Anche perché nelle vicine Gravina e Matera, a soli 10 km da queste

Numero 18 - anno 2003
Rivista di informazione e cultura
Grafica e impaginazione
Via Imbriani, 50 - Altamura (Ba)
Pag: 17
Società
Emergency...
di Taccogna
Vincenzo
Pag: 6
ESCLUSICA FREE
Intervista ai
MARLENE KUNTZ
di Antonio Ferrante
Pag: 11
Società
Zona ind.ustriale
di Peppino
Disabato
Tipografia:
Modulex srl
Via dei Mestieri
Matera (Mt)
Collaboratori:
Ferdinando Conte
Vincenzo Taccogna
Giacinto Fiore
Stefano Mascolo
Giuseppe Loiudice
Domenico Lucatuorto
Info line:
- 338 3754853
- 080 3106263
e-mail:
[email protected]
Pag: 13
Società
Centro Storico
di Antonio
Ferrante
Pag: 14
Cronaca
Ambientalismo
di Francesco
Clemente
Pag: 19
Intervista
Cinzia Cleme...
di Piergiorgio
Maffei
Pag: 22
Costume
Serate...
di Peppino
Disabato e
Conte
Ferdinando
Pag: 25
Zelig Mania
di Saverio Pepe
Numero 18 - anno 2003
Rivista di informazione e cultura
Registrazione del
Tribunale di Bari:
n° 1532 del 20/09/2001
Pag: 26
Cinema
Luci dell...
di Francesco
Clemente
Pag: 27
Cinema
Prossimamente
di Francesco
Clemente
Direttore editoriale
Isabella TAFUNO
Direttore Responsabile
Ivan COMMISSO
Caporedattore:
Peppino Disabato
Redazione:
Valentina D’Aprile, Francesco
Ventura, Francesco Clemente,
Pasqua Manfredi, Ivan
Commisso, Peppino Disabato,
Giuseppe Loiudice,
Boogiesound staff, Saverio
Pepe, Tommaso Ruggieri,
Michele Lorusso. Michele
Raguso, Antonio Ferrante.
Edito da:
Associazione Culturale
“FREEDOM”
Pag: 29
Libri
Biagi - Vidal
di Francesco
Clemente
Pag: 37
Musica
Caparezza
BOOGIESOOUND
Pag: 39
Music&Lyrics
Shaggy
a cura di
Piergiorgio
Maffei
Pag: 34
Musica
Sanremo
BOOGIESOOUND
Pag: 43
Sport - Ruvo calcio..
di Ivan Commisso
di Antonio Ferrante
interviste
Esclusiva per FREE
Quattro chiacchiere in camerino con i
MARLENE KUNTZ
I circa 1.000 fans presenti al
palazzetto dello sport di Andria erano
in delirio per una musica che, anche
se meno "noise" del passato, lascia
sempre estasiati. Le circa due ore di
concerto che hanno visto una
scaletta di nuovissimi e vecchi
successi del gruppo cuneese, ha
alternato e trasmesso al pubblico
molte emozioni; emozioni fatte di
reef interminabili di chitarra e di
caleidoscopici giochi di luci che
sembravano trasportare la mente in
viaggi psichedelici.
Il quartetto piemontese (Cristiano
Godano-voce,chitarra; Riccardo
Tesio - chitarra ; Dan Solo - basso ;
Luca Bergia - batteria) nascono nel
1990 e da allora registrano 4 dischi in
studio e 2 live.I successi con Il vile e
Ho ucciso paranoia li portano a
sfornare un'attività concertistica
senza precedenti; infatti riescono a
fare nel 1999 ben 80 concerti. La
consacrazione al grande pubblico
arriva nel 2000 con il pezzo Che cosa
vedi che i Marlene Kuntz
interpretano con la voce di Skin
,cantante degli Skunk Anansie; è un
successo nazionale e
internazionale. Una carriera quindi
da far impallidire qualsiasi rock band
italiana! Sono definiti a tutt'oggi i
Sonic Youth italiani, leaders
indiscussi del rock d'autore italiano.
Anni di successi, milioni di copie
vendute, migliaia di concerti per
arrivare alla loro ultima fatica: Senza
Peso. Cosi ne parla Cristiano
Godano:" Esso è la realizzazione
quasi perfetta dell'idea di suono che
avevamo in testa: definito, limpido e
accattivante. Per noi è un gran
risultato .appaga il nostro senso
estetico." In molti hanno criticato
quest'ultimo album perché seppure
Intervista...
bellissimo ha perso un po' le sue
radici "noise" per farsi influenzare dal
pop. E stasera 14 Marzo 2003 i
Marlene Kuntz sono qui, in concerto
ad Andria in tutto il loro nichilismo
estetico e musicale e io li sto
ascoltando. Ormai siamo quasi alla
fine del concerto, siamo all ultimo
pezzo e io un po' rintronato per
essermi preso una bella testata
sull'arcata sopracciliare da un fan un
po' troppo sfegatato spero di riuscire
ad avvicinarli per fare loro qualche
domanda per il giornale. Mi sembra
impossibile perché i Marlene non
hanno rilasciato interviste a nessuno
per la data andriese, a parte un
intervista telefonica per una radio di
Bari. Ma io non demordo. Il concerto
è finito. Il palazzetto comincia a
sfollare pian piano; io rimango li
fermo scrutando ogni movimento
dello staff-Marlene Kuntz. Ma d'un
tratto mi raggiunge Aldo Carnicella,
un amico che presta servizio per la
Croce Rossa all'interno del
Palazzetto,mi prende il braccio e mi
scaraventa nel corridoio dei
camerini. Mi trovo d'un tratto davanti
ad una porta con una scritta
:Camerino Marlene Kuntz. E' fatta
penso. E infatti era fatta! Dopo
qualche minuto si apre la porta,
batterista del gruppo ci guarda e ci
dice:"Ragazzi entrate dai!!" A quella
frase il mio cuore comincia a battere
fortissimo. Quando la porta si chiude
dietro di me e mi ritrovo solo con tutti
e quattro penso:"Vabbè,sto
sognando, è impossibile" Erano tutti
li; Cristiano Godano che si
interviste
ingelatinava i capelli, Riccardo Tesio
che beveva un Jack Daniel's ormai
alla fine, Dan Solo che si puliva gli
occhialini e Luca Bergia che faceva
gli onori di casa. Pensai subito che
quell' occasione era irripetibile e
allora dopo averci fatto accomodare
sulle delle panche cominciai a fare
loro delle domande. Non nego che
all'inizio balbettai un po' perché tutti i
loro occhi erano su di me, in attesa
che chiedessi loro qualcosa. Stavo
morendo dall'emozione.Comunque
riuscii alla fine a fare loro alcune
domande, che sono contenute
nell'intervista qui di seguito.
Buona sera ragazzi!!
(balbettando) L'ultimo reef durato
circa 5 minuti che ha chiuso il
concerto faceva delle allusioni
alla guerra visto che si sentivano i
rumori di bombe ed elicotteri?
L.B. Mahh siceramente non
volevamo fare alcuna allusione alla
guerra, è stata una semplice
improvvisazione. Però se tu ci hai
visto questo sono felice. Alla fine è
bello dare spazio alla propria
immaginazione no?
Siete mai stati ad Andria in
concerto?
L.B. No mai, però in Puglia veniamo
spesso. L'anno scorso siamo stati a
Bari.
Fate qualche rituale particolare
prima di salire sul palco ad
esibirvi?
R.T. Niente in particolare. Di solito
arriviamo qualche minuto prima del
concerto e saliamo subito sul palco.
Così evitiamo l'attesa.
Come nasce il nome Marlene
Kuntz?
C.G. Marlene si riferisce a Marlene
Dietrich e Kuntz è riferito alla parola
"cuntz" che nello slang dei ragazzi
americani significa "figa". E'
l'associazione di due parole in
contrasto fra loro; una che incarna la
leggiadria e l'altra che incarna la
durezza. Proprio come la nostra
musica, dolce e aggressiva allo
stesso tempo.
Vi piace la Puglia?
C.G. Molto. L'ultima volta che siamo
stati a Bari in concerto abbiamo
alloggiato in un trullo. E stata
un'esperienza singolare! (ride)
Siete soddisfatti del vostro ultimo
album"Senza Peso"?Chi vi ha
ispirato?
Intervista...
SOCIETA’
LAVORO PART - TIME
C.G. Abbiamo registrato questo
album a Berlino. Ci andiamo molto
spesso lì.Siamo molto soddisfatti. Ci
siamo ispirati a Chagall e al suo
genio.
Scrivo per un giornale locale:
"Free". Siamo agli inizi ma
abbiamo tanta voglia di crescere e
migliorarci. (glielo faccio vedere e
autografare)
C.G. Interessante, continuate così!
Grazie Cristiano. Voi avete
collaborato con Skin degli Skunk
Anansie. Come la definiresti? Vi
sentite ancora?
C.G. Lei è un'artista pura. E'
professionale e stimolante. E' stata
una bella esperienza lavorare con
lei. Ci sentiamo poco. Siamo
entrambi troppo impegnati.
Avete particolari progetti per il
futuro?
D.S. Per ora no. Ci godiamo questo
ultimo lavoro e poi vediamo. Ci
aspetta un lungo tour per l'Italia
molto intenso.
Ragazzi vi ringrazio per il tempo
che mi avete dedicato (più di
mezz'ora) e forse è inutile dirvi che
siete fantastici.
L.B. No perché? Lo puoi dire, i
complimenti sono sempre ben
accetti! (sorride)
Ok! Buon lavoro e complimenti di
nuovo.
C.G. Ciao ragazzi è stato un piacere.
Sabato sera. Un ragazzo chiede ad
una ragazza:- «Ti va di uscire
insieme stasera?».
E la ragazza-«Mi dispiace, stasera
lavoro!». Ormai non è più tanto
assurdo trovarsi di fronte ad una
risposta di questo tipo.
Non stupisce neppure il fatto che
oggi si lavora più per necessità, che
per pura passione per quello che si
fa.
