Rassegna stampa

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Data: 19/04/2016 | Fonte: Alto Adige | Pagina: 21 | Categoria: EURAC
LO SCIENZIATO AUSTRALIANO WARREN
A Bolzano il premio Nobel che ha scoperto il batterio dello stomaco
di Giorgio Dobrilla
◗ BOLZANO
Il premio nobile Robin Warren in questi giorni a Bolzano (Foto Eurac)
Non capita facilmente di avere a
Bolzano un premio Nobel, ma in
questi giorni abbiamo in città
Robin Warren, sconosciuto ai
più ma non certo ai gastroenterologi. Warren è stato un patologo del Royal Hospital di Perth,
(Australia Occidentale) dove
molti anni fa chi scrive ha relazionato su pazienti refrattari agli
H2-Antagonisti, la terapia
dell’ulcera di allora. Al Royal Hospital nel 1979 arriva anche Barry Marshall, microbiologo, che
due anni dopo ha lavorato con
Warren. I due scienziati nel 2005
vengono insigniti del Nobel per
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aver scoperto e interpretato controcorrente il significato e la giusta importanza all’«Helicobacter Pylori». In realtà, questo
batterio spirale era stato segnalato nello stomaco del cane già più
di 100 anni fa da Giulio Bizzozero senza però che l’italiano si accorgesse del suo possibile ruolo
patogenetico nella gastrite e
nell’ulcera. Molto più tardi, dunque, Warren lo individuava casualmente nelle biopsie gastriche impossibili prima degli anni’70 (lo stomaco si studiava, e
solo di rado, post-mortem o su
pezzo operatorio). Nel 1979, invece, Warren scopre in biopsie
gastriche perendoscopiche caratterizzate da grave gastrite la
presenza di batteri, facilitata da
alcune colorazioni all’argento
diverse da quelle classiche (ematossilina-eosina). Grossa sorpresa, perché il mondo accademico
riteneva che in un ambiente così
acido fosse impossibile la crescita di batteri. Warren constatava
una correlazione tra numero dei
batteri e grado di gastrite, essendo sempre più convinto, con
Marhall, che non si trattasse di
un contaminante e che il batterio fosse reale causa di gastrite
(espressa istologicamente da
elementi infiammatori quasi assenti nello stomaco sano). La ricerca si fa frenetica nonostante
le difficoltà di isolamento e di
coltura del batterio e il perdu-
rante scetticismo dei colleghi
che continuano a ritenere sterile
lo stomaco, al punto da rifiutare
la comunicazione della scoperta
al Royal Hospital. Marshall allora, stremato da queste resistenze, ingerisce lui stesso 30 ml di
brodocoltura contente Helicobacter pylori provenienti da un
paziente con gastrite severa. Nei
giorni seguenti il ricercatore sta
malissimo e vomita: un controllo gastroscopico rivela sia gastrite erosiva che presenza massiva
del batterio. Su insistenza della
moglie accetta allora di curarsi
con antibatterici (metronidazolo e bismuto). Finalmente, nel
1984, Lancet accetta di pubblicare il lavoro ormai storico di Warren e Marshall. Nasce così la terapia eradicante (due antibiotici
e un antisecretivo prazolico per
7 giorni) e…muore di fatto l’ulcera gastroduodenale.
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