La Fondazione Teatro Piemonte Europa presenta la terza stagione

La Fondazione Teatro Piemonte Europa presenta la terza stagione al Teatro Astra, dopo
quella trionfale dell’anno scorso che ha visto il raddoppio degli spettatori in un lungo percorso
dall’ottobre 2010 al maggio 2011, qualche volta mettendoci in difficoltà nello sforzo di assicurare
a tutti la possibilità di vedere tutto (e siamo sempre riusciti ad accontentare le richieste) : un
pubblico sempre più vasto si è raccolto intorno alle nostre proposte, trovando nell’Astra una casa
teatrale dove era il meglio dell’innovazione contemporanea, grandi artisti di fama e giovani
promettenti, titoli immortali e testimoni della modernità, forme strane e meticce dell’universo più
variegato dei palcoscenici europei; ma anche eventi piccoli e grandi svarianti in tutti gli spazi del
teatro e in tutte le declinazioni delle attività collaterali, dalla presentazione di libri, alle serate di
degustazione e letture all’Astra Café, ai laboratori e agli stage che occupano senza un giorno di
pausa quell’officina di incubazione e di riflessione che è la sala prove.
Questo pubblico, che è insieme di quartiere, Campidoglio della V circoscrizione, e di
appassionati non solo torinesi, lo vogliamo mantenere anche quest’anno presso di noi e dei nostri
artisti: è il patrimonio più prezioso che abbiamo, la nostra sola forza in tempi cupi di crescenti
aggressioni alle attività culturali. E il programma che gli proponiamo è, ci sembra, ancora più
attraente, ricco e policromo: forte della credibilità e del prestigio che abbiamo acquisito in questi
anni nei migliori teatri italiani ed europei, che ci consente di annoverare nomi importanti della
scena (Mariangela Melato, Lucilla Giagnoni, Daniele Pecci, le sorelle Suburbe e Bruno Gambarotta,
Caterina Vertova, Lucrezia Lante della Rovere, Giulia Lazzarini, Micaela Esdra, Patrizia Zappa
Mulas), accanto a giovani emergenti nel panorama territoriale e nazionale (Silvia Battaglio, Beata
Dudek, Massimo Giovara, Maria Alberta Navello, Carlo Nigra, Alberto Oliva, Eloisa Perone, Simone
Schinocca, Antonio Villella e molti altri); spettacoli affascinanti dei migliori registi (Massimo Castri,
Walter Pagliaro, Alessandro D’Alatri) progetti creativi di vasto impegno progettuale di grandi teatri
pubblici e privati (Teatro Stabile di Genova, Emilia Romagna Teatro, Teatro Stabile d’Abruzzo,
compagnia Gianni Santuccio, Out Off e Teatro Fraschini di Pavia), successi internazionali come
Familie Flöz, Patrick Cottet Moine, Terres! del TNG di Lione, diretto da Nino D’Introna). Del resto,
un Teatro Stabile d’Innovazione come il nostro non può dimenticare che gli obblighi verso il
proprio pubblico devono essere coniugati con l’attività produttiva in progetti di eccellenza
artistica e insieme di impegno sociale e di sostegno ai giovani: Remake di Myriam Tanant,
Apocalisse di Lucilla Giagnoni, Velvet Bunny progetto giovane di Nuove Sensibilità, Storia d’Italia in
150 date di Fruttero e Gramellini che concluderà il nostro anno celebrativo, sono la testimonianza
che non programmiamo soltanto teatro ma lo pensiamo, lo inventiamo, lo produciamo.
Il filo rosso di quest’anno, che emerge attraverso le tappe di questo lungo percorso, è
l’imporsi di una serie di sguardi femminili sulla realtà delle cose e sulla vibratile passionalità della
recitazione teatrale: i nomi che abbiamo citato affolleranno le tavole dell’Astra in un’alternanza di
spettacoli prevalentemente voluti dall’altra metà del cielo. Non l’abbiamo programmato a tavolino
ma è il risultato di un’istanza propria della società civile italiana, animata dall’impazienza
giustissima delle donne.
Adesso, è il pubblico che deve confermarci che, ancora una volta, abbiamo agito bene. Siete
voi che dovete, per un altro anno, ritrovare la strada dell’Astra, la casa dove tutti voi avrete voglia
di tornare: per assistere a uno spettacolo, per bere insieme un bicchiere di buon vino, per
mangiare un boccone con gli artisti che avrete applaudito, per tutte le attività che qui di seguito e
a settembre vi annunceremo.
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
Un cartellone molto articolato, con nomi e spettacoli di richiamo, una ricca scelta di
spettacoli che affianca le nuove produzioni a esperienze interessanti della scena europea, conferma
di una significativa vocazione all’internazionalità: la Fondazione Teatro Piemonte Europa ha
operato negli anni con l’obiettivo di far conoscere al pubblico italiano un teatro di dimensione
europea, dedicato alla creatività contemporanea, che ha raccontato un operare artistica sempre più
aperto alle intersezioni e agli attraversamenti, alla corrispondenza tra le arti e i linguaggi, capace
di costruire, sulla ricchezza delle differenze, nuovi terreni di creazione e di espressione comune.
Una fisionomia coerente con la progettualità artistica della Fondazione, che nella
molteplicità delle sue proposte, operanti in più direzioni e declinate attraverso differenti linguaggi,
promuove un’idea di spettacolo la cui cifra stilistica è fin dall’inizio strettamente connessa alle
tendenze emergenti della creatività. Costante la commistione di generi e stili, lo spazio alla
sperimentazione ed a quella contaminazione di linguaggi che così frequentemente caratterizza
l’espressività contemporanea. Dalla nuova drammaturgia al nuovo circo, alla danza, alla musica,
l’incontro tra le arti si sviluppa all’interno di un percorso che contempla la presenza di realtà
europee accanto a realtà produttive piemontesi, frutto della capacità di intrecciare fruttuose
relazioni con soggetti artistici di rilievo, promuovendo una spettacolarità capace di contribuire ad
un significativo aggiornamento del gusto intorno alle forme artistiche della contemporaneità.
Siamo convinti che la competenza e la capacità artistica e professionale che sempre
contraddistingue le scelte della Fondazione, indirizzate a valorizzare la dimensione locale e al
contempo l’apertura alle più svariate tendenze sceniche ed espressive del contesto artistico europeo,
sono premessa e garanzia indispensabile per un progetto di produzione e di formazione culturale
che vuole porsi come punto di riferimento per il pubblico, per gli artisti e per gli operatori.
Michele Coppola
Assessore alla Cultura e alle
Politiche Giovanili
Momento di proficua sinergia creativa tra istituzioni culturali cittadine e punto di partenza
per una progettualità innovativa nella gestione della cultura, che fa del rapporto con l’Europa e di
un fecondo, quanto mai necessario scambio di esperienze il suo tratto distintivo: questa la
fisionomia della stagione 2011-12 della Fondazione Teatro Piemonte Europa, che nella molteplicità
delle sue proposte, operanti in più direzioni e declinate attraverso differenti linguaggi artistici,
promuove un’idea di spettacolo la cui cifra stilistica è fin dall’inizio strettamente connessa alle
tendenze emergenti della creatività contemporanea.
Esito di questa vocazione curiosa nei confronti del nuovo e del diverso, il cartellone è
molto articolato, comprende nomi e spettacoli di richiamo, e nella ricca scelta di spettacoli
affianca le nuove produzioni alle esperienze più interessanti della scena europea e italiana,
acquisendo sempre più il ruolo di una vetrina di respiro internazionale.
Il programma ripropone la consueta, stimolante commistione di generi e stili, dà spazio
alla sperimentazione e a quella contaminazione di linguaggi che così frequentemente caratterizza
l’espressività contemporanea: dal teatro di nuova drammaturgia a quello di oggetti, gestuale, di
figura e di poesia, dando spazio alla danza, alla musica, al nuovo circo, l’incontro tra le arti si
sviluppa all’interno di un percorso che contempla la presenza di compagnie europee di prestigio e
di importanti realtà produttive nazionali e torinesi, frutto della capacità di intrecciare fruttuose
relazioni con soggetti artistici di rilievo, promuovendo una spettacolarità capace di contribuire ad
un reale aggiornamento e ad una maturazione del gusto intorno a forme artistiche innovative.
Giunta alla terza stagione al teatro Astra, la Fondazione Teatro Piemonte Europa ha
valorizzato la sala facendola diventare un punto di aggregazione grazie a incontri, letture,
laboratori, mostre e proponendo aperitivi. Particolarmente proficua si è rivelata la collaborazione
con la Circoscrizione IV (San Donato, Campidoglio, Parella) importante interlocutore per la
promozione e la diffusione della cultura teatrale
Maurizio Braccialarghe
Assessore alla Cultura e al Turismo
Città di Torino
STAGIONE TPE 11.12 _ Calendario
domenica 2 ottobre 2011 - PROGETTI SPECIALI / FUORI ABBONAMENTO
456
Scritto e diretto da Mattia Torre
Con Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Carlo De Ruggieri e Franco Ravera
NUTRIMENTI TERRESTRI / WALSH / INTEATRO
In collaborazione con TORINO SPRITUALITÀ
martedì 18 ottobre 2011 / martedì 31 gennaio 2012 / giovedì 1 marzo 2012 - SPAZI SONORI
ICONE
LETTERATURA E ICONE ROCK
Un progetto a cura di Massimo Giovara
MUSICA90 / OZOONO in collaborazione con FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
•
martedì 18 ottobre 2011 PRIMA PUNTATA - SPAZI SONORI
DAVID BOWIE
L’UOMO DELLE STELLE
Con Massimo Giovara e Guendalina Tondo
•
martedì 31 gennaio 2012 SECONDA PUNTATA - SPAZI SONORI
LOU REED & VELVET UNDERGROUND IL LATO OSCURO DELLA
METROPOLI
Con Massimo Giovara e Giorgio Licalzi
•
giovedì 1 marzo 2012 TERZA PUNTATA - SPAZI SONORI
BOB MARLEY IL MITO E LA RIVOLTA
Con Massimo Giovara e Bip Gismondi
giovedì 6 ottobre 2011 - PALCOSCENICO DANZA
OPENING
/ MAS & BDE
BALLETTO DELL’ESPERIA
da giovedì 20 a sabato 22 ottobre 2011 - TEMPI MODERNI
STRANI-IERI
Ideazione e regia Simone Schinocca
TEDACÀ in coproduzione con LA TELA DI ARACNE
Con il contributo di REGIONE PIEMONTE in collaborazione con FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE DI TORINO / SISTEMA
TEATRO TORINO e PROVINCIA / FONDAZIONE CIRCUITO TEATRALE DEL PIEMONTE
da martedì 25 ottobre a domenica 6 novembre 2011 - TEMPI MODERNI
IL DOLORE
Di Marguerite Duras
Con Mariangela Melato
E con Cristiano Dessì
Regia e scena Massimo Luconi
TEATRO STABILE DI GENOVA / MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
In collaborazione con FONDAZIONE CIRCUITO TEATRALE DEL PIEMONTE
da martedì 8 a martedì 22 novembre 2011 - TEMPI MODERNI
APOCALISSE
Di e con Lucilla Giagnoni
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
CTB TEATRO STABILE DI BRESCIA / TEATRI DEL SACRO
mercoledì 23 e giovedì 24 novembre 2011- PALCOSCENICO DANZA
SHAKESPEARE’S FRAMES
Coreografie di Davide di Giovanni, Silvia Moretti, Paolo Mohovich, Gustavo Ramirez Sansano
BALLETTO DELL’ESPERIA
da venerdì 25 a domenica 27 novembre 2011 - CLASSICI
QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO
Di Luigi Pirandello
Regia Alberto Giusta
Con Alberto Giusta, Massimo Brizi, Mariella Speranza, Alessia Giuliani, Cristina Pasino, Davide Lorino, Maximilian Dirr,
Barbara Alesse, Ernesta Agira, Manuel Zicarelli, Carlo Sciaccaluga
COMPAGNIA GANK in collaborazione con FESTIVAL TEATRALE DI BORGIO VEREZZI
da martedì 29 novembre a giovedì 1 dicembre 2011 - CLASSICI
SCENE DA UN MATRIMONIO
Di Ingmar Bergman
Adattamento e regia Alessandro D’Alatri
Con Daniele Pecci e Federica Di Martino
TSA TEATRO STABILE D’ABRUZZO
sabato 3 e domenica 4 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI
SONÀTA MASCARÀTA
SCENARIO TRAGICOMICO IN MUSICA E DANZA DELL’AMOR SOFFERTO
Regia e drammaturgia Michele Guaraldo
Con Maria Augusta Balla, Cecilia Bozzolini, Simone Campa, Oreste Forestieri, Michele Guaraldo
COMPAGNIA ARTISTICA LA PARANZA DEL GECO / O.P.S. OFFICINA PER LA SCENA / SISTEMA TEATRO TORINO e
PROVINCIA
lunedì 5 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI
NELLA TESTA DI W
Regia, elaborazione drammaturgica e interpretazione Beata Dudek e Davide Capostagno
MANGROVA TEATRO
da mercoledì 7 a domenica 11 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI
VELVET BUNNY
Idea e regia Carlo Nigra
Testo Ade Zeno
Con Christian Castellano, Marco Mazza, Rebecca Rossetti, Federica Tripodi,
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / LA QUARTA SCIMMIA
Con il sostegno di INTEATRO-RESIDENZE TEATRALI, MOREICA-CANTIERE CANAVESANO, CIRCOLO A.R.C.I. BAZURA
martedì 13 e mercoledì 14 dicembre 2011- PALCOSCENICO DANZA
AUTREMENT PAREIL / FOLAVI / SCHUBERT IN LOVE
Coreografie Jean-Charles Gil
BALLET D’EUROPE
da sabato 17 a venerdì 23 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
un divertissement da Fruttero&Gramellini
Con Bruno Gambarotta e Le Sorelle Suburbe - Tiziana Catalano e Luisella Tamietto
Al pianoforte Aldo Rindone
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA in collaborazione con LA STAMPA
nell’ambito di ESPERIENZA ITALIA 150°
da lunedì 26 a sabato 31 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI
THE BEST OF…
Di e con Le Sorelle Suburbe - Tiziana Catalano e Luisella Tamietto
Arrangiamenti musicali Aldo Rindone
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
da venerdì 13 a domenica 15 gennaio 2012 - TEMPI MODERNI
MIA FIGLIA VUOL PORTARE IL VELO
Di Sabina Negri
Regia Lorenzo Loris
Con Caterina Vertova e Alice Torriani
FONDAZIONE TEATRO FRASCHINI DI PAVIA / TEATRO OUT OFF
martedì 17 e mercoledì 18 gennaio 2012– PALCOSCENICO DANZA / TEATRO EUROPEO
TANGRAM
Regia, coreografia ed interpreti Cristiana Casadio e Stefan Sing
da giovedì 19 a domenica 22 gennaio 2012 - CLASSICI
FINALE DI PARTITA
Di Samuel Beckett
Con Vittorio Franceschi, Milutin Dapcevic, Diana Hobel, Antonio Giuseppe Peligra
Regia Massimo Castri
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE / TEATRO DI ROMA / TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA
da venerdì 27 a domenica 29 gennaio 2012 - CLASSICI
IL VENTAGLIO
Di Carlo Goldoni
Regia di Alberto Oliva
IL CONTATO - TEATRO GIACOSA DI IVREA / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
mercoledì 1 febbraio 2012– PALCOSCENICO DANZA
CARA DE MIMBRE
Coreografia ed interpretazione Jordi Vilaseca
PROJECTO D_RUSHES
venerdì 3 e sabato 4 febbraio 2012 - TEATRO EUROPEO
TERRES!
