Corea del Sud Giappone: quali i pronostici?

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ettatori
chio FIFA non ci sia sfruttamento del lavoro minorile e
che venga garantito, lancia
questa petizione affinché la
Federazione garantisca che:
• Assicuri che nessun bambino sia impiegato nell’industria del pallone e nella produzione di altri articoli con
marchio FIFA, e che i diritti
dei lavoratori inseriti nel
contratto tra la FIFA e le
aziende del settore siano effettivamente ed integralmente applicati;
• Adegui l’attuale contratto
con le imprese che producono beni sportivi al livello di
quello siglato originariamente con i sindacati internazionali, includendo il pagamento ai lavoratori di salari minimi di sussistenza;
• Assicuri che venga messo in
pratica un sistema di ispezione indipendente, che coinvolga i sindacati e le ONG, in
tutti i paesi dai quali le aziende produttrici esportano i beni con il marchio FIFA.
Tutti possiamo aderire a questa
petizione e contribuire a rendere questo Mondiale ed i prossimi veramente “puliti”.
!
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Piero Negri
COREA DEL SUD-GIAPPONE
Quali i
pronostici?
Corea del Sud-Giappone: quali i pronostici?
Il mondiale di calcio in Corea e Giappone,
il primo in Asia, il primo organizzato in
condominio tra due Paesi, è qualcosa di più,
e di diverso, da una semplice (semplice?)
competizione sportiva. Il bello è che nessuno
può dire perché, e in quale senso.
I
Il mondiale di calcio in Corea e
Giappone, il primo in Asia, il primo organizzato in condominio tra
due Paesi, è qualcosa di più, e di
diverso, da una semplice (semplice?) competizione sportiva.
Il bello è che nessuno può dire
perché, e in quale senso.
Doveva essere, sosteneva la FIFA,
l’occasione per sancire un
riavvicinamento tra Giappone e
Corea, Paesi divisi dalla Storia e
dalla guerra e ora anche dal modo in cui i libri di Storia raccontano l’ultima guerra. Invece, è stata più che altro una gara tra gli
uni e gli altri, a chi avrebbe avuto il peso maggiore nella gestione
politica e simbolica dell’evento:
sarebbero bastati nove stadi, come infatti bastarono all’edizione
1994, quella organizzata dagli
Usa, ne sono stati costruiti o ristrutturati venti, e tutti i dieci coreani e sette dei dieci giapponesi
sono nati dal nulla.
Doveva essere l’occasione per riavvicinare le due Coree, con il
presidente Kim Dae-Jung fresco
di premio Nobel per la Pace
(2000). Invece c’è stato l’11 set-
"
Senza spe
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Senza spettatori
Nel Mondiale, i giapSport, un’affiliata con
ponesi hanno investisede in Svizzera, che
to circa 11 miliardi di
ha onorato tutti i padollari, i coreani circa
gamenti finora dovuti
2 e mezzo: i biglietti
e che riceverà dalle
verranno venduti, i dibanche i 100 milioni di
ritti tv verranno incasfranchi svizzeri (circa
Joseph Blatter,
sati, ma non sembra
150 milioni di euro)
presidente della Fifa
proprio che i conti popattuiti a suo tempo
tranno tornare.
con Kirch Media.
Ce la faremo, concludeva in tono Se non mettendo a bilancio ciò
ufficiale Joseph Blatter, il presi- che è sempre difficile misurare,
dente (svizzero anche lui) della per quanto, in casi come questo,
FIFA. Senza peraltro riuscire a dis- sia essenziale da valutare: la fasipare l’impressione, fondata or- mosa, famigerata, questione
mai su dati precisi, che il calcio ab- d’immagine.
bia bisogno di un serio progetto di C’era una volta il boom economico dell’Asia, l’era delle tigri ramristrutturazione finanziaria.
Che, insomma, anche questa bol- panti, gli anni in cui il Prodotto inla stia per scoppiare in mano a chi terno lordo dei principali Paesi del
l’ha gonfiata. In realtà, sarà già continente cresceva, cresceva e
molto se Corea del Sud e Giappo- sembrava non potersi fermare
ne riusciranno a chiudere in pa- mai. Poi arrivò il 1998 e fu crisi:
reggio la loro avventura calcistica. il PIL crollò (Giappone: - 1 per
cento; Corea: - 6 per cento), i fallimenti (alcuni epocali, come
quello della Daewoo in Corea)
diedero il senso di un mondo che
RUSSIA
si sbriciolava su se stesso.
