LUSSEMBURGO
CONGIUNTURA
ECONOMICA
L’ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle
imprese italiane, con la propria rete di Uffici nel mondo e con le attività di
promozione e di assistenza, costituisce un osservatorio sui mercati
internazionali al servizio delle imprese italiane.
La presente pubblicazione è stata realizzata dall’Ufficio di Bruxelles
Aprile 2014
© Copyright ICE - Agenzia
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Lussemburgo, congiuntura economica, aprile 2014
L’economia
Il Lussemburgo ha conosciuto una fase di importante sviluppo industriale
dopo la scoperta di ricchi giacimenti di ferro nel 1840, con la siderurgia quale
capofila del settore, sino alla crisi petrolifera del 1973. L’apporto del settore
industriale alla formazione del PIL lussemburghese, da allora, decresce
regolarmente, dal 25% del 1985, all’attuale 12%, per lasciare spazio ad
un’economia fondata sul settore terziario, in particolare sul settore dei servizi
finanziari, che attualmente generano oltre un terzo della ricchezza nazionale.
Nel 2006 la fusione dei gruppi siderurgici Lussemburghesi, con quelli belga e
con il conglomerato Mittal, ha dato origine al primo gruppo al mondo nel
settore, Arcelor-Mittal, che continua a produrre nella regione, sebbene
l’attività estrattiva sia ormai terminata, in ragione del depauperamento delle
miniere e dei costi eccessivi di estrazione.
Il panorama industriale è dominato da Arcelor-Mittal, Dupont, e Goodyear.
Come in altri paesi europei, l’industria siderurgica sta attraversando una crisi
che ha comportato la recente chiusura di due importanti siti di produzione
dell’acciaio (Schifflange e Rodange).
Tra gli anni ‘60 e ‘80 si è sviluppato sempre di più un settore finanziario che
ha visto la domiciliazione e gestione di un numero sempre maggiore di fondi
di investimento internazionali, portando il Lussemburgo ad occupare
attualmente il secondo posto al mondo in tale settore. Anche sul fronte
assicurativo e contro-assicurativo il Granducato costituisce un centro di
eccellenza, trovandosi al primo posto in Europa per volume di fondi
amministrati. Per quanto concerne l’attività bancaria, il Paese è al primo posto
nella Eurozona per il livello di concentrazione di banche.
Un nuovo settore di rilievo dell’economia, sempre nell’ambito del terziario, è
quello dell’ICT, Media e comunicazione, sia in funzione dell’elevato livello di
informatizzazione del Paese, che in materia di protezione dei diritti di
proprietà intellettuale. Hanno sede in Lussemburgo Gruppi di rilievo
internazionale, come RTL e SES (Société Européenne de Satellites, primo
operatore mondiale di satelliti), nel settore dei media, Amazon, Microsoft, Ebay, PayPal, I Tunes, NetFlix e Skype nel campo dei servizi internet e
Vodafone nella comunicazione.
Fiorente è anche l’industria dei giochi elettronici e del gioco d’azzardo, come
anche quello della logistica, con la Cargolux, e la Luxair, primarie società di
logistica d’Europa, che hanno stabilito la loro sede in Lussemburgo.
In tale ambito è prevista la realizzazione di una zona di libero scambio, con
l’apertura di un centro logistico all’avanguardia denominato Luxembourg
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FreePort (LFP). La struttura, che dovrebbe essere inaugurata entro l’ultimo
trimestre del 2014, inizialmente coprirà 22.000 mq, ed è collocata nei pressi
dell’aeroporto internazionale del Granducato, che già si trova al quinto posto
in Europa ed al ventottesimo al mondo per il volume del traffico mercantile.
