Numero 18 - anno 2003 Rivista di informazione e cultura Grafica e impaginazione Via Imbriani, 50 - Altamura (Ba) Pag: 17 Società Emergency... di Taccogna Vincenzo Pag: 6 ESCLUSICA FREE Intervista ai MARLENE KUNTZ di Antonio Ferrante Pag: 11 Società Zona ind.ustriale di Peppino Disabato Tipografia: Modulex srl Via dei Mestieri Matera (Mt) Collaboratori: Ferdinando Conte Vincenzo Taccogna Giacinto Fiore Stefano Mascolo Giuseppe Loiudice Domenico Lucatuorto Info line: - 338 3754853 - 080 3106263 e-mail: [email protected] Pag: 13 Società Centro Storico di Antonio Ferrante Pag: 14 Cronaca Ambientalismo di Francesco Clemente Pag: 19 Intervista Cinzia Cleme... di Piergiorgio Maffei Pag: 22 Costume Serate... di Peppino Disabato e Conte Ferdinando Pag: 25 Zelig Mania di Saverio Pepe Numero 18 - anno 2003 Rivista di informazione e cultura Registrazione del Tribunale di Bari: n° 1532 del 20/09/2001 Pag: 26 Cinema Luci dell... di Francesco Clemente Pag: 27 Cinema Prossimamente di Francesco Clemente Direttore editoriale Isabella TAFUNO Direttore Responsabile Ivan COMMISSO Caporedattore: Peppino Disabato Redazione: Valentina D’Aprile, Francesco Ventura, Francesco Clemente, Pasqua Manfredi, Ivan Commisso, Peppino Disabato, Giuseppe Loiudice, Boogiesound staff, Saverio Pepe, Tommaso Ruggieri, Michele Lorusso. Michele Raguso, Antonio Ferrante. Edito da: Associazione Culturale “FREEDOM” Pag: 29 Libri Biagi - Vidal di Francesco Clemente Pag: 37 Musica Caparezza BOOGIESOOUND Pag: 39 Music&Lyrics Shaggy a cura di Piergiorgio Maffei Pag: 34 Musica Sanremo BOOGIESOOUND Pag: 43 Sport - Ruvo calcio.. di Ivan Commisso di Antonio Ferrante interviste Esclusiva per FREE Quattro chiacchiere in camerino con i MARLENE KUNTZ I circa 1.000 fans presenti al palazzetto dello sport di Andria erano in delirio per una musica che, anche se meno "noise" del passato, lascia sempre estasiati. Le circa due ore di concerto che hanno visto una scaletta di nuovissimi e vecchi successi del gruppo cuneese, ha alternato e trasmesso al pubblico molte emozioni; emozioni fatte di reef interminabili di chitarra e di caleidoscopici giochi di luci che sembravano trasportare la mente in viaggi psichedelici. Il quartetto piemontese (Cristiano Godano-voce,chitarra; Riccardo Tesio - chitarra ; Dan Solo - basso ; Luca Bergia - batteria) nascono nel 1990 e da allora registrano 4 dischi in studio e 2 live.I successi con Il vile e Ho ucciso paranoia li portano a sfornare un'attività concertistica senza precedenti; infatti riescono a fare nel 1999 ben 80 concerti. La consacrazione al grande pubblico arriva nel 2000 con il pezzo Che cosa vedi che i Marlene Kuntz interpretano con la voce di Skin ,cantante degli Skunk Anansie; è un successo nazionale e internazionale. Una carriera quindi da far impallidire qualsiasi rock band italiana! Sono definiti a tutt'oggi i Sonic Youth italiani, leaders indiscussi del rock d'autore italiano. Anni di successi, milioni di copie vendute, migliaia di concerti per arrivare alla loro ultima fatica: Senza Peso. Cosi ne parla Cristiano Godano:" Esso è la realizzazione quasi perfetta dell'idea di suono che avevamo in testa: definito, limpido e accattivante. Per noi è un gran risultato .appaga il nostro senso estetico." In molti hanno criticato quest'ultimo album perché seppure Intervista... bellissimo ha perso un po' le sue radici "noise" per farsi influenzare dal pop. E stasera 14 Marzo 2003 i Marlene Kuntz sono qui, in concerto ad Andria in tutto il loro nichilismo estetico e musicale e io li sto ascoltando. Ormai siamo quasi alla fine del concerto, siamo all ultimo pezzo e io un po' rintronato per essermi preso una bella testata sull'arcata sopracciliare da un fan un po' troppo sfegatato spero di riuscire ad avvicinarli per fare loro qualche domanda per il giornale. Mi sembra impossibile perché i Marlene non hanno rilasciato interviste a nessuno per la data andriese, a parte un intervista telefonica per una radio di Bari. Ma io non demordo. Il concerto è finito. Il palazzetto comincia a sfollare pian piano; io rimango li fermo scrutando ogni movimento dello staff-Marlene Kuntz. Ma d'un tratto mi raggiunge Aldo Carnicella, un amico che presta servizio per la Croce Rossa all'interno del Palazzetto,mi prende il braccio e mi scaraventa nel corridoio dei camerini. Mi trovo d'un tratto davanti ad una porta con una scritta :Camerino Marlene Kuntz. E' fatta penso. E infatti era fatta! Dopo qualche minuto si apre la porta, batterista del gruppo ci guarda e ci dice:"Ragazzi entrate dai!!" A quella frase il mio cuore comincia a battere fortissimo. Quando la porta si chiude dietro di me e mi ritrovo solo con tutti e quattro penso:"Vabbè,sto sognando, è impossibile" Erano tutti li; Cristiano Godano che si interviste ingelatinava i capelli, Riccardo Tesio che beveva un Jack Daniel's ormai alla fine, Dan Solo che si puliva gli occhialini e Luca Bergia che faceva gli onori di casa. Pensai subito che quell' occasione era irripetibile e allora dopo averci fatto accomodare sulle delle panche cominciai a fare loro delle domande. Non nego che all'inizio balbettai un po' perché tutti i loro occhi erano su di me, in attesa che chiedessi loro qualcosa. Stavo morendo dall'emozione.Comunque riuscii alla fine a fare loro alcune domande, che sono contenute nell'intervista qui di seguito. Buona sera ragazzi!! (balbettando) L'ultimo reef durato circa 5 minuti che ha chiuso il concerto faceva delle allusioni alla guerra visto che si sentivano i rumori di bombe ed elicotteri? L.B. Mahh siceramente non volevamo fare alcuna allusione alla guerra, è stata una semplice improvvisazione. Però se tu ci hai visto questo sono felice. Alla fine è bello dare spazio alla propria immaginazione no? Siete mai stati ad Andria in concerto? L.B. No mai, però in Puglia veniamo spesso. L'anno scorso siamo stati a Bari. Fate qualche rituale particolare prima di salire sul palco ad esibirvi? R.T. Niente in particolare. Di solito arriviamo qualche minuto prima del concerto e saliamo subito sul palco. Così evitiamo l'attesa. Come nasce il nome Marlene Kuntz? C.G. Marlene si riferisce a Marlene Dietrich e Kuntz è riferito alla parola "cuntz" che nello slang dei ragazzi americani significa "figa". E' l'associazione di due parole in contrasto fra loro; una che incarna la leggiadria e l'altra che incarna la durezza. Proprio come la nostra musica, dolce e aggressiva allo stesso tempo. Vi piace la Puglia? C.G. Molto. L'ultima volta che siamo stati a Bari in concerto abbiamo alloggiato in un trullo. E stata un'esperienza singolare! (ride) Siete soddisfatti del vostro ultimo album"Senza Peso"?Chi vi ha ispirato? Intervista... SOCIETA’ LAVORO PART - TIME C.G. Abbiamo registrato questo album a Berlino. Ci andiamo molto spesso lì.Siamo molto soddisfatti. Ci siamo ispirati a Chagall e al suo genio. Scrivo per un giornale locale: "Free". Siamo agli inizi ma abbiamo tanta voglia di crescere e migliorarci. (glielo faccio vedere e autografare) C.G. Interessante, continuate così! Grazie Cristiano. Voi avete collaborato con Skin degli Skunk Anansie. Come la definiresti? Vi sentite ancora? C.G. Lei è un'artista pura. E' professionale e stimolante. E' stata una bella esperienza lavorare con lei. Ci sentiamo poco. Siamo entrambi troppo impegnati. Avete particolari progetti per il futuro? D.S. Per ora no. Ci godiamo questo ultimo lavoro e poi vediamo. Ci aspetta un lungo tour per l'Italia molto intenso. Ragazzi vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato (più di mezz'ora) e forse è inutile dirvi che siete fantastici. L.B. No perché? Lo puoi dire, i complimenti sono sempre ben accetti! (sorride) Ok! Buon lavoro e complimenti di nuovo. C.G. Ciao ragazzi è stato un piacere. Sabato sera. Un ragazzo chiede ad una ragazza:- «Ti va di uscire insieme stasera?». E la ragazza-«Mi dispiace, stasera lavoro!». Ormai non è più tanto assurdo trovarsi di fronte ad una risposta di questo tipo. Non stupisce neppure il fatto che oggi si lavora più per necessità, che per pura passione per quello che si fa. Una necessità che affiora alla scoperta piacevole del primo vizio, che si manifesta con il desiderio di afferrare un briciolo del mondo degli adulti e delle loro responsabilità e con la soddisfazione che puoi ricavarne dal mostrare ai tuoi amici il frutto concreto del tuo impegno. Il lavoro è associato ad uno scopo ben preciso: fare soldi! Per fortuna, però, nell'avventura ci si scontra anche con tutte le piacevolissime sfaccettature che fanno da contorno ad un'attività dura, che richiede tanta energia e che comporta anche tanta stanchezza, per cui a volte anche un sorriso può tirarti su. Ecco alcune testimonianze dirette di ragazzi di età compresa tra i 15 e i 20 anni che svolgono un lavoro part- time per essere un po' più autonomi dal punto