centro assistenza lotta ai tumori - c.a.l.t. distribuzione gratuita anno VII DIrettore enzo abramo n. 13 Con il patrocinio morale CIttà MEtrOPOLItANA DI NAPOLI COMUNE DI NAPOLI Alimentazione e stile di vita OBESITA’ E SOVRAPPESO: RECORD NEGATIVI DELL’ ITALIA La locuzione latina “summum ius, summa iniuria” tradotta letteralmente significa “massima giustizia, massima ingiustizia” si potrebbe trasformare, ai giorni nostri, nel detto “gli estremi si toccano”. Vale a dire che alcune situazioni contrapposte, spinte all’estremo finiscono con il coincidere. Una realtà che trova conferma anche nell’ambito alimentare sia locale che mondiale. Infatti, se in alcune zone della terra si muore per denutrizione, in altre, come la nostra, si muore per un eccesso alimentare, causa principale delle malattie cardiovascolari. Infatti, i dati sono inesorabili: in Europa circa la metà della popolazione adulta è in sovrappeso e il 20-30% degli individui, in molti Paesi, è qualificabile come “clinicamente obeso”, che nel linguaggio spiccio sono detti “grassoni” e nella forma dialettale, meno delicata, “chiattoni”. bambini e ragazzi di 6-17 anni in eccesso di peso per sesso, età, area geografica (il confronto è con altri 100 ragazzi 6-17 anni con le stesse caratteristiche nord-ovest nord-est Centro sud isole totale MasCHi 6 -10 anni 25,9 26,7 34,3 48,0 43,9 35,2 11-13 anni 26,3 22,1 27,2 36,7 40,3 30,1 14-17 anni 19,2 19,7 24,6 28,8 24,8 23,7 totale 24,0 29,3 29,3 28,4 35,8 30,1 FeMMine 6 -10 anni 34,7 26,6 31,4 47,9 38,7 36,3 11-13 anni 16,8 16,7 15,8 25,3 22,5 19,5 14-17 anni 9,5 9,7 6,8 15,4 12,2 11,0 totale 21,5 18,8 19,8 30,7 25,8 23,6 6 -10 anni 30,2 26,6 32,8 48,0 41,3 35,7 11-13 anni 21,8 19,6 22,3 31,3 32,4 25,2 14-17 anni 14,1 14,8 15,6 22,1 19,0 17,3 totale 22,7 21,1 24,6 34,6 31,1 26,9 totaLe 2 FONTE: ISTAT N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita Dati e Grafico Ripartizione Geografica eccesso peso - Femmine Purtroppo, quando si tratta di classifiche negative, l’Italia riesce sempre a svettare sulle dirette concorrenti, per cui possiamo contare 3 adulti su 10 in sovrappeso e 1 su 10 obeso: vale a dire, quindi, circa 4 adulti su 10 (42%) sono più grassi di quanto dovrebbero. Tuttavia, in considerazione delle tante campagne di prevenzione delle malattie cardiovascoDati e Grafico Ripartizione Geografica eccesso peso - Maschi lari e di educazione alimentare, si potrebbe immaginare un futuro migliore, almeno sotto questo punto di vista. Al contrario, il futuro è tutt’altro che roseo. Dagli ultimi dati risulta che l’Italia ha uno dei più alti tassi di obesità infantile fra i paesi occidentali. Medaglia d’argento, in quanto seconda solo agli Stati Uniti. Per rendere un’idea concreta della grave e pericolosa tendenza iperalimentare italiana (cui è però giusto aggiungere altre cause tra cui la Dati e Grafico Ripartizione Geografica eccesso peso - Totale poca attività fisica) basta ritornare fino agli anni Settanta. Le percentuali di sovrappeso e obesità di allora sono adesso “decuplicate”. Tuttavia, mettendo da parte tutte le cifre che abbiamo elencato e che servono fornire un’immagine molto parziale ma certamente preoccupante dell’eccesso di peso degli italiani, si tratta di illustrare le cause che sono alla base di questa ormai consolidata realtà. In questa piccola guida ci concentreremo principalmente sull’alimentazione ma tenendo presente che il sovrappeso e l’obesità non sono conseguenza della sola cattiva nutrizione. Per quanto, come vedremo in un breve excursus storico, questo aspetto è stato la conseguenza di determinate condizioni sociali. Comunque, le principali concause di questi nostri problemi sono la scarsa attività fisica e la sedentarietà eccessiva. È vero che in qualche caso, esistono situazioni patologiche di base ma, oltre ad essere numericamente poco indicative negli ambiti statistici considerati in precedenza, non rientrano nel contesto degli argomenti che illustreremo. N. 13 - Novembre 2015 3 Alimentazione e stile di vita GRASSI DA PICCOLI Essere bei paciocconi da piccoli anticipa quasi certamente un futuro di sovrappeso o obesità. Non si tratta di un’ipotesi ma di una certezza: le cellule adipose (grasse) si sviluppano per numero e dimensioni, già dall’infanzia. Le mamme che ingozzano i propri pargoletti, con la preoccupazione che possano deperire o soffrire la fame, vanno a nutrire le cellule che in questa età cresceranno più numerose e grandi rendendo molto improbabile una successiva riduzione durante la crescita e l’età adulta. Quindi l’aspettativa di un bambino grasso o malnutrito è diventare un adulto “ciccione”. Purtroppo, in Italia, come in tutti i Paesi occidentali, i genitori sembrano poco attenti, o quanto meno poco preoccupati di questa realtà, o sono troppo pigri per dedicarsi più di tanto alla prevenzione di conseguenze poco percepite, nonostante la loro serietà, forse perché appaiono molto lontane per manifestare i propri effetti. Statistiche recenti dimostrano che, nel mondo il 10 percento dei bambini in età scolare è