Messinscena e ideazione Nino D’Introna
Con Maxime Cella, Thomas Di Genova, Alexis Jebeile, Sarah Marcuse
THÉÂTRE NOUVELLE GÉNÉRATION / CENTRE DRAMATIQUE NATIONAL DE LYON
Coproduzione THÉÂTRE DE VIENNE, SCÈNE CONVENTIONNÉE / SCÈNE RHÔNE-ALPES.
da martedì 7 a giovedì 9 febbraio 2012 - TEMPI MODERNI
MALAMORE
ESERCIZI DI RESISTENZA AL DOLORE
Di Concita De Gregorio
Regia di Francesco Zecca
Con Lucrezia Lante della Rovere
TIEFFE TEATRO MILANO
da venerdì 10 a giovedì 23 febbraio 2012 - TEMPI MODERNI
REMAKE
UN RACCONTO DI TEMPESTA
Drammaturgia e regia Myriam Tanant
Con Giulia Lazzarini e Maria Alberta Navello
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / IL CONTATO - TEATRO GIACOSA DI IVREA
sabato 25 e domenica 26 febbraio 2012 - TEMPI MODERNI
STUDIO CAINO
Liberamente tratto da Kain di Friedrich Koffka
Di e con Pierpaolo Congiu, Eloisa Perone, Antonio Villella
CRAB in coproduzione con KOOK LABEL BERLIN
Con il sostegno di SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA / IL NOSTRO PIANETA / CITTÀ DI PIOSSASCO / ALFA TEATRO
Con il patrocinio di GOETHE INSTITUT TORINO
In collaborazione con COLAS S.R.L., PEPE STUDIO PARRUCCHIERI, BORN IN BERLIN CLOTHING
martedì 28 e mercoledì 29 febbraio 2012 - TEATRO EUROPEO
INFINITA
Creato e recitato da Björn Leese, Benjamin Reber, Hajo Schüler, Michael Vogel
Direzione Artistica Michael Vogel, Hajo Schüler
FAMILIE FLOEZ / ADMIRALSPALAST BERLINO / THEATERHAUS DI STOCCARDA / LA STRADA GRAZ
da venerdì 2 a domenica 4 marzo 2012 - TEMPI MODERNI
INFINITE O SFINITE?
Scritto e interpretato da Emanuela Grimalda e Paola Minaccioni
Regia Michael Margotta
LeART’ COMEDIANS
da venerdì 9 a domenica 11 marzo 2012 - CLASSICI
ALCESTI
Da Euripide
Drammaturgia e regia Walter Pagliaro
Con Micaela Esdra, Luigi Ottoni, Maria Locchi, Diego Florio
ASSOCIAZIONE CULTURALE GIANNI SANTUCCIO
Da giovedì 15 a domenica 18 marzo 2012- PALCOSCENICO DANZA
SEIS FLAMENCOS
Concept e coreografia Paolo Mohovich
BALLETTO DELL’ESPERIA
da martedì 20 marzo a domenica 1 aprile 2012 - CLASSICI
L’ARTE DELLA COMMEDIA
Di Eduardo De Filippo
Con Vittorio Continelli, Michele Sinisi e gli altri attori della compagnia.
Regia Michele Sinisi
TEATRO MINIMO / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / TEATRI ABITATI – REGIONE PUGLIA – TEATRO PUBBLICO
PUGLIESE / FESTIVAL CASTEL DEI MONDI – COMUNE DI ANDRIA
da martedì 3 a giovedì 5 aprile 2012 - CLASSICI
IL NAUFRAGO
UNA STORIA DI MARE (ENOCH ARDEN)
Racconto di Lord Alfred Tennyson
Traduttore e narratore Patrizia Zappa Mulas
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
da venerdì 13 a domenica 15 aprile 2012 - TEMPI MODERNI
BARBABLU
Da la fiaba Barbablù di Charles Perrault e il romanzo-saggio Barbablù di Ernesto Ferrero
Soggetto e regia Valeriano Gialli
Drammaturgia Gian Luca Favetto
Con Valeriano Gialli, Maria Paola Bardelli, Fulvia Roggero, Vincenzo Santagata
TEATRO DELLE DIECI in coproduzione con ENVERS TEATRO / SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA
martedì 17 aprile 2012- PALCOSCENICO DANZA
PROGETTO MONOSTATOS
SERATA COREOGRAFI DEL PIEMONTE
Uno spettacolo di Federica Pozzo e Roberto Tarasco
G.A.P. - COMPAGNIA DI DANZA CONTEMPORANEA
da giovedì 19 a domenica 22 aprile 2012 - TEMPI MODERNI
BEYOND
Soggetto di Paolo Stratta
Regia Luisella Tamietto
CIRKO VERTIGO / ASSOCIAZIONE QANAT ARTE E SPETTACOLO
da venerdì 27 a domenica 29 aprile 2012 - TEMPI MODERNI
IOLORENZO&GIULIA
Ideazione e regia Silvia Battaglio
In collaborazione con Giulia Ceolin e Lorenzo Bartoli
COMPAGNIA SILVIABATTAGLIO in collaborazione con TANGRAM TEATRO TORINO
da giovedì 3 a sabato 5 maggio 2012 - PALCOSCENICO DANZA / EVENTO SPECIALE
PASTO A DUE #2 – CREAZIONE 2011
Una creazione di e con Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea
CIE. ZEROGRAMMI / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA in coproduzione con TEATRO DA GARAGEM
Con il sostegno di REGIONE PIEMONTE, MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
un ringraziamento a PROD. AO QUADRADO, MATERIAIS DIVERSOS, TEATRO NACIONAL D. MARIA II, DIMORA
COREOGRAFICA
venerdì 11 maggio 2012 - PROGETTI SPECIALI
Lingue in Scena! Festival Studentesco Europeo di Teatro Plurilingue XII edizione
MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI
Da Bertolt Brecht
Regia di Marco Alotto
COMUNE DI TORINO - SETTORE GIOVENTÙ E SETTORE COMUNICAZIONE E PROMOZIONE DELLA CITTÀ / GOETHEINSTITUT TURIN
In collaborazione con FESTIVAL L’AMBASCIATA DI FRANCIA IN ITALIA / L’ALLIANCE FRANÇAISE TORINO / FONDAZIONE
TORINO MUSEI – GAM / TEATRO REGIO TORINO / FONDAZIONE TEATRO STABILE TORINO / SISTEMA TEATRO TORINO E
PROVINCIA / CENTRE MÉDITÉRRANÉEN DE CAP D’AIL.
sabato 12 e domenica 13 maggio 2012 - TEATRO EUROPEO
L’HOMME CANON
Di e con Patrik Cottet-Moine
COMPAGNIE DE ZEBRES
giovedì 24 e venerdì 25 maggio 2012 - TEMPI MODERNI
FOREVER YOUNG
Un progetto artistico di Alessandra Rossi Ghiglione
Drammaturgia G.A.P. (Giovani Artisti Piemonte)
TEATRO POPOLARE EUROPEO in collaborazione con FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
GLI SPETTACOLI DELLA STAGIONE TPE 11.12
domenica 2 ottobre 2011
PROGETTI SPECIALI / FUORI ABBONAMENTO
456
Scritto e diretto da Mattia Torre
Con Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Carlo De Ruggieri e Franco Ravera
Musiche originali Giuliano Taviani
Scene Francesco Ghisu
Costumi Mimma Montorselli
Disegno luci Luca Barbati
NUTRIMENTI TERRESTRI / WALSH / INTEATRO
In collaborazione con TORINO SPRITUALITÀ
Una famiglia in un luogo imprecisato del Sud Italia; isolata e chiusa, vive in mezzo a una valle di
456 ettari oltre ai quali sente l’ignoto. Il capofamiglia, la moglie e il figlio sono ignoranti, diffidenti,
nervosi. Si scagliano addosso una salama appesa con lo spago a una delle travi del soffitto,
rabboccano un sugo di pomodoro lasciato in eredità dalla nonna morta tre anni prima, litigano,
pregano, si odiano. Ognuno dei tre rappresenta per gli altri quanto di più detestabile ci sia al
mondo. E tuttavia occorre una tregua, perché sta arrivando un ospite atteso da tempo, che può e
deve cambiare il loro futuro. Tutto è pronto, tutto è perfetto. Ma la tregua non durerà.
456 nasce dall’idea che l’Italia non è un paese, ma una convenzione. Che non avendo un’unità
culturale, morale, politica, l’Italia rappresenti oggi una comunità di individui che sono
semplicemente gli uni contro gli altri. Che si riuniscono in associazioni, in albi, in categorie
professionali, in partiti: ma che sono e rimangono gli uni contro gli altri. Per precarietà, incertezza,
diffidenza e paura; per mancanza di comuni aspirazioni. In ogni caso siamo soli, e siamo in lotta.
456 è una commedia che racconta come proprio all’interno della famiglia – che pure dovrebbe
essere il nucleo protettivo e aggregante, di difesa dell’individuo – nascano i germi di questo
conflitto: perché la famiglia sente ostile la società che gli sta intorno ma finisce per incarnarne i
valori più deteriori, incoraggiando la diffidenza, l’ostilità nei confronti degli altri, il cinismo, la
paura. 456 racconta la famiglia come avamposto della nostra arretratezza culturale.
martedì 18 ottobre 2011 / martedì 31 gennaio 2012 / giovedì 1 marzo 2012
SPAZI SONORI
ICONE
LETTERATURA E ICONE ROCK
un progetto a cura di Massimo Giovara
MUSICA90 / OZOONO in collaborazione con FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
Tre reading-concerto in una formula seriale di riscoperta della letteratura mondiale attraverso le
icone del Rock. Gli scrittori e le fonti da cui alcuni tra i massimi personaggi dello star-system
musicale hanno tratto ispirazione, affiancati dalle canzoni che ne sono scaturite e i materiali tratti
dall’attività letteraria parallela degli stessi musicisti. Ogni serata mette a fuoco uno stato d’animo
e un punto di vista sulla realtà grazie ad attori e musicisti che hanno da sempre cercato di mettere
in comunicazione aree artistiche spesso tenute ben separate dalla cultura accademica. Conduttore
virtuale della serie uno degli autori più significativi della letteratura americana post-moderna: Don
De Lillo e il suo romanzo “Great Jones Street” una splendida iconizzazione iperreale del mito della
rockstar.
martedì 18 ottobre 2011 PRIMA PUNTATA
SPAZI SONORI
DAVID BOWIE
L’UOMO DELLE STELLE
Con Massimo Giovara e Guendalina Tondo
Musicisti Riccardo Giovinetto e Federico Marchesano
Da Samuel Delany, George Orwell, Hughes Mearns, Walter Tevis.
Una delle icone più consapevoli del Rock And Roll, l’uomo che seguendo alla lettera le indicazioni
di Andy Wahrol, ha fatto del marketing e della comunicazione nello spettacolo di massa un’arte.
David Bowie (al secolo David Jones) è tra i più longevi e al tempo stesso eclettici tra gli artisti pop
apparsi alla fine degli anni ’60 che, spingendosi molto oltre i confini dell’eroe rock che brucia se
stesso per darsi in pasto al pubblico, riesce a diventare un’icona mondiale dello star system
semplicemente interpretando la parodia dell’idolo da palcoscenico (Ziggy Stardust), e creando così
un cortocircuito tra verità e finzione che anticipa di molto i tempi a venire della musica
commerciale. Grazie a questa straordinaria intelligenza strategica Bowie riesce nel miracolo
paradossale di dare alla sua musica un’immagine colta e contaminata e allo stesso tempo
commerciale. Ed è proprio questo il fulcro su cui si muove la serata di Icone a lui dedicata.
Icone - David Bowie l’uomo delle stelle è un reading multimediale in cui le atmosfere di George
Orwell, (in particolare 1984, libro citatissimo nella storia della musica Pop) di Walter Tevis
(“L’uomo che cadde sulla terra”) e altre contaminazioni letterarie che hanno toccato nei modi più
diversi la vita artistica di David Bowie (Samuel Delany) si accostano in un percorso organico e
spettacolare alle canzoni (eseguite dal vivo) che più hanno segnato il percorso di questo
straordinario artista.
martedì 31 gennaio 2012 SECONDA PUNTATA
SPAZI SONORI
LOU REED & VELVET UNDERGROUND IL LATO OSCURO DELLA METROPOLI.
Con Massimo Giovara e Giorgio Licalzi
Da Hubert Selby Jr., Edgar Allan Poe, Sam Shepard, Delmore Schwartz.
Racconta storie di umanità al limite da più di mezzo secolo e non invecchia mai.
Lou Reed ha composto canzoni che pur fondandosi su un’estrema profondità intellettuale
emozionale e letteraria hanno raggiunto livelli di popolarità inarrivabili per trasformare, subito
dopo, fallimenti commerciali in opere di influenza epocale. Non a caso il produttore del primo
disco dei Velvet Underground è Andy Warhol, una delle due figure che più hanno influenzato il
musicista newyorkese mentre sul fronte letterario, l’incontro fondamentale per Reed è quello con
Delmore Schwartz, professore universitario, poeta e scrittore, la cui raccolta di racconti “Nei sogni
cominciano le responsabilità” cambierà per sempre la vita del musicista.
Queste due linee di influenza indicano a Reed la difficile strada per veicolare la sua emotività
tormentata e dirompente (fu costretto dai genitori medio borghesi a sottoporsi a elettroshock per
curare la sua presunta “devianza”) facendolo entrare in una vibrante e complessa ricerca in bilico
tra creatività trasgressiva e profonda ricerca stilistica e letteraria colta. Una strada che rende oggi
la sua influenza e capacità di rinnovamento artistico inarrivabili. Lou Reed, dopo aver toccato le
tappe essenziali della tipica icona-rock maledetta, dall’abuso di stupefacenti alle esperienze
sessuali senza limiti, è oggi uno dei più importanti punti di riferimento per chi crede che la musica
rock possa raggiungere livelli di spessore culturale e intellettuale pari a quelli di altre arti
considerate “colte”.
In questa puntata di Icone: uno degli artisti torinesi più inclini a esplorare il terreno della
contaminazione, Giorgio Licalzi, per la prima volta insieme a Massimo Giovara. I brani più
conosciuti, le devastanti rotture sonore, gli scrittori che hanno maggiormente influenzato e
definito il mondo di Lou Reed da Hubert Selby jr. a Edgar Allan Poe.
giovedì 1 marzo 2012 TERZA PUNTATA
SPAZI SONORI
BOB MARLEY IL MITO E LA RIVOLTA
Con Massimo Giovara e Bip Gismondi
“Un Angelo apparve alla madre di Sansone e la ammonì di farlo crescere puro, illibato, e di non
tagliargli i capelli”. Il riferimento è dal Kebra Nagast, libro sacro del Rastafarianesimo, religione a
cui si convertì, intorno al 1966, Bob Marley, diventando uno dei massimi rappresentanti della
comunità nera (e non solo) insieme a Malcom X, Mohammed Alì e Martin Luther King, l’unico la cui
musica e le cui parole sono state ascoltate contemporaneamente dagli Indiani d’America e dagli
abitanti dei più sperduti villaggi africani.
In Bob Marley qualsiasi riferimento culturale diventa universale e mistico, ogni canzone è un
appello all’impegno per un’umanità migliore e per la lotta per la dignità dell’uomo. Dal desolante
ghetto di Trenchtown alla consacrazione anche come mediatore politico (medaglia di pace delle
Nazioni Unite), Marley è l’uomo che ha portato il reggae alla ribalta internazionale rendendolo
veicolo di messaggi di ribellione interiore e civile non solo per la comunità di colore.
