ANALISI DEI LUOGHI E DELLE PIANTE DEI PRIMI 4 CAPITOLI DEL TESTO
“VIAGGIO DI UN NATURALISTA INTORNO AL MONDO” di Charles Darwin
GRUPPO DI RICERCA FILOSOFIA/ANTROPOLOGIA COMPOSTO DA: LUCIANA
CAPECCHI, KATIA ELIA, GIANGIUSEPPE PILI, DAVITE PINTUS, UMBERTO
ROSSOLINI
CAPITOLO I
OGGETTO: DEVONPORT, 27 Dicembre 1831 (cap 1, pag 3)
OSSERVAZIONI PAESAGGISTICHE: non viene fatta alcuna descrizione dei dintorni
paesaggistici
CONTESTO: Inizio viaggio, luogo di partenza
FONTI: http://www.swif.uniba.it/lei/storiasc/SMIL/darwin/darwin.htm ,
http://en.wikipedia.org/wiki/Devonport%2C_Devon
CONSIDERAZIONE: Luogo di partenza della Beagle, città della Britannia
Devonport, Plymouth ed East Stonehouse furono unificate nel 1914 per creare la città di Devon.
OGGETTO: Teneriffa, 6 gennaio 1832 (cap 1, pag 3)
OSSERVAZIONI PAESAGGISTICHE: non viene fatta alcuna descrizione dei dintorni
paesaggistici
CONTESTO: Prima città raggiunta, ma non visitata.
FONTI: http://it.wikipedia.org/wiki/Tenerife
CONSIDERAZIONE: Tenerife è un'isola spagnola, la più grande delle Canarie, nell'Oceano
Atlantico, al largo della costa Africana. Si trova a 28° 19' N e 16° 34' O, ed occupa una superficie di
2.034 km². Come il resto delle Canarie, è di origine vulcanica. Il punto più alto dell'isola, il Teide
3.718 m, è anche il punto più elevato della Spagna. L'isola fa parte della provincia di Santa Cruz de
Tenerife.
OGGETTO: Porto Praya, 16 gennaio 1832 (cap. 1, pag 3)
OSSERVAZIONI PAESAGGISTICHE: I dintorni hanno un aspetto squallido, il terreno è sterile,
simile ad un deserto.
CONTESTO: prima città di sbarco
FONTI: http://en.wikipedia.org/wiki/Porto_Praya
CONSIDERAZIONE: Praia la citta’ piu’ grande di Capo Verde, e’ un grande punto di commercio
per caffe’, zucchero di canna e succo di frutta tropicale
OGGETTO: Capo Verde, 16 gennaio 1832 (cap 1, pag 3)
OSSERVAZIONI PAESAGGISTICHE: non ci sono considerazioni paesaggistiche
CONTESTO: Arcipelago in cui si trova Praya
FONTI: http://en.wikipedia.org/wiki/Cape_Verde
CONSIDERAZIONE: Cape Verde fu uno sbarco da parte dei portoghesi nel 1456. Famosa per lesportazione e la coltivazione di piante di zucchero di canna.
OGGETTO: San Domingo (cap. 1, pag 5)
CONSIDERAZIONI PAESAGGISTICHE: Darwin lo definisce di una bellezza inaspettata. Il
villaggio che visita è situato in fondo ad una valle, limitata da pareti di lava stratificata.
CONTESTO: Villaggio visitato nel centro dell'isola di Sant'Jago
FONTI: http://en.wikipedia.org/wiki/San_Domingo
CONSIDERAZIONE: Saint-Domingue e’ stata una colonia francese dal 1697 al 1791
OGGETTO: Fuentes (cap.1, pag 5)
CONSIDERAZIONI PAESAGGISTICHE: Villaggio con un piccolo corso d’acqua
CONTESTO: Città di ripiego scelta come meta di destinazione mentre i viaggiatori si recavano a
santo domingo
FONTI:http://translate.google.com/translate?u=http%3A%2F%2Fes.wikipedia.org%2Fwiki%
2FFuentes&langpair=es%7Cen&hl=it&ie=UTF-8&oe=UTF-8&prev=%2Flanguage_tools
CONSIDERAZIONE: Si trova a 207 km dalla capitale
OGGETTO:San Paolo (cap.1 , pag. 9)
CONSIDERAZIONI PAESAGGISTICHE: Luogo prettamente vulcanico dove Darwin scopre
una grande varieta’ di animali e minerali
CONTESTO: Luogo di studio
FONTI:http://it.wikipedia.org/wiki/San_Paolo_del_Brasile#Storia
CONSIDERAZIONE: I missionari gesuiti José de Anchieta e Manuel da Nóbrega fondarono il
villaggio di São Paulo de Piratininga il 25 gennaio 1554. Crearono una missione chiamata Colégio
de São Paulo de Piratininga il cui scopo era convertire la tribù indigena dei Tupi-Guarani al
cattolicesimo. Il nuovo insediamento era situato poco oltre la catena montuosa Serra do Mar, vicino
alla città portuale di Santos e vicino al fiume Tietê. La posizione strategica, lo rendeva un ingresso
naturale dalla costa del sud est al vasto e fertile altopiano dell'ovest, che diventerà lo stato di San
Paolo.
Nel XVIIe XVIII secolo, gruppi di esploratori, chiamati i Bandeirantes setacciarono le foreste e i
nuovi territori dell'America Latina in cerca di oro, diamanti, e altre ricchezze. I bandeirantes furono
infine responsabili per gran parte dell'espansione territoriale brasiliana oltre la Linea Tordesilhas e
per la scoperta di numerose miniere di metalli e pietre preziose. Ci sono diversi monumenti eretti in
onore del loro contributo alla città, tra cui il Monumento às Bandeiras, uno dei punti di riferimento
di San Paolo.
San Paolo diventò ufficialmente una cità nel 1711. Nel XIX secolo, le esportazioni di caffè, che
erano mandate all'estero dal porto della vicina città di Santos, portarono la città ad un buon livello di
prosperità economica. Dal 1881, iniziarono possenti ondate migratorie dall'Italia, dal Giappone e da
molti altri paesi; gli immigrati lavoravano principalmente nelle sterminate piantagioni di caffè
presenti nello stato. All'inizio del XX secolo, il commercio di caffè precipitò, a causa, tra altri
fattori, di un crollo nel prezzo del caffè. Gli imprenditori locali iniziarono, allora, ad investire nello
sviluppo industriale di San Paolo, attraendo nuove ondate migratorie alla città.
Un altro importante punto di riferimento storico è la scuola di Legge dell'Università di San Paolo,
conosciuta anche come Largo São Francisco; probabilmente la più antica università del Brasile. Fu
dapprima costruita in un monastero, fu fondata il primo di Marzo 1828, subito dopo l'inizio
dell'Impero Brasiliano, a causa della necessità di avvocati e politici. Siccome i ricchi brasiliani
erano soliti andare a studiare in Portogallo, l'imperatore brasiliano Pietro I, decise che era necessario
creare una scuola nazionale di giurisprudenza. Questa scuola attrasse studenti da tutto il Paese, il
che diede alla città uno stile di vita bohemian.
OGGETTO: Fernando noronha, 20 febbraio 1832 (cap 1, pag 12)
CONSIDERAZIONI PAESAGGISTICHE: Isola vulcanica
CONTESTO: Luogo di studio in cui darwin si ferma solo poche ore
FONTI:http://it.wikipedia.org/wiki/Fernando_de_Noronha
CONSIDERAZIONE: Fernando de Noronha è un arcipelago situato a circa 350 chilometri dalle
coste brasiliane, nell'Oceano Atlantico. La scoperta dell'arcipelago è segnata da molte controversie.
Venne avvistato da diverse spedizioni negli anni 1501, 1502 e 1503 e gli venne attribuito il nome di
Ilha da Quaresma (Isola della Quaresima). Ma il visconte di Santarém ne attribuì la scoperta a
Gaspar de Lemos, capitano della nave appoggio della flotta di Pedro Álvares Cabral, rimandato in
Portogallo con la notizia della scoperta del Brasile. Gli storici moderni, comunque, accreditano della
scoperta dell'arcipelago la spedizione del 1501 - 1502 condotta dall'esploratore portoghese Fernão
de Noronha, cui infatti è intitolato. Il primo a descrivere l'arcipelago di Fernando de Noronha fu
Amerigo Vespucci, nel 1503.
Molto tribolata fu anche la storia dell'arcipelago: nel 1534 le isole vennero invase dall'esercito
inglese, mentre fra il 1556 e il 1612 fu un possedimento francese. Nel 1628 venne occupato dagli
olandesi, sconfitti due anni più tardi da una spedizione militare congiunta spagnolo-portoghese, agli
ordini di Rui Calaza Borges.
Gli olandesi occuparono nuovamente le isole nel 1635 per impiantarvi un ospedale per le proprie
truppe che avevano occupato la costa nord-orientale del Brasile. L'arcipelago venne ribattezzato
Pavonia, in onore di Michiel de Pauw, uno dei direttori della Compagnia Olandese delle Indie
Occidentali. Dopo altri 20 anni vennero riconquistate dai portoghesi.