Una necessità che affiora alla
scoperta piacevole del primo vizio,
che si manifesta con il desiderio di
afferrare un briciolo del mondo degli
adulti e delle loro responsabilità e
con la soddisfazione che puoi
ricavarne dal mostrare ai tuoi amici il
frutto concreto del tuo impegno.
Il lavoro è associato ad uno scopo
ben preciso: fare soldi!
Per fortuna, però, nell'avventura ci si
scontra anche con tutte le
piacevolissime sfaccettature che
fanno da contorno ad un'attività dura,
che richiede tanta energia e che
comporta anche tanta stanchezza,
per cui a volte anche un sorriso può
tirarti su. Ecco alcune testimonianze
dirette di ragazzi di età compresa tra i
15 e i 20 anni che svolgono un lavoro
part- time per essere un po' più
autonomi dal punto di vista
economico.
CAMERIERA IN UNA SALA
RICEVIMENTI: Angela.
L'eccellente palato degli Italiani e la
passione per le specialità culinarie
degli altamurani ha assicurato un
costante successo ai ristoranti e alle
sale ricevimento del nostro territorio.
La possibilità di frequentare questi
posti si è negli ultimi anni estesa oltre
quella piccola élite ed è divenuta
l'alternativa ideale per coloro che
volessero trascorrere diversamente
una serata o un'occasione
importante in compagnia di amici.
L'incremento della clientela (sembra
quasi una legge di mercato di
richiesta e offerta!) ha reso possibile
l'impiego di molti ragazzi che
saltuariamente rinunciano alla
propria serata in discoteca per
guadagnare “qualcosina”.
Angela lavora da quattro anni, con
un'ammirevole assiduità e
pazienza(occorre una calma
incredibile con i clienti e con le loro
scelte indecise!). Le gratificazioni le
riceve oltre che dal suo lavoro anche
dall'ambiente che la circonda. Un
ambiente condito di ingredienti
particolari: ospitalità, divertimento e
un pizzico di rigore , sempre
indispensabile per mantenere
l'ordine.
Prevalentemente il lavoro la vede
impegnata ogni Sabato sera e ogni
Domenica, ma in estate capita
piuttosto spesso di essere chiamati
anche durante la settimana. Spirito di
rinuncia a qualcosa(« Talvolta, mi è
capitato di dover rinunciare ad una
bella serata romantica insieme al mio
ragazzo!»), voglia di non perdere
tempo, di rendersi utili in qualche
modo, correttezza, massimo
impegno e disponibilità sono i
requisiti indispensabili per fare un
lavoro “del” genere, e comunque per
fare un lavoro “in” genere!
Naturalmente alla base ci deve
essere una motivazione valida.
Angela, ad esempio, nel suo piccolo
contribuisce alle spese familiari e
riesce a soddisfare qualche suo
desiderio senza dover dipendere
dalle tasche dei suoi genitori.
DISTRIBUTRICE DI VOLANTINI:
Betta.
« Mi è capitato di far volantinaggio
qualche volta durante l'estate. Tutto
è cominciato per caso, anche perché
in estate si cerca in mille modi di
impiegare il tempo che hai a tua
disposizione e perché, sinceramente
avevo bisogno di un po' di soldi per
organizzare le mie vacanze
indipendentemente dalla mia
famiglia. Il lavoro è durato qualche
giorno, anzi qualche mattinata. Si è
trattata di un'esperienza estenuante
perché mi impegnava fino alle 14 e
mi costringeva a percorrere strade
intere sotto il caldo afoso. L'aspetto
positivo? Non tanto il guadagno che,
CONTINUAA PAG. 10
di Valentina D’Aprile
come potete immaginare, è stato
abbastanza mortificante, quanto il
divertimento e le risate che
nascevano spontaneamente al
contatto con tanta nuova gente!»
MODELLA: Sara.
« Il mio più che un lavoro part- time
vero e proprio lo considero un
sogno divenuto realtà. Anche
perché non sono stata io a cercarlo,
ma è stato “lui” ad aver trovato me!»
Sara si trovava in spiaggia, quando
un organizzatore della selezione
lucana di Miss Muretto l'ha notata e
l'ha invitata a partecipare al
concorso che si sarebbe tenuto la
sera stessa. Tra l'entusiasmo, i
dubbi e un po' di diffidenza,
comprato il primo vestito da sfilata,
è riuscita ad arrivare prima e
improvvisamente si è ritrovata ad
Alassio alla finale nazionale del
concorso. Un sesto posto
comunque apprezzato. Da quel
momento si sono susseguiti
casting, provini vari, selezioni e poi
finalmente le sfilate vere e proprie. Il
primo guadagno è stato di vecchie
80 mila lire. Oggi Sara arriva a
guadagnare anche 100 euro a
sfilata, ma tutto dipende dal numero
delle uscite in passerella e dal capo
che indossi.
«Per svolgere questo tipo di lavoro,
per me part- time solo in inverno, è
necessario avere, oltre ad una
passione innata, un pizzico di
egocentrismo e di anticonformismo.
Devi abituarti all'idea di indossare
abiti che nella vita di tutti i giorni non
sogneresti mai di portare. Bisogna
società
riuscire a dare vitalità e personalità
CAMERIERE IN UN PUB:
Giuseppe.
I pub, soprattutto nelle gelide serate
invernali, pullulano di ragazzi e non
solo. Difficilmente i gestori
rinunciano ad una mano e sono
quasi sempre disposti ad
accontentare i più volenterosi.
«La mia collaborazione si limita al
martedì sera e alla domenica.
Saltuariamente lavoro anche di
sabato. Il bello di questa possibilità
per i ragazzi, d'altronde, sta proprio
nel fatto che ci si alterna, facendo in
modo che nessuno si senta
escluso. È ovvio che ci siano alcune
persone fisse, perché anche in
questi luoghi bisogna avere
certezza e limitare la propria fiducia.
Un consiglio che, sulla base della
mia esperienza, mi permetto di dare
a quanti avessero intenzione di
trovare un impiego simile: per vivere
in armonia in un gruppo è
indispensabile essere animati da
tanta voglia di lavorare e non a ciò
che indossi. Non puoi sfilare in
maniera sexy ed elegante
indossando una tuta e le scarpe da
ginnastica! Come ogni lavoro anche
questo presenta i suoi pro e i suoi
contro. Se da una parte hai la
possibilità si socializzare molto, di
conoscere gente del mondo dello
spettacolo, dall'altro devi munirti di
una solida barriera difensiva nel
momento in cui dai fiducia a
qualcuno. Purtroppo, al giorno
d'oggi, sono in tanti pronti ad
approfittare della tua
ingenuità!»ritenersi furbi se si lascia
ricadere il proprio lavoro sulle spalle
altrui. I pigri vengono alla fine
scoperti e sbattuti fuori!»
La lista potrebbe continuare,
citando esperienze di ragazze che,
amando i bambini e cercando
l'indipendenza economica, di tanto
in tanto si improvvisano baby- sitter,
di giovani commesse, di ragazzi che
aiutano genitori, parenti o amici nei
negozi, nei laboratori, nelle
aziende, di addetti alla
manipolazione degli alimenti che,
nei panifici, associano ad uno
scontrino e al resto un bel pezzo di
rustico, fino ad arrivare a chi si limita
a coltivare una delle proprie
passioni, scrivendo su un giornale e
non badando per nulla al proprio
compenso in denaro!
società
UNA ZONA (PRE) INDUSTRIALE
di Peppino Disabato
Altamura, 14 Marzo 2003, ore
11,20, purtroppo dal meccanico!
E' la cronaca di un guasto alla mia
auto, provocato non da un banale
incidente, ma dalle pessime
condizioni in cui vige il manto
stradale di una zona che
rappresenta uno dei poli produttivi
più vivaci del Mezzogiorno d'Italia.
Ma per coloro che vi si recano
quotidianamente per lavorare nei
tanti opifici presenti, la zona
industriale di Altamura rappresenta
anche un pericolo per l'incolumità
delle proprie automobili, l'inferno.
Forse solo i piloti della Parigi-Dakar
sarebbero capaci di superare le
voragini che si presentano lungo
quel tragitto. Il povero lavoratore
che ha già dovuto sborsare
parecchi euro (di propria tasca!),
dopo l'ennesima imprecazione,
ormai rassegnato, deve andare al
lavoro in bici.
Potrebbe essere una barzelletta,
ma è invece quanto succede nella
realtà lavorativa altamurana, annus
domini 2003. Forse sarà perché
sono particolarmente ink....ato, ma
questa situazione proprio non
riesco a capirla. La mia povera
macchinetta! Che vergogna!!!
Quanti autotrasportatori forestieri
Altamura
avranno pensato: Ma che zozzeria,
non hanno neanche 1 cent. per un
pò d'asfalto!!!
Questo è quello che pensano anche
tutti gli abitanti di questa città, ma
non si sa perché, nessuno e dico
nessuno, si è mai interessato a dare
un minimo di decenza ad una
situazione che rasenta la vergogna.
Immaginate se viveste in una bella
casa, ben arredata e con tutti i
comfort; poi uscite fuori dalla vostra
bella casetta e vi trovate la strada
senza illuminazione, senza
segnaletica, senza marciapiedi e
piena di fosse dove si abbeverano
(unica nota positiva) i poveri piccioni
assetati. Cosa direste? Cosa
fareste?
Un'amministrazione comunale (di
destra o di sinistra che sia), direbbe:
avete ragione un pò d'asfalto,
anche di seconda mano, vedremo
di recuperarlo, non sarà oggi sarà
domani. E i proprietari degli opifici in
questione aspettano, ahimè
PRE Z.I...
fiduciosi, mettendo continuamente
a prova la tenuta di strada delle loro
sempre fiammanti e lussuose
autovetture!!
Nel frattempo alcuni imprenditori
vogliono creare un'altra zona
industriale, alcuni politici si
oppongono e vogliono indirizzare lo
sviluppo in un'altra direzione.
Obiezione: ma perché non pensare
prima a riparare l'esistente, a dare
una sistemata a molte vie,
un'illuminazione decente? Poi
l'orgoglio campanilista di qualcuno li
fa sentire superiori ai paesi limitrofi!!
La mia auto, i lavoratori di quella
zona, una città sviluppata attende
risposte, Subito!!
