SOUND AND VISON PRESENTA THEBESTOFSOULBLACKFUNKAFROBEATSELECTIONS FOR THE FIRST TIME: DJ & VIDEO SET!!! BACK TO BLACK SAB 24 GENNAIO 2009 - ROCKCAFE’ (TV) VEN 30 GENNAIO 2009 - SARTEA (VI) MIND THE STEP EDITORIALE 1.0 di DANIELE P. (The Editor) E’ ORA DI APRIRE GLI OCCHI! NON C’E’ PIU’ TEMPO! E’ ORA DI APRIRE GLI OCCHI! APRENDOLI VI ACCORGERESTE CHE LA NON E’ COME VE LA RACCONTANO! SPEGNETE LE TELEVISIONI! INFORMATEVI REALTA’ UTILIZZANDO FORME ALTERNATIVE COME IL WEB PREPARATEVI A COMBATTERE LA GUERRA PIU’ DURA DELLA VOSTRA ESISTENZA! POLITICA COMBATTETE LA , COMBATTETE IL MALCOSTUME CHE STA UCCIDENDO IL NOSTRO PAESE! SE UN VILLAGGIO SENZA MUSICA E’ UN VILLAGGIO MORTO, UN PAESE SENZA INFORMAZIONE SARA’ ANCHE QUESTO UN PAESE MORTO! E’ ORA CHE APRIATE GLI OCCHI! PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!!! di STEFANO ROSSI - [email protected] BACK TO THE FUTURE Addio 2008, eccoci nell'anno nuovo, un 009 che “esperti” e “tecnici” presagiscono pessimo per l'economia. Ok, ne prendiamo atto, ma mica possiamo angosciarci tutto il tempo pensando che l'Italia è in recessione: in fondo, mica è colpa nostra, almeno questa volta... A noi interessa la musica. E quest'anno promette bene. Proprio in questi giorni, mentre scriviamo, è stata annunciata la quinta edizione del Jazz Not Dead Festival, che l'amico Dax Dj organizza ogni anno al bar Sartea, locale che è uno dei pochi rimasti a Vicenza a proporre musica seria. Elettronica a gogò, dunque, tra febbraio e marzo, ogni martedì sera. In occasione dello scorso Natale, è stato annunciato con grande fervore che gli Mp3 hanno superato nelle vendite i Cd: ci voleva un genio, per capirlo. Se poi mettiamo in conto gli S&V INFO POINT: Info Commerciali: 349.1970263 Web www.soundandvision.it Email [email protected] Myspace myspace.com/soundandvisionzine Facebook Cercateci tra i gruppi! scaricamenti illegali (ricordate che chi fa musica deve anche vivere...) il paragone non esiste neanche. Mi sembra ieri, quando un amico mi raccontò – nell'era dei Walkman a cassetta e dell'appena nato Cd - che il futuro era nei microchip che avrebbero contenuto in pochi millimetri un intero album. Adesso siamo ancor più avanti, ma abbiamo forse perso la magia della musica, proprio perché spesso è fin troppo facile da ottenere. Quando si era ragazzini, si doveva risparmiare per settimane onde riuscire ad acquistare l'ultimo Lp di questo o quel gruppo, e la lista era sempre lunghissima. Adesso, la musica di qualità scarseggia, sembra che nulla di nuovo si riesca a ottenere... Per gli appassionati come me di prog rock (questa è una sorta di “outing”...) l'avvento della musica in digitale ha avuto almeno una caratteristica oltremodo positiva: non limita la durata di un brano ai 20/25' di un lato di un Lp. Esagerato, direte. Non troppo, se si pensa che moltissimi artisti dovevano dividere i propri lavori pensando al fattore tempo. Emblematica fu l'uscita, alla nascita del cd (durata iniziale sui 70', poi arrivati a 80') di Mike Rutherford, bassista e chitarrista degli allora seri Genesis: finalmente – disse – si può comporre senza pensare ai limiti di una facciata di un album. Così avevano dovuto fare i Marillion con il loro album più conosciuto, “Misplaced Childhood”, diviso in due sul disco, ma tutt'uno dal vivo. Queste annotazioni libere possono far capire come spesso non solo l'ispirazione, o la tecnica o la preparazione influenzino la creazione di musica. Spesso anche il supporto, o anche gli strumenti musicali stessi caratterizzano gli stili musicali. A proposito, buon anno e... buona musica! Anno 5 - N° 59 - Gennaio 2009 Aut. Trib. Bassano d. G. N° 8/03 del 3.09.2003 Direttore Responsabile: Stefano Rossi - Editore: Daniele Pensavalle Grafica di DJD - Cover : Andrea Blitz Studio (VR) - IconCover: Osvaldo Casanova Officine Vanilla Redazione: S. Rossi (VI) - Ilaria Rebecchi (VI) - L. Lago (VI) - A. Lo Giudice (VI) -Dunia (VI) - F. Nicolli (VI) A. Battista (Glasgow) - G. Mari (VI) - MrCury (VI) - D. Bedin aka DjDax (VI) - L. Sartor (TV) EDITORIALE 1.0 MUSIC RECENSIONI a cura di DjD ANTONY AND THE JOHNSONS “THE CRYING LIGHT” Antony Hegarty è un omaccione alto un paio di metri e largo un bel po', con un'espressione fanciullesca e una voce decisamente fuori dal normale. L'album, dedicato al ballerino Kazuo Ohno, parte da un'ottica diversa rispetto ai suoi predecessori, mostrando la crescita artistica di Hegarty. "The Crying Light" cerca una dimensione ancor più profonda e apre all'uomo in generale e all'universale, guardando al mondo e alla natura, ai principi delle cose. I Johnsons del primo disco erano un ensemble che faceva s e nt i re i l p ro p r i o p e s o caricando d'enfasi i brani. Quelli del secondo erano diventati una pop rock band essenziale - anche se non certo p o v e ra - p i e ga n d o s i a l messaggio. "The Crying Light" presenta invece un Antony cantautoriale, che recupera spazio alle orchestrazioni e ne toglie alla batteria, che abbandona modelli esterni per ergersi a proprio modello. Stupisce la profondità dell'introversione in cui si inabissa "One Dove", e la classe con cui questo avviene. Stupisce ancor di più il guizzo con cui la melodia viene fuori dalla risacca: una nota di piano, la voce che cambia i giri, i violini che accompagnano un testo splendidamente semplice e credibile. E' il vertice dell'intero disco, incastonato fra altri due gioielli atipici quali la multiforme "Epilepsy Is Dancing", ricca di cambi di umore, e l'immaginifica "Kiss My Name", un inatteso passo di danza. Gli arrangiamenti tanto fervidi quanto misurati ne glorificano la scrittura mordiba e fantasiosa. La decina di canzoni di cui si compone questa sorta di concept album sul mondo e i suoi chiaroscuri ("Daylight and the Sun") fa venire in mente una delle parole più abusate da chi parla di musica: artista. Antony and the Johnsons trovano la loro sintesi ideale nel disco più fascinoso, più elaborato, più consapevole. Se il lavoro precedente poteva ben definirsi il manifesto di Hegarty, "The Crying Light" mostra quanto ampie possano essere le vie parallele e quanto gloriosamente siano percorribili. VELVET GOTH & DARK SH H OP GOT Contrà Riale 19 - Vicenza - Tel 0444 544503 - 320.0270599 Email [email protected] - www.velvetgoth.com è nato a Verona il primo centro dedicato esclusivamente alle batterie qui trovi set completi e personalizzati Ludwig, i modelli Vistalite, Legacy, Centennial Inoltre accessori, bacchette, hardware, abbigliamento, merchandising, gadgets tutto rigorosamente Ludwig è anche libreria musicale Circonvallazione Oriani 2B/C - 37122 VERONA - Tel 045.9236859 Fax 045.9580082 WWW.FCMUSIC.IT - [email protected] - WWW.MYSPACE.COM/FCMUSICSTORE MUSIC REPORT DI Ilaria Rebecchi + FOTO by Ambra Linea 77 @ New Age - 20 dicembre 2008 Fedeli alla Linea Linea 77 live? Due ore di musica, divertimento, energia e parole penetranti. Se nell'ultimo singolo della band, La Nuova Musica Italiana, accompagnato da un videoclip in cui i 5 di Venaria (Emiliano Audisio e Nicola Sangermano voci, Paolo Pavanello - chitarra, Davide Pavanello - basso e Christian Montanarella batteria; meglio conosciuti dai fan e non solo come Emo, Nitto, CHinaski, Dade e Tozzo), sono affiancati dai migliori e più interessanti musicisti italiani (da Afterhours a Teatro degli Orrori, passando per Dufresne e Caparezza), il manifesto artistico di questa band regina del crossover del belpaese si palesa in particolare nei live che li vedono proprio migliori persino degli stessi album in studio. Ad aprire i Linea 77 i torinesi Arsenico, emergente band post punk-hc, che presenta l'album d'esordio, "Esistono Distanze", che sviluppa la tematica delle distanze tra persone, luoghi e pensieri, tra chitarre dure e melodie fruibili dotate di intermezzi screamo. Freschi e briosi sul palco. Poi Linea 77 che da Evoluzione, cantata a squarciagola dal pubblico nelle sue rime più provocatorie e reali, passando per brani noti come Fantasma o la multiforme Third Moon, hanno illustrato anche l'ultimo disco (“Horror Vacui"), dalla corale Sempre Meglio, alla poetica Penelope, la possente Grotesque, al primo singolo di denuncia sociale Il Mostro a Touch 2.0. Trionfano live per sonorità toste affiancate dall'eclettismo della chitarra e da quell'alternarsi azzeccato tra le due differenti voci di Emo e Nitto, nella s i nto n i a vo ca l e t ra co r i melodiosi, rap coinvolgente e screamo accattivante. L'energia raziocinante che dipinge la rabbiosa essenza della società contemporanea e dell'arte ragionata che racconta, dichiara e denuncia in sonorità complesse e varie. Energici trascinatori! Linea 77 on line: Linea 77 - www.myspace.com/linea77 Arsenico - www.myspace.com/arsenico MUSIC “STATE A SENTIRE!...” di Ilaria Rebecchi "The Puritans" Casador Una nuova avventura artistica per l'eclettico Alessandro Raina. La malinconica voce, un po' ruvida un po' elettrica, degli Amor Fou (ed ex Giardini di Mirò), ritorna con un raffinato progetto solista, sotto lo pseudonimo di Casador, per Homesleep. Dopo "Colonia Paradi'es" (1999) e "Nema Fictione", ecco "The Puritans", un ep delicato e trasognante, che in 3 canzoni dipinge attraverso ballate dal sapore folk e surreale la storia dell'episodio della spada di Damocle, in una moderna trasposizione a veicolare il passaggio dalla fanciullezza alla maturità dell'uomo contemporaneo, tra problematiche e strade da percorrere. Ascoltando "The Puritans" si viene assorbiti in atmosfere rarefatte magicamente assemblate attraverso la purezza del suono, retrò, nobile e radioheadiano. Così Story Of Damocles si palesa il in delicati e semplici versi che in un'atmosfera sonora rarefatta si riversano per sciogliersi in uno stupore evocativo che apre le porte alla penetrazione mnemonica delle stesse liriche ("it will come a time when my eyes will disintegrate and fade"). E la scrittura in inglese sembra infiammare la vena più delicata di Casador, che in The Puritans sfiora la perfezione nell'evocazione ad occhi chiusi di immagini autunnali romantici e d'altri tempi ("wherever you might fall from grace I might not encode your signal of decay"). Infine Vermillion, che ha proprio nella leggerezza onirica il proprio punto di forza. E così ("I won't amuse me in the dark of evanescence and lust I still have to pay what I cannot do for you") appaiono dolci dichiarazioni di debolezza e forza contemporaneamente. Un ep in cui si mescolano esperienze e tecniche, in paesaggi cinematografici e fotografie immaginarie di vita, tra perdizione e melanconia morbida, nella splendida arte del sogno musicale che ci fugge dalla realtà. Misticismo onirico e soavità romantica. Meraviglioso! "Day & Age" The Killers Ecco tornare The Killers con l'ennesimo grande album, “Day & Age”. La band di Las Vegas, capitanata dall'istrionico Brandon Flowers, immenso interprete d a i t o n i t e a t ra l i , p o n e nell'ultima fatica discografica tutta l'avanguardia futuristica di influenze elettroniche, funky, rock, punk e d'autore. E il risultato è uno dei migliori album del 2008. “Day & Age” ripesca le risonanze sintetiche di “Hot Fuss” con maturità, per un'opera popro c k , e p i c a , l u c c i c a n te , divertente ed originale. Tra sintetizzatori cosmici, climax ascendente e vocalità t rav o l g e n t e , j a z z , ro c k , elettronica e funky, sonorità '70s e nuove. Da Losing Touch, un groove che ricopre il dolore con una patina di sonorità vaporose. Poi Human, il primo singolo, omaggio alla new wave '80s. Le segue Spaceman, inno alla Bowie in cui la voce di Flowers si fa cantabile persino nelle vette più alte, spiritata ed eclettica. Joy Ride è pop music europea ed americana anni '80, mentre A Dustland Fairytale è rock elegante intriso del piano incalzante e di un crescendo emozionale cinematografico, magnetica nell'uso del violoncello. Uno dei migliori brani dell'album, e dei Killers. Poi c'è This Is Your Life, che attraverso una sostanziosa base di cori tribali africani e clavicembalo, ammalia per echi teatrali. Ancora I Can't Stay, country e jazz, piena di clavicembalo ed arpa ed estiva. Neon Tiger colpisce per poca ostentazione strumentale e The World We Live In è un lieve melodramma in cui la doppia sovrapposizione della voce di Flowers vince per b e l l e z za . I n c h i u s u ra i l capolavoro Goodnight, Travel Well, sublimata da una semplicità apparente ed intimista, in 6 minuti di sinistri sospiri cantati di Brandon, commovente riflessione sul dolore e sulla morte, fino alla straziante supplica "stay, don't leave me, the stars can wait for your sign, don't signal now". Senza fiato.