La civita medievale di Lanuvio

annuncio pubblicitario
A

Il presente volume è stato pubblicato con il contributo del Gruppo Archeologico Speculum
Dianae di Genzano.
Christian Mauri
La civita medievale di Lanuvio
Analisi archeologica e topografica
del castello e del territorio di Lanuvio
dall’epoca romana al Medioevo e primo Rinascimento
Copyright © MMXIII
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
[email protected]
via Raffaele Garofalo, /A–B
 Roma
() 
 ----
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: maggio 
Indice

Introduzione
Parte I
Il castello di Lanuvio

Capitolo I
L’epoca romana
.. La Colonia di Silla,  – .. La VII coorte dei vigili, .

Capitolo II
L’altomedioevo (Civita Novina)
.. La prima comunità cristiana,  – .. La chiesa di S. Andrea, 
– .. Lanuvio. La Civita Novina del IX secolo,  – .. La cittadella
altomedievale di Ardea, .

Capitolo III
Il pieno Medioevo (Civita Lavinia)
.. la chiesa medievale di S. Maria,  – ... La fase altomedievale, 
– ... La fase romanica e gotica,  – .. Le torri a pianta quadrata del
XII secolo,  – .. Il Trecento e i Frangipane,  – ... Il Castellario dei
Frangipane,  – .. Le case medievali,  – ... La Porta Nettunese, 
– .. Il Torrione del cardinale G. D’Estouteville,  – ... Il Palazzo
Colonna,  – .. Le torri di Alessandro VI Borgia, .

Capitolo IV
Le altre chiese medievali
.. Il colle di S. Lorenzo,  – .. La chiesa della Maddalena,  – .. La
chiesa della Madonna delle Grazie,  – .. La chiesa della Madonna
della Selva., .

La civita medievale di Lanuvio

Parte II
Il territorio di Lanuvio

Capitolo I
Le villae romane
.. Il Secessus di Augusto,  – .. La villa di Bruto e Cassio a Campoleone.,  – .. Il Troiano di Famea (Stragonello), .

Capitolo II
I fondi romani
.. Antoniano (La Selva),  – .. Villa Pertusa (Villa degli Antonini),  – .. Cellavinaria (Monte Due Torri),  – .. Solonio (Pian
Marano),  – .. Priamidiano (Stragonello),  – .. Coriolano (Monte
Giove),  – .. Tessellata (Campoleone),  – .. Cassiano (Campoleone),  – .. Bifurco (Malcavallo),  – .. Neviano (Lanuvio), .

Capitolo III
I fondi altomedievali
.. La massa neviana,  – .. Ursano (Campoleone),  – .. Arcipiano (Pian Marano),  – .. Coriolano e Antoniano (Monte Giove e La
Selva),  – .. Offiliano (Stragonello),  – .. Conclusioni, .

Capitolo IV
Le località medievali del territorio
.. A Pratis (Ca)sistellerii (Monte Due Torri),  – .. Monte Due
Torri.,  – .. Formellum,  – .. Puzzum de Mola Rupta (Casale
di Pozzo Bonelli),  – .. Spinacetum (La Selva),  – .. Fluvium
Spinaceti (Fosso della Selva),  – .. Piscina Presbiteri Bonifatii (Pian
Marano),  – .. Sicclica (Campoleone),  – .. Duae Startiae (Casale della Mandria),  – .. Piscina Bifurci (Malcavallo),  – .. Insula
Lombardorum (Le Isole),  – .. Columnella,  – .. Tumbe
Appiane,  – .. I prodotti del territorio, .

