2008 in Madagascar 1 e 2 sono le voci ad Alex il
leone (Ale) e Marty la zebra (Franz). E nel 2009 è andata in onda la terza edizione di Buona la Prima! il format tedesco tutto basato sull’improvvisazione che li ha visti protagonisti su Italia Uno insieme a tantissimi ospiti del panorama televisivo e artistico.
La video intervista su http: //www.youtube.com/watch?v=t5HUFBeQBBY
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Venerdì 19 novembre 2010 ore 21
ERRI DE LUCA
In viaggio con Aurora
di e con Erri De Luca
e con Aurora De Luca, Olek Mincer e Micaela Zanotti (violino)
Un nuovo spettacolo e un gradito ritorno: quello di Erri De Luca, tra i più importanti esponenti della letteratura italiana
contemporanea, con In viaggio con Aurora. Uno spettacolo che in realtà è un racconto: la storia di un uomo che racconta, con la straordinaria comunicatività che lo caratterizza, il secolo passato a chi appartiene a quello nuovo. Sul palco,
oltre all’autore costantemente in scena insieme a sua nipote Aurora, la violinista Micaela Zanotti e l’attore Olek Mincer.
Il tempo non è una spina dorsale e le generazioni non sono vertebre attaccate una dopo l’altra a una colonna. Le generazioni
sono pietre che affiorano in mezzo a un guado, a volte distanti un solo passo, a volte lontane da raggiungere. La mia generazione fu molto vicina a quella precedente. Nato in dopoguerra, sono stato coetaneo di rivoluzioni e migrazioni. Quella di Aurora,
nipotina ventenne, è invece remota dalla mia. Bisogna attraversare una corrente per collegare il mio tempo col suo. “In viaggio
con Aurora” è un racconto sul 1900. C’entra Napoli, come punto di partenza, c’entra la musica con una chitarra lenta in mano
mia e un violino veloce sotto le dita della violinista Micaela Zanotti. Ospite della nostra stanza arriva Olek Mincer, attore che ha
studiato nella scuola del teatro yiddish di Varsavia. Racconto per Aurora il mio secolo dal quale lei proviene come un uccello da
un uovo. Per lei è un guscio svuotato, per me tuorlo e albume. Le racconto il tempo precedente, che qui sta tutto dentro uno
zaino da viaggio.
Erri De Luca
Erri De Luca, napoletano, è uno dei più importanti scrittori e poeti italiani. Nel 1968, a diciotto anni, raggiunge Roma dove entra
nel movimento politico Lotta Continua, divenendone uno dei dirigenti attivi durante gli anni settanta. In seguito svolge numerosi
mestieri in Italia e all’estero, come operaio qualificato, camionista, magazziniere, muratore. Durante la guerra in ex-Jugoslavia
è autista di convogli umanitari destinati alle popolazioni. Studia da autodidatta diverse lingue, tra cui l’ebraico antico dal quale
traduce alcuni libri della Bibbia. Pubblica il primo libro nel 1989, a quasi quarant’anni: Non ora, non qui, una rievocazione della
sua infanzia a Napoli. Regolarmente tradotto in lingua francese, tra il 1994 e il 2002 riceve il premio France Culture per Aceto,
arcobaleno, il Premio Laure Bataillon per Tre Cavalli e il Femina Etranger per Montedidio. Il suo ultimo romanzo, Il giorno prima
della felicità, è un grande successo.
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Da martedì 30 novembre a venerdì 3 dicembre 2010 ore 21
BEPPE GRILLO
Dopo aver girato l’Europa all’inizio dell’anno con lo spettacolo Incredible Italy (Londra, Bruxelles, Parigi, Vienna, Monaco,
Zurigo e Basilea le varie tappe), Beppe Grillo sta preparando il suo nuovo spettacolo per il pubblico italiano e ritornerà sul palcoscenico del Teatro Colosseo per un nuovo indimenticabile spettacolo di cui non si conosce ancora il titolo ma che ricorderà a
tutti che Beppe Grillo è non solo un attivista politico, un blogger e il promotore di un forum con migliaia di iscritti e del neonato
MoVimento 5 Stelle, ma soprattutto un attore dalla dissacrante vena comica, un uomo di spettacolo dai perfetti tempi comici
e dal ritmo incalzante.
Beppe Grillo, il più popolare comico italiano, nasce a Genova nel 1948. Scopre il proprio talento nei locali della sua città, ma
il vero successo lo trova a Milano quando si esibisce in un provino di fronte ad una commissione RAI (presente anche Pippo
Baudo) improvvisando un monologo. Da questa esperienza scaturiscono le sue prime partecipazioni a trasmissioni televisive
(Secondo Voi 1977-78 e Luna Park 1979) imponendosi subito con i suoi monologhi di satira di costume e rompendo, con
l’improvvisazione, quelli che erano gli schemi “professionali” della televisione. Nel 1979 partecipa alla prima serie di una fortunata trasmissione che sarà poi ripresa negli anni a seguire: Fantastico. È la volta poi di Te la dò io l’America (1981) e Te lo
dò io il Brasile (1984) con la regia di Enzo Trapani, dove Grillo porta le telecamere fuori dagli studi televisivi: una sorta di diario
di viaggio di un italiano che coglie con ironia gli aspetti più divertenti degli usi e costumi di questi paesi. Appare in seguito
nelle più importanti trasmissioni nazionali (Fantastico, Domenica In, Festival di Sanremo), concentrando in pochi minuti le sue
performance e raggiungendo altissimi indici di ascolto; il suo ultimo monologo al Festival di Sanremo raggiunse i 22 milioni di
telespettatori. Il suo modo di fare spettacolo si fa sempre più graffiante e corrosivo, dalla satira di costume passa ad affrontare
temi più scottanti di carattere sociale e politico, facendo rabbrividire i vari dirigenti della televisione che nonostante il “rischio”
continuano ad invitarlo nelle loro trasmissioni.
Oltre agli impegni televisivi e agli innumerevoli spettacoli dal vivo, dove esprime al massimo le sue doti di grande comunicatore,
si dedica anche al cinema, realizzando con successo i seguenti film: Cercasi Gesù (1982) diretto da Luigi Comencini (vince il
David di Donatello), Scemo di Guerra (1985) con la regia di Dino Risi ( partecipa al Festival di Cannes) e Topo Galileo (1988)
con la regia di Laudadio (rappresenta l’Italia al Festival di Rio de Janero) con sceneggiatura e soggetto scritti a quattro mani
con lo scrittore Stefano Benni. Dopo aver vinto ben sei Telegatti, nel 1990 Beppe Grillo “fugge” dalla televisione e cerca scampo
in teatro, lasciandosi alle spalle varietà, telegiornali, telequiz, aste e dibattiti. Lo spettacolo portato in scena è Buone Notizie,
un vero evento in teatro sia come critica che come presenze di spettatori. Nel 1992 ritorna sul palcoscenico con un recital i
cui contenuti mostrano una nuova evoluzione, si spostano gli obbiettivi della sua satira, ad essere presa di mira non è più la
politica, ma l’economia consumista, la propaganda commerciale e i comportamenti irresponsabili verso la persone, la salute e
l’ambiente. Nasce una nuova satira: quella economico-ecologica.
Nel 1994 Beppe Grillo torna in televisione con due recital dal teatro delle Vittorie che hanno come temi principali la critica
dell’economia, della propaganda commerciale e delle speculazioni telefoniche con il numero 144. Batte ogni record d’ascolto
per un programma di varietà, le due puntate sono seguite da 15 milioni di telespettatori a sera. Scrive alcuni articoli per i
quotidiani, tra i quali uno sull’economia (la “Grillonomics”) sul Corriere della sera, a cui risponde il Nobel Modigliani e uno sulla
prevenzione delle malattie su Repubblica, a cui risponde Umberto Veronesi.
Il tour del 1995 Energia e informazione tocca oltre 60 città italiane raccogliendo nei palasport più di 400.000 spettatori. Lo
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spettacolo critica la concentrazione di potere nei settori dell’informazione e dell’energia. Insieme a Grillo sul palco per tutta il
tour è il pioniere svizzero dell’energia solare Markus Friedli con il suo furgone a idrogeno. Grillo inala i fumenti di vapor d’acqua,
spalmando di balsamo all’eucalipto il tubo di scappamento. Trascinati da Grillo sul palco, diversi sindaci, tra cui quello di Milano,
sono costretti alle inalazioni benefiche. Lo spettacolo viene registrato a Bellinzona e trasmesso dalla TSI in Canton Ticino e dalla
WDR in Germania. La RAI annulla all’ultimo giorno la messa in onda già programmata per il 10 Gennaio 1996. Nel 1997 è in
tour con lo spettacolo Cervello. Partecipa con un breve spettacolo alla festa di inaugurazione della EWS (Elektrizitätswerken
Schönau), l’impresa nata dalla privatizzazione popolare della rete elettrica di Schönau, nelle foresta nera. Gli obiettivi delle EWS
(http://www.ews-schoenau.de/) sono l’abbandono dell’energia nucleare, l’efficienza energetica, la cogenerazione, le energie
rinnovabili, la microgenerazione diffusa. Nel 1998 è in tour con lo spettacolo Apocalisse Morbida e dopo cinque anni di assenza
dai teleschermi italiani prende avvio la sua collaborazione con Telepiù che inizia a mandare in onda in chiaro i suoi spettacoli e
il primo Discorso all’umanità , trasmesso la notte di Capodanno. Nel 1999 proclama il secondo Discorso all’umanità trasmesso
da Telepiù la notte di Capodanno e realizza per la TSI Televisione della Svizzera Italiana il documentario Un futuro sostenibile
– con meno, di più e meglio, una speranza per il nuovo millennio, vincitore del premio ENEA 1999 “Sviluppo sostenibile“. Nel
2000 è in tournèe con lo spettacolo Time Out e su Telepiù a Capodanno viene trasmesso il terzo Discorso all’umanità. I successivi spettacolo La grande trasformazione, Va tutto bene, Black out ne fanno un paladino sempre più dichiarato della nuova
coscienza ecologica e dell’antipolitica, mentre intorno al suo blog beppegrillo.it si va sempre più aggregando un vero e proprio
movimento di opinione.
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Venerdì 10 dicembre 2010 ore 21
SOWETO GOSPEL CHOIR
Direttamente dal Sud Africa
Il Soweto Gospel Choir, fondato nel 2002 sotto la direzione di David Mulovhedzi e Beverly Bryer, annovera tra le sue fila i migliori
talenti vocali formatisi nelle molte chiese di Soweto, il grande sobborgo di Johannesburg - Sud Africa, ed è riconosciuto
come uno dei più importanti gruppi del panorama musicale gospel degli ultimi anni.
Il Coro nasce per celebrare l’eccezionale energia e la forza ispiratrice della musica Gospel sudafricana ed ha come missione la condivisione della gioia e della fede attraverso di essa. Il Soweto Gospel Choir è inoltre ambasciatore internazionale,
insieme a Bono degli U2 e Brad Pitt, della 46664 Foundation di Mandela, Fondazione per la lotta all’HIV intitolata dall’ex
presidente sudafricano in memoria dei suoi giorni di reclusione a Robben Island, sotto il regime di apartheid (Nelson Mandela prigioniero n°466, imprigionato nel ’64). Attraverso raccolte benefiche si occupa anche di sostenere gli enti di Nkosi’s Haven
e Nkosi’s Haven Vukani, fondati entrambi nel 2003 e intitolati a Nkosi, bambino nato sieropositivo, che ha impegnato la sua breve
vita per la lotta all’HIV in Africa. Il Soweto Gospel Choir ha ottenuto in questi anni numerosi riconoscimenti tra cui ben tre Grammy
Awards per il miglior album di musica tradizionale dal mondo nel 2006, 2007 e 2008 e una nomination all’81 edizione dei premi
Oscar - Annual Academy Awards 2009. Il Coro è stato infatti segnalato nella categoria Miglior Canzone Originale per la canzone
Down To Earth, presente nella pellicola animata Wall-E di Andrew Stanton, realizzata a seguito della preziosa collaborazione del
Coro con il compositore e musicista Peter Gabriel assieme a Thomas Newman. In questa sede il Soweto Gospel Choir è stato
riconosciuto come il primo artista proveniente dal Sud Africa e si è esibito sul palco degli Oscar insieme a John Legend. La
tournée italiana del 2008 ha visto il Coro impegnato a Milano, Genova, Bologna, Firenze e Roma con lo spettacolo African
Spirit, raggiungendo un totale di 10.000 spettatori per sole 7 repliche, un successo che fece il tutto esaurito già ad agosto 2007
al Festival di Edimburgo e altrettanto durante il 51esimo Festival dei Due Mondi di Spoleto nell’estate del 2008. A dicembre 2010
il Coro tritorna con una nuovissima produzione che ha già in programma un lungo tour in tutta Europa: Grace. Un condensato
di energia e vocalità, dato dal connubio perfetto tra canzoni del repertorio Gospel e rivisitazioni di musiche tradizionali africane ed
interpretato attraverso balli sfrenati ed una perfetta sincronia tra gesto e vocalità. Con 26 artisti in scena, tra cantanti, ballerini e percussionisti, il Soweto Gospel Choir riesce a scuotere le anime, trasmettendo al pubblico di tutto il mondo la bellezza
e la passione che caratterizzano l’Africa.