Nel 1736, trovando l'arcipelago disabitato e completamente abbandonato, la Compagnia Francese
delle Indie Orientali lo occupò e lo ribattezzò Isle Dauphine. Solo nel 1737, con l'espulsione dei
francesi, le isole vennero definitivamente occupate dal Portogallo, che decise di fortificarle. Per
questo scopo vennero costruite 10 fortezze nei punti strategici dell'arcipelago, dove era prevedibile
che sarebbe avvenuto un eventuale sbarco di invasori: 9 furono edificate sull'isola principale e una
sull'Ilha de São José. Le fortezze vennero interconnesse da strade in pietra.
Nel 1770 venne fondato il primo insediamento permanente, Vila dos Remédios. Il villaggio era
diviso in due parti: nella metà superiore si trovavano gli edifici amministrativi, mentre nella metà
inferiore era la chiesa con gli altri edifici a carattere religioso.
Con l'indipendenza del Brasile dal Portogallo, ottenuta nel 1822, le cose per l'arcipelago non
cambiarono un gran che. Agli inizi del XX secolo gli inglesi fornirono cooperazione tecnica per i
collegamenti telegrafici. Più tardi il loro posto venne preso dai francesi e dagli italiani dell'Italcable.
Nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, l'arcipelago divenne un territorio federale che
comprendeva anche l'Atol das Rocas e l'Arquipélago de São Pedro e São Paulo, e i prigionieri
ordinari e politici vennero mandati nella locale prigione. Nel 1988 il 70% dell'arcipelago venne
dichiarato parco nazionale marittimo, per preservare ciò che restava dell'ambiente terrestre e
marino.
Il 5 ottobre 1988 il territorio federale venne dissolto ed aggiunto allo stato di Pernambuco (eccezion
fatta per l'Atollo Rocas, aggiunto allo stato del Rio Grande do Norte)
OGGETTO: Galapagos, 18 marzo 1832 (cap.1 , pag 17)
CONSIDERAZIONI PAESAGGISTICHE: Isola dove Darwin scopre molte specie di pesci e
animali
CONTESTO: Luogo di studio
FONTI:
CONSIDERAZIONE: Le isole Galápagos (o Galapagos, nella grafia italiana, note raramente
anche come Arcipelago di Colombo o Arcipelago dell'Ecuador) sono un arcipelago di 14 isole
vulcaniche (8 grandi e 6 minori) situate nell'Oceano Pacifico, a 1000 chilometri dalla costa
occidentale dell'America del Sud. Politicamente l'arcipelago appartiene alla Repubblica
dell'Ecuador.
Le isole sono distribuite a nord ed a sud dell'equatore, che attraversa la parte settentrionale dell'isola
più grande, Isabela. Le più vecchie datano circa 4 milioni di anni, mentre le più giovani sono ancora
in via di formazione. L'arcipelago è infatti considerato una delle zone vulcanicamente più attive del
pianeta.
Il relativo isolamento dovuto alla distanza dal continente e l'ampia varietà di climi e di habitat
dovuta alle correnti della zona hanno portato all'evoluzione di numerose specie endemiche di
animali e vegetali, dalla cui osservazione Charles Darwin ha tratto ispirazione per la formulazione
della teoria dell'evoluzione. Il suo celebre L'origine delle specie contiene numerosissimi riferimenti
agli studi di Darwin sulle specie endemiche delle Galápagos.
Le Galápagos ospitano numerose specie endemiche.
Spesso trascurata in quanto meno appariscente, anche la flora delle isole merita attenzione. Ci sono
560 specie di piante, di cui circa un terzo endemiche. Ad esempio, le Galapagos hanno specie
uniche di caffè, cotone, peperoncino, passiflora e pomodoro. Oltre a specie endemiche di generi
diffusi anche altrove, ci sono anche interi generi endemici, come scalesia, l'albero margherita, e
alcuni cactus, come il Brachycereus, detto cactus della lava e Jasminocereus, il cactus candelabro.
La Galápagos sono state scoperte casualmente il 10 marzo 1535, quando Fra' Tomás de Berlanga,
vescovo di Panama, si mise in mare verso il Perù per dirimere una disputa tra Francisco Pizarro ed i
suoi luogotenenti dopo la conquista dei territori degli Inca. La nave si trovò in una zona di bonaccia
e le correnti la portarono alla deriva fino alle isole. Nel rapporto che fece successivamente
all'imperatore Carlo V, Berlanga descrisse l'aspetto arido e desertico delle isole e le loro tartarughe
giganti. Scrisse inoltre delle iguane marine, dei leoni marini e di numerose specie di uccelli. Notò
anche l'insolita mitezza degli animali, che continua a stupire i visitatori dell'arcipelago ancora oggi.
All'epoca dell'avvistamento le isole erano disabitate. Thor Heyerdahl nel 1963 raccontò di avervi
trovato frammenti di vasellame di origine sudamericana che facevano pensare ad un precedente
contatto umano; un'ipotesi che tuttavia appare ancora controversa. L'arcipelago divenne poi
nascondiglio dei pirati inglesi che intercettavano i galeoni spagnoli diretti verso la madrepatria
carichi dell'oro e dell'argento sudamericani.
Le isole Galápagos compaiono per la prima volta in mappe nel 1570, nelle carte disegnate da
Ortelius e da Mercatore, con il nome di insulæ de los Galopegos, ossia "isole delle tartarughe".
Il primo inglese che visitò le isole fu Richard Hawkins, nel 1593. Molti famosi pirati da allora vi
transitarono.
Alexander Selkirk, l'uomo le cui traversie sulle isole Juan Fernández ispirarono il Robinson Crusoe
di Daniel Defoe, visitò le Galápagos nel 1708 dopo che venne soccorso dalle Juan Fernández dal
corsaro Woodes Rogers. Rogers approdò alle isole Galápagos per riparare le sue navi dopo il
saccheggio di Guayaquil.
La prima missione scientifica alle Galápagos giunse nel 1790 al seguito di Alessandro Malaspina,
un capitano siciliano la cui missione era finanziata dal re di Spagna. I rapporti della sua missione
sono però andati perduti.
Nel 1793 James Collnet fece una descrizione della flora e della fauna delle Galápagos e suggerì che
le isole potevano essere usate come base d'appoggio per i balenieri dell'Oceano Pacifico. Disegnò
anche le prime accurate carte nautiche delle isole. I balenieri catturarono ed uccisero migliaia di
tartarughe per estrarne il grasso, inoltre venivano portate anche sulle navi come riserva di carne, dal
momento che potevano sopravvivere per mesi senza cibo né acqua. La caccia alle tartarughe ne
ridusse notevolmente la popolazione e fece estinguere alcune specie. Ai balenieri si aggiunsero poi
anche i cacciatori di foche, che portarono anche questo animale sull'orlo dell'estinzione.
L'Ecuador annetté le isole Galápagos il 12 febbraio 1832 nominando l'arcipelago Archipelago del
Ecudaor. Il primo goverantore delle isole, il generale José de Villamil, mandò un gruppo di detenuti
a popolare l'isola di Floreana e nell'ottobre del 1832 a loro si aggiunsero alcuni artigiani ed
agricoltori.
Charles Darwin fu il primo ad eseguire uno studio scientifico delle isole. Fresco di laurea, era un
naturalista in giro per il mondo con la spedizione geografica e scientifica a bordo della Beagle, che
durò dal 1831 al 1836. Darwin raggiunse le Galápagos il 15 settembre 1835 e vi passò circa cinque
settimane, fino al 20 ottobre, studiando la geologia e la biologia di quattro delle isole. Qui iniziò a
lavorare alla teoria dell'evoluzione delle specie.
José Valdizán e Manuel Julián Cobos avviarono una seconda colonia iniziando lo sfruttamento di
un tipo di lichene locale (Roccella portentosa) usato come colorante. Dopo l'omicidio di Valdizán
ad opera di alcuni suoi operai, Cobos portò dal continente un gruppo di oltre cento lavoratori
all'isola di San Cristobál per tentare la fortuna avviando una piantagione di canna da zucchero.
Diresse la piantagione con un pugno di ferro che portò al suo omicidio nel 1904. Nel frattempo, nel
1897, un'altra piantagione veniva avviata a Isabela da Antonio Gil.
OGGETTO: Acacia ( cap 1, pag 5)
CONTESTO: Pianta trovata in una piccola pianura che Darwin attraverso’ per andare a
Santo Domingo
CONSIDERAZIONE: L ' acacia è un albero o arbusto coltivato nei giardini come pianta
ornamentale e in floricoltura per il fiore reciso.