sovrappeso o obeso. Tradotto in cifre: in Europa i bambini sovrappeso sono 400mila e quelli obesi 85mila. L’Italia va anche oltre la media europea con il 14 percento di bambini di 8 anni sovrappeso , mentre il 12 per cento è obeso. Le cause di questo fenomeno però, sono da ricercarsi più sulla qualità che sulla quantità dell’alimentazione. Colazione assente o inadeguata, merenda ipercalorica, mancanza di frutta e verdura nella dieta quotidiana. A questo va aggiunto CICCIONI DA GRANDI 4 N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita lo stile di vita sbagliato. Attività fisica ridotta al minimo e scarsa obiettività, da parte dei genitori, nel valutare le condizioni ponderali dei propri figli. Le conseguenze dell’obesità infantile non sono soltanto una minaccia per il suo lontano futuro ma anche un rischio concreto per il suo presente. La medicina ritiene che il periodo più pericoloso per la comparsa dell’obesità sia il primo anno di vita e l’età compresa tra i 10 e i 13 anni. Le cause del sovrappeso e dell’obesità sono conseguenza, com’è ovvio che sia, di un’assunzione sproporzionata di cibo rispetto alle necessità caloriche necessarie. Ma non si tratta della sola causa. I prodotti assunti dai ragazzi, merendine, snack, patatine e bibite gassate ad esempio, sono ricchi di zuccheri, grassi, coloranti e conservanti. Quindi, possono predisporre il bambino all’insorgere di patologie come il diabete. A proposito di coloranti e conservanti nei suddetti prodotti, una recente ricerca dell’Università di Southampton, mette in guardia sugli effetti collaterali che ne derivano. Secondo il professor Jim Stevenson, responsabile dello studio, gli additivi alimentari contenuti in molti cibi consumati dai bambini sono alla base di un peggioramento del loro comportamento, con cali di attenzione e impulsività che influenzano in maniera negativa anche la capacità di apprendimento dei più piccoli. N. 13 - Novembre 2015 5 Alimentazione e stile di vita OBESITA’ E RISChI PER LA SALuTE 6 L’obesità è da considerarsi, a tutti gli effetti, una patologia appartenente a quel gruppo di malattie, cosiddette del benessere. Influenzata da fattori genetici, ambientali e sociali oltre, ovviamente, che alimentari. Anche se qualcuno cerca di trovare delle spiegazioni fisiologiche, l’obesità dovuta a motivi disfunzionali è molto insolita. L’obesità, e in quantità più limitata il sovrappeso, rappresenta un surplus di calorie ingerite rispetto a quelle consumate nell’arco di una giornata. Le calorie in sovrabbondanza sono trasformate in grassi e conservate nelle cellule che formano il tessuto adiposo. Questi problemi sono, spesso, il connubio vizioso tra iperalimentazione e scarsa attività fisica, in particolar modo per persone che praticano lavori leggeri o sedentari. Lo stile di vita e la pigrizia, che spesso ci contraddistinguono, non favoriscono un adeguato smaltimento delle calorie in eccesso. Tuttavia, bisoECCESSO PONDERALE RISPETTO AL PESO FORMA gna anche considerare che la sedenoltre il 100 % Obesità media tarietà è, a volte, un’inevitabile conseguenza 41 - 100 % Obesità media della nostra realtà. Infatti, non sono pochi quelli che devono spostarsi in auto per raggiungere l’uffi21 - 40 % Obesità lieve cio, dove resteranno seduti quasi per l’intero ~ 20% Sovrappeso orario di lavoro. Di seguito, ancora rientro a casa in auto e magari qualche ora “stravaccati” sul divano a guardare la tv o seduti davanti al N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita monitor del computer per coltivare i propri interessi o, in qualche caso anche proseguire attività lavorative. Quei pochi, è bene precisare, che si dedicano alla lettura allenano la mente ma certamente non lo fanno correndo per la stanza, quindi ancora attività sedentaria. Da questo elenco, però, manca il momento principale, durante il quale si coniugano sedentarietà e assunzione di cibo. Infatti, i pasti, tranne quelli fast food, si consumano seduti e, per quella che è la media, sono tutt’altro che frugali. In questa galleria, una pericolosa medaglia spetta ai fuoriclasse alla Homer Simpson. Sono coloro che, prima di scendere di casa, si conced o n o POTENZIALI PATOLOGIE DOVUTE A SOVRAPPESO E OBESITÀ un’abIpertensione Disturbi bondanIctus respiratori te colazione, poi raggiungono in macchina la Cataratta Steatosi epatica sedia dell’ufficio e se ne separano solo per riCardiopatia non alcolica ischemica tornare a casa dove li attende un lauto pranDiabete zo seguito immediatamente da un pisolino di Calcoli Dislipidemia colecisti qualche ora. Poi, dal letto al divano per conAnormalità sumare qualche snack, guardando la tv, in atTumori ginecologiche tesa di una cena di buona consistenza prima Artopatia da di ritornare al divano per la programmazione carico serale della tv e quindi al “meritato” sonno riFlebiti Alterazioni storatore, preparatorio di una nuova “faticodella pelle sa” giornata. Gotta Forse, un esempio paradossale. Ma siamo proprio sicuri che questo stile di vita appartenga solo a pochissime persone? N. 13 - Novembre 