http://www.chefdicucina.com/4558.html Pagina 1 di 6 II° Simposio sull’ Alimentazione Mediterranea Barcellona 12 - 14 Giugno 1997 Colori e Alimentazione: Aspetti Psicologici Maria Paola Graziani*, Mariateresa Balotta, Luciano Ciuffa e Carlo Cannella Istituto di Scienza dell’Alimentazione, Università di Roma “La Sapienza * Istituto di Scienze dell’Alimentazione del C.N.R. - Avellino (Italia) Durante il recente Convegno, tenutosi a Napoli, su “Il percorso dell’Alimentazion Mediterraneo”, si sono confrontate esperienze di ricerca di aree disciplinari dive ma comunque convergenti nello studio delle evoluzioni delle abitudini alimentari dell ’area del mediterraneo; terre povere di materie prime ma ricche di sole e dal clima temperato ove l’uomo ha da sempre ricavato il sostentamento alimentare lavoro della terra e dall’allevamento del bestiame. Tutto ciò ha dato luogo ad un sistema alimentare semplice e frugale, unito ad una vita attiva, oggi ahim è conosciuto sotto l’acronimo dieta mediterranea. La parola dieta deriva dal latino diaeta e significa regime alimentare a scopo terapeutico; viene usata per la prima volta da Cicerone in una lettera ad Attico quando scrive: “ora comincio a curarmi con la dieta, di misure chirurgiche ho abbastanza” (sed ego diaeta curari incipio, chirurgiae taedet). Il concetto di dieta mediterranea ci appare attuale anche al giorno d occupa di diritto un posto di rilievo nella nostra cultura sia perché coniato dall ’oratoria di un vero mediterraneo doc, quale Cicerone sia perché riproposto n XII° sec. da altri mediterranei doc quali i monaci della Scuola Salernitana. La lor dottrina pubblicata come Regimen Sanitatis Salernitanum si basa su alcune rego norme da seguire quotidianamente e di queste tre in particolare: “mente allegra riposo, dieta moderata”. E’ la dieta moderata quella che utilizza i prodotti della terra e fa largo u cereali, frutta e verdura, con l’olio d’oliva come grasso da condimento ed un uso parsimonioso di fonti proteiche animali spesso sostituite dai legumi che ben si integrano da un punto di vista nutrizionale con le proteine dei cereali. Sono ques alimenti base dei popoli che si affacciano nel mediterraneo (Spagna, Provenza, Italia, Grecia, Tunisia, Marocco). Le abitudini alimentari di questi paesi, non sono però uniformi e variano da regione a regione a secondo del clima, delle abitudini tradizioni storiche, frutto di dominazioni e costumi remoti. All’interno dello stess paese si notano differenze spesso consistenti: ad esempio in Italia, la cucina del regioni Lombardia, Veneto ed Emilia, cioè a nord del fiume Po, è diversa da quel regioni costiere e delle Isole. Nel Lazio la civiltà etrusca ha trasmesso ai Romani piacevole indulgere al burro in sostituzione dell’olio, mentre nel sud e in Sicilia permangono ancor oggi abitudini tipicamente arabe. Il clima soleggiato e temperato rende coltivabili una vasta gamma di prodotti, fatte salve alcune concentrazioni di colture dovute alle particolari condi del terreno e/o del clima. L’ulivo si trova ovunque e viene usato non solo per ottenere olio da consumare come condimento di piatti a base di cereali, legumi e ortaggi ma anche come alimento: antipasti di olive spesso farcite anche con or mhtml:file://\\Rassegna-stampa\docufficiostampa\rassegna%20stampa%20odierna\web... 12/01/2007 http://www.chefdicucina.com/4558.html Pagina 2 di 6 e spezie o trasformate in “pasta” morbida usata per condire o spalmare direttamente sul pane. Fra le spezie l’aglio bianco e rosso e la cipolla dorata, dal forma ovale o schiacciata, sono molto diffuse insieme al basilico, all’origano ed peperoncino. Altrettanto caratteristici sono i colori intensi degli ortaggi: i viola de melanzane ed i verdi delle zucchine, biete, carciofi e asparagi mentre lo stesso v si mescola con il giallo ed il rosso nei cetrioli, nelle carote, nei legumi e nei pomodori. Sono questi i prodotti che caratterizzano le terre di Provenza, dell della Grecia, mentre le regioni africane che affacciano sul mediterraneo, sono ri di legumi (ceci, fagioli), patate e peperoni. I mercati delle coste sono una tavolo di colori e pur sembrando tutti uguali, si diversificano per le combinazioni degli ingredienti nella gastronomia. Le erbe aromatiche sono largamente usate da tutte le popolazioni per insaporire le pietanze, con usi diversi: basilico, alloro, timo, prezzemolo, rosmar sono caratteristici dell’Italia, Spagna e Grecia, mentre nel Nord Africa si predilig zenzero, cannella, cumino e paprika. In Provenza predomina il finocchio selvatico dragoncello. Similmente anche le procedure di cottura variano da regione a regio in Francia sono preferite le cotture lunghe e attente che contrastano con quelle rapide, saltate, quasi istintive della Spagna. Il sole, è il collante comune di un panorama molto differenziato nell prodotti agricoli ma simile nelle basi comuni e nelle caratteristiche della temperatura calda e dell’ambiente luminoso e colorato. In alcuni territori, queste qualità sottolineano comportamenti individuali e collettivi diversi: il forte caldo e della Spagna per esempio obbliga alla siesta e al conseguente slittamento dell della cena a sera inoltrata, diversamente da quanto accade in Francia e nella ste Italia. La Spagna, dalla cucina estemporanea e con poche regole fisse, presenta stili alimentari improvvisati e combinazioni di alimenti che, per creativit a tavolozze di colori. Il suo piatto forte è la paella che può comprendere di legumi alle verdure, dal maiale al coniglio, dai crostacei alle lumache. Il clima caldo del Nord Africa caratterizza la vita di tutti i giorni e ne pro il rallentamento del ritmo; di conseguenza anche la cucina si fa pigra con meno creatività e simile al costume alimentare dei paesi vicini, anche per effetto della comune cultura islamica. Un altro fattore comune delle regioni africane nomadismo che fa degli abitanti del deserto un gruppo mediterraneo molto particolare, sia per le comuni regole alimentari islamiche, che per il clima, l di conseguenza lo stile di vita. Caratteristici di queste comunità sono i dolci a ba marzapane, farina e strutto ove il sale svolge un ruolo importante, richiamando tradizione araba. Il clima caldo sconsiglia alle popolazioni mediterranee il consum elevate quantità di zuccheri semplici, dando preferenza ai farinacei e alla frutta dolce, come tale o mescolata ai sapori forti delle erbe aromatiche. Piatti tipici di questi paesi sono i cosiddetti piatti unici, nutrizionalmente equilibrati, per lo pi base di cereali (frumento o riso) con aggiunta di diversi tipi di ortaggi o anche ca e pesce: dal couscous nord-africano, alla paella spagnola, ai greci riso col polpo dolmadhakia (riso in foglie di vite con aggiunta di cipolla e carne tritata) , alle pi a base di pomodoro, acciughe e olive della Provenza ecc. Cibi più recenti quali il cacao, il mais e i fagioli, importati con le spedizio geografiche dagli spagnoli, testimoniano che la storia influisce non solo nelle cul e negli idiomi ma si radica fortemente ricreando costumi e abitudini quasi a testimoniare il percorso fatto dall ’uomo che è mirabilmente riassunto nella sua s dall ’era primitiva a quella attuale. Passando dalla caccia al nomadismo, e da que alla produttività stanziale, e da nomade a coltivatore, l’uomo giunge nell moderna come allevatore e poi artigiano e successivamente operaio e quindi impiegato. Tutti questi cambiamenti hanno modificato e persino stravolto non solo gli stili di vita ma anche quelli alimentari, fornendo plurime chiavi di let della storia sociale essendo i comportamenti alimentari un buon indice del livello cultura di una popolazione che risente comunque dello sviluppo tecnologico. Le prime rudimentali forme artigianali hanno generato le ceramiche che rappresent un primo passo verso la tecnologia moderna, segnando una vera rivoluzione soc mhtml:file://\\Rassegna-stampa\docufficiostampa\rassegna%20stampa%20odierna\web... 12/01/2007 http://www.chefdicucina.com/4558.html Pagina 3 di 6 simbolicamente rappresentata dalla terracotta. La produzione di vasellame ha in reso