La storia della sua vita e i riferimenti nelle sue canzoni hanno curiose risonanze più con le
biografie di importanti leader religiosi che non con quelle di altri musicisti. E’ questa caratteristica
il filo conduttore intorno a cui ruota l’ultima puntata di Icone.
da giovedì 20 a sabato 22 ottobre 2011
TEMPI MODERNI
STRANI-IERI
Ideazione e regia Simone Schinocca
Drammaturgia Simone Schinocca e Livio Taddeo
Musiche Pappazzum
TEDACÀ in coproduzione con LA TELA DI ARACNE
Con il contributo di REGIONE PIEMONTE in collaborazione con FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE
DI TORINO / SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA / FONDAZIONE CIRCUITO TEATRALE DEL
PIEMONTE
Torna, dopo il successo della scorsa stagione, Strani-ieri, racconto di milioni di contadini del Sud
Italia che, tra il 1950 e il 1970, abbandonano le campagne per recarsi nelle grandi città del nord.
Torino è una delle mete privilegiate di questa ondata. Strani-Ieri narra la storia di questi immigrati
(la scelta della partenza, il viaggio sull’ancora esistente treno del sole, l’arrivo, l’ambientazione, il
lavoro, la fabbrica, la casa, il primo ritorno nella terra natale, le prospettive per il futuro) sia
attraverso la ricostruzione del contesto storico e sociale del periodo, sia riportando le esperienze
reali di chi ha vissuto in prima persona questa storia. La drammaturgia dell'opera, difatti, si basa
sia su una ricostruzione del contesto storico e sociale, sia su un lavoro d'interviste agli immigrati
di ieri, con l'obbiettivo di focalizzarsi sulle speranze, i problemi, i sentimenti e i sacrifici che la
scelta di migrare ha comportato nelle loro vite. Dice Simone Schinocca regista e ideatore
dell'opera: “Strani-Ieri nasce da esperienze diverse ma per alcuni aspetti simili. A noi una fortuna:
quella di poterle ancora raccogliere dalla voce delle persone che negli anni Cinquanta - Settanta
salirono su quei treni del sole per giungere questa città. Da qui a una decina di anni, molte di queste
storie andranno perdute, così come la possibilità di poter leggere il nostro presente attraverso quelle
esperienze. Ma questo spettacolo non vuole comunque pretendere di rappresentare la realtà
contemporanea, bensì si basa sulla sola consapevolezza che i giovani meridionali di quegli anni
approdarono a Torino per cambiare vita e contribuirono, con forza, alla costruzione di questa
città”.
da martedì 25 ottobre a domenica 6 novembre 2011
TEMPI MODERNI
IL DOLORE
Di Marguerite Duras
Traduzione Laura Guarino e Giovanni Mariotti
Adattamento teatrale Massimo Luconi e Mariangela Melato
Con Mariangela Melato
E con Cristiano Dessì
Regia e scena Massimo Luconi
Costumi Paola Marchesin
Musiche originali Mirio Cosottini
Luci Sandro Sussi
TEATRO STABILE DI GENOVA / MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
In collaborazione con FONDAZIONE CIRCUITO TEATRALE DEL PIEMONTE
Nella cornice degli ultimi giorni del secondo conflitto mondiale si consuma una tragedia personale
e universale, e le atrocità di una guerra si riversano inesorabilmente sui campi di battaglia così
come per le strade delle città, investendo comunque e sempre la vita di tutti. In una Parigi
primaverile, impazzita per la fine della guerra, si aggira Marguerite sconvolta, come le altre donne
dei prigionieri e dei deportati che attendono notizie dei loro uomini, alcuni sono tornati, di altri si
conosce la data della liberazione, di altri come Robert niente, solo il dolore dell’attesa. La capacità
di rendere con pochi tratti precisi, come istantanee in bianco e nero, persone, luoghi e fatti senza
la necessità di molte parole o di iterazioni stancanti, fanno de Il Dolore un testo straordinario e
della Duras un’autrice capace di uno stile personalissimo di forte impatto emotivo. Un testo di
grande bellezza espressiva, come dei raggi taglienti di luce, che mi ha attratto subito, insieme a
Mariangela Melato, per il tema fortissimo e antico e purtroppo ancora attuale della guerra, per il
linguaggio, inusitato per il teatro, forse più vicino alla sceneggiatura cinematografica - linguaggio
con il quale la Duras si cimenterà con successo più volte. E a sottolineare il legame con l’altro
sguardo del cinema, come in molti romanzi, anche qui, in questo pezzo di letteratura ritrovato
dopo 40 anni di oblio, lei è sempre dentro e fuori e si osserva come dietro una macchina da presa.
Pensando all’adattamento per il palcoscenico abbiamo lavorato sulla forza di un linguaggio secco,
asciutto, come graffi o incisioni della penna sulla carta, e di un pensiero non logico, ma mentale e
viscerale, come flash o schegge impazzite del subconscio che si inseriscono nella vita quotidiana.
Mariangela / Marguerite apre le sue viscere, il tormento, i suoi gangli nervosi, offrendoci un raro
spaccato di vita e letteratura mischiate mirabilmente in maniera alchemica, assoluta e disperata.
La narrazione dell’attesa si delinea con uno scarto di tempo sintattico che non è un ricordo al
passato, ma la distorsione fra realtà e pensiero, quando si ha paura o si è vinti dal dolore, quando
si è sotto pressione per l’ansia, l’attesa: lei, si guarda da fuori ma è dentro.
Massimo Luconi
da martedì 8 a martedì 22 novembre 2011
TEMPI MODERNI
APOCALISSE
Di e con Lucilla Giagnoni
Collaborazione al testo Maria Rosa Pantè
Collaborazione alla drammaturgia scenica Paola Rota
Musiche originali di Paolo Pizzimenti
Scene e luci Massimo Violato
Abito di scena Fabiana Bassani
Segreteria di produzione Elisa Zanino
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / CTB TEATRO STABILE DI BRESCIA / TEATRI DEL
SACRO
Lo spettacolo Apocalisse s’ispira all’ultimo libro della Bibbia. Apocalisse che non vuol dire come
ormai è in uso nel linguaggio comune “Catastrofe” e, di conseguenza, “Fine”, ma, bensì
“Rivelazione”. “Guarda”, “Racconta ciò che hai visto”, sono le indicazioni più frequenti date a
Giovanni, il testimone-narratore. In un mondo di ciechi che credono di vedere e, dunque, di sapere,
il mistero si rivela solo a chi sappia guardare, a chi abbia occhi nuovi. Cecità e Rivelazione fanno
immediatamente pensare ad un personaggio totemico nel teatro occidentale: Edipo. Il Testo sacro
che per i cristiani sigilla la serie dei testi biblici e il testo teatrale che dà inizio ad ogni forma di
indagine sull’Uomo vengono posti in parallelo a raccontare che la fine dei tempi è in realtà un
nuovo Inizio e una nuova Vita per chi impara a Vedere. E’ la storia dell’evoluzione della Coscienza:
un bambino appena nato vede il mondo come un fenomeno incredibile in cui pian piano le cose si
riempiono di senso. Questa è l’Apocalisse, una Ri-Nascita.
Apocalisse è l’ultimo capitolo di una trilogia della “spiritualità” composta dallo spettacolo Vergine
madre, ispirato al percorso di salvezza raccontato nella Divina Commedia e dallo spettacolo Big
Bang che, a partire dall’ultima parola delle Divina Commedia, Stelle, e dai primi due capitoli del
libro della Genesi, indaga sull’Inizio e sulla Creazione facendo dialogare il linguaggio della scienza
con quello della teologia e quello del teatro. Apocalisse indaga sul vero significato della Fine.
da venerdì 25 a domenica 27 novembre 2011
CLASSICI
QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO
Di Luigi Pirandello
Regia Alberto Giusta
Con Alberto Giusta, Massimo Brizi, Mariella Speranza, Alessia Giuliani, Cristina Pasino, Davide
Lorino, Maximilian Dirr, Barbara Alesse, Ernesta Agira, Manuel Zicarelli, Carlo Sciaccaluga
Scene e costumi Laura Benzi
Luci Sandro Sussi
COMPAGNIA GANK in collaborazione con FESTIVAL TEATRALE DI BORGIO VEREZZI
Penso sempre che la preparazione e la messa in scena di uno spettacolo siano l'inizio di un viaggio
terrificante per il senso di vuoto che riescono a trasmettermi e alla partenza e all'arrivo. Sì, provo
terrore; una paura che mi fa ripetere "ma chi me lo ha fatto fare" quando cerco, freneticamente, la
chiave che mi farà fare uno spettacolo meraviglioso. Mi sembra di trovarla ogni giorno e,
puntualmente, la porta che sembrava potesse aprire in un determinato istante l'istante dopo si
rivela essere senza serratura e d'acciaio e a prova di bomba. Sì, provo terrore: quando le luci delle
ribaltine si sono spente, quando lo spettacolo è soltanto un bel ricordo e chi lo ha rappresentato è
chissà dove.
Lo stesso terrore che travolge il Dottor Hinkfuss, il Regista, allo spegnersi delle luci in sala poiché
accade un che di strano e inafferrabile. Egli, spiazzato, riafferma il suo primato su tutto e su tutti:
è lui il solo responsabile dell’insolito spettacolo cui il pubblico assisterà. E' lui che ha deciso come
far procedere il racconto; ha stabilito le azioni e gli effetti mentre gli attori devono recitare senza
un testo scritto e basta. È questa la novità! Questa sera: si recita a soggetto!
Alberto Giusta
da martedì 29 novembre a giovedì 1 dicembre 2011
CLASSICI
SCENE DA UN MATRIMONIO
Di Ingmar Bergman
Traduzione Piero Monaci
Adattamento e regia Alessandro D’Alatri
Con Daniele Pecci e Federica Di Martino
Musiche: originali Franco Mussida
Scene Matteo Soltanto
Costumi Francesco Verderame
Disegno luci Paolo Mazzi
Video grafica Alessio Fattori
TSA TEATRO STABILE D’ABRUZZO
L’idea di “riproporre” sulla scena un progetto come “Scene di vita coniugale” è estremamente
stimolante. Lo è per una molteplicità di aspetti. Comincerei dal fatto che è un testo divenuto icona
internazionale intorno alle complessità delle relazioni uomo donna, e in particolare di quelle
matrimoniali. È un testo che invita ad una proposta nei confronti del pubblico attraverso una
rilettura dei comportamenti in chiave contemporanea e contestualizzata alla nostra cultura. Molti
giovani non conoscono l’opera, e forse nemmeno il film, ma sono sicuramente un target
estremamente sensibile alla tematica. Parlo di giovani ma non solo.
Il perno centrale dell’opera sta nel rapporto tra un uomo e una donna e lascia immaginare
un’interpretazione magistrale tra due attori che si confrontino sul quotidiano della convivenza. Il
fatto che i due appartengano ad una fascia d’età in bilico tra la gioventù e la piena maturità rende
l’allestimento ancor più interessante. Daniele Pecci e Federica Di Martino sono un cast perfetto.
Per quanto riguarda l’impianto scenico prevedo uno sfruttamento dello spazio in termini di rigore
e semplicità. Non una scenografia sontuosa e “materica” quindi, ma un allestimento sobrio che
miri più alla suggestione che alla rappresentazione, dove le idee di illuminazione saranno
preponderanti ed esaltanti in relazione agli stati emotivi che progressivamente si consumano.
La musica avrà un ruolo suggestivo, non come semplice commento, ma soprattutto come
“collante” tra le aperture e le chiusure dei vari quadri. Un progetto da costruire ad “hoc”.
Tremano le gambe al solo pensiero di “mettere le mani” su un testo così importante. Punto ad un
testo che contempli un “passo a due”. E questo già sarebbe un percorso “differente” dal testo
originale. Però non vorrei perdermi gli effetti e le suggestioni che il mondo esterno produce su
quella coppia. In questo caso poi, vista la disponibilità dei due talenti, si rifletterà su
comportamenti e routine di una coppia più giovane dell’originale. L’altro elemento di novità
d’approccio, sarà quello di contestualizzare la storia nell’Italia contemporanea. Una delle cose che
più mi ha colpito nella rilettura del testo è il fatto che la protagonista femminile si occupa di
separazioni (lavora presso uno studio legale). Questo è un elemento molto interessante per lo
sviluppo delle testimonianze “esterne” che possono affacciarsi sul quotidiano della coppia:
esattamente come proponeva Bergman.
Alessandro D’Alatri
sabato 3 e domenica 4 dicembre 2011
TEMPI MODERNI
SONÀTA MASCARÀTA
SCENARIO TRAGICOMICO IN MUSICA E DANZA DELL’AMOR SOFFERTO
Regia e drammaturgia Michele Guaraldo
Musiche, coreografie e canti Simone Campa
Costumi Debora Gambino
Maschere Franco Leita
Con Maria Augusta Balla, Cecilia Bozzolini, Simone Campa, Oreste Forestieri, Michele Guaraldo
COMPAGNIA ARTISTICA LA PARANZA DEL GECO / O.P.S. OFFICINA PER LA SCENA / SISTEMA
TEATRO TORINO e PROVINCIA
Qual è il filo rosso che unisce la tradizione della musica popolare italiana con la tradizione della
commedia dell’arte? In moltissime stampe e incisioni si vedono maschere che accompagnano lo
svolgimento della scena con strumenti musicali tradizionali (liuti, tamburelli, flauti): quale era il
peso della musica e del canto all’interno di uno spettacolo di commedia dell’arte? Molto è stato
scritto e molto è stato detto a riguardo. Di sicuro la matrice di tutto questo è la ricchezza culturale
della tradizione italiana famosa in tutto il mondo. Sonàta Mascaràta è un classico canovaccio di
commedia dell’arte dove l’amore contrastato dei due amorosi è accompagnato, ingarbugliato,
sedotto e poi risolto dai frizzi e i lazzi delle maschere grottesche. Una storia che si sviluppa
affrontando i grandi temi dell’improvvisa come l’amore, la follia, la fame, conditi dall’irresistibile
comicità assurda e scanzonata dei suoi caratteri, il tutto narrato in musica, canto e danza. È una
performance dove la forza travolgente dei ritmi veloci ed incalzanti come la tarantella, la pizzica
salentina, la tammurriata napoletana, accompagnano la follia che contraddistingue le maschere
grottesche della commedia dell’arte. Dove il melodico patetico delle serenate e delle cantate
accompagna le gesta delle maschere alte degli amorosi. Un gruppo di artisti, attori e musicisti, che
creano un’atmosfera ed un’energia uniche, vicine tanto al pathos della rappresentazione teatrale,
quanto all’energia vitale, corporea, dinamica, delle feste popolari dell’animo più profondo del più
intimo Sud.
lunedì 5 dicembre 2011
TEMPI MODERNI
NELLA TESTA DI W
Regia, elaborazione drammaturgica e interpretazione: Beata Dudek e Davide Capostagno
MANGROVA TEATRO
Nella testa di W è liberamente tratto da Il pazzo e la monaca di S.I. Witkiewicz, una drammaturgia
che nella sua apparente semplicità sembra aperta a una molteplicità di interpretazioni. Un
orizzonte di libertà creativa che nella sua ampiezza può letteralmente sopraffare chi si accosti per
la prima volta al testo. Witkacy, nella sua scrittura astutamente ambigua, sembra porre sullo
stesso piano il vagheggiamento di un folle, l’ironia di uno psichiatra sulla “nuova” psicologia, il
vortice della brama e della lussuria, l’omicidio brutale è improvviso, l’ineluttabilità della sorte e
l’inaspettata visione di realtà parallele.