“Day & Age” è un capolavoro popolare, glam, rock e malinconico. SIMPLY THE BEST OGNI FINE SETTIMANA DJ SET 13 GEN - DEGUSTAZIONE PESCE CRUDO 27 GEN - DEGUSTAZIONE CARNE E TARTUFO ORGANIZZAZIONE CENE E COMPLEANNI SU PRENOTAZIONE VIA GARIBALDI 26 - LONIGO (VI) MUSIC RECE di CAZALE + Intervista di S&V Mag SHI-SOUND rock SURVIVORS in bassano del grappa SYNCOOP “Professional dreamer” Scrivo mentre controllo in cuffia l'andamento generale di questo “Professional dreamer” opera prima dei SYNCOOP band Bassanese che gira da diverso tempo negli spazi ristretti a disposizione dei musicanti residenti. Il “professional” è azzeccato, nel senso che per trattarsi di un'autoproduzione c'è da leccarsi i baffi, com'è altrettanto vero che i mezzi odierni sono alla portata anche di chi non ha risorse. Qui però c'è un particolare che non coincide con la tecnologia: I Syncoop suonano alla grande e la prova è la loro ultima esibizione allo Shindy club, Totalmente immersi nel loro viaggio di rabbia e liberazione usando il modo migliore per attraversarlo: la musica. “Bornthenreborn” e “Toy” in apertura sfruttano al meglio l'equazione grunge fatta di 4/4 di distorsione punk su tempo metal con esplosione armonica e r i l a n c i o, c ' è t u t t a l a generazione post Rage/Manson/Nirvana ma il sound dei Syncoop comincia ad andare oltre col primo pezzo “pesante” della raccolta “Slave of this programme” viaggio turbolento con una risalita finale di umore gotico da brivido. Il “wall of sound” continua con “The flight” e io abbasso leggermente il volume della cuffia per ascoltare meglio i toni caldi della voce nel marasma di frequenze medie quadrilama che escono dagli auricolari. “If only i could” è il motivo m i g l i o re p e r co m p e ra re questo cd. Alcune raffinatezze di arrangiamento specialmente nelle parti vocali, quella parvenza da hit che implode su se stesso e soprattutto l'equilibrio generale ne fa il loro capolavoro. A chiusura di questa gita negli inferi le note dolenti e malate di “Virginia” ci lasciano un respiro che si trasforma subito in affanno, una ballata sofferta che la versione demo rende ancor più dolce e straziante. Gli elementi dunque sembrano esserci tutti, un live act disinvolto e impattante, un'età che lascia margini infiniti di crescita e cosa più importante una capacità compositiva invidiabile. Ora, per come la vedo io, è fondamentale l'elemento innovativo, l'unica via per riuscire a fare la differenza. INTERVISTA ai Syncoop www.myspace.com/syncoopprogressive I Syncoop sono una novella band italiana che si destreggia tra sonorità hardcore e melodie fruibili, e che è recentemente uscita con l'album di debutto "Professional Dreamer". Ecco cosa mi hanno raccontato di sé e della loro musica. Come è nato “Professional Dreamer”? "Professional Dreamer" è il frutto del nostro amore per la musica, puro, liscio e genuino. Rappresenta le anime di 4 giovani musicisti in 13 tondeggianti centimetri, anime che da due anni praticamente condividono ogni cosa vivano nella loro vita : sfighe, fratelli maggiori! Il vostro è un genere musicale che sembra s p a z i a re d a l m e ta l - co re all'hardcore, passando per un post-punk evoluto.. si può quindi definire crossover? Abbiamo sempre suonato fregandocene del genere che facevamo, lo vediamo come un modo per rendere la nostra musica più sincera, sicuramente è rock'n' roll e ci basta questo! Come mai la scelta di cantare in inglese? Vediamo la lingua di una band praticamente come un ulteriore strumento, probabilmente il più espressivo. L'inglese per un cantante (e per chi ascolta) risulta sempre affascinante e vario, e comunque l'italiano nelle nostre canzoni non funziona tanto! Ci sono band italiane o estere con le quali ambite a suonare in futuro? Tutte le band con cui abbiamo avuto l'opportunità di suonare ci hanno sempre fatto crescere, rendendoci conto che la varietà della musica è semplicemente fantastica! Ovviamente ci sono molte band con cui ci piacerebbe dividere i palchi. In Italia: Subsonica, Elisa, Fine Before You Came, mentre all'estero i primi che ci vengono in mente sono Norma Jean, quel che rimane dei Korn, Finch, Gizmachi, Protest the Hero e Paramore.. Come è nata la vostra band? Prima dei Syncoop Pietro(batteria) e Nicola(basso) suonavano in una pop band mentre io(Mattia, voce) e Stefano(chitarra) suonavamo in una band metal. Ci siamo ritrovati in sala prove facendo c o v e r, e d o p o q u a l c h e scazzottata per metterci d'accordo abbiamo cominciato a comporre e abbiamo trovato un armonia innata. Agli inizi abbiamo suonato nei dintorni di Bassano perché nessuno di noi aveva la patente e trasportare la strumentazione di un'intera band per chilometri con dei motorini non è semplice! Adesso stiamo crescendo.(di Ilaria Rebecchi) THE FORTY MOOSTACHY Three Rooms, Some Songs… Ovvero, “Americana” parte prima. Il sole batte forte sulla testa, mentre cammino sul ciglio della strada, con gli stivali gialli di sabbia. Non incrocio un automobilista da ore. Nessun rumore se non il vento che porta a spasso polvere e tumbleweeds. Ma io continuo ad andare avanti- e devo farlo in fretta- perché anche solo voltarsi potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso. Arizona? Col cavolo, siamo a Vicenza, patria del trio super stoner the Forty Moostachy autori di questo debutto saturo di distorsioni abrasive, riffoni pieni, inquietanti sabbie mobili ritmiche e crunch ipnotici come il sole della death valley che ti batte in testa a mezzogiorno. E con testi che parlano di uomini in motocicletta che scappano veloci, inseguiti da mostri con sette braccia e sette gambe. No, non mi sono fumato una canna, sono solo ubriaco spolpo. di Antonio Lo Giudice WINE BAR - WI-FI ZONE VIA BARBIERI 25 - BASSANO DEL GRAPPA (VI) ESSERI INDUSTRIALI Ho appena finito di farmi le pippe su “Post-Punk” di Simon Reynolds (libro con cui vorrei essere seppellito, non fosse che neanche morto entrerei in una bara) che, oltre a darmi ulteriore conferma del fatto che la musica rock ha raggiunto il suo apice a cavallo tra gli anni '70 e '80 - con buona pace di tutti i fricchettoni che ancora ci ammorbano con i pallosissimi sixties -, si è rivelato inesauribile fonte di spunti per nuovi ascolti (di quelli che ti fanno caricare all'inverosimile il mulo). Tra le scoperte che mi hanno più colpito (“piaciuto” non è il termine esatto- non è roba che può “piacere” a persone sane di mente – non che io lo sia, ovvio, ma qualcuno vi dovrà pur mettere sull'avviso!), c'è stata la scena cd “industriale” che ruotava attorno a Throbbing Gristle. Non è agevole oggi dare una definizione di “industrial”, tenuto conto che, in passato, con questo termine è stata erroneamente definita una certa scena rock (Nine Inch Nails, Atari Teenage Riot e, in parte, anche Rammstein e Marilyn Manson) caratterizzata da un abbondante uso dei campionamenti e ritmi danzerecci. Ecco, l'”industrial” vero e proprio usa sì i campionamenti, ma non è rocke, tanto meno, dance! O meglio, raggiunge risultati che, alla fine, possono essere definiti rock, pur rifiutando alla radice ogni tradizione legata a questo genere musicale (robetta come ritmo, melodia e struttura). E' il suono di macchinari sferraglianti, filtrato e trattato da altre macchine più moderne. E' il riverbero delle onde sonore lanciate dentro un tubo. E' la musica del mondo dominato dagli androidi in “Terminator” o “Matrix”. Certo, c'è anche l'aspetto umano- ma che fa preferire di gran lunga le macchine! Titoli di brani dei Throbbing Gristle come “Zyklon-B Zombie”, “We Hate You (little girls)” o “Hamburger Lady” lasciano intuire di quale immaginario si nutrissero i quattro inglesi: pornografia, pedofilia (meglio se omicida), sofferenze, violenza e anche qualche flirt nazistoide (ostentato più che reale, dato che si trattava di ex figli dei fiori col pallino della provocazione). Musica inumana per temi inumani (o troppo umani). Sfido chiunque ad mettere su un disco dei TG prima di andare a nanna e poi non avere gli incubi. Sfido chiunque ad ascoltare l'idiozia paramilitare di “ D i s c i p l i n e ” s e n za ave re attacchi di riso convulso o la voglia di buttare fuori dalla finestra il ciddì con tutto lo stereo attorno. Un obbrobrio, certo…ma un obbrobrio seminale, tenuto conto della quantità “industriale” di gruppi, dai Depeche Mode fino a quelli sopra citati, che, influenzati in qualche modo dai TG, hanno cominciato a rimpolpare il loro sound con lamiere percosse, sibili da acciaieria e riverberi di dubbia provenienza. di Antonio Lo Giudice Il sole filtra appena tra la nebbia e i rami degli alberi, che si abbassano quasi a cercare l'acqua fetida della palude. Me ne resto acquattato tra le radici e attendo, ascoltando il gracidare delle rane e il ronzio delle zanzare. L'atmosfera è malata, pigra e appicicaticcia, seppur gravida di un'inspiegabile tensione. Florida? Sbagliato, Pistoia, città di Samuel Katarro (la kappa è un evidente tributo agli Skiantos), anello mancante tra quel Robert Johnson che aveva venuto l'anima al diavolo e David Thomas, leader dei Pere Ubu, che la sua anima cercava disperatamente di salvarla nella Cleveland di fine anni '70. “Beach Party” è la perfetta e paradossale sintesi tra il nerissimo blues del delta e il rumore bianco della new wave più intellettuale. E anche del Nostro si può dire che canta come un orco a cui non sono scese le palle (definizione non mia per descrivere la voce del Sig. Thomas). “L’EQUIVOCO PIACERE DI FLAGELLARSI LE ORECCHIE” di A. Lo Giudice SAMUEL KATARRO “BEACH PARTY” MUSIC MUSIC “ROCK ICONS” di Ilaria Rebecchi JANIS JOPLIN La più grande voce femminile della storia della musica, l'essenza bestiale e melodrammatica della musica, la prima femminista della storia del rock e il più immenso esempio di passione blues: Janis Joplin. Nata in Texas nel gennaio del 1943, e cresciuta in un'abbiente famiglia di Port A r t h u r, J a n i s , r a g a z z i n a complessata e complicata, divenne fin da piccola appassionata di quel carisma incisivo della musica blues, per lei che fino alle scuole superiori era interessata principalmente alla pittura. Iniziò a cantare brani folk e blues, anche per scappare dalla stasi familiare che