2015 7 Alimentazione e stile di vita uNO SPuNTINO SANO NON è uNA mERENDINA 8 Ormai, da qualche tempo, tutti i pediatri concordano sulla necessità di effettuare cinque pasti al giorno. Un modo equilibrato per assicurare un nutrimento continuo ma non quantitativamente eccessivo per consentire al bambino di svolgere nelle migliori condizioni i suoi impegni durante la giornata: scuola, studio, attività sportiva. La giusta considerazione va data, in questo programma alimentare, alla merenda che non vuol dire sostenersi con uno snack o una merendina come fa la ragazza con un languorino allo stomaco di uno spot pubblicitario. Per merenda bisogna intendere uno spuntino sano, ipocalorico ma possibilmente ricco di vitamine e sali minerali. La frutta sarebbe l’ideale. Comunque non si tratta di un pasto sostitutivo del pranzo e della cena ma semplicemente il nutrimento essenziale a contrastare quei cali energetici che avvengono durante la giornata. Purtroppo, contrariamente a quanto detto in precedenza, per i bambini, molto spesso, merenda significa “merendina” anche se il termine è di per sé molto generico e si riferisce ad una vasta gamma di prodotti diversi raggruppabili in varie categorie. I cornetti e le brioche, con tutte le proprie variabili, per grandezza e per ripieno. Si va da quelli vuoti, a quelli integrali con ripieno a marmellata, cioccolata, yogurt ecc. Alcuni di queste merendine sono entrate nella storia, al punto che se una volta erano un marchio pubblicitario oggi indicano un gruppo di prodotti simili. È il caso del Mottino, del Buondì, della Crostatina. Le merendine al latte sono realizzate con pan di Spagna, cacao e molto latte, infatti richiedono una conservazione in frigo. Dovrebbero contenere N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita un basso contenuto calorico ma, più che fidarsi ciecamente di quanto pubblicizzato, è meglio leggere l’etichetta con gli ingredienti e i valori nutrizionali. Gli snack sono dei dolcetti fatti con biscotti e farciture varie, monoporzioni sigillate ma vendute in confezione multipla. I famosi ovetti al cioccolato abbinano al piacere del cioccolato il desiderio di avere il gadget che contiene. Il cioccolato non è un prodotto dannoso per la salute, anzi offre i benefici del cacao, ma è importante non abusarne. Le patatine sono nell’immaginario collettivo il prodotto più nocivo per la salute dei bambini, nonostante gli piacciono molto ma devono essere consumate con grande moderazione. In verità non si può nemmeno dire che le patatine siano amate solo dai bambini. Con il proliferare di nuovi gusti e variati, anche gli adulti, ma soprattutto i ragazzi, sono ingolositi e quanto capita non sono meno ingordi dei bambini. I biscotti sono ideali per una merenda sana e nutriente, specie se abbinati ad un buon bicchiere di latte. Sono un prodotto semplice e ricco delle qualità energetiche dello zucchero. La varietà di biscotti è enorme per cui è facile scegliere quelli più adatti ai propri gusti. InFormAzIonI nuTrIzIonAlI Comunque, aldilà del prodotto che si sceglie è importante, come già detto, leggere attentamente le etichette. La legge parla chiaro a tal proposito: è obbligatorio indicare tutti gli ingredienti, seguendo determinate modalità per aumentarne la trasparenza. Le merendine, fatte le opportune eccezioni, non hanno un contenuto calorico molto elevato, anche in considerazione del peso che generalmente è di circa 50-60 grammi. Quelle che invece possono far lievitare in maniera esponenziale le calorie sono le farciture. N. 13 - Novembre 2015 9 Alimentazione e stile di vita DECALOGO DELLA In considerazione dell’importanza della merenda nella dieta quotidiana l’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per Alimenti e Nutrizione) ha sviluppato un decalogo, potremmo dire, della “buona merenda”. BuONA mERENDA 10 1. Per avere un’alimentazione equilibrata fai 5 pasti al giorno: prima colazione, merenda di metà mattina, pranzo, merenda pomeridiana e cena. 2. Fare merenda è una buona abitudine: non saltarla. “Mangiucchiare” continuamente tutto il giorno, invece, è sbagliato. 3. Fare merenda è un piccolo pasto. Deve fornire il 5-7% di tutta l’energia che ti serve ogni giorno. 4. Se non sei sovrappeso, dopo aver fatto attività sportiva puoi fare una merenda più ricca. 5. La merenda deve solo “ricaricarti”. Non deve farti arrivare troppo sazio al pasto successivo, ma neanche troppo affamato. Tra la merenda e il pranzo (o la cena) devono passare almeno 2 ore. 6. Varia spesso la tua merenda, in modo tale da variare anche i nutrienti che ti fornisce: una porzione di frutta fresca, o un frullato, o uno yogurt, con un piccolo panino dolce o salato, o 3-4 biscotti. 7. Ricorda che su prodotti confezionati, come le merendine dolci da forno, puoi leggere in etichetta il valore nutritivo. Ad esempio, una merendina può contenere mediamente da 120 a 200 K calorie. Leggere l’etichetta ti aiuterà a mangiarne la quantità giusta. 