OGGETTO: Cactus ( cap 1)
CONSIDERAZIONE: Cactaceae (o cactacee) sono una famiglia di piante succulente (piante
xerofite adattate agli ambienti aridi mediante l'accumulo di acqua in tessuti succulenti) che
comprende circa 3000 specie e 120 generi. Il nome, dato da Carlo Linneo si ispira alla parola greca
cactos (spinosa) utilizzata per indicare alcune specie di cardi (Cynara) diffuse nel mediterraneo, e
citate già da Teofrasto nell'Historia plantarum e da Teocrito già nel III secolo AC.
Le Cactaceae sono piante succulente dotate di succulenza del fusto e, spesso, delle radici. Possono
assumere numerose forme geometriche: globose, colonnari, appiattite, singole e in gruppi numerosi
e nella famiglia si annoverano quasi tutte le forme ecologiche di accrescimento: fanerofite, camefite,
criptofite, emicriptofite, ecc. Sono tutte perenni. Sono estremamente variabili anche per dimensioni
del fusto, da pochi centimetri fino ad alcuni metri, e per numero, disposizione, colore e spessore
delle spine, (se presenti). Una caratteristica delle cactacee (più spesso indicate col nome generico di
cactus) è quella di essere provviste di gemme latenti provviste di lanugine e, spesso, di foglie più o
meno trasformate in spine. A tale organo è dato il nome di areola. I loro fiori sono generalmente
bisessuali e con placentazione infera, tranne che nella sottofamiglia delle Pereskioideae che
conserva ancora caratteri primordiali. Alcune specie sono epifite delle foreste caducifolie tropicali
(tribù delle Rhypsalideae) o della foresta amazonica come Wittia amazonica.
OGGETTO: Agave (cap 1, )
CONSIDERAZIONE: Agave è un genere di piante monocotiledoni, appartenente alla famiglia
delle Agavaceae.
Ha radici lunghe e numerose, fusto breve, con rosetta di foglie carnose dotate di molte fibre. Nelle
foglie è quasi sempre presente la spina apicale, a volte le spine compaiono anche lungo i margini.
Distribuzione Geografica
Le Agavi sono originarie delle zone tropicali e subtropicali, del continente americano, con
particolare riguardo al Messico, Indie occidentali, America Meridionale. Le loro caratteristiche ne
hanno permesso l'ampia diffusione nella regione mediterranea.
Le agavi furono in origine classificate come Amaryllidaceae ma sono al giorno d'oggi generalmente
catalogate in una propria famiglia, quella delle Agavaceae.
Le agavi hanno a lungo presentato difficoltà particolari nella tassonomia; vi sono considerevoli
variazioni all'interno della stessa specie, ed un numero di specie hanno origine sconosciuta, e
potrebbero essere varianti delle specie selvatiche originali.
Gli esploratori spagnoli e portoghesi hanno probabilmente portato le agavi con sé, ma una vera e
propria popolarità si è avuta solo nel diciannovesimo secolo, con l'importazione di numerose specie
da parte dei collezionisti. Alcuni esemplari sono stati continuamente propagati per propaggine da
allora, e non rassomigliano in modo consistente a nessuna specie presente in natura, sebbene ciò
possa essere dovuto alle condizioni di crescita innaturali dell'Europa.
CAPITOLO II
Osservazioni paesaggistiche: non viene fatta alcuna descrizione dei dintorni paesaggistici di Capo
Frio in quanto si tratta di un nome tratto dall’elenco iniziale nel quale Darwin elenca i vari momenti
del viaggio all’inizio del capitolo.
Oggetto: Capo Frio ( Cap. 2 Pag. 19 )
Contesto del viaggio: inizio viaggio e incontro di un viaggiatore diretto a Capo Frio.
Informazioni bibliografiche: Enciclopedia Encarta.
Osservazioni: Isoletta situata a est rispetto a Dio de Janeiro.
Osservazioni paesaggistiche: Darwin in questo caso fa un paragone tra la descrizione
dell’Humboldt e il paseggio circostante: questo è attraversato da “alcune zone di pascolo, molto
danneggiato dagli enormi formicai conici alti circa quattro metri”. Questi davano al paesaggio un
aspetto singolare e simile a quello della regione del vulcano. Ma non ci sono altri riferimenti al
paesaggio circostante.
Oggetto: Vulcano Jorullo ( cap. 2 Pag. 22 )
Contesto del viaggio: spiegazione del paesaggio tramite rimando a testo di Humboldt.
Informazioni bibliografiche: Enciclopedia Encarta.
Osservazioni: Vulcano messicano presso la località di Michoacan. E’ vicino al paese omonimo San
Pedro Jorullo.
Osservazioni paesaggistiche: il villaggio non è importante per quanto riguarda l’aspetto
paesaggistico e viene citato solo in quanto in esso passa la più importante strada del Brasile di
allora. Questo fatto fu sufficiente per renderlo degno di citazione.
Oggetto: Villaggio Madre de Dios ( cap. 2 Pag. 26 )
Contesto del viaggio: Lasciata Socego, per i primi due giorni rifecero il cammino già percorso. Il
terzo giorno arrivarono a Madre de Dios.
Informazioni bibliografiche: Enciclopedia Encarta.
Osservazioni: Posto sull’altipiano del Brasile nello stato di Maranhao.
Osservazioni paesaggistiche: la baia di Botofogo fu il luogo in cui Darwin soggiornò per qualche
tempo a Rio de Janeiro. Egli la descrive come ricca di vita. Ma la descrizione geografica del
paesaggio è assente e si interessa piuttosto di descrivere i costumi e le attività degli animali che vi
trova.
(Immagine)
Oggetto: Baia di Botofogo ( cap. 2 Pag. 26 )
Contesto viaggio: soggiorno nei pressi di Rio, nella baia omonima nella quale Darwin sottolinea il
bellissimo paesaggio.
Informazioni bibliografiche:
Osservazioni:
Osservazioni paesaggistiche: della Tasmania viene detto solo il suo nome antico ( Terra di Van
Diemen ) e solo in riferimento ad una specie di vermicelli che stava in quel momento del capitolo
analizzando. Non sono presenti né riferimenti alle piante né riferimenti all’ambiente.
Oggetto: Tasmania ( cap. 2 Pag. 27 )
Contesto viaggio: riferimento geografico ad una specie di planarie ( Tenni in vita per circa due mesi
alcuni esemplari trovati alla … )
Informazioni bibliografiche: Encarta Enciclopedia.
Osservazioni: Tasmania Stato federato dell'Australia, costituito dall'isola omonima, situata a sud-est
del continente, dalle numerose piccole isole circostanti e dall'isola subartica Macquarie, disabitata e
di origine vulcanica. L’isola di Tasmania è bagnata a sud e a ovest dall'oceano Indiano, a est dal
mare di Tasman e a nord dallo stretto di Bass, che la separa dal continente. Lo stato ha una
superficie complessiva di 67.800 km², poco meno dell'1% del territorio complessivo dell'Australia.
La capitale è Hobart.
Osservazioni paesaggistiche: il monte Corcovado è un monte vicino alla baia di Botofogo vicino
alla residenza di Darwin. Questi descrive il paesaggio con cura e rimanda ancora una volta alle
descrizioni dell’Humboldt. Parla di forma conica della montagna alta all’incirca settecento metri ma
in quanto spesso velata dalle nuvole appariva più alta di quel che era in realtà. In particolare si
sofferma a descrivere un particolare fenomeno meteorologico nel quale le nuvole tendevano a
rimanere immobili anche quando c’era molto vento. In altri casi invece si notava come queste si
muovessero ma non cambiassero di dimensioni. Il clima di questo monte è piuttosto piovoso e da
qui si spiega come vi sia un bosco rigoglioso. Per il resto non vi sono altre osservazioni rilevanti.
Oggetto: monte Corcovado ( cap. 2 Pag. 28 )
Contesto viaggio: indicazione più precisa del punto in cui soggiornò presso la baia di Botofogo
presso Rio de Janeiro.
Informazioni bibliografiche: Encarta Enciclopedia.
Osservazioni: Il suggestivo profilo della baia è celebre in tutto il mondo, caratterizzato dai due
pittoreschi rilievi chiamati "pan di Zucchero" (pão de Açucar) e monte Corcovado, sormontato dalla
grande statua del Cristo re.
Osservazioni paesaggistiche: anche qui Darwin dice solo dove ha trovato un insetto molto
luminoso. Non è interessato a descrizioni paesaggistiche.
Oggetto: Bahia ( cap. 2 Pag. 30 ).
Contesto viaggio: descrizione insetto luminoso con riferimento geografico a B..
Informazioni bibliografiche: Encarta Enciclopedia.
Osservazioni: Bahia Stato federato del Brasile nordorientale, affacciato a est sull’oceano Atlantico e
confinante a nord con il Pernambuco e il Piauí, a ovest con il Tocantins e il Goiás, a sud con il
Minas Gerais. Lo stato, che è una delle nove entità amministrative della regione del Nordeste, ha
una superficie di 567.295 km² e una popolazione di 13.323.212 abitanti (2002). La capitale è
Salvador.