possibile la conservazione e cottura del cibo, la sua misurazione e razionatu quindi l’inizio di mercati di vario tipo. Inizia così un difficile percorso segnato da prima vittoria dell’uomo sulle epiche carestie. Prima della costruzione di recipien terracotta, infatti, l’uomo era pressoché privo di scorte alimentari non potendo conservare i prodotti della terra. Il successivo utilizzo del vasellame ha portato d mutamenti permettendo all’alimentazione di arricchirsi delle proteine vegetali, d granaglie e dei legumi dando origine alle cotture lente, tipiche di alcune regioni d mediterraneo. Gli orci pieni di spezie, vino, olio e altre derrate sono stati traspor su carri o su navi dando inizio così ai primi scambi commerciali. Nei mercati non scambiavano solo merci ma anche cultura (una per tutte le regole e i divieti delle religioni ebrea e mussulmana, ecc.).Il colore nell’alimentazione L’alimentazione è l’insieme di molti aspetti sia fisiologici che psicologici iniziando con la fase cefalica (stimoli sensoriali) proseguono con stimoli digestivi vegetativi e metabolici; sono queste informazioni che provengono dall interno (sistema ormonale, metabolico e nervoso) che esterno (segnali dell ’ambiente: percettivi, spaziali, temporali, sociali, ecc). Il tutto si combina in modo complesso ed articolato nel cosidetto comportamento alimentare. Gli stim esterni, veicolo importante dei processi di scelta condotti su base sensoriale, soprattutto nel comportamento alimentare sono stati oggetto di alcune ricerche alcune di esse, il rapporto cibo-colore, ha evidenziato che le variazioni crescenti concentrazione dei coloranti, sono determinanti nel riconoscimento del gusto e d sapori. Alcuni esperimenti condotti su succhi di frutta hanno rivelato che il rosso alcuni coloranti venne associato significativamente ad un incremento della percezione della qualità dolcezza pur rimanendo costante, nel campione esamina la concentrazione di saccarosio (Kosyla 1978). In altre ricerche, si sono notate perplessità nei soggetti esaminati ad attribuire un gusto specifico ad un sorbetto colore bianco; la difficoltà permaneva anche dopo che al gruppo veniva comunic gusto del sorbetto: pesca. Tutto ciò conferma la prevalenza della variabile croma all’interno dei meccanismi sensoriali. Fino dai tempi antichi l’aggiunta di spezie e condimenti viene utilizzata per mantenere o esaltare il colore dell Nell’era industriale non si è stati da meno, anzi alcuni esempi dell ’800 hanno superato molte barriere di autoregolazione che oggi, a ragione scatenerebbero l degli organi di controllo competenti preposti alla salvaguardia della salute pubbli All’inizio del secolo scorso, in Inghilterra pur di esaltare il colore naturale del cibo usavano anche additivi pericolosi (per es. i cetrioli venivano trattati con solfato rame per mantenere un bel verde, mentre latte e uova venivano mascherati aggiunta di giallo, per non rendere visibile l’annacquamento; la farina veniva sbiancata con il blu di anilina e alcune qualità di formaggio venivano trattate con piombo rosso per esaltare alcune sfumature di rosso. La necessità di rendere piacevole la percezione alimentare risulta con chiarezza già nel “Grande dizionar cucina” di Alexander Dumas con l ’indicazione dell ’uso di coloranti innocui per ravvivare i piatti. La pratica è seguita tutt’oggi dalla moderna gastronomia, che ricorre a numerosi accorgimenti per mantenere inalterato il colore dei cibi anche dopo cottura. Abbiamo visto, in questa carrellata di annotazioni, come l’uomo, non si limiti a riconoscere il colore solo in quanto espressione fisica di un lunghezza d’onda, ma integri le sue informazioni cromatiche ricavandone sensazioni fisiche, fisiologiche e psico-affettive che gli consentono di leggere quindi valutare alcune proprietà sensoriali degli oggetti. Con la percezione si mettono in moto una serie di scelte che sembrano seguire solo l’emozione, ma ad uno sguardo più attento rispondono ad un meccanismo di scelte fatto di valor positivi e negativi. La graduatoria dei