Almeno riempite quelle buche, o….
siete d'accordo col meccanico?
E allora ditelo!
Matera
società
Anche perché nelle vicine Gravina
e Matera, a soli 10 km da queste
buche fangose la situazione è
certamente migliore: e allora come
la mettiamo ?
Gravina
Altamura
Matera
di Antonio Ferrante
società
Le automobili e il Centro Storico:
il diavolo e l'acquasanta.
Il centro storico, il centro di una città,
della identità culturale. Esso è
cassaforte di memorie e avvenimenti
del passato prossimo e remoto.
Importante, tanto importante da
essere “calpestato” continuamente
dalle auto,gli animali del futuro. Eh si
perché per andare a fare
commissioni nel centro storico c'è
bisogno della propria auto; è
fondamentale parcheggiarla davanti
al portone del palazzo in cui la
persona che si cerca, ha dimora.
Bisogna andare a comprare un po' di
frutta in Piazza Castello? Ebbene,
l'auto deve essere parcheggiata a
fianco della bancarella del
fruttivendolo, altrimenti addio
vitamina C!! La sera si ha voglia di un
cornetto o un cappuccino? Beh,
l'auto deve sostare necessariamente
davanti ai bar, altrimenti quando si
esce si farebbero troppi chilometri a
piedi , per raggiungerla no? E poi chi
la vedrebbe l'Audi A3 fiammante
appena uscita dalla concessionaria
frutto di anni e anni di lavoro?? Mi
dispiace per Vito Plotino che tanto
aveva fatto per la ripavimentazione
del Corso. Avrebbe fatto prima a
metterci l'asfalto per il Corso invece
di piazzare quelle “piastrelle” tanto
pregiate! Non credete? Ah no? Allora
siete in pochi a non credere! Si
perché per a grande percentuale di
altamurani arreca fastidio il fatto che
per il centro storico transitino auto,
seppur di grossa cilindrata e tanto
tanto costose. C'è tanto spazio per
farle sfuriare, tanto. Però nel centro
storico no, vi prego, non ne vale
proprio la pena. Lanciamo allora un
appello: CENTRO STORICO AREA
PEDONALE!. Se ne sente la
necessità. I commercianti, i residenti
e gli “albergatori” storcerebbero la
bocca ,ma nella vita signori, ci sono
delle priorità che vanno, volente o
nolente, rispettate. Il fatto è che chi
dovrebbe essere tenuto a prendere
provvedimenti in merito forse non è
abbastanza sensibile a queste
“futilità”(e non mi riferisco all'attuale
ore 23
amministrazione ma a tutte: passate,
presenti e future); sono questioni che
passano in second'ordine. Eh si,
perché sono tanti i grattacapi a cui
badare. Ma è questo il vero problema
o forse quello che ci sono interessi di
vario genere in gioco, che l'inerzia è
voluta e ci sono persone che
vogliono che la situazione rimanga
così com'è? Rimane il fatto che io la
sera Corso Federico II di Svevia
pieno zeppo di auto ,non lo voglio
vedere! A mezzogiorno non voglio
rischiare di essere investito da una
signora impazzita perché non trova
un parcheggio in Piazza Castello! E
poi il Corso pieno di chiazze di olio, di
sgommate, annerito dal continuo
transito di pneumatici, è uno schifo,
permettetemi di dirlo. Penserete che
ho tempo da perdere, che voglio una
città troppo perfetta, che cerco il pelo
nell'uovo,che mi diverto a criticare a
destra e a sinistra. Sarà, però io ho
visto città civili che tutte queste
“futilità” le
mettono in
pratica. Se noi
cittadini non
sensibilizziamo e
non cerchiamo di
migliorarci,
evidentemente ci
accontentiamo;
ma la distanza
che separa
l'accontentarsi
dal sottomettersi
,è molto breve,
seppiatelo.
Cosa sogno?
Sogno un centro
storico senza
automobili, adibito integralmente ad
area pedonale, pieno di locali per i
giovani e i meno giovani, pieno di
mostre,
manifestazioni ed eventi
culturali, pieno di edifici storici
restaurati (che attualmente mentre
scrivo sono in totale stato di
abbandono: Palazzo Baldassarre
,tanto per citarne uno)adibiti ad
esempio a “Museo permanente del
Pane di Altamura”;sarebbe una bella
cosa no? Chissà se rimarrà un sogno
o se questo sogno si realizzerà.
Spero proprio di si. Saremo felici noi
altamurani e soprattutto i turisti che
tuttora non mettono piede ad
Altamura (chissà poi perché!).
Abbiamo un “potenziale turistico”
unico,e sottolineo unico in Puglia,
ma qui non ci mette piede nessuno.
Bahh strano no? Pensateci su!
Chiedetevi perché! Lo avete mai
fatto? E le amministrazioni lo hanno
mai fatto? Bahh, secondo me
si……..però…….
ore 23
di Francesco Clemente
cronaca
AMBIENTALISMO
OCCASIONALE E DI CONVENIENZA
L'ennesimo scempio ambientale
degno di polemica, l'ennesimo
contrasto tra amministrazione e
associazioni ambientaliste, su tutte
Legambiente, mentre quasi ignoto e
distaccato al mezzo di
comunicazione più diretto (la
televisione) risulta essere per molti il
pensiero del cittadino perché la
sarcastica televisione locale se da
una parte doverosamente riprende,
dall'altra poco o meglio ancora per
niente aiuta a far conoscere la
posizione della cittadinanza a tutti,
omogenea o eterogenea che sia.
Tuttavia, ogni tanto si risveglia dal
letargo ideologico l'altamurano
amante e rispettoso dell'ambiente,
l'altamurano che ogni giorno decora
civilmente l'asfalto con tutto quello
che dovrebbe essere gettato in
questo o in quel cassonetto,
l'altamurano totalmente
menefreghista riguardo ad una
efficace raccolta differenziata e
riguardo ad una tutela dei pochi ma
pur sempre presenti spazi verdi
distribuiti in questa città, dove, sotto
gli occhi di tutti gli ossessionati del
nuovo, sta prendendo sempre più
piede una giungla di cemento non
indifferente. Continuamente macchia
la bellezza, la moneta della natura,
continuamente uccide parte di essa
senza accorgersene. L'
ambientalismo in questa città nasce e
muore subito dopo aver assistito
all'ennesima vergogna dell'essere
umano, un minuto dopo siamo lì a
gettare dal finestrino la nostra
cewingum o ad abbandonare rifiuti di
vario genere ammazzando ad
esempio la forse dimenticata
importanza delle Mura Megalitiche,
siamo nuovamente propensi a
rompere una bottiglietta e morire dal
ridere per averlo fatto. Numerosi
sono gli episodi elencabili che
mostrerebbero l'idiozia e l'etica di
civiltà di gran parte di questa città ma
è inutile sprecare inchiostro perché
purtroppo ne siamo già a
c o n o s c e n z a .
Nella zona dei quartieri "nuovi" in Via
Londra, intersezione di Via Bari, dove
l'area residenziale si estende
vertiginosamente, lo scorso giovedì
27 Febbraio si è assistito purtroppo
all'abbattimento di 16 cipressi
risalenti a 70 anni fa. L'abbattimento
di quest'ultimi è avvenuto perché
essi, originariamente piantati come
presenza verde dell'antico
camposanto, insistono sulla nuova
strada di lottizzazione che collegherà
le case in costruzione a Via Bari, una
strada che precedentemente
all'abbattimento degli alberi si
rivelava una vera e propria strettoia,
lungo cui era materialmente
impossibile il transito di due mezzi in
entrambi i sensi di marcia.
"Spostando di pochi metri i confini
delle lottizzazioni tutti gli alberi
sarebbero stati salvati. E'
inspiegabile, inoltre, il motivo per cui
anche quegli alberi che non erano
d'intralcio alla realizzazione della
strada siano ugualmente stati
abbattuti", questo è quanto afferma
Legambiente che si rivela sempre e
tempestivamente pronta ad esporre
denuncia e a contestare.
E' pur vero che impera la politica della
speculazione del territorio, infatti,
negli ultimi tempi sempre più
martoriato da "amputazioni" è il
territorio, dagli alberi di Piazza Unità
d'Italia a quelli in Via Ofanto, un
territorio in cui innegabilmente
necessaria è una rivalutazione del
verde e un controllo mirato non solo
per le nuove lottizzazioni ma
soprattutto per quelle che verranno.
Legambiente Altamura, inoltre, si è
proposta per il censimento delle
presenze arboree presenti nei confini
cittadini per tutelarle, inserendole
nell'albo regionale dei monumenti
vegetazionali istituito con legge n.14
del 31- 05- 2001, ma fino ad oggi
n e s s u n a r i s p o s t a .
Tale legge, ha lo scopo di censire e
far conoscere ai cittadini gli esemplari
arborei che per dimensione,
interesse scientifico e storia
rivestono carattere monumentale e
meritevoli di misure attive di
miglioramento tutela e
valorizzazione, permette di rendere
vietati e quindi sanzionabili gli
espianti d'alberi monumentali di
AMBIENTALISMO...
qualsiasi essenza. Siamo sicuri, cari
menefreghisti e sciocchi altamurani
occasionalmente ambientalisti, che
questa legge è sempre al centro del
nostro interesse? Dai cittadini, alle
scuole, dagli enti o meglio ancora alle
associazioni, sarebbe meglio
arrivare in tempo a lavoro...! Non
pochi sono i dubbi in merito, perché
per Altamura e gran parte di questa
regione tutto questo resta e resterà
esclusivamente inchiostro sprecato.
Legambiente ha sì il diritto e il dovere
di denunciare ogni inosservanza
delle leggi ambientali nel territorio,
soprattutto per scuotere in maniera
netta e assidua, anche se
difficilmente, questo vergognoso e
insopportabile piattume ambulante
dal primo all'ultimo cittadino, ma in
queste vicende sarebbe opportuno
valutare e analizzare a 360° ogni
accaduto perché l'ultimo episodio ha
poco a che fare con lo "scempio",
anche nella speranza che il progetto
dell'attuale amministrazione ( e non
solo) arrivi concretamente a
cronaca
macchiarlo perché è chiaro che
nessuno voglia un futuro d'asfalto,
ma in alcuni luoghi bisogna pur
sempre riuscire a vivere.
ripiantare alberi nella medesima
z
o
n
a
.
