Lezione 3 GEOTECNICA Docente: Ing. Giusy Mitaritonna e-mail:[email protected] - Lezione 3 – A. Principio delle tensioni efficaci B. Valutazione dello stato tensionale litostatico MODELLI PER LO STUDIO DEI TERRENI Il terreno saturo può essere studiato attraverso due modelli: acqua Terreno nel suo complesso (mezzo ideale continuo) granuli solidi + = Si considerano separatamente granuli solidi e acqua (due continui sovrapposti che agiscono in parallelo) TERRENO NEL SUO COMPLESSO Le tensioni che agiscono in un punto del continuo indifferenziato si chiamano TENSIONI TOTALI dN σ = lim dA→ 0 dA dT τ = lim dA→0 dA σz σx P Terreno nel suo complesso (mezzo ideale continuo) σy 3.A Principio delle tensioni efficaci IL PRINCIPIO DI TERZAGHI o DEGLI SFORZI EFFICACI È una relazione di carattere empirico che non subisce alcuna limitazione nell’ipotesi di totale saturazione dei terreni (Sr = 100%). La sua validità nel campo delle sollecitazioni che interessano l’ingegneria civile è ormai provata da un’amplissima evidenza sperimentale. • Principio delle tensioni efficaci (Terzaghi, 1936): - “Le tensioni in ogni punto di una sezione attraverso un massa di terra possono essere calcolate dalle tensioni principali totali σ1, σ2 e σ3 che agiscono in quel punto”; - “Se i pori della terra sono pieni d’acqua ad una pressione u, le tensioni principali totali si dividono in due parti. Una parte, u, agisce nell’acqua e nella fase solida, con uguale intensità in ogni direzione”; - “Le differenze σ’1 =σ1 - u, rappresentano un σ’2 = σ2 - u, incremento rispetto σ’3 = σ3 - u alla pressione interstiziale ed hanno sede esclusivamente nella fase solida della terra”; • Principio delle tensioni efficaci (Terzaghi, 1936): σ '= σ − u dove σ’ = tensione efficace, σ = tensione totale, u = pressione interstiziale • Come alle tensioni totali, così anche alle tensioni efficaci non è possibile assegnare un preciso significato fisico • Tutti gli effetti MISURABILI prodotti da un cambio di stato tensionale, quali una compressione, una distorsione o una variazione di resistenza al taglio, sono esclusivamente dovuti a una variazione delle TENSIONI EFFICACI. • Dal riconoscimento del ruolo delle tensioni efficaci nel comportamento dei terreni ha avuto origine la geotecnica moderna In termini di tensioni tangenziali τ = τ' • L’acqua non partecipa alla ripartizione delle sollecitazioni tangenziali in quanto, come è noto, non trasmette sforzi di taglio • Le tensioni tangenziali, in condizioni di carico usuali, sono sopportate interamente dallo scheletro solido. È possibile estendere al regime di tensioni efficaci tutto quanto già esposto riguardo gli stati tensionali in generale. La pressione interstiziale è uguale in tutte le direzioni. Perciò: - le direzioni che risultano principali per le tensioni totali lo sono anche per le tensioni efficaci - è possibile disegnare cerchi di Mohr relativi alle tensioni efficaci 3.B Valutazione dello stato tensionale litostatico • Tensioni litostatiche: tensioni agenti nel terreno dovute al peso proprio del terreno stesso • E’ possibile determinare le tensioni litostatiche per situazioni geomorfologiche e stratigrafiche semplici • Caso di deposito con piano campagna orizzontale + trascurabili variazioni della natura del terreno in direzione orizzontale: - i piani verticali ed orizzontali sono piani principali (non esistono tensioni tangenziali su questi piani) - la tensione verticale σv e la tensione orizzontale σh sono perciò tensioni principali • Per un cubo elementare di terreno le cui facce sono paralleli a tali piani, le equazioni di equilibrio sono: ∂σ 3 ∂σ h = =0 ∂x ∂x ∂σ 2 ∂σ h = =0 ∂y ∂y ∂σ 1 ∂σ v = = σv + γ −σv = γ ∂z ∂z 3≈ 2≈ y x σz 1≈z σh σh γ σz + γ • Integrando: z σ v = ∫ γ ⋅ dz 0 • Se il terreno è omogeneo (γ = costante con la profondità): σv = γ ⋅ z σ =γz z • γ La tensione verticale totale varia linearmente con la profondità • Nel caso in cui γ possa essere ritenuto costante a tratti (terreni stratificati): σ v = ∑ γ i ⋅ ∆zi i dove γi = peso di volume dello strato i-esimo, ∆zi = spessore dello strato i-esimo ∆z1 ∆z 2 σ 1 = γ 1∆z1 σ 2 = γ 1∆z1 + γ 2 ∆z2 γ1 γ2 • Se nel terreno è presente una falda in quiete a partire da un certa profondità a dal piano campagna, la pressione interstiziale in un punto a profondità z vale: u = γ w ⋅ (z − a ) = γ w ⋅ zw SUPERFICIE DI FALDA u = γ w ⋅ (z − a ) = γ w ⋅ zw γw = costante con la profondità SUPERFICIE DI FALDA u = γ w ( z − a) z • La pressione interstiziale varia linearmente con la profondità • La tensione verticale efficace litostatica alla profondità z sarà pari a: z<a u=0 z>a u>0 σ 'v = σv − u = σv σ 'v = σv − u = γ ⋅ z − γ w ⋅ ( z − a) • Le equazioni di equilibrio non possono fornire il valore della tensione orizzontale σh • In generale le tensioni efficaci orizzontali vengono espresse in funzione di quelle verticali: σ 'h K0 = σ 'v coefficiente di spinta a riposo • K0 non è una costante ma dipende dalla natura e composizione del terreno e dalla storia tensionale subita dal deposito • Il suo valore è generalmente compreso tra 0.5 e 1.5; i valori più frequenti sono inferiori all’unità • Noto K0 , si può definire completamente lo stato tensionale litostatico: σ ' h = K 0 ⋅ σ 'v σ h = σ 'h +u