8.Goditi la tua merenda. Cerca di non mangiarla mentre studi o guardi la tivù. 9.Muoviti il più possibile: cammina, corri, sali le scale di casa a piedi, fai giochi di movimento. Così potrai tenerti sempre in forma. 10. Controlla regolarmente il tuo peso e la tua altezza. N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita FumATORI INCIVILI fare, hanno un altissimo rischio di morire per malattie cardiovascolari e contrarre tumori alle vie respiratorie. Comunque, sono scelte di vita che, per quanto discutibili, vanno rispettate. Quello che non si può tollerare è, invece, il comportamento di quelli che non si preoccupano di costringere, coloro che vivono insieme a loro, a condividere gli stessi rischi che corrono loro. È ormai accertato che il fumo passivo è pericoloso quanto, e forse più di quello respirato dai polmoni del fumatore. Oggi sono molti coloro che senza costrizioni ma per rispetto degli altri evitano di fumare in ambienti chiusi e insieme con altre persone. Altri sono costretti dalle leggi. Gli incivili, quando possono, non si fanno scrupoli se devono fumare in ambienti poco idonei o addirittura in casa quando sono presenti i loro figli. In questo caso, tocca ai bambini stessi costringere i genitori a non fumare in loro presenza. Meglio ancora e se si impegnano a farli smettere del tutto. E FumO PASSIVO Poiché stiamo cercando di distinguere i principali comportamenti del nostro stile di vita e abitudini alimentari che mettono a rischio la salute di piccoli e grandi, non possiamo trascurare uno dei vizi più letali: il fumo. I fumatori sono quasi tutti adulti, quindi coscienti delle conseguenze ma probabilmente abbastanza incoscienti da combattere con ostinazione una battaglia persa. Infatti, se consideriamo la superficialità e l’incoscienza di quanti affrontano i problemi legati a una dieta eccessivamente calorica e la sedentarietà, dobbiamo ritenere dei temerari i fumatori. Il fumo moltiplica enormemente i rischi per la salute. Infatti, per quanti scongiuri possano N. 13 - Novembre 2015 11 Alimentazione e stile di vita LE mERAVIGLIE DELLA zione paradossale. Le popolazioni dei paesi utilizzatori della dieta mediterranea assumono una quantità maggiore di grassi, eppure tra loro si registra una percentuale inferiore di malattie cardiovascolari rispetto a quelle degli Stati Uniti. Il motivo, sembra vada attribuito all’uso, come condimento, dell’olio d’oliva che ha la capacità di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. Anche il vino rosso, in particolare, e bevuto con moderazione ai pasti, contribuisce ad abbassare il livello di colesterolo, probabilmente grazie agli antiossidanti contenuti nelle bevande alcoliche. La Dieta mediterranea, tuttavia, prima di assumere le caratteristiche mediatiche dei giorni nostri rappresentava l’alimentazione quotidiana degli Italiani. Infatti, prima dello sviluppo del mercato globalizzato, ogni popolazione, per forza di cose utilizzava i prodotti che gli forniva la natura e il territorio circostante. Si portavano a tavola i prodotti locali come pane, verdura, legumi, pesce, perché le nostre terre e il nostro mare ne sono ricchi. Purtroppo, questo patrimonio è stato in parte deturpato. DIETA mEDITERRANEA 12 Quando si parla di una dieta sana ed equilibrata viene subito da pensare a quella “Mediterranea”. Se è ritenuta Patrimonio dell’Umanità e considerata dai maggiori esperti del settore la migliore, un motivo ci deve essere. Per la sua semplicità e la genuinità dei suoi prodotti aiuta l’organismo a mantenersi in buona salute fisica e mentale. La Dieta Mediterranea, nella forma scientifica come la conosciamo oggi è il frutto degli studi di un nutrizionista americano, Keys, che ricercando le cause della maggiore incidenza delle malattie cardiovascolari negli Stati Uniti rispetto alle popolazioni dell’area mediterranea, realizzò che queste erano da attribuire, in massima parte alle differenti abitudini alimentari. Tuttavia, da queste ricerche scoprì una situa- N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita La descrizion e schematica di questa Dieta si schematizza nella cosiddetta “Piramide alimentare”, illustrata in questa pagina. Lo schema evidenzia i prodotti e la periodicità con i quali vanno assunti. Una corretta interpretazione e integrazione di questo schema quantifica in maniera più dettagliata i criteri della Dieta Mediterranea. • Almeno 5 porzioni di frutta e verdura; • Da 2 a 3 porzioni di grassi come olio di oliva, olio di semi; • Da 2 a 3 porzioni di latticini come formaggi, latte o yogurt; • Da 1 a 2 porzioni di proteine come carni bianche, pesce o uova (per quanto riguarda le uova non più di un paio a settimana); • Massimo una porzione di carboidrati semplici come gli zuccheri e i dolci (che però dovrebbe essere consumata poche volte al mese). La facilità di comunicazione e interazione tra culture molto differenti e lontane geograficamente ha causato N. 13 - Novembre 2015 una sorta di contaminazione alimentare da parte di tradizioni culinarie. Comunque, questo fenomeno, di fatto, inevitabile non è di per sé negativo. Infatti, ci ha permesso di conoscere