Il centro logistico avrà accesso diretto alle piste e sarà dotato di moderne
infrastrutture per la conservazione, custodia e consegna di merci di
particolare valore, come gioielli, opere d’arte, opere di antiquariato, metalli
preziosi e vini pregiati. Le merci che vi avranno accesso da Paesi extra UE
saranno esentate dal pagamento dell’IVA, come i pagamenti delle spese di
stoccaggio, condizionamento e trattamento che avranno luogo all’interno della
LFP. A seconda della destinazione delle merci saranno previste esenzioni
sull’IVA e sulle tasse doganali. Sarà esclusa la tassazione sui capital gains.
Il Lussemburgo, infatti, gode di una posizione geografica privilegiata, essendo
al crocevia con grandi Paesi europei e ad una distanza contenuta dai grandi
porti del nord Europa di Anversa e Rotterdam, potendo costituire la
piattaforma logistica ideale per fornire tutti i mercati limitrofi. Il Lussemburgo e’
il centro di un distretto industriale denominato “polo europeo di sviluppo”,
zona transfrontaliera che per capacità logistica consente le esportazioni in
tutta Europa.
Si tratta di un mercato maturo con buone quote di mercato nel settore
agroalimentare, eno-gastronomico, moda e design. Il mercato va pertanto
presidiato, puntando l’attenzione dei consumetori sull’autenticità e sulla
qualità dei prodotti italiani. Come centro economico della Grande Regione,
rappresenta un punto di incontro ineludibile per lo sviluppo infrastrutturale e
per accordi transfrontalieri tra imprese europee.
ll Lussemburgo, sede di numerosi fondi di investimento, costituisce un luogo
di incontro e confronto tra i gestori dei fondi, gli investitori, le associazioni e
amministrazioni italiane per attrarre investimenti in Italia. La ricerca scientifica,
le telecomunicazioni, l'energia rinnovabile, le bio tecnologie e la telemedicina
sono temi di forte interesse per il settore finanziario (BEI, fondi di
investimento, banche, centri di ricerca), per le ricadute industriali e
commerciali in un paese impegnato a diversificare la propria economia e che
ha bisogno di essere collegato alle grandi istituzioni scientifiche internazionali.
Nell’ambito dei diversi tentativi del governo di diversificare l’economia, si
segnalano significativi interventi a sostegno della Ricerca & Sviluppo e
dell’innovazione, con notevoli investimenti erogati per favorire lo sviluppo di
settori cruciali, come quello del 2008 per 140 milioni di euro nel campo
farmaceutico e sanitario. Su tali settori innovativi sono anche agevolati gli
investimenti esteri, spesso condotti da multinazionali.
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Dati congiunturali e previsionali di BCL e Statec
Nonostante gli indicatori economici collochino il Lussemburgo al di sopra della
media europea ed il PIL pro capite continui ad essere uno dei piu' alti al
mondo, la crisi economico- finanziaria e la conseguente contrazione delle
transazioni internazionali hanno reso vulnerabile il modello di sviluppo
lussemburghese, estremamente aperto e basato sulla valorizzazione di
nicchie di sovranità per loro natura molto volatili. L'80% dei beni e servizi
prodotti nel Granducato è destinato all'esportazione, la spesa in consumo
domestico non rappresenta che un terzo del PIL, il 71% della forza lavoro è
straniera e di provenienza transfrontaliera.
Gli investimenti finanziari ammontano al doppio del reddito nazionale, mentre
i fondi di investimento con sede a Lussemburgo gestiscono attivi netti 50 volte
superiori al PIL nazionale. Queste fonti, in una congiuntura economica
negativa quale quella attuale che ha anche determinato l’introduzione di
maggiori controlli ed un superiore livello di trasparenza, si stanno riducendo
progressivamente, comportando un indebolimento del quadro congiunturale.
Il settore finanziario, con oltre il 38% del PIL, rappresenta ancora il settore
trainante dell’economia nazionale.
Secondo l’ultimo bollettino informativo pubblicato dalla Banca Centrale BCL,
l’andamento dei prezzi al consumo nel 2013 ha registrato una crescita
inferiore al 2012, portando il tasso d’inflazione dal 2,9% all’1,7%.Il
Lussemburgo ha un andamento dell’inflazione generalmente più alto di quello
dei Paesi limitrofi e della eurozona, con un differenziale stimato dalla BCL
dello 0,3% nei confronti dei limitrofi e dello 0,5% nei confronti della eurozona.