Il Giappone reagì con una politica
monetaria espansiva e sacrificò il
bilancio dello Stato per salvare le
COREA
del NORD
aziende in crisi, tanto che, a fine
COREA
2001, il suo debito pubblico era
del SUD
•
GIAPP
ONE
tembre e poi la
dichiarazione
del presidente
Usa, George W.
Bush, secondo
la quale il filo
rosso del terrore passerebbe
per le nazioni-canaglia Iran, Irak
e, appunto, Corea del Nord: un
anatema bello e buono, che rende impossibile qualsiasi apertura,
almeno in tempi brevi.
Doveva, soprattutto, essere un
grande business. Business televisivo, si intende, come vuole lo spirito del tempo. Invece, il 2 aprile,
a poche ore dalla dichiarazione di
insolvenza di Kirch Media, che prima di affondare nel maggiore
tonfo finanziario tedesco dalla seconda guerra mondiale a oggi si
era assicurata i diritti televisivi dei
prossimi due mondiali, la FIFA è
stata costretta a diffondere un comunicato stampa per precisare
che “tutte le precauzioni necessarie a proteggere i diritti tv e le trasmissioni della Coppa del Mondo
FIFA erano state prese in anticipo”. Kirch Media, che proprio per
lo sport (calcio e formula 1) è finita nel baratro, d’accordo con la
FIFA aveva ceduto i diritti a Kirch
Sarà già molto
se Corea del
Sud e Giappone
riusciranno a
chiudere in
pareggio la loro
avventura
calcistica.
CIN
A
‘
OCEANO
PACIFICO
‘
ettatori
della società coreana, come dimostra puntualmente anche il
calcio.
Il vero vincitore del Mondiale in
fondo potrebbe essere Chung
Mong-Joon, rampollo della famiglia che controlla il chaebol Hyundai, presidente della Federcalcio
coreana, che ha già attaccato la
gestione della FIFA da parte di
Blatter e che punta con qualche
speranza alla poltrona di Presidente della Repubblica (in Corea
del Sud, dove peraltro esiste anche un Primo Ministro, il Presidente è capo dell’esecutivo).
Con qualche differenza, il discorso si potrebbe senza sforzo applicare anche al Giappone.
Nel quale, dai primi anni Novanta, esiste un campionato di calcio
che puntualmente mette in scena
alcune delle caratteristiche più
singolari della società nipponica.
Foto: R. Siciliani
Kim Dae -Yung, presidente della Corea del Sud (a sinistra) e Kim Jong Il, presidente della
Corea del Nord, protagonisti dello storico vertice fra le due Coree (Pyongyang - giugno 2000)
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‘
Le squadre appar- Il vero vincitore
tengono ai conglo- del Mondiale in
merati industriali fondo potrebbe
essere Chung
più noti (Toyota,
Mong-Joon,
Mitsubishi, Nissan,
presidente
Yamaha), non c’è
della
calcio mercato, per
Federcalcio
Coreana.
cui i calciatori, come gli impiegati e
gli operai, non cambiano quasi mai
datore di lavoro, non c’è violenza
negli stadi e il tifo è sempre correttissimo e sorridente: chi accende
un fumogeno rischia la galera.
Il calcio piace molto ai ragazzi e
alle donne, e il suo consenso in
crescita (a scapito dei primi due
sport del Paese, il baseball e il sumo) sembra in qualche modo in
perfetta sintonia con la passione
popolare e giovanile per tutto
quanto sa di Occidente.
In questo senso, un altro possibile vincitore del prossimo mondiale potrebbe essere l’Italia.
Non sul campo, forse, dove comunque è tra i favoriti, ma nell’economia: nel 2001 le importazioni dall’Italia alla Corea sono
aumentate di più dell’8 per cento,
chissà che il calcio non possa aiutare. Già in Giappone, dice chi se
ne intende, si mangia la migliore
cucina italiana fuori dall’Italia. !
‘
il maggiore tra tutti i Paesi industrializzati, pari al 130 per cento
del Pil. Non solo: la disoccupazione era salita al massimo storico
dal 1945, l’anno delle bombe
atomiche su Hiroshima e Nagasaki, e la Borsa aveva toccato il minimo dal 1985.
La Corea continuò invece ad affidarsi a quelle entità quasi metafisiche che la portarono prima al
miracolo economico poi quasi al
fallimento: i chaebol, conglomerati industriali e finanziari che
valgono il 70 per cento dell’economia del Paese.
Oggi come ai tempi dello sviluppo
tumultuoso: per il 2002 si prevede una crescita del PIL superiore
al 3 per cento, secondo miglior risultato continentale dopo la Cina.
I chaebol, insomma, ce la stanno
facendo, e sono sempre il cuore
dell’economia, della politica e
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