Questa versione poggia su alcune particolarità: la commedia è tradotta e recitata in italiano da
un’attrice polacca e un attore italiano: la discesa nella mente del poeta visionario pazzo e omicida
Walpurg vira decisamente sui colori del grottesco e del’ironia: i personaggi di contorno hanno
irrimediabilmente sempre i tratti somatici riconoscibili dei due personaggi (e attori), in una
giocosa denuncia della fondamentale natura solipsistica dell’opera. Le parti oniriche si avvalgono
del mezzo cinematografico che amplia e sposta di continuo il punto di vista, attraversando diversi
registri, dal drammatico all’apertamente parodico a un variegato paesaggio di toni ironici e
grotteschi.
da mercoledì 7 a domenica 11 dicembre 2011
TEMPI MODERNI
VELVET BUNNY
Idea e Regia Carlo Nigra
Testo Ade Zeno
Con Christian Castellano, Marco Mazza, Rebecca Rossetti, Federica Tripodi,
Musiche originali Matteo Curallo
Consulenza scenografia e costumi Alice Delorenzi
Light Designer Mauro Panizza
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / LA QUARTA SCIMMIA
Con il sostegno di: INTEATRO-RESIDENZE TEATRALI, MOREICA-CANTIERE CANAVESANO,
CIRCOLO A.R.C.I. BAZURA
Lo spettacolo è stato presentato nell’ambito del progetto Nuove Sensibilità a Teatro a Corte 011
Dopo molti anni di oblii e dimenticanze, quattro fratelli si ritrovano per partecipare alla cerimonia
di riconsegna delle ceneri di un caro estinto. Raccolti intorno all'urna funeraria in attesa
dell'addetto cimiteriale, i quattro si scoprono costretti a rievocare i momenti fondamentali della
loro vita, soprattutto quelli legati all'infanzia vissuta insieme prima della separazione, in un
susseguirsi di episodi e retroscena che lentamente condurranno a svelare le loro entità profonde,
da tempo addormentate sotto il velo delle convenzioni sociali. Il trauma dell'incontro diventerà
allora un inatteso pretesto per scoprirsi e capire cosa significhi indossare gli scomodi vestiti del
velvet bunny: un coniglietto nato per muoversi rapidamente, ma paralizzato da strati di velluto
che rallentano drammaticamente la corsa. Chi ha cucito loro addosso questi strati invalidanti? Le
aspettative della famiglia? La disciplina religiosa? Il rispetto a priori di divise e simboli assurdi? In
un continuo susseguirsi di dialoghi serrati e balzi visionari, le risposte – forse – non tarderanno ad
arrivare.
da sabato 17 a venerdì 23 dicembre 2011
TEMPI MODERNI
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
un divertissement da Fruttero&Gramellini
Con Bruno Gambarotta e Le Sorelle Suburbe - Tiziana Catalano e Luisella Tamietto
Al pianoforte Aldo Rindone
Collaborazione alla messinscena Betti De Martino
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA in collaborazione con LA STAMPA
nell’ambito di ESPERIENZA ITALIA 150°
Da qualche tempo, un curioso cammino verso le celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia è
proposto sulle pagine de La Stampa da Fruttero&Gramellini (ditta giornalistico-letteraria che
allude, con assonanza di rima, ad un’altra radicata nel cuore degli appassionati di letteratura
italiana contemporanea): si tratta di cronachette di politica e di costume che raccontano caratteri
della vita del nostro paese in quegli anni della seconda metà dell’Ottocento quando l’Italia era
appena stata unificata e cercava di diventare un paese moderno ed europeo. La verve dei due
scrittori e la loro capacità di saper cogliere esempi paradigmatici dei difetti e delle debolezze
nazionali, consente di far diventare quei raccontini di microstoria lontana degli straordinari
reportage di sconsolante attualità, tra lampi di sarcasmo e gusto per il paradossale: e dunque di
capire meglio il senso che ha oggi, per la nostra identità, il processo risorgimentale. Abbiamo
chiesto a Bruno Gambarotta di rileggere quei testi insieme alle Sorelle Suburbe e di dar vita a una
sorta di cabaret storico-politico, a un recital divertito e irriverente: ai piemontesi viene spesso
chiesta ragione del perché si siano tanto spesi per unificare l’Italia e questi tre artisti brillanti del
nostro territorio potrebbero finalmente dare la risposta attesa da un secolo e mezzo...
da lunedì 26 a sabato 31 dicembre 2011
TEMPI MODERNI
THE BEST OF…
Di e con Le Sorelle Suburbe - Tiziana Catalano e Luisella Tamietto
Arrangiamenti musicali Aldo Rindone
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
Longevo e fortunato lo spettacolo, è sempre aperto a nuove sollecitazioni; inconfondibile trait
d’union l’atmosfera stralunata, complice una magistrale mimica facciale.
Per citarne alcuni, tra i tanti personaggi delle Sorelle Suburbe, ritroveremo le ballerine di danza
classica, Barbie e Ken, le mitiche spogliarelliste ispirate al film Nove settimane e mezzo e le anziane
signorine Censa e Palma nei loro perenni battibecchi, acciacchi, e battute sagaci sull’amore; ormai
divenute eclettici personaggi che hanno oltrepassato i confini del palcoscenico per presenziare ad
eventi di ogni tipo.
da venerdì 13 a domenica 15 gennaio 2012
TEMPI MODERNI
MIA FIGLIA VUOL PORTARE IL VELO
Di Sabina Negri
Regia Lorenzo Loris
Con Caterina Vertova e Alice Torriani
Apparizione in video di Alessandro Haber
Musiche a cura di Didier de Cottignies
Scena Daniela Gardinazzi
Costumi Nicoletta Ceccolini
Progetto visivo Dimitris Statiris
FONDAZIONE TEATRO FRASCHINI DI PAVIA / TEATRO OUT OFF
Il testo scritto da Sabina Negri è liberamente tratto da: “Lettera a mia figlia che vuol portare il
velo” di Leila Djitli, giornalista di origine algerina che vive a Parigi. Il romanzo ha raggiunto la vetta
delle classifiche francesi.
Fatima è una donna franco-algerina che si è sempre battuta per l’integrazione, la libertà, i diritti
delle donne musulmane. Jasmine è sua figlia, ha venticinque anni, e il giorno seguente si deve
laureare in medicina. I preparativi per festeggiare l’importante traguardo, che racchiude in sé
anche il valore dell’emancipazione, sono in corso. Ma improvvisamente Jasmine rivela alla madre
che vuole portare il velo. Le sue parole tagliano l’aria, paralizzano i preparativi della festa, fanno
crollare le certezze. Fatima inghiotte la rabbia, cerca di dominare la delusione ma deve rinunciare
a proibire. Il marito, che è sempre stato estraneo alle loro vite, viene chiamato in causa senza
successo. Si riapre così uno scenario sul quale si agitano i grandi temi del rapporto uomo-donna,
dell’indipendenza, delle diversità, della fede e dell’integralismo. Lo scontro, inevitabile, sembra
destinato a inasprirsi e ad aprire ferite profonde. Ma, alla fine, le due donne trovano un terreno
comune, quello dell’amore e del rispetto reciproco. I problemi generati dalle ideologie e dai
radicalismi restano, irriducibili, così come resta l’ansia della ricerca identitaria: almeno stavolta,
però, tutto viene sopito dall’intensità del legame sentimentale.
da giovedì 19 a domenica 22 gennaio 2012
CLASSICI
FINALE DI PARTITA
Di Samuel Beckett
Traduzione Carlo Fruttero
Con Vittorio Franceschi, Milutin Dapcevic, Diana Hobel, Antonio Giuseppe Peligra
Regia Massimo Castri
Scene e costumi Maurizio Balò
Luci Robert John Resteghini
Suono Franco Visioli
Regista assistente Marco Plini
Direttore tecnico Robert John Resteghini
Macchinista Andrea Bulgarelli
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE / TEATRO DI ROMA / TEATRO METASTASIO STABILE
DELLA TOSCANA
Vincitore del Premio Ubu 2010 come spettacolo dell’anno, arriva in Stagione TPE 11.12 Finale di
Partita per la regia di Massimo Castri. Nella sua lunga ed eccellente carriera Massimo Castri non si
era mai confrontato con il genio della drammaturgia irlandese Samuel Beckett: lo fa qui scegliendo
il suo testo più ‘teatrale’ Finale di partita, il cui titolo deriva da una mossa del gioco degli scacchi.
‘Effettivamente questa è la prima volta che metto in scena Beckett – ha dichiarato Castri –
Rileggendo Finale di partita mi sono trovato a fare alcune considerazioni molto semplici: la scrittura
di Beckett fa il paio con quella di Cechov nelle Tre Sorelle, lavoro che ho messo in scena un paio di
anni fa, per la sua asciuttezza ed essenzialità; un momento di scrittura che nasce nell’800 ma che
penetra nel ‘900 e del secolo scorso riassume, secondo me. nella maniera più efficace, alcuni stimoli.’
Protagonisti in scena Hamm, cieco e condannato a trascorrere i suoi giorni su una sedia a rotelle e
Clov, il suo servo. I due vivono un rapporto conflittuale, in cui si consumano continui litigi e
vessazioni come anche una reciproca dipendenza. Clov vive nell’eterna tentazione di andarsene
senza però compierne l’atto. L’incalzante botta e risposta tra Hamm e il suo servitore sono
l’ordito più evidente della trama del testo, sembrando un infinito alternarsi di mossa e
contromossa scacchistica. In scena, incombe la presenza degli anziani genitori di Hamm, Nagg e
Nell entrambi privi degli arti inferiori costretti a trascorrere la loro esistenza nei bidoni della
spazzatura. Lo stesso Beckett, nel corso di alcune prove dello spettacolo allo Schiller Theatre di
Berlino disse: “Hamm è il re in questa partita a scacchi persa sin dall’inizio. Nel finale fa delle
mosse senza senso che soltanto un cattivo giocatore farebbe. Un bravo giocatore avrebbe già
rinunciato da tempo. Sta soltanto cercando di rinviare l’inevitabile fine”.
‘Finale di Partita – ci dice Castri – racconta di un giorno particolare, (…) ha un percorso
seminarrativo, da un certo punto di vista, che lo differenzia molto da Aspettando Godot. Un
percorso che va da un punto A ad un punto B con un punto finale sospeso come sarebbe difficile non
aspettarsi da Beckett.’
da venerdì 27 a domenica 29 gennaio 2012
CLASSICI
IL VENTAGLIO
Di Carlo Goldoni
Regia di Alberto Oliva
Bozzetti di scene e costumi: Francesca Pedrotti
Con Mino Manni e cast in via di definizione
IL CONTATO - TEATRO GIACOSA DI IVREA / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
Il Ventaglio è una commedia corale, caratterizzata dalla compresenza simultanea in scena di 14
personaggi, che animano la piazza di un borgo lombardo senza tempo. Si tratta di un microcosmo
afoso, paralizzato dal caldo che rende vana e pesante ogni azione. Dietro il mostruoso attivismo di
tutti i personaggi, che battono, picchiano, pestano, filano, leggono, bevono, spazzano, si nasconde
una insanabile inerzia del vivere.
È una commedia della vecchiaia di Carlo Goldoni, che cela se stesso dietro il personaggio di
Geltruda, l’aristocratica vedova che, come l’autore, guarda tutti dall’alto, con distacco e disincanto,
mentre si prepara a prendere commiato dalla comunità.
Si respira l’aria della fine di un’epoca, la decadenza scrosta i muri e mina le fondamenta del paese.
E’ qui che si può leggere un legame molto stretto con la nostra contemporaneità, immobilizzata
dalla crisi economica che, dopo avere destabilizzato i già precari equilibri, sta costringendo tutti a
fermarsi, a ridimensionare sogni e ambizioni, e a covare depressione e risentimento, in attesa di
una ventata che distragga gli animi e ci faccia girare la testa per un po’. Purtroppo oggi la ventata è
spesso un fatto di cronaca nera, come il recente episodio di Avetrana, che ha prodotto un’euforia
collettiva delirante, riversando un paese intero nelle strade, in processione sul luogo di un
macabro delitto e in vetrina sugli schermi di tutte le televisioni. È solo un esempio di come
esistano ancora oggi gli stessi motori dell’azione che anima la commedia di Goldoni: la morbosità
del pettegolezzo, l’esplosione della violenza repressa fra le mura domestiche, la ribellione al
conformismo della vita sociale, la crudeltà dei sentimenti.
venerdì 3 e sabato 4 febbraio 2012
TEATRO EUROPEO
TERRES!
Testo: Lise Martin
Messinscena e ideazione Nino D’Introna
Con Maxime Cella, Thomas Di Genova, Alexis Jebeile, Sarah Marcuse
Musica originale e suono Patrick Najean
Collaborazione alle luci Andrea Abbatangelo et Jean-Michel Gardiès
Collaborazione alla creazione di costume Aurélie Dolbeau
Trucco Christelle Paillard
THÉÂTRE NOUVELLE GÉNÉRATION / CENTRE DRAMATIQUE NATIONAL DE LYON
Coproduzione THÉÂTRE DE VIENNE, SCÈNE CONVENTIONNÉE / SCÈNE RHÔNE-ALPES.
Dopo un lungo viaggio, Aride e Kétal prendono possesso di un lembo di terra che reca la scritta
“proprietà privata”. Il loro insediamento è però rapidamente disturbato dall’arrivo di un terzo
incomodo, che afferma di esserne il proprietario, fino al punto in cui la situazione degenera in una
guerra, mettendo in pericolo la vita di ognuno. Neppure l'intervento improvviso di una donna
cambierà i loro destini: accecati dal loro desiderio di potere, i protagonisti lottano disperatamente
per affermare il possesso su quel piccolo lembo di terra. Scegliendo di portare sul palco il breve
testo di Lise Martin, Nino D'Introna indaga le origini dell'umanità, la violenza insita in ogni
rapporto umano.
da martedì 7 a giovedì 9 febbraio 2012
TEMPI MODERNI
MALAMORE
ESERCIZI DI RESISTENZA AL DOLORE
Di Concita De Gregorio
Regia di Francesco Zecca
Con Lucrezia Lante della Rovere
Al pianoforte Vicky Schaetzinger
TIEFFE TEATRO MILANO
Al centro dello spettacolo storie ordinarie e straordinarie di donne e del loro rapporto con gli
uomini, perché “ci sarà pure una maniera per andare avanti”. In scena un’attrice, Lucrezia Lante
della Rovere, capace di viaggiare tra i volti, i suoni e i sapori di una narrazione multipla senza
perdere di vista il senso di un racconto civile che parla al tempo presente senza deroghe o
digressioni. A lei risponde il suono di un pianoforte e la sensibilità di una musicista, Vicky
Schaetzinger, che trova tra le note, altre suggestioni, altre storie. Ed è così che prende corpo
l’universo femminile di Concita De Gregorio, donna dalla grande sensibilità: si racconta di donne
comuni, vittime della violenza di padri, mariti, estranei. Sul palcoscenico con voce, corpo e anima,
prendono vita quelle passioni, ardine e celate, quei gesti quotidiani capaci di cambiare il corso
delle cose. “Le donne hanno più confidenza con il dolore. È un compagno di vita, è un nemico tanto
familiare da essere quasi amico… Alcune soccombono, molte muoiono, moltissime dividono
l'esistenza con una privata, indicibile, quotidiana penitenza. Alcune ce la fanno, qualche altra trova
nell'accettazione del male le risorse per dire, per fare quel che altrimenti non avrebbe potuto. Sono,
alla fine, gesti ordinari. Sono esercizi di resistenza al dolore…”
Concita de Gregorio
da venerdì 10 a giovedì 23 febbraio 2012
TEMPI MODERNI
REMAKE
UN RACCONTO DI TEMPESTA
Drammaturgia e regia Myriam Tanant
Regista assistente Emiliano Bronzino
Con Giulia Lazzarini e Maria Alberta Navello
Scene Francesco Fassone
Costumi Brigida Sacerdoti
Musiche Matteo Curallo
Luci Antonio Merola
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / IL CONTATO - TEATRO GIACOSA DI IVREA
Un giorno su un palcoscenico vuoto, in attesa di una classe di giovani allievi attori che
parteciperanno a uno stage con un’attrice importante, carica di esperienza e di gloria, un’attrice
che è stata tra le protagoniste della creazione de La tempesta di Strehler. Ma una vera tempesta
metereologica scoppia improvvisa e soltanto una ragazza del gruppo previsto riesce ad arrivare.
