Cineforum G. Verdi - Breganze 35°anno www.cineverdi.it I love radio rock (THE BOAT THAT ROCKED) CAST TECNICO ARTISTICO Regia: Richard Curtis Sceneggiatura: Richard Curtis Fotografia: Danny Cohen Scenografia: Mark Tildesley Costumi: Joanna Johnston Musica: Steven Price Montaggio: Emma E. Hickox Prodotto da: Richard Curtis, Hilary Bevan Jones, Tim Bevan, Eric Fellner (Gran Bretagna, 2009) Durata: 135’ Distribuzione cinematografica: UIP PERSONAGGI E INTERPRETI Il Conte: Philip Seymour Hoffman Quentin: Bill Nighy Gavin: Rhys Ifans Dave: Nick Frost Ministro Dormandy: Kenneth Brannagh “Se fai rock’n’roll hai il dovere di vivere alla grande !”… Rod Stewart definì così, con poche, pungenti parole, lo spirito incendiario del suo genere musicale, e più in generale quella che è stata l’anima del rock negli anni ’60 e ’70. Un genere del tutto nuovo per quell’epoca e ancora oggi associato ad uno stile di vita sfrenato e senza limiti in cui la libertà di pensiero veniva amplificata all’ennesima potenza, spesso fino all’eccesso: ‘sesso droga e rock’n’ roll’ . Mentre in America, però, l’energia vitale del rock si riversò subito come un fiume in piena, nell’Inghilterra benpensante e conservatrice il mondo politico ed aristocratico non era ancora preparato ad un cambiamento così radicale… la musica rock venne bandita come fuorilegge e nessuna emittente radiofonica poteva trasmettere più di 45 minuti di quella musica ‘chiassosa’ attraverso l’etere. E’ proprio in questo contesto di rigida chiusura mentale che, com’è ovvio aspettarsi, esplode presto una controparte altrettanto agguerrita… Radio Rock. Se le emittenti radiofoniche terrestri erano sotto controllo, era necessario trovare un modo per ‘nascondersi’ al mondo reale. Quale miglior modo per sparire se non quello di impiantare una 7° film stazione musicale… all’interno di una nave pirata, “una nave che faceva il rock” (dal titolo originale del film, ‘The Boat that Rocked’). Quasi un tempio di quella musica straordinaria, su Radio Rock il genere tanto minacciato riecheggia da prua a poppa e trasmesso in tutta la nazione 24 ore su 24. L’occasione di salire sulla nave ci viene fornita dal giovane Carl, spedito dalla madre nel vano tentativo di farlo rigare dritto. Non lo aiuterà di certo l’atmosfera che si respira a bordo: fin da subito veniamo invasi dalla carica esplosiva e senza regole della vita dei singolari deejay… il pingue “dottor” Dave, l’enigmatico sciupafemmine Midnight Mark, Kevin il Tardo, il misterioso Bob… fino al mitico “Conte” che conta (un Philip Seymour Hoffmann perfetto nella parte), unico americano nella nave e leader indiscusso di Radio Rock… C’è perfino il goffo “News John” che ama trasmettere notizie ed informazioni meteorologiche... insomma, non manca proprio nessuno in questa nave che, come e forse più delle moderne navi da crociera, è un piccolo mondo in miniatura, un mondo in cui non solo si dorme, si mangia, si canta e si trasmette… ma anche ci si sposa, si ama e si odia, si rischia la vita, si cerca il vero amore… L’intero spettro delle emozioni umane si manifesta in tutte le sue forme, anche se spesso l’eccesso del “vivere alla grande” comporta equivoci, il sesso viene scambiato per amore, l’amore viene scambiato per sesso, si accendono le rivalità… Questa ambigua moralità (o la sua completa mancanza), che non si fa scrupoli neppure nel trasmettere un ‘vaffa’ ai radioascoltatori, irrita profondamente il governo britannico che ha la sua mente in sir Alistair Dormandy (un Kenneth Branagh con atteggiamenti e baffetti che ci ricordano un famoso dittatore…) ed il suo braccio nel giovane Pirlott (in originale sarebbe ‘Twatt’, ossia stupido… la doppia t ad enfatizzare il concetto), un governo disposto a tutto pur di chiudere le stazioni pirata… E’ in questa dualità/scontro tra conservatori e contestatori che si fa strada la tematica ‘sociale’ del film, che sembra chiedere un nostro anonimo parere… meglio sacrificare la libertà in nome di un sano insieme di regole… o una vita in cui si sacrificano delle regole per 11 - 12 – 13 - 14 Novembre 2009 una piena libertà ? Il regista sembra non avere dubbi in merito, basti pensare al ridicolo siparietto della festa di Natale vissuto in casa Dormandy. Per controbilanciare l’ostinazione delle istituzioni, il capitano Quentin (un insolito Bill Nighy) decide di sfoderare il suo asso nella manica proponendo il ritorno di Gavin Kavanagh, leggendario deejay inglese, la cui esuberanza ed incontenibile carica di testosterone fa impazzire il pubblico. Inutile dire che tra l’inglese Gavin e l’americano Conte si scatenerà subito un’accesa competizione a suon… di musica ! E’ il rock stesso, infatti, e la musica più in generale il cuore vibrante del film, molto più che non l’amore, il sesso, la competizione, la rabbia, la libertà… emozioni e sensazioni che a parole spesso si fatica a riportare, ma che nella musica trovano la loro più completa espressione. Come disse più eloquentemente il grande scrittore danese Hans Christian Andersen “Dove le parole falliscono, parla la musica”. Lasciamola