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90007
Mensile di informazione e approfondimento - Anno XXX - n° 7
Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
n° 46) art. 1, comma 1, CNS Trento - Taxe Perçue - ISSN 1917-8799.
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La dedizione dei volontari, l’immensità dei problemi e le promesse (bugiarde) del Governo
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luglio 2009 ● n. 7 ● € 4,00
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di loro?
1
Nuova grafica, più contenuti, più facili da usare
Online il nuovo sito di QT!
www.questotrentino.it
UNA MINIERA DI INFORMAZIONI
QT - Questotrentino fu tra i primi mezzi d’informazione trentini,
alla fine degli anni Novanta, a capire l’importanza del web per
una testata giornalistica.
Il nuovo sito di QT contiene 5 grandi novità:
La possibilità, attraverso i collegamenti ipertestuali fra gli
articoli del giornale, di collegare le notizie tra loro e con gli
avvenimenti precedenti ha ottenuto in questi anni il vasto
apprezzamento di migliaia di lettori online.
1. i blog: anche giornalisti di QT hanno aperto i loro blog, per
trattare in modo colloquiale e confidenziale le tematiche più
svariate, dalla sinistra all’immigrazione, dalla Chiesa alla
politica, dal sociale alla cultura
Oggi QT, dopo aver rinnovato a ottobre 2008 la versione cartacea, ha deciso di rinnovare anche la sua versione elettronica.
Ogni numero del giornale viene messo online a un mese dalla
sua uscita, e collegato al vastissimo archivio interno al sito, in
cui sono presenti tutti gli articoli usciti sul giornale cartaceo a
partire dal 1 gennaio 1999.
2. i commenti: i lettori potranno commentare gli articoli e gli
interventi nei blog, per un rapporto di scambio più diretto e
immediato coi giornalisti di QT
Continuerà quindi ad essere garantita al lettore la possibilità di
approfondire, con il consueto taglio non conformista, la realtà
trentina come in nessun altro sito oggi presente sul web.
4. i forum: per interagire con i lettori sulle questioni affrontate dal
giornale
LE NOVITÀ DEL NUOVO SITO
3. i sondaggi: per conoscere il parere dei lettori sulle questioni di
attualità e anche su quelle non attuali
5. la newsletter: per permettere al lettore di restare aggiornato
sulle novità di QT
QT QUESTOTRENTINO
Mensile di informazione e approfondimento
2
www.questotrentino.it
[email protected]
editoriale
Fragile Europa
Renato Ballardini
L’Italia è ammalata. Ed anche l’Europa
non è il ritratto della salute. Nella recente campagna elettorale si è parlato di tutto, tranne che dei problemi di un’Europa
politicamente unita. Che infatti unita lo
è solo perché c’è l’euro, neanche dappertutto, e le frontiere fra i singoli Stati sono senza dogane. Ma una politica
unica dell’Europa non esiste. Nemmeno
sui problemi del mondo. Forse è affetta
da obesità per essersi allargata troppo e
troppo in fretta. Ma non è solo questo.
Vi è una rinascita virulenta dei movimenti fascisti e neo nazisti, in particolare nei Paesi del cosiddetto ex blocco sovietico. Dobbiamo constatare una
crescita allarmante dei partiti della destra antisemita razzista e xenofoba. E
correlativamente il crollo dei partiti di
sinistra. Il Labour in Inghilterra, l’SPD
in Germania e i socialisti francesi hanno
avuto tutti un risultato elettorale sotto il 20%. Il nostro Partito Democratico, con il suo 26%, nel confronto fa la
figura del gigante. Dunque le difficoltà
della nostra sinistra non sono originate
dalla sua interna litigiosità, dalla mancanza di
dirigenti carismatici, dai
micropersonalismi che la
impacciano. Anzi, direi
che questi vizi sono più la
conseguenza che la causa
della crisi della sinistra.
Intendo tutta la sinistra, il
Partito Democratico ma
anche quella realtà, circa
il 10%, che con esso non
QUESTOTRENTINO
si identifica, e soffre delle stesse identiche patologie, persino in misura più accentuata e devastante.
Le cause sono altre. Sono profonde e
vaste ed operano su tutto il continente.
Risiedono nella natura e gravità dei problemi del mondo contemporaneo. Crisi economica, immigrazione dal terzo
mondo, contagio fra diverse civiltà, limiti
dell’ambiente naturale: dinanzi a questi
problemi la destra propone risposte contrarie ai principi della nostra civiltà cristiano-illuminista e tali che non risolvono
i problemi, anzi li aggravano. Però trovano
consensi.
Le soluzioni giuste ed efficaci a questi
problemi sono oggettivamente difficili da
attuare e soggettivamente ostiche da far
accettare dal corpo elettorale. Esse si scontrano con due ostacoli di natura strutturale.
La struttura economica internazionale
che sfugge al controllo della politica. Le
enormi masse di denaro che galleggiano
improduttive nei mercati finanziari potrebbero utilmente essere impiegate nei
luoghi da dove proviene l’immigrazione.
Ma chi ne può disporre non lo farà mai.
La capacità produttiva sovradimensionata di settori importanti dell’economia, da
cui deriva il consumismo, dà segni di crisi
insanabile (le fabbriche di automobili) ed
esige processi di conversione che i governi dei singoli Stati non hanno il potere di
imporre.
La struttura culturale dei nostri popoli
è infarcita di falsi valori. La sobrietà è definita pauperismo. Il rispetto della legalità è
sprezzantemente chiamato giustizialismo.
L’imperativo etico diventa moralismo. Il
tutto sommerso da una incontenibile frenesia di consumismo. È incredibile, ma
questa sottocultura ha contaminato anche
vasti settori dei ceti poveri.
Far passare una diversa cultura ed un
diverso indirizzo dell’economia è un’impresa assai ardua. Fino ad oggi in Europa
nemmeno tentata.
La sinistra al potere lo è paradossalmente nel più grande e potente stato del
mondo: gli Stati Uniti d’America. Ed anche lì vediamo quanto fatichi il presidente Obama a tradurre in fatti
concreti le sue idee. L’Europa
avrebbe l’occasione di dargli
una mano per propiziare la nascita di un governo del mondo,
attraverso il quale la politica
possa mitigare gli effetti perversi del libero mercato.
Ma l’Europa di oggi temo
che non sia nemmeno consapevole di questa sua grande occasione. Figurarsi l’Italia.
3
09
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STUDENTI CHE SI ISCRIVONO
AL PRIMO ANNO
DOTTORANDI CHE SI ISCRIVONO
AL PRIMO ANNO
STUDENTI CHE SI ISCRIVONO
AD ANNI SUCCESSIVI AL PRIMO
MATRICOLE
SPECIALISTICA/MAGISTRALE
ISCRIZIONE 21.9.09-26.2.10
DOTTORANDI CHE SI ISCRIVONO
AD ANNI SUCCESSIVI AL PRIMO
4
PER IL CONFERIMENTO DELLA BORSA DI STUDIO E DEL POSTO ALLOGGIO
PER L’ESONERO DALLA TASSA PROVINCIALE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO
E DALLE TASSE UNIVERSITARIE
Interventi attuati dall’Opera Universitaria e dall’Università degli Studi di Trento per
promuovere il diritto allo studio e la residenzialità, ai sensi del DPCM del 9 aprile
2001 e successive modificazioni e della Legge Provinciale 24 maggio 1991, n. 9 e
artt. 6 e 7 della L.P. dell’1 febbraio 1993, n. 3 e successive delibere attuative
PER RICHIEDERE ANCHE
IL POSTO ALLOGGIO
BORSA DI STUDIO
ED ESONERO
Entro il 7 agosto (I scadenza)
Entro il 4 settembre (II scadenza)
NUOVA DOMANDA
Entro il 18 settembre
Entro il 29 gennaio
NUOVA DOMANDA
Entro il 29 gennaio
NUOVA DOMANDA
Entro il 7 agosto
NUOVA DOMANDA o CONFERMA CONDIZIONE ECONOMICA
solo per gli immatricolati nel 2007/2008 o 2008/2009
Entro il 18 settembre
NUOVA DOMANDA o CONFERMA CONDIZIONE ECONOMICA
solo per gli immatricolati nel 2007/2008 o 2008/2009
Entro il 7 agosto
NUOVA DOMANDA
Entro il 18 settembre
NUOVA DOMANDA
Entro il 7 agosto
NUOVA DOMANDA o CONFERMA CONDIZIONE ECONOMICA
solo per gli immatricolati nel 2007/2008 o 2008/2009
Entro il 18 settembre
NUOVA DOMANDA o CONFERMA CONDIZIONE ECONOMICA
solo per gli immatricolati nel 2007/2008 o 2008/2009
NUOVA DOMANDA
luglio 2009
luglio 2009
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Quale cultura con quali soldi
Lesinati i soldi alla nuova cultura. E dove vanno? Non tanto
a bande o Schutzen, quanto a oratori e parrocchie: che si
pappano - incredibile nel Trentino d’oggi - l’80% dei contributi.
24 Lettere e interventi
3 L’editoriale
Via Calepina, 65 (C.P. 181) - 38100 Trento
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Un numero: € 4,00
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QT fruisce dei contributi statali diretti di cui
alla legge n. 250 del 1990
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Stampa: Litografica Editrice Saturnia, Trento
Redazione: Carlo Dogheria (caporedattore)
Renato Ballardini, Mauro Bondi, Alberto
Brodesco, Luigi Casanova, Piergiorgio
Cattani, Roberto Devigili, Michele Guarda,
Nadia Ioriatti, Mattia Maistri, Marco Niro,
Ettore Paris, Mattia Pelli, Lorenzo Piccoli,
Fabrizio Rasera, Nicola Salvati, Stefano
Zanella
Amministrazione: Nicola Salvati
Distribuzione: Trento Press
Impaginazione: Tòs
Immagini: Carlo Nichelatti
DISEGNI: Silvia Marzari
Foto: Marco Parisi
Direttore responsabile:
Ettore Paris
Renato Ballardinii
7 Trentagiorni
28 Piesse
8 Che ne sarà di noi?
L’Abruzzo del dopo-terremoto: la
dedizione dei volontari, l’immensità dei
problemi e le promesse (bugiarde) del
Governo
Ettore Paris
18 Oltre alla case, ricostruire
le persone
Il sostegno psicologico ai terremotati.
Intervista al dott. Marco Gradassi,
dell’associazione “Psicologi per i popoli”
Nadia Ioriatti
20 Cavalese: la maggioranza in
campagna elettorale
Con soldi pubblici...
Luigi Casanova
29 Monitor
Selezione degli appuntamenti e guida critica
per le vostre serate estive
Alberto Brodesco
Carlo Dogheria
Duccio Dogheria
Daniele Filosi
Tullio Garbari
Luigi Ghezzi
Mario Panzeri
Ettore Paris
Giorgia Sossass
Michele Sternini
Stefano Zanella
21 Che farà Dellai da grande?
Qualche ipotesi sul futuro politico del Principe
Piergiorgio Cattani
Aderente a “Cronache Italiane - Forum
nazionale della stampa periodica locale”
Associato a “Mediacoop - Associazione
nazionale delle Cooperative Editoriali e della
Comunicazione”
Stampato su carta riciclata dalla qualità
ecologica certificata con marchio Ecolabel
QT esce il primo sabato di
ogni mese (eccetto agosto). Il
prossimo numero sarà in edicola
sabato 12 settembre 2009
Dopo questo numero,
QT va in ferie.
Saremo nuovamente in edicola
sabato 12 settembre.
Buone vacanze a tutti!
trentagiorni
Palestre di culto
Era inevitabile che accadesse.
Appena la Giunta comunale di
Trento ha stabilito di concedere
l’uso alternato di due palestre
(Vela e Gardolo) alla comunità
islamica per la preghiera del venerdì, la Lega Nord ha sollevato
un vespaio. Per quattro motivi.
Primo: perché la scelta della
giunta è arrivata quasi all’improvviso, senza che nella recente campagna elettorale il candidato sindaco Andreatta si fosse
6
sbilanciato al riguardo. Bene ha
fatto la Lega a rinfacciare la
pusillanimità del sindaco, che
invece avrebbe dovuto dettare
chiaramente la sua linea politica, senza timori di inseguire (in
silenzio) la destra, in cerca di
qualche manciata di voti, risultata inutile per la sua elezione.
Secondo: perché la moschea
toglierebbe spazio alle associazioni sportive che il venerdì
utilizzano le palestre. Anche in
questo caso l’attacco alla giunta è giustificato, ma per un ragionamento opposto rispetto a
quello leghista: non è assegnando in via temporanea e precaria
due palestre che si risponde al
bisogno della ampia comunità
islamica trentina di avere un
luogo di culto (come garantito
dalla Costituzione), ma cercan-
do di trovare, con l’intervento
diretto degli stessi musulmani,
un luogo stabile e definitivo.
Terzo: perché la moschea sarebbe il paravento per attività illecite che nulla avrebbero a che
vedere con la religione. Il senatore Divina si spinge addirittura
a fornire delle cifre (improvvisate lì per lì, tanto per gradire): la
moschea rappresenterebbe solo
per il 20% un luogo di culto,
mentre per il restante 80% sarebbe utilizzate per altri scopi, a
volte illegali.
In questo caso la posizione leghista mostra tutta la sua fragilità. Quelle cifre a cosa si riferiscono? Forse che su 10 ore di
frequentazione della moschea, 2
sono dedicate alla preghiera e 8
ad altro? E in cosa consiste quell’
“altro”? Crimini? E quali di preciso? Come sempre la politica
della paura portata avanti dal
Carroccio si limita ad insinuare,
a gettare fango e scatenare paure
irrazionali, senza un briciolo di
serietà d’analisi e di corrispondenza alla realtà.
Quarto: perché nelle moschee
si farebbe politica. L’ultima motivazione fa sorridere. Perché
se il far politica in un luogo di
culto fosse una giustificazione valida per chiudere il luogo
stesso, allora i sindaci e i prefetti
dovrebbero intervenire innanzi
tutto contro le chiese cattoliche
che dalla nascita della repubblica in avanti non hanno lesinato
prediche altamente “politiche”,
se non addirittura “partitiche”.
In occasione del referendum
sulla fecondazione assistita pochi anni fa la Chiesa ha fatto
politica strada per strada, chiesa
per chiesa. Perché nessuno ha
sbarrato il sagrato, in quell’occasione?
In realtà la questione è più sottile. Se da un lato c’è il rischio
che la società si desecolarizzi,
tornando preda degli isterismi
religiosi, dall’altro non è chiudendo i luoghi di culto che si
può reagire, bensì garantendo il
diritto di ciascuno a professare
la propria religione in un sistema plurale e democratico, al cui
vertice stia il rispetto della Costituzione. E non quella fantomatica Tradizione, cui la Lega si
aggrappa nel tentativo di raccogliere voti e disseminare paure e
sospetti. (m.m.)
Al servizio degli emigrati
La tragedia del volo Air France 447 ha colpito fortemente la
comunità trentina e, in particolare, il mondo dell’emigrazione.
La scomparsa del direttore della
Trentini nel mondo, Rino Zandonai, che rientrava lo scorso 1º
giugno da una missione in Brasile insieme al consigliere provinciale Giovanni Battista Lenzi
e al sindaco di Canal San Bovo
Luigi Zortea, ha portato in primo piano il lavoro svolto dall’associazione che raduna i circoli
di emigrati trentini dei loro discendenti in Europa, Australia e
nel continente americano. Sono
in totale 228 gli attuali sodalizi, alcuni dei quali creati ancor
prima della fondazione, nel
novembre 1957, della Trentini
nel mondo per iniziativa delle
Acli, della Democrazia Cristiana, dell’Azione Cattolica e della
Pontificia Opera Assistenza (attuale Caritas) di Trento.
Nata come “strumento di aggregazione e di assistenza per i
migranti in situazioni di bisogno”
secondo quanto previsto dall’articolo 2 del proprio Statuto, l’asso-
luglio 2009
hanno conosciuto in questi ultimi
vent’anni: “Il nostro papà era una
persona meravigliosa, il nostro piccolo grande uomo si è dedicato con
sincero affetto a chi aveva bisogno
del suo aiuto, ha messo tutta la sua
vita, tutto il suo cuore, a disposizione degli altri. La sua era soprattutto una missione, la vocazione
di rendere il mondo più umano”.
(Mariano Roca)
Lo stop ai lavori
dell’ospedale S. Chiara
ciazione è diventata con il passare degli anni un vero ponte fra i
trentini di tutto il mondo e la loro
terra d’origine. Sebbene continui
a sostenere progetti di solidarietà
in Sudamerica su incarico della
Provincia, buona parte della sua
attività è oggi di tipo culturale. In
questo senso, c’è da sottolineare
l’impegno de i circoli degli emigrati, gli sforzi per portare avanti
iniziative mirate a far conoscere
nei Paesi dove sono radicati la
ricchezza culturale del Trentino.
Senza esagerare, possiamo dire
che funzionano come vere ambasciate della Provincia di Trento
all’estero.
Di tutto questo Rino Zandonai era pienamente consapevole,
perché si occupava in prima persona del rapporto con i circoli. La
sua perdita è stato un duro colpo.
Emigrato da giovane nel Belgio,
dove ha lavorato come insegnante di italiano, la sua nomina a di-
QUESTOTRENTINO
rettore della Trentini nel mondo
data del luglio 1990. L’allora presidente Bruno Fronza, uno storico dirigente delle Acli che fu tra i
fondatori dell’associazione, si fece
promotore della sua candidatura
e la fece approvare dal consiglio
di amministrazione. Sin da allora, come ricorda lo stesso Fronza,
Zandonai si dedicò anima e corpo
a questo lavoro. Non sono mancati, certamente, momenti di polemica e di confronto, ma Zandonai
non ha mai rinunciato al dialogo
e alla mediazione fra le differenti
posizioni sorte all’interno dei circoli o nella dialettica tra i circoli e
la sede di Trento.
Sono innumerevoli i messaggi di condoglianze giunti in via
Malfatti 21, sede della Trentini nel
mondo, in seguito alla sciagura
dell’Airbus. Le figlie di Zandonai,
Laura e Debora, hanno voluto
dire grazie per il sincero affetto di
tanti emigrati e discendenti che lo
Dopo il blocco dei lavori del
nuovo parcheggio ospedaliero
sono fermi i lavori per la sistemazione delle stanze di degenza dell’ospedale di S.Chiara di
Trento.
Tale blocco dei lavori arriva
come un fulmine a ciel sereno
e per di più senza essere passato
attraverso una valutazione d’opportunità al Consiglio Comunale di Trento, primo interessato al
riammodernamento dell’ospedale.
Si ripete una prepotenza da
parte della Provincia nei confronti del Comune ? Simile a
quella che si è recentemente concretizzata attraverso la presentazione alla stampa dell’ipotesi di
spostamento della stazione di
Trento in un’area più lontana e
più scomoda per poter, si è detto,
farvi fermare i quattro treni passeggeri che, sulla futura ferrovia
ad alta capacità del Brennero si
fermeranno in città?
E’ evidente che l’arresto dei
lavori di sistemazione ed ammodernamento delle stanze di
degenza dell’ospedale è cosa assai più preoccupante dell’ipotesi
della spostamento della stazione.
Questa infatti è sì un’idea grave
e balzana, ma per ora solo una
proposta, e vi sarà il tempo per
un dibattito pubblico; invece l’arresto dei lavori di sistemazione
delle stanze di degenza dell’ospedale si paga con la sofferenza ed
il disagio dei pazienti.
Naturalmente si ventilano
diverse ragioni per l’arresto dei
lavori. Alcune almeno in parte
condivisibili laddove, per carenza di fondi, si fosse scelto di dare
la precedenza ai lavori di ammodernamento di sale operatorie
e reparti innovativi (ma allora,
se mancano i soldi, perché se
ne continuano a spendere per il
futuro, inutile nuovo ospedale?);
altre, più occulte, paiono far risalire l’arresto dei lavori al disegno
di dichiarare obsoleto l’attuale
ospedale, per influire sulla decisione di dare il via al nuovo, che
dovrebbe sorgere presso l’area
delle attuali caserme.
Il fatto è che se l’attuale ospedale viene completamente ammodernato, cadono, per almeno 20 anni, le motivazioni per
costruire il nuovo, e si sottrae al
mercato delle impres, un ghiotto
boccone.
Il tema rimane aperto, ma
ciò che importa è che la politica,
previo un approfondito dibattito, sappia assumersi la responsabilità di programmare l’attività
ospedaliera del Trentino per prima cosa utilizzando a pieno le risorse già sul terreno, dando una
risposta urgente al disagio dei
pazienti che utilizzano le stanze
di degenza obsolete dell’ospedale
S.Chiara. Altrimenti - diciamolo
in maniera brutale - sembra che
si speculi sulle sofferenze dei
pazienti, le si esasperi, al fine di
dare il via libera a un business
che sa tanto di spreco.
(Nicola Salvati)
7
CHE SARà
8
DI NOI?
Fotografie di Ettore Paris
luglio 2009
L’Abruzzo del dopo terremoto: la commovente
dedizione dei volontari contro l’immensità dei problemi.
La società frantumata, l’economia allo sfascio,
il territorio espropriato. Il governo promette tanto,
ma invia pochi soldi e tanti, tantissimi carabinieri.
Ettore Paris
S
iete trentini?” chiede la ragazza, studentessa di giurisprudenza, un sorriso smagliante. È la figlia del padrone dell’albergo e sta servendo ai tavoli del bar. “Certo,
e con questo?” rispondono divertiti i giovani, con il marcato accento delle nostre
valli. “È che trentini vuol dire competenza e altruismo.
Dobbiamo ringraziarvi, davvero”.
Sono tanti i trentini che si avvicendano in Abruzzo, vigili del fuoco volontari e permanenti, lo staff tecnico della
Provincia, i forestali, gli universitari, i finanzieri, la Croce
Rossa... Al campo base di Paganica, con le grandi tende, i
container con i servizi, tutto fila come un orologio svizzero: al mattino, alle sei e mezza, le squadre iniziano a partire per le varie destinazioni; alle otto il grande piazzale
dove prima erano parcheggiate decine di fuoristrada, autocarri, scavatori, autogru, pullmini, diventa deserto, nel
campo restano solo i Nuvola (Nucleo Volontari Alpini) a
gestire l’infrastruttura e in particolare la grande mensa,
che grazie alla fama di qualità da ristorante, a mezzogiorno vedrà convergere i volontari e le forze dell’ordine di
tutta la zona (e forse oltre).
È un fervore che stupisce gli stessi addetti ai lavori:
“Torniamo spesso molto tardi al campo. – mi dice più di
un responsabile – Sono gli uomini che vogliono finire il lavoro, anche se devono fermarsi anche molto oltre l’orario”.
Alla sera i dirigenti si riuniscono per fare il punto, trasmettere dati e risultati, pianificare il giorno successivo; i
volontari invece, pur stanchi, vanno a passare alcune ore
nei locali vicini; e al ritorno spesso schiamazzano. “Lo so,
QUESTOTRENTINO
dovrei imporre un regolamento – mi dice Maurizio Zanin,
responsabile del campo – ma vedo tanta dedizione e anche
tanto cameratismo e disponibilità a sopportare gli inconvenienti, che in pratica lascio che il campo si autogestisca”.
Non è però il caso di essere sciovinisti. Perché se è vero
che i trentini sono in tanti, ben organizzati e ottimamente
attrezzati, anche il resto d’Italia non è rimasto indietro.
Per le strade attorno all’Aquila è un pullulare di mezzi dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, di questa o
quell’associazione di volontari. E non c’è solo quantità, c’è
anche qualità nella dedizione, nei rapporti umani. “Allora
come va, signora Maria?” chiede il tenente della Croce Rossa Militare, tuta mimetica, occhiali ray-ban, testa rasata, insomma look da mercenario, all’anziana sfollata del campo
di Assergi, e si ferma con sollecitudine a discuterne i piccoli
grandi problemi; e poi esce dal “suo” campo e va in quello
autogestito, a parlare, con tanta delicatezza e finanche affetto, con un anziano al quale il terremoto ha portato via le
ultime speranze.
E poi i giovani. Nel campo di Coppito, gestito dalla
Cgil e dalla Pro-loco del paese, i ragazzi giocano in un
campo da calcio ai limiti dal bosco; più sotto c’è un piccolo palco per manifestazioni e concerti e una grande tenda
è stata trasformata in asilo-ludoteca, così colorata e bella
che viene voglia di tornare bambini. Eppure, tutto questo
slancio, questa grande, commovente dedizione, sembra
non basti. “Che futuro avremo? – mi risponde una signora all’ingresso della sua tenda, e scuote la testa - Mah…”
Gli stessi volontari, la sera, finito il lavoro, fuori dalle loro
tende si interrogano: “Che ne sarà di questa gente?”
9
L’Aquila:
edificazio
I piedi che puzzano
Il terremoto de L’Aquila è il primo in Italia, dopo quello
di Messina di un secolo fa, che quindi non fa più testo,
ad avere colpito una città. Non paesi, villaggi, case sparse,
ma un’intera città; con tutto quello che significa in termini
di distruzione non solo di vite e abitazioni, ma anche di
capacità economiche. E al problema abitativo, con oltre
50.000 sfollati nelle tende o negli alberghi della costa, si
somma quello economico.
La vita nelle tendopoli, nonostante gli sforzi dei volontari, sul medio periodo tende a diventare pesante, come ci
confermano anche – vedi intervista a pag 14 – gli Psicologi dei Popoli: “Quando in pochi attimi hai perso tutto, una
tenda è la salvezza, e un container con le docce ti sembra
il lusso, e dobbiamo riconoscere che la Protezione Civile è
riuscita in tempi ragionevoli ad organizzare l’emergenza.
– ci dice Umberto Trasatti, segretario provinciale della
Cgil – Ma quando poi in tenda stai da due mesi, sorgono i
problemi. Sono tende grandi, a otto
posti, abitate da due o tre nuclei familiari: e allora scopri che gli altri
hanno altre abitudini igieniche, russano, hanno i piedi che puzzano, i
bambini che strillano, e tu non puoi
neanche fare l’amore. Questa gente
dobbiamo tirarla fuori dalle tende
utilizzando tutti gli strumenti”.
Il borgo di Tempera
La perdita del lavoro
Siamo in estate, il caldo è afoso ma
in qualche maniera gestibile; i volontari trentini di Paganica 3 coprono le tende con teli che attenuano i
raggi solari, “dopo di che stenderemo
dei tappetini nei vialetti per evitare il
riverbero della ghiaia bianca”, e poi
ci sono piccoli condizionatori che
L’Aquila: i Vigili del Fuoco di Trento al lavoro
aiutano; ma l’inverno, a 700 metri di
nella chiesa di Santa Margherita
quota, sa essere duro, in tenda non
sarà sopportabile. “In aprile batpasseggiando con l’elmetto in testa in un centro storico
tevamo i denti e sentivamo, fuori,
deserto, se ne ammira la bellezza tranquilla, la piacevolezululare i lupi; non intendiamo passarvi il dicembre”.
Stanno meglio gli sfollati negli alberghi al mare? Quelli za, le dimensioni a misura d’uomo.
Solo che ora questa città non c’è più, o non è agibile, e
che hanno un lavoro forse sì, in fin dei conti fanno i pennon
lo sarà per anni: perchè mai uno studente dovrebbe
dolari. Ma gli altri, quelli rimasti disoccupati, e gli anziani,
venire
qui da Roma, per vivere in un container e andare a
vivono uno sradicamento dal contesto sociale improvviso
lezione
in una caserma?
e violento e potenzialmente devastante. Ne abbiamo visto
Questo
discorso, macroscopico nel caso dell’Universiun gruppo, alloggiato in un bell’albergo con vista mare:
tà,
si
ripete
in scala ridotta in tante altre attività. Chi può,
tutto il giorno davanti alla tv, lo sguardo spento, ad aspetsi
arrangia.
Abbiamo visto il titolare di un’azienda di contare che le ore, i giorni, passino.
sulenza,
vivere
in camper e lavorare a piano terra, in un
“Il tema, oltre alla casa, è il lavoro” insiste Trasatti.
garage:
“L’
a
bitazione
è al secondo piano, e non è agibile”.
E qui torniamo all’economia. L’Aquila è una città che
“Ma
il
garage
lo
è?”