Tra la maestra e l’allieva si manifesta, dapprima incerta, poi sempre più appassionata e suggestiva
attraverso il racconto e l’evocazione, la restituzione di un’esperienza artistica straordinaria e
indimenticabile, tra le più alte del teatro italiano del secolo scorso: alla luce incerta delle candele
di una ribalta improvvisata, una prova di teatro si fa strada tra frammenti di documenti filmati,
lievitazioni scenografiche e suggestioni musicali, in un emozionato tentativo di far rivivere il senso
di una poetica e l’importanza civile della sua presenza nella società: è ancora possibile per le
nuove generazioni recitare Shakespeare in quel modo altissimo e così urgente per il pubblico che
si riconosceva in quel messaggio di civiltà? La risposta si ritroverà ancora una volta nelle parole
stesse del poeta inglese ma non saranno parole assolute, di verità inequivocabile: saranno, come
tutte le parole di poesia, un sommesso risveglio di sensibilità, per sentire quello che non si può
esattamente spiegare.
sabato 25 e domenica 26 febbraio 2012
TEMPI MODERNI
STUDIO-CAINO
Liberamente tratto da Kain di Friedrich Koffka
Traduzione di Eloisa Perone
Di e con Pierpaolo Congiu, Eloisa Perone, Antonio Villella
Ambientazioni video Fabio Melotti
Musiche originali Bruno Franceschini
Scena Elisabetta Ajani
Disegno luci Cristian Perria
CRAB In coproduzione con KOOK LABEL BERLIN
Con il sostegno di SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA / IL NOSTRO PIANETA / CITTÀ DI
PIOSSASCO / ALFA TEATRO
Con il patrocinio di GOETHE INSTITUT TORINO
In collaborazione con COLAS S.R.L., PEPE STUDIO PARRUCCHIERI, BORN IN BERLIN CLOTHING
Continua la ricerca sul doppio della compagnia Crab iniziata con Un finale per Sam, in cui scena e
realtà, inizio e fine, verità e finzione si mischiano in un ipotetico dialogo contemporaneo dei
personaggi di Samuel Beckett.
Studio-Caino indaga i meccanismi che si celano dietro al desiderio di conoscenza, alla curiosità,
alla morbosità di ognuno di noi. Abbiamo avvicinato la rappresentazione dello scontro tra i due
fratelli, un dialogo denso e sconcertante dell’espressionista Koffka, a un linguaggio
contemporaneo e superficiale. Dal mito biblico alla materia teatrale e dal teatro alla
comunicazione. Ne emerge una “trasposizione del bene e del male”, che si muove sul confine tra
vero e verità, tra falso e verosimile e che segna la distanza che corre tra la violenza e la sua
rappresentazione. In un mondo dove il delitto e il dolore sono mercificati, scopriamo che i confini
tra il bene e il male, tra il sacro e la profanazione sono fragili; e la contraddizione dell’essere
umano ci appare come in uno specchio, lo stesso in cui Caino vede Abele.
martedì 28 e mercoledì 29 febbraio 2012
TEATRO EUROPEO
INFINITA
Creato e recitato da Björn Leese, Benjamin Reber, Hajo Schüler, Michael Vogel
Direzione artistica Michael Vogel, Hajo Schüler
Scenografia: Michael Ottopal
Musica Dirk Schröder, Benjamin Reber
Maschere Hajo Schüler
Costumi Eliseu R. Weide
Video / Animazione Andreas Dihm
Assistenza artistica Stefan Lochau, Thomas Rapido
Stage design, ombre, illusioni e grafica Silke Meyer
Light design Reinhard Hubert
Special Props Daniel Weissroth
Gestione della produzione Pierre-Yves Bazin
Assistenza Dana Schmidt, Evy Schubert
Palco Ramin Massah, Dörte Weller, Lisa Mille, Stefan Hinze
Maschere Matias Dominguez, Maggie Tontini, Lisette Schürer
Assistenza Vincent Jakabb
Fotografia Evy Schubert
FAMILIE FLOEZ / ADMIRALSPALAST BERLINO / THEATERHAUS DI STOCCARDA / LA STRADA
GRAZ
Infinita è uno spettacolo sui primi ed ultimi istanti di vita - nascita e morte, un ciclo senza fine.
Questo è il nostro tempo, quando avvengono i grandi miracoli - il timido ingresso sul mondo, i
coraggiosi passi e l'inevitabile caduta
"Questo è un pezzo teatrale riempito di maschere magiche, sublime teatro d’ombra e gloriosa
musica". Infinita è un mosaico di vita del grandi piccoli momenti. Semplice, e composto
magistralmente, è un breve sguardo sui temi perpetui di nascita, sesso e morte e tutto ciò che è
eternamente comico.
da venerdì 2 a domenica 4 marzo 2012
TEMPI MODERNI
INFINITE O SFINITE?
Scritto e interpretato da Emanuela Grimalda e Paola Minaccioni
Regia Michael Margotta
LeART’ COMEDIANS
In questo spettacolo Dio è una donna. E neanche giovane. Contrariamente al trend del momento è
una Signora di mezza età. Fa miracoli ma anche i conti con le rughe, che nel suo caso sono eterne,
e come si sa all’eternità non c’è rimedio. Non è magra perché tende ad espandersi come l’universo.
È terribile ma anche insicura, perché una donna anche se è Dio fa fatica a crederci!
Poi dall’Infinito si passa allo Sfinito ed ecco che scesa tra gli uomini la donna deve fare miracoli di
ben altro tipo. Mettere assieme il marito e il mutuo, la carriera e la diarrea dei figli, trovare un asilo
nido, far salire un passeggino in metropolitana all’ora di punta. Questi sì che sono miracoli!
E allora vai con le donne che amano troppo, mangiano troppo, parlano troppo, fanno tutto troppo.
Un mondo popolato da manager rampanti, iperfemministe dalle improbabili campagne, povere
assassine, vecchie ciniche, qualunquiste coatte, ed eleganti snob la cui Bibbia è Vanity Fair.
Nei palazzi dell’amministrazione come nelle redazioni dei giornali si consumano le
Impiegatomachie, feroci lotte tra figure mitologiche metà donna e metà sedia da ufficio, mentre
nei centri commerciali e negli outlet la maggioranza cerca di sfangarla. Pregustando Il Giorno del
Giudizio Universale in cui finalmente gli Ultimi saranno i primi e gli uomini partoriranno con
dolore, non ci resta che chiederci. Se il Diavolo veste Prada, Dio cosa si deve mettere?
da venerdì 9 a domenica 11 marzo 2012
CLASSICI
ALCESTI
Da Euripide
Traduzione di Filippo Amoroso
Drammaturgia e regia Walter Pagliaro
Con Micaela Esdra, Luigi Ottoni, Maria Locchi, Diego Florio
Maschere e costumi Giuseppe Andolfo
Musiche Germano Mazzocchetti
ASSOCIAZIONE CULTURALE GIANNI SANTUCCIO
Opera teatrale centrata sulla tragedia greca di Euripide riletta in versione contemporanea dal
regista Walter Pagliaro, da sempre appassionato e studioso di teatro antico. Alcesti è il più vecchio
fra i drammi di Euripide arrivati fino a noi, ma viene realizzato quasi vent’anni dopo l’inizio
dell’avventura teatrale del poeta sulla scena ateniese, quando egli aveva già raggiunto un’idea
assolutamente originale della tragedia. Alcesti è un’opera segreta e misteriosa che esplora con
sussulti e trepidazioni quel tragitto inquietante che collega lo spazio della vita all'universo della
morte. Lo spettacolo si propone di indagare la complessità dei rapporti esistenti fra l'essere e il
non essere: la fine della vita si proietta per noi sulla scena, non come un episodio improvviso e
perentorio, ma come un viaggio con tappe fascinose e terribili. Admeto è un uomo d’arte che vive
con sensibilità e finezza la sua vita in un meraviglioso palazzo...
da martedì 20 marzo a domenica 1 aprile 2012
CLASSICI
L’ARTE DELLA COMMEDIA
Di Eduardo De Filippo
Con Vittorio Continelli, Michele Sinisi e gli altri attori della compagnia.
Regia Michele Sinisi
Collaborazione alla regia Michele Santeramo
Organizzazione Antonella Papeo
TEATRO MINIMO / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / TEATRI ABITATI – REGIONE
PUGLIA – TEATRO PUBBLICO PUGLIESE / FESTIVAL CASTEL DEI MONDI – COMUNE DI ANDRIA
Credo che ciascuno di noi nella propria vita prima o poi incontra il proprio Prefetto. Una o più
volte purtroppo ci capita di vestire i panni di Campese nonostante la stanchezza e gli schiaffi
ricevuti. Con molta dignità però mettiamo la giacca, facciamo il nodo alla cravatta e andiamo di
primo mattino a parlare di noi, colla speranza che il Prefetto ci stringa la mano e dica: sì. Ahimè
non di rado però il Prefetto, comunque essere umano pure lui, risponde al nostro desiderio di
ascolto con lo scherno o ancora più cinicamente con l’indifferenza. A me fa male. Però finisco per
ingoiare il rospo perché sono stato educato a non distruggere ogni probabilità anche minima che
le cose possano migliorare. Ma in certi momenti, quando la misura non la trovo malgrado
l’impegno, finisco per agire perché bisogna anche compensare il vortice delle proprie emozioni.
Allora succede che al Prefetto rispondo chiedendogli il rispetto che comunque si deve ad un essere
umano che ha solo sperato in una stretta di mano accompagnata da un sì. Non che si pretenda di
scrivere tutti i finali ma è giusto penso desiderare l’ascolto.
Dopo il furto del camion delle scene de Le Scarpe, nella notte precedente al debutto su Roma, è
stata dura andare avanti. Tanto mi ci è voluto per indossare la giacca e anche solo immaginare
nuove storie con Santeramo, appassionarci a belle idee. Ho scritto a Luca De Filippo raccontandogli
l’accaduto come motivo della scelta di mettere in scena L’arte della commedia. Lui ha concesso il
permesso per la prossima stagione. Sono molto contento di ciò e comincio per questo a vedere il
volto di Eduardo in platea dal primo giorno di prove. Gli prometto di portare in scena questa
storia, cucita sulla mia pelle.
Michele Sinisi
da martedì 3 a giovedì 5 aprile 2012
CLASSICI
IL NAUFRAGO
UNA STORIA DI MARE (ENOCH ARDEN)
Racconto di Lord Alfred Tennyson
Musica Richard Strauss (op. 38)
Traduttore e narratore Patrizia Zappa Mulas
Al pianoforte maestro Stefano Orioli
FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
Perché mettere in scena oggi un poemetto romantico? Perché è la storia di un emigrante
sottoposto a una prova durissima, la sparizione e il ritorno dopo dieci anni di solitudine su
un’isola deserta: la perdita in vita della propria identità. Enoch Arden è una figura di marinaio
esemplare, di grande devoto a Dio, di vittima della saldezza della sua fede. È la versione romantica
di Giobbe, l’uomo retto sottoposto a prove crudelissime da Dio. Come Robinson Crusoe anche
Enoch resiste alla prova estenuante della solitudine in un’isola tropicale. Ma invece di fortificarsi
con quella iniziazione severa come il suo precedente illuminista, il romantico Enoch ne viene
distrutto. Il suo rivale conquista onestamente, per eccesso di bontà, la moglie che resiste a lungo
senza notizie e solo dopo sette anni accetta il nuovo marito che è diventato il padre dei suoi figli.
E quando Enoch ritorna a casa, rinuncia a farsi riconoscere per non distruggere la loro nuova vita e
nel giro di un anno muore nell’ombra. Enoch Arden è la straziante vicenda di un triangolo amoroso
che entusiasmò l’Inghilterra vittoriana. Quando fu pubblicato nel 1864 fece un tale scalpore che la
Regina Vittoria si presentò a casa di Lord Tennyson per rimproverarlo di aver raccontato la storia
di una bigamia involontaria che invece di farci inorridire ci commuove. Oggi che la morale è
cambiata, questa formidabile parabola acquista una nuova risonanza, torna a riguardarci da vicino
da un’altra angolazione: che cosa significa partire dalla propria casa, lasciare quelli che si amano
per garantirsi un benessere futuro, e perdere tutto, tranne la vita? Come restare umani quando la
prova è tanto dura? Alfred Tennyson è un poeta immaginifico e crudele. Le sue storie sono torte di
crema all’arsenico, i suoi poemi sceneggiature di cinema scritte molto tempo prima che il cinema
fosse inventato. Il suo successo in vita fu immenso.
da venerdì 13 a domenica 15 aprile 2012
TEMPI MODERNI
BARBABLU
Soggetto e regia Valeriano Gialli
Da la fiaba Barbablù di Charles Perrault e il romanzo-saggio Barbablù di Ernesto Ferrero
Drammaturgia Gian Luca Favetto
Scenografia Maurizio Agostinetto
Costumi Federica Genovesi
Coreografie Michela Lucenti, Emanuela Serra
Musiche di Beatles, Mahler, Vivaldi, Joe Jackson, John Harle.
Con Valeriano Gialli, Maria Paola Bardelli, Fulvia Roggero, Vincenzo Santagata
TEATRO DELLE DIECI in coproduzione con ENVERS TEATRO / SISTEMA TEATRO TORINO e
PROVINCIA
Il tema è quello della violenza nella casa, della guerra tra i sessi, della perversione. Ma temi sottesi
sono quelli dell’obbedienza alla legge e della trasgressione alla legge, all’autorità, al potere e quelli
della crudeltà cinica del potere quando è assoluto e quando viene trasgredito.
Ma questi temi si mascherano e si intrecciano con altre caratteristiche molto affascinanti di
Barbablù: la straordinaria passione per il teatro e la musica, la generosità verso gli oppressi, la
mistificazione della realtà. Lo spettacolo comincia laddove la storia di Barbablù finisce. Là, dove
Barbablù viene ucciso, Barbablù risuscita, e il racconto ricomincia in maniera ossessiva. E lo fa per
tre volte. Per arrivare dove la verità è più favolosa della favola, impensabile, perché è la storia
(ricostruita su documenti d’archivio) di un uomo potente e insanguinato, il più ricco di Francia nel
1430, amico e compagno di guerra di Giovanna d’Arco all’assedio di Orleans, che mescola
genialmente l’arte e la vita, che è il primo regista del teatro moderno, che in 8 anni uccide 312
bambini, e che muore impiccato su una collina, trasformando la sua condanna e la sua morte nella
parodia della Passione e della Crocefissione, e che per questo viene creduto santo, osannato dal
popolo, e sepolto con tutti gli onori nella cattedrale della sua città.
da giovedì 19 a domenica 22 aprile 2012
TEMPI MODERNI
BEYOND
Soggetto di Paolo Stratta
Regia Luisella Tamietto
Assistenza Silvia Francioni
Maestro del circo Arian Miluka
Musiche Beppe Turletti
Costumi Colomba Ferraris
Light design Ewan Colsell
CIRKO VERTIGO / ASSOCIAZIONE QANAT ARTE E SPETTACOLO
Beyond non è solo il durante lo spettacolo, è anche il prima e il dopo e soprattutto “l'oltre”. Il
dietro le quinte, il continuo spiazzamento del personaggio che cede il posto al dubbio della
finzione. La necessità della scena che nel circo diventa omaggio ad Artaud si incarna nel suo
doppio comico con la leggerezza della continua sfida a Newton. Le discipline del Circo inoltre
veicolano valori che sono quelli che ricerca una comunità nazionale ancora giovane come la nostra:
la collaborazione, la fiducia, il superamento dei propri limiti, l’uguaglianza e la responsabilità.
