9 771971 879001 90007 Mensile di informazione e approfondimento - Anno XXX - n° 7 Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CNS Trento - Taxe Perçue - ISSN 1917-8799. peci S o r e um N i tament n u p p a i gl Guida a tate trentina dell’es La dedizione dei volontari, l’immensità dei problemi e le promesse (bugiarde) del Governo ale luglio 2009 ● n. 7 ● € 4,00 abruzzo, che ne sarà di loro? 1 Nuova grafica, più contenuti, più facili da usare Online il nuovo sito di QT! www.questotrentino.it UNA MINIERA DI INFORMAZIONI QT - Questotrentino fu tra i primi mezzi d’informazione trentini, alla fine degli anni Novanta, a capire l’importanza del web per una testata giornalistica. Il nuovo sito di QT contiene 5 grandi novità: La possibilità, attraverso i collegamenti ipertestuali fra gli articoli del giornale, di collegare le notizie tra loro e con gli avvenimenti precedenti ha ottenuto in questi anni il vasto apprezzamento di migliaia di lettori online. 1. i blog: anche giornalisti di QT hanno aperto i loro blog, per trattare in modo colloquiale e confidenziale le tematiche più svariate, dalla sinistra all’immigrazione, dalla Chiesa alla politica, dal sociale alla cultura Oggi QT, dopo aver rinnovato a ottobre 2008 la versione cartacea, ha deciso di rinnovare anche la sua versione elettronica. Ogni numero del giornale viene messo online a un mese dalla sua uscita, e collegato al vastissimo archivio interno al sito, in cui sono presenti tutti gli articoli usciti sul giornale cartaceo a partire dal 1 gennaio 1999. 2. i commenti: i lettori potranno commentare gli articoli e gli interventi nei blog, per un rapporto di scambio più diretto e immediato coi giornalisti di QT Continuerà quindi ad essere garantita al lettore la possibilità di approfondire, con il consueto taglio non conformista, la realtà trentina come in nessun altro sito oggi presente sul web. 4. i forum: per interagire con i lettori sulle questioni affrontate dal giornale LE NOVITÀ DEL NUOVO SITO 3. i sondaggi: per conoscere il parere dei lettori sulle questioni di attualità e anche su quelle non attuali 5. la newsletter: per permettere al lettore di restare aggiornato sulle novità di QT QT QUESTOTRENTINO Mensile di informazione e approfondimento 2 www.questotrentino.it [email protected] editoriale Fragile Europa Renato Ballardini L’Italia è ammalata. Ed anche l’Europa non è il ritratto della salute. Nella recente campagna elettorale si è parlato di tutto, tranne che dei problemi di un’Europa politicamente unita. Che infatti unita lo è solo perché c’è l’euro, neanche dappertutto, e le frontiere fra i singoli Stati sono senza dogane. Ma una politica unica dell’Europa non esiste. Nemmeno sui problemi del mondo. Forse è affetta da obesità per essersi allargata troppo e troppo in fretta. Ma non è solo questo. Vi è una rinascita virulenta dei movimenti fascisti e neo nazisti, in particolare nei Paesi del cosiddetto ex blocco sovietico. Dobbiamo constatare una crescita allarmante dei partiti della destra antisemita razzista e xenofoba. E correlativamente il crollo dei partiti di sinistra. Il Labour in Inghilterra, l’SPD in Germania e i socialisti francesi hanno avuto tutti un risultato elettorale sotto il 20%. Il nostro Partito Democratico, con il suo 26%, nel confronto fa la figura del gigante. Dunque le difficoltà della nostra sinistra non sono originate dalla sua interna litigiosità, dalla mancanza di dirigenti carismatici, dai micropersonalismi che la impacciano. Anzi, direi che questi vizi sono più la conseguenza che la causa della crisi della sinistra. Intendo tutta la sinistra, il Partito Democratico ma anche quella realtà, circa il 10%, che con esso non QUESTOTRENTINO si identifica, e soffre delle stesse identiche patologie, persino in misura più accentuata e devastante. Le cause sono altre. Sono profonde e vaste ed operano su tutto il continente. Risiedono nella natura e gravità dei problemi del mondo contemporaneo. Crisi economica, immigrazione dal terzo mondo, contagio fra diverse civiltà, limiti dell’ambiente naturale: dinanzi a questi problemi la destra propone risposte contrarie ai principi della nostra civiltà cristiano-illuminista e tali che non risolvono i problemi, anzi li aggravano. Però trovano consensi. Le soluzioni giuste ed efficaci a questi problemi sono oggettivamente difficili da attuare e soggettivamente ostiche da far accettare dal corpo elettorale. Esse si scontrano con due ostacoli di natura strutturale. La struttura economica internazionale che sfugge al controllo della politica. Le enormi masse di denaro che galleggiano improduttive nei mercati finanziari potrebbero utilmente essere impiegate nei luoghi da dove proviene l’immigrazione. Ma chi ne può disporre non lo farà mai. La capacità produttiva sovradimensionata di settori importanti dell’economia, da cui deriva il consumismo, dà segni di crisi insanabile (le fabbriche di automobili) ed esige processi di conversione che i governi dei singoli Stati non hanno il potere di imporre. La struttura culturale dei nostri popoli è infarcita di falsi valori. La sobrietà è definita pauperismo. Il rispetto della legalità è sprezzantemente chiamato giustizialismo. L’imperativo etico diventa moralismo. Il tutto sommerso da una incontenibile frenesia di consumismo. È incredibile, ma questa sottocultura ha contaminato anche vasti settori dei ceti poveri. Far passare una diversa cultura ed un diverso indirizzo dell’economia è un’impresa assai ardua. Fino ad oggi in Europa nemmeno tentata. La sinistra al potere lo è paradossalmente nel più grande e potente stato del mondo: gli Stati Uniti d’America. Ed anche lì vediamo quanto fatichi il presidente Obama a tradurre in fatti concreti le sue idee. L’Europa avrebbe l’occasione di dargli una mano per propiziare la nascita di un governo del mondo, attraverso il quale la politica possa mitigare gli effetti perversi del libero mercato. Ma l’Europa di oggi temo che non sia nemmeno consapevole di questa sua grande occasione. Figurarsi l’Italia. 3 09 10 STUDENTI CHE SI ISCRIVONO AL PRIMO ANNO DOTTORANDI CHE SI ISCRIVONO AL PRIMO ANNO STUDENTI CHE SI ISCRIVONO AD ANNI SUCCESSIVI AL PRIMO MATRICOLE SPECIALISTICA/MAGISTRALE ISCRIZIONE 21.9.09-26.2.10 DOTTORANDI CHE SI ISCRIVONO AD ANNI SUCCESSIVI AL PRIMO 4 PER IL CONFERIMENTO DELLA BORSA DI STUDIO E DEL POSTO ALLOGGIO PER L’ESONERO DALLA TASSA PROVINCIALE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO E DALLE TASSE UNIVERSITARIE Interventi attuati dall’Opera Universitaria e dall’Università degli Studi di Trento per promuovere il diritto allo studio e la residenzialità, ai sensi del DPCM del 9 aprile 2001 e successive modificazioni e della Legge Provinciale 24 maggio 1991, n. 9 e artt. 6 e 7 della L.P. dell’1 febbraio 1993, n. 3 e successive delibere attuative PER RICHIEDERE ANCHE IL POSTO ALLOGGIO BORSA DI STUDIO ED ESONERO Entro il 7 agosto (I scadenza) Entro il 4 settembre (II scadenza) NUOVA DOMANDA Entro il 18 settembre Entro il 29 gennaio NUOVA DOMANDA Entro il 29 gennaio NUOVA DOMANDA Entro il 7 agosto NUOVA DOMANDA o CONFERMA CONDIZIONE ECONOMICA solo per gli immatricolati nel 2007/2008 o 2008/2009 Entro il 18 settembre NUOVA DOMANDA o CONFERMA CONDIZIONE ECONOMICA solo per gli immatricolati nel 2007/2008 o 2008/2009 Entro il 7 agosto NUOVA DOMANDA Entro il 18 settembre NUOVA DOMANDA Entro il 7 agosto NUOVA DOMANDA o CONFERMA CONDIZIONE ECONOMICA solo per gli immatricolati nel 2007/2008 o 2008/2009 Entro il 18 settembre NUOVA DOMANDA o CONFERMA CONDIZIONE ECONOMICA solo per gli immatricolati nel 2007/2008 o 2008/2009 NUOVA DOMANDA luglio 2009 luglio 2009 15 Quale cultura con quali soldi Lesinati i soldi alla nuova cultura. E dove vanno? Non tanto a bande o Schutzen, quanto a oratori e parrocchie: che si pappano - incredibile nel Trentino d’oggi - l’80% dei contributi. 24 Lettere e interventi 3 L’editoriale Via Calepina, 65 (C.P. 181) - 38100 Trento Tel. 0461 232096 - Fax 0461 1860168 E-mail: [email protected] Sito internet: www.questotrentino.it Un numero: € 4,00 Abbon. annuale: € 40,00 - Estero: € 55,00 versamento su C.C.P. n° 10393387 intestato a Questotrentino Iscritto al n° 313 del Reg. Stampa del Tribunale di Trento. Sped. in abb. post. Gruppo 50% QT fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge n. 250 del 1990 Proprietà: Cooperativa a r.l. Altrotrentino, Reg Tribunale di Trento n° 5884/XVI Stampa: Litografica Editrice Saturnia, Trento Redazione: Carlo Dogheria (caporedattore) Renato Ballardini, Mauro Bondi, Alberto Brodesco, Luigi Casanova, Piergiorgio Cattani, Roberto Devigili, Michele Guarda, Nadia Ioriatti, Mattia Maistri, Marco Niro, Ettore Paris, Mattia Pelli, Lorenzo Piccoli, Fabrizio Rasera, Nicola Salvati, Stefano Zanella Amministrazione: Nicola Salvati Distribuzione: Trento Press Impaginazione: Tòs Immagini: Carlo Nichelatti DISEGNI: Silvia Marzari Foto: Marco Parisi Direttore responsabile: Ettore Paris Renato Ballardinii 7 Trentagiorni 28 Piesse 8 Che ne sarà di noi? L’Abruzzo del dopo-terremoto: la dedizione dei volontari, l’immensità dei problemi e le promesse (bugiarde) del Governo Ettore Paris 18 Oltre alla case, ricostruire le persone Il sostegno psicologico ai terremotati. Intervista al dott. Marco Gradassi, dell’associazione “Psicologi per i popoli” Nadia Ioriatti 20 Cavalese: la maggioranza in campagna elettorale Con soldi pubblici... Luigi Casanova 29 Monitor Selezione degli appuntamenti e guida critica per le vostre serate estive Alberto Brodesco Carlo Dogheria Duccio Dogheria Daniele Filosi Tullio Garbari Luigi Ghezzi Mario Panzeri Ettore Paris Giorgia Sossass Michele Sternini Stefano Zanella 21 Che farà Dellai da grande? Qualche ipotesi sul futuro politico del Principe Piergiorgio Cattani Aderente a “Cronache Italiane - Forum nazionale della stampa periodica locale” Associato a “Mediacoop - Associazione nazionale delle Cooperative Editoriali e della Comunicazione” Stampato su carta riciclata dalla qualità ecologica certificata con marchio Ecolabel QT esce il primo sabato di ogni mese (eccetto agosto). Il prossimo numero sarà in edicola sabato 12 settembre 2009 Dopo questo numero, QT va in ferie. Saremo nuovamente in edicola sabato 12 settembre. Buone vacanze a tutti! trentagiorni Palestre di culto Era inevitabile che accadesse. Appena la Giunta comunale di Trento ha stabilito di concedere l’uso alternato di due palestre (Vela e Gardolo) alla comunità islamica per la preghiera del venerdì, la Lega Nord ha sollevato un vespaio. Per quattro motivi. Primo: perché la scelta della giunta è arrivata quasi all’improvviso, senza che nella recente campagna elettorale il candidato sindaco Andreatta si fosse 6 sbilanciato al riguardo. Bene ha fatto la Lega a rinfacciare la pusillanimità del sindaco, che invece avrebbe dovuto dettare chiaramente la sua linea politica, senza timori di inseguire (in silenzio) la destra, in cerca di qualche manciata di voti, risultata inutile per la sua elezione. Secondo: perché la moschea toglierebbe spazio alle associazioni sportive che il venerdì utilizzano le palestre. Anche in questo caso l’attacco alla giunta è giustificato, ma per un ragionamento opposto rispetto a quello leghista: non è assegnando in via temporanea e precaria due palestre che si risponde al bisogno della ampia comunità islamica trentina di avere un luogo di culto (come garantito dalla Costituzione), ma cercan- do di trovare, con l’intervento diretto degli stessi musulmani, un luogo stabile e definitivo. Terzo: perché la moschea sarebbe il paravento per attività illecite che nulla avrebbero a che vedere con la religione. Il senatore Divina si spinge addirittura a fornire delle cifre (improvvisate lì per lì, tanto per gradire): la moschea rappresenterebbe solo per il 20% un luogo di culto, mentre per il restante 80% sarebbe utilizzate per altri scopi, a volte illegali. In questo caso la posizione leghista mostra tutta la sua fragilità. Quelle cifre a cosa si riferiscono? Forse che su 10 ore di frequentazione della moschea, 2 sono dedicate alla preghiera e 8 ad altro? E in cosa consiste quell’ “altro”? Crimini? E quali di preciso? Come sempre la politica della paura portata avanti dal Carroccio si limita ad insinuare, a gettare fango e scatenare paure irrazionali, senza un briciolo di serietà d’analisi e di corrispondenza alla realtà. Quarto: perché nelle moschee si farebbe politica. L’ultima motivazione fa sorridere. Perché se il far politica in un luogo di culto fosse una giustificazione valida per chiudere il luogo stesso, allora i sindaci e i prefetti dovrebbero intervenire innanzi tutto contro le chiese cattoliche che dalla nascita della repubblica in avanti non hanno lesinato prediche altamente “politiche”, se non addirittura “partitiche”. In occasione del referendum sulla fecondazione assistita pochi anni fa la Chiesa ha fatto politica strada per strada, chiesa per chiesa. Perché nessuno ha sbarrato il sagrato, in quell’occasione? In realtà la questione è più sottile. Se da un lato c’è il rischio che la società si desecolarizzi, tornando preda degli isterismi religiosi, dall’altro non è chiudendo i luoghi di culto che si può reagire, bensì garantendo il diritto di ciascuno a professare la propria religione in un sistema plurale e democratico, al cui vertice stia il rispetto della Costituzione. E non quella fantomatica Tradizione, cui la Lega si aggrappa nel tentativo di raccogliere voti e disseminare paure e sospetti. (m.m.) Al servizio degli emigrati La tragedia del volo Air France 447 ha colpito fortemente la comunità trentina e, in particolare, il mondo dell’emigrazione. La scomparsa del direttore della Trentini nel mondo, Rino Zandonai, che rientrava lo scorso 1º giugno da una missione in Brasile insieme al consigliere provinciale Giovanni Battista Lenzi e al sindaco di Canal San Bovo Luigi Zortea, ha portato in primo piano il lavoro svolto dall’associazione che raduna i circoli di emigrati trentini dei loro discendenti in Europa, Australia e nel continente americano. Sono in totale 228 gli attuali sodalizi, alcuni dei quali creati ancor prima della fondazione, nel novembre 1957, della Trentini nel mondo per iniziativa delle Acli, della Democrazia Cristiana, dell’Azione Cattolica e della Pontificia Opera Assistenza (attuale Caritas) di Trento. Nata come “strumento di aggregazione e di assistenza per i migranti in situazioni di bisogno” secondo quanto previsto dall’articolo 2 del proprio Statuto, l’asso- luglio 2009 hanno conosciuto in questi ultimi vent’anni: “Il nostro papà era una persona meravigliosa, il nostro piccolo grande uomo si è dedicato con sincero affetto a chi aveva bisogno del suo aiuto, ha messo tutta la sua vita, tutto il suo cuore, a disposizione degli altri. La sua era soprattutto una missione, la vocazione di rendere il mondo più umano”. (Mariano Roca) Lo stop ai lavori dell’ospedale S. Chiara ciazione è diventata con il passare degli anni un vero ponte fra i trentini di tutto il mondo e la loro terra d’origine. Sebbene continui a sostenere progetti di solidarietà in Sudamerica su incarico della Provincia, buona parte della sua attività è oggi di tipo culturale. In questo senso, c’è da sottolineare l’impegno de i circoli degli emigrati, gli sforzi per portare avanti iniziative mirate a far conoscere nei Paesi dove sono radicati la ricchezza culturale del Trentino. Senza esagerare, possiamo dire che funzionano come vere ambasciate della Provincia di Trento all’estero. Di tutto questo Rino Zandonai era pienamente consapevole, perché si occupava in prima persona del rapporto con i circoli. La sua perdita è stato un duro colpo. Emigrato da giovane nel Belgio, dove ha lavorato come insegnante di italiano, la sua nomina a di- QUESTOTRENTINO rettore della Trentini nel mondo data del luglio 1990. L’allora presidente Bruno Fronza, uno storico dirigente delle Acli che fu tra i fondatori dell’associazione, si fece promotore della sua candidatura e la fece approvare dal consiglio di amministrazione. Sin da allora, come ricorda lo stesso Fronza, Zandonai si dedicò anima e corpo a questo lavoro. Non sono mancati, certamente, momenti di polemica e di confronto, ma Zandonai non ha mai rinunciato al dialogo e alla mediazione fra le differenti posizioni sorte all’interno dei circoli o nella dialettica tra i circoli e la sede di Trento. Sono innumerevoli i messaggi di condoglianze giunti in via Malfatti 21, sede della Trentini nel mondo, in seguito alla sciagura dell’Airbus. Le figlie di Zandonai, Laura e Debora, hanno voluto dire grazie per il sincero affetto di tanti emigrati e discendenti che lo Dopo il blocco dei lavori del nuovo parcheggio ospedaliero sono fermi i lavori per la sistemazione delle stanze di degenza dell’ospedale di S.Chiara di Trento. Tale blocco dei lavori arriva come un fulmine a ciel sereno e per di più senza essere passato attraverso una valutazione d’opportunità al Consiglio Comunale di Trento, primo interessato al riammodernamento dell’ospedale. Si ripete una prepotenza da parte della Provincia nei confronti del Comune ? Simile a quella che si è recentemente concretizzata attraverso la presentazione alla stampa dell’ipotesi di spostamento della stazione di Trento in un’area più lontana e più scomoda per poter, si è detto, farvi fermare i quattro treni passeggeri che, sulla futura ferrovia ad alta capacità del Brennero si fermeranno in città? E’ evidente che l’arresto dei lavori di sistemazione ed ammodernamento delle stanze di degenza dell’ospedale è cosa assai più preoccupante dell’ipotesi della spostamento della stazione. Questa infatti è sì un’idea grave e balzana, ma per ora solo una proposta, e vi sarà il tempo per un dibattito pubblico; invece l’arresto dei lavori di sistemazione delle stanze di degenza dell’ospedale si paga con la sofferenza ed il disagio dei pazienti. Naturalmente si ventilano diverse ragioni per l’arresto dei lavori. Alcune almeno in parte condivisibili laddove, per carenza di fondi, si fosse scelto di dare la precedenza ai lavori di ammodernamento di sale operatorie e reparti innovativi (ma allora, se mancano i soldi, perché se ne continuano a spendere per il futuro, inutile nuovo ospedale?); altre, più occulte, paiono far risalire l’arresto dei lavori al disegno di dichiarare obsoleto l’attuale ospedale, per influire sulla decisione di dare il via al nuovo, che dovrebbe sorgere presso l’area delle attuali caserme. Il fatto è che se l’attuale ospedale viene completamente ammodernato, cadono, per almeno 20 anni, le motivazioni per costruire il nuovo, e si sottrae al mercato delle impres, un ghiotto boccone. Il tema rimane aperto, ma ciò che importa è che la politica, previo un approfondito dibattito, sappia assumersi la responsabilità di programmare l’attività ospedaliera del Trentino per prima cosa utilizzando a pieno le risorse già sul terreno, dando una risposta urgente al disagio dei pazienti che utilizzano le stanze di degenza obsolete dell’ospedale S.Chiara. Altrimenti - diciamolo in maniera brutale - sembra che si speculi sulle sofferenze dei pazienti, le si esasperi, al fine di dare il via libera a un business che sa tanto di spreco. (Nicola Salvati) 7 CHE SARà 8 DI NOI? Fotografie di Ettore Paris luglio 2009 L’Abruzzo del dopo terremoto: la commovente dedizione dei volontari contro l’immensità dei problemi. La società frantumata, l’economia allo sfascio, il territorio espropriato. Il governo promette tanto, ma invia pochi soldi e tanti, tantissimi carabinieri. Ettore Paris S iete trentini?” chiede la ragazza, studentessa di giurisprudenza, un sorriso smagliante. È la figlia del padrone dell’albergo e sta servendo ai tavoli del bar. “Certo, e con questo?” rispondono divertiti i giovani, con il marcato accento delle nostre valli. “È che trentini vuol dire competenza e altruismo. Dobbiamo ringraziarvi, davvero”. Sono tanti i trentini che si avvicendano in Abruzzo, vigili del fuoco volontari e permanenti, lo staff tecnico della Provincia, i forestali, gli universitari, i finanzieri, la Croce Rossa... Al campo base di Paganica, con le grandi tende, i container con i servizi, tutto fila come un orologio svizzero: al mattino, alle sei e mezza, le squadre iniziano a partire per le varie destinazioni; alle otto il grande piazzale dove prima erano parcheggiate decine di fuoristrada, autocarri, scavatori, autogru, pullmini, diventa deserto, nel campo restano solo i Nuvola (Nucleo Volontari Alpini) a gestire l’infrastruttura e in particolare la grande mensa, che grazie alla fama di qualità da ristorante, a mezzogiorno vedrà convergere i volontari e le forze dell’ordine di tutta la zona (e forse oltre). È un fervore che stupisce gli stessi addetti ai lavori: “Torniamo spesso molto tardi al campo. – mi dice più di un responsabile – Sono gli uomini che vogliono finire il lavoro, anche se devono fermarsi anche molto oltre l’orario”. Alla sera i dirigenti si riuniscono per fare il punto, trasmettere dati e risultati, pianificare il giorno successivo; i volontari invece, pur stanchi, vanno a passare alcune ore nei locali vicini; e al ritorno spesso schiamazzano. “Lo so, QUESTOTRENTINO dovrei imporre un regolamento – mi dice Maurizio Zanin, responsabile del campo – ma vedo tanta dedizione e anche tanto cameratismo e disponibilità a sopportare gli inconvenienti, che in pratica lascio che il campo si autogestisca”. Non è però il caso di essere sciovinisti. Perché se è vero che i trentini sono in tanti, ben organizzati e ottimamente attrezzati, anche il resto d’Italia non è rimasto indietro. Per le strade attorno all’Aquila è un pullulare di mezzi dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, di questa o quell’associazione di volontari. E non c’è solo quantità, c’è anche qualità nella dedizione, nei rapporti umani. “Allora come va, signora Maria?” chiede il tenente della Croce Rossa Militare, tuta mimetica, occhiali ray-ban, testa rasata, insomma look da mercenario, all’anziana sfollata del campo di Assergi, e si ferma con sollecitudine a discuterne i piccoli grandi problemi; e poi esce dal “suo” campo e va in quello autogestito, a parlare, con tanta delicatezza e finanche affetto, con un anziano al quale il terremoto ha portato via le ultime speranze. E poi i giovani. Nel campo di Coppito, gestito dalla Cgil e dalla Pro-loco del paese, i ragazzi giocano in un campo da calcio ai limiti dal bosco; più sotto c’è un piccolo palco per manifestazioni e concerti e una grande tenda è stata trasformata in asilo-ludoteca, così colorata e bella che viene voglia di tornare bambini. Eppure, tutto questo slancio, questa grande, commovente dedizione, sembra non basti. “Che futuro avremo? – mi risponde una signora all’ingresso della sua tenda, e scuote la testa - Mah…” Gli stessi volontari, la sera, finito il lavoro, fuori dalle loro tende si interrogano: “Che ne sarà di questa gente?” 