“No,
siamo fuori norma. Ma devo lavovive di due attività: la pubblica amministrazione in quanto
rare;
se
sentiamo
una
scossa,
due salti e siamo fuori”.
capoluogo regionale e soprattutto l’Università. Basta conCome
si
vede,
nel
caso
delle
aziende, dell’Università,
siderare due numeri per capire come l’Ateneo sia la prima
anche
del
commercio,
casa
e
lavoro,
edifici e economia,
ma azienda cittadina: gli abitanti sono 70.000, gli studenti
sono
inscindibilmente
legati.
“A
Paganica
i negozi erano
fuori sede 20.000. E quali sono le carte dell’Università? Il
tutti
nel
centro
storico,
che
ora
è
la
zona
rossa,
pericolante e
suo buon livello, la presenza di un centro di ricerca come
inagibile.
–
ci
dice
Gennaro,
studente
di
filosofia
che inconil Laboratorio del Gran Sasso, d’accordo; ma soprattutto il
triamo
nella
grande
tenda-biblioteca,
attrezzata
di
Pc e libri
trovarsi in una città bella, vivibile, sicura. Anche adesso,
10
luglio 2009
una condominio di nuova
one crollato a metà
La messa in sicurezza di Santa Margherita
regalati dal Trentino – Chiediamo che venga urgentemente
apprestata un’area commerciale perché si possano riprendere
le attività. Altrimenti a poco a poco si perde tutto: all’Aquila, i
commercianti facoltosi - orefici, boutique – stanno pensando
di riaprire, ma non all’Aquila, bensì in altre città”.
Domenico Mastrogiuseppe è titolare di un’azienda che
lavora nel settore della sicurezza fisica (elettromagnetismo, radioattività, ecc.) spin off dal Parco scientifico tecnologico del Gran Sasso: “Diverse aziende come la mia
stanno pensando di trasferirsi. E così in altri settori. L’unico
modo di arrestare questa dinamica rovinosa sarebbe dichiarare L’Aquila zona franca dalla tassazione”.
Se dai calcinacci fuggono le aziende ad elevate capacità
tecnologiche, lo stesso fanno quelle a bassa qualità del lavoro: in questi giorni, avuta la sede inagibile, ha chiuso la
Transcom, terminale italiano di una grande società di call
center, sì, quelli che fanno quelle odiose telefonate pubblicitarie. Poco male, si dirà, ma sono 400 posti di lavoro che
vanno in fumo.
Di fronte a questo lento sfacelo l’azione del governo
risulta tanto reclamizzata quanto inadeguata: “La zona
franca urbana (agevolazioni nelle tassazioni, n.d.r.) è stata
finanziata con capitali ridicoli, 44 milioni. Ma al di là di
questo – ci dice il segretario della Cgil – essa garantisce
solo le piccole imprese di nuova costituzione. Ma il problema che abbiamo non è tanto di aprire nuove imprese, ma di
evitare che chiudano quelle esistenti. Abbiamo chiesto provvedimenti, anche attraverso emendamenti in parlamento;
sono stati tutti bocciati. Poi Berlusconi, arrivato qui, ha
annusato le contestazioni e ha riconosciuto che il decreto è
insufficiente: ‘Il Parlamento non ha approvato quello che io
volevo – ha dichiarato – ma non temete, torno a Roma e ci
penso io a rimettere le cose a posto’”.
QUESTOTRENTINO
Le promesse bugiarde
Questo è l’aspetto grottesco del dramma. Il governo non
ha soldi, non ne investe, eppure continua a fare promesse.
Un grande bluff, tenuto in piedi da una straordinaria regia mediatica. La gente lentamente comincia a rendersene
conto. Per la ricostruzione sarebbero necessari dai 13 ai
15 miliardi e ne sono stati stanziati 4, per di più ipotetici
(con labili coperture: i proventi dovrebbero venire da futuribili “gratta e vinci” o da storni dai Fondi per le Aree
Sottosviluppate, che con ogni probabilità, e giustamente,
protesteranno).
Così, con contorsioni linguistiche e logiche, da una
parte si garantisce un contributo a fondo perduto per la
totalità del costo di ristrutturazione o ricostruzione della
prima casa; dall’altra si prevede che “su base esclusivamente volontaria” si può chiedere, invece del contributo a fondo perduto, un mutuo agevolato o un credito di imposta.
“Ma chi, sano di mente, rinuncerebbe a un contributo gratis
per avere invece un mutuo agevolato o un credito da scontare in trent’anni? – chiede Trasatti – E’ chiaro: i soldi non
ci saranno ed è meglio che chi può la casa se la ricostruisca
da solo, magari col mutuo. E chi non può?”
I numeri sono impietosi: ad oggi il 47% delle abitazioni
sono state dichiarate inagibili, il che, su 70.000 abitanti,
vuol dire 34.000 senzatetto. Il programma del governo
prevede di sistemarne 13.000. E gli altri?
Poi le seconde case. All’Aquila la maggior parte delle
abitazioni sono seconde case, ma non sono villette, è la dinamica demografica del territorio, per cui la gente vive in
11
Il nonno di Cristina, 99 anni. Gli hanno detto: “Se vuoi
il container, devi prima trasferirti nel nostro campo”.
uno dei paesi circostanti, ed ha un appartamento in città
che, affittato a studenti, diventa fonte di reddito. Dopo una
serie di promesse (le abbiamo sentite con le nostre orecchie dal sottosegretario Bertolaso, vedi scheda) i provvedimenti per le seconde case sono irrisori: 80.000 euro, ma
solo in quelle dove il proprietario esercita un’attività.
“Se non ci sono risorse, se gli studenti vengono sistemati
in campus universitari fuori città come promesso da Berlusconi, è la stessa ricostruzione del centro storico a non essere
conveniente – afferma Gennaro – Cominciamo a temere
che la città non venga più ricostruita”. La città, così bella,
gradevole ed umana, e proprio per questo fonte di reddito
in una regione non ricca, rischia di rimanere un deserto
di edifici malfermi.
C’è infine, ad agitare le menti degli aquilani, lo spauracchio della beffa finale. Si chiama Fintekna. “E’ una società
del Ministero dell’Economia – risponde alla domanda, il
sottosegretario Bertolaso – che subentra a chi non ristruttura la casa”.
Subentra, che vuol dire? Se uno non ha i soldi per ricostruire – e saranno in tanti, specie per le tante seconde
case – arriva il Ministero? Magari espropriando? Pagando
il prezzo di mercato che, per un immobile non agibile, è
il prezzo del solo terreno? “Sarebbe il colmo – commenta Trasatti – Certo, questo punto del decreto è pericoloso”.
Anche perché si sa che fine fanno, in capo ad alcuni anni,
queste società ministeriali. Dismissioni, privatizzazioni;
le case dell’Aquila vanno in mano ai Tronchetti Provera,
Ciarrapico, Geronzi, a ricostruire la città ci pensano loro.
Gli abruzzesi, la loro città, se la vedono scippare.
“Girano queste voci. Se accadesse questo, vuol dire che
non siamo in un paese civile” risponde Gennaro.
La perdita del territorio
La perdita del controllo del territorio è l’altro aspetto del
malessere degli abruzzesi. Con la motivazione dell’efficienza, e quella, non esplicitata, della scarsa fiducia in
amministrazioni che in effetti avevano permesso costruzioni tutt’altro che esemplari, la Protezione Civile
ha avocato a sé la decisione sulla localizzazione, prima
dei campi tendati, poi dei prefabbricati. “Per decreto
sono stati esautorati di ogni potere gli enti locali: sulle
localizzazioni decide la Protezione Civile, senza consultare i Comuni, e meno che mai la popolazione” denuncia Angelo Venti, direttore del giornale online “site.it”.
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I prefabbricati però, non si stanno configurando come
qualcosa di provvisorio, ma sia nella versione delle case
in legno della Pat, come in quella delle costruzioni su
pilastri ammortizzanti reclamizzata da Berlusconi, sono
edifici confortevoli e fatti per durare.
Ma allora la loro localizzazione è destinata a ridisegnare il territorio. E se ad Onna, a fianco del centro distrutto, è stato eretto il campo tendato e a fianco i mezzi del
Trentino stanno predisponendo l’area delle case in legno,
in modo da preservare il tessuto sociale, da altre parti si
procede diversamente. E’ il caso di Cese di Preturo, un
villaggio di 400 abitanti, dove inizieranno ad edificare 17
ettari, portandovi 2.100 persone, o a Bazzano, un borgo
dove è in piena azione un effcientissimo megacantiere,
anche lì per alcune migliaia di nuovi abitanti. Ma anche
a Paganica, dove si sta costruendo a monte, in zone difficilmente raggiungibili, “si sta smembrando il paese, inteso
come socialità, affetti, relazioni”. E così quasi dappertutto,
per di più in una zona montuosa, dove talora il vecchio
centro è da una parte del monte, il nuovo dall’altra, a chilometri e chilometri di distanza.
Tutto questo per imperio della Protezione Civile. E
sull’ente, guidato con mano ferrea da Guido Bertolaso, si
addensano le accuse e i timori.
Dopo un primo momento di sbandamento (ben evidenziato da “Anno Zero” di Santoro, per questo criminalizzato) la Protezione Civile si è in effetti dimostrata efficiente. Anche se l’efficienza la persegue con un accentramento
esasperato: gli aiuti arrivati spontaneamente da tutta Italia
luglio 2009
venivano rifiutati, i vari corpi (Polizia, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, in parte anche i Carabinieri) venivano
fatti rigidamente dipendere dallo staff di Bertolaso, ogni
acquisto veniva centralizzato. Per spiegare la contraddittorietà di quest’ultimo aspetto, Angelo Venti ci parla
dei fornai: “Dopo una settimana erano in grado di tornare a fare il pane, ma la Protezione Civile lo fa arrivare da
Roma; e i fornai si trovano con i clienti nelle tendopoli,
Sfollati al campo di Camarda,
mentre ascoltano il sottosegretario Bertolaso
Guido Bertolaso, sottosegretario
e responsabile della Protezione Civile
La democrazia
di Bertolaso
Venerdì 19 luglio, campo sfollati
di Camarda: in un tendone il
sottosegretario alla Protezione Civile
Guido Bertolaso parla agli sfollati.
Abile, paterno, deciso. Promette
tanto: contributi al 100% per la prima
casa, al 70% per la seconda. E via così.
Sono con una giovane collaboratrice
del giornale online site.it, Cristina
Iovenitti, anche lei sfollata. Durante
l’assemblea ci dividiamo. La ritrovo
alla fine: ai bordi del tendone, sta
discutendo con alcune persone
delle forze dell’ordine al seguito del
QUESTOTRENTINO
e il pane invenduto. E così per la carne, per le verdure, ma
anche per cose minute come la ferramenta: così è stata soffocata ogni possibile ripresa economica”.
Col passare dei giorni, l’accentramento di Bertolaso,
invece che attenuarsi, si è irrigidito: “Gli sfollati nei campi
devono subire una serie di restrizioni: braccialetti, controlli
quando entri o esci, difficoltà a tenere assemblee, divieto di
distribuire volantini, persino regole per evitare caffè e cioccolata che renderebbero gli sfollati troppo
nervosi” denuncia Venti.
“Da noi vengono svariate persone a lamentarsi della militarizzazione di alcuni
campi; si giunge a una sorta di limitazione dei diritti dei cittadini” conferma il segretario della Cgil Trasatti (vedi box).
Ma non è tutto. Bertolaso, dopo un
mese, sembra passato a un’ulteriore fase.
Oltre agli accampamenti gestiti dalla
Protezione Civile o da altre organizzazioni, ci sono quelli autogestiti da chi
sistema la tenda o la roulotte nel giardino, o da quelli che, anche in 100-200
si organizzano da soli. Queste soluzioni
venivano in una prima fase incoraggiate: la Protezione Civile forniva a chi ne
aveva bisogno le tende o i pasti. E veniva
addirittura stabilito un compenso (100
euro al mese a persona, fino a 400 per
gruppo familiare) per chi si arrangiava,
sgravando di costi la collettività.
sottosegretario. Costoro sostengono
di avere il diritto di impedire una
ripresa con telecamera dell’incontro,
Cristina rivendica il contrario. Mi
presento e mi intrometto.
I poliziotti sostengono
contemporaneamente due linee di
pensiero, leggermente confliggenti:
1) non è permesso effettuare le
riprese; 2) rimaniamo tranquilli,
perché non è successo niente.
Un signore, qualificatosi come
funzionario di polizia, argomenta
che un campo sfollati non è un luogo
pienamente pubblico.
“Vi sono sospesi i diritti
costituzionali?” chiedo.
“No di certo, ma esiste anche un
diritto alla privacy”.
“Sicuramente, per cui non possiamo
scattare foto degli attendati senza il
loro permesso; diverso è il caso di un
discorso del sottosegretario”.
“Anche il sottosegretario ha diritto
alla privacy”.
“Quando è in casa sua, non
quando si rivolge pubblicamente
a un’assemblea di sfollati. Allora
io, come giornalista, ho non solo il
diritto, ma il dovere di registrare e
riferire quello che dice”.
A questo punto i nostri interlocutori
ripiegano sulla linea 2: non è
successo niente.
“Non è vero - ribatte Cristina - voi
mi avete impedito di effettuare le
riprese”.
Interviene anche una signora, poi
risultata il vicequestore dell’Aquila,
che si rivolge a Cristina “da donna
a donna”, sottolinea la propria
condizione, anch’essa di terremotata,
e qualifica come fuori luogo le
rimostranze, perché “in fin dei conti,
non è successo niente”. A questo
punto Cristina evidenzia come la
linea del “non è successo niente”
è iniziata ad emergere a incontro
finito, quando riprese non se ne
potevano più fare, e quindi qualcosa
è successo: le è stato impedito di
documentare l’evento (e le promesse
di Bertolaso). I nostri interlocutori
per questa interpretazione dei fatti si
offendono, ma una serie di chiamate
al cellulare (del direttore Angelo
Venti, e del capo della Squadra
Mobile) impedisce che il dibattito
prosegua.
Al che ci allontaniamo, chiarendo che
non intendiamo l’episodio chiuso. Io
lascio a site.it una mia testimonianza
sottoscritta, da utilizzare nelle
modalità più opportune, anche
un’eventuale denuncia per abuso di
potere.
Nei campi dei terremotati avanza un
nuovo modello di democrazia?
13
“Autorizzazione? Ma siete voi che avete fatto tutto
questo lavoro!” dico io. “Mah, meglio lasciar perdere” mi
dicono, e svicoliamo.
All’Aquila, a un certo momento, i cittadini si sono
ribellati: hanno sfondato il cordone di poliziotti e sono
entrati nel centro storico. A significare che la città è
ancora loro. “I controlli sono continui, asfissianti. Ogni
unità deve eseguirne un certo numero al giorno – mi dice
Campo Paganica 3: studenti universitari nella
tenda-biblioteca donata dal Trentino.
Oggi si fa marcia indietro. I soldi promessi (e per cui gli
sfollati hanno inoltrato regolare domanda) non sono arrivati. E con un’ordinanza Bertolaso ha iniziato a richiedere
indietro le tende prestate e a non fornire più i pasti. “Noi
siamo accampati nel cortile di casa e non abbiamo l’accesso
al gas – ci dice Cristina, dottoranda in archeologia e collaboratrice di site.it – Oggi mia madre è stata al campo della
Protezione Civile per avere, come gli altri giorni, acqua e
cibo: ha litigato per un’ora, e non le hanno dato niente”.
“Io sto fuori dal campo, e vengo qui a chiedere ora dell’acqua, ora una pesca – ha detto una matura signora a Bertolaso in persona, durante un suo incontro con gli sfollati di
Camarda – Ma capita che non me le diano. Devo sentirmi
una mendicante?”
“Ma ci mancherebbe signora, suvvia…”
“E’ capitato anche a me!” urla un’altra dalla folla.
“Anche a me per quello!”
“Ora gli dico io di non essere fiscali – risponde con fare
paterno il sottosegretario – E’ che è successo, in altri campi,
di gente che se ne approfitta, ma state tranquilli, do io ora
disposizioni…”
“Storie, – commenta Angelo Venti – l’interruzione del
supporto ai campi autogestiti è una disposizione di Bertolaso. È stata affossata l’idea che l’accampamento sia un centro
servizi. Si vuole concentrare la gente nei campi, dove si ritiene di poterla controllare meglio”.
Il caso forse estremo è quello del nonno di Cristina: 99
anni, stava con la famiglia in un camper. “Gli hanno detto
che se vuole avere il container, deve entrare nel campo della
Protezione Civile”. E lì lo abbiamo trovato, con l’afa della
tenda alleviata da un piccolo condizionatore.
La militarizzazione
I controlli sembrano in effetti una paranoia. Nelle strade
attorno all’Aquila il traffico di mezzi delle forze dell’ordine è impressionante: Carabinieri, Polizia, Finanza, Polizia
giudiziaria. Venuti qui da tutta Italia. In funzione antisciacallaggio, la prima settimana, come protezione al G8,
ora: ma nei due mesi in mezzo?
Assieme a un ingegnere della Pat e a un responsabile
dei Vigili del Fuoco entro nello spettrale, apocalittico centro di Onna, ancora transennato, ma messo in sicurezza
proprio dalle mie guide. A un certo punto si leva una voce
dall’esterno “Ce l’avete l’autorizzazione?” intima un poliziotto.
14
Tempera: quel che resta della chiesa.
Angelo Venti – E i più arrabbiati sono proprio loro, che hanno dovuto lasciare compiti ben più importanti: i finanzieri
indagini antiriciclo dei patrimoni mafiosi (di cui abbiamo
letto i primi risultati in questi giorni, n.d.r.), i forestali reati
ambientali, la polizia giudiziaria di Bari…”.
A tarda sera, una birra sul tavolino, è bello parlare.
“Non capisco tutti questi controlli – si confida un capitano
della Guardia di Finanza – Ci sono gli uomini obbligati a
fare 200 chilometri al giorno di pattugliamento, su e giù.
Ma per che cosa?”
Questa la situazione nell’Abruzzo terremotato. “Ci vorranno anni. Ormai lo sappiamo, dovremo accontentarci di
lavori più scadenti - mi dice il giovane Gaetano - e scontare
un abbassamento della qualità della vita”.
“Sono troppi i soldi che occorrono – commenta mestamente la signora Antonella, nel campo di Paganica 3 – Noi
siamo stati meno sfortunati di altri: la nostra casa ha subito
danni lievi, con i risparmi ce la faremo a ripararla. Ma gli
altri…”. Troppi soldi. Che non arriveranno.
Nelle mie peregrinazioni mi è stato spesso da saggia
guida Luciano Corazzer, dei Vigili del Fuoco di Trento:
“Basterebbe una tassa pro Abruzzo – mi dice scuotendo la
testa – Credo che tutti la pagheremmo senza tante storie”.
Ma il governo sicuramente non metterà "la mani nelle
tasche degli italiani"; invierà invece più carabinieri.●
luglio 2009
Quale cultura con quali soldi
Lesinati i soldi alla nuova cultura. E dove vanno? Non tanto a bande o Schutzen, quanto a
oratori e parrocchie: che si pappano - incredibile nel Trentino d’oggi - l’80% dei contributi.
Il falso dilemma tra cultura di valle e di città e quello, più reale, tra vecchio e nuovo.
E. P.
O
riente Occidente, Drodesera, Pergine Spettacolo
Aperto: no; e no anche per
realtà minori eppur meritorie come Teatro Off, Studio d’Arte Andromeda, Teatrincorso e, se possiamo
scriverlo, Questotrentino; sì invece alle
divise di bande e Schützen.
Questa la sintesi estrema degli esiti
delle istruttorie degli uffici provinciali
sui contributi alle associazioni culturali. In concomitanza con l’insediamento
del nuovo assessore alla cultura, Franco
Panizza del Patt, il messaggio sembra
univoco: la cultura prediletta, con il
nuovo assessore, sarà quella del folklore
valligiano tutta rivolta alle nostalgie del
passato, del “pontesel”, delle braghe di
cuoio, del “En malgar, ma che om!”
Insomma, dall’arte contemporanea
del Mart e di Manifesta (che ha in parte deluso), dalla danza cosmopolita di
Oriente-Occidente e dal teatro di ricerca di Drodesera, ad Andreas Hofer über
alles e alla nuova, inaspettata centralità
della banda di paese. Cambiato assessore, cambia tutto?
QUESTOTRENTINO
Le cose non sono proprio così. Per
fortuna. All’assessorato ci fanno vedere
come il (cospicuo, 800.000 euro) finanziamento alle divise delle bande, non sia
a scapito delle associazioni: ma, a seguito di uno specifico ordine del giorno del
Consiglio Provinciale del 2007 (quando
Panizza era altrimenti occupato), sia stato deliberato con uno stanziamento ad
hoc. Per cui gli 800.000 euro non sono
prelevati dai contributi alle associazioni,
ma sono aggiuntivi.
“Ci tengo a precisare alcuni punti – afferma Panizza – Primo, la contrapposizione valli\città è assolutamente superata
e di sicuro non impronterà il mio assessorato; secondo, nessuna delle tre compagnie degli Schützen, per vari motivi, ha
usufruito di questo contributo; terzo, ne
usufruiranno le bande nei vari Comuni,
ed era doveroso: le divise costituiscono un
forte elemento di identità”.
Chiarito questo punto; e chiarito come per le grandi rassegne come
Oriente Occidente, che sono finanziate
su altri capitoli, il mancato contributo
non sia un problema, ma lo sia invece
– e gravoso – per le realtà minori (come
QT, tanto per intenderci), resta aperta la
sostanza dell’argomento: in base a quali
criteri si distribuiscono i contributi? E,
di conseguenza: quale cultura si promuove?
Le cifre delle parrocchie
Guardando bene i dati, una prima realtà
balza all’occhio: a essere favorite in maniera spropositata non sono le bande,
bensì le parrocchie. Attraverso le ristrutturazioni di oratori, l’allestimento di sale
polifunzionali, l’acquisto di organi, la riattivazione di teatri parrocchiali, si accaparrano la stragrande maggioranza dei
contributi. Le cifre sono impressionanti:
per le strutture, su un totale di 1.654.000
euro di contributo, ben 1.313.000 vanno
alle parrocchie; per le attrezzature, su
300.000 euro, 181.300 prendono la stressa strada, per l’acquisto di harmonium.
E così per gli anni addietro, “da almeno
25 anni” ci dicono all’assessorato.
La cosa è comprensibile. Ma solo per
il passato, quando oratori e teatri parrocchiali erano, nelle valli, gli unici pun-
15
L’assessore provinciale alla
Cultura Franco Panizza
ti di riferimento. Ma ora no: con tutto il rispetto, la cultura ha
tanti, tantissimi altri canali; che le parrocchie assorbano il 7080% degli stanziamenti destinati alla miriade di associazioni,
festival, scuole di danza, compagnie, teatri, è semplicemente
grottesco. Per dire: QT ha chiesto un contributo di 4.000 euro
per pagare il software e un Pc per gestire il passaggio al colore;
Teatro Off, che fa una stagione con una cinquantina di spettacoli e appuntamenti, ha chiesto 10.000 euro per riadattare il
palco e il sistema delle luci; e così tante altre piccole ma produttive realtà: bene, per tutti questi, soldi non ce ne sono, perché si devono spendere 850.000 euro per il teatro parrocchiale
di Lomaso o 293.000 per la sala polivalente della parrocchia
della natività di Maria di Borgo Valsugana.
A noi sembra non ci sia proprio il senso di come si possono
spendere i soldi. Anche perché queste realtà sono – rigorosamente – private: il parroco decide lui come gestire il teatro,
cosa proiettare (e cosa no) nella sua sala. Giusto; ma allora che
senso ha questo debordante, quasi esclusivo, investimento di
soldi pubblici?
“Non conoscevo questo aspetto – risponde Panizza, che infatti è da poco insediato – Di sicuro dovremo prendere in mano la
questione. Anche perché il sistema dei teatri di periferia (quasi
sempre sottoutilizzati e dagli onerosi costi di gestione n.d.r.)
va razionalizzato”.
La valle e la città
Quella che indubbiamente va razionalizzata, è la più generale
spesa culturale. Fuggendo, come si diceva prima, dalla contrapposizione periferie\città. “Mi viene da ridere – risponde a
proposito Dino Sommadossi, bibliotecario di Dro e inventore
di Drodesera, festival da alcuni anni assurto a notorietà nazionale (l’anno scorso ha vinto ben due premi Ubu, il massimo
16
riconoscimento italiano per il teatro) – Noi siamo periferia,
eppure da sempre siamo più avanti delle città: gli artisti, da
Marco Paolini a Pippo Del Bono, che vengono presentati a
Trento, da noi sono stati proposti dieci anni prima”.
Lo stesso discorso vale per ArteSella, manifestazione
d’avanguardia, ammirata ed imitata anche oltr’Alpe, eppure
tipicamente di valle, anzi innervata nella natura di un piccolo altopiano della Valsugana. E ancora per I Suoni delle
Dolomiti, che coniuga montagne e star system della cultura
(inter)nazionale.
Insomma, il nuovo, il meglio, non è esclusiva della città.
Proprio per questo si può fare un discorso più sereno sulla
gestione globale dei contributi, che ci sembra attraversare
una fase non scevra dalle confusioni.
Con legge del ’93 la Provincia aveva decentrato competenze in materia culturale e relativi stanziamenti ai Comuni, che
dovevano provvedere all’associazionismo minuto, mentre la
Pat doveva occuparsi di finanziare le realtà a valenza provinciale. Ad esempio, la banda di Sfruz, che suona a Sfruz, deve
essere sostenuta dal Comune di Sfruz; se invece si mettono
insieme più bande, elaborano un progetto che prevede dei
concerti che circuitano in Trentino, e magari anche all’estero,
allora può intervenire la Provincia.
Questa la teoria. Nella pratica invece la finanza locale è
quello che è: tanti Comuni riescono a malapena a finanziare
i servizi come gli asili, sono in difficoltà con le spese di gestione degli impianti, se devono fare una strada vanno fuori
bilancio; alla cultura, alle associazioni, non riescono a starci
dietro, checché preveda la legge: e queste battono cassa in
Provincia.
Il meccanismo non è virtuoso: se alcuni assessori (Claudio Molinari soprattutto) sapevano dire di no e premiare
solo le iniziative di effettiva valenza sovracomunale, altri invece hanno usato criteri più laschi, aprendo una porta in cui
i più furbi si sono infilati.
Anche perché anni di semina hanno prodotto risultati
significativi: sono entrati in circuito migliaia di giovani che
hanno seguito iter formativi nelle scuole musicali, nei corsi di
teatro, di danza, ecc, e ora si organizzano, elaborano progetti
e presentano domande in Provincia. “Vedo la cultura trentina
come un giardino, trenta anni fa arido, oggi rigoglioso – afferma
Paolo Manfrini, direttore artistico di Oriente Occidente – Vi
cresce di tutto, ed è un bene; però bisogna dargli una sistemata,
luglio 2009
per capire cosa può e cosa non può crescere. Vi sono iniziative
che hanno una struttura consolidata, offrono lavoro, si sono conquistate una proiezione nazionale e internazionale, sono fattori
attrattivi per il territorio. Potrebbero crescere ulteriormente, se il
giardino non fosse troppo rigoglioso”. Fuor di metafora, Oriente
Occidente (o ArteSella, o Drodesera) potrebbe diventare ancor
più significativa, se non si vedesse bocciare le domande di at-
QUESTOTRENTINO
trezzature in favore degli oratori, o non si spendessero decine
di migliaia di euro per far suonare a Trento Bob Dylan.
Ma il tema non è solo la possibile ulteriore crescita delle
grandi rassegne indubbiamente benemerite. Ci sono anche
altre realtà, spesso innovative. La più significativa è forse la
realtà minuta, che potremmo chiamare di “teatro urbano”,
sviluppatasi tumultuosamente soprattutto a Trento, fatta di
svariate sale, dove si tengono corsi, spettacoli, performance,
si importa, esporta e sperimenta durante tutto l’anno. Una
realtà che il Comune del capoluogo non riesce a supportare, mentre la Provincia è più proiettata a sostenere esperienze
di valle magari più tradizionali, ma che spesso costituiscono
l’unica offerta in loco.
Che dice l’assessore?
“Non avverto il problema di un surplus di cultura nel territorio. Penso che dobbiamo fare sistema, offrire una disponibilità di servizi, dare a tutti la possibilità di potersi esprimere. Poi
potremo promuovere, sostenere chi ha la capacità di proporre
qualcosa di nuovo, andare oltre quello che fanno gli altri. La
qualità la si può giudicare”.
