Controlli automatici Progetto del controllore nel dominio della frequenza Prof. Paolo Rocco ([email protected]) Politecnico di Milano Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria Introduzione Queste slide descrivono la metodologia di controllo classico del controllore monovariabile nel dominio della frequenza Verranno inizialmente effettuati i necessari richiami sul concetto e sulla rappresentazione grafica della risposta in frequenza Successivamente si discuteranno i requisiti di un sistema di controllo (stabilità, prestazioni dinamiche e statiche), studiando come essi possano essere convertiti in opportuni vincoli sulla risposta in frequenza della funzione di trasferimento d’anello del sistema Infine si presenterà la tecnica di sintesi del controllore “per tentativi”, ovvero basata su affinamenti successivi del diagramma di Bode del modulo della funzione di trasferimento d’anello (loopshaping) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [2] Risposta sinusoidale Si consideri un generico sistema dinamico LTI a cui imponiamo un ingresso sinusoidale: u U G(s) Y ut A sint t T = 2 Se il sistema è asintoticamente stabile, esaurito un transitorio iniziale, anche l’uscita è sinusoidale, con la stessa pulsazione della sinusoide in ingresso, e risulta in particolare: y t B sint B A G j G j Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [3] Risposta in frequenza Si definisce risposta in frequenza la seguente funzione complessa della variabile reale : G j, 0 La risposta in frequenza è quindi la restrizione della funzione di trasferimento al semiasse immaginario positivo La variabile prende il nome di pulsazione La definizione di risposta in frequenza si dà per tutti i sistemi dinamici LTI (anche per quelli instabili) Il teorema della risposta sinusoidale vale invece per i sistemi LTI asintoticamente stabili: conoscendo la risposta in frequenza per questi sistemi si sa come rispondono a sinusoidi di pulsazione qualunque Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [4] Risposta in frequenza La risposta in frequenza è una funzione che restituisce valori complessi. Come rappresentarla graficamente? Diagrammi Cartesiani Diagrammi polari |G(j)| Im Re G(j) arg G(j) G(j) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [5] Diagrammi di Bode I diagrammi di Bode sono una particolare coppia di diagrammi Cartesiani della risposta in frequenza Si compiono delle scelte sulle scale degli assi e sulle quantità da riportare sugli assi Sia nel diagramma del modulo sia in quello della fase l’asse delle ascisse (pulsazioni) è in scala logaritmica: la distanza tra due generici punti che rappresentano le pulsazioni 1 e 2 è proporzionale alla differenza tra i logaritmi di 1 e 2 2 4 1 3 1 2 3 4 In particolare la distanza tra due pulsazioni a rapporto 10 prende il nome di decade 0.1 1 10 100 1000 decade Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [6] Diagramma di Bode del modulo Ascissa: pulsazione in scala logaritmica Ordinata: modulo in decibel in scala lineare G j dB 20log10 G j modulo in dB Diagramma in carta semilogaritmica pulsazione (rad/s) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [7] Diagramma di Bode della fase Ascissa: pulsazione in scala logaritmica Ordinata: fase in gradi in scala lineare G j fase in gradi Diagramma in carta semilogaritmica pulsazione (rad/s) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [8] Diagrammi di Bode asintotici I diagrammi asintotici costituiscono un’approssimazione grafica dei diagrammi di Bode della risposta in frequenza, facilmente tracciabile a mano. Il diagramma di Bode del modulo asintotico è costituito da una spezzata, unione di tratti di pendenza multipla di 20 dB/decade Il diagramma di Bode della fase asintotico è costante a tratti, e in ogni tratto assume valori multipli di 90° Il tracciamento dei diagrammi di Bode asintotici può essere condotto secondo alcune regole, che fanno riferimento alla seguente espressione della funzione di trasferimento: Gs sg 1 s 1 s i i k k Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [9] Diagramma asintotico del modulo 1. A bassa frequenza ( 0) il diagramma giace sulla retta di pendenza -g (*), passante per il punto ( = 1, |G|dB = ||dB) 2. A ogni pulsazione corrispondente a p poli (zeri) reali, la pendenza diminuisce (aumenta) di p unità 3. A ogni pulsazione corrispondente alla pulsazione naturale di p coppie di poli (zeri) complessi e coniugati, la pendenza diminuisce (aumenta) di 2p unità 4. La pendenza finale è pari al numero degli zeri meno il numero dei poli (regola di verifica) (*) La pendenza si indica per multipli di 20 db/decade: con pendenza “2” si intende 40 dB/decade, con pendenza “-3” si intende -60 dB/decade e così via. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [10] Diagramma asintotico della fase 1. A bassa frequenza ( 0) il diagramma giace sulla retta orizzontale di ordinata – g 90° 2. A ogni pulsazione corrispondente a p zeri reali nel semipiano sinistro o p poli reali nel semipiano destro, il diagramma ha un salto positivo di p 90° 3. A ogni pulsazione corrispondente a p zeri reali nel semipiano destro o p poli reali nel semipiano sinistro, il diagramma ha un salto negativo di p 90° 4. A ogni pulsazione corrispondente alla pulsazione naturale di p coppie di zeri complessi e coniugati nel semipiano sinistro o p coppie di poli complessi e coniugati nel semipiano destro, il diagramma ha un salto positivo di p 180° 5. A ogni pulsazione corrispondente alla pulsazione naturale di p coppie di zeri complessi e coniugati nel semipiano destro o p coppie di poli complessi e coniugati nel semipiano sinistro, il diagramma ha un salto negativo di p180° Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [11] Diagramma asintotici: esempio Diagramma di Bode - Modulo 60 10 1 - s s 1 0.1s 2 40 20 dB Gs 0 ____ reale -20 ____ asintotico -40 -1 10 0 1 10 10 2 10 Diagramma di Bode - Fase 0 gradi -90 -180 -270 -360 -1 10 0 10 1 10 2 10 Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [12] Diagrammi