di vista economico. CAMERIERA IN UNA SALA RICEVIMENTI: Angela. L'eccellente palato degli Italiani e la passione per le specialità culinarie degli altamurani ha assicurato un costante successo ai ristoranti e alle sale ricevimento del nostro territorio. La possibilità di frequentare questi posti si è negli ultimi anni estesa oltre quella piccola élite ed è divenuta l'alternativa ideale per coloro che volessero trascorrere diversamente una serata o un'occasione importante in compagnia di amici. L'incremento della clientela (sembra quasi una legge di mercato di richiesta e offerta!) ha reso possibile l'impiego di molti ragazzi che saltuariamente rinunciano alla propria serata in discoteca per guadagnare “qualcosina”. Angela lavora da quattro anni, con un'ammirevole assiduità e pazienza(occorre una calma incredibile con i clienti e con le loro scelte indecise!). Le gratificazioni le riceve oltre che dal suo lavoro anche dall'ambiente che la circonda. Un ambiente condito di ingredienti particolari: ospitalità, divertimento e un pizzico di rigore , sempre indispensabile per mantenere l'ordine. Prevalentemente il lavoro la vede impegnata ogni Sabato sera e ogni Domenica, ma in estate capita piuttosto spesso di essere chiamati anche durante la settimana. Spirito di rinuncia a qualcosa(« Talvolta, mi è capitato di dover rinunciare ad una bella serata romantica insieme al mio ragazzo!»), voglia di non perdere tempo, di rendersi utili in qualche modo, correttezza, massimo impegno e disponibilità sono i requisiti indispensabili per fare un lavoro “del” genere, e comunque per fare un lavoro “in” genere! Naturalmente alla base ci deve essere una motivazione valida. Angela, ad esempio, nel suo piccolo contribuisce alle spese familiari e riesce a soddisfare qualche suo desiderio senza dover dipendere dalle tasche dei suoi genitori. DISTRIBUTRICE DI VOLANTINI: Betta. « Mi è capitato di far volantinaggio qualche volta durante l'estate. Tutto è cominciato per caso, anche perché in estate si cerca in mille modi di impiegare il tempo che hai a tua disposizione e perché, sinceramente avevo bisogno di un po' di soldi per organizzare le mie vacanze indipendentemente dalla mia famiglia. Il lavoro è durato qualche giorno, anzi qualche mattinata. Si è trattata di un'esperienza estenuante perché mi impegnava fino alle 14 e mi costringeva a percorrere strade intere sotto il caldo afoso. L'aspetto positivo? Non tanto il guadagno che, CONTINUAA PAG. 10 di Valentina D’Aprile come potete immaginare, è stato abbastanza mortificante, quanto il divertimento e le risate che nascevano spontaneamente al contatto con tanta nuova gente!» MODELLA: Sara. « Il mio più che un lavoro part- time vero e proprio lo considero un sogno divenuto realtà. Anche perché non sono stata io a cercarlo, ma è stato “lui” ad aver trovato me!» Sara si trovava in spiaggia, quando un organizzatore della selezione lucana di Miss Muretto l'ha notata e l'ha invitata a partecipare al concorso che si sarebbe tenuto la sera stessa. Tra l'entusiasmo, i dubbi e un po' di diffidenza, comprato il primo vestito da sfilata, è riuscita ad arrivare prima e improvvisamente si è ritrovata ad Alassio alla finale nazionale del concorso. Un sesto posto comunque apprezzato. Da quel momento si sono susseguiti casting, provini vari, selezioni e poi finalmente le sfilate vere e proprie. Il primo guadagno è stato di vecchie 80 mila lire. Oggi Sara arriva a guadagnare anche 100 euro a sfilata, ma tutto dipende dal numero delle uscite in passerella e dal capo che indossi. «Per svolgere questo tipo di lavoro, per me part- time solo in inverno, è necessario avere, oltre ad una passione innata, un pizzico di egocentrismo e di anticonformismo. Devi abituarti all'idea di indossare abiti che nella vita di tutti i giorni non sogneresti mai di portare. Bisogna società riuscire a dare vitalità e personalità CAMERIERE IN UN PUB: Giuseppe. I pub, soprattutto nelle gelide serate invernali, pullulano di ragazzi e non solo. Difficilmente i gestori rinunciano ad una mano e sono quasi sempre disposti ad accontentare i più volenterosi. «La mia collaborazione si limita al martedì sera e alla domenica. Saltuariamente lavoro anche di sabato. Il bello di questa possibilità per i ragazzi, d'altronde, sta proprio nel fatto che ci si alterna, facendo in modo che nessuno si senta escluso. È ovvio che ci siano alcune persone fisse, perché anche in questi luoghi bisogna avere certezza e limitare la propria fiducia. Un consiglio che, sulla base della mia esperienza, mi permetto di dare a quanti avessero intenzione di trovare un impiego simile: per vivere in armonia in un gruppo è indispensabile essere animati da tanta voglia di lavorare e non a ciò che indossi. Non puoi sfilare in maniera sexy ed elegante indossando una tuta e le scarpe da ginnastica! Come ogni lavoro anche questo presenta i suoi pro e i suoi contro. Se da una parte hai la possibilità si socializzare molto, di conoscere gente del mondo dello spettacolo, dall'altro devi munirti di una solida barriera difensiva nel momento in cui dai fiducia a qualcuno. Purtroppo, al giorno d'oggi, sono in tanti pronti ad approfittare della tua ingenuità!»ritenersi furbi se si lascia ricadere il proprio lavoro sulle spalle altrui. I pigri vengono alla fine scoperti e sbattuti fuori!» La lista potrebbe continuare, citando esperienze di ragazze che, amando i bambini e cercando l'indipendenza economica, di tanto in tanto si improvvisano baby- sitter, di giovani commesse, di ragazzi che aiutano genitori, parenti o amici nei negozi, nei laboratori, nelle aziende, di addetti alla manipolazione degli alimenti che, nei panifici, associano ad uno scontrino e al resto un bel pezzo di rustico, fino ad arrivare a chi si limita a coltivare una delle proprie passioni, scrivendo su un giornale e non badando per nulla al proprio compenso in denaro! società UNA ZONA (PRE) INDUSTRIALE di Peppino Disabato Altamura, 14 Marzo 2003, ore 11,20, purtroppo dal meccanico! E' la cronaca di un guasto alla mia auto, provocato non da un banale incidente, ma dalle pessime condizioni in cui vige il manto stradale di una zona che rappresenta uno dei poli produttivi più vivaci del Mezzogiorno d'Italia. Ma per coloro che vi si recano quotidianamente per lavorare nei tanti opifici presenti, la zona industriale di Altamura rappresenta anche un pericolo per l'incolumità delle proprie automobili, l'inferno. Forse solo i piloti della Parigi-Dakar sarebbero capaci di superare le voragini che si presentano lungo quel tragitto. Il povero lavoratore che ha già dovuto sborsare parecchi euro (di propria tasca!), dopo l'ennesima imprecazione, ormai rassegnato, deve andare al lavoro in bici. Potrebbe essere una barzelletta, ma è invece quanto succede nella realtà lavorativa altamurana, annus domini 2003. Forse sarà perché sono particolarmente ink....ato, ma questa situazione proprio non riesco a capirla. La mia povera macchinetta! Che vergogna!!! Quanti autotrasportatori forestieri Altamura avranno pensato: Ma che zozzeria, non hanno neanche 1 cent. per un pò d'asfalto!!! Questo è quello che pensano anche tutti gli abitanti di questa città, ma non si sa perché, nessuno e dico nessuno, si è mai interessato a dare un minimo di decenza ad una situazione che rasenta la vergogna. Immaginate se viveste in una bella casa, ben arredata e con tutti i comfort; poi uscite fuori dalla vostra bella casetta e vi trovate la strada senza illuminazione, senza segnaletica, senza marciapiedi e piena di fosse dove si abbeverano (unica nota positiva) i poveri piccioni assetati. Cosa direste? Cosa fareste? Un'amministrazione comunale (di destra o di sinistra che sia), direbbe: avete ragione un pò d'asfalto, anche di seconda mano, vedremo di recuperarlo, non sarà oggi sarà domani. E i proprietari degli opifici in questione aspettano, ahimè PRE Z.I... fiduciosi, mettendo continuamente a prova la tenuta di strada delle loro sempre fiammanti e lussuose autovetture!! Nel frattempo alcuni imprenditori vogliono creare un'altra zona industriale, alcuni politici si oppongono e vogliono indirizzare lo sviluppo in un'altra direzione. Obiezione: ma perché non pensare prima a riparare l'esistente, a dare una sistemata a molte vie, un'illuminazione decente? Poi l'orgoglio campanilista di qualcuno li fa sentire superiori ai paesi limitrofi!! La mia auto, i lavoratori di quella zona, una città sviluppata attende risposte, Subito!! Almeno riempite quelle buche, o…. siete d'accordo col meccanico? E allora ditelo! Matera società Anche perché nelle vicine Gravina e Matera, a soli 10 km da queste buche fangose la situazione è certamente migliore: e allora come la mettiamo ? Gravina Altamura Matera di Antonio Ferrante società Le automobili e il Centro Storico: il diavolo e l'acquasanta. Il