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Sabato 11 e domenica 12 dicembre 2010 (sab ore 21/dom ore 16)
BALLETTO DI MOSCA LA CLASSIQUE
Lo Schiaccianoci
Appena il sipario si apre, la quotidianità si dilegua per far spazio a tutto un altro mondo: luci e calore di camini accesi,
una realtà fatta di candore che prende vita da scenografie curate nel minimo dettaglio e da costumi magistrali cuciti a
mano con rigore e rispetto di una tradizione antica. Il Balletto Di Mosca La Classique, diretto da Elik Melikov e prodotto da Arteatro, toglie il fiato per lo stupore attraverso la celeberrima trilogia ciaikovskjana La Bella Addormentata, Lo Schiaccianoci,
Il Lago dei Cigni.
Il Balletto di Mosca La Classique, fondato nel 1990 sotto l’égida e con il riconoscimento del Dipartimento della Cultura
della Città di Mosca – Moskoncert da Nadejda Pavlova e Elik Melikov e presente in Italia dal ’91, è un organico formato da
una cinquantina di elementi provenienti da blasonate strutture come il Bolshoi di Mosca, il Kirov di San PietroBurgo, i Ballets
Theatres di Kiev e Odessa, e ha in repertorio tutti i grandi titoli. La compagnia, figlia della “grande madre Russia”, si pone come
un baluardo della secolare tradizione della danse d’école ma, grazie al coreografo Alexander Vorotnikov, la libera dai ridondanti
e obsoleti “manierismi” per riproporla rinnovata e adatta al pubblico odierno che, se ama la tradizione, nel contempo predilige
mises en scène più agili e moderne. Una predilezione perfettamente compresa da Elik Melikov, imprenditore e uomo di teatro
che nel ’90, dando i natali al Balletto di Mosca La Classique, ha iniziato e proseguito con successo la carriera di direttore artistico. Peculiarità della Compagnia è quella di dar modo di poter rappresentare entrambi i titoli con la musica dal vivo grazie
alla collaborazione con l’Orchestra Sinfonica Italiana. Sul podio Kostantin Kvatinets, talentuoso direttore d’orchestra russo, dal
2006 specializzato anche nella direzione per il balletto.
Lo Schiaccianoci, eseguito per la prima volta il 18 dicembre 1892 a San Pietroburgo su libretto di Petipa; secondo gli storici
fu sempre il geniale francese ad iniziare la stesura delle coreografie, ma una malattia lo costrinse a delegare l’incarico a Lev
Ivanov, secondo maître de ballet del Teatro Marinskij. Al debutto, ritenendo insufficiente il proprio contributo coreografico, Petipa vietò di pubblicare il proprio nome affiancato a quello del valido collaboratore. La “prima” ebbe fra gli interpreti l’italiana
Antonietta Dell’Era nel ruolo della Fata Confetto (per il tema musicale Ciaikovskij scelse il suono incantevole della celesta,
strumento che il compositore scoprì nel 1891 durante un soggiorno a Parigi) e il giovanissimo Nicolaj Legat, il quale sarebbe
in futuro diventato maestro di Nijinskij e Fokin. Tra le parti più conosciute e amate dal pubblico affezionato alla fiaba natalizia
de Lo Schiaccianoci figurano il Valzer dei Fiocchi di Neve, il trascinante Valzer dei Fiori e i divertissements affidati ai solisti
nel secondo atto: la Cioccolata (danza spagnola), il Caffè (danza araba), il The (danza cinese) e il Trepak, tipica danza russa di
origini cosacche.
Le carriere di Carlo Pesta ed Elik Melikov si incrociano nel 1991 quando il giovane manager milanese organizza la prima
tournée per l’allora neo costituita compagnia moscovita e ne conosce l’altrettanto giovane direttore Elik Melikov. Da subito tra
i due si instaura un rapporto di stima reciproca che nel corso degli anni va sempre più consolidandosi.
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Martedì 14 e mercoledì 15 dicembre 2010 ore 21
JESUS CHRIST SUPERSTAR
di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice
regia di Massimo Romeo Piparo
con il vincitore di X Factor 2 Matteo Becucci nel ruolo di Giuda, con la partecipazione di Mario Venuti nel ruolo di Pilato e
Nicky Nicolai nel ruolo di Maddalena insieme ad un’orchestra dal vivo e 35 artisti in scena.
A 15 anni dallo storico debutto torna una produzione esplosiva con un allestimento di grandissimo livello artistico che farà
rivivere i fasti dell’Opera Rock più amata dal pubblico italiano. Il Primo JCS mai prodotto in Italia, l’Unico ad avere avuto il riconoscimento del Vaticano, l’Originale che ha fatto conoscere il genio di Webber&Rice. Con 11 stagioni consecutive di repliche e
oltre 1.000.000 di spettatori, con più di 100 artisti si sono alternati nel cast e 19 regioni e 84 città sono state toccate dallo
show nella memorabile edizione nel 2000 con Carl Anderson.
Il cast vede impegnate diverse star della musica leggera italiana: Mario Venuti sarà Pilato, Nicky Nicolai la Maddalena, Matteo Becucci (vincitore di X Factor 2) Giuda mentre il protagonista è Paride Acacia. Con un’orchestra dal vivo e
più di 30 elementi in scena il musical è interamente cantato in lingua inglese. JCS, noto per aver cambiato la Storia del
Teatro Musicale italiano, narra l’ultima settimana di vita di Cristo in chiave rock. La commistione di argomento religioso,
punto di vista laico e musica Rock, lo rende un evento trasversale che unisce in platea un pubblico vasto e variegato.
Nessun altro musical italiano in lingua originale vanta questo significativo record: 11 anni consecutivi di programmazione
nelle stagioni dei Teatri italiani dal 1995 al 2006. Questa versione, inoltre, è stata l’unica al mondo ad avere ottenuto
un riconoscimento ufficiale dalla Santa Sede in occasione del Giubileo dell’Anno 2000. In quell’anno ad interpretare il
ruolo di Giuda fu il mitico Carl Anderson, già interprete di Giuda nel film di Norman Jewison del 1973, che verrà ricordato
prima dello spettacolo con un inedito cortometraggio.
Questa versione di JCS diretta da Massimo Romeo Piparo, senza dubbio uno dei più illustri rappresentanti del genere
Musical in Italia, ha già incontrato il favore di oltre un milione di spettatori e vanta al suo attivo già tre diverse edizioni
con 18 Regioni toccate e più di mille rappresentazioni. Le coreografie sono di Roberto Croce e la direzione musicale
di Emanuele Friello.
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Venerdì 21 e sabato 22 gennaio 2011 ore 21
ALESSANDRO BERGONZONI
di e con Alessandro Bergonzoni
regia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
organizzazione e distribuzione: PROGETTI DADAUMPA Srl
Il vincitore del premio Ubu 2009 per la migliore interpretazione maschile nel teatro italiano torna a calcare le assi del teatro
di Via Madama Cristina con il suo nuovissimo spettacolo il cui titolo deve ancora essere annunciato. Alessandro Bergonzoni
gremisce i teatri e inchioda alle poltrone gli spettatori di tutta Italia, entusiasmando il pubblico non solo con le sue pièce teatrali,
ma anche le sue innumerevoli partecipazioni radiofoniche e televisive, le collaborazioni giornalistiche e i suoi libri.
Bergonzoni è un attore che in scena può far scomparire improvvisamente il senso comune e sostituirlo con panorami fino
ad un attimo prima impensabili, un autore che non ha imitatori proprio perché non si ferma di fronte al linguaggio ma vi si
immerge fino ad estrarne i concetti fondanti. Un Bergonzoni anarchicamente comico ma, questa volta, sicuramente molto
più polemico e metafisicamente critico verso la realtà che ci assedia.
Alessandro Bergonzoni nasce a Bologna nel 1958. A 24 anni dopo l’Accademia Antoniana e la laurea in giurisprudenza, inizia
la collaborazione artistica con Claudio Calabrò, debuttando in teatro nel doppio ruolo a lui congeniale di attore-autore con
Scemeggiata (1982), a cui faranno seguito Chi cabaret fa per tre (1983) e La regina del Nautilus (1984). Già in questi primi
spettacoli Bergonzoni sviluppa i temi comici che diventeranno fondamentali nei suoi successivi lavori: il rifiuto del reale come
riferimento artistico, “l’esplorazione” linguistica e l’assurdo come mondo comico da esplorare a tutto campo. Il 1985 oltre al
debutto de La saliera e l’ape Piera, vede Bergonzoni impegnato con le sue prime esperienze radio-televisive. Ma è con “Non è
morto nè Flic nè Floc” (1987) che ad Alessandro Bergonzoni arrivano i primi riconoscimenti sia da parte della critica (menzione
speciale del premio I.D.I. 1988) che da parte del grande pubblico. Nell’autunno del 1989 Mondadori pubblica il suo primo libro
Le balene restino sedute. È proprio da queste pagine che, nel novembre 1989, prende vita l’omonimo recital-lettura che Bergonzoni porterà in tourneè con successo per oltre due anni. L’aprile del 1991 segna l’inizio della collaborazione di Bergonzoni
con Radio 2 per la quale scrive e realizza Zitta, che si sente tutto (1991), Il vento ha un bel nasino (1992) e Missione sguazzino
(1993). Nel febbraio 1992 debutta con Anghingò, altro capitolo della sua continua ricerca all’interno del cosmo comico. Mondadori pubblica il suo secondo libro È già mercoledì e io no che ottiene immediatamente un grande successo. Il 1995 vede l’uscita
per Garzanti del suo terzo libro Il grande Fermo e i suoi piccoli andirivieni dove per la prima volta si cimenta con la struttura
del romanzo. Nel 1996 il Premio Candoni gli commissiona un atto unico, che intitolerà Chi ha ucciso il maiale, da presentare
all’interno della sezione nuova drammaturgia. Questo testo assieme all’inedito Ambetrè comporrà poi lo spettacolo Al Bergo
Bergonzoni allestito dalla compagnia torinese Assemblea Teatro. Sempre nel 1996 Alessandro Bergonzoni debutta nel ruolo di
sceneggiatore-attore nel suo primo cortometraggio Piccola Mattanza, diretto da Claudio Calabrò, che viene presentato al Torino
Filmfestival. All’inizio del 1997 debutta il suo nuovo spettacolo teatrale Zius. E sarà proprio con questo lavoro che la ricerca
verso una narrazione lineare troverà un vero punto di partenza: Jean, Jeanjean e Jean per Jean saranno infatti i protagonisti
di una storia narrata dall’inizio alla fine. Nell’aprile 1999 Mario Moretti prepara al Teatro dell’Orologio di Roma uno spettacolo
antologico su Bergonzoni dal titolo Lunendoli, mentre il nuovo libro Opplero - Storia di un salto, edito da Garzanti e presentato al
Salone di Torino, è in distribuzione dal maggio 1999. Sempre in quest’anno inizia una collaborazione con la testata del GR RAI
con la nota giornalistica chiamata L’epitalamo e in novembre debutta al Teatro Due di Parma con Madornale 33. Ed è proprio
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raccontando la storia di Fufyo e della sua ricerca delle 33 verità assolute che Bergonzoni si avvia a chiudere il ciclo artistico
che l’ha portato ad interessarsi ad una narrazione teatrale sempre più unitaria e precisa.