valori di scelta, (positivi o -negativi) che si mettono in atto con la percezione, può assimilarsi ad una tensione verso o contr oggetti. In campo alimentare, il comportamento psicologico di scelta, pu assimilato ad una temperatura o ad un orientamento alimentare. Volendo render visibile questa ipotesi, potremmo immaginare una scala di temperatura con andamento verso l’alto e verso il basso assimilabile a scelte di colori a frequenze (rosso, giallo) e basse (verde, blu) creando la possibilità, per ora tutta teorica, d misurare le scelte alimentari che, per ora, appaiono emozionali , immotivate e incomprensibili. mhtml:file://\\Rassegna-stampa\docufficiostampa\rassegna%20stampa%20odierna\web... 12/01/2007 http://www.chefdicucina.com/4558.html Pagina 4 di 6 Sulla scia di queste riflessioni stiamo sviluppando una ricerca sulla capa del colore di evocare sensazioni anticipatorie gustative, di odore, di aspetto e consistenza degli alimenti (1). Per rilevare questo possibile rapporto colore si è preparato un protocollo ad hoc per raccogliere i dati che a tutt’oggi provengo da 100 soggetti, selezionati casualmente con età compresa tra 18 e 65 anni. E costruita una scheda di rilevamento e sono state preparate 22 foto di alimenti (raffigurati crudi ed in bianco e nero), rappresentative dei 7 gruppi alimentari co aggiunta di un gruppo misto con dolci. Sono stati utilizzati degli stimoli cromatic tratti dal Test di Luscher: rappresentativi di 8 tonalità stabili di colori (blu, verde rosso, giallo, viola, marrone, nero e grigio). I soggetti, una volta informati sulla natura dell’indagine alimentare, venivano invitati a scartare un colore e successivamente ad associare i rimanenti 7 colori ad altrettanti alimenti prersen con le foto. I risultati finora disponibili hanno evidenziato quanto segue: il campi maschile associa al colore verde l’alimento pesce e ai colori verde, giallo, viola la pasta; il campione femminile associa al colore blu l ’alimento verdura e pesce e a colore giallo la frutta. Per terminare esaminiamo come alcuni cibi, rappresentativi di particola aree mediterranee, osservati sotto l’aspetto simbolico, possono rivelare piacevo sorprese che legano il colore al valore nutrizionale. I datteri del deserto, risorsa fonte di nutrimento per le popolazioni nomadi, sono il frutto delle palme delle oa Nell’immaginario collettivo le oasi simboleggiano il riposo, ma nel deserto rappresentano vere e proprie fonti di vita e il loro colore, racchiude sensazioni d rilassamento vitale, ben identificabile nella categoria cromatica del marrone. Il bianco che riunisce tutti i colori, è per eccellenza il colore del latte, ch riunisce “tutti” i valori nutritivi. Nulla più di questo alimento sottolinea la crescita nessun alimento è più presente nell’immaginario alimentare delle prime tappe d vita. Il latte è bianco, come bianco è il primo quaderno sul quale esercitiamo la nostra crescita e riveliamo le nostre fantasie. Bianca è la parete della nostra cas strada del nostro paese natio, i muri dell’infanzia e bianco è il sogno infantile che riporta al calore e al sapore rappresentabile dall’abbraccio materno riassunto nel mito di Giunone dalle bianche braccia. l verde che caratterizza l’albero dell’ulivo rappresenta un colore, cos stabile, trofotropo, che non comporta scossoni. Con il verde olio, tutto fila gi e come l ’olio che non si nasconde ma resta visibile in superficie, cosi’ simbolo della fedele amicizia, della perseverante volontà. L’argento grigio delle squame dei pesci, che appare quasi bianco nelle ca dei molluschi, protegge come una guaina, tutto il valore proteico che le acque de mare invano nascondono e resta, nella fantasia cromatica, il lucente tridente o l’argenteo filo spinato di un territorio sommerso nel quale si nascondono mille te sommersi (pesci, madrepore, perle, conchiglie). I colori, non sono solo fonti di stimoli fisiologici, ma hanno anche un for valore espressivo che influenza la scelta alimentare che si connota spesso molto diversamente negli individui. Non tutti