Capitolo V
L’epoca moderna
.. Il fontanile di Stragonella,  – .. L’ osteria di Civita,  – .. La
toponomastica moderna,  – .. Il casale della mandria, 
Indice

Bibliografia

Introduzione
Lo studio sul castello medievale di Lanuvio ha costituito l’argomento
di una tesi di Laurea in Archeologia Medievale da me presentata presso
l’Università di Roma “La Sapienza” nel , di cui ne sono state
Relatrice e Correlatrice le Prof.sse Letizia Ermini Pani ed Elisabetta
De Minicis (rispettivamente Docenti delle cattedre di Archeologia
Medievale e di Topografia Medievale), i cui consigli e suggerimenti
sono stati determinanti nell’interpretazione di alcuni dati archeologici.
Molto utili sono state le indicazioni della Prof.ssa Ermini Pani nel riconoscimento della fase altomedievale (la Civita Novina del IX secolo)
ed a riguardo del culto di S.Andrea (nonché nella traduzione di alcuni
toponimi, come nel caso della Sicclica) e della Prof.ssa De Minicis
per la datazione delle murature in tufelli e in pezzame (presenti nel
Torrione di Piazza C. Fontana), nonché per i consigli riguardanti la
tipologia e la datazione delle torri quattro–cinquecentesche.
Un doveroso ringraziamento meritano anche il Dott. Stefano Del
Lungo per la localizzazione di alcuni toponimi (in particolare quello della Piscina Bifurci e del Formellum ) ed il Dott. G. Azzena per la
classificazione tipologica della Colonia di Silla come “colonia romana”. All’archeologo, ed amico, Daniele Borgonovo il merito di aver
realizzato parte dell’albo fotografico.
Questo studio ha consentito di ricostruire la storia medievale di
Lanuvio, finora ancora poco nota, e di fare luce su alcuni aspetti oscuri
della sua fase medievale.
L’analisi stratigrafica delle mura di cinta del castello medievale
di Lanuvio e la campionatura delle diverse tipologie murarie hanno
permesso di riconoscere le varie fasi di vita della civita medievale,
dall’altomedioevo fino al Cinquecento.
È stato osservato come il castello medievale poggi al di sopra di
due precedenti fortificazioni, la prima risalente ad epoca romana (la
Colonia di Silla) e la seconda invece all’Alto Medioevo (IX secolo).
Lo studio ha interessato le torri di cinta della civita medievale, tra


La civita medievale di Lanuvio
cui soprattutto il Torrione cilindrico e le torri rotonde, delle quali è
stato possibile datarne la costruzione rispettivamente tra la fine del
Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, riuscendo a risalire anche al
nome del committente.
In questo caso la maggior parte delle fonti sono per lo più di tipo
notarile e attestano soprattutto i passaggi di proprietà tra una famiglia
e l’altra, riportando soltanto sporadicamente le opere di restauro.
L’analisi stratigrafica muraria ha permesso di colmare questa lacuna,
ricostruendo le fasi di vita della civita medievale anche in mancanza
di fonti per alcuni periodi. È stato riscontrato inoltre che ad ogni
passaggio di proprietà documentato ha corrisposto un intervento di
restauro, permettendo di ricollegare ogni intervento edilizio al nuovo
proprietario.
Tutto questo ha consentito di ricostruire un’importante fetta della storia romana e medievale di Lanuvio, inserendolo tra i centri
medievali più importanti ed anche meglio conservati del Lazio.
L’analisi del territorio invece ha permesso di localizzare i fondi
romani e medievali, riportati dalle fonti, e di ricostruire quindi la carta
topografica del territorio di Lanuvio sia in epoca romana che nel
Medioevo. Sono stati analizzati infine alcuni edifici medievali sparsi
nella zona, tra cui il Monte Due Torri e le chiese della Madonna delle
Grazie e della Madonna della Selva.
P I
IL CASTELLO DI LANUVIO
Capitolo I
L’epoca romana
.. La Colonia di Silla
La città latina di Lanuvio si estendeva in lunghezza occupando tre
terrazze, degradanti da Nord a Sud, di cui quella settentrionale corrisponde all’antica acropoli (oggi Colle San Lorenzo), dove erano
ubicati il santuario di Giunone Sospita ed il cosiddetto “Antro del
Dragone”, mentre la terrazza meridionale era difesa da mura “latine”
risalenti al IV secolo a.C., ancora oggi ben conservate .
Lungo la terrazza centrale invece, la presenza di alcune murature
romane di età repubblicana (conservate nelle fondazioni del castello
medievale), hanno consentito di individuare qui il sito di una cittadella romana fortificata, risalente agli inizi del I secolo a.C. Questo
insediamento tardo repubblicano andò ad occupare la parte centrale
della città latina, nella zona compresa tra l’acropoli ed il Foro a Nord
(Piazza C. Fontana) ed il tempio di Ercole a Sud.
Un tratto di queste mura si conserva in Via De Gasperi, dove è
costituito da cinque filari in opera quadrata di blocchi di tufo, bugnati,
ben squadrati e disposti a taglio, datato agli inizi del I secolo a.C. , il
quale è stato erroneamente attribuito alla fase più antica del teatro
romano , risalente invece all’età augustea (Fig. .).
. Queste mura in opera poligonale di IV maniera, visibili oggi in Via delle Selci
Larghe, sono costituite da enormi blocchi di tufo, i quali arrivano a misurare anche  metri
x  cm.
. Soltanto uno di questi filari è costituito invece da blocchi alternati a testa e taglio.
Questi blocchi, tutti in tufo lionato, presentano inoltre le cavità per l’inserimento delle
tenaglie (ferrei forcipes) e misurano m. , x ,.
. F. C, Dintorni di Roma, Bari , p. .
. G.B. B, Il teatro romano di Lanuvio, in Atti della Pontificia Accademia
Romana di Archeologia. Rendiconti, vol. XXXIV, Roma –, pp. –.