la opprimeva per tensione ed insofferenza, prima nel coro cittadino di Port Arthur, ed inseguito nei club di Houston, Beaumont e Austin, dove si t ra sfe r ì p e r f re q u e nta re l'università vivendo in una comune, o meglio in “The Ghetto” ed iniziando già da allora ad entrare nel mondo degli ideali della cultura hippy di cui fu incontrastata regina musicale. Fin dai suoi esordi palesò un'unica vocalità rude e forte, che divenne poi la perfetta colonna sonora dei '60s, oltre che emblema dell'energica emotività maledetta degli eroi dell'epoca. Trasferitasi a San Francisco, e dopo qualche registrazionetributo personale dell'artista alla sua musa ispiratrice Bessie Smith (uscito postumo), nel 1964 Janis Joplin registrò insieme all'amico (e futuro c h i t a r r i s t a d e i J e f fe rs o n Airplane), Jorma Kaukonen, 7 pezzi blues con, come sottofondo, il battere dei tasti di una macchina da scrivere (da cui il titolo “The Typewriter Tape”), tra cui Trouble In Mind, Nobody Knows You When You're Down And Out e Hesitation Blues. Due anni dopo, nel 1966, Janis entrò nella band Big Brother and the Holding Company su suggerimento dell'amico Chet Helms, manager della band che cercava una voce femminile. La miscela esplosiva creata dalla fusione del rude blues del gruppo con la carismatica ed abrasiva voce di Janis si rivelò un successo, al punto da far conoscere da subito la band fino a che, nel 1967, vennero chiamati ad esibirsi al celeberrimo rock Festival di Monterey. Janis ebbe la propria esaltazione personale durante il Fe s t i va l , p r e s e n t a n d o l a canzone Ball And Chain, e spiccando incontrastata per q u e l l o s t i l e c a r i s m a t i c o, doloroso e passionale nel cantato ispirato alla potenza nera blues e al folk più incisivo, raffinato da quelle estensioni vocali mai sentite fino ad allora, capaci di stravolgere ogni brano da Janis interpretato in perfetto stile Flower Power. La sua era musica che penetrava senza dosature nello spirito dell'ascoltatore, straziandolo di rabbia e malinconia e vincendo per fascino innovatore al punto che tutto il pubblico e la critica del festival venne turbato amabilmente da quella giovane ra ga z za s e m i - s co n o s c i u ta capace di sprigionare emozioni con il solo suono accattivante della propria meravigliosa voce, e, soprattutto, al punto da stravolgere la cultura maschile dell'epoca che vedeva unici trionfatori dei palchi gli uomini rock del mondo. Arrivò così il disco d'esordio omonimo della Big Brother And The Holding Company band a cui fece seguito una numerosa serie di concerti in tutti gli Stati Uniti. Nel 1968 registrò il secondo album del gruppo, “Cheap Thrills”, nel quale emersero per intensità e stupore sonoro capolavori della musica quali l'universale Piece Of My Heart (“.. Have another little piece of my heart now, baby, You know you got it if it makes you feel good..”). e la versione reinventata dalla Joplin in maniera più che mai straziante e potente del brano Summertime di George Gershwin. Nel 1969, si allontanò dalla band mossa dal furore e dal successo che la circondavano rendendola regina della musica ed alter-ego di nomi come Jim Morrison e Mick Jagger, fino all'apice raggiunto con la memorabile ed immortale performance a Woodstock. Con i musicisti della Kozmic Blues Band (tra cui una sessione di fiati ed un ex Big Brother, ovvero il chitarrista Sam Andrew) pubblicò il primo album per la Columbia, “I Got Dem Ol' Kozimic Blues Again Mama!”, album che vide Janis affiancata da una band dal sound più pulito e buono, ma spesso concentrata verso un soul-rock forzato e meno incisivo, ma che comprendeva pezzi storici come Little Girl Blue, Work Me Lord e Try in particolare, brano dotato di una carica commovente e possente. Era per Janis un momento di radicale importanza e novità, altalenante tra la volontà di allontanarsi da quella vita fatta di illusioni devianti, da lei stessa dipinto nella frase “Quando sono sul palco faccio l'amore con ventimila persone, poi torno a casa da sola”, e quella stessa solitudine affascinante e pericolosa che la portò a collezionare amori sbagliati ed eccessi tra dipendenza ed alcolismo. Nell'era del rock psichedelico, inattaccabile da compromessi e puro, in cui le bande avevano l'assoluto controllo della loro musica, al colo fine dell'espressione della propria auto-esplorazione, il timbro glacialmente passionale ed infuocato di Janis penetrava senza respiro nell'assoluzione divina e macabra dell'infinita disperazione personale, tra lamenti, sospiri, urla strazianti a dipingere la rabbia furente delle note peccaminose che la veicolavano come antidoto ad una più rovente e magnetica sostanza psicologica dell'artista, così invasa nella più raccapricciante oscurità della solitudine. Cantare era la via di fuga, la soluzione, l'arma di difesa, lo spiraglio luminoso e puro per la sua così ferita anima tormentata, e la sua voce ne era manifesto, corpo, amore, violenza e sangue. La passionalità di Janis nel cantare come nella vita non si placò con la KBB, al punto che cambiò nuovamente band formando, all'inizio del 1970, la Full-Tilt Boogie Band, una formazione più versatile e meglio composta che le permise di registrare il capolavoro della sua carriera “Pearl” (album prodotto da quel Paul Rothschild che aveva p o te n z i a t o l e a t m o s fe re misteriose ed oniriche dei Doors che uscì però solo qualche mese dopo al sua scomparsa e che portava in titolo il soprannome di Janis per gli amici più cari). “Pearl” è un mix di tutto e nulla, tra soul, folk, rock, psichedelica, romanticismo e blues, tutto questo e molto di più. Il singolo da esso estrapolato, in vetta alla classifica USA come mai non accade a Janis in vita, ovvero quella Me And Bobby McGee di Kris Kristofferson, insieme alla ben nota e struggente Cry Baby, all'umoristica Mercedez Benz e a Get It While You Can elevarono la regina del blues a miglior interprete blues-rock femminile ad oggi insuperabile. Il 4 ottobre del 1970 venne trovata senza vita, a soli 27 anni, in una stanza del Landmark Hotel di Hollywood, a 15 giorni di distanza dall'amico e mito Jimi Hendrix, stroncata da un'overdose di eroina, e come da miglior finale della più appassionata vita rock, le sue ceneri vennero lasciate al vento sull'Oceano lungo la costa americana. Qualche settimana prima di lasciare la vita Janis profeticamente acquistò la macabra e profetica lapide della tomba di Bessie Smith, la sua musa ispiratrice. Si interruppe così tragicamente la breve e pregna esistenza della voce più appassionata e straziante della musica moderna, che sapeva unire dolcezza e tenerezza a malinconia e rock, psichedelia ed inquietudine, dolore e tormento a ruvidità nel fuoco incessante che animò lo spirito ardente dell'incontrastata ed unica sacerdotessa della musica, che seppe attraverso la propria esperienza e vita e grazie ai doni meravigliosi delle sue interpretazioni, ispirare generazioni di donne rock, su tutte Patti Smith. Janis inaugurò così la stagione delle cantanti sexy, rock e sfrontate, anche giù dal palco, aprendo le porte ad u n n u o v o s c e n a r i o ro c k femminile ed inventando un imponente stile vocale, poi imitato da centinaia di interpreti fino ai giorni nostri. Stupore vocale di scintille e profezie di dolore e vita, come nell'ultimo brano di Janis, che celava la più rivelatrice delle profezie: “Buried alive in blues”, sepolta viva nel blues. HTTP://WWW.OFFICIALJANIS.COM MUSIC REPORT DI Ilaria Rebecchi + FOTO by Ambra AFTERHOURS @ NEW AGE - 30 Novembre 2008 Strategie afterhoursiane Quando la magia musicale si fa spirito attivo e reattivo che incorpora le anime. Afterhours: la band che in vent'anni di carriera ha regalato meraviglie sonore nel panorama alternative italiano, tra rock, grunge e sperimentazione, post-punk e momenti noise. I sei milanesi capitanati da Manuel Agnelli (Roberto Dell'Era - basso, Giorgio CIccarelli - chitarra, Giorgio Prette - batteria, Rodrigo D'Erasmo - violino e Enrico Gabrielli - tastiere, sax, flauto) salgono sul palco del New Age tra gli applausi della folla. Ed è l'inizio della creazione dell'opera d'arte. Questa nuova formazione afterhoursiana (che vede dal 2005 l'ingresso di Dell'Era, dal 2006 quello del polistrumentista e giovane Gabrielli e da quest'anno il violino passionale di D'Erasmo), sembra proprio quella di maggiore equilibrio tra le varie che nel corso degli anni hanno calcato i palchi con questa bandiera. A ragion veduta infatti, la band è reduce da un mini tour negli states, dove si è esibita, tra gli altri, a Toronto e New York. Ed eccoli palesare pillole di maestria, alla faccia di chi ancora non li ama e di chi osa dire che gli Afterhours sono noiosi. Tre ore ininterrotte di musica, tra i brani più vecchi, e storici, come Bye Bye Bombay, Strategie e L'Estate, agli ultimi pezzi del più recente album, "I Milanesi Ammazzano Il Sabato", probabilmente il più difficile della carriera intera della band. A partire da quella scintillante cover dei Nirvana (You Know You're Right) che il Manuelone nazionale ha presentato anche all'Università d i To r i n o i n a c u st i co i l pomeriggio prima del suo grandioso concerto al Torino Traffic Free Festival al fianco di Patti Smith. Meravigliosa, grunge, sofferta. Gli Afterhours, magistralmente trainati dal loro istrionico frontman (che nonostante ideatore, voce, chitarra ed autore dei testi, riesce a non rubare completamente la scena ai compagni di band), orchestrano nel corso dei minuti, canzone dopo canzone, un considerevole numero di strumenti d'ogni genere, del resto è anche l'eclettismo strumentale delle canzoni a renderle così piacevolmente distorte ed accattivanti. Velvet Underground del nuovo secolo, tra provocazione, malinconia, disillusione e sensualità. E il pubblico, ad ogni live, si infiamma. E del resto si sta parlando della più importante band italiana, quella che, insieme ai Marlene Kuntz, ha saputo coltivare perle dal fango, uscendo nel corso degli anni, dal marasma italiano musicale, e spiccando per poesia, energia, fervore ed originalità. Grandiosa l'interpretazione di Il Sangue Di Giuda, e di Tutti Gli Uomini Del Presidente, pezzo tratto dal più recente album e cantato dal bassista Roberto Dell'Era. Chitarre rocciose, voce maschia e ruvida, violenza travolgente sugli strumenti, ritmi i n d o m a b i l i , f l a u t i s o av i , sassofoni sensuali, violini ammalianti, malinconici e sofferti. Afterhours: superbi. RISTORANTE - WINE BAR 16 GENNAIO LARRY N e i l Y o u n g Tr i b u t e 23 GENNAIO TRIO DE JANEIRO latino americano 30 GENNAIO DARK SYMPHONY E v a n e s c e n c e Tr i b u t e 6 FEBBRAIO GHOST WAY DUO pop 80 Tutti i Mercoledi’ sera “Gnoccolada”! Assaggi di gnocchi a Euro 15 (Menu’ Fisso) V i a d e l l I n d u s t r i a 1 8 P i o v e n e R o c c h e t t e P r e n o t a z i o n i 0 4 4 5 . 