Nella vita, come in pista, occorre determinazione, consapevolezza della vertigine, ma anche
perseveranza per raggiungerla e superarla. Solo così acrobati funamboli possono, oggi come un
tempo, affrontare il pericolo di una corda sospesa a grandi altezze. La storia del Circo qui
ripercorsa è anche fatta di crescita e innovazione, si cita il Circo che ha sempre captato le novità e
le bizzarrie che poi ha presentato sotto i suoi tendoni. Beyond è intriso di atmosfere lontane e
vicine nel tempo, dei sogni di allora e di oggi perché l’uomo di circo sa sognare e far sognare;
poco importa quanto sia vero ciò che si narra, l’importante è crederci. Come per Emilio Salgari che
scrisse di paesi esotici e lontani credendo e narrando le sue avventure, ma in realtà non li vide
mai. Lo spettacolo è portato in scena dai giovani artisti del Progetto pilota di alta specializzazione
per Artista di Circo Contemporaneo.
da venerdì 27 a domenica 29 aprile 2012
TEMPI MODERNI
IOLORENZO&GIULIA
Ideazione e regia Silvia Battaglio
In collaborazione con Giulia Ceolin e Lorenzo Bartoli
Testi originali ed elaborazione drammaturgica Silvia Battaglio, Giulia Ceolin e Lorenzo Bartoli
Musiche Torgue/Houppin, Mashinka, Gianluca Misiti
Tecnico di compagnia Massimiliano Bressan
Luci e scene Lucio Diana
Organizzazione Roberta Savian
COMPAGNIA SILVIABATTAGLIO in collaborazione con TANGRAM TEATRO TORINO
IoLorenzo&Giulia rappresenta la fase conclusiva del mio progetto sull’età, dove tre persone si
ritrovano nel mezzo del cammin di “loro vita”, nel tempo che più ci appartiene, quello di coloro
che vivono nel punto di passaggio tra il ragazzo e l’adulto. È il tempo del raccordo, dove ci
portiamo dietro i residui del fanciullo, del figlio, dove i sogni e le illusioni sono ancora vivi mentre
ci apprestiamo ad indossare gli abiti della maturità. In IoLorenzo&Giulia ci si addentra nell’età
delle delicate paure, del mare in tempesta, della volontà che spinge in direzioni opposte, della
creatività all’apice del suo potenziale, dove una voce dentro di noi grida ancora “Eppure da piccolo
non avevo paura di niente”, perché il potere dell’immaginazione non si arrende mai e tenta ancora
una volta di trasformare il sogno in realtà, mentre avanza la necessità e l’obbligatorietà delle
scelte, della strada da percorrere, della concretezza. In IoLorenzo&Giulia l’attenzione è focalizzata
sulla relazione tra noi e il mondo che ci rappresenta, relazione che nasce e si evolve attraverso la
scoperta, lo scambio, nel continuo susseguirsi del tempo che trascorre e modifica ognuno di noi, i
nostri sentimenti, le percezioni nei confronti dell’altro, oltre che di noi stessi. Lo spettacolo viaggia
attraverso il tempo, dall’infanzia all’età adulta, aprendo immaginari sul mondo degli anziani, nelle
loro delicatezze, dove i corpi mutano e le sensazioni spaziano tra un immortale desiderio di vita e
il senso del presente, per poi farci tornare di nuovo e per sempre bambini. È una storia delicata,
fatta di suggestioni e immagini legate insieme dal filo invisibile del tempo, dove le dissolvenze del
tempo presente e del passato si mischiano tra loro aprendo spazi di vita dentro i quali poter
intravedere tracce di noi, del nostro oggi, nel continuo sentire la mancanza, la gioia, la gelosia, il
bisogno, l’amore.
Silvia Battaglio
da giovedì 3 a sabato 5 maggio 2012
PALCOSCENICO DANZA / EVENTO SPECIALE
PASTO A DUE #2 – CREAZIONE 2011
Una creazione di e con Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea
Collaborazione all’allestimento Chiara Guglielmi, Martim Pedroso
Collaborazione alla drammaturgia Fabio Chiriatti
Disegno luci Stefano Mazzotta, Antonio Merola
Costumi e progetto scenografico Cie. Zerogrammi
Elaborazione delle scenografie Vittorio Viola
CIE. ZEROGRAMMI / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
In coproduzione con TEATRO DA GARAGEM
Con il sostegno di REGIONE PIEMONTE, MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
Un ringraziamento a PROD. AO QUADRADO, MATERIAIS DIVERSOS, TEATRO NACIONAL D.
MARIA II, DIMORA COREOGRAFICA
Potere è esercizio del confine. Come tracciare e percorrere le linee dell’esistere e sperimentare al
contempo il territorio interrogativo del coesistere. Dove si svela il vocabolario della possibilità.
Potere è un gioco di equilibrismo morale. Lavoro resistente e geometria del limite. Privare o
privarsi di fronte al banchetto della proprietà. Questo pasto a due, tavola imbandita delle possibili
conquiste, è un trattato sulla forza, sul cedere e opporre, sul consumare o conservare, soccombere
e rinunciare o assoggettare, riportato con ossessione maniacale da ciò che resta di due corpi
sorpresi nell’atto del contendere. Sono i fratelli della tragedia senecana Tieste, duri e spietati per
brama di possesso, sono ciò che ne rimane, ombre terribili, uccelli della notte, a ricordare Tantalo,
espressione di contesa, odio, atrocità. Siedono composti alla tavola imbandita su cui, secondo il
racconto del tragediografo latino, si consumerà la più efferata delle vendette. Sono fermi
nell’istante precedente l’epilogo del racconto, quello spazio in cui dubbio e tensione, giunti al loro
apice, reiterati da tempo infinito, ne alterano e incrinano il contegno superficiale, scomponendo
gradualmente le forme dell’etichetta. E qui la tragedia già si consuma nello stillicidio della
domanda, della possibilità, della speranza vana, nel ribaltamento della logica, nell’eccesso del
desiderio, nell’impossibilità della ragionevolezza assoluta e nei mostri che il suo sogno produce.
venerdì 11 maggio 2012
PROGETTO SPECIALE
Lingue in Scena! Festival Studentesco Europeo di Teatro Plurilingue XII edizione
MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI
Da Bertolt Brecht
Regia di Marco Alotto
COMUNE DI TORINO - SETTORE GIOVENTÙ E SETTORE COMUNICAZIONE E PROMOZIONE DELLA
CITTÀ / GOETHE-INSTITUT TURIN
In collaborazione con FESTIVAL L’AMBASCIATA DI FRANCIA IN ITALIA / L’ALLIANCE FRANÇAISE
TORINO / FONDAZIONE TORINO MUSEI – GAM / TEATRO REGIO TORINO / FONDAZIONE TEATRO
STABILE TORINO / SISTEMA TEATRO TORINO E PROVINCIA / CENTRE MÉDITÉRRANÉEN DE CAP
D’AIL.
Nei passati undici anni sono arrivati a Torino più di 5000 studenti da diversi paesi europei, non
solo quelli più vicini come Francia, Germania, Spagna e Portogallo, ma anche da Norvegia, Polonia,
Bulgaria, Serbia, Romania, dall’Ucraina, dalla Russia e lo scorso anno anche dal Canada. Ragazze e
ragazzi, dai 15 ai 19 anni, hanno recitato nella loro lingua madre e nelle lingue a loro straniere per
i loro coetanei attori e spettatori più di 200 messe in scena, tratte da opere di autori classici e
contemporanei. Numerosissime le lingue e i dialetti nei quali hanno recitato i giovani attori nel
corso degli anni: dal greco antico al piemontese, dal norvegese all’arabo. Lingue in Scena! coniuga
il teatro con la conoscenza delle lingue, promuove la pratica teatrale nelle scuole, l’incontro di
giovani di diversa provenienza. A Torino lavorano insieme sotto la guida di professionisti,
imparano a farsi vicendevolmente da spettatori, sperimentano il valore del proprio impegno e di
quello degli altri, oltre che instaurare preziose relazioni interpersonali. I giovani attori a Torino
confermano l’esperienza già fatta nella propria scuola: è più facile comunicare e imparare le lingue
facendo teatro, mentre conoscere più lingue consente di meglio accedere allo spirito delle diverse
culture e apprezzare le differenze culturali e la lingua degli altri. Ogni anno durante i giorni del
festival il regista Marco Alotto e i suoi assistenti prepareranno l’allestimento di uno spettacolo
plurilingue. Il festival si chiude infatti ogni anno con una rappresentazione alla quale partecipano
tutti i gruppi teatrali dei paesi ospiti. Nelle lingue più diverse hanno parlato sul palco fra gli altri
Ubu Re, Faust, Turandot, Don Giovanni, Pinocchio. L’11 maggio 2012 verrà presentato
l’allestimento dello spettacolo plurilingue tratto da Madre Courage e i suoi figli di Bertolt Brecht,
appunto con la regia di Marco Alotto.
sabato 12 e domenica 13 maggio 2012
TEATRO EUROPEO
L’HOMME CANON
Di e con Patrik Cottet-Moine
COMPAGNIE DE ZEBRES
Alto e longilineo come un palo della corrente elettrica, ecco entra in scena Patrick, dallo sguardo
penetrante è capace d’interpretare personaggi fantastici dando vita a situazioni e scene
rocambolesche da sorprendere e mandare in delirio il pubblico. Una mosca diventa un toro da
corrida, una tennista che impazzisce, un pescatore deriso da un pesce, un poliziotto, un musicista
.Attraverso una galleria di personaggi teneri e stravaganti, Patrick Cottet-Moine trasporta di colpo
lo spettatore nel suo universo unico dove si raggiungono il comico e la sensibilità. Riesce a
rinnovare l’arte del «mimo» con il suo sguardo ingenuo e pieno di poesia. D’una grande finezza,
questo artista dal fisico longilineo e espressivo rivela tutto il suo talento di comico e di rumorista
in uno spettacolo completamente atemporale…
Nel corso dello spettacolo, il nostro ’palo elettrico’, grazie alla sua silhouette ricca di humour ci fa
scoprire il suo talento rendendo lo spettacolo ancora più interessante. Dando origine a situazioni
ed improvvisazioni, a sorprese, che ci fanno scoprire l’uomo di teatro, la magia di un artista ed un
grande show.
giovedì 24 e venerdì 25 maggio 2012
TEMPI MODERNI
FOREVER YOUNG
Un progetto artistico di Alessandra Rossi Ghiglione
Drammaturgia G.A.P. (Giovani Artisti Piemonte)
TEATRO POPOLARE EUROPEO in collaborazione con FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
Un giovane agente immobiliare torinese vive di nascosto nelle case che affitta per una nota
agenzia. Dalle porte, sui tetti, nei cortili, sui pianerottoli delle case di Torino si affacciano le
generazioni “forever young”: quelli giovani che la crisi taglia fuori da una vita ‘normale’ e quelli
maturi che la crisi vorrebbe sempre giovani performativi, belli, efficienti. Uomini e donne, vivi e
morti interagiscono in uno spettacolo veloce, grottesco, surreale e divertente con uno sguardo
tagliente sulla crisi e i suoi protagonisti.
BALLETTO DELL’ESPERIA / CENTRO COREOGRAFICO RETTILARIO
PALCOSCENICO DANZA 2011-2012
Sette appuntamenti d’eccezione che susciteranno grande interesse per la loro peculiarità e l’alto livello
artistico, tutti raccolti sotto il comune denominatore del linguaggio del corpo, che, stagione dopo stagione, si
conferma la cifra che caratterizza Palcoscenico Danza: giunta alla sua quinta edizione, l’iniziativa si conferma
punto di riferimento importante tra le proposte di danza in città. Anche quest’anno il pubblico sarà
nuovamente in contatto con le molte anime della danza contemporanea di oggi, e si confronterà con
differenti stili e molteplici mondi d’artista. Palcoscenico Danza ha registrato nella scorsa edizione il tutto
esaurito in ogni serata, tanto in quelle delle compagnie ospiti quanto in quelle della compagnia di casa, il
Balletto dell’Esperia.
Appuntamento di spicco della prossima stagione è il Ballet d’Europe, una delle più interessanti e riconosciute
compagnie di Francia nell’ambito neoclassico-contemporaneo, fondata e diretta dall’étoile internazionale
Jean-Charles Gil. Per la prima volta a Torino, l’ensemble, formato da 12 splendidi danzatori, proporrà alcuni
lavori del suo direttore.
A gennaio e febbraio due prime nazionali: a gennaio, la sensazionale coppia formata da Stefan Sing,
celebrità del mondo della giocoleria, e da Cristiana Casadio, danzatrice dalle sorprendenti doti tecniche ed
espressive, che nel loro duetto Tangram ci mostrano come i confini tra danza e giocoleria possano essere
superati e anzi come le due discipline si alimentino a vicenda grazie ad un forte supporto poetico di grande
impatto visivo. A febbraio sarà invece la volta di Jordi Vilaseca, danzatore catalano dalla straordinaria
plasticità e presenza scenica, che presenterà l’assolo Cara de mimbre (La faccia nel cesto), un susseguirsi di
scene dai molteplici umori che raccontano le diverse vie per superare le difficoltà della vita.
Il Balletto dell’Esperia sarà presente per il suo numeroso pubblico con due prime assolute e nel tradizionale
Opening, che quest’anno metterà in scena danzatori di oggi e promesse di domani. Infatti, accanto al BdE –
che proporrà alcuni ‘assaggi di stagione’, estratti dalle nuove creazioni che la compagnia presenterà nei mesi
successivi - saranno protagonisti della serata gli allievi di Professione MAS Dance Lab di Milano, accademia di
perfezionamento professionale diretta da Elisa Guzzo Vaccarino: 19 dei suoi migliori giovani danzatori
interpreteranno la recente creazione di Paolo Mohovich Riverbero, su musica di John Adams.
Infine le due prime assolute del BdE: a novembre lo spettacolo dedicato ad alcuni personaggi minori di
Shakesperare tratti da La Tempesta, Amleto, Macbeth e Molto rumore per nulla, firmato a quattro mani da
Gustavo Ramirez Sansano, Paolo Mohovich, e da due giovani autori che stanno nascendo in seno alla
compagnia, Silvia Moretti e Davide Di Giovanni. A marzo, la nuova produzione 2012 Seis flamencos, che
nasce dalla collaborazione tra Paolo Mohovich e il musicista aragonese Gonzalo Alonso: una vibrante
creazione - omaggio a questa musica dalle straordinarie caratteristiche ritmiche - che trascende dalla danza
tradizionale flamenca per avventurarsi in un mondo più astratto, quasi scolpito dalle mille sfumature
musicali. Chiude la stagione il consueto appuntamento dedicato ai coreografi emergenti del Piemonte, con la
coreografa Federica Pozzo e la sua compagnia G.A.P.: Progetto Monostatos è un singolare spettacolo
dedicato all’intrigante personaggio mozartiano del Flauto magico.
Palcoscenico Danza è il segno tangibile di un progetto importante, frutto delle molte sinergie create negli
anni dal Balletto dell'Esperia con realtà artistiche internazionali: il Balletto dell’Esperia / Centro Coreografico
Rettilario prosegue così il percorso iniziato negli anni scorsi, per contribuire significativamente alla
promozione e alla diffusione della danza di qualità in Piemonte.