centro storico, il centro di una città, della identità culturale. Esso è cassaforte di memorie e avvenimenti del passato prossimo e remoto. Importante, tanto importante da essere “calpestato” continuamente dalle auto,gli animali del futuro. Eh si perché per andare a fare commissioni nel centro storico c'è bisogno della propria auto; è fondamentale parcheggiarla davanti al portone del palazzo in cui la persona che si cerca, ha dimora. Bisogna andare a comprare un po' di frutta in Piazza Castello? Ebbene, l'auto deve essere parcheggiata a fianco della bancarella del fruttivendolo, altrimenti addio vitamina C!! La sera si ha voglia di un cornetto o un cappuccino? Beh, l'auto deve sostare necessariamente davanti ai bar, altrimenti quando si esce si farebbero troppi chilometri a piedi , per raggiungerla no? E poi chi la vedrebbe l'Audi A3 fiammante appena uscita dalla concessionaria frutto di anni e anni di lavoro?? Mi dispiace per Vito Plotino che tanto aveva fatto per la ripavimentazione del Corso. Avrebbe fatto prima a metterci l'asfalto per il Corso invece di piazzare quelle “piastrelle” tanto pregiate! Non credete? Ah no? Allora siete in pochi a non credere! Si perché per a grande percentuale di altamurani arreca fastidio il fatto che per il centro storico transitino auto, seppur di grossa cilindrata e tanto tanto costose. C'è tanto spazio per farle sfuriare, tanto. Però nel centro storico no, vi prego, non ne vale proprio la pena. Lanciamo allora un appello: CENTRO STORICO AREA PEDONALE!. Se ne sente la necessità. I commercianti, i residenti e gli “albergatori” storcerebbero la bocca ,ma nella vita signori, ci sono delle priorità che vanno, volente o nolente, rispettate. Il fatto è che chi dovrebbe essere tenuto a prendere provvedimenti in merito forse non è abbastanza sensibile a queste “futilità”(e non mi riferisco all'attuale ore 23 amministrazione ma a tutte: passate, presenti e future); sono questioni che passano in second'ordine. Eh si, perché sono tanti i grattacapi a cui badare. Ma è questo il vero problema o forse quello che ci sono interessi di vario genere in gioco, che l'inerzia è voluta e ci sono persone che vogliono che la situazione rimanga così com'è? Rimane il fatto che io la sera Corso Federico II di Svevia pieno zeppo di auto ,non lo voglio vedere! A mezzogiorno non voglio rischiare di essere investito da una signora impazzita perché non trova un parcheggio in Piazza Castello! E poi il Corso pieno di chiazze di olio, di sgommate, annerito dal continuo transito di pneumatici, è uno schifo, permettetemi di dirlo. Penserete che ho tempo da perdere, che voglio una città troppo perfetta, che cerco il pelo nell'uovo,che mi diverto a criticare a destra e a sinistra. Sarà, però io ho visto città civili che tutte queste “futilità” le mettono in pratica. Se noi cittadini non sensibilizziamo e non cerchiamo di migliorarci, evidentemente ci accontentiamo; ma la distanza che separa l'accontentarsi dal sottomettersi ,è molto breve, seppiatelo. Cosa sogno? Sogno un centro storico senza automobili, adibito integralmente ad area pedonale, pieno di locali per i giovani e i meno giovani, pieno di mostre, manifestazioni ed eventi culturali, pieno di edifici storici restaurati (che attualmente mentre scrivo sono in totale stato di abbandono: Palazzo Baldassarre ,tanto per citarne uno)adibiti ad esempio a “Museo permanente del Pane di Altamura”;sarebbe una bella cosa no? Chissà se rimarrà un sogno o se questo sogno si realizzerà. Spero proprio di si. Saremo felici noi altamurani e soprattutto i turisti che tuttora non mettono piede ad Altamura (chissà poi perché!). Abbiamo un “potenziale turistico” unico,e sottolineo unico in Puglia, ma qui non ci mette piede nessuno. Bahh strano no? Pensateci su! Chiedetevi perché! Lo avete mai fatto? E le amministrazioni lo hanno mai fatto? Bahh, secondo me si……..però……. ore 23 di Francesco Clemente cronaca AMBIENTALISMO OCCASIONALE E DI CONVENIENZA L'ennesimo scempio ambientale degno di polemica, l'ennesimo contrasto tra amministrazione e associazioni ambientaliste, su tutte Legambiente, mentre quasi ignoto e distaccato al mezzo di comunicazione più diretto (la televisione) risulta essere per molti il pensiero del cittadino perché la sarcastica televisione locale se da una parte doverosamente riprende, dall'altra poco o meglio ancora per niente aiuta a far conoscere la posizione della cittadinanza a tutti, omogenea o eterogenea che sia. Tuttavia, ogni tanto si risveglia dal letargo ideologico l'altamurano amante e rispettoso dell'ambiente, l'altamurano che ogni giorno decora civilmente l'asfalto con tutto quello che dovrebbe essere gettato in questo o in quel cassonetto, l'altamurano totalmente menefreghista riguardo ad una efficace raccolta differenziata e riguardo ad una tutela dei pochi ma pur sempre presenti spazi verdi distribuiti in questa città, dove, sotto gli occhi di tutti gli ossessionati del nuovo, sta prendendo sempre più piede una giungla di cemento non indifferente. Continuamente macchia la bellezza, la moneta della natura, continuamente uccide parte di essa senza accorgersene. L' ambientalismo in questa città nasce e muore subito dopo aver assistito all'ennesima vergogna dell'essere umano, un minuto dopo siamo lì a gettare dal finestrino la nostra cewingum o ad abbandonare rifiuti di vario genere ammazzando ad esempio la forse dimenticata importanza delle Mura Megalitiche, siamo nuovamente propensi a rompere una bottiglietta e morire dal ridere per averlo fatto. Numerosi sono gli episodi elencabili che mostrerebbero l'idiozia e l'etica di civiltà di gran parte di questa città ma è inutile sprecare inchiostro perché purtroppo ne siamo già a c o n o s c e n z a . Nella zona dei quartieri "nuovi" in Via Londra, intersezione di Via Bari, dove l'area residenziale si estende vertiginosamente, lo scorso giovedì 27 Febbraio si è assistito purtroppo all'abbattimento di 16 cipressi risalenti a 70 anni fa. L'abbattimento di quest'ultimi è avvenuto perché essi, originariamente piantati come presenza verde dell'antico camposanto, insistono sulla nuova strada di lottizzazione che collegherà le case in costruzione a Via Bari, una strada che precedentemente all'abbattimento degli alberi si rivelava una vera e propria strettoia, lungo cui era materialmente impossibile il transito di due mezzi in entrambi i sensi di marcia. "Spostando di pochi metri i confini delle lottizzazioni tutti gli alberi sarebbero stati salvati. E' inspiegabile, inoltre, il motivo per cui anche quegli alberi che non erano d'intralcio alla realizzazione della strada siano ugualmente stati abbattuti", questo è quanto afferma Legambiente che si rivela sempre e tempestivamente pronta ad esporre denuncia e a contestare. E' pur vero che impera la politica della speculazione del territorio, infatti, negli ultimi tempi sempre più martoriato da "amputazioni" è il territorio, dagli alberi di Piazza Unità d'Italia a quelli in Via Ofanto, un territorio in cui innegabilmente necessaria è una rivalutazione del verde e un controllo mirato non solo per le nuove lottizzazioni ma soprattutto per quelle che verranno. Legambiente Altamura, inoltre, si è proposta per il censimento delle presenze arboree presenti nei confini cittadini per tutelarle, inserendole nell'albo regionale dei monumenti vegetazionali istituito con legge n.14 del 31- 05- 2001, ma fino ad oggi n e s s u n a r i s p o s t a . Tale legge, ha lo scopo di censire e far conoscere ai cittadini gli esemplari arborei che per dimensione, interesse scientifico e storia rivestono carattere monumentale e meritevoli di misure attive di miglioramento tutela e valorizzazione, permette di rendere vietati e quindi sanzionabili gli espianti d'alberi monumentali di AMBIENTALISMO... qualsiasi essenza. Siamo sicuri, cari menefreghisti e sciocchi altamurani occasionalmente ambientalisti, che questa legge è sempre al centro del nostro interesse? Dai cittadini, alle scuole, dagli enti o meglio ancora alle associazioni, sarebbe meglio arrivare in tempo a lavoro...! Non pochi sono i dubbi in merito, perché per Altamura e gran parte di questa regione tutto questo resta e resterà esclusivamente inchiostro sprecato. Legambiente ha sì il diritto e il dovere di denunciare ogni inosservanza delle leggi ambientali nel territorio, soprattutto per scuotere in maniera netta e assidua, anche se difficilmente, questo vergognoso e insopportabile piattume ambulante dal primo all'ultimo cittadino, ma in queste vicende sarebbe opportuno valutare e analizzare a 360° ogni accaduto perché l'ultimo episodio ha poco a che fare con lo "scempio", anche nella speranza che il progetto dell'attuale amministrazione ( e non solo) arrivi concretamente a cronaca macchiarlo perché è chiaro che nessuno voglia un futuro