La civita medievale di Lanuvio
Figura .. Le mura della colonia di Silla. Inizi del I secolo a.C.
Tra Via S. Quirino e Via G. Garibaldi sono ancora visibili alcuni
blocchi pertinenti a due bastioni di una porta romana rinvenuti qui
dal Galieti e datati da costui in “epoca sillana” (inizi del I secolo a.C.) .
Questi bastioni (andati distrutti a seguito dei bombardamenti del )
erano in opera quadrata, a pianta rettangolare e simmetrici rispetto
alla strada, ed occupavano lo stesso luogo dove sorgerà in seguito la
medievale Porta Nettunese.
Presso l’ingresso odierno al borgo, compresi tra il Torrione cilindrico ed il cantonale medievale, sono parzialmente visibili alcuni blocchi
romani posti a taglio ed in parte rivestiti da una sottile cortina moderna. Nell’attigua Piazza Mazzini sono conservati entro una nicchia
alcuni blocchi di tufo in situ, ben tagliati e ben accostati tra loro, e
pertinenti forse ai resti di un altro bastione romano.
In Piazza del Tempio d’Ercole i bombardamenti del  hanno
distrutto un buon tratto di mura romane, le quali vennero viste dal
Galieti e dal Nibby prima dei bombardamenti e furono datate da
. A. G, Fabbrica in opera quadrata in Via Sulpicio Quirino, in «Notizie Scavi»
, p. . Alcuni di questi blocchi vennero rimessi in opera a seguito alla distruzione
della Porta Nettunese avvenuta durante i bombardamenti del , i quali danneggiarono
pesantemente anche il bastione sillano.
. L’epoca romana

quest’ultimo ai “tempi di Silla” . Parte di queste murature sono ancora
oggi visibili e, simili a quelle viste in Via A. De Gasperi, sono realizzate
in opera quadrata di tufo, con blocchi disposti a taglio (Fig. .).
Figura .. Mura sillane in Piazza del Tempio d’Ercole.
Sappiamo dalle fonti classiche che dopo la marcia su Roma dell’
a.C. Silla colonias deduxit e che durante le guerre civili, nell’ a.C.,
Lanuvio venne occupata di sorpresa da Mario per impedire che le
riserve granarie qui presenti giungessero a Roma . In questa circostanza viene anche menzionata da Livio l’esistenza di una colonia romana
. A. N, Analisi storico, topografica, antiquaria della carta de’ dintorni di Roma. Roma
, II, p. .
. I blocchi di peperino, tutti disposti a taglio, misurano m. , x ,. Qui, in prossimità della Torre dell’Anello, è presente una struttura in opera quadrata con pianta rettangolare,
interpretata dal Galieti come sacellum e datato da costui in età “pre–sillana”. A. G, Resti
di sostruzioni in Piazza del Tempio d’Ercole, in «Notizie Scavi» , p. .
. L, Ab Urbe condita, per. LXXVII. Teubner, Lipsia –, pp. –.
. Approfittando dell’assenza di Silla e dei suoi soldati, impegnati in Asia Minore nella
guerra contro Mitridate.
. A, Bellum Civile, I, , –: “Mario, dopo aver bloccato il trasporto dei
viveri tanto dal mare quanto per mezzo del fiume dal Nord, fece delle scorrerie contro le
cittadelle vicine a Roma, ove era ammassato il frumento per la città. Assalite all’improvviso
le forze che le custodivano, conquistò Anzio, Ariccia e Lanuvio ed altre località, alcune
anche per tradimento. Impadronitosi così anche delle vettovaglie che la terra poteva dare,