Osservazioni paesaggistiche: del paesaggio delle Ande Darwin ne parlerà molto approfonditamente
più avanti quando appunto percorrerà diversi tragitti. In questo punto cita solo il luogo del
ritrovamento di un ragno particolarmente singolare. Darwin stava infatti stilando un elenco dei ragni
interessanti trovati.
Oggetto: Mendoza ( cap. 2 Pag 37 )
Contesto viaggio: descrizione di una particolare specie di ragno con forma di tela singolare con
riferimento geografico.
Informazioni bibliografiche: Enciclopedia Encarta.
Osservazioni: Mendoza Città dell'Argentina occidentale e capoluogo della provincia omonima,
situata ai piedi delle Ande. Da qui partono una strada e una ferrovia che, attraverso le Ande,
permettono di raggiungere il Cile. Mercato agricolo e del bestiame, Mendoza è uno dei maggiori
centri di produzione e commercio del vino argentino. Altre attività economiche di rilievo sono
legate alla raffinazione del petrolio e alla lavorazione dei metalli. La città venne quasi
completamente distrutta da un terremoto nel 1861. Sede di due università (1939 e 1960) Mendoza
ha conservato molte testimonianze storiche del passaggio del generale José de San Martín, che nel
1817 guidò il suo esercito al di là delle Ande per liberare il Cile dal dominio spagnolo. Abitanti:
121.620 (1991).
Osservazioni paesaggistiche: la descrizione del paesaggio tra il lago Marica e Mandetiba è piuttosto
scarna per quanto Darwin ci dica che fosse piuttosto bello. Si limita a porre dei dati di fatto e le
piante del paesaggio sono appunto le piante grasse, “pochi alberi stentati (…) coperti di piante
parassite”.
Oggetto: Piante grasse ( cap 2. Pag 20 )
Contesto viaggio: Descrizione paesaggistica della strada all’interno del Brasile.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Piante grasse. Categoria di piante priva di valore tassonomico, comprendente tutte le
specie vegetali dotate di tessuti specializzati per l’immagazzinamento dell’acqua. Si tratta di piante
adattate agli ambienti desertici o tropicali, caratterizzati da bassi livelli di precipitazioni, o alle zone
costiere, in cui l’acqua a disposizione presenta una salinità troppo elevata. Esempi di piante
succulente sono i cactus, alcune euforbiacee e le agavi; nei cactus e nelle euforbiacee, i tessuti
succulenti sono quelli del fusto, mentre le foglie sono ridotte ad aghi sottili attraverso cui la
traspirazione è minima; nelle agavi, invece, sono quelli delle foglie.
Osservazioni paesaggistiche: come precedente.
La prima immagine è quella del vischio mentre la seconda è del cotone con al centro una pianta parassita.
Oggetto: Piante parassite ( cap. 2 Pag. 20 )
Contesto viaggio: Descrizione di alberi nel passaggio della strada all’interno del Brasile.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta.
Osservazioni: Esistono diverse piante parassite che si nutrono a spese di altre piante. Può trattarsi di
vegetali parassiti parziali, che traggono parte del loro nutrimento dall'ospite, o parassiti completi,
che dipendono interamente dall'ospite per il cibo. I parassiti parziali hanno foglie verdi, con cui,
tramite il processo di fotosintesi, sono in grado di sintetizzare carboidrati a partire da acqua e
sostanze inorganiche, che traggono dall'ospite, anziché dal terreno. Esempi di questo tipo di
comportamento sono le piante del genere Castilleja, che colonizzano le radici di altri vegetali. Il
vischio è un tipico rappresentante di un gruppo di piante parassite che non sviluppano radici: i loro
semi, trasportati di albero in albero dagli uccelli, germinano e formano speciali appendici (austori),
con cui penetrano fino ai vasi conduttori dell'ospite.
Osservazioni paesaggistiche: come precedente.
Esistono varie specie di orchidee, qui v’è ne sono rappresentate tre.
Oggetto: Orchidee ( cap. 2 Pag. 20 )
Contesto viaggio: stesso precedente.
Riferimento Bibliografico: Enciclopedia Encarta. Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Orchidea Nome comune delle piante fiorifere appartenenti alla famiglia delle
orchidacee dell'ordine delle orchidali o ginandre. Il gruppo è talmente ricco da costituire la seconda
famiglia del regno vegetale; dal punto di vista filogenetico, è considerato molto affine all’ordine
delle liliali.
Orchidea Il colore, la forma e il profumo di un fiore permettono spesso di identificarne l'insetto
impollinatore abituale: ad esempio, le api sono attirate dai profumi dolciastri, mentre le mosche si
posano più volentieri sui fiori che emanano odori per noi sgradevoli. Diverse specie di orchidea
hanno sviluppato, nel corso dell'evoluzione, particolari caratteri adattativi che mirano a selezionare
agenti impollinatori altamente specifici.Dorling Kindersley
Ophrys apifera Tra le orchidee del genere Ophrys, Ophrys apifera è una delle più rappresentative. Il
suo nome scientifico è dovuto alla somiglianza del fiore con l'addome di un'ape femmina: tale
somiglianza favorisce l'impollinazione, attirando i maschi e inducendoli a trattenersi sui petali.
Distribuite in tutto il mondo a eccezione dell'Antartide e di alcune zone desertiche dell'Asia, le
orchidee sono più comuni nelle regioni tropicali. Il numero di specie esistenti, ancora non
completamente conosciute, è stimato tra le 15.000 e le 20.000, suddivise in un numero di generi
compreso fra 400 e 800. La loro importanza economica è dovuta alla coltivazione e al commercio
delle specie dotate di fiori appariscenti; numerosi ibridi vengono continuamente selezionati e
coltivati in apposite serre. Alcuni dei generi più apprezzati sono Vanda, Cattleya e Pholenopsys;
dalla specie tropicale Vanilla planifoliae si estrae la vaniglia.
E.S.G.
Orchidea: genere di orchideacede terrestri dell’Europa, Africa settentrionale e America
Settentrionale con radici tuberose, fusti semplici eretti, foglie decidue in rosetta basale, fiori
minuscoli dal labello trilobato in spighe terminali.
Orchideacedee: famiglia di monocotiledoni delle ginandre che comprende più di 20.000 specie
largamente rappresentative ovunque, originarie delle regioni tropicali, dove vivono come epifite
(Piante epifite Piante viventi che non crescono sul terreno ). I fiori hanno il perianzo di sei elementi,
riuniti in due verticilli: il petalo centrale del verticillo esterno può essere più grande e colorato degli
altri; quello centrale del verticillo interno può prolungarsi a formare una sorta di sacco, a volte
contenente nettare.
Osservazioni paesaggistiche: nella località di Socego Darwin si ferma per qualche giorno e descrive
sommariamente le attività di quel paese. Tra queste c’era la raccolta del caffè la cui pianta, nota, è
interamente sfruttabile e sfruttata. Per il resto la regione è potenzialmente molto fertile tanto che si
sono tentati con successo vari tipi di coltivazioni come quella del riso e dei fagioli.
Oggetto: Caffè ( cap. 2 Pag. 23 )
Contesto viaggio: Dopo tre giorni di viaggio arrivano a Socego e relativa descrizione.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Caffè Nome comune delle piante appartenenti al genere Coffea; esse sono suddivise
in circa 30 specie, a portamento arbustivo o arboreo. Il termine definisce anche una bevanda che
viene ricavata dai semi, in particolare dalle specie Coffea arabica e Coffea robusta. Le piante di
caffè adulte raggiungono 4,5-6 m d'altezza, presentano foglie ovate e lucide che rimangono attaccate
alla pianta per 3-5 anni e profumati fiori bianchi che sfioriscono pochi giorni dopo essere sbocciati.
Il frutto matura in 6-7 mesi, nel corso dei quali cambia progressivamente colore, passando dal verde
chiaro al rosso e quindi al cremisi. I frutti completamente maturi assomigliano a ciliegie, sono
riuniti in grappoli attaccati ai rami mediante piccioli cortissimi e contengono due semi, detti chicchi,
circondati da una polpa dolciastra. Il caffè cresce e prospera nelle Americhe, in Africa e in Asia.
E.S.G.
Caffè: materia prima ( caffè crudo o caffè verde ) per la preparazione dell’omonima bevanda,
costituita dai semi privati dell’endocarpo ( e almeno in parte del tegumento ) di varie specie di
Coffea ( c. arabica, canephora o robusta, liberica ). La specie più diffusa è la C. arabica, pianta
dicotiledone delle rubiacee, originaria dell’Etiopia ( regione del Caffa ). I frutti, raccolti a
maturazione piena, vengono fatti essiccare all’aria o fatti fermentare, per liberare i semi dalla polpa.
Osservazioni paesaggistiche: stesse precedenti.
Immagine della lavorazione della Manioca.