d'asfalto, ma in alcuni luoghi bisogna pur sempre riuscire a vivere. ripiantare alberi nella medesima z o n a . Affinché il verde continui a costituire la fonte primaria della nostra vita, cerchiamo unanimemente di non di Taccogna Vincenzo società EMERGENCY: VOLONTARI ALL'ESTERO Presso l' I.T.I.S. "G. Galilei" di Altamura, si è avuta una riunione fra gli alunni dell'istituto e un rappresentante di Emergency, Vincenzo Caruso, un punto di riferimento di Emergency nella provincia di Bari; Free vuole allargare il dibattito aperto in quell'aula a tutti i propri lettori. Che cosa è Emergency ? Da quando esiste? Da chi è nata l'idea? Emergency è un' organizzazione umanitaria che si occupa della cura e riabilitazione delle vittime civili dei conflitti in tutto il mondo. E' nata nel 1994 su iniziativa di medici, infermieri et. che avevano già una grossa esperienza di lavoro in zone di guerra. Che ruolo svolge lei in questa organizzazione? Da quando? Io faccio da punto di riferimento per Bari di questa organizzazione . Li ho incontrati nel 1996 e da allora faccio parte di Emergency. Raccogliamo fondi per i progetti e cerchiamo di diffondere una culltura di pace in ogni luogo che possiamo raggiungere. Quale è la fonte di sostentamento dei medici all'estero? Le fonti di sostentamento principali sono le donazioni di migliaia di cittadini che in questi anni hanno visto cosa fa Emergency e come opera nelle nazioni in cui ha gli ospedali ( ad oggi sono 7 e abbiamo curato centinaia di migliaia di feriti e malati). Come fare per entrare a far parte di Emergency? Per far parte di Emergency basta iscriversi con una donazione di 20 euro sul c/c 28426203 intestato ad Emergency e chiaramente condividerne le finalità, che oltre a curare le vittime è anche quella di diffondere una cultura di vera pace affinchè le guerre siano evitate. In quali realtà specifiche opera questa organizzazione? Emergency opera in zone di guerra come il Nord Iraq, l'Afganistan, la Sierra Leone, la Cambogia, zone in cui le guerre o sono ancora in corso o sono appena finite, lasciando uno strascico di morte distruzione e un mare di problemi irrisolti. Come operate: dall'arrivo sul posto di guerra... Un team di Emergency compie un sopralluogo per prendere contatti con le autorità locali e per individuare la struttura da restaurare o da costruire ex novo. Eventualmente i chirurghi iniziano già a lavorare nelle strutture del paese, se ci sono, fino a quando non è operativo il nostro ospedale che non è mai una cosa provvisoria. Appena tutto è pronto, si inizia la selezione del personale locale che viene anche istruito in modo che nel giro di pochi anni siano completamente autonomi. Il vero scopo di un intervento umanitario è andare via il prima possibile, non essere più necessari. “Ci auguriamo che un giorno Emergency non abbia più motivo di esistere.” per maggiori informazioni: [email protected] Tel. 080 5540204 la nuova tecnica 00 di Saverio Pepe società ALCOOL....TI ODIO Chiacchiere con un ex alcolista Ho rivisto dopo molti anni un mio amico di infanzia, da tempo trasferitosi al Nord con la sua famiglia. Andrea, questo il suo nome, era uno dei miei migliori amici, fino all'età di dodici anni, quando ha dovuto lasciare la mia città. Lo incontro, per caso in un bar, dove sta consumando un buon caffè…e di colpo un forte sentimento di emozione mi avvolge. Comincia a raccontarmi le sue esperienze, il suo calvario. << All'età di diciassette anni ho cominciato a bere, o meglio allora mi sono accorto di non poter più fare a meno dell'alcool. La mia storia è quella di tanti ragazzi: andavo d'accordo con i miei genitori e con le mie due sorelline, da piccolo facevo il chierichetto e frequentavo gli scout ( Ti ricordi ?…). Quando sono andato via di qui ero ancora un bambino, tuttavia mi sentivo perso; pensavo che non avrei trovato mai amici come voi…. ma mi dissero di lasciare qui tutti i miei ricordi da dodicenne! Col tempo sono arrivati nuovi amici. Mi trovavo bene con loro, mi sentivo a mio agio… poi sai com'è… la prima serata in birreria, le prime sigarette speciali: stavo diventando un uomo ( pensavo tra di me! ). Dopo qualche tempo ho cominciato a bere da solo: dalla birra con gli amici sono passato ai superalcolici, serate passate a girare per i bar in cerca di un "bicchierino", come lo chiamate qui. Ho cominciato ad avere paura di non poter più fare a meno dell'alcool: i miei si sono allarmati, ma io volevo farcela da solo. Ho deciso di non bere più. Ho ricominciato a vivere davvero: la scuola, la famiglia, una ragazza, niente alcool, né fumo. Un giorno, in un momento di debolezza mi è venuta voglia di qualcosa di alcolico. Un sorso, mi sono detto, poi non bevo più. Maledetto quel momento! Ho ricominciato a bere più di prima e tutti i miei buoni propositi si sono rarefatti. La mia ragazza mi ha lasciato, mia madre, per le eccessive preoccupazioni è stata molto male e mio padre era costretto a lavorare per non farci mancare niente. Gli amici non mi hanno aiutato molto. I miei mi hanno affidato agli psicologi, ma io ho deciso di smettere da solo! Ora l'odore dell'alcool mi da assuefazione: sono ormai tre anni che bevo solamente analcolici. Sono tornato perchè voglio di nuovo trasferirmi qua: i miei genitori hanno problemi di salute e adesso sono io che lavoro per loro… Penso spesso a quando ho cominciato a bere e mi chiedo quali possano essere state le cause che mi hanno spinto a farlo. Ho bevuto senza pensare al dopo, alle conseguenze. Adesso sono volontario in una comunità di recupero e le mie competenze in questo settore si fanno sempre più accurate. Ho condotto degli studi sulle cause che spingono i giovani a fare uso di sostanze alcoliche. L'alcool può precedere, affiancare o addirittura sostituire la droga. I primi passi verso lo "sballo" in genere avvengono con le droghe legali: vino, birra e superalcolici "stravolgono" i giovani…gli danno la "bomba" tanto cercata>>. Sono contento, Andrea, che dopo tutto quello che hai passato ti sia messo a studiare le cause di un problema cosi grande! << Possiamo elencare tre momenti tipici in cui si inizia a bere. In primis la ricerca dell'alcool è legata al bisogno di sentirsi protagonisti: bere, per esempio, prima di entrare in discoteca, per sentirsi gia "carico" e poter subito conquistare il centro della pista! Dai, chi di noi non l'ha fatto almeno una volta? L'alcool può essere usato anche da chi cerca aiuto a socializzare, da chi si sente troppo solo o timido e vorrebbe avere più rapporti interpersonali. Altre volte si inizia a bere per essere come papà, come mamma o come qualche amico: molte volte ad esempio si aspetta gli altri per ordinare da bere, per poi allinearsi e non sembrare diversi. Tuttavia la motivazione principale di coloro che iniziano a bere è quanto mai insensata. A chiunque di loro si dovesse chiedere la causa che l'ha spinto a bere, risponderà che effettivamente non la conosce. Si comincia a bere perché non si pensa alle conseguenze. Scusami ma io devo proprio scappare, ci rivediamo presto!>> Ciao Andrea, sono contento di averti incontrato, ma soprattutto di aver ascoltato il tuo racconto. Grazie, a presto! Andrea si è allontanato dal tavolino al quale eravamo seduti, ma io sono ancora lì, avvolto nei miei pensieri, nelle mie riflessioni. Il suo incontro mi ha sconvolto sia perché inaspettato, sia perché aveva bisogno di parlare con qualcuno… e ci è riuscito! Ho deciso di raccontare questo curioso episodio perché spero che noi giovani impariamo a riflettere su tutti quei momenti in cui il nostro cervello sembra essere "disconnesso"!!! di Piergiorgio Maffei interviste Il destino sta per soffocare i suoi sogni. E lei scappa… Cinzia: un'altamurana a Napoli Incontro con Cinzia Clemente mancata commessa, riuscita promessa Ciao, Cinzia. Io mi ricordo di te sin da piccolo, quando ti vedevo condurre i notiziari di Tele Appula. Sinceramente non avrei scommesso nemmeno una lira su di te. E invece, adesso, mi ritrovo a scartabellare un curriculum che mi fa rodere dall'invidia… Mi vien da dire: “E non sei l'unico”, ma poi potresti pensare che me la credo troppo… invece, se leggi il guestbook del mio sito (www.cinziaclemente.com, ndR), qualcuno che a distanza di anni si rode il fegato c'è, c'è… Te la posso fare io una domanda? Perché mi stai intervistando? Eheheh… potevi restare nel dubbio e pensare che mi fossi sposata, avessi tre figli e stessi cucinando qualcosa di buono per la famigliola… Parlaci di te, delle tue passioni… Amo gli animali, la musica e la danza. Sono dello scorpione e sono davvero passionale in quello che faccio, alle volte pignola. Ho cominciato a frequentare la scuola di danza, da brava bimba, all'età di 9 anni e sin dal primo giorno avevo le idee chiare: mi ero imposta di diventare famosa. Non che lo sia