Il 2000 lo vede intensificare le partecipazioni radiofoniche su Radio Rai (Fahrenheit, Ho perso il trend e Caterpillar ) e cominciare
una strettissima collaborazione con la Casa dei Risvegli - Luca De Nigris. Per questa associazione che si occupa del risveglio
dal coma e della successiva riabilitazione cura insieme a Riccardo Rodolfi gli spot cinematografici/televisivi e la campagna
stampa diventandone anche il testimonial. Da questa collaborazione nasce nell’ottobre 2001 Coma reading messo in scena
all’Arena del Sole di Bologna insieme ad Alessandro Baricco, Pino Cacucci e Gabriele Romagnoli. Nel 2001 interpreta la parte
del “Direttore del circo” nel Pinocchio di Roberto Benigni. Nel 2002 accetta l’invito di Tele+ per l’ideazione e la realizzazione
di un programma televisivo su Tele+bianco intitolato “Carta bianca”. Nel dicembre 2002 termina dopo tre anni, la tournè di
Madornale 33 che diventerà il suo spettacolo più replicato. All’inizio del 2004 Renzo Sicco per Assemblea Teatro adatta per
il palcoscenico il suo libro “Opplero-Storia di un salto” facendolo diventare uno spettacolo dal titolo Grili, cicalle ed altri erorri.
Nella primavera insieme a Riccardo Rodolfi, prepara il nuovo spettacolo decidendo di dargli una gestazione creativa pubblica e
optando per delle anteprime-laboratorio replicate in diverse parti d’Italia; ed è così che nasce in primavera Predisporsi al micidiale parte prima: l’inaudito, percorso necessario per arrivare al debutto nell’ottobre del 2004 del definitivo Predisporsi al micidiale col quale vince il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di teatro. Nel 2005 esce per Bompiani il nuovo libro Non
ardo dal desiderio di diventare uomo finchè posso essere anche donna bambino animale o cosa. Nel 2007 debutta al Teatro
Duse di Bologna il suo nuovo lavoro teatrale dal titolo NEL. Il 22 febbraio 2008 a Napoli inaugura la sua prima personale d’arte.
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Venerdì 28 e sabato 29 gennaio 2011 ore 21
KATAKLÒ
Love Machine
una produzione Kataklò Athletic Dance Theatre
ideazione e regia Giulia Staccioli
coreografie Giulia Staccioli e Jessica Gandini
musiche originali Italo Dorigatti, Alias Sabba D.J.
ideazione costumi Sara Costantini
disegno luci e direzione tecnica Andrea Mostachetti
performer Maria Agatiello, Elisa Bazzocchi, Paolo Benedetti, Eleonora Di Vita, Leonardo Fumarola, Serena Rampon,
Marco Ticli, Marco Zanotti
voce registrata Carlo Alighiero
Dopo l’entusiasmante successo riscosso in tutta Europa – tra cui il Fringe Festival di Edimburgo – la danza dei Kataklò arriva
al Colosseo con Love Machines. Physical theatre, danza, musica e acrobazie si fondono in una performance spettacolare e
coinvolgente. Nell’elaborazione delle coreografie, Giulia Staccioli ha attinto dagli studi di Leonardo Da Vinci sul corpo umano
e sulle macchine: i danzatori si muovono tra paesaggi surreali e strutture dai piani inclinati sperimentando movimenti che
sfuggono alle leggi naturali.
Una terra misteriosa, un paesaggio che affascina, un panorama che sembra essere senza fine in una dimensione
atemporale. Perfetto scenario per le avventure di due sfrontati esploratori in cerca di nuove scoperte e di nuove realtà.
La fioca luce delle torce permette di cogliere solo alcuni tratti del luogo in cui si sono inoltrati. Temerari e al contempo impacciati, i curiosi esploratori perlustrano lo spazio circostante desiderosi di svelarne ogni più intimo segreto. Scoprono così che
nell’oscurità si celano oggetti inconsueti: strutture con il piano superiore inclinato, involucri inerti, strani spuntoni, ostili e
sinistri. Le azioni dei due pionieri regalano al pubblico momenti di vivace ilarità. Con divertente invadenza affrontano la pendenza delle strutture e si accorgono che in ognuna di esse vive un corpo in carne e ossa che cammina, pensa, lotta, ama.
Un corpo-macchina che rappresenta il motore della materia, la sua anima. Che ha voglia di vivere, di aprirsi al desiderio
d’amore, divenendo così la metafora di tutto ciò che è passione e desiderio inconscio. Così accade che allo stesso modo in cui
l’anima di un essere umano palpita e dà vita alla materia, ognuno di quei corpi dà e prende vita dalla macchina cui è indissolubilmente legato. In questo nuovo mondo non vi sono regole conosciute, né il concetto di dritto e rovescio: agli occhi dei due
pionieri forme e pensieri appaiono ribaltati ma in perfetto equilibrio. A poco a poco i viaggiatori si lasciano coinvolgere dalla
giocosa vitalità e dalla contagiosa follia d amore di questo popolo che, attraverso la passione, la curiosità e l’intuizione,
ha compiuto un percorso ricco e progressivo fino a creare una nuova dimensione in cui tutto è armonia.
Il rapporto uomo-macchina è incentrato su una visione profondamente ottimistica del mondo. È proprio l’idea dell’amore, che
genera il mito dell’unione. Grazie alla conoscenza reciproca, la diversità diviene normalità. Come agli occhi di Leonardo da
Vinci il non conosciuto genera esperienza, così gli esploratori imparano a vedere ciò che li circonda da un altro punto di vista,
un’altra angolazione.
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Venerdì 11 e sabato 12 febbraio 2011 ore 21
ENRICO BERTOLINO
Torna in scena Enrico Bertolino con uno spettacolo in cui, partendo da se stesso, torna a parlare dei temi a lui più cari: i sentimenti, le ambizioni, le nevrosi e le solitudini, riflettendo sulla fisionomia della nostra generazione. Uno spettacolo con
i testi del grande Curzio Maltese dove si alternano momenti di critica pungente, alcune parentesi di surreale fuga dalla realtà
accompagnata da musiche e ballate e quadretti paradossali dedicati alla satira di costume e all’osservazione di una realtà
sempre più farsesca.
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Venerdì 18 e sabato 19 febbraio 2011 ore 21
PAOLO ROSSI
Il Mistero Buffo di Dario Fo
L’altissimo gradimento del pubblico, l’ulteriore perfezionamento dello spettacolo l’introduzione in scena della straordinaria
interprete Lucia Vasini sono alcuni dei motivi che spiegano il ritorno del Mistero Buffo di Dario Fo interpretato da Paolo Rossi.
Nessun altro spettacolo può esaltare allo stesso modo il ritmo e la genialità di Rossi nel descrivere l’immagine, nell’interpretare
il pensiero del suo grande maestro Fo utilizzando il linguaggio contemporaneo.
Il Mistero Buffo che Paolo Rossi ripropone non è una mera riproposizione deltesto – o meglio dell’insieme di testi – con cui
Dario Fo segnò agli inizi degli anni settanta una vera e propria rivoluzione nel teatro contemporaneo italiano, ma rimane comunque un opera geniale. Le storie di Gesù – l’infanzia, la resurrezione di Lazzaro, l’ultima cena, la passione – sono ambientate in
questa versione in una vera baracca di comici dell’arte, portarori di racconti e di leggende, dove fra un tavolino a tre gambe,
il manichino di un immigrato sempre presente insieme al musicista Emanuele Dell’Aquila e la spalla ineffabile di Lucia Vasini,
Rossi interpreta il giullare e il giullare interpreta la realtà. Se Dario Fo usava il grammelot come altissima stilizzazione Rossi
invece non insiste troppo su questa risorsa linguistica, ma racconta con grande affetto, quasi con intimità, le storie delle figure
che via via evoca. Compaiono nella storia riferimenti contemporanei, facebook e telefonini, immigrati che sbarcano sul Lago
di Garda come se fosse Lampedusa. Nei nuovi Misteri che Paolo Rossi presenta nuovamente a Torino altre storie dei Vangeli,
occasione per riflettere sul contemporaneo e ritrovare un attore nel suo migliore stato di grazia.
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Mercoledì 23 dicembre 2011 ore 21
PASIONES COMPANY
Divino Tango Pasion del sér urbano
Pasiones Company è una compagnia capace di portare in scena il vero tango argentino: una danza capace di affascinare
e coinvolgere senza dover ricorrere a sovrastrutture complesse così come avviene a Buenos Aires, dove il tango si balla nelle
piazze. Adrián Aragon e Erica Boaglio sono i protagonisti di uno spettacolo mozzafiato che non ha bisogno di niente se
non di una colonna sonora accuratamente selezionata e delle esibizioni superbe dei ballerini. Un’occasione per essere
trasportati nella cultura di una terra viva, ricca di passione e di fascino.
Uno spettacolo elegante, sensuale e di alto impatto emotivo. Dove il filo della storia ci porta alle meravigliose ed affascinanti
scene di una Argentina viva, piena di speranza. Luci, coreografie e musiche articolate senza fessure, rialzano ancora di più
il grande livello artistico della Pasiones Company. Classico e contemporaneo al tempo stesso, Divino Tango è una magistrale
creazione con una messa in scena superba, agile e struggente. Storie in bianco e nero o colorate dalla passione in cui l’eros
è sottilmente presente ed evocato attraverso il ballo. Adrián ed Erica ci porteranno nell’ anima di un paese ricco culturalmente, dove l’immaginazione viaggia tanto velocemente quanto la voglia di uscire da una eterna crisi. La colonna sonora e stata
accuratamente selezionata al fine di portare ad ogni coreografia gli elementi sensibili che la storia richiede. Carlos Gardel, Astor
Piazzolla, Francisco Canaro, affiancati alle nuove creazione di Luis Corallini, danno personalità all’opera.
Il tango non è una proprietà privata, o soltanto un passo più o meno complesso o sensuale...Non è soltanto un Museo di personaggi di inizio del Novecento nei fiumi peccaminosi delle Milonghe. Il Tango non si impara, si vive! Il Tango è parte della nostra
anima argentina...oggi...come ieri…come domani. E se la nostra anima e Divina, lo é anche il nostro Tango!
Adrián Aragon
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Venerdì 25 e sabato 26 febbraio 2011 ore 21
GIUSEPPE GIACOBAZZI
Una vita da pavura
di e con Andrea Sasdelli
Dopo quasi 20 anni di palchi, radio e tv, fino al trionfale approdo a Zelig: Giuseppe Giacobazzi si racconta a teatro.
Nel suo spettacolo Giacobazzi prende in esame vicende di vita quotidiana: con la sua mimica e il suo umorismo unici analizza
l’attualità italiana. Fondamentale è il suo rapporto con le donne: i problemi cominciano fin da ragazzino col catalogo Postal
Market fino ad arrivare alla ristrutturazione della casa, passando per la gita all’Ipercoop, tra file alla cassa e carrelli sghembi,
il negozio etnico o Mediashopping. Non manca infine l’ironia sempre affettuosa con cui Giacobazzi analizza gli stereotipi del
romagnolo partendo dal look, perchè il romagnolo non pensa: fa e basta. Una vita da pavura ci mostra un Giacobazzi nel pieno
della maturità artistica: sempre travolgente, quasi saggio!
Giuseppe Giacobazzi è nato ad Alfonsine (RA) il 19 febbraio 1963, ma vive a Bologna, il suo vero nome è Andrea Sasdelli.
Dal 1985 al 1992 Giacobazzi è conduttore radiofonico in una radio privata, e in contemporanea è comparsa comica in diverse
trasmissioni televisive di TV private: Rete 7 - Emotivitalia e Femminilitalia. Debutta sul palco il 19 marzo 1993 (debutto del
Costipanzo Show) che va in onda con 8 puntate su Telesanterno e si trasferisce nel 1994 su Rete7 ottenendo notevoli ascolti.