infatti mostriamo verso il colore, lo stess tipo di sensibilità e reazione emotiva. Alcuni famosi test cromatici come quello Max Luscher e di Pfister, attribuiscono ai colori, valenze psicosensoriali di caratte emotivo: al colore blu (considerato trofotropo )viene riconosciuto un effetto espressivo calmante (colore trofotropo); al rosso, si attribuisce la caratteristica d attrarre l’attenzione esercitata dagli stimoli esterni e stimolare attività ergotropo). Il verde, anch’esso considerato come il blu trofotropo, risulta preferi da temperamenti con forte volontà di autorealizzazione, mentre il giallo frequenza preferito da personalità creative e inclini ai cambiamenti. Il viola frequenza preferito da personalità seduttive o da soggetti con tendenza al mistic al magico, al fatalismo. Il bianco e il nero, antitesi del buio e della luce, simboleggiano spesso i contrasti: menzogna e verità, forza e fragilità, torbidità. mhtml:file://\\Rassegna-stampa\docufficiostampa\rassegna%20stampa%20odierna\web... 12/01/2007 http://www.chefdicucina.com/4558.html Pagina 5 di 6 Anche fuori dal simbolismo alimentare, i colori hanno molti significati e comunicano le più diverse sensazioni: in architettura, ad esempio, colori scuri definiscono sensazioni di allontanamento e rimpiccolimento, al contrario di ci accade con i colori chiari che evocano sensazioni di ingrandimento, con ripercus sia sulle sensazioni fisiche che psichiche individuali e collettive. Le culture hann sempre elaborato simbolismi cromatici convenzionalmente determinati anche pe significare la natura: la luna pallida e femminile, il sole vigoroso e maschile, la te marrone e materna il blu colore del cielo, sede degli dei. Platone ha riassunto il rapporto natura colore associando i colori ai diversi elementi allora noti: rosso al fuoco, giallo all’aria, verde ai boschi e agli animali, blu alla notte e all Nella tradizione cinese, i colori vengono usati per indicare alcuni ben determinati sapori: il rosso per l’amaro, il giallo per il dolce, il bianco per il picca il nero per il salato, il verde per l’acido. Ma non per tutte le popolazioni il colore scandisce gli stessi significati: come accade per gli idiomi e per le abitudini alimentari, anche nel simbolismo cromatico si registrano marcate differenze. In oriente il vestito del lutto è bianco e non nero come in occidente; nei paesi islam colore sacro è il verde mentre in Cina è il giallo. L’abito delle spose islamiche mentre in occidente è bianco. In America sono preferite le mele verdi mentre in Italia lo sono quelle rosse; il blu, che nelle regioni soleggiate del mediterraneo v riferito alla tranquillità, in terre meno solari come Inghilterra e Islanda, traduce emozioni di tristezza e situazioni di scarsa disponibilità economica. In Germania colore blu indica ubriachezza; negli U.S.A. sono detti berretti blu i soldati di pace dell ’ONU ma in netto contrasto, sono uomini blu anche i Tuareg: i feroci guerrier deserto. In epoca antica, il blu, ricavato da pietre dure (lapislazzuli e turchesi) aveva costi elevatissimi e, forse per questo, veniva usato per rappresentare gli d (Zeus). Nella Bibbia si legge che “i figli di Israele, dovranno portare vesti bordat intessute di blu”. ma l’800 inglese ha fatto indossare vesti blu alle prostitute ed etichettato col blu i film osceni. In Cina veniva utilizzato il colore blu per dare l’immagine grafica di figure “irate” mentre, al contrario in Persia, il blu (chiamato pirusea che significa gioia) è sinonimo di scacciapensieri. In alimentaz il blu è un colore poco associato e spesso descritto per riferire di “muffe aspre, non mature e/o velenose. Gli antichi romani lo consideravano un colore civile ”, visto che i guerrieri “barbari” se ne servivano per dipingere i loro volti pr delle battaglie. Il rosso, colore del vestito delle donne “libere” di Babilonia, indica vitalit quasi tutte le culture. Fisiologicamente, la sua prolungata percezione aumenta la temperatura corporea (al contrario del verde e blu). Spesso è presente negli arr dei fast