9 L’Aquila: edificazio I piedi che puzzano Il terremoto de L’Aquila è il primo in Italia, dopo quello di Messina di un secolo fa, che quindi non fa più testo, ad avere colpito una città. Non paesi, villaggi, case sparse, ma un’intera città; con tutto quello che significa in termini di distruzione non solo di vite e abitazioni, ma anche di capacità economiche. E al problema abitativo, con oltre 50.000 sfollati nelle tende o negli alberghi della costa, si somma quello economico. La vita nelle tendopoli, nonostante gli sforzi dei volontari, sul medio periodo tende a diventare pesante, come ci confermano anche – vedi intervista a pag 14 – gli Psicologi dei Popoli: “Quando in pochi attimi hai perso tutto, una tenda è la salvezza, e un container con le docce ti sembra il lusso, e dobbiamo riconoscere che la Protezione Civile è riuscita in tempi ragionevoli ad organizzare l’emergenza. – ci dice Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil – Ma quando poi in tenda stai da due mesi, sorgono i problemi. Sono tende grandi, a otto posti, abitate da due o tre nuclei familiari: e allora scopri che gli altri hanno altre abitudini igieniche, russano, hanno i piedi che puzzano, i bambini che strillano, e tu non puoi neanche fare l’amore. Questa gente dobbiamo tirarla fuori dalle tende utilizzando tutti gli strumenti”. Il borgo di Tempera La perdita del lavoro Siamo in estate, il caldo è afoso ma in qualche maniera gestibile; i volontari trentini di Paganica 3 coprono le tende con teli che attenuano i raggi solari, “dopo di che stenderemo dei tappetini nei vialetti per evitare il riverbero della ghiaia bianca”, e poi ci sono piccoli condizionatori che L’Aquila: i Vigili del Fuoco di Trento al lavoro aiutano; ma l’inverno, a 700 metri di nella chiesa di Santa Margherita quota, sa essere duro, in tenda non sarà sopportabile. “In aprile batpasseggiando con l’elmetto in testa in un centro storico tevamo i denti e sentivamo, fuori, deserto, se ne ammira la bellezza tranquilla, la piacevolezululare i lupi; non intendiamo passarvi il dicembre”. Stanno meglio gli sfollati negli alberghi al mare? Quelli za, le dimensioni a misura d’uomo. Solo che ora questa città non c’è più, o non è agibile, e che hanno un lavoro forse sì, in fin dei conti fanno i pennon lo sarà per anni: perchè mai uno studente dovrebbe dolari. Ma gli altri, quelli rimasti disoccupati, e gli anziani, venire qui da Roma, per vivere in un container e andare a vivono uno sradicamento dal contesto sociale improvviso lezione in una caserma? e violento e potenzialmente devastante. Ne abbiamo visto Questo discorso, macroscopico nel caso dell’Universiun gruppo, alloggiato in un bell’albergo con vista mare: tà, si ripete in scala ridotta in tante altre attività. Chi può, tutto il giorno davanti alla tv, lo sguardo spento, ad aspetsi arrangia. Abbiamo visto il titolare di un’azienda di contare che le ore, i giorni, passino. sulenza, vivere in camper e lavorare a piano terra, in un “Il tema, oltre alla casa, è il lavoro” insiste Trasatti. garage: “L’ a bitazione è al secondo piano, e non è agibile”. E qui torniamo all’economia. L’Aquila è una città che “Ma il garage lo è?” “No, siamo fuori norma. Ma devo lavovive di due attività: la pubblica amministrazione in quanto rare; se sentiamo una scossa, due salti e siamo fuori”. capoluogo regionale e soprattutto l’Università. Basta conCome si vede, nel caso delle aziende, dell’Università, siderare due numeri per capire come l’Ateneo sia la prima anche del commercio, casa e lavoro, edifici e economia, ma azienda cittadina: gli abitanti sono 70.000, gli studenti sono inscindibilmente legati. “A Paganica i negozi erano fuori sede 20.000. E quali sono le carte dell’Università? Il tutti nel centro storico, che ora è la zona rossa, pericolante e suo buon livello, la presenza di un centro di ricerca come inagibile. – ci dice Gennaro, studente di filosofia che inconil Laboratorio del Gran Sasso, d’accordo; ma soprattutto il triamo nella grande tenda-biblioteca, attrezzata di Pc e libri trovarsi in una città bella, vivibile, sicura. Anche adesso, 10 luglio 2009 una condominio di nuova one crollato a metà La messa in sicurezza di Santa Margherita regalati dal Trentino – Chiediamo che venga urgentemente apprestata un’area commerciale perché si possano riprendere le attività. Altrimenti a poco a poco si perde tutto: all’Aquila, i commercianti facoltosi - orefici, boutique – stanno pensando di riaprire, ma non all’Aquila, bensì in altre città”. Domenico Mastrogiuseppe è titolare di un’azienda che lavora nel settore della sicurezza fisica (elettromagnetismo, radioattività, ecc.) spin off dal Parco scientifico tecnologico del Gran Sasso: “Diverse aziende come la mia stanno pensando di trasferirsi. E così in altri settori. L’unico modo di arrestare questa dinamica rovinosa sarebbe dichiarare L’Aquila zona franca dalla tassazione”. Se dai calcinacci fuggono le aziende ad elevate capacità tecnologiche, lo stesso fanno quelle a bassa qualità del lavoro: in questi giorni, avuta la sede inagibile, ha chiuso la Transcom, terminale italiano di una grande società di call center, sì, quelli che fanno quelle odiose telefonate pubblicitarie. Poco male, si dirà, ma sono 400 posti di lavoro che vanno in fumo. Di fronte a questo lento sfacelo l’azione del governo risulta tanto reclamizzata quanto inadeguata: “La zona franca urbana (agevolazioni nelle tassazioni, n.d.r.) è stata finanziata con capitali ridicoli, 44 milioni. Ma al di là di questo – ci dice il segretario della Cgil – essa garantisce solo le piccole imprese di nuova costituzione. Ma il problema che abbiamo non è tanto di aprire nuove imprese, ma di evitare che chiudano quelle esistenti. Abbiamo chiesto provvedimenti, anche attraverso emendamenti in parlamento; sono stati tutti bocciati. Poi Berlusconi, arrivato qui, ha annusato le contestazioni e ha riconosciuto che il decreto è insufficiente: ‘Il Parlamento non ha approvato quello che io volevo – ha dichiarato – ma non temete, torno a Roma e ci penso io a rimettere le cose a posto’”. QUESTOTRENTINO Le promesse bugiarde Questo è l’aspetto grottesco del dramma. Il governo non ha soldi, non ne investe, eppure continua a fare promesse. Un grande bluff, tenuto in piedi da una straordinaria regia mediatica. La gente lentamente comincia a rendersene conto. Per la ricostruzione sarebbero necessari dai 13 ai 15 miliardi e ne sono stati stanziati 4, per di più ipotetici (con labili coperture: i proventi dovrebbero venire da futuribili “gratta e vinci” o da storni dai Fondi per le Aree Sottosviluppate, che con ogni probabilità, e giustamente, protesteranno). Così, con contorsioni linguistiche e logiche, da una parte si garantisce un contributo a fondo perduto per la totalità del costo di ristrutturazione o ricostruzione della prima casa; dall’altra si prevede che “su base esclusivamente volontaria” si può chiedere, invece del contributo a fondo perduto, un mutuo agevolato o un credito di imposta. “Ma chi, sano di mente, rinuncerebbe a un contributo gratis per avere invece un mutuo agevolato o un credito da scontare in trent’anni? – chiede Trasatti – E’ chiaro: i soldi non ci saranno ed è meglio che chi può la casa se la ricostruisca da solo, magari col mutuo. E chi non può?” I numeri sono impietosi: ad oggi il 47% delle abitazioni sono state dichiarate inagibili, il che, su 70.000 abitanti, vuol dire 34.000 senzatetto. Il programma del governo prevede di sistemarne 13.000. E gli altri? Poi le seconde case. All’Aquila la maggior parte delle abitazioni sono seconde case, ma non sono villette, è la dinamica demografica del territorio, per cui la gente vive in 11 Il nonno di Cristina, 99 anni. Gli hanno detto: “Se vuoi il container, devi prima trasferirti nel nostro campo”. uno dei paesi circostanti, ed ha un appartamento in città che, affittato a studenti, diventa fonte di reddito. Dopo una serie di promesse (le abbiamo sentite con le nostre orecchie dal sottosegretario Bertolaso, vedi scheda) i provvedimenti per le seconde case sono irrisori: 80.000 euro, ma solo in quelle dove il proprietario esercita un’attività. “Se non ci sono risorse, se gli studenti vengono sistemati in campus universitari fuori città come promesso da Berlusconi, è la stessa ricostruzione del centro storico a non essere conveniente – afferma Gennaro – Cominciamo a temere che la città non venga più ricostruita”. La città, così bella, gradevole ed umana, e proprio per questo fonte di reddito in una regione non ricca, rischia di rimanere un deserto di edifici malfermi. C’è infine, ad agitare le menti degli aquilani, lo spauracchio della beffa finale. Si chiama Fintekna. “E’ una società del Ministero dell’Economia – risponde alla domanda, il sottosegretario Bertolaso – che subentra a chi non ristruttura la casa”. Subentra, che vuol dire? Se uno non ha i soldi per ricostruire – e saranno in tanti, specie per le tante seconde case – arriva il Ministero? Magari espropriando? Pagando il prezzo di mercato che, per un immobile non agibile, è il prezzo del solo terreno? “Sarebbe il colmo – commenta Trasatti – Certo, questo punto del decreto è pericoloso”. Anche perché si sa che fine fanno, in capo ad alcuni anni, queste società ministeriali. Dismissioni, privatizzazioni; le case dell’Aquila vanno in mano ai Tronchetti Provera, Ciarrapico, Geronzi, a ricostruire la città ci pensano loro. Gli abruzzesi, la loro città, se la vedono scippare. “Girano queste voci. Se accadesse questo, vuol dire che non siamo in un paese civile” risponde Gennaro. La perdita del territorio La perdita del controllo del territorio è l’altro aspetto del malessere degli abruzzesi. Con la motivazione dell’efficienza, e quella, non esplicitata, della scarsa fiducia in amministrazioni che in effetti avevano permesso costruzioni tutt’altro che esemplari, la Protezione Civile ha avocato a sé la decisione sulla localizzazione, prima dei campi tendati, poi dei prefabbricati. “Per decreto sono stati esautorati di ogni potere gli enti locali: sulle localizzazioni decide la Protezione Civile, senza consultare i Comuni, e meno che mai la popolazione” denuncia Angelo Venti, direttore del giornale online “site.it”. 12 I prefabbricati però, non si stanno configurando come qualcosa di provvisorio, ma sia nella versione delle case in legno della Pat, come in quella delle costruzioni su pilastri ammortizzanti reclamizzata da Berlusconi, sono edifici confortevoli e fatti per durare. Ma allora la loro localizzazione è destinata a ridisegnare il territorio. E se ad Onna, a fianco del centro distrutto, è stato eretto il campo tendato e a fianco i mezzi del Trentino stanno predisponendo l’area delle case in legno, in modo da preservare il tessuto sociale, da altre parti si procede diversamente. E’ il caso di Cese di Preturo, un villaggio di 400 abitanti, dove inizieranno ad edificare 17 ettari, portandovi 2.100 persone, o a Bazzano, un borgo dove è in piena azione un effcientissimo megacantiere, anche lì per alcune migliaia di nuovi abitanti. Ma anche a Paganica, dove si sta costruendo a monte, in zone difficilmente raggiungibili, “si sta smembrando il paese, inteso come socialità, affetti, relazioni”. E così quasi dappertutto, per di più in una zona montuosa, dove talora il vecchio centro è da una parte del monte, il nuovo dall’altra, a chilometri e chilometri di distanza. Tutto questo per imperio della Protezione Civile. E sull’ente, guidato con mano ferrea da Guido Bertolaso, si addensano le accuse e i timori. Dopo un primo momento di sbandamento (ben evidenziato da “Anno Zero” di Santoro, per questo criminalizzato) la Protezione Civile si è in effetti dimostrata efficiente. Anche se l’efficienza la persegue con un accentramento esasperato: gli aiuti arrivati spontaneamente da tutta Italia luglio 2009 venivano rifiutati, i vari corpi (Polizia, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, in parte anche i Carabinieri) venivano fatti rigidamente dipendere dallo staff di Bertolaso, ogni acquisto veniva centralizzato. Per spiegare la contraddittorietà di quest’ultimo aspetto, Angelo Venti ci parla dei fornai: “Dopo una settimana erano in grado di tornare a fare il pane, ma la Protezione Civile lo fa arrivare da Roma; e i fornai si trovano con i clienti nelle tendopoli, Sfollati al campo di Camarda, mentre ascoltano il sottosegretario Bertolaso Guido Bertolaso, sottosegretario e responsabile della Protezione Civile La democrazia di Bertolaso Venerdì 19 luglio, campo sfollati di Camarda: in un tendone il sottosegretario alla Protezione Civile Guido Bertolaso parla agli sfollati. Abile, paterno, deciso. Promette tanto: contributi al 100% per la prima casa, al 70% per la seconda. E via così. Sono con una giovane collaboratrice del giornale online site.it, Cristina Iovenitti, anche lei sfollata. Durante l’assemblea ci dividiamo. La ritrovo alla fine: ai bordi del tendone, sta discutendo con alcune persone delle forze dell’ordine al seguito del QUESTOTRENTINO e il pane invenduto. E così per la carne, per le verdure, ma anche per cose minute come la ferramenta: così è stata soffocata ogni possibile ripresa economica”. Col passare dei giorni, l’accentramento di Bertolaso, invece che attenuarsi, si è irrigidito: “Gli sfollati nei campi devono subire una serie di restrizioni: braccialetti, controlli quando entri o esci, difficoltà a tenere assemblee, divieto di distribuire volantini, persino regole per evitare caffè e cioccolata che renderebbero gli sfollati troppo nervosi” denuncia Venti. “Da noi vengono svariate persone a lamentarsi della militarizzazione di alcuni campi; si giunge a una sorta di limitazione dei diritti dei cittadini” conferma il segretario della Cgil Trasatti (vedi box). Ma non è tutto. Bertolaso, dopo un mese, sembra passato a un’ulteriore fase. Oltre agli accampamenti gestiti dalla Protezione Civile o da altre organizzazioni, ci sono quelli autogestiti da chi sistema la tenda o la roulotte nel giardino, o da quelli che, anche in 100-200 si organizzano da soli. Queste soluzioni venivano in una prima fase incoraggiate: la Protezione Civile forniva a chi ne aveva bisogno le tende o i pasti. E veniva addirittura stabilito un compenso (100 euro al mese a persona, fino a 400 per gruppo familiare) per chi si arrangiava, sgravando di costi la collettività. sottosegretario. Costoro sostengono di avere il diritto di impedire una ripresa con telecamera dell’incontro, Cristina rivendica il contrario. Mi presento e mi intrometto. I poliziotti sostengono contemporaneamente due linee di pensiero, leggermente confliggenti: 1) non è permesso effettuare le riprese; 2) rimaniamo tranquilli, perché non è successo niente. Un signore, qualificatosi come funzionario di polizia, argomenta che un campo sfollati non è un luogo pienamente pubblico. “Vi sono sospesi i diritti costituzionali?” chiedo. “No di certo, ma esiste anche un diritto alla privacy”. “Sicuramente, per cui non possiamo scattare foto degli attendati senza il loro permesso; diverso è il caso di un discorso del sottosegretario”. “Anche il sottosegretario ha diritto alla privacy”. “Quando è in casa sua, non quando si rivolge pubblicamente a un’assemblea di sfollati. Allora io, come giornalista, ho non solo il diritto, ma il dovere di registrare e riferire quello che dice”. A questo punto i nostri interlocutori ripiegano sulla linea 2: non è successo niente. “Non è vero - ribatte Cristina - voi mi avete impedito di effettuare le riprese”. Interviene anche una signora, poi risultata il vicequestore dell’Aquila, che si rivolge a Cristina “da donna a donna”, sottolinea la propria condizione, anch’essa di terremotata, e qualifica come fuori luogo le rimostranze, perché “in fin dei conti, non è successo niente”. A questo punto Cristina evidenzia come la linea del “non è successo niente” è iniziata ad emergere a incontro finito, quando riprese non se ne potevano più fare, e quindi qualcosa è successo: le è stato impedito di documentare l’evento (e le promesse di Bertolaso). I nostri interlocutori per questa interpretazione dei fatti si offendono, ma una serie di chiamate al cellulare (del direttore Angelo Venti, e del capo della Squadra Mobile) impedisce che il dibattito prosegua. Al che ci allontaniamo, chiarendo che non intendiamo l’episodio chiuso. Io lascio a site.it una mia testimonianza sottoscritta, da utilizzare nelle modalità più opportune, anche un’eventuale denuncia per abuso di potere. Nei campi dei terremotati avanza un nuovo modello di democrazia? 13 “Autorizzazione? Ma siete voi che avete fatto tutto questo lavoro!” dico io. “Mah, meglio lasciar perdere” mi dicono, e svicoliamo. All’Aquila, a un certo momento, i cittadini si sono ribellati: hanno sfondato il cordone di poliziotti e sono entrati nel centro storico. A significare che la città è ancora loro. “I controlli sono continui, asfissianti. Ogni unità deve eseguirne un certo numero al giorno – mi dice Campo Paganica 3: studenti universitari nella tenda-biblioteca donata dal Trentino. Oggi si fa marcia indietro. I soldi promessi (e per cui gli sfollati hanno inoltrato regolare domanda) non sono arrivati. E con un’ordinanza Bertolaso ha iniziato a richiedere indietro le tende prestate e a non fornire più i pasti. “Noi siamo accampati nel cortile di casa e non abbiamo l’accesso al gas – ci dice Cristina, dottoranda in archeologia e collaboratrice di site.it – Oggi mia madre è stata al campo della Protezione Civile per avere, come gli altri giorni, acqua e cibo: ha litigato per un’ora, e non le hanno dato niente”. “Io sto fuori dal campo, e vengo qui a chiedere ora dell’acqua, ora una pesca – ha detto una matura signora a Bertolaso in persona, durante un suo incontro con gli sfollati di Camarda – Ma capita che non me le diano. Devo sentirmi una mendicante?” “Ma ci mancherebbe signora, suvvia…” “E’ capitato anche a me!” urla un’altra dalla folla. “Anche a me per quello!” “Ora gli dico io di non essere fiscali – risponde con fare paterno il sottosegretario – E’ che è successo, in altri campi, di gente che se ne approfitta, ma state tranquilli, do io ora disposizioni…” “Storie, – commenta Angelo Venti – l’interruzione del supporto ai campi autogestiti è una disposizione di Bertolaso. È stata affossata l’idea che l’accampamento sia un centro servizi. Si vuole concentrare la gente nei campi, dove si ritiene di poterla controllare meglio”. Il caso forse estremo è quello del nonno di Cristina: 99 anni, stava con la famiglia in un camper. “Gli hanno detto che se vuole avere il container, deve entrare nel campo della Protezione Civile”. E lì lo abbiamo trovato, con l’afa della tenda alleviata da un piccolo condizionatore. La militarizzazione I controlli sembrano in effetti una paranoia. Nelle strade attorno all’Aquila il traffico di mezzi delle forze dell’ordine è impressionante: Carabinieri, Polizia, Finanza, Polizia giudiziaria. Venuti qui da tutta Italia. In funzione antisciacallaggio, la prima settimana, come protezione al G8, ora: ma nei due mesi in mezzo? Assieme a un ingegnere della Pat e a un responsabile dei Vigili del Fuoco entro nello spettrale, apocalittico centro di Onna, ancora transennato, ma messo in sicurezza proprio dalle mie guide. A un certo punto si leva una voce dall’esterno “Ce l’avete l’autorizzazione?” intima un poliziotto. 14 Tempera: quel che resta della chiesa. Angelo Venti – E i più arrabbiati sono proprio loro, che hanno dovuto lasciare compiti ben più importanti: i finanzieri indagini antiriciclo dei patrimoni mafiosi (di cui abbiamo letto i primi risultati in questi giorni, n.d.r.), i forestali reati ambientali, la polizia giudiziaria di Bari…”. A tarda sera, una birra sul tavolino, è bello parlare. “Non capisco tutti questi controlli – si confida un capitano della Guardia di Finanza – Ci sono gli uomini obbligati a fare 200 chilometri al giorno di pattugliamento, su e giù. Ma per che cosa?” Questa la situazione nell’Abruzzo terremotato. “Ci vorranno anni. Ormai lo sappiamo, dovremo accontentarci di lavori più scadenti - mi dice il giovane Gaetano - e scontare un abbassamento della qualità della vita”. “Sono troppi i soldi che occorrono – commenta mestamente la signora Antonella, nel campo di Paganica 3 – Noi siamo stati meno sfortunati di altri: la nostra casa ha subito danni lievi, con i risparmi ce la faremo a ripararla. Ma gli altri…”. Troppi soldi. Che non arriveranno. Nelle mie peregrinazioni mi è stato spesso da saggia guida Luciano Corazzer, dei Vigili del Fuoco di Trento: “Basterebbe una tassa pro Abruzzo – mi dice scuotendo la testa – Credo che tutti la pagheremmo senza tante storie”. Ma il governo sicuramente non metterà "la mani nelle tasche degli italiani"; invierà invece più carabinieri.● luglio 2009 Quale cultura con quali soldi Lesinati i soldi alla nuova cultura. E dove vanno? Non tanto a bande o Schutzen, quanto a oratori e parrocchie: che si pappano - incredibile nel Trentino d’oggi - l’80% dei contributi. Il falso dilemma tra cultura di valle e di città e quello, più reale, tra vecchio e nuovo. E. P. O riente Occidente, Drodesera, Pergine Spettacolo Aperto: no; e no anche per realtà minori eppur meritorie come Teatro Off, Studio d’Arte Andromeda, Teatrincorso e, se possiamo scriverlo, Questotrentino; sì invece alle divise di bande e Schützen. Questa la sintesi estrema degli esiti delle istruttorie degli uffici provinciali sui contributi alle associazioni culturali. In concomitanza con l’insediamento del nuovo assessore alla cultura, Franco Panizza del Patt, il messaggio sembra univoco: la cultura prediletta, con il nuovo assessore, sarà quella del folklore valligiano tutta rivolta alle nostalgie del passato, del “pontesel”, delle braghe di cuoio, del “En malgar, ma che om!” Insomma, dall’arte contemporanea del Mart e di Manifesta (che ha in parte deluso), dalla danza cosmopolita di Oriente-Occidente e dal teatro di ricerca di Drodesera, ad Andreas Hofer über alles e alla nuova, inaspettata centralità della banda di paese. Cambiato assessore, cambia tutto? QUESTOTRENTINO Le cose non sono proprio così. Per fortuna. All’assessorato ci fanno vedere come il (cospicuo, 800.000 euro) finanziamento alle divise delle bande, non sia a scapito delle associazioni: ma, a seguito di uno specifico ordine del giorno del Consiglio Provinciale del 2007 (quando Panizza era altrimenti occupato), sia stato deliberato con uno stanziamento ad hoc. Per cui gli 800.000 euro non sono prelevati dai contributi alle associazioni, ma sono aggiuntivi. “Ci tengo a precisare alcuni punti – afferma Panizza – Primo, la contrapposizione valli\città è assolutamente superata e di sicuro non impronterà il mio assessorato; secondo, nessuna delle tre compagnie degli Schützen, per vari motivi, ha usufruito di questo contributo; terzo, ne usufruiranno le bande nei vari Comuni, ed era doveroso: le divise costituiscono un forte elemento di identità”. Chiarito questo punto; e chiarito come per le grandi rassegne come Oriente Occidente, che sono finanziate su altri capitoli, il mancato contributo non sia un problema, ma lo sia invece – e gravoso – per le realtà minori (come QT, tanto per intenderci), resta aperta la sostanza dell’argomento: in base a quali criteri si distribuiscono i contributi? E, di conseguenza: quale cultura si promuove? Le cifre delle parrocchie Guardando bene i dati, una prima realtà balza all’occhio: a essere favorite in maniera spropositata non sono le bande, bensì le parrocchie. Attraverso le ristrutturazioni di oratori, l’allestimento di sale polifunzionali, l’acquisto di organi, la riattivazione di teatri parrocchiali, si accaparrano la stragrande maggioranza dei contributi. Le cifre sono impressionanti: per le strutture, su un totale di 1.654.000 euro di contributo, ben 1.313.000 vanno alle parrocchie; per le attrezzature, su 300.000 euro, 181.300 prendono la stressa strada, per l’acquisto di harmonium. E così per gli anni addietro, “da almeno 25 anni” ci dicono all’assessorato. La cosa è comprensibile. Ma solo per il passato, quando oratori e teatri parrocchiali erano, nelle valli, gli unici pun- 15 L’assessore provinciale alla Cultura Franco Panizza ti di riferimento. Ma ora no: con tutto il rispetto, la cultura ha tanti, tantissimi altri canali; che le parrocchie assorbano il 7080% degli stanziamenti destinati alla miriade di associazioni, festival, scuole di danza, compagnie, teatri, è semplicemente grottesco. Per dire: QT ha chiesto un contributo di 4.000 euro per pagare il software e un Pc per gestire il passaggio al colore; Teatro Off, che fa una stagione con una cinquantina di spettacoli e appuntamenti, ha chiesto 10.000 euro per riadattare il palco e il sistema delle luci; e così tante altre piccole ma produttive realtà: bene, per tutti questi, soldi non ce ne sono, perché si devono spendere 850.000 euro per il teatro parrocchiale di Lomaso o 293.000 per la sala polivalente della parrocchia della natività di Maria di Borgo Valsugana. A noi sembra non ci sia proprio il senso di come si possono spendere i soldi. Anche perché queste realtà sono – rigorosamente – private: il parroco decide lui come gestire il teatro, cosa proiettare (e cosa no) nella sua sala. Giusto; ma allora che senso ha questo debordante, quasi esclusivo, investimento di soldi pubblici? “Non conoscevo questo aspetto – risponde Panizza, che infatti è da poco insediato – Di sicuro dovremo prendere in mano la questione. Anche perché il sistema dei teatri di periferia (quasi sempre sottoutilizzati e dagli onerosi costi di gestione n.d.r.) va razionalizzato”. La valle e la città Quella che indubbiamente va razionalizzata, è la più generale spesa culturale. Fuggendo, come si diceva prima, dalla contrapposizione periferie\città. “Mi viene da ridere – risponde a proposito Dino Sommadossi, bibliotecario di Dro e inventore di Drodesera, festival da alcuni anni assurto a notorietà nazionale (l’anno scorso ha vinto ben due premi Ubu, il massimo 16 riconoscimento italiano per il teatro) – Noi siamo periferia, eppure da sempre siamo più avanti delle città: gli artisti, da Marco Paolini a Pippo Del Bono, che vengono presentati a Trento, da noi sono stati proposti dieci anni prima”. Lo stesso discorso vale per ArteSella, manifestazione d’avanguardia, ammirata ed imitata anche oltr’Alpe, eppure tipicamente di valle, anzi innervata nella natura di un piccolo altopiano della Valsugana. E ancora per I Suoni delle Dolomiti, che coniuga montagne e star system della cultura (inter)nazionale. Insomma, il nuovo, il meglio, non è esclusiva della città. Proprio per questo si può fare un discorso più sereno sulla gestione globale dei contributi, che ci sembra attraversare una fase non scevra dalle confusioni. Con legge del ’93 la Provincia aveva decentrato competenze in materia culturale e relativi stanziamenti ai Comuni, che dovevano provvedere all’associazionismo minuto, mentre la Pat doveva occuparsi di finanziare le realtà a valenza provinciale. Ad esempio, la banda di Sfruz, che suona a Sfruz, deve essere sostenuta dal Comune di Sfruz; se invece si mettono insieme più bande, elaborano un progetto che prevede dei concerti che circuitano in Trentino, e magari anche all’estero, allora può intervenire la Provincia. Questa la teoria. Nella pratica invece la finanza locale è quello che è: tanti Comuni riescono a malapena a finanziare i servizi come gli asili, sono in difficoltà con le spese di gestione degli impianti, se devono fare una strada vanno fuori bilancio; alla cultura, alle associazioni, non riescono a starci dietro, checché preveda la legge: e queste battono cassa in Provincia. Il meccanismo non è virtuoso: se alcuni assessori (Claudio Molinari soprattutto) sapevano dire di no e premiare solo le iniziative di effettiva valenza sovracomunale, altri invece hanno usato criteri più laschi, aprendo una porta in cui i più furbi si sono infilati. Anche perché anni di semina hanno prodotto risultati significativi: sono entrati in circuito migliaia di giovani che hanno seguito iter formativi nelle scuole musicali, nei corsi di teatro, di danza, ecc, e ora si organizzano, elaborano progetti e presentano domande in Provincia. “Vedo la cultura trentina come un giardino, trenta anni fa arido, oggi rigoglioso – afferma Paolo Manfrini, direttore artistico di Oriente Occidente – Vi cresce di tutto, ed è un bene; però bisogna dargli una sistemata, luglio 2009 per capire cosa può e cosa non può crescere. Vi sono iniziative che hanno una struttura consolidata, offrono lavoro, si sono conquistate una proiezione nazionale e internazionale, sono fattori attrattivi per il territorio. Potrebbero crescere ulteriormente, se il giardino non fosse troppo rigoglioso”. Fuor di metafora, Oriente Occidente (o ArteSella, o