Il poveta, amante della musica, incide, sempre nel 1994, il suo primo cd, dal titolo Balla sui cubi. Dal 1995 al 1997 appare in
varie trasmissioni televisive su reti private. Sempre nel 1995 scrive il brano Patacca Rap che interpreta in vari spettacoli dal vivo
e il cui disco viene ufficialmente inciso nell’estate 2007. Dal 1997 ad oggi è protagonista di alcuni spot pubblicitari sia televisivi
sia radiofonici per aziende della regione. Il 1999 lo vede protagonista di 10 puntate della trasmissione televisiva Zappando zappando con Natalino Balasso e Duilio Pizzocchi in onda su Italia7. Dal 2000 ad oggi conduce una striscia giornaliera radiofonica
con Duilio Pizzocchi su Radio Italia anni 60. Nel 2001 va in stampa il libro di povesie Sburoni si nasce di cui è l’autore. Debutta
in teatro nel febbraio 2003 con lo spettacolo omonimo Sburoni si nasce e inizia le trasmissioni Che calcio vuoi e Dolce amaro
su Telesanterno. L’estate 2004 lo vede protagonista di Tisana Bum Bum fiction comica in onda su Rai Due. Nel 2005 ha una
piccola parte nel film documentario il 37 sulla strage di Bologna e a settembre dello stesso anno, partecipa a Zelig Off. Da qui
il successo nazionale: a febbraio 2006 viene notato dagli autori di Zelig Circus che lo “arruolano” per la prima serata di Canale
5. Nell’aprile del 2006, Raffaella Carrà lo ammira durante il suo famoso brano sulle rotonde di Ravenna e lo vuole come ospite
in prima serata su RAI 1 nella sua trasmissione Amore. Nel 2007 Giacobazzi è di nuovo in prima serata su Canale 5 nella nuova
edizione di Zelig dove riscuote un enorme successo e, abbandonate per un attimo le sue famose povesie, racconta vicende
di vita quotidiana con una mimica e un umorismo uniche. Nello stesso anno partecipa ad una puntata di Don Matteo su Rai1
nel ruolo dell’assassino. Nel 2008 viene invitato al Maurizio Costanzo show. Estate 2008 esce la sua seconda fatica letteraria:
Una vita da paura che diventa immediatamente un best seller; nello stesso periodo partecipa al fortunato progetto Tom Tom
Cabaret prestando la sua voce. Autunno 2008: nuovamente trionfatore a Zelig. 2009: prosegue gli spettacoli in giro per l’Italia
e il 19 luglio si esibisce davanti a 19.000 persone a Casoni di Luzzara (RE). Il 21 ottobre 2009 è in libreria con Quel tesoro di
mio figlio scritto a 4 mani con l’amico di sempre Duilio Pizzocchi. 2010: nuovamente a Zelig e in giro con il nuovo spettacolo
teatrale Una vita da pavura.
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Venerdì 4 e sabato 5 marzo 2011 ore 21
GIOBBE COVATTA E ENZO IACCHETTI
Niente progetti per il futuro
Due grandi talenti comici, due diversi modi di comunicare e di vivere caratterizzano la curiosa accoppiata CovattaIacchetti che per la prima volta si incontra in teatro. Il sodalizio nasce per portare in scena il testo di Francesco Brandi,
una delle più nuove e più autentiche voci della drammaturgia italiana.
“Niente progetti per il futuro” è un gioco teatrale surreale, una parabola contemporanea, che cerca di raccontare con i toni
della leggerezza e del paradosso una società in crisi, dove i valori dell’Uomo appaiono lisi e sfilacciati sullo sfondo di un progressivo impoverimento spirituale.
Due uomini si incontrano di notte su un ponte della periferia di una grande città. Li accomuna la singolare circostanza
che nello stesso momento hanno pensato di compiere il medesimo gesto: suicidarsi gettandosi dal ponte. Tobia è un
vip della tv, psicologo di nascita ma opinionista-tuttologo di adozione (televisiva). È un uomo colto e ironico, ma anche estremamente egoista ed egocentrico. Ultimamente è finito in disgrazia dopo aver involontariamente offeso un alto papavero della
televisione in una delle solite schermaglie dei salotti televisivi. Sebbene, pentito dell’incauto gesto, abbia cercato di porvi rimedio con scuse e genuflessioni, subisce ormai da mesi un pesante ostracismo che lo ha logorato lentamente, facendo emergere
la sua parte più cinica e nichilista. Su consiglio del suo agente ha speso gli ultimi denari per sposare in sontuose nozze una
starlette della tv da cui era fidanzato da tempo, più che per amore per fare un po’ di “rumore” intorno alla sua immagine, ma
a poco è servito. Oltre allo sbriciolamento della sua carriera Tobia non sopporta di essere stato improvvisamente abbandonato
da tutti. Porta con sé un agendina dove, accanto al nome di ogni persona che conosce, annota se questa lo ami o se non lo
ami, come fosse un enorme margherita da migliaia di petali. E ormai i “m’ama” sono scesi per la prima volta sotto il 3%, un
dato nefasto quanto le percentuali auditel dei suoi programmi televisivi. La sua popolarità è definitivamente annientata. Quindi
è arrivata l’ora di farla finita. Ma proprio nel fatidico instante in cui sta per lasciarsi andare giù dal ponte appare Ivan.
Garagista, uomo semplice e di una piacevole concretezza, religioso praticante, di estrazione sociale bassa, con una cultura non certo ricca ma nutrita da un’insopprimibile curiosità che alimenta le sue velleità speculative e finanche filosofiche, un
filosofo del paradosso ovviamente! E proprio certe sue speculazioni vittimistiche lo hanno portato a concludere che il modo più
consono di reagire al tradimento della fidanzata sia levarsi la vita. Adesso che però ha conosciuto di persona Tobia, di cui è da
sempre grande fan, ha deciso che la sua ultima buona azione da vivo sarà impedirgli il suicidio. Dall’incontro - scontro di
questi due personaggi che provengono da mondi così lontani, con prospettive sulle cose della vita così distanti, nasce il
dramma o la commedia, secondo i diversi punti di vista o la diversa lettura degli avvenimenti.
Francesco Brandi è autore di altri interessanti testi teatrali, alcuni dei quali già andati in scena, e rappresenta una delle più
nuove e più autentiche voci della drammaturgia italiana. Il testo ha vinto Il Premio Flaiano 2009 con la seguente motivazione di
Masolino D’Amico, Presidente della Giuria: “Dramma sottile e coinvolgente, spesso imprevedibile, nel rappresentare l’incontro
di un semplice garagista con un Vip della televisione, colto e intelligente ma egocentrico oltre ogni limite. Ne esce il ritratto di
una società intera, priva di valori e piena di contraddizioni.”
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Giovedì 10 marzo 2011 ore 21
RHYTH.MIX
uno spettacolo di Barbara Cardinetti
da un’idea di Antonio Gnecchi Ruscone
consulenza tecnica Emanuela Maccarani
coreografie Barbara Cardinetti
cast Atlete di Ginnastica Ritmica
Dopo il successo riscosso la scorsa stagione torna nei teatri italiani Rhyth.mix, uno spettacolo tutto al femminile,
in cui ritmo, sincronismo, bellezza ed eleganza sono estetizzati in una perfetta armonia di tecnica, danza, musica e
colori. Il corpo come spettacolo di eleganza, la bellezza come sincronismo di forme, la gioia come striscia di colore, la musica
come armonia del movimento in un mondo di sirene suadenti; questo è Rhyth.mix. Il successo della ginnastica ritmica italiana
nelle grandi arene sportive di tutto il mondo ha ispirato un progetto originale e coraggioso: trasformare il talento, l’abilità
e la disciplina sportiva in uno spettacolo che di clavette, funi, palle, nastri e cerchi usa la grande potenzialità spettacolare
proiettandola nei tempi e nei ritmi della danza. Un mix di generi e tecniche al servizio della spettacolarità del movimento
estremo, nell’esaltazione dello stupore che si prova davanti al fondersi del ritmo nella danza e della sincronia nel movimento: la
visione della bellezza. Soluzioni scenotecniche multimediali e sorprendenti sottolineano l’aspetto contemporaneo dello spettacolo, con effetti inattesi e coinvolgenti. Lo spettacolo si avvale della consulenza di professionisti di fama internazionale,
tra cui spicca Emanuela Maccarani, CTN artefice dei grandi successi olimpionici della Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica.
Barbara Cardinetti, ballerina e coreografa, inizia la sua carriera nel mondo della ginnastica ritmica, fino a diventare campionessa italiana nel 1992. La sua formazione artistica comprende vari nomi della danza italiana ed internazionale, arrivando a
perfezionarsi all’Alvin Ailey School di New York. In qualità di ballerina lavora con importanti compagnie partecipando a diverse
tournée mondiali: fa parte del cast di No Gravity, con coreografie di Brian Sanders e David Parsons, e dello spettacolo Waterwall con la compagnia Materiali Resistenti diretta da Ivan Manzoni. Negli Stati Uniti lavora con Christopher Harrison e la sua
compagnia Anti gravity. Fa parte del corpo di ballo di varie produzioni televisive, fra cui Non facciamoci prendere dal panico con
Gianni Morandi in onda su Raiuno nel 2006 e, sempre sulla stesa rete nel 2005, Rockpolitick con Adriano Celentano. Partecipa
alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 come ballerina e assistente del coreografo Ivan Manzoni,
con cui collabora anche per la cerimonia di apertura dei Giochi Paraolimpici Invernali dello stesso anno.
Emanuela Maccarani, allenatrice della Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica, Giudice Nazionale ed Internazionale, vanta al
suo attivo un ricco palmarès frutto di una carriera ventennale nel campo della ginnastica. Come atleta partecipa dal 1982 al
1984 a due campionati europei (a Stavanger e Vienna) e a due coppe del mondo laureandosi Campionessa Italiana senior nel
1984. Nel 1987 inizia la sua carriera di allenatrice: oltre a numerose squadre private entra anche a far parte dello staff tecnico
della Nazionale come assistente allenatrice. Dal 1996 è allenatrice responsabile della squadra nazionale senior. Le prime medaglie arrivano ai campionati europei di Riesa e da allora le vittorie della Nazionale si susseguono: l’argento olimpico ad Atene
2004, 1 medaglia d’oro e 2 d’argento ai campionati del mondo di Baku nel 2005, 2 ori e 5 argenti della coppa del mondo nel
2007, oro argento e bronzo ai Campionati Europei 2008 (Torino) l’oro della coppa del mondo 2009 (Pesaro) ed infine l’oro ai
campionati del mondo di Mie (Giappone) 2009.
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Venerdì 11 marzo 2010 ore 21
LE SORELLE MARINETTI
Non ce ne importa niente
di Giorgio Bozzo
Regia Max Croci
Non ce ne importa niente non è un semplice concerto, ma una vera e propria piece di teatro musicale, che propone allo spettatore un viaggio temporale a ritroso, verso gli anni ’30. Anni di grandi inquietudini, per l’approssimarsi all’orizzonte di nubi
nere, ma anni anche di voglia d’evasione e di spensieratezza che, grazie alla scuderia di autori, cantanti e direttori d’orchestra dell’Eiar (l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, da cui, come araba fenice, sarebbe nata la RAI) ha prodotto un repertorio
di canzoni che ancora oggi mettono buon umore. E pensare che nel ’25 Mussolini disse: “Questa radio non funzionerà mai!”.
Interpreti di questo viaggio sono Le Sorelle Marinetti, un trio di “ragazze” davvero particolari, che, affascinate dall’esperienza artistica e umana del Trio Lescano, si calano nei panni di tre signorine degli anni ’30 per raccontare con gustosi sketch
la società del tempo e per interpretare i più grandi successi di quegli anni in perfetto falsetto e “canto armonizzato”. Le Sorelle
sono Turbina Marinetti (Nicola Olivieri, attore e corista lirico), Mercuria Marinetti (Andrea Allione, attore, cantante e coreografo – cura le coreografie dello spettacolo) e Scintilla Marinetti (Marco Lugli, cantante e attore, diplomato ai Filodrammatici).