Affinché il verde continui a costituire
la fonte primaria della nostra vita,
cerchiamo unanimemente di non
di Taccogna Vincenzo
società
EMERGENCY: VOLONTARI ALL'ESTERO
Presso l' I.T.I.S. "G. Galilei" di Altamura, si è avuta una riunione fra gli alunni dell'istituto e un
rappresentante di Emergency, Vincenzo Caruso, un punto di riferimento di Emergency nella provincia
di Bari; Free vuole allargare il dibattito aperto in quell'aula a tutti i propri lettori.
Che cosa è Emergency ? Da
quando esiste? Da chi è nata
l'idea?
Emergency è un' organizzazione
umanitaria che si occupa della cura
e riabilitazione delle vittime civili dei
conflitti in tutto il mondo. E' nata nel
1994 su iniziativa di medici,
infermieri et. che avevano già una
grossa esperienza di lavoro in zone
di guerra.
Che ruolo svolge lei in questa
organizzazione? Da quando?
Io faccio da punto di riferimento per
Bari di questa organizzazione . Li ho
incontrati nel 1996 e da allora faccio
parte di Emergency. Raccogliamo
fondi per i progetti e cerchiamo di
diffondere una culltura di pace in
ogni luogo che possiamo
raggiungere.
Quale è la fonte di sostentamento
dei medici all'estero?
Le fonti di sostentamento principali
sono le donazioni di migliaia di
cittadini che in questi anni hanno
visto cosa fa Emergency e come
opera nelle nazioni in cui ha gli
ospedali ( ad oggi sono 7 e abbiamo
curato centinaia di migliaia di feriti e
malati).
Come fare per entrare a far parte
di Emergency?
Per far parte di Emergency basta
iscriversi con una donazione di 20
euro sul c/c 28426203 intestato ad
Emergency e chiaramente
condividerne le finalità, che oltre a
curare le vittime è anche quella di
diffondere una cultura di vera pace
affinchè le guerre siano evitate.
In quali realtà specifiche opera
questa organizzazione?
Emergency opera in zone di guerra
come il Nord Iraq, l'Afganistan, la
Sierra Leone, la Cambogia, zone in
cui le guerre o sono ancora in corso
o sono appena finite, lasciando uno
strascico di morte distruzione e un
mare di problemi irrisolti.
Come operate: dall'arrivo sul
posto di guerra...
Un team di Emergency compie un
sopralluogo per prendere contatti
con le autorità locali e per
individuare la struttura da
restaurare o da costruire ex novo.
Eventualmente i chirurghi iniziano
già a lavorare nelle strutture del
paese, se ci sono, fino a quando
non è operativo il nostro ospedale
che non è mai una cosa provvisoria.
Appena tutto è pronto, si inizia la
selezione del personale locale che
viene anche istruito in modo che nel
giro di pochi anni siano
completamente autonomi.
Il vero scopo di un intervento
umanitario è andare via il prima
possibile, non essere più necessari.
“Ci auguriamo che un giorno
Emergency non abbia più motivo
di esistere.”
per maggiori informazioni:
[email protected]
Tel. 080 5540204
la nuova tecnica
00
di Saverio Pepe
società
ALCOOL....TI ODIO
Chiacchiere con un ex alcolista
Ho rivisto dopo molti anni un mio
amico di infanzia, da tempo
trasferitosi al Nord con la sua
famiglia. Andrea, questo il suo
nome, era uno dei miei migliori
amici, fino all'età di dodici anni,
quando ha dovuto lasciare la mia
città. Lo incontro, per caso in un bar,
dove sta consumando un buon
caffè…e di colpo un forte
sentimento di emozione mi avvolge.
Comincia a raccontarmi le sue
esperienze, il suo calvario. <<
All'età di diciassette anni ho
cominciato a bere, o meglio allora
mi sono accorto di non poter più fare
a meno dell'alcool. La mia storia è
quella di tanti ragazzi: andavo
d'accordo con i miei genitori e con le
mie due sorelline, da piccolo facevo
il chierichetto e frequentavo gli
scout ( Ti ricordi ?…). Quando sono
andato via di qui ero ancora un
bambino, tuttavia mi sentivo perso;
pensavo che non avrei trovato mai
amici come voi…. ma mi dissero di
lasciare qui tutti i miei ricordi da
dodicenne! Col tempo sono arrivati
nuovi amici. Mi trovavo bene con
loro, mi sentivo a mio agio… poi sai
com'è… la prima serata in birreria,
le prime sigarette speciali: stavo
diventando un uomo ( pensavo tra
di me! ). Dopo qualche tempo ho
cominciato a bere da solo: dalla
birra con gli amici sono passato ai
superalcolici, serate passate a
girare per i bar in cerca di un
"bicchierino", come lo chiamate qui.
Ho cominciato ad avere paura di
non poter più fare
a meno
dell'alcool: i miei si sono allarmati,
ma io volevo farcela da solo. Ho
deciso di non bere più. Ho
ricominciato a vivere davvero: la
scuola, la famiglia, una ragazza,
niente alcool, né fumo. Un giorno, in
un momento di debolezza mi è
venuta voglia di qualcosa
di
alcolico. Un sorso, mi sono detto,
poi non bevo più. Maledetto quel
momento! Ho ricominciato a bere
più di prima e tutti i miei buoni
propositi si sono rarefatti. La mia
ragazza mi ha lasciato, mia madre,
per le eccessive preoccupazioni è
stata molto male e mio padre era
costretto a lavorare per non farci
mancare niente. Gli amici non mi
hanno aiutato molto. I miei mi hanno
affidato agli psicologi, ma io ho
deciso di smettere da solo! Ora
l'odore dell'alcool mi da
assuefazione: sono ormai tre anni
che bevo solamente analcolici.
Sono tornato perchè voglio di nuovo
trasferirmi qua: i miei genitori hanno
problemi di salute e adesso sono io
che lavoro per loro… Penso spesso
a quando ho cominciato a bere e mi
chiedo quali possano essere state
le cause che mi hanno spinto a
farlo. Ho bevuto senza pensare al
dopo, alle conseguenze. Adesso
sono volontario in una comunità di
recupero e le mie competenze in
questo settore si fanno sempre più
accurate. Ho condotto degli studi
sulle cause che spingono i giovani a
fare uso di sostanze alcoliche.
L'alcool può precedere, affiancare o
addirittura sostituire la droga. I primi
passi verso lo "sballo" in genere
avvengono con le droghe legali:
vino, birra e superalcolici
"stravolgono" i giovani…gli danno la
"bomba" tanto cercata>>.
Sono contento, Andrea, che
dopo tutto quello che hai passato
ti sia messo a studiare le cause di
un problema cosi grande!
<< Possiamo elencare tre momenti
tipici in cui si inizia a bere. In primis
la ricerca dell'alcool è legata al
bisogno di sentirsi protagonisti:
bere, per esempio, prima di entrare
in discoteca, per sentirsi gia "carico"
e poter subito conquistare il centro
della pista! Dai, chi di noi non l'ha
fatto almeno una volta? L'alcool può
essere usato anche da chi cerca
aiuto a socializzare, da chi si sente
troppo solo o timido e vorrebbe
avere più rapporti interpersonali.
Altre volte si inizia a bere per essere
come papà, come mamma o come
qualche amico: molte volte ad
esempio si aspetta gli altri per
ordinare da bere, per poi allinearsi e
non sembrare diversi. Tuttavia la
motivazione principale di coloro che
iniziano a bere è quanto mai
insensata. A chiunque di loro si
dovesse chiedere la causa che l'ha
spinto a bere, risponderà che
effettivamente non la conosce. Si
comincia a bere perché non si
pensa alle conseguenze.
Scusami ma io devo proprio
scappare, ci rivediamo presto!>>
Ciao Andrea, sono contento di
averti incontrato, ma soprattutto
di aver ascoltato il tuo racconto.
Grazie, a presto!
Andrea si è allontanato dal tavolino
al quale eravamo seduti, ma io sono
ancora lì, avvolto nei miei pensieri,
nelle mie riflessioni. Il suo incontro
mi ha sconvolto sia perché
inaspettato, sia perché aveva
bisogno di parlare con qualcuno… e
ci è riuscito! Ho deciso di raccontare
questo curioso episodio perché
spero che noi giovani impariamo a
riflettere su tutti quei momenti in cui
il nostro cervello sembra essere
"disconnesso"!!!
di Piergiorgio Maffei
interviste
Il destino sta per soffocare i suoi sogni. E lei scappa…
Cinzia: un'altamurana a Napoli
Incontro con Cinzia Clemente
mancata commessa, riuscita promessa
Ciao, Cinzia. Io mi ricordo di te sin
da piccolo, quando ti vedevo
condurre i notiziari di Tele Appula.
Sinceramente non avrei
scommesso nemmeno una lira su
di te. E invece, adesso, mi ritrovo a
scartabellare un curriculum che
mi fa rodere dall'invidia…
Mi vien da dire: “E non sei l'unico”,
ma poi potresti pensare che me la
credo troppo… invece, se leggi il
guestbook del mio sito
(www.cinziaclemente.com, ndR),
qualcuno che a distanza di anni si
rode il fegato c'è, c'è… Te la posso
fare io una domanda? Perché mi stai
intervistando? Eheheh… potevi
restare nel dubbio e pensare che mi
fossi sposata, avessi tre figli e stessi
cucinando qualcosa di buono per la
famigliola…
Parlaci di te, delle tue passioni…
Amo gli animali, la musica e la
danza. Sono dello scorpione e sono
davvero passionale in quello che
faccio, alle volte pignola. Ho
cominciato a frequentare la scuola di
danza, da brava bimba, all'età di 9
anni e sin dal primo giorno avevo le
idee chiare: mi ero imposta di
diventare famosa. Non che lo sia
diventata, ma almeno sono coerente
visto che ci sto ancora provando!
E poi?