diventata, ma almeno sono coerente visto che ci sto ancora provando! E poi? Poi, nacquero le prime "cotte" e a 13 anni m'innamorai follemente di un ragazzo bellissimo che faceva lo speaker a Radio Altamura Centrale e con la scusa di voler fare radio, cominciai a frequentarlo. Furba, vero? È stato il mio primo amore: bei tempi! Poi, la storia finì dopo una tenera estate, ma non la passione per la radio. Da lì è cominciata la mia "scalata": prima Tele Radio Oscar, dove feci il mio primo programma televisivo (a 15 anni), poi Canale 2, Radio Studio Uno (Gravina), Radio LS Europa Sud (Putignano). Per non parlare dei miei personaggi che costellavano il palinsesto di Radionorba come Mena la ragazza del salottificio, Ru-Giada la bimba sexy, Susi l'americana (che “infuocava” le trasmissioni notturne...). Mi divertivo moltissimo e, in quel periodo, mi resi conto di avere una certa versatilità vocale e una passione per la recitazione su cui, attualmente, faccio leva per realizzare spot radiofonici. Intanto danzavo, danzavo, danzavo. A 19 anni ero già abbastanza affermata come speaker e conduttrice televisiva, oltre che essere diventata ballerina professionista della Fondazione "Piccinni" di Bari. Tempo libero zero! Sì, ma ne era valsa la pena! A 21 anni c'è stato il mio primo "salto" verso Intervista... Napoli. Insegnavo danza all'Accademia Bellini e frequentavo corsi di teatro; ed è stato lì che ho iniziato anche a recitare. Sono tornata nella mia città nel '93 ed ho proseguito la mia passione per il teatro con delle compagnie amatoriali, “La compagnia” e la C.T.G.81. E ancora: radio, tv, teatro. Si, ma come è stato il “salto” di qualità, se così si può dire? Più che salto di qualità forse si può parlare di salto verso una realtà a me più congeniale. Se fossi rimasta ad Altamura, non credo che avrei avuto tutti gli sbocchi professionali che offre una città come Napoli. Spiegaci: perché sei scappata dal tuo paese? Secondo te, perché? Sapessi quanti progetti volevo portare nella mia città, ma mi sono sempre scontrata contro il bigottismo urlato dei benpensanti e dei 'mal-agenti' (cioè della gente che predica bene…). Mi spiego: non essere "fidanzata in casa" equivale, secondo il pregiudizio nostrano, ad essere una ragazza facile o chissà cosa... Che poi sotto sotto c'è il marcio non fa niente: però l'importante, qui da noi, è salvare almeno l'apparenza. Mah, l'ipocrisia non è nelle mie corde. E poi, dico io, una donna non può essere indipendente? A parte che non saprei come stare con un ragazzo "tipico" del posto senza litigare ogni due secondi: "Come ti sei vestita? Troppo scollata!" "Se non ti copri con il burka stasera non si esce!" "Dobbiamo uscire con la interviste comitiva: mi raccomando a non fare la tipa brillante!"... Sarei già morta. Comunque, la soluzione è: andare via! Domanda: perché le radio locali si sono fatte scappare un talento come te? Perché il mio sapere professionale non è in svendita! A parte gli scherzi, perché non riesco a restare in un paese per più di una settimana e per di più in vacanza! Ah, ok. Dove eravamo rimasti nello scorrere la tua biografia? Niente, ero così disperata dalla scarsa considerazione del mio lavoro che, giunta alla soglia dei 26 anni, un mese circa prima del mio compleanno, pensando al mio futuro, dissi a me stessa: "O riesci a fare qualcosa di buono entro il tuo compleanno, o vai a fare la commessa e ti assicuri uno stipendio stabile!" Quindi ne avrai piegate tante di magliette… Nemmeno una! Casualità volle che accompagnai un gruppo di ragazzi della C.T.G.81 a fare un provino per un film di Michele Placido e (come accade nelle favole) lui mi notò e mi scelse per un piccolo ruolo per il film "Del perduto amore". A proposito di questo fatto, posso raccontare un aneddoto? Racconta, mi incuriosisci… Ebbene, il ruolo nel film di Placido non è stato certo facile, soprattutto per le polemiche che ha suscitato e per le malignità che hanno colpito la mia famiglia. In sede di provino mi fu raccontata la trama (che per me è bellissima) e mi fu chiesto se ero disposta a mostrare un seno. In un decimo di secondo, risposi: “Quale: il destro o il sinistro?” E la parte fu mia... Ma l'aneddoto che voglio raccontare è accaduto a mia madre (perché lei è rimasta ad Altamura). Quando fu proiettato il film qualche buona lingua disse alla mia orgogliosa mammina: “Ma non si vergogna del fatto che si vede il seno di sua figlia, addirittura al cinema?” E la mitica Cinzia's mother: “Almeno tutte quelle persone che in passato si sono vantate di aver visto le tette di mia figlia, adesso potranno dirlo sul serio, ma solo dopo averle viste Intervista... davvero e aver pagato il biglietto!” La adoro! Intanto ero già stata contattata da radio Kiss Kiss Italia, in seguito ad un provino, e la mia vita, nel giro di una sola settimana, si è sconvolta; proprio quella in cui festeggiavo i miei 26 anni! In seguito, mi sono ritrovata a fare teatro al fianco di mostri come Corrado Taranto, Mimmo Sepe, Caterina De Santis… per me è stato il massimo! Adesso su che radio sei? Sono la responsabile della redazione giornalistica di Radio Zeta e faccio un programma di ricerca storica, socio-culturale sulla Campania, accompagnata dalla musica cosiddetta di antologia. Poi, interviste collaboro come responsabile del settore spettacolo, con un'agenzia televisiva per realizzare i servizi per le vari emittenti locali. Ascoltando le tue performance radiofoniche, mi chiedo: come mai una come te non sta in un network nazionale? In un certo senso, Kiss Kiss Italia lo è! Ma quando la vita privata deve essere penalizzata da un eccesso di durezza sul lavoro, preferisco un'esistenza serena, con dei ritmi più “umani”. Il network non fa per me, ti ringrazio per i complimenti che mi fai, ma ho sempre protetto con molta dignità la mia vita e certi ambienti non ti permettono di restare “pulita” sempre. E con la danza, com'è andata a finire? Dopo aver studiato con tanti maestri, qui a Napoli ho conosciuto e frequentato i corsi di Enzo Paolo Turchi (più conosciuto come marito di Carmen Russo) e attualmente sono una felice insegnante di danza presso una palestra alle porte di Napoli, contornata da allieve affettuosissime e da un ambiente “sano” come piace a me. Abbiamo esaurito il nostro spazio. Ti devo qualcosa? No che non mi devi nulla! È vero che il mio tempo è prezioso, ma credo di averlo speso bene! Magari devo io qualcosa a te per avermi dato la possibilità di “riscattarmi” nei confronti delle "vecchie conoscenze" e di essermi presentata alle nuove leve fornendo, perchè no, una speranza a chi non vede futuro. Per quanto mi riguarda, non ho alcun rimpianto, se potessi tornare indietro rifarei tutto. Ma con la coscienza e l'esperienza del presente mi piacerebbe creare qualcosa per la mia città (anche se la stessa non è che mi abbia dato tanto, se non qualche bella intervista come questa). Grazie per l'attenzione e... alla prossima puntata! da Altamura di Peppino Disabato e Conte Ferdinando costume COSA RESTERÀ... SERATE DI UNA VOLTA Era la fine degli anni 80 quando da queste parti si respirava aria di "dance". Si, avete capito bene: ora vi lamentate della mancanza di locali notturni, discoteche ,solo pub, ma fino a pochi anni fa esistevano ben 3 discoteche ad Altamura. Abbiamo incontrato i proprietari, felici di poter raccontare gli anni d'oro dei loro locali. Che vi dice "Caban"? "Vecchi ricordi di un bel periodo" dice Giuseppe Camicia, figlio di uno dei 4soci del locale cult per tanti anni; dall'85 con due belle piste (si facevano mille ingressi!!) tanti ragazzi della zona hanno sgambettato "au kebbàn"; ci si andava perchè ci si sentiva a casa, un ambiente amichevole dove passare una bella serata, senza affrontare un viaggio in macchina. Molti gli ospiti famosi (la Panicucci agli inizi, Zappalà),serate organizzate la domenica per i ragazzi, a capodanno,selezioni per diventare miss e mister caban(posto sempre ambito dalle belle del paese!); insomma la discoteca "andava", fino a quando..eventi avversi, la voglia di vedere nuovi locali legata soprattutto alla caratteristica dei giovani di uscire fuori... Il Caban si è chiuso definitivamente nel 95, e con esso 20 anni di esperienza dei titolari.Un'ampia struttura giace li abbandonata a sè stessa,e le voci, i suoni di una volta paiono venir fuori dalle pareti. Un vero peccato. Da qualche stagione d'estate si va a ballare a Castellaneta, Capitolo (Monopoli), Bisceglie, ma solo 10 anni fa queste discoteche non esistevano ancora. Il Pantheon Club, sulla via per Cassano, inaugurata nell'agosto del' 90 era all'epoca la più grande d' Europa all'aperto dopo il "Partenon" in Grecia: all'inaugurazione erano presenti ben 22 mila persone!! con tutte le strade in tilt. Ce ne parla Vincenzo Laterza, uno dei soci; "venivano