I timori per un’eventuale accelerazione del tasso d’inflazione nel 2014
risiedono negli andamenti del costo dei prodotti petroliferi e dell’energia, sul
fronte esterno, e su un aumento dell’IVA, sul fronte interno.
I costi di produzione industriali sono scesi del 2,6% nel 2013, quelli dei beni
intermedi sono scesi del 5,2%, mentre quelli dei beni di consumo e
dell’energia sono saliti dello 0,6% e del 2% rispettivamente. La
disoccupazione nel 2013 è leggermente cresciuto rispetto al 2012, con un
tasso pari al 6,9%, ma a fine gennaio 2014 il dato registrato è giunto al 7,1%.
La produzione industriale ha registrato una contrazione, sia nel 2012 (-3,8%),
che nel 2013, con i dati sui primi 9 mesi che indicano una contrazione
superiore alla media nei settori dell’energia e della siderurgia ed una lieve
crescita nella produzione di beni intermedi e beni di consumo.
Nel settore finanziario si registra un aumento dell’occupazione ed una
aumento delle società presenti, ove predomina la componente controllata da
banche tedesche (37 su 149), seguita dalle francesi (18), svizzere (12) e
italiane (10).
Dopo la discesa del PIL registrata nel 2012 (-0,2%) il dato positivo registrato
nei primi tre trimestri del 2013 fa prevedere una crescita annuale del PIL
compresa tra l’1,6% ed il 2,2%. L’ultima indicazione della BCL indica il 2,1%
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di crescita del PIL, sebbene il dato ufficiale sia passibile di correzioni. Tra gli
elementi positivi individuati, la BCL sottolinea la crescita dei consumi, sia
privati che pubblici, mentre, tra i fattori che influiscono negativamente, sono
segnalate le esportazioni. Quanto alle previsioni della BCL sulla crescita nel
2014, la BCL indica il PIL in salita tra l’1,1% ed il 3,5%.
Relativamente alla bilancia dei pagamenti, un recente comunicato congiunto
di Statec e BCL indica come il Lussemburgo abbia registrato nel 2013 un
surplus pari 2,4 miliardi di Euro, in calo rispetto al 2012 di 137 milioni. Il
settore delle esportazioni più in crescita è quello dei servizi, che ha registrato
un fatturato superiore al 2012 per oltre mezzo miliardo di Euro. Il bilancio
legato ai servizi finanziari è rimasto stabile, mentre sono gli altri servizi per il
business quelli cresciuti di più.
Per quanto riguarda i flussi finanziari, si registrano investimenti di portafoglio
ed accessori ed IDE in entrata per un afflusso netto pari a 84 miliardi di Euro
nel corso del 2013, mentre i flussi netti dal Lussemburgo hanno raggiunto gli
86 miliardi di euro, per un saldo negativo pari a circa 2 miliardi di euro.
Dati previsonali della Commissione Europea
La Commissione Europea, nelle sue previsioni di crescita per l’inverno 2014,
indica nel Lussemburgo un trend positivo migliore della media dell’eurozona. I
dati sugli ultimi 2 trimestri del 2013 indicano che il Paese si sta muovendo
verso un recupero della crescita e della produzione, sebbene i progressi siano
disegualmente distribuiti tra i vari settori economici. Per il 2014 e 2015 si
prevede una crescita del PIL superiore al 2% all’anno, 2,2 e 2,5%
rispettivamente.
Sebbene le prospettive del settore finanziario non siano brillanti come in
passato, il settore continuerà a fornire un apporto significativo alla crescita e
tale fattore, unito ad un miglioramento della fiducia dei consumatori e ad un
prevedibile aumento degli investimenti, vista la favorevole congiuntura
europea, fa prevedere un ruolo centrale della domanda interna nella futura
crescita del paese.