cucine molto raffinate come quella giapponese e greca. Oppure quella dei sapori forti e speziati come quella messicana e quella araba (kebab, katoshka). Inoltre, c’è la cucina più diffusa nel mondo, quella cinese con i suoi estimatori e i suoi detrattori. Purtroppo, al di là di queste novità di per sé gradevoli, nel dopo guerra sono arrivate abitudini alimentari che hanno messo in crisi le nostre tradizioni culinarie. Furono portate dagli americani e sono diventate anche le nostre abitudini alimentari. Raggiunsero il li- Dolciumi 1-2 porzioni alla settimana Carne rossa, uova 2 porzioni alla settimana legumi, pesce, formaggi, carne bianca 3-4 porzioni alla settimana latte,1 porzione al giorno olio d’oliva 2 porzioni al giorno Pane, pasta, riso, cereali. 3 porzioni al giorno Frutta e verdura 5-6 porzioni al giorno 13 Alimentazione e stile di vita vello massimo nel periodo del boom economico, anni Sessanta e Settanta. Analizzando gli aspetti negativi di questo nuovo modello alimentare, il pensiero corre subito ai Big Mac e patatine di McDonald’s ma abbiamo assimilato ben altro. I prodotti naturali, e possiamo dire genuini perché parliamo di oltre mezzo secolo fa, sono stati sopraffatti da prodotti industriali ipercalorici, ricchi di grassi saturi e zuccheri realizzati con ingredienti non sempre innocui per la salute. Giustifichiamo tutto con i tempi stretti che ci concede la società attuale, ma molto spesso influisce la pigrizia. Mangiare uno snack è pratico e veloce, anche se non fa bene alla nostra salute come invece farebbe della frutta. Le parole d’ordine sono praticità e velocità. Quindi, una scatoletta di tonno, un piatto pronto surgelato, contorni confezionati sott’olio o sottaceti sono i prodotti ideali. Anno VII - n. 13 - Novembre 2015 Una scelta di vita poco salutare, ma anche grama. Direttore responsabile Enzo Abramo Infatti la cucina, se non si eccede, è uno dei piaceri delEditore: Ass. C.A.l.T. la vita. I pasti non redazione vanno ingurgitati c/o ospedale A. Cardarelli ma gustati, meglio Padiglione C - p.t. Via A. Cardarelli, 9 ancora se in buo80131 napoli na compagnia. www.calt.it [email protected] PREVENZIONE E INFORMAZIONE Autorizz. Tribunale di napoli n. 86 del 1-10-2008 Stampa: Tipografia Bianco Viale Europa 51 Aversa (Ce) 14 La Dieta Mediterranea è raccomandata dagli esperti anche N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita per i bambini al fine di contrastare il crescente e preoccupante fenomeno dell’obesità infantile. L’alimentazione basata sull’assunzione di prodotti freschi, la riduzione dei grassi grazie all’uso dell’olio d’oliva come unico condimento, insieme al pesce, le carni bianche e una regolare attività fisica limita il rischio di accumulo della massa adiposa e conseguente insorgere dell’obesità. La Dieta mediterranea è diventata Patrimonio immateriale dell’Unesco il 16 novembre 2010, dopo un lungo e tormentato convegno a Nairobi, in Kenia. I Paesi detentori di riconoscimento sono l’Italia, la Grecia, la Spagna e il Marocco. Nel 2013 anche a Cipro, Portogallo e Croazia è stato attribuito questo riconoscimento. È noto che questo stile alimentare ha degli effetti benefici anche contro le malattie tumorali. In particolare, il cancro alla mammella e quella prostata. Probabilmente perché composta da molti alimenti ricchi di antiossidanti che contrastano gli effetti che gli agenti cancerogeni provocano alle cellule. I meccanismi esatti di queste capacità di prevenzione non sono ben noti ma è stato dimostrato che le persone che seguono la dieta mediterranea hanno il 30% di rischio in meno di essere colpiti da patologie tumorali. calt - centro assistenza lotta tumori Associazione Onlus Legge Quadro sul Volontariato istituzionalmente riconosciuta da: Regione Campania A.O.R.N. “A. Cardarelli” di Napoli A.S.L. Ce/2 A.S.L. Na/4 Sede Centrale: A.O.R.N. “A. Cardarelli” - Padiglione C, p.t. - Via A. Cardarelli, 9 - 81131 Napoli Tel. 081.7472207 - telefax 081.7472228 Sede Provinciale Salerno: Via G. Verdi 11/b (Parco Arbostella) - 84131 Salerno (SA) - 089.335953 Sede Provinciale Caserta: Asl Ce/2 - Monoblocco “B” - Via Santa Lucia - 81031 Aversa (CE) Sede Regionale Calabria: Via Salvatore Quasimodo 8 - 87036 Rende (CS) - 333.1956570 Sede Regionale Molise: Via Roma 35 - 89100 Campobasso (CB) - 0874.1862510 C.C.P. 12524807 C.F. 94109930639 www.calt.it [email protected] 15 N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita LE TERAPIE L'obesità è un problema che può e deve essere risolto. 