da ogni parte d'Italia, ed essendo cosi' grande non c'era la possibilità di selezionare l'ingresso. Da Zappalà ad Albertino (Pasquale del"Grande Fratello"lavorava alle luci..), dal Pantheon sono passati i dj più famosi d'Italia; ma proprio le sue dimensioni, coi suoi costi troppo elevati da sostenere portarono alla sua chiusura pochi anni dopo". Signor Laterza, come vede la situazione attuale? Perchè non si aprono più discoteche? "La vedo nera, ad Altamura è da 10 anni che non si apre una nuova discoteca o anche un locale più piccolo, e tra le prime cause ci sono certamente le spese: oggi servirebbero miliardi di vecchie lire per metter su una bella situazione". Mister Vally: lo conoscete? E' ValerioSforza, simpatico ex gestore del "Vally Club", discoteca all'aperto su via Matera (contrada "la Marinella", dove ora in estate c'è una pizzeria). Anche lui da anni ha chiuso la sua attività, ma per alcune stagioni, dall'87 al '91, nel suo locale migliaia di giovani passavano il sabato e di più la domenica sera, una particolarità questa raccontataci da lui stesso. "Tra i primi in Puglia ad aprire all'aperto, non esisteva ancora il Divinae Follie, quindi immagina, avere una discoteca da queste parti significava avere un grande successo; toccavamo punte di 3000 persone, portavo l'animazione del Pascià di Ibiza, nasceva l'house music, insomma mica poco!!. Ma gestire una discoteca non era e non è facile, non è un investimento sicuro, non c'è un contratto che il cliente deve rispettare, per cui tu sei sicuro che il sabato successivo riempirai il locale: no, non è mai sicuro ed i costi sono molto alti. I ragazzi possono voltarti le spalle dall'oggi al domani e tu non riesci neanche a capire il perchè (diciamo che è quasi un gioco di seduzione, ndr); ad esempio il mio sbaglio fu quello di restare aperti durante le notti dei mondiali di "Italia 90": tutti restavano a casa a guardare le partite, quelli che venivano al "Vally" non trovavano molte persone e da allora si diffuse la "convinzione" che ormai da noi non veniva più nessuno!!". Che sfiga!!. "E' vero, ma nel mondo delle discoteche è sempre cosi', basta un giro di voci per portarti in alto e basta ancor meno per farti chiudere".Un giorno riaprirebbe? "Chissà, forse un giorno.. Al termine di questa panoramica, ringraziamo l'ampia disponibilità offertaci dagli intervistati. Molti ragazzi forse proveranno nostalgia per quei bei tempi, per quelle serate coi primi approcci, le vecchie risate..Come avete letto, la situazione solo poche lune fa era ben diversa da quella odierna. Free, un giornale che racconta gli interessi dei ragazzi ma anche le loro lamentele, senza alcuna ambizione ha voluto solo raccontare ai più giovani le realtà di una volta, oggi non più esistenti. Sabato faremo come minimo 40 km su un auto come se nulla fosse, anzi ci lamenteremo che qua non c'è niente e allora per ballare bisogna uscire, torneremo alle 6 un pò rintronati dalla stanchezza ma... una volta... forse ce li siamo fatti scappare??! di Saverio Pepe costume ZELIG-MANIA In principio c'era un minuscolo locale di Milano dove si intendeva rinverdire i fasti del cabaret, la risata pura e fine a se stessa, senza satira, né imitazioni di personaggi famosi. Era un locale molto piccolo, che aveva preso in prestito il nome da un personaggio di Woody Allen del 1979, il camaleonte umano che assumeva l'aspetto di chi gli stava vicino. In seguito Zelig è arrivato in televisione e, sempre sullo stesso palco, hanno cominciato ad esibirsi comici vecchi e nuovi. Oggi Zelig è un appuntamento imperdibile per tantissimi spettatori, tanto che i tormentoni dei personaggi più riusciti sono ormai entrati prepotentemente nel linguaggio comune. La formula è ormai collaudata: un presentatore che si definisce "capocomico", che coordina interventi brevissimi, a volte facendo da spalla, a volte introducendo solo il personaggio. Chi se non Claudio Bisio, uno dei comici italiani più eclettici e dotati, si sarebbe meglio calato in questo ruolo? Accanto al capocomico è comparsa una bellona: all'inizio era una diversa per ogni serata, poi la band è rimasta folgorata dalla partecipazione di Michelle Hunziker, e l'ha chiamata a condurre. Michelle è bella, ed effettivamente anche brava: non è una comica, ma si presta con ironia ad essere oggetto di battute lascive, senza offendersi. A fare da cornice a questi due personaggi azzeCcatissimi ci sono comici di ovvero la voglia di ridere grande talento: da Edoardo Manera ed il suo dentifricio al fluuuuoro, a James Tont ( Fabrizio Fontana ) e il suo fu- fu, da Gabriele Cirilli nei panni superkitch di Krusca, al poeta dalla battuta fulminante, Flavio Oreglio, senza dimenticare la simpaticissima Sconsolata (Annamaria Barbera ), un'immigrata calabrese a Torino, che con una flemma unica si lamenta un po' di tutto. Umorismo, risate, buonumore ma anche solletico al cervello: questi gli ingredienti di Zelig, che deve alla sua inprevedibilità e al grande divertimento di chi lo fa (e di chi vi assiste…) il successo che lo ha portato a diventare ormai da anni un appuntamento fisso dei palinsesti televisivi. Quest'anno poi, hanno affidato al cast di Zelig la prima serata di Italia 1: un pronostico difficile, ma un risultato eclatante: Zelig batte tutti i programmi della concorrenza e quando si trova a "gareggiare" con la prima di Sanremo, perde per un pelo. L'ultimo record di Zelig parla chiaro: lo spettacolo è riuscito a calamitare su di sé oltre 9 milioni di spettatori, con il 33,48 % di share, ma soprattutto distanziando di molto la concorrenza. Perchè tanto successo? In realtà la televisione sta cambiando, perché i gusti degli spettatori stanno cambiando. Sono finiti i tempi di "Carosello", di "Lascia o Raddoppia", dell'informazion e seria e istituzionale. I g i o v a n i , soprattutto loro, guardano la tv per ridere, per trovare un momento di relax dopo giornate di studio o di lavoro, quando interessa veramente poco dei problemi dei consumatori o non si vuole impegnare il cervello nella visione di film vecchi o nuovi ma forse pallosi. Che la voglia di ridere nasconda angosce interiori?… Questo va chiesto alla psicologia…ma forse è giunta l'ora di gridare forte che ridere fa bene alla mente, soprattutto in momenti come questo, in cui le angosce del mondo ci spingono troppo spesso a ben altre riflessioni. E' in questi momenti che programmi come Zelig si propongono imperiosamente sulla scena televisiva costituendo un'oasi di relax in un desolante deserto di squallore. università Da Matera di Tommaso Ruggieri SEMBRAVA FINITA, MA INVECE... - seconda (...e spero ultima) parte La scorsa puntata c'eravamo lasciati con un po' d'apprensione mista a curiosità; mi riferisco alle disavventure vissute dai ragazzi che hanno frequentato i corsi materani di Giurisprudenza ed Economia. Perchè "hanno frequentato"... forse ora non lo fanno più? ...Certo che no; però... facciamo qualche passo indietro, e andiamo alla cronaca dei fatti, accaduti nello scorso mese di novembre. Vi avevo accennato, la scorsa volta, che il progetto intrapreso dal Consorzio Universitario Materano (di svolgere a Matera i corsi di Giurisprudenza ed Economia, con gli stessi Professori delle rispettive Facoltà baresi) non avrebbe rappresentato per gli studenti alcun costo aggiuntivo, oltre le dovute tasse universitarie, dal momento che la totale spesa era stata garantita dai promotori, nonchè finanziatori dell'iniziativa. Un bel giorno, però, alla ripresa delle lezioni venne comunicato ai numerosi studenti una gran bella novità… per motivi poco chiari, avrebbero dovuto versare una "piccola" quota di partecipazione pari a 200 EURO, pena l'esclusione dai corsi. Potrete, certo, immaginare quelle che furono le reazioni degli studenti. Aule di 50 ragazzi si erano trasformate in comodi salotti da 7, 8 studenti. Da quel giorno in poi si sono susseguite scene incredibili di protesta, di sit-in e manifestazioni da parte della maggioranza dei ragazzi che rifiutandosi di pagare la quota, a loro avviso ingiusta, era stato loro inibito l'ingresso nelle aule, addirittura, dalle Forze dell'Ordine. Tutti, indistintamente, sarebbero stati esclusi dai corsi materani se non avessero pagato questi "simbolici" 200 Euro, ma perché? Un progetto la cui portata rivoluzionaria era parsa a tutti indiscutibile, un'iniziativa che per molti avrebbe rappresentato un'attività dovuta, in quale vicolo cieco è terminata? Come mai si è giunti ad una cotanto triste conclusione, se prima erano tutti d'accordo che un simile progetto andasse finanziato e promosso senza alcuna esitazione, ponendolo come obiettivo principale in qualsiasi capitolo di spesa di qualunque bilancio; che fine avranno fatto i buoni propositi degli Enti Pubblici Terr. interessati, dopo essersi fatti carico delle spese, anche