Oggetto: Manioca ( cap. 2 Pag. 23 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Manioca o Cassava Denominazione comune di diverse piante affini, originarie
dell'America tropicale. La manioca ha un portamento arbustivo e può raggiungere 2,5 m d'altezza,
ha fiori giallo-verdi e grosse radici che possono misurare fino a 10 cm di diametro e 90 cm di
lunghezza.
Due varietà di manioca vengono coltivate a scopo commerciale, per ricavarne fecole, farine speciali
e amidi ad alto potere calorico, tra cui la tapioca, adatte a bambini e anziani; la varietà a radici
"amare" deve essere trattata, per neutralizzare alcune sostanze tossiche conservate al suo interno. Le
varietà a radici "dolci" sono usate inoltre a scopo alimentare, come foraggio per il bestiame e per
ricavarne glucosio.
Classificazione scientifica: La manioca appartiene alla famiglia delle euforbiacee; Manihot
esculenta e Manihot utilissima sono le specie più conosciute.
E.S.G.
Manioca: ( Manihot utilissima ) arbusto delle euforbiacee, originario dell’America meridionale, e
coltivato in tutte le zone tropicali per i grossi tuberi, lunghi 30-60 centimetri, dai quali si estrae una
fecola largamente usata nell’alimentazione, detta tapioca.
Osservazioni paesaggistiche: come precedenti.
Oggetto: Fagioli ( cap. 2 Pag. 23 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Fagiolo Nome comune delle piante erbacee leguminose appartenenti al genere
Phaseolus della famiglia delle papilionacee, e dei semi eduli altamente proteici che esse producono.
Originarie del continente americano, le piante di fagioli vengono coltivate pressoché in tutto il
mondo a scopo alimentare. La specie orticola più comune, Phaseolus vulgaris, comprende numerose
varietà suddivise tra fagiolini verdi, di cui si mangia tutto il baccello, e fagioli da sgranare.
E.S.G.
Fagiolo: ( Phaseolus vulgaris ) erbacea annua delle leguminose con fusto rampicante o nano; foglie
pelose, trifogliate; fiori bianchi o rossi; il frutto è caratteristico bacello, compresso e allungato, di
colore variabile e contenente più semi, diversi per forma e varietà.
Osservazioni paesaggistiche: come precedenti.
Oggetto: Riso ( cap. 2 Pag. 23 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Riso Denominazione comune di circa 19 specie di piante erbacee annuali della
famiglia delle graminacee, di cui la sola Oryza sativa è importante per l'alimentazione umana. Si
tratta di una pianta originaria delle regioni dell'Asia sudorientale e coltivata da più di 7000 anni,
come dimostrano alcuni reperti databili intorno al 5000 a.C., ritrovati nella Cina orientale, e altri
risalenti al 6000 a.C. e ritrovati in una caverna della Thailandia settentrionale.
Il riso è una pianta che richiede clima caldo-umido e che raggiunge l'altezza di circa 1 metro. I fiori
hanno sei stami, riuniti in due verticilli, e un solo pistillo; i frutti sono cariossidi racchiuse in una
pannocchia ramosa a spighette ermafrodite. Al momento della maturazione del chicco, la pianta di
riso ricorda quella dell'avena. Procedendo verso l'esterno, la cariosside è costituita dall'endosperma
o albume, di colore bianco, avvolto nello spermoderma, a sua volta rivestito dal pericarpo, o
epidermide interna, di colore scuro. Esternamente la cariosside è circondata dalle glumette, aderenti
alla cariosside, e dalle glume. Dopo la trebbiatura le cariossidi vengono sottoposte alla sbramatura,
operazione con cui si asportano le tenacissime glumette.
E.S.G.
Riso: Frutto dell’omonima pianta erbacea annuale monocotiledone delle graminacee ( Oryza
sativa ), appartenente al gruppo dei cereali, in cui il culmo e l’apparato radicale sono provvisti di un
sistema lacunoso che rende possibile gli scambi gassosi con l’esterno e consente alla pianta di
vivere immersa nell’acqua. Il frutto è cariosside vestita ( risone ) che, dopo aver subito la pilatura,
ossia esser stata liberata dalle giumelle ( sbramatura ), sbianca pulita e brillata, è formata per circa
l’80 % da amido, per il 6-7 % da proteine, per il 10 % da acqua.
Osservazioni paesaggistiche: passata Socego Darwin descrive la vicina foresta la quale è descritta
come molto fitta e molto bella. Il clima è piovoso e umido e durante la notte la temperatura si
abbassa radicalmente. Fine all’altezza di trenta metri le colline sono immerse da un denso strato di
numeri.
La prima immagine rappresenta il ciclo vitale delle felci mentre la seconda è un particolare tipo di felce anche
molto diffuso in Europa.
Oggetto: Felci arboree ( cap. 2 Pag. 24 )
Contesto viaggio: secondo giorno di viaggio una volta lasciata Socego.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Felce Nome comune delle piante vascolari crittogame (senza seme) appartenenti alla
divisione delle pterofite. Secondo le testimonianze fossili, le felci si evolvettero a partire dal
Devoniano inferiore e nel Carbonifero raggiunsero uno sviluppo e una diffusione tali, da divenire le
piante dominanti dell’intero pianeta. Anche oggi sono rappresentate in tutte le regioni del mondo,
con circa 150 generi e 12.000 specie; quelle adattate ai climi temperati sono esclusivamente
erbacee, come Osmunda cinnamomea, mentre la maggior parte di quelle tropicali vanta un
portamento arboreo, con fusti alti fino a una trentina di metri; ne è un esempio Dicksonia squarrosa,
diffusa in Nuova Zelanda. Alcune varietà, infine, sono epifite.
E.S.G.
Felci: gruppo di piante vascolari prive di fiori e di rami. Le felci propriamente dette corrispondono
all’ordine delle filiali, pteridofite della classe pteropsida, di aspetto e dimensioni estremamente
variabili. Nelle regioni tropicali le felci arboree, cioè con fusto eretto, ricco di foglie e di radici
avventizie e capace di raggiungere dimensioni notevoli; nelle zone temperate invece si sviluppano
di meno: il fusto è spesso metamorfosato in rizoma sotterraneo, per cui sono visibili solo le foglie.
Le felci vivono di solito in terreni ricchi di humus e in luoghi ombrosi, ma ne esistono anche specie
tipicamente acquatiche.
Osservazioni paesaggistiche: la descrizione del paesaggio circostante di Socego è quello di un
ambiente estremamente variegato.
Esistono molti tipi di palme ed anche Darwin ne descrive di diversi tipi. Queste sono due tra i tipi più diffusi.
Oggetto: Palma ( cap. 2 Pag. 25 )
Contesto viaggio: descrizione dei dintorni di Socego.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Palma Nome comune delle circa 2600 specie di piante tropicali che compongono
l’ordine delle Palme o arecali, ampiamente coltivate a scopo ornamentale e per i numerosi prodotti
commestibili e non (frutti, fibre e oli). Tra le monocotiledoni, la famiglia delle palme è la quarta in
ordine di grandezza, dopo le graminacee, le liliacee e le orchidacee.
Le palme hanno una struttura caratteristica, costituita da un fusto legnoso a sezione costante, non
ramificato e sormontato da un ciuffo di ampie foglie simili a ventagli o a piume. Le radici formano
una fitta rete che si allarga su una vasta area. Come in tutte le altre monocotiledoni, anche nelle
palme il fusto non presenta gli anelli di accrescimento annuale, né il tipico allargamento di
diametro, caratteristici delle dicotiledoni. Il semenzale delle palme presenta un largo apice
vegetativo che ha già le dimensioni tipiche del tronco maturo, con i vasi vascolari riuniti in fasci
sparsi all'interno del fusto, e non distribuiti ordinatamente secondo uno schema circolare. Le foglie,
pennate o palmate, sono caratterizzate da una larga guaina basale; quando si staccano dalla pianta
lasciano evidenti cicatrici semicircolari. Le lamine fogliari delle palme sono piegate in tipiche
forme, dette plicate.
I fiori sono piccoli e insignificanti, ma sono spesso riuniti in grandi infiorescenze ascellari,
composte anche da decine di migliaia di elementi ciascuna. Ogni singolo fiore è formato da tre
sepali, tre petali, sei stami e un solo pistillo; questo può essere a sua volta composto da tre carpelli
ben distinti o fusi l'uno nell'altro che, maturando, si trasformano in un frutto contenente un solo
seme. Il più delle volte il frutto è una bacca (un seme circondato da un involucro carnoso) o una
drupa (un seme con un guscio legnoso, avvolto da una polpa carnosa).
E.S.G.
Palme: famiglie di monocotiledoni arboree, arbustacee o lianose, delle spadiciflore, delle regioni
tropicali e subtropicali. Hanno fusto non ramificato; foglie grandi, persistenti, rigide, riunite a ciuffo
all’estremità del fusto; fiori piccoli, verdastri raccolti in spadici; il frutto può essere una noce, una
bacca o una druppa. Molte sono coltivate come piante ornamentali, altre pei i loro frutti o per l’olio.