Incalziamo Franco Panizza sul tema della razionalizzazione delle spese. “Si tratta di vedere come liberare risorse per
sostenere il nuovo. Per questo ho aperto un discorso sui costi del
Mart. E dico che io il concerto di Dylan non l’avrei finanziato,
non ne vedo le ricadute sul territorio, piuttosto fornisco un aiuto
ai giovani che vogliono vederlo altrove. Così per la lirica: se si
riesce a mettere insieme, con Bolzano, un momento di produzione, bene, se però i costi sono eccessivi, è meglio agevolarne la
fruizione altrove”. ●
17
l’intervista
Oltre alle case,
ricostruire le persone
Il sostegno psicologico ai terremotati dell’Abruzzo.
Intervista al dott. Marco Gradassi
dell’associazione “Psicologi per i popoli.
Nadia Ioriatti
I
l mondo altro non è che un gioco di dadi giocato da dei bambini…”. Con quest’amara riflessione comincia la testimonianza del dott.
Marco Gradassi, dell’associazione “Psicologi
per i popoli”, accorso in Abruzzo dopo il sisma per
occuparsi di psicologia dell’emergenza alla comunità civile e ai soccorritori volontari. Quella in cui
lavora è un’organizzazione, senza fini di lucro, che
opera volontariamente dal 1999 con finalità umanitarie in situazioni di calamità.
Molti di noi hanno sentito parlare per la prima
volta di un pronto soccorso psicologico affiancato al lavoro della Protezione Civile e della Croce
Rossa.
La drammaticità di un sisma come quello che il
6 aprile, appena dopo le tre del mattino, ha colpito
l’Aquila devastando contemporaneamente le dimensioni ambientali, sociali e psicologiche di un’intera
popolazione, è insita nella sua natura. Nel giro di 23
18
interminabili secondi, scanditi uno a uno dallo scoppio delle tramezze e gli squarci dei muri portanti,
75.000 persone che possedevano una casa dove erano
nati e avevano cresciuto i propri figli, avevano degli
affetti e un lavoro... tutto questo si è sgretolato. Non
solo le case sono crollate.
Vuol dire che anche le persone…
Quel lunedì sono stati due i terremoti. Come per
le case che hanno risposto al sisma in modo diverso, crollando, lesionandosi gravemente o solo leggermente, così sono cadute le strutture portanti delle
persone, che hanno risposto diversamente. Alcune
crollando, altre perdendosi nei ricordi, altre reagendo con coraggio. Questi crolli dentro e fuori sono stati
così evidenti, che gli psicologi convenzionati con la
Protezione Civile sono stati chiamati fin dal primo
momento.
Come avete organizzato i primi soccorsi psicologici?
luglio 2009
Confesso che c’è stato anche per noi un primo, inevitabile smarrimento, immersi con la popolazione
in un senso di stordimento e irrealtà. Poi abbiamo
cominciato a lavorare: innanzitutto occupandoci
dei bambini e così abbiamo fornito il campo, quando era ancora in costruzione, di una tenda diversa
dalle altre, una ludoteca che si è presto riempita di
bambini che, nonostante tutto, avevano ancora voglia di giocare. Poi una telefonata della Protezione
Civile Nazionale ha chiesto che due di noi si recassero
con urgenza all’obitorio da campo: stavano arrivando i parenti delle vittime per il terribile compito del
riconoscimento. Infine, mentre il campo prendeva
forma, abbiamo pensato a un’altra tenda da “rubare” all’incontenibile impulso di agire e agire in fretta:
una tenda vicina a quella dei bambini, una tenda per
i grandi, per pensare, al riparo da tutto il movimento,
a ciò che accadeva. Passato il momento di massima
emergenza, quella tenda è diventata uno spazio di
ascolto psicologico.
A distanza di oltre due mesi la convivenza forzata nella stessa tenda di più gruppi famigliari sta
causando problemi?
In un primo momento gli sfollati si sono sistemati
nelle tende senza preoccuparsi della convivenza con
QUESTOTRENTINO
altri gruppi famigliari, grati a tutte le persone che li
stavano aiutando. Ma dopo oltre due mesi si è entrati
in una fase diversa, da un certo punto di vista più
difficile: gli esperti la chiamano la fase della disillusione. Si assiste a un considerevole calo di energia e
speranza, sentimenti quale rabbia e tristezza prendono il sopravvento e si comincia a percepire la difficoltà delle convivenze forzate.
Le persone verranno seguite anche in futuro?
Come i tecnici dovranno ricostruire le case, così gli
psicologi dovranno aiutare le persone a ricostruire
le proprie strutture interiori, che risultano anch’esse
lesionate. I progetti sono pensati per quattro diverse
fasce della popolazione: i bambini attraverso la scuola e un’azione di supporto a insegnanti e genitori; gli
adolescenti con la creazione di spazi a loro dedicati;
gli adulti attraverso interventi individuali e di gruppo; gli anziani attraverso centri culturali e ricreativi.
Il susseguirsi delle scosse sta mettendo a dura prova il fragile equilibrio delle persone; soprattutto gli
anziani, che hanno visto sgretolarsi il loro vissuto,
sono incapaci di ricominciare.
Per la ricostruzione dell’Abruzzo ci vorranno molti
anni e molto denaro, anche perché un terremoto non
è fatto solo di pietre e case crollate… ●
19
La maggioranza in
campagna elettorale
A Cavalese, con soldi pubblici...
Luigi Casanova
C
’è sempre stato poco feeling fra
chi amministra e la stampa. Anche in Trentino, anche a Cavalese, i giornalisti dei quotidiani non si
genuflettono davanti ai sindaci e questi amministratori sono permalosi: la
critica li infastidisce, della democrazia
hanno uno strano concetto, quello sbrigativo di Berlusconi: ho vinto io, quindi
comando.
Cavalese è il comune di provenienza
di uno degli assessori più rappresentativi dell’Unione per il Trentino, Mauro
Gilmozzi. La giunta comunale sente di
non essere amata dalla popolazione, la
credibilità è nulla. Gli attuali amministratori non hanno seguito le tracce del
loro padre politico, non possiedono la
sua concretezza amministrativa, non ne
hanno le capacità. Dopo cinque anni di
amministrazione c’è solo traccia di piazze
rifatte, prive di senso artistico, di situa20
zioni che hanno stravolto la storia locale,
di progetti sbagliati anche tecnicamente.
Era stata promessa una revisione normativa del Piano Regolatore, erano stati
promessi investimenti nel sociale, dall’assistenza alle politiche per la salute, la cultura, i giovani. Invece silenzio, solo azioni estemporanee, per quanto importanti,
del volontariato.
Il sindaco è vanesio, preoccupato
della cura della sua immagine, incapace di ascoltare, e gestisce una coalizione
priva di idealità. Si è creato una giunta
di professionisti, geometri e periti edili che hanno imposto deroghe generose
sui loro progetti, che hanno continuato a
progettare nel paese da loro stessi amministrato.
Fra meno di un anno si vota e il paese,
al momento, non offre una alternativa di
governo credibile. La sinistra ambientalista, portatrice di valori di alto profilo,
non può sperare di rovesciare la situazione politica, in quanto non rappresentativa di una cultura maggioritaria. La destra
oggi all’opposizione non ha personaggi
di spicco da presentare e nei cinque anni
di amministrazione non ha certo dato
prova di progettualità alternative, anche
se ha costruito una opposizione concreta, anche propositiva. Ma nonostante
questo, la maggioranza teme le prossime
elezioni, le sente avvicinarsi come una
catastrofe.
Lo dimostra una recente delibera di
giunta che affida ad un giornalista l’incarico di portavoce della amministrazione.
Per amministrazione non si intende il
Consiglio Comunale, ma il solo organo
esecutivo, la giunta. Il giornalista, dal 1°
giugno fino al 31 marzo del 2010, dovrà
redigere un comunicato stampa alla settimana, organizzare una conferenza stampa al mese e organizzare dei momenti
assembleari con la popolazione su tematiche di interesse generale. Seimila euro il
compenso previsto. Una delibera assunta
senza aver coinvolto nessun altro giornalista delle due valli. La motivazione del
documento sta nella necessità di recuperare, da parte della politica in generale,
un rapporto attivo con il cittadino, rendendolo consapevole delle scelte amministrative. Come? Imboccando la stampa,
dettando la linea grazie ad un giornalista
amico, pagato con soldi pubblici e capace
di costruire una lunga campagna elettorale che lenisca le troppe ferite aperte di
questa amministrazione.
Ma il distacco dei cavalesani dalla politica non è certo dovuto alla stampa locale. Questa giunta ha cancellato, senza
discussione consigliare, il giornalino
comunale. Nella revisione dello Statuto
comunale e della Comunità di valle ha
impedito ogni emendamento teso a facilitare la partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni. In paese, comitati
o liste hanno raccolto firme sugli argomenti più diversi, dai bacini del Cermis
fino al tema della viabilità interna, alla
metanizzazione del paese e di Masi, sulla sanità, ma nessun argomento oggetto
di conflitto è stato portato in Consiglio
Comunale su iniziativa della giunta. E
per finire le commissioni istituite all’inizio della legislatura si sono dimostrate
un fantasma istituzionale.
Ora si aspetta la reazione dei quotidiani. Offriranno spazio ai comunicati
ufficiali del Municipio? Avranno ancora
forza nel deludere le aspettative del sindaco Walter Cappelletto e dei suoi fidati
assessori? Al momento sembra non vi
sia stata nessuna modifica: i comunicati
della maggioranza passano come sono
sempre passati, e uguale rispetto viene offerto alle minoranze e la giunta comunale
rimane sempre più arroccata nel fortino
municipio. Nell’attesa, preoccupata, delle
elezioni del prossimo anno. ●
Il sindaco di Cavalese Walter Cappelletto
luglio 2009
l’intervento
Che farà Dellai da grande?
Piergiorgio Cattani
I
corridoi ben informati della politica provinciale ci parlano di un
presidente Dellai in difficoltà. Ma
per capirlo non servono le voci e gli
spifferi, basta analizzare la situazione.
All’inizio dell’anno ci siamo posti la fatidica domanda sul futuro dell’anagraficamente giovane Dellai, dopo che per
forza di legge non potrà più svolgere un
altro mandato da Presidente. Poniamo
ancora la questione, perché rendersi
conto di quali siano i progetti strategici
di Dellai è necessario per comprendere le scelte dell’oggi, anche sul versante
amministrativo.
Ci eravamo lasciati in febbraio con
un Dellai che un giorno sì e l’altro pure
sparava contro un PD agonizzante,
destinato a spaccarsi dopo le elezioni
europee: si ipotizzava la fuoriuscita
dell’ala cattolico-centrista di Letta &
C. e la costruzione insieme con Casini
di una “cosa bianca” da affiancare a un
Partito Democratico ridotto all’ennesima metamorfosi del vecchio e tormentato PCI.
Sembrava che il nostro Presidente
puntasse sul progetto, che, se davvero
riuscisse a essere qualcosa di nuovo
portando via alla destra qualche democristiano, non sarebbe da buttare
per riportare alla vittoria l’opposizione
di centro sinistra. Ma alla fine Dellai si
è limitato ad appoggiare per le elezioni europee l’impresentabile Tarolli o a
dare un leggero sostegno al candidato
autonomista Kaswalder, non volendo
neppure incontrare Michele Nicoletti che era senza dubbio il candidato
trentino più autorevole ma anche con
maggiori possibilità di essere eletto.
Una scelta devastante dal punto di vi-
QUESTOTRENTINO
sta dell’immagine e incomprensibile
da quello politico, se non vedendolo
come tentativo di prosciugare la base
autonomista. Dellai si è trovato infine
senza nulla in mano, con l’UDC scontento e inutile, con l’infido PATT a rivendicare spazi e con l’UPT ininfluente. In questo modo Dellai, che pure
in sede romana non ha mai goduto di
significativi appoggi non avendo in
dote un pacchetto di voti (il Trentino
conta un decimo della Sicilia), ha rotto
i ponti con il PD; se poi mettiamo in
conto la battuta di arresto del progetto centrista, vediamo come le porte di
Roma siano per ora precluse per il nostro. Fa un po’ tristezza constatare che
ad applaudire l’UPT sia rimasto il solo
Rutelli, il quale comunque resterà, pur
tra critiche e minacce di scissione,
all’interno del PD.
Insomma, ancora una volta Dellai resta privo di un partito di riferimento.
Addio sogni degasperiani? Fra quattro anni tutto può cambiare ma emerge la domanda se Dellai voglia davvero andare in Parlamento cercando
di ritagliarsi uno spazio da leader
nazionale. Se avesse queste ambizioni
si muoverebbe meglio, quindi l’approdo romano non sarebbe l’obiettivo
dellaiano e questi discorsi sarebbero
solamente dietrologie. Dellai rimane
uno dei pochi personaggi vincenti del
centro-sinistra nazionale, portatore
di un’interessante esperienza politica, comunque legata a una storia autonomistica e a una struttura sociale
e comunitaria peculiare che a Roma
capiscono poco.
Tuttavia il Nostro forse coltiva an-
che altri progetti. Uno di questi, il più
suggestivo e che potrebbe consegnargli
un posto nella storia, è la famosa (e a
volte fumosa) Euregio. Ne abbiamo
parlato nell’editoriale di due numeri fa.
Potrebbe essere un progetto ad ampio
respiro, fondamentale per l’evoluzione
dell’autonomia, un obiettivo su cui giocarsi il futuro.
In ottobre ci sarà l’incontro, fortemente voluto da Gianni Kessler, dei tre
presidenti delle assemblee legislative
di Trentino, Alto Adige e Tirolo: nelle
intenzioni sarà la pietra di fondazione
per costruire su progetti concreti un
abbozzo di confederazione dei tre territori. Sulla carta Dellai appoggia questo percorso, anche se mal sopporta il
protagonismo del rivale, quest’ultimo
peraltro salito sul carro dell’Euregio da
pochissimo tempo. Riusciranno i due
a vincere gli attriti? È complicato però
pensare che in quattro anni si costruisca un organismo esecutivo trilaterale
e ancora più complicato ipotizzare che
sia Dellai a presiederlo, in quanto sarebbe naturale affidare questo ruolo di
rappresentanza a un esponente di lingua tedesca.
Le vie della politica, si sa, sono infinite. Forse c’è un’altra opzione per il
Presidente. In questi anni abbiamo assistito a un progressivo svuotamento
della struttura amministrativa provinciale a vantaggio di controllate esterne
(come Patrimonio spa, Agenzia provinciale per l’energia, Trentino spa…)
che stanno diventando i veri centri
di gestione del potere, un po’ come la
Gazprom in Russia. E magari tra 5 anni
potremo trovare là il nuovo impiego di
Dellai. ●
21
lettere e interventi
L’allevamento
nelle Giudicarie
Questo è un commento riferito
all’articolo “Allevamento, stop al
modello padano” apparso su Questotrentino nelle settimane scorse
e distribuito in paese. Tale commento è rivolto direttamente al
giornalista firmatario dell’articolo
e al CIGE e indirettamente spero
sia motivo di riflessione per tutti
noi.
Innanzi tutto mi presento: sono
Stefano Carloni, 24 anni, abito a
Fiavè in loc. Torbiera. Sono figlio
di un allevatore, studio ingegneria a Trento e nella mia vita ho
vissuto e viaggiato quanto basta
per ammirare la particolarità del
territorio delle Giudicarie. […] Il
mio intento con questa lettera è di
farLe capire la sensazione di mancanza di rispetto che ho provato
nel leggere il Suo articolo.
Tengo a precisare che nell’articolo
è scritta qualche verità interessante, lo penso davvero, ma passa
in secondo piano a causa gravi
mancanze: del senso della misura
(negli aggettivi, nelle descrizioni,
nella criticità); del riconoscimento della fatica, della passione, della
dedizione; del rispetto delle regole
del giornalismo.
Credo anche sia per questo se in
valle esiste una sorta di non dialogo tra addetti al settore agricolo
e non; perché articoli come il Suo
hanno come risultato il distorcimento della realtà e il sorgere di
incomprensioni, persino tra noi
compaesani. Si dovrebbe lavorare
per un dialogo costruttivo e non
per l’infamia di una categoria.
Mi piacerebbe discutere con Lei
per chiarire concetti buttati lì con
superficialità e aggettivi d’effetto:
stalle enormi, modello padano,
ecc. Una dialettica tipica del giornalismo odierno, giornalismo
22
che spesso ha un significante che
spadroneggia sul significato; ed
è proprio qui che a mio parere si
perdono gli spunti e le possibilità
di confronto in un articolo come
il Suo.
Solo saltuariamente e di rado ho
aiutato mio padre nel suo lavoro,
ma posso dire di avere ben chiare
le dinamiche della zootecnia ed in
particolare della zootecnia nelle
Valli Giudicarie Esteriori.
Commenterò qualche passo
dell’articolo citandolo: “Quando
scollino il passo del Ballino due
cose mi colpiscono. Il cambiamento
del paesaggio, dove ora la Torbiera
di Fiavè si mostra in tutta la sua
bellezza, esaltata da una bella giornata di sole marzolino... e l’odore”.
[…]
La situazione odorifera da Lei
esposta è solamente in piccola
parte vera. Tante persone dalle
disparate provenienze sono state ospiti da me, anche i classici
cittadini che prima non avevano
mai visto una mucca e nessuno,
ma proprio nessuno, ha mai detto
che in questa zona ci sia un odore
di liquami costante, fastidioso o
insostenibile. In 365 giorni, forse
20 hanno davvero un sottofondo
odorifero sgradevole (parlo per il
Comune dove risiedo); 20 su 365,
faccia una proporzione, un rapporto, una percentuale, un grafico: la situazione è così traumatica
come traspare dalle sue righe? Da
diversi anni esiste una maggiore
attenzione nello spargimento da
parte degli allevatori e su questa
strada si deve continuare. […].
Inoltre consideri pure l’inverno
che è stato. Lei parla di marzo, ma
si rende conto che da novembre a
marzo compreso qui non abbiamo
visto terra? C’è stata tanta di quella
neve, che ha impedito gli spargimenti sia a fine autunno che in
marzo; e se qualche spargimento è
avvenuto sulla neve, certamente è
stata una scorrettezza, ma a parer
mio con il beneficio dell’emergenza. Insomma, si trattava di una situazione limite e Lei riporta un’eccezionalità come quotidianità.
“Il CIGE è un comitato di cittadini mosso dall’amore per la propria
valle...” Amore per la propria valle: già, ma i contadini amore per
la propria valle non ne hanno
proprio, vero? Si alzano da una
vita alle cinque di mattina, ma lo
fanno solo per se stessi vero? Non
perché hanno la pazienza, la forza,
la passione per compiere questo
lavoro senza giorni festivi; non per
la soddisfazione di coltivare prati e
terra, e poter guardare la valle vedendo i mutevoli colori dei propri
sforzi.
La valle poi è più diversificata di
quanto Lei voglia far apparire
(certamente c’è il mais che fa da
padrone, ma abbiamo anche verdure, tuberi, mele, uva e altri piccoli frutti). Ha mai ben osservato
per esempio la val di Non, qualche
zona della valle dell’Adige, o persino qualche valle altoatesina dedita
alla monocoltura dei vigneti o alla
monocoltura dei meleti?
Tengo a sottolineare nuovamente
che qualcosa si può e si deve cambiare, ma quello che Lei ha riportato nell’articolo è distorsione della
realtà. Se l’obiettivo di un articolo
come il Suo è far sì che critiche,
osservazioni e consigli vengano
ascoltati e presi in considerazione dagli agricoltori, in modo da
gettare le basi per un dialogo costruttivo, penso che innanzi tutto
si debba rendere giusto merito alle
persone che sono rimaste legate al
lavoro di questa terra; capire il perché e il come si è arrivati alla situazione odierna partendo dagli anni
‘60; rendersi conto della società in
cui viviamo e degli stili di vita che
teniamo. […] Ribadisco per l’ultima volta che nell’articolo ci sono
alcuni spunti importanti e che la
situazione agricola giudicariese
potrà voltare ancora in meglio se
si crederà in nuove metodologie
e si coinvolgeranno i giovani, ma
sono stufo di un’informazione
parziale e pressappochista. […]
Spero che abbia colto il significato positivo delle critiche da me
mosse e la voglia di mediare tra le
diverse posizioni.
Stefano Carloni, Fiavé
***
Gentile Stefano, risponderò alle sue
sollecitazioni punto per punto.
Sull’uso di aggettivi d’effetto: alcune
delle stalle presenti nelle Giudicarie
Esteriori sono effettivamente enormi (come vogliamo definire stalle
da 4-5-600 capi?) e il modello è
effettivamente padano (nelle stesse
ammissioni di chi lo pratica).
Sulla questione dell’odore e degli
spargimenti: quella dell’odore non
è stata certo la questione-chiave al
centro del mio articolo, mentre diverso è il discorso sugli spargimenti: per quanto eccezionale sia stato
l’inverno scorso, l’eccesso di deiezioni determina una situazione di
rischio ambientale da tempo (come
rilevato dalle analisi delle acque cui
ho fatto riferimento nell’articolo, risalenti al 2007).
Sulla questione dell’amore per la
luglio 2009
propria terra da parte degli allevatori giudicariesi: non è mai
stata messa in dubbio, ma i fatti
dimostrano che, nonostante questo
amore, il territorio è stato danneggiato dalle scelte fatte dagli allevatori, come ammesso anche da chi,
oggi, fra loro – e per fortuna – vuole cambiare direzione.
Sulla diversificazione dell’agricoltura e dell’economia delle Giudicarie
Esteriori: direi che sono i dati a
parlare, e ad evidenziare la predominanza di allevamento e coltura
del mais ad esso collegata. Credo che le indicazioni date non da
me, ma dal prof. Corti all’interno
dell’articolo siano corrette: meno
allevamenti e più estensivi, più turismo e un’agricoltura modello Val
di Gresta. Magari bio. Mi sembra
che la strada da fare sia molta, in
questa direzione.
Penso anche, per concludere, che
persone intelligenti come lei siano
in grado di capire la necessità e
l’importanza di cambiare modello.
Che è poi quello che l’inchiesta voleva evidenziare.
M. N.
Comune unico di Ledro:
arriverà il commissario?
Quando circa vent’anni fa in
Valle di Ledro iniziò il percorso
per giungere al Comune unico,
si sapeva che le cose non sarebbero state semplici; ma mai si
sarebbe pensato di incontrare
l’ostacolo
dell’impugnazione
davanti alla Corte Costituzionale di una parte, sebben secondaria, della legge costitutiva del
Comune. Le difficoltà dovevano essere quelle di convincere
la popolazione della bontà del
QUESTOTRENTINO
progetto, non quelle cavillose
delle interpretazioni giuridiche da parte di istituzioni che,
a parole, dicono di tutelare le
autonomie locali e i loro percorsi di riforma all’insegna della
semplificazione e dei risparmi
di spesa, ma nei fatti agiscono
in senso contrario.
Questo è quello che ha fatto il
Governo Berlusconi impugnando la legge regionale n.1/2009.
Impugnazione che, se da un lato
non mette in discussione la nascita del Comune unico voluta
dai ledrensi con la maggioranza
del 74,39% al referendum del
30 novembre, dall’altro lascia
l’amaro in bocca e viva preoccupazione per le argomentazioni
speciose addotte.
Ciò che viene messo in discussione dal Governo è la gestione
provvisoria del nuovo Comune affidata dall’art. 6 della L.R.
n. 1 dd. 13.3.22009 agli organi dell’Unione per il periodo
gennaio-maggio 2010 e cioè
fino all’elezione degli organi del
nuovo Comune in concomitanza col rinnovo degli organi di
gran parte dei comuni trentini.
Scelta, questa, condivisa da tutti
gli enti (Regione, Provincia, Comuni ed Unione) partecipanti
alla complessa procedura istituzionale, tanto che il disegno
di legge è stato allegato alle delibere consiliari per la richiesta
di indizione del referendum in
modo da spiegare alla cittadinanza le modalità di gestione
del nuovo ente di cui si voleva
garantire la funzionalità fin dalla nascita.
Chi meglio degli organi
dell’Unione, composti da amministratori di tutta la valle, che
hanno lavorato per oltre un decennio al progetto, poteva rappresentarlo democraticamente
nella fase iniziale? Certo non
un commissario che, raggruppando in una sola persona tutti
i poteri, richiamava alla mente il
periodo dei podestà.
Ebbene, la soluzione che prospetta il governo è proprio la
nomina del commissario, limitandola, a quanto sembra e per
fortuna, alle sole funzioni che
riguardano i Sindaci quali ufficiali di governo, sia in materia
di ordine pubblico e sicurezza,
che di cittadinanza, stato civile,
anagrafe ed elettorale.
Sul piano giuridico la delibera afferma che le disposizioni
dell’art. 6 della legge regionale
eccedono la competenza dello Statuto di Autonomia, il cui
art. 54 , comma 5, attribuisce
alla Giunta Provinciale la nomina di commissari straordinari “quando le Amministrazioni
non siano in grado per qualsiasi
motivo di funzionare”, e sembra
non rispettare anche l’art. 83 del
D.P.Reg. 1.2.2005 n. 3/L sull’Ordinamento dei Comuni trentini
che, in caso di scioglimento e
sospensione dei consigli comunali, prevede sempre l’intervento della Giunta provinciale per
la nomina di un Commissario
che esercita le funzioni di sindaco, giunta e consiglio.
Riferimenti, questi, che non si
attagliano alla situazione della
Val di Ledro, dove non esistono
“Amministrazioni non in grado di funzionare”, né forme di
“scioglimento o sospensione dei
consigli comunali”, bensì esiste
la volontà popolare di sostituire a 6 Amministrazioni e a
6 consigli comunali un’unica
Amministrazione e un unico
consiglio.
Ai palazzi romani sembrerà impossibile, ma così è per volontà
popolare. Per questo la Regione
ha applicato per la prima volta
l’art. 7 comma 1 dello statuto di
autonomia il quale, in analogia
all’art. 133 comma 2 della Costituzione, recita che “con leggi della Regione, sentite le popolazioni
interessate, possono essere istituiti nuovi Comuni e modificate
le loro circoscrizioni e denominazioni” così come richiamato
anche dall’ art. 43 del D.P.Reg.
1.2.2005 n. 3/L sull’Ordinamento dei Comuni trentini . [...]
Ora si vedrà il da farsi. Certo
che dal punto di vista politico
pare appropriata la sintesi fatta
dal Presidente Dellai: “La nostra
scelta è stata ragionevole, la loro
decisione molto discutibile”.
Per questo auspichiamo che la
risposta politico-istituzionale
alla provocazione del governo
sia adeguata alla posta in gioco, quella di salvaguardare l’alto valore politico-istituzionale
della nascita del Comune di
Ledro dalla fusione di sei comuni. Caso unico in Trentino, ma
anche a livello nazionale. Un
obiettivo raggiunto attraverso
un percorso maturato e gestito
dal basso, a dimostrazione della
presenza di una classe amministratrice e di una cittadinanza in
grado di farsi carico del proprio
futuro e di proporre soluzioni
innovative al problema dell’eccessiva frammentazione delle
istituzioni locali. In altre parole di essere in grado, dal basso,
di proporre e realizzare quelle
riforme di semplificazione del
quadro istituzionale tanto sbandierate e pianificate nell’ultimo
23
lettere e interventi
decennio a livello provinciale
e nazionale, con scarsi risultati concreti.
Certi che la volontà popolare
verrà rispettata, l’Unione proseguirà sul cammino intrapreso per giungere entro fine
anno al nuovo statuto comunale, con la istituzione dei sei
Municipi grazie alla stesura
del regolamento per la elezione dei loro rappresentanti in
concomitanza con le elezioni
comunali. Il tutto nell’ambito
di un percorso partecipato
e condiviso. L’obiettivo è far
approvare questi due fondamentali documenti dagli organi provvisori del Comune
unico nei suoi primi mesi di
vita, in modo da garantire
regole precise di funzionamento e, ai Municipi, regole
di partecipazione alla vita
istituzionale.
Questo è un impegno politico, nel senso nobile del
termine, preso nei confronti
della popolazione e dev’essere rispettato, anche perché le
censure del governo - a mio
parere - limitandosi alle sole
funzioni statali degli enti
locali, non ne intaccano la
validità sostanziale. Se così
non fosse, saremo di fronte
ad un’aggressione inaudita
alla democrazia diretta dei
referendum consultivi previsti dalla Costituzione e dallo
Statuto d’Autonomia per la
nascita dei nuovi Comuni e
conseguentemente ad un attacco diretto alla nostra Autonomia.