I consumi privati si prevedono in crescita del 2,3% nel 2014 e del 2,6% nel
2015, in linea con la crescita del reddito disponibile. Tale evoluzione si
presume che incida anche sulla bilancia commerciale, ove, a fronte di un
leggero incremento delle esportazioni, si prevede una crescita a ritmi più
sostenuti delle importazioni. La crescita del settore finanziario sarà frenata
dalle novità regolamentari recentemente introdotte e, vista la sua dimensione,
avrà inevitabilmente influenza su tutto il panorama economico
lussemburghese. Il debito pubblico, al 24,3% del PIL nel 2013, si prevede in
lieve crescita, per raggiungere il 25,5% nel 2014 ed il 28,1% nel 2015.
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Statistiche – Interscambio col mondo
Relativamente al commercio con l’estero, secondo i dati Eurostat, il Paese ha
registrato un notevole calo delle esportazioni, scese da 15,9 a 13,8 miliardi di
Euro, principalmente a causa della congiuntura europea in fase negativa, con
una contrazione nel 2013 di oltre 2 miliardi rispetto al 2012 ed una variazione
percentuale del -12,9%. Le importazioni nel 2013 hanno registrato un calo del
5,8%, scendendo da 21,3 a 20,1 miliardi di Euro. Il deficit della bilancia
commerciale, pertanto, si contrae dell’8%, per registrare un valore pari 8
miliardi di Euro.
Le esportazioni del Lussemburgo verso l’Italia nel 2013 sono state
leggermente superiori al miliardo di Euro (1.003,5 milioni di Euro) con una
variazione positiva del 16,5% rispetto al 2012. L’Italia recepisce il 7,2% del
totale delle esportazioni Lussemburghesi e si colloca al quarto posto della
graduatoria tra i principali paesi clienti del granducato, dietro Germania,
Francia e Belgio.
Tabelle principali partner commerciali
del Lussemburgo nel 2012 - 2013
Importazioni del Lussemburgo
Paesi
Belgio
Germania
Francia
USA
Paesi
Bassi
Italia
Import
2012
6.593
4.980
2.208
1.770
1.097
Import
2013
6.319
4.872
2.188
1.666
930
Variazione
399,8
398
- 0,4%
- 4%
- 2%
- 0,9%
- 5,9%
-15,2%
Elaborazioni ICE su dati Eurostat, valori in milioni di Euro
Esportazioni del Lussemburgo
Paesi
Germania
Francia
Belgio
Italia
Svizzera
Paesi
Bassi
Export
2012
3.030
2.285
2.168
837,5
707
580
Export
2013
3.138
2.205
2.199
1.003,5
624
551
Variazione
+ 3,5%
- 3,5%
+ 1,4%
+ 16%
-11,7%
- 5%
Elaborazioni ICE su dati Eurostat, valori in milioni di Euro
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Statistiche – Interscambio con l’Italia
Secondo i dati forniti da Eurostat, nel 2013 l’Italia si colloca al sesto posto tra i
principali paesi fornitori del Lussemburgo ed al quinto tra quelli europei, dopo
Belgio, Germania, Francia e Paesi Bassi, con una quota di mercato pari
all’1,98% sul totale delle importazioni, leggermente inferiore al dato dell’anno
precedente, quando la quota era pari al 2,1%. Quanto al valore delle
esportazioni italiane verso il Lussemburgo, questo nel 2013 è risultato pari a
398 milioni di Euro, rispetto ai 399,8 milioni registrati nel 2012, con un
decremento percentuale dello 0,4%.