food e nelle divise degli addetti alla ristorazione; è un colore che stimola l’azione del soggetto verso l’ambiente esterno ed è spesso ritenuto un forte di stimolo al consumismo: alimentare e non. Il colore giallo, associato al caldo, al sole, all’azione delle vitamine della frutta, nella cultura popolare occidentale esprime gelosia, invidia, sospetto, ira biliosa e, infine, aggressività mascherata subdolamente. In Cina, invece, indica potere: quello dell’ Imperatore e degli dei. Il verde è oggi ritenuto il colore della speranza, della freschezza, della fragranza, della solidità e dell’affidabilità; presso i Greci era ritenuto figlio di Erm (azzurro) e di Afrodite (giallo). Nella cultura islamica è il colore dei profeti; nel linguaggio popolare occidentale è utilizzato come segnale di “ via libera simbolo dell’adolescenza. “Stare al verde”, traduce la situazione dell’avere poch soldi, forse in virtù dell’uso degli antichi speziali di dipingere di verde la parte inferiore delle candele. Lo smeraldo grazie al suo colore verde è stato ritenuto l pietra della fecondità e della pioggia ed ha goduto di molta fortuna che al giorno d’oggi è un po’ decaduta. Nel ‘600 gli attori si riposavano in “camere verdi incisori, per ritemprarsi dalla fatica percettiva del loro lavoro, “poggiavano su cristalli verdi. L’ottica moderna ci conferma che col verde l ’occhio si rilassa e spesso lo troviamo in arredi di sale d’attesa, nelle sale chirurgiche e nelle divise mhtml:file://\\Rassegna-stampa\docufficiostampa\rassegna%20stampa%20odierna\web... 12/01/2007 http://www.chefdicucina.com/4558.html Pagina 6 di 6 chi vi opera; dove ci si augura di vedere poco rosso .......... ci si veste di verde! smentendo la complementarità fra il verde ed il rosso. Il colore viola (fucsia, magenta), di gran moda negli anni ’30quanto non lo fosse stato alla corte di Bisanzio, che ne fece il suo distintivo, colore di costosissima produzione. La porpora estratta dalla secrezione di due sp di molluschi marini (murex), simboleggiò a lungo il potere, la magia e la seduzio primi Cristiani lo hanno scelto come simbolo della passione di Cristo ed ancora o la Chiesa si mantiene fedele a questo significato. Il colore marrone, pur riassumendo particolari significati simbolici, resta sempre il colore legato alla ter all’autunno, alla corteccia e al legno, agli arredi semplici “poveri ” che ben vengon riassunti dalle ciotole di legno, le panche e il saio dei frati. Molto utilizzato nella produzione di tessuti per la sartoria maschile, viene spesso associato alla virilit intesa come forza genuina e “naturale”. Nei messaggi pubblicitari spesso sottoli prodotti così detti “naturali”. Il “Brun” francese sta per “melanconico” tutto estraneo al piacevole stimolo orogustativo che suscitano sia i marroni cand (le castagne) che le scurissime barre del cioccolato fondente. In alimentazione, i cioccolato ben rappresenta l’associazione tra visione cromatica e percezione del sapore; esemplificata da un fallito lancio commerciale: qualche anno fa si infatti, di commercializzare cioccolata con cacao bianco. Lo scopo recondito era farlo passare come prodotto a basso contenuto calorico; in realtà il cioccolato bia ha le stesse calorie della cioccolata marrone ma, a prescindere da ciò, commerciale è fallito sia per motivi orogustativi, sia perch è il sapore e il colore d cioccolato, sono un tutt’uno nell’immaginario alimentare collettivo. Il colore, in alimentazione, rivela quindi forti simbolismi sia quando è naturale come nel caso pigmenti contenuti nei diversi alimenti, sia quando è prodotto dall’uomo per imi esaltare o variare la natura, sia quando è secondario al processo di cottura o conservazione dell’alimento. ______________________________________________ 1. Campioni S., Graziani M.P., De Litta G., Cantelli F., Verdicchio I., del Balzo V Franzese A., Cannella C.: Color and food choice - 16th International Congress Nutrition, Montreal, 1997. mhtml:file://\\Rassegna-stampa\docufficiostampa\rassegna%20stampa%20odierna\web... 12/01/2007