Drodesera) potrebbe diventare ancor più significativa, se non si vedesse bocciare le domande di at- QUESTOTRENTINO trezzature in favore degli oratori, o non si spendessero decine di migliaia di euro per far suonare a Trento Bob Dylan. Ma il tema non è solo la possibile ulteriore crescita delle grandi rassegne indubbiamente benemerite. Ci sono anche altre realtà, spesso innovative. La più significativa è forse la realtà minuta, che potremmo chiamare di “teatro urbano”, sviluppatasi tumultuosamente soprattutto a Trento, fatta di svariate sale, dove si tengono corsi, spettacoli, performance, si importa, esporta e sperimenta durante tutto l’anno. Una realtà che il Comune del capoluogo non riesce a supportare, mentre la Provincia è più proiettata a sostenere esperienze di valle magari più tradizionali, ma che spesso costituiscono l’unica offerta in loco. Che dice l’assessore? “Non avverto il problema di un surplus di cultura nel territorio. Penso che dobbiamo fare sistema, offrire una disponibilità di servizi, dare a tutti la possibilità di potersi esprimere. Poi potremo promuovere, sostenere chi ha la capacità di proporre qualcosa di nuovo, andare oltre quello che fanno gli altri. La qualità la si può giudicare”. Incalziamo Franco Panizza sul tema della razionalizzazione delle spese. “Si tratta di vedere come liberare risorse per sostenere il nuovo. Per questo ho aperto un discorso sui costi del Mart. E dico che io il concerto di Dylan non l’avrei finanziato, non ne vedo le ricadute sul territorio, piuttosto fornisco un aiuto ai giovani che vogliono vederlo altrove. Così per la lirica: se si riesce a mettere insieme, con Bolzano, un momento di produzione, bene, se però i costi sono eccessivi, è meglio agevolarne la fruizione altrove”. ● 17 l’intervista Oltre alle case, ricostruire le persone Il sostegno psicologico ai terremotati dell’Abruzzo. Intervista al dott. Marco Gradassi dell’associazione “Psicologi per i popoli. Nadia Ioriatti I l mondo altro non è che un gioco di dadi giocato da dei bambini…”. Con quest’amara riflessione comincia la testimonianza del dott. Marco Gradassi, dell’associazione “Psicologi per i popoli”, accorso in Abruzzo dopo il sisma per occuparsi di psicologia dell’emergenza alla comunità civile e ai soccorritori volontari. Quella in cui lavora è un’organizzazione, senza fini di lucro, che opera volontariamente dal 1999 con finalità umanitarie in situazioni di calamità. Molti di noi hanno sentito parlare per la prima volta di un pronto soccorso psicologico affiancato al lavoro della Protezione Civile e della Croce Rossa. La drammaticità di un sisma come quello che il 6 aprile, appena dopo le tre del mattino, ha colpito l’Aquila devastando contemporaneamente le dimensioni ambientali, sociali e psicologiche di un’intera popolazione, è insita nella sua natura. Nel giro di 23 18 interminabili secondi, scanditi uno a uno dallo scoppio delle tramezze e gli squarci dei muri portanti, 75.000 persone che possedevano una casa dove erano nati e avevano cresciuto i propri figli, avevano degli affetti e un lavoro... tutto questo si è sgretolato. Non solo le case sono crollate. Vuol dire che anche le persone… Quel lunedì sono stati due i terremoti. Come per le case che hanno risposto al sisma in modo diverso, crollando, lesionandosi gravemente o solo leggermente, così sono cadute le strutture portanti delle persone, che hanno risposto diversamente. Alcune crollando, altre perdendosi nei ricordi, altre reagendo con coraggio. Questi crolli dentro e fuori sono stati così evidenti, che gli psicologi convenzionati con la Protezione Civile sono stati chiamati fin dal primo momento. Come avete organizzato i primi soccorsi psicologici? luglio 2009 Confesso che c’è stato anche per noi un primo, inevitabile smarrimento, immersi con la popolazione in un senso di stordimento e irrealtà. Poi abbiamo cominciato a lavorare: innanzitutto occupandoci dei bambini e così abbiamo fornito il campo, quando era ancora in costruzione, di una tenda diversa dalle altre, una ludoteca che si è presto riempita di bambini che, nonostante tutto, avevano ancora voglia di giocare. Poi una telefonata della Protezione Civile Nazionale ha chiesto che due di noi si recassero con urgenza all’obitorio da campo: stavano arrivando i parenti delle vittime per il terribile compito del riconoscimento. Infine, mentre il campo prendeva forma, abbiamo pensato a un’altra tenda da “rubare” all’incontenibile impulso di agire e agire in fretta: una tenda vicina a quella dei bambini, una tenda per i grandi, per pensare, al riparo da tutto il movimento, a ciò che accadeva. Passato il momento di massima emergenza, quella tenda è diventata uno spazio di ascolto psicologico. A distanza di oltre due mesi la convivenza forzata nella stessa tenda di più gruppi famigliari sta causando problemi? In un primo momento gli sfollati si sono sistemati nelle tende senza preoccuparsi della convivenza con QUESTOTRENTINO altri gruppi famigliari, grati a tutte le persone che li stavano aiutando. Ma dopo oltre due mesi si è entrati in una fase diversa, da un certo punto di vista più difficile: gli esperti la chiamano la fase della disillusione. Si assiste a un considerevole calo di energia e speranza, sentimenti quale rabbia e tristezza prendono il sopravvento e si comincia a percepire la difficoltà delle convivenze forzate. Le persone verranno seguite anche in futuro? Come i tecnici dovranno ricostruire le case, così gli psicologi dovranno aiutare le persone a ricostruire le proprie strutture interiori, che risultano anch’esse lesionate. I progetti sono pensati per quattro diverse fasce della popolazione: i bambini attraverso la scuola e un’azione di supporto a insegnanti e genitori; gli adolescenti con la creazione di spazi a loro dedicati; gli adulti attraverso interventi individuali e di gruppo; gli anziani attraverso centri culturali e ricreativi. Il susseguirsi delle scosse sta mettendo a dura prova il fragile equilibrio delle persone; soprattutto gli anziani, che hanno visto sgretolarsi il loro vissuto, sono incapaci di ricominciare. Per la ricostruzione dell’Abruzzo ci vorranno molti anni e molto denaro, anche perché un terremoto non è fatto solo di pietre e case crollate… ● 19 La maggioranza in campagna elettorale A Cavalese, con soldi pubblici... Luigi Casanova C ’è sempre stato poco feeling fra chi amministra e la stampa. Anche in Trentino, anche a Cavalese, i giornalisti dei quotidiani non si genuflettono davanti ai sindaci e questi amministratori sono permalosi: la critica li infastidisce, della democrazia hanno uno strano concetto, quello sbrigativo di Berlusconi: ho vinto io, quindi comando. Cavalese è il comune di provenienza di uno degli assessori più rappresentativi dell’Unione per il Trentino, Mauro Gilmozzi. La giunta comunale sente di non essere amata dalla popolazione, la credibilità è nulla. Gli attuali amministratori non hanno seguito le tracce del loro padre politico, non possiedono la sua concretezza amministrativa, non ne hanno le capacità. Dopo cinque anni di amministrazione c’è solo traccia di piazze rifatte, prive di senso artistico, di situa20 zioni che hanno stravolto la storia locale, di progetti sbagliati anche tecnicamente. Era stata promessa una revisione normativa del Piano Regolatore, erano stati promessi investimenti nel sociale, dall’assistenza alle politiche per la salute, la cultura, i giovani. Invece silenzio, solo azioni estemporanee, per quanto importanti, del volontariato. Il sindaco è vanesio, preoccupato della cura della sua immagine, incapace di ascoltare, e gestisce una coalizione priva di idealità. Si è creato una giunta di professionisti, geometri e periti edili che hanno imposto deroghe generose sui loro progetti, che hanno continuato a progettare nel paese da loro stessi amministrato. Fra meno di un anno si vota e il paese, al momento, non offre una alternativa di governo credibile. La sinistra ambientalista, portatrice di valori di alto profilo, non può sperare di rovesciare la situazione politica, in quanto non rappresentativa di una cultura maggioritaria. La destra oggi all’opposizione non ha personaggi di spicco da presentare e nei cinque anni di amministrazione non ha certo dato prova di progettualità alternative, anche se ha costruito una opposizione concreta, anche propositiva. Ma nonostante questo, la maggioranza teme le prossime elezioni, le sente avvicinarsi come una catastrofe. Lo dimostra una recente delibera di giunta che affida ad un giornalista l’incarico di portavoce della amministrazione. Per amministrazione non si intende il Consiglio Comunale, ma il solo organo esecutivo, la giunta. Il giornalista, dal 1° giugno fino al 31 marzo del 2010, dovrà redigere un comunicato stampa alla settimana, organizzare una conferenza stampa al mese e organizzare dei momenti assembleari con la popolazione su tematiche di interesse generale. Seimila euro il compenso previsto. Una delibera assunta senza aver coinvolto nessun altro giornalista delle due valli. La motivazione del documento sta nella necessità di recuperare, da parte della politica in generale, un rapporto attivo con il cittadino, rendendolo consapevole delle scelte amministrative. Come? Imboccando la stampa, dettando la linea grazie ad un giornalista amico, pagato con soldi pubblici e capace di costruire una lunga campagna elettorale che lenisca le troppe ferite aperte di questa amministrazione. Ma il distacco dei cavalesani dalla politica non è certo dovuto alla stampa locale. Questa giunta ha cancellato, senza discussione consigliare, il giornalino comunale. Nella revisione dello Statuto comunale e della Comunità di valle ha impedito ogni emendamento teso a facilitare la partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni. In paese, comitati o liste hanno raccolto firme sugli argomenti più diversi, dai bacini del Cermis fino al tema della viabilità interna, alla metanizzazione del paese e di Masi, sulla sanità, ma nessun argomento oggetto di conflitto è stato portato in Consiglio Comunale su iniziativa della giunta. E per finire le commissioni istituite all’inizio della legislatura si sono dimostrate un fantasma istituzionale. Ora si aspetta la reazione dei quotidiani. Offriranno spazio ai comunicati ufficiali del Municipio? Avranno ancora forza nel deludere le aspettative del sindaco Walter Cappelletto e dei suoi fidati assessori? Al momento sembra non vi sia stata nessuna modifica: i comunicati della maggioranza passano come sono sempre passati, e uguale rispetto viene offerto alle minoranze e la giunta comunale rimane sempre più arroccata nel fortino municipio. Nell’attesa, preoccupata, delle elezioni del prossimo anno. ● Il sindaco di Cavalese Walter Cappelletto luglio 2009 l’intervento Che farà Dellai da grande? Piergiorgio Cattani I corridoi ben informati della politica provinciale ci parlano di un presidente Dellai in difficoltà. Ma per capirlo non servono le voci e gli spifferi, basta analizzare la situazione. All’inizio dell’anno ci siamo posti la fatidica domanda sul futuro dell’anagraficamente giovane Dellai, dopo che per forza di legge non potrà più svolgere un altro mandato da Presidente. Poniamo ancora la questione, perché rendersi conto di quali siano i progetti strategici di Dellai è necessario per comprendere le scelte dell’oggi, anche sul versante amministrativo. Ci eravamo lasciati in febbraio con un Dellai che un giorno sì e l’altro pure sparava contro un PD agonizzante, destinato a spaccarsi dopo le elezioni europee: si ipotizzava la fuoriuscita dell’ala cattolico-centrista di Letta & C. e la costruzione insieme con Casini di una “cosa bianca” da affiancare a un Partito Democratico ridotto all’ennesima metamorfosi del vecchio e tormentato PCI. Sembrava che il nostro Presidente puntasse sul progetto, che, se davvero riuscisse a essere qualcosa di nuovo portando via alla destra qualche democristiano, non sarebbe da buttare per riportare alla vittoria l’opposizione di centro sinistra. Ma alla fine Dellai si è limitato ad appoggiare per le elezioni europee l’impresentabile Tarolli o a dare un leggero sostegno al candidato autonomista Kaswalder, non volendo neppure incontrare Michele Nicoletti che era senza dubbio il candidato trentino più autorevole ma anche con maggiori possibilità di essere eletto. Una scelta devastante dal punto di vi- QUESTOTRENTINO sta dell’immagine e incomprensibile da quello politico, se non vedendolo come tentativo di prosciugare la base autonomista. Dellai si è trovato infine senza nulla in mano, con l’UDC scontento e inutile, con l’infido PATT a rivendicare spazi e con l’UPT ininfluente. In questo modo Dellai, che pure in sede romana non ha mai goduto di significativi appoggi non avendo in dote un pacchetto di voti (il Trentino conta un decimo della Sicilia), ha rotto i ponti con il PD; se poi mettiamo in conto la battuta di arresto del progetto centrista, vediamo come le porte di Roma siano per ora precluse per il nostro. Fa un po’ tristezza constatare che ad applaudire l’UPT sia rimasto il solo Rutelli, il quale comunque resterà, pur tra critiche e minacce di scissione, all’interno del PD. Insomma, ancora una volta Dellai resta privo di un partito di riferimento. Addio sogni degasperiani? Fra quattro anni tutto può cambiare ma emerge la domanda se Dellai voglia davvero andare in Parlamento cercando di ritagliarsi uno spazio da leader nazionale. Se avesse queste ambizioni si muoverebbe meglio, quindi l’approdo romano non sarebbe l’obiettivo dellaiano e questi discorsi sarebbero solamente dietrologie. Dellai rimane uno dei pochi personaggi vincenti del centro-sinistra nazionale, portatore di un’interessante esperienza politica, comunque legata a una storia autonomistica e a una struttura sociale e comunitaria peculiare che a Roma capiscono poco. Tuttavia il Nostro forse coltiva an- che altri progetti. Uno di questi, il più suggestivo e che potrebbe consegnargli un posto nella storia, è la famosa (e a volte fumosa) Euregio. Ne abbiamo parlato nell’editoriale di due numeri fa. Potrebbe essere un progetto ad ampio respiro, fondamentale per l’evoluzione dell’autonomia, un obiettivo su cui giocarsi il futuro. In ottobre ci sarà l’incontro, fortemente voluto da Gianni Kessler, dei tre presidenti delle assemblee legislative di Trentino, Alto Adige e Tirolo: nelle intenzioni sarà la pietra di fondazione per costruire su progetti concreti un abbozzo di confederazione dei tre territori. Sulla carta Dellai appoggia questo percorso, anche se mal sopporta il protagonismo del rivale, quest’ultimo peraltro salito sul carro dell’Euregio da pochissimo tempo. Riusciranno i due a vincere gli attriti? È complicato però pensare che in quattro anni si costruisca un organismo esecutivo trilaterale e ancora più complicato ipotizzare che sia Dellai a presiederlo, in quanto sarebbe naturale affidare questo ruolo di rappresentanza a un esponente di lingua tedesca. Le vie della politica, si sa, sono infinite. Forse c’è un’altra opzione per il Presidente. In questi anni abbiamo assistito a un progressivo svuotamento della struttura amministrativa provinciale a vantaggio di controllate esterne (come Patrimonio spa, Agenzia provinciale per l’energia, Trentino spa…) che stanno diventando i veri centri di gestione del potere, un po’ come la Gazprom in Russia. E magari tra 5 anni potremo trovare là il nuovo impiego di Dellai. ● 21 lettere e interventi L’allevamento nelle Giudicarie Questo è un commento riferito all’articolo “Allevamento, stop al modello padano” apparso su Questotrentino nelle settimane scorse e distribuito in paese. Tale commento è rivolto direttamente al giornalista firmatario dell’articolo e al CIGE e indirettamente spero sia motivo di riflessione per tutti noi. Innanzi tutto mi presento: sono Stefano Carloni, 24 anni, abito a Fiavè in loc. Torbiera. Sono figlio di un allevatore, studio ingegneria a Trento e nella mia vita ho vissuto e viaggiato quanto basta per ammirare la particolarità del territorio delle Giudicarie. […] Il mio intento con questa lettera è di farLe capire la sensazione di mancanza di rispetto che ho provato nel leggere il Suo articolo. Tengo a precisare che nell’articolo è scritta qualche verità interessante, lo penso davvero, ma passa in secondo piano a causa gravi mancanze: del senso della misura (negli aggettivi, nelle descrizioni, nella criticità); del riconoscimento della fatica, della passione, della dedizione; del rispetto delle regole del giornalismo. Credo anche sia per questo se in valle esiste una sorta di non dialogo tra addetti al settore agricolo e non; perché articoli come il Suo hanno come risultato il distorcimento della realtà e il sorgere di incomprensioni, persino tra noi compaesani. Si dovrebbe lavorare per un dialogo costruttivo e non per l’infamia di una categoria. Mi piacerebbe discutere con Lei per chiarire concetti buttati lì con superficialità e aggettivi d’effetto: stalle enormi, modello padano, ecc. Una dialettica tipica del giornalismo odierno, giornalismo 22 che spesso ha un significante che spadroneggia sul significato; ed è proprio qui che a mio parere si perdono gli spunti e le possibilità di confronto in un articolo come il Suo. Solo saltuariamente e di rado ho aiutato mio padre nel suo lavoro, ma posso dire di avere ben chiare le dinamiche della zootecnia ed in particolare della zootecnia nelle Valli Giudicarie Esteriori. Commenterò qualche passo dell’articolo citandolo: “Quando scollino il passo del Ballino due cose mi colpiscono. Il cambiamento del paesaggio, dove ora la Torbiera di Fiavè si mostra in tutta la sua bellezza, esaltata da una bella giornata di sole marzolino... e l’odore”. […] La situazione odorifera da Lei esposta è solamente in piccola parte vera. Tante persone dalle disparate provenienze sono state ospiti da me, anche i classici cittadini che prima non avevano mai visto una mucca e nessuno, ma proprio nessuno, ha mai detto che in questa zona ci sia un odore di liquami costante, fastidioso o insostenibile. In 365 giorni, forse 20 hanno davvero un sottofondo odorifero sgradevole (parlo per il Comune dove risiedo); 20 su 365, faccia una proporzione, un rapporto, una percentuale, un grafico: la situazione è così traumatica come traspare dalle sue righe? Da diversi anni esiste una maggiore attenzione nello spargimento da parte degli allevatori e su questa strada si deve continuare. […]. Inoltre consideri pure l’inverno che è stato. Lei parla di marzo, ma si rende conto che da novembre a marzo compreso qui non abbiamo visto terra? C’è stata tanta di quella neve, che ha impedito gli spargimenti sia a fine autunno che in marzo; e se qualche spargimento è avvenuto sulla neve, certamente è stata una scorrettezza, ma a parer mio con il beneficio dell’emergenza. Insomma, si trattava di una situazione limite e Lei riporta un’eccezionalità come quotidianità. “Il CIGE è un comitato di cittadini mosso dall’amore per la propria valle...” Amore per la propria valle: già, ma i contadini amore per la propria valle non ne hanno proprio, vero? Si alzano da una vita alle cinque di mattina, ma lo fanno solo per se stessi vero? Non perché hanno la pazienza, la forza, la passione per compiere questo lavoro senza giorni festivi; non per la soddisfazione di coltivare prati e terra, e poter guardare la valle vedendo i mutevoli colori dei propri sforzi. La valle poi è più diversificata di quanto Lei voglia far apparire (certamente c’è il mais che fa da padrone, ma abbiamo anche verdure, tuberi, mele, uva e altri piccoli frutti). Ha mai ben osservato per esempio la val di Non, qualche zona della valle dell’Adige, o persino qualche valle altoatesina dedita alla monocoltura dei vigneti o alla monocoltura dei meleti? Tengo a sottolineare nuovamente che qualcosa si può e si deve cambiare, ma quello che Lei ha riportato nell’articolo è distorsione della realtà. Se l’obiettivo di un articolo come il Suo è far sì che critiche, osservazioni e consigli vengano ascoltati e presi in considerazione dagli agricoltori, in modo da gettare le basi per un dialogo costruttivo, penso che innanzi tutto si debba rendere giusto merito alle persone che sono rimaste legate al lavoro di questa terra; capire il perché e il come si è arrivati alla situazione odierna partendo dagli anni ‘60; rendersi conto della società in cui viviamo e degli stili di vita che teniamo. […] Ribadisco per l’ultima volta che nell’articolo ci sono alcuni spunti importanti e che la situazione agricola giudicariese potrà voltare ancora in meglio se si crederà in nuove metodologie e si coinvolgeranno i giovani, ma sono stufo di un’informazione parziale e pressappochista. […] Spero che abbia colto il significato positivo delle critiche da me mosse e la voglia di mediare tra le diverse posizioni. Stefano Carloni, Fiavé *** Gentile Stefano, risponderò alle sue sollecitazioni punto per punto. Sull’uso di aggettivi d’effetto: alcune delle stalle presenti nelle Giudicarie Esteriori sono effettivamente enormi (come vogliamo definire stalle da 4-5-600 capi?) e il modello è effettivamente padano (nelle stesse ammissioni di chi lo pratica). Sulla questione dell’odore e degli spargimenti: quella dell’odore non è stata certo la questione-chiave al centro del mio articolo, mentre diverso è il discorso sugli spargimenti: per quanto eccezionale sia stato l’inverno scorso, l’eccesso di deiezioni determina una situazione di rischio ambientale da tempo (come rilevato dalle analisi delle acque cui ho fatto riferimento nell’articolo, risalenti al 2007). Sulla questione dell’amore per la luglio 2009 propria terra da parte degli allevatori giudicariesi: non è mai stata messa in dubbio, ma i fatti dimostrano che, nonostante questo amore, il territorio è stato danneggiato dalle scelte fatte dagli allevatori, come ammesso anche da chi, oggi, fra loro – e per fortuna – vuole cambiare direzione. Sulla diversificazione dell’agricoltura e dell’economia delle Giudicarie Esteriori: direi che sono i dati a parlare, e ad evidenziare la predominanza di allevamento e coltura del mais ad esso collegata. Credo che le indicazioni date non da me, ma dal prof. Corti all’interno dell’articolo siano corrette: meno allevamenti e più estensivi, più turismo e un’agricoltura modello Val di Gresta. Magari bio. Mi sembra che la strada da fare sia molta, in questa direzione. Penso anche, per concludere, che persone intelligenti come lei siano in grado di capire la necessità e l’importanza di cambiare modello. Che è poi quello che l’inchiesta voleva evidenziare. M. N. Comune unico di Ledro: arriverà il commissario? Quando circa vent’anni fa in Valle di Ledro iniziò il percorso per giungere al Comune unico, si sapeva che le cose non sarebbero state semplici; ma mai si sarebbe pensato di incontrare l’ostacolo dell’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale di una parte, sebben secondaria, della legge costitutiva del Comune. Le difficoltà dovevano essere quelle di convincere la popolazione della bontà del QUESTOTRENTINO progetto, non quelle cavillose delle interpretazioni giuridiche da parte di istituzioni che, a parole, dicono di tutelare le autonomie locali e i loro percorsi di riforma all’insegna della semplificazione e dei risparmi di spesa, ma nei fatti agiscono in senso contrario. Questo è quello che ha fatto il Governo Berlusconi impugnando la legge regionale n.1/2009. Impugnazione che, se da un lato non mette in discussione la nascita del Comune unico voluta dai ledrensi con la maggioranza del 74,39% al referendum del 30 novembre, dall’altro lascia l’amaro in bocca e viva preoccupazione per le argomentazioni speciose addotte. Ciò che viene messo in discussione dal Governo è la gestione provvisoria del nuovo Comune affidata dall’art. 6 della L.R. n. 1 dd. 13.3.22009 agli organi dell’Unione per il periodo gennaio-maggio 2010 e cioè fino all’elezione degli organi del nuovo Comune in concomitanza col rinnovo degli organi di gran parte dei comuni trentini. Scelta, questa, condivisa da tutti gli enti (Regione, Provincia, Comuni ed Unione) partecipanti alla complessa procedura istituzionale, tanto che il disegno di legge è stato allegato alle delibere consiliari per la richiesta di indizione del referendum in modo da spiegare alla cittadinanza le modalità di gestione del nuovo ente di cui si voleva garantire la funzionalità fin dalla nascita. Chi meglio degli organi dell’Unione, composti da amministratori di tutta la valle, che hanno lavorato per oltre un decennio al progetto, poteva rappresentarlo democraticamente nella fase iniziale? Certo non un commissario che, raggruppando in una sola persona tutti i poteri, richiamava alla mente il periodo dei podestà. Ebbene, la soluzione che prospetta il governo è proprio la nomina del commissario, limitandola, a quanto sembra e per fortuna, alle sole funzioni che riguardano i Sindaci quali ufficiali di governo, sia in materia di ordine pubblico e sicurezza, che di cittadinanza, stato civile, anagrafe ed elettorale. Sul piano giuridico la delibera afferma che le disposizioni dell’art. 6 della legge regionale eccedono la competenza dello Statuto di Autonomia, il cui art. 54 , comma 5, attribuisce alla Giunta Provinciale la nomina di commissari straordinari “quando le Amministrazioni non siano in grado per qualsiasi motivo di funzionare”, e sembra non rispettare anche l’art. 83 del D.P.Reg. 1.2.2005 n. 3/L sull’Ordinamento dei Comuni trentini che, in caso di scioglimento e sospensione dei consigli comunali, prevede sempre l’intervento della Giunta provinciale per la nomina di un Commissario che esercita le funzioni di sindaco, giunta e consiglio. Riferimenti, questi, che non si attagliano alla situazione della Val di Ledro, dove non esistono “Amministrazioni non in grado di funzionare”, né forme