6 5 0 0 0 5 C h i u s o l a D o m e n i c a MUSIC a cura di Antonio Lo Giudice CLEOPATRAS+Creesyvegins (PunkyReaggaePub 27.12.2008) Le Cleopatras salveranno il rock? Di certo hanno salvato il mio fine settimana! Non mi girava per niente bene (depressione post natalizia? bilanci di fine anno? seghe mentali?), sarebbe continuata a girarmi male e, mentre scrivo, non hanno ancora smesso di girarmi! Ve n e rd ì p o m e r i g g i o a l PunkyReggae di Liedolo, dove fanno sempre gran concerti nonostante gli orari infelici, finalmente un di raggio di sole! Dopo il buon hardcore californiano dei Creesyvegins (che, però, d e c i s a m e nte n o n s o n o californiani!), ecco piombare sul palco (palco?) le Cleopatras: cinque cazzutissime fanciulle toscane in minigonna zebrata (purtroppo con i collant sotto visto il freddo), camicetta, cravatte rosse e corna fluorescenti in testa che mi hanno regalato uno dei concerti più divertenti del 2008. Garage rozzo, energico e sensuale suonato con grinta e personalità. In poco più di un'oretta di spettacolo, le re g i n e e g i z i a n e h a n n o mitragliato ottimi brani autografi alternati a cover di livello stellare (“Real Wild Child” di Jerry Lee Lewis! “Walk Like an Egyptian” delle Bangles!! “Mongoloid” dei Devo !!!! “Lamette” della Rettore !!!!!!!! Ho finito i punti esclamativi.). Peccato che non si era in tanti e peccato che quei pochi avessero il culo piombato e non ballassero. Ah, ma loro se ne sono fregate e ci hanno dato dentro- specie la fichissima cantante e la batterista dalle urla feroci. Mi sarei divertito anche se fossi stato il solo in sala (no, non in quel senso, maledetti maliziosi - e poi chi cacchio sono, Rocco Siffredi? Lobo l'Ultimo Czarniano? Lemmy d o p o u n a s u p p o sta d i viagra?). A fine concerto, mi hanno detto che non sono riuscite a finire la scaletta. Motivo in più per sperare che tornino da queste parti al più presto e, magari stavolta, davanti ad un pubblico meno ibernato. MUSIC a cura di Ilaria Rebecchi VICENZA COME LONDRA BRAINSTORMING SULLA NUOVA SCENA MUSICALE VICENTINA Una grossa quantità di eventi musicali sta rinvigorendo la materia artistica della piccola perla veneta, troppo spesso dimenticata, in un entusiasmante incrocio di culture musicali differenti, dall'hardcore al punk, dal poprock all'elettronica. Occasional Disaster Booking, ovvero Alberto ed Enrico (batterista dei punk-rock Argetti), in pochi mesi ha modificato l'assetto della città, creando eventi musicali in cui far esibire band italiane ed estere. L'o.d.b. ha visto nei mesi passati il susseguirsi di realtà punk-rock registrando costantemente il pienone, dagli americani Off With Their Heads, ai rock-blues berlinesi Evilmrsod, dai post hardcore usa Git Some ai pop-rock svedesi Holmes, gli inglesi punkeg gianti The Living Daylights e la nota band punk di Richmond Smoke Or Fire. La lista di appuntamenti che l'o.d.b. prevede per i prossimi mesi i milanesi AIM, band nota soprattutto all'estero, il prossimo 24 gennaio, gli olandesi Smash The Statues e i powerpop britannici Buck Brothers. Global Beat è invece Filippo Mursia, abile dj (In My Bedroom e Granturismo) ed organizzatore di eventi di musica elettronica, in modalità innovative che sfociano dalla scontata idea di dj-set, anteponendovi la performance live ed unendovi visual art e fotografia. A ciò si aggiunga il fatto che ha organizzato concerti con grossi nomi della scena mondiale (come la star di Los Angeles Daedelus che ha avuto l'onore di suonare una canzone in supporto a Barak Obama, e Jimmi Edgar), e un recente concerto dei B_Co.Me in occasione della “Settimana della Lingua Italiana nel Mondo” in Angola. Global Beat si occupa di concerti sia Vicenza che a Milano ed oltre. Filippo sogna anche un grande concerto di raffinata ricerca elettronica nelle esclusive location storiche della città, come il Teatro Olimpico o Piazza dei Signori. Freemosh Team è invece una squadra di amanti dell'hardcore, che Alberto ha raggruppato con lo scopo far a suonare nella sua città le band dei suoi maggiori ascolti. Così Freemosh è diventata una vera e propria organizzazione che si nutre di hardcore proprio in una città in cui la maggiore tendenza musicale si inclina verso questo genere. Dopo un rodaggio di circa un anno, da fine maggio 2008 con maggiore assiduità, Freemosh ha visto esibirsi band di fama mondiale come i californiani The Warriors, i milanesi La Crisi, i Concrete Block from Torino, i Trapped Under Ice e i londinesi Dirty Money, ad esempio. Nei prossimi mesi il Freemosh avrà i romani To Kill, gli americani Bishop e Kingdom e i tedeschi Ritual. Dulcis in fundo Alternative Night, ovvero un gruppo di amici con una viscerale passione per la musica, che organizzano eventi con lo scopo di unire i live di band regine del panorama italiano in particolare, dal rock al punk toccando l'hip-hop e il reggae, a dj set alternativi pre e post concerto, in modo da concentrare in un unico spazio e tempo varie forme musicali insieme. Si prevedono nomi come Caparezza, Linea77 e Tre Allegri Ragazzi Morti, e l'Alternative è riuscita a far suonare già Forty Winks, Fratelli Calafuria, dj-set Emo (Linea77), The Electric Diorama e dj-set Olly (The Fire e Shandon). 4 proposte c re at i ve , s p o nta n e e e d interessanti, che elevano Vicenza tra le più attive realtà musicali d'Italia. Alla faccia di chi dice che in città non c'è nulla e di chi pensa che la musica sia solo quella passata in tv. Svegliatevi, prendete esempio e fatevi una cultura! VICENZA Occasional Disaster Booking: www.myspace.com/occasionalbooking Global Beat: www.myspace.com/globalbeatevent Freemosh Team: www.myspace.com/freemoshteam Alternative Night: www.myspace.com/alternativenightvi MUSIC Intervista esclusiva di Lara Lago abitualmente come fonico per gli States pur producendo dal suo Studiobeat di Treviso. Sound&Vision l'ha intervistato pochi giorni prima di una sua nuova partenza per l'America, "questa volta anche Los Angeles e Miami e non solo New York", per scoprire che "la prima volta che ho registrato degli archi mi sono commosso". S&V: Quanto è cambiato da quando hai fatto venire alla luce Studiobeat? Ho West, Jay-Z, Redman, The imparato moltissimo da un Dilated Peoples, Jennifer Lopez sacco di esperienze (anche o addirittura mixare il nuovo all'estero) che mi hanno disco di 88 Keys. E' successo a p e r m e s s o d i a m p l i a r e Maurizio Sera, in arte Irko, un tantissimo il mio bagaglio. In ragazzo italiano che lavora origine ho aperto una piccola IRKO:UN ITALIANO IN AMERICA Guadagnarsi un frammento di cielo d'oltreoceano si può. Serve la capacità di captare il ritmo dei tempi e soprattutto il loro suono. E si può arrivare a collaborare agli album di Kanye realtà che era destinata alla registrazione di piccoli progetti e piano piano sono arrivato a fare cose molto piu grosse. Posso dire che sono molto soddisfatto anche se quello che ho fatto, ad oggi, è solo una piccola parte del mio grande progetto. S&V: Quali sono le 3 caratteristiche fondamentali che deve avere un fonico oggi? Quali le 3 per un produttore? Per un fonico conta avere una preparazione scolastica di alto livello, essere imprenditore, sapere rapportarsi col prossimo. Per un produttore invece essere al passo coi tempi, conoscere la musica e nuovo ASTRA Bar STATO DI FESTINA PERMANENTE SAB 10 NESTA KING (Acoustic Reggae) SAB 17 LUBJAN (Acoustic Folk) Contra barche - VI SAB 24 BLUE VELVET (LOUNGE JAZZ) SAB 31 ACOUSTIC SPIRIT (BLUES-FOLK) UNICO PUNTO UFFICIALE DI RITROVO, IN ITALIA, DELLA LOGGIA DEL LEOPARDO ancora sapere rapportarsi col prossimo. S&V: Come mai secondo te dalle sonorità della Golden Era ci si sta dirigendo sempre più verso il south? Il business della Musica si chiama Industria perche produce e vende beni richiesti. l'Hip-Hop diventa mainstream ed ecco che non sono piu solo gli otto milioni di New York-esi il bacino di utenza del genere. Ma 300 milioni di Americani. Proporzionalmente New York è ben poco rispetto a tutto il resto. Ed ecco che ci vende di piu il mixtape di un Lil flip piu che un album di un Eric Sermon. L'industria discografica quindi inizia a spingere di più il suono che vende di più, quello nel quale piu clienti si identificano. Anni dopo piace di più (in tutto il Mondo) quello che i colossi americani spingono. Questo tipo di cosa si ritrova in qualunque altro mercato, vedi il mercato automobilistico o quello delle comunicazioni. L'offerta cambia in base alla richiesta. S&V: Cosa si guadagna e cosa si perde dal suono di uno strumento al campionatore? Ci racconti le motivazioni che si celano dietro al tuo preferire l'analogico? Il campionatore è una macchina, lo strumento è vero ed è suonato da un uomo. Serve davvero che spieghi la differenza?! Gli strumenti veri sono una figata. Così giusto per dirne una, la prima volta che ho registrato degli archi io mi sono commosso. S&V: Qual è la differenza più grande tra il mercato discografico europeo, italiano nello specifico, e quello d'oltre oceano? Le dinamiche sono quelle ma la maggiore dimensione del mercato Americano determina che la selezione naturale abbia dei livelli più alti che qui. S&V: Un'esperienza di collaborazione che vorresti fare in futuro? il ricordo più piacevole di una collaborazione già fatta. Ci sono un sacco di artisti con cui vorrei lavorare, troppi per nominarli. Una per tutti Santogold. La maggior parte dei lavori che faccio lasciano un ottimo sapore in mente! In qualche modo riesco ad attrarre bella gente! S&V: Per questo nuovo anno appena iniziato S&V ti vuole regalare un v i a g getto s u M a r te , c h e ovviamente tu accetterai ma con l'unico patto di poter produrre un buon beat nel frattempo... Ti concediamo di portare al massimo 5 fonti di i s p i ra z i o n e , c o s a s c e g l i ? Mi porto gli anni '70, una manciata di musicisti e spero di tornare piu facilmente di Arnold Schwarzenegger in Atto di forza! MUSIC Intervista eclusiva di Ilaria Rebecchi SUPER ELASTIC BUBBLE PLASTIC S&V EXCLUSIVE REVIEW + INTERVIEW www.myspace.com/superelasticbubbleplastic I Super Elastic Bubble Plastic, rock band mantovana composta da Gionata Mirai ( vo c e , c h i ta r ra ) , G i a n n i Morandini (basso) e Alessio Capra (batteria), che, grazie ad una particolare incisività magnetica di testi ben pensati e sonorità accattivanti, si è guadagnata un posto importante nel panorama indie-rock italiano, è fresca dell'uscita della terza fatica discografica, “Chances”, il nuovo manifesto della band, che riassume la passionalità più ardente del rock tra riflessioni e vita, con quella vocalità ruvida ed avvolgente che ne corona i messaggi. Ho incontrato la band in occasione del JestraiRock, per un live tra successi passati e novità. S&V: “Chances” è il vostro ultimo album. Avete voglia di parlarmene un po'? Gionata: Chances significa opportunità e possibilità, colte, perse o sopravvalutate. Il disco un'opportunità. Si parla di amore, sesso, politica, forza, addirittura di ottimismo. L'ultima traccia, “A Tale From The Bottom”, è un brano molto atipico, con fiati e mandolini e ottimismo come a lasciare un finale luminoso, cosa molto strana perché di norma io scrivo quando sono particolarmente pessimista o pensieroso. S&V: C'è un brano di “Chances” sul quale puntereste maggiormente? Gionata: Ogni canzone suona in modo autonomo e c'è poca omogeneità a livello di suoni, ma molta continuità per il mood. E' un disco nudo e sincero. Ci siamo noi nel bene e nel male. E' registrato bene ma con dei difetti. Credo che la perfezione sia molto noiosa. S&V: Quindi “Chances” è un disco molto più vero e maturo rispetto a “Small Rooms” e a “The Swindler”? Gionata: Il primo era molto ingenuo, il secondo un po' pauroso. Ora siamo più vecchi e con più esperienza e non abbiamo paura di dimostrare ciò che siamo. S&V: “Chances” è un disco autoprodotto e che non vede la collaborazione di Giulio Favero... Alessio: E' stato un passaggio