Fluidi I Stati della materia Densità e pressione Idrostatica Idrodinamica Stati della materia 1. Solido: indeformabile e incomprimibile 2. Liquido: deformabile e incomprimibile 3. Gassoso: deformabile e comprimibile Le proprietà della materia dipendono fortemente dalla struttura atomica, cioè dalla disposizione degli atomi gli uni rispetto agli altri e dall’entità delle forze con cui interagiscono fra loro. Fluidi I fluidi (dal latino fluere = scorrere) sono i corpi deformabili, cioè quei corpi che oppongono scarsa resistenza al cambiamento di forma. Rientrano in questa definizione i liquidi e i gas: • i liquidi sono praticamente incomprimibili per cui hanno un volume proprio; • i gas sono facilmente comprimibili e il volume che occupano dipende dalla pressione a cui sono sottoposti. La meccanica dei fluidi si divide in due capitoli: idrostatica e idrodinamica. Densità Dato un corpo di massa m distribuita in un volume V, si definisce densità volumica il rapporto ρ= m/V densità volumica Nel SI la densità si misura in kg/m3 nel sistema CGS in g/cm³ o in maniera equivalente in g/ml (1l = 1dm3). In condizioni normali la densità dell’acqua è di circa 1000 kg/m³, mentre quella dell’aria è all’incirca mille volte più piccola (~1.2 kg/m³). Ghiaccio e acqua Nonostante i liquidi di solito abbiano densità minore dei solidi, il ghiaccio rappresenta un’eccezione! Nel ghiaccio la struttura regolare mostra dei buchi che diminuiscono la densità! Volume e Massa Siccome i fluidi non hanno volume proprio, ci si deve domandare quale sia la massa di un fluido che occupa un volume V. Esempio: abbiamo una sostanza in una siringa che occupa un volume di 3 ml. Che massa ha? Dipende dalla densità: maggiore è la densità, maggiore sarà la massa d=m/V => m=d*V => m=d*3ml Se abbiamo acqua allora (d = 1 g/cm3): m=??? Se abbiamo una sostanza con d= 1.2 g/cm3 m=??? Pressione Consideriamo una forza F che agisce su un elemento di superficie ΔS. Si definisce pressione esercitata da F su ΔS la quantità scalare: p = Fn/ΔS (dove Fn è la componente di F perpendicolare a ΔS). Nel SI la pressione si misura in Pascal (1Pa=1N/m2). Nel CGS in barie (1 baria=1 dina/cm2). Da cui: 1 Pa = 1 N/m2 = 105 dine / 104 cm2 = 10 barie Unità di misura della pressione Nel SI la pressione si misura in Pascal (1Pa=1N/m2). Nel sistema CGS in barie (1 baria=1 dina/cm2). 1 Pa = 1 N/m2 = 105 dine / 104 cm2 = 10 barie Altre unità di misura utilizzate per la pressione: 1 atmosfera = 1.013·105 Pa = 1.013·106 barie 1 bar = 106 barie = 105 Pa 1 millibar = 10-3 bar = 103 barie = 102 Pa 1 torr = 1/760 atm = 133 Pa = 1330 barie Pressione atmosferica: esperienza di Torricelli Pressione atmosferica: esperienza di Torricelli p0 = 1 Atm = 1.013·105 Pa ~1kg/cm2 P0 = PHg p0 ΔS = mHg g p0 ΔS = ρHg ΔS Δh g p0=ρHg g Δh (ρHg=13.6·103 Kg/m3) Δh=p0/(ρHgg) = (1.013·105)/(13.6·103·9.81)=760mm Per bilanciare la pressione p0 occorre il peso di una colonna di mercurio di 760 mmHg = 760 torr. Legge di Stevino Consideriamo un fluido incomprimibile (con densità ρ costante punto per punto). La legge di Stevino descrive la variazione della pressione con la profondità h. Le forze laterali si controbilanciano. Consideriamo le forze che agiscono sulle superfici superiore e inferiore. Finf = Fsup+ P pinf ΔS = psup ΔS + mg pinf ΔS = psup ΔS + ρ ΔS h g pinf = psup + ρ g h Legge di Stevino La pressione esercitata da una colonna di fluido con densità costante ρ in un suo punto di profondità h (distanza dal pelo libero del fluido, ossia la superficie del liquido che è a contatto con l'aria dell'ambiente esterno) è