1. Modificare la dieta dal punto di vista quantitativo e qualitativo, cioè riducendo la quantità di calorie ingerite quotidianamente con l'alimentazione e soprattutto facendo attenzione che la dieta sia equilibrata, vale a dire nel giusto rapporto tra carboidrati, proteine e grassi; 2. Aumentare il metabolismo con l'esercizio fisico o altre attività. Infatti, il metabolismo è la velocità con cui il nostro corpo brucia le calorie per soddisfare i suoi bisogni vitali. La strategia vincente per la riduzione dell'eccesso di peso è rappresentato dall'associazione di questi due metodi, che portano effetti più rapidi e soprattutto duraturi. Diete molto drastiche possono avere effetti negativi, e a seguito di alcune funzioni dell’organismo portano ad una riduzione della capacità di bruciare calorie. Questo effetto può essere ridotto associando alla dieta l'esercizio fisico. Studi sperimentali dimostrano che i soggetti sedentari, aumentando l’attività fisica, presentano una diminuzione dell'appetito. Il costo dell'esercizio fisico per gli obesi Nell’attività fisica, però, il rendimento dei soggetti obesi è nettamente inferiore a quello dei coetanei magri, causa di ciò è il più elevato sforzo energetico dell'esercizio, conseguente al trasporto di una massa corporea maggiore. Durante l'esercizio fisico subiscono un considerevole aumento della frequenza cardiaca massima e anche la pressione arteriosa diventa eccessivamente elevata rispetto ai magri di pari età. Gli obesi sono sottoposti, tra l’altro, ad un aumento dello stress articolare, soprattutto a carico degli arti inferiori. CONTRO L’OBESITà 16 N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita L'importanza dell'esercizio fisico nella cura dell'obesità L'esercizio fisico praticato in maniera programmata e con continuità, oltre alla perdita di peso, apporta nel tempo degli adattamenti fisiologici molto importanti nella terapia dell'obesità. Effetti positivi e a più lungo termine ma di fondamentale importanza si verificano a carico dell'apparato cardiocircolatorio e respiratorio. Migliora la capacità respiratoria. L'esercizio per il calo ponderale C'è da stabilire con quale intensità praticare l'attività fisica. Bisogna capire che non è utile un’attività breve ma molto intensa, poiché stanca velocemente e non incide efficacemente sul consumo di calorie. L'intensità di lavoro da ritenersi ideale per bruciare i grassi è un'intensità bassa, fermandosi al 60 e il 70% della propria frequenza cardiaca massima. Il tempo da dedicare ogni volta all'attività fisica deve essere non meno di 30-45 minuti, per una frequenza settimanale di minimo tre volte, alternando un giorno di riposo ed uno di lavoro. Questo ritmo di lavoro è applicabile a qualunque attività si decida di praticare. Per migliorare la qualità e la velocità di dimagrimento, questo lavoro aerobico può essere integrato con un po’ di ginnastica. Nella scelta di una attività fisica bisogna tenere pre16 milioni sente che esistono delle lipraticano mitazioni fisiche e psicoloIn modo attività continuativo giche per gli obesi in alcuni fisiche 17 milioni 20,1 % sport "di terra" come la cor28,4% praticano sport sa, il calcio e il basket. 23 milioni 30,2 % Sport come il nuoto e il ciIn modo non praticano saltuario clismo sono preferibili poialcuna attività 10,1 % ché comportano una fisica 41% grande spesa energetica ma senza grande stress articolare. 1 N. 13 - Novembre 2015 2 3 17 Alimentazione e stile di vita OBESITà E TV 18 I dati scientifici non lasciano adito a dubbi: esiste un’esatta correlazione tra le ore trascorse da un bambino davanti alla tv e le probabilità di diventare obeso, anche se non è la sola causa. Infatti, il meccanismo fondamentale che conduce al sovrappeso, quando non all’obesità, è abbastanza lineare. Il bambino che trascorre molte ore davanti alla tv mangia in maniera incontrollata ogni sorta di alimento, il più delle volte snack, merendine e, naturalmente, qualche bibita gassata. Al di là di questo comportamento, non certo virtuoso, che costringe a rimanere chiusi in casa, vi è una naturale conseguenza: tante di quelle ore vengono sottratte ad una salutare attività fisica. Potrebbe apparire paradossale, un dato scaturito dallo studio di alcuni ricercatori americani, anche se ragionandoci, è quasi ovvio. Questi ricercatori analizzarono anche il numero di ore che i bambini esaminati trascorrevano davanti al computer. In questo caso non risultò esserci alcuna correlazione con l’aumento di peso. Perché? Probabilmente, perché il bambino davanti al computer ha un ruolo attivo che lo tiene concentrato e non gli fa sentire l’esigenza di sgranocchiare qualcosa. Davanti alla tv ha un ruolo passivo per cui diventa quasi un’esigenza accompagnare la visione spiluccando qualcosa. Da precisare, però, che questi dati non sono un invito a trascorrere troppe ore con computer e videogame, perché in ogni caso incidono sulla sedentarietà e riducono le ore dedicate al movimento. he cosa possono fare i genitori per evitare i rischi di questi comportamenti. Gli esperti raccomandano: una soglia massima di due ore al giorno complessive (pc e tv); preferire i videogiochi dinamici perché favoriscono il movimento; non tenere videogame e tv nella camera dei bambini; anche il pc, piuttosto che tenerlo nella camera dei bambini sarebbe preferibile metterlo in uno spazio dove i genitori possano anche tenere sotto controllo eventuali pericoli in agguato sulla rete. N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita BREVE STORIA LE ORIGINI Ma cosa mangiavano i nostri antichissimi antenati? In una