Oggetto: Canfora/ cinnamono ( cap. 2 Pag. 31 )
Contesto viaggio: descrizione orto botanico di Rio de Janeiro.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: genere di alberi aromatizzati sempreverdi delle lauracee, originari dei paesi caldi
dell’Asia. Il Cinnamonum camphora fornisce la canfora, per distillazione in corrente di vapore delle
radici, delle foglie e dei rami tagliuzzati; la corteccia di Cinnamonum zeylanicum, tagliata, raschiata
e arrotolata, dà la cannella di Ceylon, il cinnamonum Cassia dà la cannella della Cina.
Osservazioni paesaggistiche: descrizione del giardino botanico.
Immagine della pianta del pepe.
Oggetto: Pepe ( cap. 2 Pag. 31 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Pepe Nome comune di un gruppo di piante fiorifere, erbacee o arbustive di medie
dimensioni, appartenenti al genere Piper della famiglia delle piperacee. In particolare, il nome indica
la specie Piper nigrum, originaria dell’India e coltivata in tutte le regioni a clima caldo-umido
dell’Asia tropicale, e i frutti che essa produce, fortemente aromatici e ampiamente usati come spezie
da oltre 3000 anni. Da altre specie del genere Piper si ottengono alcuni tipi di droghe e spezie,
piuttosto comuni nelle regioni tropicali.
La pianta di pepe ha portamento rampicante. Le foglie sono ampie, percorse da tre nervature
principali. I fiori sono piccoli, privi di perianzio, muniti solo di qualche brattea e riuniti in
infiorescenze a spiga; l'ovario è unico e supero, vale a dire situato in posizione elevata rispetto alle
altre parti fiorali. Il frutto è una piccola drupa contenente un solo seme.
Osservazione paesaggistiche: uguali precedenti.
Il garofano ha una varietà di piante molto elevata.
Oggetto: Garofano ( cap. 2 Pag 31 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Garofano Nome comune delle piante erbacee fiorifere appartenenti al genere
Dianthus della famiglia delle cariofillacee. Si tratta di circa 300 specie annuali, biennali o perenni,
la maggior parte delle quali originarie del bacino del Mediterraneo, ma diffuse in tutto il continente
euroasiatico e in alcune regioni dell’Africa. Oltre alle specie selvatiche, esistono innumerevoli
varietà ibride, coltivate nei giardini di tutto il mondo.
Tra le specie di garofano indigene in Italia, alcune delle più apprezzate sono Dianthus caryophyllus,
Dianthus barbatus e Dianthus deltoides. Il primo, alto 30-50 cm, cresce su terreni aridi e fiorisce tra
la fine della primavera e l’inizio dell’estate; presenta fusto e foglie sottili e opache, di colore verde
salvia e fiori carnosi, di colore variabile dal bianco rosato al rosso. Da questa specie derivano le
varietà ibride coltivate e commercializzate dall’industria del fiore reciso.
La specie Dianthus barbatus, nota anche come garofano dei poeti, è nativa delle regioni dell’Europa
orientale e dell’Asia; si tratta di una pianta perenne alta dai 15 ai 60 cm, con foglie ampie di un
verde scuro lucente e fiori riuniti in ricche infiorescenze, di colore variabile dal bianco al rosa al
rosso cremisi. La specie Dyanthus deltoides, infine, è una pianta di piccole dimensioni (raggiunge al
massimo i 15 cm di altezza), che tuttavia si sviluppa molto in ampiezza, formando tappeti striscianti
su terreni tendenzialmente aridi e sabbiosi; ha fiori piccoli, di un colore rosa intenso, riuniti in
piccole infiorescenze, e foglie pure piccole e sottili, di colore verde scuro.
Altre specie sono Dianthus carthusianorum e Dianthus alpinus, anch’esse diffuse in Italia, Dianthus
superbus, detto anche garofano a pennacchio, e Dianthus chinensis, originario dell’Asia orientale.
Classificazione scientifica: I garofani costituiscono il genere Dyanthus della famiglia delle
cariofillacee, ordine cariofillali, classe dicotiledoni, divisione angiosperme.
E.S.G.
Garofano: genere di erbacee ornamentali delle cariofillacee, che comprende 350 specie diffuse nella
regione mediterranea. La specie più nota è Dianthus caryophillus, largamente coltivata in numerose
varietà sulla riviera ligure, in Olanda e in Belgio. Ha fusto con caratteristici nodi ingrossati, fiore
con calice tubuloso e petali rossi, rosa o bianchi con lamina intera o sfrangiata. Si moltiplica
normalmente per talea e alleva sia in campo sia in serra.
Oggetto: Jacaranda ( cap. 2 Pag. 31 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Jacaranda Nome, volgare e scientifico, di un genere di circa 50 specie arboree e
arbustive, appartenenti alla famiglia delle bignoniacee e originarie delle regioni tropicali del Centro
e del Sud America. Le jacarande presentano foglie composte da numerose foglioline, simili a quelle
delle felci, e fiori bluastri riuniti in spighe. Il legno di jacaranda, apprezzato per il profumo
gradevole, viene a volte utilizzato come materiale per rivestimenti. Le specie arbustive vengono
spesso coltivate in serra. Il cosiddetto falso palissandro è una jacaranda arborea, originaria del
Brasile.
Classificazione scientifica: Il nome scientifico del falso palissandro è Jacaranda mimosifolia.
E.S.G.
Jacaranda: genere di alberi delle bignoniacee, originari dell’America tropicale. Alcune specie
forniscono il palissandro, un legno pregiato scuro, adatto alla fabbricazione di mobili.
Osservazioni paesaggistiche: come precedente.
Mango
Incluso nella famiglia delle anacardiacee, il mango è una pianta arborea originaria della Malesia, attualmente
diffusa in tutte le regioni della fascia tropicale e subtropicale. L'albero può raggiungere un'altezza massima di
circa quindici metri, mentre il frutto, di forma ovale, arriva fino a quindici centimetri.
Oggetto: Mango ( cap. 2 Pag. 31 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Mango Albero originario della Malesia, alto fino a 15 m e caratterizzato da una
chioma frondosa e molto rigogliosa. I manghi sono largamente coltivati ai tropici per i loro gustosi
frutti, costituiti da una succulenta drupa ovoidale verde, gialla o rossastra, lunga 5-15 cm e
contenente un grande nocciolo appiattito.
Classificazione scientifica: Il mango appartiene alla famiglia delle anacardiacee e il suo nome
scientifico è Mangifera indica.
E.S.G.
Mango: ( Manghifera indica ) albero delle anacardiacee, originario dell’Indonesia, oggi coltivato in
tutte le regioni tropicali per i glossi frutti ovali dalla polpa dolce e profumata.
Osservazioni paesaggistiche: come precedente.
Banano
Malgrado le apparenze, il banano non è un albero, ma una pianta erbacea. La radice perenne produce ogni anno
una nuova pianta, che muore poco dopo la maturazione dei frutti.
Oxford Scientific Films/Ronald Toms
Oggetto: Banano ( cap. 2 Pag. 31 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Banano Nome comune di alcune specie di piante erbacee tropicali di grandi
dimensioni, note per la produzione di frutti eduli. Queste piante, originarie dell'Asia sudorientale,
vengono oggi coltivate in tutti i paesi tropicali per i loro frutti (Musa paradisiaca) e per le fibre
tessili che si ricavano dai piccioli delle foglie (Musa textilis).
Il banano è una grande pianta erbacea dotata di radici perenni, dette rizomi. Il fusto, non ramificato,
può raggiungere 3-5 m d'altezza ed è in genere sormontato da una corona di larghe foglie ovali;
queste, lunghe fino a 3 m, sono sorrette da un robusto peduncolo e percorse da una tipica venatura
centrale. I fiori sono unisessuati e sterili, disposti a spirale intorno a grandi spighe che si dipartono
dal centro della corona di foglie; i fiori femminili occupano la base della spiga, mentre quelli
maschili il vertice superiore. I frutti si sviluppano anche senza che il fiore sia stato fecondato e, per
questo motivo, non contengono semi; lunghi da 10 a 30 cm ciascuno, sono riuniti in caschi del peso
di circa 10 kg.
Il banano si riproduce vegetativamente attraverso lo sviluppo di polloni da parte dei rizomi. Ai
tropici, il fusto ha un ciclo di vita annuale: ciò significa che esso muore non appena i frutti sono
giunti a maturazione e viene immediatamente sostituito dai nuovi germogli che spuntano dalle
gemme radicali; questo sistema di riproduzione viene comunemente sfruttato anche per fondare
nuove piantagioni. La crescita della pianta è talmente rapida che è possibile raccogliere i primi frutti
maturi dopo soli dieci mesi dall'interramento dei germogli.
E.S.G.