di “scioglimento o sospensione dei consigli comunali”, bensì esiste la volontà popolare di sostituire a 6 Amministrazioni e a 6 consigli comunali un’unica Amministrazione e un unico consiglio. Ai palazzi romani sembrerà impossibile, ma così è per volontà popolare. Per questo la Regione ha applicato per la prima volta l’art. 7 comma 1 dello statuto di autonomia il quale, in analogia all’art. 133 comma 2 della Costituzione, recita che “con leggi della Regione, sentite le popolazioni interessate, possono essere istituiti nuovi Comuni e modificate le loro circoscrizioni e denominazioni” così come richiamato anche dall’ art. 43 del D.P.Reg. 1.2.2005 n. 3/L sull’Ordinamento dei Comuni trentini . [...] Ora si vedrà il da farsi. Certo che dal punto di vista politico pare appropriata la sintesi fatta dal Presidente Dellai: “La nostra scelta è stata ragionevole, la loro decisione molto discutibile”. Per questo auspichiamo che la risposta politico-istituzionale alla provocazione del governo sia adeguata alla posta in gioco, quella di salvaguardare l’alto valore politico-istituzionale della nascita del Comune di Ledro dalla fusione di sei comuni. Caso unico in Trentino, ma anche a livello nazionale. Un obiettivo raggiunto attraverso un percorso maturato e gestito dal basso, a dimostrazione della presenza di una classe amministratrice e di una cittadinanza in grado di farsi carico del proprio futuro e di proporre soluzioni innovative al problema dell’eccessiva frammentazione delle istituzioni locali. In altre parole di essere in grado, dal basso, di proporre e realizzare quelle riforme di semplificazione del quadro istituzionale tanto sbandierate e pianificate nell’ultimo 23 lettere e interventi decennio a livello provinciale e nazionale, con scarsi risultati concreti. Certi che la volontà popolare verrà rispettata, l’Unione proseguirà sul cammino intrapreso per giungere entro fine anno al nuovo statuto comunale, con la istituzione dei sei Municipi grazie alla stesura del regolamento per la elezione dei loro rappresentanti in concomitanza con le elezioni comunali. Il tutto nell’ambito di un percorso partecipato e condiviso. L’obiettivo è far approvare questi due fondamentali documenti dagli organi provvisori del Comune unico nei suoi primi mesi di vita, in modo da garantire regole precise di funzionamento e, ai Municipi, regole di partecipazione alla vita istituzionale. Questo è un impegno politico, nel senso nobile del termine, preso nei confronti della popolazione e dev’essere rispettato, anche perché le censure del governo - a mio parere - limitandosi alle sole funzioni statali degli enti locali, non ne intaccano la validità sostanziale. Se così non fosse, saremo di fronte ad un’aggressione inaudita alla democrazia diretta dei referendum consultivi previsti dalla Costituzione e dallo Statuto d’Autonomia per la nascita dei nuovi Comuni e conseguentemente ad un attacco diretto alla nostra Autonomia. In ogni modo serve una risposta adeguata e corale (Comuni, Unione dei Comuni, Provincia e Regione) all’impugnativa del Governo, in modo che l’esperienza della Val di Ledro non resti un fatto isolato, ma diventi un esempio virtuoso di democrazia dal basso sull’ostico versante delle riforme istituzionali. Rolando Mora, consigliere dell’Unione 24 Preti a Trento Mi sento di mettere in guardia i quattro novelli preti ordinati recentemente in duomo dal vescovo Bressan. Non tanto dalle tribolazioni e difficoltà che incontreranno nell’esercizio del ministero, ma dall’ipocrisia che campeggia sovrana anche nella Chiesa di Trento e che ha impedito tra l’altro l’ordinazione in diocesi di don Christian Leonardelli, incardinato poi in quel di Livorno. Ciò che gli alti papaveri ecclesiastici vogliono veramente non è tanto di selezionare persone degne nelle quali siano evidenti i segni di una chiamata divina, ma piuttosto di arruolare personale per perpetuare un controllo sociale finalizzato all’esercizio di un potere più politico che spirituale. Soggetti con un pensiero critico non sono adatti a questo progetto. Occorrono persone sottomesse e psicologicamente castrate per comporre quell’immagine del ministero perseguita dai suddetti “superiori”, che corrisponda adeguatamente al progetto di marketing ecclesiastico attualmente in auge. Traggo queste considerazioni anche dalla mia personale esperienza: siamo vasi d’argilla cotta trasportati assieme a vasi di ferro, diceva San Paolo. Ed è vero, ma nel caso la vocazione si rompa non trovi più nessuno tra i tuoi vecchi amici, che prima si sperticavano a dimostrarti affetto, che poi si degni anche solo di aiutarti a raccogliere i cocci. Sarebbe già tanto che il vescovo ti concedesse udienza, ma poi, chissà come, ha sempre qualche altro impegno. Franco Zadra Osservazioni di un autotrasportatore In conseguenza dell’aumento spropositato dei costi di gestione e della concorrenza degli autotrasportatori provenienti dai Paesi dell’Est europeo, con le loro diverse regolamentazioni fiscali e previdenziali (molto meno gravose delle nostre) noi non siamo in grado di sopravvivere. Se vogliamo salvare le nostre aziende dobbiamo come minimo avere dallo Stato la possibilità di operare con costi agevolati per sostenere l’azienda e creare una giusta economia nazionale. Per realizzare questi obiettivi abbiamo bisogno di ottenere alcuni punti indispensabili, con delle modifiche al sistema dell’autotrasporto: - Riduzione del costo del gasolio per trazione (vedi altre categorie già agevolate); - Riduzione dei pedaggi autostradali in Italia e nella Comunità europea (vedi rimborso); - Tariffe chilometriche minime garantite, per eliminare la concorrenza sleale; - Per rafforzare la sicurezza occorre modificare l’orario di guida, considerando che il fattore umano riveste un ruolo sempre più importante nella prevenzione degli incidenti. Per ottenere tutto ciò l’autista non può prendere ordini di pausa o riposo quando lo stabilisce un semplice dispositivo elettronico, che scatta in qualsiasi momento o punto della strada, ovunque l’automezzo si trovi. L’autista è obbligato a fermarsi per la pausa nelle apposite piazzole lungo l’autostrada o nelle aree di servizio e riposare dentro la cabina del camion sotto il sole estivo, come fosse zavorra, spesso senza servizi igienici. Per non parlare del disservizio che conseguentemente si crea nella consegna della merce, spesso deperibile. Un esempio: a volta succede che il tachigrafo segnali il momento di fermarsi per la pausa quando l’autista si trova a un’ora di guida dalla propria abitazione, precludendo la possibilità di un riposo sicuro nel proprio letto e accanto alla propria famiglia. Non sarebbe meglio individuare un certo numero di ore di riposo da svolgersi durante la notte, avendo così una qualità di riposo migliore? A nostro avviso questo sistema garantisce non solo riposo sicuro, ma anche massima sicurezza sulla strada e non di meno puntualità nel servizio. Siamo sicuri che queste piccole ma importanti precisazioni saranno recepite in maniera positiva da chi dovrà trarne le dovute conclusioni. Iginio Pedrotti, Autotrasporti Garda Frigo s.r.l. luglio 2009 Scientology e la psichiatria Mentre il Pubblico Ministero chiede al tribunale correzionale di Parigi di condannare l’Association Spirituelle de l’Eglise de Scientologie e la sua Libreria Parigina, a due milioni di multa e alla dissoluzione di ambedue le società, si svolgeva dal 4 al 14 giugno in Regione una mostra multimediale intitolata “Psichiatria, un viaggio senza ritorno” organizzata da un “Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani” (CCDU). Qualcuno non ancora edotto sulla vera natura di questo Comitato che si propone di denunciare i crimini della psichiatria si chiederà cosa c’entra. C’entra eccome! Il CCDU è una Onlus fondata dalla Chiesa di Scientology, una setta potente quanto pericolosa creata negli Stati Uniti negli anni ’50 che si è sviluppata in tutto il mondo attraverso diverse organizzazioni satelliti quali il CCDU. Le sue pratiche sono state oggetto di molte controversie e procedure giudiziarie. Già negli anni ‘60, la Camera dei Comuni britannica pubblicò un rapporto nel quale criticava i metodi psicoterapeutici di Scientology, considerandoli nocivi. Negli anni ’70, Scientology varò l’operazione Snow White per fare sparire fascicoli sfavorevoli a Scientology e al suo fondatore L. Ron Hubbard. Quel progetto comprendeva una serie di infiltrazioni e furti di documenti in 136 organismi in più di 30 paesi, ambasciate, consolati nonché organismi privati, tutti critici nei confronti di Scientology. Undici dirigenti furono condannati a pene detentive per ostruzionismo alla giustizia, scassi in uffici del governo e furti di documenti. In quell’occasione, l’FBI scoprì che la Chiesa stava costi- QUESTOTRENTINO tuendo pratiche contro i suoi nemici potenziali per neutralizzarli. Nel ’78, tre dirigenti della sede parigina, tra cui lo stesso Hubbard furono accusati di truffa dal Tribunale di Parigi. Nel ‘97 un rapporto della Camera dei Rappresentanti Belgi la considerò facente parte dei movimenti settari nocivi. Nel 1999, un rapporto della MILS (Mission Interministerielle pour la Lutte contre les Sectes) la classificò come ‘setta’ e ne raccomandò la dissoluzione. Questo è solo qualche esempio degli scandali che Scientology ha provocato. Come tutte le sette, si tratta di un’organizzazione il cui scopo è l’arricchimento economico, speculando sulla fragilità di certe persone col pretesto di aiutarle. Come Chiesa pretendono di avere inventato un apparecchio, l’elettrometro, capace di misurare lo stato spirituale di una persona: un metodo ben poco scientifico per un’organizzazione chiamata Scientology. Ma tutto questo affare frutta molto denaro. Le formazioni e i trattamenti costano migliaia di euro e tante persone sono state rovinate, il che del resto è l’oggetto del processo in corso a Parigi. L’isolamento è una delle tecniche utilizzate per evitare che parenti o amici possano soccorrere chi è caduto sotto l’influenza della setta. Contro i detrattori, utilizzano la diffamazione. Spesso, i nomi scelti dall’organizzazione assomigliano a quelli di organismi pubblici o privati, un equivoco he aiuta a spacciare le organizzazioni scientologiche come fossero servizi ufficiali o organizzazioni già note. Le loro attività fanno da cavallo di Troia per reclutare nuovi adepti che si coinvolgono in varie attività o a favore di cause quali la lotta contro la droga o contro i crimini della psichiatria, non esplicitando chiaramente i legami di questi organismi con Scientology. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani è uno di questi organismi insospettabili. Arriviamo a questa “mostra multimediale”. Sono stati presentati una serie di film contro la psichiatria. Sono andato a vedere questa mostra senza sospettare che una manifestazione ospitata dalla Regione con la collaborazione di una Onlus chiamata “Trentinosolidale” che chiede donazioni su un conto della Banca Popolare Etica potesse essere stata promossa da un’organizzazione (la CCDU) satellite di Scientology. La mostra mi ha insegnato qualcosa, non sulla psichiatria o la psicologia, bensì sui metodi di manipolazione mentale. I filmini non lasciavano il tempo della riflessione. Era un continuo zapping su immagini scioccanti, falsità, caricature, pressappochismi, equivoci in cui la psicologia è confusa con la psichiatria, in cui Philippe Pinel, psichiatra francese del ‘700 (il primo medico che si propose di curare i dementi abituandoli ad un’attività) diventa un flagellatore di malati, in cui gli psichiatri diventano responsabili del razzismo, abusano sessualmente dei pazienti, sono all’origine di attentati suicidi tra cui quelli dell’11 settembre, passano il tempo a fare elettroshock e lobotomie attraverso la cavità oculare! E questo è solo un campione di quella valanga di immagini. Sono esempi delle assurdità scandalose alle quali erano sottoposti i visitatori, sbigottiti, volutamente resi sbalorditi dalla violenza delle immagini destinate non a far riflettere, ma a far reagire emotivamente, lasciando nomi e cognomi in una petizione contro la psichiatria. Il ritmo stesso, vertiginoso, delle immagini non lasciava spazio allo spirito critico. Dopo avere ottenuto la Sala di Rappresentanza della Regione, Scientology ha ingannevolmente presentato la sua iniziativa come “patrocinata” dall’Ente pubblico, utilizzando lo stemma della Regione sui suoi volantini. Tanto che la Regione ha pubblicato un comunicato nel quale si dichiara che “non è stato concesso nessun tipo di patrocinio, né morale né finanziario, all’iniziativa”. Lo stemma è stato ritirato dai volantini ma tanti erano già stati distribuiti creando confusione. Questo è un ennesimo esempio dei metodi di Scientology. Il rischio rimane di non vedere cosa si nasconde dietro certe organizzazioni Onlus e certe iniziative apparentemente piene di buone intenzioni ma estremamente pericolose per la nostra società. Dott. Thierry Bonfanti 25 p i ep si e s es s e sfogliando s’impara Tòs Il Pdl? Cosa Sua è! È del Pdl (area Forza Italia), eppure mi è quasi simpatico. Pacato, discorsivo, mai arrogante, non sembra un marziano come tanta parte del personale politico salito sul carro di Berlusconi. In realtà il senatore Giacomo Santini ha tutto del democristiano di vecchio stampo, ivi comprese alcune qualità, come un certo rispetto per le regole, a cominciare da quelle che dovrebbero ispirare la vita interna di un partito. E così, in un suo intervento comparso sull’Adige del 25 giugno, preoccupato per l’immobilismo che caratterizza il Pdl trentino, ha auspicato che la scelta del coordinatore provinciale venga fatta democraticamente e in tempi brevi dai trentini stessi e non avvenga per nomina romana come pare che sia nell’aria. Del resto, Forza Italia trentina si era dimostrata all’avanguardia: siamo stati i primi – ricorda Santini – a eleggere in un congresso il coordinatore provinciale: “Non avevamo chiesto il permesso a nessuno... e poi molti altri ci hanno seguito. Noi abbiamo superato già anni fa l’organizzazione aziendalistica del partito per cui è Roma che nomina il coordinatore regionale e poi quello provinciale... E ora non vogliamo tornare indietro”. L’incarico, provvisoriamente, è ricoperto attualmente da Maurizio Del Tenno, che è anche deputato, nonché assessore e coordinatore del Pdl a Sondrio, oltre che imprenditore. Troppa roba. Sicché, dice Santini, “a Trento lo vediamo poche volte. È vero che lui si muove in elicottero, però ... non può essere dappertutto”. Con tanti impegni da onorare, pare che abbia delegato qualche incombenza al capogruppo in Provincia Walter Viola, ma non si è risolto nulla: “Viola aspira a fare il coordinatore, ma al momento non mi pare che si sia sentito responsabilizzato, visto che in sede non si vede mai”. E ancora non basta: “La sede del partito sarebbe ormai chiusa, 26 se non fosse per due-tre volontari che si preoccupano, pur senza avere gratificazioni”. Del Tenno gli risponde l’indomani, piuttosto seccamente. I suoi “mal di pancia” sarebbero dovuti “alla delusione per la mancata nomina a coordinatore regionale”. Quanto alla richiesta di una scelta democratica in sede locale, Del Tenno non è interessato a discutere la questione, non sembra neppure comprendere quell’esigenza e se la sbriga confermando burocraticamente che la nomina del coordinatore provinciale del Pdl trentino “avverrà secondo le stesse modalità con cui sono stati scelti i coordinatori di altre province”, e cioè da Roma, o da Arcore che sia. E per quanto riguarda la sua presunta latitanza: “E’ vero che il sen. Santini non mi vede da tre settimane, ma ciò accade semplicemente perché non mi è utile incontrarlo”. Del Tenno ha privilegiato “gli incontri sul territorio”. Il giorno successivo c’è la replica di Santini, insolitamente dura: “Il Trentino non è una colonia romana. Non abbiamo bisogno di proconsoli imposti dal centralismo autarchico del partito”. Sarebbe un’offesa a coloro “che da anni, in condizioni sempre difficili, hanno garantito la presenza del centro destra in questo avamposto rosso (sic!), immerso nel verde-azzurro” del nord Italia”. Il guaio – la frecciata è tutta per Del Tenno - è che “il partito e il Parlamento sono farciti da titolari di pluricariche di ogni genere. Fatti loro. La cosa riguarda la loro coscienza ed il senso di rispetto che nutrono per le persone” –, mentre lui no, non ha nessuna aspirazione a ricoprire incarichi di partito: “Non li ho mai voluti né mai li accetterò”. A questo punto, è ovvia, e sincera, la nostra solidarietà al sen. Santini. Magari un po’ pelosa, non lo nego. Il sen. Giacomo Santini luglio 2009 piesse Il fumo e l’arrosto gastronomia e affini Antico Pozzo: suff. Adelio Vecchini L’Antico Pozzo un seìno se lo porta a casa, va bene. Però è una di quelle sufficienze che a scuola lasciano l’insegnante scontento perché il ragazzetto con gli occhiali, seduto in prima fila, sembrava promettere di più. Ricavato negli antichi spazi dei magazzini Nicolodi, il ristorante appare più di quanto sia. L’ambiente è suggestivo, i soffitti sono alti e a volta e i pavimenti in elegante travertino. All’esterno sono sistemati alcuni tavoli ben distanziati e apparecchiati con gusto sobrio. Stando al look, a questo desco ci si siede con convinzione, forse ancor più incoraggiati dallo scoprire che le redini della struttura sono in mano a due giovani under 35. Brandendo il menù si ha l’impressione che l’intento dei gestori sia quello di collocare il locale in fascia medio alta (anche di prezzi: se prendi tutto, in 50 euro fai fatica a starci): ostriche, qualche crostaceo crudo, tartare... Ricette non innovative ma con le quali i distratti trentini non hanno confidenza o, meglio ancora, hanno quel tanto di conoscenza per averle sentite nominare che subito si sentono appagati, compiaciuti nel semplice gesto d’ordinare: “Oste, fragole e champagne!” Ma è a questo punto che il pallone si sgonfia. I piatti veicolano infatti sapori un po’ banali e dai contrasti scialbi. Consistenze e preparazioni corrette, incapaci però di stupire: la tartare d’ombrina è leggermente grassa, l’insalata di polipo è tanto slegata da sembrare due piatti (“l’insalata” e “il polipo”) e gli spaghetti pomodorini e vongole veraci hanno un sentore che porta a sospettare che l’aglio sia rimasto nel tegame troppo a lungo. Ci si alza quindi un po’ delusi, non tanto da bocciare, ma abbastanza da prendersi l’appunto di suggerirgli, il giorno delle udienze, di applicarsi di più. [email protected] Ristorante Antico Pozzo Trento - via Manci, 45 Tel. 0461 263657 Chiuso il martedì sera QUESTOTRENTINO Cime Tempestose Mattia Maistri Rottamazione d’ufficio Un sessantenne di Civezzano è stato trovato completamente ubriaco per la quarta volta al volante della sua ventennale Golf. Naturalmente il mezzo gli è stato confiscato, ma siccome allo Stato la messa all’asta costerebbe più del ricavo dalla vendita, si è deciso di mandare l’automobile direttamente in demolizione. Perché non mutuare lo stesso sistema anche tra i “rottamandi” politici? La lista è lunga: Tarolli, Andreotti, Boso, Boato… La morale della favola (calcistica) Dopo la retrocessione del Trento nel campionato di calcio di Eccellenza, i tifosi del club gialloblù hanno minacciato di denunciare la società per danni morali. D’altra parte finire a giocare in campionato con Rotaliana, Fersina, Mori è davvero immorale per la squadra del capoluogo. Così come fare certe denunce. AAA territorio svendesi Tra un anno e mezzo sorgerà a Mori il più grande centro commerciale della regione, su un territorio di 36.000 metri quadri. Negozi, cinema, una pista di go-kart, un grande mega-store e pure una piazza “coperta” in un’opera mastodontica. Per un ritorno sul territorio di ben 300 posti di lavoro. Ma quanti se ne perderanno contemporaneamente nella piccola distribuzione non più concorrenziale? Dettagli. Come sempre. L’analisi degli esperti Anche il mercato del vino comincia a sentire gli effetti della crisi. A quali grandi riflessioni può aver portato questo momento difficile? Forse che immaginare di aumentare di anno in anno le vendite è poco sensato visto che a un certo punto, fisiologicamente, il numero di acquirenti si stabilizza o diminuisce? Forse che puntare esclusivamente sul vino potrebbe mettere a repentaglio la vita di un territorio, come si fece anni fa con la monocoltura della mela in Valle dell’Adige? No, riflessioni troppo complesse. Meglio cercare il capro espiatorio. Lo si sente ripetere in Piana Rotaliana da un certo periodo: “La crisi del mercato del vino dipende dai troppi alcol-test presenti in provincia”. Ah, ecco… Allarmi, allarmi siam leghisti Alessandro Savoi, capogruppo della Lega in Consiglio Provinciale, ha minacciato di denunciare il consigliere del Pd Mattia Civico per “procurato allarme”, poiché avrebbe diffuso la notizia dell’esplosione di colpi di pistola verso alcuni caravan di nomadi, rivelatisi poi semplici petardi lanciati da uno squilibrato. Singolare che sia proprio la Lega a denunciare il procurato allarme, visto che è da anni che semina timori e paure senza alcun fondamento. Chi semina vento, raccoglie tempesta. Logica stringente La consigliera leghista di Trento, Bruna Giuliani, ha rimproverato il presidente delle Acli trentine, Arrigo Dalfovo, per aver duramente criticato lo slogan del suo partito “Trento cristiana, mai musulmana”. Il comunicato stampa della leghista infila una perla dietro l’altra. Oltre a fare la barba alla grammatica italiana scrivendo che “la Lega continua a crescere i consensi” (ohibò, che siano forse polli all’ingrasso da ingozzare, questi consensi?), prende a calci la logica: provoca Dal Fovo dicendogli che da buon cristiano dovrebbe dare il buon esempio e ospitare in casa sua gli immigrati clandestini. Ma se un buon cristiano ha il dovere di accogliere gli stranieri a casa, la Lega (che è un partito cristianissimo) non dovrebbe fare altrettanto? Chissà se la consigliera Giuliani voleva comunicarci l’intenzione, molto cristiana secondo quanto scritto, di aprire le porte del suo bed&breakfast agli immigrati. Probabilmente non l’ha capito nemmeno lei. Call center per fedeli Mentre il Papa richiama i fedeli al sacramento della confessione, i confessionali italiani sembrano restare semideserti. Padre Enzo Redolfi del convento di Santa Caterina di Rovereto, tuttavia, intervistato da l’Adige ha dichiarato che nonostante tutto il confessore resta sempre un punto di riferimento: “Ci sono le mogli che chiedono come possono conquistare il marito; ci sono impiegati che, di fronte a certi comportamenti del datore di lavoro, vogliono sapere se debbano tacere o reagire; c’è anche chi chiede consigli sui candidati da votare”. Più che un confessionale, un call center. A quando le indicazioni sulle pizzeria aperte in città? 27 piesse Io tinta di aria Tersite Rossi Realiti Sciò I lettori di QT ricorderanno il reality show trentino, voluto dall’Assessore Panizza, familiarmente conosciuto come “La Vacàda”. Nel mese di giugno altri quattro protagonisti sono entrati in gioco, tra i quali un noto personaggio politico: Nadia Ioriatti La livella F ino agli anni ‘70 in pubblico le donne portavano il lutto stretto con calze velate e abiti neri. L’uomo un bottone di raso nero all’occhiello. Il periodo variava col grado di parentela della persona scomparsa. Un anno per un genitore, molto più per figli o coniuge. Senza le esagerazioni tipiche di altre realtà, il lutto lo portavano tutti. Ricchi e poveri, religiosi e non. Riuniti dalla poesia di Totò: “A morte ‘o ssaje ched’è?...è una livella”. C’era la figura della vedova in gramaglie rimasta con figli piccoli da allevare e che aveva la solidarietà di tutto il vicinato. E quella della vedova allegra sulla quale si levavano le chiacchiere. Il patimento del vedovo dicevano invece fosse breve e paragonabile a quella specie di scossa che si prende sbattendo il gomito… Fa male sì, ma passa in fretta! A noi bambini veniva insegnato a portare rispetto alle persone in lutto col divieto di fare schiamazzi in loro presenza. Nelle case vicine si abbassavano volume delle radio e toni della voce. La morte faceva parte della vita e avveniva fra le pareti domestiche, quale elemento previsto anche se doloroso. L’ospedalizzazione estrema ha invece espulso la morte dalle case, occultandola alla visibilità sociale. Nella mia infanzia ricordo senza traumi un cuginetto, morto dopo pochi giorni di vita, vestito di bianco come fosse per una festa. Quando gli adulti non guardavano, noialtri cuginetti lo si toccava, dapprima incuriositi come da un gioco nuovo, per poi tenerlo in braccio come una bambola. Quando morì il nonno più caro, ero adolescente e lì capii cosa vuol dire non esserci più. La morte di mio padre invece fa sempre male a pensarci. Avrei, come ha scritto Auden, spento le stelle, imballato la luna e smontato il sole… Manifestando così al mondo tutto il mio dolore. Non avrei invece impedito ai miei figli allora piccoli, 8 e 3 anni, di vedere il nonno morto. Si evita il più a lungo possibile per tenerli lontani da quel dolore, non dando però loro modo di farne esperienza. La società iperattiva non dà il tempo di chiudersi in lutto, sembra non sia opportuno esibirlo e dopo tre giorni si riprende il lavoro. Terapia d’urto dove solo i forti sopravvivono! Cancellato l’unico segnale pubblico di riconoscimento, magari si cammina vicini ma ignari del periodo funesto che sta attraversando quel signore che si ferma a comprare il giornale. Chi portava una volta il lutto era autorizzato a non aver voglia di parlare o sorridere. Non serviva nemmeno spiegare il perché. Ci vorrà una legge per ripristinarlo, pur senza renderlo obbligatorio? Sarebbe un dolore da riconoscere e rispettare. Se ora fossi su facebook, sarebbe facile. Fonderei il gruppo “per tutti quelli che vogliono indossare un fiocchetto nero quando han subito un lutto”. Così capiresti al volo se la cassiera del supermercato non ha voglia di scherzare quel giorno. E se quell’amico invece lo toglierà, vorrà dire che il peggio è passato e gli è tornata voglia di sorridere. 