Poi, nacquero le prime "cotte" e a 13
anni m'innamorai follemente di un
ragazzo bellissimo che faceva lo
speaker a Radio Altamura Centrale e
con la scusa di voler fare radio,
cominciai a frequentarlo. Furba,
vero? È stato il mio primo amore: bei
tempi! Poi, la storia finì dopo una
tenera estate, ma non la passione
per la radio. Da lì è cominciata la mia
"scalata": prima Tele Radio Oscar,
dove feci il mio primo programma
televisivo (a 15 anni), poi Canale 2,
Radio Studio Uno (Gravina), Radio
LS Europa Sud (Putignano). Per non
parlare dei miei personaggi che
costellavano il palinsesto di
Radionorba come Mena la ragazza
del salottificio, Ru-Giada la bimba
sexy, Susi l'americana (che
“infuocava” le trasmissioni
notturne...). Mi divertivo moltissimo
e, in quel periodo, mi resi conto di
avere una certa versatilità vocale e
una passione per la recitazione su
cui, attualmente, faccio leva per
realizzare spot radiofonici. Intanto
danzavo, danzavo, danzavo. A 19
anni ero già abbastanza affermata
come speaker e conduttrice
televisiva, oltre che essere diventata
ballerina professionista della
Fondazione "Piccinni" di Bari.
Tempo libero zero!
Sì, ma ne era valsa la pena! A 21 anni
c'è stato il mio primo "salto" verso
Intervista...
Napoli. Insegnavo danza
all'Accademia Bellini e frequentavo
corsi di teatro; ed è stato lì che ho
iniziato anche a recitare. Sono
tornata nella mia città nel '93 ed ho
proseguito la mia passione per il
teatro con delle compagnie
amatoriali, “La compagnia” e la
C.T.G.81. E ancora: radio, tv, teatro.
Si, ma come è stato il “salto” di
qualità, se così si può dire?
Più che salto di qualità forse si può
parlare di salto verso una realtà a me
più congeniale. Se fossi rimasta ad
Altamura, non credo che avrei avuto
tutti gli sbocchi professionali che
offre una città come Napoli.
Spiegaci: perché sei scappata dal
tuo paese?
Secondo te, perché? Sapessi quanti
progetti volevo portare nella mia
città, ma mi sono sempre scontrata
contro il bigottismo urlato dei
benpensanti e dei 'mal-agenti' (cioè
della gente che predica bene…). Mi
spiego: non essere "fidanzata in
casa" equivale, secondo il
pregiudizio nostrano, ad essere una
ragazza facile o chissà cosa... Che
poi sotto sotto c'è il marcio non fa
niente: però l'importante, qui da noi,
è salvare almeno l'apparenza. Mah,
l'ipocrisia non è nelle mie corde. E
poi, dico io, una donna non può
essere indipendente? A parte che
non saprei come stare con un
ragazzo "tipico" del posto senza
litigare ogni due secondi: "Come ti
sei vestita? Troppo scollata!" "Se non
ti copri con il burka stasera non si
esce!" "Dobbiamo uscire con la
interviste
comitiva: mi raccomando a non fare
la tipa brillante!"... Sarei già morta.
Comunque, la soluzione è: andare
via!
Domanda: perché le radio locali si
sono fatte scappare un talento
come te?
Perché il mio sapere professionale
non è in svendita! A parte gli scherzi,
perché non riesco a restare in un
paese per più di una settimana e per
di più in vacanza!
Ah, ok. Dove eravamo rimasti
nello scorrere la tua biografia?
Niente, ero così disperata dalla
scarsa considerazione del mio
lavoro che, giunta alla soglia dei 26
anni, un mese circa prima del mio
compleanno, pensando al mio
futuro, dissi a me stessa: "O riesci a
fare qualcosa di buono entro il tuo
compleanno, o vai a fare la
commessa e ti assicuri uno stipendio
stabile!"
Quindi ne avrai piegate tante di
magliette…
Nemmeno una! Casualità volle che
accompagnai un gruppo di ragazzi
della C.T.G.81 a fare un provino per
un film di Michele Placido e (come
accade nelle favole) lui mi notò e mi
scelse per un piccolo ruolo per il film
"Del perduto amore". A proposito di
questo fatto, posso raccontare un
aneddoto?
Racconta, mi incuriosisci…
Ebbene, il ruolo nel film di Placido
non è stato certo facile, soprattutto
per le polemiche che ha suscitato e
per le malignità che hanno colpito la
mia famiglia. In sede di provino mi fu
raccontata la trama (che per me è
bellissima) e mi fu chiesto se ero
disposta a mostrare un seno. In un
decimo di secondo, risposi: “Quale: il
destro o il sinistro?” E la parte fu
mia... Ma l'aneddoto che voglio
raccontare è accaduto a mia madre
(perché lei è rimasta ad Altamura).
Quando fu proiettato il film qualche
buona lingua disse alla mia
orgogliosa mammina: “Ma non si
vergogna del fatto che si vede il seno
di sua figlia, addirittura al cinema?” E
la mitica Cinzia's mother: “Almeno
tutte quelle persone che in passato si
sono vantate di aver visto le tette di
mia figlia, adesso potranno dirlo sul
serio, ma solo dopo averle viste
Intervista...
davvero e aver pagato il biglietto!” La
adoro! Intanto ero già stata
contattata da radio Kiss Kiss Italia, in
seguito ad un provino, e la mia vita,
nel giro di una sola settimana, si è
sconvolta; proprio quella in cui
festeggiavo i miei 26 anni! In seguito,
mi sono ritrovata a fare teatro al
fianco di mostri come Corrado
Taranto, Mimmo Sepe, Caterina De
Santis… per me è stato il massimo!
Adesso su che radio sei?
Sono la responsabile della
redazione giornalistica di Radio Zeta
e faccio un programma di ricerca
storica, socio-culturale sulla
Campania, accompagnata dalla
musica cosiddetta di antologia. Poi,
interviste
collaboro come responsabile del
settore spettacolo, con un'agenzia
televisiva per realizzare i servizi per
le vari emittenti locali.
Ascoltando le tue performance
radiofoniche, mi chiedo: come
mai una come te non sta in un
network nazionale?
In un certo senso, Kiss Kiss Italia lo è!
Ma quando la vita privata deve
essere penalizzata da un eccesso di
durezza sul lavoro, preferisco
un'esistenza serena, con dei ritmi più
“umani”. Il network non fa per me, ti
ringrazio per i complimenti che mi fai,
ma ho sempre protetto con molta
dignità la mia vita e certi ambienti non
ti permettono di restare “pulita”
sempre.
E con la danza, com'è andata a
finire?
Dopo aver studiato con tanti maestri,
qui a Napoli ho conosciuto e
frequentato i corsi di Enzo Paolo
Turchi (più conosciuto come marito
di Carmen Russo) e attualmente
sono una felice insegnante di danza
presso una palestra alle porte di
Napoli, contornata da allieve
affettuosissime e da un ambiente
“sano” come piace a me.
Abbiamo esaurito il nostro spazio.
Ti devo qualcosa?
No che non mi devi nulla! È vero che
il mio tempo è prezioso, ma credo di
averlo speso bene! Magari devo io
qualcosa a te per avermi dato la
possibilità di “riscattarmi” nei
confronti delle "vecchie conoscenze"
e di essermi presentata alle nuove
leve fornendo, perchè no, una
speranza a chi non vede futuro. Per
quanto mi riguarda, non ho alcun
rimpianto, se potessi tornare indietro
rifarei tutto. Ma con la coscienza e
l'esperienza del presente mi
piacerebbe creare qualcosa per la
mia città (anche se la stessa non è
che mi abbia dato tanto, se non
qualche bella intervista come
questa). Grazie per l'attenzione e...
alla prossima puntata!
da Altamura
di Peppino Disabato e Conte
Ferdinando
costume
COSA RESTERÀ... SERATE DI UNA VOLTA
Era la fine degli anni 80 quando da
queste parti si respirava aria di
"dance". Si, avete capito bene: ora vi
lamentate della mancanza di locali
notturni, discoteche ,solo pub, ma
fino a pochi anni fa esistevano ben 3
discoteche ad Altamura. Abbiamo
incontrato i proprietari, felici di poter
raccontare gli anni d'oro dei loro
locali.
Che vi dice "Caban"? "Vecchi ricordi
di un bel periodo" dice Giuseppe
Camicia, figlio di uno dei 4soci del
locale cult per tanti anni; dall'85 con
due belle piste (si facevano mille
ingressi!!) tanti ragazzi della zona
hanno sgambettato "au kebbàn"; ci si
andava perchè ci si sentiva a casa,
un ambiente amichevole dove
passare una bella serata, senza
affrontare un viaggio in macchina.
Molti gli ospiti famosi (la Panicucci
agli inizi, Zappalà),serate
organizzate la domenica per i
ragazzi, a capodanno,selezioni per
diventare miss e mister caban(posto
sempre ambito dalle belle del
paese!); insomma la discoteca
"andava", fino a quando..eventi
avversi, la voglia di vedere nuovi
locali legata soprattutto alla
caratteristica dei giovani di uscire
fuori... Il Caban si è chiuso
definitivamente nel 95, e con esso 20
anni di esperienza dei
titolari.Un'ampia struttura giace li
abbandonata a sè stessa,e le voci, i
suoni di una volta paiono venir fuori
dalle pareti. Un vero peccato.
Da qualche stagione d'estate si va a
ballare a Castellaneta, Capitolo
(Monopoli), Bisceglie, ma solo 10
anni fa queste discoteche non
esistevano ancora. Il Pantheon
Club, sulla via per Cassano,
inaugurata nell'agosto del' 90 era
all'epoca la più grande d' Europa
all'aperto dopo il "Partenon" in
Grecia: all'inaugurazione erano
presenti ben 22 mila persone!! con
tutte le strade in tilt. Ce ne parla
Vincenzo Laterza, uno dei soci;
"venivano da ogni parte d'Italia, ed
essendo cosi' grande non c'era la
possibilità di selezionare l'ingresso.