polari Il diagramma polare rappresenta nel piano complesso il numero G(j) al variare di da 0 a Il modo più semplice per tracciare i diagrammi è appoggiarsi ai diagrammi di Bode asintotici: si segue l’evoluzione al variare di del numero complesso che ha il modulo e la fase rappresentata nei diagrammi Nel caso di funzione di trasferimento con poli sull’asse immaginario il diagramma polare tende all’infinito secondo asintoti che si possono determinare analiticamente Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [13] Diagrammi polare: esempio Gs 10 1 s 3 Parte con fase 0° e modulo 10 Termina con fase -270° e modulo 0 Diagramma di Bode - Modulo 1 20 dB 0 0 -1 -20 -2 0 10 1 -3 10 Im -40 -1 10 Diagramma di Bode - Fase -4 0 -5 gradi -90 -6 -180 -7 -270 -1 10 0 10 1 10 -8 -4 -2 0 2 4 6 8 10 Re Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [14] Ingressi periodici Si consideri un generico sistema dinamico LTI a cui imponiamo un ingresso periodico, sviluppabile in serie di Fourier: U G(s) ut T ut ,t Y T 0 u t dt u t U 0 U n cosn0 t n n 1 0 2 T Se il sistema è asintoticamente stabile, esaurito un transitorio iniziale, anche l’uscita è periodica, con lo stesso periodo del segnale in ingresso, e risulta in particolare: y t Y0 Y n cosn0t n n 1 Yn G jn0 U n n n G jn0 Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [15] Ingressi aperiodici Si consideri un generico sistema dinamico LTI a cui imponiamo un ingresso aperiodico, sviluppabile in integrale di Fourier: U G(s) Y T : ut T ut , t u t U cost d - u t dt 0 Se il sistema è asintoticamente stabile, esaurito un transitorio iniziale, anche l’uscita è esprimibile tramite integrale di Fourier e risulta in particolare: y t Y cost d 0 Y G jU G Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [16] Azione filtrante Il teorema della risposta sinusoidale vale quindi per tutte le sinusoidi in cui è scomponibile il segnale di ingresso (mediante serie o integrale di Fourier) La risposta in frequenza consente quindi di calcolare la risposta a qualsiasi ingresso La risposta in frequenza determina in particolare come si modificano le componenti armoniche dell’ingresso In questo senso un sistema dinamico asintoticamente stabile si può vedere sempre come un filtro: alcune componenti armoniche dell’ingresso vengono attenuate, altre amplificate, altra ancora rimangono inalterate Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [17] Filtro passabasso Il filtro passabasso è un sistema dinamico LTI asintoticamente stabile la cui risposta in frequenza ha diagramma di Bode del modulo come il seguente: |G(j)|dB b Se risulta: G j dB 3, definiamo banda passante del filtro l’insieme di pulsazioni: : G j dB -3 0, b estremo superiore della banda passante Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [18] Componenti di un sistema di controllo Ricordiamo che un generico sistema di controllo in anello chiuso è rappresentabile dal seguente schema a blocchi: dA y° u C dp m A y S c T dT S: sistema sotto controllo (o processo) T: trasduttore A: attuatore C: controllore (o regolatore) y: variabile controllata yo: riferimento c: misura u: variabile di controllo m: variabile manipolabile dA: disturbo sull’attuatore dP: disturbo sul processo dT: disturbo sul trasduttore Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [19] Componenti di un sistema di controllo Nell’ipotesi di linearità di tutti i componenti, lo schema a blocchi può essere ritracciato in termini di funzioni di trasferimento: dp y° T(s) c° + e c c R(s) + + dT u H(s) dA + +m A(s) P(s) T(s) e poi semplificato: ns T s dT s -1 y° + - T(s) + +y R(s) u A(s) m P(s) d + +y d s P s d A s H s dP s + + n Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [20] Componenti di un sistema di controllo Il sistema di controllo è in definitiva descritto dallo schema a blocchi: y° + - R(s) G(s) d + +y + + n dove: Gs T s P s As è la funzione di trasferimento del sistema sotto controllo comprensiva di strumentazione (attuatore e trasduttore). Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [21] Formalizzazione del problema di controllo y° + - R(s) G(s) d + +y + + n Nella nostra schematizzazione, G(s) è data (*) mentre R(s) è da determinare. Si procederà al progetto fissando una serie di requisiti (o specifiche) che il sistema di controllo deve rispettare: Stabilità asintotica (nominale e robusta) Prestazioni dinamiche (velocità di risposta, assenza di oscillazioni, reiezione di disturbi) Prestazioni statiche (sull’errore a transitorio esaurito) Moderazione del controllo (limiti all’intensità dell’azione di controllo) (*) In realtà è compito del progettista modellare il sistema sotto controllo, eventualmente linearizzare il modello e scegliere attuatore e trasduttore Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [22] Stabilità del sistema di controllo Mettiamo in evidenza la funzione di trasferimento d’anello L(s) = R(s) G(s) e trascuriamo i disturbi, ininfluenti per la discussione di stabilità: y° + - y L(s) Supporremo L(s) funzione di trasferimento di un sistema dinamico strettamente proprio. Non introduciamo ipotesi sulla stabilità di L. Il problema si pone nei termini di studiare la stabilità del sistema in anello chiuso, conoscendo L(s). Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [23] Polinomio caratteristico y° + - y L(s) Esprimiamo la funzione di trasferimento d’anello come rapporto di polinomi : Ls N s Ds La funzione di trasferimento da y° a y assume l’espressione : N s y s Ls N s Ds N s N s Ds y s 1 Ls 1 Ds Definiamo il denominatore di questa funzione di trasferimento polinomio caratteristico in anello chiuso : s N s Ds Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [24] Polinomio caratteristico s N s Ds Il sistema in anello chiuso è asintoticamente stabile se e solo se tutte le radici del polinomio caratteristico in anello chiuso hanno parte reale negativa Esempio: Ls s2 - s 1 s3 s2 s 1 s s 2 - s 1 s 3 s 2 s 1 s 3 2s 2 2 viola la CN: il sistema non è asintoticamente stabile In caso di cancellazioni di poli nel prodotto R(s) G(s), se le radici che si cancellano non hanno parte reale negativa, il sistema in anello chiuso non può comunque essere asintoticamente stabile (c’è una parte non raggiungibile e osservabile non asintoticamente stabile) Il criterio del polinomio caratteristico non si presta alla sintesi del regolatore, ovvero a determinare R(s) in modo che il sistema in anello chiuso sia asintoticamente stabile Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [25] Criterio di Nyquist Il criterio di Nyquist è un criterio grafico per discutere la stabilità del sistema in anello chiuso, nota la risposta in frequenza associata alla funzione di trasferimento d’anello L(s). Occorrono delle definizioni: Diagramma di Nyquist: diagramma polare della risposta in frequenza di L, orientato nel senso delle crescenti, cui si aggiunge il simmetrico rispetto all’asse reale del piano complesso Pd: numero di poli a parte reale strettamente positiva di L(s) N: numero di giri compiuti dal diagramma di Nyquist intorno al punto -1 dell’asse reale, contati positivamente in senso antiorario. Se il diagramma passa per il punto -1, N si dice non definito Criterio di Nyquist: il sistema in anello chiuso è asintoticamente stabile se e solo se N è ben definito e risulta N = Pd Dimostrazione complessa, basata sulle proprietà delle funzioni analitiche e sul lemma di Cauchy condizione necessaria e sufficiente! Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [26] Criterio di Nyquist Esempio: Ls 10 1 s 2 8 6 Pd 0 4 punto -1 Im 2 N 0 0 -2 sistema asintoticamente stabile diagramma polare -4 -6 -8 -2 0 2 4 6 8 10 Re Verifica: s 10 1 s s 2 2s 11 2 ha entrambe le radici a parte reale negativa Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [27] Criterio di Nyquist Esempio: Ls 10 1 s 3 8 6 Pd 0 4 punto -1 Im 2 N -2 0 -2 diagramma polare imponendo L(j) = -180° si trova il punto di intersezione con il semiasse reale negativo, collocato in -1.25 -4 -6 -8 0 5 sistema non asintoticamente stabile 10 Re Verifica: s 10 1 s s 3 3s 2 3s 11 3 ha due delle tre radici a parte reale positiva s1,2 0.07 j1.86, s3 -3.15 Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [28] Criterio di Bode Il criterio di Bode è un secondo criterio grafico per la stabilità del sistema in anello chiuso che si basa sul tracciamento dei diagrammi di Bode della risposta in frequenza associata alla funzione di trasferimento d’anello L(s). È valido se sono soddisfatte due condizioni di applicabilità: L(s) non ha poli a parte reale positiva Il diagramma di Bode del modulo di L(j) interseca l’asse a 0 dB una e una sola volta Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [29] Criterio di Bode Per applicare il criterio occorre introdurre una serie di definizioni: Diagramma di Bode - Modulo Pulsazione critica c : : |L(j)| = 1 20 dB c = L(jc) Margine di fase m : m = 180° - |c| Guadagno d’anello L : guadagno di L(s) -20 10 -1 c 10 0 Diagramma di Bode - Fase 10 1 0 gradi Fase critica c : 0 -100 m c -180 10 -1 Criterio di Bode: 10 0 10 1 il sistema in anello chiuso è asintoticamente stabile se e solo se: Dimostrazione semplice, come caso particolare del criterio di Nyquist (con Pd = 0, esprime le condizioni per cui N = 0) L 0 m 0 condizione necessaria e sufficiente (nelle ipotesi di applicabilità) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [30] Criterio di Bode Esempio: Ls 10 1 s 2 Ipotesi di applicabilità soddisfatte L > 0 30 20 10 0 dB si ricava c approssimativamente dal diagramma di Bode asintotico (mai calcolarla analiticamente!) -10 -20 -30 10 -1 c 3 rad/s 10 0 (rad/s) 10 1 c -2 arctan3 -2 72 -144 m 180 - c 36 0 sistema asintoticamente stabile Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [31] Criterio di Bode Esempio: Ls 10 1 s 3 Ipotesi di applicabilità soddisfatte L > 0 20 si ricava c approssimativamente dal diagramma di Bode asintotico 10 dB 0 -10 -20 -30 -40 -50 10 -1 c 2 rad/s 10 0 (rad/s) 10 1 c -3 arctan2 -3 64 -192 m 180 - c -18 0 sistema non asintoticamente stabile Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [32] Sistemi a fase minima Si ricorda che un sistema LTI si dice a fase minima se: ha guadagno positivo non ha poli a parte reale positiva non ha zeri a parte reale positiva Il diagramma di Bode della fase asintotico si ottiene facilmente da quello del modulo. In ogni tratto: fase = (pendenza del modulo) × 90° Conseguenza: se il modulo taglia l’asse a 0 dB con pendenza -1 con un ampio tratto, la fase critica sarà prossima al valore asintotico (-90°). Diagramma di Bode - Modulo 20 dB 0 c -20 -40 Diagramma di Bode - Fase 0 Il sistema in anello chiuso, essendo m >> 0, sarà asintoticamente stabile gradi -50 -100 10 0 10 1 (rad/s) 10 2 Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [33] Sistemi con ritardo Il ritardo di tempo è un sistema retto dall’equazione: y t ut - La funzione di trasferimento è: Gs e -s La risposta in frequenza: Diagramma di Bode - Modulo dB 0 G j e - j G j e - j 1 G j e - j - Diagramma di Bode - Fase 0 gradi -200 -400 -600 (rad/s) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [34] Sistemi con ritardo Se la funzione di trasferimento d’anello è il prodotto di una razionale e di un ritardo: Ls Lr s e -s Risulta : L j Lr je - j Lr j e - j Lr j L j Lr je - j Lr j e - j Lr j - Pertanto: c cr c cr - c (la pulsazione critica si determina dalla parte razionale) 180 contributo dovuto al ritardo Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [35] Sistemi con ritardo Esempio: Ls si ricava c approssimativamente dal diagramma di Bode asintotico Ipotesi di applicabilità soddisfatte L > 0 20 10 0 dB c 1rad/s 10 e -s , 0. 