La civita medievale di Lanuvio
a Lanuvio che, in quanto saccheggiata da Mario, dovette essere quindi
a costui precedente .
Ritengo quindi che le mura in opera quadrata sopra menzionate
appartengano a quelle della colonia citata da Livio, la quale venne
fondata da Silla agli inizi del I secolo a.C. e forse più precisamente
nell’ a.C.
Le mura in opera quadrata oggi visibili in Via A. De Gasperi corrispondono quindi al tratto di cinta ovest della colonia, mentre le
murature in Piazza del Tempio d’Ercole ed il breve tratto in Piazza C.
Fontana ne coincidono rispettivamente con quanto rimane della cinta
sud e della cinta nord. Questa colonia militare era inoltre munita di
due porte, che chiameremo convenzionalmente Porta Nord e Porta
Sud, difese entrambi da bastioni e corrispondenti rispettivamente alle
medievali Porta Romana e Porta Nettunese.
La tipologia ricalca abbastanza fedelmente quella di una colonia
romana, dalle piccole dimensioni ed a forma quadrangolare. Questa
colonia dovette ricoprire sia una funzione strategica, a ridosso della
Via Appia, della Via Astura ed anche molto vicina alla Via Nettunense,
che una funzione economica, attraverso lo sfruttamento agricolo
dell’ampio e fertile territorio di Lanuvio, come si può dedurre dal
passo di Appiano.
La viabilità della colonia ricalca abbastanza fedelmente quella odierna (Tav. I): un lungo asse NE–SO, che segue in lunghezza la dorsale
della terrazza, corrisponde all’antico cardo romano, i cui basoli sono
stati rinvenuti lungo Via Marcantonio Colonna ed in Piazza Borromini . Questo asse veniva poi incrociato ortogonalmente da una serie
di assi NO–SE paralleli tra loro, che chiameremo impropriamente
mosse decisamente contro Roma per la Via Appia, subito prima che da qualche parte
fossero recati viveri agli assediati”. La “Nuova Italia” editrice, Firenze , p. .
. F, Le epitomi di Tito Livio (bellorum ominium annorum DCC), : Marius Antium
et Ariciam et Lanuvium colonias devastavit.
. Questo non fu l’unico centro fortificato sorto durante le guerre civili nell’area dei
Colli Albani. Sappiamo infatti che lo stesso Silla fondò a Marino il Castrimoenium, collocò a
Palestrina una colonia militare e che le mura di Ariccia ed Ostia, danneggiate da Mario,
vennero restaurate da Silla. Tramite la Lex Sullana Silla inoltre ordinò la distribuzione ai suoi
soldati di alcune terre a Sud di Roma, tra cui quelle di Bovillae, Castrimoenium e Tusculum.
. A. G, Resti del cardo, in «Notizie Scavi» , pp. –. Questo asse usciva
dalla medievale Porta Romana, corrispondente alla Porta Nord sillana, la quale, distrutta
alla fine dell’Ottocento, si apriva subito alla destra dell’odierno ingresso per il borgo.
. L’epoca romana