Figlie improbabili della fulgida epopea dell’Eiar (l’emittente radiofonica nata in piena dittatura, da cui, come Araba Fenice, si
generò la RAI), le tre sorelle canterine sono una creazione del produttore e autore Giorgio Bozzo, che le ha preparate
all’impegno convincendole ad ascoltare – con un’ostinazione che rasentava la tortura – i grandi nomi della canzone degli anni
’30: il Trio Lescano, Silvana Fioresi, Maria Jottini, Alberto Rabagliati, Natalino Otto, Ernesto Bonino. Se sul piano artistico sono
una cosa sola, su quello più caratteriale le Sorelle Marinetti sono davvero una diversa dall’altra: Turbina, la maggiore, è
la più saggia e posata; Mercuria, la mediana, più ingenua e sognatrice; Scintilla, la minore, più sfacciata e birichina. Affidate al
maestro preparatore Christian Schmitz - che ha curato gli arrangiamenti e le trascrizioni del repertorio - le sorelle, già dalle prime incisioni di prova realizzate nella primavera del 2007, hanno prodotto ottime interpretazioni di Tuli Tulipan (Trio Lescano), La
gelosia non è più di moda (Trio Lescano) e Non sei più la mia bambina (Delia Lodi). Provato il loro talento, la produzione ha cominciato a lavorare al primo disco, che spazia da alcuni grandi successi del Trio Lescano, a trascrizioni per canto armonico di
altri interpreti degli anni ’30, a canzoni del repertorio delle Andrews Sisters, per arrivare a un delizioso omaggio a una cantante
pop/rock americana tra le più amate, la sempiterna Cher, con un medley in chiave di standard swing. Diretta dal maestro Schmitz, la band raccolta intorno alle Marinetti, oggi conosciuta come Orchestra Maniscalchi, è composta da ottimi musicisti
jazz: Chicco Maniscalchi (pianoforte), Riccardo Tosi (batteria), Paolo Dassi (contrabbasso), Pierluigi Petris (chitarra) e la sezione
fiati di Alberto Ferrari (clarinetto e sax), Riccardo Gibertini (tromba) e Alberto Bollettieri (trombone). Il primo disco delle Sorelle
Marinetti (Non ce ne importa niente, n. cat. PNCD00029 – distribuzione Venus Dischi) è uscito nel febbraio 2008 per la P-Nuts
di Giorgio Bozzo, mentre il debutto dello spettacolo teatrale Non ce ne importa niente è stato il 7 marzo, al Teatro CAK di Milano
e ha visto la presenza in tre giorni di programmazione di 1.700 persone. A tutt’oggi il CD Non ce ne importa niente ha venduto
più di 12.000 copie. Nel settembre del 2008 le Sorelle sono di nuovo in studio per partecipare come ospiti gradite al primo
lavoro discografico dell’Orchestra Maniscalchi, dal titolo Blem Blem, Fiu Fiu, Dum Dum! (P-Nuts, n. cat. PNCD00031), che vede
la luce nei primi di dicembre dello stesso anno. In esso le sorelle canterine interpretano quattro bellissimi e poco noti brani del
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Trio Lescano (Il mio cuore, Topolino al Mercato, Tulilem, Contemplazione), recuperati negli arrangiamenti originali dal Maestro
Christian Schmitz. Stupefacente anche la stagione teatrale 2008/2009: superando ogni ragionevole aspettativa, lo spettacolo
teatrale Non ce ne importa niente è stato ospitato da 59 teatri, tra tra cui il Teatro Coccia di Novara, il Teatro Sociale di Mantova,
il Teatro Sociale di Bellinzona (CH), il Politeama Genovese e il Teatro Colosseo di Torino. Non sono mancati i Festival estivi, con
acclamate esibizioni al Festival Terre d’Acqua (CR), Ville e Giardini (RO), Estate Varesina (VA), Festival di Valle Christi (Rapallo –
GE). La stagione 2009/2010, iniziata a settembre, prevede nel mese di dicembre una breve interruzione per una mini tournée
con lo spettacolo Note di Natale, un christmas show che vede le Sorelle impegnate in scena con l’Orchestra Maniscalchi al
completo, nella formazione di dieci elementi, e con l’ugola d’oro di Gianluca De Martini. Per questa occasione la P-Nuts ha dato
alle stampe un e.p. natalizio intitolato Note di Natale (PNuts, n. cat. PNCDS0033), contenente quattro nuovi brani arrangiati da
Christian Schmitz e interpretati da Turbina, Mercuria e Scintilla. Il 24 gennaio 2010 le Sorelle, accompagnate dalla Maniscalchi
e da Gianluca De Martini, fanno il loro ingresso nel tempio italiano del jazz, il Bluenote di Milano con una data che registra
il “tutto esaurito” nel giro di pochi giorni. Ma non è l’unica nella sorpresa: proprio nei giorni dello spettacolo al Bluenote le
Sorelle vengono contattate dalla talentuosa cantante ARISA, che propone alle tre di accompagnarle sul palco dell’Ariston
in occasione del Festival di Sanremo per i cori del brano Malamoreno. Le Marinetti accettano di buon grado e l’operazione
raccoglie il consenso di pubblico e critica, regalando alle Sorelle Marinetti un inaspettato bagno di notorietà. È quindi a grande
richiesta che viene organizzato per la fine di aprile un mini-tour nazionale che tocca alcuni capoluoghi di provincia: Vicenza,
Napoli, Firenze, Roma, Milano. Signorine Novecento, il secondo cd delle Sorelle Marinetti (accompagnate dall’Orchestra Maniscalchi al gran completo), uscirà il 25 maggio 2010 su etichetta Atlantic, distribuzione Warner Music Italia. Il disco presenta
quattordici brani originali, molti dei quali sono canzoni interpretate dal Trio Lescano. Altri sono brani di quell’epoca, con la parte
vocale arrangiata dal Maestro Christian Schmitz per tre voci armonizzate.
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Venerdì 18 e sabato 19 marzo 2011 ore 21
THE KITCHEN
di Arnold Wesker
traduzione di Alessandra Serra
con Daniele Aureli, Luca Avagliano, Gabriele Bajo, Ippolita Baldini, Elisabetta Becattini, Fatima Corinna Bernardi,
Luca Bondioli, Amedeo Carlo Capitanelli, Elena Cascelli, Clelia Cicero, Daria D’Aloia,Stella Egitto, Esther Elisha, Ilaria
Falini, Simone Francia, Elisa Gabrielli, Barbara Giordano, Francesco Mecarelli, Nicola Nicchi, Daniele Parisi, Giovanni
Prosperi, Giorgio Regali, Luca Catello Sannino, Giulia Santilli, Elena Savio, Maria Chiara Tofone Giordano Torreggiani,
Diego Venditti, Carlo Zanotti, Marco Zanutto
e con Camillo Milli
regia di Massimo Chiesa
Per Wesker il mondo è una cucina. E questo è quello che dovrà credere lo spettatore guardando lo spettacolo; che questa
cucina sia il mondo, dove si incontrano inglesi, irlandesi, tedeschi, ciprioti, ebrei e italiani. È sicuramente difficile vivere tutti
insieme e lavorare a stretto contatto di gomito. Ma questo è il mondo, questo è The Kitchen. Ho creduto giusto mantenere
l’epoca suggerita dall’autore, il 1950, e ho mantenuto il luogo dell’azione, ovvero l’Inghilterra. È molto importante che
la nostra storia si svolga pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, di modo che si possano ancora vivere gli ultimi
barlumi di odio tra inglesi e tedeschi, e si possa anche intravedere un certo senso di colpa nei ragazzi tedeschi che hanno
capito quale idiozia sia stata quella guerra. The Kitchen è fondamentalmente un testo pacifista. È anche la continua lotta
tra il bene e il male. Questa cucina assomiglia di più a una fabbrica che ad una cucina di ristorante come la vediamo noi oggi,
un posto dove la sicurezza dei lavoratori non veniva neanche presa in considerazione (oggi, a distanza di quasi 50 anni, in Italia
muoiono 1.200 persone all’anno sul luogo di lavoro). E poi c’è il problema della forza lavoro, della manovalanza, così attuale:
in Italia oggi le aziende del nord usano quasi esclusivamente extracomunitari (i ciprioti e i maltesi nel testo di Wesker) ma allo
stesso tempo votano Lega Nord. È tutto un controsenso questo nostro mondo, allora come adesso. Non sarà difficile per
gli spettatori italiani, vedendo The Kitchen, portare questi personaggi ai giorni nostri, come non sarà difficile vedere
Marango (il proprietario del ristorante) nelle vesti di un imprenditore ottuso e senza scrupoli (in Italia ne siamo pieni).
È decisamente un testo attuale, con in più una scrittura fresca che ormai, a distanza di cinquant’anni, possiamo avere la
certezza che non invecchierà mai. Ho preso come oro colato le parole che Wesker usa nelle sue avvertenze per la messa in
scena, mi piace molto la calma dell’inizio e il crescendo così ben scritto dell’ora del pranzo che culmina nella folle frenesia del
servizio di sala e subito dopo di nuovo la calma del pomeriggio, diversa perché più sofferta, per poi arrivare al crescendo finale
di Peter e allo smarrimento di Marango. Non ho cambiato e non ho tagliato nulla come molte volte molti registi amano
fare. The Kitchen non ne ha bisogno. Non voglio ripetermi, ma credo che da quando è stato scritto The Kitchen ad oggi, mai
c’è stato un periodo più giusto, in Italia, per metterlo in scena. Di questo parla The Kitchen e io spero che tutto ciò riesca ad
arrivare al cuore degli spettatori. Vorrei che il pubblico, uscendo, potesse pensare di essersi divertito (la noia è la morte del
teatro), ma vorrei anche che le parole di Wesker fossero riuscite ad arrivare in profondità e che lo spettatore si ricordi questo
spettacolo per molto tempo. In un teatro sempre più leggero e superficiale credo che sia doveroso mettere in scena The Kitchen
di Arnold Wesker.
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Sabato 26 marzo 2011 ore 21
ISA DANIELI E IRENE PIVETTI
Sorelle d’Italia, avanspettacolo fondamentalista
drammaturgia originale di Roberto Buffagni
direzione musicale di Alessandro Nidi
clarinetto, clarinetto basso, e sax soprano Massimo Ferraguti, fisarmonica Marianna Storelli, contrabbasso e batteria Giuliano
Nidi, vibrafono e percussioni Sebastiano Nidi
direzione tecnica Gennaro Cerlino
regia di Cristina Pezzoli
Uno spettacolo pensato e realizzato per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia con il contributo del Comune di Porto
Venere.
Che cosa succederà, a noi fratelli e sorelle d’Italia, in questi misteriosi prossimi cinquant’anni? Come ci arriveremo, al secondo
Centenario dell’Unità d’Italia? O meglio: ci arriveremo, noi Nord e noi Sud, a compiere insieme duecento anni italiani? Isa Danieli e Veronica Pivetti, accompagnate dal vivo dal maestro Alessandro Nidi e da un ensemble di cinque musicisti, nella migliore tradizione fantaprofetica dell’avanspettacolo, danno vita alla fantastoria d’Italia dal 2011 al 2061, con un’ipotesi futuribile
e tragicomica sull’Italia di domani.
In un match travolgente e senza esclusione di colpi - anche bassi – Veronica la Milanese e Isa la Napoletana boxeranno con
canzoni, musica, balli e brani tratti da Bertolazzi e Viviani, Eduardo e Testori, con omaggi a Gino Bramieri e Nino Taranto, Totò e
Fanfulla. E con le atmosfere delle canzoni dei Gufi, di Enzo Jannacci, con il vastissimo repertorio della canzone napoletana, attraversando, rovesciando e mescolando così stereotipi e luoghi comuni, pregiudizi e verità sull’inconciliabile diversità delle
reciproche appartenenze, fino ad arrivare a inaspettate sorprendenti contaminazioni musicali ed emotive.
Dalle canzoni classiche più note (Nostalgia de Milan, ‘O sole mio, O mia bèla Madunina, Santa Lucia luntana) al raffinato
graffiante cabaret dei Gufi e di Cochi e Renato (U’ Ferribotte, Nebbia in Val Padana) da Modugno alla macchietta, fino ad arrivare a una versione milanese della notissima Napul’ è di Pino Daniele, le due contendenti, durante i tre round dello spettacolo
(Secessione - 2061 - Retromarcia) si misureranno anche nel secondo episodio della storia, con un’operina buffa in cui Isa la Tirolese e Veronica l’Ottomana spiegheranno, con recitativi e romanze inedite, che cosa è accaduto domani nel nostro imprevedibile
Belpaese.... Lo spettacolo debutta in prima nazionale al Porto Venere Arcipelago Teatro il prossimo 14 luglio e sarà presentato nella
prestigiosa rassegna Taormina Arte 2010.
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Giovedì 31 marzo 2011, ore 21
RBR DANCE COMPANY
Varietas Delectat
direzione artistica e coreografie Cristiano Fagioli e Cristina Ledri
regia Antonio Giarola
i danzatori Cristina Ledri, Gelsomina Di Lorenzo, Alessandra Odoardi, Ylenia Mendolicchio, Angelo Egarese, Dorian
Mallia
musiche di Antonio Salieri
immagini di Antonio Giarola e Cristiano Fagioli
RBR Dance Company è una compagnia molto raffinata che, sotto la direzione artistica di Cristiano Fagioli, mette in scena
spettacoli coinvolgenti e d’impatto senza mai eccedere in virtuosismi. Movimenti spettacolari quanto delicati, un
uso perfetto delle luci insieme ad un sublime ritmo scenico fanno si che le loro esibizioni siano considerate straordinarie
anche dagli esperti più critici. In questo nuovo spettacolo dal titolo Varietas Delectat – con le musiche del grande compositore
Antonio Salieri – il corpo di ballo intraprende un’operazione molto difficile: unire l’aspetto più ludico della danza a coreografie
dal grande valore artistico.