piccola guida all’educazione alimentare, prima di addentrarci in quelle che sono le tematiche stesse dell’argomento, viene spontaneo porsi una domanda del genere. Circa 10mila anni fa gli uomini del Neolitico erano nomadi e di conseguenza cacciatori, quindi vivevano quasi esclusivamente di carne (alto contenuto proteico e lipidico) anche se non disdegnavano bacche e radici, foglie, germogli (basso tasso glicemico e molte fibre). Una dieta abbastanza equilibrata per noi che viviamo nel XXI secolo ma poco idonea alla loro realtà. Infatti, questi nostri lontani predecessori erano soggetti ad un dispendio energetico enorme perché costretti a combattere sia con la natura perché le condizioni ambientali erano chiaramente molto difficili sia con le difficoltà di procurarsi il cibo necessario alla sopravvivenza. A tal proposito resta un mistero come abbiano potuto sostenere, per milioni di anni, questo straordinario dispendio energetico con una nutrizione (come abbiamo visto in precedenza) così povera di carboidrati e zuccheri. Man mano che l’uomo perde la sua condizione di nomade e cacciatore comincia a sedentarizzarsi dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento. Un passo fondamentale per la creazione di villaggi e agglomerati stabili ma che non comporta vantaggi sotto il profilo alimentare. Infatti, l’agricoltore-allevatore dovette fare i conti con la difficoltà oggettive di difficile soluzione: erano molto pochi gli animali addomesticabili e le specie vegetali coltivabili ancora meno. DELL’ALImENTAZIONE N. 13 - Novembre 2015 19 Alimentazione e stile di vita 20 Questo cambiamento nello stile di vita ebbe delle conseguenze negative sulla salute dei nostri antenati. La vita dell’agricoltore era, di fatto, molto più faticosa di quella del cacciatore e, peraltro comportava una diminuzione della varietà di alimenti a sua disposizione. Bisognava fare i conti con il clima, con la scelta dei terreni e con la ricerca delle piante più idonee a raggiungere i risultati auspicati. L’EGITTO Gli egizi potevano disporre di una vasta gamma alimentare. Maiali e buoi erano, tra le carni, i più consumati ma i preferiti erano i volatili selvatici o da allevamento. Delle vaste colture di cereali, legumi e verdure sappiamo bene perché il Nilo rendeva le terre del proprio bacino estremamente fertili. Il Nilo, aveva una tale importanza per gli Egiziani che crearono addirittura un dio, Hapi, dedicato al controllo delle inondazioni annuali, infatti quando il Nilo faceva mancare il proprio apporto per l’agricoltura erano “cavoli” amari. Comunque, esisteva una netta distinzione dietetica, la carne era riservata alle classi più privilegiate e danarose mentre la stragrande maggioranza della popolazione doveva accontentarsi dei prodotti della terra. Forse proprio questo tipo di alimentazione ha contribuito a determinare le condizione di scarsa salute di cui godevano gli egizi. Dai reperti archeologici si evince che avevano denti guasti, soffrivano di malattie cardiovascolari e, addirittura, obesità. La loro aspettativa di vita non superava i trent’anni. LA GRECIA L’alimentazione dei Greci derivava da una scelta culturale che dalle risorse offerte dalla natura. La convinzione di essere uomini civilizzati, li portava alla conclusione che l’alimentazione dovesse provenire esclusivamente dai prodotti elaborati da loro stessi, quindi dall’agricoltura. La carne era disprezzata perche era sufficiente lasciare gli animali al pascolo per poterne usufruire. Quindi, non serviva nessuno sforzo intellettivo in quanto attività ritenuta passiva. La caccia era considerata indegna di un popolo civilizzato. I prodotti che rappre- N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita sentano lo status symbol dell’uomo civilizzato erano pane, vino, olio e formaggio. Le pecore erano allevate per produrre lana e latte. Per i soldati, però, il discorso era diverso, perché potevano trarre la loro forza fisica solo da un adeguato apporto proteico, quindi dalla carne. La grande abbondanza di pesce del loro mare li costringeva a trovare una “scappatoia” per permettergli di inserire il pesce nella loro dieta. Quindi, facendo ricorso ad argomenti artificiosi, conclusero che la pesca per le modalità con cui veniva effettuata richiedeva necessariamente l’impegno umano perché estremamente impegnativa. In altre parole mentre la carne non è un manufatto dell’uomo e, quindi, indegna di un uomo civilizzato, il pesce che ugualmente non è creato dall’uomo ritrova la sua nobiltà sulle tavole greche perché la pesca richiede sforzi fisici e intellettivi da parte dell’uomo. Del resto era la Grecia, la patria della Sofistica. ROMA I Romani avevano sicuramente un’alimentazione più equilibrata. L’allevamento di maiali, ereditato dagli Etruschi li rendeva buoni consumatori di carne. Ma non era l’alimento fondamentale della loro dieta. L’alimento simbolo, considerato un privilegio, era il pane di grano. Infatti, il pasto dei legionari, contrariamente ai loro omologhi greci, era composto da pane, olive, cipolle, fichi e