a costo di qualche salto mortale? Perché mai avranno deciso di adottare una politica diversa… quella del risparmio !? "Risparmio", a mio avviso, è una parola che mal si concilia con Cultura. Una comunità che risparmia nella promozione dellacultura e della scienza, ahimè è destinata ad uno sviluppo lento e bassa qualità. È proprio questa inversione di rotta che preoccupa gli studenti: dalla gratuità dei corsi si è passati alla partecipazione condizionata, oggi al pagamento di 200 Euro, e domani quale ulteriore prezzo dovranno affrontare, a causa di una sempre meno chiara politica sulla cultura? A quali sacrifici ancora dovranno andare incontro gli studenti materani e della provincia sempre più ridicolizzati e messi alla berlina da una classe politica e dirigenziale cieca e sorda delle "loro" esigenze sempre vive e mai sopite? Fino a quando le nostre Amministrazioni riterranno queste esigenze "loro" e non NOSTRE e della comunità tutta, non si andrà lontano; occorrerebbe, quindi, che noi tutti sopportassimo il prezzo da pagare per la cultura, senza nascondersi dietro il velo, trasparente e inopportuno, del risparmio! Se non si verserà, oggi, il tributo della promozione e del potenziamento della cultura per le generazioni presenti, l'orizzonte delle generazioni future sarà sempre più incerto! Sperando che i nostri Governanti si avvedano presto del grosso disagio arrecato agli universitari materani, vorremmo tanto non giungere mai al capolinea delle speranze e delle dolci attese! musica BOOGIESOUND INTERVISTA A : e SUNNICOLA CAPAREZZA CONNECTION MARTEDI 25 FEBBRAIO HO INTERVISTATO IN DIRETTA SU IDEA RADIO NEL MIO PROGRAMMA "THE SOUND" CAPAREZZA E IL SUO GRUPPO SUNNY COLA CONNECTION. IL SUO ULTIMO ALBUM "CAPAREZZA?!" PER VIRGIN MUSIC HA AVUTO UN BUON SUPPORTO DELLE TELEVISIONI E DELLE RADIO E NATURALMENTE IL RITORNELLINO DI"TUTTO CIO' CHE C'E'" E' RISULTATO SUBITO BEN APPREZZATO DAL PUBBLICO ITALIANO. POI MOLTO PROGRAMMATO DAI NETWORK NAZIONALI IL SECONDO SINGOLO CON BRANDUARDI E ANCORA TANTE COLLABORAZIONI NELL' UNDERGROUND DELL' ELETTRONICA ITALIANA COME CON IL PRODUTTORE NAPOLETANO MIELE E TANTI ALTRI DJ'S! L' INTERVISTA INIZIA OVVIAMENTE ALLE 20, DUE ORE DI MUSICA SELEZIONATA DAL WUELLA E DA CAPAREZZA CON CUI HO PARLATO DI TUTTO ( MUSICA, GRANDE FRATELLO, SANREMO, ECC..).NATURALMENTE SAREBBE IMPOSSIBILE RIPORTARE TUTTA L'INTERVISTA, ECCONE ALCUNI MOMENTI! il primo disco selezionato è, ovviamente, "Tutto ciò che c'è", in una versione remix. WAD: un tuo remix che hai chiamato"MUSICAL EGG ERA RMX"!? CAPA: l' era dell' uovo musicale. WAD: parliamo un po' di te. approfondiamo questa conoscenza anche con gli ascoltatori, naturalmente anche voi SunnyCola sentitevi parte integrante del programma, come al grande fratello, quindi se volete pomiciare fatelo... FABIO: lui in topless non si può mettere. CAPA: io non cè sto a parlà con questooo, che se va a fà er bagno, sempre tutto occupato, cè io non sopporto (imitazione della bionda romana nella casa del grande fratello, ndr) FABIO: quella che assomiglia a Davids!! CAPA: c'è una ragazza che somiglia ad hi men! la romana. WAD: sappiamo di te anche a Sanremo! vogliamo parlarne, visto che siamo nell' imminente nuova edizione!? CAPA: noooook! parliamone! WAD: io ricordo di Miki mix, questo era il tuo nome! CAPA: allora, io voglio sfatare un mito. In realtà non è vero niente!! caos. CAPA: no, scherzo! è un' esperienza che è servita, sia a farmi cambiare carattere che a farmi riuscire ad arrivare a fare quello che voglio senza più cadere in quel tipo di situazioni. WAD: la canzone si chiamava "e la notte se ne va", io ricordo un po' del ritornello, poi..!? CAPA: si ne ho fatte tante, c' era " e la notte se ne va" poi ne avevo fatta un' altra ancora prima, un po' di canzoni sul trash-andante, quel pop-rap che non sa di niente! WAD: però io ti ho visto! ero uno di quelli che stava guardando Sanremo in quel momento! CAPA: spero di non aver inciso nella tua psiche! dischi, sms, un po' di ca**ate, poi... musica BOOGIESOUND WAD:...il prossimo disco è selezionato da dj caparezza, però ha particolare importanza perché è il tuo primo disco hip hop, quello che hai ascoltato per la prima volta! CAPA: non solo è il mio primo disco hip hop, è anche il mio primo disco in assoluto. Quando ho comprato questo disco ho strappato lo scontrino dalla cassa.. WAD: lo hai rubato? CAPA: no no! la cassiera non si sbrigava a darmelo, io stavo attendendo questo disco, lo avevo ordinato, perché figurati i Run DMC non li conosceva nessuno all' epoca, avevo ascoltato questo pezzo su MTV, è un pezzo minore, non lo conosce quasi nessuno, io me ne sono innamorato perché mi piacevano gli scrath del compianto Jam Master Jay. Uno dei dischi che ricordo con più affetto! WAD: un disco che ti avvicinato a questo modo di fare musica!? CAPA: probabilmente mi ha avvicinato alla musica in generale! WAD: per il nuovo disco (Verità Supposte, ndr) ti sei lasciato contaminare da altri generi musicali, quindi non solo hip hop? CAPA: la mia curiosità nei confronti della musica è un pò come quella di un bambino davanti ad un negozio di caramelle, il risultato è che dopo questo album ho i denti cariati! ancora dischi, messaggi e poi "SAY WAD?" la pillola di musica distante dal suono black. WAD: "Dusted" anche questo disco lo hai scelto tu, qualcosa di musica elettronica! CAPA: quando l' elettronica incontra il rap. Leftfield è un progetto in cui c'è anche qualcosa di rap dentro. WAD: ma ti piace la musica elettronica in genere o solo questo disco!? CAPA: a me piace la musica elettronica quando è fatta in una certa maniera, quando poi finisce per diventare club culture, ovvero quando c'è uno scatto creativo diverso dalle solite cose! WAD: in Italia, pensi che la musica elettronica sia ad un buon punto? CAPA: ci sono molti produttori di musica elettronica, come ad esempio Stylophonic che è considerato il Fatboyslim italiano, ci sono persone che facendo questa musica in Italia non vengono considerati, poi magari vanno fuori e hanno contratti con gli inglesi... WAD: questo però, secondo me, fa molta rabbia ai produttori e agli artisti stessi! CAPA: si, ma anche molti soldi! domande con gli sms degli ascoltatori a Caparezza! WAD: dice Mary: ti ricordi della foresta di Mercadante? CAPA: no! forse è successo qualcosa quando lavoravo da quelle parti, in un posto dove hai lavorato anche tu Wad, il Sole Blu! WAD: da bari un sms dice:…caparezza noi ci siamo beccati quando ti celavi sotto l' identità di Mikymix!? CAPA: no, ma è tutta una falsità, nel senso che io non sono mai stato miky mix.. WUELLA (jingle): che?ma di che ca**o stai parlando? caos, spots, un disco, poi... WAD: hai conosciuto e hai collaborato con il capellone Branduardi, un grande artista!? CAPA: ho collaborato con lui per una track del vecchio album, ultimamente girando qua e là da solo o con "Sunnycolaconnection" ci siamo conosciuti un pò tutti, anche quelli dell' ambiente punk, rock e metal. WAD: vai spara tre nomi, di amici o artisti che vuoi salutare? CAPA: i folkabbestia! FABIO: un gruppo di nostri conterranei che suona ska! CAPA: poi Anima Solare! la conversazione continua, ancora musica black, ragga, hip hop, poi... WAD: parliamo un pò di Sunnycolaconnection, questa nuova band che sostanzialmente non ha un' identità musicale definita, ma i suoni che ne escono fuori sono soprattutto musica BOOGIESOUND continua: CAPAREZZA ragga con diverse influenze!? FABIO: ragga muffin in dialetto molfettese. CAPA: io vorrei anche salutare l' altro componente del gruppo, l' un terzo che manca, Beppe, che è casa con la febbre! FABIO: poverinooo! attento a dove metti il termometro! WAD: tu hai dei consigli particolari per l' uso? CAPA: verità supposte! (il titolo del prossimo album di Caparezza, ndr) il discorso continua, poi dischi, sms e ancora... WAD: prima di chiudere e di salutare gli ascoltatori c'è una specie di free style... CAPA: è un free style in cui sappiamo esattamente cosa dire! WAD: vabbè! quindi s' azzera! Una canzone di Caparezza con Sunnycola connection live su Idea Radio. dopo la canzone... WAD: ragazzi volete dire qualcosa al pubblico, prossimi live, come contattarvi? FABIO: sunnycolaconnection stanno preparando qualcosa di nuovo, ma è in cantiere... CAPA: tutte strunzaaate! un pò di casino finale... WAD: caparezza tu torni a trovarmi ad Aprile per la promozione del nuovo album, adesso dobbiamo salutare, voi salutate qualcuno in particolare? CAPA: si torno a trovarti e porto, ovviamente, anche le canzoni del nuovo album. FABIO: ciao a tutto il mondo, soprattutto a Beppe che è a casa con la febbre. CAPA: ciao a tuttiiii! Michele Wad [email protected] Musical: arte riservata a chi se ne intende! Tra le tante forme e manifestazioni in cui la musica può apparire, particolare attenzione