Da Zappalà ad Albertino
(Pasquale del"Grande
Fratello"lavorava alle luci..), dal
Pantheon sono passati i dj più famosi
d'Italia; ma proprio
le sue
dimensioni, coi suoi costi troppo
elevati da sostenere portarono alla
sua chiusura pochi anni dopo".
Signor Laterza, come vede la
situazione attuale? Perchè non si
aprono più discoteche? "La vedo
nera, ad Altamura è da 10 anni che
non si apre una nuova discoteca o
anche un locale più piccolo, e tra le
prime cause ci sono certamente le
spese: oggi servirebbero miliardi di
vecchie lire per metter su una bella
situazione". Mister Vally: lo
conoscete? E' ValerioSforza,
simpatico ex gestore del "Vally
Club", discoteca all'aperto su
via Matera (contrada "la Marinella",
dove ora in estate c'è una pizzeria).
Anche lui da anni ha chiuso la sua
attività, ma per alcune stagioni,
dall'87 al '91, nel suo locale migliaia
di giovani passavano il sabato e di
più la domenica sera, una
particolarità questa raccontataci da
lui stesso. "Tra i primi in Puglia ad
aprire all'aperto, non esisteva ancora
il Divinae Follie, quindi immagina,
avere una discoteca da queste parti
significava avere un grande
successo; toccavamo punte di 3000
persone, portavo l'animazione del
Pascià di Ibiza, nasceva l'house
music, insomma mica poco!!. Ma
gestire una discoteca non era e non
è facile, non è un investimento
sicuro, non c'è un contratto che il
cliente deve rispettare, per cui tu sei
sicuro che il sabato successivo
riempirai il locale: no, non è mai
sicuro ed i costi sono molto alti. I
ragazzi possono voltarti le spalle
dall'oggi al domani e tu non riesci
neanche a capire il perchè (diciamo
che è quasi un gioco di seduzione,
ndr); ad esempio il mio sbaglio fu
quello di restare aperti durante le
notti dei mondiali di "Italia 90": tutti
restavano a casa a guardare le
partite, quelli che venivano al "Vally"
non trovavano molte persone e da
allora si diffuse la "convinzione" che
ormai da noi non veniva più
nessuno!!". Che sfiga!!. "E' vero, ma
nel mondo delle discoteche è
sempre cosi', basta un giro di voci
per portarti in alto e basta ancor
meno per farti chiudere".Un giorno
riaprirebbe? "Chissà, forse un
giorno.. Al termine di questa
panoramica, ringraziamo l'ampia
disponibilità offertaci dagli
intervistati. Molti ragazzi forse
proveranno nostalgia per quei bei
tempi, per quelle serate coi primi
approcci, le vecchie risate..Come
avete letto, la situazione solo poche
lune fa era ben diversa da quella
odierna. Free, un giornale che
racconta gli interessi dei ragazzi ma
anche le loro lamentele, senza
alcuna ambizione ha voluto solo
raccontare ai più giovani le realtà di
una volta, oggi non più esistenti.
Sabato faremo come minimo 40 km
su un auto come se nulla fosse, anzi
ci lamenteremo che qua non c'è
niente e allora per ballare bisogna
uscire, torneremo alle 6 un pò
rintronati dalla stanchezza ma... una
volta... forse ce li siamo fatti
scappare??!
di Saverio Pepe
costume
ZELIG-MANIA
In principio c'era un minuscolo
locale di Milano dove si intendeva
rinverdire i fasti del cabaret, la risata
pura e fine a se stessa, senza
satira, né imitazioni di personaggi
famosi. Era un locale molto piccolo,
che aveva preso in prestito il nome
da un personaggio di Woody Allen
del 1979, il camaleonte umano che
assumeva l'aspetto di chi gli stava
vicino. In seguito Zelig è arrivato in
televisione e, sempre sullo stesso
palco, hanno cominciato ad esibirsi
comici vecchi e nuovi. Oggi Zelig è
un appuntamento imperdibile per
tantissimi spettatori, tanto che i
tormentoni dei personaggi più
riusciti sono ormai entrati
prepotentemente nel linguaggio
comune.
La formula è ormai collaudata: un
presentatore che si definisce
"capocomico", che coordina
interventi brevissimi, a volte
facendo da spalla, a volte
introducendo solo il personaggio.
Chi se non Claudio Bisio, uno dei
comici italiani più eclettici e dotati, si
sarebbe meglio calato in questo
ruolo? Accanto al capocomico è
comparsa una bellona: all'inizio era
una diversa per ogni serata, poi la
band è rimasta folgorata dalla
partecipazione di Michelle
Hunziker, e l'ha chiamata a
condurre. Michelle è bella, ed
effettivamente anche brava: non è
una comica, ma si presta con ironia
ad essere oggetto di battute lascive,
senza offendersi. A fare da cornice a
questi due personaggi
azzeCcatissimi ci sono comici di
ovvero
la
voglia di ridere
grande talento: da Edoardo Manera
ed il suo dentifricio al fluuuuoro, a
James Tont ( Fabrizio Fontana ) e il
suo fu- fu, da Gabriele Cirilli nei
panni superkitch di Krusca, al poeta
dalla battuta fulminante, Flavio
Oreglio, senza dimenticare la
simpaticissima Sconsolata
(Annamaria Barbera ),
un'immigrata calabrese a Torino,
che con una flemma unica si
lamenta un po' di tutto.
Umorismo, risate, buonumore ma
anche solletico al cervello: questi gli
ingredienti di Zelig, che deve alla
sua inprevedibilità e al grande
divertimento di chi lo fa (e di chi vi
assiste…) il successo che lo ha
portato a diventare ormai da anni un
appuntamento fisso dei palinsesti
televisivi. Quest'anno poi, hanno
affidato al cast di Zelig la prima
serata di Italia 1: un pronostico
difficile, ma un risultato eclatante:
Zelig batte tutti i programmi della
concorrenza e quando si trova a
"gareggiare" con la prima di
Sanremo, perde per un pelo.
L'ultimo record di Zelig parla chiaro:
lo spettacolo è riuscito a calamitare
su di sé oltre 9 milioni di spettatori,
con il 33,48 % di share, ma
soprattutto distanziando di molto la
concorrenza. Perchè tanto
successo? In realtà la televisione
sta cambiando, perché i gusti degli
spettatori stanno
cambiando.
Sono finiti i tempi
di "Carosello", di
"Lascia o
Raddoppia",
dell'informazion
e seria e
istituzionale. I
g i o v a n i ,
soprattutto loro,
guardano la tv
per ridere, per
trovare un
momento di
relax dopo
giornate di
studio o di lavoro, quando interessa
veramente poco dei problemi dei
consumatori o non si vuole
impegnare il cervello nella visione di
film vecchi o nuovi ma forse pallosi.
Che la voglia di ridere nasconda
angosce interiori?… Questo va
chiesto alla psicologia…ma forse è
giunta l'ora di gridare forte che
ridere fa bene alla mente,
soprattutto in momenti come
questo, in cui le angosce del mondo
ci spingono troppo spesso a ben
altre riflessioni. E' in questi momenti
che programmi come Zelig si
propongono imperiosamente sulla
scena televisiva costituendo
un'oasi di relax in un desolante
deserto di squallore.
università
Da Matera
di Tommaso Ruggieri
SEMBRAVA FINITA, MA INVECE...
- seconda (...e spero ultima) parte La scorsa puntata c'eravamo
lasciati con un po' d'apprensione
mista a curiosità; mi riferisco alle
disavventure vissute dai ragazzi
che hanno frequentato i corsi
materani di Giurisprudenza ed
Economia. Perchè "hanno
frequentato"... forse ora non lo
fanno più? ...Certo che no; però...
facciamo qualche passo indietro, e
andiamo alla cronaca dei fatti,
accaduti nello scorso mese di
novembre. Vi avevo accennato, la
scorsa volta, che il progetto
intrapreso dal Consorzio
Universitario Materano (di svolgere
a Matera i corsi di Giurisprudenza
ed Economia, con gli stessi
Professori delle rispettive Facoltà
baresi) non avrebbe rappresentato
per gli studenti alcun costo
aggiuntivo, oltre le dovute tasse
universitarie, dal momento che la
totale spesa era stata garantita dai
promotori, nonchè finanziatori
dell'iniziativa. Un bel giorno, però,
alla ripresa delle lezioni venne
comunicato ai numerosi studenti
una gran bella novità… per motivi
poco chiari, avrebbero dovuto
versare una "piccola" quota di
partecipazione pari a 200 EURO,
pena l'esclusione dai corsi.
Potrete, certo, immaginare quelle
che furono le reazioni degli studenti.
Aule di 50 ragazzi si erano
trasformate in comodi salotti da 7, 8
studenti. Da quel giorno in poi si
sono susseguite scene incredibili di
protesta, di sit-in e manifestazioni
da parte della maggioranza dei
ragazzi che rifiutandosi di pagare la
quota, a loro avviso ingiusta, era
stato loro inibito l'ingresso nelle
aule, addirittura, dalle Forze
dell'Ordine. Tutti, indistintamente,
sarebbero stati esclusi dai corsi
materani se non avessero pagato
questi "simbolici" 200 Euro, ma
perché? Un progetto la cui portata
rivoluzionaria era parsa a tutti
indiscutibile, un'iniziativa che per
molti avrebbe rappresentato
un'attività dovuta, in quale vicolo
cieco è terminata? Come mai si è
giunti ad una cotanto triste
conclusione, se prima erano tutti
d'accordo che un simile progetto
andasse finanziato e promosso
senza alcuna esitazione,
ponendolo come obiettivo
principale in qualsiasi capitolo di
spesa di qualunque bilancio; che
fine avranno fatto i buoni propositi
degli Enti Pubblici Terr. interessati,
dopo essersi fatti carico delle
spese, anche a costo di qualche
salto mortale? Perché mai avranno
deciso di adottare una politica
diversa… quella del risparmio !?
