29-07-2015 Data Pagina 1 / 2 Foglio Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Cliccando in un punto qualsiasi dello schermo, effettuando un’azione di scroll o chiudendo questo banner, invece, presti il consenso all’uso di tutti i cookie OK NETWORK LAVORO ANNUNCI ASTE × Accedi Scienze Home Politica Economia Sport Spettacoli Tecnologia Motori Tutte le sezioni Archeologia sottomarina in 3D per ricostruire le navi romane "Le rotte del marmo" è un progetto dell'Università Ca' Foscari e dell'Istituto di architettura veneziano: seguire le vie dei carichi di marmi naufragati in un viaggio nei fondali marini che si avvale della tecnologia 3D 29 luglio 2015 Ricostruire le navi romane grazie alle immagini 3D raccolte nei fondali del Mar Mediterraneo, fotografando carichi di marmi naufragati. È l'obiettivo di "Le rotte del marmo", progetto che è un vero e proprio viaggio sottomarino, una ricerca archeologica tra i carichi di marmi di età romana imperiale naufragati nei mari dell'Italia meridionale. La tappa più recente è in Sicilia: i ricercatori di Ca' Foscari e Iuav hanno esplorato l'enorme carico, uno dei più grandi in assoluto del Mediterraneo antico, lasciato in fondo al mare da una nave nei pressi dell'Isola delle Correnti. Il progetto, coordinato da Carlo Beltrame, docente di archeologia marittima del dipartimento di Studi Umanistici dell'Università Cà Foscari Venezia, è in collaborazione con la Soprintendenza del mare di Palermo e apre nuovi scenari nel campo della ricerca archeologica sottomarina. I PIÙ I PIÙ LETTI CONDIVISI Scoperta Terra con un proprio sole in una zona "abitabile" dell'Universo F1, Gp Ungheria Vettel porta la Ferrari sul tetto del mondo Sanità, tagli per decreto tetto a esami e visite: chi sfora dovrà pagare La verità di Lucia Borsellino: così Crocetta mi ha tradito Unioni gay, arriva la condanna di Strasburgo all'Italia: "Riconosca i loro diritti" Gutgeld: "Tagli sulla sanità, così risparmiamo dieci miliardi" La 'ndrangheta controllava le scommesse on line: 41 arresti, sequestri per 2 mld di euro La Cina spaventa i mercati, crolla Shanghai. Milano scivola del 3% Seguici su STASERA IN TV 21:20 - 23:10 21:05 - 21:15 Lol :-) 21:10 - 23:30 Il principe - Un amore impossibile - Stagione 2 Ep. 4 129964 Cedar Cove - Stagione 1 Ep. 8 - 9 Codice abbonamento: Si tratterebbe, secondo le stime, di 290 tonnellate di marmo, perlopiù proconnesio (una varietà di marmo bianco usato durante l'Impero romano) proveniente dall'isola di Marmara, in Turchia. Le informazioni tratte da questa spedizione si aggiungeranno a quelle già raccolte a Punta Scifo, Calabria, e nel 2014 a Marzamemi e Capo Granitola, in Sicilia. In tutti questi casi si tratta di relitti di navi romane datati preliminarmente al III secolo d. C., con carichi di marmi orientali. Il legno delle navi è andato quasi completamente perduto. Il loro carico, che nel 29-07-2015 Data Pagina 2 / 2 Foglio caso di Punta Scifo arrivava a 350 tonnellate di marmi, è invece rimasto a documentare il naufragio. I ricercatori stanno applicando dei metodi innovativi per ricomporre la disposizione del carico e da questa ricostruire la nave. La prima ricostruzione preliminare in 3D è stata realizzata per il relitto di Marzamemi, mentre per gli altri siti lo studio è in corso. Questa sfida è resa possibile della fotogrammetria, tecnologia ben nota ad esempio in architettura e nel rilevamento topografico. Il progetto "Le rotte del marmo", invece, porta la fotogrammetria sperimentale in fondo al Mediterraneo, avvalendosi della consulenza di Francesco Guerra, responsabile del laboratorio di fotogrammetria dell'Università Iuav di Venezia. Grazie a questa tecnologia, i blocchi di pietra diventano immagini tridimensionali. I campioni di marmo vengono invece analizzati da Lorenzo Lazzarini, direttore del Laboratorio per l'analisi dei materiali antichi dello Iuav. L'originalità di questa applicazione è stata di recente premiata come miglior paper al Isprs/Cipa workshop "Underwater 3D recording & modeling" di Sorrento. La documentazione raccolta viene quindi processata in ambiente 3D anche grazie alla collaborazione di Simone Parizzi, ingegnere navale, per proporre una ricostruzione delle dimensioni, della forma della nave e delle sue caratteristiche idrostatiche. 3d archeologia marina impero romano Mare Fondali sottomarino iuav - istituto universitario di architettura a venezia Carlo Beltrame Simone Parizzi Lorenzo Lazzarini Francesco Guerra Fai di Repubblica la tua homepage Guida Tv completa » CLASSIFICA TVZAP SOCIALSCORE 1. 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