“decumani minori”, in parte ancora oggi visibili in pianta, i quali creavano una serie di isolati per abitazioni . Uno di questi “decumani”,
corrispondente all’odierna Via Sulpicio Quirino, si staccava dall’asse
principale di fianco alla collegiata odierna per dirigersi verso la Porta
Sud, seguendo uno schema viario che è rimasto invariato fino all’epoca attuale . Presso l’incrocio tra questi due assi doveva sorgere
l’area forense della colonia, corrispondente all’odierna Piazza S. Maria
Maggiore .
Alla fine dell’età repubblicana Giulio Cesare dedusse qui una sua
colonia di veterani, riutilizzando le fortificazioni, muro ductum, della
precedente colonia sillana .
Poco dopo l’imperatore Augusto procedette ad una divisione dell’Agro Lanuvino, che venne assegnato parte ai suoi veterani e parte
alle Vestali, così come fece l’imperatore Adriano, circa un secolo più
tardi, assegnandolo a nuovi coloni.
All’interno di questa colonia, ma in posizione decentrata, in età
augustea venne costruito il teatro, di cui sono visibili le murature
in opera reticolata lungo Via A. De Gasperi, il quale addossò la propria scena alle mura della colonia sillana. Questo accorgimento è da
imputarsi alla ristrettezza dello spazio a disposizione.
. Gli assi ortogonali creano un ritmo abbastanza regolare intorno al Foro. Il modulo
sembra attestarsi intorno al ½ actus (, metri), peraltro corrispondente alla larghezza
dell’area forense, con isolati (insulae) che misurano circa  piedi di lato ( piede =  cm). La
successiva costruzione del teatro a ridosso delle mura sembra aver influito solo in minima
parte sulla viabilità moderna. Via Stampiglia invece non sembra ricalcare nessun asse della
viabilità romana, in quanto non parallela a Via Marcantonio Colonna, ed è probabile che
abbia avuto origine in epoca medievale o moderna in seguito all’addossamento delle
abitazioni lungo questo tratto di mura. Le limitate dimensioni della colonia (appena metri
 x ), confrontabili comunque con quelle delle colonie romane di Ostia, Minturno,
Castrimonenium, Pyrgi, La Giostra e Vitellia, sembrano imputarsi alla piccola estensione
della terrazza su cui sorse, compresa tra il basolato della Via Astura ad Est ed il dirupo
naturale ad Ovest.
. Questo percorso usciva dalle mura seguendo una curva di livello, evitando quindi il
forte dislivello altimetrico a Sud con Piazza del Tempio d’Ercole.
. Sembra invece che in età imperiale il Foro occupò l’odierna Piazza C. Fontana,
dato che qui terminava l’acquedotto romano (nel punto dove oggi sorge il Fontanone
degli Scogli), il quale alimentava un vicino balneum rinvenuto al di sotto della residenza
comunale. P. C, Lanuvium, Collana di Studia sull’Italia Antica , Roma , p. .
. Liber Coloniarum, p. , c. –: Lanuvium, muro ductum, colonia deducta a divo Iulio.
Ager eius limitibus Augusteis pro parte est adsignatus militibus veteranis, et pro parte virginum
Vestalium lege Augustiana fuit. Sed postea imp. Hadrianus colonis suis agrum adsignari iussit.
Gromatici Veteres, I, Bardi editore, –.

