L’ altra musica Ambigui, malinconici, stupefacenti Placebo U na buona fetta della musica moderna, quella che convenzionalmente viene chiamata rock, ha trovato una fonte d’ispirazione molto profonda e redditizia quando ha iniziato a cantare del lato oscuro dell’essere umano, di quella parte dell’uomo prevalentemente rivolta verso il nichilismo, l’esplorazione chimica dell’inconscio, l’apatia, la malinconia, l’esperienza sessuale, la consapevolezza dell’ineluttabilità della vita terrestre. Se le prime esperienze erano senza dubbio sincere, con il passare del tempo si sono persi alcuni degli aspetti più veri e onesti di questa ricerca, che si è dovuta adattare alle imposizioni dettate dal mercato discografico. I Placebo sono forse la migliore rappresentazione odierna del compromesso tra questi due aspetti. I loro detrattori dicono che la loro musica è a malapena adatta a qualche teenager in cerca di pseudo-trasgressioni pre-confenzionate, pari all’effetto allucinogeno di un’aspirina bevuta con la cocacola. D’altro canto non si può non ammettere che il loro è un successo indiscusso, diffuso in Europa e in Sud America dove hanno un seguito di pubblico per certi versi incredibile e inaspettato. Più semplicemente, i Placebo sono una buona band di pop rock, che prende ispirazione dalla lezione musicale inglese degli anni settanta/ottanta allora occupata da personaggi illustri come David Bowie, dai Pixies fino ai Cure di Robert Smith. Con il suo viso latteo e l’immancabile rossetto sulle labbra, Brian Molko, il leader della band, ad alcuni potrebbe sembrare il nipotino timido di Ziggy Stardust. E in effetti è stato proprio il Duca Bianco a consacrare il loro successo, invitandoli a suonare sul suo stesso palco in occasione del suo cinquantesimo compleanno nel 1997 a New York. La loro storia ha inizio in Lussemburgo dove Brian Molko e Stefan Olsdal, il bassista della band, frequentano la stessa scuola e condividono le stesse passioni musicali. Dopo essersi persi di vista si ritrovano per caso a Londra all’inizio degli anni novanta, decidendo di formare una band. Nelle prime registrazioni sono affiancati alla batteria da Robert Schultzberg, successivamente sostituito da Steve Hewitt e la formazione del gruppo diviene così definitiva. È il 1996 quando esce il loro primo omonimo disco, che li porta tra le prime posizioni delle classifiche inglesi. Il sound elettrico sporco e rumoroso, la voce stridula e unica dell’efebico Molko, le tematiche dei testi sessualmente Jesolo (Ve) di Tommaso Gastaldi sentavano una vera novità nel panorama musicale inglese ed europeo. Passano due anni ed esce Without You I’m Nothing, l’album più dark della loro produzione guidato dal’ipnotico singolo Pure Morning, grazie al quale sanciscono ulteriormente la popolarità europea. Oltre al già citato Bowie, tra i loro estimatori illustri c’è Michael Stipe dei Rem che li chiama a collaborare al film sull’epopea del glam rock Velvet Goldmine, nel quale eseguono una cover dei T-rex «20th Century Boy». Dopo questo episodio gli viene appiccicata dalla critica l’etichetta di «glam», che loro stessi non hanno mai digerito piacevolmente. Il nuovo secolo è aperto con l’album Black Market Music, che contiene lo «stupefacente» singolo «Special K» (la lettera K sta a indicare la Ketamina), che verrà proposto dal vivo in una polemizzata esibizione al festival di Sanremo nella quale Molko alla fine del brano, con una scenata tipicamente rock’n roll, lancia la chitarra contro gli amplificatori scatenando le ire del pubblico dell’Ariston fino ad allora soavemente cullato dalle italiche melodie. Dopo una lunga pausa a seguito di un estenuante tour, nel 2003 ritornano con il fortunato Sleeping With Ghosts (con «The Bitter End» e «English Summer Rain») e nel 2004 escono con un inevitabile best of dal titolo Once More With Feeling che contiene anche i due inediti «Twenty Years» e «I Do». L’ultimo loro lavoro del 2006 è Meds, che risuona come un ritorno alle origini e un ritorno sulla terra dopo la sbornia di successi degli anni precedenti. Composto nel sud della Francia, Meds (che vanta anche un duetto con Michael Stype) è stato prodotto dall’emergente Dimitri Tikovoi che ha permesso ai Placebo di lasciare spazio alle canzoni vere e proprie liberandole da troppe sovrastrutture sonore che avevano accumulato negli anni. Palazzo del Turismo 25 novembre, ore 21.00 ambigui creano un buon seguito di ammiratori attorno alla band, in un periodo in cui i Placebo rappre59 L ’ altra musica 60 L’ altra musica 61 L’ altra musica Il genio del jazz contemporaneo Il sax di Ornette Coleman al Porsche Jazz Festival di Guido Michelone T em an - g ra fica c ol f e ra i orna a Padova la nuova rassegna Porsche Jazz Garrison, tra il 1958 e il 1960, in quattro album i cui tiFestival, ora diretta dal sassofonista Claudio Fatoli sono avveniristici promettenti slogan: Something else, soli, che dal 19 al 26 novembre presenta al TeaThe shape of jazz to come, Tomorrow is the question e la pietra tro Verdi, sotto l’insegna Mondi Musicali, una fitta semiliare Free Jazz. rie di appuntamenti con i migliori artisti del All’inizio dei Sixties lavora a un trio sperijazz italiano, europeo e statunitense. Da mentale con David Izenzon al contrabbasnon mancare ad esempio i concerti con so e Charles Moffett alla batteria, con il Dave Holland Quintet, Mino Cinei quali sforna Town Hall concert (Esp, lu solo performance, il Giorgio Ga1962), in cui viene anche eseguito slini Chamber Trio, la Civica Big il suo primo quartetto d’archi; e Band di Milano diretta per l’occon i quali partecipa a una brecasione dal vicentino Riccardo ve tournée scandinava immorBrazzale: Ma senza nulla totalata dal doppio album cagliere a questi e altri maestri polavoro At The Golden Circle, della musica afroamericana Stockholm (Blue Note, 1965). sul Vecchio Continente, i riTra svariati ritiri continua flettori vanno puntati anzia incidere grandi dischi; ne tutto su Ornette Coleman, vanno ricordati almeno il genio del jazz contempotre: New and old gospel (Blue raneo, il musicista che più Note, 1967) nel gruppo di di ogni altro ha impresso, Jackie McLean, Chappaqua da quasi mezzo secolo, un Suite (Columbia, 1966) con segno indelebile nella stoorganico eterogeneo, e Criria culturale neroamericana sis (Impulse, 1969) dove rie nel linguaggio sonoro notrova i compagni d’avvenvecentesco. Ascoltare Ortura di Free Jazz. Poco prima nette è ancora un’esperienza l’uscita di The Empty Foxhole unica: a Padova sarà in quar(Rca Victor, 1966), con il già tetto il figlio Denardo Colecitato Denardo di soli dieci man (batteria e percussioni), i anni alla batteria, viene invece due contrabbassisti Tony Falanaccolta con molti dissensi (ma gae Greg Cohen e lo stesso leaoggi pienamente rivalutata). der al sax alto. E ascoltare ColeNel decennio successivo si deman significa rileggere tutta (o quadica all’impresa di Skies of America ol C si) la storia della musica jazz dagli anni (Cbs, 1972) per grande orchestra sinet t e n r cinquanta ai nostri gironi, anche perché fonica, salvo poi aprirsi a ritmi rockegO il lavoro di sintesi che egli conduce in questi gianti con Dancing in your head (A&M, 1975) ultimi tempi è proprio uno sguardo retrospettie i susseguenti Virgin Beauty (Columbia, 1988) vo, in senso autobiografico, sul personale sofferto imo Tone Dialing (Verve, 1995). La carriera discografica di pegno di artista, jazzman, compositore, intellettuale. Coleman