e predominanza ha assunto, nel corso di questi ultimi anni, il ruolo del musical, espressione d'arte non solo musicale ma che ha anche alla base la recitazione e la danza. Chi va in scena non deve soltanto saper recitare, ma deve anche saper cantare e ballare. L'unione di queste discipline dà come risultato qualcosa di unico, spettacolare, una miscela tra la realtà, il sogno, il mistico e l'irreale, proprio perché non siamo di fronte al freddo schermo cinematografico e ai suoi effetti speciali ma di fronte ad attori veri, ballerini, spesso affiancati da acrobati o talvolta breakers, come tanto di moda va in questo periodo, che suggestionano attraverso splendide coreografie e scenografie. Effetti speciali, illusioni, interpretazioni non sono frutto di ciak o lavori al computer ma sono lì, davanti ai nostri occhi e riescono a farci vivere contemporaneamente le emozioni di un concerto, di un'opera teatrale, di un balletto; per dirla tutta il musical è un evento completo che coinvolge, cattura attenzione e passione, è vivo ed umano, destinato solo a chi è in grado di cogliere i caratteri di tre forme d'arte e quindi forse riservato a palati fini e non volgari. Il musical è un genere tipicamente americano, di derivazione teatrale che fonde vari generi, farsa, comico, commedia, dramma, avventura, amore, ecc., ha origine negli anni '30 con la grande depressione e lo sviluppo del sonoro e nasce con scopi di consolazione, evasione ed occupazione. Dal 1927 al 1995 si elencano 1100 titoli significativi, la stragrande maggioranza realizzata fino agli anni '50, infatti il periodo '30-'50 è considerato il periodo d'oro del musical. Come ogni forma d'arte i musical sono soggetti a continue evoluzioni, nei balletti, nelle scenografie, nelle musiche, sempre più innovative, coinvolgenti e originali. Il primo grande innovatore è Busby Berkeley, regista e coreografo, a cui si deve la liberazione della danza dalle costrizioni teatrali e di palcoscenico e dalle angolazioni frontali. Le recenti tendenze, invece, richiamano sempre più le sonorità pop e rock.Un esempio recente è Riccardo Cocciante che ha curato “Notre Damme De Paris”, opera in due atti che dopo il successo in Francia ha ottenuto notevole successo anche nel nostro paese. Musicalmente è evidente l'impronta di Cocciante nello stile musicale, caratterizzato dalla grinta, dalla rabbia, dal sentimento che solo l'artista sa dare e che quindi rende unico. Oltre a Cocciante e altrettanto lampante l'esempio dei Pooh, recentemente impegnati nel musical “Pinocchio”, dei Matia Bazar con altri artisti sanremesi nei “10 Comandamenti”, sempre di provenienza francese di cui si è avuto un assaggio proprio all'ultimo festival di Sanremo. Nella sua evoluzione il “musical” ha inglobato fiabe, storie epiche e bibliche, storie inedite e romanzi come quello dei “Promessi Sposi” giunto già alla sua terza edizione. Il musical è un'occasione unica da non perdere, che vale sicuramente la pena d'essere vissuta. Vivete l'emozione che solo un musical può dare! sport UNA VITA DA PRESIDENTE di Ivan Commisso Avete mai sentito parlare di un presidente di una squadra di calcio che ha solo 23 anni? E che vuole arrivare sui boulevard della C1 partendo dai vicoli dei campionati dilettantistici regionali? Il fenomeno, quantomeno di costume, è altamurano, ha un nome ed un cognome e proprio l'età di cui sopra. Parliamo di Saverio Columella, il più giovane degli eredi della dinastia imprenditoriale messa su da papà Carlo. Quella, per intenderci, che è a capo della Tradeco (smaltimento rifiuti) e di una serie di imprese attive nell'elaborazione dati e nello smistamento della corrispondenza postale. Una famiglia che di sport ne mastica parecchio: dalle sponsorizzazioni calcistiche dell'Altamura al lungo sodalizio con la pallavolo femminile locale sotto la direzione di Michele Columella, fratello maggiore di Saverio. Quest'ultimo di pallavolo non ne ha mai voluto sentir parlare. La sua passione è il calcio: da quasi un anno il nostro è alla guida del Ruvo Calcio, attualmente primo nel campionato di Eccellenza. Uno sfizio che voleva essere tutto altamurano ma le condizioni non gli hanno permesso di essere profeta in patria. Quella che segue è il resoconto fedele di una chiacchierata fatta nello studio di Columella in un tardo sabato pomeriggio. Saverio, che fai nella vita e come ti sei avvicinato al calcio? Ho 23 anni e studio giurisprudenza a Bari, oltre che lavorare nel gruppo di famiglia. Il calcio è stato sempre il mio sport preferito. A 18 anni sono stato per un mese presidente dell'Altamura (ai tempi della gestione Maggi, ndc). Poi due anni fa ho fondato una società di III categoria, la Stella della Murgia, e infine l'anno scorso ho deciso, insieme all'amico Onofrio Capriati che ha voluto seguirmi in questo progetto, di rilevare il Ruvo. Come mai il Ruvo e non l'Altamura? Ad Altamura, diciamo così, non ci sono spazi. Ci sono delle figure storiche (Franco Tafuni, ndc) che fanno calcio nella nostra città da 30 anni, le quali non cambiano idea e con la quale è difficile confrontarsi. Sì, abbiamo provato ad arrivare ad un accordo ma non c'è stato nulla da fare. Ma ritenterò. RUVO CALCIO... Magari con una fusione tra Ruvo e Altamura? Sono ipotesi. A chi ti sei affidato per costruire la squadra essendo un novellino? A nessuno. Onofrio ed Io abbiamo fatto tutto di testa nostra. Nel calcio più intermediari ci sono e più aumentano i costi, specie quando si vede che ci sono delle disponibilità. I giocatori sono stati scelti da noi con contatti diretti senza affidarci agli amici degli amici Quanto costa al Ruvo questa stagione? Abbiamo un budget di spesa di 700 milioni delle vecchie lire. Hai chiesto consigli a tuo fratello Michele e a tuo padre? Non ho chiesto consigli a nessuno perché voglio mettermi alla prova in un'esperienza per me del tutto nuova. Se devo sbagliare, voglio farlo con la mia testa. La tua è una squadra costruita per vincere. E se l'obiettivo promozione fosse fallito? Mi prenderei una pausa di riflessione per capire dove ho sbagliato, senza escludere l'abbandono totale del calcio. Non mi concedo passi falsi. Il tuo sogno da presidente e la tua squadra preferita Arrivare in C1. Tifo Parma perché a quella città mi legano degli affetti. Che rapporto hai con i calciatori? Ottimo, anche se sono una massa di mercenari. Sono una persona che li ascolta, li tratta in tutti i sensi da professionisti ma che esige sport altrettanta professionalità. Se hanno qualche problema possono rivolgersi a me per risolverlo ma in campo devono dare tutto, altrimenti viene meno la fiducia e li caccio. Semplice. Sono un tipo vulcanico che usa bastone e carota. Già stabilito il premio promozione? No. Il premio per il momento è un impegno morale e non economico: la riconferma per tutti. E con l'allenatore? Si diceva che avessi esonerato l'allenatore Di Corato, che tu sia un presidente che impone le scelte al mister. Di Corato non è mai stato allontanato: era e rimane il nostro tecnico. A lui mi permetto solo di dare pareri, punti di vista, nemmeno consigli. Non sono mai andato oltre. E' possibile che ti abbia sentito urlare con queste orecchie “Vi caccio via tutti” in occasione di Altamura - Ruvo quando la tua squadra non riusciva a sbloccare il pareggio e tu sedevi in panchina in qualità di dirigente accompagnatore? Noooo… te lo sei sognato. Ma ne sei proprio sicuro? Sicurissimo. Quelle che hai potuto sentire erano magari grida di incoraggiamento verso i miei e di protesta contro la terna arbitrale. Come vanno le cose con le dirigenze delle altre formazioni: rapporti di buon vicinato? Diciamo di no. Sono molto “crudo” nel dire le cose e questo dà fastidio: a non tutti piace la sincerità. Che rapporti hai con la città di Ruvo? Pessimi. Non ho avuto sostegno né dall'amministrazione, né dall'imprenditoria locale. Inoltre il pubblico scarseggia. Se dirigessi l'Altamura le cose potrebbero andare meglio? Difficile dirlo. Certo Altamura ha un'altra tradizione sportiva e uno spessore ben diverso da Ruvo. Se facessi calcio nella mia città potrei solo promettere una squadra da livelli esagerati. Raccontami la tua giornata tipo. Mi sveglio alle 9. Alle 9.40 sono pronto e vengo in azienda dove rimango fino alle 13. Dalle 14.30 alle 15.30 sono a Ruvo per seguire l'allenamento della squadra. Poi ritorno in azienda. Stacco alle 19. Di solito a mezzanotte sono a letto. Musica preferita? Nessuna in particolare. Cantante preferito? Se proprio devo sceglierne uno, dico Gigi D'Alessio. Cosa ti piace e cosa no del calcio? Non mi piace la violenza negli stadi ed amo lo spettacolo e l'euforia. Calciatore preferito? Hernan Crespo. Sport preferiti oltre al calcio? Body building. Che cosa cambieresti di Altamura? Certamente l'urbanistica ed in particolare le strade.