28 Matteo, 29 anni: sociologo, laureatosi con una tesi su “I riflessi sociali dell’introduzione del gusto puffo nelle gelaterie tra il 1998 e il 2001”. Disoccupato per scelta, ha deciso di non intraprendere nessun lavoro che non corrisponda perfettamente al suo profilo professionale. Meglio conosciuto come “quel del spritz”, partecipa a “La Vacàda” perché non sopporta più la madre che lo costringe a pulire ogni settimana la sua cameretta con “Swiffer il cattura-polvere”. Francesca, 32 anni: insegnante precaria di tedesco, è stata assunta part-time in nero da un assessore della giunta Dellai amante dei cappelli piumati per dargli ripetizioni di lingua. A causa degli scarsi risultati dell’allievo (dopo tre mesi di lezioni coniugava ancora il verbo essere come un alcolizzato: ich pin, du pez, er lares…), è stata licenziata. Ha deciso di partecipare a “La Vacàda” in alternativa alla frequentazione del Punto d’incontro di Don Dante Clauser. Ion, 41 anni: camionista di origini moldave, lavora e vive a Trento da alcuni anni. Condivide con altri sei connazionali il sottotetto di una mansarda affittato da un’anziana trentina a 1.000 euro al mese. Lavora in nero oltre l’orario perché altrimenti “verrà cacciato a calci in culo”. Ha deciso di partecipare a “La Vacàda” perché da quando gli è scaduto il permesso di soggiorno non si fida di quel gruppo di ragazzi vestiti di verde che ogni notte gironzola sotto casa. Remo, 48 anni: svizzero di nascita, è finito a lavorare in banca in val del Chiese. Alla guida di un’orda di lanzichencchi, ha messo a ferro e fuoco il congresso di un partito sedicente di sinistra, diventandone ben presto: segretario, lìder maximo, assessore, vicesindaco, direttore generale, custode del tesoro della Giovani Querce e depositario del terzo segreto di Fatima Berlinguer. Inspiegabilmente scaricato dai suoi poco prima delle elezioni provinciali, ha sofferto molto. Ha deciso di partecipare a “La Vacàda” perché l’ha scambiata per il congresso fondativo di un nuovo partito. luglio 2009 MONITOR Selezione degli appuntamenti e guida critica per le vostre serate estive Calendario a cura di Carlo Dogheria. Presentazioni di Alberto Brodesco, Duccio Dogheria, Daniele Filosi, Tullio Garbari, Luigi Ghezzi, Mario Panzeri, Ettore Paris, Giorgia Sossass, Michele Sternini, Stefano Zanella 29 monitor luglio sabato 4 luglio Classica Giuliano Carmignola e i Sonatori della Gioiosa Marca. Per “I suoni delle Dolomiti” Val di Fiemme, Parco di Paneveggio, loc. Carigole, ore 14. Un grande violinista, maestro del repertorio classico e una grande orchestra barocca aprono il festival “Suoni delle Dolomiti” nella “Foresta dei Violini” di Paneveggio, dove si riforniva di legno anche il grande Stradivari. Anna Kravtchenko (pianoforte) Musiche di Mozart, Chopin, Skrjabin, Prokof ’ev. Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Congressi Pinè 1000, ore 21. Ricordiamo la pianista ucraina a Trento in una spenta serata di gennaio, quando aveva colpito per distrazione e trascuratezza. Ma è pur sempre un premio Bu- soni, con una carriera invidiabile alle spalle. Apertura dei corsi estivi dell’Accademia pianistica di Imola, per appassionati. Feste “Tutta mia la città – il 1969” Tre giorni di festa, musica e cultura. Rovereto, Via Rialto, ore 1630-23.30. Fino a domenica 5. Le memorie di 40 anni fa: l’uomo sulla Luna, l’Autunno caldo, Jimi Hendrix, Mal e tanto altro. Jazz Christian McBride Quintet Per “Garda Jazz”. Torbole, Teatro Tenda, ore 21.30. Musica Anthony B. e Anansi & the Buffalo Soldiers in concerto. Per “Rafanass”. Rovereto, Piazzale De Gasperi, ore 19. Anthony B. (Keith Blair) Anthony B. (nome d’arte di Keith Blair): la musica impegnata di uno dei protagonisti mondiali del reggae e della Dancehallreggae. Seguace del rastafarianesimo, notevole la sua “Fire 'pon' Rome” contro lo strapotere ideologico del Vaticano. Compositore e musicista molto originale, un po' meno preciso nel cantato. “Combattività” è il termine che meglio contraddistingue il suo approccio musicale. Anansi & the Buffalo Soldiers: Piccolo gioiello trentino a strisce rosse, gialle e verdi. Non solo reggae come si può pensare di primo 30 Anna Kravtchenko acchito, ma anche hip hop, funky e qualche strizzatina d'occhio agli anni ‘70. Reggae pulito, di trasporto, incurante di reinventare il Maestro perché, sembra suggerirci la band, la pace tra i popoli non ha bisogno di innovazione, ma di essere continuamente celebrata. German Brass in concerto. Fiera di Primiero, Auditorium, ore 21. luglio 2009 Teatro e altro “La notte bianca” domenica 5 luglio Jazz Teatro di strada, musica e cibo. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Centro storico e Parco Tre Castagni, ore 18. Per “Garda Jazz”. Riva, Palacongressi, ore 21.30. Teatro Musica “Sogni Segni” Têtes de bois Regia di Paul Magid. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Teatro Tenda, ore 21.15. Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fassa, Malga Bocche, ore 14. Professionisti della musica randagia, ancora freschi dal Tour “Ri- “4 Play” Richard Galliano al nome dei Sepultura. Ecco l'occasione di rivedere Max Cavalera, uno dei fondatori dei Sepultura che dal 1996 porta in giro questo suo nuovo progetto. Max è anche definito “The Bob Marley of Metal” per il suo impegno spirituale su basi salmodianti incredibilmente potenti. Blame: Un tentativo apprezzabile per uscire dalle acque stagnanti del metal. Non trova un riscontro pieno nelle esecuzioni la commistione di generi che viene presentata come caratteristica del gruppo, ma i Blame dispongono di una Vietato obbedire, si leggeva sui muri nei dintorni del ‘68. E se invece la disciplina, di fondo, ci piacesse? È una riflessione su questo tema il buon film di Dennis Gansel, ispirato ad alcuni esperimenti sull’obbedienza all’autorità condotti negli ambiti accademici della psicologia sociale. Danza “Milonga per strada” a cura del CDM. Rovereto, Piazza delle Erbe, ore 20.30. Giocoleria con i Flying Karamazov Brothers. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Parco Tre Castagni, ore 23.55. “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” di Maria Cristina Giambruno. Cembra, Piazzetta Maffei, ore 11, 15 e 18. Replica domani, ore 11.. Fra recitazione, video, musica, scenografie, gli spettatori saranno accompagnati lungo un percorso che farà rivivere fiabe, antiche storie e leggende delle genti di montagna. “Concerto di tenebre” Progetto per voce e live electronics di e con Valter Malosti, dai racconti di E. A. Poe. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21.30. “Sacco e Vanzetti” di M. Roli e L. Vincenzoni, con il GAD Città di Trento. Regia di Alberto Uez. Cognola, Piazza Argentario, ore 20.45. La pièce rievoca il crimine giudiziario che nel 1927 porto sulla sedia elettrica i due emigrati italiani. QUESTOTRENTINO ciclisti”, i Têtes de bois propongono visioni e storie liriche, spesso ambientate in suggestivi scenari francesi. Ci piace immaginarli arrivare con il loro vecchio Fiat 615 NI fino in malga e suonarci il loro ultimo album "Avanti pop", animato principalmente da suggestioni e rivisitazioni di classici italiani. notevole precisione d'esecuzione, caratteristica necessaria per i gruppi che tentano di traghettare il metal verso lidi sconosciuti che non siano solo quelli del numetal. Soulfly e Blame “The wave – L’onda” in concerto. Per “Rafanass”. Rovereto, Piazzale De Gasperi, ore 19. Soulfly: Chi si ricorda i golden years del metal, non può avvertire un brivido di fronte lunedì 6 luglio Cinema di Dennis Gansel, con Jurgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. martedì 7 luglio Classica Ludus Quartet e Edoardo Bruni (pianoforte) Per “I suoni delle Dolomiti” Cavalese, Auditorium Micheletti, ore 21. “Quartetto... più piano” Con il Ludus Quartet e Edoardo Bruni. Musiche di Bach e Bruni. Cavalese, Palacongressi, ore 21. 31 monitor luglio Folk Teatro Marta Sebestyén “Variabili pulsanti” Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fassa, Malga Peniola, ore 14. La regina del folk ungherese, una delle punte della musica popolare balcanica e della world music, con un repertorio aperto a influenze ebraiche, bulgare, slovacche. Obbligatorio per gli appassionati del folk, forse noioso per gli altri. Con Lella Costa e Piergiorgio Odifreddi. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Parco Tre Castagni, ore 21.15. L'idea è quella di creare un dialogo tra scienza (Odifreddi), poesia (Costa) e musica (trio biro). Odifreddi ha sempre qualcosa da dire (forse troppo?) e Lella Costa è una bravissima attrice. Resta da verificare il funzionamento del mix. Ayarkhaan Per “Itinerari Folk”. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21.30. Ayarkhaan è un trio femminile dalla lontana e fredda regione della Yakutia, tra Russia e Mongolia, che canta accompagnandosi con il khomus, una sorta di scacciapensieri. “Stravaganze di un abate libertino” Con Gianni De Feo. Per “Le ville della vanità”. Ravina, Villa Margon, ore 20.30 e 22. Domani si replica. frontato, uno dei capolavori della letteratura italiana rovinato spesso e volentieri nella memoria collettiva dall'esperienza scolastica. E da riscoprire quindi dal vivo. mercoledì 8 luglio Cabaret Daniele Raco Rovereto, Brione, Piazza della Pace, ore 21. Cabarettista savonese, lo si è visto a “Zelig”. Cinema “Yes Man” di Peyton Reed, con Jim Carrey, Zooey Deschanel, Terence Stamp. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. Un uomo scopre quanto la sua vita possa migliorare grazie al semplice cambiamento di una sua disposizione: dicendo sempre “sì” alle persone e al caso, Jim Carrey si scopre più felice. Lo Yes Man è la nuova incarnazione di uno dei personaggi tradizionali di Carrey, l'uomo che incontra il misterioso / il soprannaturale e cambia la sua esistenza. Per i fan di Carrey le sue facce continuano a essere uno spasso. Classica Ensemble Zandonai “Rosso Malpelo” Musica Quartetto Calle Cubana Rovereto, Brione, Piazza della Pace, ore 21. Ritmi tipicamente latini interpretati con un sound decisamente moderno. 32 di Giovanni Verga, letto e interpretato da Francesco Accomando. Argentario, Cava di Pila, ore 21.30. Già intravisto a Trento al Centro Teatro, ritorna Francesco Accomando, qui in una location perfetta per il tema e il testo af- Musiche di Bach, Beethoven, Skrjabin, Prokof ’ev. Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Congressi Pinè 1000, ore 21. “Quartetto... più piano” Con il Ludus Quartet e Edoardo Bruni. Musiche di Bach e Bruni. Dimaro, Teatro Comunale, ore 21. Folk Hulan Ensemble Per “Itinerari Folk”. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. Quattro musiciste, una ballerina, una cantante e due contorsioniste portano a Trento la musica, la cultura, la spiritualità e le tradizioni artistiche delle steppe della Mongolia. Incontri “Pakistan: serata interculturale” Cibo, musica e poesia. Rovereto, Piazza Damiano Chiesa 8, ore 20.30. Ad un momento conviviale si aggiungerà la lettura di testi pakistani (in lingua originale e in traduzione), accompagnata da musiche tradizionali. Musica & turismo Trekking musicali con Mario Brunello e Cesare Maestri. Per “I suoni delle Dolomiti”. Val Rendena. L’iniziativa si ripete ogni giorno fino all’11 luglio. Straordinario appuntamento con il violoncellista Mario Brunello, ospite assiduo dei “Suoni delle Dolomiti”, e l’alpinista Cesare Maestri: in quattro giorni di trekking percorreranno i sentieri delle Dolomiti di Brenta assieme a un piccolo numero di escursionisti, fermandosi per eseguire le sei Suites di Bach. Purtroppo, iscrizioni chiuse. giovedì 9 luglio Cinema “Giù al nord” di Dany Boom, con Kad Mérad, Dany Boon, Zoé Félix. Trento, Museo Tridentino di Scienze Naturali, ore 20.45 e 23. Un impiegato di posta viene trasferito nel Nord della Francia, luglio 2009 QUESTOTRENTINO 33 34 luglio 2009 QUESTOTRENTINO 35 36 luglio 2009 dove la gente si comporta (e parla) in modo decisamente strano. I doppiatori fanno i tripli salti mortali per rendere in italiano le sfumature dell'incomprensibile dialetto nordico, con risultati apprezzabili. Film simpatico ma meno divertente di quanto promette. “Happy go Lucky – La felicità porta fortuna” di Mike Leigh, con Sally Hawkins, Alexis Zegerman, Eddie Marsan. Avio, Viticoltori in Avio. Ore 20: visita della Cantina. Ore 21.30: film. Michel Gondry è uno dei più im- Folk venerdì 10 luglio Saba Cinema Per “Itinerari Folk”. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. Saba è una musicista e attrice somala, costretta dalle vicissitudini del suo paese ad emigrare in Italia. La sua musica è un canto di nostalgia per l’Africa, che parla di diaspora, di affetti, del nuovo mondo dalle identità mescolate. Per “I suoni delle Dolomiti”. Cavalese, Auditorium Micheletti, ore 21. Il pianista più istrionico e poliedrico d’Italia è ospite dell’Associazione Italiana Accordatori e Riparatori di Pianoforti. Bollani cavalca musica e umorismo realizzando famosi divertissements. Ovviamente imperdibile. Ingresso gratuito su prenotazione (0462 241111). Rovereto, strade del centro storico, ore 21. La manifestazione si ripete domani nel centro storico e sabato 11 presso la Campana dei Caduti. Ensemble Zandonai Musiche di Haydn, Mozart, Boccherini. Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Congressi Pinè 1000, ore 21. QUESTOTRENTINO Spettacolo itinerante di teatro, musica, danza e arti visive al quale partecipano oltre 200 artisti locali e internazionali. L’occasione è il Premio Internazionale Città della Pace, che quest’anno è stato assegnato alla comunità di Acupe (Bahia, Brasile). La premiazione avverrà domenica 12, alle ore 11, presso la Campana dei Caduti. Teatro “Stravaganze di un abate libertino” Con Gianni De Feo. Per “Le ville della vanità”. Villazzano, Villa De Mersi, ore 20.30 e 22. Domani si replica. “Bouquet di Bach” con il Trio Halogran.Musiche di Bach, Kurtag, Smith, Bettinelli, Jolivet. Trento, Piazza Battisti, Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, ore 20.45. Ivan Macrì (chitarra) Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Congressi Pinè 1000, ore 21. Stefano Bollani “Città invisibili” Classica di Isabel Coixet, con Ben Kingsley, Penelope Cruz, Dennis Hopper. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21. Jazz Teatro, Musica e Danza portanti registi in circolazione. Ci regala una storia divertente e profonda. Protagonisti un paio di balordi che lavorano in un noleggio di videocassette, sorpassati dalla tecnologia e lasciati indietro dal successo. Un piccolo film geniale, fatto di nostalgia analogica e amore per il cinema. “Lezioni d’amore” Classica Folk Zamballarana Il titolo originale è “Elegy”. Non è rispettoso del romanzo di Philip Roth da cui è tratto (Animale morente) ma almeno non è repellente come quello italiano. La storia è quella di un professore universitario sui 60 che incontra una giovane cubana. Entrambi sono in cerca di eros e di passione. “Bolt, un eroe a quattro zampe” film d’animazione di Byron Howard e Chris Williams. Mattarello, Centro S. Vigilio, ore 21.30. Siamo capaci, oggidì, di distinguere tra realtà e reality? E se non ne sono capaci gli esseri umani, può riuscirci un cane? Bolt racconta la storia curiosa di un cane superstar che crede di avere i suoi superpoteri anche fuori dal set. Ovviamente si sbaglia. Sarebbe da vedere in 3D ma in Trentino, ancora, non ci è concesso. Per “Itinerari Folk”. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. La tradizione musicale della Corsica si fonda su melodie e ritmi mediterranei e polivocalità. Zamballarana condisce con la canzone d’autore la musica locale corsa, usando anche strumenti tipici dell’isola. Concerto Gospel e Spiritual col Coro Novo Spiritu. Trento, Chiesa di S. Francesco Saverio, ore 21. Lirica “La Bohème” (selezione) di Giacomo Puccini. Con l’Orchestra Rossini di Pesaro. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Teatro Tenda, ore 21.15. Domani si replica. PSA continua con il suo buon proposito di far conoscere il repertorio operistico italiano anche a chi non può o non sa spostarsi verso palcoscenici lontani. In scena una versione “light” (con dei tagli musicali e drammaturgici) dell'opera pucciniana. Protagonisti dei giovani cantanti selezionati attraverso audizioni internazionali. 37 monitor luglio Teatro Classica Folk “Amare foglie” Mario Brunello (violoncello) “Carovana Now” A cura di Teatrincorso e Ars Group. Per “La memoria dei luoghi” Rovereto, Manifattura Tabacchi, ore 21. Da vedere non foss'altro per ammirare a un anno da Manifesta 7 la straordinaria struttura di Borgo Sacco. La gloriosa Manifattura tabacchi di Rovereto rivivrà nel teatro di Elena Marino, che questa volta si cimenta con la memoria delle lavoratrici di tabacco (le zigherane cui è dedicata anche una statua votiva all'interno della Manifattura). sabato 11 luglio Cabaret I Papu Trento, Giardino S. Chiara, ore 21.30 Per “I suoni delle Dolomiti”. Val Rendena, Rifugio Casinei, Prà del Mandron, ore 14. Sergio Camelia (chitarra) Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Antica Pieve, ore 11. Lirica Concerto del Laboratorio Lirico. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Piazza Municipio, ore 18. Con la Nomadic Orchestra of the World e Nuove Tribù Zulu Per “Itinerari Folk”. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. “Carovana Now” è un progetto nato dall’incontro tra musicisti italiani e indiani. Gli strumenti moderni italiani si intrecciano con gli strumenti tradizionali indiani, con la danza sinuosa, e alle sonorità folk-rock balcaniche delle Nuove Tribù Zulu. Uno spettacolo dedicato al nomadismo in tutte le sue forme. Rock The Bugs in concerto. Ravina, Cortile della Circoscrizione, ore 21. Rock “Open hands” Festival di gruppi metal underground. Rovereto, Piazzale Degasperi, ore 21. lunedì 13 luglio Teatro “Valzer con Bashir” “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” di Maria Cristina Giambruno. Tesero, Centro Storico, ore 20 e 21.30. Replica domani, ore 20 e 21.30. Vedi presentazione al 4 luglio. Cinema di Ari Folman, con Ari Folman, Mickey Leon, Ori Sivan. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. Un cineasta è soldato a Sabra e Chatila, ma perde la memoria. Per ritrovarla realizza un documentario animato. Un saggio sulla Storia, un film di guerra, una pellicola d’animazione, una riflessione sul documentario e sul suo stesso farsi, una denuncia dell’indifferenza che coinvolge il nostro sguardo e le nostre azioni. Importantissimo. Folk Eva Quartet Per “Itinerari Folk”. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21.30. Quattro cantanti, rigorosamente selezionate all’interno del celebre coro femminile “Le Mystère des Voix Bulgares”, propongono uno stile di canto dall’eccellenza tecnica e un repertorio basato sulla tradizione bulgara, ma anche sui canti sacri e sulla musica colta contemporanea. Goran BregoviC in concerto. Rovereto, Piazzale ex Bimac, ore 21. La musica di Bregovič (Sarajevo, 1950) deriva da temi zigani e slavi ed è il risultato della fusione della tradizionale musica polifonica popolare dei Balcani con il tango e le bande di ottoni. È di- domenica 12 luglio Classica Dante Vannelli Per “I suoni delle Dolomiti”. Castello di Fiemme, Doss Zélor, ore 11. Andrea Appi e Ramiro Besa, cioè I Papu, si esibiscono da anni in tv locali venete (che si seguono anche da noi); quando sono in forma, merita seguirli. 38 Trio dell’Accademia Musiche di Haydn e Mendelssohn. Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Congressi Pinè 1000, ore 21. Goran Bregovic luglio 2009 Mostre d’estate “Egitto mai visto” “Immaginare New York” La mostra estiva del Castello del Buonconsiglio è dedicata all’Egitto (fino all’8 novembre). “Mai visto”, specifica il sottotitolo, perché si tratta di due distinte collezioni fino ad ora mai esposte al pubblico. La prima proviene dal Museo Egizio di Torino, ovvero la più ricca raccolta al mondo di reperti egizi dopo quella del Museo del Cairo. Sono reperti provenienti dall’area archeologica di Assiut, uno dei principali centri dell’Egitto a cavallo tra III e II millenio a.C., manufatti recuperati nel corso di una campagna promossa a inizio Novecento dallo stesso Museo Egizio. L’altra collezione proviene dalle stesse collezioni del Buonconsiglio: donata al Municipio di Trento nel 1858 dall’ufficiale asburgico Taddeo de Tonelli, documenta più che uno specifico sito archeologico il gusto orientalista del tempo, la passione antiquaria per una civiltà misteriosa che lentamente stava venendo alla luce. L’insieme dei materiali esposti nel percorso racconta innanzitutto la vita quotidiana dagli oggetti che rimandano alla cura del corpo, ai recipienti per cibi e bevande, dalle forme per la cottura del pane agli archi, fino ai bastoni da passeggio. Il nucleo più consistente, e certamente per il visitatore più denso di fascino ed emozioni, è però quello legato alla sfera magico-religiosa. Si tratta di oggetti in legno per lo più policromo: maschere di mummie, sarcofagi, steli funerarie percorse da geroglifici e numerose statuine, molte delle quali raffiguranti scene di lavoro nei campi. Dalle civiltà dell’antichità a quelle della contemporaneità. Al Mart, l’11 luglio, apre i battenti “Immaginare New York. Opere dal MoMa”, a cura di Sarah Hermanson Meister. La storia della Grande Mela, dall’inizio del Novecento ad oggi, è ripercorsa attraverso il prezioso materiale fotografico appartenente al MoMa di New York; un’istituzione museale che, fin dalla sua fondazione nel 1929, ha compreso l’importanza documentaristica quanto artistica della fotografia, dedicando ad essa, fin dal 1940, un apposito Dipartimento. Il percorso, che ripercorre Alfred Stieglitz, City of Ambition (1910) al contempo la storia della fotografia e il tumultuoso evolversi del paesaggio urbano, parte da “City of Ambition”(1910) di Alfred Stieglitz, fotografo, scrittore e fondatore -nel 1903- della celebre rivista “Camera Work”. Tra gli altri importanti fotografi testimoniati nel percorso segnaliamo per lo meno Ralph Steiner, Henri Cartier Bresson, Richard Avedon e, per quanto riguarda le nuove generazioni, Cindy Sherman e Thomas Struth. Restiamo al Mart per citare due mostre da tempo in corso e delle quali ci siamo già occupati nei numeri scorsi: “La Guerra Fredda – Cold War. Arte e design in un mondo diviso” (fino al 26 luglio) e “Italia contemporanea. Officina S. Lorenzo” (fino al 27 settembre). Ricordiamo infine la mostra “L’uomo del Concilio. Il cardinale Giovanni Morone tra Roma e Trento nell’età di Michelangelo”, iniziata nell’aprile scorso presso il Museo Diocesano di Trento e che si concluderà il 26 luglio. Duccio Dogheria . QUESTOTRENTINO 39 Mostre d’estate Mirta Carroli Arte Sella Ci sono serenità e forza nelle sculture che Mirta Carroli espone per l’annuale appuntamento di Castel Pergine (fino all’8 novembre). La forza deriva dall’uso del ferro, tagliato, saldato, lasciato arrugginire all’aria, non al modo di un fabbro che lo batte e lo modella, ma conservando il suo aspetto di prodotto di fonderia e facendolo incontrare con l’idea di una forma. Così, nella rinuncia al corpo a corpo con la materia, è appunto la serenità di un’invenzione formale a guadagnarci, dove segno e disegno vengono in primo piano, l’ immaginario percorre la via di evocazioni mitiche e arcaiche (le ruote di un carro “divino”, la “Nike”), e anche quando attinge alla cultura materiale contadina (come lo scheletro di una grossa ruota di macina, o degli erpici) se ne serve senza tentazioni nostalgiche, inserendola in una propria astrazione fantastica. Talvolta si lascia toccare dallo spirito dei luoghi (e allora inventa un’araldica di torri-totem), oppure lavora per togliere anziché aggiungere, e crea un traforo in cui viene ancora più esaltata la propensione, presente in tutte le opere, a coinvolgere il vuoto, a lavorare sullo spazio invece che sulla massa e sul volume. Alla fine, è questo che resta, la leggerezza di un’ispirazione mitica nel taglio semplice e crudo della materia. Stefano Zanella Arte Sella, manifestazione di arte con e nella natura nata del 1986, divenuta senza protervia una realtà di sicuro prestigio internazionale, si arricchisce anche quest’anno di nuove opere all’aperto che verranno presentate al pubblico il 13 settembre. Nel frattempo, durante l’estate, propone un ricco programma di iniziative. Al momento in cui scriviamo è in corso la mostra personale dell’artista messicana Jolanda Gutierrez (Borgo, Spazi Livio Rossi, fino al 30 settembre), che usa materiali naturali in una ricerca che evoca antiche pratiche e miti della cultura del suo popolo prima della conquista europea, facendone però soprattutto un lavoro sui significati di trasformazione insiti nella simbologia dei semi. Giampiero Agostini, di origine trentina, è invece l’autore di “Frontiere della memoria” (Malga Valarica, presso il passo del Brocon, fino al 30 agosto), mostra fotografica sui segni lasciati dalla Grande Guerra nel paesaggio trentino. Altro evento molto atteso è la mostra dell’artista François Lelong (Malga Costa in Valle di Sella, dal 5 luglio al 13 settembre), che esplora analogie tra vegetali e animali, rami/arti, corteccia/pelle, linfa/sangue per una riflessione in chiave immaginifica e poetica sulle relazioni che legano tra loro gli esseri viventi. Malga Costa è nel corso dei mesi tra luglio e agosto il fulcro di una serie di eventi di poesia, di musica, di teatro, di danza che vedranno tra gli altri le presenze di Mariangela Gualtieri, Marco Lodoli, Mario Brunello, Marco Paolini, Gabriele Vacis, Roberta Dapunt. 