"Risparmio", a mio avviso, è una
parola che mal si concilia con
Cultura. Una comunità che
risparmia nella promozione
dellacultura e della scienza, ahimè
è destinata ad uno sviluppo lento e
bassa qualità. È proprio questa
inversione di rotta che preoccupa gli
studenti: dalla gratuità dei corsi si è
passati alla partecipazione
condizionata, oggi al pagamento di
200 Euro, e domani quale ulteriore
prezzo dovranno affrontare, a
causa di una sempre meno chiara
politica sulla cultura? A quali
sacrifici ancora dovranno andare
incontro gli studenti materani e della
provincia sempre più ridicolizzati e
messi alla berlina da una classe
politica e dirigenziale cieca e sorda
delle "loro" esigenze sempre vive e
mai sopite? Fino a quando le nostre
Amministrazioni riterranno queste
esigenze "loro" e non NOSTRE e
della comunità tutta, non si andrà
lontano; occorrerebbe, quindi, che
noi tutti sopportassimo il prezzo da
pagare per la cultura, senza
nascondersi dietro il velo,
trasparente e inopportuno, del
risparmio! Se non si verserà, oggi, il
tributo della promozione e del
potenziamento della cultura per le
generazioni presenti, l'orizzonte
delle generazioni future sarà
sempre più incerto! Sperando che i
nostri Governanti si avvedano
presto del grosso disagio arrecato
agli universitari materani,
vorremmo tanto non giungere mai al
capolinea delle speranze e delle
dolci attese!
musica
BOOGIESOUND
INTERVISTA A : e SUNNICOLA
CAPAREZZA
CONNECTION
MARTEDI 25 FEBBRAIO HO INTERVISTATO IN DIRETTA SU IDEA RADIO NEL MIO PROGRAMMA "THE
SOUND" CAPAREZZA E IL SUO GRUPPO SUNNY COLA CONNECTION. IL SUO ULTIMO ALBUM
"CAPAREZZA?!" PER VIRGIN MUSIC HA AVUTO UN BUON SUPPORTO DELLE TELEVISIONI E DELLE
RADIO E NATURALMENTE IL RITORNELLINO DI"TUTTO CIO' CHE C'E'" E' RISULTATO SUBITO BEN
APPREZZATO DAL PUBBLICO ITALIANO. POI MOLTO PROGRAMMATO DAI NETWORK NAZIONALI IL
SECONDO SINGOLO CON BRANDUARDI E ANCORA TANTE COLLABORAZIONI NELL' UNDERGROUND
DELL' ELETTRONICA ITALIANA COME CON IL PRODUTTORE NAPOLETANO MIELE E TANTI ALTRI DJ'S! L'
INTERVISTA INIZIA OVVIAMENTE ALLE 20, DUE ORE DI MUSICA SELEZIONATA DAL WUELLA E DA
CAPAREZZA CON CUI HO PARLATO DI TUTTO (
MUSICA, GRANDE FRATELLO, SANREMO,
ECC..).NATURALMENTE SAREBBE IMPOSSIBILE RIPORTARE TUTTA L'INTERVISTA, ECCONE ALCUNI
MOMENTI!
il primo disco selezionato è,
ovviamente, "Tutto ciò che c'è", in
una versione remix.
WAD: un tuo remix che hai
chiamato"MUSICAL EGG ERA
RMX"!?
CAPA: l' era dell' uovo musicale.
WAD: parliamo un po' di te.
approfondiamo questa
conoscenza anche con gli
ascoltatori, naturalmente anche
voi SunnyCola sentitevi parte
integrante del programma, come
al grande fratello, quindi se
volete pomiciare fatelo...
FABIO: lui in topless non si può
mettere.
CAPA: io non cè sto a parlà con
questooo, che se va a fà er bagno,
sempre tutto occupato, cè io non
sopporto (imitazione della bionda
romana nella casa del grande
fratello, ndr)
FABIO: quella che assomiglia a
Davids!!
CAPA: c'è una ragazza che
somiglia ad hi men! la romana.
WAD: sappiamo di te anche a
Sanremo! vogliamo parlarne,
visto che siamo nell' imminente
nuova edizione!?
CAPA: noooook! parliamone!
WAD: io ricordo di Miki mix,
questo era il tuo nome!
CAPA: allora, io voglio sfatare un
mito. In realtà non è vero niente!!
caos.
CAPA: no, scherzo! è un'
esperienza che è servita, sia a farmi
cambiare carattere che a farmi
riuscire ad arrivare a fare quello che
voglio senza più cadere in quel tipo
di situazioni.
WAD: la canzone si chiamava "e
la notte se ne va", io ricordo un
po' del ritornello, poi..!?
CAPA: si ne ho fatte tante, c' era " e
la notte se ne va" poi ne avevo fatta
un' altra ancora prima, un po' di
canzoni sul trash-andante, quel
pop-rap che non sa di niente!
WAD: però io ti ho visto! ero uno
di quelli che stava guardando
Sanremo in quel momento!
CAPA: spero di non aver inciso
nella tua psiche!
dischi, sms, un po' di ca**ate, poi...
musica
BOOGIESOUND
WAD:...il prossimo disco è
selezionato da dj caparezza, però
ha particolare importanza perché
è il tuo primo disco hip hop,
quello che hai ascoltato per la
prima volta!
CAPA: non solo è il mio primo disco
hip hop, è anche il mio primo disco in
assoluto. Quando ho comprato
questo disco ho strappato lo
scontrino dalla cassa..
WAD: lo hai rubato?
CAPA: no no! la cassiera non si
sbrigava a darmelo, io stavo
attendendo questo disco, lo avevo
ordinato, perché figurati i Run DMC
non li conosceva nessuno all'
epoca, avevo ascoltato questo
pezzo su MTV, è un pezzo minore,
non lo conosce quasi nessuno, io
me ne sono innamorato perché mi
piacevano gli scrath del compianto
Jam Master Jay. Uno dei dischi che
ricordo con più affetto!
WAD: un disco che ti avvicinato a
questo modo di fare musica!?
CAPA: probabilmente mi ha
avvicinato alla musica in generale!
WAD: per il nuovo disco (Verità
Supposte, ndr) ti sei lasciato
contaminare da altri generi
musicali, quindi non solo hip
hop?
CAPA: la mia curiosità nei confronti
della musica è un pò come quella di
un bambino davanti ad un negozio
di caramelle, il risultato è che dopo
questo album ho i denti cariati!
ancora dischi, messaggi e poi "SAY
WAD?" la pillola di musica distante
dal suono black.
WAD: "Dusted" anche questo
disco lo hai scelto tu, qualcosa di
musica elettronica!
CAPA: quando l' elettronica
incontra il rap. Leftfield è un progetto
in cui c'è anche qualcosa di rap
dentro.
WAD: ma ti piace la musica
elettronica in genere o solo
questo disco!?
CAPA: a me piace la musica
elettronica quando è fatta in una
certa maniera, quando poi finisce
per diventare club culture, ovvero
quando c'è uno scatto creativo
diverso dalle solite cose!
WAD: in Italia, pensi che la
musica elettronica sia ad un buon
punto?
CAPA: ci sono molti produttori di
musica elettronica, come ad
esempio Stylophonic che è
considerato il Fatboyslim italiano, ci
sono persone che facendo questa
musica in Italia non vengono
considerati, poi magari vanno fuori e
hanno contratti con gli inglesi...
WAD: questo però, secondo me,
fa molta rabbia ai produttori e agli
artisti stessi!
CAPA: si, ma anche molti soldi!
domande con gli sms degli
ascoltatori a Caparezza!
WAD: dice Mary: ti ricordi della
foresta di Mercadante?
CAPA: no! forse è successo
qualcosa quando lavoravo da
quelle parti, in un posto dove hai
lavorato anche tu Wad, il Sole Blu!
WAD: da bari un sms
dice:…caparezza noi ci siamo
beccati quando ti celavi sotto l'
identità di Mikymix!?
CAPA: no, ma è tutta una falsità, nel
senso che io non sono mai stato
miky mix..
WUELLA (jingle): che?ma di che
ca**o stai parlando?
caos, spots, un disco, poi...
WAD: hai conosciuto e hai
collaborato con il capellone
Branduardi, un grande artista!?
CAPA: ho collaborato con lui per
una track del vecchio album,
ultimamente girando qua e là da
solo o con "Sunnycolaconnection"
ci siamo conosciuti un pò tutti,
anche quelli dell' ambiente punk,
rock e metal.
WAD: vai spara tre nomi, di amici
o artisti che vuoi salutare?
CAPA: i folkabbestia!
FABIO: un gruppo di nostri
conterranei che suona ska!
CAPA: poi Anima Solare!
la conversazione continua, ancora
musica black, ragga, hip hop, poi...
WAD: parliamo un pò di
Sunnycolaconnection, questa
nuova band che sostanzialmente
non ha un' identità musicale
definita, ma i suoni che ne
escono fuori sono soprattutto
musica
BOOGIESOUND
continua:
CAPAREZZA
ragga con diverse influenze!?
FABIO: ragga muffin in dialetto
molfettese.
CAPA: io vorrei anche salutare l'
altro componente del gruppo, l' un
terzo che manca, Beppe, che è
casa con la febbre!
FABIO: poverinooo! attento a dove
metti il termometro!
WAD: tu hai dei consigli
particolari per l' uso?
CAPA: verità supposte! (il titolo del
prossimo album di Caparezza, ndr)
il discorso continua, poi dischi, sms
e ancora...
WAD: prima di chiudere e di
salutare gli ascoltatori c'è una
specie di free style...
CAPA: è un free style in cui
sappiamo esattamente cosa dire!
WAD: vabbè! quindi s' azzera!
Una canzone di Caparezza con
Sunnycola connection live su
Idea Radio.
dopo la canzone...
WAD: ragazzi volete dire
qualcosa al pubblico, prossimi
live, come contattarvi?
FABIO: sunnycolaconnection
stanno preparando qualcosa di
nuovo, ma è in cantiere...
CAPA: tutte strunzaaate!
un pò di casino finale...
WAD: caparezza tu torni a
trovarmi ad Aprile per la
promozione del nuovo album,
adesso dobbiamo salutare, voi
salutate qualcuno in particolare?
CAPA: si torno a trovarti e porto,
ovviamente, anche le canzoni del
nuovo album.
FABIO: ciao a tutto il mondo,
soprattutto a Beppe che è a casa
con la febbre.
CAPA: ciao a tuttiiii!