in questi ultimi vent’anni non è molto proliColeman è oggi famoso per almeno otto fondamentaficata dal punto di vista quantitativo, ma per fortuna è li ragioni: per aver inventato il free jazz; per aver rinnocostellata di piccole gemme: è ospite della colonna sovato l’uso del sax alto; per aver impiegato altri strumennora del film The Naked Lunch (Virgin, 1991) del comti come il violino e la tromba in maniera anticonformipositore Howard Shore, oppure registra con musicisti sta; per aver lavorato quale autore «dotto» fra organiin apparenza estranei al suo mondo, ma con risultati ci classici; per aver sperimentato la fusione del jazz con eccellenti, come in Colours (Harmolodic, 1997) in duo suoni etnici; per aver superato il free a favore di ulteriocon il pianista Joachim Kuhn o Song X (Geffen, 1985) ri innovazioni musicali; per aver creato lo stile armoloin quintetto con il chitarrista fusion Pat Metheny. Ma dico o free-funk; per aver voluto esibirsi in parallelo in forse il capolavoro più «recente», a parte il nuovo Sound chiave free e armolodica. Grammar, resta In all languages (1987), doppio album in Per ascoltare Ornette Coleman su dicui presenta le stesse composizioni suosco, occorre partire dalle prime incisionate prima da una reunion del quartetto Padova – Teatro Verdi ni con l’Atlantic, la storica etichetta r’n’b classico free (con Don Cherry) e poi dal 23 novembre, ore 21.15 che lo fa collaborare con Eric Dolphy, Prime Time in chiave funky. Ornette Coleman Quartet Freddie Hubbard, Scott LaFaro e Jimmy 63 Dintorni teatro Visioni, percorsi ed esperienze «Giovani a Teatro» viaggia con la Fondazione di Venezia «L ’educazione al teatro costituisce una componente significativa della formazione dei giovani e della cultura del territorio» è l’importante concetto-guida che ha nutrito la nostra convinzione nel dare vita alla prima edizione di «Giovani a Teatro», allargata al territorio provinciale veneziano attraverso 16 teatri e 8 città. Un cartellone diffuso di eventi che offre informazione, conoscenza e parte«L’Urlo» di Pippo Delbono cipazione privilegiando la grande varietà di forme artistiche e linguaggi espressivi, di genere, di repertori di cui il Teatro è capace. È iniziativa quasi unica nel suo genere, nata per promuovere e favorire la conoscenza e la formazione di un gusto per le arti della scena, negli adolescenti e nei giovani, nelle persone che studiano, attraversando quel particolarissimo periodo della vita e della costruzione di sé che va dalle scuole medie primarie fino alla specializzazione universitaria. E anche in quelle persone che hanno nella società civile il difficile compito di insegnare e di guidare verso e dentro la conoscenza, gli insegnanti. «Giovani a Teatro» con 2,50 euro e con la card della Fondazione di Venezia lavora sul giacimento della proposta offerta dal sistema teatrale provinciale, cerca la collaborazione dei direttori artistici e degli organizzatori, delle istituzioni teatrali, degli enti pubblici e dei soggetti specializzati presenti nel territorio. La geografia teatrale coinvolta nell’edizione pilota 2005/2006 è: a Venezia Teatro Goldoni, Teatro Malibran, Teatro Fondamenta Nuove, Teatro Junghans, a Mestre Teatro Toniolo,Teatro al Parco, a Marghera Teatro Aurora, a Mira Teatro Villa dei Leoni, A Dolo DoloneiTeatri, a Camponogara Teatro Dario Fo, a Chioggia Auditorium San Nicolò, a Mirano Teatro Villa Belvedere, a Scorzè Teatro Elios, a San Stino di Livenza Teatro Romano Pascutto, grazie al concorso di soggetti programmatori come Arteven Circuito Teatrale Regionale, Teatro Stabile del Veneto «Carlo Goldoni», La PiccionaiaI Carrara Teatro Stabile di Innovazione, Associazione 64 di Cristina Palumbo* Teatrale