Varietas delectat è una citazione latina scritta da Antonio Salieri a commento del suo dramma per musica Armida del 1771,
definito dal compositore legnaghese “di stile magico-eroico-amoroso toccante il tragico”; e pochi sanno che realmente esso
ha scritto più volte di essere ricorso alla commistione di stili musicali nel comporre le sue opere. Un metissage, per usare un
termine di moda, che rende Salieri antesignano allora ed estremamente attuale oggi che è in corso la sua riscoperta dopo
le diffamanti insinuazioni di Puskin messe in musica da Rimskij-korsakov e riprese prima in teatro da Peter Shaffer e poi nel
celebre film di Milos Forman che ne aveva fatto addirittura un’icona dell’invidia e della mediocrità. Nulla di più falso. Ma anche
se nessun storico si azzarderebbe oggi a sostenere fantasiose ed oscure teorie “noir”, il danno è stato fatto ed è ora compito
di istituzioni come la Fondazione Antonio Salieri restituire dignità alla sua immagine attraverso la valorizzazione delle sue
opere musicali. È dunque nell’ambito del Salieri Opera Festival di Legnago che viene sviluppata l’idea di ripensare a Salieri
anche attraverso approfondimenti e contaminazioni di generi artistici che per mezzo della sua musica possano essere fruiti
fuori da schemi accademici precostituiti. Ed è il regista Antonio Giarola, dal 2009 condirettore con Angelo Curtolo del festival
legnaghese, ad aver affidato alle coreografie di Cristiano Fagioli e Cristina Ledri, direttori artistici dell’ RBR Dance Company, il
compito di valorizzarne la grande contemporaneità estetico-musicale in occasione dell’edizione 2010, con uno spettacolo di
danza innovativo e interamente ispirato a sue composizioni, molte delle quali poco conosciute. L’anteprima mondiale avverrà a
Legnago il 9 e 10 ottobre; è poi prevista una circuitazione internazionale, a partire da novembre 2010.
RBR Dance Company nasce nel 1998, dopo un’intensa esperienza di Cristiano Fagioli e Cristina Ledri a New York e Parigi;
nel 1999 crea per i Mondiali di Ciclismo a Verona la coreografia Bicycle 2000 premiata con il “Riconoscimento Internazionale
Positano Danza 2000”. Il 5 dicembre debutta ufficialmente con lo spettacolo RBR Show al Teatro Greco di Roma e nel 2000
viene riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a Dicembre crea appositamente per la Volkswagen l’evento
Syncro, rappresentata al “Motor Show” di Bologna. Nel 2002 è invitata dall’Accademia Olimpica di Vicenza per lo spettacolo
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Nel Tempio delle Due Muse in onore a Carlo Diano. Nel 2003 crea per Ariston Elettrodomestici la coreografia Six Elements
rappresentata al “Palazzo del Cinema” di Venezia; L’anno successivo presenta una nuova creazione per lo spettacolo I Carmina
Burana; sempre nel 2004 è invitata alla convention per la YAMAHA tenutasi a Rodi (Grecia). Ad Ottobre è invitata a Meda (MI)
con lo spettacolo “CUBICO” in onore dell’oro olimpico Igor Cassina. Realizza diversi Tour per i vari Festival d’Italia e Messico con
gli spettacoli Abyss (2004) e Openspace (2005/06) da cui la New Form ha richiesto il suo debutto presso la sede aziendale di
Vercelli nel Luglio 2005. Nel 2006 in coproduzione con il Teatro Massimo Bellini di Catania gli viene commissionato lo spettacolo dal titolo Blue Two con musiche originali del M° Vincenzo Spampinato debuttando il 5 Luglio a Catania. Sempre nel 2006
Cristiano Fagioli e Cristina Ledri realizzano per il Balletto di Milano lo spettacolo Red Passion debuttando il 18 Novembre presso
la Fondazione Teatro Coccia di Novara. Nel 2007 l’agenzia Scotti Bros Officine Smeraldo inserisce lo spettacolo Openspace
nei teatri Italiani di maggiore rilievo riscuotendo grande successo di pubblico e critica. Il 5 maggio debutta al Teatro Piccini di
Bari con il nuovo spettacolo Statuaria, proseguendo il tour per tutto il 2007/08. In occasione del Carnevale Ambrosiano 2008
svoltosi in P.zza Duomo (MI) RBR viene invitata con estratti dello spettacolo Statuaria, successivamente presenzierà alla sfilata
Moda Milano di Antonio Marras con una coreografia aerea rappresentando gli sposi di Chagall. A giugno Cristiano Fagioli crea
per Luciana Savignano nuove coreografie inserendole nello spettacolo Red Passion, debuttando il 30 luglio a Cremona (Festival
di Mezza Estate) Il 30 luglio RBR debutta al T. Romano di Verona con lo spettacolo di prosa “Pericle, Principe di Tiro” protagonista Daniele Pecci, regia Paolo Valerio, coreografie Cristiano Fagioli e Cristina Ledri, musiche Antonio Di Pofi. Nel 2009 debutta
con il nuovo spettacolo Showsystem al Teatro Nuovo di Verona, mentre con lo spettacolo Statuaria prosegue il Tour in Italia ed
Estero. Sempre con estratti di Statuaria il 19 Febbraio partecipa alla Fiera di Milano “BIT” per la Regione Veneto, il 21 Febbraio
all’evento Ballo del Doge presso il Palazzo Pisani Moretta (VE). In occasione del decimo anno di attività, RBR ha proposto per la
stagione 2010 lo spettacolo intitolato “4” un viaggio attraverso i 4 elementi toccando tra gli altri T. Nuovo (VR), T. Petruzzelli (BA)
T. Colosseo (TO), Politeama Genovese (GE) mentre il 9 aprile viene invitata da ABEO al T. Filarmonico (VR) per un gala di beneficenza. Partecipa ad alcune trasmissioni televisive tra le quali Notte di Fiaba di Rai Uno (2001) ed esibendosi in diretta su Rai
Tre per la presentazione dell’”88° Giro d’Italia” con alcune coreografie dello spettacolo Bicycle 2000 (2005). Riceve numerosi
riconoscimenti: il “Premio Positano Leonida Massine” consegnato da Alberto Testa (2000); “Premio Napoli… è Danza” (2001);
il “Premio Coreografia Italiana” a Salerno Danza Festival (2000); “Premio Hesperia” (2003), Premio Danzando sul Mare(2007).
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Venerdì 1 e sabato 2 aprile 2011 ore 21
TERESA MANNINO
Terrybile
di e con Teresa Mannino
regia Marco Rampoldi
Graffiante, leggera, intelligente e sottile: queste le caratteristiche della comicità di Teresa Mannino, la più solare presenza del panorama comico italiano che coniuga una raffinata tecnica attoriale con una capacità di improvvisazione assolutamente spontanea e originale. L’attrice siciliana dal 2007 si è aggiudicata a pieno titolo, con i suoi accattivanti monologhi,
il palcoscenico della prima serata di Canale 5 a Zelig dapprima come protagonista e poi come conduttrice.
Teresa Mannino racconta, sorride, graffia, ha la consapevolezza del “fuori luogo”, della bimba siciliana che ama Heidi
e che a Palermo viene chiamata “la milanese”. Teresa è costantemente in bilico fra mondi contrapposti: il Nord operoso
e il Sud filosofico, l’universo operoso femminile e quello infantil-materialista maschile. Teresa affronta l’altra metà del cielo
con affettuosa consapevolezza e guarda i maschietti con il sorriso ironico di chi non aggredisce ma comprende, ovviamente
fino a un certo punto. Teresa Mannino racconta e chiacchiera con la spontaneità di chi si trova su un palcoscenico ma
conserva la stessa immediatezza che avrebbe in un salotto. Ovviamente non un salotto con pretese di mondanità, un
salotto qualsiasi, in un pomeriggio qualsiasi. Come se gli spettatori non avessero prenotato un biglietto, ma avessero suonato
il citofono per una visita improvvisata.
Teresa Mannino è siciliana, fortemente legata alla sua terra, laureata in filosofia, ha studiato teatro a Milano che è diventata la sua città d’adozione, dal 2007 si è aggiudicata a pieno titolo, con i suoi accattivanti monologhi, il palcoscenico della
prima serata di Canale 5 a Zelig Tv, passando per una formativa esperienza come conduttrice di tre edizioni di Zelig OFF
(2007/2008/2009). Le sue storie dalla Sicilia attraversano tutta l’Italia per fermarsi nel grande nord, per accendere un sorriso,
far riflettere, scatenare una risata.
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Sabato 9 e domenica 10 aprile 2011 (Sab ore 21/Dom ore 16)
ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Il musical
Ogni anno il Teatro Colosseo propone un family show per avvicinare alle scene e alla magia del palcoscenico i bambini di tutte
le età. Quest’anno l’onirico entra in palcoscenico grazie alla favola più magica di tutti i tempi: Alice nel paese delle meraviglie, un grande classico che sta vivendo un ritorno di grande popolarità grazie al capolavoro cinematrografico di Tim Burton.
Il sipario si apre sul giardino della casa di Alice. Durante l’ora del thè la bambina viene spronata dai genitori a cantare una
canzone per tutti gli invitati. L’idea di doversi esibire la spaventa e la porta a fuggire. Esausta e sola si addormenta nei pressi di
un cespuglio. All’improvviso Alice si sente precipitare in un vortice e, al suo risveglio, vede passare uno bizzarro coniglio
bianco con un orologio da taschino. Questo strano incontrò sarà l’inizio di una fantastica avventura tra il sogno e la realtà. Durante il suo viaggio per rincorrere il coniglio bianco Alice incontrerà alcuni strampalati personaggi: il Cappellaio Matto,
la Regina di Cuori, il Gatto Astratto, il Blu Califfo che la accompagneranno in un onirico viaggio a volte aiutandola a superare
situazioni ed ostacoli, a volte confondendole le idee. Alice vivrà le sue avventure fino a ritrovare la strada di casa. Tutto quello
che ha vissuto o sognato le insegnerà comunque una cosa molto importante: per vivere qualsiasi situazione bisogna
soprattutto avere fiducia in se stessi.
Alice nel Paese delle Meraviglie - Il musical porta in scena la versione della favola più adatta ai bambini, la storia
di Alice viene quindi presentata nel suo aspetto più onirico e fiabesco. Questo tipo di lettura permetterà a tutti i bambini
di identificarsi con i personaggi che Alice incontrerà e di sentirsi immediatamente parte attiva dello spettacolo stesso.
I genitori, che assisteranno al musical, potranno viverlo e tornare bambini a loro volta oppure riuscire a coglierne i significati
reconditi. Alice nel paese delle meraviglie, il musical, sarà un family show pronto a coinvolgere ed emozionare grandi e
piccoli che diventeranno parte di un’avventura che difficilmente potranno dimenticare. La sceneggiatura è frutto di
una accurata rielaborazione dei famosi scritti di Lewis Carrol “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” e “Attraverso
lo specchio e quel che Alice vi trovò”. Componente fondamentale di questo musical è la grande creatività espressa in tutti gli
elementi artistici che lo compongono: suggestioni di luci e colori, scenografie incantevoli create utilizzando anche le
famose tecniche del Carnevale di Viareggio, costumi sgargianti arricchiti da decorazioni fatte a mano ed effetti visivi
di grande impatto. Attraverso i cambi di scenografia allo spettatore sembrerà di sfogliare un libro di favole. Divertimento e
paura, dubbi e certezze, balli e canzoni si alterneranno in una serie di situazioni dove nulla è quello che sembra!