obbligato e coraggioso. Avevamo voglia di metterci in gioco e di provare a proporci senza alcun tipo di filtro. Questo è il nostro suono al 100%. S&V: Gionata, la tua esperienza ne Il Teatro Degli Orrori come ha inciso nei SEBP? Gionata: Lavorare con personaggi che vivono nella musica da molto più tempo di me è meraviglioso. Pierpaolo Capovilla è un maestro. Io ho cercato di trasmettere tutto ai miei compagni di band oltre che applicarmi con devozione e costanza nella ma vita quotidiana. E' un lavoro molto difficile ed intenso, ma è la strada giusta. S&V: Che mi dite della musica in Italia? Gionata: Ci sono realtà più che scene. Non c'è un effettivo scambio tra artisti, non c'è solidarietà né sodalizi né aiuti tra band o et i c h ette . C i s o n o ta nte proposte musicali, ma poca comunicazione, pochi locali e soprattutto band che valgono poco. Fare il musicista in Italia oggi è un lavoro duro, spesso senza troppe gratificazioni, perciò o si smette o si investe in ciò che più si ama. E' durissima, ma è l'unica strada. GRATIS!!! Sound & Vision ti dà la possibilità di vincere 2 biglietti per il concerto dei Super Elastic Bubble Plastic al New Age Club. Per partecipare manda una mail a [email protected] oppure a [email protected] con nome, località e come oggetto "MI MANDA SOUND & VISION". MUSIC Recensione a cura di Ilaria Rebecchi "Chances" Super Elastic Bubble Plastic Etichetta: Super Fake genere: rock-noise-hardcore voto: 8+ Che i Super Elastic Bubble Plastic fossero maestri dell'arte rock nella cesellatura di un sound compatto e reale come straziante ed oscuro, era cosa già ben nota. “Chances”, il terzo album della band mantovana, ne è l'esaltazione totale nella complessità ruvida di testi lacrimosi e fascinosi, concretizzati da scariche adrenaliniche strumentali e vocalità matura, focosa ed esistenziale. Dall'esplosiva Someone Nice To Kiss, alla Refused, a Like The Sea, fruibile, o al singolone Fake Queen veloce ed adrenalinica, tra influenze noise e hard, e New Personalities a donare respiro all'emotività sofferta. Segue l'epifania lirica di Lovers Heart, una ballata dolorosa che dipinge tra sbalzi rock e liriche strazianti la morte di un amore. Poi Mister P, post punk, Travis rocciosa, e Young Shark, per oltre 6 minuti di visioni cinematografiche e sincerità nuda e cruda. What Else è coronata dall'eterna voce di Gionata, magnifico interprete della purezza musicale tra noise inquieto e rock appassionato. In chiusura Bad News, altalenante e dotata di un conturbante intermezzo di violino, e A Tale From The Bottom, l'incantevole saluto della band arricchito dalla miscela di svariati strumenti, tra folk, c o u n t r y, r o c k , c a n z o n e d'autore ed ipnotismo raffinato. Potenza, lacrime, sudore, passione, velocità, addii e misteri sonori. Da non perdere! NIGHT LIVE MUSIC BIRRE SCELTE WINE BAR DJ SET COCKTAIL BAR FOOD SELECTED S&V CLUBBING I MIGLIORI LOCALI PROPOSTI DALLO STAFF DI SOUND AND VISION I locali che trovate in questa sezione sono stati scelti e selezionati grazie ad una attenta valutazione che considera: ambiente, programmazione proposta e originalità. Tutti i locali sono stati selezionati e visitati dal nostro staff. Vi invitiamo quindi a frequentarli e fare di questi i vostri locali preferiti. Desideri richiederci informazioni per il tuo locale? Chiamaci 349.1970263 - 0424.527995 BAR ASTRA SARTEA SABOTAGE IL BORSA Contrà Barche Info: 348.8889561 C.so San Felice 362 Vicenza - www.sartea.it Viale dell’Industria 12 (VI) www.sabotagebar.eu P.zza dei Signori (VI) myspace.com/borsacaffe Stanchi degli innumerevoli baraperitivo, dei localini minimal, dei Jazzclub, della "birra a fiumi e bella gente", della musica a 360° e dei Discobar che affollano le notte della provincia? Allora il Sabotage è il vostro rifugio: Band e DJ Set R'n'R, Garage, Heavy Metal, Stoner, HardCore, HardRock e molto altro rumore a volume sostenuto: “Sabotage it's Louder than Loud!” Incastonato all'interno della Basilica Palladiana nel cuore del salotto vicentino tra antico e moderno, il Borsa caffè, in una nuova veste propone arte, musica, un ottima selezione di vini accompagnati da cicchetti e tartine, splendidi piatti freddi, formaggi e innovative insalate. Alla s e ra fa n t a s i o s i c o ck t a i l s movimentati da atmosfere musicali dal vivo e selezioni di mix elettronici dei nostri Countermove resident DJ's. Chiuso Mercoledì Il centro di Vicenza, al centro del mondo, nel centro della musica! “Nuovo Bar Astra” powered by his eclectic owner Mopi and his amazing staff. Music every day, music every night ,,, music inside. Taste us and you never forget us! Peace & Love!Da non perdere i mitici concerti e dj set aperitivo. Chiuso Lunedì Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì LIVE MUSIC BIRRE SCELTE WINE BAR DJ SET COCKTAIL BAR FOOD SELECTED S&V NEW OSTERIA DEL TEMPO PERSO WINE ENOTECA YOURBAN RISIGO Via Paolo Lioy 36 (VI) Tel. 340.2113919 Via Garibaldi - Lonigo (VI) Via 51° Stormo - Thiene (VI) Tel. 0445.374482 Via dell’Industria - Piovene(VI) Tel. 0445.650005 ARCI L'Osteria del Tempo Perso unisce l'esigenza del pranzo veloce con quella di una cena tranquilla a base di bruschette e piatti locali. Ogni giovedì si serve Trippe alla Veneta ed ogni Venerdi “Baccalà alla Vicentina” ad un prezzo fisso molto conveniente. La Carta Vini è ricca e prevede tutte etichette di prestigio: cicchetti e spuncioti vengono creati al momenti in abbinamento al vino scelto e secondo l'estro dell'oste. Disponibile per feste di laurea e feste a tema. Chiuso la Domenica. Wine Enoteca quest’anno si fa in due! La parte “vecchia” è rimasta per gli amanti della degustazione vini e degli assaggi di formaggi francesi e delle ottime cruditè di pesce. La seconda e nuovissima sala è per gli amanti dai cocktails e della ottima musica proposta ogni ven, sab e dom da selezionati djs. Lo spazio esterno ricavato nella galleria vi sorprenderà! La qualità dai vini non si discute: sono cento le etichette in mescita. Passate una serata al Wine! Diventerà il vostro locale per sempre! Yourban Music Club è la vera nuova proposta in provincia. Uno spazio polifunzionale che ospitarà una ampia programmazione con DjSet e Live. Ma non solo: all’interno 4 sale prova insonorizzate ed attrezzate a disposizione dei gruppi, un bar sempre attivo e ampio spazio ad ogni forma di espressione artistica. Per tutti noi fuori da ogni schema ma dentro la YOURBAN Culture. www.yourban.org Aperto Venerdì e Sabato Risigo..Locale ricercato, curato in ogni particolare vi offre una pausa pranzo con menù a prezzo fisso in un ambiente rilassante. Vi propone serate tranquille accompagnate da una cucina tradizionale stagionale. Alla sera, nell’atmosfera giusta, potrete cenare abbinando ai piatti scelti ottimi vini o con ottime birre in bottiglia. Chiuso Domenica SHINDY CLUB WHY NOT? CONTRA’ GRANDA MONTE CROCETTA Via S. Giorgio - Bassano (VI) Tel. 0424.500.000 Via Roma - Bassano (VI) Via Barbieri 25 - Bassano (VI) Info 347.7597201 Loc. Monte Crocetta Bassano (VI) - Tel. 0424.502017 Lo Shindy Club da trent’anni è la discoteca dei bassanesi doc, informale ed “alternativa” offre serate di vario genere: il venerdì concerti live, il Sabato rock puro al primo piano, e musica elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete presente la pubblicità “cosa sarebbe il mondo senza la Nutella?” Decisamente si abbina a “cosa sarebbe Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! . Aperto Venerdì e Sabato Chi non rimane ipnotizzato dal brillìo di un cocktail appena versato in un bicchiere? Prima o dopo cena e anche durante i pomeriggi più lunghi e noiosi il Why Not Cafè è un"porto franco" per la gioventù bassanese. Questo lounge bar, rosso come un Negroni e dorato come uno Stinger, può aggiungere brio alla tua serata grazie anche a un ricco dj-set. Chiuso Lunedì Alla mattina ottime colazioni a base di spremute e centrifughe di frutta fresca, a mezzogiorno e sera a far compagnia agli aperitivi : gustosi tramezzini, stuzzichini e bruschette. Speciale il Venerdì e Sabato con ricercati cocktails e sangria accompagnati dalla selezione musicali dei djs. Disponibile per feste private. Chiuso Lunedì L’Osteria Moderna Monte Cruz si trova a “20 metri al di sopra dell’energia negativa”. A pochi passi dal centro storico, immersa in un’oasi verde, offre un suggestivo panorama su Bassano d. G.. Una parte del locale è arredata in stile “liberty”, mentre l’altra addobbata con rarissime locandine dei film horror degli anni ‘50. Da maggio a settembre con le mod session dj set. “Un villaggio senza musica, è un villaggio morto”. Chiuso Lunedì LIVE MUSIC BIRRE SCELTE WINE BAR DJ SET COCKTAIL BAR FOOD SELECTED S&V JACK THE RIPPER LA LOGGIA ZWEIBAR PUNKY REGGAE PUB Via Nuova 9 - Roncà - Verona Tel 045.9971260 Corso Guà - Cologna Veneta Verona - Tel. 0442 410 41 Via Ponte Pagnano - Asolo Treviso - Tel 0423.952761 Via Barbarigo 15 Liedolo di S. Zenone Un vero tempio del Rock! Un punto d'incontro obbligatorio per la buona musica.Da qui sono passate le migliori band underground del pianeta e se Elvis fosse ancora vivo dopo Las Vegas avrebbe scelto questo posto per esibirsi.Il Jack The Ripper è alternativo,fuori dal mucchio, inossidabile, una garanzia di qualità e continuità. Rochenròl !! www.jacktheripper.it Situato nel centro storico di Cologna Veneta Il Loggia cafè è un perfetto punto di partenza per la vostra serata. Tutti i week-end con i migliori D.j. set. Chiuso il Lunedì Z we i b a r I s t Wu n d e r b a r ! Ristorante non convenzionale con menù che cambia spesso e accompagnato da ottimi vini. Cocktail fatti a regola d' arte e snack diversi dai soliti, in più...... la Nostra Musica (vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo.... dal cicchetto, all' affettato al coltello, fino al pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di comodo parcheggio Zweibar è aperto dal Mercoledi alla Domenica dalle 17.30 all3 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761. Juke boxe: va in continuazione. Pizza: ma dove la trovi fino alle 2?! Sala fumatori: panoramica e arieggiata..Giochi da tavolo: tanti per chi ha le gambe “stracche”. Allegria: non si capisce se è di più questa o la birra! Staff: vedi nell'enciclopedia….e cani sciolti a 4 e 2 zampe. Se pensi che qualcosamanchi: vieni e vedi che ti s b ag l i ! ! Te l 0 4 2 3 . 9 6 9 6 2 5 www.punkyreggaepub.com Chiuso il Lunedì ROCK CAFE’ CACAO AMERICAN BAR NEW AGE RICKY’S PUB St dei Colli 2 Castelcucco (TV) www.rokkaffe.com Via Roma 7/A - Crespano d. G. Treviso - Tel 0423.538332 Via Tintoretto 14 - Roncade (TV) Info www.newageclub.it Via Commerciale 12 Villa d. Conte-Abbazia Pisani (PD) Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Aperto dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00 Info 3496027294 - 3477377937 Chiuso il Lunedì Locale storico reinventato dalla nuova gestione mantiene le caratteristiche che l'hanno reso famoso ; proponendo serate dalle sonorità ricercate contornate da un' atmosfera alternativa. Per tutte le info contattateci su www.myspace.com/cacao7 New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nordorientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro! Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati. Il meglio delle rock cover b a n d , d e l l ' a l t e r n at i vo e d indipendente, i tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal, dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata. Info: myspace.com/rickyspub Chiuso il Lunedì CONNECT WITH SOUND AND VISION! 