Culturale Questa Nave, Associazione Culturale Echidna, Associazione Culturale Vortice e degli enti locali coinvolti, Provincia di Venezia, Comune di Venezia, Municipalità di Marghera, Comuni di Mira, Dolo, Camponogara, Chioggia, Scorzè, S. Stino di Livenza. Grazie all’invenzione delle card gratuite per studenti e insegnanti, distribuite tramite punti nel territorio ospitati presso Fondazione S.Stefano a Portogruaro, Fondazione Clodiense a Chioggia, ExMacello di Dolo, Teatro Toniolo di Mestre e la stessa sede della Fondazione di Venezia in Rio Novo a Venezia, e del sistema di prenotazioni tramite numero verde, il progetto della Fondazione di Venezia, da novembre 2005 a maggio 2006 ha promosso 200 appuntamenti di teatro classico e contemporaneo, di danza e di musica dalle migliori programmazioni del territorio, che hanno offerto forme e linguaggi espressivi diversi, generi e repertori a cui hanno partecipato circa 6000 tra studenti e insegnanti provenienti dal territorio provinciale veneziano dalle città di Padova e Venezia ma anche da altre località del nord e del centro Italia. Tra gli studenti universitari la fascia d’età maggiormente coinvolta è stata quella tra i 20 e i 23 anni, ma dai licei e dagli istituti tecnici (quasi in maniera uniforme) sono arrivati molti studenti di 17-18 anni, che autonomamente hanno scelto di aderire e andare a teatro. Tra le caratteristiche che distinguono l’iniziativa, vi è certamente il proposito, ora fondato sull’esperienza, di intercettare e interessare individualmente studenti (e insegnanti) che desiderano scegliere il teatro senza la mediazione e l’aggregazione dell’istituzione scolastica e recarsi a teatro durante le normali programmazioni (e non durante i matinèe). Il record di partecipazione ha visto gli stessi studenti presenziare a ben 25 eventi. Inoltre gli appuntamenti sono proposti in progress ovvero in tempo reale in un cartellone che viene di volta in volta arricchito di nuove proposte e pubblicato sul sito internet dedicato www.giovaniateatro.it. Gli utenti iscrit- teatro Dintorni ti al programma vengono anche tempestivamente ragma di proposte vasta e selezionata per qualità, specificigiunti a casa con una newsletter informativa. La Fondatà e sensibilità contemporanea all’interno dell’intera ofzione di Venezia ha, infatti, contestualmente costruito ferta dei teatri provinciali. Per favorire l’evoluzione del un sistema di database per progetto tramite il metola raccolta dei contatti e do delle esperienze pilodei dati utili degli spetta, verranno individuaAlcuni dati tatori coinvolti ma anche te alcune linee tematiche, della prima edizione di «Giovani a Teatro» per poter produrre verifidelle vere e proprie rotche e valutazioni ed elate, i «Percorsi», in cui naborare i dati dell’attivivigare all’interno del car134 opere in programma per 200 rappresentazioni il 64% programmate nell’area del Comune di Venezia, tà sia in termini numeritellone generale offerto, il 16,5 % nell’area della riviera del Brenta, ci, statistici, delle dinacome ad esempio Granil 9,30% nel miranese; miche, delle fenomenodi Classici, Teatro d’Arlogie, degli orientamenti te Contemporaneo, Tea164 istituti scolastici coinvolti tra comprensivi, superiori, universitari; culturali, etc. tro di Movimento e DanI teatri più frequentaza Contemporanea. Ve2906 tessere sottoscritte autonomamente da studenti ti sono stati il Toniolo di re e proprie strade per di228 tessere sottoscritte da insegnanti per formare Mestre seguito dal Golstinguere, tra titoli e nogruppi di studenti doni di Venezia, che posmi, ambiti artistici, linee 6200 posti prenotati sono ospitare più recite e generi in favore di una di cui 2435 nei teatri di Mestre, 2701 a Venezia, 1064 