parlare quindi, e lasciamo che faccia vibrare le corde della nostra anima… se viviamo la musica, oltre che ascoltarla, da Radio Rock non vorremo più scendere. Marco Lubian [email protected] Il film della prossima settimana Vincere di Marco Bellocchio Durata 128’ Siamo agli inizi del secolo scorso. Ida (Mezzogiorno) incontra Mussolini (Timi) a Milano, dove dirige l’Avanti. Lei crede nelle sue parole e per lui arriva a vendere tutto per finanziare il giornale “Il popolo d'Italia”. Si sposano in chiesa e hanno anche un figlio, Benito Albino. Allo scoppio della guerra però Mussolini si arruola e scompare dalla sua vita. Lo ritroverà in un ospedale militare accudito da Rachele, neo-sposata con rito civile . Ida rivendica il suo ruolo di moglie e madre, ma viene rinchiusa in manicomio per oltre unidici anni. Unico film italiano in concorso al Festival di Cannes, Vincere si rricchisce di una prestazione sontuosa della irriducibile Giovanna Mezzogiorno e di un eccezionale Filippo Timi, nei non facili panni di un giovane Benito Mussolini. Un film centrato sul personaggio di lui, che il regista Marco Bellocchio non esita a definire “una ribelle irriducibile” . Cineforum G. Verdi - Breganze 7° film 35°anno www.cineverdi.it Scheda film 11 - 12 – 13 - 14 Novembre 2009 IL REGISTA I love radio rock La locandina L’ATTORE NOME: Richard Curtis DATA DI NASCITA: 3/10/1950 LUOGO DI NASCITA: New York USA CENNI E CURIOSITA’ SUL FILM: Nella versione originale uno dei personaggi si chiama Twatt, che con una "t" in meno è la parola inglese che indica volgarmente la vagina, mentre nella versione italiana il nome è stato cambiato in Pirlott, cioè il membro maschile. "Tutte le persone della mia generazione hanno lo stesso ricordo.. Andavi a letto la sera e mettevi la radiolina a transistor sotto il cuscino, la accendevi e sentivi questa musica fantastica che non si ascoltava da nessun'altra parte. E i tuoi genitori gridavano "Vai a letto!!!spegni la luce! Dormi! E' stata una delle cose che più mi hanno fatto amare la musica pop, questo sottile senso di illecità e illegalità" (Richard Curtis) RISULTATI VOTAZIONI FILM Gran Torino Il curioso caso di Benjamin…. Angeli e demoni Due Partite Tutta colpa di Giuda Il dubbio 4,61 3,94 3,52 3,45 3,34 3,32 (2009) I love radio rock (2003) Love actually – L’amore davvero La colonna sonora Cosa sarebbe un film che in parte ripercorre un periodo storico senza una colonna sonora che sappia rimarcare l'umore dell’epoca, i gusti, le turbolenze sociali e i turbamenti giovanili? Sarebbe una tavolozza senza colori, una pietanza insipida, un bouquet privo di profumi. Tanto più se il film in questione racconta l'avvento di una nuova era, quella del rock’n’roll britannico (e non solo) e delle prime radio pirata. Ovviamente se il film di Richard Curtis non fosse stato prodotto dalla Universal non sarebbe stato possibile collezionare una scaletta di successi che sono rimasti nel tempo (parliamo di artisti come Beach Boys, Cat Stevens, The Kinks, The Who, Dusty Springfield, Jimi Hendrix e The Hollies), ma al di là di mere questioni legate ai diritti d’autore – che tuttavia limitano tantissimo il cinema indipendente e non – l’original soundtrack di I Love Radio Rock è un album sensazionale. Sebbene i brani che compongono la scaletta siano stati scelti e selezionati con cura espressamente per il film, per goderne non è necessario aver visto la commedia di Curtis. Certo, vi perdereste gran parte del divertimento nel vedere come vengono utilizzate "So Long, Marianne" di Leonard Cohen, "Let's Spend The Night Together" dei Rolling Stones ed “Elenore” dei Turtles. Il regista durante le fasi di preparazione del film ha distribuito agli attori degli i-pod con selezioni musicali personalizzate, per consentire loro di entrare adeguatamente nel clima dell'epoca, quando la musica era davvero un simbolo di trasgressione e rivoluzione. NOME: Philip Seymour Hoffman DATA DI NASCITA: 23/07/1967 LUOGO DI NASCITA: Fairport, New York, Stati Uniti (2009) (2008) (2008) (2007) (2007) (2007) (2006) (2005) (2005) (2004) (2003) (2003) (2002) (2002) (2002) (2002) (2000) (2000) (1999) (1999) (1999) (1998) (1998) (1998) (1998) (1998) (1998) (1997) (1996) (1996) (1995) (1994) (1994) (1994) (1993) (1993) (1993) (1992) (1992) (1992) (1992) (1991) I love Radio rock Il dubbio Synecdoche, New York La guerra di Charlie Wilson La famiglia Savage Onora il padre e la madre Mission Impossible 3 Truman Capote: a sangue freddo Strangers with Candy E alla fine arriva Polly Ritorno a Cold Mountain Owning Mahowny La 25ª ora Red Dragon Ubriaco d'amore Love Liza Quasi famosi Hollywood, Vermont Il talento di Mr. Ripley Magnolia Flawless - senza difetti Patch Adams Happiness - Felicità Il grande Lebowski Prossima fermata Wonderland Montana Culture Boogie Nights - l'altra Hollywood Twister Sydney The fifteen minute Hamlet La vita a modo mio Amarsi The getaway Milionario per caso My boyfriend's back Joey Breaker Scent of a woman - profumo di donna Vendesi miracolo My new gun Szuler Triple bogey on a par five hole