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LABORATORIO
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Q Pag. 159 vol. 2
Il cammino verso l’eterno
Leggi il testo di Pietro Rossano, che è stato professore presso l’Università Gregoriana e per
molti anni a capo del Segretariato Vaticano per le religioni non cristiane. Le singole parti dedicate al tema della preghiera nelle religioni sono seguite da alcune domande. Risolvi tutte
o alcune parti del lavoro, secondo il tuo interesse.
Il cammino dell’uomo verso Dio o l’Assoluto si esprime nelle religioni in due grandi forme: la preghiera e la meditazione. La preghiera domina nelle religioni monoteistiche dove ci si rivolge a un Dio
personale, ma ricorre anche nelle altre religioni dove Dio non ha tratti personali: e ciò perché l’anima
religiosa spontaneamente si rivolge al Mistero come a un tu, sia perché tali religioni producono un pantheon di figure divine ciascuna delle quali riflette un aspetto o una funzione della divinità.
La meditazione invece, pur essendo assiduamente coltivata nelle religioni come mezzo di perfezionamento interiore, di elevazione e di riposo in Dio, campeggia nelle altre religioni come via per eccellenza
per realizzare il passaggio dal mondo della realtà quotidiana a quello dell’Eterno. Forma classica della
meditazione è lo yoga il cui scopo è di congiungere come un carro ai buoi (tale è il senso della radice
della parola yug) l’io al cosmo. Tale e tanta è la portata della meditazione in questo versante religioso
che la preghiera di invocazione viene considerata come un fenomeno popolare, di natura inferiore.
Nell’induismo si può dire che la preghiera prevale nei templi e nella espressione della religione popolare, mentre le religione è di casa nelle dimore religiose e presso gli spirituali sparsi in tutte le strade dell’India. […] Dall’origine fino a oggi tutti i devoti dell’India hanno attribuito grandissima importanza
alla pronuncia e ripetizione del nome di Dio. […] Il nome sacro per eccellenza è la sillaba sacra Om,
chiamata il Brahman delle tre lettere (a-u-m): […] nella ripetizione del nome divino si mette in opera
la potenza segreta della divinità.
a. Quali sono i caratteri della preghiera popolare e praticata nelle case? Ritrova nel testo del
libro gli esempi opportuni.
b. Quale forza viene attribuita alla voce nella religione indu? Ritrova nel testo del libro la giustificazione alla considerazione dell’autore.
c. Secondo la distinzione che fa l’autore nel suo testo iniziale, oltre alla preghiera c’è la meditazione: quali esempi sapresti fare nella religione indu di questa particolare pratica? Chi
la sceglie?
F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011
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unità 6 alle soglie dell’assoluto
Rivolgendosi ala membri del Congresso sul tema «La salvezza oggi», organizzato a Bangkok dal Consiglio ecumenico delle Chiese all’inizio del 1973, un rappresentante del buddhismo spiegò: «Vi sono
tre maniere di tendere alla salvezza: quella dei riti e delle preghiere, praticata dal popolo; quella delle
opere sociali e umanitarie, inculcata dal cristianesimo; quella della purificazione dello spirito, insegnata
dal Buddhismo». La meditazione come mezzo di liberazione e purificazione dello spirito ma anche
del corpo e del comportamento è quindi centrale nella tradizione buddhista che ne a elaborato diversi
metodi e forme. Dice l’anziano monaco Bhuta nelle Theragata: «Quando il tamburo della nube rulla
nel cielo, quando torrenti di pioggia riempiono attorno le vie dell’aria, il monaco esercita in una grotta
la concentrazione: per lui non c’è maggior piacere di questo. Quando sulla riva dei fiumi adorni di
fiori, cinti di una screziata corona d’erbe odorose egli siede tutto contento, tutto dato alla concentrazione, non c’è in lui maggior piacere di questo. Quando nella notte, nella solitudine
del bosco, mentre piove e si sente il ruggito
delle belve, il monaco esercita in una grotta
la concentrazione, non c’è in lui maggior
piacere di questo».
a. In che cosa consiste la meditazione
buddhista? Puoi aggiungere altro rispetto al passo che hai letto ora, servendoti di quanto hai imparato dal
testo del libro?
b. Quale fine ha la meditazione secondo
Buddha?
c. Si può dire che la meditazione buddhista sia preghiera? Si rivolge a un
Dio?
La preghiera nell’ebraismo si caratterizza per uno spiccato carattere di dialogo. La fede in Dio, creatore
dell’uomo e dell’universo, e la coscienza dell’alleanza di Dio con il suo popolo concorrono a formare
un dialogo tra ogni singolo credente e il suo Dio, nel quale si intrecciano l’adorazione e il ringraziamento, il pentimento e la preghiera di richiesta, il ricordo e la speranza.
a. Ricordi con quali gesti si accompagna la preghiera nella religione ebraica?
b. Quali oggetti vengono usati per pregare ogni giorno?
c. E quali in occasioni particolari di festa?
d. Che cos’è lo Shema Israel?
e. Quale tipo di preghiera rappresentano i Salmi?
f. Per quanto conosci si può dire che
prevalga l’aspetto della preghiera o
della meditazione nell’ebraismo?
F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011
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Nell’islam la preghiera è uno dei cinque pilastri. Dovunque
la vita e la società islamica sono poste sotto l’ombra del minareto, dal quale giorno e notte, a tempi fissi, il muetzin lancia l’appello alla preghiera. Oltre alle forme della preghiera
rituale tradizionale, la fede islamica conosce anche le forme
di preghiera dei sufi, che hanno carattere ben diverso.
a. Come si prega in modo personale nell’islam? E come
in modo collettivo?
b. Come si svolge la preghiera nelle cinque volte richieste durante la giornata?
c. In che cosa differiscono i sufi dalle correnti religiose
tradizionali? Che cosa cerca la loro particolare preghiera?
Nel cristianesimo la preghiera è l’atteggiamento spontaneo dei figli di Dio che si intrattengono con
il Padre celeste. «Quando preghi, entra nella tua stanza e, chiusa la porta, prega il padre tuo nel segreto
e il Padre tuo che vede nel segreto ti darà ciò che chiedi» (Matteo 6, 5-6)
Nell’insegnamento di Gesù la preghiera è una componente essenziale dell’essere cristiano. […] deve essere breve, spontanea, personale. Disse anche Gesù che la preghiera dei suoi deve essere nello Spirito,
come quella di figli, fiduciosa, senza ostentazione e ne ha tracciato una formula nel Padre nostro. […]
rispetto alle diverse confessioni cristiane, ricordiamo qui soltanto la «preghiera del cuore», tipica della
Chiesa ortodossa, che sta diffondendosi anche tra cattolici e
protestanti. Si recita con una corona di cento grani e pronunciando su ognuno lentamente la formula «Signore Dio
abbi pietà di me». Inspirando ci si concentra sulla prima parte
della frase, espirando sula seconda. La tecnica orientale del respiro trova qui cittadinanza nel mondo cristiano.
P. ROSSANO, I perché dell’uomo e le risposte delle grandi religioni,
Edizioni Paoline
a. In che cosa consiste il nucleo della preghiera cristiana secondo l’insegnamento fondamentale di
Gesù?
b. La «preghiera del cuore» assomiglia alla meditazione? Se sì, perché?
c. Quali aspetti della preghiera cristiana ritieni simili a
quelli di altre religioni? E quali maggiormente distanti?
d. Da tutti gli aspetti della preghiera praticati dalle religioni del mondo che hai conosciuto in questa unità,
quale ti ha più interessato e colpito? Perché?
F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011