nei dello stesso spettacolo e formazione della capaciteatri dell’area provinciale quindi offrire molte octà critica del singolo gio2988 prenotazioni da parte di studenti universitari 3212 da studenti delle medie inferiori e superiori casioni in più degli altri. vane. Non solo teatro da Questo ha certamente vedere quindi offrirà queI Teatri maggiormente frequentati favorito la partecipaziost’anno «Giovani a Teaa fronte di maggiore offerta: ne alle rappresentazioni tro». Vera novità saranno Teatro Toniolo, Mestre Teatro Goldoni,Venezia di prosa classica ma anle «Esperienze», un caTeatro Fondamenta Nuove, Venezia che spettacoli con minolendario di approfondimenti Teatro Malibran, Venezia re disponibilità di posti – (conferenze, incontri con Teatro Villa dei Leoni, Mira e appartenenti al teatro gli artisti, partecipazioDoloneiTeatri, Dolo contemporaneo o d’aune agli allestimenti e alle Gli studenti hanno un’età compresa tore e addirittura al teaprove aperte, visite ai sitra gli 11 e i 28 anni, il 51,5 % ha tra i 17 e i 23 anni; tro d’innovazione - come ti teatrali), di proposte cultui lavori di Ascanio Celerali (cicli di video di spetGli insegnanti maggiormente impegnati provengono da Licei e da Istituti Tecnici stini e Pippo Delbono, tacoli e di film, laboratori Teatro De Los Andes di o seminari, lezioni-spetLe scelte all’interno dei generi teatrali: César Brie – hanno fatto tacolo) oppure esperien1700 prenotazioni per I Classici l’en plein di studenti enze direttamente legate all’ap2140 per la Grande Prosa 500 per il Teatro d’Innovazione tusiasti e molto coinvolti. proccio creativo o artistico e In provincia, le programal talento dei partecipanLa maggiore densità degli eventi programmati mazioni di Mira e Doti (workshop o laboratosi è avuta tra gennaio e marzo lo (con tutte date uniche) ri pratici tenuti dagli arTra novembre 2005 e maggio 2006 hanno dato una media di tisti già visti sul palcosceil sito internet è stato visitato 12.500 volte. presenze di tutto rispetnico). Anche per questa to a testimonianza del liparte del programma la vello di maturità e qualiFondazione sosterrà partà che il pubblico ha colte dei costi per agevolare tivato in quel territorio. Complessivamente buono è stapartecipazione diretta e coinvolgimento degli studenti. to anche il riscontro di partecipazione alle proposte di La società civile, il mondo della cultura e le tendendanza, musica contemporanea e world music. ze dell’informazione pongono i giovani nella vita quotidiana a contatto con un contesto comunicativo com«Giovani a teatro» 2006/2007. Per questa prossima plesso e connotato da una pluralità di linguaggi; le atstagione la Fondazione ha coinvolto i professionisti che tività espressive e artistiche hanno dato prova di offrisi occupano di arte scenica nel territorio nella costrure un contributo significativo alla persona sia per l’arzione di un’offerta che punti a incentivare l’interesse per ricchimento della propria formazione culturale sia nei i classici nell’attuale produzione contemporanea, per la confronti di situazioni e stati di disagio. nuova drammaturgia e per gli autori, con opere di spesGiovani a Teatro, sebbene ancora in forma sperimensore sotto il profilo artistico, della ricerca, della speritale, costituisce una netta azione di investimento sulla mentazione che transiteranno nell’area veneziana. Un valorizzazione della Persona nell’ambito del sapere, delruolo importante lo avranno i lavori aperti alle contal’arte e della cultura. minazioni di linguaggi e discipline tra loro diverse. La musica, il teatro musicale, la danza e il teatro di movi*Consulente della Fondazione di Venezia per le attività teatrali mento. Importante sarà soprattutto costruire una gam65