direttamente proporzionale alla profondità h e alla accelerazione di gravità. ph = psup + ρ g h Esercizio Qual è la pressione esercitata su un sub che scende alla profondità di 10 m rispetto al livello del mare? Esercizio Qual è la pressione esercitata su un sub che scende alla profondità di 10 m rispetto al livello del mare? p = p0 + ρacqua,mare g Δh p0=1 Atm = 1.013·105 Pa = 1.013·105 N/m2 Ρacqua,mare= 1.025 · 103 Kg/m3 g = 9.81 m/s2 Δh = 10 m P = ρacqua,mare g Δh =1.025 · 103 · 9.81 · 10 Pa = = 1.005·105 Pa ~ 1 atm. Per ogni 10 m di acqua di profondità si ha un incremento della pressione di circa 1 atm. Principio di Pascal Conseguenza della legge di Stevino p = p0+ ρ g h Supponiamo che p0 p0’ = p0+Δp0 Se il fluido è incomprimibile p -> p’ = p0’+ ρ g h Δp = p’-p = p0’ - p0 = Δp0 La pressione esercitata in una regione qualsiasi di un fluido si trasmette in tutte le direzioni con la stessa intensità. (Nel fare un'iniezione, si preme sul pistone della siringa esercitando una pressione sul liquido. Tale pressione si trasmette a tutto il liquido, preme con la stessa intensità contro le pareti della siringa ed esce dall'ago con una velocità dipendente dalla pressione esercitata). Applicazioni del principio di Pascal In un sistema di recipienti comunicanti è possibile sfruttare il principio di Pascal per ottenere forze di intensità diversa per superfici diverse del liquido. Applicando una forza F1 sulla superficie S1, la pressione è F1/S1 Tale pressione si trasmette dal basso verso l'alto sul pistone di destra di sezione S2 su cui agisce la forza normale F2. Poiché F1/S1 = F2/S2, si ottiene F2 = F1 (S2 /S1). Applicazioni Pressa idraulica, freni idraulici, … Principio di Archimede La spinta di Archimede è la conseguenza della diversa pressione idrostatica agente sulle superfici inferiore (verso l’alto) e superiore (verso il basso) del corpo di altezza Δh immerso in un fluido di densità ρ. FA = p2 S – p1 S = ρ g h2 S - ρ g h1 S = ρ g S (h2 –h1) = ρ g S Δh =ρgV = mg Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del liquido spostato (infatti i corpi immersi in un liquido sembrano essere più leggeri…) Equilibrio dei galleggianti Si consideri un corpo di densità ρc immerso in un fluido di densità ρf. La parte di volume immersa sia Vi e sia il corpo all’equilibrio. La risultante delle forze in gioco, forza peso P e spinta di Archimede A è nulla: FP+FA=0. P = ρc V g A = ρf Vi g Dall’equazione P-A=0: Vi/V = ρc/ρf < 1 Per poter galleggiare, un corpo deve avere densità minore di quella del fluido in cui è immerso. Esempi Iceberg: ρghiaccio = 0.920·103 kg/m3 ρacqua,mare = 1.025·103 kg/m3 Vi/V = ρghiaccio / ρacqua,mare = 0.920/1.025 ~ 0.90 Circa il 90% del volume di un iceberg è immerso. Fluidi in movimento Consideriamo un fluido ideale:incomprimibile (ρ non dipende dalla pressione a cui è sottoposto), privo di viscosità (non vi è dissipazione di energia per attrito) e in moto stazionario (con velocità v che, punto per punto, non varia nel tempo). Per descriverne il moto si applica il concetto di linea di flusso, definita come la traiettoria seguita da ciascun elemento di fluido. Fluidi in movimento Elementi di fluido che giungono in un punto vi transitano sempre con la stessa velocità. Per definizione, le linee di flusso non si intersecano. Il loro insieme costituisce una superficie tubolare detta tubo di flusso. Portata volumetrica Si definisce portata il volume di fluido che attraversa la sezione di un condotto nell’unità di tempo: Q = ΔV/Δt. Nel SI la portata si misura in m3/s, nel CGS in cm3/s; è frequentemente misurata