Quanto ai principali prodotti esportati dall’Italia verso il Lussemburgo, sono da
segnalare: i prodotti alimentari e le bevande, con un valore complessivo
stabile attorno ai 90 milioni di Euro sia nel 2012 che nel 2013, i macchinari e
le attrezzature, in lieve calo nel 2013 con un valore pari a 58 milioni, rispetto
ai 55 del 2012, i prodotti chimici, con valori pari a 40 milioni nel 2012, scesi a
37 nel 2013, la carta ed i prodotti in cartone, che registrano il maggiore
incremento, essendo saliti dai 22 milioni del 2012 ai 32 del 2013. Seguono
una serie di prodotti con fatturato compreso tra i 15 ed i 20 milioni ciascuno,
tra i quali i prodotti di abbigliamento e quelli in pelle, la plastica ed i prodotti in
plastica, i prodotti minerari non metalliferi, i metalli di base, i motoveicoli ed i
mobili, che registrano tutti dati simili nelle 2 ultime annualità, tranne che per i
motoveicoli, che sono i top performer di questo raggruppamento, con 2 milioni
di crescita del fatturato, ed i mobili, che risultano i più perdenti del
raggruppamento, con un calo del fatturato di 1 milione e mezzo tra 2012 e
2013.
Tabelle principali prodotti esportati ed importati
tra Italia e Lussemburgo nel 2012 - 13
Principali prodotti importati in Lussemburgo dall’Italia
Prodotti
Prodotti alimentari
Macchinari e attrezzature
Prodotti della chimica
Prodotti in carta e cartone
Prodotti in metallo (non
macchinari)
Gomma e prodotti in plastica
Abbigliamento
Veicoli a motore
Metalli di base
Altri prodotti minerari non
metalliferi
Pelle e prodotti in pelle
Import 2012
79.880
58.166
40.806
22.659
19.447
Import 2013
79.635
55.191
37.316
32.441
20.085
Variazione
-0,3%
-5,1%
-8,5%
43,2%
3,3%
18.448
23.619
15.833
16.703
16.473
18.026
17.828
17.858
17.150
16.884
-2,3%
-24,5%
12,8%
2,7%
2,5%
15.521
16.731
7,8%
Valori in migliaia di Euro, fonte elaborazione ICE Agenzia su dati Eurostat
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Principali prodotti esportati dal Lussemburgo in Italia
Prodotti
Computer, elettronica ed ottica
Metalli di base
Gomma e prodotti in plastica
Macchinari e attrezzature
Apparecchiature elettriche
Prodotti in carta e cartone
Prodotti della chimica
Prodotti alimentari
Abbigliamento
Prodotti in metallo (non
macchinari)
Export 2012
466.769
137.693
45.831
31.399
38.070
18.400
17.946
5.247
12.221
8.806
Export 2013
656.577
107.401
54.004
35.330
31.967
18.024
17.857
11.695
10.120
9.516
Variazione
40,6%
-22%
17,8%
12,5%
-16%
-2%
-0,5%
122,8%
-17,2%
8%
Valori in migliaia di Euro, fonte elaborazione ICE Agenzia su dati Eurostat
Gli investimenti diretti esteri
I flussi di investimenti diretti esteri in Lussemburgo sono molto consistenti e,
secondo i dati del più recente World Investment Report, a cura dell’UNCTAD,
nel 2012 si è registrato un afflusso pari a $ 288.757 milioni, in netto calo
rispetto al dato eccezionale del 2011, con un flusso pari a $ 412.339 milioni.
Il dato sui flussi di investimenti italiani in Lussemburgo ha registrato un crollo,
dai $ 12.435 milioni del 2011, si è arrivati ai soli $ 18 milioni del 2012, mentre
il flusso dal Lussemburgo all’Italia risulta essere negativo, pari a – 1.169
milioni di $, nello stesso anno, rispetto ai $ 3.228 milioni del 2011.
I dati sugli stock di investimenti diretti esteri dell’UNCTAD sono fermi al 2011,
con un dato relativo a quelli detenuti da italiani in Lussemburgo pari a $ 3.838
milioni, e con quello relativo agli stock di IDE in Italia detenuti dal
Lussemburgo pari a $ 1.382 milioni.
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