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Data Pubblicazione: 28/03/2013
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Home » Salute » Cancro, un farmaco per far dimagrire i tumori
Cancro, un farmaco per far dimagrire i tumori
inserito da: Redazione
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pubblicato il: 28/03/2013 19:57
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Roma, 28 marzo 2013 - Sfruttare la “fame” di grassi delle cellule
tumorali per bloccarne il metabolismo. Il gruppo di lavoro tutto
italiano, guidato da Lorenzo Montanaro dell'Università di Bologna
e da Gianfranco Peluso dell’Istituto di biochimica delle proteine del
Consiglio nazionale delle ricerche (Ibp-Cnr) di Napoli, formatosi
circa 10 anni fa su intuizione del fondatore della SIGMA-TAU ,
Claudio Cavazza, ha dimostrato che è possibile bloccare
farmacologicamente il metabolismo delle cellule tumorali,
colpendole selettivamente.
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La ricerca, pubblicata in questi giorni sulla
prestigiosa rivista medica internazionale, “The
Journal of the National Cancer Institute”, nasce
da un progetto multidisciplinare che ha unito
competenze specifiche nel campo oncologico e
del metabolismo cellulare e apre nuove e
promettenti prospettive terapeutiche nella lotta
contro i tumori. L’intuizione alla base dello studio
è che le cellule tumorali, a causa della loro
velocità di crescita e dalle specifiche alterazioni
metaboliche che le caratterizzano, siano
strettamente dipendenti dal metabolismo degli
acidi grassi per produrre, tra l’altro, le
membrane delle cellule figlie. Montanaro e
Peluso assieme ai loro collaboratori e ai ricercatori della SIGMA-TAU , hanno dimostrato che
utilizzando un farmaco sperimentale, denominato ST1326, si riesce ad inibire il sistema della
carnitina aciltransferasi. Tale sistema è necessario per il trasporto degli acidi grassi all’interno del
mitocondrio - la centrale energetica della cellula - dove avviene il loro metabolismo. “In questo
modo – spiegano i professori Montanaro e Peluso - vengono compromessi la produzione e il
mantenimento delle riserve cellulari di una molecola, l’acetato, indispensabile per generare nuovi
lipidi, costituenti essenziali delle membrane cellulari. Il farmaco ha dimostrato di avere un effetto
tossico selettivo, colpendo preferenzialmente le cellule tumorali. Rispetto alle cellule sane, quelle
neoplastiche risultano essere infatti molto più sensibili al farmaco, accumulano nel citoplasma i
lipidi che non vengono metabolizzati e non sono in grado di generarne di nuovi e quindi di
proliferare”.
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