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Venerdì 15 e sabato 16 aprile 2011 ore 21
GHERARDO COLOMBO
Processo a Cavour
in collaborazione con Biennale Democrazia
Autobiografia di una nazione o “Addio, mia bella addio”
di Corrado Augias e Giorgio Ruffolo
con Gherardo Colombo - Il pubblico ministero Ruggero Cara – Camillo Benso Conte di Cavour Martina Galletta - Italia
Regia di Ruggero Cara
Uno spettacolo sui generis che porta in scena un’accusa: l’aver favorito l’unificazione dell’Italia. Una finzione talmente ben
articolata da riuscire ad elevare il pubblico dal ruolo di spettatore per renderlo parte integrante di un processo che vede il Pubblico
Ministero (Gherardo Colombo) scagliarsi contro Camillo Benso Conte di Cavour (interpretato da Ruggero Cara che cura anche la regia).
I magistrali testi di Corrado Augias e Giorgio Ruffolo permetteranno di vivere realmente le emozioni e le atmosfere dell’epoca.
Il conte Camillo Benso di Cavour è messo alla sbarra per aver con colpevole leggerezza favorito o quanto meno non impedito l’unificazione di un paese che non possedeva i requisiti politici, etnici, culturali per affrontare responsabilmente un tale profonda modificazione.
Colpevole di aver scritto in una lettera a Rattazzi “L’unità d’Italia? una corbelleria: ma ogni tanto la storia fa delle corbellerie”. Secondo
qualcuno il Risorgimento fu addirittura il suo soliloquio. Ma è così? L’accusa concentrerà la sua requisitoria su tre punti portanti e
importanti anche per la collocazione geografica nonché per i momenti in cui i fatti contestati si svolsero.
- Milano e Venezia: Cosa furono le cinque giornate di Milano, un ‘diavolezzo’ come lo chiamò Cattaneo? Oppure la dimostrazione
della volontà di un popolo? Quanto meno della sua élite? E la resistenza accanita di Venezia – gli atti di eroismo che spinsero il maresciallo Radetzky a presentare le armi agli insorti dopo la conquista della città, che cosa rappresentò?
- La questione meridionale: L’accusa sosterrà che aver riunito alla corona sabauda un Mezzogiorno di cui si ignorava tutto, fu gesto
sconsiderato. Produrrà le lettere degli ufficiali piemontesi piene di sorpresa di fronte alla condizioni di vita di quelle popolazioni, i rapporti sgomenti al Parlamento del Regno – e la spedizione di Garibaldi, detta dei Mille, che cosa fu se non un atto d’aggressione nei
confronti di un Regno legittimo in clamorosa violazione al diritto delle genti, come allora si diceva?
- La questione romana. Aver sottratto Roma al Papa non fu anch’esso gesto sconsiderato dal punto di vista religioso ma anche
civile e politico? L’accusa esibirà le lettere, le suppliche di Pio IX ai regnanti d’Europa già durante l’esilio a Gaeta nei mesi febbrili della
repubblica romana del 1849. Lo sconcerto, il dolore, l’ira dell’uomo e del pontefice.
- Come ribatterà Cavour? Le accuse sono pesanti ma la sua difesa dispone di ottime frecce. I richiami saranno alla storia culturale,
alla lingua, alle aspirazioni profonde quanto meno delle élite, al sogno lungamente delineato fin dal XIII secolo con Dante, Guicciardini
e poi Machiavelli. Ma avranno peso anche le ragioni economiche: quei piccoli regni erano già allora esigui rispetto alle potenzialità
del nascente capitalismo europeo. Lasciati a se stessi avrebbero finito per soffocare. E che cosa dire delle tremende condizioni di
arretratezza in cui l’amministrazione pontificia aveva tenuto per secoli la popolazione di Roma?
In scena: Tre attori, due uomini e una donna: l’accusa, Cavour che si difenderà da solo e…l’Italia. Una giovane e brava attrice, rivestita
dal tricolore come nei varietà di una volta, interromperà di tanto in tanto i due contendenti per prendere lei la parola in prima persona:
voi state raccontando la mia vita, dirà, dovete ascoltare la mia versione della storia.
Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con Biennale Democrazia.
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Da mercoledì 11 a sabato 14 maggio 2011 ore 21
MARCO TRAVAGLIO
Dopo la fortunata tournèe di Promemoria 15 anni di storia d’Italia ai confini della realtà che con oltre 150 recite in tre stagioni
ha toccato le principali città italiane, riscuotendo ovunque grandi consensi di critica e pubblico, Marco Travaglio torna a misurarsi con il teatro. Uno spettacolo totalmente inedito in cui il giornalista torinese ritorna ad appassionare il suo numeroso
e affezionatissimo pubblico attraverso lo stile di sempre: grande coerenza, ironia tagliente e un’infallibile memoria del
nostro paese.
Marco Travaglio è nato il 13 ottobre 1964 a Torino, dove tuttora vive. Dopo la maturità classica, ha conseguito la laurea in Storia
Contemporanea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. È giornalista professionista dal 1992.
Ha iniziato la sua carriera di giornalista al settimanale torinese Il Nostro Tempo. Ha lavorato a Il Giornale diretto da Indro
Montanelli dal 1987 al 1994, quando è passato alla Voce, diretta sempre da Montanelli. Nel 1995, alla chiusura della Voce,
ha collaborato come free-lance con diversi quotidiani e settimanali, fra i quali Il Giorno, L’Indipendente, Cuore, Il Messaggero,
Il Borghese, Sette-Corriere della Sera, L’Unità; nonché con Il Fatto di Enzo Biagi su Rai1. Nel 1998 è stato assunto a La Repubblica. Collabora anche con L’Espresso (rubrica Signornò), con Micromega, con Linus e con A. È editorialista e cofondatore
de Il Fatto Quotidiano, nonché collaboratore fisso di Annozero. I suoi settori di specializzazione sono la cronaca giudiziaria e
l’attualità politica. Marco Travaglio ha ricevuto il “premio per la libertà di stampa” per l’anno 2009 dell’associazione nazionale
dei giornalisti tedeschi (Deutscher Journalisten-Verband) e il 17 febbraio 2010 ha vinto ll Premiolino, il più antico e importante
premio giornalistico italiano. Ha pubblicato molti libri. Gli ultimi sono La scomparsa dei fatti (il Saggiatore, Milano 2006), Uliwood Party (Garzanti, 2007), Mani sporche, insieme a Gianni Barbacetto e Peter Gomez (Chiarelettere, 2007), Se li conosci li
eviti, con Peter Gomez (Chiarelettere, 2008), Bavaglio, con Marco Lillo e Peter Gomez (Chiarelettere, 2008), Per chi suona la
banana (Garzanti, 2008), Italia Anno Zero, con Vauro e Beatrice Borromeo (Chiarelettere 2009), Papi. Uno scandalo politico,
insieme a Peter Gomez e Marco Lillo (Chiarelettere, 2009). Nel 2009 è stata pubblicata la nuova versione aggiornata di L’odore
dei soldi, scritto con Elio Veltri (Editori Riuniti) mentre nel marzo del 2010 è uscito Ad personam (Chiarelettere). Negli ultimi tre
anni ha portato in tournèe in tutta Italia lo spettacolo Promemoria 15 anni di storia d’Italia ai confini della realtà.
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Mercoledì 20 aprlie 2011 ore 21
SPELLBOUND DANCE COMPANY
Le quattro stagioni
coreografia e direzione artistica Mauro Astolfi
regia multimediale Enzo Aronica
disegno Luci Marco Policastro
musiche Antonio Vivaldi
musiche originali Luca Salvadori
realizzazione scene Esse A Sistemy
assistente alle coreografie Beatrice Bodini
ana produzione Spellbound dance Company con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività culturali
Dietro l’apparente quadro iconografico rappresentato dal susseguirsi delle”stagioni” con tutta la simbologia annessa,i suoi simboli atmosferici …si percepisce un significato molto profondo,meno visibile,ma che arriva a toccare piani molto vasti e meno
soggettivi. Le “mie “ Quattro Stagioni abitano fuori e dentro una piccolo spazio,che si innalza,trascina e soffoca a momenti..ma
che ripara, unisce,protegge…sembra una casetta,ma è una nave,un albero…un posto misterioso da cui osservare le stagioni
che mutano,un posto da dove partecipare in prima persona al ciclo della natura che si rinnova…e l’autunno ,non solo foglie
che cadono,la primavera, non solo fiori che spuntano…ma una natura dentro di noi,un rituale magico primordiale…un evento
che si immagina,poi si cerca di imitare,poi si cerca di impossessarsi del spirito stesso dell’evento. Gli eventi si evocano per
diventarne parte integrante,partecipando al dramma della natura che muore..ma vedere un po’ più in là il seme della futura
rinascita. Spellbound Dance Company vive questa avventura sprofondata nella terra e sul ramo più alto degli alberi…quando
è sera si torna a casa.
Mauro Astolfi
L’alternarsi delle stagioni è come un cerchio che si chiude e ricomincia, una spirale continua, senza interruzioni, sempre diversa
e sempre uguale; la musica sarebbe una materia ideale per raccontare questo ciclo di perenni ripetizioni variate ma è inadeguata a renderne la concretezza, quella solida realtà che regola la vita sulla terra. Per questo ho deciso di usare frammenti musicali eterogenei che di volta in volta accendessero un piccolo riflettore su un dettaglio significativo: i suoni della natura, le voci
degli uccelli, un ritmo di danza, una melodia modale dal sapore arcaico, sonorità elettroniche astratte, il suono di uno strumento
insolito come la glassharmonica o il flauto basso, ad esempio. Come dire, un caleidoscopio di situazioni che si riunissero, di volta in volta, sotto l’etichetta di una “stagione” per offrire una chiave di lettura parziale, evocativa più che esplicativa: suggestioni
in luogo di spiegazioni. Il confronto con il capolavoro di Vivaldi ho cercato di virarlo in positivo (la sfida sarebbe stata persa in
partenza, ovviamente) provando a considerarlo una risorsa dialettica: complementarietà nelle differenze, ricchezza raggiunta
dall’avere più punti di osservazione per mettere a fuoco un oggetto sfuggente. Di conseguenza vi ho accostato materiali e stili
eterogenei, come immaginando la complessità di un paesaggio sonoro che nelle mutazioni cerca una delle ragioni di esistere.
Queste musiche sono state pensate per la danza, per le coreografie di Mauro Astolfi, e quindi sono nate col desiderio di volersi
completare altrove, fuori dalla dimensione del puro suono, e consapevoli che, una volta entrate nel cerchio magico dei corpi in
movimento, avrebbero ricevuto in cambio qualcosa. Forse la misteriosa spirale di intersezioni e reciproche influenze tra musica
e danza è un altro modo per rappresentare la mutevolezza inafferabile delle stagioni.
Luca Salvadori
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Martedì 3 e mercoledì 4 maggio 2011 ore 21
MICHELLE HUNZIKER
Mi scappa da ridere
in collaborazione con Metropolis
di Riccardo Cassini, Francesco Freyrie, Piero Guerrera, Michelle Hunziker e Giampiero Solari
coreografie di Bill Goodson
musiche di Leonardo De Amicis
costumi Grazia Materia
impianto scenico e luci Marcello Jazzetti
regia video Cristina Redini
regia di Giampiero Solari
Che cosa è la risata? Uno sfogo, una reazione nervosa del nostro organismo? Guardando Michelle Hunziker si direbbe che la
risata è il suo vero modo di comunicare. A Michelle scappa sempre da ridere,quando è triste e quando è malinconica. La risata
è il suo mantra, una formuletta magica, il bidibi bodibi bu che spalanca le porte del suo carattere.
Se esistesse una favola di Michelle Hunziker, comincerebbe certamente con una risata. Una risata così cristallina da scatenare
un uragano, capace di trasportare lo spettatore in un mondo inatteso di aneddoti sorprendenti, dove nessuno - soprattutto lei
- si prende mai sul serio.
Ma siccome una favola di Michelle non esiste lei prova ad inventarsela a teatro e per farlo parte dalla sua vita vera, la sua infanzia, le sue passioni, i suoi principi azzurri e le sue streghe cattive. E nella scatola magica del teatro le sue storie e il suo carattere
ispirano frammenti di fiabe, i suoi racconti diventano schegge di musical, le favole note si trasformano nelle vere storie della
sua vita, in un gioco continuo di contaminazioni e di ribaltamenti visivi. Michelle interagisce con situazioni e personaggi che le
appaiono continuamente in scena, con la musica e con i ballerini ma soprattutto interagisce con se stessa
E naturalmente mentre fa tutto questo, come sempre… le scappa da ridere.