1 s 1 10s -10 -20 -30 -40 -50 10 -2 10 -1 10 0 10 1 (rad/s) 180 1 1 c - arctan -84 - 45 - 57 -129 - 57 - arctan - c 0.1 1 m 180 - c 180 - 129 57 51 - 57 sistema asintoticamente stabile per < 0.89 Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [36] Prestazioni dinamiche Le prestazioni dinamiche fanno riferimento al comportamento del sistema di controllo durante i transitori. In particolare sono di interesse: Velocità di risposta : rapidità con cui la variabile controllata segue brusche variazioni (per esempio a scalino) del riferimento Smorzamento dei transitori: assenza o irrilevanza di oscillazioni nel transitorio Reiezione dei disturbi: capacità del sistema di controllo di inseguire il riferimento pur in presenza di disturbi Moderazione del controllo: la variabile di controllo non deve essere sottoposta a eccessive sollecitazioni Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [37] Velocità di risposta Il concetto di velocità di risposta di un sistema dinamico si può esprimere anche nel dominio della frequenza. Consideriamo un sistema a costante di tempo: H s 1 ,T 0 1 sT risposta allo scalino diagramma di Bode 5 1 0 H 0.8 -5 dB 0.6 0.4 -15 0.2 0 -10 -20 T -25 0 t (sec) (rad/s) Il sistema è tanto più veloce quanto più piccola è la costante di tempo T, ovvero quanto più ampia è la banda passante definita da H = 1/T Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [38] Banda passante del sistema di controllo Consideriamo un sistema di controllo in anello chiuso, ed in particolare la funzione di trasferimento dal riferimento y° alla variabile controllata y: Y s Y s o F s Andamento plausibile del modulo di F: 10 Se risulta: 3 0 -3 F j dB 3, dB -10 -20 definiamo banda passante del sistema di controllo: -30 -40 b -50 : F j dB -3 0, b (rad/s) L’estremo superiore della banda passante b è quindi un indicatore della velocità di risposta: maggiore è b , più pronto è il sistema. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [39] Banda passante e pulsazione critica È possibile individuare un indice di velocità di risposta legato alla funzione di trasferimento d’anello L(s), piuttosto che alla funzione di trasferimento in anello chiuso F(s)? L j F j 1 L j Ls F s 1 Ls F j L j 1 L j Consideriamo l’approssimazione: F j L j 1 L j 1 : L j 1 L j : L j 1 Se è applicabile il criterio di Bode: 1 c F j L j c Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [40] Banda passante e pulsazione critica 40 1 c F j L j c 20 0 |L| ? c |F| dB -20 -40 -60 -80 (rad/s) Sotto quali condizioni l’approssimazione grafica sopra riportata è attendibile? Se lo fosse, la banda passante del sistema in anello chiuso sarebbe ben approssimata dalla pulsazione critica… Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [41] Banda passante e pulsazione critica Calcoliamo esattamente il modulo di |F| alla pulsazione critica: F jc L jc 1 L jc 1 1 e jc 1 1 cos c j sin c 1 2 1 cos c 2 cos c sin c 2 1 21 cos c 1 21 - cos m 1 2 sin m 2 Se m = 90° risulta: F jc 1 2 F jc dB -3 L’estremo della banda passante coincide con la pulsazione critica Se m > 60° risulta: F jc 1 F jc dB 0 L’estremo della banda passante è ben approssimato dalla pulsazione critica e non vi è risonanza Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [42] Banda passante e pulsazione critica Possiamo quindi procedere alla seguente approssimazione: m “elevato” (> 50°÷60°) F s 1 1 s c a 4 .6 c Tempo di assestamento al 99% della risposta allo scalino m “piccolo” (< 30°÷40°) F s c2 s 2 2 c s c2 a 4 .6 c tiene conto della risonanza nel sistema (|F(jc)| > 1) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [43] Smorzamento e margine di fase Come determinare lo smorzamento nel caso di margine di fase piccolo? F s c2 s 2 2 c s c2 Imponiamo che in c il modulo dell’approssimante assuma il valore esatto precedentemente calcolato (per m espresso in gradi) F jc 1 2 1 2 sin m 2 sin m m 2 100 Lo smorzamento dei transitori in anello chiuso è quindi legato al margine di fase m indicatore di robustezza della stabilità indicatore del “grado di stabilità” dei transitori Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [44] Calcolo della risposta allo scalino: esempio Ls 100 s 1 0.0025s 2 Vogliamo determinare l’andamento qualitativo della risposta di y a uno scalino in y° 40 si traccia il diagramma di Bode del modulo asintotico si determina c = 100 rad/s si determina m: 30 20 0 100 m 180 - c 180 - - 90 - 2 arctan 400 -10 -20 180 - - 90 - 2 14 62 -30 -40 0 10 1 2 10 10 3 10 1 w (rad/s) 1 Poiché m è elevato si sceglie F s 1 s 1 0.01s l’approssimazione: 1 c 0.8 0.6 y dB 10 0.4 0.2 0 0 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 t (s) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [45] Reiezione dei disturbi in linea d’andata Consideriamo un disturbo d in linea d’andata: y° + - L(s) + d +y Funzione di trasferimento da d a y: Y s 1 S s Ds 1 Ls S(s): funzione di sensitività Approssimiamo il modulo della risposta in frequenza: 1 S j 1 L j 1 L j 1 : L j 1 : L j 1 Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [46] Reiezione dei disturbi in linea d’andata Nelle ipotesi di validità del criterio di Bode: 1 S j 1 L j 1 L j 1 40 20 |L| |1/L| c dB 0 -20 |S| -40 -60 -80 (rad/s) c c Le componenti armoniche del disturbo interne alla banda passante sono attenuate sulla variabile controllata. Quindi: la banda passante deve essere sufficientemente ampia da contenere le armoniche significative del disturbo più alto è il modulo di L in banda passante, maggiore è l’attenuazione Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [47] Reiezione dei disturbi in linea di retroazione Consideriamo un disturbo n in linea di retroazione: y° + - L(s) y + + n F s Ss 1 Funzione di trasferimento da n a y: Y s Ls -F s N s 1 Ls F(s): funzione di sensitività complementare Sappiamo già approssimare il modulo della risposta in frequenza: F j L j 1 L j 1 : L j 1 L j : L j 1 Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [48] Reiezione dei disturbi in linea di retroazione Nelle ipotesi di validità del criterio di Bode: 1 c F j L j c Le componenti armoniche del disturbo esterne alla banda passante sono attenuate sulla variabile controllata. Quindi: la banda passante non deve essere eccessivamente ampia da contenere le armoniche significative del disturbo più piccolo è il modulo di L fuori dalla banda passante, maggiore è