40 luglio 2009 monitor luglio venuto famoso in seguito alla sua collaborazione col regista Kusturica. Molto popolare nell'Europa Orientale, Bregović è stato accusato più volte di "rubare" la musica zigana e popolare dei Balcani ripresentandola come una propria creazione. co alle recenti sperimentazioni minimalistiche e non solo, passando per il jazz e il progressive rock, e immerso nella produzione artistica contemporanea. Molto, molto interessante; ma le 2 ore di cammino per arrivare al rifugio suggeriscono preparazione montanara. martedì 14 luglio Rock Classica Rockin’ Diapason Band Ben Schoeman (pianoforte) in concerto. Gardolo, Parco di Melta, ore 21. Musiche di Bach, Rachmaninov, Liszt. Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Congressi Pinè 1000, ore 21. “Serata romantica” con il Mozart Consort Salzburg. Rovereto, Chiostro di S. Rocco, ore 21. Teatro “Il rospo e la lucciola” Incontro con Alejandro Jodorowsky. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Teatro Tenda, ore 21.15. Folk Musica Delta Saxophone Quartet Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fassa, Rifugio San Nicolò, ore 14. Un quartetto inglese, capace di spaziare dal repertorio classi- QUESTOTRENTINO “Racconti del terrore” di Alessio Kogoj, con i Teatri soffiati. Trento, Studentato S. Bartolameo, ore 22. Teatro “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” “Le tastiere raccontano: il violoncello” Con i giovani dell’Accademia Pianistica di Imola. Per “Pinè Musica”. Vigo, Chiesa di San Giuseppe, ore 11. Folk Sancto Ianne Per “Itinerari Folk”. Trento, Giardino Santa Chiara, ore 21.30. di Maria Cristina Giambruno. Trento, Villa Balduini Tambosi, ore 20 e 22. Replica domani, ore 20 e 22. Vedi presentazione al 4 luglio. Cabaret Per “Itinerari Folk”. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. È considerato dai suoi colleghi il “Principe dei Cantastorie” del sud Italia, rappresentante di tutte le regioni, in particolare della Calabria – dove è nato – e della Sicilia. La sua è attività di altissimo valore, nel recupero e nella conservazione delle tradizioni, ma anche nell’impegno politico, civile e sociale. Borgo Sacco di Rovereto, Parco di Palazzo BossiFedrigotti, ore 21. con Antonio Catalano. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Ex cucine dell’Ospedale Psichiatrico, ore 23. Classica mercoledì 15 luglio Otello Profazio Banda di Piazza Caricamento “Serenata per il Nuovo Mondo” I toni marci Trento, Madonna Bianca, Piazzale Europa, ore 21. Trio di comici trentini. Cinema “Gran Torino” Alejandro Jodorowsky è uno dei personaggi più affascinanti che esistano al mondo: regista, sceneggiatore di fumetti, scrittore, poeta, sciamano, guaritore, psicologo... Tutto all'insegna del surrealismo, abbracciato da giovane e mai abbandonato. Jodorowsky si presenta a Pergine a briglia sciolta, con l'intenzione di parlare a ruota libera di poesia e di vita. di e con Clint Eastwood, e con Christopher Carley, Bee Vang. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. Un ragazzetto viene ricattato da una ganga della sua stessa etnia. Walt, anziano vicino di casa reduce dalla guerra in Corea, si pone al suo fianco. Il furore di Walt emerge in diversi primi piani in cui guarda dritto in avanti, strizza gli occhi, e ringhia dalla rabbia. Quello di Clint è un furore conservatore, ma non tristemente individualista. L’ansia non rimane riservata al proprio destino privato, ma si dispiega, è collettiva, liberante, viva. Rappresentanti della tradizione del Sannio beneventano, propongono una musica di mescolanza, un “neo folk d’autore” con venature rock, blues, arabe, balcaniche, tra ballate e tammuriate, restando comunque legati alla propria terra. Incontri “Sudamerica: serata interculturale” Cibo, musica e poesia. Rovereto, Piazza Damiano Chiesa 8, ore 20.30. Ad un momento conviviale si aggiungerà la lettura di testi latinoamericani (in lingua originale e in traduzione), accompagnata da musiche tradizionali. 41 monitor luglio Musica Quartetto vocale di Giovanna Marini. Per “I suoni delle Dolomiti”. S. Martino di Castrozza, Malga Venegiota, ore 14. A l’antica. Musiche di Armando Franceschini. Coreografie di Maria Grazia Torbol, con la compagnia Danza Viva. Trento, Via Belenzani, ore 21. giovedì 16 luglio Cabaret Baz – Marco Bazzoni Rovereto, Piazza Malfatti, ore 21. Cabarettista della batteria di “Colorado Cafè”. Musiche di Schumann e Skrjabin. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Parco dei tre castagni, ore 21. Folk Zakir Hussain Per “I suoni delle Dolomiti”. Terme di Comano, Malga Movlina, ore 14. Cinema “La felicità porta fortuna” La “Joan Baez italiana”, diventata famosa negli anni ‘60 per le canzoni politiche e sociali, è anche appassionata di tutte le espressioni vocali; con il suo quartetto presenterà una grande varietà di canti da ogni tipo di repertorio. Interessante culturalmente, banale per i musicisti. Teatro “Nuvole di passaggio” Regia di Antonio Viganò. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Ex cucine dell’Ospedale Psichiatrico, ore 21.15. “SD – discoteca silenziosa” Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Ex cucine dell’Ospedale Psichiatrico, ore 23. Teatro, musica e danza “Cinquenotti” Andrea Castelli in un testo di Giuseppe Calliari. Suonano il Virtuoso Ensemble e l’ensemble 42 di Mike Leigh, con Sally Hawkins, Alexis Zegerman, Andrea Riseborough, Trento, Museo Tridentino di Scienze Naturali, ore 20.45 e 23. Un regista che privilegia generalmente i momenti tristi ci regala stavolta una commedia, e un personaggio del tutto solare: Poppy, maestra in una scuola materna, riesce a svoltare in positivo tutti gli accidenti che le capitano. A partire dal furto di una bicicletta. “Be kind, rewind” di Michel Gondry, con Jack Black e Mos Def. Martignano, Maso Martis. Ore 20: visita della Cantina. Ore 21.30: film. Michel Gondry è uno dei più importanti registi in circolazione. Ci regala una storia divertente e profonda. Protagonisti un paio di balordi che lavorano in un noleggio di videocassette, sorpassati dalla tecnologia e lasciati indietro dal successo. Un piccolo film geniale, fatto di nostalgia analogica e amore per il cinema. Classica Yingjia Xuè e André Gallo (pianoforte) Teatro “4.48” di Sarah Kane. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Ex cucine dell’Ospedale Psichiatrico, ore 23. Sarah Kane, autrice inglese morta a soli 28 anni nel 1999, ha scritto 4.48 prima di suicidarsi. E’ Sarah Kane stessa che in un lancinante monologo parla della sua decisione di togliersi la vita, guardando in faccia il volto della sua disperazione, della sua depressione, della sua malattia mentale e, infine, della sua morte. venerdì 17 luglio Cinema “Gli amici del bar Margherita” Riconosciuto come il maestro mondiale della tabla che, per dovere di informazione, è parola araba e significa tamburo. Si tratta in realtà di uno strumento percussivo a due corpi che l'indiano Zakir Hussain ha portato alle estreme sperimentazioni. Zakir vanta più di trent'anni di carriera musicale, innumerevoli collaborazioni a livello internazionale, composizioni per film, nonché la fondazione della Moment Records e scuole di tabla a Mumbai e San Francisco. Il suo ritmo, che a volte arriva a 20 battute al secondo, risulta a tratti di difficile comprensione se non siete bonghisti dalle mani incallite o perlomeno percussionisti nello spirito. di Pupi Avati, con Diego Abatantuono, Luigi Lo Cascio, Laura Chiatti. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. Un vecchio quartiere di Bologna ricostruito a Cuneo? Poteri della finzione cinematografica (e della Film Commission del Piemonte). Il film è puro Pupi Avati: ricordi di giovinezza, amore per i luoghi, racconto collettivo, quadretti di provincia, biliardo, donne, jazz e Sanremo. “Adesso anche Bologna ha i suoi Vitelloni” (Roberto Nepoti). “Gran Torino” di e con Clint Eastwood, e con Christopher Carley, Bee Vang. Mattarello, Centro S. Vigilio, ore 21.30. Vedi presentazione al 15 luglio. Musica Danza “Il piano piange” “Cage – Sculpture” Concerto per pianoforte. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Ex cucine dell’Ospedale Psichiatrico, ore 21.15. Coreografia di Roberto Zappalà. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Teatro Tenda, ore 21.15. luglio 2009 La musica di John Cage è da sempre associata alle creazioni di danza contemporanea più minimali -a partire dal leggendario sodalizio con Merce Cunningham- e diviene anche per Roberto Zappalà il pretesto per una stretta comunicazione tra spazio e corpo, liberato dalle rigide trame letterarie e concettuali. Lo spettacolo è frutto di un laboratorio che, all’interno del progetto “Home-less”, ha portato a Pergine dieci danzatori provenienti da cinque diversi paesi. Folk Yungchen Lhamo Per “I suoni delle Dolomiti”. Val Rendena, Forte Clemp, ore 14. Mamadì Kaba Danza Teatro in concerto. Trento, Piedicastello, piazza antistante le gallerie, ore 21. Musicista, pittore e scrittore proveniente dalla Guinea, è attivamente impegnato nella difesa delle tradizioni del suo popolo. “Cage – Sculpture” “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” Rievocazioni Feste “L’abito nel cuore – Rovereto 1700” Festa di chiusura di Michele Pandini, con Sonia Placidi, Loredana Venturelli, Daniela Bertelli, Francesca Velardita. Sacco di Rovereto, Palazzo Bossi Fedrigotti, ore 21. Una passeggiata attraverso la moda del ‘700 con accompagnamento di musica e danza. Teatro “Iamos” Yungchen Lhamo propone musica tibetana con forti tinte nostalgiche. Il "mal del paese" nasce e si sviluppa da una prospettiva anglosassone, prima austrialiana, poi statunitense, in particolare dalla casa discografica di Peter Gabriel, presso la quale incide. La "dea della melodia e della canzone" - questo il significato del suo nome attibuitole da un giovane Lama - vanta collaborazioni con Natalie Merchant, Annie Lennox, Billy Corgan, Sheryl Crow, Michael Stipe. Sebbene la Presanella non sia il Tetto del Mondo, l'ambiente si presta a diffondere l'incenso tibetano in modo suggestivo soprattutto per chi è amante della world music. QUESTOTRENTINO con il Teatrino Clandestino. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Ex Ospedale Psichiatrico, ore 23. Una scena sulla quale agiscono insieme un atto performativo, una selezione musicale, degli strumenti musicali e un’immagine costituita da elementi reali (scatoloni, carte fluo, lampade). Sotto il patrocinio di una delle compagnie più interessanti e innovative del teatro italiano, il Teatrino Clandestino. sabato 18 luglio Classica Trio Ad Libitum Musiche di Klughardt, Kahn, Britten. Trento, Piazza Battisti, Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, ore 20.45. “Astrologiche note” Conversazion-concerto a cura di Chiara San Giuseppe. Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Pinè 1000, ore 21. Coreografia di Roberto Zappalà. Per “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Teatro Tenda, ore 21.15. Vedi presentazione al 17 luglio. di “Pergine Spettacolo Aperto”. Pergine, Ex cucine dell’Ospedale Psichiatrico, ore 23. Folk Tekameli Per “Itinerari Folk”. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. I provenzali Tekameli racchiudono in sé gli elementi della musica gitana dell’Europa occidentale, partendo dalle popolazioni zingare franco-catalane e arrivando al cante jondo andaluso, al flamenco, ai canti religiosi, colorando il tutto con influenze della rumba caraibica. di Maria Cristina Giambruno. Arco, Castello, ore 10.30, 18.30, 21. Replica domani, ore 10.30, 18.30, 21 Vedi presentazione al 4 luglio. domenica 19 luglio Danza “Esplorazioni” A cura del CDM. Coreografie di Fabrizio Bernardini, creazioni video di Francesco Siddi. Rovereto, Piazza Malfatti, ore 21. Folk Bob Jones & The Bluegrass Cats Per “Itinerari Folk”. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. Bob Jones è un esponente di spicco del bluegrass americano, la branca del country che racchiude Concerto Gospel con i Tribù Gospel Singers. Trento, Chiesa di S. Francesco Saverio, ore 21. Musica “Live for Jenny” Rovereto, Piazza Malfatti, ore 21. Evento musicale con la partecipazione di numerosi artisti internazionali a sostegno del “Progetto Jenny”, che raccoglie fondi per la ricerca sulla sindrome di Angelmann, una grave malattia genetica infantile. Teatro “Ay l’amor” Produzione del Teatro Due Mondi, regia di Alberto Grilli. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21.30. influenze irlandesi e anglosassoni, intrecciandosi con il blues, e che prende il nome dal tipico colore dell’erba del Tennessee. A Trento si esibirà con una band di grandi artisti country italiani. 43 monitor luglio Teatro “Come queste pietre” Con la Cimpagnia delle Arti e il Coro Voci Alpine Città di Mori. Per “La memoria dei luoghi”. Mori, Trincee Monte Grorn, ore 16. lunedì 20 luglio Cinema “Operazione Valchiria” di Bryan Singer, con Tom Cruise, Eddie Izzard, Kenneth Branagh. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. Il regista de “I soliti sospetti” porta in scena il complotto che un gruppo di ufficiali tedeschi ordisce nel luglio 1944 contro Hitler. Troppo avventuroso per essere storico, troppo storico per essere avventuroso. martedì 21 luglio Classica Classica Concerto Orchestra Haydn Musiche di Rossini e Mendelssohn. Trento, Via Belenzani, ore 21. Classica-Jazz Uri Caine e i Virtuosi Italiani Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fiemme, Passo Lavazè, ore 14. Folk Filska in concerto. Rovereto, Piazza Malfatti, ore 21. Band scozzese di quattro elementi che eseguono musiche tradizionali ma anche pezzi originali. Danza Musica “Milonga per strada” Quintetto Veneto A cura del CDM. Rovereto, Piazza delle Erbe, ore 20.30. in concerto. Villazzano, Parco Villa Mersi, ore 21. Replica domani nel parco di Romagnano. Folk Tsuumi Sound System Per “Itinerari Folk”. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. Tsuumi Sound System è un progetto finlandese che, attingendo dal patrimonio musicale nordico e conservandone anche gli strumenti, ottiene un suono moderno, grazie anche a una nutrita sezione ritmica. 44 con i giovani del Conservatorio “Pollini” di Padova. Musiche di Brower, Guerra, Turina. Per “Pinè Musica”. Miola, Sagrato della chiesa di S. Rocco, ore 11. Incontri “In viaggio” Rovereto, Cortesela Bontadi, ore 21. Racconti di viaggiatori, poeti, mistici e vagabondi. Letture con musiche dal vivo. Jazz Saxofour Per “I suoni delle Dolomiti”. Valsugana, Panarotta, La Bassa, ore 14. Quartetto formato dai migliori sassofonisti jazz austriaci, propone un programma in omaggio al mondo e agli eroi del cinema, condito con l’ironia che li contraddistingue. Concerto di divertimento, con strumentisti capaci di “recitare” con lo strumento per uno spettacolo a cavallo tra la musica e il cabaret. mercoledì 22 luglio Rievocazioni Cinema “Storie di Orsola” “Uomini che odiano le donne” Rievocazione in costume con la Compagnia delle Arti. Per “Il gioco dei castelli”. Spormaggiore, Castel Belfort, dalle ore 20. Repliche il 29 luglio, il 10 e 26 agosto. di Niels Arden Oplev, con Peter Haber, Michael Nyqvist, Noomi Rapace. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. Forse lascerà interdetto chi ha letto il giallo bestseller di Stieg Larsson, ma il film, nel suo genere, funziona. Quando si accendono le luci si risvegliano le perplessità (i soliti nazisti cattivi, sembra un telefilm tedesco...), ma nel buio della sala è coinvolgimento e suspence. deve inventare dei nuovi lavori. Va in giro in bici per Praga facendo il pony express. Conosce gente nuova. Viaggia in mongolfiera. Un film medio europeo, a tratti godibile a tratti noioso, di certo dimenticabile. “Eldorado Road” di e con Bouli Lanners e con Fabrice Adde, Philippe Nahon, Didier Toupy. Marano d’Isera, Azienda Agricola de Tarczal. Ore 20: visita della Cantina. Ore 21.30: film. Didier prova maldestramente a fare il ladro in casa di Yvan, l'unica persona di tutto il vicinato ad essere sprovvisto di cane da guardia. L'incontro è uno scontro. Ma poi diventa un viaggio. Un road movie belga, che mescola malinconia e surrealismo. La Vallonia è quasi il West. Classica-Jazz Paolo Fresu e i Virtuosi Italiani Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fassa, Rifugio Boè, ore 14. Forse il più grande trombettista jazz italiano incontra l’orchestra de I Virtuosi Italiani, ensemble versatile e di grande spessore. Programma dedicato al repertorio barocco, che Fresu saprà sicuramente arricchire di un sapore personale. Da non perdere. giovedì 23 luglio Cinema “Vuoti a rendere” di Jan Sverak con Zdenek Sverak, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova, Alena Vránová Trento, Museo Tridentino di Scienze Naturali, ore 20.45 e 23. Un professore va in pensione. Si Paolo Fresu luglio 2009 Jazz “Encresciadum – A Dream and a Tale” Per “NonSole Jazz Festival”. Cles, Corso Dante, ore 21. Un bellissimo progetto, dove il jazz incontra la cultura e le leggende ladine della val di Fassa, produzione della Grenz di Moena. Alcuni fra i migliori musicisti locali e nazionali interpretano 12 pezzi originali di Roberto Soggetti, primo esperimento di creazione di una “musica ladina contemporanea”. menti, entusiasmi, litigi e addii. Il regista de “La notte prima degli esami” insiste sul suo registro, la commedia, con riferimenti generazionali e “sociologici” precisi. Con molta furbizia ma anche una discreta dose di talento. Danza “La densità dell’umano” con la compagnia AbbondanzaBertoni. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 1, ore 21. Musica Musica Ezio Bosso e il Buxusconsort Per “I suoni delle Dolomiti”. Lavarone, Malga Tablat, ore 14. Ezio Bosso è contrabbassista, direttore e compositore di colonne sonore (tra cui i film di Salvatores); in collaborazione con il Quartetto di Torino, ha creato il Buxusconsort, un’orchestra d’archi “a geometria variabile” organizzata come una band e dedita soprattutto all’esecuzione delle composizioni del fondatore. “Dalla Topolino alla Vespa” con i Blue Dolls. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. La colonna sonora di vent’anni di vita italiana. Le canzoni più famose pressappoco dal 1936 al 1956. “Ex” di Fausto Brizzi con Alessandro Gassman, Claudia Gerini, Cécile Cassel. Mattarello, Centro S. Vigilio, ore 21.30. Il racconto intreccia innamora- QUESTOTRENTINO con l’associazione culturale Anagoor. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 2, ore 22. Una performance di 30’ tutta giocata sulla compresenza in scena di una ragazza e di un cavallo: rapporto con la natura, dialogo non verbale con l’animale, sue interazioni sempre diverse... di e con Pino Costalunga e con Valentina Brusaferro. Rovereto, Palazzo LarcherFogazzaro, ore 21. Lo spettacolo, il cui titolo è tratto da un famoso poema di Marinetti, si propone di rievocare le atmosfere del primo futurismo, nei suoi aspetti ridicoli ma anche nelle sue geniali anticipazioni. Cinema di Eran Riklis, con Hiam Abbas, Doron Tavory, Ali Suliman. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. “Il muro il muro, / che come la mano di uno scippatore / avanza per chilometri zigzagando / tra le piantagioni...” . Sono versi di Aharon Shabtai, poeta di Tel Aviv. “Il giardino dei limoni” ha a che fare con un confine sottile, una vedova palestinese, un ministro israeliano, sua moglie. La solidarietà tra donne scatta, e non scatta. Un buon film medio “Jeug” “Pic-Pac-Pum-Tumb Bizzarrie” venerdì 24 luglio “Il giardino di limoni – Lemon Tree” gre, giovane compagnia romana, c’entrerebbero come i cavoli a merenda; si tratta invece di un esperimento in cui viene utilizzato il ghiaccio e le sue capacità di riflettere le luci, modificarsi, interagendo con il suono. Durata 30’. L’unica compagnia di danza trentina di livello nazionale torna a Dro con un lavoro per dieci danzatori. Però si tratta, per ora, solo di uno studio, che nella forma definitiva debutterà in ottobre a Reggio Emilia. Folk Coro Bianche Zime Rovereto, Cortesela Bontadi, ore 21. Jazz Chicken Pussy Blues Band in concerto Per “NonSole Jazz Festival”. Malé, Piazza Regina Elena, ore 21. “Electronic Open Air Festival” Rovereto, Piazzale Degasperi, ore 21. Il festival prosegue fino a domenica 26. Seconda edizione di un festival di musica elettronica Indie underground. Teatro “Framerate O – Primo esperimento” col collettivo Santasangre. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala Forgia, ore 20.30. “La luce del Nord” è il titolo di questa edizione del festival di Dro: incentrato sulla cultura nordica, la neve, il ghiaccio. I Santasan- sabato 25 luglio Cabaret Omar Fantini Rovereto, Piazza Malfatti, ore 21. Cabarettista bergamasco: è il “nonno Anselmo” di “Colorado Cafè”. Danza “La natura delle cose” con la compagnia di Virgilio Sieni. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 1, ore 22. 45 monitor luglio Lucilla Giagnoni Teatro Ispirato al “De rerum natura” di Lucrezio, intende narrare, a modo suo, la nascita di Venere. Non c’entra con il tema del Nord del Festival, ma gli organizzatori, vistolo, lo hanno ugualmente voluto in cartellone. “Crac” Folk “Framerate O – Primo esperimento” performace dei Motus. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Mezzelune, ore 20.30. E’ un a solo di Silvia Calderoni, a Dro più volte vista e apprezzata con la Compagnia Valdoca. col collettivo Santasangre. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Forgia, ore 23.30. Vedi presentazione al 24 wluglio. “Jeug” “L’ultima casa” Tribo Iran Tribal in concerto. Cognola, Piazza Argentario, ore 21. Musiche e danze del Brasile amazzonico. Jazz Roberto Cipelli e Roberta Rigotto in concerto. Per “NonSole Jazz Festival”. Caldes, Piazzale scuole, ore 18. Musica Performance musicale di Sergio Ricciardone. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Foyer, ore 23.30. “Vergine Madre” con Lucilla Giagnoni. Per “I suoni delle Dolomiti”. 46 Vallarsa, Rifugio Malga Zugna, ore 14. Ore 6, sei canti della Divina Commedia che narrano la commedia umana di Dante: il viaggio (Il primo canto dell'inferno), La Donna (Francesca, il V), l'Uomo (Ulisse, il XXVI), il Padre (Ugolino, il XXXIII), la Bambina (Piccarda, il III del Paradiso) e la Madre (Vergine madre, il XXXIII del paradiso). "Vergine Madre" è una interessante interpretazione dell'opera dantesca che getta uno sguardo tutto femminile sul Divin Poema ed è, nelle parole della drammaturga, lo spettacolo che più la rappresenta. “Pop rock e il sole nero” con il Gruppo Caronte. Per “Pinè Musica”. Segonzano, Castello, ore 21. con l’associazione culturale Anagoor. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 2, ore 21. Vedi presentazione al 24 luglio. di Tiziano Scarpa. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21.30. Pièce vagamente ispirata alla goldoniana “La casa nova”. luglio 2009 “Per i caduti su questi confini” Con la Compagnia delle Arti e la banda della Valle di Ledro. Per “La memoria dei luoghi”. Bezzecca, Colle di S. Stefano, ore 21. domenica 26 luglio Danza “La natura delle cose” con la compagnia di Virgilio Sieni. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 1, ore 21. Vedi presentazione al 25 luglio. Musica Performance musicale di Sergio Ricciardone. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Foyer, ore 23.30. Boris Kovac e Darko Rundek Trio in concerto. Piedicastello, Piazza Centa, ore 21. “Pop rock e il sole nero” Col Gruppo Caronte. Per “Pinè QUESTOTRENTINO Musica”. Segonzano, Castello, ore 18, Teatro liari. Lo interpreta un grande Robert De Niro. Barry Levison è il regista di “Rain Man” e “Good Morning Vietnam”. “Framerate O – Primo esperimento” Recital Trio in concerto. Per “NonSole Jazz Festival”. Denno, Cortile Banal Cova, ore 21. “Crac” performace dei Motus. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Mezzelune, ore 22.30. Vedi presentazione al 25 luglio. Cinema “Disastro a Hollywood” di Barry Levinson, con Robert De Niro, Bruce Willis, John Turturro. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. Industria o arte? Hollywood o Cannes? Lieto fine o finale “europeo”? Un produttore cinematografico è alle prese con infiniti problemi, professionali e fami- del X Festival Trentino Mondialfolk. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. Jazz col collettivo Santasangre. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Forgia, ore 20.30. Vedi presentazione al 24 luglio. lunedì 27 luglio Serata finale Musica Concerto della band Carpark North. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Parco, ore 22. Folk “Il canto ebraico fra passato e presente” con l’Ensemble Shalom e Angel Harkatz. Rovereto, Chiostro di S. Rocco, ore 21. Il cantante lirico Angel Harkatz, accompagnato dall’Ensemble Shalom, si esibisce in un repertorio che spazia dal canto sacro alle musiche chassidiche, alle sonorità klezmer di origine popolare. 47 monitor luglio Teatro “Un secco Nord” performance del gruppo Codice Ivan. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Mezzelune, ore 20.30. Produzione per il Festival di un giovane gruppo bolzanino: ci aspettiamo inventiva e ironia. “Periodonero” col gruppo Cosmesi. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 2 ore 21. Spettacolo (quasi) teatrale, coprodotto da Dro con il Teatro Stabile del Friuli. Durata 50’. martedì 28 luglio Classica Ouroboros Ensemble Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. “Violino... più piano” Con Silvano Minella e Flavia Brunetto. Musiche di Mozart, Mendelssohn, Schumann. Cavalese, Palacongressi, ore 21. Folk Trio Madeira Brasil Per “I suoni delle Dolomiti”. Altopiano della Paganella, Rifugio La Montanara, ore 14. Imperdibili. Per tutti e per tutti i gusti, allegria allo stato puro. Ronaldo do Bandolim, Zé Paulo Becker e Marcello Gonçalves, tre carriere da solisti di quelle inarrivabili, hanno unito i loro sforzi in un ambizioso progetto di promozione e riscoperta dello Choro, 48 il minimo comun denominatore delle musiche tradizionali brasiliane. Ma l'indagine filologica musicale è solo un espediente per dimostrare come i veri virtuosi degli strumenti a corda non lavorino solo in velocità, ma in sentimento e passione perché ciò che conta per fare musica magica, è toccare le zone più erogene della tastiera con il giusto ritmo. Rainbow Chasers in concerto. Rovereto, S. Giorgio, Campo Polivalente, ore 21. Gruppo di giovani musicisti capitanato da Ashley Hutchings, considerato il padre del folk-rock britannico. “Un secco Nord” performance del gruppo Codice Ivan. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Mezzelune, ore 22. Vedi presentazione al 27 luglio. lodramma che Bollywood non risparmia, Boyle mantiene solo quel dosaggio di ingredienti che non ci risulti indigesto. Come un ristorante indiano con il cuoco europeo. “Happening” Classica con Skyr Lee Bob. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Galleria Trasformatori, ore 23.30. Danza, teatro, musica, mescolati in messaggi che si vogliono dissacranti. “Omaggio a Gorecki” con il Silesian Quartet. Per “I suoni delle Dolomiti”. Passo Rolle, Monte Castellazzo, ore 14. La musica di Henryk Górecki, uno dei maggiori compositori po- Teatro “Tabula/Tavola” con Antonio Rinaldi. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Forgia, ore 13. Si tratta di una sperimentazione su un raggio di luce, e il suo incontro con un corpo umano. Ci lascia perplessi la durata (60’). “Generazione scenario” Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Parte prima: Sala Turbina 1, ore 21. Parte seconda: Sala Turbina 2, ore 22,30. “Premio Scenario” è un concorso nazionale riservato ai giovani artisti che interpretano l’impegno civile attraverso nuovi linguaggi: dei 400 gruppi partecipanti, Dro presenta, qui e alle 22.30, i quattro vincitori. “Storie migranti” Con la Compagnia delle Arti. Per “La memoria dei luoghi”. Trento, Stazione ferroviaria, ore 21. lacchi viventi, è caratterizzata da semplicità armonica e ritmica e da una forte impronta spirituale; trova un’eccellente collocazione tra le Dolomiti, per un concerto di riflessione. mercoledì 29 luglio “Violino... più piano” Cinema “The Millionnaire” di Danny Boyle, con Mia Drake, Imran Hasnee, Anil Kapoor. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. Un film piacevole e riuscito. Che ha il difetto, non minore, di risultare però alla fine un'appropriazione dello stile dei film di Bollywood ad uso ammorbidito del pubblico occidentale. Di tutto il barocco e gli eccessi e il me- Con Silvano Minella e Flavia Brunetto. Musiche di Mozart, Mendelssohn, Schumann. Dimaro, Teatro Comunale, ore 21. Teatro “Tabula/Tavola” con Antonio Rinaldi. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Forgia, ore 13. Vedi presentazione al 28 luglio. luglio 2009 Luis Bacalov “50 urlanti, 40 ruggenti, 60 stridenti” con Dewey Dell. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala Mezzelune, ore 20.30-24. Breve performance (10’) di una giovane compagnia, sostenuta dal Festival attraverso il progetto Fies Factory One (residenza, produzione, promozione, circuitazione del lavoro a cura del Festival). “Motel/Faccende personali/Prima stanza” col Gruppo Nanou. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 1, ore 21-22.30. Altra performance (30’) di una compagnia del progetto Fies Factory One. “Dies irae. 5 episodi intorno alla fine della specie. Studio sugli episodi 1,2,3”. col Teatro Sotterraneo. “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 1, ore 21.30. Giovane compagnia già distintasi a Dro per la freschezza delle proposte, sostenuta nel progetto Fies Factory One, qui propone un lavoro, comico e un po’ angoscio- QUESTOTRENTINO so, sulla dimenticanza, l’oblio, l’ombra. “Happening” con Skyr Lee Bob. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Galleria Trasformatori, ore 23.30. Vedi presentazione al 28 luglio. giovedì 30 luglio Cinema “Ti amerò sempre” di Philippe Claudel con Kristin Scott Thomas, Elsa Zylberstein, Serge Hazanavicius. Trento, Cantine Lunelli. Ore 20: visita della Cantina. Ore 21.30: film. Juliette esce di prigione dopo quindici anni. Trova ospitalità presso la sorella. E sconvolge una vita familiare che già non è felice. Esordio alla regia dello scrittore Philippe Claudel. Il classico film francese? Sì, nel bene e nel male. Classica Luis Bacalov e l’Orchestra da camera “Tartini” questo autore di origine argentina che vanta collaborazioni con tutti i più grandi registi, da Fellini e Lattuada a Pasolini, Scola, Rosi, Petri, Wertmuller, fino all’Oscar per “Il postino”. Bacalov non è solo compositore di colonne sonore; comunque ha scritto un pezzo di storia del cinema italiano. Jazz Paolo Jannacci Trio in concerto. Per “NonSole Jazz Festival”. Malé, Piazza Regina Elena, ore 21 “Composizione... più piano” Con Edoardo Bruni, pianista e compositore. Musiche di Chopin e Bruni. Tione, Scuola Musicale, ore 21. Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Sole, Valpiana, ore 14. Non c’è necessità di presentare 49 monitor luglio “Teach us to outgrawi our Madness” Musica “Concert” con Tape Tum. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Parco, ore 22.30 “Musica dinamica: sonorità al futuro” spettacolo di Roberto Marafante, con Fabrizio Festa, Loredana Colizzi, Massimo Mercelli, Simone Santini. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21. La concezione futurista dell’arte tradotta in uno spettacolo musicale basato su testi di Fortunato Depero.Un tributo – a volte ironico – all’irruenza avanguardista. Rievocazioni “La maledizione del castello” Spettacolo di suoni e luci con la Compagnia delle Arti. Per “Il gioco dei castelli”. Isera, Castel Corno, ore 21.30. Teatro “50 urlanti, 40 ruggenti, 60 stridenti” con Dewey Dell. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Mezzelune, ore 20.30. Vedi presentazione al 29 luglio. “Motel/ Faccende personali/ Prima stanza” col Gruppo Nanou. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 2, ore 21-24. Vedi presentazione al 29 luglio. 50 “Concerto per harmonium e città” con Pathosformel. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala Forgia, ore 22. I Pathosformel (supportati dal progetto Fies Factory One) lo scorso anno ci avevano presentato l’astratto e lirico “La più piccola distanza”: commovente nei primi dieci minuti, poi ripetitivo e noioso, fino a farci uscire prima della fine. Non la pensa evidentemente così la critica, che ha insignito i Pathosformel del prestigiosissimo Premio Ubu (per la cronaca, un altro premio lo ha preso il Festival). Quest’anno la compagnia presenta un concerto, come interazione tra i suoni di un harmonium e le registrazioni di suoni cittadini. Durata 30’ (un consiglio? Andateci, ma sedete vicino all’uscita). “Ginevra – Parigi – Milano” Progetto di Jean Claude Penchenat, a cura di Mimma Gallina. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21.30. Uno spettacolo che con leggerezza rivisita vizi, stereotipi e pregiudizi riferiti a tre grandi città europee venerdì 31 luglio Cinema “Si può fare” di Giulio Manfredonia, con Claudio Bisio, Anita Caprioli, Bebo Storti. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21.30. Claudio Bisio è un sindacalista che sogna da capitalista: vuole aprire al mercato la sua cooperativa dove lavorano malati psichici. Un'intelligente commedia popolata da alcuni dei migliori attori della scena comica italiana: Claudio Bisio, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Giorgio Colangeli, Bebo Storti... “Stella” di Sylvie Verheyde, con Leora Barbara, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Guillaume Depardieu. Mattarello, Centro S. Vigilio, ore 21. Il tempo delle mele. Ma qui vediamo il torsolo: mentre, nei quartieri borghesi, i pre-adolescenti flirtano, altri, nelle banlieues, crescono nei bar. Sono gli anni Settanta, Michel Platini gioca con la maglia verde del Saint-Etienne, il juke-box, anche a Parigi, suona Umberto Tozzi. Distribuito dalla Sacher di Nanni Moretti. Classica “Il maestro di cappella” brillante performer e coreografa di livello internazionale, che già avevamo visto a Dro alcuni anni fa in intensissime interpretazioni, porta al Festival il lavoro più atteso. Mette in scena cinque donne, tra segreti, complicità e crudeli rivalità femminili, pulsioni dionisiache. Spettacolo (90’) forte e crudo. “Barokthegreat” con la compagnia Barok. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 2, ore 23.30. “Questo lavoro si ispira all’arte informale che è per eccellenza barocca perché enfatizza l’atto fisico...” sbrodola (vi risparmiamo il resto) nell’autopresentazione l’autrice Sonia Brunelli. Mah... per fortuna è più brava a coreografare che a scrivere. Folk Fanfare Ciocàrlia Per “I suoni delle Dolomiti”. Lagolo, Prà dei Tondi, ore 14. Per anni è stato il complesso musicale che animava feste, matrimoni, battesimi di un villaggio della Romania; poi, grazie a un produttore tedesco, ha cominciato a portare per il mondo il suo repertorio basato sulla tradizione romena e sull’energia dei fiati e delle percussioni. Jazz di Domenico Cimarosa. A cura dell’Associazione Culturale Bonporti. Villazzano, Parco Villa Mersi, ore 21. in concerto. Per “NonSole Jazz Festival”. Denno, Cortile di Palazzo Parisi, ore 21 Danza Musica “Teach us to outgraw our madness” “Elektronic Lyret, progetto e live remixing” con Erna Omarsdottir. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 1, ore 21. L’islandese Omarsdottir, con Marco Olivieri. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Parco, ore 5.30. Malastrana Quartet luglio 2009 Musica-Teatro “Quadri d’autore” con il Gruppo Musicale Artegiovane. Trento, Piazza Battisti, ore 21.30. Teatro “Moth” con Francesca Grilli. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala Mezzelune, ore 23. La Grilli (anch’essa sostenuta da Fies Factory One) procede nelle sue sperimentazioni (eccezionale quella di due anni fa, meno riuscita l’ultima dello scorso anno) dei rapporti tra voce, luce, umanità. Quest’anno è in scena un’albina, quindi fisiologicamente refrattaria alla luce, con cui comunque interagisce. QUESTOTRENTINO “Concerto per harmonium e città” con Pathosformel. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Forgia, ore 24. Vedi presentazione al 30 luglio. “I futuristici: una serata con Campanile e Petrolini” di Roberto Marafante. Rovereto, Palazzo Fedrigotti, Corso Bettini, ore 21. Uno spettacolo fra cabaret e avanspettacolo che rivaluta due autori ingiustamente trascurati. “Il piccolo Schulz” Con la Compagnia delle Arti e il Coro Alpino Cima Ucia. Per “La memoria dei luoghi”. Lardaro, Forte Larino, ore 21. “Moth”, con Francesca Grilli 51 * Somma dati Auditel e Audiradio * 52 luglio 2009 monitor agosto sabato 1 agosto e Scott Gibbons. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 2, ore 21. Lo spunto lascia come minimo perplessi: le parole nascono dalle scelte di un caprone che con il muso ha indicato grappoli di lettere stese su un prato. Dall’accozzaglia dovrebbe essere sgorgata la poesia di questi canti, dicono. Siccome alla Societas Sanzio non sono dei ciarlatani, non resta che andare a vedere. Cabaret Malandrino e Veronica Rovereto, Piazza Malfatti, ore 21. Duo comico con una lunga militanza televisiva: sono quelli che fanno Padre Buozzi e Marcolino. Danza “Teach us to outgraw our madness” con Erna Omarsdottir. Per “Drodesera”. Dro, Centrale di Fies, Sala Turbina 1, ore 22.30. Vedi presentazione al 31 luglio. Jazz Nonsole Jazz Band on the Lake in concerto. Per “NonSole Jazz Festival”. Tuenno, Lago di Tovel, ore 15 Gramelot Ensemble in concerto. Per “NonSole Jazz Festival”. Sanzeno, San Romedio. L’attore veneto Marco Paolini, famoso per le produzioni nel campo del teatro civile e di denuncia e per l’attenzione alla cultura della montagna, è apprezzatissimo per la sua grande capacità di narratore e per l’uso speciale della parola di cui è capace. In Val di Fassa racconterà il sorgere del sole. “Moth” con Francesca Grilli. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala Mezzelune, ore 20.30-24. Vedi presentazione al 31 luglio. “Concerto per harmonium e città” Lirica Concerto dei vincitori del concorso lirico ‘Zandonai’ Riva, Cortile della Rocca, ore 21.30. con Pathosformel. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala Forgia, ore 20.30-24. Vedi presentazione al 30 luglio. Musica “The cryonic chants” “Schermi in musica” con la Societas Raffaello Sanzio “L’accordeon eon eon” Storie raccolte nei metrò parigini, con Philip Burgers, Carlo Jacucci, Eimear Tunney. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21. domenica 2 agosto Jazz Alessia Obino Quintet in concerto. Per “NonSole Jazz Festival”. Pellizzano, piazza Santa Maria, ore 20.30. Musica Bermuda Acoustic Trio in concerto. Sardagna, Campetto Oratorio, ore 21. Tre musicisti, già collaboratori di Piergiorgio Bertoli, con le canzoni degli anni ’70-’90. Teatro “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” di Maria Cristina Giambruno. Rovereto, Auditorium Melotti, ore 11, 19 e 21. Si replica domani, ore 19 e 21. Vedi presentazione al 4 luglio. lunedì 3 agosto Cinema “L’ospite inatteso” di Thomas McCarthy, con Hiam Abbass, Amir Arison, Danai Jekesai. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21. Un professore universitario annoiato di se stesso trova, di ritorno da un convegno, il suo appartamento occupato da una coppia di stranieri, un siriano e una senegalese. Una commedia civile delicata, forse un po' troppo edificante. Classica Gustav Leonhardt (organo) Smarano, Sala Concerti, ore 20.45. Gustav Leonhardt è forse il migliore interprete al mondo per quanto riguarda il clavicembalo, e in generale le tastiere antiche. Sarà ospite dell’Accademia di Smarano per l’inaugurazione dell’organo Fratti. Concerto a in- Con Roberta Carlini (voce), Lorenza Anderle (pianoforte) e Luciano Olzer (video). Musiche di Ennio Morricone e dintorni. Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Congressi Pinè 1000, ore 21. Teatro Marco Paolini Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fassa, Pra Martin, Ciampedie, ore 6. “The cryonic Chants” QUESTOTRENTINO 53 monitor agosto Gustav Leonhardt vito (info presso Pro Loco o Associazione Eccher – www.eccher.it) Danza “Milonga per strada” A cura del CDM. Rovereto, Piazza delle Erbe, ore 20.30. Ellade Bandini, Walter Calloni, Maxx Furian, Christian Meyer e Paolo Pellegatti sono i 5 virtuosi delle percussioni che, uniti sullo stesso palco, presentano una formula spettacolare di ritmo, ma anche - particolare non irrilevante per 5 batteristi che suonano senza altri strumenti - melodie e messaggi musicali di impatto. Le influenze sono tra le più disparate, dal jazz alla fusion, dal blues al rock spinto. Una volta smessi gli "abiti d'ufficio" di batteristi dei soliti Finardi, Zucchero, Celentano, Ramazzotti, Branduardi, i 5 musicisti non possono che vivificare le loro collaborazioni internazionali in un progetto di autentico entusiasmo. “Blues Explosion” Musica Drummeria Per “I suoni delle Dolomiti”. Altopiano della Paganella, Rifugio La Roda, ore 14. con Texas Slim, R. J. Mischo, E. C. Scott, Sonny Rhodes. Trento, Piazza Battisti, ore 21. Drummeria martedì 4 agosto Classica “Violino e pianoforte dal primo al tardo Romanticismo” col duo Beatrice Bianchi-Sergio D’Alfiero. Musiche di Schubert, Beethoven, Dvorak. Rovereto, Casa Mozart, Via Mercerie, ore 21. Rossella Pozzer (flauto) e Walter Salin (chitarra) Trento, Oratorio di S. Antonio (Oltrefersina), ore 21 Folk Iva Bittovà Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fiemme, Alpe di Pampeago, Buse de Tresca, ore 14. Iva Bittovà è violinista e cantante sperimentale. Proviene dalla Repubblica Ceca, ma ha origini indiane. E' la prova vivente di finiamo "gitane". E' alla costante ricerca di un personalissimo connubio tra voce e violino; con le sue fusioni stilistiche e la sua voce malleabile solletica le più recondite associazioni mentali prodotte dalla musica. Musica “Nel blu dipinto di jazz” Omaggio alla canzone italiana con la New Project Orchestra. Trento, Via Belenzani, ore 21. mercoledì 5 agosto Cinema “Two Lovers” di James Gray, con Gwyneth Paltrow, Joaquin Phoenix, Vinessa Shaw. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21. Un maschio triste e debole degli anni Duemila incontra una vicina di casa affascinante e pro- Iva Bittovà quello che significa sincretismo musicale: da un lato grammatiche rock di facile assimilazione, dall'altro composizioni tradizionali dell'Est europeo che solitamente, per povertà lessicale, de- 54 blematica. La formula iniziale dell'incontro tra un uomo e una donna trova uno sviluppo non banale, che non si risolve in commedia. luglio 2009 Classica Teatro Quartetto Lunezia “Ridere in versi” Musiche di Puccini e Haydn. Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Pieve dell’Assunta, ore 11. Recital di poesia comica con Fabio Comana e Antonio Russo. Al sax, Guido Bombardieri. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21. Folk Rhapsodija Trio Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fassa, Rifugio Contrin, ore 14. giovedì 6 agosto Cinema “Vuoti a rendere” di Jan Sverak con Zdenek Sve- punk degli esordi al cantautorato folk in stretto dialetto comasco, sfondando in tutta Italia. Musica Alessandro Carbonare (clarinetto) e Quartetto Le Architetture Per “I suoni delle Dolomiti”. Tremalzo, Passo Dil – La Viola, ore 14. Uno dei maggiori clarinettisti italiani, supportato da un quartetto di interpreti di valore, propone un concerto leggero, a cavallo tra classica, jazz, tango, rock e musical. Si annuncia godibilissimo per l’abilità degli esecutori e lo spirito che essi sanno mettere nella musica. “Il pianoforte racconta la montagna” con Federico Zattera. Trento, Piazza Battisti, ore 21. Formato da collaboratori di Moni Ovadia e di varie figure del cinema italiano, il Rhapsodija Trio interpreta con violino, chitarra e fisarmonica melodie yiddish e gitane, comprendendo una grande varietà di luoghi e culture. Già sentito, ma può riservare sorprese. Musica I Bovinonz in concerto. Sopramonte Vigolo Baselga, Parco ex asilo, ore 21. Mirko Battisti e Giorgia Endrici (entrambi voce e chitarra) interpretano cover famose (dai Beatles a George Michael) con arrangiamenti molto personali. QUESTOTRENTINO venerdì 7 agosto Cinema “Questione di cuore” di Francesca Archibugi, con Kim Rossi Stuart, Antonio Albanese, Micaela Ramazzotti. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21. Due infartuati si conoscono in ospedale. Il resto del film continua ad allontanarsi e a ritornare sul tema della malattia. I volti malinconici cui le parole vengono affidate sono quelli, perfetti, di Antonio Albanese e a Kim Rossi Stuart. Il taglio della sceneggiatura è felicemente in equilibrio sul crinale acuto tra ironia e dramma. Folk-Rock Legittimo Brigantaggio in concerto. Per “Castelfolk”. Castellano, ore 21. Gruppo laziale composto da sei elementi che suonano – la definizione è loro – un energico “combat folk”. rak, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova. Rovereto, Navicello-Istituto Agrario di S. Michele. Ore 20: visita della Cantina. Ore 21.30: film. Vedi presentazione al 23 luglio. Danza Compagnia Retouramont Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Sella, Malga Costa, ore 11 e 15. Si replica domani e dopodomani. Folk Davide Van De Sfroos in concerto. Per “Castelfolk”. Castellano, ore 21. Davide Bernasconi (in arte Davide Van De Sfroos) è volato dal Davide Van De Sfroos 55 monitor agosto Musica Cavalese, Piazza, ore 21. Rievocazioni Maria Pia De Vito, Claudio Astronio, Il Suonatore Jones Ultima tappa del tour benefico di un singolare complesso di medici altoatesini che suonano musica West Coast per raccogliere fondi a favore di un ospedale nell’Etiopia del sud. “Evviva Arminio” Per “I suoni delle Dolomiti”. Monte Bondone, Viote, Gervasi, ore 14. Da un verso di "Andrea" di Fabrizio De Andrè sboccia un concerto dalle effusioni jazz che rievoca gli scontri tra le rupestri trincee trentine durante la Grande Guerra. Un omaggio a Faber dalle corde vocali di Maria Pia De Vito con i rintocchi del pianista Claudio Astronio e l’accompagnamento del gruppo Il Suonatore Jones. Musica-Cabaret Banda Osiris e Quartetto Ombra: “Là dove sorge il sol” Per “I suoni delle Dolomiti”. San Martino di Castrozza, Rifugio Pedrotti alla Rosetta, ore 6. “Canzoni dei nostri ricordi” Spettacolo teatrale con la compagnia Teatro Belli diretta da Antonio Salines, con la partecipazione del I Reggimento Cacciatori a cavallo e del II Reggimento Kaiser Artillerie. Per “Il gioco dei castelli”. Besenello, Castel Beseno, ore 16-23. Si replica domani 9 agosto, a Castel Beseno, dalle 10 alle 18, e lunedì 10 agosto, al Parco Cesarini Sforza di Terlago, alle ore 21. col soprano Emiko Kubota, il tenore Vito Martino, il baritono Lisandro Guinis e con Armando Calvia al pianoforte. Trento, Piazza Battisti, ore 21. Artisti di notevole livello che si esibiscono nelle più note canzoni della tradizione napoletana, spagnola e latinoamericana. domenica 9 agosto lunedì 10 agosto Musica Cinema Sara & the Sonics “Fuori menù” sabato 8 agosto Classica Kreative Ensemble Musica di Vivaldi (“Le quattro stagioni”). Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Congressi Pinè 1000, ore 21. Folk “C’è folk e folk” Trento, Piazza Battisti, ore 11. Festival cui partecipano gruppi trentini, toscani, pugliesi e siciliani. Folk-Rock Sine Frontera in concerto. Per “Castelfolk”. Castellano, ore 21. Gruppo folk-rock che, come suggerisce il nome, pratica il più largo meticciato musicale. Musica “Sax... più piano” Con Mario Ciaccio (sax) e Simone Gnotto (piano). Musiche di Ross, Ghidoni, Pangrazzi, Piazzolla. Roncegno, Palace Hotel, ore 21. “For Africa 2009” con la band di Toni Pizzecco. 56 Ottetto sperimentale per fiati a colazione: la Banda Osiris e lo speculare Quartetto Ombra salutano l’alba del nuovo giorno con un giocoso intreccio di echi e rimandi sonori. Empatia assicurata e per una volta ben venga la sveglia che strilla presto la mattina. in concerto. Meano, Corte interna di Case Sardagna, ore 21. Cinque musicisti trentini con un programma che spazia dal folk al pop al jazz. di Nacho C. Velilla, con Javier Càmara, Lola Dueñas, Carlos Leal. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21. La Spagna ha sfornato, negli luglio 2009 ultimi anni, alcune interessanti commedie gay, come “Reinas”. Si inserisce in questo filone “Fuori menù”, che trova una felice ambientazione in un ristorante. Barzelletta: “Perché hanno licenziato un infermiere checca della banca del seme? Perché beveva in servizio”. Folk Nickelharpa Network Orchestra Trento, Badia di S. Lorenzo, ore 21. Gruppo italiano che si esibisce di e con Pino Petruzzelli. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21. Uno dei più grandi attorinarratori italiani che fuori dal mainstream alla Paolini o alla Celestini riesce ancora a fare un teatro sincero, originale, umile e altissimo. Tratto da un libro che è anche una ricerca sul campo, “Non chiamarmi zingaro” è un canto d’amore per un popolo che non avendo mai avuto confini da difendere, non ha mai dichiarato guerra a nessuno. Petruzzelli si è calato, fisicamente, per cinque anni nei campi nomadi e nei ghetti di mezza Europa per poi raccontarci, con sguardo lucido e appassionato, la vita dei tanti volti puliti di una cultura che del nomadismo ha fatto l’unica possibilità di sopravvivenza. martedì 11 agosto nei e gregoriano, con inaspettati punti di contatto. Come introduzione, un percorso alla scoperta di antichi mestieri e leggende. Per l’escursione, prenotazione obbligatoria (0465 901217). Rock Rockin’ Diapason Band in concerto. Trento, Piazza Battisti, ore 21. mercoledì 12 agosto Cinema “L’abbuffata” di Mimmo Calopresti, con Gérard Depardieu, Diego Abatantuono, Donatella Finocchiaro. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21. Una satira su “in Italia il grande cinema non si fa più”, sulla deriva televisiva della comunicazione per immagini. Ma non coglie pienamente il segno: Calopresti (come ne “La fabbrica dei tedeschi”, ahinoi) è ancora troppo vanitoso, il tono è inutilmente nostalgico, le battute comandate. Classica “Solo... più piano” Col pianista Rainer Maria Klaas. Musiche di Scarlatti, Brahms, Liszt, Beethoven. Dimaro, Teatro Comunale, ore 21. Concerto di Elisa Bellini (flauto) e Caterina Chiozzi (arpa). Per “Pinè Musica”. San Mauro, Chiesa, ore 11. Classica Trio Wiener Serenade Musiche di Mozart, Schubert, Haydn. Rovereto, Chiesa del Moietto, ore 21. Folk Mamadì Kaba in concerto. Trento, Villazzano 3, Tecnostruttura, ore 21. Vedi presentazione al 17 luglio. Musica Trekking musicali con uno strumento ad arco poco conosciuto, la nickelharpa appunto, appartenente alla stessa famiglia della ghironda e della viella. Teatro “Non chiamarmi zingaro” QUESTOTRENTINO con i Destrani Taràf, il Trio vocale Feininger e il Trio Amara. Per “I suoni delle Dolomiti”. Vallle del Chiese, Sentiero Etnografico Rio Caino, dalle ore 10. Concerto a Malga Caino alle ore 14. Giornata dedicata all’etnomusicologia e al recupero di antiche melodie, tra klezmer, canti di montagna, suoni mediterra- 57 monitor agosto Musica Quint’etto Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fassa, Val di Dona, Camerloi, ore 14. Si definiscono “mezzo chilo di musica, ironia e divertimento”, ma per mestiere suonano nell’Orchestra Nazionale dell’Accademia di S. Cecilia. Il musicista classico è come il poeta per Palazzeschi: non vede l’ora di potersi divertire, mescolando i generi, affrontando in modo inusuale terreni nuovi e divertendo anche il pubblico. Attenzione, scarpinata. I Bovinonz in concerto. Gardolo, Parco Canova, ore 21. Vedi presentazione al 5 agosto. giovedì 13 agosto Jazz Christian Escoudé Nouveau Trio Gitan Per “I suoni delle Dolomiti”. Monti Lessini, Malga Fratte, ore 14. Christian Escoudé, con il suo Nouveau Trio Gitan, composto da tre chitarristi, riporta alla luce lo stile del grande Django Reinhardt; un jazz un po’ retro ma dalla grande espressività e condito da elementi esotici, grazie alle origini gitane. Molto piacevole. venerdì 14 agosto Cinema “Australia” di Baz Luhrmann, con Nicole Kidman, Hugh Jackman, David Wenham. Rovereto, Terrazze del Mart, Classica Ensemble Frescobaldi Dirk Hamilton and the Bluesmen in concerto. Gardolo, Piazza Libertà, ore 21. Un cantautore americano esponente della musica californiana degli anni ’70 accompagnato da una band italiana. “La cucina afrodisiaca di Giacomo Casanova” Teatro “Viale d’inverno” ore 21. La proprietaria e il rude allevatore. Gli aborigeni. L'Australia e la sua storia. Filmone lungo e largo del regista di “Moulin Rouge”, che non riesce pienamente, stavolta, a dominare il mélo. L'ambizione di fare un nuovo “Via col vento” è decisamente troppo alta. col Complesso Corelli. Trento, Giardino S. Chiara. Concerto: ore 18.30. Degustazioni: ore 21. Una combinazione di arte e gastronomia. Dopo le musiche barocche (in primis Vivaldi) eseguite dal Complesso Corelli, gli spettatori potranno assaggiare ricette settecentesche abbinate a una selezione di vini. Occorre prenotarsi entro il 10 agosto; il prezzo è di 25 euro. Rassegne “Mescolanze/Notte” con Zaharina Asenova (canto), Aleksey Asenov (fisarmonica) e Marco Ferrari (clarinetto e flauti). Trento, Piazza Battisti, ore 21. Festa di suoni e sapori, parole e danze. Rovereto, Piazza Leoni. Ore 19-23: “La tavola di ‘Mescolanze’”. Ore 21.30: Keith B. Brown Trio. Blues tradizionale con incursioni nel jazz e nel folk. Rassegne Teatro “Mescolanze/Notte” “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” Folk “Classico zigano” Festa di suoni e sapori, parole e danze. Rovereto, Piazza Leoni. Ore 19-23: “La tavola di ‘Mescolanze’”. Ore 21.30: Fuentes in concerto. I Fuentes del primo concerto di 58 sabato 15 agosto Musica per organo e ottoni dal Rinascimento al Romanticismo. Per “Pinè Musica”. Cembra, Chiesa, ore 21. Musica e gastronomia Musica con il Teatro dell’Aleph. Testi di Antonia Dalpiaz, regia di Giovanni Moleri. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21. “Mescolanze” sono tre percussionisti, due italiani e un ivoriano, che interpretano musiche di amicizia, migrazioni, ritorni. Christian Escoudé di Maria Cristina Giambruno. Brentonico, Palazzo Baisi, ore 11 e 18. Replica domani, ore 17 e 21. Vedi presentazione al 4 luglio. luglio 2009 domenica 16 agosto Musica “Melodie degli alpini in chiave jazz” col Davide Calvi Trio. Trento, Piazza Battisti, ore 21. Rassegne “Mescolanze/Notte” Festa di suoni e sapori, parole e danze. Rovereto, Piazza Leoni. Ore 19-23: “La tavola di ‘Mescolanze’”. Ore 21.30: A3 in concerto Folk del nostro Meridione: tammuriate, pizziche, tarantelle. Rievocazioni “Festa a corte” Spettacolo in costume con la compagnia Cinquedea e il Gruppo Musicale Asgard. Per “Il gioco dei castelli”. Stenico, Castel Stenico, ore 15-19. lunedì 17 agosto Cinema “Il curioso caso di Benjamin Button” di David Fincher, con Brad Pitt, Tilda Swinton, Cate Blanchett. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21 Passo falso di David Fincher, autore prezioso. Brad Pitt nasce vecchio e ringiovanisce. Idea buona per un piccolo pamphlettino, non per un film di tre ore, che incontra per strada, più che la Storia, solo retorica e inevitabili innamoramenti. Francamente noioso. Rassegne “Mescolanze/Notte” Festa di suoni e sapori, parole e danze. Rovereto, Piazza Leoni. Ore 19-23: “La tavola di ‘Mescolanze’”. Ore 21.30: Riserva Moac in concerto. Sonorità programmaticamente indefinibili: il massimo della contaminazione musicale. Rievocazioni “La battaglia di Segonzano” Spettacolo di suoni e luci con la Compagnia delle arti. Per “Il gioco dei castelli”. Segonzano, Castello, ore 21.30. martedì 18 agosto Jazz Gabriele Mirabassi Trio Per “I suoni delle Dolomiti”. Monte di Mezzocorona, Malga Kraun, ore 14. Gabriele Mirabassi è un “jazzista folk”, abile interprete di musica brasiliana e d’autore e fresco vincitore del premio Top Jazz 2008 come miglior disco per “Canto di Ebano”, dedicato al legno del suo strumento, il clarinetto. Inconfondibile la sua sonorità squillante e travolgente, accompagnato dal chitarrista Peo Alfonsi e dal bassista Salvatore Maiore. Rassegne “Mescolanze/Notte” Festa di suoni e sapori, parole e danze. Rovereto, Piazza Leoni. Ore 19-23: “La tavola di ‘Mescolanze’”. Ore 21.30: Selton in concerto. Un bizzarro cabaret musicale italo-brasiliano. Teatro “La mia patria e l’uragano” Con la Compagnia delle Arti. Per “La memoria dei luoghi”. Vermiglio, Forte Strino, ore 21. mercoledì 19 agosto Cinema “Earth – La nostra Terra” di Alastair Fothergill e Mark Linfield. Rovereto, Terrazze del Mart, ore 21. Un viaggio ecologista che mostra la Terra in tutta la sua orgogliosa grandeur – e la sua fragilità. Orsi polari e lave, elefanti e deserti, balene e voli nei cieli. Per inquadrarne (for-dummies) il respiro epico (che a tutti gli effetti c'è) la distribuzione ha affidato la voce narrante a il-senso-della-vita Paolo Bonolis. Musica Quintorigo: “Play Mingus” Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fassa, Rifugio Monti Pallidi, ore 14. Le più celebri escursioni jazz dall’opera del contrabbassista Charles Mingus diventano arrangiamenti per archi a cura del gruppo da camera contemporanea romagnolo, per un suono che dalle viscere della buia New York trova la via al cielo infinito del Trentino. Rassegne “Mescolanze/Notte” Festa di suoni e sapori, parole e danze. Rovereto, Piazza Leoni. Ore 19-23: “La tavola di ‘Mescolanze’”. Ore 21.30: Cisco in concerto. Dopo 14 anni di esperienze con i Modena City Ramblers, dal Riserva Moac QUESTOTRENTINO 59 monitor agosto Rassegne “Mescolanze/Notte” Festa di suoni e sapori, parole e danze. Rovereto, Piazza Leoni. Ore 19-23: “La tavola di ‘Mescolanze’”. Ore 21.30: Ipercussionici in concerto. Musica dalla Sicilia fra passato e futuro. Teatro “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” Musica 2005 Stefano “Cisco” Belotti si è messo in proprio. Di qualche mese fa il suo ultimo CD, “Il mulo”. “Cime domestiche” Rock Naphtaline in concerto. Trento, Piazza Battisti, ore 21. Gruppo nato nel 1982, poi defunto, è risorto nel 2002 con il repertorio di sempre, aggiornato alla discografia più recente: si va dunque da Joe Cocker ai Pink Floyd, dai Deep Purple a Al Jarreau. giovedì 20 agosto Cinema “Pranzo di ferragosto” di e con Gianni Di Gregorio e con Valeria de Franciscis, Marina Cacciotti, Maria Cali. Pergine, Castel Pergine. Ore 20: visita della Cantina. Ore 21.30: film. Un uomo deve passare ferragosto con l'anziana madre e altre tre nonne che in modo più o meno ricattatorio gli vengono affidate. Le attrici – splendide – adattano 60 al loro carattere una sceneggiatura impeccabile. Tenerezza e ironia dalla parte delle vecchiette. con Paolo Benvegnù, Monica Demuru, Petra Magoni, Ares Tavolazzi, G. Ridolfo Gagliano: Per “I suoni delle Dolomiti”. Valle di Cembra, Rifugio Potzmauer, ore 14. L’outsider par excellence del pop autoriale Paolo Benvegnù con la complicità del contrabbassista Ares Tavolazzi e del chitarrista Guglielmo Ridolfo Gagliano tesse le trame per due tra le migliori voci femminili italiane per un omaggio alle “Donne di Montagna”. Che mondo sarebbe senza montagne... (e donne)? di Maria Cristina Giambruno. Trento, Villa De Mersi, ore 20 e 22. Replica domani, ore 20 e 22. Vedi presentazione al 4 luglio. venerdì 21 agosto Folk Sokan Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Sole, Monte Vigo, ore 14. Sokan, una tribù dal Burkina Faso sbarca in Trentino per celebrare l’indissolubile legame che lega l’Uomo alla sua (Madre) Terra: febbrili percussioni e balli tribali dedicati a chi vive e pensa senza confini. Folk Coro Sass Maor Per “I suoni delle Dolomiti”. Valle di Cembra, Rifugio Potzmauer, ore 11. Lirica “Il viaggio a Reims” Cantata scenica di Gioacchino Rossini, con l’Orchestra Haydn diretta da Trisdee Na Patalung. Trento, Via Belenzani, ore 21. luglio 2009 Incontri “Estinti i dinosauri? Ma neanche per sogno! Spedizioni pazze sulle orme dei dinosauri” Incontro con Giuseppe Leonardi. Castello di Fiemme, Sala Teatro, ore 17. Drena, Castel Drena, ore 21. Replica il 22 e il 23 agosto al Castello di Arco. Ensemble Frescobaldi Rassegne Organi e ottoni dal Rinascimento al Romanticismo. Bedollo, Chiesa, ore 21. “Mescolanze/Notte” Teatro “Sacco e Vanzetti” di M. Roli e L. Vincenzoni, con il GAD Città di Trento. Regia di Folk Coro Sasso Rosso Per “I suoni delle Dolomiti”. Festa di suoni e sapori, parole e danze. Rovereto, Piazza Leoni. Ore 19-23: “La tavola di ‘Mescolanze’”. Ore 21.30: Fabulous Boogie Boys in concerto. Esplosiva band inglese di musica rock-soul-blues. lunedì 24 agosto Musica e poesia “A piena voce” Omaggio a Vladimir Majakovskij. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21. martedì 25 agosto Classica “Improvvisazione... più piano” Con Martin Münch, pianista, compositore, improvvisatore. Musiche di Mozart e Münch. Tione, Scuola Musicale, ore 21. Musica Daniele Silvestri in concerto. Rassegne “Mescolanze/Notte” Festa di suoni e sapori, parole e danze. Rovereto, Piazza Leoni. Ore 19-23: “La tavola di ‘Mescolanze’”. Ore 21.30: Adesa in concerto. Musica rituale dal Ghana. Rievocazioni “La terra degli alberi dalle foglie d’argento” Spettacolo su testi di Mauro Neri. Per “Il gioco dei castelli”. QUESTOTRENTINO Alberto Uez. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21. Vedi presentazione al 4 luglio. sabato 22 agosto Classica Orchestra J. Futura In programma musiche di Fauré, Mendelssohn, Beethoven. Trento, Piazza Battisti, ore 21. Orchestra Haydn diretta da William Lacey. Musiche di Haendel e Mendelssohn. Baselga di Pinè, Centro Pinè 1000, ore 21. Val Rendena, Passo del Grostè, ore 6. I cori di montagna si sono emancipati, attirando l’attenzione di molti compositori ed esibendosi sempre più spesso nei teatri. In quest’occasione, però, ritroviamo la suggestione dei canti popolari alpini, interpretati dal coro solandro Sasso Rosso, nel loro ambiente naturale – appunto, la montagna. Come se non bastasse, concerto all’alba. Suggestivo. 61 monitor agosto Erik Friedlander Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Non, Altopiano della Predaia, Rifugio Ai Todes-ci, ore 14. Da canzoni d’impegno civile a ritornelli pronti per le spiagge, da raffinato cantautorato etnico a sorridenti ritagli FM: i mille volti del seguitissimo e trans-generazionale Daniele Silvestri, mercoledì 26 agosto Cabaret Alessandro Bencivenga Trento, Parco Clarina, ore 21. Comico trentino, attualmente lavora con Lucio Gardin su TCA. Classica “Improvvisazione... più piano” Con Martin Münch, pianista, compositore, improvvisatore. Musiche di Mozart e Münch. Cavalese, Palacongressi, ore 21. Ensemble Punteado Musiche di Frescobaldi, Cazzati, Piccinini. Per “Pinè Musica”. Montagnaga, Santuario, ore 11. Folk Sheik Habboush e l’Ensemble Al Kindi Per “I suoni delle Dolomiti”. Pale di S. Martino, Val Canali, Villa Welsperg, ore 14. Ardito accostamento tra la musica popolare siriana e il panorama delle Pale di S. Martino. Interessante spettacolo della tradizione sufi, eseguito con strumenti caratteristici della musica classica araba, recuperando riti e cerimoniali millenari. Consigliatissimo per gli appassionati del genere. Concerto a ballo con il gruppo “I Musikanti”. Rovereto, Piazza Malfatti, ore 21. 62 Gli spettatori saranno coinvolti in facili danze della tradizione italiana e non solo. Marnan Spini di Gardolo, ore 21. Musiche e danze di ispirazione africana ad opera di un gruppo creato da “La Savana”, un’associazione con sede a Gardolo che opera in Senegal su progetti per lo sviluppo agricolo. Teatro “DORMONO TUTTI SULLA COLLINA” monologo con Maura Pettorruso ispirato alla vita di Fernanda Pivano, con musica dal vivo di Fabrizio De Andrè tratta da “Non al denaro non all’amore né al cielo”. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21. “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” di Maria Cristina Giambruno. Trento, Teatro Sociale, ore 18 e 21. Replica domani, ore 18 e 21. Vedi presentazione al 4 luglio. luglio 2009 giovedì 27 agosto Cinema “Once” di John Carney, con Glen Hansard, Markéta Irglová, Bill Hodnett. Calliano, Castel Pietra. Ore 20: visita della Cantina. Ore 21.30: film. Un giovane busker incontra e fa innamorare una ragazza perduta proveniente da Praga. Siamo a Dublino. “Se il “Classica e non solo” Concerto dell’orchestra di fiati del Liceo ‘Rosmini’ di Rovereto diretta dal M° Andrea Loss. Rovereto, S. Giorgio, Campo Polivalente, ore 20.30. Rock sabato 29 agosto Area 51 Musica & Teatro in concerto. Trento, Parco Maso Ginocchio, ore 21. Banda rock di Arco che presenta cover di artisti italiani e internazionali, da Zucchero ai Queen, da Ligabue agli U2. “Figuriamoci” venerdì 28 agosto Feste “ManifestaGiovane” film non vi spezza felicemente il cuore, non ne avete uno”, scrive Anselma Dell'Ollio. Per una volta, forse, ci si può fidare dell'ospite fissa del salottino di Marzullo. Musica Erik Friedlander (violoncello) Per “I suoni delle Dolomiti”. Alpe del Cermis, Laghi di Bombasel, ore 14. Curriculum da grande jazzista, con sconfinamenti nel rock e nelle avanguardie, fino al grunge, per un virtuoso del... violoncello. Un musicista nel vero senso della parola, fusione di tutte le divisioni dei generi e degli stili; un concerto duetto tra uno strumentista newyorkese e le montagne trentine. Pianoforte e percussioni per un intimo viaggio nell’Anima Latina della cantautrice romana: tra penombre mediterranee o soleggiate spiagge brasiliane, lasciatevi cullare da questa delicata brezza canora. Rovereto, Piazza Erbe, Piazza Malfatti, Via Portici, Piazza Loreto, ore 1623.30. Si replica domani. Due giorni dedicati all’arte giovanile, con concerti, balli hip-hop, capoeira, teatro di strada, ecc. Musica Fiorella Mannoia Per “I suoni delle Dolomiti”. Val di Fassa, Rifugio Fuchiade, ore 14. domenica 30 agosto Folk “I canti di osteria” con Grazia De Marchi e Il Nuovo Canzoniere Veronese. Monologhi e canzoni. Trento, Giardino S. Chiara, ore 21. Concerto-spettacolo dove c’è un po’ di tutto: folk romagnolo, jazz, musica francese e monologhi da testi di Raffaello Baldini, Tonino Guerra e Nino Pedretti. Teatro “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” di Maria Cristina Giambruno. Mezzolombardo, Castello, ore 18 e 21. Replica domani, ore 10.30, 18, 21. Vedi presentazione al 4 luglio. Povo, Parco Passo Cimirlo, ore 11. Teatro “Zang TumbTumb – Battaglia a 9 piani” I futuristi alla conquista di Monte Baldo. Sceneggiatura e regia di Paolo Domenico Malvinni. Rovereto, Cortile interno del Museo della Guerra, ore 16.30. Il lavoro si basa sui diari infiammati scritti dai vari Boccioni, Marinetti, Russolo e Balla in occasione della loro partecipazione all’assalto di Dosso Casina, nel 1915. Guerra, futurismo e montagna... lunedì 31 agosto Incontri “Montagne e guerre moderne” Incontro con Lorenzo Cremonesi. Cavalese, Palacongressi, ore 21. 63 monitor settembre martedì 1 settembre Classica “Concerto a ricordo del M° Renato Dionisi” col gruppo strumentale ‘Dionisi’. Musiche di Dionisi, Sammartini, Bach, Mozart, Vivaldi. Sacco di Rovereto, Chiesa di S. Giovanni Battista, ore 21. giovedì 3 settembre Danza “’I’ is Memory”, “Children” gicomico pezzo di teatro-danza sugli alti e bassi e sugli stati d’animo esaltati dell’amore. venerdì 4 settembre Danza “I is Memory”, “Children” coreografie di Benoît Lachambre e Nigel Chamock, con Louise Lecavalier - Le Fou Glorieux.. Per “Oriente Occidente”. Rovereto, Auditorium Melotti, ore 21. Vedi presentazione al 3 settembre. artisti di varie discipline ed etnie e lasciarli liberi di interagire e di creare, attraverso movimenti estremi e rapidissimi, una danza dai complicati intrecci. La compagnia presenta a Rovereto alcune tra le sue più acclamate performance. sabato 5 settembre Danza “Hissy fits“, Gone”, “Momentary Forevers”, “Fall”, “Moody Booty Blues”, “Moonlight”, “Rise”. coreografie di Dwight Rhoden e Desmond Richardson, col Complexions Contemporary Ballet. Per “Oriente Occidente”. Trento, Teatro Sociale, ore 21. Vedi presentazione al 4 settembre. Incontri “Modalità sostenibile: la Convenzione delle Alpi Come modello per un territorio esemplare” Concerto a contorno di una settimana di corsi tenuti dal sassofonista Pepito Ros e dedicati al terreno di confine tra classica e jazz, e alle possibilità espressive del sax. Interessante il materiale che potrà uscire dal lavoro degli studenti, anche per il potenzialmente fecondo ambito musicale che verrà esplorato. Teatro “Incomputer” di Gaetano Masino, a cura della Compagnia dell’Attimo. Marco di Rovereto, Teatro Parrocchiale, ore 21. domenica6settembre Danza “Maple Garden”, “Les Noces”. coreografia di Tatiana Baganova, con la compagnia Provincial Dances. Per “Oriente Occidente”. Rovereto, Auditorium Melotti, ore 21. Incontro con Marco Onida. Cavalese, Palacongressi, ore 21. Musica “I bemolli sono blu” coreografie di Benoît Lachambre e Nigel Chamock, con Louise Lecavalier - Le Fou Glorieux.. Per “Oriente Occidente” Rovereto, Auditorium Melotti, ore 21. Louise Lecavalier, nome leggendario della danza canadese, porta a Rovereto “I” is Memory”, progetto solista pensato appositamente per lei da Benoît Lachambre, e Children, coreografia ideata da Nigel Charnock. Il primo è un lavoro di un minimalismo estremo ma fisicamente molto impegnativo; il secondo è un tra- 64 “Hissy fits“, Gone”, “Momentary Forevers”, “Fall”, “Moody Booty Blues”, “Moonlight”, “Rise”. Per “Pinè Musica” Baselga di Pinè, Centro Pinè 1000, ore 21. coreografie di Dwight Rhoden e Desmond Richardson, col Complexions Contemporary Ballet. Per “Oriente Occidente”. Trento, Teatro Sociale, ore 21. È il nome stesso della compagnia, Complexions, a sintetizzare la missione dei suoi due fondatori (Dwight Rhoden e Desmond Richardson): raggruppare molti Pepito Ros luglio 2009 Si ispirano alle sperimentazioni dei mitici Balletti Russi i lavori di Tatiana Baganova, che in Maple Garden conduce lo spettatore in un mondo fatato e sognante, attraverso una misteriosa favola ambientata tra alberi d’acero, mentre in Les Noces rimette in scena una delle più celebri coreografie di Nijinska -sorella del ben più celebre astro della danza russa- alla ricerca dell’essenza e delle origini primitive della cerimonia delle nozze. lunedì 7 settembre Danza “Post Engagement Diptych, Part I & II”. coreografia di Tatiana Baganova, con la compagnia Provincial Dances. Per “Oriente Occidente”. Rovereto, Auditorium Melotti, ore 21. In Post Engagement Diptych Part I la danza è un continuo contatto tra genere maschile e femminile, storie di coppie che si intrecciano fra armadi di ferro e seggioline da pic nic. La seconda parte riporta invece al mondo fatato della Baganova (che si è aggiudicata con questa coreografia il prestigioso premio Golden Mask), dove enormi sfere trasparenti piene di sogni dai significati inconsci fluttuano mollemente sul palcoscenico tra le mani -ed i capelli- delle danzatrici. “Oriente Occidente”. Trento, Teatro Sociale, ore 21. Vedi presentazione al 7 settembre. “La chambre blanche”. coreografie di Olga Pona, con la Chelyabinsk Contemporary coreografia di Ginette Laurin, con la compagnia O Vertigo. Per “Oriente Occidente”. Trento, Teatro Sociale, ore 21. Ginette Laurin, anima della compagnia canadese, presenta il riallestimento de La Chambre Blanche, considerata una delle sue più intense creazioni coreografiche. Una nuova colonna sonora e le luci riescono a rinforzare ulteriormente l’atmosfera alienante della performance, ambientata in una sorta di ospedale psichiatrico, luogo di estrema vulnerabilità in cui nove danzatori “in cattività” non hanno altra scelta se non di abbandonarsi al disequilibrio e alla vertigine. mercoledì 9 settembre Danza “Celestial Body”, “The other Side of the River” Dance Theater. Per “Oriente Occidente”. Rovereto, Auditorium Melotti, ore 21. Olga Pona attinge dall’ambiente che la circonda la materia e i soggetti per le sue coreografie, storie allo stesso tempo quotidiane e filosofiche che si riallacciano alla tradizione letteraria russa. I personaggi protagonisti sono i lavoratori di Chelyabinsk, città industriale al confine dei monti Urali, che diviene lo specchio della complessità della vita post-comunista tradotta in una danza priva di espedienti scenici ma ad alta densità di contenuti. giovedì 10 settembre Danza “The Songs of Komitas” coreografia di Natalya Kasparova, con la Natalya Kasparova Dance Company. Per “Oriente Occidente”. Trento, Teatro Sociale, ore 21. martedì 8 settembre Danza “La chambre blanche”. coreografia di Ginette Laurin, con la compagnia O Vertigo. Per QUESTOTRENTINO 65 monitor settembre Natalya Kasparova è una delle principali rappresentanti della nuova generazione di coreografi russi, che hanno deciso di rompere con la tradizione del balletto classico per perseguire nuove modalità di espressione. L’ispirazione per la performance deriva dalle musiche sacre del compositore armeno Komitas che riflettono la dolorosa storia del suo popolo. Una serie di episodi in cui la danza simbolicamente ricrea le tradizioni e le leggende armene. Martha Graham porta avanti, rinnovandole, le istanze tecniche ed emozionali della maestra. Dall’unione delle arti con le nuove tecnologie e dall’intento di raccontare storie ispirate alla vita di celebri artisti nascono lavori come Frida, suggestionato dalla vita della Kahlo, e Caravaggio Meets Hopper, che contrappone la quiete e la serenità dei quadri di Hopper con la teatralità di Caravaggio. venerdì 11 settembre Classica Danza “Frida”, “Interplay”, “Sospiri”, Caravaggio meets Hopper” coreografie di Jacqulyn Buglisi, con la compagnia Buglisi Dance Theater. Per “Oriente Occidente”. Rovereto, Auditorium Melotti, ore 21. Dal 1994, la compagnia fondata da Buglisi insieme a tre compagni provenienti dalla scuola di danzare, mentre Red Hills prende il nome da un quadro dell’artista americana Georgia O’Keefe. Requiem, nato come metafora dell’oppressione delle donne, dopo l’11 settembre, è invece divenuto un lavoro più vicino e sensibile agli avvenimenti contemporanei. sabato 12 settembre Ensemble strumentale del conservatorio Bonporti diretto da Giancarlo Guarino. Musiche di Debussy e Brahms. Per “Pinè Musica”. Baselga di Pinè, Centro Congressi Pinè 1000, ore 21. Danza “Against all Odds”, “Sand”, “Red Hills”, “Requiem” Folk Concerto di cori alpini coreografie di Jacqulyn Buglisi, con la compagnia Buglisi Dance Theater. Per “Oriente Occidente”. Rovereto, Auditorium Melotti, ore 21. Oltre che dalla vicende quotidiane, Jacqulyn Buglisi attinge l’ispirazione per le sue coreografie dalla pittura e dalla letteratura, inserendo continui riferimenti ai suoi studi e alle sue passioni. Sand è un tributo alla gioia del Rovereto, Sala Filarmonica, ore 20.45. Teatro “Sui sentieri della memoria – Le Dolomiti raccontano” di Maria Cristina Giambruno. Pergine, Palazzo Hippoliti, ore 20 e 22. Replica domani, ore 11, 18, 20. Vedi presentazione al 4 luglio. domenica13settembre Danza “Inri” coreografia di Stefano Mazzotta e Emanuele Sciannamea, con la compagnia Teatrofficina Zerogrammi. Per Oriente Occidente”. Rovereto, Auditorium Melotti, ore 21. Il duo di attori-danzatori formato da Stefano Mazzotta e Emanuele Sciannamea, che nella scorsa edizione del Festival è risultato vincitore del concorso coreografico “Danz’è”, propone una riflessione a tratti grottesca e paradossale sulla pratica della fede nella religione cattolica, scandita dai tempi e dalle movenze tipici della liturgia. 66 luglio 2009 Trento, Consiglio della Provincia autonoma di Trento Palazzo Trentini 25 settembre - 29 novembre 2009 Othmar Winkler Storie della gente trentina A cura di Giovanna Nicoletti Più volte quella di Othmar Winkler è stata definita “Un’arte di contenuti in cui ogni linea costruttiva o deformatrice è messaggio di sostanza e momento allegorico”. Le sue forme ricche di “contorcimenti” e di “contrapposizioni volumetriche” hanno spesso descritto “il vero dell’ironia e della mostruosità tragica”. Disegni e sculture hanno fissato, talvolta, la rappresentazione di contenuti religiosi - nati da una teologia essenziale - o, piuttosto, la descrizione di tipologie umane realisticamente intrise dal dramma della lotta del bene contro il male. La sua storia coincide con le grandi trasformazioni e le sofferenze del nostro secolo. La sua opera sensibile riflette il dolore per ricomporre nelle forme quell’unità che l’uomo da sempre ricerca. Il consiglio della Provincia autonoma di Trento rende omaggio a Othmar Winkler con la ricollocazione dell’opera pensata per Palazzo Trentini e con la titolazione della sala espositiva all’artista scomparso. Corredano questo progetto una serie di lavori di scultura e di grafica che inquadrano il lavoro di Winkler che già negli anni Cinquanta aveva saputo guardare alle vicende della sua terra descritte in un panorama allargato dell’arte mitteleuropea, tale da congiungere le ammalianti forme mediterranee con le linee indurite dell’espressionismo tedesco. QUESTOTRENTINO 67 PUBBLICITA’ TRENTINO spa 68 luglio 2009