anche in l/min. Si dimostra che la portata può essere espressa come il prodotto fra la sezione S e la velocità v del fluido. Infatti, se l è lo spessore dell’elemento di fluido che attraversa la sezione S nel tempo Δt, la portata è Q = ΔV/Δt = S l/Δt = S v. Costanza della portata (legge di Leonardo) Legge di conservazione della portata:la portata è la stessa in tutte le sezioni di un tubo di flusso. m1 = m2 ρ V1 = ρ V2 ρ S1 l1 = ρ S2 l2 ρ S1 v1 Δt = ρ S2 v2 Δt S1v1 = S2v2 =costante Il tubo di flusso si comporta come un condotto rigido, all’interno del quale non si può accumulare materia: la massa m1 che entra nel condotto in un certo tempo Δt deve essere uguale a quella m2 che esce nello stesso intervallo di tempo. Esercizio Si consideri un condotto di raggio R che si dirama in 3 condotti derivati di stesso raggio R. Se il liquido nel condotto primario ha velocità v, quale sarà la velocità v’ nei condotti derivati? Se S è costante anche v è costante, se il condotto presenta variazioni di sezione allora a S maggiore corrisponde v minore e viceversa: v1/v2=S2/S1 Teorema di Bernoulli Esprime il principio di conservazione dell’energia meccanica per un fluido ideale che si muove sotto l’azione delle forze di pressione e della forza peso. p + ρ g h+ ½ ρ v2 = cost. • p: pressione esercitata sulle pareti del condotto; • ρgh: pressione di gravità esercitata da una colonna di fluido di altezza h; • ½ ρ v2: pressione cinetica che il fluido in scorrimento esercita contro un ostacolo che si oppone al moto. Teorema di Bernoulli Chiamiamo p1 e p2 le pressioni esercitate Le energie in gioco sono rispettivamente su S1 e S2 e • l’energia cinetica l1 e l2 le distanze percorse • l’energia potenziale nell'intervallo Δt. • il lavoro fatto dalla pressione La sezione S1 verrà “spinta” dal fluido esterno al volumetto e si avrà un lavoro fatto sul fluido interno pari a p1 S1 l1, mentre in S2 è il fluido interno che “spinge” in avanti la superficie e il lavoro fatto dal fluido sarà -p2 S2 l2. Teorema di Bernoulli Il lavoro totale compiuto sul volume di fluido compreso fra S1 e S2 sarà: L = p1 S1 l1-p2 S2 l2 Ma L=ΔE, con E=K+U, energia meccanica: L=E2-E1=(1/2 m v22 + m g h2) – (1/2 m v12 + m g h1) Ed essendo m=ρ S1 l1 = m=ρ S2 l2 S1 l1 = S2 l2 Si ha: p1 S1 l1-p2 S2 l2=(1/2m v22+m g h2)–(1/2m v12 + m g h1) p1 S1 l1+1/2m v12+m g h1=p2 S2 l2+1/2m v22 + m g h2 p1 S1 l1+1/2ρ S1 l1 v12+ρ S1 l1 g h1= p2 S2 l2+1/2ρ S2 l2 v22 +ρ S2 l2 g h2 p1+1/2ρv12+ρgh1=p2+1/2ρv22+ρgh2=cost. Casi particolari p1+ρgh1+½ρv12=p2+ρgh2+½ρv22 • Condotto orizzontale a S costante: essendo h1=h2 e v1=v2 si ha p1=p2 • Condotto obliquo a S costante: essendo h2-h1=h e v1=v2, p1=p2+ρgh • Condotto orizzontale a S variabile: essendo h1=h2, si ha p1=p2+½ρ(v22-v12) Se S2<S1, v2>v1 e quindi p1>p2. A sezione maggiore corrisponde pressione maggiore e viceversa. Quando in un condotto c’è una strozzatura si verifica una caduta di pressione (effetto Venturi). Esempi • Soffiando tra due fogli di carta questi si avvicinano • Porta che sbatte con il vento Esempi p1+0.5ρv12+ρgy1 = p2+0.5ρv22+ρgy2 Dato che y1=y2, rimangono pressione e En. Cine<ca Pext+Kext=Pint+Kint Barca a vela La velocità dell’aria che scorre sulla parte esterna della vela è maggiore di quella che scorre sulla parte interna: Quindi si ha che: Kext > Kint allora Pext < Pint Forza efficace (Fvento) che spinge sulla vela! La forza che agisce sulla barca è poi la risultante di questa forza + la forza di resistenza dell’acqua sulla chiglia (Facqua) Le barche a vela navigano controvento! Stesso principio per le ali degli aeroplani!