olio. La carne non era gradita. L’alimentazione vegetariana, ma rinforzata a livello energetico, conferma la convinzione che il soldato romano fosse abbastanza sovrappeso. Il pane di grano è ritenuto un alimento nobile, nel suo contesto. Socialmente è simbolo di uno status elevato. Per le classi meno abbienti gli alimenti a base di grano erano un lusso. Mangiavano, abitualmente, carne di maiale, pollame, formaggi, raramente pesce e prevalentemente verdura, cavoli e cereali grezzi. La coltura di grano, quindi, era simbolo di benessere ed era riservata a una classe socialmente superiore tuttavia, in periodi di carestia serviva anche al potere per distribuirlo ai poveri ed evitare sommosse. N. 13 - Novembre 2015 21 Alimentazione e stile di vita ALTO MEdIOEvO Nel periodo corrispondente all’espansione coloniale dei Romani si creò una forte contrapposizione sulla cultura alimentare. I cosiddetti Barbari avevano le loro tradizioni alimentari e non avevano nessuna intenzione di modificarle. Lo scontro, infatti, su questo piano era di completa opposizione. Basti pensare ad un confronto tra carne, latte e burro, da un lato e pane, vino e olio dall’altro. Il modello romano dell’agricoltura e della città opposto inesorabilmente a quello delle foreste e 22 dei villaggi. Il fallito tentativo dei Romani di convertire i popoli colonizzati alle proprie tradizioni alimentari svanì con il passare del tempo e avvenne il rovesciamento dei rapporti di forza nel III° e IV° secolo d.C. Con la caduta dell’Impero romano, tuttavia, le sue tradizioni alimentari non svani- rono del tutto e trovarono il loro continuum nel Cristianesimo e nel suo simbolismo alimentare caratterizzato: pane, vino e olio. Chiese e monasteri sin dalle origini seminarono grano e piantarono viti a margine dei campi. Tuttavia, come è logico che sia con il passare dei secoli le contrapposizioni si smussarono e ogni cultura cominciò ad assimilare e integrarsi con le tradizioni alimentari fin allora in contrasto. Con lo sviluppo del sistema alimentare basato su agricoltura, pastorizia e sfruttamento delle foreste unito all’apporto di proteine fornito da carne, pollame, pesce, uova, latticini si realizzò una dieta alimentare molto equilibrata. I dati sono confermati dai numerosi studi sui resti umani, dell’epoca, dai quali risulta che gli individui erano in buona salute. La conformazione delle loro ossa dimostra chiaramente la presenza di poche malformazioni. I denti sono in linea di massima sani e presentano un’usura minima. Non sembra dunque che l’Alto Medioevo abbia conosciuto malattie di carenza o di malnutrizione, come quelle che caratterizzarono i secoli successivi. Infatti a partire dal X secolo la produzione alimentare subisce un contraccolpo conseguente, in particolar modo, ad una forte crescita demografica, che mette in discussione N. 13 - Novembre 2015 Alimentazione e stile di vita quella che era un’economia di sussistenza. A causa di queste mutate condizioni demografiche si resero necessarie delle nuove forme economiche per gestire le richieste dei prodotti alimentari e, di conseguenza, si sviluppò una forma embrionale di economia di mercato. Venne privilegiata la coltura dei cereali, sia perché erano facili da conservare e da stoccare, ma anche perché consentivano di soddisfare la richiesta dei nuovi circuiti commerciali. I cereali diventarono l’elemento principale dell’alimentazione contadina. Il diritto di caccia e di pascolo diventò illimitato e di conseguenza la carne scomparve poco a poco dalle tavole delle aree rurali, restando appannaggio delle classi superiori. Con la cinica realtà naturale del mors tua vita mea, la pestilenza del XIV secolo ridusse drasticamente la precedente crescita demografica, consentendo ai più N. 13 - Novembre 2015 fortunati, la possibilità di riportare la produzione di carne nelle fattorie, la progressiva differenziazione dei regimi alimentari in funzione delle classi sociali si affermò sempre più. Tuttavia la carne rimane appannaggio di pochi. In primo luogo gli aristocratici ma anche gli abitanti delle città, di qualsiasi classe sociale, che approfittando del timore delle autorità di sommosse dovute alle carestie mettono a disposizione una grande varietà di alimenti tra i quali e specialmente la carne. Questa opposizione tra un modello “urbano” e un modello “rurale” di consumo alimentare emerse in modo molto netto alla fine del Medioevo in tutti i paesi europei, anche se esisteva già da diversi secoli in Italia dove, sotto l’impulso romano, il fenomeno urbano si era ampiamente sviluppato. Il modello “urbano” corrisponde in realtà a un’economia di mercato, mentre il modello “rurale” rimane un’economia di sussistenza. Si verifica, quindi, una contrapposizione tra il pane bianco e le carni fresche (in particolare di pecora) delle città e il pane nero e i salumi delle campagne. Queste differenze si evidenziano nello stato di salute. Contadini risultarono doppiamente sfavoriti perché mal nutriti e soggetti a condizioni di lavoro e ambientali estremamente difficili. 23