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Osbourne² - RICKYS PUB (PD) - Live: Mechanics (Megadeth Trib.) ± - RICKYS PUB (PD) - Open Party by Dj MarioTo (HR&HM) ² Dom 25 - ROCKCAFE’ (TV) - Claudio P Dj Set ² - CIRCOLO MAGNOLIA (MI) - Fleshtones (Garage)± - SABOTAGE (VI) - Live: Kiss Cowboy + guest± - NEW AGE (TV) - Super Elastic Bubble Plastic Live± - SARTEA (VI) - Live : Esdem ± - ESTRAGON (BO) - Frankie Hi NRG MC Live± - PUNKYREGGAE (TV) - Live: Kamikaze Queens± - RICKYS PUB (PD) - Live: Unplay (Acoustic Rock)± Gio 22 - SABOTAGE (VI) - Live: Ninth (Sludge Metal)± - JACK THE RIPPER (VR) - Zona Sismica (Rock)± Sab 31 - SHINDY (Bassano) - Live: Lubjan ± Mar 27 - LOLA LOUNGE (Bassano) - Live: The Forwarders ± - SARTEA (VI) - Smash The Statues (Punk Hd fm NL) + - BAR ASTRA (VI) - Live : Acoustic Spirit (Blues/Folk)± Suncity Falls (VI) ± - SABOTAGE (VI) - Live: Burning Black + Prolifigate ± - RICKYS PUB (PD) - Happy Bday Lorenzo² - YOURBAN (Thiene) - B Special Night² Ven 23 - RICKYS PUB (PD) - The Dirt Show + Ulcledog (Rockmetal)± - SHINDY (Bassano) - 80’s Party (Duran Duran Trib) ² ± - NEW AGE (TV) - Frankie Hi NRG MC Live± - CONTRA’ GRANDA (Bassano) - Stra (Elettronica Dj Set) ² - JACK THE RIPPER (VR) - Trio Loski (Rock n roll)± - SABOTAGE (VI) - Live: 3 Eyes Left + Kayleth± Mer 28 - BRONSON (RA) - Live: Giant Sand± - SARTEA (VI) - Afrobeat DjSet ² - SARTEA (VI) - Presentazione JND Festival ² - JACK HOLE (VI) - Live: Iron Souls ± - SABOTAGE (VI) - The Review Dj : Korn² - YOURBAN (Thiene) - Les Soleil (Theatre Lab) Paris ® ± - RICKYS PUB (PD) - Open Party by Dj MatZoombie (R&R) ² - RISIGO (Piovene R.) - Trio De Janeiro (Latino Amricano)± - A. 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Gli stessi componenti del gruppo hanno più volte confermato di non considerarsi un gruppo punk, anche se i problemi con la legge ed il discreto seguito che ebbero dalle gang britanniche li collocano all'interno della scena punk. I loro primi album, in particolare Rattus Norvegicus (la copertina del disco presenta un interno di castello medioevale, con armature e teste di uccello impagliate alle pareti, dai cui anfratti spuntano le figure dei musicisti, mentre la parte interna presenta la silhouette del ratto che accompagnerà a lungo la band), No More Heroes (la copertina presenta una corona di fiori ed una lapide con inciso il titolo dell'album), Black and White (del quale fa parte il pezzo Death, Night and Blood, dedicata da Burnel al suo maestro di karate ucciso in un combattimento) vennero accolti bene dalla critica. Nel maggio del 2006 Paul Roberts ha lasciato il gruppo. Attualmente il ruolo di cantante viene ricoperto principalmente dal chitarrista Baz Warne, oltre a Burnel, che canta in diversi pezzi dal vivo. Un pezzo di storia del punk rock da non perdersi ... LIV E VIA BARBARIGO 15/17 LIEDOLO DI S. ZENONE (TV) TEL + 39 0423.969625 PIZZERIA BIRRERIA VEGETARIANFOOD DOM 11 CROOKS + TWINKLES DOM 18 POISON DELUX + MATRA DOM 25 KAMIKAZE QUEENS VIA ROMA 7 - BASSANO DEL GRAPPA (VI) WINE & COCKTAILS BAR why NOT café MUSIC a cura di Giorgio Mari A MASTERPIECE PETER HAMMILL NADIR'S BIG CHANCE Se state cercando un disco che vi lasci un segno come solo alcune opere Rock sanno fare, allora aggiungete pure alla vostra collezione questo disco di Peter Hammill, in arte Rikki Nadir. Potete metterlo vicino a titoli come, Electric Warrior di Bolan, Fun House degli Stooges, New York Dolls, Ziggy Stardust, Transformer, The Modern Lovers, Roxy Music. E' un ottimo disco pUnk e quello che lo caratterizza è la sua potenza evocativa, fatta di contrasti e di brillanti intuizioni. Mi riferisco al suono secco e aperto delle sue chitarre, all'uso minimale del sax suonato da David Jaxon, inoltre la voce di Hammill a volte è pungente altre posata e grave, sempre per sottolineare gli estremi. La sezione ritmica, tutta Van Der Graff Generator con Hugh Banton al basso e il mitico Guy Evans alla batteria, e quanto di più lineare e semplice si possa immaginare. All'interno del disco non c'è nulla che riconduca alla produzione classica di Hammill & soci, una sopresa che allepoca deve aver spiazzato più di qualcuno. Ad esempio anche l'uso delle tastiere è stato minimo, con i tappeti di hammond e pianoforte. Questo pseudonimo, Rikki Nadir, era utilizzato da PH per le sue produzioni da solista, la cosa che soprende però è che con questo disco Hammill riesce anche a fare il verso al migliore Bowie, un esempio è la splendida People You Were Going To, una canzone che non avrebbe per nulla sfigurato in un album come Diamond Dogs. Questo e' sicuramente il primo disco pUnk della storia, tantè che la parola pUnk viene qui citata per la prima volta (…The tasty pUnk song…), ma è anche il meno conosciuto. Già dal titolo si capisce che il suo contenuto è di tutto rispetto, ma la sua forza principale sta proprio nel fatto che è visceralmente pUnk. Lo è per l'attitudine assolutamente nichilista e di rottura che sprigiona, per i testi dissacranti, diretti e volutamente non riportati nel disco, nella grafica, con l'utilizzo delle foto sfuocate in bianco e nero con lui che indossa un giubbotto da vecchio rocker. Questa urgenza espressiva è anche ribadita dallo stesso Hammill nelle note a margine di copertina del disco, un elogio alla semplicità per un capolavoro registrato in una sola settimana e mixato in un paio di giorni, un chiaro monito lanciato a tutti i suoi vecchi colleghi presi nel vortice del music business. Apre il disco Nadir's Big Chance che è la canzone manifesto in quanto esprime la nausea chre prova nei confronti degli eccessi del rock dell'epoca, fatto di tutine e lustrini, stivali con la zeppa, ed evocando più semplicità chiudendo con un proclama che ha l'aria d far piazza pulita “Smash the system with the song ! “. Riflettendo, tutto questo è davvero interessante, a maggior ragione se pensiamo che Nadir's Big Chanche è stato realizzato da un genio assoluto di quel corso conosciuto da tutti come progressive music e coadiuvato al gran completo dai vecchi compagni della Van Der Graff Generator. Il primo disco pUnk della storia è fedele al suo nome ed è perciò una anomalia, uno ghigno peffardo realizzato da una band che faceva progressive per l'etichetta specializzata in questo genere, la Charisma, san cen d o n e co sì la su a definitiva morte, ha-ha-ha ! Il periodo di registrazione, dicembre del 1974, è certamente un anno cruciale per la musica anglosassone, dove l'unica cosa che era controcorrente era il suono Hard Rock di alcune band, mentre la stragande mag gioranza dei ragazzi andavano ancora a ballare il vecchio Northern Soul, poi dall'altra parte della staccionata nei club alla moda incominciava ad imperversare la disco music. Tutto questo accadeva mentre i potenti del rock se ne stavano fermi a riposare per smaltire la sbornia dei loro eccessi. Nelle poche interviste rilasciate all'epoca, Hammill spiega che il disco è stato realizzato perché sentiva l'esigenza di ribadire la sua totale estraneità ad un sistema discografico malato e stagnante e per prendere le distanze da un certo ambiente rock. Per questo è un disco straordinario, che va oltre, inoltre vi sono cenni molto evidenti anche di un certo suono che poi si sentirà solo nel 1979 con la prima new wave, in questo senso ne è un buon esempio un pezzo come Nobody's Business. Quindi la domanda nasce spontanea; cosa ha tenuto lontano dalla massa questo disco per renderlo così sconosciuto ? La sua importanza è tale che ho cercato di capire perché è stato così scarsamente considerato dalla critica e da buona parte degli appassionati del Rock. Il dj John Peel fu il primo a trasmetterlo alla BBC, da certi articoli si capisce che già nel febbraio del 1975 lo fece ascoltare alla radio e questo sollevò un certo polverone. Evidentemente ne fù così c o l p i t o c h e b e n p re s t o incominciò a suonarlo e a risuonarlo, coinvolgendo molti ascoltatori, poi è risaputo che nel 1976 JP fu il primo a prendere definitivamente le distanze dal progressive rock per dare ampio spazio alla musica pUnk. I continui passaggi radio di questo disco da parte di JP hanno con molta probabilità influenzato le nuove generazioni, John Lydon (J.Rotten) infatti lo cita come uno dei dischi più importanti della sua vita. Ma è lecito pensare che molti gruppi punk dell'epoca abbiano preso ispirazione da questo vinile, come i Buzzcocks, Damned, Magazine, Stranglers, XtC, Psychedelic Furs, e la lista potrebbe continuare, infatti nei loro primi dischi ci sono molti riferimenti che riportano al suono di questo capolavoro. Nel manifesto punk e nei proclami rilasciati nelle varie fanzine e alle testate giornalistiche dell'epoca, i punks mandavano letteralmente a quel paese gruppi come i Floyd, i Genesis, gli ELP,e appunto VDGG. Nell'aria c'era solo voglia di rivoluzione e perciò le distanze dei giovani musicisti pUnk da questi artisti era d'obbligo. Facile capire come molti di loro abbiano volutamente nascosto il loro debito nei confronti di questo disco. Ma Nadir's Big Chance è stato rifiutato anche dal pubblico che amava il p ro g r e s s i v e ro c k e n o n dimentichiamo poi la p ro v e r b i a l e t i m i d ez za e riluttanza di Hammill nei confronti della stampa e la totale mancanza di rappresentazioni live del disco. Tutto queste cose hanno fatto sì che il disco venisse ben presto dimenticato e poi seppellito dalla furia della nuova ondata Punk, il resto è storia e questo disco è certamente il primo componente fondamentale. VINTAGE a cura di Sir Taylor BEDROOM REVOLUTION AA.VV. THE CHRISTMAS RECORD COLLECTION LPS O 45S: UNA POTENZIALE RACCOLTA INFINITA.... Sono appena passate le festività natalizie e non essendo riuscito a preparare qs a r t i c o l o p e r t e m p o, m i sembrava comunque simpatico raccontare due cose su una abitudine sopratutto anglosassone di realizzare dischi con tema natalizio. Cercando di essere il più analitico e conciso possibile affrontando un argomento che potrebbe originare un libro intero, direi che esistono possiamo dividere questi dischi in tre categorie fondamentali : Pop (intendendo cantanti di musica leggera da classifica..), Rock (rock'n'roll/punk/rock70s etc) e Jazz (soprattutto cantanti soul,funk e melodici,ma anche famosi jazzisti) . Le varie compilation esistenti sono molto spesso realizzate da cataloghi improbabili e il fai da te oggi, con mp3 e scaricamenti vari puo' offrire la soluzione migliore per i meno disposti a spendere. Per i malati gravi di vinilite invece il safari su ebay puo' offrire grosse sorprese e soddisfazioni! Tralasciando la categoria pop/classifica solo per motivi di spazio (vedi “Do They Know It's Christmas Time' o Madonna, Wham etc..per altro molto collezionabili) vediamo cosa si puo' trovare di sorprendente, interessante e va l i d o . I c o l o s s i c h e s i contendono il primato sono sicuramente i Beatles con i loro flexidisc augurali realizzati per i fanclub nei vari paesi del mondo (dal 1963 al 1969 ;anche in italia..); sette in tutto con lettera augurale ed inserti vari - difficilissimo trovarli completi ed in buono stato, quindi costosissimi, sia che li cerchiate in versione flexi originale o compilati nell’lp ”From Them To You:The Beatles 'xmas Album' su Apple