In ogni modo serve una risposta adeguata e corale (Comuni, Unione dei Comuni,
Provincia e Regione) all’impugnativa del Governo, in
modo che l’esperienza della
Val di Ledro non resti un fatto
isolato, ma diventi un esempio virtuoso di democrazia
dal basso sull’ostico versante
delle riforme istituzionali.
Rolando Mora, consigliere
dell’Unione
24
Preti a Trento
Mi sento di mettere in guardia
i quattro novelli preti ordinati
recentemente in duomo dal
vescovo Bressan. Non tanto
dalle tribolazioni e difficoltà
che incontreranno nell’esercizio del ministero, ma
dall’ipocrisia che campeggia
sovrana anche nella Chiesa di
Trento e che ha impedito tra
l’altro l’ordinazione in diocesi
di don Christian Leonardelli, incardinato poi in quel di
Livorno. Ciò che gli alti papaveri ecclesiastici vogliono
veramente non è tanto di selezionare persone degne nelle
quali siano evidenti i segni di
una chiamata divina, ma piuttosto di arruolare personale
per perpetuare un controllo
sociale finalizzato all’esercizio di un potere più politico
che spirituale. Soggetti con
un pensiero critico non sono
adatti a questo progetto. Occorrono persone sottomesse e
psicologicamente castrate per
comporre
quell’immagine
del ministero perseguita dai
suddetti “superiori”, che corrisponda adeguatamente al
progetto di marketing ecclesiastico attualmente in auge.
Traggo queste considerazioni anche dalla mia personale
esperienza: siamo vasi d’argilla cotta trasportati assieme a
vasi di ferro, diceva San Paolo. Ed è vero, ma nel caso la
vocazione si rompa non trovi
più nessuno tra i tuoi vecchi
amici, che prima si sperticavano a dimostrarti affetto,
che poi si degni anche solo di
aiutarti a raccogliere i cocci.
Sarebbe già tanto che il vescovo ti concedesse udienza, ma
poi, chissà come, ha sempre
qualche altro impegno.
Franco Zadra
Osservazioni di un
autotrasportatore
In conseguenza dell’aumento spropositato dei costi di
gestione e della concorrenza
degli autotrasportatori provenienti dai Paesi dell’Est
europeo, con le loro diverse
regolamentazioni fiscali e
previdenziali (molto meno
gravose delle nostre) noi non
siamo in grado di sopravvivere. Se vogliamo salvare le nostre aziende dobbiamo come
minimo avere dallo Stato la
possibilità di operare con
costi agevolati per sostenere
l’azienda e creare una giusta
economia nazionale.
Per realizzare questi obiettivi
abbiamo bisogno di ottenere
alcuni punti indispensabili,
con delle modifiche al sistema dell’autotrasporto:
- Riduzione del costo del gasolio per trazione (vedi altre
categorie già agevolate);
- Riduzione dei pedaggi autostradali in Italia e nella
Comunità europea (vedi rimborso);
- Tariffe chilometriche minime garantite, per eliminare la
concorrenza sleale;
- Per rafforzare la sicurezza
occorre modificare l’orario
di guida, considerando che
il fattore umano riveste un
ruolo sempre più importante
nella prevenzione degli incidenti. Per ottenere tutto ciò
l’autista non può prendere ordini di pausa o riposo quando lo stabilisce un semplice
dispositivo elettronico, che
scatta in qualsiasi momento
o punto della strada, ovunque
l’automezzo si trovi. L’autista
è obbligato a fermarsi per la
pausa nelle apposite piazzole
lungo l’autostrada o nelle aree
di servizio e riposare dentro
la cabina del camion sotto
il sole estivo, come fosse zavorra, spesso senza servizi
igienici. Per non parlare del
disservizio che conseguentemente si crea nella consegna
della merce, spesso deperibile. Un esempio: a volta succede che il tachigrafo segnali il
momento di fermarsi per la
pausa quando l’autista si trova
a un’ora di guida dalla propria
abitazione, precludendo la
possibilità di un riposo sicuro nel proprio letto e accanto
alla propria famiglia. Non sarebbe meglio individuare un
certo numero di ore di riposo
da svolgersi durante la notte, avendo così una qualità
di riposo migliore? A nostro
avviso questo sistema garantisce non solo riposo sicuro,
ma anche massima sicurezza
sulla strada e non di meno
puntualità nel servizio.
Siamo sicuri che queste piccole ma importanti precisazioni
saranno recepite in maniera
positiva da chi dovrà trarne le
dovute conclusioni.
Iginio Pedrotti, Autotrasporti
Garda Frigo s.r.l.
luglio 2009
Scientology
e la psichiatria
Mentre il Pubblico Ministero
chiede al tribunale correzionale di Parigi di condannare
l’Association Spirituelle de
l’Eglise de Scientologie e la
sua Libreria Parigina, a due
milioni di multa e alla dissoluzione di ambedue le società,
si svolgeva dal 4 al 14 giugno
in Regione una mostra multimediale intitolata “Psichiatria, un viaggio senza ritorno”
organizzata da un “Comitato dei Cittadini per i Diritti
Umani” (CCDU).
Qualcuno non ancora edotto sulla vera natura di questo Comitato che si propone
di denunciare i crimini della
psichiatria si chiederà cosa
c’entra. C’entra eccome! Il
CCDU è una Onlus fondata
dalla Chiesa di Scientology, una setta potente quanto
pericolosa creata negli Stati
Uniti negli anni ’50 che si è
sviluppata in tutto il mondo
attraverso diverse organizzazioni satelliti quali il CCDU.
Le sue pratiche sono state
oggetto di molte controversie
e procedure giudiziarie. Già
negli anni ‘60, la Camera dei
Comuni britannica pubblicò
un rapporto nel quale criticava i metodi psicoterapeutici
di Scientology, considerandoli nocivi. Negli anni ’70,
Scientology varò l’operazione
Snow White per fare sparire
fascicoli sfavorevoli a Scientology e al suo fondatore L.
Ron Hubbard. Quel progetto
comprendeva una serie di infiltrazioni e furti di documenti in 136 organismi in più di
30 paesi, ambasciate, consolati nonché organismi privati,
tutti critici nei confronti di
Scientology. Undici dirigenti
furono condannati a pene detentive per ostruzionismo alla
giustizia, scassi in uffici del
governo e furti di documenti.
In quell’occasione, l’FBI scoprì che la Chiesa stava costi-
QUESTOTRENTINO
tuendo pratiche contro i suoi
nemici potenziali per neutralizzarli. Nel ’78, tre dirigenti
della sede parigina, tra cui lo
stesso Hubbard furono accusati di truffa dal Tribunale di
Parigi. Nel ‘97 un rapporto
della Camera dei Rappresentanti Belgi la considerò facente parte dei movimenti settari
nocivi. Nel 1999, un rapporto
della MILS (Mission Interministerielle pour la Lutte
contre les Sectes) la classificò
come ‘setta’ e ne raccomandò
la dissoluzione.
Questo è solo qualche esempio degli scandali che Scientology ha provocato. Come
tutte le sette, si tratta di un’organizzazione il cui scopo è
l’arricchimento economico,
speculando sulla fragilità di
certe persone col pretesto di
aiutarle. Come Chiesa pretendono di avere inventato
un apparecchio, l’elettrometro, capace di misurare lo stato spirituale di una persona:
un metodo ben poco scientifico per un’organizzazione
chiamata Scientology. Ma
tutto questo affare frutta molto denaro. Le formazioni e i
trattamenti costano migliaia
di euro e tante persone sono
state rovinate, il che del resto è l’oggetto del processo in
corso a Parigi.
L’isolamento è una delle tecniche utilizzate per evitare
che parenti o amici possano
soccorrere chi è caduto sotto
l’influenza della setta. Contro
i detrattori, utilizzano la diffamazione.
Spesso, i nomi scelti dall’organizzazione assomigliano a
quelli di organismi pubblici o
privati, un equivoco he aiuta
a spacciare le organizzazioni
scientologiche come fossero
servizi ufficiali o organizzazioni già note. Le loro attività
fanno da cavallo di Troia per
reclutare nuovi adepti che si
coinvolgono in varie attività o
a favore di cause quali la lotta
contro la droga o
contro i crimini
della psichiatria,
non esplicitando
chiaramente
i
legami di questi
organismi con
Scientology. Il
Comitato
dei
Cittadini per i
Diritti Umani
è uno di questi
organismi insospettabili.
Arriviamo a questa “mostra multimediale”. Sono
stati presentati
una serie di film contro la
psichiatria. Sono andato a
vedere questa mostra senza
sospettare che una manifestazione ospitata dalla Regione
con la collaborazione di una
Onlus chiamata “Trentinosolidale” che chiede donazioni
su un conto della Banca Popolare Etica potesse essere
stata promossa da un’organizzazione (la CCDU) satellite di
Scientology.
La mostra mi ha insegnato
qualcosa, non sulla psichiatria
o la psicologia, bensì sui metodi di manipolazione mentale. I filmini non lasciavano
il tempo della riflessione. Era
un continuo zapping su immagini scioccanti, falsità,
caricature, pressappochismi,
equivoci in cui la psicologia
è confusa con la psichiatria,
in cui Philippe Pinel, psichiatra francese del ‘700 (il primo medico che si propose di
curare i dementi abituandoli
ad un’attività) diventa un flagellatore di malati, in cui gli
psichiatri diventano responsabili del razzismo, abusano
sessualmente dei pazienti,
sono all’origine di attentati
suicidi tra cui quelli dell’11
settembre, passano il tempo a
fare elettroshock e lobotomie
attraverso la cavità oculare! E
questo è solo un campione di
quella valanga di immagini.
Sono esempi delle assurdità
scandalose alle quali erano
sottoposti i visitatori, sbigottiti, volutamente resi sbalorditi
dalla violenza delle immagini
destinate non a far riflettere,
ma a far reagire emotivamente, lasciando nomi e cognomi in una petizione contro
la psichiatria. Il ritmo stesso,
vertiginoso, delle immagini
non lasciava spazio allo spirito critico.
Dopo avere ottenuto la Sala
di Rappresentanza della Regione, Scientology ha ingannevolmente presentato la sua
iniziativa come “patrocinata”
dall’Ente pubblico, utilizzando lo stemma della Regione
sui suoi volantini. Tanto che
la Regione ha pubblicato un
comunicato nel quale si dichiara che “non è stato concesso nessun tipo di patrocinio, né
morale né finanziario, all’iniziativa”. Lo stemma è stato
ritirato dai volantini ma tanti
erano già stati distribuiti creando confusione.
Questo è un ennesimo esempio dei metodi di Scientology.
Il rischio rimane di non vedere cosa si nasconde dietro
certe organizzazioni Onlus
e certe iniziative apparentemente piene di buone intenzioni ma estremamente pericolose per la nostra società.
Dott. Thierry Bonfanti
25
p i ep si e
s es s e
sfogliando s’impara
Tòs
Il Pdl? Cosa Sua è!
È
del Pdl (area Forza Italia), eppure mi è quasi simpatico. Pacato, discorsivo, mai arrogante, non sembra un
marziano come tanta parte del personale politico salito
sul carro di Berlusconi. In realtà il senatore Giacomo Santini
ha tutto del democristiano di vecchio stampo, ivi comprese
alcune qualità, come un certo rispetto per le regole, a cominciare da quelle che dovrebbero ispirare la vita interna di un
partito. E così, in un suo intervento comparso sull’Adige del
25 giugno, preoccupato per l’immobilismo che caratterizza
il Pdl trentino, ha auspicato che la scelta del coordinatore
provinciale venga fatta democraticamente e in tempi brevi
dai trentini stessi e non avvenga per nomina romana come
pare che sia nell’aria. Del resto, Forza Italia trentina si era
dimostrata all’avanguardia: siamo stati i primi – ricorda Santini – a eleggere in un congresso il coordinatore provinciale:
“Non avevamo chiesto il permesso a nessuno... e poi molti altri
ci hanno seguito. Noi abbiamo superato già anni fa l’organizzazione aziendalistica del partito per cui è Roma che nomina
il coordinatore regionale e poi quello provinciale... E ora non
vogliamo tornare indietro”.
L’incarico, provvisoriamente, è ricoperto attualmente da Maurizio Del Tenno, che è anche deputato, nonché
assessore e coordinatore del Pdl a Sondrio, oltre che imprenditore. Troppa roba. Sicché, dice Santini, “a Trento lo
vediamo poche volte. È vero che lui si muove in elicottero,
però ... non può essere dappertutto”. Con tanti impegni da
onorare, pare che abbia delegato qualche incombenza
al capogruppo in Provincia
Walter Viola, ma non si è risolto nulla: “Viola aspira a
fare il coordinatore, ma al momento non mi pare che si sia
sentito responsabilizzato, visto
che in sede non si vede mai”. E
ancora non basta: “La sede del
partito sarebbe ormai chiusa,
26
se non fosse per due-tre volontari che si preoccupano, pur
senza avere gratificazioni”.
Del Tenno gli risponde l’indomani, piuttosto seccamente. I suoi “mal di pancia” sarebbero dovuti “alla delusione
per la mancata nomina a coordinatore regionale”.
Quanto alla richiesta di una scelta democratica in sede
locale, Del Tenno non è interessato a discutere la questione, non sembra neppure comprendere quell’esigenza e se
la sbriga confermando burocraticamente che la nomina del
coordinatore provinciale del Pdl trentino “avverrà secondo
le stesse modalità con cui sono stati scelti i coordinatori di
altre province”, e cioè da Roma, o da Arcore che sia.
E per quanto riguarda la sua presunta latitanza: “E’ vero
che il sen. Santini non mi vede da tre settimane, ma ciò accade semplicemente perché non mi è utile incontrarlo”. Del
Tenno ha privilegiato “gli incontri sul territorio”.
Il giorno successivo c’è la replica di Santini, insolitamente dura: “Il Trentino non è una colonia romana. Non abbiamo bisogno di proconsoli imposti dal centralismo autarchico del partito”. Sarebbe un’offesa a coloro “che da anni, in
condizioni sempre difficili, hanno garantito la presenza del
centro destra in questo avamposto rosso (sic!), immerso nel
verde-azzurro” del nord Italia”.
Il guaio – la frecciata è tutta per Del Tenno - è che “il
partito e il Parlamento sono farciti da titolari di pluricariche
di ogni genere. Fatti loro. La cosa riguarda la loro coscienza
ed il senso di rispetto che nutrono per
le persone” –, mentre lui no, non ha
nessuna aspirazione a ricoprire incarichi di partito: “Non li ho mai voluti
né mai li accetterò”.
A questo punto, è ovvia, e sincera,
la nostra solidarietà al sen. Santini.
Magari un po’ pelosa, non lo nego.
Il sen. Giacomo Santini
luglio 2009
piesse
Il fumo
e l’arrosto
gastronomia e affini
Antico Pozzo: suff.
Adelio Vecchini
L’Antico Pozzo un seìno se lo porta a casa,
va bene. Però è una di quelle sufficienze che
a scuola lasciano l’insegnante scontento
perché il ragazzetto con gli occhiali, seduto
in prima fila, sembrava promettere di più.
Ricavato negli antichi spazi dei magazzini
Nicolodi, il ristorante appare più di quanto
sia. L’ambiente è suggestivo, i soffitti
sono alti e a volta e i pavimenti in elegante
travertino. All’esterno sono sistemati alcuni
tavoli ben distanziati e apparecchiati con
gusto sobrio. Stando al look, a questo desco
ci si siede con convinzione, forse ancor più
incoraggiati dallo scoprire che le redini della
struttura sono in mano a due giovani under
35. Brandendo il menù si ha l’impressione
che l’intento dei gestori sia quello di
collocare il locale in fascia medio alta (anche
di prezzi: se prendi tutto, in 50 euro fai
fatica a starci): ostriche, qualche crostaceo
crudo, tartare... Ricette non innovative ma
con le quali i distratti trentini non hanno
confidenza o, meglio ancora, hanno quel
tanto di conoscenza per averle sentite
nominare che subito si sentono appagati,
compiaciuti nel semplice gesto d’ordinare:
“Oste, fragole e champagne!” Ma è a questo
punto che il pallone si sgonfia. I piatti
veicolano infatti sapori un po’ banali e dai
contrasti scialbi. Consistenze e preparazioni
corrette, incapaci però di stupire: la tartare
d’ombrina è leggermente grassa, l’insalata
di polipo è tanto slegata da sembrare
due piatti (“l’insalata” e “il polipo”) e gli
spaghetti pomodorini e vongole veraci
hanno un sentore che porta a sospettare
che l’aglio sia rimasto nel tegame troppo
a lungo. Ci si alza quindi un po’ delusi,
non tanto da bocciare, ma abbastanza da
prendersi l’appunto di suggerirgli, il giorno
delle udienze, di applicarsi di più.
[email protected]
Ristorante Antico Pozzo
Trento - via Manci, 45
Tel. 0461 263657
Chiuso il martedì sera
QUESTOTRENTINO
Cime Tempestose
Mattia Maistri
Rottamazione d’ufficio
Un sessantenne di Civezzano è stato trovato
completamente ubriaco per la quarta volta al
volante della sua ventennale Golf. Naturalmente il mezzo gli è stato confiscato, ma siccome allo Stato la messa all’asta costerebbe più
del ricavo dalla vendita, si è deciso di mandare
l’automobile direttamente in demolizione. Perché non mutuare lo stesso sistema anche tra i
“rottamandi” politici? La lista è lunga: Tarolli,
Andreotti, Boso, Boato…
La morale della favola (calcistica)
Dopo la retrocessione del Trento nel campionato di calcio di Eccellenza, i tifosi del
club gialloblù hanno minacciato di denunciare la società per danni morali. D’altra
parte finire a giocare in campionato con
Rotaliana, Fersina, Mori è davvero immorale per la squadra del capoluogo. Così
come fare certe denunce.
AAA territorio svendesi
Tra un anno e mezzo sorgerà a Mori il più
grande centro commerciale della regione,
su un territorio di 36.000 metri quadri.
Negozi, cinema, una pista di go-kart, un
grande mega-store e pure una piazza “coperta” in un’opera mastodontica. Per un
ritorno sul territorio di ben 300 posti di
lavoro. Ma quanti se ne perderanno contemporaneamente nella piccola distribuzione non più concorrenziale? Dettagli.
Come sempre.
L’analisi degli esperti
Anche il mercato del vino comincia a sentire gli effetti della crisi. A quali grandi riflessioni può aver portato questo momento difficile? Forse che immaginare di aumentare
di anno in anno le vendite è poco sensato
visto che a un certo punto, fisiologicamente, il numero di acquirenti si stabilizza o diminuisce? Forse che puntare esclusivamente sul vino potrebbe mettere a repentaglio
la vita di un territorio, come si fece anni
fa con la monocoltura della mela in Valle
dell’Adige? No, riflessioni troppo complesse. Meglio cercare il capro espiatorio. Lo
si sente ripetere in Piana Rotaliana da un
certo periodo: “La crisi del mercato del vino
dipende dai troppi alcol-test presenti in provincia”. Ah, ecco…
Allarmi, allarmi siam leghisti
Alessandro Savoi, capogruppo della Lega in
Consiglio Provinciale, ha minacciato di denunciare il consigliere del Pd Mattia Civico
per “procurato allarme”, poiché avrebbe diffuso la notizia dell’esplosione di colpi di pistola
verso alcuni caravan di nomadi, rivelatisi poi
semplici petardi lanciati da uno squilibrato.
Singolare che sia proprio la Lega a denunciare
il procurato allarme, visto che è da anni che semina timori e paure senza alcun fondamento.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.
Logica stringente
La consigliera leghista di Trento, Bruna
Giuliani, ha rimproverato il presidente delle
Acli trentine, Arrigo Dalfovo, per aver duramente criticato lo slogan del suo partito
“Trento cristiana, mai musulmana”. Il comunicato stampa della leghista infila una perla
dietro l’altra. Oltre a fare la barba alla grammatica italiana scrivendo che “la Lega continua a crescere i consensi” (ohibò, che siano
forse polli all’ingrasso da ingozzare, questi
consensi?), prende a calci la logica: provoca
Dal Fovo dicendogli che da buon cristiano
dovrebbe dare il buon esempio e ospitare
in casa sua gli immigrati clandestini. Ma se
un buon cristiano ha il dovere di accogliere
gli stranieri a casa, la Lega (che è un partito
cristianissimo) non dovrebbe fare altrettanto? Chissà se la consigliera Giuliani voleva
comunicarci l’intenzione, molto cristiana
secondo quanto scritto, di aprire le porte del
suo bed&breakfast agli immigrati. Probabilmente non l’ha capito nemmeno lei.
Call center per fedeli
Mentre il Papa richiama i fedeli al sacramento della confessione, i confessionali italiani
sembrano restare semideserti. Padre Enzo
Redolfi del convento di Santa Caterina di
Rovereto, tuttavia, intervistato da l’Adige ha
dichiarato che nonostante tutto il confessore resta sempre un punto di riferimento:
“Ci sono le mogli che chiedono come possono
conquistare il marito; ci sono impiegati che,
di fronte a certi comportamenti del datore di
lavoro, vogliono sapere se debbano tacere o
reagire; c’è anche chi chiede consigli sui candidati da votare”. Più che un confessionale,
un call center. A quando le indicazioni sulle
pizzeria aperte in città?
27
piesse
Io tinta di aria
Tersite Rossi
Realiti Sciò
I lettori di QT ricorderanno il reality show
trentino, voluto dall’Assessore Panizza,
familiarmente conosciuto come “La
Vacàda”. Nel mese di giugno altri quattro
protagonisti sono entrati in gioco, tra i
quali un noto personaggio politico:
Nadia Ioriatti
La livella
F
ino agli anni ‘70 in pubblico le donne portavano il lutto stretto con calze
velate e abiti neri. L’uomo un bottone di raso nero all’occhiello. Il periodo
variava col grado di parentela della persona scomparsa. Un anno per un
genitore, molto più per figli o coniuge. Senza le esagerazioni tipiche di altre realtà,
il lutto lo portavano tutti. Ricchi e poveri, religiosi e non. Riuniti dalla poesia di
Totò: “A morte ‘o ssaje ched’è?...è una livella”.
C’era la figura della vedova in gramaglie rimasta con figli piccoli da allevare e
che aveva la solidarietà di tutto il vicinato. E quella della vedova allegra sulla quale
si levavano le chiacchiere. Il patimento del vedovo dicevano invece fosse breve e paragonabile a quella specie di scossa che si prende sbattendo il gomito… Fa male sì,
ma passa in fretta! A noi bambini veniva insegnato a portare rispetto alle persone in
lutto col divieto di fare schiamazzi in loro presenza. Nelle case vicine si abbassavano
volume delle radio e toni della voce. La morte faceva parte della vita e avveniva fra
le pareti domestiche, quale elemento previsto anche se doloroso. L’ospedalizzazione
estrema ha invece espulso la morte dalle case, occultandola alla visibilità sociale.
Nella mia infanzia ricordo senza traumi un cuginetto, morto dopo pochi giorni
di vita, vestito di bianco come fosse per una festa. Quando gli adulti non guardavano, noialtri cuginetti lo si toccava, dapprima incuriositi come da un gioco nuovo,
per poi tenerlo in braccio come una bambola.
Quando morì il nonno più caro, ero adolescente e lì capii cosa vuol dire non
esserci più. La morte di mio padre invece fa sempre male a pensarci. Avrei, come ha
scritto Auden, spento le stelle, imballato la luna e smontato il sole… Manifestando
così al mondo tutto il mio dolore. Non avrei invece impedito ai miei figli allora piccoli, 8 e 3 anni, di vedere il nonno morto. Si evita il più a lungo possibile per tenerli
lontani da quel dolore, non dando però loro modo di farne esperienza.
La società iperattiva non dà il tempo di chiudersi in lutto, sembra non sia opportuno esibirlo e dopo tre giorni si riprende il lavoro. Terapia d’urto dove solo i
forti sopravvivono! Cancellato l’unico segnale pubblico di riconoscimento, magari
si cammina vicini ma ignari del periodo funesto che sta attraversando quel signore
che si ferma a comprare il giornale. Chi portava una volta il lutto era autorizzato
a non aver voglia di parlare o sorridere. Non serviva nemmeno spiegare il perché.
Ci vorrà una legge per ripristinarlo, pur senza renderlo obbligatorio? Sarebbe un
dolore da riconoscere e rispettare.
Se ora fossi su facebook, sarebbe facile. Fonderei il gruppo “per tutti quelli che
vogliono indossare un fiocchetto nero quando han subito un lutto”. Così capiresti
al volo se la cassiera del supermercato non ha voglia di scherzare quel giorno. E se
quell’amico invece lo toglierà, vorrà dire che il peggio è passato e gli è tornata voglia
di sorridere.
28
Matteo, 29 anni: sociologo, laureatosi
con una tesi su “I riflessi sociali
dell’introduzione del gusto puffo
nelle gelaterie tra il 1998 e il 2001”.
Disoccupato per scelta, ha deciso di non
intraprendere nessun lavoro che non
corrisponda perfettamente al suo profilo
professionale. Meglio conosciuto come
“quel del spritz”, partecipa a “La Vacàda”
perché non sopporta più la madre che lo
costringe a pulire ogni settimana la sua
cameretta con “Swiffer il cattura-polvere”.
Francesca, 32 anni: insegnante precaria
di tedesco, è stata assunta part-time in
nero da un assessore della giunta Dellai
amante dei cappelli piumati per dargli
ripetizioni di lingua. A causa degli scarsi
risultati dell’allievo (dopo tre mesi di
lezioni coniugava ancora il verbo essere
come un alcolizzato: ich pin, du pez, er
lares…), è stata licenziata. Ha deciso di
partecipare a “La Vacàda” in alternativa
alla frequentazione del Punto d’incontro
di Don Dante Clauser.
Ion, 41 anni: camionista di origini
moldave, lavora e vive a Trento da alcuni
anni. Condivide con altri sei connazionali
il sottotetto di una mansarda affittato
da un’anziana trentina a 1.000 euro
al mese. Lavora in nero oltre l’orario
perché altrimenti “verrà cacciato a calci
in culo”. Ha deciso di partecipare a “La
Vacàda” perché da quando gli è scaduto il
permesso di soggiorno non si fida di quel
gruppo di ragazzi vestiti di verde che ogni
notte gironzola sotto casa.
Remo, 48 anni: svizzero di nascita, è
finito a lavorare in banca in val del Chiese.
Alla guida di un’orda di lanzichencchi, ha
messo a ferro e fuoco il congresso di un
partito sedicente di sinistra, diventandone
ben presto: segretario, lìder maximo,
assessore, vicesindaco, direttore
generale, custode del tesoro della Giovani
Querce e depositario del terzo segreto
di Fatima Berlinguer. Inspiegabilmente
scaricato dai suoi poco prima delle
elezioni provinciali, ha sofferto molto.
Ha deciso di partecipare a “La Vacàda”
perché l’ha scambiata per il congresso
fondativo di un nuovo partito.
luglio 2009
MONITOR
Selezione degli appuntamenti
e guida critica per le vostre serate estive
Calendario a cura di Carlo Dogheria.
Presentazioni di Alberto Brodesco,
Duccio Dogheria, Daniele Filosi, Tullio Garbari,
Luigi Ghezzi, Mario Panzeri, Ettore Paris,
Giorgia Sossass, Michele Sternini, Stefano Zanella
29
monitor luglio
sabato 4 luglio
Classica
Giuliano Carmignola
e i Sonatori della
Gioiosa Marca.
Per “I suoni delle Dolomiti”
Val di Fiemme, Parco di
Paneveggio, loc. Carigole,
ore 14.
Un grande violinista, maestro del
repertorio classico e una grande
orchestra barocca aprono il festival “Suoni delle Dolomiti” nella
“Foresta dei Violini” di Paneveggio, dove si riforniva di legno anche il grande Stradivari.
Anna Kravtchenko
(pianoforte)
Musiche di Mozart, Chopin,
Skrjabin, Prokof ’ev. Per “Pinè
Musica”.
Baselga di Pinè, Centro
Congressi Pinè 1000, ore 21.
Ricordiamo la pianista ucraina
a Trento in una spenta serata di
gennaio, quando aveva colpito
per distrazione e trascuratezza.
Ma è pur sempre un premio Bu-
soni, con una carriera invidiabile alle spalle. Apertura dei corsi
estivi dell’Accademia pianistica
di Imola, per appassionati.
Feste
“Tutta mia la città – il
1969”
Tre giorni di festa, musica e cultura.