BALLETTO DELL’ESPERIA
Il Balletto dell’Esperia, diretto dal coreografo Paolo Mohovich, è una compagnia di danza contemporanea
attiva dal 1999, con sede a Torino. Realtà consolidata di livello internazionale, ha all’attivo numerose
tournées di successo in Italia, Spagna, Francia, Cipro, Turchia, Argentina, Uruguay, Perù, Brasile e Stati
Uniti. Dal 2006 il BdE è compagnia associata della Fondazione Teatro Piemonte Europa: frutto di questa
collaborazione è il Centro Coreografico Rettilario, un nuovo polo per la danza contemporanea, diretto da
Mohovich, che estende il suo raggio d’azione sui versanti della programmazione, della produzione e della
promozione dell’arte coreutica.
con il contributo di REGIONE PIEMONTE
CITTÀ DI TORINO
TORINODANZA
MIBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali
FONDAZIONE CRT
CIRCOSCRIZIONE 7 della Città di Torino
Con il patrocinio del CRUD - Centro Regionale Universitario per la Danza “Bella Hutter”
BALLETTO DELL’ESPERIA / CENTRO COREOGRAFICO RETTILARIO
PALCOSCENICO DANZA 2011-2012
Teatro Astra
CALENDARIO
6 ottobre 2011, ore 21.00
BALLETTO DELL’ESPERIA
OPENING / MAS & BDE
23 - 24 novembre 2011, ore 21.00
BALLETTO DELL’ESPERIA
SHAKESPEARE’S FRAMES
PRIMA ASSOLUTA
13 - 14 dicembre 2011, ore 21.00
BALLET D’EUROPE - JEAN-CHARLES GIL
AUTREMENT PAREIL / FOLAVI / SCHUBERT IN LOVE
17 - 18 gennaio 2012, ore 21.00
STEFAN SING & CRISTIANA CASADIO
TANGRAM
PRIMA NAZIONALE
1 febbraio 2012, ore 21.00
JORDI VILASECA
CARA DE MIMBRE
PRIMA NAZIONALE
15 - 16 - 17 marzo 2012, ore 21.00
18 marzo 2012, ore 18.00
BALLETTO DELL’ESPERIA
SEIS FLAMENCOS
PRIMA ASSOLUTA
17 aprile 2012, ore 21.00
COREOGRAFI DEL PIEMONTE
G.A.P. - Compagnia di danza contemporanea
PROGETTO MONOSTATOS
Giovedì 6 ottobre 2011, ore 21
PROFESSIONE MAS DANCE LAB & BALLETTO DELL’ESPERIA
OPENING _ MAS & BDE
Lo spettacolo che inaugura Palcoscenico Danza 2011-2012 vede in scena, accanto al Balletto
dell’Esperia, diciannove talentuosi allievi di Professione MAS Dance Lab di Milano - accademia di
formazione professionale diretta da Elisa Guzzo Vaccarino.
La serata si divide in due parti: nella prima il BdE offrirà una serie di “assaggi di stagione”, ossia
estratti dalle nuove creazioni che la compagnia presenterà nei mesi successivi: frammenti del
balletto Sols a dos - che debutterà in prima assoluta il 13 ottobre al festival Torinodanza presso la
Lavanderia a Vapore di Collegno -, l’inedito trio Simple Tones_Studio per Ofelia - tratto dallo
spettacolo Shakespeare’s Frames in programma a novembre per Palcoscenico Danza -, e alcune
danze che faranno parte della nuova produzione 2012 Seis flamencos - vibrante creazione,
omaggio a questa musica dalle straordinarie caratteristiche ritmiche, in scena all’ Astra in marzo -.
La seconda parte invece è dedicata ai danzatori di domani: Palcoscenico Danza ospita con grande
piacere gli allievi del MAS, che saranno impegnati nella creazione Riverbero con la coreografia di
Paolo Mohovich, su musiche di John Adams.
I° Parte: BALLETTO DELL’ESPERIA
ASSAGGI DI STAGIONE
Estratti dai balletti Sols a dos - musica: Johann Sebastian Bach
Simple Tones_Studio per Ofelia - musica: John Adams
Seis flamencos - musica: Gonzalo Alonso
Coreografie: Paolo Mohovich
II° Parte: PROFESSIONE MAS DANCE LAB
RIVERBERO
Coreografia e concetto scenico: Paolo Mohovich
Assistente alla coreografia: Cristiana Milioni
Musica: John Adams
Interpreti: gli allievi del II e III anno di Professione MAS Dance Lab
“Un percorso attraverso frammenti di vita sociale. Momenti del vivere quotidiano scanditi da ritmi e modalità
differenti. Tutto ciò che facciamo è frutto di regole ben precise che abbiamo assimilato o che stiamo
assimilando. I nostri movimenti e le nostre intenzioni condizionano le persone che abbiamo intorno e
viceversa. Tutto funziona come un effetto a catena, per cui in diversi punti del mondo possono accadere cose
apparentemente slegate tra loro, ma che finiscono invece per essere una conseguenza indiretta una dell’altra.
Immagini di “architettura umana” si alternano a momenti di danza, come se i danzatori fossero al tempo
stesso contenuto e contenitore delle proprie azioni. Frammenti di vita che possono essere ricollegati a diverse
epoche storiche si contrappongono a parti danzate in cui la gestualità riconduce a momenti di guerra e di
pace, di convivenza e di conflitto.” Paolo Mohovich
PROFESSIONE MAS DANCE LAB
Direzione artistica: Elisa Guzzo Vaccarino
Coordinamento artistico: Cristiana Milioni
Professione MAS Dance Lab è un’accademia di formazione professionale per danzatori strutturata sul modello
europeo, che prevede un percorso di studi di tre anni con frequenza giornaliera articolato in lezioni di tecnica
classica, tecnica Cunningham, Release, Contact improvisation, tecnica contemporanea, acrobatica, sbarra a
terra, senza trascurare la conoscenza delle basi storiche, estetiche e produttive della cultura teatrale. Parte
integrante del piano di studi sono la sezione workshop, dove gli allievi possono concretamente sviluppare il
proprio talento creativo, e il training di palcoscenico in creazioni coreografiche di autori di rilievo del
panorama artistico contemporaneo (Itzik Galili, Matteo Levaggi, Michela Lucenti, Paolo Mohovich, Cristina
Rizzo, Susan Sentler, Bradley Shelver) che di anno in anno costituiscono la base artistica degli spettacoli
dell’Accademia.
MAS MUSIC, ARTS & SHOW tel. 02.27225 - Via Meucci 83 - 20128 Milano - www.mas.it
Mercoledì 23 e giovedì 24 novembre 2011, ore 21
BALLETTO DELL’ESPERIA
SHAKESPEARE’S FRAMES
Shakespeare’s Frames vuol essere un omaggio del Balletto dell’Esperia al grande autore inglese,
attraverso la messa in scena di quattro camei dedicati a personaggi minori o secondari tratti da
quattro suoi capolavori. Le opere di Shakespeare sono ricche di queste figure che, pur nella loro
posizione di minor importanza rispetto ai personaggi principali, sono davvero affascinanti e ricche
di sfaccettature, e potrebbero essere di per se stesse protagoniste di una pièce teatrale.
Lo spettacolo è firmato oltre che da Paolo Mohovich e da Gustavo Ramirez Sansano, affermato
coreografo spagnolo dal brillante percorso internazionale, anche da due giovani autori che stanno
nascendo in seno al BdE: Silvia Moretti e Davide Di Giovanni.
I personaggi da cui traggono ispirazione le quattro coreografie sono Calibano, da La Tempesta, per
la coreografia di Gustavo Ramirez Sansano, Ofelia, da Amleto, per Paolo Mohovich, le streghe, da
Macbeth, per Silvia Moretti, ed Ero, da Molto rumore per nulla, per Davide Di Giovanni.
CALIBAN
Coreografia: Gustavo Ramirez Sansano - Musica: Ludwig van Beethoven
In Caliban viene proposta una lettura intima del personaggio di Calibano de La tempesta di Shakespeare,
attraverso tre danzatori che interpretano le diverse sfaccettature della sua articolata personalità. Ramírez ha
infatti preso come spunto per la costruzione dei tre personaggi del balletto le varie trasformazioni che questa
figura minore compie durante lo svolgersi dell’azione, trasformazioni che vanno dalla sottomissione forzata,
alla ribellione, alla finale accettazione della propria natura. Essere surreale e quasi mostruoso, Calibano è
una figura poliedrica, tanto da aver ispirato la creazione di diversi caratteri umani, facenti però tutti parte
dello stesso personaggio.
ERO, SONO…
Coreografia:Davide di Giovanni - Musica: Frederic Chopin
“La coreografia gioca sul tema della complessa ambivalenza che caratterizza alcuni personaggi
shakespeariani. Ero è una donna virtuosa ma viene accusata di non esserlo, è viva ma viene presa per
morta. Anche il suo nome rimanda a questo concetto, un nome che per assonanza rimanda al passato (ero)
per una persona immersa nel presente. Ero è sempre divisa in due: vita/morte, passato/presente... La
musica di Chopin accompagna questo brano: è perfetta per amalgamare ciò che spesso è opposto e
diverso.” Davide Di Giovanni
STREGHE (titolo provvisorio)
Coreografia: Silvia Moretti - Musica: Paul Kalkbrenner, Josh Kramer
“Una voce interna ad ognuno di noi si fa spesso sentire, ma solo sentire, libera è la nostra scelta di ascoltarla
o meno. I personaggi delle streghe nel Macbeth di Shakespeare rappresentano quella voce, che il
protagonista avrà libertà di seguire o no. Queste ‘streghe’ saranno il motore della scena, e da loro
estrapolerò i vari temi emersi dalla mia lettura di questa tragedia shakespeariana. “ Silvia Moretti
SIMPLE TONES_STUDIO PER OFELIA
Coreografia: Paolo Mohovich - Musica: John Adams
Un ritratto fugace ma intenso di Ofelia, uno dei personaggi femminili più belli del teatro shakespeariano: la
coreografia restituisce un’immagine densa di sfaccettature di questa giovane, spirito combattuto e inquieto,
innocente e vulnerabile, in preda alla pazzia a causa della delusione amorosa per Amleto prima e della morte
del padre dopo.
Martedì 13 e mercoledì 14 dicembre 2011, ore 21
BALLET D’EUROPE - JEAN-CHARLES GIL
Per la prima volta a Torino il Ballet d’Europe, brillante compagnia francese di livello internazionale
fondata nel 2003 dall’etoile Jean-Charles Gil (già stella di Roland Petit ai tempi della sua direzione
al Balletto di Marsiglia e di Maurice Bejart), composta da dodici splendidi danzatori di solida base
classica posta al servizio della danza contemporanea. Per la stagione Palcoscenico Danza viene
presentato un programma misto di estratti da recenti coreografie del suo direttore che mettono in
luce la notevole versatilità e l’ottimo livello tecnico dei suoi interpreti.
AUTREMENT PAREIL
Coreografia : Jean-Charles Gil
Una storia di famiglia. Il mondo della musica jazz scelto per questa coreografia permette a Jean Charles Gil
di mettere in scena una danza autentica e sentita, che fa risaltare la personalità di ogni artista della
compagnia.
FOLAVI
Coreografia, scenografia e costumi: Jean Charles Gil
Musica: Antonio Vivaldi
Folavi, brano del 2008, nasce dalla volontà dell'autore di immergersi nella musica di Antonio Vivaldi e nella
vitalità dei suoi Concerti tradotta nei corpi in pura fluidità. «Un brano ludico, dinamico, che brilla per
generosità e gioia di danzare. I danzatori mostrano una qualità tecnica smagliante e una grande sensibilità in
una coreografia costruita con gusto. » G. Mannoni
SCHUBERT IN LOVE
Coreografia e scenografia: Jean-Charles Gil
Musica: Franz Schubert
Luci: Jean-Bastien Nehr
Costumi: Philippe Combeau
Schubert in Love affonda nella musica di Schubert cercando le possibili corrispondenze, gli incontri, le fughe
d'amore che la musica da camera del compositore austriaco suggerisce. « Schubert in Love mette in scena
brevi incontri, momenti di emozione pura creati intorno alla musica da camera di Shubert. In un momento in
cui coreografi neoclassici o contemporanei affrontano la musica come un eccesso di effetti visivi o come un
isolamento autobiografico dell’autore, Gil si manifesta controcorrente, esaltando i corpi nella dinamica, nella
velocità, nell’unisono, nell’ampiezza del movimento » A. Freschel
BALLET D’EUROPE
Come il continente europeo da cui mutua il nome, il Ballet d'Europe sublima l'origine e la personalità di ogni
suo danzatore nell'obiettivo di trovare nel gruppo una nuova unità. Fondato nel 2003 da Jean-Charles Gil
(étoile al Ballet de Marseille, al San Francisco Ballet e ai Balletti di Monte-Carlo), il Ballet d'Europe ha sede a
Marsiglia e consta attualmente di 12 danzatori di età compresa tra i 19 e i 33 anni di diversa nazionalità. La
fiducia nel corpo, nelle sue infinite potenzialità espressive, musicali ed emozionali, sono i punti cardine su cui
ruota il repertorio della compagnia che, in soli otto anni, è riuscita ad annoverare molti titoli siglati da alcuni
dei più interessanti creatori di oggi quali Nacho Duato, Luca Veggetti, Jorma Uotinen, Régis Obadia, Lionel
Hoche, Francesco Nappa e, naturalmente, dal direttore Gil (Petrouchka, Mireille, One More Time, Schubert in
Love, Folavi, Autrement Pareil). Scrittura calligrafica e propensione all'astrattismo sono le caratteristiche del
coreografo Jean-Charles Gil che fonda sull'intuizione fisica, sui naturali sentieri del corpo, la leggibilità e
l'eleganza della sua danza foriera di emozioni.
Martedì 17 e mercoledì 18 gennaio 2012, ore 21
STEFAN SING & CRISTIANA CASADIO
TANGRAM
Il "tangram" è un puzzle, di antiche origini cinesi, composto da sette pezzi, di forme
geometriche differenti. Lo scopo del gioco è formare figure di senso compiuto, usando tutti i pezzi,
senza sovrapporne nessuno (la leggenda narra che un monaco donasse ad un suo discepolo un
quadrato di porcellana, su cui dipingere quello che avrebbe visto nei suoi viaggi. Ma il discepolo
fece cadere il quadrato, che si ruppe in sette pezzi. Nel tentativo di ricostruirlo, formò figure
interessanti e capì che non aveva più bisogno di viaggiare, perché poteva rappresentare le bellezze
del mondo con quei soli sette pezzi).
Lo spettacolo Tangram è basato sull'idea del puzzle cinese, dove i pezzi sono però costituiti dai
diversi stati d'animo che una coppia si trova a dover affrontare: Tangram è un puzzle di emozioni,
in cui la stabilità della coppia è il pezzo mancante.
Così come nel gioco tangram, anche nello spettacolo, gli oggetti (le palline, in questo caso), ma
anche i corpi stessi dei due interpreti, vengono manipolati e rielaborati in diverse forme, utilizzati
per rappresentare, sia visivamente, che emotivamente, le diverse situazioni che si vengono a
creare. Lo spettacolo è un mix di danza e giocoleria, in cui gli oggetti sono il linguaggio e il
movimento è usato come voce. I corpi vengono smontati e ricostruiti, manipolati come oggetti e
mescolati con gli oggetti. Chi manipola chi? E’ la domanda ricorrente.
Regia e coreografia: Cristiana Casadio e Stefan Sing
Interpreti: Cristiana Casadio e Stefan Sing
Assistenti alla regia: Sabine Rieke e Julia Christ
Costumi: Rebecca Tschoeke
Musica: Nikolaus Herdiekenhoff, Stefan Sing e Venetian Snares, Colleen, The Lounge Lizards
Sala prove: Katakomben - Berlino
STEFAN SING è un giovane artista tedesco, tra i più rappresentativi esponenti della giocoleria
contemporanea.