La civita medievale di Lanuvio
È probabile che Augusto decise di dotare Lanuvio di un suo teatro
proprio nel momento di deduzione della sua colonia di veterani.
In questa circostanza le mura sillane in Via A. De Gasperi vennero rialzate da un elegante mensolone in stile “arcaicizzante” di età
augustea, del quale si nota il dente di risulta sporgente rispetto alle
murature sillane, ed in parte furono rivestite da mura in opera cementizia pertinenti alla Porticus post scaenam del teatro, localizzata dal
Bandinelli proprio in questo punto (Fig. .) .
.. La VII coorte dei vigili
Proseguendo sempre lungo Via A. De Gasperi si possono osservare
alcune murature romane in opera laterizia (Fig. .), costituite da
laterizi di color giallo dalla lunghezza costante (– cm) e dallo spesso
strato di malta (, cm). Questa tipologia laterizia è simile a quella
presente nelle terme di Cellomaio ad Albano, erette dall’imperatore
Caracalla, ed è databile quindi allo stesso periodo.
A Lanuvio questa muratura è da attribuire ad un restauro della colonia
sillana avvenuto in età severiana. È interessante notare come in questo
stesso periodo è documentata a Lanuvio la presenza della VII Coorte
dei Vigili, menzionata in molte epigrafi qui rinvenute. Una di queste in
particolare si riferisce al consolato di Settimio Severo e Caracalla del 
d.C., anno nel quale andrebbero datati pertanto questi restauri.
Lungo il fianco orientale della colonia, in Piazza della Repubblica,
sono presenti due grandi nicchie in opera cementizia, le quali dovevano
servire come sostruzioni per la terrazza, soggetta a crolli (Fig. .).
Va ricordata infine, in Via delle Selci Larghe, l’imponente sostruzione
in opera quadrata del tempio di Ercole, divinità protettrice dei mandriani
. B, Il teatro romano cit., pp. –.
. D. V, Civitalavinia. Scoperte di antichità nel territorio del Comune, in «Notizie Scavi»
, pp.  e . Sappiamo infatti che quello degli incendi era un problema assai diffuso nelle
città romane, dato l’alto numero delle strutture in legno. La Coorte dei Vigili svolgeva anche
funzioni di vigilanza e di controllo dell’ordine pubblico. Sono documentate a Lanuvio anche le
Coorti IV e VI. Ephemeris Epigraphica. Corporis Inscriptionum Latinarum Supplementum, IX, ,
 e .
. A Lanuvio i restauri severiani inglobarono anche alcuni blocchi consunti della precedente fortificazione sillana, al di sotto dei quali compare il piano di posa caratterizzato da un filare
di laterizi di colore rosso.
. L’epoca romana

e del bestiame, risalente alla metà del II secolo a.C.. Non a caso questo
tempio sorgeva a ridosso della Via Astura, importante percorso di transumanza dell’antichità, di cui si conserva in questo punto un bel tratto
basolato. Al di sopra di questa sostruzione venne rinvenuto un pozzo
sacro che ha restituito numerosi frammenti epigrafici allusivi al culto di
Ercole ed anche qualche ex voto.
Anche le mura poligonali in Via delle Selci Larghe (come i precedenti nicchioni) andrebbero interpretate non come “mura di difesa”,
ma bensì come mura di contenimento della terrazza stessa, a protezione dell’adiacente Via Astura, importante via di transumanza e di
collegamento con il lido di Astura. La loro erezione andrebbe messa in relazione alla fondazione del municipium romano di Lanuvio e
quindi nel corso del III secolo a.C.
. A. G, Saggi di scavo alle due estremità del “suggestum” sillano, in «Notizie Scavi» ,
p. . I blocchi sono disposti a testa e taglio e misurano circa , metri x  cm.
. In epoca romana Ercole venne considerata la divinità protettrice dei bovini a seguito
dell’episodio mitologico che lo vide sottrarre i buoi sacri a Gerione, re di Tartesso. Questi gli
furono rubati in seguito dal centauro Caco alle pendici del colle Aventino, a Roma, e da Ercole
in seguito nuovamente recuperati.
. L. B, Civitalavinia. Frammenti epigrafici latini rinvenuti sul colle di “S. Lorenzo”, in
«Notizie Scavi» , p. . D. Vaglieri, Civitalavinia. Scoperte di antichità nel territorio del Comune,
in «Notizie Scavi» , pp.  e – e A. Galieti, Civitalavinia. Scoperta di un ipogeo in
contrada “le Gazie”; ed antichità varie scoperte nel territorio del Comune, in «Notizie Scavi» ,
p. . Un santuario doveva esistere già in epoca precedente, a giudicare dai resti votivi ed
architettonici qui rinvenuti e risalenti al III secolo a.C. Chiarucci, Lanuvium cit., p. . Il tempio
venne successivamente restaurato da Adriano, come testimonia un’epigrafe qui rinvenuta ed ora
conservata nel Museo Civico. Altri reperti attestanti il culto di Ercole a Lanuvio si conservano
oggi a Roma, rispettivamente nel Museo di Palazzo Massimo e nel Museo delle Terme, tra cui
una statuetta in marmo di Ercole (nr. inventario ) ed un bacino di fontana in pietra lavica
dalla forma circolare, con dedica ad Ercole da parte dell’edile Lucio Scanzio.

La civita medievale di Lanuvio
Tavola I Lanuvio. Schema planimetrico della colonia di Silla.
Scarica