Rovereto, Via Rialto, ore 1630-23.30. Fino a domenica 5.
Le memorie di 40 anni fa: l’uomo
sulla Luna, l’Autunno caldo, Jimi
Hendrix, Mal e tanto altro.
Jazz
Christian McBride
Quintet
Per “Garda Jazz”.
Torbole, Teatro Tenda, ore 21.30.
Musica
Anthony B. e Anansi &
the Buffalo Soldiers
in concerto. Per “Rafanass”.
Rovereto, Piazzale De
Gasperi, ore 19.
Anthony B. (Keith Blair)
Anthony B. (nome d’arte di Keith
Blair): la musica impegnata di
uno dei protagonisti mondiali del
reggae e della Dancehallreggae.
Seguace del rastafarianesimo,
notevole la sua “Fire 'pon' Rome”
contro lo strapotere ideologico
del Vaticano. Compositore e
musicista molto originale, un
po' meno preciso nel cantato.
“Combattività” è il termine che
meglio contraddistingue il suo
approccio musicale. Anansi &
the Buffalo Soldiers: Piccolo
gioiello trentino a strisce rosse,
gialle e verdi. Non solo reggae
come si può pensare di primo
30
Anna Kravtchenko
acchito, ma anche hip hop,
funky e qualche strizzatina
d'occhio agli anni ‘70. Reggae
pulito, di trasporto, incurante di
reinventare il Maestro perché,
sembra suggerirci la band, la
pace tra i popoli non ha bisogno
di innovazione, ma di essere
continuamente celebrata.
German Brass
in concerto.
Fiera di Primiero, Auditorium,
ore 21.
luglio 2009
Teatro e altro
“La notte bianca”
domenica 5 luglio
Jazz
Teatro di strada, musica e cibo.
Per “Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Centro storico e
Parco Tre Castagni, ore 18.
Per “Garda Jazz”.
Riva, Palacongressi, ore
21.30.
Teatro
Musica
“Sogni Segni”
Têtes de bois
Regia di Paul Magid. Per “Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Teatro Tenda, ore
21.15.
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fassa, Malga Bocche,
ore 14.
Professionisti della musica randagia, ancora freschi dal Tour “Ri-
“4 Play”
Richard Galliano
al nome dei Sepultura. Ecco
l'occasione di rivedere Max
Cavalera, uno dei fondatori
dei Sepultura che dal 1996
porta in giro questo suo nuovo
progetto. Max è anche definito
“The Bob Marley of Metal” per
il suo impegno spirituale su basi
salmodianti
incredibilmente
potenti. Blame: Un tentativo
apprezzabile per uscire dalle
acque stagnanti del metal. Non
trova un riscontro pieno nelle
esecuzioni la commistione di
generi che viene presentata
come caratteristica del gruppo,
ma i Blame dispongono di una
Vietato obbedire, si leggeva sui
muri nei dintorni del ‘68. E se
invece la disciplina, di fondo, ci
piacesse? È una riflessione su questo tema il buon film di Dennis
Gansel, ispirato ad alcuni esperimenti sull’obbedienza all’autorità
condotti negli ambiti accademici
della psicologia sociale.
Danza
“Milonga per strada”
a cura del CDM.
Rovereto, Piazza delle Erbe,
ore 20.30.
Giocoleria con i Flying Karamazov Brothers. Per “Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Parco Tre Castagni,
ore 23.55.
“Sui sentieri della
memoria – Le Dolomiti
raccontano”
di Maria Cristina Giambruno.
Cembra, Piazzetta Maffei, ore
11, 15 e 18. Replica domani,
ore 11..
Fra recitazione, video, musica,
scenografie, gli spettatori saranno accompagnati lungo un percorso che farà rivivere fiabe, antiche storie e leggende delle genti
di montagna.
“Concerto di tenebre”
Progetto per voce e live electronics di e con Valter Malosti, dai
racconti di E. A. Poe.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.30.
“Sacco e Vanzetti”
di M. Roli e L. Vincenzoni, con
il GAD Città di Trento. Regia di
Alberto Uez.
Cognola, Piazza Argentario,
ore 20.45.
La pièce rievoca il crimine giudiziario che nel 1927 porto sulla
sedia elettrica i due emigrati italiani.
QUESTOTRENTINO
ciclisti”, i Têtes de bois propongono visioni e storie liriche, spesso
ambientate in suggestivi scenari
francesi. Ci piace immaginarli
arrivare con il loro vecchio Fiat
615 NI fino in malga e suonarci il
loro ultimo album "Avanti pop",
animato principalmente da suggestioni e rivisitazioni di classici
italiani.
notevole precisione d'esecuzione,
caratteristica necessaria per i
gruppi che tentano di traghettare
il metal verso lidi sconosciuti
che non siano solo quelli del numetal.
Soulfly e Blame
“The wave – L’onda”
in concerto. Per “Rafanass”.
Rovereto, Piazzale De
Gasperi, ore 19.
Soulfly: Chi si ricorda i golden
years del metal, non può
avvertire un brivido di fronte
lunedì 6 luglio
Cinema
di Dennis Gansel, con Jurgen
Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.30.
martedì 7 luglio
Classica
Ludus Quartet e
Edoardo Bruni
(pianoforte)
Per “I suoni delle Dolomiti”
Cavalese, Auditorium
Micheletti, ore 21.
“Quartetto... più
piano”
Con il Ludus Quartet e Edoardo
Bruni. Musiche di Bach e Bruni.
Cavalese, Palacongressi, ore
21.
31
monitor luglio
Folk
Teatro
Marta Sebestyén
“Variabili pulsanti”
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fassa, Malga Peniola,
ore 14.
La regina del folk ungherese, una
delle punte della musica popolare
balcanica e della world music, con
un repertorio aperto a influenze
ebraiche, bulgare, slovacche. Obbligatorio per gli appassionati del
folk, forse noioso per gli altri.
Con Lella Costa e Piergiorgio
Odifreddi. Per “Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Parco Tre Castagni,
ore 21.15.
L'idea è quella di creare un dialogo tra scienza (Odifreddi), poesia (Costa) e musica (trio biro).
Odifreddi ha sempre qualcosa da
dire (forse troppo?) e Lella Costa
è una bravissima attrice. Resta
da verificare il funzionamento
del mix.
Ayarkhaan
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.30.
Ayarkhaan è un trio femminile
dalla lontana e fredda regione
della Yakutia, tra Russia e Mongolia, che canta accompagnandosi con il khomus, una sorta di
scacciapensieri.
“Stravaganze di un
abate libertino”
Con Gianni De Feo. Per “Le ville della vanità”.
Ravina, Villa Margon, ore
20.30 e 22. Domani si replica.
frontato, uno dei capolavori della letteratura italiana rovinato
spesso e volentieri nella memoria
collettiva dall'esperienza scolastica. E da riscoprire quindi dal
vivo.
mercoledì 8 luglio
Cabaret
Daniele Raco
Rovereto, Brione, Piazza della
Pace, ore 21.
Cabarettista savonese, lo si è visto a “Zelig”.
Cinema
“Yes Man”
di Peyton Reed, con Jim Carrey, Zooey Deschanel, Terence
Stamp.
Rovereto, Terrazze del Mart, ore
21.30.
Un uomo scopre quanto la sua
vita possa migliorare grazie al
semplice cambiamento di una
sua disposizione: dicendo sempre “sì” alle persone e al caso, Jim
Carrey si scopre più felice. Lo Yes
Man è la nuova incarnazione di
uno dei personaggi tradizionali
di Carrey, l'uomo che incontra il
misterioso / il soprannaturale e
cambia la sua esistenza. Per i fan
di Carrey le sue facce continuano
a essere uno spasso.
Classica
Ensemble Zandonai
“Rosso Malpelo”
Musica
Quartetto Calle
Cubana
Rovereto, Brione, Piazza della
Pace, ore 21.
Ritmi tipicamente latini interpretati con un sound decisamente moderno.
32
di Giovanni Verga, letto e interpretato da Francesco Accomando.
Argentario, Cava di Pila, ore
21.30.
Già intravisto a Trento al Centro Teatro, ritorna Francesco
Accomando, qui in una location
perfetta per il tema e il testo af-
Musiche di Bach, Beethoven,
Skrjabin, Prokof ’ev. Per “Pinè
Musica”.
Baselga di Pinè, Centro
Congressi Pinè 1000, ore 21.
“Quartetto... più
piano”
Con il Ludus Quartet e Edoardo
Bruni. Musiche di Bach e Bruni.
Dimaro, Teatro Comunale,
ore 21.
Folk
Hulan Ensemble
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Piazza Battisti, ore
21.30.
Quattro musiciste, una ballerina, una cantante e due contorsioniste portano a Trento la musica, la cultura, la spiritualità e le
tradizioni artistiche delle steppe
della Mongolia.
Incontri
“Pakistan: serata
interculturale”
Cibo, musica e poesia.
Rovereto, Piazza Damiano
Chiesa 8, ore 20.30.
Ad un momento conviviale si
aggiungerà la lettura di testi pakistani (in lingua originale e in
traduzione), accompagnata da
musiche tradizionali.
Musica & turismo
Trekking musicali
con Mario Brunello e Cesare
Maestri. Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val Rendena. L’iniziativa si
ripete ogni giorno fino all’11
luglio.
Straordinario
appuntamento
con il violoncellista Mario Brunello, ospite assiduo dei “Suoni
delle Dolomiti”, e l’alpinista Cesare Maestri: in quattro giorni di
trekking percorreranno i sentieri
delle Dolomiti di Brenta assieme
a un piccolo numero di escursionisti, fermandosi per eseguire
le sei Suites di Bach. Purtroppo,
iscrizioni chiuse.
giovedì 9 luglio
Cinema
“Giù al nord”
di Dany Boom, con Kad Mérad,
Dany Boon, Zoé Félix.
Trento, Museo Tridentino di
Scienze Naturali, ore 20.45
e 23.
Un impiegato di posta viene trasferito nel Nord della Francia,
luglio 2009
QUESTOTRENTINO
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QUESTOTRENTINO
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luglio 2009
dove la gente si comporta (e parla) in modo decisamente strano.
I doppiatori fanno i tripli salti
mortali per rendere in italiano
le sfumature dell'incomprensibile dialetto nordico, con risultati
apprezzabili. Film simpatico ma
meno divertente di quanto promette.
“Happy go Lucky –
La felicità porta
fortuna”
di Mike Leigh, con Sally
Hawkins, Alexis Zegerman, Eddie Marsan.
Avio, Viticoltori in Avio. Ore
20: visita della Cantina. Ore
21.30: film.
Michel Gondry è uno dei più im-
Folk
venerdì 10 luglio
Saba
Cinema
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Piazza Battisti, ore 21.30.
Saba è una musicista e attrice somala, costretta dalle vicissitudini
del suo paese ad emigrare in Italia. La sua musica è un canto di
nostalgia per l’Africa, che parla
di diaspora, di affetti, del nuovo
mondo dalle identità mescolate.
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Cavalese, Auditorium
Micheletti, ore 21.
Il pianista più istrionico e poliedrico d’Italia è ospite dell’Associazione Italiana Accordatori e
Riparatori di Pianoforti. Bollani
cavalca musica e umorismo realizzando famosi divertissements.
Ovviamente imperdibile. Ingresso gratuito su prenotazione
(0462 241111).
Rovereto, strade del
centro storico, ore 21. La
manifestazione si ripete
domani nel centro storico e
sabato 11 presso la Campana
dei Caduti.
Ensemble Zandonai
Musiche di Haydn, Mozart,
Boccherini. Per “Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Centro
Congressi Pinè 1000, ore 21.
QUESTOTRENTINO
Spettacolo itinerante di teatro,
musica, danza e arti visive al
quale partecipano oltre 200 artisti locali e internazionali. L’occasione è il Premio Internazionale
Città della Pace, che quest’anno è
stato assegnato alla comunità di
Acupe (Bahia, Brasile). La premiazione avverrà domenica 12,
alle ore 11, presso la Campana
dei Caduti.
Teatro
“Stravaganze di un
abate libertino”
Con Gianni De Feo. Per “Le ville della vanità”.
Villazzano, Villa De Mersi, ore
20.30 e 22. Domani si replica.
“Bouquet di Bach”
con il Trio Halogran.Musiche di
Bach, Kurtag, Smith, Bettinelli,
Jolivet.
Trento, Piazza Battisti, Spazio
Archeologico Sotterraneo del
Sas, ore 20.45.
Ivan Macrì (chitarra)
Per “Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Centro
Congressi Pinè 1000, ore 21.
Stefano Bollani
“Città invisibili”
Classica
di Isabel Coixet, con Ben Kingsley, Penelope Cruz, Dennis
Hopper.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.
Jazz
Teatro, Musica e Danza
portanti registi in circolazione.
Ci regala una storia divertente
e profonda. Protagonisti un paio
di balordi che lavorano in un noleggio di videocassette, sorpassati
dalla tecnologia e lasciati indietro dal successo. Un piccolo film
geniale, fatto di nostalgia analogica e amore per il cinema.
“Lezioni d’amore”
Classica
Folk
Zamballarana
Il titolo originale è “Elegy”. Non
è rispettoso del romanzo di Philip Roth da cui è tratto (Animale
morente) ma almeno non è repellente come quello italiano. La
storia è quella di un professore
universitario sui 60 che incontra
una giovane cubana. Entrambi
sono in cerca di eros e di passione.
“Bolt, un eroe a
quattro zampe”
film d’animazione di Byron Howard e Chris Williams.
Mattarello, Centro S. Vigilio,
ore 21.30.
Siamo capaci, oggidì, di distinguere tra realtà e reality? E se non
ne sono capaci gli esseri umani,
può riuscirci un cane? Bolt racconta la storia curiosa di un cane
superstar che crede di avere i suoi
superpoteri anche fuori dal set.
Ovviamente si sbaglia. Sarebbe
da vedere in 3D ma in Trentino,
ancora, non ci è concesso.
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Piazza Battisti, ore
21.30.
La tradizione musicale della
Corsica si fonda su melodie e ritmi mediterranei e polivocalità.
Zamballarana condisce con la
canzone d’autore la musica locale corsa, usando anche strumenti
tipici dell’isola.
Concerto Gospel e
Spiritual
col Coro Novo Spiritu.
Trento, Chiesa di S. Francesco
Saverio, ore 21.
Lirica
“La Bohème”
(selezione)
di Giacomo Puccini. Con l’Orchestra Rossini di Pesaro. Per
“Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Teatro Tenda, ore
21.15. Domani si replica.
PSA continua con il suo buon
proposito di far conoscere il repertorio operistico italiano anche
a chi non può o non sa spostarsi
verso palcoscenici lontani. In scena una versione “light” (con dei
tagli musicali e drammaturgici)
dell'opera pucciniana. Protagonisti dei giovani cantanti selezionati attraverso audizioni internazionali.
37
monitor luglio
Teatro
Classica
Folk
“Amare foglie”
Mario Brunello
(violoncello)
“Carovana Now”
A cura di Teatrincorso e Ars
Group. Per “La memoria dei
luoghi”
Rovereto, Manifattura
Tabacchi, ore 21.
Da vedere non foss'altro per ammirare a un anno da Manifesta
7 la straordinaria struttura di
Borgo Sacco. La gloriosa Manifattura tabacchi di Rovereto rivivrà nel teatro di Elena Marino,
che questa volta si cimenta con la
memoria delle lavoratrici di tabacco (le zigherane cui è dedicata
anche una statua votiva all'interno della Manifattura).
sabato 11 luglio
Cabaret
I Papu
Trento, Giardino S. Chiara, ore
21.30
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val Rendena, Rifugio Casinei,
Prà del Mandron, ore 14.
Sergio Camelia
(chitarra)
Per “Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Antica Pieve,
ore 11.
Lirica
Concerto
del Laboratorio Lirico. Per “Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Piazza Municipio,
ore 18.
Con la Nomadic Orchestra of
the World e Nuove Tribù Zulu
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Piazza Battisti, ore
21.30.
“Carovana Now” è un progetto
nato dall’incontro tra musicisti
italiani e indiani. Gli strumenti
moderni italiani si intrecciano
con gli strumenti tradizionali
indiani, con la danza sinuosa, e
alle sonorità folk-rock balcaniche delle Nuove Tribù Zulu. Uno
spettacolo dedicato al nomadismo in tutte le sue forme.
Rock
The Bugs
in concerto.
Ravina, Cortile della
Circoscrizione, ore 21.
Rock
“Open hands”
Festival di gruppi metal underground.
Rovereto, Piazzale Degasperi,
ore 21.
lunedì 13 luglio
Teatro
“Valzer con Bashir”
“Sui sentieri della
memoria – Le Dolomiti
raccontano”
di Maria Cristina Giambruno.
Tesero, Centro Storico, ore 20
e 21.30. Replica domani, ore
20 e 21.30.
Vedi presentazione al 4 luglio.
Cinema
di Ari Folman, con Ari Folman,
Mickey Leon, Ori Sivan.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.30.
Un cineasta è soldato a Sabra e
Chatila, ma perde la memoria.
Per ritrovarla realizza un documentario animato. Un saggio
sulla Storia, un film di guerra,
una pellicola d’animazione, una
riflessione sul documentario e
sul suo stesso farsi, una denuncia
dell’indifferenza che coinvolge il
nostro sguardo e le nostre azioni.
Importantissimo.
Folk
Eva Quartet
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.30.
Quattro cantanti, rigorosamente
selezionate all’interno del celebre
coro femminile “Le Mystère des
Voix Bulgares”, propongono uno
stile di canto dall’eccellenza tecnica e un repertorio basato sulla
tradizione bulgara, ma anche sui
canti sacri e sulla musica colta
contemporanea.
Goran BregoviC
in concerto.
Rovereto, Piazzale ex Bimac,
ore 21.
La musica di Bregovič (Sarajevo,
1950) deriva da temi zigani e
slavi ed è il risultato della fusione
della tradizionale musica polifonica popolare dei Balcani con il
tango e le bande di ottoni. È di-
domenica 12 luglio
Classica
Dante Vannelli
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Castello di Fiemme, Doss
Zélor, ore 11.
Andrea Appi e Ramiro Besa, cioè
I Papu, si esibiscono da anni in
tv locali venete (che si seguono
anche da noi); quando sono in
forma, merita seguirli.
38
Trio dell’Accademia
Musiche di Haydn e Mendelssohn. Per “Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Centro
Congressi Pinè 1000, ore 21.
Goran Bregovic
luglio 2009
Mostre d’estate
“Egitto mai visto”
“Immaginare New York”
La mostra estiva del Castello del Buonconsiglio è dedicata
all’Egitto (fino all’8 novembre). “Mai visto”, specifica il
sottotitolo, perché si tratta di due distinte collezioni fino ad ora
mai esposte al pubblico. La prima proviene dal Museo Egizio di
Torino, ovvero la più ricca raccolta al mondo di reperti egizi dopo
quella del Museo del Cairo. Sono reperti provenienti dall’area
archeologica di Assiut, uno dei principali centri dell’Egitto a
cavallo tra III e II millenio a.C., manufatti recuperati nel corso
di una campagna promossa a inizio Novecento dallo stesso
Museo Egizio. L’altra collezione proviene dalle stesse collezioni
del Buonconsiglio: donata al Municipio di Trento nel 1858
dall’ufficiale asburgico Taddeo de Tonelli, documenta più che
uno specifico sito archeologico il gusto orientalista del tempo,
la passione antiquaria per una civiltà misteriosa che lentamente
stava venendo alla luce.
L’insieme dei materiali esposti nel percorso racconta innanzitutto
la vita quotidiana dagli oggetti che rimandano alla cura del
corpo, ai recipienti per cibi e bevande, dalle forme per la cottura
del pane agli archi, fino ai bastoni da passeggio. Il nucleo più
consistente, e certamente per il visitatore più denso di fascino
ed emozioni, è però quello legato alla sfera magico-religiosa.
Si tratta di oggetti in legno per lo più policromo: maschere di
mummie, sarcofagi, steli funerarie percorse da geroglifici e
numerose statuine, molte delle quali raffiguranti scene di lavoro
nei campi.
Dalle civiltà dell’antichità
a quelle della
contemporaneità. Al Mart,
l’11 luglio, apre i battenti
“Immaginare New York.
Opere dal MoMa”, a cura di
Sarah Hermanson Meister.
La storia della Grande Mela,
dall’inizio del Novecento
ad oggi, è ripercorsa
attraverso il prezioso
materiale fotografico
appartenente al MoMa di
New York; un’istituzione
museale che, fin dalla sua
fondazione nel 1929, ha
compreso l’importanza
documentaristica quanto
artistica della fotografia,
dedicando ad essa, fin
dal 1940, un apposito
Dipartimento.
Il percorso, che ripercorre
Alfred Stieglitz, City of Ambition (1910)
al contempo la storia della
fotografia e il tumultuoso
evolversi del paesaggio urbano, parte da “City of Ambition”(1910)
di Alfred Stieglitz, fotografo, scrittore e fondatore -nel 1903- della
celebre rivista “Camera Work”. Tra gli altri importanti fotografi
testimoniati nel percorso segnaliamo per lo meno Ralph Steiner,
Henri Cartier Bresson, Richard Avedon e, per quanto riguarda le
nuove generazioni, Cindy Sherman e Thomas Struth.
Restiamo al Mart per citare due mostre da tempo in corso e delle
quali ci siamo già occupati nei numeri scorsi: “La Guerra Fredda –
Cold War. Arte e design
in un mondo diviso”
(fino al 26 luglio) e
“Italia contemporanea.
Officina S. Lorenzo”
(fino al 27 settembre).
Ricordiamo infine la
mostra “L’uomo del
Concilio. Il cardinale
Giovanni Morone tra
Roma e Trento nell’età
di Michelangelo”,
iniziata nell’aprile
scorso presso il Museo
Diocesano di Trento e
che si concluderà il 26
luglio.
Duccio Dogheria
.
QUESTOTRENTINO
39
Mostre d’estate
Mirta Carroli
Arte Sella
Ci sono serenità e forza nelle sculture che Mirta Carroli espone
per l’annuale appuntamento di Castel Pergine (fino all’8
novembre). La forza deriva dall’uso del ferro, tagliato, saldato,
lasciato arrugginire all’aria, non al modo di un fabbro che lo
batte e lo modella, ma conservando il suo aspetto di prodotto
di fonderia e facendolo incontrare con l’idea di una forma. Così,
nella rinuncia al corpo a corpo con la materia, è appunto la
serenità di un’invenzione formale a guadagnarci, dove segno e
disegno vengono in primo piano, l’ immaginario percorre la via
di evocazioni mitiche e arcaiche (le ruote di un carro “divino”, la
“Nike”), e anche quando attinge alla cultura materiale contadina
(come lo scheletro di una grossa ruota di macina, o degli erpici)
se ne serve senza tentazioni nostalgiche, inserendola in una
propria astrazione fantastica. Talvolta si lascia toccare dallo
spirito dei luoghi (e allora inventa un’araldica di torri-totem),
oppure lavora per togliere anziché aggiungere, e crea un traforo
in cui viene ancora più esaltata la propensione, presente in tutte
le opere, a coinvolgere il vuoto, a lavorare sullo spazio invece
che sulla massa e sul volume. Alla fine, è questo che resta, la
leggerezza di un’ispirazione mitica nel taglio semplice e crudo
della materia.
Stefano Zanella
Arte Sella, manifestazione di arte con e nella natura nata del
1986, divenuta senza protervia una realtà di sicuro prestigio
internazionale, si arricchisce anche quest’anno di nuove opere
all’aperto che verranno presentate al pubblico il 13 settembre.
Nel frattempo, durante l’estate, propone un ricco programma
di iniziative. Al momento in cui scriviamo è in corso la mostra
personale dell’artista messicana Jolanda Gutierrez (Borgo, Spazi
Livio Rossi, fino al 30 settembre), che usa materiali naturali
in una ricerca che evoca antiche pratiche e miti della cultura
del suo popolo prima della conquista europea, facendone però
soprattutto un lavoro sui significati di trasformazione insiti nella
simbologia dei semi.
Giampiero Agostini, di origine trentina, è invece l’autore di
“Frontiere della memoria” (Malga Valarica, presso il passo del
Brocon, fino al 30 agosto), mostra fotografica sui segni lasciati
dalla Grande Guerra nel paesaggio trentino.
Altro evento molto atteso è la mostra dell’artista François Lelong
(Malga Costa in Valle di Sella, dal 5 luglio al 13 settembre), che
esplora analogie tra vegetali e animali, rami/arti, corteccia/pelle,
linfa/sangue per una riflessione in chiave immaginifica e poetica
sulle relazioni che legano tra loro gli esseri viventi.
Malga Costa è nel corso dei mesi tra luglio e agosto il fulcro di
una serie di eventi di poesia, di musica, di teatro, di danza che
vedranno tra gli altri le presenze di Mariangela Gualtieri, Marco
Lodoli, Mario Brunello, Marco Paolini, Gabriele Vacis, Roberta
Dapunt.
40
luglio 2009
monitor luglio
venuto famoso in seguito alla sua
collaborazione col regista Kusturica. Molto popolare nell'Europa Orientale, Bregović è stato
accusato più volte di "rubare"
la musica zigana e popolare dei
Balcani ripresentandola come
una propria creazione.
co alle recenti sperimentazioni
minimalistiche e non solo, passando per il jazz e il progressive
rock, e immerso nella produzione
artistica contemporanea. Molto,
molto interessante; ma le 2 ore di
cammino per arrivare al rifugio
suggeriscono preparazione montanara.
martedì 14 luglio
Rock
Classica
Rockin’ Diapason Band
Ben Schoeman
(pianoforte)
in concerto.
Gardolo, Parco di Melta, ore
21.
Musiche di Bach, Rachmaninov,
Liszt. Per “Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Centro
Congressi Pinè 1000, ore 21.
“Serata romantica”
con il Mozart Consort Salzburg.
Rovereto, Chiostro di S.
Rocco, ore 21.
Teatro
“Il rospo e la lucciola”
Incontro con Alejandro Jodorowsky. Per “Pergine Spettacolo
Aperto”.
Pergine, Teatro Tenda, ore 21.15.
Folk
Musica
Delta Saxophone
Quartet
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fassa, Rifugio San
Nicolò, ore 14.
Un quartetto inglese, capace di
spaziare dal repertorio classi-
QUESTOTRENTINO
“Racconti del terrore”
di Alessio Kogoj, con i Teatri
soffiati.
Trento, Studentato S.
Bartolameo, ore 22.
Teatro
“Sui sentieri della
memoria – Le Dolomiti
raccontano”
“Le tastiere
raccontano:
il violoncello”
Con i giovani dell’Accademia
Pianistica di Imola. Per “Pinè
Musica”.
Vigo, Chiesa di San Giuseppe,
ore 11.
Folk
Sancto Ianne
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Giardino Santa
Chiara, ore 21.30.
di Maria Cristina Giambruno.
Trento, Villa Balduini
Tambosi, ore 20 e 22. Replica
domani, ore 20 e 22.
Vedi presentazione al 4 luglio.
Cabaret
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Piazza Battisti, ore
21.30.
È considerato dai suoi colleghi
il “Principe dei Cantastorie” del
sud Italia, rappresentante di tutte le regioni, in particolare della
Calabria – dove è nato – e della
Sicilia. La sua è attività di altissimo valore, nel recupero e nella
conservazione delle tradizioni,
ma anche nell’impegno politico,
civile e sociale.
Borgo Sacco di Rovereto,
Parco di Palazzo BossiFedrigotti, ore 21.
con Antonio Catalano. Per “Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Ex cucine
dell’Ospedale Psichiatrico,
ore 23.
Classica
mercoledì 15 luglio
Otello Profazio
Banda di Piazza
Caricamento
“Serenata per il Nuovo
Mondo”
I toni marci
Trento, Madonna Bianca, Piazzale Europa, ore 21.
Trio di comici trentini.
Cinema
“Gran Torino”
Alejandro Jodorowsky è uno
dei personaggi più affascinanti
che esistano al mondo: regista,
sceneggiatore di fumetti, scrittore, poeta, sciamano, guaritore, psicologo... Tutto all'insegna
del surrealismo, abbracciato da
giovane e mai abbandonato. Jodorowsky si presenta a Pergine a
briglia sciolta, con l'intenzione di
parlare a ruota libera di poesia e
di vita.
di e con Clint Eastwood, e con
Christopher Carley, Bee Vang.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.30.
Un ragazzetto viene ricattato da
una ganga della sua stessa etnia.