Nasce come artista autodidatta e presenta, già nei primi anni '90, il suo assolo "Rain Is Falling", con cui si
esibisce in vari festival europei.
Terminati gli studi universitari in filosofia e letteratura tedesca, approfondisce lo studio della danza
contemporanea nel centro "ICAT" a Berlino. Tra il 2005 e il 2008 lavora sia con la compagnia "Cellar and
Sky" che con il duo "Catch Me If You Can", nei principali cabaret e festival europei. Nel 2009 ottiene, con la
compagnia di circo contemporaneo "Aiuaio", il premio "Jeunes talents cirque". Dal 2009 si esibisce con il suo
solo " Pigeon, Why Do You Scare Me?" e nello stesso anno comincia anche la collaborazione con Cristiana
Casadio, per il progetto "Tangram". E’ inoltre docente nelle principali scuole di circo europee.
CRISTIANA CASADIO, dopo essere stata campionessa italiana di ginnastica ritmica, approfondisce lo
studio della danza classica e contemporanea. Nel 1998 partecipa al "Corso di perfezionamento per giovani
danzatori", diretto da Mauro Bigonzetti, presso la compagnia Aterballetto. Ottiene diverse borse di studio, tra
cui al "Merce Cunningham Studio" e al "Peridance Center" a New York.
Prende parte a diverse produzioni dirette da Vittoria Ottolenghi ed ha al suo attivo varie esperienze in
compagnie di balletto sia italiane che straniere, tra cui, come solista, nel balletto del Teatro Stabile "Tjla" a
Plzen nella Repubblica Ceca. Dal 2002 al 2008 fa parte, come solista, del Balletto dell'Esperia diretto da
Paolo Mohovich. Dal 2009 collabora con Stefan Sing al progetto Tangram.
STEFAN E CRISTIANA si incontrano nel 2008 e capiscono immediatamente di poter fondere insieme le
loro diverse discipline, esplorando il confine tra danza e giocoleria, tra circo e teatro, tra passione e
sobrietà. Nel 2009 creano Mikado, un atto di pochi minuti, con cui si esibiscono con successo in diversi
varietà in Germania. Da questa base si sviluppa Tangram, che portano in scena dall'autunno 2010.
Mercoledì 1 febbraio 2012, ore 21
PROJECTO D_RUSES - JORDI VILASECA
CARA DE MIMBRE (La faccia nel cesto)
Cara de mimbre è un assolo interpretato da Jordi Vilaseca, danzatore catalano dalla straordinaria
plasticità e presenza scenica, un susseguirsi di scene dai molteplici umori che raccontano le diverse
vie per superare gli empasse della vita.
Il brano è un viaggio attraverso esperienze passate che si traducono nella capacità personale che
tutti abbiamo di renderci più forti di fronte alle avversità di ogni giorno. Il cesto è per il danzatore
come uno scudo, scolpito dai colpi che dà la vita, ma in cui anche possono essere conservate
un’infinità di esperienze…
Coreografia e interpretazione: Jordi Vilaseca
Produzione: Toño Monzón, Hacedor de Proyectos
Light designer: Raúl Ortega, Embocadura
Montaggio video: Raúl Muñoz
Arrangiamento musicale: Amador Castilla
Voci in off: Roser Vilaseca, Cari lorite, Jordi Vilaseca
Grafica: Pilara Pinilla
Fotografía: José Antonio Hernández. Foto Madrid
Músiche: Max Richter (Haunted Ocean “solo”, Boaz and the Dogs, Iconography, On the Nature of
the Day Light), Woven Hand (The Speaking Hand, Snake Bite), Swodgehen (Hocnbahn, Walz 57),
David Darling (Serenity)
JORDI VILASECA
Diplomatosi presso il Conservatorio Superiore di Danza di Barcellona, ha danzato successivamente con le più
importanti compagnie contemporanee spagnole e con diverse compagnie estere come la svedese Norrdans,
dove è stato interprete di creazioni di Itzik Galili, Stephen Petronio, Rui Horta e Ted Stoffer. Tra le
compagnie e i coreografi più importanti in Spagna con cui ha lavorato: Metro di Ramon Oller, Lanonima
Imperial di Juan Carlos Gracia, Il Centro Coreografico Galego con Cisco Aznar. Si è distinto in diversi ruoli
solistici che l’hanno confermato interprete peculiare, versatile e dotato di grande plasticità e forza espressiva.
Nel campo della coreografia è stato vincitore di alcuni importanti concorsi coreografici come quelli di
Castellon, Burgos e Madrid e nonostante la sua giovane età è considerato come uno dei più significativi
interpreti-coreografi spagnoli.
PROJECTO D_RUSES - Arti del movimento e creazione contemporanea
E’ un nuovo ente che si occupa di produzione e creazione coreografica con sede in Aragona, che ha avuto
inizio nel febbraio del 2010 per volontà del danzatore e coreografo Jordi Vilaseca e di Toño Monzón,
responsabile dell’agenzia di gestione culturale Hecedor de Proyectos. L’obiettivo principale è quello di
stimolare nuovi progetti nel campo delle “arti del movimento” attraverso le proprie creazioni o la
collaborazione con altri artisti.
Giovedì 15, venerdì 16, sabato 17 marzo 2012, ore 21
Domenica 18 marzo 2012, ore 18
BALLETTO DELL’ESPERIA
SEIS FLAMENCOS
La nuova produzione 2012 del Balletto dell’Esperia vuole essere un omaggio alla Spagna, terra
d’origine della compagnia. L’interesse del coreografo verso diversi tipi di musica spagnola si
manifesta in questo nuovo lavoro attraverso una collaborazione artistica con musicisti originari di
Saragozza.
Lo spettacolo Seis flamencos si divide in due parti: un balletto d’apertura, Suite Espagnole, che
presenta in forma di divertissement alcuni pezzi inediti e colorati accanto ad altri tratti da Danza
sulla pelle del toro - uno dei successi del BdE del 2002 - rivisitati per l’occasione.
Una sorta di stuzzicante e ironico aperitivo, che introduce l’atmosfera della nuova creazione che dà
il titolo alla serata: Seis Flamencos nasce dalla collaborazione tra Paolo Mohovich e Gonzalo
Alonso, compositore e direttore del gruppo musicale La Querencia. La poetica del giovane e
talentuoso compositore spagnolo è quella di utilizzare la tradizione musicale flamenca
riproponendola sotto una nuova luce, con l’aggiunta di strumenti classici che ne arricchiscono ed
enfatizzano l’essenza. Senza tradire assolutamente lo spirito folk di questa musica, si ottiene un
risultato raffinato, ma sempre profondamente legato alla terra e alle tante culture che fanno del
flamenco un fenomeno musicale apprezzato in tutto il mondo.
Dalla perfetta sinergia tra coreografo e compositore nasce una danza essenziale e asciutta,
danzata sulle punte, in equilibrio tra linearità neoclassiche e dinamiche coreografiche legate più
direttamente allo spirito “terreno” della musica. La danza si ispira anche al gioco di parole che
suggerisce il titolo: “seis flamencos”, che nella nostra lingua fa pensare per assonanza alla musica
flamenca, in realtà in spagnolo significa anche “sei fenicotteri”…
I° Parte: SUITE ESPAGNOLE
II° Parte: SEIS FLAMENCOS
Concept e coreografia: Paolo Mohovich
Musica originale: Gonzalo Alonso eseguite dal gruppo musicale La Querencia e autori vari
Costumi: Jorge Gallardo
Luci: Paolo Mohovich e Virginio Levrio
Interpreti: Balletto dell’Esperia
Co-produzione: Centro Dramático de Aragón
Martedì 17 aprile 2012, ore 21
Serata COREOGRAFI DEL PIEMONTE
Prosegue con questo spettacolo l’iniziativa del Balletto dell’Esperia/Centro Coreografico Rettilario
volta a sostenere la coreografia emergente del territorio piemontese.
Co-produzione: Balletto dell’Esperia / Centro Coreografico Rettilario
G.A.P. / Compagnia di danza contemporanea
PROGETTO MONOSTATOS
Uno spettacolo di Federica Pozzo e Roberto Tarasco
“Sorge spontaneo, ad un certo punto della vita, chiedersi se il ‘cattivo’ della storia che si va a
narrare lo è davvero oppure se c’è la possibilità che, in realtà, alcuni istanti di debolezza o lacune
in campo affettivo possano averlo deviato fino a farlo diventare tale.
Leggendo la storia de Il flauto magico mi sono innamorata del personaggio di Monostatos e ho
provato ad immaginarmelo come un uomo di mezza età, esteriormente duro, ma segnato da una
vita passata ad osservare chi è più duro di lui, folle d’amore per una carcerata quasi adolescente e,
infine, follemente solo, scherno di coloro che hanno una intera vita davanti. Di fatto, un chiaro
esempio di uomo del nostro tempo… Spesso, infatti, chi ha le chiavi del proprio destino, non è
conscio di poterne disporre.” Federica Pozzo
“Monostatos è il carceriere, il legame, quello che ti incatena e non ti fa respirare. Quello che non ti
fa entrare dove vorresti. Quello che non ti fa uscire più.
Il tuo amore chiuso in gabbia. La gabbia dove si butta l’amore.
Ma anche l’alibi di quelli che non ci provano, perché qualcuno ha girato a quattro mandate la
serratura… La porta è chiusa. Nessuno si avvicina. Nessuno si accorge che la chiave è ancora lì.
La rabbia. Troppo tardi per scappare, per salvare il nostro bene. Per stare insieme. O solo per
capire che non è giusto che ci debba pensare sempre qualcun altro.
Il fato, la fortuna. La distrazione del male. Bastava fare un passo , spingere via Monostatos.
La chiave è ancora lì. Per essere felici, dobbiamo aprire noi.” Giovanni Cagna
Coreografia: Federica Pozzo
Scenofonia: Roberto Tarasco
Interpreti: Philippe Pierson, Roberta Fornier, Mara Pineschi, Emanuela Cavaglià, Mattia Mele,
e con Gabriele Capilli, Paolo Tagliaferro, Mariateresa Sapino, Anna Scotti
Al basso: Fabio Zecchinato
Testi: Giovanni Cagna
Costumi: Nuova Danceline
Assistente alle coreografie: Emanuela Cavaglià
FEDERICA POZZO - COMPAGNIA G.A.P.
Inizia a studiare danza classica e moderna presso la scuola della madre Mariella Pozzo. Si diploma presso
l’Isef di Torino. Si perfeziona in danza moderna e contemporanea con David Storey, Milton Miyers, Desmond
Richardson, Dwight Roden, Max Stone, Stephen Petronio, Redha, Boitiere, Goss, Zambrano, Bigonzetti,
Sandroni, Zappalà.
Parallelamente all’insegnamento nella propria scuola, Federica Pozzo è membro del consiglio direttivo di
Moncalieri Danza e di Coorpi. Partecipa a “Domande a Dio“ con la regia di Gabriele Vacis, al film “Tutta colpa
di Giuda “ di Davide Ferrario, al film “Occhio Pinocchio “, a produzioni teatrali e a trasmissioni televisive
(“Fantastico 10”).
Nel 1998, con la sorella Michela, crea la compagnia di danza G.A.P. con cui partecipa a vari festival ed eventi
(Cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi, Interplay, Festival di Avignone, Ammutinamenti, Lavori in pelle, La
Piattaforma, Differenti Sensazioni, Insoliti, Presentazione della 500). Le due coreografe trovano nella
compagnia uno strumento per costruire un linguaggio coreografico personale che sappia coniugare la danza
con altri generi espressivi: nel processo creativo dei loro spettacoli vengono coinvolti danzatori, attori,
musicisti, pittori, videomakers e performers.
LABORATORI STAGIONE TPE 11.12
•
Laboratorio di recitazione sul verso condotto da Beppe Navello
6-12 febbraio
Costo € 200
•
Laboratorio “Il corpo minimo” di scrittura coreografica condotto da Zerogrammi
8-12 novembre dalle 16 alle 19
Costo € 100
•
Laboratorio sulla Commedia dell’Arte
condotto da Officina per la Scena e Paranza del Geco
27-28-29 gennaio (27: 18-21; 28 e 29: 10-18)
Costo € 100
•
Progetto TPE – CRUD - Relazioni in movimento
Percorso di formazione di 7 weekend sulla consapevolezza del corpo attraverso il
movimento e la relazione con gli altri
29-30
19-20
21-22
18-19
24-25
21-22
26-27
ottobre 2011 – Doriana Crema
novembre 2011 - Cinzia Delorenzi
gennaio 2012 – Barbara Altissimo
febbraio 2012 - Doriana Crema
marzo 2012 - Cinzia Delorenzi
aprile 2012 – Barbara Altissimo
maggio 2012 - Doriana Crema, Cinzia Delorenzi, Barbara Altissimo
Costo €300
Costo € 150 studenti
•
Percorso settimanale di formazione teatrale condotto da Chiara Vallini
Giovedì 13/20/27 ottobre - 3/17/24 novembre - 1/15 dicembre (8 incontri)
Orario 18.30 – 20.30
Costo € 100
INCONTRI E APPROFONDIMENTI
Attività per le scuole
Repliche riservate agli studenti, laboratori, incontri, discussioni, visite del teatro.
UFFICO SCUOLE tel 011.5119409 [email protected]
Dietro le quinte – Università degli studi di Torino
Approfondimenti e curiosità intorno agli spettacoli della Stagione, in collaborazione con il Corso
di Laurea in DAMS - Facoltà di Scienze della Formazione.
Scenografi all’Accademia
Osservazioni intorno alla messinscena con registi, scenografi, costumisti e gli studenti
dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino.
Incontri / dibattiti / approfondimenti
Organizzati negli spazi del Teatro Astra con il coinvolgimento delle compagnie ospiti coordinati
da docenti universitari, giornalisti, esperti del settore.
Dopoteatro
Il pubblico della Stagione TPE 11.12 potrà usufruire di prezzi agevolati presso bar e ristoranti
torinesi.
BIGLIETTI
INTERO € 18,00
RIDOTTO € 13,00
HAPPY HOUR TEATRALE (SPETTACOLI ORE 19.00) € 10,00
ABBONAMENTI IN VENDITA IN BIGLIETTERIA E ON-LINE
ABBONAMENTO TEATRO A SCELTA
4 SPETTACOLI A SCELTA € 40,00
ABBONAMENTO A TEATRO IN 2
3 SPETTACOLI A SCELTA PER 2 PERSONE € 51,00
(l’abbonamento dà diritto a 2 ingressi per 3 spettacoli a scelta)
ABBONAMENTO UNDER 26 e OVER 60
5 SPETTACOLI A SCELTA € 32,00
(l’abbonamento dà diritto ad assistere a 5 spettacoli a scelta)
ABBONAMENTO A TEATRO CON CHI VUOI
10 INGRESSI € 80,00
I tagliandi sono utilizzabili singolarmente per uno spettacolo o da più persone
contemporaneamente. Per lo spettacolo Il Dolore, con Mariangela Melato, sono utilizzabili al
massimo 2 tagliandi.
FUORI ABBONAMENTO
456
INTERO € 12,00
RIDOTTO € 10,00
INFO e BIGLIETTERIA
TEATRO ASTRA (via Rosolino Pilo 6, Torino)
Dal martedì al sabato dalle ore 16.00 alle ore 19.00
Tel. 011 5634352 / [email protected]
PREVENDITA BIGLIETTI E ABBONAMENTI
INFOPIEMONTE
Piazza Castello 165 – ingresso via Garibaldi, Torino
Tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 18,00
VENDITA BIGLIETTI ON-LINE www.fondazionetpe.it
TEATRO ASTRA
Via Rosolino Pilo 6, Torino
A 1 MNUTO DALLA STAZIONE METRO RACCONIGI
MEZZI PUBBLICI 2 – 13 – 65 – 65/