LYN2154 - di cui molto interessante quello del 1967 con “Christmas Time Is Here Again” (LYNTONE LYN1360) un vero e proprio brano originale in puro 'macca style' che perfortuna è stato ristampato nel 1995 come b side di 'free As A Bird' (UK45 PS,APPLE NR7243.8.58497). Poi l'altro mito che ha sfornato una quantità mostruosa di dischi natalizi è Elvis Presley che data la lunga carriera ha avuto modo e tempo di proporre una notevole quantità di standard e brani composti appositamente per i suoi XMAS ep ed albums con stile vario tra rock and roll, gospel, country-blues. Non sono particolarmente difficili da reperire se non cercate le prime stampe originali americane perchè hanno avuto parecchie riedizioni e quasi tutti credo sono stati riversati in formato digitale. Il terzo mito...non ve lo aspettereste sono i Sex Pistols con il mitico “Lentilmas” flexi della Virgin Record stampato nel 1977 in cui sembra che nel coro siano presenti le voci di J.Rotten & co. Costosissimo, ultrararo è poco più di una curiosità priva di concreto appeal musicale e a mio parere solo frutto di grosse speculazioni (per quei soldi si puo' avere ben altro...). Come detto sono molti i gruppi rock che a vario titolo hanno registrato canzoni di argomento natalizio soprattutto in formato 45 giri, molto più interessanti e rari dei corrispettivi lps e quindi super co l l ez i o n a b i l i . Tra i p i ù interessanti e costosi metterei U 2 “J e s u s C h r i st / bw J.Mellencamp” disco solo p r o m o z i o n a l e d i c o v e r, dedicato a W. Guthrie , uscito nel dic. 1988 non propriamente natalizio in senso stretto); Yobs ovvero i Boys noto gruppo punk77 che hanno realizzato un album e tre 45 specifici ( Yo b s ' X m a s A l b u m ; R u n Rudolph Run , Silent Night; Rub a Dum ); “Run Rudolph Run” fu un grosso successo per Chuck Berry nel Natale del 63 e fu ancora ripreso da un suo grosso fan, un certo K. Richard nel natale del 1979 (singolo pubblicato anche in Italia su rollin' stone records e parecchio raro oggi). Ancora in periodo punk/wave segnalerei gli Xtc sotto lo pseudonimo di 3 Wise Men con Thanx For Xmas/Countdown To Xmas Party Time - molto raro e bello ancora i mitici Dickies con l'ultraclassico Silent Night/Sound of Silence (rigorosamente in vinile colorato bianco!!) e non potevano mancare i Ramones con “Merry Xmas (don't wanna fight tonite) b side di un singolo dell 1989.Da cercare sicuramente anche Patty Smith - sotto pseudonimo di R.E.F.M. con una chicca molto rara da t ro va re W h i t e X m a s / N o Jestering del 1978 ed un altro rarissimo brano “We Three Kings” nella rara compilation A Very Special Christmas album. Tra i più recenti i Pearl Jam possono vantare una nutrita serie di 45 realizzati per il loro fan club e venduti esclusivamente per corrispondenza ed un album Christmas Time veramente notevole curato dalla mitica Ze records con Material, Kid Creole, Suicide , Christina e infine i Contortions (con Xmas With The Devil!!!): ma attenzione che esistono 2 edizioni una delle quali non comprende i Contortions. In ambito jazz/funk/soul/crooner c'è solo da perdere la testa, ancora una volta i 45 giri sono i più interessanti nel funk con autori del calibro di James Brown, Joe Tex, Otis Redding, Sam Cooke. I più costosi sono sicuramente i due album di J.Brown - il più raro ristampato dalla rhino rec. - ma il lp di Duke Pearson su Blue Note record non scherza, così come il 45 di Lou Donaldson su Atlantic rec. (so che esiste ed è stato compilato ma non sono mai riuscito a vederne una copia!!!). Della Motown Records segnalo gli album natalizi di Steve Wonder, Supremes, Jackson 5 (con M.Jackson ovviamente), Temptations tutti non comuni nella loro prima edizione ma con dei gran brani originali inclusi !!!. Per l' Italia segnalerei un super album di Augusto Martelli (su Sun record, raro e bello con ritmi bossa e funk per lo più cantato in italiano) e il 45 di Rocky Roberts “Jingle Bells' in versione super soul !!!! Molto bello l’ lp del 1963 curato da Phil Spector che era il produttore delle band in questione, la stampa originale: A Christmas Gift For You ( L o n d o n H AU 8 8 1 4 1 ) m a ristampato dai Beatles su APPLE.APCOR24 nel 1972: include gruppi del calibro di Shirelles, Ronnettes etc...il meglio del wall of sound a cavallo tra rock, pop e soul! Queste sono alcuni dei dischi che spesso suono nei dj set natalizi ed una minima parte della collezione. Come consigli per gli acquisti direi di cercare questi dischi in periodi non natalizi....magari in estate per ovvi e meri motivi economici. A me Babbo Natale ha portato un 45 spagnolo dei Television con copertina unica e uno degli Specials portoghese....erano circa 3 anni che li aspettavo!!! STYLE a cura di Anna Battista La moda come arte: Hussein Chalayan Si apre il 21 gennaio al Design Museum di Londra la mostra dedicata alla carriera dello stilista Hussein Chalayan, un evento considerato tra gli imperdibili del 2009. Già nel 1993, anno della laurea presso il Central St Martin's College di Londra, critici ed esperti di moda avevano capito c h e i l g i o va n e H u s s e i n Chalayan sarebbe diventato uno degli stilisti più importanti dei nostri tempi. La prima collezione di Chalayan esplorava infatti concetti come il cambiamento e la trasformazione attraverso capi sotterrati in un giardino assieme a vecchi pezzi di ferro. Con il passare degli anni le collezioni di Chalayan sono diventate vere e proprie esplorazioni nella natura, nell'architettura e nella tecnologia. Lo stilista trae spesso le sue ispirazioni da temi non legati al mondo della moda come l'esilio, l'alienazione, l'emigrazione, il nomadismo e l'oppressione. La mostra non esplorerà solo i materiali e le tecnologie innovative impiegate da Chalayan, ma si soffermerà anche sul suo approccio alla moda e ai significati delle varie collezioni. Tra i capi più importanti che verranno esposti vi sono alcuni pezzi d e l l a co l l ez i o n e Autunno/Inverno 2000-01 intitolata “After Words”, ispirata allo stilista dalle immagini dei rifugiati kosovari in fuga dalla loro terra, con tavoli in legno che si trasformano in gonne, sedie che diventano valige ed elementi di tappezzeria trasformabili in abiti; il vestito realizzato con cristalli Swarovski e piccole luci al LED d e l l a co l l ez i o n e Primavera/Estate 2008 “Readings”, un capo ispirato all'adorazione del sole e al culto della celebrità, e alcune delle creazioni della più recente collezione per la prossima primavera/estate. In quest'ultima Chalayan ha esplorato il tema della velocità e delle sue conseguenze creando fantasie con stampe di automobili incidentate e applicandole ad eterei vestiti di chiffon e completi pantalone dalle linee rigide e realizzando mini-abiti scolpiti in materiali aerodinamici con punte che protrudono dal retro come se gli abiti fossero stati bloccati in un vortice spazio-temporale e in una fase di pre/post collisione. L'evento presso il Design Museum sarà imperdibile per gli ammiratori dello stilista, ma anche per chi si interessa di filosofia, scienza, antropologia e tecnologia. Tro ve ra n n o i nte re s s a nte l'evento anche gli appassionati di arte dal momento che, dal 2003, Chalayan ha partecipato a diversi progetti artistici con video e filmati brevi proiettati durante rassegne internazionali. Per molti la moda è un mondo finto ed effimero. Eppure essa ha un'importante valenza sociologica e culturale dal m o m e nto c h e re g i st ra i cambiamenti che avvengono nella società in cui viviamo, stagione dopo stagione, anno dopo anno. Chalayan ha registrato queste trasformazioni in maniera straordinaria, permettendoci di ra g i o n a rc i s u att rave rs o creazioni concettuali e capi dal design senza tempo. Hussein Chalayan Works ‘94 – ‘09, Design Museum, Shad Thames, Londra, dal 21 gennaio al 17 maggio 2009. MITI a cura di DjD Senza di lei non ci sarebbe stato il burlesque,la moda fetish e Dita Von Teese. Bettie Page, una delle pin-up più fotografate negli anni 50, è morta a 85 anni in nottata in un ospedale di Los Angeles, dove era ricoverata da tre settimane per una polmonite, Bettie Page, la regina delle pin up americane. Nata a Nashville, nel Tennessee, il 22 aprile 1923, Bettie, o Betty, Page da segretaria divenne una delle modelle più fotografate negli anni '50 del secolo scorso, quando fu una regina delle riviste per soli uomini. Nel gennaio 1955 anche Hugh Hefner la scelse per essere 'coniglietta' del mese. Quei capelli corvini incorniciati da una frangetta maliziosa, quelle gambe inguainatre da calze di seta velatissime, quei vertiginosi tacchi a spillo, quelle pose da dominatrix con tanto di frusta, incantarono una generazione stanca di torte di mele e bamboline bionde. Con le sue fotografie stuzzicanti e i ADDIO A BETTIE PAGE REGINA DELLE PIN UP suoi mediometraggi sadomaso anticipò la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta. Smise di posare nel 1957, e un paio d'anni dopo divenne una 'born again Christian'. Ebbe un revival negli anni Ottanta, quando una nuova generazione di fan decise di farne la propria icona. Nel 2006 le avevano dedicato un biopic (inedito in Italia): The Notorious Bettie Page diretto da Mary Haron. La Page era stata ricoverata, in seguito a un infarto in un ospedale della zona di Los Angeles quattro settimane fa. La sua morte è stata annunciata dal suo agente Mark Roesler nel sito online a lei dedicato. "Catturò l'immaginazione di una generazione di uomini e di donne col suo spirito libero e la sua sensualità senza remore. E' l'incarnazione della bellezza". VIA VITTORELLI 5/a Bassano del Grappa (VI) tel +39 0424 525583 ALE’S SURF SHOP CITTADELLA - STATALE BASSANO/PADOVA TEL 049.9400455 - [email protected] WWW.MYSPACE.COM/SURFSHOPALES - CI TROVI ANCHE SU FACEBOOK! SALDI! LIVE MUSIC DJ SET Ogni Venerdì e Sabato Sera Via Roma 7 - Crespano del Grappa (TV) NON OMOLOGATI Ci TROVATE IN: Via Pasubio 85 SCHIO Contrà Cabianca 14 Vicenza FORTUNECOOKIE a cura di Anna Battista LA GRANDE LIVELLA? LA CRISI. Marni è una delle case che ha scelto di non far sfilare la sua collezione uomo questo gennaio, ma di optare per una più sobria e semplice presentazione dedicata solo alla stampa. Se fate parte di quella vasta maggioranza di persone che fa fatica ad arrivare alla fine del mese, a dar da mangiare alla propria famiglia, a pagare le bollette e le altre spese, sappiate che il 2009 è il vostro anno. Ormai i crolli finanziari dell'anno passato vi hanno non solo abituato al peggio, ma resi resistenti alla crisi e, dopo aver toccato il fondo, ora potrete solo rialzarvi. Sono tempi duri invece quelli che attendono i ricchi che non hanno ancora assaggiato l'amaro boccone della crisi. Solo qualche settimana fa il Wall Street Journal e il Guardian annunciavano con preoccupazione e una punta di rammarico che molte case di moda rinunceranno alle sfilate di febbraio perchè troppo costose. Per chi non lo sapesse, il prezzo di una sfilata “modesta” parte dai $150,000, ma può raggiungere facilmente svariati milioni di dollari, a seconda dei set, delle modelle ingaggiate e dei team di stylist scelti. Milioni bruciati per uno show che raggiunge a stento i 15 minuti. Facile quindi capire perchè alcune case opteranno per semplici presentazioni, forse meno spettacolari ma ugualmente efficaci, mentre altre proporranno installazioni, video e show online. Dover vedere alcune case di moda