Walt, anziano vicino di casa reduce dalla guerra in Corea, si
pone al suo fianco. Il furore di
Walt emerge in diversi primi piani in cui guarda dritto in avanti,
strizza gli occhi, e ringhia dalla
rabbia. Quello di Clint è un furore conservatore, ma non tristemente individualista. L’ansia
non rimane riservata al proprio
destino privato, ma si dispiega, è
collettiva, liberante, viva.
Rappresentanti della tradizione
del Sannio beneventano, propongono una musica di mescolanza,
un “neo folk d’autore” con venature rock, blues, arabe, balcaniche, tra ballate e tammuriate,
restando comunque legati alla
propria terra.
Incontri
“Sudamerica: serata
interculturale”
Cibo, musica e poesia.
Rovereto, Piazza Damiano
Chiesa 8, ore 20.30.
Ad un momento conviviale si aggiungerà la lettura di testi latinoamericani (in lingua originale e
in traduzione), accompagnata
da musiche tradizionali.
41
monitor luglio
Musica
Quartetto vocale di
Giovanna Marini.
Per “I suoni delle Dolomiti”.
S. Martino di Castrozza,
Malga Venegiota, ore 14.
A l’antica. Musiche di Armando Franceschini. Coreografie
di Maria Grazia Torbol, con la
compagnia Danza Viva.
Trento, Via Belenzani, ore 21.
giovedì 16 luglio
Cabaret
Baz – Marco Bazzoni
Rovereto, Piazza Malfatti, ore
21.
Cabarettista della batteria di
“Colorado Cafè”.
Musiche di Schumann e Skrjabin. Per “Pergine Spettacolo
Aperto”.
Pergine, Parco dei tre
castagni, ore 21.
Folk
Zakir Hussain
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Terme di Comano, Malga
Movlina, ore 14.
Cinema
“La felicità porta
fortuna”
La “Joan Baez italiana”, diventata famosa negli anni ‘60 per
le canzoni politiche e sociali,
è anche appassionata di tutte
le espressioni vocali; con il suo
quartetto presenterà una grande
varietà di canti da ogni tipo di
repertorio. Interessante culturalmente, banale per i musicisti.
Teatro
“Nuvole di passaggio”
Regia di Antonio Viganò. Per
“Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Ex cucine
dell’Ospedale Psichiatrico,
ore 21.15.
“SD – discoteca
silenziosa”
Per “Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Ex cucine
dell’Ospedale Psichiatrico,
ore 23.
Teatro, musica e danza
“Cinquenotti”
Andrea Castelli in un testo di
Giuseppe Calliari. Suonano il
Virtuoso Ensemble e l’ensemble
42
di Mike Leigh, con Sally
Hawkins, Alexis Zegerman, Andrea Riseborough,
Trento, Museo Tridentino di
Scienze Naturali, ore 20.45
e 23.
Un regista che privilegia generalmente i momenti tristi ci regala stavolta una commedia, e
un personaggio del tutto solare:
Poppy, maestra in una scuola
materna, riesce a svoltare in positivo tutti gli accidenti che le capitano. A partire dal furto di una
bicicletta.
“Be kind, rewind”
di Michel Gondry, con Jack
Black e Mos Def.
Martignano, Maso Martis. Ore
20: visita della Cantina. Ore
21.30: film.
Michel Gondry è uno dei più importanti registi in circolazione.
Ci regala una storia divertente
e profonda. Protagonisti un paio
di balordi che lavorano in un noleggio di videocassette, sorpassati
dalla tecnologia e lasciati indietro dal successo. Un piccolo film
geniale, fatto di nostalgia analogica e amore per il cinema.
Classica
Yingjia Xuè e André
Gallo (pianoforte)
Teatro
“4.48”
di Sarah Kane. Per “Pergine
Spettacolo Aperto”.
Pergine, Ex cucine
dell’Ospedale Psichiatrico,
ore 23.
Sarah Kane, autrice inglese
morta a soli 28 anni nel 1999,
ha scritto 4.48 prima di suicidarsi. E’ Sarah Kane stessa che
in un lancinante monologo parla
della sua decisione di togliersi la
vita, guardando in faccia il volto
della sua disperazione, della sua
depressione, della sua malattia
mentale e, infine, della sua morte.
venerdì 17 luglio
Cinema
“Gli amici del bar
Margherita”
Riconosciuto come il maestro
mondiale della tabla che, per
dovere di informazione, è parola araba e significa tamburo. Si
tratta in realtà di uno strumento
percussivo a due corpi che l'indiano Zakir Hussain ha portato
alle estreme sperimentazioni.
Zakir vanta più di trent'anni di
carriera musicale, innumerevoli
collaborazioni a livello internazionale, composizioni per film,
nonché la fondazione della Moment Records e scuole di tabla a
Mumbai e San Francisco. Il suo
ritmo, che a volte arriva a
20 battute al secondo, risulta a
tratti di difficile comprensione se
non siete bonghisti dalle mani incallite o perlomeno percussionisti
nello spirito.
di Pupi Avati, con Diego Abatantuono, Luigi Lo Cascio, Laura Chiatti.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.30.
Un vecchio quartiere di Bologna
ricostruito a Cuneo? Poteri della
finzione cinematografica (e della
Film Commission del Piemonte).
Il film è puro Pupi Avati: ricordi
di giovinezza, amore per i luoghi,
racconto collettivo, quadretti di
provincia, biliardo, donne, jazz
e Sanremo. “Adesso anche Bologna ha i suoi Vitelloni” (Roberto
Nepoti).
“Gran Torino”
di e con Clint Eastwood, e con
Christopher Carley, Bee Vang.
Mattarello, Centro S. Vigilio,
ore 21.30.
Vedi presentazione al 15 luglio.
Musica
Danza
“Il piano piange”
“Cage – Sculpture”
Concerto per pianoforte. Per
“Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Ex cucine dell’Ospedale
Psichiatrico, ore 21.15.
Coreografia di Roberto Zappalà. Per “Pergine Spettacolo
Aperto”.
Pergine, Teatro Tenda, ore 21.15.
luglio 2009
La musica di John Cage è da
sempre associata alle creazioni
di danza contemporanea più minimali -a partire dal leggendario
sodalizio con Merce Cunningham- e diviene anche per Roberto Zappalà il pretesto per una
stretta comunicazione tra spazio e corpo, liberato dalle rigide
trame letterarie e concettuali. Lo
spettacolo è frutto di un laboratorio che, all’interno del progetto
“Home-less”, ha portato a Pergine dieci danzatori provenienti da
cinque diversi paesi.
Folk
Yungchen Lhamo
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val Rendena, Forte Clemp,
ore 14.
Mamadì Kaba
Danza
Teatro
in concerto.
Trento, Piedicastello, piazza
antistante le gallerie, ore 21.
Musicista, pittore e scrittore proveniente dalla Guinea, è attivamente impegnato nella difesa
delle tradizioni del suo popolo.
“Cage – Sculpture”
“Sui sentieri della
memoria – Le Dolomiti
raccontano”
Rievocazioni
Feste
“L’abito nel cuore –
Rovereto 1700”
Festa di chiusura
di Michele Pandini, con Sonia Placidi, Loredana Venturelli, Daniela
Bertelli, Francesca Velardita.
Sacco di Rovereto, Palazzo
Bossi Fedrigotti, ore 21.
Una passeggiata attraverso la
moda del ‘700 con accompagnamento di musica e danza.
Teatro
“Iamos”
Yungchen Lhamo propone musica tibetana con forti tinte nostalgiche. Il "mal del paese" nasce e si
sviluppa da una prospettiva anglosassone, prima austrialiana,
poi statunitense, in particolare
dalla casa discografica di Peter
Gabriel, presso la quale incide. La
"dea della melodia e della canzone" - questo il significato del suo
nome attibuitole da un giovane
Lama - vanta collaborazioni con
Natalie Merchant, Annie Lennox, Billy Corgan, Sheryl Crow,
Michael Stipe. Sebbene la Presanella non sia il Tetto del Mondo,
l'ambiente si presta a diffondere
l'incenso tibetano in modo suggestivo soprattutto per chi è amante
della world music.
QUESTOTRENTINO
con il Teatrino Clandestino. Per
“Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Ex Ospedale
Psichiatrico, ore 23.
Una scena sulla quale agiscono
insieme un atto performativo,
una selezione musicale, degli
strumenti musicali e un’immagine costituita da elementi reali
(scatoloni, carte fluo, lampade).
Sotto il patrocinio di una delle compagnie più interessanti e
innovative del teatro italiano, il
Teatrino Clandestino.
sabato 18 luglio
Classica
Trio Ad Libitum
Musiche di Klughardt, Kahn,
Britten.
Trento, Piazza Battisti, Spazio
Archeologico Sotterraneo del
Sas, ore 20.45.
“Astrologiche note”
Conversazion-concerto a cura
di Chiara San Giuseppe. Per
“Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Centro Pinè
1000, ore 21.
Coreografia di Roberto Zappalà. Per “Pergine Spettacolo
Aperto”.
Pergine, Teatro Tenda, ore
21.15.
Vedi presentazione al 17 luglio.
di “Pergine Spettacolo Aperto”.
Pergine, Ex cucine dell’Ospedale
Psichiatrico, ore 23.
Folk
Tekameli
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Piazza Battisti, ore
21.30.
I provenzali Tekameli racchiudono in sé gli elementi della musica
gitana dell’Europa occidentale,
partendo dalle popolazioni zingare franco-catalane e arrivando al cante jondo andaluso, al
flamenco, ai canti religiosi, colorando il tutto con influenze della
rumba caraibica.
di Maria Cristina Giambruno.
Arco, Castello, ore 10.30,
18.30, 21. Replica domani, ore
10.30, 18.30, 21
Vedi presentazione al 4 luglio.
domenica 19 luglio
Danza
“Esplorazioni”
A cura del CDM. Coreografie di
Fabrizio Bernardini, creazioni
video di Francesco Siddi.
Rovereto, Piazza Malfatti, ore
21.
Folk
Bob Jones & The
Bluegrass Cats
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Piazza Battisti, ore 21.30.
Bob Jones è un esponente di spicco del bluegrass americano, la
branca del country che racchiude
Concerto Gospel
con i Tribù Gospel Singers.
Trento, Chiesa di S. Francesco
Saverio, ore 21.
Musica
“Live for Jenny”
Rovereto, Piazza Malfatti, ore
21.
Evento musicale con la partecipazione di numerosi artisti internazionali a sostegno del “Progetto Jenny”, che raccoglie fondi
per la ricerca sulla sindrome di
Angelmann, una grave malattia
genetica infantile.
Teatro
“Ay l’amor”
Produzione del Teatro Due
Mondi, regia di Alberto Grilli.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.30.
influenze irlandesi e anglosassoni, intrecciandosi con il blues,
e che prende il nome dal tipico
colore dell’erba del Tennessee. A
Trento si esibirà con una band di
grandi artisti country italiani.
43
monitor luglio
Teatro
“Come queste pietre”
Con la Cimpagnia delle Arti e il
Coro Voci Alpine Città di Mori.
Per “La memoria dei luoghi”.
Mori, Trincee Monte Grorn,
ore 16.
lunedì 20 luglio
Cinema
“Operazione Valchiria”
di Bryan Singer, con Tom Cruise, Eddie Izzard, Kenneth Branagh.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.30.
Il regista de “I soliti sospetti” porta in scena il complotto che un
gruppo di ufficiali tedeschi ordisce nel luglio 1944 contro Hitler.
Troppo avventuroso per essere
storico, troppo storico per essere
avventuroso.
martedì 21 luglio
Classica
Classica
Concerto
Orchestra Haydn
Musiche di Rossini e Mendelssohn.
Trento, Via Belenzani, ore 21.
Classica-Jazz
Uri Caine e i Virtuosi
Italiani
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fiemme, Passo Lavazè,
ore 14.
Folk
Filska
in concerto.
Rovereto, Piazza Malfatti, ore
21.
Band scozzese di quattro elementi che eseguono musiche tradizionali ma anche pezzi originali.
Danza
Musica
“Milonga per strada”
Quintetto Veneto
A cura del CDM.
Rovereto, Piazza delle Erbe,
ore 20.30.
in concerto.
Villazzano, Parco Villa Mersi,
ore 21. Replica domani nel
parco di Romagnano.
Folk
Tsuumi Sound System
Per “Itinerari Folk”.
Trento, Piazza Battisti, ore 21.30.
Tsuumi Sound System è un progetto finlandese che, attingendo
dal patrimonio musicale nordico
e conservandone anche gli strumenti, ottiene un suono moderno, grazie anche a una nutrita
sezione ritmica.
44
con i giovani del Conservatorio
“Pollini” di Padova. Musiche
di Brower, Guerra, Turina. Per
“Pinè Musica”.
Miola, Sagrato della chiesa di
S. Rocco, ore 11.
Incontri
“In viaggio”
Rovereto, Cortesela Bontadi,
ore 21.
Racconti di viaggiatori, poeti,
mistici e vagabondi. Letture con
musiche dal vivo.
Jazz
Saxofour
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Valsugana, Panarotta, La
Bassa, ore 14.
Quartetto formato dai migliori
sassofonisti jazz austriaci, propone un programma in omaggio
al mondo e agli eroi del cinema,
condito con l’ironia che li contraddistingue. Concerto di divertimento, con strumentisti capaci
di “recitare” con lo strumento per
uno spettacolo a cavallo tra la
musica e il cabaret.
mercoledì 22 luglio
Rievocazioni
Cinema
“Storie di Orsola”
“Uomini che odiano le
donne”
Rievocazione in costume con
la Compagnia delle Arti. Per “Il
gioco dei castelli”.
Spormaggiore, Castel Belfort,
dalle ore 20. Repliche il 29
luglio, il 10 e 26 agosto.
di Niels Arden Oplev, con Peter
Haber, Michael Nyqvist, Noomi
Rapace.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.30.
Forse lascerà interdetto chi ha letto il giallo bestseller di Stieg Larsson, ma il film, nel suo genere,
funziona. Quando si accendono
le luci si risvegliano le perplessità
(i soliti nazisti cattivi, sembra un
telefilm tedesco...), ma nel buio
della sala è coinvolgimento e suspence.
deve inventare dei nuovi lavori.
Va in giro in bici per Praga facendo il pony express. Conosce
gente nuova. Viaggia in mongolfiera. Un film medio europeo, a
tratti godibile a tratti noioso, di
certo dimenticabile.
“Eldorado Road”
di e con Bouli Lanners e con
Fabrice Adde, Philippe Nahon,
Didier Toupy.
Marano d’Isera, Azienda
Agricola de Tarczal. Ore 20:
visita della Cantina. Ore
21.30: film.
Didier prova maldestramente
a fare il ladro in casa di Yvan,
l'unica persona di tutto il vicinato ad essere sprovvisto di cane da
guardia. L'incontro è uno scontro. Ma poi diventa un viaggio.
Un road movie belga, che mescola malinconia e surrealismo. La
Vallonia è quasi il West.
Classica-Jazz
Paolo Fresu e i
Virtuosi Italiani
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fassa, Rifugio Boè, ore
14.
Forse il più grande trombettista
jazz italiano incontra l’orchestra
de I Virtuosi Italiani, ensemble
versatile e di grande spessore.
Programma dedicato al repertorio barocco, che Fresu saprà sicuramente arricchire di un sapore
personale. Da non perdere.
giovedì 23 luglio
Cinema
“Vuoti a rendere”
di Jan Sverak con Zdenek Sverak, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova, Alena Vránová
Trento, Museo Tridentino di
Scienze Naturali, ore 20.45
e 23.
Un professore va in pensione. Si
Paolo Fresu
luglio 2009
Jazz
“Encresciadum – A
Dream and a Tale”
Per “NonSole Jazz Festival”.
Cles, Corso Dante, ore 21.
Un bellissimo progetto, dove il
jazz incontra la cultura e le leggende ladine della val di Fassa,
produzione della Grenz di Moena. Alcuni fra i migliori musicisti
locali e nazionali interpretano
12 pezzi originali di Roberto
Soggetti, primo esperimento di
creazione di una “musica ladina
contemporanea”.
menti, entusiasmi, litigi e addii.
Il regista de “La notte prima degli esami” insiste sul suo registro,
la commedia, con riferimenti generazionali e “sociologici” precisi. Con molta furbizia ma anche
una discreta dose di talento.
Danza
“La densità
dell’umano”
con la compagnia AbbondanzaBertoni. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 1, ore 21.
Musica
Musica
Ezio Bosso e il
Buxusconsort
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Lavarone, Malga Tablat, ore
14.
Ezio Bosso è contrabbassista, direttore e compositore di colonne
sonore (tra cui i film di Salvatores); in collaborazione con il
Quartetto di Torino, ha creato il
Buxusconsort, un’orchestra d’archi “a geometria variabile” organizzata come una band e dedita
soprattutto all’esecuzione delle
composizioni del fondatore.
“Dalla Topolino alla
Vespa”
con i Blue Dolls.
Trento, Piazza Battisti, ore
21.30.
La colonna sonora di vent’anni
di vita italiana. Le canzoni più
famose pressappoco dal 1936 al
1956.
“Ex”
di Fausto Brizzi con Alessandro
Gassman, Claudia Gerini, Cécile Cassel.
Mattarello, Centro S. Vigilio,
ore 21.30.
Il racconto intreccia innamora-
QUESTOTRENTINO
con l’associazione culturale
Anagoor. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 2, ore 22.
Una performance di 30’ tutta
giocata sulla compresenza in scena di una ragazza e di un cavallo: rapporto con la natura, dialogo non verbale con l’animale, sue
interazioni sempre diverse...
di e con Pino Costalunga e con
Valentina Brusaferro.
Rovereto, Palazzo LarcherFogazzaro, ore 21.
Lo spettacolo, il cui titolo è tratto
da un famoso poema di Marinetti, si propone di rievocare le
atmosfere del primo futurismo,
nei suoi aspetti ridicoli ma anche
nelle sue geniali anticipazioni.
Cinema
di Eran Riklis, con Hiam Abbas,
Doron Tavory, Ali Suliman.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.30.
“Il muro il muro, / che come la
mano di uno scippatore / avanza per chilometri zigzagando /
tra le piantagioni...” . Sono versi
di Aharon Shabtai, poeta di Tel
Aviv. “Il giardino dei limoni” ha
a che fare con un confine sottile,
una vedova palestinese, un ministro israeliano, sua moglie. La solidarietà tra donne scatta, e non
scatta. Un buon film medio
“Jeug”
“Pic-Pac-Pum-Tumb Bizzarrie”
venerdì 24 luglio
“Il giardino di limoni –
Lemon Tree”
gre, giovane compagnia romana,
c’entrerebbero come i cavoli a
merenda; si tratta invece di un
esperimento in cui viene utilizzato il ghiaccio e le sue capacità
di riflettere le luci, modificarsi,
interagendo con il suono. Durata
30’.
L’unica compagnia di danza
trentina di livello nazionale torna a Dro con un lavoro per dieci
danzatori. Però si tratta, per ora,
solo di uno studio, che nella forma definitiva debutterà in ottobre a Reggio Emilia.
Folk
Coro Bianche Zime
Rovereto, Cortesela Bontadi,
ore 21.
Jazz
Chicken Pussy Blues
Band
in concerto Per “NonSole Jazz
Festival”.
Malé, Piazza Regina Elena,
ore 21.
“Electronic Open Air
Festival”
Rovereto, Piazzale Degasperi,
ore 21. Il festival prosegue
fino a domenica 26.
Seconda edizione di un festival di
musica elettronica Indie underground.
Teatro
“Framerate O – Primo
esperimento”
col collettivo Santasangre. Per
“Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala
Forgia, ore 20.30.
“La luce del Nord” è il titolo di
questa edizione del
festival di Dro: incentrato sulla cultura
nordica, la neve, il
ghiaccio. I Santasan-
sabato 25 luglio
Cabaret
Omar Fantini
Rovereto, Piazza Malfatti, ore
21.
Cabarettista bergamasco: è il
“nonno Anselmo” di “Colorado
Cafè”.
Danza
“La natura delle cose”
con la compagnia di Virgilio
Sieni. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 1, ore 22.
45
monitor luglio
Lucilla Giagnoni
Teatro
Ispirato al “De rerum natura”
di Lucrezio, intende narrare, a
modo suo, la nascita di Venere.
Non c’entra con il tema del Nord
del Festival, ma gli organizzatori,
vistolo, lo hanno ugualmente voluto in cartellone.
“Crac”
Folk
“Framerate O – Primo
esperimento”
performace dei Motus. Per
“Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Mezzelune, ore 20.30.
E’ un a solo di Silvia Calderoni, a
Dro più volte vista e apprezzata
con la Compagnia Valdoca.
col collettivo Santasangre. Per
“Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Forgia, ore 23.30.
Vedi presentazione al 24 wluglio.
“Jeug”
“L’ultima casa”
Tribo Iran Tribal
in concerto.
Cognola, Piazza Argentario,
ore 21.
Musiche e danze del Brasile
amazzonico.
Jazz
Roberto Cipelli
e Roberta Rigotto
in concerto. Per “NonSole Jazz
Festival”.
Caldes, Piazzale scuole, ore 18.
Musica
Performance musicale
di Sergio Ricciardone. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Foyer,
ore 23.30.
“Vergine Madre”
con Lucilla Giagnoni. Per “I
suoni delle Dolomiti”.
46
Vallarsa, Rifugio Malga
Zugna, ore 14.
Ore 6, sei canti della Divina
Commedia che narrano la commedia umana di Dante: il viaggio (Il primo canto dell'inferno),
La Donna (Francesca, il V), l'Uomo (Ulisse, il XXVI), il Padre
(Ugolino, il XXXIII), la Bambina
(Piccarda, il III del Paradiso) e la
Madre (Vergine madre, il XXXIII
del paradiso). "Vergine Madre" è
una interessante interpretazione
dell'opera dantesca che getta uno
sguardo tutto femminile sul Divin Poema ed è, nelle parole della
drammaturga, lo spettacolo che
più la rappresenta.
“Pop rock e il sole
nero”
con il Gruppo Caronte. Per
“Pinè Musica”.
Segonzano, Castello, ore 21.
con l’associazione culturale
Anagoor. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 2, ore 21.
Vedi presentazione al 24 luglio.
di Tiziano Scarpa.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.30.
Pièce vagamente ispirata alla
goldoniana “La casa nova”.
luglio 2009
“Per i caduti su questi
confini”
Con la Compagnia delle Arti e
la banda della Valle di Ledro.
Per “La memoria dei luoghi”.
Bezzecca, Colle di S. Stefano,
ore 21.
domenica 26 luglio
Danza
“La natura delle cose”
con la compagnia di Virgilio
Sieni. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 1, ore 21.
Vedi presentazione al 25 luglio.
Musica
Performance musicale
di Sergio Ricciardone. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Foyer,
ore 23.30.
Boris Kovac e Darko
Rundek Trio
in concerto.
Piedicastello, Piazza Centa,
ore 21.
“Pop rock e il sole
nero”
Col Gruppo Caronte. Per “Pinè
QUESTOTRENTINO
Musica”.
Segonzano, Castello, ore 18,
Teatro
liari. Lo interpreta un grande
Robert De Niro. Barry Levison è
il regista di “Rain Man” e “Good
Morning Vietnam”.
“Framerate O – Primo
esperimento”
Recital Trio
in concerto. Per “NonSole Jazz
Festival”.
Denno, Cortile Banal Cova,
ore 21.
“Crac”
performace dei Motus. Per
“Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Mezzelune, ore 22.30.
Vedi presentazione al 25 luglio.
Cinema
“Disastro a
Hollywood”
di Barry Levinson, con Robert
De Niro, Bruce Willis, John
Turturro.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.30.
Industria o arte? Hollywood o
Cannes? Lieto fine o finale “europeo”? Un produttore cinematografico è alle prese con infiniti
problemi, professionali e fami-
del X Festival Trentino Mondialfolk.
Trento, Piazza Battisti, ore
21.30.
Jazz
col collettivo Santasangre. Per
“Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Forgia, ore 20.30.
Vedi presentazione al 24 luglio.
lunedì 27 luglio
Serata finale
Musica
Concerto
della band Carpark North. Per
“Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Parco,
ore 22.
Folk
“Il canto ebraico fra
passato e presente”
con l’Ensemble Shalom e Angel
Harkatz.
Rovereto, Chiostro di S.
Rocco, ore 21.
Il cantante lirico Angel Harkatz,
accompagnato
dall’Ensemble
Shalom, si esibisce in un repertorio che spazia dal canto sacro alle
musiche chassidiche, alle sonorità klezmer di origine popolare.
47
monitor luglio
Teatro
“Un secco Nord”
performance del gruppo Codice
Ivan. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Mezzelune, ore 20.30.
Produzione per il Festival di un
giovane gruppo bolzanino: ci
aspettiamo inventiva e ironia.
“Periodonero”
col gruppo Cosmesi. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 2 ore 21.
Spettacolo (quasi) teatrale, coprodotto da Dro con il Teatro
Stabile del Friuli. Durata 50’.
martedì 28 luglio
Classica
Ouroboros Ensemble
Trento, Piazza Battisti, ore 21.30.
“Violino... più piano”
Con Silvano Minella e Flavia
Brunetto. Musiche di Mozart,
Mendelssohn, Schumann.
Cavalese, Palacongressi, ore
21.
Folk
Trio Madeira Brasil
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Altopiano della Paganella,
Rifugio La Montanara, ore 14.
Imperdibili. Per tutti e per tutti
i gusti, allegria allo stato puro.
Ronaldo do Bandolim, Zé Paulo
Becker e Marcello Gonçalves, tre
carriere da solisti di quelle inarrivabili, hanno unito i loro sforzi
in un ambizioso progetto di promozione e riscoperta dello Choro,
48
il minimo comun denominatore
delle musiche tradizionali brasiliane. Ma l'indagine filologica
musicale è solo un espediente per
dimostrare come i veri virtuosi
degli strumenti a corda non lavorino solo in velocità, ma in sentimento e passione perché ciò che
conta per fare musica magica, è
toccare le zone più erogene della
tastiera con il giusto ritmo.
Rainbow Chasers
in concerto.
Rovereto, S. Giorgio, Campo
Polivalente, ore 21.
Gruppo di giovani musicisti capitanato da Ashley Hutchings,
considerato il padre del folk-rock
britannico.
“Un secco Nord”
performance del gruppo Codice
Ivan. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Mezzelune, ore 22.
Vedi presentazione al 27 luglio.
lodramma che Bollywood non
risparmia, Boyle mantiene solo
quel dosaggio di ingredienti che
non ci risulti indigesto. Come un
ristorante indiano con il cuoco
europeo.
“Happening”
Classica
con Skyr Lee Bob. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Galleria
Trasformatori, ore 23.30.
Danza, teatro, musica, mescolati
in messaggi che si vogliono dissacranti.
“Omaggio a Gorecki”
con il Silesian Quartet. Per “I
suoni delle Dolomiti”.
Passo Rolle, Monte
Castellazzo, ore 14.
La musica di Henryk Górecki,
uno dei maggiori compositori po-
Teatro
“Tabula/Tavola”
con Antonio Rinaldi. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Forgia, ore 13.
Si tratta di una sperimentazione
su un raggio di luce, e il suo incontro con un corpo umano. Ci
lascia perplessi la durata (60’).
“Generazione
scenario”
Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Parte
prima: Sala Turbina 1, ore 21.
Parte seconda: Sala Turbina
2, ore 22,30.
“Premio Scenario” è un concorso
nazionale riservato ai giovani
artisti che interpretano l’impegno
civile attraverso nuovi linguaggi:
dei 400 gruppi partecipanti, Dro
presenta, qui e alle 22.30, i quattro vincitori.
“Storie migranti”
Con la Compagnia delle Arti.
Per “La memoria dei luoghi”.
Trento, Stazione ferroviaria,
ore 21.
lacchi viventi, è caratterizzata da
semplicità armonica e ritmica e
da una forte impronta spirituale;
trova un’eccellente collocazione
tra le Dolomiti, per un concerto
di riflessione.
mercoledì 29 luglio
“Violino... più piano”
Cinema
“The Millionnaire”
di Danny Boyle, con Mia Drake,
Imran Hasnee, Anil Kapoor.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.30.
Un film piacevole e riuscito. Che
ha il difetto, non minore, di risultare però alla fine un'appropriazione dello stile dei film di
Bollywood ad uso ammorbidito
del pubblico occidentale. Di tutto il barocco e gli eccessi e il me-
Con Silvano Minella e Flavia
Brunetto. Musiche di Mozart,
Mendelssohn, Schumann.