Banano: ( Musa sapientium ) arbusto monocotiledone tropicale delle musacee, con foglie molto
larghe lunghe oltre 2 m., le cui guaine, accartocciate l’una sopra l’altra, formano un falso tronco. I
frutti, di forma allungata (banane), hanno buccia gialla e polpa bianca, dolce e profumata, priva di
semi; sono riuniti in grossi grappoli (caschi), rivolti verso l’alto. In Italia è coltivata all’apertoe a
scopo ornamentale. Con lo stesso nome si indicano numerose altre specie del genere.
Osservazioni paesaggistiche: come precedente.
Arancio
Le piante del genere Citrus, di cui fa parte anche l'arancio, producono un frutto che i botanici chiamano più
propriamente esperidio, una bacca modificata caratterizzata da pochi semi, scorza resistente e una serie di setti
membranosi che suddividono la polpa in spicchi.
Photo Researchers, Inc./Nigel Cattlin/Holt Studios International
Oggetto: Arancio ( cap. 2 Pag. 31 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Arancio Nome comune di diverse specie di agrumi, noti per i loro frutti, le arance,
prodotti in varietà dolci, amare, sanguigne o derivate dall'ibridazione con altri agrumi. L'arancia è
un tipo particolare di bacca, chiamata esperidio, racchiusa all'interno di una scorza coriacea
(epicarpo) ricca di ghiandole oleifere; all'interno il frutto è diviso in spicchi, contenenti ciascuno un
certo numero di semi e una polpa molto succosa. Gli aranci sono piante sempreverdi, che raramente
superano i 9 m d'altezza, hanno foglie ovali e lucide, fiori bianchi e profumati e producono svariati
oli essenziali, utilizzati come aromatizzanti o in profumeria.
Gli aranci producono frutti di elevato valore commerciale, per i quali vengono coltivati in molte
regioni calde del pianeta; tra i paesi produttori di arance, l'Italia occupa un posto di prestigio, con gli
aranceti e in generale le coltivazioni di agrumi che da secoli caratterizzano il paesaggio del Sud
della penisola e in particolare della Sicilia. Gli aranci sono originari della Cina e sono stati diffusi
nel Mediterraneo dagli arabi, che attorno al X secolo introdussero le varietà amare; le arance dolci,
invece, furono importate in Europa solamente nel XV secolo dai mercanti genovesi. Negli Stati
Uniti gli aranci vengono coltivati soprattutto in Florida, in California, nel Texas e in Arizona. Tra le
varietà nostrane più comuni, a polpa giallo-arancio, vi sono l'"arancio barile", la "belladonna", e
l'"ovale calabrese"; tra quelle a polpa rossa sono da ricordare le arance "tarocco" e "sanguinello".
Coltivate in quantità limitata, le varietà amare sono destinate perlopiù alla confezione di marmellate
o allo sviluppo di portainnesti per le varietà meno vigorose. Circa il 20% della produzione totale di
arance viene messo direttamente in commercio sui mercati ortofrutticoli, mentre il rimanente 80%
viene trasformato in succhi di frutta, estratti e conserve.
Classificazione scientifica: Gli aranci appartengono al genere Citrus della famiglia delle rutacee. Il
nome scientifico della specie da cui derivano le varietà a frutti dolci è Citrus sinensis; l'arancio
amaro viene classificato come Citrus aurantium.
E.S.C.
Arancio: Pianta legnosa da frutto del gruppo degli agrumi ( famiglia rutacee ) diffusa in tutte le zone
a clima di tipo mediterraneo. L’arancio è un albero di medio sviluppo, con fiori bianchi molto
profumati ( zagare); il frutto ( l’arancia ) è un esperidio di forma tondeggiante o ovoidale, spesso
privo di semi nelle varietà coltivate, dalla buccia arancione o rossa, con endocarpo diviso in spicchi,
formati da cellule allungate ripiene di succo, avvolti da tessuto membranoso.
Osservazioni specifiche: come precedente.
Frutti dell'albero del pane, Indonesia
L'albero del pane, Arctocarpus communis, prospera nell'umido clima equatoriale dell'Indonesia. Il suo frutto è
commestibile e, se non viene raccolto, può crescere fino a raggiungere oltre 30 kg di peso.
Photo Researchers, Inc./NFletcher and Baylis
Oggetto: Albero del pane ( cap. 2 Pag. 31 )
Contesto viaggio: come precedente.
Riferimento bibliografico: Enciclopedia Encarta, Enciclopedia Scientifica Garzanti.
Osservazioni: Albero del pane Albero tropicale appartenente alla famiglia delle moracee e diffuso
nelle isole del Pacifico meridionale, dove costituisce una delle principali fonti di cibo. Il frutto
commestibile, che ha le dimensioni di un piccolo melone, ha una scorza ruvida e coriacea e una
polpa bianca e farinosa che può essere preparata e consumata in diversi modi. L'albero del pane
raggiunge al massimo 12 m d'altezza e ha lunghe foglie lucide, coriacee e profondamente incise; i
fiori unisessuali sono portati dalla stessa pianta su racemi separati. Dalla corteccia interna si
ricavano fibre tessili; con il legno, tenero e leggero, si costruiscono mobili e piccole imbarcazioni,
mentre dalla linfa si ottengono preparati impermeabilizzanti.
Classificazione scientifica: L'albero del pane appartiene alla famiglia delle moracee; il suo nome
scientifico è Arctocarpus communi
CAPITOLO IV
OGGETTO: Maldonado (capitolo IV pag. 60)
CONSIDERAZIONI PAESAGGISTICHE: non viene fatta alcuna descrizione dei dintorni
paesaggistici
CONTESTO: Luogo di partenza il 24 luglio 1833
FONTI: http://it.wikipedia.org/wiki/Maldonado
CONSIDERAZIONI: è una città dell'Uruguay sud-orientale, capoluogo del dipartimento
omonimo, situata 95 kilometri a est di Montevideo. Nel 1985 contava poco più di 34.000 abitanti.
Porto fondato sull'Oceano Atlantico, nel 1757, da coloni spagnoli col nome di S. Fernando, è oggi
sede di industrie alimentari e tessili, oltre che centro espositivo nel Museo di Arte Americana.
INTRODUZIONE:
OGGETTO: Carmen de patagones(capitolo IV pag. 61)
CONSEDERAZIONI PAESAGGISTICHE: non viene fatta alcuna descrizione dei dintorni
paesaggistici
CONTESTO: luogo di approdo 3 agosto 1833
FONTI: http://it.wikipedia.org/wiki/Carmen_de_Patagones
CONSIDERAZIONI: Carmen de Patagones è la città più meridionale della provincia di Buenos
Aires, in Argentina.E' situata a 937 km di distanza da Buenos Aires, sulla riva settentrionale del Río
Negro, in prossimità dell'Oceano Atlantico, di fronte a Viedma, capitale della provincia del Río
Negro, che sorge sulla riva opposta del fiume. La città è capoluogo del dipartimento di Patagones, la
sola unità amministrativa della provincia di Buenos Aires facente parte della Patagonia.Nel XIX
secolo, Carmen de Patagones aveva una fortezza, e dopo la Rivoluzione di Maggio essa divenne una
prigione per i monarchici (spagnoli ed esponenti locali filo-spagnoli che avversavano il movimento
indipendentista argentino).Più tardi, durante la guerra argentino-brasiliana (1825–1828), la città
divenne una base navale, poiché il porto principale, l'estuario del Río de la Plata, era stato bloccato
dalle navi brasiliane. Le truppe brasiliane cercarono di conquistare Carmen de Patagones, ma furono
respinte dalla popolazione civile il 7 marzo 1827; questa data è tuttora commemorata da una
festività cittadina.
INTRODUZIONE:
OGGETTO: Bahia Blanca (capitolo IV pag. 64)
CONSIDERAZIONI PAESAGGISTICHE: non viene fatta alcuna descrizione dei dintorni
paesaggistici
CONTESTO: luogo di studio dove Darwin trova una tribu’ di nomadi
FONTI: http://it.wikipedia.org/wiki/Bah%C3%ADa_Blanca_(Argentina)#Storia
CONSIDERAZIONI: Bahía Blanca è una città situata dall'Oceano Atlantico, al sud-est di Buenos
Aires, la capitale nazionale. Le coordinate geografiche sono 38°43 S 62°15 W.
Bahia Blanca venne fondata come fortificazione militare l'11 aprile 1828 dal colonnello Ramon
Estomba, agli ordini del governatore della provincia di Buenos Aires, Juan Manuel de Rosas.
Originariamente ebbe il nome di "Fortaleza Protectora Argentina".Gli obiettivi del forte erano quelli
di proteggere gli abitanti, le loro case, le loro attività agricole ed i loro animali, ed anche quello di
difendere la costa. Il forte fu diverse volte attaccato dagli indigeni, che per questo motivo avevano
formato i malones (gruppi di guerrieri a cavallo).La città divenne un importante centro commerciale
dopo che gli Inglesi vi fecero arrivare nel 1885 una linea ferroviaria da Buenos Aires, facilitando il
commercio del grano. Precedentemente i trasporti si svolgevano per mare, in quanto era un sistema
più rapido e più sicuro.