ridimensionare i loro comportamenti e il loro budget dopo tanto inutile sfarzo non può che riempire di gioia. Ma non finisce qui: a dire della stampa specializzata, i ricchi si vergognano: in America chi compra online dal sito dei grandi magazzini Neiman Marcus, prega spesso la ditta di inviare i propri acquisti avvolti in semplice carta marrone affinchè non diano troppo nell'occhio; altri chiedono alle case di moda di farsi portare direttamente a casa capi e accessori da scegliere ed eventualmente acquistare per evitare di farsi vedere in strada carichi di pacchi e pacchettini. Che sia questa la tendenza per il 2009? Un anno in cui non solo i ricchi inizieranno a vergognarsi, ma perderanno il loro potere? Gli economisti dicono di sì. Avete resistito stoicamente negli ultimi 12 mesi affrontando avversità economiche, problemi di salute e famiglia? Siete stati eroici e supererete anche il 2009. La crisi vi ha reso resistenti e vi ha ispirato nuove e più creative idee di sopravvivenza. I ricchi? Lasciate che festeggino pure a champagne e caviale l'arrivo del nuovo anno. State pur certi che tra qualche settimana (o mese, al massimo...) dovranno trovarsi un nuovo lavoro anche loro. [Anno nuovo, rubrica nuova. Avete presente i biscottini cinesi della fortuna con quei curiosi bigliettini al loro interno che contengono un saggio consiglio? Questa rubrica è un po' come quei biscotti, contiene in poche righe un messaggio che, si spera, ispirerà in qualche modo I lettori.] GENNAIO SVENDITA TOTALE VIRTUALTOREAL a cura di Anna Battista KITSCH E SUPER-COOL: PRIESTESS NYC La crisi finanziaria impazza, ma Cody Ross, designer e fondatore della Priestess NYC, non sembra affatto preoccupato. In tempi di crisi, dice, saranno proprio i marchi più ottimistici e originali come il suo ad avere più successo. Con celebrità del calibro di Björk, Juliette Lewis e Tyra Banks tra le sue clienti, Ross sembra proprio non dover temere nulla dalla recessione. Live in: New York - Work as: Fashion designer - Age: 30 - Zodiac: Capricorn Cosa ti ha ispirato a lanciare Priestess NYC? Dopo essermi laureato alla London School of Economics ho lavorato per anni nel mondo della finanza. Il ritmo del lavoro era però semplicemente stressante e la tentazione di lasciarmi alle spalle la routine quotidiana per dedicarmi a qualcosa di più creativo era grande. Così mi sono iscritto a un corso breve di moda e design al Central St. Martins College di Londra e, una volta tornato a New York, ho lanciato Priestess NYC. USATO ALLO STATO PURO ANNI 60’-70’-80’-90’-2000 C o m e d e f i n i re st i l e t u e creazioni? “Kitsch e super c o o l ”. A l m o m e n t o s t o lavorando con la modella Greta Cavazzoni a una linea di acessori che sarà piuttosto glam. Sto inoltre sviluppando una nuova linea di gioielli in stoffa, dal momento che quella precedente ha riscosso un ottimo sccesso. Ci descrivi il tuo atelier? Lo studio/atelier Priestess NYC si trova nel cuore del West Village ed è un luogo pieno di oggetti trash e kitsch – bambole assassine, spade da samurai, scheletri, riviste di moda e rotoli di stoffa. La follia kitsch che mi circonda mi aiuta a trovare l'ispirazione per le mie collezioni. Chi ha influenzato la tua carriera? Mio padre, che mi ha insegnato un po' tutto sulla finanza e il marketing, i miei designer preferiti, tra i quali vi sono anche Rick Owens, Marjan Pejoski e Jeremy Scott, e filosofi del calibro di Ludwig von Mises e Ayn Rand. Pensi che la crisi globale inciderà sull'industria della moda? Abbiamo tutti vissuto un periodo di forte crisi negli ultimi mesi e spero che presto ci rialzeremo. L'andamento dei mercati globali ha fortemente inciso sull'industria della moda, ma credo che la crisi sia una lezione importante perchè è proprio in tempi di crisi che nascono spesso le idee migliori. Penso inoltre che d'ora in poi saranno proprio i brand più originali e innovativi come Priestess NYC ad avere la meglio sul mercato. COOPERATIVA FERRACINA I I L ORARI : 10-12.30/15.30-19.00 CHIUSO DOMENICA-LUNEDI’-VENERDI’ Cooperativa Sociale Onlus, Via Spin 57 Romano d’Ezzelino Tel 0424382202 int. 1 - [email protected] KULT MOVIE a cura di FOX (Plasticost) L' IMPERDIBILE PEGGIO DELLO SPAGHETTI WESTERN “TUTTI PER UNO BOTTE PER TUTTI” Bruno Corbucci non ebbe lo stesso successo, nel western all' italiana, del fratello Sergio, pezzo da novanta assieme a Leone; tra i tanti diresse Django, il grande silenzio e vamos a matar companeros. A Bruno invece la notorietà giunse con l' azione all' italiana che ha un nome su tutti, quello di Er Pirata Nico Giraldi, più o meno sosia del Monnezza interpretato da Thomas Milian. Entra anche lui a nella nostra rubrica, con una demenziale parodia addirittura dei Tre Moschettieri di Dumas, qui in una versione cialtronesca e assolutamente irriverente nelle sue tinte "provincialotte". Erano gli anni del cinema sfornato come il pane, con le sale parrocchiali che r i c h i e d eva n o p ro d o tt i a dismisura e dove qualsiasi cosa andava bene, tanto c'era il parroco che vedeva prima e dava qualche sforbiciata a baci (forse per questo non sono numerosi nello spaghetti western) o a qualche fondo schiena sfuggito alla produzione. L' idea di trasportare nel Far West un' opera distante anni luce la dice lunga sulla incontrollabile mente del formidabile circuito ro m a n o d e l l o s p a g h e tt i western, sempre pronto a sfornare assurdità senza rivali in tutto il B-movie internazionale; se poi ci troviamo di fronte a tre sfaticati rangers invece che a tre moschettieri dall'animo nobile dobbiamo per forza pensare che almeno una nube radioattiva abbia colpito gli ambienti frequentati da questi surreali registi. I tre rangers a d d i r i tt u ra s i c h i a m a n o MacAthos, Aramirez e Porthland, nomi che chiaramente riprendono in versione scozzese, messicana ed inglese gli eterni Athos, PLAYLIFE ........ SALDI PER TUTTI ........ ABBIGLIAMENTO UOMO E DONNA PLAYLIFE - BASSANO DEL GRAPPA (VI) Via Vittorelli - Tel 0424.523848 - APERTO DOMENICA POMERIGGIO Aramis e Porthos. Il primo beve, il secondo è un baro a carte ed il terzo mangia tortillas a scrocco. La vicenda gira attorno ad una recluta di Cheese Valley, località dove ovviamente si produce un formaggio di capra dall' odore nauseabondo. Il ragazzo dalle note doti di donnaiolo, viene nominato ranger dallo zio sergente ed incaricato di sellare al più presto un mulo capriccioso per partire alla ricerca dei tre sfaticati oramai destinati ad una vita lussuriosa e senza futuro. L' incarico coincide con una festa del villaggio animata da un gruppo musicale italiano e che finirà a caciotte di ricotta di capra in faccia in pieno stile comico d'altri tempi. La vicenda si intreccia con l'ennesimo carico d'oro trasportato in modo occulto da una affascinante dottoressa in un carro della croce rossa. Come si potrà immaginare, tutto il film sarà costruito su scazzottate, detti da osteria e situazioni t r u ffa l d i n e co m p i u te d a personaggi in vista completamente inaffidabili e corrotti. Tra i protagonisti di questo ambiente circense va segnalato “Cochi il rognoso” capo di una banda di malfattori assolutamente allergici all'acqua. I soggetti non si lavano da anni e Cochi viene addirittura legato a delle assi e calato in un rivolo affinchè egli spifferi il necessario ai tre moschettieri-rangers. Tutto in stile fagioli-western, il film non manca di andare ben oltre al consueto, inserendo alcune trovate a dir poco sorprendenti, come un omaggio fin troppo palese al cinema di kung fu, dove si citano anche i titoli di alcuni films che resero mitico Bruce Lee, e la trovata di ben cinque minuti ininterrotti di giochi di prestigio con le carte con camera puntata solo sulle mani magiche di Aramirez. La fine del film è affidata ad un "Se po fa", detto proprio in romanesco e c h e r i p o r t a a l l a n o s t ra memoria tale esclamazione affermata in un' altra occasione e luogo ben più “formali”. Vuoi vedere che qualcuno era un fan di Aramirez? NEW STAR a cura di Anna Battista DA S A N P AO L O A L O N D R A : IL SOUND INTERNAZIONALE DI CIBELLE Musicista, cantante e artista, Cibelle Cavalli Bastos, nata e cresciuta in Brasile ma ormai residente a Londra, è la regina di un nuovo genere musicale tra tropical, punk e jazz. Sound & Vision: Cosa sognavi di diventare da grande? Cibelle: Sono sempre stata immersa in attività creative da quando avevo 6 anni e studiavo chitarra acustica, pianoforte, recitazione e arte. Ero una ragazzina un po' strana, lo ammetto: ho letto Sofocle quando avevo 11 anni e credevo di essere una tipa davvero super, anche se sapevo di non esserlo dal momento che passavo ore da sola a scrivere poesie e a far finta di cantare con una spazzola per capelli come microfono. S&V: Com'è stata la prima volta che sei entrata in studio di registrazione? Cibelle: La prima volta ho registrato con il produttore serbo Suba ed è stato fantastico. Da allora ho continuato a lavorare ai miei album e ad andare in tour, anche se allo stesso tempo mi sono dedicata all'arte e lo scorso anno ho preso parte a tre mostre. S&V: In quanto tempo hai registrato il tuo ultimo album “The Shine of Dried Electric Leaves”? Cibelle: Ho registrato il mio secondo album nell'arco di un anno. In genere mi ci vuole sempre un bel po' per riuscire a finire un nuovo lavoro perchè mi piace molto lavorare con altri artisti come Sam Genders e Josh Weller, e quest'album doveva riassumere un po' il mio modus operandi, quel viaggiare con il computer sottobraccio, e collaborare, creare e produrre pezzi con vari artisti di tutto il mondo in modo da influenzarci l'un l'altro. Il pezzo che preferisco su quest'album è 'Green Grass', una cover malinconicamente dolce di Tom Waits, un artista che amo. S&V: Cosa ispira la tua musica? Cibelle: Al momento l'exotica ma con un tocco di punk, la purezza delle note di Yma Sumac e l'atmosfera di Dalston, la zona di Londra dove vivo. S&V: Ti consideri più un'artista o una musicista? Cibelle: Mi sento una visual artist che si esprime al momento attraverso la musica e utilizza la voce come uno strumento, un veicolo per dare emozioni. S&V: C'è un regista con il quale ti piacerebbe girare un video? Cibelle: Michael Gondry. L'ho incontrato recentemente in Brasile e siamo finiti a fare jamming nel locale di un mio amico, con lui alla batteria e io alla voce. Purtroppo però non mi ha ancora proposto di girare un video diretto da lui. S&V: Quali sono i locali più belli dove hai cantato? Cibelle: Circo Voador a Rio de Janeiro; Scala e Koko a Londra. S&V: Che progetti hai per il 2009? Cibelle: Finire il mio nuovo album. Sono già in tour con la mia band, Los Stroboscopious Luminous, un gruppo che raccoglie artisti internazionali che lavorano a progetti personali e si uniscono a me per fare musica quando vogliono o possono. La Pappa Fastfood KING HEN RY kebab Felafel Prenotazioni 329.7454577 Via Gamba 147b - Discesa Ponte Vecchio - Bassano d. G. QUESTA È LA LISTA COMPLETA DEI DISTRIBUTORI UFFICIALI DI S&V. QUI TROVERETE SEMPRE LA VOSTRA COPIA OGNI MESE. SCEGLIETE LORO PER RITIRARE IL VOSTRO S&V! a Vicenza e Prov. IL BORSA P.zza dei Signori 26 - Vicenza BAR ASTRA Contrà Barche Vicenza PROSPORT - Via Zamenhof 821 - Vicenza (Tel 0444.301837) www.prosport.it OSTERIA DEL TEMPO PERSO Via Paolo Lioy 36 - Vicenza VIOLET SHOP Contrà S. 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