Dimaro, Teatro Comunale,
ore 21.
Teatro
“Tabula/Tavola”
con Antonio Rinaldi. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Forgia, ore 13.
Vedi presentazione al 28 luglio.
luglio 2009
Luis Bacalov
“50 urlanti, 40
ruggenti, 60 stridenti”
con Dewey Dell. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala
Mezzelune, ore 20.30-24.
Breve performance (10’) di una
giovane compagnia, sostenuta
dal Festival attraverso il progetto Fies Factory One (residenza,
produzione, promozione, circuitazione del lavoro a cura del
Festival).
“Motel/Faccende
personali/Prima
stanza”
col Gruppo Nanou. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 1, ore 21-22.30.
Altra performance (30’) di una
compagnia del progetto Fies Factory One.
“Dies irae. 5 episodi
intorno alla fine della
specie. Studio sugli
episodi 1,2,3”.
col Teatro Sotterraneo. “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 1, ore 21.30.
Giovane compagnia già distintasi a Dro per la freschezza delle
proposte, sostenuta nel progetto
Fies Factory One, qui propone un
lavoro, comico e un po’ angoscio-
QUESTOTRENTINO
so, sulla dimenticanza, l’oblio,
l’ombra.
“Happening”
con Skyr Lee Bob. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Galleria
Trasformatori, ore 23.30.
Vedi presentazione al 28 luglio.
giovedì 30 luglio
Cinema
“Ti amerò sempre”
di Philippe Claudel con Kristin
Scott Thomas, Elsa Zylberstein,
Serge Hazanavicius.
Trento, Cantine Lunelli. Ore
20: visita della Cantina. Ore
21.30: film.
Juliette esce di prigione dopo
quindici anni. Trova ospitalità
presso la sorella. E sconvolge
una vita familiare che già non
è felice. Esordio alla regia dello scrittore Philippe Claudel.
Il classico film francese? Sì, nel
bene e nel male.
Classica
Luis Bacalov e
l’Orchestra da camera
“Tartini”
questo autore di origine argentina che vanta collaborazioni
con tutti i più grandi registi, da
Fellini e Lattuada a Pasolini,
Scola, Rosi, Petri, Wertmuller,
fino all’Oscar per “Il postino”.
Bacalov non è solo compositore
di colonne sonore; comunque
ha scritto un pezzo di storia del
cinema italiano.
Jazz
Paolo Jannacci Trio
in concerto. Per “NonSole Jazz
Festival”.
Malé, Piazza Regina Elena,
ore 21
“Composizione... più
piano”
Con Edoardo Bruni, pianista e
compositore. Musiche di Chopin e Bruni.
Tione, Scuola Musicale, ore
21.
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Sole, Valpiana, ore 14.
Non c’è necessità di presentare
49
monitor luglio
“Teach us to outgrawi our Madness”
Musica
“Concert”
con Tape Tum. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Parco,
ore 22.30
“Musica dinamica:
sonorità al futuro”
spettacolo di Roberto Marafante, con Fabrizio Festa, Loredana Colizzi, Massimo Mercelli,
Simone Santini.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.
La concezione futurista dell’arte
tradotta in uno spettacolo musicale basato su testi di Fortunato
Depero.Un tributo – a volte ironico – all’irruenza avanguardista.
Rievocazioni
“La maledizione del
castello”
Spettacolo di suoni e luci con
la Compagnia delle Arti. Per “Il
gioco dei castelli”.
Isera, Castel Corno, ore 21.30.
Teatro
“50 urlanti, 40
ruggenti, 60
stridenti”
con Dewey Dell. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies,
Sala Mezzelune, ore
20.30.
Vedi presentazione al
29 luglio.
“Motel/
Faccende
personali/
Prima stanza”
col Gruppo Nanou.
Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies,
Sala Turbina 2, ore
21-24.
Vedi presentazione al
29 luglio.
50
“Concerto per
harmonium e città”
con Pathosformel. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala
Forgia, ore 22.
I Pathosformel (supportati dal
progetto Fies Factory One) lo
scorso anno ci avevano presentato l’astratto e lirico “La più
piccola distanza”: commovente
nei primi dieci minuti, poi ripetitivo e noioso, fino a farci uscire
prima della fine. Non la pensa
evidentemente così la critica,
che ha insignito i Pathosformel
del prestigiosissimo Premio Ubu
(per la cronaca, un altro premio
lo ha preso il Festival). Quest’anno la compagnia presenta un
concerto, come interazione tra i
suoni di un harmonium e le registrazioni di suoni cittadini. Durata 30’ (un consiglio? Andateci,
ma sedete vicino all’uscita).
“Ginevra – Parigi –
Milano”
Progetto di Jean Claude Penchenat, a cura di Mimma Gallina.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.30.
Uno spettacolo che con leggerezza rivisita vizi, stereotipi e pregiudizi riferiti a tre grandi città
europee
venerdì 31 luglio
Cinema
“Si può fare”
di Giulio Manfredonia, con Claudio Bisio, Anita Caprioli, Bebo
Storti.
Rovereto, Terrazze del Mart, ore
21.30.
Claudio Bisio è un sindacalista che
sogna da capitalista: vuole aprire
al mercato la sua cooperativa dove
lavorano malati psichici. Un'intelligente commedia popolata da
alcuni dei migliori attori della scena comica italiana: Claudio Bisio,
Anita Caprioli, Giuseppe Battiston,
Giorgio Colangeli, Bebo Storti...
“Stella”
di Sylvie Verheyde, con Leora Barbara, Karole Rocher, Benjamin
Biolay, Guillaume Depardieu.
Mattarello, Centro S. Vigilio,
ore 21.
Il tempo delle mele. Ma qui vediamo il torsolo: mentre, nei quartieri
borghesi, i pre-adolescenti flirtano,
altri, nelle banlieues, crescono nei
bar. Sono gli anni Settanta, Michel
Platini gioca con la maglia verde
del Saint-Etienne, il juke-box, anche a Parigi, suona Umberto Tozzi.
Distribuito dalla Sacher di Nanni
Moretti.
Classica
“Il maestro di
cappella”
brillante performer e coreografa di
livello internazionale, che già avevamo visto a Dro alcuni anni fa in
intensissime interpretazioni, porta al Festival il lavoro più atteso.
Mette in scena cinque donne, tra
segreti, complicità e crudeli rivalità femminili, pulsioni dionisiache.
Spettacolo (90’) forte e crudo.
“Barokthegreat”
con la compagnia Barok. Per
“Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 2, ore 23.30.
“Questo lavoro si ispira all’arte informale che è per eccellenza barocca perché enfatizza l’atto fisico...”
sbrodola (vi risparmiamo il resto)
nell’autopresentazione l’autrice Sonia Brunelli. Mah... per fortuna
è più brava a coreografare che a
scrivere.
Folk
Fanfare Ciocàrlia
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Lagolo, Prà dei Tondi, ore 14.
Per anni è stato il complesso musicale che animava feste, matrimoni,
battesimi di un villaggio della Romania; poi, grazie a un produttore
tedesco, ha cominciato a portare
per il mondo il suo repertorio basato sulla tradizione romena e
sull’energia dei fiati e delle percussioni.
Jazz
di Domenico Cimarosa. A cura dell’Associazione Culturale
Bonporti.
Villazzano, Parco Villa
Mersi, ore 21.
in concerto. Per “NonSole Jazz
Festival”.
Denno, Cortile di Palazzo Parisi,
ore 21
Danza
Musica
“Teach us to
outgraw our
madness”
“Elektronic Lyret,
progetto e live
remixing”
con Erna Omarsdottir.
Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies,
Sala Turbina 1, ore 21.
L’islandese Omarsdottir,
con Marco Olivieri. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Parco, ore
5.30.
Malastrana Quartet
luglio 2009
Musica-Teatro
“Quadri d’autore”
con il Gruppo Musicale
Artegiovane.
Trento, Piazza Battisti, ore
21.30.
Teatro
“Moth”
con Francesca Grilli. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala
Mezzelune, ore 23.
La Grilli (anch’essa sostenuta
da Fies Factory One) procede
nelle sue sperimentazioni (eccezionale quella di due anni
fa, meno riuscita l’ultima dello
scorso anno) dei rapporti tra
voce, luce, umanità. Quest’anno è in scena un’albina, quindi fisiologicamente refrattaria
alla luce, con cui comunque
interagisce.
QUESTOTRENTINO
“Concerto per
harmonium e città”
con Pathosformel. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Forgia, ore 24.
Vedi presentazione al 30 luglio.
“I futuristici: una
serata con Campanile
e Petrolini”
di Roberto Marafante.
Rovereto, Palazzo Fedrigotti,
Corso Bettini, ore 21.
Uno spettacolo fra cabaret e
avanspettacolo che rivaluta
due autori ingiustamente trascurati.
“Il piccolo Schulz”
Con la Compagnia delle Arti e
il Coro Alpino Cima Ucia. Per
“La memoria dei luoghi”.
Lardaro, Forte Larino, ore 21.
“Moth”, con Francesca Grilli
51
* Somma dati Auditel e Audiradio
*
52
luglio 2009
monitor agosto
sabato 1 agosto
e Scott Gibbons. Per “Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 2, ore 21.
Lo spunto lascia come minimo
perplessi: le parole nascono dalle scelte di un caprone che con il
muso ha indicato grappoli di lettere stese su un prato. Dall’accozzaglia dovrebbe essere sgorgata
la poesia di questi canti, dicono.
Siccome alla Societas Sanzio non
sono dei ciarlatani, non resta che
andare a vedere.
Cabaret
Malandrino e Veronica
Rovereto, Piazza Malfatti, ore 21.
Duo comico con una lunga militanza televisiva: sono quelli che
fanno Padre Buozzi e Marcolino.
Danza
“Teach us to outgraw
our madness”
con Erna Omarsdottir. Per
“Drodesera”.
Dro, Centrale di Fies, Sala
Turbina 1, ore 22.30.
Vedi presentazione al 31 luglio.
Jazz
Nonsole Jazz Band on
the Lake
in concerto. Per “NonSole Jazz
Festival”.
Tuenno, Lago di Tovel, ore 15
Gramelot Ensemble
in concerto. Per “NonSole Jazz
Festival”.
Sanzeno, San Romedio.
L’attore veneto Marco Paolini, famoso per le produzioni nel campo
del teatro civile e di denuncia e
per l’attenzione alla cultura della
montagna, è apprezzatissimo per
la sua grande capacità di narratore e per l’uso speciale della parola
di cui è capace. In Val di Fassa
racconterà il sorgere del sole.
“Moth”
con Francesca Grilli. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala
Mezzelune, ore 20.30-24.
Vedi presentazione al 31 luglio.
“Concerto per
harmonium e città”
Lirica
Concerto
dei vincitori del concorso lirico
‘Zandonai’
Riva, Cortile della Rocca, ore
21.30.
con Pathosformel. Per “Drodesera”Dro, Centrale di Fies, Sala
Forgia, ore 20.30-24.
Vedi presentazione al 30 luglio.
Musica
“The cryonic chants”
“Schermi in musica”
con la Societas Raffaello Sanzio
“L’accordeon eon eon”
Storie raccolte nei metrò parigini, con Philip Burgers, Carlo
Jacucci, Eimear Tunney.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.
domenica 2 agosto
Jazz
Alessia Obino Quintet
in concerto. Per “NonSole Jazz
Festival”.
Pellizzano, piazza Santa
Maria, ore 20.30.
Musica
Bermuda Acoustic Trio
in concerto.
Sardagna, Campetto Oratorio,
ore 21.
Tre musicisti, già collaboratori di
Piergiorgio Bertoli, con le canzoni degli anni ’70-’90.
Teatro
“Sui sentieri della
memoria – Le Dolomiti
raccontano”
di Maria Cristina Giambruno.
Rovereto, Auditorium Melotti,
ore 11, 19 e 21. Si replica
domani, ore 19 e 21.
Vedi presentazione al 4 luglio.
lunedì 3 agosto
Cinema
“L’ospite inatteso”
di Thomas McCarthy, con Hiam
Abbass, Amir Arison, Danai
Jekesai.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.
Un professore universitario annoiato di se stesso trova, di ritorno da un convegno, il suo
appartamento occupato da una
coppia di stranieri, un siriano e
una senegalese. Una commedia
civile delicata, forse un po' troppo edificante.
Classica
Gustav Leonhardt
(organo)
Smarano, Sala Concerti, ore
20.45.
Gustav Leonhardt è forse il migliore interprete al mondo per
quanto riguarda il clavicembalo,
e in generale le tastiere antiche.
Sarà ospite dell’Accademia di
Smarano per l’inaugurazione
dell’organo Fratti. Concerto a in-
Con Roberta Carlini (voce),
Lorenza Anderle (pianoforte) e
Luciano Olzer (video). Musiche
di Ennio Morricone e dintorni.
Per “Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Centro
Congressi Pinè 1000, ore 21.
Teatro
Marco Paolini
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fassa, Pra Martin,
Ciampedie, ore 6.
“The cryonic Chants”
QUESTOTRENTINO
53
monitor agosto
Gustav Leonhardt
vito (info presso Pro Loco o Associazione Eccher – www.eccher.it)
Danza
“Milonga per strada”
A cura del CDM.
Rovereto, Piazza delle Erbe,
ore 20.30.
Ellade Bandini, Walter Calloni, Maxx Furian, Christian
Meyer e Paolo Pellegatti sono i
5 virtuosi delle percussioni che,
uniti sullo stesso palco, presentano una formula spettacolare
di ritmo, ma anche - particolare non irrilevante per 5 batteristi che suonano senza altri
strumenti - melodie e messaggi
musicali di impatto. Le influenze sono tra le più disparate, dal
jazz alla fusion, dal blues al
rock spinto. Una volta smessi gli
"abiti d'ufficio" di batteristi dei
soliti Finardi, Zucchero, Celentano, Ramazzotti, Branduardi,
i 5 musicisti non possono che
vivificare le loro collaborazioni
internazionali in un progetto di
autentico entusiasmo.
“Blues Explosion”
Musica
Drummeria
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Altopiano della Paganella,
Rifugio La Roda, ore 14.
con Texas Slim, R. J. Mischo, E.
C. Scott, Sonny Rhodes.
Trento, Piazza Battisti, ore
21.
Drummeria
martedì 4 agosto
Classica
“Violino e pianoforte
dal primo al tardo
Romanticismo”
col duo Beatrice Bianchi-Sergio
D’Alfiero. Musiche di Schubert,
Beethoven, Dvorak.
Rovereto, Casa Mozart, Via
Mercerie, ore 21.
Rossella Pozzer
(flauto) e Walter Salin
(chitarra)
Trento, Oratorio di S. Antonio
(Oltrefersina), ore 21
Folk
Iva Bittovà
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fiemme, Alpe di
Pampeago, Buse de Tresca,
ore 14.
Iva Bittovà è violinista e cantante sperimentale. Proviene dalla
Repubblica Ceca, ma ha origini
indiane. E' la prova vivente di
finiamo "gitane". E' alla costante
ricerca di un personalissimo
connubio tra voce e violino; con
le sue fusioni stilistiche e la sua
voce malleabile solletica le più
recondite associazioni mentali
prodotte dalla musica.
Musica
“Nel blu dipinto di
jazz”
Omaggio alla canzone italiana
con la New Project Orchestra.
Trento, Via Belenzani, ore 21.
mercoledì 5 agosto
Cinema
“Two Lovers”
di James Gray, con Gwyneth
Paltrow, Joaquin Phoenix, Vinessa Shaw.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.
Un maschio triste e debole degli
anni Duemila incontra una vicina di casa affascinante e pro-
Iva Bittovà
quello che significa sincretismo
musicale: da un lato grammatiche rock di facile assimilazione,
dall'altro composizioni tradizionali dell'Est europeo che solitamente, per povertà lessicale, de-
54
blematica. La formula iniziale
dell'incontro tra un uomo e una
donna trova uno sviluppo non
banale, che non si risolve in commedia.
luglio 2009
Classica
Teatro
Quartetto Lunezia
“Ridere in versi”
Musiche di Puccini e Haydn.
Per “Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Pieve
dell’Assunta, ore 11.
Recital di poesia comica con Fabio Comana e Antonio Russo.
Al sax, Guido Bombardieri.
Trento, Giardino S. Chiara, ore 21.
Folk
Rhapsodija Trio
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fassa, Rifugio Contrin,
ore 14.
giovedì 6 agosto
Cinema
“Vuoti a rendere”
di Jan Sverak con Zdenek Sve-
punk degli esordi al cantautorato
folk in stretto dialetto comasco,
sfondando in tutta Italia.
Musica
Alessandro Carbonare
(clarinetto)
e Quartetto
Le Architetture
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Tremalzo, Passo Dil – La
Viola, ore 14.
Uno dei maggiori clarinettisti italiani, supportato da un quartetto
di interpreti di valore, propone
un concerto leggero, a cavallo
tra classica, jazz, tango, rock e
musical. Si annuncia godibilissimo per l’abilità degli esecutori e
lo spirito che essi sanno mettere
nella musica.
“Il pianoforte
racconta la
montagna”
con Federico Zattera.
Trento, Piazza Battisti, ore 21.
Formato da collaboratori di
Moni Ovadia e di varie figure
del cinema italiano, il Rhapsodija Trio interpreta con violino,
chitarra e fisarmonica melodie
yiddish e gitane, comprendendo
una grande varietà di luoghi e
culture. Già sentito, ma può riservare sorprese.
Musica
I Bovinonz
in concerto.
Sopramonte Vigolo Baselga,
Parco ex asilo, ore 21.
Mirko Battisti e Giorgia Endrici
(entrambi voce e chitarra) interpretano cover famose (dai Beatles
a George Michael) con arrangiamenti molto personali.
QUESTOTRENTINO
venerdì 7 agosto
Cinema
“Questione di cuore”
di Francesca Archibugi, con
Kim Rossi Stuart, Antonio Albanese, Micaela Ramazzotti.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.
Due infartuati si conoscono in
ospedale. Il resto del film continua
ad allontanarsi e a ritornare sul
tema della malattia. I volti malinconici cui le parole vengono affidate sono quelli, perfetti, di Antonio
Albanese e a Kim Rossi Stuart. Il
taglio della sceneggiatura è felicemente in equilibrio sul crinale acuto tra ironia e dramma.
Folk-Rock
Legittimo
Brigantaggio
in concerto. Per “Castelfolk”.
Castellano, ore 21.
Gruppo laziale composto da sei
elementi che suonano – la definizione è loro – un energico “combat folk”.
rak, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova.
Rovereto, Navicello-Istituto
Agrario di S. Michele.
Ore 20: visita della Cantina.
Ore 21.30: film.
Vedi presentazione al 23 luglio.
Danza
Compagnia
Retouramont
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Sella, Malga Costa, ore
11 e 15.
Si replica domani e dopodomani.
Folk
Davide Van De Sfroos
in concerto. Per “Castelfolk”.
Castellano, ore 21.
Davide Bernasconi (in arte Davide Van De Sfroos) è volato dal
Davide Van De Sfroos
55
monitor agosto
Musica
Cavalese, Piazza, ore 21.
Rievocazioni
Maria Pia De Vito,
Claudio Astronio,
Il Suonatore Jones
Ultima tappa del tour benefico di
un singolare complesso di medici
altoatesini che suonano musica
West Coast per raccogliere fondi
a favore di un ospedale nell’Etiopia del sud.
“Evviva Arminio”
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Monte Bondone, Viote,
Gervasi, ore 14.
Da un verso di "Andrea" di Fabrizio De Andrè sboccia un
concerto dalle effusioni jazz che
rievoca gli scontri tra le rupestri trincee trentine durante la
Grande Guerra. Un omaggio a
Faber dalle corde vocali di Maria Pia De Vito con i rintocchi
del pianista Claudio Astronio e
l’accompagnamento del gruppo Il
Suonatore Jones.
Musica-Cabaret
Banda Osiris e
Quartetto Ombra:
“Là dove sorge il sol”
Per “I suoni delle Dolomiti”.
San Martino di Castrozza,
Rifugio Pedrotti alla Rosetta,
ore 6.
“Canzoni dei nostri
ricordi”
Spettacolo teatrale con la compagnia Teatro Belli diretta da
Antonio Salines, con la partecipazione del I Reggimento
Cacciatori a cavallo e del II
Reggimento Kaiser Artillerie.
Per “Il gioco dei castelli”.
Besenello, Castel Beseno,
ore 16-23. Si replica domani
9 agosto, a Castel Beseno,
dalle 10 alle 18, e lunedì 10
agosto, al Parco Cesarini
Sforza di Terlago, alle ore 21.
col soprano Emiko Kubota, il
tenore Vito Martino, il baritono
Lisandro Guinis e con Armando Calvia al pianoforte.
Trento, Piazza Battisti, ore 21.
Artisti di notevole livello che si
esibiscono nelle più note canzoni
della tradizione napoletana, spagnola e latinoamericana.
domenica 9 agosto
lunedì 10 agosto
Musica
Cinema
Sara & the Sonics
“Fuori menù”
sabato 8 agosto
Classica
Kreative Ensemble
Musica di Vivaldi (“Le quattro
stagioni”). Per “Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Centro
Congressi Pinè 1000, ore 21.
Folk
“C’è folk e folk”
Trento, Piazza Battisti, ore 11.
Festival cui partecipano gruppi
trentini, toscani, pugliesi e siciliani.
Folk-Rock
Sine Frontera
in concerto. Per “Castelfolk”.
Castellano, ore 21.
Gruppo folk-rock che, come suggerisce il nome, pratica il più largo meticciato musicale.
Musica
“Sax... più piano”
Con Mario Ciaccio (sax) e Simone Gnotto (piano). Musiche
di Ross, Ghidoni, Pangrazzi,
Piazzolla.
Roncegno, Palace Hotel, ore 21.
“For Africa 2009”
con la band di Toni Pizzecco.
56
Ottetto sperimentale per fiati a
colazione: la Banda Osiris e lo
speculare Quartetto Ombra salutano l’alba del nuovo giorno
con un giocoso intreccio di echi
e rimandi sonori. Empatia assicurata e per una volta ben venga la sveglia che strilla presto la
mattina.
in concerto.
Meano, Corte interna di Case
Sardagna, ore 21.
Cinque musicisti trentini con un
programma che spazia dal folk al
pop al jazz.
di Nacho C. Velilla, con Javier
Càmara, Lola Dueñas, Carlos
Leal.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.
La Spagna ha sfornato, negli
luglio 2009
ultimi anni, alcune interessanti
commedie gay, come “Reinas”. Si
inserisce in questo filone “Fuori menù”, che trova una felice
ambientazione in un ristorante.
Barzelletta: “Perché hanno licenziato un infermiere checca della
banca del seme? Perché beveva in
servizio”.
Folk
Nickelharpa Network
Orchestra
Trento, Badia di S. Lorenzo,
ore 21.
Gruppo italiano che si esibisce
di e con Pino Petruzzelli.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.
Uno dei più grandi attorinarratori italiani che fuori dal
mainstream alla Paolini o alla
Celestini riesce ancora a fare
un teatro sincero, originale,
umile e altissimo. Tratto da un
libro che è anche una ricerca
sul campo, “Non chiamarmi
zingaro” è un canto d’amore
per un popolo che non avendo
mai avuto confini da difendere,
non ha mai dichiarato guerra
a nessuno. Petruzzelli si è calato, fisicamente, per cinque anni
nei campi nomadi e nei ghetti
di mezza Europa per poi raccontarci, con sguardo lucido e
appassionato, la vita dei tanti
volti puliti di una cultura che
del nomadismo ha fatto l’unica
possibilità di sopravvivenza.
martedì 11 agosto
nei e gregoriano, con inaspettati punti di contatto. Come
introduzione, un percorso alla
scoperta di antichi mestieri e
leggende. Per l’escursione, prenotazione obbligatoria (0465
901217).
Rock
Rockin’ Diapason Band
in concerto.
Trento, Piazza Battisti, ore 21.
mercoledì 12 agosto
Cinema
“L’abbuffata”
di Mimmo Calopresti, con
Gérard Depardieu, Diego Abatantuono, Donatella Finocchiaro.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.
Una satira su “in Italia il grande
cinema non si fa più”, sulla deriva televisiva della comunicazione per immagini. Ma non coglie
pienamente il segno: Calopresti
(come ne “La fabbrica dei tedeschi”, ahinoi) è ancora troppo
vanitoso, il tono è inutilmente
nostalgico, le battute comandate.
Classica
“Solo... più piano”
Col pianista Rainer Maria Klaas.
Musiche di Scarlatti, Brahms,
Liszt, Beethoven.
Dimaro, Teatro Comunale,
ore 21.
Concerto
di Elisa Bellini (flauto) e Caterina Chiozzi (arpa). Per “Pinè
Musica”.
San Mauro, Chiesa, ore 11.
Classica
Trio Wiener Serenade
Musiche di Mozart, Schubert,
Haydn.
Rovereto, Chiesa del Moietto,
ore 21.
Folk
Mamadì Kaba
in concerto.
Trento, Villazzano 3,
Tecnostruttura, ore 21.
Vedi presentazione al 17 luglio.
Musica
Trekking musicali
con uno strumento ad arco poco
conosciuto, la nickelharpa appunto, appartenente alla stessa
famiglia della ghironda e della
viella.
Teatro
“Non chiamarmi
zingaro”
QUESTOTRENTINO
con i Destrani Taràf, il Trio vocale Feininger e il Trio Amara.
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Vallle del Chiese, Sentiero
Etnografico Rio Caino, dalle
ore 10. Concerto a Malga
Caino alle ore 14.
Giornata dedicata all’etnomusicologia e al recupero di antiche melodie, tra klezmer, canti
di montagna, suoni mediterra-
57
monitor agosto
Musica
Quint’etto
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fassa, Val di Dona,
Camerloi, ore 14.
Si definiscono “mezzo chilo di
musica, ironia e divertimento”,
ma per mestiere suonano nell’Orchestra Nazionale dell’Accademia
di S. Cecilia. Il musicista classico
è come il poeta per Palazzeschi:
non vede l’ora di potersi divertire,
mescolando i generi, affrontando
in modo inusuale terreni nuovi e
divertendo anche il pubblico. Attenzione, scarpinata.
I Bovinonz
in concerto.
Gardolo, Parco Canova, ore 21.
Vedi presentazione al 5 agosto.
giovedì 13 agosto
Jazz
Christian Escoudé
Nouveau Trio Gitan
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Monti Lessini, Malga Fratte,
ore 14.
Christian Escoudé, con il suo
Nouveau Trio Gitan, composto
da tre chitarristi, riporta alla
luce lo stile del grande Django
Reinhardt; un jazz un po’ retro
ma dalla grande espressività e
condito da elementi esotici, grazie alle origini gitane. Molto piacevole.
venerdì 14 agosto
Cinema
“Australia”
di Baz Luhrmann, con Nicole
Kidman, Hugh Jackman, David
Wenham.
Rovereto, Terrazze del Mart,
Classica
Ensemble Frescobaldi
Dirk Hamilton and the
Bluesmen
in concerto.
Gardolo, Piazza Libertà, ore
21.
Un cantautore americano esponente della musica californiana
degli anni ’70 accompagnato da
una band italiana.
“La cucina afrodisiaca
di Giacomo Casanova”
Teatro
“Viale d’inverno”
ore 21.
La proprietaria e il rude allevatore. Gli aborigeni. L'Australia e la
sua storia. Filmone lungo e largo
del regista di “Moulin Rouge”, che
non riesce pienamente, stavolta,
a dominare il mélo. L'ambizione
di fare un nuovo “Via col vento” è
decisamente troppo alta.
col Complesso Corelli.
Trento, Giardino S. Chiara.
Concerto: ore 18.30.
Degustazioni: ore 21.
Una combinazione di arte e
gastronomia. Dopo le musiche
barocche (in primis Vivaldi)
eseguite dal Complesso Corelli, gli spettatori potranno assaggiare ricette settecentesche
abbinate a una selezione di
vini. Occorre prenotarsi entro
il 10 agosto; il prezzo è di 25
euro.
Rassegne
“Mescolanze/Notte”
con Zaharina Asenova (canto),
Aleksey Asenov (fisarmonica) e
Marco Ferrari (clarinetto e flauti).
Trento, Piazza Battisti, ore 21.
Festa di suoni e sapori, parole e
danze.
Rovereto, Piazza Leoni.
Ore 19-23: “La tavola di
‘Mescolanze’”.