Michele Wad
[email protected]
Musical: arte riservata
a chi se ne intende!
Tra le tante forme e manifestazioni
in cui la musica può apparire,
particolare attenzione e
predominanza ha assunto, nel corso
di questi ultimi anni, il ruolo del
musical, espressione d'arte non solo
musicale ma che ha anche alla base
la recitazione e la danza. Chi va in
scena non deve soltanto saper
recitare, ma deve anche saper
cantare e ballare. L'unione di queste
discipline dà come risultato
qualcosa di unico, spettacolare, una
miscela tra la realtà, il sogno, il
mistico e l'irreale, proprio perché
non siamo di fronte al freddo
schermo cinematografico e ai suoi
effetti speciali ma di fronte ad attori
veri, ballerini, spesso affiancati da
acrobati o talvolta breakers, come
tanto di moda va in questo periodo,
che suggestionano attraverso
splendide coreografie e
scenografie. Effetti speciali, illusioni,
interpretazioni non sono frutto di
ciak o lavori al computer ma sono lì,
davanti ai nostri occhi e riescono a
farci vivere contemporaneamente le
emozioni di un concerto, di un'opera
teatrale, di un balletto; per dirla tutta
il musical è un evento completo che
coinvolge, cattura attenzione e
passione, è vivo ed umano,
destinato solo a chi è in grado di
cogliere i caratteri di tre forme d'arte
e quindi forse riservato a palati fini e
non volgari.
Il musical è un genere tipicamente
americano, di derivazione teatrale
che fonde vari generi, farsa, comico,
commedia, dramma, avventura,
amore, ecc., ha origine negli anni '30
con la grande depressione e lo
sviluppo del sonoro e nasce con
scopi di consolazione, evasione ed
occupazione.
Dal 1927 al 1995 si elencano 1100
titoli significativi, la stragrande
maggioranza realizzata fino agli
anni '50, infatti il periodo '30-'50 è
considerato il periodo d'oro del
musical.
Come ogni forma d'arte i musical
sono soggetti a continue evoluzioni,
nei balletti, nelle scenografie, nelle
musiche, sempre più innovative,
coinvolgenti e originali. Il primo
grande innovatore è Busby
Berkeley, regista e coreografo, a
cui si deve la liberazione della danza
dalle costrizioni teatrali e di
palcoscenico e dalle angolazioni
frontali.
Le recenti tendenze, invece,
richiamano sempre più le sonorità
pop e rock.Un esempio recente è
Riccardo Cocciante che ha curato
“Notre Damme De Paris”, opera in
due atti che dopo il successo in
Francia ha ottenuto notevole
successo anche nel nostro paese.
Musicalmente è evidente l'impronta
di Cocciante nello stile musicale,
caratterizzato dalla grinta, dalla
rabbia, dal sentimento che solo
l'artista sa dare e che quindi rende
unico. Oltre a Cocciante e altrettanto
lampante l'esempio dei Pooh,
recentemente impegnati nel musical
“Pinocchio”, dei Matia Bazar con
altri artisti sanremesi nei “10
Comandamenti”, sempre di
provenienza francese di cui si è
avuto un assaggio proprio all'ultimo
festival di Sanremo.
Nella sua evoluzione il “musical” ha
inglobato fiabe, storie epiche e
bibliche, storie inedite e romanzi
come quello dei “Promessi Sposi”
giunto già alla sua terza edizione. Il
musical è un'occasione unica da
non perdere, che vale sicuramente
la pena d'essere vissuta. Vivete
l'emozione che solo un musical può
dare!
sport
UNA VITA DA PRESIDENTE
di Ivan Commisso
Avete mai sentito parlare di un
presidente di una squadra di calcio
che ha solo 23 anni? E che vuole
arrivare sui boulevard della C1
partendo dai vicoli dei campionati
dilettantistici regionali? Il fenomeno,
quantomeno di costume, è
altamurano, ha un nome ed un
cognome e proprio l'età di cui sopra.
Parliamo di Saverio Columella, il più
giovane degli eredi della dinastia
imprenditoriale messa su da papà
Carlo. Quella, per intenderci, che è a
capo della Tradeco (smaltimento
rifiuti) e di una serie di imprese attive
nell'elaborazione dati e nello
smistamento della corrispondenza
postale. Una famiglia che di sport ne
mastica parecchio: dalle
sponsorizzazioni calcistiche
dell'Altamura al lungo sodalizio con
la pallavolo femminile locale sotto la
direzione di Michele Columella,
fratello maggiore di Saverio.
Quest'ultimo di pallavolo non ne ha
mai voluto sentir parlare. La sua
passione è il calcio: da quasi un anno
il nostro è alla guida del Ruvo Calcio,
attualmente primo nel campionato di
Eccellenza. Uno sfizio che voleva
essere tutto altamurano ma le
condizioni non gli hanno permesso di
essere profeta in patria. Quella che
segue è il resoconto fedele di una
chiacchierata fatta nello studio di
Columella in un tardo sabato
pomeriggio.
Saverio, che fai nella vita e come ti
sei avvicinato al calcio?
Ho 23 anni e studio giurisprudenza a
Bari, oltre che lavorare nel gruppo di
famiglia. Il calcio è stato sempre il
mio sport preferito. A 18 anni sono
stato per un mese presidente
dell'Altamura (ai tempi della gestione
Maggi, ndc). Poi due anni fa ho
fondato una società di III categoria,
la Stella della Murgia, e infine l'anno
scorso ho deciso, insieme all'amico
Onofrio Capriati che ha voluto
seguirmi in questo progetto, di
rilevare il Ruvo.
Come mai il Ruvo e non
l'Altamura?
Ad Altamura, diciamo così, non ci
sono spazi. Ci sono delle figure
storiche (Franco Tafuni, ndc) che
fanno calcio nella nostra città da 30
anni, le quali non cambiano idea e
con la quale è difficile confrontarsi.
Sì, abbiamo provato ad arrivare ad
un accordo ma non c'è stato nulla da
fare. Ma ritenterò.
RUVO CALCIO...
Magari con una fusione tra Ruvo e
Altamura?
Sono ipotesi.
A chi ti sei affidato per costruire la
squadra essendo un novellino?
A nessuno. Onofrio ed Io abbiamo
fatto tutto di testa nostra. Nel calcio
più intermediari ci sono e più
aumentano i costi, specie quando si
vede che ci sono delle disponibilità. I
giocatori sono stati scelti da noi con
contatti diretti senza affidarci agli
amici degli amici
Quanto costa al Ruvo questa
stagione?
Abbiamo un budget di spesa di 700
milioni delle vecchie lire.
Hai chiesto consigli a tuo fratello
Michele e a tuo padre?
Non ho chiesto consigli a nessuno
perché voglio mettermi alla prova in
un'esperienza per me del tutto
nuova. Se devo sbagliare, voglio
farlo con la mia testa.
La tua è una squadra costruita per
vincere. E se l'obiettivo
promozione fosse fallito?
Mi prenderei una pausa di riflessione
per capire dove ho sbagliato, senza
escludere l'abbandono totale del
calcio. Non mi concedo passi falsi.
Il tuo sogno da presidente e la tua
squadra preferita
Arrivare in C1. Tifo Parma perché a
quella città mi legano degli affetti.
Che rapporto hai con i calciatori?
Ottimo, anche se sono una massa di
mercenari. Sono una persona che li
ascolta, li tratta in tutti i sensi da
professionisti ma che esige
sport
altrettanta professionalità. Se hanno
qualche problema possono
rivolgersi a me per risolverlo ma in
campo devono dare tutto, altrimenti
viene meno la fiducia e li caccio.
Semplice. Sono un tipo vulcanico
che usa bastone e carota.
Già stabilito il premio
promozione?
No. Il premio per il momento è un
impegno morale e non economico: la
riconferma per tutti.
E con l'allenatore? Si diceva che
avessi esonerato l'allenatore Di
Corato, che tu sia un presidente
che impone le scelte al mister.
Di Corato non è mai stato
allontanato: era e rimane il nostro
tecnico. A lui mi permetto solo di dare
pareri, punti di vista, nemmeno
consigli. Non sono mai andato oltre.
E' possibile che ti abbia sentito
urlare con queste orecchie “Vi
caccio via tutti” in occasione di
Altamura - Ruvo quando la tua
squadra non riusciva a sbloccare
il pareggio e tu sedevi in panchina
in qualità di dirigente
accompagnatore?
Noooo… te lo sei sognato.
Ma ne sei proprio sicuro?
Sicurissimo. Quelle che hai potuto
sentire erano magari grida di
incoraggiamento verso i miei e di
protesta contro la terna arbitrale.
Come vanno le cose con le
dirigenze delle altre formazioni:
rapporti di buon vicinato?
Diciamo di no. Sono molto “crudo”
nel dire le cose e questo dà fastidio: a
non tutti piace la sincerità.
Che rapporti hai con la città di
Ruvo?
Pessimi. Non ho avuto sostegno né
dall'amministrazione, né
dall'imprenditoria locale. Inoltre il
pubblico scarseggia.
Se dirigessi l'Altamura le cose
potrebbero andare meglio?
Difficile dirlo. Certo Altamura ha
un'altra tradizione sportiva e uno
spessore ben diverso da Ruvo. Se
facessi calcio nella mia città potrei
solo promettere una squadra da
livelli esagerati.
Raccontami la tua giornata tipo.
Mi sveglio alle 9. Alle 9.40 sono
pronto e vengo in azienda dove
rimango fino alle 13. Dalle 14.30 alle
15.30 sono a Ruvo per seguire
l'allenamento della squadra. Poi
ritorno in azienda. Stacco alle 19. Di
solito a mezzanotte sono a letto.
Musica preferita?
Nessuna in particolare.
Cantante preferito?
Se proprio devo sceglierne uno, dico
Gigi D'Alessio.
Cosa ti piace e cosa no del calcio?
Non mi piace la violenza negli stadi
ed amo lo spettacolo e l'euforia.
Calciatore preferito?
Hernan Crespo.
Sport preferiti oltre al calcio?
Body building.
Che cosa cambieresti di
Altamura?
Certamente l'urbanistica ed in
particolare le strade.