OGGETTO: Colorado (capitolo IV pag. 67)
CONSIDERAZIONI PAESAGGISTICHE: Luogo prettamente paludoso che in estate (dicembre)
quando la neve si scioglie e’ innondata dal fiume
CONTESTO: 12- 14 agosto 1833 luogo di passaggio per il raggiungimento di bahia blanca
FONTI:http://it.wikipedia.org/wiki/Colorado_%28fiume_dell%27Argentina%29
CONSIDERAZIONI: l Colorado è un fiume del sud dell'Argentina. Le sue sorgenti si trovano
nella Cordigliera delle Ande (approssimativamente a 36°09 02 S 70°23 47 W / -36.15056,
-70.39639), tra il Mary a nord e le falde Vulcano Domuyo a sud, a pochi chilometri dalla località
argentina chiamata El Montón, praticamente all'est della fine del passo transandino chiamato "Paso
Barrancas".Questo importante corso fluviale si chiama, nel suo tratto andino río Barrancas; fino ai
36º4°, il suo principale affluente, il río Grande (del Comahue) segue una direzione est-sudest fino
alla sua foce, formando un delta nell'Oceano Atlantico e dentro al limite patagonico della provincia
di Buenos Aires; il delta è formato da tre diramazioni principali. La più settentrionale è quella che
sbocca a Punta Laberinto verso i 39°52 35 S 62°07 46 W / -39.87639, -62.12944; questo ramo è
molto spesso in secca a causa dei molti detriti, per questo motivo è attivo solo durante i periodi di
piena. Circa 20 km a sud si trova la foce principale, che corrisponde al tratto chiamato Río
Colorado Chico o Río Colorado Nuevo. Ancora 10 km a sud si trova il cosiddetto Río Colorado
Viejo, alla cui foce si trova il punto di attracco denominato "Fondeadero Riacho Azul" e un paio di
isole, già nelle acque del Mar Argentino, tra le quali spicca l'isola chiamata Otero. Fino al 1914 il
fiume Colorado propriamente detto nasceva in un gran lago di origine glaciale che aveva un
estensione di più di 1.000 km². Tale superficie lacustre era chiamatadai Mapuches "Cari Lauquen"
(= "Cari": nero; "lauquen": grande quantità d'acqua), ma in tale anno la morena frontale che
conteneva il lago franò parzialmente. Il collasso è stato attribuito al'effetto cumulativo secolare
dell'attività sismica (attività moderata nella regione). Inoltre, si può ipotizzare con molta probabilità
una sequenza diretta di origine antropico: essendo state essiccate le lagune di Guanacache e altre
grandi riserve idriche superficiali e sotterranee del Cuyo e del Comahue, è probabile che si sia
creato uno squilibrio geologico regionale che ha facilitato il crollo della morena frontale che
conteneva il Cari Lauquén. È evidente che il grande lago Cari Lauquén scomparve
catastroficamente; al suo posto rimasero le cosiddette Laguna Fea, Laguna Negra e Laguna Cari
Lauquen, ai confini andini delle province di Mendoza e Neuquén. Una volta abbandonate le Ande il
fiume Colorado scorre per una valle stretta attraverso un territorio arido, formando con il rio Negro
una mesopotamia, per quanto rigyarda il fiume Colorado, che serve da frontiera tra le province di
Mendoza e Neuquén e le altre province chiamate La Pampa e Río Negro. Tale valle si trova ancora
nel 2005 con una popolazione dispersa e ridotta, avendo il suo principale centro nella città
pampeana, di 25 de Mayo. In prossimità, si trova l'importante diga (con un lago artificiale) chiamata
Casa de Piedra o Rucacurá. La portata media attuale (febbraio 2006) è di 130 m³/s, sebbene ci siano
periodiche crescite cicliche in periodi di 11 anni. In tali periodi, la portata può arrivare a 11.000
m³/s. Tutti gli anni la portata massima si riscontra nei mesi di agosto e settembre (epoca di disgelo),
mesi nei quali la portata è di circa 500m³/s. Il bacino del fiume Colorado nell'attualità (febbraio del
2006), è ridotta a 70.000 km². Senza dubbio il bacino del Colorado si collega naturalmente con il
bacino del fiume Desaguadero argentino attraverso il canale naturale chiamato Curacó che
confluisce nel Colorado verso i 38°50 07 S 64°58 47 W / -38.83528, -64.97972; quando succede,
il bacino del Desaguadero divene tributario del bacino del fiume Colorado argentino, ampliando
così il bacino totale fino a 350.000 km². È così che il bacino del fiume, sebbene attualmente non sia
la seconda per portata, è la seconda in estensione del paese. Nonostante la scarsa portata d'acqua che
ha avuto nel corso del XX secolo, potenzialmente sarebbe una importante via navigabile se si
regolassero gli invasi dei suoi affluenti. Se quest'opera si realizzasse, il fiume Colorado risulterebbe
(mediante chiatte o altre imbarcazioni di stazza piccola o media) lo sbocco naturale altamente
economico alla produzione del Cuyo e del Comahue.
OGGETTO: Sierra della Ventana(capitolo IV pag.65)
CONSIDERAZIONI PAESAGGISTICHE: non viene fatta alcuna descrizione dei dintorni
paesaggistici
CONTESTO: luogo di passaggio per arrivare al Rio Colorado
PIANTE
OGGETTO: piante alofile (capitolo IV pag. 74 )
CONTESTO: luogo di sosta Bahia blanca
FONTI:http://www.racine.ra.it/wwfravenna/WWF%20OK/6%20vegetazione%20salmastra2.htm
CONSIDERAZIONI:I suoli emersi permanentemente o per la maggior parte dell'anno sono
caratterizzati dalla presenza di acque circolanti dove la concentrazione del cloruro di sodio
raggiunge valori ancora più elevati di quelli misurati nelle acque libere, creando un'elevata
pressione osmotica. L'acqua è quindi di difficile assunzione, anche se questi suoli ne sono sempre
imbevuti. I suoli salati (suoli "alomorfi") sono fisiologicamente aridi e, in più, il cloruro di sodio è
presente in concentrazioni superiori all'1%. Valori, questi, tossici per la maggior parte delle piante
superiori che tollerano soltanto valori inferiori allo 0,5-0,1%; entro questi limiti, anzi, il NaCl agisce
come stimolatore della crescita. Le specie "alofile", o alofite, richiedono invece per svilupparsi una
concentrazione di NaCl almeno pari o superiore all'l-2%. Alcune alofite possono tollerare per brevi
periodi sino al 20% di NaCl nel suolo: le concentrazioni medie di questo sale nei suoli alomorfi
variano però tra il 2 e il 6%. Le specie alofile sono quindi piante contemporaneamente adatte ai
suoli aridi ("xerofite") e salati, e presentano gradi e modi diversi di adattamento a questa
combinazione di fattori limitanti. Le soluzioni adattative possono ricondursi a tre modelli: accumulo
di cloruro di sodio entro i vacuoli cellulari, resistenza all'entrata di NaCl nella cellula, diluizione del
cloruro di sodio dopo la sua entrata nella pianta. Il primo fenomeno è caratteristico di alcune
Chenopodiaceae (i generi Salicornia, Salsola, Suaeda e Kochia) che sono piante "grasse" con fusti e
foglie succulente. La superficie traspirante è molto ridotta e l'accumulo del cloruro sino a grandi
concentrazioni (10% di NaCl nei tessuti di Salicornia) consente di ottenere l'elevata tensione di
assorbimento utile per assumere acqua dal suolo. Una scarsissima permeabilità ai sali è invece
presentata dalle radici di altre alofite, come varie specie di Artemisia (A. coerulescens, A. maritima,
per esempio) e Aster tripolium. Queste specie vivono su suoli meno salati delle precedenti e
ricavano la tensione di assorbimento necessaria per l'assunzione dell'acqua accumulando nelle loro
cellule composti organici. Due composti alifatici, la prolina e la betaina, sembrano avere molta
importanza per questo scopo. Poiché la prolina è presente in grande quantità nelle xerofite in
generale, cioè nelle piante adattate a climi aridi o a suoli aridi per cause diverse dall'eccesso di
salinità, questo secondo gruppo di alofite mostra che l'adattamento agli ambienti salini è, per alcune
specie, un fenomeno derivato direttamente dalla capacità più generale di adattamento ad uno stress
idrico permanente. Un terzo gruppo di alofite è formato da quelle piante che, pur assumendo il sale
senza barriere radicali, non lo accumulano ma lo eliminano mediante le numerose cellule secretrici
del fusto e delle foglie. Limonium vulgare appartiene a questo gruppo, del quale fanno parte specie
proprie non soltanto dei suoli salati litorali ma anche di quelli "continentali", corrispondenti a molti
deserti e steppe. (10)(11) ·