Ore 21.30: Keith B. Brown Trio.
Blues tradizionale con incursioni
nel jazz e nel folk.
Rassegne
Teatro
“Mescolanze/Notte”
“Sui sentieri della
memoria – Le Dolomiti
raccontano”
Folk
“Classico zigano”
Festa di suoni e sapori, parole e
danze.
Rovereto, Piazza Leoni.
Ore 19-23: “La tavola di
‘Mescolanze’”.
Ore 21.30: Fuentes in
concerto.
I Fuentes del primo concerto di
58
sabato 15 agosto
Musica per organo e ottoni dal
Rinascimento al Romanticismo.
Per “Pinè Musica”.
Cembra, Chiesa, ore 21.
Musica e gastronomia
Musica
con il Teatro dell’Aleph. Testi di
Antonia Dalpiaz, regia di Giovanni Moleri.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.
“Mescolanze” sono tre percussionisti, due italiani e un ivoriano,
che interpretano musiche di amicizia, migrazioni, ritorni.
Christian Escoudé
di Maria Cristina Giambruno.
Brentonico, Palazzo Baisi, ore
11 e 18. Replica domani, ore 17
e 21.
Vedi presentazione al 4 luglio.
luglio 2009
domenica 16 agosto
Musica
“Melodie degli alpini
in chiave jazz”
col Davide Calvi Trio.
Trento, Piazza Battisti, ore 21.
Rassegne
“Mescolanze/Notte”
Festa di suoni e sapori, parole e
danze.
Rovereto, Piazza Leoni.
Ore 19-23: “La tavola di
‘Mescolanze’”.
Ore 21.30: A3 in concerto
Folk del nostro Meridione: tammuriate, pizziche, tarantelle.
Rievocazioni
“Festa a corte”
Spettacolo in costume con
la compagnia Cinquedea e il
Gruppo Musicale Asgard. Per
“Il gioco dei castelli”.
Stenico, Castel Stenico, ore
15-19.
lunedì 17 agosto
Cinema
“Il curioso caso di
Benjamin Button”
di David Fincher, con Brad Pitt,
Tilda Swinton, Cate Blanchett.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21
Passo falso di David Fincher, autore prezioso. Brad Pitt nasce vecchio e ringiovanisce. Idea buona
per un piccolo pamphlettino, non
per un film di tre ore, che incontra
per strada, più che la Storia, solo
retorica e inevitabili innamoramenti. Francamente noioso.
Rassegne
“Mescolanze/Notte”
Festa di suoni e sapori, parole e
danze.
Rovereto, Piazza Leoni.
Ore 19-23: “La tavola di
‘Mescolanze’”.
Ore 21.30: Riserva Moac in
concerto.
Sonorità programmaticamente
indefinibili: il massimo della contaminazione musicale.
Rievocazioni
“La battaglia di
Segonzano”
Spettacolo di suoni e luci con
la Compagnia delle arti. Per “Il
gioco dei castelli”.
Segonzano, Castello, ore 21.30.
martedì 18 agosto
Jazz
Gabriele Mirabassi
Trio
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Monte di Mezzocorona, Malga
Kraun, ore 14.
Gabriele Mirabassi è un “jazzista
folk”, abile interprete di musica
brasiliana e d’autore e fresco vincitore del premio Top Jazz 2008
come miglior disco per “Canto di
Ebano”, dedicato al legno del suo
strumento, il clarinetto. Inconfondibile la sua sonorità squillante e travolgente, accompagnato dal chitarrista Peo Alfonsi e
dal bassista Salvatore Maiore.
Rassegne
“Mescolanze/Notte”
Festa di suoni e sapori, parole e
danze.
Rovereto, Piazza Leoni.
Ore 19-23: “La tavola di
‘Mescolanze’”.
Ore 21.30: Selton in concerto.
Un bizzarro cabaret musicale
italo-brasiliano.
Teatro
“La mia patria e
l’uragano”
Con la Compagnia delle Arti.
Per “La memoria dei luoghi”.
Vermiglio, Forte Strino, ore
21.
mercoledì 19 agosto
Cinema
“Earth – La nostra
Terra”
di Alastair Fothergill e Mark
Linfield.
Rovereto, Terrazze del Mart,
ore 21.
Un viaggio ecologista che mostra
la Terra in tutta la sua orgogliosa
grandeur – e la sua fragilità. Orsi
polari e lave, elefanti e deserti,
balene e voli nei cieli. Per inquadrarne (for-dummies) il respiro
epico (che a tutti gli effetti c'è) la
distribuzione ha affidato la voce
narrante a il-senso-della-vita
Paolo Bonolis.
Musica
Quintorigo:
“Play Mingus”
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fassa, Rifugio Monti
Pallidi, ore 14.
Le più celebri escursioni jazz
dall’opera del contrabbassista
Charles Mingus diventano arrangiamenti per archi a cura del
gruppo da camera contemporanea romagnolo, per un suono che
dalle viscere della buia New York
trova la via al cielo infinito del
Trentino.
Rassegne
“Mescolanze/Notte”
Festa di suoni e sapori, parole e
danze.
Rovereto, Piazza Leoni.
Ore 19-23: “La tavola di
‘Mescolanze’”.
Ore 21.30: Cisco in concerto.
Dopo 14 anni di esperienze con
i Modena City Ramblers, dal
Riserva Moac
QUESTOTRENTINO
59
monitor agosto
Rassegne
“Mescolanze/Notte”
Festa di suoni e sapori, parole e
danze.
Rovereto, Piazza Leoni.
Ore 19-23: “La tavola di
‘Mescolanze’”.
Ore 21.30: Ipercussionici in
concerto.
Musica dalla Sicilia fra passato e
futuro.
Teatro
“Sui sentieri della
memoria – Le Dolomiti
raccontano”
Musica
2005 Stefano “Cisco” Belotti si
è messo in proprio. Di qualche
mese fa il suo ultimo CD, “Il
mulo”.
“Cime domestiche”
Rock
Naphtaline
in concerto.
Trento, Piazza Battisti, ore 21.
Gruppo nato nel 1982, poi defunto, è risorto nel 2002 con il
repertorio di sempre, aggiornato
alla discografia più recente: si va
dunque da Joe Cocker ai Pink
Floyd, dai Deep Purple a Al Jarreau.
giovedì 20 agosto
Cinema
“Pranzo di
ferragosto”
di e con Gianni Di Gregorio e
con Valeria de Franciscis, Marina Cacciotti, Maria Cali.
Pergine, Castel Pergine.
Ore 20: visita della Cantina.
Ore 21.30: film.
Un uomo deve passare ferragosto
con l'anziana madre e altre tre
nonne che in modo più o meno
ricattatorio gli vengono affidate.
Le attrici – splendide – adattano
60
al loro carattere una sceneggiatura impeccabile. Tenerezza e ironia dalla parte delle vecchiette.
con Paolo Benvegnù, Monica
Demuru, Petra Magoni, Ares
Tavolazzi, G. Ridolfo Gagliano:
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Valle di Cembra, Rifugio
Potzmauer, ore 14.
L’outsider par excellence del pop
autoriale Paolo Benvegnù con la
complicità del contrabbassista
Ares Tavolazzi e del chitarrista
Guglielmo Ridolfo Gagliano tesse
le trame per due tra le migliori
voci femminili italiane per un
omaggio alle “Donne di Montagna”. Che mondo sarebbe senza
montagne... (e donne)?
di Maria Cristina Giambruno.
Trento, Villa De Mersi, ore 20
e 22.
Replica domani, ore 20 e 22.
Vedi presentazione al 4 luglio.
venerdì 21 agosto
Folk
Sokan
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Sole, Monte Vigo, ore
14.
Sokan, una tribù dal Burkina
Faso sbarca in Trentino per celebrare l’indissolubile legame che
lega l’Uomo alla sua (Madre)
Terra: febbrili percussioni e balli
tribali dedicati a chi vive e pensa
senza confini.
Folk
Coro Sass Maor
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Valle di Cembra, Rifugio
Potzmauer, ore 11.
Lirica
“Il viaggio a Reims”
Cantata scenica di Gioacchino
Rossini, con l’Orchestra Haydn
diretta da Trisdee Na Patalung.
Trento, Via Belenzani, ore 21.
luglio 2009
Incontri
“Estinti i dinosauri?
Ma neanche per sogno!
Spedizioni pazze sulle
orme dei dinosauri”
Incontro con Giuseppe Leonardi.
Castello di Fiemme, Sala
Teatro, ore 17.
Drena, Castel Drena, ore 21.
Replica il 22 e il 23 agosto al
Castello di Arco.
Ensemble Frescobaldi
Rassegne
Organi e ottoni dal Rinascimento al Romanticismo.
Bedollo, Chiesa, ore 21.
“Mescolanze/Notte”
Teatro
“Sacco e Vanzetti”
di M. Roli e L. Vincenzoni, con
il GAD Città di Trento. Regia di
Folk
Coro Sasso Rosso
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Festa di suoni e sapori, parole e
danze.
Rovereto, Piazza Leoni.
Ore 19-23: “La tavola di
‘Mescolanze’”.
Ore 21.30: Fabulous Boogie
Boys in concerto.
Esplosiva band inglese di musica
rock-soul-blues.
lunedì 24 agosto
Musica e poesia
“A piena voce”
Omaggio a Vladimir Majakovskij.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.
martedì 25 agosto
Classica
“Improvvisazione... più
piano”
Con Martin Münch, pianista,
compositore, improvvisatore.
Musiche di Mozart e Münch.
Tione, Scuola Musicale, ore
21.
Musica
Daniele Silvestri
in concerto.
Rassegne
“Mescolanze/Notte”
Festa di suoni e sapori, parole e
danze.
Rovereto, Piazza Leoni.
Ore 19-23: “La tavola di
‘Mescolanze’”.
Ore 21.30: Adesa in concerto.
Musica rituale dal Ghana.
Rievocazioni
“La terra degli
alberi dalle foglie
d’argento”
Spettacolo su testi di Mauro
Neri. Per “Il gioco dei castelli”.
QUESTOTRENTINO
Alberto Uez.
Trento, Giardino S. Chiara, ore 21.
Vedi presentazione al 4 luglio.
sabato 22 agosto
Classica
Orchestra J. Futura
In programma musiche di Fauré, Mendelssohn, Beethoven.
Trento, Piazza Battisti, ore 21.
Orchestra Haydn
diretta da William Lacey. Musiche di Haendel e Mendelssohn.
Baselga di Pinè, Centro Pinè
1000, ore 21.
Val Rendena, Passo del
Grostè, ore 6.
I cori di montagna si sono
emancipati, attirando l’attenzione di molti compositori ed esibendosi sempre più spesso nei teatri.
In quest’occasione, però,
ritroviamo la suggestione
dei canti popolari alpini,
interpretati dal coro solandro Sasso Rosso, nel loro
ambiente naturale – appunto, la montagna. Come
se non bastasse, concerto
all’alba. Suggestivo.
61
monitor agosto
Erik Friedlander
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Non, Altopiano della
Predaia, Rifugio Ai Todes-ci,
ore 14.
Da canzoni d’impegno civile a
ritornelli pronti per le spiagge, da
raffinato cantautorato etnico a
sorridenti ritagli FM: i mille volti
del seguitissimo e trans-generazionale Daniele Silvestri,
mercoledì 26 agosto
Cabaret
Alessandro
Bencivenga
Trento, Parco Clarina, ore 21.
Comico trentino, attualmente lavora con Lucio Gardin su TCA.
Classica
“Improvvisazione... più
piano”
Con Martin Münch, pianista,
compositore, improvvisatore.
Musiche di Mozart e Münch.
Cavalese, Palacongressi, ore
21.
Ensemble Punteado
Musiche di Frescobaldi, Cazzati,
Piccinini. Per “Pinè Musica”.
Montagnaga, Santuario, ore
11.
Folk
Sheik Habboush e
l’Ensemble Al Kindi
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Pale di S. Martino, Val Canali,
Villa Welsperg, ore 14.
Ardito accostamento tra la musica popolare siriana e il panorama
delle Pale di S. Martino. Interessante spettacolo della tradizione
sufi, eseguito con strumenti caratteristici della musica classica
araba, recuperando riti e cerimoniali millenari. Consigliatissimo
per gli appassionati del genere.
Concerto a ballo
con il gruppo “I Musikanti”.
Rovereto, Piazza Malfatti, ore 21.
62
Gli spettatori saranno coinvolti
in facili danze della tradizione
italiana e non solo.
Marnan
Spini di Gardolo, ore 21.
Musiche e danze di ispirazione
africana ad opera di un gruppo
creato da “La Savana”, un’associazione con sede a Gardolo che
opera in Senegal su progetti per
lo sviluppo agricolo.
Teatro
“DORMONO TUTTI SULLA
COLLINA”
monologo con Maura Pettorruso ispirato alla vita di Fernanda
Pivano, con musica dal vivo di
Fabrizio De Andrè tratta da
“Non al denaro non all’amore
né al cielo”.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.
“Sui sentieri della
memoria – Le Dolomiti
raccontano”
di Maria Cristina Giambruno.
Trento, Teatro Sociale, ore 18
e 21. Replica domani, ore 18
e 21.
Vedi presentazione al 4 luglio.
luglio 2009
giovedì 27 agosto
Cinema
“Once”
di John Carney, con Glen
Hansard, Markéta Irglová,
Bill Hodnett.
Calliano, Castel Pietra.
Ore 20: visita della
Cantina. Ore 21.30: film.
Un giovane busker incontra
e fa innamorare una ragazza
perduta proveniente da Praga. Siamo a Dublino. “Se il
“Classica e non
solo”
Concerto dell’orchestra di
fiati del Liceo ‘Rosmini’ di
Rovereto diretta dal M° Andrea Loss.
Rovereto, S. Giorgio,
Campo Polivalente, ore
20.30.
Rock
sabato 29 agosto
Area 51
Musica & Teatro
in concerto.
Trento, Parco Maso
Ginocchio, ore 21.
Banda rock di Arco che presenta cover di artisti italiani
e internazionali, da Zucchero ai Queen, da Ligabue agli
U2.
“Figuriamoci”
venerdì 28 agosto
Feste
“ManifestaGiovane”
film non vi spezza felicemente
il cuore, non ne avete uno”,
scrive Anselma Dell'Ollio. Per
una volta, forse, ci si può fidare dell'ospite fissa del salottino di Marzullo.
Musica
Erik Friedlander
(violoncello)
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Alpe del Cermis, Laghi di
Bombasel, ore 14.
Curriculum da grande jazzista, con sconfinamenti nel
rock e nelle avanguardie,
fino al grunge, per un virtuoso del... violoncello. Un
musicista nel vero senso della
parola, fusione di tutte le divisioni dei generi e degli stili;
un concerto duetto tra uno
strumentista newyorkese e le
montagne trentine.
Pianoforte e percussioni per
un intimo viaggio nell’Anima Latina della cantautrice
romana: tra penombre mediterranee o soleggiate spiagge
brasiliane, lasciatevi cullare
da questa delicata brezza canora.
Rovereto, Piazza Erbe,
Piazza Malfatti, Via Portici,
Piazza Loreto, ore 1623.30.
Si replica domani.
Due giorni dedicati all’arte
giovanile, con concerti, balli
hip-hop, capoeira, teatro di
strada, ecc.
Musica
Fiorella Mannoia
Per “I suoni delle Dolomiti”.
Val di Fassa, Rifugio
Fuchiade, ore 14.
domenica 30 agosto
Folk
“I canti di osteria”
con Grazia De Marchi e Il
Nuovo Canzoniere Veronese.
Monologhi e canzoni.
Trento, Giardino S. Chiara,
ore 21.
Concerto-spettacolo dove c’è
un po’ di tutto: folk romagnolo, jazz, musica francese
e monologhi da testi di Raffaello Baldini, Tonino Guerra e
Nino Pedretti.
Teatro
“Sui sentieri
della memoria
– Le Dolomiti
raccontano”
di Maria Cristina Giambruno.
Mezzolombardo, Castello,
ore 18 e 21. Replica
domani, ore 10.30, 18, 21.
Vedi presentazione al 4 luglio.
Povo, Parco Passo Cimirlo,
ore 11.
Teatro
“Zang TumbTumb –
Battaglia a 9 piani”
I futuristi alla conquista di
Monte Baldo. Sceneggiatura
e regia di Paolo Domenico
Malvinni.
Rovereto, Cortile interno
del Museo della Guerra,
ore 16.30.
Il lavoro si basa sui diari
infiammati scritti dai vari
Boccioni, Marinetti, Russolo e Balla in occasione della
loro partecipazione all’assalto
di Dosso Casina, nel 1915.
Guerra, futurismo e montagna...
lunedì 31 agosto
Incontri
“Montagne e guerre
moderne”
Incontro con Lorenzo Cremonesi.
Cavalese, Palacongressi,
ore 21.
63
monitor settembre
martedì 1 settembre
Classica
“Concerto a ricordo
del M° Renato Dionisi”
col gruppo strumentale ‘Dionisi’. Musiche di Dionisi, Sammartini, Bach, Mozart, Vivaldi.
Sacco di Rovereto, Chiesa di
S. Giovanni Battista, ore 21.
giovedì 3 settembre
Danza
“’I’ is Memory”,
“Children”
gicomico pezzo di teatro-danza
sugli alti e bassi e sugli stati d’animo esaltati dell’amore.
venerdì 4 settembre
Danza
“I is Memory”,
“Children”
coreografie di Benoît Lachambre e Nigel Chamock, con Louise Lecavalier - Le Fou Glorieux..
Per “Oriente Occidente”.
Rovereto, Auditorium Melotti,
ore 21.
Vedi presentazione al 3 settembre.
artisti di varie discipline ed etnie
e lasciarli liberi di interagire e
di creare, attraverso movimenti
estremi e rapidissimi, una danza dai complicati intrecci. La
compagnia presenta a Rovereto
alcune tra le sue più acclamate
performance.
sabato 5 settembre
Danza
“Hissy fits“, Gone”,
“Momentary
Forevers”, “Fall”,
“Moody Booty Blues”,
“Moonlight”, “Rise”.
coreografie di Dwight Rhoden
e Desmond Richardson, col
Complexions Contemporary
Ballet. Per “Oriente Occidente”.
Trento, Teatro Sociale, ore 21.
Vedi presentazione al 4 settembre.
Incontri
“Modalità sostenibile:
la Convenzione delle
Alpi Come modello
per un territorio
esemplare”
Concerto a contorno di una settimana di corsi tenuti dal sassofonista Pepito Ros e dedicati al
terreno di confine tra classica e
jazz, e alle possibilità espressive
del sax. Interessante il materiale
che potrà uscire dal lavoro degli
studenti, anche per il potenzialmente fecondo ambito musicale
che verrà esplorato.
Teatro
“Incomputer”
di Gaetano Masino, a cura della
Compagnia dell’Attimo.
Marco di Rovereto, Teatro
Parrocchiale, ore 21.
domenica6settembre
Danza
“Maple Garden”, “Les
Noces”.
coreografia di Tatiana Baganova, con la compagnia Provincial
Dances. Per “Oriente Occidente”.
Rovereto, Auditorium Melotti,
ore 21.
Incontro con Marco Onida.
Cavalese, Palacongressi, ore
21.
Musica
“I bemolli sono blu”
coreografie di Benoît Lachambre e Nigel Chamock, con Louise Lecavalier - Le Fou Glorieux..
Per “Oriente Occidente”
Rovereto, Auditorium Melotti,
ore 21.
Louise Lecavalier, nome leggendario della danza canadese,
porta a Rovereto “I” is Memory”,
progetto solista pensato appositamente per lei da Benoît Lachambre, e Children, coreografia ideata da Nigel Charnock. Il primo
è un lavoro di un minimalismo
estremo ma fisicamente molto
impegnativo; il secondo è un tra-
64
“Hissy fits“, Gone”,
“Momentary
Forevers”, “Fall”,
“Moody Booty Blues”,
“Moonlight”, “Rise”.
Per “Pinè Musica”
Baselga di Pinè, Centro Pinè
1000, ore 21.
coreografie di Dwight Rhoden e
Desmond Richardson, col Complexions Contemporary Ballet.
Per “Oriente Occidente”.
Trento, Teatro Sociale, ore 21.
È il nome stesso della compagnia,
Complexions, a sintetizzare la
missione dei suoi due fondatori (Dwight Rhoden e Desmond
Richardson): raggruppare molti
Pepito Ros
luglio 2009
Si ispirano alle sperimentazioni
dei mitici Balletti Russi i lavori
di Tatiana Baganova, che in Maple Garden conduce lo spettatore
in un mondo fatato e sognante,
attraverso una misteriosa favola ambientata tra alberi d’acero,
mentre in Les Noces rimette in
scena una delle più celebri coreografie di Nijinska -sorella del ben
più celebre astro della danza russa- alla ricerca dell’essenza e delle
origini primitive della cerimonia
delle nozze.
lunedì 7 settembre
Danza
“Post Engagement
Diptych, Part I & II”.
coreografia di Tatiana Baganova, con la compagnia Provincial
Dances. Per “Oriente Occidente”.
Rovereto, Auditorium Melotti,
ore 21.
In Post Engagement Diptych
Part I la danza è un continuo
contatto tra genere maschile e
femminile, storie di coppie che si
intrecciano fra armadi di ferro e
seggioline da pic nic. La seconda
parte riporta invece al mondo
fatato della Baganova (che si è
aggiudicata con questa coreografia il prestigioso premio Golden
Mask), dove enormi sfere trasparenti piene di sogni dai significati
inconsci fluttuano mollemente
sul palcoscenico tra le mani -ed i
capelli- delle danzatrici.
“Oriente Occidente”.
Trento, Teatro Sociale, ore 21.
Vedi presentazione al 7 settembre.
“La chambre blanche”.
coreografie di Olga Pona, con
la Chelyabinsk Contemporary
coreografia di Ginette Laurin,
con la compagnia O Vertigo. Per
“Oriente Occidente”.
Trento, Teatro Sociale, ore 21.
Ginette Laurin, anima della compagnia canadese, presenta il riallestimento de La Chambre Blanche, considerata una delle sue
più intense creazioni coreografiche. Una nuova colonna sonora
e le luci riescono a rinforzare ulteriormente l’atmosfera alienante
della performance, ambientata in
una sorta di ospedale psichiatrico, luogo di estrema vulnerabilità
in cui nove danzatori “in cattività” non hanno altra scelta se non
di abbandonarsi al disequilibrio
e alla vertigine.
mercoledì 9 settembre
Danza
“Celestial Body”, “The
other Side of the
River”
Dance Theater. Per “Oriente
Occidente”.
Rovereto, Auditorium Melotti,
ore 21.
Olga Pona attinge dall’ambiente che la circonda la materia
e i soggetti per le sue coreografie, storie allo stesso tempo
quotidiane e filosofiche che si
riallacciano alla tradizione
letteraria russa. I personaggi
protagonisti sono i lavoratori
di Chelyabinsk, città industriale al confine dei monti Urali,
che diviene lo specchio della
complessità della vita post-comunista tradotta in una danza
priva di espedienti scenici ma
ad alta densità di contenuti.
giovedì 10 settembre
Danza
“The Songs of
Komitas”
coreografia di Natalya Kasparova, con la Natalya Kasparova
Dance Company. Per “Oriente
Occidente”.
Trento, Teatro Sociale, ore 21.
martedì 8 settembre
Danza
“La chambre blanche”.
coreografia di Ginette Laurin,
con la compagnia O Vertigo. Per
QUESTOTRENTINO
65
monitor settembre
Natalya Kasparova è una delle
principali rappresentanti della
nuova generazione di coreografi
russi, che hanno deciso di rompere con la tradizione del balletto classico per perseguire nuove
modalità di espressione. L’ispirazione per la performance deriva
dalle musiche sacre del compositore armeno Komitas che riflettono la dolorosa storia del
suo popolo. Una serie di episodi
in cui la danza simbolicamente
ricrea le tradizioni e le leggende
armene.
Martha Graham porta avanti,
rinnovandole, le istanze tecniche ed emozionali della maestra. Dall’unione delle arti con le
nuove tecnologie e dall’intento di
raccontare storie ispirate alla vita
di celebri artisti nascono lavori
come Frida, suggestionato dalla
vita della Kahlo, e Caravaggio
Meets Hopper, che contrappone
la quiete e la serenità dei quadri
di Hopper con la teatralità di Caravaggio.
venerdì 11 settembre
Classica
Danza
“Frida”, “Interplay”,
“Sospiri”, Caravaggio
meets Hopper”
coreografie di Jacqulyn Buglisi,
con la compagnia Buglisi Dance
Theater. Per “Oriente Occidente”.
Rovereto, Auditorium Melotti,
ore 21.
Dal 1994, la compagnia fondata
da Buglisi insieme a tre compagni provenienti dalla scuola di
danzare,
mentre
Red Hills prende il nome da un
quadro dell’artista
americana Georgia
O’Keefe. Requiem,
nato come metafora
dell’oppressione delle donne, dopo l’11
settembre, è invece
divenuto un lavoro
più vicino e sensibile agli avvenimenti
contemporanei.
sabato 12 settembre
Ensemble strumentale
del conservatorio
Bonporti
diretto da Giancarlo Guarino.
Musiche di Debussy e Brahms.
Per “Pinè Musica”.
Baselga di Pinè, Centro
Congressi Pinè 1000, ore 21.
Danza
“Against all Odds”,
“Sand”, “Red Hills”,
“Requiem”
Folk
Concerto di
cori alpini
coreografie di Jacqulyn Buglisi,
con la compagnia Buglisi Dance
Theater. Per “Oriente Occidente”.
Rovereto, Auditorium Melotti,
ore 21.
Oltre che dalla vicende quotidiane, Jacqulyn Buglisi attinge l’ispirazione per le sue coreografie
dalla pittura e dalla letteratura,
inserendo continui riferimenti
ai suoi studi e alle sue passioni.
Sand è un tributo alla gioia del
Rovereto, Sala
Filarmonica, ore 20.45.
Teatro
“Sui sentieri della
memoria – Le Dolomiti
raccontano”
di Maria Cristina Giambruno.
Pergine, Palazzo Hippoliti,
ore 20 e 22. Replica domani,
ore 11, 18, 20.
Vedi presentazione al 4 luglio.
domenica13settembre
Danza
“Inri”
coreografia di Stefano Mazzotta
e Emanuele Sciannamea, con la
compagnia Teatrofficina Zerogrammi. Per Oriente Occidente”.
Rovereto, Auditorium Melotti,
ore 21.
Il duo di attori-danzatori formato da Stefano Mazzotta e
Emanuele Sciannamea, che nella
scorsa edizione del Festival è risultato vincitore del concorso coreografico “Danz’è”, propone una
riflessione a tratti grottesca e paradossale sulla pratica della fede
nella religione cattolica, scandita
dai tempi e dalle movenze tipici
della liturgia.
66
luglio 2009
Trento, Consiglio della Provincia autonoma di Trento
Palazzo Trentini
25 settembre - 29 novembre 2009
Othmar Winkler
Storie della gente trentina
A cura di Giovanna Nicoletti
Più volte quella di Othmar Winkler è stata definita “Un’arte di contenuti in cui ogni
linea costruttiva o deformatrice è messaggio di sostanza e momento allegorico”. Le
sue forme ricche di “contorcimenti” e di “contrapposizioni volumetriche” hanno spesso
descritto “il vero dell’ironia e della mostruosità tragica”. Disegni e sculture hanno fissato,
talvolta, la rappresentazione di contenuti religiosi - nati da una teologia essenziale - o,
piuttosto, la descrizione di tipologie umane realisticamente intrise
dal dramma della lotta del bene contro il male. La sua storia
coincide con le grandi trasformazioni e le sofferenze del nostro
secolo. La sua opera sensibile riflette il dolore per ricomporre
nelle forme quell’unità che l’uomo da sempre ricerca.
Il consiglio della Provincia autonoma di Trento rende
omaggio a Othmar Winkler con la ricollocazione
dell’opera pensata per Palazzo Trentini e con la
titolazione della sala espositiva all’artista scomparso.
Corredano questo progetto una serie di lavori di
scultura e di grafica che inquadrano il lavoro di
Winkler che già negli anni Cinquanta aveva saputo
guardare alle vicende della sua terra descritte in un
panorama allargato dell’arte mitteleuropea, tale
da congiungere le ammalianti forme mediterranee
con le linee indurite dell’espressionismo tedesco.
QUESTOTRENTINO
67
PUBBLICITA’
TRENTINO spa
68
luglio 2009