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ELIO GERMANO
Thom Pain (basato sul niente)
con Elio Germano
regia di Elio Germano
in collaborazione con Silvio Peroni
produzione BAM teatro- Pierfrancesco Pisani
in collaborazione con MITTELFEST 2010
e con il contributo dei Festival “La notte dei poeti”- Settembre al BorgoIl vincitore del premio come miglior attore all’ultimo festival di Cannes, grazie adun’interpretazione magistrale nel film La nostra
vita di Daniele Luchetti, arriva al Teatro Colosseo con uno spettacolo di prosa dal testo contemporaneo. Germano, nonostante abbia
iniziato molto presto la sua brillante carriera cinematografica, ha in realtà mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo proprio
in teatro.
Curioso uomo, Thom Pain. Antieroe solitario, narratore, amante tormentato, pazzo, esistenzialista, comico, caustico, poeta, filosofo,
animatore, prestigiatore, consigliere, canaglia, confessore, seduttore, ottimista ferito e pessimista speranzoso. Intrappolato in riflessioni apparentemente inconsistenti e sconnesse, ci introduce alla memoria e agli incidenti che hanno plasmato la sua infanzia
e ne hanno fatto l’uomo che è. Raccontando di sé, continuamente a metà tra memoria e paura, si abbandona ad altre storie, a
barzellette, tenta giochi di prestigio, deviando in apparenza dal filo del suo discorso. Un’autentica cavalcata di parole, al servizio
del teatro.
Will Eno (Lowell, Massachusetts 1965) è un drammaturgo americano, anche se le sue opere sono state per lo più prodotte in
Gran Bretagna e da Soho è partita, in qualche modo, la sua ascesa.. Il famoso drammaturgo Edward Albee ha detto di lui: “Will
Eno è uno dei migliori giovani drammaturghi in cui mi sono imbattuto da un certo numero di anni”. Osannato dalla critica, è stato
rappresentato con successo anche in tutto il mondo.
Elio Germano (Roma, 1980) esordisce nel cinema all’età di dodici anni come protagonista del film di Castellano e Pipolo Ci hai
rotto papà (1992) Durante il liceo frequenta per tre anni un corso teatrale. Nel 1999 deve decidere se seguire una tournée teatrale
di uno spettacolo diretto da Giancarlo Cobelli o accettare la scrittura propostagli da Vanzina, che lo aveva scelto per il suo nuovo
film Il cielo in una stanza. Opta per il cinema e lascia il teatro; da quel momento inizia una folgorante carriera che lo vede come
attore: da Scola (in Concorrenza Sleale) a Crialese (nel premiatissimo Respiro), da Tavarelli (in Liberi) a Veronesi (Che ne sarà di noi).
È tra i protagonisti di Romanzo criminale di Michele Placido. Lavora con il premio Oscar Gabriele Salvatores in Quo vadis, baby? e a
seguire in Come Dio comanda, dal grande romanzo di Ammanniti; con Paolo Virzì in N e Tutta la vita davanti, con Daniele Vicari in
Il passato è una terra straniera, e con Daniele Lucchetti. Con il suo film, Mio fratello è figlio unico ottiene il David di Donatello come
migliore attore protagonista, il Globo d’Oro e il Ciak d’oro dai critici cinematografici italiani. Nel maggio 2010 nella 63a edizione
del Festival di Cannes, è stato premiato come migliore attore ex aequo con Xavier Bardem, per la sua interpretazione nel film la La
nostra vita di Daniele Lucchetti, unico film italiano in concorso ed ha dedicato la palma d’oro “all’Italia e agli italiani che fanno di
tutto per rendere il Paese migliore nonostante la loro classe dirigente”. Al premio sono seguiti altri importanti riconoscimenti, tra
cui il Nastro d’argento. Appassionato di musica, adora suonare col suo complesso Le bestie rare, di cui è voce e leader.
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LA FURA DELS BAUS
Degustación De Titus Andronicus
in collaborazione con Musica90
direzione e Drammaturgia Pep Gatell
adattamento del testo Salvador Oliva
direzione gastronomica Mugaritz Staff (Andoni Luis Aduriz, Javieer Bergara, Dani Lasa)
composizioni musicali Robert Merdzo
assistente di direzione Kike Blanco
coproduttori Kutxa, Kh Lloreda, De Dietrich, Teatros del Canal
collaboratori Alfasom, CIM, Barcelona-Reykjavik, Ajuntament de Viladecans, Apunto Lapospo, Miguel Merino
La Fura dels Baus è una Compagnia sostenuta da Generalitat de Catalunya- ICIC, Ministerio de Cultura-INAEM con il prezioso supporto di Institut Ramon Llull
Tour organizzato da Just in Time – Mauro Diazzi
La Fura dels Baus torna a Torino con un grande spettacolo e affronta ancora una volta una nuova sfida. Questo è il decimo “La Fura
language show”: un adattamento del Titus Andronicus di Shakespeare, un ritorno al linguaggio universale basato su azione, immagine, musica e spazio scenico condiviso con il pubblico. La parola è il retroterra e da il via al linguaggio sensoriale e estetico che ha
consolidato la compagnia a livello internazionale. Ma con questa proposta La Fura dels Baus va ancora oltre e unisce un nuovo senso
a quelli già coinvolti nei precedenti spettacoli. Protagonisti sono infatti teatro e gastronomia.
Degustación de Titus Andronicus offre un’unica e accattivante architettura drammatica, aprendo la porta di una cucina dove il
dramma sarà cucinato fino in fondo “Per questa complessa fusione abbiamo coinvolto un grande nome del mondo della gastronomia:
Andoni Luis Adúriz e il suo ristorante Mugaritz, in Errenteria (Paesi Baschi), il 4° miglior ristorante al mondo secondo il prestigioso
“The S. Pellegrino World’s 50 Best Restaurants 2009” dichiara il regista Pep Gatell.
Il pubblico – come da migliore tradizione della compagnia catalana - si trova in scena, dividendo il palco con gli attori e muovendosi
liberamente e sarà uno degli elementi più importanti di questa ora e mezza nel regno dei sensi.
Dopo aver cercato per anni un testo adatto all’utilizzo del cibo ecco che la drammaturgia del Titus si è rivelata la migliore e senza rinunciare alla poesia di Shakespeare o al testo implicito delle azioni visive, la Fura in questo spettacolo è capace di riunire due linguaggi
in un nuovo modo di esprimersi. Il linguaggio testuale è qui ampiamente investigato attraverso vari media: testi sugli schermi, testi
con tracce sonore e testi nei dialoghi degli attori. Una grande ricerca nell’area audiovisiva arrichisce la scena attraverso schermi che
moltiplicano gli spazi e allargano il luogo del’azione, e il teatro diviene capace di incontrare anche il cinema.
Si sussurra, si arrostisce, si cucina, si bolle, si avverte un aroma, si odora qualcosa di gradevole…si producono rumori manipolati dai
suoni originali del ventre di una cucina. Si spargono nello spazio scenico, sopra, sotto, a destra e a sinistra, in cinemascope.
Il pubblico entra e già si trova nel mezzo della sanguinosa e vendicativa tragedia di Shakespeare “Titus Andronicus”. Nella primitiva
e estrema violenza, l’orrore del simbolico diagramma, il non assorbimento della composizione, la percezione del luogo delle fratture,
lo coesistenza della massima affettazione e la più estrema brutalità del testo di Shakespeare, si rendono percettibili in ogni secondo,
raggiungibili, comprensibili e udibili nella moderna versione che mette in scena La Fura. Tutto questo offre alla partitura uno spazio
per una rappresentazione musicale di maggior dimensione, per un quadro acustico di una più delicata e intima intensità e al tempo
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stesso della forza più esplosiva. Si sonda al completo tutto l’ambito delle frequenze udibili. Le peripezie emozionali e drammatiche della
tragedia sono elaborate e trasformate seguendo un leitmotiv come nella musica di un film. L’implementazione, la giustapposizione,
la coesistenza dei mezzi acustici e musicali seguono ciascuno dei protagonisti e degli avvenimenti visivi proiettati nei grandi schermi
video, in definitiva il corso messo in scena della storia in tutta la sua complessità e crudezza. Non c’è nessuna limitazione né restrizione
dei mezzi musicali né del loro reparto spaziale, si devono solo all’immediata situazione e alla convivenza di tutti i sensi. Tutto scorre, una
cosa nell’altra, una contro l’altra, trascendendo verso un’esperienza di forza primitiva e di intensità elementare. E per finire, quando ci
chiamano al banchetto, è l’inizio e la fine, gli echi motivati risuonano e il cuore trova la pace…È il momento di mangiare…
Robert Merdzo
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BIGLIETTERIA
La biglietteria del teatro Colosseo è in via Madama Cristina 71, 10125, Torino ed è aperta da lunedì a sabato, dalle 10.00 alle 13.00
e dalle 15.00 alle 19.00.
Per informazioni è possibile telefonare allo 011 6698034 o allo 011 6505195.
Oppure scrivere a [email protected] o visitare il sito www.teatrocolosseo.it.
MODALITÀ DI PAGAMENTO - CONTANTI O ASSEGNI BANCARI
Per coloro che risiedono fuori Torino è possibile prenotare telefonicamente pagando con bonifico bancario e ritirare i biglietti o gli
abbonamenti direttamente la sera dello spettacolo.
ABBONAMENTI
Il teatro Colosseo propone tre formule di abbonamento: Arcobaleno, Mito e Arco+Mito.
ARCOBALENO
7 spettacoli a scelta su tutto il cartellone
Platea da Euro 140,00 a Euro 163,00
Studenti universitari di età inferiore a 26 Anni Euro 91,00
MITO
6 spettacoli fissi a turno fisso (turno a mar/ven - turno b mer/sab)
Ale e Franz - Beppe Grillo - Enrico Bertolino - Giuseppe Giacobazzi - Covatta/Iacchetti - Teresa Mannino
platea euro 117,00
ARCO+MITO
11 spettacoli a scelta su tutto il cartellone
da Euro 180,00 a Euro 209,00
AGEVOLAZIONI PER GLI ABBONATI
Tutti gli abbonati ricevono in omaggio la Platinum card che dà diritto allo sconto del 15% su tutti gli spettacoli organizzati dal
Teatro Colosseo. Inoltre è possibile acquistare la Gold card, che ha validità triennale e che permette di avere lo sconto del 15%
su tutti gli spettacoli organizzati dal Teatro Colosseo.
LAS CHICAS press office
ADFARMANDCHICAS corso Regina Margherita 87 / via Rossini 25 - 10124 Torino
T+F 011 3199871 E [email protected] W www.adfarm.it
Teatro Colosseo via Madama Cristina, 71 - 10125 Torino
T +39 011 65051 95 F +39 011 658919
E [email protected]
W www.teatrocolosseo.it
Informativa ex art.13 dlg. 196 sul sito www.teatrocolosseo.it
PLATINUM CARD (IN OMAGGIO A TUTTI GLI ABBONATI)
È una carta nominale e non cedibile che viene rinnovata automaticamente all’acquisto
dell’abbonamento. Dà diritto al 15% di sconto su tutti gli spettacoli organizzati dal teatro Colosseo, anche in location diverse
dalla sede di via Madama Cristina.
La riduzione si intende per un massimo di 2 biglietti per singolo spettacolo.
Prenotazioni telefoniche: a tutti gli abbonati residenti a Torino e fuori Torino
Cambi turno: per gli spettacoli che prevedono più date è possibile, durante la
stagione, scegliere una data alternativa a quella fissata in abbonamento.
GOLD CARD
È una carta nominale e non cedibile, ha una validità di tre anni e costa € 13.
Acquistabile al botteghino del teatro oppure on line, dà diritto al 15% di sconto
su tutti gli spettacoli organizzati dal teatro Colosseo, anche in location diverse dalla
sede di via Madama Cristina.
La riduzione si intende per un massimo di 1 biglietto per singolo spettacolo.
Per maggiori informazioni sugli abbonamenti, sull’acquisto dei biglietti singoli con carta di credito o bonifico è possibile visitare il
sito www.teatrocolosseo.it.
LAS CHICAS press office
ADFARMANDCHICAS corso Regina Margherita 87 / via Rossini 25 - 10124 Torino
T+F 011 3199871 E [email protected] W www.adfarm.it
LAS CHICAS press office
ADFARMANDCHICAS corso Regina Margherita 87 / via Rossini 25 - 10124 Torino
T+F 011 3199871 E [email protected] W www.adfarm.it