l’attenuazione Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [49] Moderazione del controllo Mettiamo in evidenza la variabile di controllo u in uno schema in anello chiuso: y° + - R(s) u G(s) d + +y + + n Funzione di trasferimento da y° a u: U s R s Qs Y s 1 Ls funzione di sensitività del controllo (a meno del segno, è la stessa prendendo come Approssimiamo il modulo della risposta in frequenza: ingresso d o n) 1 : L j 1 R j Q j G j è bene che Q attenui su 1 L j R j : L j 1 tutta la banda Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [50] Moderazione del controllo Nelle ipotesi di validità del criterio di Bode: Q j R j 1 L j 1 G j R j : c : c 40 20 |G| |1/G| G c 0 dB -20 -40 -60 -80 (rad/s) Fuori dalla banda passante il modulo di R deve assumere valori contenuti. Ipotizziamo un andamento per il diagramma di |G|. Se c è molto più grande della banda del sistema in anello aperto G, il modulo di 1/G, e quindi di Q, può aumentare molto. Quindi: la banda passante non deve essere eccessivamente ampia rispetto alla banda che caratterizza la dinamica in anello aperto. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [51] Prestazioni statiche Le prestazioni statiche di un sistema di controllo fanno riferimento al suo comportamento a transitorio esaurito In particolare siamo interessati, in questa condizione, all’errore tra il segnale di riferimento e la variabile controllata, cercando le condizioni per cui questo errore è nullo, o finito ma non nullo, o infinito Naturalmente dovremo supporre l’asintotica stabilità del sistema in anello chiuso Nell’analisi dell’errore sfrutteremo il principio di separazione degli effetti, per cui considereremo separatamente il contributo dei singoli ingressi (riferimento e disturbi) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [52] Prestazioni statiche Facciamo riferimento a una riformulazione dello schema a blocchi che mette in evidenza l’errore e = y° - y y° + - L(s) d + +y y° + - n e+ - L(s) d + +y + + n Attribuiremo agli ingressi segnali canonici (scalino, rampa, parabola), rappresentativi di generici segnali a regime costanti, lineari oppure parabolici con il tempo. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [53] Errore dovuto al segnale di riferimento La funzione di trasferimento dal riferimento all’errore è: E s 1 S s Y s 1 Ls Posto: Ls L s gL funzione di sensitività 1 sT 1 s i i k k 1 e lim et limsE s lims Y s lims t s 0 s 0 1 Ls s 0 1 L s gL s g L 1 1 lims Y s lim g Y s L L s 0 s 0 s L 1 g s L si ha: 1 Y s 1 sTi i 1 sk k Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [54] Errore dovuto al segnale di riferimento y°(t) = Asca(t) s g L 1 A e lim g s 0 s L s L A, gL 0 g s L A lim A g , gL 0 s 0 s L 1 L L gL 1 0, y°(t) = Aram(t) s A s e lim g lim A g 1 s 0 s L s 2 s 0 s L s L L g L 1 gL , g L 0 A , gL 1 L 0, g L 2 y°(t) = Apar(t) s A e lim g s 0 s L s 3 L g L 1 , g L 1 A s lim A g 2 , gL 2 2 s 0 s L s L L 0, g L 3 gL Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [55] Errore dovuto al segnale di riferimento Il caso gL <0 non è di interesse (errore infinito o tutt’al più uguale al segnale di riferimento, se costante). Per valori gL 0 si può compilare una tabella: gL Asca(t) Aram(t) Apar(t) 0 A 1 L 0 A L 0 A L 1 2 0 L’errore è nullo L’errore è tanto più piccolo quanto più grande è L Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [56] Errore dovuto al disturbo d La funzione di trasferimento dal disturbo in linea d’andata all’errore è: E s 1 -S s Ds 1 Ls A meno del segno è la stessa considerata prima, per cui vale la stessa tabella ricavata prima, a meno del segno. Esempio: Ls 10 1 s s 1 10s L 10, g L 1 sistema in anello chiuso asintoticamente stabile A sca t , d t A ramt , A part , e 0 A e 10 e Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [57] Errore dovuto al disturbo d Se il disturbo non entra nello schema a blocchi del sistema di direttamente in uscita alla funzione di trasferimento del processo, per poter utilizzare ancora la tabella delle prestazioni statiche, occorre “riportare” il disturbo in uscita. d y° + - y° + - H(s) e L(s) + y° + - +y e L(s) dH + +y DH s d + + e R(s) y G(s) y° + - e L(s) H s gH Ds dG + +y DG s G s gG Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [58] Ds Errore dovuto al disturbo n La funzione di trasferimento dal disturbo in linea di retroazione all’errore è: E s Ls F s N s 1 Ls Posto: Ls L s gL funzione di sensitività complementare 1 sT 1 s i i k k si ha: L gL Ls s e lim et limsE s lims N s lims N s t s 0 s 0 1 Ls s 0 1 L s gL Ls lim g N s s 0 s L L Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [59] Errore dovuto al disturbo n n(t) = Asca(t) Ls A L A L , g L 0 e lim g lim A g 1 L s 0 s L s s 0 s L L L gL 1 A, n(t) = Aram(t) Ls L A e lim g lim A g 1 ,g L 0 s 0 s L s 2 s 0 s L L s L n(t) = Apar(t) Ls L A e lim g lim A g 2 ,g L 0 2 s 0 s L s 3 s 0 s L L s L Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [60] Errore dovuto al disturbo n Possiamo compilare una tabella: gL Asca(t) 0 A L 1 L Aram(t) Apar(t) 1 A 2 A L’errore è uguale o quasi uguale (se gL=0) all’ampiezza del disturbo L’errore è sempre infinito In presenza di un trasduttore con errore statico, il sistema di controllo non può garantire a regime una precisione migliore di quella del trasduttore. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [61] Progetto del controllore Terminata l’analisi delle prestazioni dei sistemi di controllo in anello chiuso, torniamo al problema di progetto del controllore y° + - R(s) G(s) d + +y + + n Il metodo che seguiremo sarà basato sul criterio di Bode La funzione di trasferimento d’anello L(s) = R(s)G(s) deve soddisfare le ipotesi necessarie per l’applicabilità del criterio Il metodo non è applicabile se G(s) ha poli a parte reale positiva. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [62] Specifiche di progetto y° + - R(s) G(s) d + +y + + n Le specifiche di progetto precedentemente elencate possono essere formalizzate come segue: Stabilità asintotica m 0 Robustezza della stabilità e grado di stabilità m m Velocità di risposta c c Prestazioni statiche e e Eventuali specifiche addizionali ……. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [63] Impostazione del progetto È opportuno suddividere il progetto del controllore in due fasi: Progetto statico si affronta solo la specifica relativa all’errore a transitorio esaurito nell’eseguirlo si assume che si sia in grado di rendere asintoticamente stabile il sistema di controllo in anello chiuso Progetto dinamico si affrontano le restanti specifiche, e in particolare quelle relative alla pulsazione critica e al margine di fase Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [64] Progetto statico Si fattorizza la funzione di trasferimento del regolatore come: Rs R1s R2 s R1s determina le prestazioni statiche R s gR , 1 sT R s 1 s i i k k 2 è ininfluente, poiché R2(0) = 1 Si sceglie: il valore minimo del tipo gR che consente di soddisfare la specifica statica fissato gR, il valore minimo del guadagno R per cui la specifica è effettivamente soddisfatta Se R risulta indeterminato lo si assegna in fase di progetto dinamico. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [65] Progetto dinamico Rs R1s R2 s R1s R s gR , 1 sT R s 1 s i i k k 2 determinato nel progetto statico da determinare nel progetto dinamico Si determina R2(s), ovvero le costanti di tempo di zeri e poli del regolatore, con un metodo grafico, facendo in modo che, con una serie ragionata di tentativi, il diagramma della risposta in frequenza di L(s) soddisfi tutte le specifiche dinamiche. Il metodo sarà illustrato per mezzo di un esempio. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [66] Esempio di progetto: dati e specifiche d y° + - Gs H(s) e R(s) 50 , 1 0.1s 1 s 1 10s H s G(s) + +y 5 1 0.01s Specifiche: |e| ≤ 0.025, per y°(t) = 10 sca(t), d(t) = ±sca(t) c 1 rad/s m 60° Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [67] Esempio di progetto: progetto statico Errore dovuto al segnale di riferimento: 1 1 10 o o o e lim sE s lims Y s lims s 0 s 0 1 Ls s 0 1 50 R s s gR 10 , gR 0 10s g R (coerente con la tabella di lim g 1 50 R precisione statica, con L=50R, s 0 s R 50 R 0, gR 1 A=10) Errore dovuto al disturbo: - H s - 5 1 ed limsE d s lims Ds lims 50 s 0 s 0 1 Ls s 0 R s 1 s gR 5 , g R 0 (coerente con la tabella di 5s g R lim g 1 50 R s 0 s R 50 precisione statica, con L=50R, R 0, gR 1 A=H=5) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [68] Esempio di progetto: progetto statico Poiché l’errore deve essere finito, ma non necessariamente nullo, si può prendere un regolatore di tipo nullo: gR = 0 R è senz’altro positivo! Quindi: e eo ed eo ed 10 5 15 1 50 R 1 50 R 1 50 R La specifica è quindi soddisfatta se: 15 0.025 1 50 R R Adottando un margine di sicurezza (per robustezza verso incertezze sui guadagni e ampiezza del disturbo): 15 - 0.025 12 1.25 R 20 R1s R s gR 20 Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [69] Esempio di progetto: progetto dinamico La funzione di trasferimento d’anello del sistema può essere scritta come: Ls R1s R2 s Gs R2 s L1s parte di L(s) nota a valle del progetto statico con: L1s R1s Gs 1000 1 0.1s 1 s 1 10s Primo tentativo: 60 R2 s 1 Ls L1s 40 dB 20 c 1 0 m 0 -20 -40 occorre quindi procedere con un progetto dinamico… -60 -80 10 -2 10 -1 10 0 (rad/s) 10 1 10 2 Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [70] Esempio di progetto: progetto dinamico Ricordiamo che per i sistemi con funzione di trasferimento d’anello a fase minima: Diagramma di Bode - Modulo il taglio da parte del diagramma del modulo dell’asse a 0 dB con pendenza -1 è di norma garanzia di margine di fase elevato 20 c dB 0 -20 -40 Diagramma di Bode - Fase 0 gradi -50 -100 10 0 10 1 (rad/s) 10 2 Conviene allora procedere determinando preliminarmente un opportuno andamento per il diagramma del modulo di L e, a posteriori, risalire all’espressione della funzione di trasferimento del regolatore metodo grafico di progetto Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [71] Esempio di progetto: progetto dinamico Metodo grafico di progetto di |L| (loopshaping): si traccia un tratto di retta a pendenza -1 che taglia l’asse a 0 dB a un valore di pulsazione superiore o uguale al limite inferiore richiesto per la pulsazione critica in bassa frequenza: il diagramma di |L| deve avere la stessa pendenza di quello di |L1| (altrimenti si modificherebbe il tipo del regolatore in sede di progetto dinamico) se il progetto statico si è concluso con un vincolo sul valore del guadagno R, il valore di |L| deve essere maggiore o uguale a quello di |L1| (altrimenti si modificherebbe il guadagno del regolatore in sede di progetto dinamico) in alta frequenza: il diagramma di |L| deve avere pendenza maggiore o uguale in modulo a quella di |L1| (altrimenti si perverrebbe al progetto di un regolatore non realizzabile (con più zeri che poli)) il valore di |L| deve essere minore o uguale a quello di |L1| (per garantire la moderazione del controllo) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [72] Esempio di progetto: progetto dinamico Seguiamo il metodo grafico per il nostro esempio: 80 Secondo tentativo: 60 tagliamo l’asse a 0 dB con pendenza -1 a 2 rad/s L1 40 L modulo [dB] 20 in bassa frequenza raccordiamo il diagramma di |L| con quello di |L1| c 0 -20 in alta frequenza uguagliamo la pendenza di |L| con quella di |L1| e manteniamo |L| sotto a |L1| -40 -60 -80 -4 10 10 c 2 -3 10 -2 10 -1 10 rad/s 0 10 1 10 2 m 180 - - arctan2 0.002 - 2 arctan2 10 180 - - 90 - 2 11 68 tutte le specifiche sono soddisfatte! Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [73] Esempio di progetto: progetto dinamico Dal diagramma del modulo di L risaliamo, tenendo conto che è a fase minima, all’espressione di L(s): Ls 1000 s s 1 1 0 . 002 10 2 1000 1 500s 1 0.1s 2 quindi: R2 s 1 0.1s 1 s 1 10s 1 s 1 10s Ls 1000 1 500s 1 0.1s L1s 1 500s 1 0.1s 2 1000 e infine: R s R1s R2 s 20 1 s 1 10s 1 500s 1 0.1s risultato finale del progetto A posteriori possiamo osservare che il regolatore cancella i poli a pulsazione 0.1 e 1 del sistema sotto controllo, introducendone due a pulsazione 0.002 e 10. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [74] Specifiche di attenuazione di disturbi Tra le specifiche di progetto possono apparire anche requisiti sull’attenuazione di disturbi, in linea d’andata o in linea di retroazione. Questi requisiti si possono tradurre in ulteriori vincoli sulla risposta in frequenza della funzione di trasferimento d’anello, di cui bisogna tenere conto in sede di progetto dinamico. Vediamo separatamente come occorre trattare i disturbi in linea d’andata e quelli in linea di retroazione. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [75] Attenuazione di disturbi in linea d’andata Dato: disturbo d(t) con componenti armoniche significative nella banda [0, max] Specifica: disturbo attenuato sull’uscita y di un fattore A (A > 1) Soluzione: y° + - Funzione di trasferimento da d a y: Y s 1 S s Ds 1 Ls Y j 1 D j 1 L j + L(s) 50 Si genera un’area che il diagramma di |L| deve evitare 40 30 |L| AdB 20 max 10 dB d +y 0 -10 -20 -30 1 1 L j max 1 A L j max A -40 -50 -1 10 0 1 10 10 w (rad/s) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [76] 2 10 Attenuazione di disturbi in linea di retroazione Dato: disturbo n(t) con componenti armoniche significative nella banda [min, ] Specifica: disturbo attenuato sull’uscita y di un fattore A (A > 1) y° + Soluzione: - L(s) Funzione di trasferimento da n a y: Y s Ls -F s N s 1 Ls + + n 50 40 30 L j Y j N j 1 L j |L| 20 10 Si genera un’area che il diagramma di |L| deve evitare dB y min 0 -10 -AdB -20 -30 L j 1 L j min 1 A L j min -40 1 A -50 -1 10 0 1 10 10 w (rad/s) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [77] 2 10 Compensazione dei disturbi Nei sistemi di controllo è frequente il caso in cui il disturbo in linea d’andata sia misurabile È allora possibile sfruttare l’informazione data dalla misura e agire direttamente sulla variabile di controllo, anticipando l’effetto del disturbo sull’uscita, senza attendere che questo si manifesti in errore Si parla in questo caso di compensazione diretta del disturbo d d C(s) H(s) u G(s) + H(s) + y u G(s) + + y Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [78] Compensazione dei disturbi Il compensatore del disturbo può essere progettato in modo che: d C(s) Y s H s C s Gs 0 Ds H(s) u C s - H s Gs G(s) + + y Questa formula non può in genere essere direttamente utilizzata perché può dare luogo a un compensatore non realizzabile (più zeri che poli) o instabile (se G(s) è a fase non minima). Tuttavia si può fare riferimento a questa formula per la compensazione di specifici disturbi Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [79] Compensazione dei disturbi Disturbo costante a regime: C s C - H 0 G0 Disturbo sinusoidale di pulsazione : C s : C j - H j G j (si parametrizza C(s) e si impone il valore di risposta in frequenza alla pulsazione data) Disturbo con armoniche significative fino alla pulsazione : C s : C j - H j , G j (si approssima la risposta in frequenza fino alla pulsazione massima di interesse) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [80] Compensazione dei disturbi Di norma uno schema di compensazione viene associato a uno schema di retroazione d C(s) H(s) y° + - e u R(s) G(s) + + y La funzione di trasferimento da d a y è ora: Y s H s C s Gs 0 Ds 1 R s Gs C s - H s Gs la stessa ottenuta in anello aperto! I progetti del regolatore in retroazione e del compensatore in anello aperto sono quindi disaccoppiati Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [81] Compensazione del riferimento Anche il segnale di riferimento può essere elaborato con un sistema dinamico per favorire un’azione di controllo più pronta, in uno schema di compensazione del segnale di riferimento: C(s) yo Y s Y o s R(s) u G(s) y R s Gs C s Gs 1 R s Gs Se: 1 C s Gs Y s Y s o 1 risultato ideale, che si può approssimare: C s : C j non fisicamente realizzabile! 1 , max G j Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [82] Prefiltraggio del riferimento Alternativamente si può usare uno schema di prefiltraggio del segnale di riferimento: yo Y s Y o s - C(s) C s F s , F s R(s) u G(s) y R s Gs 1 R s Gs Possibili scelte del prefiltro: C s C 1 F 0 1 s c C s 1 s b b c Y s Y s s 0 o Y s 1 1 Y o s 1 s b per forzare la precisione statica (nominale) per ampliare la banda passante Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [83] Compensazione e prefiltraggio del riferimento La compensazione e il prefiltraggio possono essere usati in combinazione: C2(s) yo C1(s) - R(s) u G(s) y C1s Rs C2 s Gs 1 R s Gs Y o s Y s C1s F s , C2 s F s Gs o o -1 Y s Y o s F o s modello di riferimento Requisiti su Fo(s): guadagno unitario grado relativo almeno pari a quello di G(s) deve contenere gli eventuali zeri a parte reale positiva di G(s) N.B.: grado relativo = numero poli – numero zeri Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [84] Controllo in cascata In molte applicazioni avviene che il sistema sotto controllo sia strutturabile nella connessione in serie di due funzioni di trasferimento: d u G1(s) v G2(s) y all’uscita del primo sottosistema si sommi un disturbo d la variabile intermedia v tra i due sottosistemi sia misurabile Spesso avviene che la dinamica di G1 sia molto più favorevole di quella di G2: G1 potrebbe essere a fase minima e G2 no pur essendo entrambe le funzioni di trasferimento a fase minima, G1 potrebbe avere dinamica molto più veloce rispetto a G2 Questo accade in particolare quando G1 rappresenta l’attuatore e G2 il sistema sotto controllo. In queste situazioni può risultare opportuno strutturare il sistema di controllo con due anelli di controllo innestati. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [85] Controllo in cascata d yo - R2(s) vo - R1(s) u G1(s) v G2(s) y Regolatore interno R1 si basa esclusivamente sulla funzione di trasferimento G1(s) mira a far sì che v insegua il suo riferimento vo su un’ampia banda sulla stessa banda attenua il disturbo d Regolatore esterno R2 limita la banda a valori decisamente inferiori rispetto alla banda dell’anello interno si approssima, su questa banda, la dinamica dell’anello interno come infinitamente veloce (v vo) si basa il progetto di R2 esclusivamente sulla funzione di trasferimento G2(s) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [86] Controllo in cascata yo - R2(s) vo v G2(s) y I due regolatori R1 e R2 vengono progettati secondo un disaccoppiamento in frequenza semplificazione del progetto (suddiviso in due sottoprogetti più semplici) prestazioni di norma molto superiori al progetto di un unico regolatore Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [87] Controllori PID I controllori PID (ad azione Proporzionale, Integrale e Derivativa) sono caratterizzati dalla legge di controllo: t u t K P et K I ed K D 0 det dt KP: guadagno proporzionale KI: guadagno integrale KD: guadagno derivativo Equivalentemente: t 1 det u t K P et ed TD TI dt 0 KP KI K TD D KP TI tempo integrale tempo derivativo I PID sono di gran lunga i controllori più utilizzati nelle applicazioni, anche in quelle in ambito meccatronico. Sono in particolare utilizzati i controllori P, PD, PI e PID. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [88] PID: funzione di trasferimento I PID sono sistemi lineari e come tali se ne può ricavare la funzione di trasferimento: e u R(s) K P 1 sTI s 2TITD KI 1 R s K P K D s K P 1 sTD s s sTI TI Il fatto che il numeratore della funzione di trasferimento sia di grado superiore a quello del denominatore dipende dall’azione derivativa che non è fisicamente realizzabile. Nella realizzazione pratica del controllore occorre aggiungere un polo in alta frequenza nell’azione derivativa (peraltro irrilevante per gli effetti dinamici). Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [89] PID: metodi di taratura I PID sono sistemi di grande diffusione, per una serie di ragioni: semplicità di realizzazione in diverse tecnologie (elettronica, idraulica, pneumatica) efficacia per la regolazione di un’ampia gamma di processi industriali standardizzazione con i relativi vantaggi in termini di affidabilità e economicità semplicità di taratura dei parametri possibilità di taratura automatica dei parametri, per mezzo di semplici esperimenti La taratura dei controllori PID può quindi essere eseguita in due modi: taratura analitica (basata sul modello del sistema sotto controllo e sulla teoria dei controlli automatici) taratura automatica (o empirica, basata solo su esperimenti) Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [90] PID: taratura analitica Nella taratura analitica dei regolatori PID si può seguire una via più diretta rispetto a quella vista per il regolatore a struttura libera. Esempio: y° + - e y R(s) G(s) e -3s Gs 0.1 1 5s 1 20s Specifiche: e = 0, per y°(t) = sca(t) m 40° c massima possibile Dalla specifica statica si deduce che occorre l’azione integrale. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [91] PID: taratura analitica Scriviamo R(s) nella forma: R s R 1 sT1 1 sT2 s Cancelliamo con gli zeri del regolatore i poli del processo: Ls R s Gs T1 5, T2 20 0.1 R -3s e s Pertanto: c 0.1R c -90 - c 50 R 2.9 2.91 0.3 180 In conclusione: K P 72.5 2 K I 2.9 KI 1 5s 1 20s 100s 25s 1 R s 2.9 2.9 KP K Ds K 290 s s s D m 90 - 0.3 R 180 40 180 180 -90 - 0.3 R R Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [92] PID: taratura empirica I metodi di taratura empirica dei controllori PID sono basati esclusivamente sull’esecuzione di esperimenti sul sistema sotto controllo, secondo opportune procedure. Non richiedono quindi né la conoscenza del modello matematico del sistema sotto controllo, né l’applicazione della teoria dei controlli automatici Oggi esistono numerosissime regole per la taratura automatica (autotuning) dei PID Noi vedremo le regole originali, dovute a Ziegler e Nichols, nella loro versione ad anello aperto e ad anello chiuso. Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [93] PID: regole di Ziegler e Nichols in anello chiuso y° + - 1. Si chiude l’anello di controllo con il regolatore PID, imponendo nulli tutti i guadagni e y PID S 2. Partendo da valori molto piccoli di KP si effettua un semplice esperimento, consistente nell’applicare un piccolo scalino al segnale di riferimento 3. Si aumenta progressivamente KP ripetendo di volta in volta l’esperimento finché non si instaura nell’anello un’oscillazione permanente - T y 4. Si ricavano: KP: guadagno proporzionale all’oscillazione T: periodo dell’oscillazione t Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [94] PID: regole di Ziegler e Nichols in anello chiuso Con i valori di KP e T determinati sperimentalmente si tara un regolatore P, un PI o un PID secondo la seguente tabella KP TI TD P 0.5K P - - PI 0.45K P T 1 .2 - PID 0.6K P T 2 T 8 Il metodo non è sempre applicabile: ci sono infatti sistemi che non generano oscillazioni, anche con guadagni proporzionali elevati. Altre volte può essere pericoloso, o comunque sconsigliabile, portare il sistema al limite di stabilità Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [95] PID: regole di Ziegler e Nichols in anello aperto 1. Si applica una variazione a scalino all’ingresso del sistema sotto controllo u y S y 2. Si traccia la tangente alla risposta nel punto di flesso 3. Si individuano graficamente le intercette e Y della tangente sugli assi t e y, rispettivamente: 0 Y t Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [96] PID: regole di Ziegler e Nichols in anello aperto Con i valori di e Y determinati sperimentalmente si tara un regolatore P, un PI o un PID secondo la seguente tabella KP TI TD P 1 Y - - PI 0 .9 Y 3 - PID 1 .2 Y 2 0.5 Il metodo non è applicabile se la risposta allo scalino non presenta flesso o se la risposta presenta oscillazioni Non sempre è possibile operare sul processo in anello aperto, o perturbare bruscamente il suo ingresso Controlli automatici – Progetto nel dominio della frequenza - P. Rocco [97]